Polo per tutti. Vintage.
Capri. Il lusso del tempo.
2
in copertina Anna Orso fotografata da Gianmarco Chieregato
FOOD
FASHION
FASHION
CULTURE
EXCELLENCE
Capri. Il lusso del tempo.
Verso Villa Jovis. Verso Punta Cannone. Consigli.
Capri. The luxury of time.
Towards Villa Jovis. Towards Punta Cannone. Tips.
P 08
Lo stile secondo Costanza.
Style according to Costanza.
P 20
Vintage.
Vintage.
P 38
Fabio Campoli: lo chef e la sua Arte.
Fabio Campoli: the chef and his Art.
P 54
CULTURE
LUXURY
La storica regata di Venezia.
The historical regatta in Venice.
P 29
La saga Castelletti.
The Castelletti saga.
P 24
Polo per tutti.
Polo for everyone.
P 43
Vladi Polo.
Vladi Polo.
P 47
Anna Orso.
Anna Orso.
P 62
Gianmarco Russo.
Il fashion talent dall’animo trasformista.
Gianmarco Russo.
The fashion talent with a quick-change artist’s soul.
P 68
index
FASHION
CULTURE
CULTURE
CULTURE
FOOD
EXCESS
3
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Patrizia Skaf
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Quarterly issued.
Dopo l’estate, con ancora nell’aria
l’atmosfera delle ferie… isole, sole,
mare, bollicine, aperitivi, amici, relax e
allegria, ecco l’editoriale di settembre.
Editoriale
Dovrebbe essere molto facile scrivere su lusso, eccellenza ed eccesso
del Made in Italy, invece la vita, che è
bella sempre anche se alle volte ti
spaventa, mi ha portata per tutto luglio e agosto all’improvviso nel reparto di ematologia dell’ Umberto I di
Roma insieme a mio figlio di 16 anni.
Due mesi vissuti completamente dentro un reparto pediatrico dove all’inizio vedi soltanto dolore, paura e
incertezze. Oggi dopo due mesi trascorsi in quel luogo mi viene da pensare che su lusso, eccellenza ed
eccesso “made in Italy” in un ospedale c’è molto da scrivere.
Non intendo parlarvi del Made in Italy
vero e proprio, ma di qualcosa di ancora più speciale: il modo di amare
italiano.
Sono sempre più convinta che noi
italiani non possiamo essere di esempio al mondo in materia di organizzazione, caratteristica non affine
all’essere creativi e passionali, ma se
parliamo di sentimenti… nessuno ci
batte!
Il lusso per me in questi due mesi?
Addormentarmi e svegliarmi scambiando sguardi d'amore intenso con
mio figlio, dedicando tutta la giornata
solo a lui, giorno dopo giorno, completamente uniti, avendo bisogno
soltanto di stare insieme… anche la
paura è servita a legarci ancora di
più. Il lusso di avere veri amici presenti, vicini, sempre pronti ad aiutarci,
come il caso di una bellissima attrice
italiana di 72 anni, una volta intervistata da me e diventata ora una cara
amica che mi chiama e mi dice:
"tesoro, sono vecchia ma sono sana…
se avete bisogno di un midollo osseo,
mi offro come donatrice”.
Il vero lusso? Un mondo senza cancro.
L'eccellenza? I volontari, assistenti,
infermieri e medici come la Dott.ssa.
Anna Testi una donna fisicamente
minuta, ma di grande forza, intelligenza, determinazione, un medico
una missionaria! Guarda gli occhi di
una mamma e le assicura che suo figlio non morirà! La Dott.ssa Testi sa
che una mamma forte fa parte del
protocollo ed è indispensabile per la
cura, così lei trasmette forza, fiducia
e speranza, ma anche tanta disciplina, mi ricorda la scienziata Rita Levi
Montalcini… con 50 anni in meno.
L'ematologia dell’Umberto I a Roma è
un reparto di donne… dottoresse!
Mi è venuto in mente l'ultimo concerto di Gianna Nannini che sono
andata a sentire con mia figlia Stephanie, alla fine Gianna indossa una
giacca con la scritta dietro "God is a
Woman".
L’eccesso? Il volontariato, la componente fondamentale e imprescindibile dell'attività sanitaria, il valore
dell'aiuto spontaneo di un uomo o di
una donna che tende la mano ad un
altro essere umano senza aspettarsi
niente in cambio: un eccesso in un
mondo in cui tutto chiede puntualmente il suo prezzo.
La frase più bella dell'estate?
"IO CI SONO".
Che bello quando hai bisogno di qualcuno, gli chiedi aiuto e lui prontamente senza pensarci ti risponde:
"IO CI SONO".
Patrizia Skaf
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Here come's September's editorial after
the summer, with the ambience from the
holidays still in the air...islands, sun, sea,
bubbles, aperitifs, friends, relax and
cheerfulness.
Editorial
It should be very easy to write about
luxury, excellence and excess that is
Made in Italy. Instead life, which is always beautiful even if it scares you sometimes, unexpectedly made me spend
all July and August in the department of
hematology at Umberto I hospital in
Rome together with my 16 year old son.
Two months lived completely inside a
pediatric ward where you only see pain,
fear and uncertainty in the beginning.
Today, after these two months in that
place, I think that there are many things
one could write about luxury, excellence
and excess "made in Italy" in a hospital.
I don't intend to talk about the proper
Made In Italy but about something even
more special: the Italian way to love. I'm
more and more convinced that we Italians can't lead an example when it
comes to organization, a characteristics
that isn't aligned with being creative and
passionate...but if we talk about feeling
there's no one who beats us!
What has been luxury for me these two
months? To fall asleep or wake up and
exchange intense loving looks with my
son, dedicating all day to him only, day
after day, completely united, to just need
to be together...the fear has also served
to strengthen our bond. The luxury to
have real friends present, close, always
ready to help, as in the case of the very
beautiful 72 year old actress, who became a treasured friend after I had interviewed her. She called me and said:"
dear, I'm old but healthy...if you need
bone marrow I offer myself as a donor.
What is real luxury? A world without
cancer.
Excellence? The volunteers, assistants,
nurses and doctors such as Dr. Anna
Testi, a physically small woman but with
a great strength, intelligence and deter-
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mination, a missionary doctor! She looks
in the eyes of a mother and assures that
the child will not die! Dr. Testi knows that
a strong mother is a part of the protocol
and indispensable for the cure, so she
transmits strength, faith and hope but
also a lot of discipline. She makes me
think of the scientist Rita Levi Montalcini... with 50 years less. The hematology
department at Umberto I in Rome is a
women's department... female doctors!
The last concert of Gianna Nannini that
I went to together with my daughter Stephanie came to my mind, in the end
Gianna wears a jacket with " God is a
Woman" written on the back.
Excess? The volunteering, a fundamental component, indispensable to health
care, the value of the spontaneous help
of a man or a woman who reaches out a
hand to another human being without
expecting anything in return: it's an excess in a world where everything has a
price.
The most beautiful sentence of the summer? " I AM HERE".
How beautiful when you need someone,
you ask for help and he answers straight
away without thinking: "I AM HERE".
Patrizia Skaf
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TESTI RICCARDO MARIA ROCCHI/FOTOGRAFIE RICCARDO MARIA ROCCHI
CAPRI. IL LUSSO DEL TEMPO.
Il lusso del tempo, del perder tempo,
del perdersi nel tempo… potrebbe
essere questo il tema del prossimo
viaggio a Capri.
Fuori stagione, si potrebbe dire, fuori
dallo stress dell’abbronzatura, dalla
frenesia dello shopping, dal rito dell’aperitivo, del vedere e farsi vedere,
dalla cena in allegria a tutti i costi, dai
ravioli e dalla onnipresente torta caprese, dai locali notturni, dal tirar
tardi, dal ballare sui tavoli accalcati in
“boite” nostrane, dall’alba a Punta
Tragara… fuori da tutta la mondana
Capri, la meravigliosa Capri.
Nel mese di marzo o di aprile, oppure
ad ottobre o novembre, l’isola non è
nella morsa del caldo e del turismo;
quando i collegamenti con la cosiddetta “terra ferma”, a volte interrotti
per il mare troppo agitato, si fanno
più rari, Capri torna ad essere “isola”.
Si parla con la fornaia, il macellaio, il
giornalaio; le “vendeuse” delle boutique hanno sembianze di donne,
madri, fidanzate e i paesani si fermano anche solo per brevi chiacchiere e scambi di battute invece di
correr via indaffarati.
La luce è comunque chiara ed il particolare microclima permette lunghe
fioriture da eterna primavera.
Il mare resta lontano, il tempo è come
dilatato e le giornate anche se più
brevi hanno una lunghezza diversa…
come dilatate.
C’è tempo per fare molte cose…
niente…!
the staying up late, the dancing on the
tables in crowded bars, the dawn at
Punta Tragara... away from the jet setting in Capri, this wonderful Capri.
During March or April, or October,
November, the island is no longer in the
grip of heat and tourism. Capri becomes
an "island" anew when the connections
with the so called "terra ferma" (solid
ground) are cancelled because of rough
sea.One talks to the baker, the butcher,
the newsagent; the shop assistants in
the boutiques seem to be women, mothers, girl friends and the villagers stay
to chat and change some words instead
of just rushing by. The sunlight is strong
however, the special microclimate
makes flowers bloom as if there was an
eternal spring. The sea stays far away,
time seems expanded and even the
shortest days have a different length...as
if they were dilated. There is time to do
many things... or nothing at all...!
CAPRI. THE LUXURY OF TIME.
The luxury of time, to lose time, to get
lost in time...this could be the theme on
the next trip to Capri.
Off season, one could say, without the
pressure to get tanned, to go on shopping frenzies, the aperitif ritual, to people watch and to be seen, the joyful
dinner to any cost, the raviolis and the
ever-present Capri cake, the night clubs,
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PASSEGGIATE CAPRESI:
“VERSO VILLA JOVIS”
ARCHITETTURE, RICORDI,
NOTIZIE, DICERIE.
Mi perdo nella qasbah dei vicoli “arabi” intorno la piazza,
così vicini eppure così inesplorati. A pochi metri dal “salotto” di Capri trovo la chiesa di Sant’Anna, ormai deposito
per le congregazioni umanitarie, con il suo sagrato irregolare che sgomita tra le case e che brandisce a minaccia una tronca colonna. All’interno, le sue semplici navate
sorrette da colonne e capitelli romani, bottino di spoliazioni e furti cristiani da una delle ville del terribile (ma
forse no..) Tiberio.
E proprio verso “Tiberio” sono diretto. Il toponimo indica
una parte di Capri all’ombra della più grande e famosa
delle ville dell’imperatore. Il percorso è in salita e lungo e
di certo il “fuori stagione”, con le sue temperature miti, mi
aiuta.
I gradoni sopramonte immettono in una stradina che, a
mezza costa, raggiunge la “croce,” quadrivio di percorsi e
di situazioni, luogo di incontro improvvisato delle genti
STROLLS IN CAPRI: "TOWARDS VILLA JOVIS" ARCHITECTURE,
MEMORIES, NEWS AND RUMORS.
I get lost in the qasbah of small "arab" streets around the
square, so close but still so unexplored. A few meters away
from Capri's "living room" I find the church of Sant'Anna, nowadays a seat for humanitarian congregations. The irregular
churchyard is elbowing the crowd of surrounding houses and
has an antique column to take to its defense.
Inside, the simple naves are held up by roman columns and
capitals, these are the booty of the christians pillaging from
one of the villas belonging to the terrible (but maybe not...)
Tiberius.
And it's towards Tiberius that I steer my step. The toponymy
indicates a part of Capri in the shadow of the emperor's largest
and most famous villa. The road is uphill, long and for sure "offseason" , the mild temperatures helps me.
The steps that leads uphill goes into a small road that halfway
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della parte alta dell’isola che da qui si tuffano nella vita
del paese e punto di sosta naturale nel percorso verso le
molte mete da qui raggiungibili.
La tentazione di proseguire per l’Arco Naturale, per la
Piazzetta delle Noci, per Matermania o per Pizzo Lungo è
forte, ma i gradini ed il piccolo cancello della chiesetta
della Croce mi riportano sulla “retta via”. La panchina ombreggiata da un albero di acacia invita a far riposare il
corpo, ma soprattutto la mente e l’animo. Una vicina fontanella disseta solo i fiori dell’estemporaneo vivaio allestito sui muretti che costeggiano la strada. Mi prendo del
tempo per osservare l’andirivieni, svelto per la discesa,
lento per la ripida salita e penso al naturale svolgersi della
vita quando a volte il tempo sembra non bastare e a volte
non passare mai.
Entro nel giardino, ex piccolo cimitero ‘600esco durante la peste,
che introduce alla chiesa: l’enorme
buganvillea che quasi soffoca il
portico sembra ricordare come la
natura e gli elementi naturali a
Capri abbiano spesso il sopravvento sull’uomo e di come forme e
decorazioni barocche, che troviamo in altre chiese dell’isola, siano
qui sostituite dalla vegetazione lussureggiante che circonda e avvolge il piccolo edificio.
La piccola chiesa medioevale della
Croce o di San Michele, sfrattato
dall’originale chiesetta sul vicino
monte omonimo, è un vero eremo
di campagna: semplicissima, con le
volte imbiancate a calce e l’assenza
di decorazioni che le dà un’eleganza che precede di secoli, un
esempio di “less is more” per dirla
con Mies van der Rhoe. La cubica ed austera costruzione
di Villa Sarah, su progetto di Adalberto Libera, riporta al
‘900, mentre un asilo anni ’70 mi precede al cancello della
Monetella, villa costruita sul finire dell’800 da un pittore
russo, tale Dembovsky. Abitata poi dai coniugi Lunacarskij, le loro colme librerie rifornite direttamente dalla Russia, diventò lo scenario degli incontri della famosa “Scuola
di Capri” in cui intellettuali russi, primo tra tutti Gorkij, miravano alla formazione dei futuri dirigenti del partito operaio russo.
Ho avuto la fortuna di visitare la casa e ricordo l’atmosfera “cosy” degli interni vissuti e una fantastica, piccolissima pergola rotonda completamente avvolta da un
profumato gelsomino, con un pavimento in maiolica blu
da far invidia alla famosa grotta.
Continuo lungo la strada lungo la quale alti muri e stra12
reaches the crossing, "la croce", a place where four roads and
different situations meet. There are sudden encounters between people from the other side of the island that are going
downtown, it's also a natural resting point before you continue towards one of the many places you can reach from here.
The temptation to continue the natural arch, La Piazzetta delle
Noci, to Matermania or Pizzo Lungo is strong but the steps and
the small gate in front of the chapel called 'della Croce' brings
me back on the right way. A bench shadowed by an acacia
tree invites you to rest your body, but most of all your mind and
soul. A fountain nearby quenches only the thirst of the flowers
growing in the improvised garden on the walls that encloses
the road.
I take my time to observe the comers and goers, some walk
fast because they go downhill, others slow because they walk
up the steep slope. It makes me think
of how life goes on how you sometimes
never seem to have enough time and
other moments when time never
seems to pass.
I enter the garden, it was a cemetary
during the plague in the 17th century.
It leads me to the church, there is a
huge bougainvillea that almost suffocates the door, it is a reminder of how
the nature in Capri often has had the
upper hand. Baroque decorations that
you find in the other churches of the island is substituted by the rich flora that
surrounds the small building.
The small medieval church of Croce or
San Michele, evicted from the original
church upon the mountain with the
same name, is a real countryside hermitage. It's very simple, with whitewashed walls, the absence of decorations
gives it an elegance that is before its
time, an example of "less is more" to say it with Mies van deer
Rohes words.
The cubic and austere construction of Villa Sarah, a project of
Adalberto Libera, in 20th century style while a there is nursery
school from the 70's just before gate of Monetella, a villa constructed by a Russian painter in the end of the 19th century.
The Lunacarskij family lived there. Their bookshelves were full
of books bought directly from Russia and it became the place
where the "Capri School" with Gorkij in the lead, held their meetings. They were aiming to educate future leaders of the russian labour's party. I have been lucky to have visited the villa
and I remember the cosy athmosphere of lived-in interiors.
There is a fantastic, tiny round pergola with blue majolica tiling
that makes even the Blue Grotto jealous, all surrounded in by
fragrant jasmine flowers.
Continuing along the street where the high walls, extravagant
vaganti nomi nascondono ville che, con cancelli fioriti, lasciano solo immaginare la loro bellezza.
Villa Moneta attira la mia attenzione con il suo colonnato
di ingresso. Le forti colonne non sostengono nulla se non
il passare degli anni che sembra pesare sulla dimora che,
come un’elegante donna anziana, porta con orgoglio la
sua nobile vecchiaia e con dignità mostra i segni evidenti
dell’umidità e delle intemperie.
Uno stretto vicolo la cinge per intero e permette di ammirarla silenziosa nella sua eleganza fanée. Una piccola e
folta pineta protegge la costruzione che agli inizi del ‘900
il pittore Siviero arricchì con pavimenti in ceramiche decorate, simili nella policromia a tappeti persiani. Balconi,
logge, merlature, scale e inferriate lavorate con antica
maestria la rendono quasi un’architettura barocca mentre uno sbuffo d’aria condizionata
posizionata sul terrazzo mi fa pensare con angoscia ad un inevitabile
restauro che le farebbe perdere
per sempre il suo fascino decadente.
Incontro poi altre ville, altri cancelli,
viali. Villa La Schiava, già del pittore
Gandais e centro della vita mondana della Capri fine ‘800: schiavi
forse i proprietari, per sempre legati alla natura e al fascino di Capri.
Pergole fiorite e reperti archeologici sparsi mi indicano l’amore per
questi luoghi e la presenza muta
dell’imperatore. Intravedo finalmente Villa Jovis, sulla sommità del
monte Tiberio, ruderi imponenti e
panorami mozzafiato, ma due turisti
con zaino in spalla e scarpe da trekking mi ricordano che la meta del
mio “perdermi” è nota ai più e il mio
orgoglio di romantico viaggiatore è ferito a morte…..non
ci sarà scoperta!
Mi viene in mente il conte Fersen che fece costruire qui,
proprio all’ombra della dimora di Tiberio, una villa neoclassica (che la leggenda vuole costruita con pietre portate a spalla da sole donne), per vivere in solitudine quasi
assoluta il suo amore per Nino Cesarini e per l’oppio, protetto dalla terribile reputazione dell’imperatore suo vicino
di casa, famoso per le sue perversioni e crudeltà. La villa,
fascinosissima prima del restauro, avvolta dalla vegetazione, nascondeva e nasconde ancora in parte una “gloriette” neoclassica affacciata sull’infinito blu, avvinghiata
alle rocce a strapiombo sul mare. Al suo interno, invece,
una scala con una ringhiera in ferro avvolta di pampini e
tralci d’uva porta a camere e terrazzi affacciati sul più famoso e decantato golfo del mondo.
names and flowered gates are hiding villas which beauty can
only be imagined.
Villa Moneta attracts my attention with its colonnade at the entrance. The columns hold nothing but the passage of time that
seems to weigh on the dwelling, like an elegant old lady, who
wears her age with pride, showing the signs of humidity and
storms.
A narrow street embraces the villa and allows you to admire
her silent faded elegance. There is a small and thick pine forest
that protects the house that was constructed by the painter
Siviero in the beginning of 20th century. He added the decorated tiles which are similar to persian rugs.
Balconies, loggias, merlons, stairs and railings done with antique mastery almost turns it into a baroque architecture while
a gust from an air conditioner makes me think with anguish how
a inevitable restoration would make it
lose its decadent charm forever.
I pass other villas, other gates, streets.
Villa La Schiava (Villa Slave) it belonged to the painter Gandais and was
the center of Capri's social life back in
the end of 19th century. Maybe the
owners were slaves, forever bound to
the charm of Capri and its nature.
Pergolas in flowers and archeological
finds are showing me the love for
these places and the silent presence
of the emperor. Finally I catch a glimpse of Villa Jovis, on the summit of
Mount Tiberius, with imposing ruins
and breathtaking panoramas. Two
tourist with backpackers and hiking
shoes reminds me that the destination
of my "getting lost excursion" is known
by others and my pride as a romantic
traveller is deathly wounded...there
will be no discovery!
Count Fersen comes to my mind, he let built a villa in neoclassical style in the shadow of Tiberius home (the legend says it
was constructed with stones exclusively carried by women).
He lived here, in solitude with his love to Nino Cesarini and to
opium, protected by the terrible reputation of his neighbor Tiberius, famous for his perversions and cruelty.
The villa, which was very fascinating before it was restructured is embedded in green. It hid and is still hiding a part of a
neoclassical "gloriette" facing the endless blue, clinging on the
steep cliffs over the sea. On the inside there is a staircase
where an iron railing full of climbing vines leads to rooms and
terraces that faces the most famous and lauded gulf in the
world.
The Guardian and his family lived in the large antique kitchen
decorated with geometrical yellow and brown majolica tiles
from Naples. They used it as living room, dining room, bedroom,
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La famiglia del guardiano viveva in quella che era l’antica,
grande cucina, con maioliche napoletane dal disegno
geometrico giallo e marrone, diventata per loro salotto,
pranzo, letto, ripostiglio e, ovviamente, anche cucina. Entrare nell’ambiente così vissuto era come trovarsi nella
scenografia di un’opera di Eduardo De Filippo.
La mancanza di arredi e il solaio del salone crollato sulla
fumeria d’oppio non diminuivano il fascino decadente
della villa, imponente, misteriosa, bizzarra, ridotta ormai
ai nostri tempi, solo a contenitore di “convegni” e “mostre
temporanee”.
Torno quindi veloce sui miei passi, rapido per la discesa,
verso il cuore di Capri, la piazza, “la piazzetta”, rifuggo
dalla meta “consigliata” dalla guida tascabile….l’appuntamento con Tiberio è rimandato….magari lo incontrerò in
un’altra delle sue numerose residenze sull’isola.
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closet and of course as kitchen. To go inside a place that is so
lived-in like this, is like entering a scenography in one of
Eduardo De Filippo's plays or films. The lack of furniture and
the ceiling that has collapsed on top of the opium den doesn't
decrease the villa's decadent charm. Today the imposing, mysterious, bizarre is reduced to a hosting conventions and temporary exhibitions.
So I quickly go back the way I came, fast since it's downhill,
towards the heart of Capri, the square, "la piazzetta", escaping
from the advised sight in the guidebook...my meeting with Tiberius is postponed...maybe I'll meet him in one of his other
numerous residents on the island.
PASSEGGIATE CAPRESI:
“VERSO PUNTA CANNONE”
ARCHITETTURE, RICORDI,
NOTIZIE, DICERIE.
Un vero caffè, no cappuccino o varianti e rivisitazioni,
le “3 C”: Caldo, Comodo ed in Compagnia, come dice il proverbio di antica saggezza. E io sono in compagnia della
Capri e dei capresi veri.
Salgo i gradini della piazza, vetrina di gerani “ormonati”,
non più cavea spontanea per ragazzi sfaccendati, e
stretto tra la chiesa e Palazzo Arcucci, tra i più antichi dell’isola, mi chiedo quali paure e minacce abbiano spinto ad
oscurare e voltare le spalle ad un panorama ed a una vastità come il golfo di Napoli che, specialmente al tramonto,
toglie il fiato. Continuo con lunghi passi per i larghi gradini
del trecentesco Palazzo Ferrace per il vicolo Madre Serafina, dal quale o attraverso il quale, come in un tunnel
spazio temporale, giungo alla terrazza della chiesa di S.
Teresa, dove mi saluta l’eclettica, bizzarra Villa Narcissus
del famoso pittore“vesuvista” Coleman, prima di una serie
di case abitate da artisti e intellettuali vissuti a cavallo tra
‘800 e ‘900. Una strana tripla scalea che sembra salire
verso il Monte del Castiglione mi porta invece in quello
che una volta era il chiostro del convento delle teresiane.
Dopo Gioacchino Murat, i francesi convertirono il convento e il chiostro in caserma e successivamente in carcere: frazionato, ferito e semi abbandonato è ormai
ridotto a cortile condominiale, ma in qualche modo tra gli
alberi di arancio, il pozzo e le altissime volte del porticato
riesco ad immaginare le suore oranti in estasi mistica. Un
asilo occupa parte del primo piano, dove bambini ignari
dell’enorme valore commerciale del loro spazio giochi,
giocano sotto le slanciate volte e si rincorrono nei lunghi
e suggestivi corridoi. Dalle finestre vedo una Capri diversa, cupole, “astrici solari”, stenditoi, il Monte Solaro e
poi il Vesuvio e su tutto sembra incombere la mole del Castiglione, fortezza medioevale su costruzioni romane ora,
unica, inaccessibile villa privata.
Torno sui miei passi, sento lontano le grida gioiose; mi affretto
sulla strada seguendo le indicazioni per Punta Cannone.
Alte mura nascondono le ville, forse più a difesa da
sguardi “pettegoli”che da pericoli reali. Leggo su di loro
pagine della storia intellettuale, artistica, mondana e a
volte tragica di Capri e d’Italia. Villa Castello con le sue
sette porte di ingresso che ha visto succedersi proprietari a dir poco particolari, come i pittori Anderson, intenti
CAPRESE STROLLS: TOWARDS "PUNTA CANNONE". ARCHITECTURE, MEMORIES, NEWS AND RUMORS.
A real coffee, no cappuccino or other variants or remakes.
In Italian, the three C's: caldo, comodo, compagnia. It means
warm, comfortably and in good company as the old wise proverb says. And I'm in the company of Capri and genuine
Caprese people.
I go up the steps to the square, full of geraniums that seem to
be on steroids and no longer a spontaneous meeting point for
idle kids and teenagers. It's narrow a passage between the
church and Palazzo Arcucci that are one oldest buildings on
the island. I ask myself what kind of fears and threats that pushed them to obscure and turn their backs on the vast open
space like the Gulf of Naples. The panorama is breathtaking,
especially at dawn. I continue swiftly towards the large steps
of the Palazzo Ferrace from the 14th century and take the small
street called Madre Serafina. I go through this street like a tunnel for time traveling, and I come out on the terrace of S. Teresa, where I'm greeted by the eclectic and bizarre Villa
Narcissus. It's the place where the famous painter "vesuvista"
Coleman lived, close to a group of houses inhabited by artists
and intellectuals in the time between the 19th and 20th century.
A strange triple staircase that seems to lead up towards Monte
del Castiglione but they lead me to what once was the cloister
of a Teresian convent.
After Gioacchino Murat the convent was transformed into a
military barrack and after that into a prison. Nowadays it's
fractioned, hurt and half abandoned and reduced to an ordinary backyard. But somehow, between the orange trees, the
well and the very high arches of the portico I can imagine the
praying nuns immersed in mystical ecstacy.
There is a kindergarden on the first floor. The children run
around under the arches and chase each other in the long suggestive corridors. They are unaware of the enormous commercial value of their playground. I see a different Capri from
the window, cupolas, flat roofs, drying racks, Monte Solaro
and Vesuvius. On top of everything is the mole of Castiglione,
a medieval fortress built on top of roman constructions which
is a private villa today, inaccessible and unique.
I walk back the way I came and hear joyful screams; I hurry
down the road following the signs for Punta Cannone.
High walls are hiding the villas, maybe they are more a pro15
16
più alla salvaguardia della rispettabilità dei troppo facili
costumi della colonia “intellettuale” della Capri fine ‘800,
che all’arte; Thomas Jerome, “l’avvocato di Tiberio”, che
del riscatto della figura storica dell’imperatore aveva
fatto scopo di vita; il principe Caravita di Sirignano, ultimo
proprietario, del dilapidare nella bella vita ingenti fortune
ereditate.
Villa Mura, del principe d’Assia, sposo della sfortunata Mafalda di Savoia, morta in campo di concentramento. Villa
Ca’ del Sole e Villa Alba, entrambe di proprietà del pittore
J.T.White, vedutista romantico e prolifico, e poi di Checca
(Frances) Lloyd, ricchissima mondanissima ereditiera australiana legata da un burrascoso legame sentimentale
alla bellissima baronessa Mimì Franchetti. Divenute poi
tection from indiscreet glances than real dangers. In these villas I read Capri's and Italy's intellectual, artistic history and
their glamourous but sometimes tragic life.
Villa Castello, with its seven gates, has seen quite odd owners
succeed each other. One was Anderson in the late 19th century, a painter who was more absorbed in safeguarding the respectability of the too slothful habits of the intellectual colony
in Capri. Then there was Thomas Jerome, "Tiberius' lawyer",
who has pursued the scope of redeeming the historical image
of the emperor his entire life. The last owner was the prince
Caravita di Sirignano, who squandered his huge inherited fortune on a life of pleasure.
There is Villa Mura which belonged to the prince of Assia, married to the unlucky Mafalda di Savoia, who died in an concen-
proprietà del miliardario americano Vanderbilt passarono
quindi a Laetitia Cerio, pittrice raffinata e figlia di Edwin,
nume tutelare delle bellezze dell’isola. Ora, divise e trasformate, le ville accolgono illustri sconosciuti proprietari.
La stradina con gradoni sale ripida ed un po’ faticosa e fa
pensare alla principessa Lanza di Scalea che si faceva trasportare dal paese alla sua villa su una portantina, da
vera matrona del jet set inizio ‘900; altre ville ancora, altri
fortunati proprietari, gli attori Valli e De Lullo nel loro fortino di pietra, lo stilista Ferragamo con la sua magnifica
Villa Mediterranea, con terrazze e giardini che hanno per
confine solo il mare ed il cielo, e poi altre dimore, altre storie, alcune troppo private, alcune dimenticate per sempre.
Finalmente Belvedere Cannone. Un vero cannone c’era,
tration camp.
Villa Ca' del Sole and Villa Alba were both the painter J.T. White's property, he was a romantic landscape painter and prolific. Then they belonged to Checc (Frances) Lloyd, a super rich,
jet setting, Australian heiress who had stormy love affair with
the beautiful Baroness Mìmì Franchetti.
After that the American billionaire Vanderbilt bought them and
passed them on to Laetitia Cerio, a refined painter and Edwin's
daughter, tutelary deity of the island's beauties.They are divided
and transformed today, and host illuminated unknown owners.
The little road with big steps is steep and a bit tiring, it makes
me think of the princess Lanza di Scalea who let herself be
carried in a sedan chair to the village, just like a real jet set
matron in the beginning of the 20th century. There are other
portato dagli inglesi nel 1808, ma il luogo non ispira certo
alla guerra. Il panorama è mozzafiato e abbraccia quasi
per intero il versante sud dell’isola. Si distingue il monte
San Michele, con il fortino napoleonico e il parco romantico di ispirazione anglosassone che lo nasconde, la valletta di Tragara, con le “camerelle” di origine romana, oggi
lussuose boutique, la certosa, meraviglia medioevale
quasi dimenticata, gli incredibili giardini di Augusto, più
nidi d’aquila fioriti che parco pubblico, i faraglioni, forse le
rocce più fotografate, amate, sognate, invidiate al
mondo, testimoni possenti e silenziosi di storie e misfatti,
ultimo regno della incredibile lucertola azzurra, e poi la
Marina Piccola con l’incombente Monte Solaro da cui il pirata Barbarossa dominava sui mari “del sud” e l’enorme
villas, other fortunate owners, the actors Valli and De Lullo in
their stone fortress, the designer Ferragamo with his magnificent Villa Mediterranea with terraces and gardens that are surrounded only by the sea and the sky. Then other homes, other
stories, some of them too private others forever forgotten.
Finally I reach the Belvedere Cannone. It was a real cannon
brought by the British in 1808, but the place does certainly not
inspire to war.The view is breathtaking incredible and covers
almost the entire south side of the island . One can see Monte
San Michele from here, with its Napoleon fortress that hides
the English inspired romantic parc. There is the glen called
Valletta di Tragara with the "camerelle" from Roman times, full
of luxurious boutiques today. There is the Certosa, a medieval
marvel that is almost forgotten, Augustus' incredible gardens
grotta delle felci abitata dagli uomini del Neolitico e poi,
onnipresente, il blu, l’infinito blu che arriva in Sicilia e poi
in Africa.
Una sosta, del tempo, lasciarlo passare inesorabile e sentirsi
accarezzare, come dalla brezza che spira quassù.
Percepire per la prima volta il “sesto senso” che è dato dall’assoluta consapevolezza e contemporaneità degli altri cinque, conosciuti, sollecitati e messi in questo luogo a dura
prova. Raramente esistono luoghi dove la natura, gli elementi naturali, l’uomo, l’arte e la bellezza possono convivere
stranamente in armonia da secoli. Capri ..e ancora Capri!
that are more like eagles nests in flowers than public parcs.
The faraglioni stacks might be the most photographed, loved, dreamed and envied in the world. Mighty and silent testimonies of stories
and misdeeds, the last kingdom of the incredible blue lizard. There is
Marina Piccola with incumbent Monte Solaro where the pirate Barbarossa dominated his seas of the South from. The enormous cave
of the fern which was inhabited during the Neolithic and then beyond
is the omnipresent blue that comes from Sicily and Africa.
A break, to stop the time, to let it pass inexorably and to feel caressed
by it, like the breeze that blows up here.
To perceive the sixth sense for the first time, given by the absolute
consciousness and synchronicity of the other five that are known,
solicited and put on a hard test in this place. There are rarely places
where nature, natural elements, man, art and beauty can live strangely together in harmony since hundreds of years. Capri ...is still Capri! 17
PRESI PER GOLA.
La pizza più fragrante e stuzzicante,
panzerotti, calzoni, spaghetti “a modo
mio”, delizie al limone, babà….
Nella più verace pizzeria di Capri,
un tavolo vicino all’antico forno dove
Silvio, come un giocoliere, sforna
meraviglie per il palato,
o nella veranda affacciata sul Golfo,
in compagnia del sorriso
di (zia) Pina e di Raffaella.
“Da Gemma” via Madre Serafina 6
081 8370461
Il cortile ricorda un riad di Marrakech;
la sala da pranzo è un salotto
con divani, un enorme lampadario
e persino un letto; la cucina, l’orto
e il limoneto farebbero la felicità di
molti. Tra madonne sotto campane
di vetro e mobili vintage, da “E’ divino”
per assaporare una cucina semplice
e autentica o per bere un bicchiere
tra amici.
“È divino” vicolo Sella Orta 10
081 8377953
Da non perdere. Con la luna piena
riflessa sul mare, sotto la pergola,
nel verde, in una atmosfera rilassante
e nel silenzio, si dimentica
la camminata per arrivare sin lassù.
Peccato per il servizio, un po’ lento
e a tratti scostante.
“Le Grottelle” via Matermania 3
081 8375719
Solo d’estate, dopo un tuffo dagli
scogli, le terrazze sul mare sono
un fantastico teatro per assaporare
una “insalata fontelina”, che non ha
nulla dell’insalata ma è tutta una festa
di sapori. O per gustare i più buoni
spaghetti pummarola e basilico del
mondo, semplicissimi ma unici.
E poi pesce freschissimo e dolci
sublimi, il tutto annaffiato da sangria
bianca ghiacciata.
Non aspettatevi, però, l’esclusività
e la solitudine della famosa pubblicità
di “Light blu” di D&G…..!
D’obbligo la risalita a piedi.
Bagni La Fontelina ai Faraglioni
081 8370845
18
DOLCI SONNI.
Una villa anni ’40, con terrazze
color del mare e i faraglioni che
vi danno il buongiorno. Se la vista
è impareggiabile, è però difficilissimo
trovar posto a meno che qualche
cliente super affezionato non disdica
all’ultimo momento. Cucina semplice,
a conduzione familiare.
Villa Krupp viale Matteotti 12
081 8370362
Chic, discreto, per pochi, con una
terrazza ristorante e una piscina
che sfidano la legge di gravità,
per una indimenticabile vista su Capri
e su Marina Piccola.
Villa Brunella via Tragara 24
081 837
Praticamente in piazzetta,
piccolissimo (3 camere), accogliente e
ricercato come una casa di veri amici,
Fabio con “verve” caprese soddisferà
ogni vostro capri...ccio !
Dolce Vita Capri luxury rooms
via Roma - 333 5099389
PICCOLI, GRANDI REGALI DA CAPRI.
Soffici “bacetti” dolci o salati
e le specialità del forno.
“Sfizi di pane” in via Parroco R. Canale
Cultura, storia locale, stampe antiche
e …libri, come in un salotto culturale
d’altri tempi.
Libreria “La Conchiglia”
in via Le Botteghe ed in via Camerelle
Gioielli unici e particolari ispirati
dalla natura caprese.
“Grazia Vozza gioielli”
in via Fuorlovado
Frutta e verdure dell’orto
e un’imperdibile cascata
di peperoncini “apotropaici”.
Frutteria di via Longano
a pochi passi dalla piazzetta
Il profumo della cialda calda per i coni
gelato vi guiderà fin qui.
Da non perdere anche il take away
“rustico” per improvvisati spuntini
fuori orario.
Gelateria artigianale Buonocore
in via V. Emanuele
Quattro sorelle ed un’amica….
moderne penelopi creano mantelle,
abiti, sciarpe, casacche ed altre
meraviglie morbidi ed avvolgenti…
capresissime!!
Farella via Fuorlovado
I pull in cachemere con i colori più
sensazionali ed introvabili
per un lussuoso fashion souvenir.
Russo Uomo in via Camerelle
CONSIGLI
CAPRESI
TAKEN BY THE THROAT.
The most fragrant and tempting pizza,
panzarottis, calzones and pasta
"my way", lemon desserts, rum babas...
Take a seat at a table close to the
antique oven to see Silvio making
pizzas like juggler. Out of the oven of
in Capri's most genuine pizzeria comes
wonders for the palate. Or sit by a table
on the terrace facing the gulf of Naples
in the good company of the smiling
Pina (the aunt) and Raffaela.
“Da Gemma” via Madre Serafina 6
081 8370461
The courtyard is similar to a Moroccan
raid; the dining room is a living room
with sofas, a huge chandelier and even
a bed; the kitchen, the garden and
the lemon tree plantation would make
many happy. Take a drink with friends
or eat simple and authentic dishes
between madonnas in bell jars
and vintage furniture at "E' divino".
“È divino” vicolo Sella Orta 10
081 8377953
Do not miss this. With the full moon
being reflected in the sea, under
a pergola, in the middle of the green
with a relaxing and calm atmosphere
you forget the walk to arrive all the way
up. Just a pity for the service which
is a bit slow and not very friendly.
“Le Grottelle” via Matermania 3
081 8375719
It's only open in the summer. Go here
after a dip from the rocks, the terraces
by the sea are like a fantastic theater
and enjoy a "insalata fontelina" that has
nothing to do with salad but is a feast
of flavors. Or why not eat the most
delicious pasta "pummarola e basilico"
in the world, very simple but unique.
Then there is extremely fresh seafood
and sublime deserts, water it all with
ice cold white sangria. Don't expect
the exclusivity and solitude you see in
the famous D&G commercial for "Light
Blue"...! You have to return up by foot.
Bagni La Fontelina ai Faraglioni
081 8370845
SWEET DREAMS.
A villa from the 40's with terraces that
has the same colour as the sea and the
Faraglioni that greets you in the
morning. The view is unbeatable and
it's hard to find a free room if not some
loyal customer happens to cancel
their reservation last minute.
Unpretentious food and family run.
Villa Krupp viale Matteotti 12
081 8370362
Chic, discreet, for a limited number
with a restaurant and swimming pool
that challenges the law of gravity.
For an unforgettable view of Capri
and Marina Piccola.
Villa Brunella via Tragara 24
081 837
Basically right in the piazzetta, very
small (3 rooms), welcoming it feels like
being in a very good friend's home.
There is Fabio with caprese energy
that satisfies every need or caprice!
Dolce Vita Capri luxury rooms
via Roma - 333 5099389
BIG AND SMALL GIFTS FROM CAPRI.
Soft salty or sweet "kisses"
are the bakery's speciality.
“Sfizi di pane” in via Parroco R. Canale
Culture, local history, old prints and...
books, just like a cultural living room
in other times.
Libreria “La Conchiglia”
in via Le Botteghe ed in via Camerelle
Unique jewelry and designs inspirated
by the nature on Capri.
“Grazia Vozza gioielli”
in via Fuorlovado
Homegrown fruit and vegetables
and a waterfall of "apotropaic"
chili peppers.
Frutteria di via Longano
a pochi passi dalla piazzetta
The scent of the warm waffles,
made for the ice cream will lead you
all the way here.
Don't miss the "rustico" take away
if you want a snack at any time.
Gelateria artigianale Buonocore
in via V. Emanuele
Four sisters and a friend...
modern versions of Penelope create
capes, dresses, scarfs and other
soft and enveloping marvels...
very much Capri!!
Farella via Fuorlovado
Cashmere pullovers in sensational
colours that can't be found
anywhere else makes
a perfect fashion souvenire de luxe.
Russo Uomo in via Camerelle
CAPRI
T I PS
INDISCUSSA ICONA
DELL’ELEGANZA,
AMBASCIATRICE
DEL MADE IN ITALY,
FASHION EDITOR,
COLONNISTA DI MODA
PER VOGUE BRASILE
E A FOLHA DE SÃO PAULO,
AUTRICE DI TRE LIBRI
DI SUCCESSO,
COSTANZA PASCOLATO
È SINONIMO DI STILE
E BUON GUSTO.
SENESE DI NASCITA
E PAULISTANA
DI ADOZIONE,
FONDA CON
IL PADRE
SANTA
CONSTANCIA,
CONSIDERATA
L’AZIENDA
TESSILE
PIÙ RINOMATA
DEL BRASILE.
TESTI CHIARA RIMOLDI
FOTOGRAFIE CONSUELO BLOCKER/MARIANA MALTONI
LO
STILE
SECONDO
COSTANZA.
20
La moda è una cosa tradizionale, di
famiglia. Appena arrivati in Brasile, nel
’46, mio padre ha investito nel ramo
tessile. Il lavoro come fashion editor
mi è stato offerto in virtù di ciò che
rappresentavo, una donna elegante
e ben introdotta nel jet set internazionale. Ero reduce da un divorzio da
un importante banchiere americano,
vivevamo tre mesi a San Paolo e il
resto dell’anno a New York, frequentavo Warhol, Truman Capote, il
glamour di quell’epoca non mi ha mai
abbandonata.
Lo stile, invece, è una conquista, un
patto di fedeltà con se stessi che
dura tutta la vita. Per questo motivo
è difficile determinare se una donna
ha veramente stile quando è giovane
perché ancora molto sperimentale,
alla ricerca della propria strada. Lo
stile è ciò che si apprende e modella
durante gli anni, una scelta che va al
di là del sapersi vestire: ci sono altri
ingredienti, come il comportamento,
per esempio, che sono essenziali nella
distinzione della propria signorilità.
Il Brasile è un paese giovane dove la
gente non ha la necessità di essere
tradizionalista come in Italia. Quando
mi incontro con le amiche a Firenze,
non posso fare abbinamenti azzardati, non si aspettano uno stile del
genere da una donna di 72 anni, mi
troverebbero un po’ strana, perderei credibilità e, soprattutto, sarei
esclusa dalle loro confidenze.
L’eccellenza mi appartiene, da buona
virginiana sono continuamente alla ricerca della perfezione, fa parte della
mia essenza, un aspetto che a volte
mi rende un po’ pretenziosa.
Nel passato pensavo che il grande
lusso fosse dedicarmi del tempo, tuttora lo trovo essenziale, ma con il trascorrere degli anni mi sono accorta
che il vero lusso si nasconde nella
semplicità. Il lusso è essere amica
delle proprie figlie e riuscire a ridurre
tutti i piccoli o grandi conflitti generazionali. Mia madre era straordinaria, mi ha spinta a diventare più furba
di quello che in realtà ero per poterle
essere complice.
Vivo in un paese interessante perché
nuovo e, a differenza dell’Italia che è
antica e riesce a vivere di memoria
propria, in Brasile la memoria praticamente non esiste. In Europa la si rispetta e usa a proprio beneficio, la
cultura e la tradizione diventano
degli strumenti per interpretare il
convivio quotidiano. I ricchi brasiliani
sono il prodotto di una storia fulminea, non hanno la preparazione psicologica e culturale per affrontare
questo benessere, l’eccesso ne è
l’inevitabile risultato.
STYLE ACCORDING TO COSTANZA.
She is an icon of elegance, an ambassador for made in Italy, a fashion editor,
a columnist for Vogue Brazil and Folha
de São Paulo, an author of three best
selling books. Costanza Pascolato is synonymous with style and good taste.
Born in Siena but adopted by São Paolo,
she has founded Santa Costancia together with her father, the most renown
textile company in Brazil.
Fashion is a tradition in the family. My father invested in a textile business shortly after arriving in Brazil, in 1946. I was
offered the job as a fashion editor because of what I represented, an elegant
woman and lot's of connections with the
international jet set.
I had come through a divorce from a prominent American banker, we lived three
months in Sao Paolo and the rest of the
year in New York. I socialized with Warhol and Truman Capote, the glamour
from that era has never left me.
Style on the other hand is something you
conquer, a pact of loyalty with yourself
that lasts all your life. This is why it's
hard to tell if a woman has style when
she's young because she is still very experimental, looking for her own way.
Style is something that you learn and
shape during the years, a choice that is
beyond knowing how to dress: there are
other ingredients, such as your behavior,
for instance, that are essential when it
comes to distinguishing refinement.
Brazil is a young country where people
don't have to be traditionalists like in Italy.
When I see my friends in Florence, I can't
make bold mix and matches, they don't
expect that kind of style from a 72 year old
woman. They would think I'm a bit
strange, I would lose my credibility and
most of all, I would be excluded from their
confidences.
Excellence belongs to me, as a good virginian I'm always looking for perfection,
it's a part of my true self, an aspect that
makes me a bit pretentious sometimes.
In the past I thought that the largest luxury was to dedicate myself time, I still
find it necessary, but with the passage of
time I came to realize that true luxury
hides within simplicity. Luxury is to be
friends with your own daughters and to
reduce all small or big conflicts between
generations.
My mother was an extraordinary woman,
she made me become more cunning that I
actually was, so I could be her accomplice.
I live in an interesting country because it's
new, opposed to Italy which is antique
and lives on its own memory, and memory
does practically not exist in Brazil.
In Europe people respect each other
and use the culture and traditions for
their own benefit, they become instruments to interpret the life together with
others. Rich brazilians are products of a
"thunderbolt history", they don't have the
psychological or cultural preparation to
face this kind of well being, excess is the
inevitable result.
21
ALEXANDRE HERCHCOVITCH
è istrionico, forse un pochino indie
per il pubblico Italiano,
ma sicuramente uno dei nomi
più rappresentativi
della moda brasiliana.
GLORIA COELHO
è ultraconcettuale,
adatta ai mercati più evoluti
in costante ricerca
del particolare, del diverso,
è la regina del lusso.
o
r
t
t
a
ici qu
t
s
a
t
I fan
REINALDO LOURENÇO
è molto chic,
molto delicato, sempre
attento ai dettagli.
22
PEDRO LOURENÇO
è semplicemente divino.
È il nostro enfant prodige
e ne andiamo molto fieri.
Le prime sfilate erano molto
concettuali, adesso invece
sta iniziando a creare moda
indossabile. È il talento più adatto
a questi tempi.
ALEXANDRE HERCHCOVITCH
he's histrionic, maybe slightly
too much indie for the Italian audience,
but for sure one of the more
representative names
of Brazilian fashion.
GLORIA COELHO
is ultra conceptual, adapted
to more evaluated markets
that constantly are looking
for something special, different,
she is the queen of luxury.
r
u
o
f
c
i
t
s
a
nt
a
f
e
Th
REINALDO LOURENÇO
is very chic, very delicate,
always attentive to detail.
PEDRO LOURENÇO
is simply divine.
He's our infant prodigy
and we are very proud of him.
The first shows on the cat walk
were very conceptual,
but now he is started to create
wearable fashion. He is a talent
that is most adapted to our times.
23
LA SAGA
CASTELLETTI.
Una famiglia e l’amore per il vino.
TESTI FRANCESCO PATTARINO/FOTOGRAFIE FRANCESCO PATTARINO
Ad Pontem Brembi.
Ponte San Pietro, un piccolo paese,
poco più di diecimila anime a due
passi da Bergamo. Il nome vi dice
poco? Probabilmente non ricordate di esserci passati durante una
delle scampagnate domenicali o di
averlo sentito nominare nei racconti di amici e conoscenti.
Eppure…
Per gli enoappassionati, la località è
rinomata.
Da tempo immemore, a Ponte San
Pietro ha sede la famiglia Castelletti,
un’istituzione nel mondo del vino e
dell’enologia d’eccellenza italiana.
L’Enoteca dei sogni.
L’hanno definita, negli anni, in svariati modi: enoteca, rivendita, bottiglieria, tempio, sancta sanctorum.
Poco importa come chiamarla:
state certi che se cercate una bottiglia irreperibile qui la trovate.
L'Enoteca al Ponte viene fondata
nel 1959 da quello che, sin dal 1936,
era l’esercizio di famiglia: i Castelletti erano titolari di una drogheriaprofumeria con un vasto reparto di
vini e liquori. Nonna Luigina, detta
“La Regina”, gestiva e smerciava
generi enogastronomici provenienti da ogni dove: persino le derrate della Compagnia delle Indie
hanno varcato le porte dell’enoteca.
24
Una dinastia di successo.
Chi ha dato lo slancio decisivo alla tradizione di famiglia è stato Italo Castelletti, uno dei primi sommelier
d'Italia. Il suo nome è entrato di diritto
nell’empireo dell’enologia italiana.
Dagli anni ’60 in poi, il “maestro” ha
precorso i tempi, mostrandosi autentico pioniere del gusto tra i suoi
conterranei.
Chi ha inventato quarant’anni fa il
fenomeno dei wine-bar, che da
anni riscuote un grande successo
in tutto il Paese? Chi è stato fondatore del primo “Corso d’Addestramento Professionale per Aspiranti
Sommelier” nel 1977? Chi ha intrapreso un paziente percorso di collezionismo di rarità provenienti dai
cinque continenti?
L'attività instancabile di Italo si è rivolta, sin dall’inizio, alla ricerca di
piccole aziende in grado di produrre vini e distillati di altissima qualità. Accanto all’aspetto imprenditoriale, il desiderio di diffondere la
cultura enologica ha visto Italo Castelletti promuovere numerose
manifestazioni enogastronomiche
di livello internazionale.
Il figlio Luca ha seguito le orme paterne con grande competenza e
umiltà. Sommelier professionista,
importatore ed esportatore di vini,
distillati e alimenti di qualità, ricopre
diversi ruoli didattico-istituzionali all’interno dell’Associazione Italiana
Sommeliers. Dal 1997 è anche tito-
lare dell’Enoteca.
Si può affermare che la sua esperienza enologica non abbia età: ha
“respirato” vino sin dalla nascita,
venendo a contatto con le grandi
personalità che hanno gravitato attorno all’enoteca. E queste frequentazioni hanno fatto di lui un
attento conoscitore delle realtà vitivinicole emergenti, con il merito di
identificare sul nascere e promuovere aziende e prodotti unanimemente riconosciuti in seguito come
vincenti.
Brandelli di storia.
I Castelletti, si diceva, sono sempre
stati talent-scout di vini e distillati
rari. E gli scaffali dell’enoteca offrono una testimonianza tangibile
della loro inveterata passione.
Qualche esempio?
Nel 1976, la famosissima maison
francese Veuve Cliquot Ponsardin
realizzò una riserva speciale di
Champagne per celebrare i cinquant’anni di Elisabetta II d’Inghilterra. Alcune di quelle bottiglie
sono a Ponte San Pietro. Assieme
ad altre, commissionate alla maison
Dom Pérignon nel 1981 dai Principi
di Monaco per le nozze d’argento
tra Ranieri e Grace Kelly.
Non è facile trovare certe bottiglie;
ancora più arduo è resistere alla
tentazione di venderle. Il Museo del
Louvre si è dovuto arrendere dopo
lungo corteggiamento: due botti-
THE CASTELLETTI SAGA. ONE FAMILY
AND THEIR LOVE FOR WINE.
Ad Pontem Brembi
The bridge of San Pietro, a small village,
a little bit more than ten thousand inhabitants a stone's throw away from Bergamo. The name says little? Probably
you don't remember to have passed by
during one of those Sunday trips in the
country side or heard it being mentioned
in the stories told by friends and acquaintances.
And still…
For wine lovers, the place is renown.
Longer than can be remembered, the
Castelletti family resides here, an institution in the world
of wine and excellent Italian oenology.
The wine bar of our
dreams.
They have defined it
in various ways during the years: wine
bar, resale, bodega,
temple, Holy of Holies. It's not important how to call it,
just be assured that
if you are looking
for a bottle that
can't be found, this
is the place where you will.
The Wine bar al Ponte was established
in 1959, from what was the family business since 1936: the Castellettis were
owners of a grocery- perfume shop with
a wide selection of wines and liquors.
Grandmother Luigina, called "The
Queen", managed and peddled gourmet
food and wine coming from all places:
even the food from the India Company
has entered the doors of the wine bar.
A dynasty of success.
The person who gave the decisive impetus to the family tradition is Italo Castelletti, one of the first sommeliers in Italy.
His name entered the empyrean law of
Italian oenology. From the 60's and on-
wards, the "maestro" was before his own
time, showing himself an authentic pioneer of taste among his fellows.
Who invented the concept of wine bar
forty years ago that has a been enjoying
a great success in the whole country?
Who was the founder of the first "training course for aspiring professional
sommelier" in 1977? Who started a patient journey of collecting rarities coming from five continents?
Italo's indefatigable activities were focused on finding small companies that
were able to produce wine and liquors
with very high quality, since the very be-
ginning. Beside the entrepreneurial
aspect, Italo Castelletti desired to
spread the wine culture, he promoted
many international events.
His son Luca has followed in his father's
footsteps with a lot of expertise an humility. He's a professional sommelier, exports and imports wine, liquors and
gourmet food and covers various didactic and institutional roles in the Italian
Association of Sommeliers. He's also the
owner of the wine bar since 1997.
One can say that his experience of wine
doesn't have an age: he already "breathed" wine since he was born and has
met all the great personalities that has
gravitated around the wine bar. These
encounters has made him into a atten-
tive connoisseur of the emerging wine producers and their
situations and realities. He can
be credited for identifying and promoting
companies and products, all of them
later recognized as winning.
Pieces of history.
The Castellettis, it was said, has always
been talent scouts of rare wines and liquors. The shelves at the wine bar offer a
tangible proof of their inveterate passion.
One example?
The famous French maison Veuve Cliquot Ponsardin made a special champagne
edition
to
celebrate the fifty
years of the Queen
Elisabeth II. Some of
the bottles are
found at Ponte San
Pietro. Together with
others, commissioned by the maison
Dom Pèrignon in
1981 by te Prince of
Monaco for the silver wedding anniversary between
Rainieri and Grace
Kelly.
It's not easy to find
certain bottles; it's
even harder to resist
the temptation to
sell them. The Louvre Museum had to
give up after a long courtship: two bottles of Cognac from 1868, that had belonged to Napoleon III's wine cellar, they
will nt move from the Italian shelves to
enrich the Parisian collections.
In addition to important historical pieces,
as the Port, the Xérès and the Marsala
from the 19th century, there is a collections with strong symbolic meanings,
like the bell shaped bottle in Limoge porcelain, made by Scotch Bell's for the occasion when the Welsh princes William
and Henry were born. Or one of the first
examples of the reserve wine " Head of
State" Venegazzù by Count Loredan Gasparini, with the portrait "pour Monsieur
la Bombe", to honor the French president
25
glie di Cognac del 1868, appartenute
alla cantina personale di Napoleone
III, non si muoveranno dagli scaffali
nostrani per andare ad arricchire le
collezioni parigine.
Oltre a pezzi d’importanza storica,
come i Porto, gli Xérès e i Marsala dell’Ottocento, fanno mostra di sé
anche collezioni di grande significato
simbolico, come le bottiglie a forma
campana, in ceramica di Limoges,
realizzate dalla Scotch Bell’s in occasione della nascita dei Principi di Galles William e Henry; oppure, i primi
esemplari della Riserva "Capo di
Stato" Venegazzù del Conte Loredan
Gasparini,
effigiate "pour Monsieur la Bombe",
in onore del presidente francese
Charles de Gaulle,
grande estimatore.
Chi è passato
di qui.
L'enoteca bergamasca,
nel
corso della sua
storia, ha aperto
le porte all’élite
dell'enologia e
del giornalismo
di settore: Gino
Veronelli il più
noto, ma anche
Gianni Brera, Gianni e Paola Mura,
Giacomo Bologna, Cesare Pillon,
Giorgio Grai, Piero Pittaro, solo per
citare i più famosi.
Valentina Tereskova, la prima astronauta donna dell'ex-URSS, ancora
molto influente in Russia, quando
viene in Italia non dimentica mai di
fare una visita. Chi passerà dall’enoteca capirà quindi da dove proviene
la foto esposta – originale! – nella
quale si vede il suolo lunare, un’astronauta e, sullo sfondo, la Terra.
Decine di personaggi dello star-system e dello sport professionistico si
riforniscono regolarmente dai Ca26
stelletti. Qualche nome? No comment…Italo e Luca tengono molto alla
riservatezza dei loro ospiti.
Oggi.
In Italia le enoteche sono numerose e
mediamente ben attrezzate.
Ma la vastità di contenuti e la pluralità d’offerte, unita al patrimonio storico e culturale che può esibire
l’enoteca dei Castelletti, non sono facilmente riscontrabili altrove.
Chi visita il locale se ne rendere immediatamente conto: in esposizione
sono rappresentati tutti i Paesi con
una spiccata tradizione vitivinicola,
ma non mancano vini provenienti da
outsider come Israele, Russia, Cambogia, Cipro. L’ultimo arrivato? Il vino rosso
prodotto sull’isola di Formentera.
Le aziende italiane ed estere trattate
sono innumerevoli; è pressoché impossibile censirle per intero.
La clientela è eterogenea: non solo e
non tanto lombardi, quanto appassionati da tutta la penisola; e moltissimi acquirenti internazionali.
Quel qualcosa in più.
Da sempre i Castelletti sono un passo
avanti. Questo perché depositari di
una qualità rara nel mondo del vino:
la capacità di leggere in anticipo il
vino in divenire, di pensarlo nel futuro, scommettendo senza azzardo
su aziende ancora poco note per
farle diventare grandi: a riguardo,
l’elenco di nomi ed etichette potrebbe occupare parecchie pagine.
Accanto al loro fiuto pionieristico
unico, sia Italo che Luca sono impegnati da sempre nel diffondere la conoscenza del vino: attraverso corsi e
appuntamenti di grande rilievo,
hanno formato una lunghissima
schiera di appassionati e operatori
del settore, trasmettendo, oltre alle
nozioni tecniche, anche – e soprattutto – curiosità e
passione.
Gli arcanti.
Com’è il detto? “Le
persone giuste al
posto giusto”?
Pensiamo che, nel
caso specifico, mai
parole siano state
più appropriate.
Entrate all’Enoteca
al Ponte.
L’entusiasmo “nobilmente contagioso”
dei proprietari vi invoglierà ad approfondire
le
meraviglie di un calice di vino.
I Castelletti, maestri
cerimonieri d’altri tempi, vi accompagneranno fino al momento in cui, assieme
ai
vostri
commensali,
stapperete la bottiglia acquistata.
Saranno lì, idealmente, ad assistervi
nella degustazione e vi aiuteranno a
decifrare i misteri celati nel liquido figlio dell’uva.
Saranno, in definitiva, i vostri sommelier personali.
Charles de Gaulle, who was a big admirer.
People that has come by.
The wine bar of Bergamo, during its history, has opened its doors to the elite of
oenology and wine giornalism: the most
famous Gino Veronelli, but also Gianno
Brera, Gianni and Paolo Mura, Giacomo
Bologna, Cesare Pillon, Giorgio Grai,
Piero Pittaro, just to name the most famous ones.
Valentina Tereskova who was the first
female astronaut in teh former Soviet
Union, is still very powerful in Russia.
When she comes to Italy she never miss
a visit to the wine bar. Who comes here
understands where
the photo that shows
the lunar soil, an
astronaut and the
Earth in the background is coming
from -it's an original!
Tens of personalities
from the star-system
and the sport world
regularly come to
buy stock up at the
Castelletti's. Any
names? No comment... Italo and Luca
keeps the privacy of
their guests.
Today.
Italian wine bars are
many and holds a
good quality in general. But the enormous collection and multitude of choice,
together with the historical and cultural
heritage that is found in Castelletti's wine
bar is not easily found anywhere else.
Who visits the place can immediately
see that all countries with a strong wine
tradition are represented but wines coming from outsiders like Israel, Russia,
Cambodia and Cyprus are not missing
either. The last one arrived? Red wime
produced on teh island of Formentera.
The The represented Italian and foreign
companies are innumerable, it's almost
impossible to take it all in.
The clientele is heterogenous: not only
and not many Lombards compared to
wine lovers from all over the Italian peninsula; and lots of international customers.
That little extra.
The Castelletti's has always been a step
ahead. This is because they own a rare
quality in this world: the capacity to read
what a wine will become, to see into the
future, to believe in wine producers that
are not well known and make them famous. Talking about this, one could fill
pages with the names and labels.
enthusiasm is "nobly contagious" and it
will make you want to go deeper into the
marvels of a glass of wine.
The Castellettis, masters of ceremonies
of other times, will keep you company
until the moment when you, with your
table companions, bottle up the wine you've bought. Ideally, they will be there, to
assist you with the wine tasting and help
you to decipher the mysteries hidden in
the liquid child of grapes. They will definitely be your personal sommelier.
Beside their pioneering and unique nose,
both Italo and Luca are involved in promoting and sharing their knowledge of
wine. They have got a large group of
fans and people from the industry
through, met through their many courses and events. They do not only share
and teach their technical knowledge
and especially they convey curiosity and
passion.
The mysterious.
How goes the saying? "the right person
in the right place"? I think these words
have never been more appropriate.
Enter the wine bar al Ponte. The owners'
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La
regata
storica
di
Venezia.
TESTI MARCO DIONISI
FOTOGRAFIE MATERIALE FORNITO DALLA VENEZIA MARKETING & EVENTI
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Assieme al Carnevale, è l'evento più illustre e mondano di
Venezia. Si svolge ogni anno nella prima domenica di settembre e coinvolge migliaia di appassionati che vi accorrono da ogni parte d'Europa. È la Regata Storica, la più
tradizionale delle manifestazioni veneziane, oltre che l'appuntamento principale delle gare di Voga alla Veneta
(oltre 120 da aprile a settembre).
L'edizione 2011 si terrà domenica 4 settembre, giorno in
cui il Canal Grande diverrà centro del mondo: dirette tv,
centinaia di pagine su carta stampata e migliaia di spettatori che presenzieranno l'evento accalcati lungo le rive,
nelle tribune galleggianti e sulle imbarcazioni ormeggiate
lungo il “Canal”. Il grande eco mediatico che circonda la
regata e che per un pomeriggio intero avvolgerà una
città intera, quasi stona con il fascino e la tradizione di
una rassegna che in seno conserva la storia di quella che
fu non solo una Repubblica Marinara (Genova, Pisa e
Amalfi le altre), ma anche una grande potenza marittima
che arrivò all’apice
della propria potenza nel secolo XIII,
quando, incontrastata, dominava in
lungo e in largo
gran parte delle
coste dell'Adriatico.
Disciplina unica al
mondo e praticata
da centinaia di anni
nella laguna, la regata veneziana ha
origini antichissime,
risalenti al 2 febbraio del 492, giorno in cui gli abitanti della Serenissima,
sulla falsa riga dell'episodio che rese protagonisti Romani
e Sabine, subirono il “ratto delle spose Veneziane”. Durante una festa popolare, infatti, i pirati Narentani rapirono dodici fanciulle veneziane, ma furono subito
inseguiti dai rispettivi uomini i quali, remando furiosamente sulle loro barche, riuscirono a raggiungere i rapitori e liberare le giovani. Dall'episodio, ebbe poi origine la
Festa delle Marie, con annessa regata. Per trovare ufficialmente il termine “regata” dobbiamo però attendere il
1274, anno in cui, a nota di un codice anonimo, comparve
per la prima volta l'espressione latina “Splendor magnificissime Urbis Venetorum, 1274, die 16 septembris, indicta
regatta cum navigiis habentibus remos viginti." Nel 1315
uscì, poi, un decreto del Senato che regolamentava lo
svolgimento annuale della regata nella Festa delle Marie
e così, il 10 gennaio del medesimo anno, durante il dogado
di Giovanni Soranzo, si svolse la prima grande manifestazione della Serenissima.
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THE HISTORICAL REGATTA IN VENICE.
Together with the Carneval, it's the most famous and wordly
event in Venice. It' s held every year on the first Sunday of September and involves thousands of passionate visitors from
every corner of Europe. It's the "Regata Storica", the most traditional of all Venetian manifestations and the main appointment of the Voga alla Veneta boat races ( more than 120 from
April to September).The edition of 2011 will be held on Sunday
the 4th, the day when Canal Grande becomes the center of the
world. Direct TV, hundreds of pages in the newspapers and
thousands of spectators attending the event in crowds on the
banks, the floating tribunes and the anchoring boats along the
channel.
The large echo in the media that surrounds the historical regatta, that enfolds the entire city for a whole afternoon, is almost out of tune with the charm and tradition of a show that
preserves the history that belonged to the Maritime Republic
(Genoa, Pisa and
Amalfi are the other
ones) close to heart.
It was a maritime
power that had its
peak in the 18th century and once unopposed dominated
large parts of the
Adriatic sea far and
wide.
It's a discipline that
is the only one in the
world, practiced
since hundreds of
years in the lagoon, the Venetian regatta has very ancient origins, from back in 492 on the 2nd of February, the day when the
inhabitants of the Serenissima, following the episode that
made the Romans and the Sabines suffer the "kidnapping of
the Venetian fiancees".During the folk festival, infect, the Narentani pirates abducted twelve young women but were immediately chased by men that rowed their boats fast and
furiously, they reached the kidnappers and were able to free
the young women.The Fiest of Marie, with the regatta, has it's
origin from this episode. To officially find the term "regatta" we
have to wait until year 1274, the year when, as written in an
anonymous code, the latin expression “Splendor magnificissime Urbis Venetorum, 1274, die 16 septembris, indicta regatta
cum navigiis habentibus remos viginti."appears for the first
time.
In 1315 there came a decree by the Senate that regulated the
annual regatta and the Fiest of Marie. The first large show was
performed the same year on the 10th of January under the
reign of doge Giovanni Soranzo.The modern regattas has been
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Le regate moderne risalgono invece al 1841, quando le
spese organizzative passarono dai privati all’amministrazione pubblica e Venezia chiese alle autorità austriache di
indire una regata lungo il Canal Grande per incitare i gondolieri a mantenere la loro decantata destrezza.
Nel 1866, Venezia venne annessa al Regno d’Italia e le regate divennero un'occasione per celebrare il passato glorioso della Repubblica Marinara, mentre l’appellativo di
"Regata Storica" venne attribuito solo nel 1899 su proposta di Filippo Grimani, allora sindaco di Venezia.
Nella prossima edizione, come da copione, la regata si
presenterà quale legame tra passato e presente e lo farà
non solo con la classica gara delle imbarcazioni, ma anche
con la tradizionale sfilata di apertura. Un coloratissimo
corteo acqueo, infatti, formato dalle “bissone” (barche
veloci il cui nome veneziano rievoca un “grosso serpente”), dal “bucintoro” (sontuosa e antica imbarcazione
di rappresentanza usata dal Doge) e dalle barche delle società di voga
veneziane aprirà le
danze. Una sfilata ricca
di storia, fascino e tradizione, con decine di imbarcazioni tipiche cinquecentesche e gondolieri in costume. E poi il
Doge, la Dogaressa e
tutte le più alte cariche
della Magistratura veneziana, in una fedele ricostruzione del passato
glorioso dell'allora Repubblica. La manifestazione, che anticiperà la gara vera e propria, rievocherà la
venuta a Venezia di Caterina Cornaro, moglie del re di
Cipro e di Armenia Giacomo II di Lusignano. Era il 6 giugno
del 1489 e la regina di Cipro giunse nella Serenissima a
bordo del Bucintoro con il Doge Agostino Barbarigo. Una
data, questa, che segnò l'annessione di Cipro alla Serenissima Repubblica di Venezia.
Ma se il corteo storico ha ormai un significato prettamente pittoresco, memoria di una lontana grandezza
economica e politica di Venezia sui mari, le quattro successive regate rappresentano ancora oggi il culmine
della stagione agonistica. La giornata in cui vincere significa per i regatanti entrare nella storia della città. Alle regate, che un tempo erano riservate ai cittadini dei
territori della Repubblica, parteciperanno soltanto regatanti veneziani. La prima sfida sarà quella dei più giovani
a bordo dei "pupparini" a 2 remi, imbarcazioni molto tecniche che mettono alla prova le qualità delle promesse
held since 1841, when the organizational costs were taken
over by the public administration from private sponsors. Venice asked the Austrian authorities to create a regatta in order
to make the gondoliers maintain their vaunted skills.
In 1866, Venice became a part of the kingdom of Italy and the
regattas became an occasion to celebrate the glorious past
of the Maritime Republic. The name, "Regata Storica" was attributed by Filippo Grimani who was the mayor of Venice at the
time.In the next edition, the regatta will present itself like a link
between the past and the present as expected. There will be
the classical race with historical boats and also the traditional water pageant.A very colorful parade on water, formed by
the so called "bison" (fast boats whose Venetian name recalls
a "big snake"), the "bucintoro" (sumptuous and antique boat that
was used for representation by the doge) and the Venetian rowing clubs' boats will open the dances.
A parade rich with history,
charm and tradition with tens
of typical boats from the 16th
century and gondoliers in costume.
There is also the Doge, the
Duchess and all the other
high offices from the Venetian magistrature, in a faithful reconstruction of the
Republic's glorious past.The
show that will precede the
very race, commemorates
Caterina Cornaro who lived
in Venice, wife of Giacomo II
di Lusignano, king of Cyprus
and Armenia.It was on the
6th of June in 148 that the queen of Cyprus came to the Serenissima aboard a "bucintoro" with Doge Agostino Barbarigo.This is the date that marks the annexation of Cyprus by
the Venetian Republic of the Serenissima. But if the historical
commemoration has a purely picturesque meaning, the memory of Venice's faraway economical and political grandeur
on the seas, then the following four regattas still represent the
peak of the agonistic season. The winners of the races are
written into the history of the city.At the regattas only Venetians participate, once they were reserved for the citizens of
the Republic of Venice. The first challenge out is the "pupparini" regatta where young and promising men put their ability
to row to the test, they use the "pupparini" which is a very technical kind of twin-oared boat.
Then comes the women's twin-oared "mascarete" regatta with
lightweight boats that were used in the era of the courtesans.
The ladies often wear masks hence the boat's name.The third
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maschili del remo.
A seguire, la regata delle donne su "mascarete", leggere
imbarcazioni a due remi usate un tempo dalle cortigiane,
donne spesso in maschera, da cui il nome della barca.
Terza regata quella maschile, svolta sulle pesanti "caorline" a 6 remi. L'imbarcazione, una volta usata per il trasporto fluviale, prende il nome dal paese di Caorle,
stazione di cambio del servizio postale via fiume tra Venezia e Trieste. Apice della Regata Storica sarà la sfida
dei campioni su "gondolini" a 2 remi, imbarcazioni simili alla
gondola, ma più leggere e veloci (soprannominate la “formula uno” delle barche lagunari), introdotte nella competizione dal 1825. Questa la sfida più attesa dal popolo
del remo, quella che accenderà il tifo dei veneziani e che
ha consolidato nel tempo il mito sportivo della Regata
Storica con i suoi maggiori protagonisti. Strigheta, Ciaci,
Crea, i fratelli Vignotto (vincitori delle ultime due edizioni)
e Giampaolo D´Este. Questi i nomi dei concorrenti più celebri, divenuti nel tempo leggenda a suon di vittorie.
Vincere nel Canalasso, come chiamano il Canal Grande i veneziani, è ancora oggi il desiderio più ambito di
ogni regatante. Un sogno proibito dei
tanti appassionati che tutt'ora vogano
alla veneta. In occasione della Regata
Storica, anche quest'anno il bacino di
San Marco e il Canal Grande, le
"strade" del percorso, pulluleranno di
spettatori che assisteranno alla competizione con partigiana animosità.
Animosità che nel passato costrinse il
governo della città a organizzare persino delle barche
per il servizio d'ordine con a bordo alcuni patrici posti a
prua e muniti di archi. Questi, in caso di disordini, lanciavano alle imbarcazioni più indisciplinate palle di terracotta,
usate abitualmente per la caccia in laguna agli uccelli palustri.
Come vuole la tradizione delle regate veneziane, i primi
classificati saranno premiati con la bandiera rossa, poi di
seguito le altre tre coppie con le bandiere bianca, verde
e blu, trofei che nella Regata Storica di Venezia sostituiscono le medaglie.
A fianco dei trofei simbolici, fino a pochi anni fa la tradizione assegnava anche premi in natura, il più famoso tra
i quali era un porcellino vivo, che veniva fatto sfilare su
una gondola apposita nel corteo storico. Il suo passaggio
tra la fitta siepe di barche degli spettatori costituiva un
termometro dell'umore dei veneziani verso il governo
della città, e quando questo non era dei più soddisfatti, il
maiale veniva acclamato con fischi e urla di "ecco il sindaco, viva il sindaco".
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regatta is the male "caorline" regatta on six-oared heavy boats.
Once used for river transports it takes its name from the village called Caorle, a postal changing station between Venice
and Trieste.The historical regatta's highlight is the rowing
challenge between the "gondolini" champions, on two-oared
boats that are similar to gondolas but lighter and faster (they
are nicknamed the " formula one" of the boats in the lagoon),
they were introduced to the games in 1825.
This is the most popular and awaited race by the rowers, the
one that ignites the Venetian fans and the race that has consolidated the sport legends of the historical regatta during the
years with its most important protagonists.
Strigheta, Ciaci, the Vignotto brothers (who won the last two
editions) and Giampaolo D'Este. These are the names of the
most famous competitors that has become legendary thanks to
their victories.
To win on the Canalasso, as the Venetians call the Canal
Grande, is still today the largest desire of every participant.
A forbidden dream that belongs to the many passionate about
Venetian rowing. With the occasion of
the Historical regatta, also this year in
the lagoon of San Mark and Canal
Grande, the "roads" of the route will be
full of spectators that take part of the
competition with partisan animosity. Animosity that obliged the government in
the past to organize security boats, with
patricians with bow and arrows in the
bow of the boats.These, in case of chaos,
threw terra-cotta balls on the unruliest
boats. The balls were used for hunting
marsh birds in the lagoon. As the tradition goes, the winners of the Venetian regattas are given a red
flag, the others three trophies with white, green and blue flags,
prizes that substitute medals.
Beside the symbolical trophies, just until few years ago there
were also a tradition to give prizes paid in-kind. The most famous one was a live pig which was put on the parade on a special boat in the historical water pageant.
During its way through the massive amounts of boats and
spectators it was like a thermometer that measured how the
Venetians felt for their government. When they were not satisfied with it people used to whistle and shout "here comes the
mayor, long live the mayor" when they saw the pig.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI WWW.REGATASTORICAVENEZIA.IT
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TESTI LUCIO PELLEGRINO/FOTOGRAFIE FORNITE DALLA CASA EDITRICE CONTRASTO
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Vintage. Una parola dai tanti significati e dai corollari infi- VINTAGE.
niti. Un termine che è l’unione di due espressioni francesi: Vintage. It's a word with lots of meanings and
l’age du vin (l’età del vino) e vendange (vendemmia). E se with infinite associations. A word born from the
il suo significato originario ci riporta al magico mondo del union of two French expressions: l’age du vin (age of the
vino, quello di vini preziosamente custoditi in caves cen- wine) and vendange (harvest). So if the origin of the word
tenarie, bisogna capire che si sta parlando di un feno- brings us back to the magical world of wines, a world
meno sofisticato, puro, naturale come il nettare da cui where they are preciously kept in centenary wine cellars,
l’etimologia trae ispirazione. Da non confondere quindi one understands that we are talking about a phenomenon
con l’abbigliamento di seconda mano o comunque da that is as pure and natural as the nectar from which the
non limitare a questo. Svuotare l’armadio o un baule nel word draws its inspiration. Not to be confused with sesolaio non porta necessariamente alla scoperta di capi cond hand clothes or at least not to be limited to that.
vintage. Un fenomeno che ha radici lontane, benché non To empty a wardrobe or a trunk in the attic isn't necessasia stato categorizzato al momento del suo manifestarsi. rily something that leads to the discovery of vintage cloGià nell’ottocento o agli
thes. It has roots way back
inizi del XX secolo, infatti,
in history, even if it wasn't
una certa intellighenzia licalled vintage when it first
beral sceglieva per il proappeared as a phenomeprio guardaroba ricercati
non. As a matter of fact,
pezzi reperiti in Oriente
the intellectual elite of the
durante viaggi in terre lon19th and early 20th century
tane e sceglieva di indoschose caftans, robes, brosare caftani, zimarre,
cades bought during trabroccati in risposta alvels in faraway countries
l’omologazione che deriin the Asia for their warvava dall’industrializzadrobe. It was a reaction to
zione che muoveva velothe mass production of
cemente i suoi passi. Basti
things, brought by the
vedere quadri o fotograrapid industrialization.
fie in cui sono ritratti perIt's enough to take a look
sonaggi come Oscar Wilde
at the paintings or photoo sua madre Lady Wilde o
graphs portraying personail poeta George Gordon
lities like Oscar Wilde, his
Byron per vedere gli incimother Lady Wilde or the
pit di un idea di controculpoet George Gordon Byron
tura e di contrasto al
to see how vintage is the
consumismo del tempo
beginning of an idea of
quale è il vintage.
counter culture and the
Ma cosa è “d’annata” e
contrast to consumerism
cosa è semplicemente ogof our times.
getto second hand? È vinBut what is vintage and
Tubino Nero. Audrey Hepburn, Colazione da Tiffany, 1961 p. 15 Everett Collection
tage tutto ciò che per la
what is a simple second
sua manifattura artigianale, ma anche industriale, al mo- hand object? Vintage is everything that is recognized for
mento della sua comparsa gli è stato riconosciuto un va- its craftsmanship, even if industrial, and that the object
lore dal mercato e dal pubblico elevandolo a vero cult. was given a market value and raised to a cult status by
Qualche esempio? Le borse modello “Kelly” di Hermés, the public. Some example? The Kelly bags, designed in
realizzate negli anni ’50, che continuano infatti ad essere the 50's by Hermès, are continuing to be sold at auctions
battute all’asta da Christie’s o Sotheby’s per cifre da ca- at Christie's or Sotheby's for dizzying figures, or another
pogiro, oppure un cappotto di Balenciaga in tartan poli- example is a Balenciaga coat, a multicolored tartan
cromo risalente al 1960. Quando si parla di vintage molte model dated to 1960. When talking about vintage many
sono le domande che vengono alla mente, per questo ca- questions come to mind, to understand a phenomenon
pire un fenomeno così vasto e variegato non è semplice. this vast and varied isn't easy. In fact we're talking about
Se difatti parliamo di un’idea che ha avuto il suo inconsa- a concept that has its peak in the 70's as a response to
pevole apice negli anni ’70 come vera risposta a un con- the consumerism and gentrification of clothing and co39
sumismo e imborghesimento dell’abbigliamento e del costume, visti da molti come un’oppressione alla libera manifestazione del proprio io, ora il vintage è stato codificato
come termine preciso, dando adito anche a tanti fraintendimenti e abusi sia linguistici ed estetici, che non è facile riordinare e sfatare. L’attuale propagazione di un
“pronto moda” dai ritmi esasperati, che propone abiti a
poco prezzo in quantità industriali ha espanso il fenomeno dell’abbigliamento “d’annata” ponendolo come un
concept di slow shopping, dove la persona prende il suo
08: Capri Pants. Sandra Dee, Il frutto del Peccato, 195 Everett Collection
tempo per scegliere ciò che più ama, mettendolo di
fronte anche ad una ricerca sensoriale della memoria
estetica che oggi sembra persa e annichilita da un fashion system che tutto eleva e tutto distrugge in poco
tempo. Vintage è quindi anche ricerca di sé del far riaffiorare un proprio gusto con un approccio anche piuttosto proustiano all’abito che permea il tempo e lo supera
rimanendo inossidabile a mode o trend del momento.
Non è un caso che siano tornate incredibilmente attuali
icone di stile quali Audrey Hepburn, Grace Kelly, Elizabeth
40
stumes; by many seen as an oppression of the freedom to
manifest your true self. Today vintage is encoded as a
very precise term, giving space to many misunderstandings and to linguistically and aesthetically abuse, that
aren't easy to rearrange or remove. Today there is a propagation of "fast fashion" with its exasperated rhythms
that offers cheap clothes. This has made the vintage phenomenon even more widespread, suggesting it as a concept of slow shopping, where the person takes her time to
chose what he or she loves. Making it possible to remember aesthetics through a sensorial experience, that today seems
to be lost and annihilated by the fashion system which both embraces
and destroys everything so quickly.
Therefore is vintage a way of looking for your true personality, to
make your own taste bloom with a
rather proustian approach where
the clothes seems to soak up the
time and overcomes it by remaining
unaffected by fashion or trends of
the moment. It's not a coincidence
that the style of icons such as Audrey Hepburn, Grace Kelly, Elizabeth Taylor o Cary Grant, Steve
McQueen, Marcello Mastroianni is
incredibly modern. They have become, even if involuntarily, ambassadors of a vintage sensibility that
everybody wants a slice of in order
to feel unique and exclusive. This to
the point that the most famous houses of fashion and brands are sifting through their own archives to
rediscover the style and iconicity
that made clothes into true relics.
In the wake the vintage trend we
see fashion houses from Karl Lagerfeldt to Gucci, as well as Ferragamo and Bulgari doing what we
call re-fashioning. They draw inspiration from past collections, adds a
modern touch but keep that fascinating retro style that attracts an audience that is searching for something unmistakably unique that strikes back to the prevailing mass
culture.
This is how a parallel vintage fashion system with small
boutiques or exclusive markets is born. There is, for instance, “A.N.G.E.L.O Vintage Palace” in Lugo di Romagna,
“Franco Cajassi” in Milan, “Didier Ludot” in Paris “Quinto
e Tinarelli” in Rome, “Cavalli e Nastri” in Bologna or “Beyond Retro” in London. These are places where the rela-
Taylor o Cary Grant, Steve McQueen, Marcello Mastroianni presi, in fondo involontariamente, quali ambasciatori
di una sensibilità vintage di cui tutti vogliono una parte,
una fetta, per sentirsi unici ed esclusivi. Tanto che le più
famose maison e brand del lusso hanno e stanno setacciando archivi aziendali proprio per riscoprire quello stile
e quell’iconicità che rendeva capi d’abbigliamento vere e
proprie reliquie. Da Karl Lagerfeld a Gucci passando per
Ferragamo o Bulgari si assiste ad uno dei corollari del
capo d’annata: quello del re-fashioning che si estrinseca
volgendo lo sguardo alle collezioni d’antan, per riproporle
in chiave attualizzata ma con quel fascino del retrò che
colpisce un pubblico alla ricerca dell’unicità e dell’inconfondibilità di fronte alla massificazione imperante. Nasce
così un sistema parallelo di moda d’epoca in boutique o
market selezionatissimi quali “A.N.G.E.L.O Vintage Palace”
a Lugo di Romagna, “Franco Jacassi” a Milano, “Didier
Ludot” a Parigi, “Quinto e Tinarelli” a Roma o “Cavalli e Nastri” a Bologna o “Beyond Retro” a Londra. Luoghi in cui
il rapporto tra collezionista di pezzi d’annata e clientela si
fa stretto e dove ordinare o addirittura noleggiare una
borsa di Chanel anni ’50 o un capo di Roberta di Camerino
o Emilio Pucci anni ’60 e ’70 non è un eresia.
tion between vintage collectors and clients are warm hearty and where ordering, or even renting, a Chanel bag
from the 50's, a dress from Roberta di Camerino or Emilio
Pucci from the 60's or 70's, is not seen as heresy.
05: Helen Mirren, The Queen – La Regina, 2006. Bim Distribuzione/Canal+/ France 3 Cinema/ Album
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RECENSIONE FASHIONBOX DI LUCIO PELLEGRINO.
Audrey Hepburn diceva che “ la bellezza di una donna
non è negli abiti che porta o nel modo di acconciarsi i
capelli ”. E’ curioso come un icona di stile come lei, pronunciasse proprio queste parole, ma forse è proprio
questo il segreto di una fashion icon: essere se stessi
con la propria disinvoltura anche nel portare capi bellissimi e non sentire di essere speciali. Il tentativo di cogliere e illustrare tale idea di fascino, intramontabile
proprio perché non imposto, è una delle chiavi di lettura del libro “Fashion: Box. I classici della moda, le icone
che li hanno resi immortali ”di Antonio Mancinelli, caporedattore di Marieclaire, edito dalla prestigiosa agenzia
fotografica e casa editrice italiana Contrasto. Un volume che, secondo la volontà dell’autore, presenta con
immagini di repertorio dagli anni ’50 fino ad oggi 15 capi
di abbigliamento femminile, che costituiscono il guardaroba basic che ogni donna dovrebbe avere nel proprio armadio. Dal trench alla guêpière, dagli hot pants,
al tubino nero, passando per la minigonna ai Capri
pants. Un libro di foto che è un vero proprio compendio dello stile a cui ogni creatura femminile dovrebbe
aspirare. “Fashion:Box” non è materiale per nostalgici,
perché in un presente dominato da una moda “mordi
e fuggi” e da un concetto di look che si regge più che
altro sulla sorpresa e la voglia di impressionare a tutti
i costi, il sentire estetico di ciò che apparentemente potrebbe definirsi passato proietta invece immediatamente nel futuro senza tempo. Che non si lascia
blandire dai trend e da fatue tendenze che durano il
lasso di un giorno. Le immagini di Audrey Hepburn,
Grace Kelly, Liz Taylor, Marlene Dietrich, Katherine Hepburn, Mary Quant, Twiggy testimoniano proprio quell’elemento di eleganza, di iconicità che non conosce
epoche e che solca stili e tempi senza mai risentire di
etichette con cui qualcuno potrebbe tacciarle di essere solo “old fashion”. Al contrario la modernità sembra proprio volgere il suo sguardo agli anni ’50, ’60, ’70
e fa capire l’importanza di come il costume e la moda
siano qualcosa che è sì legato alla contemporaneità,
ma che mai è slegato dal suo patrimonio di tradizione
ed eleganza. Fashion:Box è un libro che è quasi un
album di chi saremo e cosa vestiremo nel domani ed
per questo che la sua trasversalità di visione gli sta facendo riscuotere successo in diversi angoli del pianeta
dal Giappone, agli Stati Uniti, dalla Germania all’Inghilterra e non ultima l’Australia.
REVIEW OF FASHIONBOX BY LUCIO PELLEGRINO
Audrey Hepburn said that the " the beauty of a woman is not in the
clothes she wears, the figure that she carries or the way she
combs her hair". It's interesting how a icon of style like her was
the one to pronounce these very words. Maybe that is the secret
of a fashion icon: to be yourself and to wear lovely clothes in a relaxed way and not feel superior to others.
The attempt to gather and to illustrate this kind of allurement, that
is timeless exactly because it's not forced it's one of the keys
when reading the book "Fashion:Box".
It's about the fashion classics and the icons that have mead them
immortal by Antonio Mancinelli, executive editor of Marie Claire
and edited by the prestigious Italian photo agency and publishing
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house Contrasto.
A volume that, according to wish of the author, presents a repertoire of photos from the 50's to our days. There are 15 items of female clothing, that form a basic wardrobe that every woman
should have in her closet.
From trench coats to corsets, from shorts to the little black dress, including miniskirts and Capri pants. It's a photo book that is a proper
compendium of a style that every female creature should aspire to.
"Fashion:Box" isn't something for the nostalgic ones because it offers a concept of a timeless clothing in contrast to the "hit and run"
fashion of today. The fashion of our times seem to be based on the
wish to surprise and to impress at all costs and the aesthetic feeling of what could seem to be defined as bygone is something that
belongs to a timeless future instead.
The person who is not seduced by trends or silly fads that lasts as
long as a day. The images of Audrey Hepburn, Grace Kelly, Liz Taylor, Marlene Dietrich, Katherine Hepburn, Mary Quant, Twiggy testifies that very kind of elegance. It's an iconicity that does not age
and that go through trends and times without ever being labelled
old fashion.
On the contrary, modernity seems to look back on the 50's, 60's
and 70's. It makes us understand how tightly clothes and fashion
is intertwined with the contemporary but never cut loose from the
heritage of tradition and elegance.
Fashion:Box is a book that is almost an album where we see how
we will dress tomorrow. This transversality of vision is reaps success in every part of the planet such as Japan, the U.S., from Germany to Great Britain and last but not least in Australia.economic
reality which is completely emersed and strong with constantly
positive growth trends for over a decade now; not to mention the
indubitable lushness of its landscapes, the sunnyness of the culture and the people, the musicality of its language.
At this moment in time, as the Brasilian Ambassador in Rome.
Polo
per
tutti
TESTI EZIO SALVATORI/FOTOGRAFIE MATERIALE DELLA VLADI POLO ASSOCIAZIONE
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“Lasciate che gli altri giochino le altre cose il re del gioco
è ancora il gioco dei re”.
Questo versetto è inciso su una tavoletta di pietra vicino
a un campo di polo a Gilgit, tra il grande Karakoram Range
e il nord del Kashmir, vicino alla leggendaria “Via della seta”
che dalla Cina porta verso l’Occidente. Una frase antica
che incarna i sentimenti dei giocatori ancora oggi.
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POLO FOR EVERYONE.
"Let be that others play other sports, the king of the game is
still the game of kings".
This sentence is carved in block of stone near a polo field in
Gilgit, situated between the huge Karakoram Range and North
of Kashmir, close to the legendary "Silk Road" that leads from
China towards the West. One antique phrase that incarnates
the players feelings still today.
Il Polo è forse uno degli sport più antichi e certamente
uno dei più complicati del mondo. Nonostante sia sempre
stato considerato una “invenzione” degli inglesi, il Polo ha
origini ben più lontane. Fu in Persia, nel 600 a.C., che sembra si sia tenuta la prima partita della storia, turchi contro
persiani. Tante le leggende circa la nascita di questo
sport, che tra i giocatori del passato vanta personaggi
del calibro di Gengis Khan e Alessandro Magno. Ben presto, il Polo si diffuse in tutta Europa. In Italia e in Francia
arrivò solo agli inizi del Novecento. Negli Stati Uniti, dove
Polo might be one of the oldest sports around and it's for sure
one of the most complicated in the world. Despite that it has always been considered a British "invention", Polo has way farther origins. It was in Persia, in 600 BC, where it seems that
the first game was held, Turks agains Persians. There are
many legends around this sport, which boasts personalities of
the caliber of Genghis Khan and Alexander the Great.Soon,
Polo was spread throughout entire Europe. It only arrived to
Italy and France in the beginning of 19th century. Polo arrived
oggi si annoverano 3138 giocatori registrati, era già arrivato nel 1876, quando al Jerome Park di New York fu disputata la prima partita ufficiale. Sempre nel 1876, il
tenente colonnello Thomas St. Quintin introdusse il gioco
in Australia. Dopo poco arrivò in Sud Africa e in Nuova Zelanda. È sempre nella seconda metà dell’Ottocento che,
portata dagli inglesi, la disciplina approdò anche in Argentina. Qui trovò fin da subito un luogo ideale di sviluppo
grazie alla presenza di abili cavalieri, i famosi gauchos,
degli ampi spazi della Pampa (la pianura argentina), nonché di un gran numero di cavalli di qualità. Oggi il polo è lo
sport nazionale in Argentina, vanta ben 3.130 giocatori e
tra questi i migliori del mondo (Handicap 10). Proprio in
Argentina viene disputato uno dei tornei più importanti,
il Campionato Argentino Abierto de Polo, che si svolge a
Buenos Aires. A livello internazionale, oltre ai giocatori,
sono molto apprezzati anche i cavalli argentini di polo, i
petizos, particolarmente veloci e resistenti.
Come si gioca a polo? Prendiamo il rugby, il golf, l’equitazione e anche il motociclismo, li uniamo insieme aggiun-
already in 1876 to the United States, which has 3138 registered
players today, when the first official match was held in Jerome
Park in New York. Lieutenant colonel Thomas St. Quintin introduced the game in Australia in 1876 and the sport arrived to
South Africa and New Zealand soon after. It was in the middle
of the 19th century that the discipline brought by the British
won land in Argentina. Here the sport found an ideal ground to
prosper thanks to the presence of skillful horse riders, the famous gauchos, that came from the large grasslands of the
Pampa (the Argentinian plains) as well as a large number of
quality horses. Today Polo is a national sport in argentina, there
are more than 3130 players and between these the best ones
in the world (10 in handicap). It's exactly in argentina where
the most important tournaments takes place, the Argentinian
championship Abierto de Polo in Buenos Aires. On an international level, in addition to the players, the Argentinian polo horses are very appreciated, the petizo breed is particularly fast
and resistant.So how do you play polo? Let's take rugby, golf,
horse riding and also motorcycling, let's put them together adding team spirit and then we can have an idea of what Polo is
gendoci lo spirito di squadra e possiamo farci un’idea del
Polo. Otto cavalieri si rincorrono su un vasto campo
d’erba, neve o sabbia con galoppate veloci e scattanti
cercando di colpire con una mazza una piccola palla
bianca. L’obiettivo è buttarla nella porta avversaria costituita da due pali distanti fra loro 7,30 metri. La palla è
fatta di legno di salice o di plastica, ha un diametro compreso tra 78 e 90 mm, un peso compreso tra 120 e 135
grammi e viene colpita con una mazza di bambù “Manau”
(a volte di carbonio) denominata stecca, alla cui estremità
è incollato un cilindro di radica di bambù, chiamato anche
“sigaro”, col quale si colpisce la palla. Le mazze hanno diverse lunghezze perché devono potersi adattare all'altezza del cavallo impiegato.
La regola più importante del Polo è quella della ‘Linea
della Palla’, una specie di linea immaginaria tracciata con
lo scopo che il giocatore si avvicini sicuro alla sfera. Infatti,
like. Eight riding players chase each other on a vast field of
grass, snow or sand, galloping fast and trying to hit a small
white ball with a mallet. The objective of the game is to throw
it in the adversaries goal, which is made by two goalposts at
each end of the field, spread 7,30 meters apart. The ball is
made of willow root or high-impact plastic, it is about 78 and 90
mm in diameter and weighs about 120 and 135 g. It is struck by
a mallet, the shaft is made of manau-cane (sometimes composite materials) and called stick. The head of the mallet,which
is the part that hits the ball, is also called cigar and made of
bamboo root . The length of the mallets depends on the size of
the horse.
The most important rule in Polo is the 'Line of the Ball', a kind
of imaginary line traced with the intent that the player is able
to come closer to the sphere in safety. Actually the player who
hits the ball has the precedence while only players that are
not creating a dangerous situation can cross the line. The pla-
il giocatore che colpisce la palla ha la precedenza mentre
gli altri giocatori possono attraversare la linea della palla
solo quando non generano una situazione pericolosa. Il
campo da polo ha una lunghezza massima di 270 metri,
una larghezza di 180 metri ed è delimitato da tavole in
legno o da spazi liberi che rappresentano i confini del
campo stesso. Una partita di polo dura da quattro a otto
tempi, denominati chukker, di sette minuti effettivi: ogni
giocatore al termine di un chukker deve cambiare il cavallo, per le richieste estreme cui è sottoposto l’animale in
sette minuti di continua corsa (al massimo può essere tenuto lo stesso cavallo per due chukker, ma non di più).
Ogni squadra si compone di quattro giocatori, ognuno
con un ruolo ben preciso che è indicato dal numero riportato sulla maglia. Il numero 1 gioca in attacco, il numero
2 è il “centrocampista” nonché secondo attaccante, il numero 3 è il regista della squadra e secondo difensore,
mentre il numero 4 è il primo difensore denominato
“back”. Non c'è portiere. Il capitano della squadra è di solito il giocatore con maggiore esperienza e i due componenti più esperti giocano con i numeri 3 e 4. La partita di
ying field is maximum 270 meters long and 180 meters wide
and limited by wooden boards or open spaces that symbolizes
the borders. A polo game can last from four to eight periods of
play, known as chukkas (or checkers) each is seven minutes
long. Every player has to switch to a fresh horse after every
chukka because of the extreme strains the animal is exposed
to in seven minutes of continuous running (the same horse can
be kept for maximum two chukkas, but not more than that).
Each team consists of four mounted players, each one with a
assigned position that is indicated by the number on the shirt.
Number 1 plays an offense position, number 2 is playing center but is also the second offense player. Number 3 is the tactical leader/ regista and maintaining the defense while number
4 is the primary defense player called "back". There is no goal
keeper. The captain of the team is normally a player with most
experience and the best players usually play in role number 3
or 4. The match has low, medium or high goals according to
the capacity and experience of the players that makes up the
teams. The playing ability is measured in handicap. The handicap of each player varies from -2 to 10, from beginner to international champion, it means that handicap -2 is the lowest
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polo é detta di low, medium o high goal a seconda della
bravura ed esperienza dei giocatori che compongono le
squadre (team). Quest'ultima si misura in handicap. L'handicap di ogni giocatore varia da -2 a 10, rispettivamente
dal principiante al campione internazionale, quindi il giocatore con handicap -2 si troverà nella classifica più bassa.
Attualmente il Polo si gioca in più di 84 Paesi con 16.385
giocatori, di qui circa 5.000 in Europa.
Un discorso a parte riguarda l’Italia. Fu solo nel 1936 che
a Roma nacque il primo Polo Club, per volere del duca di
Spoleto. Attualmente nel nostro Paese vi sono circa 260
giocatori registrati e ben 15 club privati, il cui punto di riferimento era il
“Gruppo Italiano Polo” che venne
successivamente sciolto; dal 2004 è
stato creato un piccolo Dipartimento
all’interno della F.I.S.E. Ed è in Italia e
più precisamente a Roma che il polo
rinvigorisce le sue risorse, fino ad
ora esigue, grazie allo charme, all’eleganza, al volto e al nome della
dottoressa Vladlena B. G. Hermès.
Prima donna giocatrice di Polo nella
storia della Russia, la dottoressa
Hermès, dopo aver gareggiato per
anni nel salto agli ostacoli e nel dressage in Italia, nel 1996 viene a contatto con il mondo del Polo e inizia a
frequentare i corsi del Roma Polo
Club. Trasferitasi in Inghilterra nel
2000, è accolta dall’Ascot Polo Club
e diviene presto full member del
Royal County of Berkshire Polo Club.
I rapporti privilegiati con i protagonisti del mondo del Polo risultano decisivi nel 2003, quando si impegna
attivamente per introdurre e promuovere il Polo in Russia. Il suo coinvolgimento diretto nell’organizzazione determina, qualche mese più tardi, il grande successo del torneo internazionale “Russian Polo Cup” di
Mosca, che la vede partecipare come unica giocatrice
russa. Nel 2007 Vladlena B. G. Hermès fonda l’Associazione VLADI POLO con sede a Roma in Via di S. Chiara 57.E’
facile capire che non vi sono stalle né maneggi nella sede
della VLADI POLO perché siamo a due passi dal Pantheon
in uno degli scorci più belli di Roma. Si respira però qualcosa di nuovo, di inusuale per un’associazione che promuove questo sport. Si tratta di tradizione e cultura. È
questo infatti che VLADI POLO si pone come obiettivo.
Quello di promuovere il polo e tutto ciò che gli gira intorno, che sia arte, cultura, intrattenimento o svago.
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classification. Currently Polo is played in more than 84 countries with 16385 players, of which 5000 play in Europe.
Let's focus on Italy. It was back in 1936 that the first Polo Club
was born in Rome, thanks to the Duke of Spoleto. There are
currently 260 registered players and well 15 private clubs. A
reference point was the "Gruppo Italiano Polo" but it was dissolved gradually; a small department inside F.I.S.E. has been
formed since 2004.In Italy it's precisely in Rome that Polo gets
its powers back, until today, thanks to the charm,
elegance,name and face of Mrs Vladlena B. G. Hermès.
Mrs Hermes was the first female Polo player in Russian history.
After competing in showjumping and
dressage for years in Italy, she came in
contact with the world of Polo and started to attend courses at Roma Polo
Club. After moving to England in year
2000, she was received by the Ascot
Polo Club and became a full member of
the Royal County of Berkshire Polo
Club.The privileged relations with the
protagonists of the Polo World would
show themselves decisive when she
started to actively promote Polo in Russia in 2003. Her direct involvement in
the organization would become the determining factor of the success of "Russian Polo Cup" in Moscow, where she
participates as the only female Russian
player. In 2007 Vladlena B. G. Hermès
sets the foundation of VLADI POLO with
its seat in Via S. Chiara 57. It's easy to
understand why there are no stables or
riding school because it's situated two
steps away from Pantheon, in one of
Rome's most beautiful streets. But there
is a new air, something unusual for
being an association that promotes this
sport. It's about tradition and culture.
This is actually what VLADI POLO has
as an objective, to promote Polo and everything that turns
around it, may it be art, culture, entertainment or leisure.
Vladi
Polo
TESTI EZIO SALVATORI/FOTOGRAFIE MATERIALE DELLA VLADI POLO ASSOCIAZIONE
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VLADI POLO fa qualcosa che nessuno ha mai fatto
prima, apre le porte di questo sport a tutti. Ovviamente, il polo giocato resta uno sport esclusivo ma il
suo mondo, grazie alla D.ssa Vladlena diventa accessibile a chiunque. Non più allora fermi su un cavalcavia a
seguire un partita da lontano o abbarbicati ad una recinzione a rubare occhiate al campo. VLADI POLO coglie ogni prerogativa di questo sport e la combina con
eventi che apparentemente gli sono estranei, come lo
stand all’edizione del 2011 del BIG BLU, SALONE DEL
MARE E DELLA NAUTICA a Roma per non far dimenticare che il polo si gioca anche sulla spiaggia. Ed ecco
che quindi tra barche, yacht e motoscafi spuntano i cavalli e i cavalieri a testimoniare che il mare è meraviglioso sia da navigare sia a far da cornice a una partita
di polo.
Ovviamente VLADI POLO pone tra i suoi obiettivi anche
la promozione del polo in Italia supportando la Federazione Polo Italiana, di cui la D.ssa Vladlena B. G. Hermès è presidente dal 2010, mediante La creazione di
nuove strutture, il potenziamento del livello dei giocatori italiani, la formazione delle figure professionali proprie di questa disciplina. Questi e tanti altri sono gli
obiettivi che VLADI POLO porta avanti da quattro anni.
Uno degli elementi primari su cui l’Associazione punta
è sicuramente la Comunicazione; attraverso un circuito
di eventi internazionali è stato possibile avvicinare al
Polo un gran numero di persone, aprendo loro un
mondo a 360°.
Ne è un esempio il 2° VLADI INTERNATIONL ROMA POLO
CHALLENGE che si è appena concluso e di cui non si
può far altro che dare un giudizio più che positivo. La
Rivista “X Made in Italy” e l’Associazione Made in Italy
ne sono stati “media partner ed organizzatore dell'evento moda: la Direttrice di X e vice Presidente dell’Associazione Made in Italy, Patrizia Skaf, ha infatti da
subito abbracciato l’idea di accompagnare la sua campagna di promozione del Made in Italy a quella della
Dott.ssa Vladlena B.G. Hermès per introdurre ed
estendere in Italia l’affascinante disciplina del Polo.
L’evento si è dispiegato lungo una tre giorni ricca di
emozioni.
9 giugno: lo start ufficiale è stato sancito dalla Conferenza Stampa nella meravigliosa cornice dell’Exed Luxury Events di Piazza della Repubblica, occasione per
dare il benvenuto a sponsor, giocatori e giornalisti. La
serata è stata all’insegna dell’originalità grazie ad un
vero e proprio Player Presentation Party.
10 giugno: lo splendido Gala Dinner. L’incantevole Hotel
Bernini Bristol di Piazza Barberini ha letteralmente lasciato a bocca aperta gli ospiti per il suo scenario mozzafiato e per l’atmosfera armoniosa che ha avvolto gli
ospiti in una serata indimenticabile. Il tutto accompa-
VLADI POLO did something no one had done before, they
opened the gates to this sport to everyone. Obviously, polo
remains an exclusive sport but its world has become accessible to anyone thanks to Mrs Vladlena. It's no longer necessary to stand on a fly-over, follow a match from far away
or clinging to a fence to steal a glimpse from the polo ground.
VLADI POLO takes every prerogative with this sport and
combines with events that are foreign to this sport, such as
the stand at the Big Blue Boat and Sea Expo of edition 2011,
in order to remember that polo is played on the beach as
well. This is why one could see horses and horsemen between the boats, yachts and motorboats, to convey that the
sea is beautiful both to sail on but also as a setting for a polo
game.
VLADI POLO is aiming to promote polo in Italy, supporting
the Italian Polo Federation, where Mrs Vladlena B.G. Hermès is president since 2010. She does this by creating new
structures and places, increasing the level of the Italian players, the training of the professionals of the sport.
This is one of the many goals that VLADI POLO brings forward since four years. One of the most important elements
that the Association focus on is without doubt the PR, with
the help of a series of international events it's been possible
to bring Polo closer to a large number of persons, opening
up a world of 360°.
One example is the 2° VLADI INTERNATIONAL ROMA POLO
CHALLENGE which has just been concluded and one can
only judge it more than a very positive. The magazine "X
Made in Italy" and the Association Made in Italy were media
partners and organized a fashion event. The Director of X
and the Vice President of the Association of Made in Italy,
Patrizia Skaf, immediately embraced the idea of accompanying her promotional campaign of Made in Italy with the
one of Mrs Vladlena B.G. Hermès where she introduces and
spread the fascinating Polo sport in Italy.
The event duress three day filled with emotions.
9 of June: The official start that was ratified by the Press
Conference in the lovely place of Exed Luxury Events at
Piazza della Repubblica, an occasion to greet sponsors, players and journalists. The evening was marked by a very original Player Presentation Party.
10 of June: The splendid Gala Dinner. The enchanting Hotel
Bernini Bristol on Piazza Barberini and it's breathtaking view
and harmonious atmosphere literally left the guests' mouths
drop open in awe and made it to an unforgettable evening.
Everything was accompanied by a cat walk with stunning
models that were wearing refined jewelry hand made by the
artist Monica Coscioni. The fashion show, sponsored by the
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gnato da una sfilata di splendide modelle che hanno indossato raffinati
gioielli realizzati a mano dall'artista
Monica Coscioni. Il défilé, sponsorizzato dall'Associazione “Made in Italy”,
ha creato un’atmosfera unica e indimenticabile, avendo come complice
l'incantevole panorama di Roma.
11 giugno: è il gran giorno. Quello in
cui la manifestazione ha toccato il
top. L’anima Polo fortemente vibrante in ogni partecipante ha avuto
libero sfogo nella giornata conclusiva, mettendo in risalto le emozioni
e la passione che tale sport comunica. Non si può non avere ancora
negli occhi le splendide immagini della
natura incontaminata
dell’Acquedotto Romano Polo
Club, dei cavalli sapientemente guidati
dai giocatori e del
fantastico
colpo
d’occhio che il verde
dei Castelli Romani
ha offerto agli ammirati spettatori. La
manifestazione
è
stata allietata da numerose attività tra le
quali
intrattenimento per bambini
con
gonfiabili
e
trucca bimbi e possibilità di cavalcare
pony; spettacoli “volanti” ad opera
della pattuglia acrobatica Fly Roma
School che ha incantato la platea con
acrobatici e spettacolari voli di elicotteri. L’evento ha potuto contare
sulla partecipazione di ospiti di
spicco del panorama internazionale,
tra i quali il Ministro della Cultura della
Cecenia Muzakaev Dakilu Abuzedovich, il console del Kazakhstan in Italia Tinghiz Albiev e una delle maggiori
autorità del governo kazako Zhorgenbaev Muhtar. Questi ultimi due
hanno fortemente voluto la realizzazione di un evento di Polo nella loro
nazione organizzato da VLADI POLO
Associazione.
50
Ed ecco giunto il momento della
sfida: le tre squadre già protagoniste della precedente edizione, Italia,
Russia e USA, hanno avuto una
nuova antagonista: la Svizzera, una
delle novità più importanti del torneo
di quest’anno. E, per la serie “gli ultimi saranno i primi”, è stata proprio
la squadra elvetica ad aggiudicarsi la
vittoria assoluta. Gli scontri tra le
quattro squadre sono stati appassionanti ed avvincenti, tenendo col
fiato sospeso fino all’ultimo chukker,
fino all’ultimo goal, fino all’ultimo
metro prima della porta. Tra i giocatori spicca il nome di Polina Nazarova,
giovane promessa del Polo internazionale che ha vestito la casacca
russa, mostrando a tutti il suo talento. Oltre a Marco Elser, anche il
fratello Massimo (entrambi proprietari dell’Acquedotto Romano Polo
Club) ha preso parte attiva al torneo
giocando per gli USA. La squadra italiana, rappresentata dal partner storico HARPA ITALIA, si è dovuta
accontentare del secondo posto.
Seguono al terzo posto la Russia e
fanalino di coda gli USA. Ma in una
giornata all’insegna della sana competizione l’importante non è vincere,
quanto partecipare dando la propria
testimonianza del concetto di team,
di sacrificio e passione elevata all’en-
nesima potenza. È stato il proposito
di tutti i giocatori in campo, che
hanno sicuramente mantenuto la
promessa.
Il presidente della VLADI POLO Associazione, nonché organizzatrice dell’evento Vladlena B. G. Hermès ha
voluto fortemente ringraziare tutti
quanti hanno contribuito alla riuscita
dello stesso: gli sponsor, HARPA ITALIA in primis, l’Associazione Made in
Italy, le autorità locali rappresentate
dal sindaco di Monte Compatri Avv.
Marco De Carolis, a tutti gli appassionati e curiosi giunti presso l’Acquedotto, che hanno sancito l’apertura
della manifestazione
al grande pubblico.
VLADI POLO non può
che essere soddisfatta quindi della
sua organizzazione e
non solo in merito all’evento, ma soprattutto per ciò in cui
sta riuscendo. Solitamente quando finisce una manifestazione c’è un clima
che ricorda vagamente la fine delle
vacanze, quando ci si
guarda indietro e si
cerca di ricordare
quanto di bello e piacevole è appena passato. Avendo
però vissuto dei giorni con VLADI
POLO abbiamo idea che per loro il
meglio non è ancora passato e che
anzi sia di là dal venire e noi gli auguriamo che possa arrivare presto;
perché pensiamo che il voler comunicare qualcosa a chi per molto
tempo ne è stato al di fuori sia una
cosa meravigliosa. In bocca al lupo
D.ssa Vladlena perché abbia ancora
da cavalcare a lungo.
Si rigrazia:
VLADI POLO per la fornitura del materiale; Natalia Grechannikova di
VLADI POLO; Amelia Clementi per il
suo prezioso contributo.
Association Made in Italy, created a unique and memorable ambience with the
fantastic Roman panorama as its accomplice.
11th of June: the big day. The day when
the event reached its peak. The soul of
Polo that is vibrating strongly within
every participant was set free during this
day, highlighting the emotions and passion that this sport communicates. One
can not forget the splendid images of the
unspoiled nature around the Roman Acqueduct Polo Club, the horses wisely
ridden by the players and the fantastic
green scenery that Castelli Romani offered the admiring spectators. The event
had lots of allied activities such as entertainment for kids with balloons and
face painting and the possibility to ride
ponies.The spectacular patrol of flying
acrobats from Fly Roma School has entertained the audience with amazing helicopter stunts. The event could count on
guests from the international panorama,
for instance the Minister of Culture Cecenia Muzakaev Dakilu Abuzedovich,
Kazakhstans Consul in Italy Tinghiz Albiev and one of the highest authorities of
the Kazakhstan Government Zhorgenbaev Muhtar. These last two has asked
for VLADI POLO to organize a Polo event
in their country. It was the moment of the
match: the three teams that did already
participate the last time, Italy, Russia
and U.S.A. got a new opponent: Switzerland, one of the most important news this
year. And for the series of "The last will
be the first" it was exactly the Swiss
team that won. The matches between
the four teams were full of passion and
compelling, holding ones breath until the
last chukker, until the last goal, until the
last meter before the goal. The name Polina Nazarova stands out in the crowd of
the polo players, a young promise on the
International Polo scene, she was dressed as a Russian cossack and showing
all her talent. In addition to Marco Elser,
also his brother Massimo (both owners
of the Roman Acqueduct Polo Club) was
actively playing on the US' side. The Italian team, represented by the historical
partner HARPA ITALIA, had to be satisfied to be placed second. After that
came Russia and the U.S.A. to round out
the group. But on day in the name of
sane competition, the important is not to
win but to participate and play your part
in the team, to experience how sacrifice
and passion becomes power that endures. This was the intention and aim by all
the players on the ground and they surely held their promise.
The president of VLADI POLO Association and organizer of the event Vladlena
B.G. Hermès wanted to deeply thank
everyone that has contributed to the
success of the event: the sponsors,
already happened but is yet to come.
Polo is up and coming and we are hoping that it will come to us soon, because we think that the wish to
communicate and bring something that
has been far away closer is a marvelous
thing. Good luck and best wishes to Mrs
Vladlena because she has yet ride for
long.
Thanks to VLADI POLO for the supply of
material, Natalia Grechannikova from
VLADI POLO, Amelia Clementi for her valuable contribution and Ezio Salvatori.
HARPA ITALIA first of all, the Association of Made in Italy, the local authorities
represented by the Mayor di Monte
Compatri, Lawyer Marco De Carolis, all
the supporters and curious people that
came to the Acqueduct, who made possible and attended the opening of the
event to the large audience.
VLADO POLO can't but be satisfied with
its organization and not only regarding
the event but especially for what they do
with great success. Usually when an
event is finished there is a feeling that
recalls the end of the holidays, when you
look back you try to remember how nice
and beautiful it was with nostalgia. Having lived these days with VLADI POLO
we have an idea that the best is not that
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Fabio
Campoli:
lo chef
e la sua
Arte.
TESTI VIOLA BUTTARELLI
FOTOGRAFIE ENNIO CALICE/STEFANO MILETO /CIRCOLO DEI BUONGUSTAI
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International Food Designer, chef dalla raffinata semplicità, fondatore de “Il Circolo dei Buongustai”: ecco chi è
Fabio Campoli.
Con uno stile, frutto di anni di studi e perfezionamento,
appare come stella del panorama gastronomico italiano
fra mescolanze di sapori della tradizione mediterranea e
quelli sperimentali della contaminazione moderna.
Per anni consulente e chef di trasmissioni Rai, da cui ha ricevuto premi come “la Stella della Ristorazione” e “Maestro di Cucina ad Honorem”, ha poi diretto la sua
esperienza altrove,
fino a divenire uno dei
più illustri esperti internazionali di food
design, per la cura e la
disposizione del cibo
di scena di numerose
produzioni internazionali come “Nine”, “Mission Impossible 3” e
“Eat, pray and Love”.
È così che, con Fabio
Campoli, nasce un
nuovo modo di interpretare, essere e lavorare il percorso
gastronomico di uno
Chef, come consulente di aziende, food
styler, testimonial e
docente.
Fonda nel 2006 “Il Circolo dei Buongustai”,
associazione che “intorno
alle
buone
cose” organizza eventi culturali ed enogastronomici contraddis t i nt i p e r p r o f e s sionalità, qualità e
stile, come “La Cerimonia per la Festa
della Marina Militare” a
bordo della portaerei
Cavour nel porto di Civitavecchia, alla presenza del Presidente Giorgio Napolitano.
E noi di “X Made in Italy” lo abbiamo intervistato, per addentrarci nei sapori e nei piaceri di un’artista, di un
uomo… ma soprattutto di un eccellente Chef .
Cosa contraddistingue oggi la gastronomia italiana nel
mondo?
Il suo patrimonio agroalimentare, la conformazione geo-
FABIO CAMPOLI: THE CHEF AND HIS ART.
International food designer, chef of refined simplicity, founder
of "Il circolo dei Buongustai": this is Fabio Campoli. With a style
that is the fruit of years of study and training, he appears as
the star of the Italian gastronomical panorama. He mixes the
flavors of traditional mediterranean food and experimental
contemporary cuisine.
He was a consultant and chef on national TV channel Rai for
years, where he received the award "la Stella dela Restorazione" and "Maestro du Cucina ad Honorem". The he used his
experience in other ways
until he became one of
the most illuminated experts in food design internationally. He has
curated managed the
food in various film sets
such as "Nine", "Mission
Impossible 3" and "Eat,
Pray; Love".
With Fabio Campoli a
new way of working and
living as a gastronomical
chef is born. He works as
a consultant, food styler,
frontman and lecturer:
He founded the "Circolo
dei Buongustai" in 2006,
an association that organizes cultural and gourmet events related to
"good things", recognized
for their professionally,
quality and style. For
example the Ceremony
of the anniversary of the
Marine onboard the aircraft carrier Cavour in
the harbor of Civitavecchia, with the President
Giorgio Napolitano.
We on "X Made in Italy"
has interviewed him, to
explore the flavors and pleasures of an artist, a man but foremost an excellent chef.
What makes Italian gastronomy unique in the world today?
Italy's food and agricultural patrimony, the geographical structure; the climate's and the earth's characteristics, the long gastronomical traditions of the housewives; and skilled Italian
chefs that from the 20th century dictates the rules of good cuisine together with the French and export it all over the world.
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In famiglia, ama cucinare con meno o
più dedizione di quando lavora?
Mangio pochissimo a casa. E se devo,
lascio da parte la mia esperienza
Gourmet, e cucino con anche solo
una padella piatti unici, semplici e veloci. Non transigo però sugli alimenti.
Ora che posso, scelgo sempre il meglio per il mio palato.
grafica, le caratteristiche del clima e
della terra, la grande tradizione gastronomica delle casalinghe e di
grandi Chef italiani, che dal ‘900 dettano, insieme ai francesi, le regole
della buona cucina esportata in tutto
il mondo.
Cuochi si nasce o si diventa?
L’artigianalità, il senso artistico, la
passione e l’amore verso questo mestiere devono essere necessariamente guidati attraverso un intenso
percorso di studio delle regole pratiche e teoriche. Il talento è di certo
una condizione necessaria per divenire un bravo Chef, ma non sicuramente sufficiente.
Descrivici la tua cucina.
In continua evoluzione. A questo mi
ha portato la scelta di non avere un
ristorante mio, bensì di creare “Il circolo dei Buongustai”.. per arricchire
le mie conoscenze gastronomiche
sempre di più, facendo di ogni nuova
esperienza culinaria non un punto di
arrivo ma una nuova partenza.
La mia cucina, inoltre, è frutto di tanti
sacrifici e di dedizione. È ricca di passione e di grande rispetto per il commensale che, gustando i miei piatti,
deve far fronte alla scoperta di cibi
ricercati e sani. Il cibo deve far bene,
non può e non deve far male.
Le ispirazioni della tua cucina.
Tante! Non lavorando in un ristorante, con il mio “Circolo dei Buongustai”, i luoghi, le persone, i progetti
sono sempre in continuo cambiamento e diventano i miei più grandi
stimoli. Dico sempre che mi fermerò
solo quando mi mancheranno le
idee… e di quelle, per fortuna, sono
ricco, proprio perché la mia cucina e
i miei piatti non nascono né vengono
pensati solo per “mangiare”, ma sono
l’accompagnamento di idee e messaggi. Nel mio nuovo libro “Note di
Gusto”, ad esempio, “decagrammo il
gusto”, spiego cioè, come, ad esempio, una semplice preparazione di
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una pasta al pomodoro, sotto l’influenza di date note musicali, possa
mutare i suoi sapori.
Q u a l e cu c i n a i nt e r n a z i o n a l e l a
affa s ci n a?
Tutta! Senza fine, senza costrizioni.
Nel mio programma alla Radio “Breakfast News” sono proprio i piatti internazionali la fonte, lo spunto e
l’ispirazione delle ricette che consiglio. Partire da una tradizione internazionale e rielaborarla con la nostra
è il segreto di ogni grande Chef.
E l’abbinamento cibo/vino?
Per me il vino non è vino, ma un vero
e proprio ingrediente. Non esistono
nella mia cucina vini “da cucina”, ma in
quanto alimento da cucina, porta un
nome.
Ogni piatto, ogni ricetta ha il proprio
vino e certo, in quanto chef, se d’accompagno, la sua scelta è preceduta
da quella dei miei piatti!
Il cliente che non ha mai avuto e per
il quale vorresti cucinare?
La mia bella nonna, purtroppo venuta a mancare! Per lei, che ha cucinato per me fino alla fine della sua
vita, non sono mai riuscito a cucinare.
Forse perché la sua cucina era talmente buona che solo con lei riuscivo
a mettere da parte lo Chef che è in
me, per godermela da perfetto commensale.
Quanto conta la presentazione e
quanto gli ingredienti in un tuo
piatto?
Sono complementari. In quanto massimo esperto di Food Design, fare il
cibo di scena, per pubblicità o grandi
produzioni cinematografiche, è la mia
professione. Faccio quindi molta attenzione alla geometria, alla tridimensionalità, ai contrasti di ogni
piatto. Anche un insalata vuole e
deve avere il suo miglior aspetto.
Detto questo, è ovvio che la sostanza, ovvero l’alimento è la condizione necessaria per rendere
speciale il piatto per ogni mio commensale.
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food design it's my profession to make
food for the set, for commercials or big
film productions. That's why I pay much
attention to geometry, dimensionality,
the contrasts in every dish.Even a salad
needs and has to show its best side.
Said that, it's obvious that the substance,
or rather the ingredient is necessary to
make a dish special to every diner of
mine.
Is one born a chef or becomes one?
The craftmanship in the artistic sense of
the word, the passion and love to this
profession have to be guided through an
intense study of practical and theoretical rules. Talent is for sure a necessary
condition in order to become a good
chef but certainly not enough.
Describe your kitchen.
It's in constant evolution. It's also for this
reason that I chose to not have my own
restaurant but to create the "Circolo dei
Buongustai" instead. To continuously enrich my gastronomical knowledge, making every culinary experience a new
departure instead of a destination. Moreover, my cuisine is the fruit of many sacrifices and dedication. It's full of
passion and lots of respect for the diner
who, eating my dishes, has to discover
elaborated and healthy food. Food
should do you good, it shouldn't and it
can't be bad for you.
Where does the inspiration to your cooking come from?
There are many! Not working in a restaurant with my "Circolo dei Buongustai" the places, the people, the projects
are in constant change and are the
things that stimulates me the most. I always say that I will only stop when I'll
have no more ideas. Fortunately I'm very
rich in terms of ideas because my cooking and my dishes are not born or
thought just to be eaten but they are accompanied with ideas and messages.In
my new book "Notes on taste", for instance in the "decagram of taste" I explain how, for instance, a simple
preparation of tomato sauce can change
it's taste under the influence of given
musical notes.
What sort of international cuisine are
you fascinated by?
All of them! Without and end and without limits. In my radio program "Breakfast News" it exactly international dishes
which are the source of inspiration and
cue of the recipes that I recommend.
What about the combination of food and
wine?
According to me wine is not just wine
but a real and very important ingredient
on its own right. In my kitchen there is
nothing such as cooking wine, as a ingredient in the kitchen it has a name.
Every dish, every recipe has it's own
wine, and as much as I'm a chef, when
it's accompanied, the choice is preceded by the choice of my dishes.
A guest you haven't had and that you
would like to cook for?
My beloved grandmother, unfortunately
who ceased to exist! For her, who has
cooked for me until the end of her life, I
never succeeded to cook for her. Maybe
because her dishes were that delicious
that only with her I could put aside the
chef in me and enjoy her meals as a
happy diner.
Do you cook with more or less dedication when you're with your family than
when you're working?
I eat very little at home. And if I have to,
I put aside my gourmet experience and
even cook simple and fast dishes with a
single frying pan. I don't compromise
when it comes to the ingredients though.
Now when I can, I always choose the
very best for my palate.
What counts more with your dishes, the
presentation or the ingredients?
They are complimentary. As an expert in
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LUSSO - FRUTTI DI MARE
Calamarata velata al pecorino
con gamberoni e funghi chiodini.
ECCESSO - TARTUFO BIANCO
Tagliolino con brodo di tacchinella,
indivia e tartufo bianco.
Ingredienti per 4 persone:
• 280 g di pasta calamarata
• 200g di vongole veraci sgusciate
• 200 g di gamberoni
• 150 g di funghi chiodini
• 60 g di Pecorino Romano Dop
• 4 ciuffi di prezzemolo
• uno spicchio d’aglio
• 40 g d’olio extravergine d’oliva
dal fruttato delicato
• sale qb
Ingredienti per 4 persone:
• 1/2 l di brodo di tacchinella
(brodo saporito e leggero)
• 280 g di tagliolini all’uovo
(realizzati a mano, con uova
fresche arricchite da tuorli)
• 150 g di tacchinella bollita
(solo parte magra)
• 130 g di cuori di indivia
(solo cuore tenero e bianco)
• 60 g di Parmigiano Reggiano Dop
stagionato 24 mesi
• tartufo bianco a piacimento
• 30 g d’olio extravergine d’oliva
dal fruttato leggero
• amidi di mais g3
• sale qb
Esecuzione:
Inizio dai gamberoni, che privo
dei carapaci e uso per fare
un brodo di crostacei ristretto.
A parte, taglio la polpa dei
gamberoni grossolanamente
al coltello e li tengo in una ciotola.
Poi, pulisco i funghi, li lavo col
cappello rivolto in su, li asciugo
un po’, li taglio e li ripasso in
un tegame con la metà dell’olio
e lo spicchio d’aglio.
Riempio una pentola capiente
con abbondante acqua e sale,
la ripongo sul fuoco (servirà
a cuocere la pasta) e, intanto,
verso il restante olio in una padella.
Appena caldo, aggiungo un decilitro di brodo di crostacei preparato
nel frattempo e porto a bollore.
Appena bolle l’acqua,
butto la pasta calamarata.
Quando è cotta, la scolo bene
al dente e la ripasso nella padella
con il brodo, fin quando non risulta
leggermente emulsionata e velata.
Aggiungo, in ultimo, i gamberoni
(la cottura a bassa temperatura
li lascia morbidi) e le vongole
sgusciate, allontano il tutto
dal fuoco e, mentre salto,
verso sopra a pioggia il pecorino
grattugiato al momento.
Servo in fondine con i funghi caldi
e il prezzemolo tritato lì per lì.
Esecuzione:
Mondo e lavo l’indivia, la taglio
julienne, poi la scotto in padella
con la metà dell’olio; deve cuocere
appena un minuto e poi va tolta
dalla padella. Tengo da parte.
Lego il brodo caldo con l’amido di
mais affinché ne risulti una vellutata
un po’ meno densa dell’olio:
faccio cuocere per cinque minuti
a fuoco dolce e poi spengo.
Intanto, lesso i tagliolini al dente,
li scolo lasciandoli un po’ umidi
e li ripasso nella vellutata.
Aggiungo l’olio rimanente e il pollo
lesso tagliato a piccoli cubi.
Faccio insaporire bene e, nel
mentre, taglio a lamelle il tartufo.
Tolgo dal fuoco e unisco l’indivia.
Servo i tagliolini in fondine
opportunamente riscaldate
(il che li fa risultare ancor più fluidi),
cosparsi di una spolverata
di parmigiano grattugiato
al momento e di abbondanti
lamelle di tartufo bianco.
ECCELLENZA
Ricetta realizzata per il 150° Anniversario
della Marina Militare Italiana
Spuma alle fragole, crema e croccante.
Ingredienti per 8 persone:
• pâte à bombe g 350
• meringa all’Italiana g 300
• panna fresca montata dl 7
• colla di pesce g 15
• croccante g 150
• purea di fragole g 200
• Grand Marnier (bicchierino)
Esecuzione:
Fate idratare la colla di pesce in
acqua fredda. Strizzatela e
mettetela a sciogliere al microonde
con due bicchieri di acqua.
Tiratela fuori dal forno e lasciatela
freddare fin quando non inizierà
a tirare (intorno ai 20°C
densità oleosa).
Ora versatela nella pâte à bombe
e incorporatela con una frusta
senza mescolare troppo.
Di seguito incorporate alla pâte
à bombe la meringa all’italiana e,
in ultimo, mezzo litro di panna
montata, il tutto agendo
delicatamente con una frusta
(il composto non deve smontare).
Dividete il composto ottenuto in
tre ciotole e passate ad aromatizzarlo, uno con il croccante tritato,
uno con la purea di fragole e uno
aggiungendo il Grand Marnier
e la panna rimanente.
Una volta pronti i composti
disponeteli a strati in una cassetta,
stampo o bowl. Riponete
in frigorifero almeno per 8 ore.
Servite accompagnata da biscottini.
In questa caso la ricetta originale, il gelato
alla Napoletana, è molto complessa, richiede
esperienza e manualità, mentre nella mia
ricetta, che ho voluto reinterpretare in chiave
moderna, ho apportato delle modifiche
inserendo la meringa all’Italiana.
Sia la pâte à bombe che la meringa all'Italiana
di base si possono trovare in tantissimi libri
classici di cucina e pasticceria,
nonché su portali internet.
LUXURY - FRUTTI DI MARE
Pecorino veiled calamarata
with prawns and honey mushrooms.
EXCESS - WHITE TRUFFLE
Taglionlinis with turkey broth
with endives and white truffle.
Ingredients for 4 persons:
• 280g of calamarata pasta (Wide tubular
pasta that is shaped like a large ring)
• 200g of clams without the shell
• 200g of prawns
• 150g of honey mushrooms
• 60g of Pecorino Romano PDO
• 4 tufts of parsley
• one garlic clove
• 40g of extra virgin olive oil, mild
• salt
Ingredients for 4 persons:
• 1/2 l of turkey broth
(full of flavor and light)
• 280g of tagliolini egg noodles
(hand made with fresh eggs)
• 150g of boiled turkey (only the lean part)
• 130g of endive leaves
(only the soft and white heart)
• 60g of Parmesan Reggiano PDO,
aged 24 months
• white truffle as you like
• 30g of extra virgin olive oil, mild
• 3g of cornstarch
• salt
Directions:
I start with the prawns.
I take the cleaned prawns, cut them in big
pieces and put them in a bowl.
I use the shells to make a concentrated
sea food broth.
Then, I clean the mushrooms, I wash them
with the top upwards, I let them dry a bit,
I cut them and I fry them in a frying pan
with half of the oil and the garlic.
I fill a big pot with lots of water and some
salt, I put it to boil (this is for the pasta)
and in the meantime I put the rest of the
oil in a frying pan. When it starts to heat
I add one deciliter of the sea food broth
that I prepared in the meantime, let it boil.
As soon as the water boils I add the pasta
calamarata.
When it's al dente (soft but firm), I take
away all the water and I put it back in the
frying pan to heat it with the broth until it
cooks together a bit and gets saucy.
Finally I add the prawns (cooking them at a
low temperature keeps them soft) and the
clams, I take it off the stove and add a rain
of grated pecorino while moving the pan.
I serve it on soup plates with warm
mushrooms and freshly cut parsley.
Directions:
I clean the endives, I cut them julienne,
then I let them fry a little bit in the frying
pan with half of the oil; it should just cook
for a minute and then take it away
from the stove. Put it aside.
I unite the warm broth and the cornstarch,
it should become a sauce that is a bit less
dense than oil: I let it boil for five minutes
on low heat, then I turn it off.
In the meantime I boil the tagliolini
noodles, they should be al dente.
I drain the pasta but leave it a little humid
and I put it together with the sauce
in a frying pan.
Then I add the rest of the oil and
the boiled turkey cut in small cubes.
I let it simmer and cut the white truffle
in the meantime.
I take it away from the fire and add
the endives. If possible heat the soup
plates( it makes it all more creamy),
dust some freshly grated parmesan and
add abundantly slices of white truffle.
EXCELLENCE
A recipe made for the 150th anniversary
of the Italian Marine.
Strawberry foam with cream
and almond brittle.
Ingredients for 8 persons:
• 350g of Pâte à bombe
• 300g of Italian meringue
• 7dl of freshly whipped cream
• 15g of isinglass
• 150g of sugar and almond rock
• 200g of strawberry puree
• 1/2 small glass of Grand Marnier
Directions:
Put the isinglass in cold water. Take it out,
squeeze out the water and melt it in the
microwave with two glasses of water.
Take it out and let it cool until it starts to
pull (the consistency is oily around 20°C).
Now you put it into the pâte à bombe
and mix it carefully but not too much.
After that put the meringue and the pâte
à bombe together, at last, add a half liter
of whipped cream, all while stirring
(the cream should keep its texture).
Divide the mix in three bowls and add
the flavors, one with the crushed sugar
and almond brittle, one with
the strawberry puree, one with the
Grand Marnier and the remaining cream.
When the mixes are ready put them
in layers in a pan, tin or bowl.
Put it in the freezer for at least 8 hours.
Serve together with biscuits.
In this case the original recipe, ice cream from Naples,
is very complex, it requires experience and dexterity.
I wanted to interpret the recipe in a modern way
instead so I changed it and added Italian meringue.
The recipes for both pâte à bombe and the Italian
meringue can be found in many classic cooking books
as well as on the internet.
ANNA
ORSO
TESTI PATRIZIA SKAF/FOTOGRAFIE GIANMARCO CHIEREGATO
Dopo esserci sentite al telefono,
decidiamo di incontrarci per
un’intervista a casa sua all'Isola
d’Elba. Tra noi c'è stato un feeling
immediato, a tal punto che prima
di partire avevo la sensazione di
andare a trovare una vecchia
amica. Infatti, un po' emozionata,
ai miei figli ho detto spontaneamente che partivo per andare da
un'amica. Mio figlio che in quanto
a curiosità potrebbe rubarti il
mestiere, domanda:
- Chi è la tua amica mamma?
- E’ un'attrice,
si chiama Anna Orso
- Non la conosco
- Neanche io!
- Ma... Se non la conosci come fa a
essere tua amica?!? Di dove è?
Ora che ci penso non sapevo neanche questo... era la prima volta
in tanti anni che mi capitava di andare ad intervistare una persona
brancolando nel buio: informazioni zero, ma in compenso un
“dieci” per la curiosità che quella
telefonata mi aveva suscitato.
-Non lo so!
62
- Bene, mamma! Stai andando a
stare due giorni a casa di una
“amica” che non conosci, in un
posto dove non sei mai stata e da
quello che ho capito non sai neanche come arrivarci! Quindi,
parti per un avventura!..
Sapevo soltanto che sarei stata
ospite di Anna Orso, attrice e modella, 72 anni, amata da stilisti
come Dolce e Gabbana e registi
del calibro di Bellocchio. Prima di
chiudere la porta alle mie spalle,
il mio piccolo "assistente" aggiunge: "Mamma, ho visto su
Google: è napoletana, proprio
come te!" A quel punto ero certa
avevamo più di qualcosa in comune.
Arrivo al porticciuolo dell’Elba, è
vuoto, anche sul traghetto c'è
pochissima gente, una bellissima
giornata di sole ad attendermi.
Da lontano la riconosco: capelli
bianchi lunghi, occhi celesti, un
sorriso disarmante, lo stile di chi
potrebbe indossare qualsiasi
cosa ed essere sempre perfetta.
Sentivo sempre di più di cono-
scerla da una vita. Arriviamo a
casa sua, un antico rudere arroccato sulla montagna, un posto
bellissimo con una veduta sul
mare da togliere il fiato, immerso
completamente nella natura.
Prepariamo il pranzo insieme:
una caprese, sulla veranda, sole
e tranquille, il profumo e la brezza
del mare come sottofondo, noi rilassate e serene: A farci compagnia le sue cagnoline: Luna, un
pastore maremmano, e Mia, una
Yorkshire dolcissima. Anna l'ha
chiamata Mia perché appena l'ha
vista, ancora cucciola, l'ha abbracciata e spontaneamente ha
esclamato: “Dev’essere mia!”.
Quanto abbiamo chiacchierato!
Ad un certo punto, una netta
sensazione mi assale: non stavo
più intervistando un’estranea,
eravamo diventate amiche… fregata!! Adesso non potrò scrivere
tutto ciò che mi ha raccontato!
Forse sto invecchiando anche io...
Anna è bellissima!! Tutta al naturale, mai un "ritocchino"… non si fa
neanche la tinta, figuriamoci la
63
chirurgia estetica! È alta, magra,
pelle leggermente abbronzata,
schiena dritta di chi fa yoga, ha
un viso e un corpo bello ed elegante e l'aria di una vita vissuta.
Noto una cavigliera etnica sulla
caviglia sinistra, lei se ne accorge
e commenta: "E’ il simbolo che
sono una schiava... la schiava di
me stessa". Sorride.
Anna credi alla fedeltà? “Certo
che no!! La fedeltà non esiste, io
sono per natura una infedele. Mia
mamma è morta giovanissima, a
28 anni, dopo due figlie ha abbandonato mio padre perché si
era innamorata di un altro uomo.
All’epoca è stata condannata
dalla società e trattata come una
puttana, genitrice di puttane!”
Ride.
Credi in Dio? Mi guarda senza
dare molta importanza alla domanda e si ricorda che una volta
aveva conosciuto un prete, in un
centro sociale, con il quale aveva
fatto una certa amicizia: “Mi piaceva stuzzicarlo... Una volta dopo
una bella notte di sesso con il mio
fidanzato, gli ho mandato un sms
provocatorio, del tipo “come si
può dire che il sesso, una cosa
così bella ed appagante, possa
essere peccato?!?" Lui le aveva risposto: “MA CHI TE LO HA DETTO?
Altre risate.
In politica è di sinistra, praticante,
si entusiasma. Capisco al volo che
non potrò mai presentare la mia
nuova amica a mio padre: lui
quando eravamo piccoli ci insegnava "chi è che dà la luce? Il
Duce!!!! Chi è amico dei bambini?
Mussolini!!!”. Grazie al cielo eravamo bambini forti e non è riuscito a bloccarci la crescita! (Poi,
da adolescenti, indossavamo le
magliette del Che Guevara… povero papà, quante delusioni ti abbiamo provocato!) Moda. Anna
ama la semplicità, sentirsi libera e
comoda nei suoi vestiti, libera nei
movimenti. Le piacciono i tessuti
puri, i capi artigianali, non fa la minima attenzione ai marchi del
lusso, anche se ha molti noti stilisti
tra i suoi amici che le regalano
64
capi bellissimi.
È molto legata alla sua collezione
di gioielli etnici, che indossa sempre. La guardo e le dico: “Saresti
bellissima indossando uno smoking di YSL!!” Si entusiasma e dice
che è un suo sogno averne uno.
(Mentre parliamo, Anna fa un
massaggio Shintaku a Mia, la cagnolina Yorkshire).
Siamo rimaste due intere giornate insieme, abbiamo fatto lunghe passeggiate al mare, yoga e
meditazione, cena al paesino...
Anna adora la pasta e il vino!
Il lusso per lei:
poter dire quello che pensa.
L’eccellenza:
una carriera vera.
L’eccesso:
aver amato sempre a modo suo.
Il mattino della partenza mi sveglio molto presto, preparo un
caffè che prendo sulla veranda,
guardando il mare. Anna si sveglia e si affaccia in tuta rossa e
maglietta bianca, tutta spettinata... Era bellissima: pareva una
ragazzina. Lei è una ragazza, una
vecchia ragazza!
65
After talking on the phone we decide to
meet up for an interview in her house on
the island of Elba. We immediately had a
chemistry, to the point that before going
I had the feeling of going to visit an old
friend of mine. Actually, being a bit excited and thrilled, I spontaneously told my
children that I was going away to visit a
friend of mine. My son, who is so curious
that he might steal my job, asks:
-Who is your friend mom?
-It's an actress, her name is Anna Orso
-I don't know her
-Me neither!
-But...If you don't know her how can she
be your friend?!? Where's she from?
Now when I think about it, I didn't even
know that...it was the first time in many
years I was going to interview a person
fumbling in the dark: zero facts, but in
compensation "ten" for the curiosity that
telephone call had caused me.
-I don't know!
-Good, mom! You are going to stay two
days with a "friend" that you don't know,
in a place where you have never been,
and from what I understood you don't
even know how to get there! Then you
are going on an adventure!..
I only knew that I would be Anna Orso's
guest, actress and model, 72 years,
loved by designers such as Dolce e Gabbana and directors of the calibre of Bellocchio. Before closing the door, my little
"assistant" adds: "Mom, I saw on Google:
she is from Naples, just like you!". In that
moment I knew for sure we had something in common.
I arrive at the harbor on Elba, it's empty,
there's very few persons even on the
ferry, a beautiful sunny day is awaiting
me. From far I recognize her: long white
hair, blue eyes, a disarming smile, the
style of someone who could wear anything and always be perfect. I felt as if I
had known her all my life. We arrive at
her house, an antique ruin perched on
the mountain with a sea view that takes
your breath away, completely immersed
in nature. We prepare the lunch together: a caprese salad, on the terrace, on
our own and calm, the scent and the
breeze of the sea in the background, we
are relaxed and serene. Her dogs makes
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us company: Luna, a Maremma sheepdog, and Mia, a very cute Yorkshire terrier. Anna called her Mia because as
soon as she saw her she took the dog in
her arms and exclaimed spontaneously.
"She must be mine (Mia means mine)!"
We talked so much! At a certain point,
I get this strong feeling: I wasn't interviewing stranger anymore, we had become friends...tricked!! Now I could not
write all what she had told me! Maybe
I'm getting older too...
Anna is so beautiful!! Totally natural,
never a " touch-up"...she doesn't even
dye her hair, let alone cosmetic surgery!
She is tall, slender, slightly tanned, with
the straight back of one who does yoga,
she has a beautiful and elegant face and
a body and the air of a life lived. I notice
an ethnic anklet on her left ankle, she
becomes aware of my glance and comments: "It's a symbol that I am a slave...a
slave to myself". She smiles.
Anna, do you believe in fidelity? "Of
course not!! Fidelity doesn't exist, I'm
unfaithful by nature. My mom died very
young, at the age of 28, after two children she abandoned my father because
she fell in love with another man. At that
time she was condemned by society and
treated as a bitch, mother of whores!"
She laughs.
Do you believe in God? She looks at me,
without giving to much importance to the
question and she recalls an episode
when she had got to know a priest at a
community center, they had become
friends: " I liked to tease him...Once after
a beautiful night of love making with my
boyfriend, I sent him a provocative text
message, something like "how can one
say that sex, which is such a beautiful
and satisfying thing, is a sin?!?" He answered: "BUT WHO EVER TOLD YOU
THAT? More laughing.
In politics she is a leftist, active, she is
enthusiastic. I quickly understand that I
could never introduce my new friend to
my father: when we were kids he taught
us the rhyme "who gives us the light?
The "Duce"!!! Who is the friend of the
children? Mussolini!!!" Thank heaven
we were strong kids and he could not
prevent us from growing up!(Later as
teens we wore t-shirts with Che Guevara...poor dad, how many disappointments haven't we caused you!)
Fashion. Anna loves simplicity, to feel
free and comfortable in her clothes, free
in her movements. She likes pure textiles, hand made items, she doesn't pay
even a minimal attention to luxury
brands even if she has many famous designers among her friends which give
her beautiful clothes. She is very fond of
her collection of ethnic jewelry, that she
always wears. I look at her and says:
"You would look beautiful in a YSL tuxedo!!" She becomes excited and says
that it's her dream to have one.
(While we are speaking Anna is giving
Shiatsu massage to her Yorkshire terrier
Mia.)
We spent two entire days together, taking long walks by the sea, yoga and meditation, dining in the small village...Anna
adores pasta and wine!
The luxury for her: being able to speak
her mind.
Excellence: a real career.
Excess: always having loved in her own
way.
I wake up very early the morning of my
departure, I prepare a coffee on the terrace, looking at the sea, Anna wakes up
and appears in red trousers and a white
t-shirt, with tousled hair... She was so
beautiful: she seemed to be a girl. She is
a girl, an old girl!
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Gianmarco
Russo.
Il Fashion talent
dall’animo
trasformista.
TESTI VIOLA BUTTARELLI/FOTOGRAFIE FILIPPO SBALCHIERO/STEPHANIE GENGOTTI
Il quartiere è Trastevere, l’atelier è di
sciarpe-gioiello, l’artista è napoletano
e si chiama Gianmarco Russo.
È in una mansarda-studio e in un
primo pomeriggio di un uggioso
maggio, l’incontro fissatomi con il raffinato ed avanguardista, Gianmarco
Russo, che subito risponde al mio
metereopatico cattivo umore con del
caffè alla napoletana e una coppa
piena di fragole di stagione.
Lo studio che mi circonda profuma di
arte, quella viva consumata goccia a
goccia con il talento, l’idea e la tanta
dedizione: le stampe di Sophia, la
bella ed iconica Loren a mo’ di manichino, una Michelle Pfeiffer cucita da
un maschio abito due bottoni, e loro…
scatole, piccole scatole, confezioni di
cangianti foulard.
Gianmarco Russo, nasce attore di
teatro per volontà, ma si scopre fashion designer per quello che lui
chiama un “casuale destino” che fece
di una semplice stola macchiata da
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GIANMARCO RUSSO. THE FASHION
TALENT WITH A QUICK-CHANGE ARTIST’S SOUL. The area is Trastevere, the
atelier makes embellished scarves and
the artist is from Naples and his name is
Gianmarco Russo. It's an attic studio an
early afternoon a grey day in May. I have
an appointment with the refined and
avant-guard Gianmarco Russo , who responds to my meteosensitivity and bad
mood with a Neapolitan coffee and a
bowl with fresh strawberries.
The studio that is surrounding me smell
of art, the alive one that is consumed
drop by drop with much talent, ideas and
lots of dedication: the Sophia prints, the
beautiful and iconic Loren a bit like a
mannequin and Michelle Pfeiffer sewn
of a man's two-button suit and
then...boxes, small boxes that contain
multi colored scarfs.
Gianmarco Russo, became a stage actor
by choice but discovered his passion for
fashion design by something he calls
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un gelato per un malcapitato sbaglio
e poi rassettata alla meglio per una
festa, un particolare, che interamente realizzato a mano rende oggi
unici, con chiusure in corallo, pietre
dure, turchesi, ametiste, perle, cuoio,
pellicce e Swarovski, tessuti in seta,
lino, velluto e cashmere. Talentuoso,
determinato Gianmarco ha così conquistato, grazie all’idea di come un
accessorio possa rivoluzionare un
abito da chic a sensuale in un attimo,
successi nei grandi salotti dell’Italia
glamour, e del passaparola di numerose entusiaste clienti, famose e non,
divenendo presto icona di stile per il
glowbiz.
Un capriccio, tutto partenopeo, ago
e filo che rende con la creatività di
ganci, il foulard un accessorio multifunzionale, modello affermato nel jet
set della movida culturale italiana
(dalla Signora Napolitano a Valeria
Golino, da Valeria Solarino a Luisa Ranieri, da Claudia Gerini ad Alba Clemente; da Alessandro Gasmann a
Luca Zingaretti e Mario Biondi per gli
uomini) di un’opera dalla firma di un
ragazzo 100% “Made in Italy”.
Chi è l’artista Gianmarco Russo?
Un giovane designer eclettico, istrionico, colorato che prende spunto
dall’energia vulcanica del Vesuvio,
emblema della terra dove è nato. Ancora prima di fare il designer, la mia
passione per l’arte e la pittura è stata
da sempre totalitaria. Ed è così che la
mia predisposizione nel mondo della
moda ha preso piede: da piccolo incantato dalle istallazioni delle sfilate,
da grande con la consapevolezza di
disegnare e pensare accessori non
seriali ma dedicati ad ogni singola
donna, con un filo conduttore chiamato “Passione”.
Un accessorio, un vezzo, un vero e
proprio capo d’abbigliamento. Com’è
il foulard firmato Gianmarco Russo?
L’accessorio è un elemento necessario nell’uomo come nella donna e
dice molto anche laddove non c’è. La
"random fate". He once fixed a simple
scarf that had been stained by ice cream
by mistake. He embellished it so it could
be worn at a party and it became one of
its kind. Today he makes these scarfs
unique, he uses coral fastenings, semiprecious stones, turquoises, amethysts,
pearls, leather, fur and Swarovski crystals, silk, linen, velvet and cashmere
and it's entirely made by hand.
The talented and determined Gianmarco
has reaped success in the glamourous
Italians salons thanks to the idea how an
accessory can transform a chic dress
into a sensual one in seconds. With the
word of mouth of enthusiastic clients, famous and not he quickly became an icon
of style for the glowbiz.
A caprice, very Neapolitan, he makes a
scarf into a multifunctional accessory
with needle and thread and creative
clasps. A design loved by the jet set and
Italian cultural elite (to name a few: Mrs
Napolitano, Valeria Golino, Valeria Solarino, Luisa Ranieri, Claudia Gerini, Alba
Clemente. Alessandro Gassman, Luca
Zingaretti and Mario Biondi to mention
some gentlemen) and a piece signed by a
young man that is a 100% "Made in Italy"
Who is the artist Gianmarco Russo?
It's a young designer with eclectic, dramatic, colored designs who draws inspiration from the volcanic energy of
Vesuvius, the symbol of the place where
he was born. My passion for art and
painting has always been total, also before I started to work as designer. That's
how I was attracted to the world of fashion started: as a kid I was spellbound
by the catwalk installations. As grown up
I'm conscious that I design and create
accessories that are not mass-produced
but dedicated to every single women,
with a main theme called "Passion".
An accessory, a necklace, a piece of
clothing. What is the scarf signed Gianmarco Russo like?
An accessory is an item that is necessary both for men and women and says a
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scelta del foulard nasce dall’idea che
un elemento cosi semplice possa rivoluzionare un abito o una mise. Ed
è con il mio gancio/gioiello che ho
reso tutto questo più contemporaneo in base alla funzionalità di rendere questo capo adattabile per
qualsiasi occasione.
Per chi e per quale occasione è pensato il tuo capo?
Venendo da una formazione teatrale, la mia Musa è la “donna teatrale”, l’attrice, la Diva. Nella sostanza
le mie creazioni sono state rese attuali e portabili però anche da una
donna semplice, ma che ama distinguersi. Una donna moderna che
esce di casa la mattina e torna alla
sera tardi e che nel corso della giornata può permettersi di dover compiere una metamorfosi “d’abito” per
le circostanze e le occasioni incontrate.
Cosa è per Gianmarco Russo il lusso?
È avere la possibilità di potersi esprimersi liberamente.
Un Eccesso di Gianmarco Russo.
La ricerca maniacale del tessuto e
delle pietre per alcune mie limited
edition.
L’Eccellenza per Gianmarco Russo.
L’Eccellenza oramai appartiene a
pochi ed è la capacita di finalizzare il
proprio unico talento e renderlo fruibile da tutti senza massificazioni o
globalizzazioni di sorta.
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lot also where it's missing. I chose the
scarf because of the idea that such a
simple element can transform a dress or
ensemble . It's with my jewellery clasp
which I made all this more contemporary
in terms of functionality, it makes it possible to adapt the item to every occasion.
For who and for what occasion are your
designs?
Having a theatre background my muse
is the theatre woman, the actress, the
Diva. In substance, my creations has
been made wearable and likable also for
a more minimalist woman but who likes
to distinguish herself. A modern woman
who leaves the house in the morning
and comes back late and who can permit herself to undergo a metamorphosis
where she adapts her clothes according
to the circumstances and occasions
that she meet.
What is luxury for Gianmarco Russo?
It's the possibility to express yourself
freely.
One excess of Gianmarco Russo?
The maniacal research of textiles and
stones for some of my limited editions.
What is excellence according to
Gianmarco Russo?
Nowadays excellence is something that
belongs to few persons and the capacity
to use your own, unique talent to serve
others without any massification or globalization whatsoever.
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www.associazionemadeinitaly.it
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