Avv. Daniela Mainini
Presidente Centro Studi Anticontraffazione
CONTRAFFAZIONE e MADE IN:
le tutele a seguito delle nuove normative
Ancona, 24 novembre 2009
Centro Studi Anticontraffazione
Dipartimento del Centro Studi Grande Milano che si
occupa esclusivamente della lotta alla contraffazione e
che ha al suo interno un centro d’intervento
anticontraffazione.
Opera sinergicamente con i rappresentanti delle
istituzioni (Unione Europea, Ministeri, Regioni, Province e
Comuni, Dogane, Guardia di Finanza, Uffici Brevetti e
Marchi, Università, Enti Fieristici, Associazioni di
Categoria ed imprese) per la lotta alla contraffazione.
2
Scopi del Centro Studi Anticontraffazione





Definire e sviluppare una politica comune per combattere la
contraffazione, studiando e promuovendo ogni misura per
assicurare le azioni più efficaci per combattere il fenomeno.
Costituire un centro di informazione per la lotta
anticontraffazione.
Contribuire allo sviluppo ed al miglioramento della
protezione dei diritti di proprietà industriale ed intellettuale
mediante interventi, iniziative e proposte presso ogni
Autorità.
Contribuire a sensibilizzare la pubblica opinione sui problemi
della contraffazione.
Favorire la diffusione della protezione del progetto creativo,
della realizzazione originale, dei prodotti autentici, in
contrapposizione a qualsiasi forma di falso.
3
Scopi del Centro Studi Anticontraffazione




Favorire gli scambi e il coordinamento tra i propri
membri e migliorare le condizioni della lotta anticontraffazione e definire strategie globali.
Rappresentare i propri membri nelle organizzazioni
riguardanti la proprietà industriale e intellettuale.
Sollecitare inchieste e promuovere azioni comuni contro i
contraffattori.
Promuovere la formazione del personale degli organismi
Pubblici o Privati coinvolti nella repressione della
contraffazione…. Omissis….
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I fenomeni della Globalizzazione e della
Delocalizzazione hanno minato le tradizionali
fondamenta su cui si fondava il nostro Sistema
Paese: INNOVAZIONE E CREATIVITÀ
Difendere la Proprietà Intellettuale significa
proteggere la trave portante del Sistema
Competitivo Italiano
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La proprietà intellettuale
Proprietà Intellettuale
Proprietà Industriale
Brevetti
Modelli di Utilità
Marchi
Disegni/Modelli
Diritto d’Autore
Opere creative
Letteratura
Pittura Fotografica
Cinema Teatro
Software
Disegni/Modelli
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La registrazione di marchi,
brevetti e modelli:
un presupposto fondamentale
della tutela
7
Le tutele
Quali?
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Tutela Doganale
Prima che la merce contraffatta
giunga sul territorio e si polverizzi nei
differenti canali commerciali
Regolamento comunitario 1383/03
applicabile dal 1° luglio 2004
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Tutela civile
(sezioni specializzate)
Competenza per territorio:
Bari
Bologna
Catania
Firenze
Genova
Milano
Napoli
Palermo
Roma
Torino
Trieste
Venezia
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Tutela penale
Legge 23 luglio 2009, n.99
Marchi
Art. 473, 1° e 3° comma c.p.
Art. 474 c.p.
Art. 517 c.p. e Art. 517 ter c.p.
Modelli
Art. 473, 2° e 3° comma c.p.
Art. 648 c.p.
Art. 517 ter c.p.
Brevetti
Art. 473, 2° e 3° comma c.p.
Art. 648 c.p.
Art. 517 ter c.p.
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Art. 473 c.p.: nuova formulazione
Art. 473, 1° e 3° co. c.p.
• Primo comma: “Chiunque, potendo conoscere dell’esistenza del
titolo di proprietà industriale, contraffà o altera marchi o segni
distintivi, nazionali o esteri, di prodotti industriali, ovvero
chiunque, senza essere concorso nella contraffazione o
alterazione, fa uso di tali marchi o segni contraffatti o alterati, è
punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa
da euro 2.500 a euro 25.000.”
• Terzo comma: “I delitti previsti dai commi primo e secondo sono
punibili a condizione che siano state osservate le norme delle
leggi interne, dei regolamenti comunitari e delle convenzioni
internazionali sulla tutela della proprietà intellettuale o
industriale.”
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Art.473 c.p.: le novità


Reclusione da sei mesi a tre anni e multa da euro
2.500 a 25.000 (Reclusione sino a tre anni e multa
sino a euro 2.065)
Conoscenza dell’esistenza del titolo di Proprietà
Industriale
13
Art. 474 c.p.: nuova formulazione
Primo comma: “Fuori dai casi di concorso nei reati previsti dall’Art.
473, chiunque introduce nel territorio dello Stato, al fine di
trarne profitto, prodotti industriali con marchi o altri segni
distintivi, nazionali o esteri, contraffatti o alterati è punito con
la reclusione da uno a quattro anni e con la multa da euro
3.500 a euro 35.000.”
Secondo comma: “Fuori dai casi di concorso nella contraffazione,
alterazione, introduzione nel territorio dello Stato, chiunque
detiene per la vendita, pone in vendita o mette altrimenti in
circolazione, al fine di trarne profitto, i prodotti di cui al primo
comma, è punito con la reclusione sino a due anni e con la
multa sino a euro 20.000.”
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Art.474 codice penale: le novità


Reclusione da uno a quattro anni e con la multa
da euro 3.500 a 35.000 (in precedenza reclusione
sino a due anni e multa sino a euro 2.065)
Separazione delle condotte di “introduzione nel
territorio dello stato” da quelle di “detenere per la
vendita, porre in vendita o mettere altrimenti in
circolazione” con sanzioni più gravi per la prima
15
Art.517 ter codice penale
(fabbricazione e commercio di beni realizzati
usurpando titoli di Proprietà Industriale)
I.
II.
“Salva l’applicazione degli articoli 473 e 474 chiunque, potendo
conoscere dell’esistenza del titolo di proprietà industriale,
fabbrica o adopera industrialmente oggetti o altri beni realizzati
usurpando un titolo di proprietà industriale o in violazione dello
stesso è punito, a querela della persona offesa, con la
reclusione sino a due anni e la multa sino a euro 20.000 .”
“Alla stessa pena soggiace chi, al fine di trarne profitto,
introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita, pone
in vendita con offerta diretta ai consumatori, o mette
comunque in circolazione i beni di cui al primo comma.”
16
Art.517 ter codice penale: le novità


Eliminazione dell’Art. 127, primo comma
Codice Proprietà Intellettuale
Introduzione nuova fattispecie a tutela di
marchi, modelli e brevetti a querela
17
Legge 23 luglio 2009, n.99 – Art.17
Sanzioni per l’acquirente
È punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 100
euro fino a 7.000 euro l'acquirente finale che acquista a qualsiasi
titolo cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o
per l'entità del prezzo, inducano a ritenere che siano state violate le
norme in materia di origine e provenienza dei prodotti ed in materia
di proprietà industriale. In ogni caso si procede alla confisca
amministrativa delle cose di cui al presente comma. Restano ferme
le norme di cui al decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70.
Salvo che il fatto costituisca reato qualora l’acquisto sia
effettuato da un operatore commerciale o importatore o da
qualunque altro soggetto diverso dall’acquirente finale, la sanzione
amministrativa pecuniaria è stabilita da un minimo di 20.000 euro
fino ad un milione di euro. Le sanzioni sono applicate ai sensi della
legge 24 novembre 1981, n. 689. Fermo restando quanto previsto in
ordine ai poteri di accertamento degli ufficiali e degli agenti di polizia
giudiziaria dall’articolo 13 della citata legge n. 689 del 1981,
all’accertamento delle violazioni provvedono, d’ufficio o su denunzia,
gli organi di polizia amministrativa.
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Made in
MARCHIO
Indicazione
di provenienza
Da nucleo
Imprenditoriale
(FIAT)
Indicazione
di provenienza
Da luogo
di fabbricazione
(Torino)
MADE IN
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Made in
la marcatura di origine
 suscita
nel consumatore una serie di
valori, caratteristiche, suggestioni
 varia considerevolmente il valore del
prodotto…
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…a seconda del settore merceologico
21
…a seconda della nazionalità e dei
preconcetti del consumatore finale
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Tipologie di indicazioni
Made in Italy
 Designed or styled in Italy
 Moda Italia
 Marchio +
 Italian Style by…
 Italy

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Definizioni
Falsa
indicazione
Stampigliatura Made in Italy su prodotti
e merci non originari dall’Italia ai sensi
della Normativa Europea sull’Origine
Fallace
indicazione
indicate l’origine e la provenienza estera
dei prodotti e delle merci, ma con uso di
segni, figure o quant’altro possa indurre il
consumatore a ritenere che il prodotto o la
merce sia di origine italiana
24
“Made in” e Norme a Tutela

Accordo di Madrid 14 aprile 1891 sulla
repressione delle false o ingannevoli indicazioni
di provenienza





D.P.R. 26 febbraio 1968, n. 656
Art. 517 codice penale
Art. 4, comma 49, Legge 350/2003
Legge 80/2005 (Decreto Competitività)
Art. 16 Decreto Legge n. 135/2009
25
Decreto Legge 135/2009
L’importazione e l’esportazione a fini di commercializzazione
ovvero la commercializzazione dei prodotti recanti false o fallaci
indicazioni di provenienza o di origine (L.80/05) costituisce reato
ed è punita ai sensi dell’Art. 517 c.p.
Costituisce falsa indicazione la stampigliatura «made in Italy» su
prodotti e merci non originari dall’Italia ai sensi della normativa
europea sull’origine; costituisce fallace indicazione, anche
qualora sia indicata l’origine e la provenienza estera dei prodotti o
delle merci, l’uso di segni, figure, o quant’altro possa indurre il
consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine
italiana incluso l’uso fallace o fuorviante di marchi aziendali ai
sensi della disciplina sulle pratiche commerciali ingannevoli
(Legge 296/06), fatto salvo quanto previsto dal comma 49 bis
(D.L. 135/09).
26
La nuova normativa
Art. 16, D.L. n. 135/2009
Qual è la definizione di fallace indicazione ai sensi del
nuovo 49 bis riferita ai marchi?
L’uso del marchio, da parte del titolare o del licenziatario, con
modalità tali da indurre il consumatore a ritenere che il prodotto
o la merce sia di origine italiana ai sensi della normativa
europea sull’origine, senza che gli stessi siano accompagnati da
indicazioni precise ed evidenti sull’origine o provenienza estera
o comunque sufficienti ad evitare qualsiasi fraintendimento del
consumatore sull’effettiva origine del prodotto, ovvero senza
essere accompagnati da attestazione, resa da parte del titolare
o del licenziatario del marchio, circa le informazioni che, a sua
cura, verranno rese in fase di commercializzazione sulla
effettiva origine estera del prodotto. Il contravventore è punito
con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 10.000 ad
euro 250.000.”
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“Made in Italy” e codice penale
Art. 517 codice penale nuova formulazione
Vendita di prodotti industriali con segni mendaci
“Chiunque pone in vendita o mette altrimenti in
circolazione opere dell’ingegno o prodotti industriali,
con nomi, marchi o segni distintivi nazionali od esteri,
atti a indurre in inganno il compratore sull’origine,
provenienza o qualità dell’opera o del prodotto, è
punito, se il fatto non è preveduto come reato da
altra disposizione di legge, con la reclusione fino a
due anni e con la multa fino a 20.000 euro.”
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Legge 23 luglio 2009, n.99

Art. 517 (pena aggravata da uno a due anni e non alternatività della multa)

Art. 517 quater (Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni
di origine dei prodotti agroalimentari)

Art. 517 quinquies (Circostanza attenuante)

Abrogazione dell’Art. 127 CPI, comma 1

Inclusione dei reati di contraffazione tra quelli che generano responsabilità
per l’impresa ex D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231

Tutela 100% Made in Italy
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Made in Italy e prodotti interamente italiani
D. L. 25 settembre 2009, n.135, comma 1
Si intende realizzato interamente in Italia il
prodotto o la merce, classificabile come Made
in Italy, ai sensi della normativa vigente, e per
il quale il disegno, la progettazione, la
lavorazione ed il confezionamento sono
compiuti esclusivamente sul territorio italiano
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100% Made in Italy
D. Lgs. 25 settembre 2009, n.135, comma 4
Chiunque fa uso di un’indicazione di vendita che presenti il
prodotto come interamente realizzato in Italia, quale “100%
Made in Italy”, “100% Italia”, “tutto italiano”, in qualunque
lingua espressa o altra che sia analogamente idonea ad
ingenerare nel consumatore la convinzione della realizzazione
interamente in Italia del prodotto, ovvero segni o figure che
inducano la medesima fallace convinzione, al di fuori dei
presupposti previsti nei commi 1 e 2, è punito, ferme restando
le diverse sanzioni applicabili sulla base della normativa
vigente, con le pene previste dall’ Art. 517 c.p., aumentate di
un terzo.
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Conclusioni



Quando è possibile l’utilizzo della dicitura 100%
Made in Italy o interamente realizzato in Italia?
È possibile utilizzare Made in Italy su prodotti
non realizzati interamente in Italia?
Si configura la fallace indicazione nel caso di un
marchio aziendale che possa indurre il
consumatore a ritenere che sia italiano con
l’indicazione che il prodotto sia stato realizzato
all’estero?
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www.anticontraffazione.org
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Centro Studi Anticontraffazione
Avv. Daniela Mainini
Presidente
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Tel. 02 5405 0210 - Fax 02 5413 9672
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Scarica

Made in Italy - Camera di Commercio di Ancona