Polo per tutti. Vintage. Capri. Il lusso del tempo. 2 in copertina Anna Orso fotografata da Gianmarco Chieregato FOOD FASHION FASHION CULTURE EXCELLENCE Capri. Il lusso del tempo. Verso Villa Jovis. Verso Punta Cannone. Consigli. Capri. The luxury of time. Towards Villa Jovis. Towards Punta Cannone. Tips. P 08 Lo stile secondo Costanza. Style according to Costanza. P 20 Vintage. Vintage. P 38 Fabio Campoli: lo chef e la sua Arte. Fabio Campoli: the chef and his Art. P 54 CULTURE LUXURY La storica regata di Venezia. The historical regatta in Venice. P 29 La saga Castelletti. The Castelletti saga. P 24 Polo per tutti. Polo for everyone. P 43 Vladi Polo. Vladi Polo. P 47 Anna Orso. Anna Orso. P 62 Gianmarco Russo. Il fashion talent dall’animo trasformista. Gianmarco Russo. The fashion talent with a quick-change artist’s soul. P 68 index FASHION CULTURE CULTURE CULTURE FOOD EXCESS 3 Direttore Patrizia Skaf [email protected] Caporedattore Lucia Pattarino [email protected] Design Director Maurizio Minerva [email protected] Art Director Maurizio Minerva [email protected] Responsabile Area Product Claudio Alocarno [email protected] Responsabile Area Fashion Patrizia Skaf [email protected] Responsabile Area Cultura Melania Ciocca [email protected] Responsabile Area Food Mattia Luciani [email protected] Shooting Viola Carlotta Buttarelli Claudia Mileti [email protected] Corrispondenti Nord Italia Stefano Cascioli Centro Italia Domenico Fusco Sud Italia Maddalena Custo Isole Eleonora Salvi Corrispondente Brasile Chiara Rimoldi Illustratore Filippo Magliari [email protected] Redazione Viola Carlotta Buttarelli [email protected] Marco Dionisi [email protected] Liv Enqvist [email protected] Francesco Pattarino [email protected] Lucia Pattarino [email protected] Lucio Pellegrino [email protected] 4 Chiara Rimoldi [email protected] Riccardo Maria Rocchi [email protected] Ezio Salvatori [email protected] Website Francesco Sani [email protected] Publisher Associazione Made in Italy [email protected] Traduzione curata da Liv Enqvist [email protected] Stampa a cura di: Zesi Tipografia s.r.l. 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ITALIA COMUNICAZIONI Mail [email protected] Tel. 393 2066219 Velletri Tribunal Registration Number 8/09 mod. 43 – n. 10563 cron. del 20-05-2009 X.LUXURY.EXCELLENCE.EXCESS. is a registered mark. Ufficio italiano brevetti e marchi RM 2009 C 001831. Quarterly issued. Dopo l’estate, con ancora nell’aria l’atmosfera delle ferie… isole, sole, mare, bollicine, aperitivi, amici, relax e allegria, ecco l’editoriale di settembre. Editoriale Dovrebbe essere molto facile scrivere su lusso, eccellenza ed eccesso del Made in Italy, invece la vita, che è bella sempre anche se alle volte ti spaventa, mi ha portata per tutto luglio e agosto all’improvviso nel reparto di ematologia dell’ Umberto I di Roma insieme a mio figlio di 16 anni. Due mesi vissuti completamente dentro un reparto pediatrico dove all’inizio vedi soltanto dolore, paura e incertezze. Oggi dopo due mesi trascorsi in quel luogo mi viene da pensare che su lusso, eccellenza ed eccesso “made in Italy” in un ospedale c’è molto da scrivere. Non intendo parlarvi del Made in Italy vero e proprio, ma di qualcosa di ancora più speciale: il modo di amare italiano. Sono sempre più convinta che noi italiani non possiamo essere di esempio al mondo in materia di organizzazione, caratteristica non affine all’essere creativi e passionali, ma se parliamo di sentimenti… nessuno ci batte! Il lusso per me in questi due mesi? Addormentarmi e svegliarmi scambiando sguardi d'amore intenso con mio figlio, dedicando tutta la giornata solo a lui, giorno dopo giorno, completamente uniti, avendo bisogno soltanto di stare insieme… anche la paura è servita a legarci ancora di più. Il lusso di avere veri amici presenti, vicini, sempre pronti ad aiutarci, come il caso di una bellissima attrice italiana di 72 anni, una volta intervistata da me e diventata ora una cara amica che mi chiama e mi dice: "tesoro, sono vecchia ma sono sana… se avete bisogno di un midollo osseo, mi offro come donatrice”. Il vero lusso? Un mondo senza cancro. L'eccellenza? I volontari, assistenti, infermieri e medici come la Dott.ssa. Anna Testi una donna fisicamente minuta, ma di grande forza, intelligenza, determinazione, un medico una missionaria! Guarda gli occhi di una mamma e le assicura che suo figlio non morirà! La Dott.ssa Testi sa che una mamma forte fa parte del protocollo ed è indispensabile per la cura, così lei trasmette forza, fiducia e speranza, ma anche tanta disciplina, mi ricorda la scienziata Rita Levi Montalcini… con 50 anni in meno. L'ematologia dell’Umberto I a Roma è un reparto di donne… dottoresse! Mi è venuto in mente l'ultimo concerto di Gianna Nannini che sono andata a sentire con mia figlia Stephanie, alla fine Gianna indossa una giacca con la scritta dietro "God is a Woman". L’eccesso? Il volontariato, la componente fondamentale e imprescindibile dell'attività sanitaria, il valore dell'aiuto spontaneo di un uomo o di una donna che tende la mano ad un altro essere umano senza aspettarsi niente in cambio: un eccesso in un mondo in cui tutto chiede puntualmente il suo prezzo. La frase più bella dell'estate? "IO CI SONO". Che bello quando hai bisogno di qualcuno, gli chiedi aiuto e lui prontamente senza pensarci ti risponde: "IO CI SONO". Patrizia Skaf 5 Here come's September's editorial after the summer, with the ambience from the holidays still in the air...islands, sun, sea, bubbles, aperitifs, friends, relax and cheerfulness. Editorial It should be very easy to write about luxury, excellence and excess that is Made in Italy. Instead life, which is always beautiful even if it scares you sometimes, unexpectedly made me spend all July and August in the department of hematology at Umberto I hospital in Rome together with my 16 year old son. Two months lived completely inside a pediatric ward where you only see pain, fear and uncertainty in the beginning. Today, after these two months in that place, I think that there are many things one could write about luxury, excellence and excess "made in Italy" in a hospital. I don't intend to talk about the proper Made In Italy but about something even more special: the Italian way to love. I'm more and more convinced that we Italians can't lead an example when it comes to organization, a characteristics that isn't aligned with being creative and passionate...but if we talk about feeling there's no one who beats us! What has been luxury for me these two months? To fall asleep or wake up and exchange intense loving looks with my son, dedicating all day to him only, day after day, completely united, to just need to be together...the fear has also served to strengthen our bond. The luxury to have real friends present, close, always ready to help, as in the case of the very beautiful 72 year old actress, who became a treasured friend after I had interviewed her. She called me and said:" dear, I'm old but healthy...if you need bone marrow I offer myself as a donor. What is real luxury? A world without cancer. Excellence? The volunteers, assistants, nurses and doctors such as Dr. Anna Testi, a physically small woman but with a great strength, intelligence and deter- 6 mination, a missionary doctor! She looks in the eyes of a mother and assures that the child will not die! Dr. Testi knows that a strong mother is a part of the protocol and indispensable for the cure, so she transmits strength, faith and hope but also a lot of discipline. She makes me think of the scientist Rita Levi Montalcini... with 50 years less. The hematology department at Umberto I in Rome is a women's department... female doctors! The last concert of Gianna Nannini that I went to together with my daughter Stephanie came to my mind, in the end Gianna wears a jacket with " God is a Woman" written on the back. Excess? The volunteering, a fundamental component, indispensable to health care, the value of the spontaneous help of a man or a woman who reaches out a hand to another human being without expecting anything in return: it's an excess in a world where everything has a price. The most beautiful sentence of the summer? " I AM HERE". How beautiful when you need someone, you ask for help and he answers straight away without thinking: "I AM HERE". Patrizia Skaf 7 8 TESTI RICCARDO MARIA ROCCHI/FOTOGRAFIE RICCARDO MARIA ROCCHI CAPRI. IL LUSSO DEL TEMPO. Il lusso del tempo, del perder tempo, del perdersi nel tempo… potrebbe essere questo il tema del prossimo viaggio a Capri. Fuori stagione, si potrebbe dire, fuori dallo stress dell’abbronzatura, dalla frenesia dello shopping, dal rito dell’aperitivo, del vedere e farsi vedere, dalla cena in allegria a tutti i costi, dai ravioli e dalla onnipresente torta caprese, dai locali notturni, dal tirar tardi, dal ballare sui tavoli accalcati in “boite” nostrane, dall’alba a Punta Tragara… fuori da tutta la mondana Capri, la meravigliosa Capri. Nel mese di marzo o di aprile, oppure ad ottobre o novembre, l’isola non è nella morsa del caldo e del turismo; quando i collegamenti con la cosiddetta “terra ferma”, a volte interrotti per il mare troppo agitato, si fanno più rari, Capri torna ad essere “isola”. Si parla con la fornaia, il macellaio, il giornalaio; le “vendeuse” delle boutique hanno sembianze di donne, madri, fidanzate e i paesani si fermano anche solo per brevi chiacchiere e scambi di battute invece di correr via indaffarati. La luce è comunque chiara ed il particolare microclima permette lunghe fioriture da eterna primavera. Il mare resta lontano, il tempo è come dilatato e le giornate anche se più brevi hanno una lunghezza diversa… come dilatate. C’è tempo per fare molte cose… niente…! the staying up late, the dancing on the tables in crowded bars, the dawn at Punta Tragara... away from the jet setting in Capri, this wonderful Capri. During March or April, or October, November, the island is no longer in the grip of heat and tourism. Capri becomes an "island" anew when the connections with the so called "terra ferma" (solid ground) are cancelled because of rough sea.One talks to the baker, the butcher, the newsagent; the shop assistants in the boutiques seem to be women, mothers, girl friends and the villagers stay to chat and change some words instead of just rushing by. The sunlight is strong however, the special microclimate makes flowers bloom as if there was an eternal spring. The sea stays far away, time seems expanded and even the shortest days have a different length...as if they were dilated. There is time to do many things... or nothing at all...! CAPRI. THE LUXURY OF TIME. The luxury of time, to lose time, to get lost in time...this could be the theme on the next trip to Capri. Off season, one could say, without the pressure to get tanned, to go on shopping frenzies, the aperitif ritual, to people watch and to be seen, the joyful dinner to any cost, the raviolis and the ever-present Capri cake, the night clubs, 9 10 PASSEGGIATE CAPRESI: “VERSO VILLA JOVIS” ARCHITETTURE, RICORDI, NOTIZIE, DICERIE. Mi perdo nella qasbah dei vicoli “arabi” intorno la piazza, così vicini eppure così inesplorati. A pochi metri dal “salotto” di Capri trovo la chiesa di Sant’Anna, ormai deposito per le congregazioni umanitarie, con il suo sagrato irregolare che sgomita tra le case e che brandisce a minaccia una tronca colonna. All’interno, le sue semplici navate sorrette da colonne e capitelli romani, bottino di spoliazioni e furti cristiani da una delle ville del terribile (ma forse no..) Tiberio. E proprio verso “Tiberio” sono diretto. Il toponimo indica una parte di Capri all’ombra della più grande e famosa delle ville dell’imperatore. Il percorso è in salita e lungo e di certo il “fuori stagione”, con le sue temperature miti, mi aiuta. I gradoni sopramonte immettono in una stradina che, a mezza costa, raggiunge la “croce,” quadrivio di percorsi e di situazioni, luogo di incontro improvvisato delle genti STROLLS IN CAPRI: "TOWARDS VILLA JOVIS" ARCHITECTURE, MEMORIES, NEWS AND RUMORS. I get lost in the qasbah of small "arab" streets around the square, so close but still so unexplored. A few meters away from Capri's "living room" I find the church of Sant'Anna, nowadays a seat for humanitarian congregations. The irregular churchyard is elbowing the crowd of surrounding houses and has an antique column to take to its defense. Inside, the simple naves are held up by roman columns and capitals, these are the booty of the christians pillaging from one of the villas belonging to the terrible (but maybe not...) Tiberius. And it's towards Tiberius that I steer my step. The toponymy indicates a part of Capri in the shadow of the emperor's largest and most famous villa. The road is uphill, long and for sure "offseason" , the mild temperatures helps me. The steps that leads uphill goes into a small road that halfway 11 della parte alta dell’isola che da qui si tuffano nella vita del paese e punto di sosta naturale nel percorso verso le molte mete da qui raggiungibili. La tentazione di proseguire per l’Arco Naturale, per la Piazzetta delle Noci, per Matermania o per Pizzo Lungo è forte, ma i gradini ed il piccolo cancello della chiesetta della Croce mi riportano sulla “retta via”. La panchina ombreggiata da un albero di acacia invita a far riposare il corpo, ma soprattutto la mente e l’animo. Una vicina fontanella disseta solo i fiori dell’estemporaneo vivaio allestito sui muretti che costeggiano la strada. Mi prendo del tempo per osservare l’andirivieni, svelto per la discesa, lento per la ripida salita e penso al naturale svolgersi della vita quando a volte il tempo sembra non bastare e a volte non passare mai. Entro nel giardino, ex piccolo cimitero ‘600esco durante la peste, che introduce alla chiesa: l’enorme buganvillea che quasi soffoca il portico sembra ricordare come la natura e gli elementi naturali a Capri abbiano spesso il sopravvento sull’uomo e di come forme e decorazioni barocche, che troviamo in altre chiese dell’isola, siano qui sostituite dalla vegetazione lussureggiante che circonda e avvolge il piccolo edificio. La piccola chiesa medioevale della Croce o di San Michele, sfrattato dall’originale chiesetta sul vicino monte omonimo, è un vero eremo di campagna: semplicissima, con le volte imbiancate a calce e l’assenza di decorazioni che le dà un’eleganza che precede di secoli, un esempio di “less is more” per dirla con Mies van der Rhoe. La cubica ed austera costruzione di Villa Sarah, su progetto di Adalberto Libera, riporta al ‘900, mentre un asilo anni ’70 mi precede al cancello della Monetella, villa costruita sul finire dell’800 da un pittore russo, tale Dembovsky. Abitata poi dai coniugi Lunacarskij, le loro colme librerie rifornite direttamente dalla Russia, diventò lo scenario degli incontri della famosa “Scuola di Capri” in cui intellettuali russi, primo tra tutti Gorkij, miravano alla formazione dei futuri dirigenti del partito operaio russo. Ho avuto la fortuna di visitare la casa e ricordo l’atmosfera “cosy” degli interni vissuti e una fantastica, piccolissima pergola rotonda completamente avvolta da un profumato gelsomino, con un pavimento in maiolica blu da far invidia alla famosa grotta. Continuo lungo la strada lungo la quale alti muri e stra12 reaches the crossing, "la croce", a place where four roads and different situations meet. There are sudden encounters between people from the other side of the island that are going downtown, it's also a natural resting point before you continue towards one of the many places you can reach from here. The temptation to continue the natural arch, La Piazzetta delle Noci, to Matermania or Pizzo Lungo is strong but the steps and the small gate in front of the chapel called 'della Croce' brings me back on the right way. A bench shadowed by an acacia tree invites you to rest your body, but most of all your mind and soul. A fountain nearby quenches only the thirst of the flowers growing in the improvised garden on the walls that encloses the road. I take my time to observe the comers and goers, some walk fast because they go downhill, others slow because they walk up the steep slope. It makes me think of how life goes on how you sometimes never seem to have enough time and other moments when time never seems to pass. I enter the garden, it was a cemetary during the plague in the 17th century. It leads me to the church, there is a huge bougainvillea that almost suffocates the door, it is a reminder of how the nature in Capri often has had the upper hand. Baroque decorations that you find in the other churches of the island is substituted by the rich flora that surrounds the small building. The small medieval church of Croce or San Michele, evicted from the original church upon the mountain with the same name, is a real countryside hermitage. It's very simple, with whitewashed walls, the absence of decorations gives it an elegance that is before its time, an example of "less is more" to say it with Mies van deer Rohes words. The cubic and austere construction of Villa Sarah, a project of Adalberto Libera, in 20th century style while a there is nursery school from the 70's just before gate of Monetella, a villa constructed by a Russian painter in the end of the 19th century. The Lunacarskij family lived there. Their bookshelves were full of books bought directly from Russia and it became the place where the "Capri School" with Gorkij in the lead, held their meetings. They were aiming to educate future leaders of the russian labour's party. I have been lucky to have visited the villa and I remember the cosy athmosphere of lived-in interiors. There is a fantastic, tiny round pergola with blue majolica tiling that makes even the Blue Grotto jealous, all surrounded in by fragrant jasmine flowers. Continuing along the street where the high walls, extravagant vaganti nomi nascondono ville che, con cancelli fioriti, lasciano solo immaginare la loro bellezza. Villa Moneta attira la mia attenzione con il suo colonnato di ingresso. Le forti colonne non sostengono nulla se non il passare degli anni che sembra pesare sulla dimora che, come un’elegante donna anziana, porta con orgoglio la sua nobile vecchiaia e con dignità mostra i segni evidenti dell’umidità e delle intemperie. Uno stretto vicolo la cinge per intero e permette di ammirarla silenziosa nella sua eleganza fanée. Una piccola e folta pineta protegge la costruzione che agli inizi del ‘900 il pittore Siviero arricchì con pavimenti in ceramiche decorate, simili nella policromia a tappeti persiani. Balconi, logge, merlature, scale e inferriate lavorate con antica maestria la rendono quasi un’architettura barocca mentre uno sbuffo d’aria condizionata posizionata sul terrazzo mi fa pensare con angoscia ad un inevitabile restauro che le farebbe perdere per sempre il suo fascino decadente. Incontro poi altre ville, altri cancelli, viali. Villa La Schiava, già del pittore Gandais e centro della vita mondana della Capri fine ‘800: schiavi forse i proprietari, per sempre legati alla natura e al fascino di Capri. Pergole fiorite e reperti archeologici sparsi mi indicano l’amore per questi luoghi e la presenza muta dell’imperatore. Intravedo finalmente Villa Jovis, sulla sommità del monte Tiberio, ruderi imponenti e panorami mozzafiato, ma due turisti con zaino in spalla e scarpe da trekking mi ricordano che la meta del mio “perdermi” è nota ai più e il mio orgoglio di romantico viaggiatore è ferito a morte…..non ci sarà scoperta! Mi viene in mente il conte Fersen che fece costruire qui, proprio all’ombra della dimora di Tiberio, una villa neoclassica (che la leggenda vuole costruita con pietre portate a spalla da sole donne), per vivere in solitudine quasi assoluta il suo amore per Nino Cesarini e per l’oppio, protetto dalla terribile reputazione dell’imperatore suo vicino di casa, famoso per le sue perversioni e crudeltà. La villa, fascinosissima prima del restauro, avvolta dalla vegetazione, nascondeva e nasconde ancora in parte una “gloriette” neoclassica affacciata sull’infinito blu, avvinghiata alle rocce a strapiombo sul mare. Al suo interno, invece, una scala con una ringhiera in ferro avvolta di pampini e tralci d’uva porta a camere e terrazzi affacciati sul più famoso e decantato golfo del mondo. names and flowered gates are hiding villas which beauty can only be imagined. Villa Moneta attracts my attention with its colonnade at the entrance. The columns hold nothing but the passage of time that seems to weigh on the dwelling, like an elegant old lady, who wears her age with pride, showing the signs of humidity and storms. A narrow street embraces the villa and allows you to admire her silent faded elegance. There is a small and thick pine forest that protects the house that was constructed by the painter Siviero in the beginning of 20th century. He added the decorated tiles which are similar to persian rugs. Balconies, loggias, merlons, stairs and railings done with antique mastery almost turns it into a baroque architecture while a gust from an air conditioner makes me think with anguish how a inevitable restoration would make it lose its decadent charm forever. I pass other villas, other gates, streets. Villa La Schiava (Villa Slave) it belonged to the painter Gandais and was the center of Capri's social life back in the end of 19th century. Maybe the owners were slaves, forever bound to the charm of Capri and its nature. Pergolas in flowers and archeological finds are showing me the love for these places and the silent presence of the emperor. Finally I catch a glimpse of Villa Jovis, on the summit of Mount Tiberius, with imposing ruins and breathtaking panoramas. Two tourist with backpackers and hiking shoes reminds me that the destination of my "getting lost excursion" is known by others and my pride as a romantic traveller is deathly wounded...there will be no discovery! Count Fersen comes to my mind, he let built a villa in neoclassical style in the shadow of Tiberius home (the legend says it was constructed with stones exclusively carried by women). He lived here, in solitude with his love to Nino Cesarini and to opium, protected by the terrible reputation of his neighbor Tiberius, famous for his perversions and cruelty. The villa, which was very fascinating before it was restructured is embedded in green. It hid and is still hiding a part of a neoclassical "gloriette" facing the endless blue, clinging on the steep cliffs over the sea. On the inside there is a staircase where an iron railing full of climbing vines leads to rooms and terraces that faces the most famous and lauded gulf in the world. The Guardian and his family lived in the large antique kitchen decorated with geometrical yellow and brown majolica tiles from Naples. They used it as living room, dining room, bedroom, 13 La famiglia del guardiano viveva in quella che era l’antica, grande cucina, con maioliche napoletane dal disegno geometrico giallo e marrone, diventata per loro salotto, pranzo, letto, ripostiglio e, ovviamente, anche cucina. Entrare nell’ambiente così vissuto era come trovarsi nella scenografia di un’opera di Eduardo De Filippo. La mancanza di arredi e il solaio del salone crollato sulla fumeria d’oppio non diminuivano il fascino decadente della villa, imponente, misteriosa, bizzarra, ridotta ormai ai nostri tempi, solo a contenitore di “convegni” e “mostre temporanee”. Torno quindi veloce sui miei passi, rapido per la discesa, verso il cuore di Capri, la piazza, “la piazzetta”, rifuggo dalla meta “consigliata” dalla guida tascabile….l’appuntamento con Tiberio è rimandato….magari lo incontrerò in un’altra delle sue numerose residenze sull’isola. 14 closet and of course as kitchen. To go inside a place that is so lived-in like this, is like entering a scenography in one of Eduardo De Filippo's plays or films. The lack of furniture and the ceiling that has collapsed on top of the opium den doesn't decrease the villa's decadent charm. Today the imposing, mysterious, bizarre is reduced to a hosting conventions and temporary exhibitions. So I quickly go back the way I came, fast since it's downhill, towards the heart of Capri, the square, "la piazzetta", escaping from the advised sight in the guidebook...my meeting with Tiberius is postponed...maybe I'll meet him in one of his other numerous residents on the island. PASSEGGIATE CAPRESI: “VERSO PUNTA CANNONE” ARCHITETTURE, RICORDI, NOTIZIE, DICERIE. Un vero caffè, no cappuccino o varianti e rivisitazioni, le “3 C”: Caldo, Comodo ed in Compagnia, come dice il proverbio di antica saggezza. E io sono in compagnia della Capri e dei capresi veri. Salgo i gradini della piazza, vetrina di gerani “ormonati”, non più cavea spontanea per ragazzi sfaccendati, e stretto tra la chiesa e Palazzo Arcucci, tra i più antichi dell’isola, mi chiedo quali paure e minacce abbiano spinto ad oscurare e voltare le spalle ad un panorama ed a una vastità come il golfo di Napoli che, specialmente al tramonto, toglie il fiato. Continuo con lunghi passi per i larghi gradini del trecentesco Palazzo Ferrace per il vicolo Madre Serafina, dal quale o attraverso il quale, come in un tunnel spazio temporale, giungo alla terrazza della chiesa di S. Teresa, dove mi saluta l’eclettica, bizzarra Villa Narcissus del famoso pittore“vesuvista” Coleman, prima di una serie di case abitate da artisti e intellettuali vissuti a cavallo tra ‘800 e ‘900. Una strana tripla scalea che sembra salire verso il Monte del Castiglione mi porta invece in quello che una volta era il chiostro del convento delle teresiane. Dopo Gioacchino Murat, i francesi convertirono il convento e il chiostro in caserma e successivamente in carcere: frazionato, ferito e semi abbandonato è ormai ridotto a cortile condominiale, ma in qualche modo tra gli alberi di arancio, il pozzo e le altissime volte del porticato riesco ad immaginare le suore oranti in estasi mistica. Un asilo occupa parte del primo piano, dove bambini ignari dell’enorme valore commerciale del loro spazio giochi, giocano sotto le slanciate volte e si rincorrono nei lunghi e suggestivi corridoi. Dalle finestre vedo una Capri diversa, cupole, “astrici solari”, stenditoi, il Monte Solaro e poi il Vesuvio e su tutto sembra incombere la mole del Castiglione, fortezza medioevale su costruzioni romane ora, unica, inaccessibile villa privata. Torno sui miei passi, sento lontano le grida gioiose; mi affretto sulla strada seguendo le indicazioni per Punta Cannone. Alte mura nascondono le ville, forse più a difesa da sguardi “pettegoli”che da pericoli reali. Leggo su di loro pagine della storia intellettuale, artistica, mondana e a volte tragica di Capri e d’Italia. Villa Castello con le sue sette porte di ingresso che ha visto succedersi proprietari a dir poco particolari, come i pittori Anderson, intenti CAPRESE STROLLS: TOWARDS "PUNTA CANNONE". ARCHITECTURE, MEMORIES, NEWS AND RUMORS. A real coffee, no cappuccino or other variants or remakes. In Italian, the three C's: caldo, comodo, compagnia. It means warm, comfortably and in good company as the old wise proverb says. And I'm in the company of Capri and genuine Caprese people. I go up the steps to the square, full of geraniums that seem to be on steroids and no longer a spontaneous meeting point for idle kids and teenagers. It's narrow a passage between the church and Palazzo Arcucci that are one oldest buildings on the island. I ask myself what kind of fears and threats that pushed them to obscure and turn their backs on the vast open space like the Gulf of Naples. The panorama is breathtaking, especially at dawn. I continue swiftly towards the large steps of the Palazzo Ferrace from the 14th century and take the small street called Madre Serafina. I go through this street like a tunnel for time traveling, and I come out on the terrace of S. Teresa, where I'm greeted by the eclectic and bizarre Villa Narcissus. It's the place where the famous painter "vesuvista" Coleman lived, close to a group of houses inhabited by artists and intellectuals in the time between the 19th and 20th century. A strange triple staircase that seems to lead up towards Monte del Castiglione but they lead me to what once was the cloister of a Teresian convent. After Gioacchino Murat the convent was transformed into a military barrack and after that into a prison. Nowadays it's fractioned, hurt and half abandoned and reduced to an ordinary backyard. But somehow, between the orange trees, the well and the very high arches of the portico I can imagine the praying nuns immersed in mystical ecstacy. There is a kindergarden on the first floor. The children run around under the arches and chase each other in the long suggestive corridors. They are unaware of the enormous commercial value of their playground. I see a different Capri from the window, cupolas, flat roofs, drying racks, Monte Solaro and Vesuvius. On top of everything is the mole of Castiglione, a medieval fortress built on top of roman constructions which is a private villa today, inaccessible and unique. I walk back the way I came and hear joyful screams; I hurry down the road following the signs for Punta Cannone. High walls are hiding the villas, maybe they are more a pro15 16 più alla salvaguardia della rispettabilità dei troppo facili costumi della colonia “intellettuale” della Capri fine ‘800, che all’arte; Thomas Jerome, “l’avvocato di Tiberio”, che del riscatto della figura storica dell’imperatore aveva fatto scopo di vita; il principe Caravita di Sirignano, ultimo proprietario, del dilapidare nella bella vita ingenti fortune ereditate. Villa Mura, del principe d’Assia, sposo della sfortunata Mafalda di Savoia, morta in campo di concentramento. Villa Ca’ del Sole e Villa Alba, entrambe di proprietà del pittore J.T.White, vedutista romantico e prolifico, e poi di Checca (Frances) Lloyd, ricchissima mondanissima ereditiera australiana legata da un burrascoso legame sentimentale alla bellissima baronessa Mimì Franchetti. Divenute poi tection from indiscreet glances than real dangers. In these villas I read Capri's and Italy's intellectual, artistic history and their glamourous but sometimes tragic life. Villa Castello, with its seven gates, has seen quite odd owners succeed each other. One was Anderson in the late 19th century, a painter who was more absorbed in safeguarding the respectability of the too slothful habits of the intellectual colony in Capri. Then there was Thomas Jerome, "Tiberius' lawyer", who has pursued the scope of redeeming the historical image of the emperor his entire life. The last owner was the prince Caravita di Sirignano, who squandered his huge inherited fortune on a life of pleasure. There is Villa Mura which belonged to the prince of Assia, married to the unlucky Mafalda di Savoia, who died in an concen- proprietà del miliardario americano Vanderbilt passarono quindi a Laetitia Cerio, pittrice raffinata e figlia di Edwin, nume tutelare delle bellezze dell’isola. Ora, divise e trasformate, le ville accolgono illustri sconosciuti proprietari. La stradina con gradoni sale ripida ed un po’ faticosa e fa pensare alla principessa Lanza di Scalea che si faceva trasportare dal paese alla sua villa su una portantina, da vera matrona del jet set inizio ‘900; altre ville ancora, altri fortunati proprietari, gli attori Valli e De Lullo nel loro fortino di pietra, lo stilista Ferragamo con la sua magnifica Villa Mediterranea, con terrazze e giardini che hanno per confine solo il mare ed il cielo, e poi altre dimore, altre storie, alcune troppo private, alcune dimenticate per sempre. Finalmente Belvedere Cannone. Un vero cannone c’era, tration camp. Villa Ca' del Sole and Villa Alba were both the painter J.T. White's property, he was a romantic landscape painter and prolific. Then they belonged to Checc (Frances) Lloyd, a super rich, jet setting, Australian heiress who had stormy love affair with the beautiful Baroness Mìmì Franchetti. After that the American billionaire Vanderbilt bought them and passed them on to Laetitia Cerio, a refined painter and Edwin's daughter, tutelary deity of the island's beauties.They are divided and transformed today, and host illuminated unknown owners. The little road with big steps is steep and a bit tiring, it makes me think of the princess Lanza di Scalea who let herself be carried in a sedan chair to the village, just like a real jet set matron in the beginning of the 20th century. There are other portato dagli inglesi nel 1808, ma il luogo non ispira certo alla guerra. Il panorama è mozzafiato e abbraccia quasi per intero il versante sud dell’isola. Si distingue il monte San Michele, con il fortino napoleonico e il parco romantico di ispirazione anglosassone che lo nasconde, la valletta di Tragara, con le “camerelle” di origine romana, oggi lussuose boutique, la certosa, meraviglia medioevale quasi dimenticata, gli incredibili giardini di Augusto, più nidi d’aquila fioriti che parco pubblico, i faraglioni, forse le rocce più fotografate, amate, sognate, invidiate al mondo, testimoni possenti e silenziosi di storie e misfatti, ultimo regno della incredibile lucertola azzurra, e poi la Marina Piccola con l’incombente Monte Solaro da cui il pirata Barbarossa dominava sui mari “del sud” e l’enorme villas, other fortunate owners, the actors Valli and De Lullo in their stone fortress, the designer Ferragamo with his magnificent Villa Mediterranea with terraces and gardens that are surrounded only by the sea and the sky. Then other homes, other stories, some of them too private others forever forgotten. Finally I reach the Belvedere Cannone. It was a real cannon brought by the British in 1808, but the place does certainly not inspire to war.The view is breathtaking incredible and covers almost the entire south side of the island . One can see Monte San Michele from here, with its Napoleon fortress that hides the English inspired romantic parc. There is the glen called Valletta di Tragara with the "camerelle" from Roman times, full of luxurious boutiques today. There is the Certosa, a medieval marvel that is almost forgotten, Augustus' incredible gardens grotta delle felci abitata dagli uomini del Neolitico e poi, onnipresente, il blu, l’infinito blu che arriva in Sicilia e poi in Africa. Una sosta, del tempo, lasciarlo passare inesorabile e sentirsi accarezzare, come dalla brezza che spira quassù. Percepire per la prima volta il “sesto senso” che è dato dall’assoluta consapevolezza e contemporaneità degli altri cinque, conosciuti, sollecitati e messi in questo luogo a dura prova. Raramente esistono luoghi dove la natura, gli elementi naturali, l’uomo, l’arte e la bellezza possono convivere stranamente in armonia da secoli. Capri ..e ancora Capri! that are more like eagles nests in flowers than public parcs. The faraglioni stacks might be the most photographed, loved, dreamed and envied in the world. Mighty and silent testimonies of stories and misdeeds, the last kingdom of the incredible blue lizard. There is Marina Piccola with incumbent Monte Solaro where the pirate Barbarossa dominated his seas of the South from. The enormous cave of the fern which was inhabited during the Neolithic and then beyond is the omnipresent blue that comes from Sicily and Africa. A break, to stop the time, to let it pass inexorably and to feel caressed by it, like the breeze that blows up here. To perceive the sixth sense for the first time, given by the absolute consciousness and synchronicity of the other five that are known, solicited and put on a hard test in this place. There are rarely places where nature, natural elements, man, art and beauty can live strangely together in harmony since hundreds of years. Capri ...is still Capri! 17 PRESI PER GOLA. La pizza più fragrante e stuzzicante, panzerotti, calzoni, spaghetti “a modo mio”, delizie al limone, babà…. Nella più verace pizzeria di Capri, un tavolo vicino all’antico forno dove Silvio, come un giocoliere, sforna meraviglie per il palato, o nella veranda affacciata sul Golfo, in compagnia del sorriso di (zia) Pina e di Raffaella. “Da Gemma” via Madre Serafina 6 081 8370461 Il cortile ricorda un riad di Marrakech; la sala da pranzo è un salotto con divani, un enorme lampadario e persino un letto; la cucina, l’orto e il limoneto farebbero la felicità di molti. Tra madonne sotto campane di vetro e mobili vintage, da “E’ divino” per assaporare una cucina semplice e autentica o per bere un bicchiere tra amici. “È divino” vicolo Sella Orta 10 081 8377953 Da non perdere. Con la luna piena riflessa sul mare, sotto la pergola, nel verde, in una atmosfera rilassante e nel silenzio, si dimentica la camminata per arrivare sin lassù. Peccato per il servizio, un po’ lento e a tratti scostante. “Le Grottelle” via Matermania 3 081 8375719 Solo d’estate, dopo un tuffo dagli scogli, le terrazze sul mare sono un fantastico teatro per assaporare una “insalata fontelina”, che non ha nulla dell’insalata ma è tutta una festa di sapori. O per gustare i più buoni spaghetti pummarola e basilico del mondo, semplicissimi ma unici. E poi pesce freschissimo e dolci sublimi, il tutto annaffiato da sangria bianca ghiacciata. Non aspettatevi, però, l’esclusività e la solitudine della famosa pubblicità di “Light blu” di D&G…..! D’obbligo la risalita a piedi. Bagni La Fontelina ai Faraglioni 081 8370845 18 DOLCI SONNI. Una villa anni ’40, con terrazze color del mare e i faraglioni che vi danno il buongiorno. Se la vista è impareggiabile, è però difficilissimo trovar posto a meno che qualche cliente super affezionato non disdica all’ultimo momento. Cucina semplice, a conduzione familiare. Villa Krupp viale Matteotti 12 081 8370362 Chic, discreto, per pochi, con una terrazza ristorante e una piscina che sfidano la legge di gravità, per una indimenticabile vista su Capri e su Marina Piccola. Villa Brunella via Tragara 24 081 837 Praticamente in piazzetta, piccolissimo (3 camere), accogliente e ricercato come una casa di veri amici, Fabio con “verve” caprese soddisferà ogni vostro capri...ccio ! Dolce Vita Capri luxury rooms via Roma - 333 5099389 PICCOLI, GRANDI REGALI DA CAPRI. Soffici “bacetti” dolci o salati e le specialità del forno. “Sfizi di pane” in via Parroco R. Canale Cultura, storia locale, stampe antiche e …libri, come in un salotto culturale d’altri tempi. Libreria “La Conchiglia” in via Le Botteghe ed in via Camerelle Gioielli unici e particolari ispirati dalla natura caprese. “Grazia Vozza gioielli” in via Fuorlovado Frutta e verdure dell’orto e un’imperdibile cascata di peperoncini “apotropaici”. Frutteria di via Longano a pochi passi dalla piazzetta Il profumo della cialda calda per i coni gelato vi guiderà fin qui. Da non perdere anche il take away “rustico” per improvvisati spuntini fuori orario. Gelateria artigianale Buonocore in via V. Emanuele Quattro sorelle ed un’amica…. moderne penelopi creano mantelle, abiti, sciarpe, casacche ed altre meraviglie morbidi ed avvolgenti… capresissime!! Farella via Fuorlovado I pull in cachemere con i colori più sensazionali ed introvabili per un lussuoso fashion souvenir. Russo Uomo in via Camerelle CONSIGLI CAPRESI TAKEN BY THE THROAT. The most fragrant and tempting pizza, panzarottis, calzones and pasta "my way", lemon desserts, rum babas... Take a seat at a table close to the antique oven to see Silvio making pizzas like juggler. Out of the oven of in Capri's most genuine pizzeria comes wonders for the palate. Or sit by a table on the terrace facing the gulf of Naples in the good company of the smiling Pina (the aunt) and Raffaela. “Da Gemma” via Madre Serafina 6 081 8370461 The courtyard is similar to a Moroccan raid; the dining room is a living room with sofas, a huge chandelier and even a bed; the kitchen, the garden and the lemon tree plantation would make many happy. Take a drink with friends or eat simple and authentic dishes between madonnas in bell jars and vintage furniture at "E' divino". “È divino” vicolo Sella Orta 10 081 8377953 Do not miss this. With the full moon being reflected in the sea, under a pergola, in the middle of the green with a relaxing and calm atmosphere you forget the walk to arrive all the way up. Just a pity for the service which is a bit slow and not very friendly. “Le Grottelle” via Matermania 3 081 8375719 It's only open in the summer. Go here after a dip from the rocks, the terraces by the sea are like a fantastic theater and enjoy a "insalata fontelina" that has nothing to do with salad but is a feast of flavors. Or why not eat the most delicious pasta "pummarola e basilico" in the world, very simple but unique. Then there is extremely fresh seafood and sublime deserts, water it all with ice cold white sangria. Don't expect the exclusivity and solitude you see in the famous D&G commercial for "Light Blue"...! You have to return up by foot. Bagni La Fontelina ai Faraglioni 081 8370845 SWEET DREAMS. A villa from the 40's with terraces that has the same colour as the sea and the Faraglioni that greets you in the morning. The view is unbeatable and it's hard to find a free room if not some loyal customer happens to cancel their reservation last minute. Unpretentious food and family run. Villa Krupp viale Matteotti 12 081 8370362 Chic, discreet, for a limited number with a restaurant and swimming pool that challenges the law of gravity. For an unforgettable view of Capri and Marina Piccola. Villa Brunella via Tragara 24 081 837 Basically right in the piazzetta, very small (3 rooms), welcoming it feels like being in a very good friend's home. There is Fabio with caprese energy that satisfies every need or caprice! Dolce Vita Capri luxury rooms via Roma - 333 5099389 BIG AND SMALL GIFTS FROM CAPRI. Soft salty or sweet "kisses" are the bakery's speciality. “Sfizi di pane” in via Parroco R. Canale Culture, local history, old prints and... books, just like a cultural living room in other times. Libreria “La Conchiglia” in via Le Botteghe ed in via Camerelle Unique jewelry and designs inspirated by the nature on Capri. “Grazia Vozza gioielli” in via Fuorlovado Homegrown fruit and vegetables and a waterfall of "apotropaic" chili peppers. Frutteria di via Longano a pochi passi dalla piazzetta The scent of the warm waffles, made for the ice cream will lead you all the way here. Don't miss the "rustico" take away if you want a snack at any time. Gelateria artigianale Buonocore in via V. Emanuele Four sisters and a friend... modern versions of Penelope create capes, dresses, scarfs and other soft and enveloping marvels... very much Capri!! Farella via Fuorlovado Cashmere pullovers in sensational colours that can't be found anywhere else makes a perfect fashion souvenire de luxe. Russo Uomo in via Camerelle CAPRI T I PS INDISCUSSA ICONA DELL’ELEGANZA, AMBASCIATRICE DEL MADE IN ITALY, FASHION EDITOR, COLONNISTA DI MODA PER VOGUE BRASILE E A FOLHA DE SÃO PAULO, AUTRICE DI TRE LIBRI DI SUCCESSO, COSTANZA PASCOLATO È SINONIMO DI STILE E BUON GUSTO. SENESE DI NASCITA E PAULISTANA DI ADOZIONE, FONDA CON IL PADRE SANTA CONSTANCIA, CONSIDERATA L’AZIENDA TESSILE PIÙ RINOMATA DEL BRASILE. TESTI CHIARA RIMOLDI FOTOGRAFIE CONSUELO BLOCKER/MARIANA MALTONI LO STILE SECONDO COSTANZA. 20 La moda è una cosa tradizionale, di famiglia. Appena arrivati in Brasile, nel ’46, mio padre ha investito nel ramo tessile. Il lavoro come fashion editor mi è stato offerto in virtù di ciò che rappresentavo, una donna elegante e ben introdotta nel jet set internazionale. Ero reduce da un divorzio da un importante banchiere americano, vivevamo tre mesi a San Paolo e il resto dell’anno a New York, frequentavo Warhol, Truman Capote, il glamour di quell’epoca non mi ha mai abbandonata. Lo stile, invece, è una conquista, un patto di fedeltà con se stessi che dura tutta la vita. Per questo motivo è difficile determinare se una donna ha veramente stile quando è giovane perché ancora molto sperimentale, alla ricerca della propria strada. Lo stile è ciò che si apprende e modella durante gli anni, una scelta che va al di là del sapersi vestire: ci sono altri ingredienti, come il comportamento, per esempio, che sono essenziali nella distinzione della propria signorilità. Il Brasile è un paese giovane dove la gente non ha la necessità di essere tradizionalista come in Italia. Quando mi incontro con le amiche a Firenze, non posso fare abbinamenti azzardati, non si aspettano uno stile del genere da una donna di 72 anni, mi troverebbero un po’ strana, perderei credibilità e, soprattutto, sarei esclusa dalle loro confidenze. L’eccellenza mi appartiene, da buona virginiana sono continuamente alla ricerca della perfezione, fa parte della mia essenza, un aspetto che a volte mi rende un po’ pretenziosa. Nel passato pensavo che il grande lusso fosse dedicarmi del tempo, tuttora lo trovo essenziale, ma con il trascorrere degli anni mi sono accorta che il vero lusso si nasconde nella semplicità. Il lusso è essere amica delle proprie figlie e riuscire a ridurre tutti i piccoli o grandi conflitti generazionali. Mia madre era straordinaria, mi ha spinta a diventare più furba di quello che in realtà ero per poterle essere complice. Vivo in un paese interessante perché nuovo e, a differenza dell’Italia che è antica e riesce a vivere di memoria propria, in Brasile la memoria praticamente non esiste. In Europa la si rispetta e usa a proprio beneficio, la cultura e la tradizione diventano degli strumenti per interpretare il convivio quotidiano. I ricchi brasiliani sono il prodotto di una storia fulminea, non hanno la preparazione psicologica e culturale per affrontare questo benessere, l’eccesso ne è l’inevitabile risultato. STYLE ACCORDING TO COSTANZA. She is an icon of elegance, an ambassador for made in Italy, a fashion editor, a columnist for Vogue Brazil and Folha de São Paulo, an author of three best selling books. Costanza Pascolato is synonymous with style and good taste. Born in Siena but adopted by São Paolo, she has founded Santa Costancia together with her father, the most renown textile company in Brazil. Fashion is a tradition in the family. My father invested in a textile business shortly after arriving in Brazil, in 1946. I was offered the job as a fashion editor because of what I represented, an elegant woman and lot's of connections with the international jet set. I had come through a divorce from a prominent American banker, we lived three months in Sao Paolo and the rest of the year in New York. I socialized with Warhol and Truman Capote, the glamour from that era has never left me. Style on the other hand is something you conquer, a pact of loyalty with yourself that lasts all your life. This is why it's hard to tell if a woman has style when she's young because she is still very experimental, looking for her own way. Style is something that you learn and shape during the years, a choice that is beyond knowing how to dress: there are other ingredients, such as your behavior, for instance, that are essential when it comes to distinguishing refinement. Brazil is a young country where people don't have to be traditionalists like in Italy. When I see my friends in Florence, I can't make bold mix and matches, they don't expect that kind of style from a 72 year old woman. They would think I'm a bit strange, I would lose my credibility and most of all, I would be excluded from their confidences. Excellence belongs to me, as a good virginian I'm always looking for perfection, it's a part of my true self, an aspect that makes me a bit pretentious sometimes. In the past I thought that the largest luxury was to dedicate myself time, I still find it necessary, but with the passage of time I came to realize that true luxury hides within simplicity. Luxury is to be friends with your own daughters and to reduce all small or big conflicts between generations. My mother was an extraordinary woman, she made me become more cunning that I actually was, so I could be her accomplice. I live in an interesting country because it's new, opposed to Italy which is antique and lives on its own memory, and memory does practically not exist in Brazil. In Europe people respect each other and use the culture and traditions for their own benefit, they become instruments to interpret the life together with others. Rich brazilians are products of a "thunderbolt history", they don't have the psychological or cultural preparation to face this kind of well being, excess is the inevitable result. 21 ALEXANDRE HERCHCOVITCH è istrionico, forse un pochino indie per il pubblico Italiano, ma sicuramente uno dei nomi più rappresentativi della moda brasiliana. GLORIA COELHO è ultraconcettuale, adatta ai mercati più evoluti in costante ricerca del particolare, del diverso, è la regina del lusso. o r t t a ici qu t s a t I fan REINALDO LOURENÇO è molto chic, molto delicato, sempre attento ai dettagli. 22 PEDRO LOURENÇO è semplicemente divino. È il nostro enfant prodige e ne andiamo molto fieri. Le prime sfilate erano molto concettuali, adesso invece sta iniziando a creare moda indossabile. È il talento più adatto a questi tempi. ALEXANDRE HERCHCOVITCH he's histrionic, maybe slightly too much indie for the Italian audience, but for sure one of the more representative names of Brazilian fashion. GLORIA COELHO is ultra conceptual, adapted to more evaluated markets that constantly are looking for something special, different, she is the queen of luxury. r u o f c i t s a nt a f e Th REINALDO LOURENÇO is very chic, very delicate, always attentive to detail. PEDRO LOURENÇO is simply divine. He's our infant prodigy and we are very proud of him. The first shows on the cat walk were very conceptual, but now he is started to create wearable fashion. He is a talent that is most adapted to our times. 23 LA SAGA CASTELLETTI. Una famiglia e l’amore per il vino. TESTI FRANCESCO PATTARINO/FOTOGRAFIE FRANCESCO PATTARINO Ad Pontem Brembi. Ponte San Pietro, un piccolo paese, poco più di diecimila anime a due passi da Bergamo. Il nome vi dice poco? Probabilmente non ricordate di esserci passati durante una delle scampagnate domenicali o di averlo sentito nominare nei racconti di amici e conoscenti. Eppure… Per gli enoappassionati, la località è rinomata. Da tempo immemore, a Ponte San Pietro ha sede la famiglia Castelletti, un’istituzione nel mondo del vino e dell’enologia d’eccellenza italiana. L’Enoteca dei sogni. L’hanno definita, negli anni, in svariati modi: enoteca, rivendita, bottiglieria, tempio, sancta sanctorum. Poco importa come chiamarla: state certi che se cercate una bottiglia irreperibile qui la trovate. L'Enoteca al Ponte viene fondata nel 1959 da quello che, sin dal 1936, era l’esercizio di famiglia: i Castelletti erano titolari di una drogheriaprofumeria con un vasto reparto di vini e liquori. Nonna Luigina, detta “La Regina”, gestiva e smerciava generi enogastronomici provenienti da ogni dove: persino le derrate della Compagnia delle Indie hanno varcato le porte dell’enoteca. 24 Una dinastia di successo. Chi ha dato lo slancio decisivo alla tradizione di famiglia è stato Italo Castelletti, uno dei primi sommelier d'Italia. Il suo nome è entrato di diritto nell’empireo dell’enologia italiana. Dagli anni ’60 in poi, il “maestro” ha precorso i tempi, mostrandosi autentico pioniere del gusto tra i suoi conterranei. Chi ha inventato quarant’anni fa il fenomeno dei wine-bar, che da anni riscuote un grande successo in tutto il Paese? Chi è stato fondatore del primo “Corso d’Addestramento Professionale per Aspiranti Sommelier” nel 1977? Chi ha intrapreso un paziente percorso di collezionismo di rarità provenienti dai cinque continenti? L'attività instancabile di Italo si è rivolta, sin dall’inizio, alla ricerca di piccole aziende in grado di produrre vini e distillati di altissima qualità. Accanto all’aspetto imprenditoriale, il desiderio di diffondere la cultura enologica ha visto Italo Castelletti promuovere numerose manifestazioni enogastronomiche di livello internazionale. Il figlio Luca ha seguito le orme paterne con grande competenza e umiltà. Sommelier professionista, importatore ed esportatore di vini, distillati e alimenti di qualità, ricopre diversi ruoli didattico-istituzionali all’interno dell’Associazione Italiana Sommeliers. Dal 1997 è anche tito- lare dell’Enoteca. Si può affermare che la sua esperienza enologica non abbia età: ha “respirato” vino sin dalla nascita, venendo a contatto con le grandi personalità che hanno gravitato attorno all’enoteca. E queste frequentazioni hanno fatto di lui un attento conoscitore delle realtà vitivinicole emergenti, con il merito di identificare sul nascere e promuovere aziende e prodotti unanimemente riconosciuti in seguito come vincenti. Brandelli di storia. I Castelletti, si diceva, sono sempre stati talent-scout di vini e distillati rari. E gli scaffali dell’enoteca offrono una testimonianza tangibile della loro inveterata passione. Qualche esempio? Nel 1976, la famosissima maison francese Veuve Cliquot Ponsardin realizzò una riserva speciale di Champagne per celebrare i cinquant’anni di Elisabetta II d’Inghilterra. Alcune di quelle bottiglie sono a Ponte San Pietro. Assieme ad altre, commissionate alla maison Dom Pérignon nel 1981 dai Principi di Monaco per le nozze d’argento tra Ranieri e Grace Kelly. Non è facile trovare certe bottiglie; ancora più arduo è resistere alla tentazione di venderle. Il Museo del Louvre si è dovuto arrendere dopo lungo corteggiamento: due botti- THE CASTELLETTI SAGA. ONE FAMILY AND THEIR LOVE FOR WINE. Ad Pontem Brembi The bridge of San Pietro, a small village, a little bit more than ten thousand inhabitants a stone's throw away from Bergamo. The name says little? Probably you don't remember to have passed by during one of those Sunday trips in the country side or heard it being mentioned in the stories told by friends and acquaintances. And still… For wine lovers, the place is renown. Longer than can be remembered, the Castelletti family resides here, an institution in the world of wine and excellent Italian oenology. The wine bar of our dreams. They have defined it in various ways during the years: wine bar, resale, bodega, temple, Holy of Holies. It's not important how to call it, just be assured that if you are looking for a bottle that can't be found, this is the place where you will. The Wine bar al Ponte was established in 1959, from what was the family business since 1936: the Castellettis were owners of a grocery- perfume shop with a wide selection of wines and liquors. Grandmother Luigina, called "The Queen", managed and peddled gourmet food and wine coming from all places: even the food from the India Company has entered the doors of the wine bar. A dynasty of success. The person who gave the decisive impetus to the family tradition is Italo Castelletti, one of the first sommeliers in Italy. His name entered the empyrean law of Italian oenology. From the 60's and on- wards, the "maestro" was before his own time, showing himself an authentic pioneer of taste among his fellows. Who invented the concept of wine bar forty years ago that has a been enjoying a great success in the whole country? Who was the founder of the first "training course for aspiring professional sommelier" in 1977? Who started a patient journey of collecting rarities coming from five continents? Italo's indefatigable activities were focused on finding small companies that were able to produce wine and liquors with very high quality, since the very be- ginning. Beside the entrepreneurial aspect, Italo Castelletti desired to spread the wine culture, he promoted many international events. His son Luca has followed in his father's footsteps with a lot of expertise an humility. He's a professional sommelier, exports and imports wine, liquors and gourmet food and covers various didactic and institutional roles in the Italian Association of Sommeliers. He's also the owner of the wine bar since 1997. One can say that his experience of wine doesn't have an age: he already "breathed" wine since he was born and has met all the great personalities that has gravitated around the wine bar. These encounters has made him into a atten- tive connoisseur of the emerging wine producers and their situations and realities. He can be credited for identifying and promoting companies and products, all of them later recognized as winning. Pieces of history. The Castellettis, it was said, has always been talent scouts of rare wines and liquors. The shelves at the wine bar offer a tangible proof of their inveterate passion. One example? The famous French maison Veuve Cliquot Ponsardin made a special champagne edition to celebrate the fifty years of the Queen Elisabeth II. Some of the bottles are found at Ponte San Pietro. Together with others, commissioned by the maison Dom Pèrignon in 1981 by te Prince of Monaco for the silver wedding anniversary between Rainieri and Grace Kelly. It's not easy to find certain bottles; it's even harder to resist the temptation to sell them. The Louvre Museum had to give up after a long courtship: two bottles of Cognac from 1868, that had belonged to Napoleon III's wine cellar, they will nt move from the Italian shelves to enrich the Parisian collections. In addition to important historical pieces, as the Port, the Xérès and the Marsala from the 19th century, there is a collections with strong symbolic meanings, like the bell shaped bottle in Limoge porcelain, made by Scotch Bell's for the occasion when the Welsh princes William and Henry were born. Or one of the first examples of the reserve wine " Head of State" Venegazzù by Count Loredan Gasparini, with the portrait "pour Monsieur la Bombe", to honor the French president 25 glie di Cognac del 1868, appartenute alla cantina personale di Napoleone III, non si muoveranno dagli scaffali nostrani per andare ad arricchire le collezioni parigine. Oltre a pezzi d’importanza storica, come i Porto, gli Xérès e i Marsala dell’Ottocento, fanno mostra di sé anche collezioni di grande significato simbolico, come le bottiglie a forma campana, in ceramica di Limoges, realizzate dalla Scotch Bell’s in occasione della nascita dei Principi di Galles William e Henry; oppure, i primi esemplari della Riserva "Capo di Stato" Venegazzù del Conte Loredan Gasparini, effigiate "pour Monsieur la Bombe", in onore del presidente francese Charles de Gaulle, grande estimatore. Chi è passato di qui. L'enoteca bergamasca, nel corso della sua storia, ha aperto le porte all’élite dell'enologia e del giornalismo di settore: Gino Veronelli il più noto, ma anche Gianni Brera, Gianni e Paola Mura, Giacomo Bologna, Cesare Pillon, Giorgio Grai, Piero Pittaro, solo per citare i più famosi. Valentina Tereskova, la prima astronauta donna dell'ex-URSS, ancora molto influente in Russia, quando viene in Italia non dimentica mai di fare una visita. Chi passerà dall’enoteca capirà quindi da dove proviene la foto esposta – originale! – nella quale si vede il suolo lunare, un’astronauta e, sullo sfondo, la Terra. Decine di personaggi dello star-system e dello sport professionistico si riforniscono regolarmente dai Ca26 stelletti. Qualche nome? No comment…Italo e Luca tengono molto alla riservatezza dei loro ospiti. Oggi. In Italia le enoteche sono numerose e mediamente ben attrezzate. Ma la vastità di contenuti e la pluralità d’offerte, unita al patrimonio storico e culturale che può esibire l’enoteca dei Castelletti, non sono facilmente riscontrabili altrove. Chi visita il locale se ne rendere immediatamente conto: in esposizione sono rappresentati tutti i Paesi con una spiccata tradizione vitivinicola, ma non mancano vini provenienti da outsider come Israele, Russia, Cambogia, Cipro. L’ultimo arrivato? Il vino rosso prodotto sull’isola di Formentera. Le aziende italiane ed estere trattate sono innumerevoli; è pressoché impossibile censirle per intero. La clientela è eterogenea: non solo e non tanto lombardi, quanto appassionati da tutta la penisola; e moltissimi acquirenti internazionali. Quel qualcosa in più. Da sempre i Castelletti sono un passo avanti. Questo perché depositari di una qualità rara nel mondo del vino: la capacità di leggere in anticipo il vino in divenire, di pensarlo nel futuro, scommettendo senza azzardo su aziende ancora poco note per farle diventare grandi: a riguardo, l’elenco di nomi ed etichette potrebbe occupare parecchie pagine. Accanto al loro fiuto pionieristico unico, sia Italo che Luca sono impegnati da sempre nel diffondere la conoscenza del vino: attraverso corsi e appuntamenti di grande rilievo, hanno formato una lunghissima schiera di appassionati e operatori del settore, trasmettendo, oltre alle nozioni tecniche, anche – e soprattutto – curiosità e passione. Gli arcanti. Com’è il detto? “Le persone giuste al posto giusto”? Pensiamo che, nel caso specifico, mai parole siano state più appropriate. Entrate all’Enoteca al Ponte. L’entusiasmo “nobilmente contagioso” dei proprietari vi invoglierà ad approfondire le meraviglie di un calice di vino. I Castelletti, maestri cerimonieri d’altri tempi, vi accompagneranno fino al momento in cui, assieme ai vostri commensali, stapperete la bottiglia acquistata. Saranno lì, idealmente, ad assistervi nella degustazione e vi aiuteranno a decifrare i misteri celati nel liquido figlio dell’uva. Saranno, in definitiva, i vostri sommelier personali. Charles de Gaulle, who was a big admirer. People that has come by. The wine bar of Bergamo, during its history, has opened its doors to the elite of oenology and wine giornalism: the most famous Gino Veronelli, but also Gianno Brera, Gianni and Paolo Mura, Giacomo Bologna, Cesare Pillon, Giorgio Grai, Piero Pittaro, just to name the most famous ones. Valentina Tereskova who was the first female astronaut in teh former Soviet Union, is still very powerful in Russia. When she comes to Italy she never miss a visit to the wine bar. Who comes here understands where the photo that shows the lunar soil, an astronaut and the Earth in the background is coming from -it's an original! Tens of personalities from the star-system and the sport world regularly come to buy stock up at the Castelletti's. Any names? No comment... Italo and Luca keeps the privacy of their guests. Today. Italian wine bars are many and holds a good quality in general. But the enormous collection and multitude of choice, together with the historical and cultural heritage that is found in Castelletti's wine bar is not easily found anywhere else. Who visits the place can immediately see that all countries with a strong wine tradition are represented but wines coming from outsiders like Israel, Russia, Cambodia and Cyprus are not missing either. The last one arrived? Red wime produced on teh island of Formentera. The The represented Italian and foreign companies are innumerable, it's almost impossible to take it all in. The clientele is heterogenous: not only and not many Lombards compared to wine lovers from all over the Italian peninsula; and lots of international customers. That little extra. The Castelletti's has always been a step ahead. This is because they own a rare quality in this world: the capacity to read what a wine will become, to see into the future, to believe in wine producers that are not well known and make them famous. Talking about this, one could fill pages with the names and labels. enthusiasm is "nobly contagious" and it will make you want to go deeper into the marvels of a glass of wine. The Castellettis, masters of ceremonies of other times, will keep you company until the moment when you, with your table companions, bottle up the wine you've bought. Ideally, they will be there, to assist you with the wine tasting and help you to decipher the mysteries hidden in the liquid child of grapes. They will definitely be your personal sommelier. Beside their pioneering and unique nose, both Italo and Luca are involved in promoting and sharing their knowledge of wine. They have got a large group of fans and people from the industry through, met through their many courses and events. They do not only share and teach their technical knowledge and especially they convey curiosity and passion. The mysterious. How goes the saying? "the right person in the right place"? I think these words have never been more appropriate. Enter the wine bar al Ponte. The owners' 27 La regata storica di Venezia. TESTI MARCO DIONISI FOTOGRAFIE MATERIALE FORNITO DALLA VENEZIA MARKETING & EVENTI 29 Assieme al Carnevale, è l'evento più illustre e mondano di Venezia. Si svolge ogni anno nella prima domenica di settembre e coinvolge migliaia di appassionati che vi accorrono da ogni parte d'Europa. È la Regata Storica, la più tradizionale delle manifestazioni veneziane, oltre che l'appuntamento principale delle gare di Voga alla Veneta (oltre 120 da aprile a settembre). L'edizione 2011 si terrà domenica 4 settembre, giorno in cui il Canal Grande diverrà centro del mondo: dirette tv, centinaia di pagine su carta stampata e migliaia di spettatori che presenzieranno l'evento accalcati lungo le rive, nelle tribune galleggianti e sulle imbarcazioni ormeggiate lungo il “Canal”. Il grande eco mediatico che circonda la regata e che per un pomeriggio intero avvolgerà una città intera, quasi stona con il fascino e la tradizione di una rassegna che in seno conserva la storia di quella che fu non solo una Repubblica Marinara (Genova, Pisa e Amalfi le altre), ma anche una grande potenza marittima che arrivò all’apice della propria potenza nel secolo XIII, quando, incontrastata, dominava in lungo e in largo gran parte delle coste dell'Adriatico. Disciplina unica al mondo e praticata da centinaia di anni nella laguna, la regata veneziana ha origini antichissime, risalenti al 2 febbraio del 492, giorno in cui gli abitanti della Serenissima, sulla falsa riga dell'episodio che rese protagonisti Romani e Sabine, subirono il “ratto delle spose Veneziane”. Durante una festa popolare, infatti, i pirati Narentani rapirono dodici fanciulle veneziane, ma furono subito inseguiti dai rispettivi uomini i quali, remando furiosamente sulle loro barche, riuscirono a raggiungere i rapitori e liberare le giovani. Dall'episodio, ebbe poi origine la Festa delle Marie, con annessa regata. Per trovare ufficialmente il termine “regata” dobbiamo però attendere il 1274, anno in cui, a nota di un codice anonimo, comparve per la prima volta l'espressione latina “Splendor magnificissime Urbis Venetorum, 1274, die 16 septembris, indicta regatta cum navigiis habentibus remos viginti." Nel 1315 uscì, poi, un decreto del Senato che regolamentava lo svolgimento annuale della regata nella Festa delle Marie e così, il 10 gennaio del medesimo anno, durante il dogado di Giovanni Soranzo, si svolse la prima grande manifestazione della Serenissima. 30 30 THE HISTORICAL REGATTA IN VENICE. Together with the Carneval, it's the most famous and wordly event in Venice. It' s held every year on the first Sunday of September and involves thousands of passionate visitors from every corner of Europe. It's the "Regata Storica", the most traditional of all Venetian manifestations and the main appointment of the Voga alla Veneta boat races ( more than 120 from April to September).The edition of 2011 will be held on Sunday the 4th, the day when Canal Grande becomes the center of the world. Direct TV, hundreds of pages in the newspapers and thousands of spectators attending the event in crowds on the banks, the floating tribunes and the anchoring boats along the channel. The large echo in the media that surrounds the historical regatta, that enfolds the entire city for a whole afternoon, is almost out of tune with the charm and tradition of a show that preserves the history that belonged to the Maritime Republic (Genoa, Pisa and Amalfi are the other ones) close to heart. It was a maritime power that had its peak in the 18th century and once unopposed dominated large parts of the Adriatic sea far and wide. It's a discipline that is the only one in the world, practiced since hundreds of years in the lagoon, the Venetian regatta has very ancient origins, from back in 492 on the 2nd of February, the day when the inhabitants of the Serenissima, following the episode that made the Romans and the Sabines suffer the "kidnapping of the Venetian fiancees".During the folk festival, infect, the Narentani pirates abducted twelve young women but were immediately chased by men that rowed their boats fast and furiously, they reached the kidnappers and were able to free the young women.The Fiest of Marie, with the regatta, has it's origin from this episode. To officially find the term "regatta" we have to wait until year 1274, the year when, as written in an anonymous code, the latin expression “Splendor magnificissime Urbis Venetorum, 1274, die 16 septembris, indicta regatta cum navigiis habentibus remos viginti."appears for the first time. In 1315 there came a decree by the Senate that regulated the annual regatta and the Fiest of Marie. The first large show was performed the same year on the 10th of January under the reign of doge Giovanni Soranzo.The modern regattas has been 31 32 32 Le regate moderne risalgono invece al 1841, quando le spese organizzative passarono dai privati all’amministrazione pubblica e Venezia chiese alle autorità austriache di indire una regata lungo il Canal Grande per incitare i gondolieri a mantenere la loro decantata destrezza. Nel 1866, Venezia venne annessa al Regno d’Italia e le regate divennero un'occasione per celebrare il passato glorioso della Repubblica Marinara, mentre l’appellativo di "Regata Storica" venne attribuito solo nel 1899 su proposta di Filippo Grimani, allora sindaco di Venezia. Nella prossima edizione, come da copione, la regata si presenterà quale legame tra passato e presente e lo farà non solo con la classica gara delle imbarcazioni, ma anche con la tradizionale sfilata di apertura. Un coloratissimo corteo acqueo, infatti, formato dalle “bissone” (barche veloci il cui nome veneziano rievoca un “grosso serpente”), dal “bucintoro” (sontuosa e antica imbarcazione di rappresentanza usata dal Doge) e dalle barche delle società di voga veneziane aprirà le danze. Una sfilata ricca di storia, fascino e tradizione, con decine di imbarcazioni tipiche cinquecentesche e gondolieri in costume. E poi il Doge, la Dogaressa e tutte le più alte cariche della Magistratura veneziana, in una fedele ricostruzione del passato glorioso dell'allora Repubblica. La manifestazione, che anticiperà la gara vera e propria, rievocherà la venuta a Venezia di Caterina Cornaro, moglie del re di Cipro e di Armenia Giacomo II di Lusignano. Era il 6 giugno del 1489 e la regina di Cipro giunse nella Serenissima a bordo del Bucintoro con il Doge Agostino Barbarigo. Una data, questa, che segnò l'annessione di Cipro alla Serenissima Repubblica di Venezia. Ma se il corteo storico ha ormai un significato prettamente pittoresco, memoria di una lontana grandezza economica e politica di Venezia sui mari, le quattro successive regate rappresentano ancora oggi il culmine della stagione agonistica. La giornata in cui vincere significa per i regatanti entrare nella storia della città. Alle regate, che un tempo erano riservate ai cittadini dei territori della Repubblica, parteciperanno soltanto regatanti veneziani. La prima sfida sarà quella dei più giovani a bordo dei "pupparini" a 2 remi, imbarcazioni molto tecniche che mettono alla prova le qualità delle promesse held since 1841, when the organizational costs were taken over by the public administration from private sponsors. Venice asked the Austrian authorities to create a regatta in order to make the gondoliers maintain their vaunted skills. In 1866, Venice became a part of the kingdom of Italy and the regattas became an occasion to celebrate the glorious past of the Maritime Republic. The name, "Regata Storica" was attributed by Filippo Grimani who was the mayor of Venice at the time.In the next edition, the regatta will present itself like a link between the past and the present as expected. There will be the classical race with historical boats and also the traditional water pageant.A very colorful parade on water, formed by the so called "bison" (fast boats whose Venetian name recalls a "big snake"), the "bucintoro" (sumptuous and antique boat that was used for representation by the doge) and the Venetian rowing clubs' boats will open the dances. A parade rich with history, charm and tradition with tens of typical boats from the 16th century and gondoliers in costume. There is also the Doge, the Duchess and all the other high offices from the Venetian magistrature, in a faithful reconstruction of the Republic's glorious past.The show that will precede the very race, commemorates Caterina Cornaro who lived in Venice, wife of Giacomo II di Lusignano, king of Cyprus and Armenia.It was on the 6th of June in 148 that the queen of Cyprus came to the Serenissima aboard a "bucintoro" with Doge Agostino Barbarigo.This is the date that marks the annexation of Cyprus by the Venetian Republic of the Serenissima. But if the historical commemoration has a purely picturesque meaning, the memory of Venice's faraway economical and political grandeur on the seas, then the following four regattas still represent the peak of the agonistic season. The winners of the races are written into the history of the city.At the regattas only Venetians participate, once they were reserved for the citizens of the Republic of Venice. The first challenge out is the "pupparini" regatta where young and promising men put their ability to row to the test, they use the "pupparini" which is a very technical kind of twin-oared boat. Then comes the women's twin-oared "mascarete" regatta with lightweight boats that were used in the era of the courtesans. The ladies often wear masks hence the boat's name.The third 33 33 maschili del remo. A seguire, la regata delle donne su "mascarete", leggere imbarcazioni a due remi usate un tempo dalle cortigiane, donne spesso in maschera, da cui il nome della barca. Terza regata quella maschile, svolta sulle pesanti "caorline" a 6 remi. L'imbarcazione, una volta usata per il trasporto fluviale, prende il nome dal paese di Caorle, stazione di cambio del servizio postale via fiume tra Venezia e Trieste. Apice della Regata Storica sarà la sfida dei campioni su "gondolini" a 2 remi, imbarcazioni simili alla gondola, ma più leggere e veloci (soprannominate la “formula uno” delle barche lagunari), introdotte nella competizione dal 1825. Questa la sfida più attesa dal popolo del remo, quella che accenderà il tifo dei veneziani e che ha consolidato nel tempo il mito sportivo della Regata Storica con i suoi maggiori protagonisti. Strigheta, Ciaci, Crea, i fratelli Vignotto (vincitori delle ultime due edizioni) e Giampaolo D´Este. Questi i nomi dei concorrenti più celebri, divenuti nel tempo leggenda a suon di vittorie. Vincere nel Canalasso, come chiamano il Canal Grande i veneziani, è ancora oggi il desiderio più ambito di ogni regatante. Un sogno proibito dei tanti appassionati che tutt'ora vogano alla veneta. In occasione della Regata Storica, anche quest'anno il bacino di San Marco e il Canal Grande, le "strade" del percorso, pulluleranno di spettatori che assisteranno alla competizione con partigiana animosità. Animosità che nel passato costrinse il governo della città a organizzare persino delle barche per il servizio d'ordine con a bordo alcuni patrici posti a prua e muniti di archi. Questi, in caso di disordini, lanciavano alle imbarcazioni più indisciplinate palle di terracotta, usate abitualmente per la caccia in laguna agli uccelli palustri. Come vuole la tradizione delle regate veneziane, i primi classificati saranno premiati con la bandiera rossa, poi di seguito le altre tre coppie con le bandiere bianca, verde e blu, trofei che nella Regata Storica di Venezia sostituiscono le medaglie. A fianco dei trofei simbolici, fino a pochi anni fa la tradizione assegnava anche premi in natura, il più famoso tra i quali era un porcellino vivo, che veniva fatto sfilare su una gondola apposita nel corteo storico. Il suo passaggio tra la fitta siepe di barche degli spettatori costituiva un termometro dell'umore dei veneziani verso il governo della città, e quando questo non era dei più soddisfatti, il maiale veniva acclamato con fischi e urla di "ecco il sindaco, viva il sindaco". 34 regatta is the male "caorline" regatta on six-oared heavy boats. Once used for river transports it takes its name from the village called Caorle, a postal changing station between Venice and Trieste.The historical regatta's highlight is the rowing challenge between the "gondolini" champions, on two-oared boats that are similar to gondolas but lighter and faster (they are nicknamed the " formula one" of the boats in the lagoon), they were introduced to the games in 1825. This is the most popular and awaited race by the rowers, the one that ignites the Venetian fans and the race that has consolidated the sport legends of the historical regatta during the years with its most important protagonists. Strigheta, Ciaci, the Vignotto brothers (who won the last two editions) and Giampaolo D'Este. These are the names of the most famous competitors that has become legendary thanks to their victories. To win on the Canalasso, as the Venetians call the Canal Grande, is still today the largest desire of every participant. A forbidden dream that belongs to the many passionate about Venetian rowing. With the occasion of the Historical regatta, also this year in the lagoon of San Mark and Canal Grande, the "roads" of the route will be full of spectators that take part of the competition with partisan animosity. Animosity that obliged the government in the past to organize security boats, with patricians with bow and arrows in the bow of the boats.These, in case of chaos, threw terra-cotta balls on the unruliest boats. The balls were used for hunting marsh birds in the lagoon. As the tradition goes, the winners of the Venetian regattas are given a red flag, the others three trophies with white, green and blue flags, prizes that substitute medals. Beside the symbolical trophies, just until few years ago there were also a tradition to give prizes paid in-kind. The most famous one was a live pig which was put on the parade on a special boat in the historical water pageant. During its way through the massive amounts of boats and spectators it was like a thermometer that measured how the Venetians felt for their government. When they were not satisfied with it people used to whistle and shout "here comes the mayor, long live the mayor" when they saw the pig. PER MAGGIORI INFORMAZIONI WWW.REGATASTORICAVENEZIA.IT 35 TESTI LUCIO PELLEGRINO/FOTOGRAFIE FORNITE DALLA CASA EDITRICE CONTRASTO 38 Vintage. Una parola dai tanti significati e dai corollari infi- VINTAGE. niti. Un termine che è l’unione di due espressioni francesi: Vintage. It's a word with lots of meanings and l’age du vin (l’età del vino) e vendange (vendemmia). E se with infinite associations. A word born from the il suo significato originario ci riporta al magico mondo del union of two French expressions: l’age du vin (age of the vino, quello di vini preziosamente custoditi in caves cen- wine) and vendange (harvest). So if the origin of the word tenarie, bisogna capire che si sta parlando di un feno- brings us back to the magical world of wines, a world meno sofisticato, puro, naturale come il nettare da cui where they are preciously kept in centenary wine cellars, l’etimologia trae ispirazione. Da non confondere quindi one understands that we are talking about a phenomenon con l’abbigliamento di seconda mano o comunque da that is as pure and natural as the nectar from which the non limitare a questo. Svuotare l’armadio o un baule nel word draws its inspiration. Not to be confused with sesolaio non porta necessariamente alla scoperta di capi cond hand clothes or at least not to be limited to that. vintage. Un fenomeno che ha radici lontane, benché non To empty a wardrobe or a trunk in the attic isn't necessasia stato categorizzato al momento del suo manifestarsi. rily something that leads to the discovery of vintage cloGià nell’ottocento o agli thes. It has roots way back inizi del XX secolo, infatti, in history, even if it wasn't una certa intellighenzia licalled vintage when it first beral sceglieva per il proappeared as a phenomeprio guardaroba ricercati non. As a matter of fact, pezzi reperiti in Oriente the intellectual elite of the durante viaggi in terre lon19th and early 20th century tane e sceglieva di indoschose caftans, robes, brosare caftani, zimarre, cades bought during trabroccati in risposta alvels in faraway countries l’omologazione che deriin the Asia for their warvava dall’industrializzadrobe. It was a reaction to zione che muoveva velothe mass production of cemente i suoi passi. Basti things, brought by the vedere quadri o fotograrapid industrialization. fie in cui sono ritratti perIt's enough to take a look sonaggi come Oscar Wilde at the paintings or photoo sua madre Lady Wilde o graphs portraying personail poeta George Gordon lities like Oscar Wilde, his Byron per vedere gli incimother Lady Wilde or the pit di un idea di controculpoet George Gordon Byron tura e di contrasto al to see how vintage is the consumismo del tempo beginning of an idea of quale è il vintage. counter culture and the Ma cosa è “d’annata” e contrast to consumerism cosa è semplicemente ogof our times. getto second hand? È vinBut what is vintage and Tubino Nero. Audrey Hepburn, Colazione da Tiffany, 1961 p. 15 Everett Collection tage tutto ciò che per la what is a simple second sua manifattura artigianale, ma anche industriale, al mo- hand object? Vintage is everything that is recognized for mento della sua comparsa gli è stato riconosciuto un va- its craftsmanship, even if industrial, and that the object lore dal mercato e dal pubblico elevandolo a vero cult. was given a market value and raised to a cult status by Qualche esempio? Le borse modello “Kelly” di Hermés, the public. Some example? The Kelly bags, designed in realizzate negli anni ’50, che continuano infatti ad essere the 50's by Hermès, are continuing to be sold at auctions battute all’asta da Christie’s o Sotheby’s per cifre da ca- at Christie's or Sotheby's for dizzying figures, or another pogiro, oppure un cappotto di Balenciaga in tartan poli- example is a Balenciaga coat, a multicolored tartan cromo risalente al 1960. Quando si parla di vintage molte model dated to 1960. When talking about vintage many sono le domande che vengono alla mente, per questo ca- questions come to mind, to understand a phenomenon pire un fenomeno così vasto e variegato non è semplice. this vast and varied isn't easy. In fact we're talking about Se difatti parliamo di un’idea che ha avuto il suo inconsa- a concept that has its peak in the 70's as a response to pevole apice negli anni ’70 come vera risposta a un con- the consumerism and gentrification of clothing and co39 sumismo e imborghesimento dell’abbigliamento e del costume, visti da molti come un’oppressione alla libera manifestazione del proprio io, ora il vintage è stato codificato come termine preciso, dando adito anche a tanti fraintendimenti e abusi sia linguistici ed estetici, che non è facile riordinare e sfatare. L’attuale propagazione di un “pronto moda” dai ritmi esasperati, che propone abiti a poco prezzo in quantità industriali ha espanso il fenomeno dell’abbigliamento “d’annata” ponendolo come un concept di slow shopping, dove la persona prende il suo 08: Capri Pants. Sandra Dee, Il frutto del Peccato, 195 Everett Collection tempo per scegliere ciò che più ama, mettendolo di fronte anche ad una ricerca sensoriale della memoria estetica che oggi sembra persa e annichilita da un fashion system che tutto eleva e tutto distrugge in poco tempo. Vintage è quindi anche ricerca di sé del far riaffiorare un proprio gusto con un approccio anche piuttosto proustiano all’abito che permea il tempo e lo supera rimanendo inossidabile a mode o trend del momento. Non è un caso che siano tornate incredibilmente attuali icone di stile quali Audrey Hepburn, Grace Kelly, Elizabeth 40 stumes; by many seen as an oppression of the freedom to manifest your true self. Today vintage is encoded as a very precise term, giving space to many misunderstandings and to linguistically and aesthetically abuse, that aren't easy to rearrange or remove. Today there is a propagation of "fast fashion" with its exasperated rhythms that offers cheap clothes. This has made the vintage phenomenon even more widespread, suggesting it as a concept of slow shopping, where the person takes her time to chose what he or she loves. Making it possible to remember aesthetics through a sensorial experience, that today seems to be lost and annihilated by the fashion system which both embraces and destroys everything so quickly. Therefore is vintage a way of looking for your true personality, to make your own taste bloom with a rather proustian approach where the clothes seems to soak up the time and overcomes it by remaining unaffected by fashion or trends of the moment. It's not a coincidence that the style of icons such as Audrey Hepburn, Grace Kelly, Elizabeth Taylor o Cary Grant, Steve McQueen, Marcello Mastroianni is incredibly modern. They have become, even if involuntarily, ambassadors of a vintage sensibility that everybody wants a slice of in order to feel unique and exclusive. This to the point that the most famous houses of fashion and brands are sifting through their own archives to rediscover the style and iconicity that made clothes into true relics. In the wake the vintage trend we see fashion houses from Karl Lagerfeldt to Gucci, as well as Ferragamo and Bulgari doing what we call re-fashioning. They draw inspiration from past collections, adds a modern touch but keep that fascinating retro style that attracts an audience that is searching for something unmistakably unique that strikes back to the prevailing mass culture. This is how a parallel vintage fashion system with small boutiques or exclusive markets is born. There is, for instance, “A.N.G.E.L.O Vintage Palace” in Lugo di Romagna, “Franco Cajassi” in Milan, “Didier Ludot” in Paris “Quinto e Tinarelli” in Rome, “Cavalli e Nastri” in Bologna or “Beyond Retro” in London. These are places where the rela- Taylor o Cary Grant, Steve McQueen, Marcello Mastroianni presi, in fondo involontariamente, quali ambasciatori di una sensibilità vintage di cui tutti vogliono una parte, una fetta, per sentirsi unici ed esclusivi. Tanto che le più famose maison e brand del lusso hanno e stanno setacciando archivi aziendali proprio per riscoprire quello stile e quell’iconicità che rendeva capi d’abbigliamento vere e proprie reliquie. Da Karl Lagerfeld a Gucci passando per Ferragamo o Bulgari si assiste ad uno dei corollari del capo d’annata: quello del re-fashioning che si estrinseca volgendo lo sguardo alle collezioni d’antan, per riproporle in chiave attualizzata ma con quel fascino del retrò che colpisce un pubblico alla ricerca dell’unicità e dell’inconfondibilità di fronte alla massificazione imperante. Nasce così un sistema parallelo di moda d’epoca in boutique o market selezionatissimi quali “A.N.G.E.L.O Vintage Palace” a Lugo di Romagna, “Franco Jacassi” a Milano, “Didier Ludot” a Parigi, “Quinto e Tinarelli” a Roma o “Cavalli e Nastri” a Bologna o “Beyond Retro” a Londra. Luoghi in cui il rapporto tra collezionista di pezzi d’annata e clientela si fa stretto e dove ordinare o addirittura noleggiare una borsa di Chanel anni ’50 o un capo di Roberta di Camerino o Emilio Pucci anni ’60 e ’70 non è un eresia. tion between vintage collectors and clients are warm hearty and where ordering, or even renting, a Chanel bag from the 50's, a dress from Roberta di Camerino or Emilio Pucci from the 60's or 70's, is not seen as heresy. 05: Helen Mirren, The Queen – La Regina, 2006. Bim Distribuzione/Canal+/ France 3 Cinema/ Album 41 RECENSIONE FASHIONBOX DI LUCIO PELLEGRINO. Audrey Hepburn diceva che “ la bellezza di una donna non è negli abiti che porta o nel modo di acconciarsi i capelli ”. E’ curioso come un icona di stile come lei, pronunciasse proprio queste parole, ma forse è proprio questo il segreto di una fashion icon: essere se stessi con la propria disinvoltura anche nel portare capi bellissimi e non sentire di essere speciali. Il tentativo di cogliere e illustrare tale idea di fascino, intramontabile proprio perché non imposto, è una delle chiavi di lettura del libro “Fashion: Box. I classici della moda, le icone che li hanno resi immortali ”di Antonio Mancinelli, caporedattore di Marieclaire, edito dalla prestigiosa agenzia fotografica e casa editrice italiana Contrasto. Un volume che, secondo la volontà dell’autore, presenta con immagini di repertorio dagli anni ’50 fino ad oggi 15 capi di abbigliamento femminile, che costituiscono il guardaroba basic che ogni donna dovrebbe avere nel proprio armadio. Dal trench alla guêpière, dagli hot pants, al tubino nero, passando per la minigonna ai Capri pants. Un libro di foto che è un vero proprio compendio dello stile a cui ogni creatura femminile dovrebbe aspirare. “Fashion:Box” non è materiale per nostalgici, perché in un presente dominato da una moda “mordi e fuggi” e da un concetto di look che si regge più che altro sulla sorpresa e la voglia di impressionare a tutti i costi, il sentire estetico di ciò che apparentemente potrebbe definirsi passato proietta invece immediatamente nel futuro senza tempo. Che non si lascia blandire dai trend e da fatue tendenze che durano il lasso di un giorno. Le immagini di Audrey Hepburn, Grace Kelly, Liz Taylor, Marlene Dietrich, Katherine Hepburn, Mary Quant, Twiggy testimoniano proprio quell’elemento di eleganza, di iconicità che non conosce epoche e che solca stili e tempi senza mai risentire di etichette con cui qualcuno potrebbe tacciarle di essere solo “old fashion”. Al contrario la modernità sembra proprio volgere il suo sguardo agli anni ’50, ’60, ’70 e fa capire l’importanza di come il costume e la moda siano qualcosa che è sì legato alla contemporaneità, ma che mai è slegato dal suo patrimonio di tradizione ed eleganza. Fashion:Box è un libro che è quasi un album di chi saremo e cosa vestiremo nel domani ed per questo che la sua trasversalità di visione gli sta facendo riscuotere successo in diversi angoli del pianeta dal Giappone, agli Stati Uniti, dalla Germania all’Inghilterra e non ultima l’Australia. REVIEW OF FASHIONBOX BY LUCIO PELLEGRINO Audrey Hepburn said that the " the beauty of a woman is not in the clothes she wears, the figure that she carries or the way she combs her hair". It's interesting how a icon of style like her was the one to pronounce these very words. Maybe that is the secret of a fashion icon: to be yourself and to wear lovely clothes in a relaxed way and not feel superior to others. The attempt to gather and to illustrate this kind of allurement, that is timeless exactly because it's not forced it's one of the keys when reading the book "Fashion:Box". It's about the fashion classics and the icons that have mead them immortal by Antonio Mancinelli, executive editor of Marie Claire and edited by the prestigious Italian photo agency and publishing 42 house Contrasto. A volume that, according to wish of the author, presents a repertoire of photos from the 50's to our days. There are 15 items of female clothing, that form a basic wardrobe that every woman should have in her closet. From trench coats to corsets, from shorts to the little black dress, including miniskirts and Capri pants. It's a photo book that is a proper compendium of a style that every female creature should aspire to. "Fashion:Box" isn't something for the nostalgic ones because it offers a concept of a timeless clothing in contrast to the "hit and run" fashion of today. The fashion of our times seem to be based on the wish to surprise and to impress at all costs and the aesthetic feeling of what could seem to be defined as bygone is something that belongs to a timeless future instead. The person who is not seduced by trends or silly fads that lasts as long as a day. The images of Audrey Hepburn, Grace Kelly, Liz Taylor, Marlene Dietrich, Katherine Hepburn, Mary Quant, Twiggy testifies that very kind of elegance. It's an iconicity that does not age and that go through trends and times without ever being labelled old fashion. On the contrary, modernity seems to look back on the 50's, 60's and 70's. It makes us understand how tightly clothes and fashion is intertwined with the contemporary but never cut loose from the heritage of tradition and elegance. Fashion:Box is a book that is almost an album where we see how we will dress tomorrow. This transversality of vision is reaps success in every part of the planet such as Japan, the U.S., from Germany to Great Britain and last but not least in Australia.economic reality which is completely emersed and strong with constantly positive growth trends for over a decade now; not to mention the indubitable lushness of its landscapes, the sunnyness of the culture and the people, the musicality of its language. At this moment in time, as the Brasilian Ambassador in Rome. Polo per tutti TESTI EZIO SALVATORI/FOTOGRAFIE MATERIALE DELLA VLADI POLO ASSOCIAZIONE 43 “Lasciate che gli altri giochino le altre cose il re del gioco è ancora il gioco dei re”. Questo versetto è inciso su una tavoletta di pietra vicino a un campo di polo a Gilgit, tra il grande Karakoram Range e il nord del Kashmir, vicino alla leggendaria “Via della seta” che dalla Cina porta verso l’Occidente. Una frase antica che incarna i sentimenti dei giocatori ancora oggi. 44 POLO FOR EVERYONE. "Let be that others play other sports, the king of the game is still the game of kings". This sentence is carved in block of stone near a polo field in Gilgit, situated between the huge Karakoram Range and North of Kashmir, close to the legendary "Silk Road" that leads from China towards the West. One antique phrase that incarnates the players feelings still today. Il Polo è forse uno degli sport più antichi e certamente uno dei più complicati del mondo. Nonostante sia sempre stato considerato una “invenzione” degli inglesi, il Polo ha origini ben più lontane. Fu in Persia, nel 600 a.C., che sembra si sia tenuta la prima partita della storia, turchi contro persiani. Tante le leggende circa la nascita di questo sport, che tra i giocatori del passato vanta personaggi del calibro di Gengis Khan e Alessandro Magno. Ben presto, il Polo si diffuse in tutta Europa. In Italia e in Francia arrivò solo agli inizi del Novecento. Negli Stati Uniti, dove Polo might be one of the oldest sports around and it's for sure one of the most complicated in the world. Despite that it has always been considered a British "invention", Polo has way farther origins. It was in Persia, in 600 BC, where it seems that the first game was held, Turks agains Persians. There are many legends around this sport, which boasts personalities of the caliber of Genghis Khan and Alexander the Great.Soon, Polo was spread throughout entire Europe. It only arrived to Italy and France in the beginning of 19th century. Polo arrived oggi si annoverano 3138 giocatori registrati, era già arrivato nel 1876, quando al Jerome Park di New York fu disputata la prima partita ufficiale. Sempre nel 1876, il tenente colonnello Thomas St. Quintin introdusse il gioco in Australia. Dopo poco arrivò in Sud Africa e in Nuova Zelanda. È sempre nella seconda metà dell’Ottocento che, portata dagli inglesi, la disciplina approdò anche in Argentina. Qui trovò fin da subito un luogo ideale di sviluppo grazie alla presenza di abili cavalieri, i famosi gauchos, degli ampi spazi della Pampa (la pianura argentina), nonché di un gran numero di cavalli di qualità. Oggi il polo è lo sport nazionale in Argentina, vanta ben 3.130 giocatori e tra questi i migliori del mondo (Handicap 10). Proprio in Argentina viene disputato uno dei tornei più importanti, il Campionato Argentino Abierto de Polo, che si svolge a Buenos Aires. A livello internazionale, oltre ai giocatori, sono molto apprezzati anche i cavalli argentini di polo, i petizos, particolarmente veloci e resistenti. Come si gioca a polo? Prendiamo il rugby, il golf, l’equitazione e anche il motociclismo, li uniamo insieme aggiun- already in 1876 to the United States, which has 3138 registered players today, when the first official match was held in Jerome Park in New York. Lieutenant colonel Thomas St. Quintin introduced the game in Australia in 1876 and the sport arrived to South Africa and New Zealand soon after. It was in the middle of the 19th century that the discipline brought by the British won land in Argentina. Here the sport found an ideal ground to prosper thanks to the presence of skillful horse riders, the famous gauchos, that came from the large grasslands of the Pampa (the Argentinian plains) as well as a large number of quality horses. Today Polo is a national sport in argentina, there are more than 3130 players and between these the best ones in the world (10 in handicap). It's exactly in argentina where the most important tournaments takes place, the Argentinian championship Abierto de Polo in Buenos Aires. On an international level, in addition to the players, the Argentinian polo horses are very appreciated, the petizo breed is particularly fast and resistant.So how do you play polo? Let's take rugby, golf, horse riding and also motorcycling, let's put them together adding team spirit and then we can have an idea of what Polo is gendoci lo spirito di squadra e possiamo farci un’idea del Polo. Otto cavalieri si rincorrono su un vasto campo d’erba, neve o sabbia con galoppate veloci e scattanti cercando di colpire con una mazza una piccola palla bianca. L’obiettivo è buttarla nella porta avversaria costituita da due pali distanti fra loro 7,30 metri. La palla è fatta di legno di salice o di plastica, ha un diametro compreso tra 78 e 90 mm, un peso compreso tra 120 e 135 grammi e viene colpita con una mazza di bambù “Manau” (a volte di carbonio) denominata stecca, alla cui estremità è incollato un cilindro di radica di bambù, chiamato anche “sigaro”, col quale si colpisce la palla. Le mazze hanno diverse lunghezze perché devono potersi adattare all'altezza del cavallo impiegato. La regola più importante del Polo è quella della ‘Linea della Palla’, una specie di linea immaginaria tracciata con lo scopo che il giocatore si avvicini sicuro alla sfera. Infatti, like. Eight riding players chase each other on a vast field of grass, snow or sand, galloping fast and trying to hit a small white ball with a mallet. The objective of the game is to throw it in the adversaries goal, which is made by two goalposts at each end of the field, spread 7,30 meters apart. The ball is made of willow root or high-impact plastic, it is about 78 and 90 mm in diameter and weighs about 120 and 135 g. It is struck by a mallet, the shaft is made of manau-cane (sometimes composite materials) and called stick. The head of the mallet,which is the part that hits the ball, is also called cigar and made of bamboo root . The length of the mallets depends on the size of the horse. The most important rule in Polo is the 'Line of the Ball', a kind of imaginary line traced with the intent that the player is able to come closer to the sphere in safety. Actually the player who hits the ball has the precedence while only players that are not creating a dangerous situation can cross the line. The pla- il giocatore che colpisce la palla ha la precedenza mentre gli altri giocatori possono attraversare la linea della palla solo quando non generano una situazione pericolosa. Il campo da polo ha una lunghezza massima di 270 metri, una larghezza di 180 metri ed è delimitato da tavole in legno o da spazi liberi che rappresentano i confini del campo stesso. Una partita di polo dura da quattro a otto tempi, denominati chukker, di sette minuti effettivi: ogni giocatore al termine di un chukker deve cambiare il cavallo, per le richieste estreme cui è sottoposto l’animale in sette minuti di continua corsa (al massimo può essere tenuto lo stesso cavallo per due chukker, ma non di più). Ogni squadra si compone di quattro giocatori, ognuno con un ruolo ben preciso che è indicato dal numero riportato sulla maglia. Il numero 1 gioca in attacco, il numero 2 è il “centrocampista” nonché secondo attaccante, il numero 3 è il regista della squadra e secondo difensore, mentre il numero 4 è il primo difensore denominato “back”. Non c'è portiere. Il capitano della squadra è di solito il giocatore con maggiore esperienza e i due componenti più esperti giocano con i numeri 3 e 4. La partita di ying field is maximum 270 meters long and 180 meters wide and limited by wooden boards or open spaces that symbolizes the borders. A polo game can last from four to eight periods of play, known as chukkas (or checkers) each is seven minutes long. Every player has to switch to a fresh horse after every chukka because of the extreme strains the animal is exposed to in seven minutes of continuous running (the same horse can be kept for maximum two chukkas, but not more than that). Each team consists of four mounted players, each one with a assigned position that is indicated by the number on the shirt. Number 1 plays an offense position, number 2 is playing center but is also the second offense player. Number 3 is the tactical leader/ regista and maintaining the defense while number 4 is the primary defense player called "back". There is no goal keeper. The captain of the team is normally a player with most experience and the best players usually play in role number 3 or 4. The match has low, medium or high goals according to the capacity and experience of the players that makes up the teams. The playing ability is measured in handicap. The handicap of each player varies from -2 to 10, from beginner to international champion, it means that handicap -2 is the lowest 45 polo é detta di low, medium o high goal a seconda della bravura ed esperienza dei giocatori che compongono le squadre (team). Quest'ultima si misura in handicap. L'handicap di ogni giocatore varia da -2 a 10, rispettivamente dal principiante al campione internazionale, quindi il giocatore con handicap -2 si troverà nella classifica più bassa. Attualmente il Polo si gioca in più di 84 Paesi con 16.385 giocatori, di qui circa 5.000 in Europa. Un discorso a parte riguarda l’Italia. Fu solo nel 1936 che a Roma nacque il primo Polo Club, per volere del duca di Spoleto. Attualmente nel nostro Paese vi sono circa 260 giocatori registrati e ben 15 club privati, il cui punto di riferimento era il “Gruppo Italiano Polo” che venne successivamente sciolto; dal 2004 è stato creato un piccolo Dipartimento all’interno della F.I.S.E. Ed è in Italia e più precisamente a Roma che il polo rinvigorisce le sue risorse, fino ad ora esigue, grazie allo charme, all’eleganza, al volto e al nome della dottoressa Vladlena B. G. Hermès. Prima donna giocatrice di Polo nella storia della Russia, la dottoressa Hermès, dopo aver gareggiato per anni nel salto agli ostacoli e nel dressage in Italia, nel 1996 viene a contatto con il mondo del Polo e inizia a frequentare i corsi del Roma Polo Club. Trasferitasi in Inghilterra nel 2000, è accolta dall’Ascot Polo Club e diviene presto full member del Royal County of Berkshire Polo Club. I rapporti privilegiati con i protagonisti del mondo del Polo risultano decisivi nel 2003, quando si impegna attivamente per introdurre e promuovere il Polo in Russia. Il suo coinvolgimento diretto nell’organizzazione determina, qualche mese più tardi, il grande successo del torneo internazionale “Russian Polo Cup” di Mosca, che la vede partecipare come unica giocatrice russa. Nel 2007 Vladlena B. G. Hermès fonda l’Associazione VLADI POLO con sede a Roma in Via di S. Chiara 57.E’ facile capire che non vi sono stalle né maneggi nella sede della VLADI POLO perché siamo a due passi dal Pantheon in uno degli scorci più belli di Roma. Si respira però qualcosa di nuovo, di inusuale per un’associazione che promuove questo sport. Si tratta di tradizione e cultura. È questo infatti che VLADI POLO si pone come obiettivo. Quello di promuovere il polo e tutto ciò che gli gira intorno, che sia arte, cultura, intrattenimento o svago. 46 classification. Currently Polo is played in more than 84 countries with 16385 players, of which 5000 play in Europe. Let's focus on Italy. It was back in 1936 that the first Polo Club was born in Rome, thanks to the Duke of Spoleto. There are currently 260 registered players and well 15 private clubs. A reference point was the "Gruppo Italiano Polo" but it was dissolved gradually; a small department inside F.I.S.E. has been formed since 2004.In Italy it's precisely in Rome that Polo gets its powers back, until today, thanks to the charm, elegance,name and face of Mrs Vladlena B. G. Hermès. Mrs Hermes was the first female Polo player in Russian history. After competing in showjumping and dressage for years in Italy, she came in contact with the world of Polo and started to attend courses at Roma Polo Club. After moving to England in year 2000, she was received by the Ascot Polo Club and became a full member of the Royal County of Berkshire Polo Club.The privileged relations with the protagonists of the Polo World would show themselves decisive when she started to actively promote Polo in Russia in 2003. Her direct involvement in the organization would become the determining factor of the success of "Russian Polo Cup" in Moscow, where she participates as the only female Russian player. In 2007 Vladlena B. G. Hermès sets the foundation of VLADI POLO with its seat in Via S. Chiara 57. It's easy to understand why there are no stables or riding school because it's situated two steps away from Pantheon, in one of Rome's most beautiful streets. But there is a new air, something unusual for being an association that promotes this sport. It's about tradition and culture. This is actually what VLADI POLO has as an objective, to promote Polo and everything that turns around it, may it be art, culture, entertainment or leisure. Vladi Polo TESTI EZIO SALVATORI/FOTOGRAFIE MATERIALE DELLA VLADI POLO ASSOCIAZIONE 47 48 VLADI POLO fa qualcosa che nessuno ha mai fatto prima, apre le porte di questo sport a tutti. Ovviamente, il polo giocato resta uno sport esclusivo ma il suo mondo, grazie alla D.ssa Vladlena diventa accessibile a chiunque. Non più allora fermi su un cavalcavia a seguire un partita da lontano o abbarbicati ad una recinzione a rubare occhiate al campo. VLADI POLO coglie ogni prerogativa di questo sport e la combina con eventi che apparentemente gli sono estranei, come lo stand all’edizione del 2011 del BIG BLU, SALONE DEL MARE E DELLA NAUTICA a Roma per non far dimenticare che il polo si gioca anche sulla spiaggia. Ed ecco che quindi tra barche, yacht e motoscafi spuntano i cavalli e i cavalieri a testimoniare che il mare è meraviglioso sia da navigare sia a far da cornice a una partita di polo. Ovviamente VLADI POLO pone tra i suoi obiettivi anche la promozione del polo in Italia supportando la Federazione Polo Italiana, di cui la D.ssa Vladlena B. G. Hermès è presidente dal 2010, mediante La creazione di nuove strutture, il potenziamento del livello dei giocatori italiani, la formazione delle figure professionali proprie di questa disciplina. Questi e tanti altri sono gli obiettivi che VLADI POLO porta avanti da quattro anni. Uno degli elementi primari su cui l’Associazione punta è sicuramente la Comunicazione; attraverso un circuito di eventi internazionali è stato possibile avvicinare al Polo un gran numero di persone, aprendo loro un mondo a 360°. Ne è un esempio il 2° VLADI INTERNATIONL ROMA POLO CHALLENGE che si è appena concluso e di cui non si può far altro che dare un giudizio più che positivo. La Rivista “X Made in Italy” e l’Associazione Made in Italy ne sono stati “media partner ed organizzatore dell'evento moda: la Direttrice di X e vice Presidente dell’Associazione Made in Italy, Patrizia Skaf, ha infatti da subito abbracciato l’idea di accompagnare la sua campagna di promozione del Made in Italy a quella della Dott.ssa Vladlena B.G. Hermès per introdurre ed estendere in Italia l’affascinante disciplina del Polo. L’evento si è dispiegato lungo una tre giorni ricca di emozioni. 9 giugno: lo start ufficiale è stato sancito dalla Conferenza Stampa nella meravigliosa cornice dell’Exed Luxury Events di Piazza della Repubblica, occasione per dare il benvenuto a sponsor, giocatori e giornalisti. La serata è stata all’insegna dell’originalità grazie ad un vero e proprio Player Presentation Party. 10 giugno: lo splendido Gala Dinner. L’incantevole Hotel Bernini Bristol di Piazza Barberini ha letteralmente lasciato a bocca aperta gli ospiti per il suo scenario mozzafiato e per l’atmosfera armoniosa che ha avvolto gli ospiti in una serata indimenticabile. Il tutto accompa- VLADI POLO did something no one had done before, they opened the gates to this sport to everyone. Obviously, polo remains an exclusive sport but its world has become accessible to anyone thanks to Mrs Vladlena. It's no longer necessary to stand on a fly-over, follow a match from far away or clinging to a fence to steal a glimpse from the polo ground. VLADI POLO takes every prerogative with this sport and combines with events that are foreign to this sport, such as the stand at the Big Blue Boat and Sea Expo of edition 2011, in order to remember that polo is played on the beach as well. This is why one could see horses and horsemen between the boats, yachts and motorboats, to convey that the sea is beautiful both to sail on but also as a setting for a polo game. VLADI POLO is aiming to promote polo in Italy, supporting the Italian Polo Federation, where Mrs Vladlena B.G. Hermès is president since 2010. She does this by creating new structures and places, increasing the level of the Italian players, the training of the professionals of the sport. This is one of the many goals that VLADI POLO brings forward since four years. One of the most important elements that the Association focus on is without doubt the PR, with the help of a series of international events it's been possible to bring Polo closer to a large number of persons, opening up a world of 360°. One example is the 2° VLADI INTERNATIONAL ROMA POLO CHALLENGE which has just been concluded and one can only judge it more than a very positive. The magazine "X Made in Italy" and the Association Made in Italy were media partners and organized a fashion event. The Director of X and the Vice President of the Association of Made in Italy, Patrizia Skaf, immediately embraced the idea of accompanying her promotional campaign of Made in Italy with the one of Mrs Vladlena B.G. Hermès where she introduces and spread the fascinating Polo sport in Italy. The event duress three day filled with emotions. 9 of June: The official start that was ratified by the Press Conference in the lovely place of Exed Luxury Events at Piazza della Repubblica, an occasion to greet sponsors, players and journalists. The evening was marked by a very original Player Presentation Party. 10 of June: The splendid Gala Dinner. The enchanting Hotel Bernini Bristol on Piazza Barberini and it's breathtaking view and harmonious atmosphere literally left the guests' mouths drop open in awe and made it to an unforgettable evening. Everything was accompanied by a cat walk with stunning models that were wearing refined jewelry hand made by the artist Monica Coscioni. The fashion show, sponsored by the 49 gnato da una sfilata di splendide modelle che hanno indossato raffinati gioielli realizzati a mano dall'artista Monica Coscioni. Il défilé, sponsorizzato dall'Associazione “Made in Italy”, ha creato un’atmosfera unica e indimenticabile, avendo come complice l'incantevole panorama di Roma. 11 giugno: è il gran giorno. Quello in cui la manifestazione ha toccato il top. L’anima Polo fortemente vibrante in ogni partecipante ha avuto libero sfogo nella giornata conclusiva, mettendo in risalto le emozioni e la passione che tale sport comunica. Non si può non avere ancora negli occhi le splendide immagini della natura incontaminata dell’Acquedotto Romano Polo Club, dei cavalli sapientemente guidati dai giocatori e del fantastico colpo d’occhio che il verde dei Castelli Romani ha offerto agli ammirati spettatori. La manifestazione è stata allietata da numerose attività tra le quali intrattenimento per bambini con gonfiabili e trucca bimbi e possibilità di cavalcare pony; spettacoli “volanti” ad opera della pattuglia acrobatica Fly Roma School che ha incantato la platea con acrobatici e spettacolari voli di elicotteri. L’evento ha potuto contare sulla partecipazione di ospiti di spicco del panorama internazionale, tra i quali il Ministro della Cultura della Cecenia Muzakaev Dakilu Abuzedovich, il console del Kazakhstan in Italia Tinghiz Albiev e una delle maggiori autorità del governo kazako Zhorgenbaev Muhtar. Questi ultimi due hanno fortemente voluto la realizzazione di un evento di Polo nella loro nazione organizzato da VLADI POLO Associazione. 50 Ed ecco giunto il momento della sfida: le tre squadre già protagoniste della precedente edizione, Italia, Russia e USA, hanno avuto una nuova antagonista: la Svizzera, una delle novità più importanti del torneo di quest’anno. E, per la serie “gli ultimi saranno i primi”, è stata proprio la squadra elvetica ad aggiudicarsi la vittoria assoluta. Gli scontri tra le quattro squadre sono stati appassionanti ed avvincenti, tenendo col fiato sospeso fino all’ultimo chukker, fino all’ultimo goal, fino all’ultimo metro prima della porta. Tra i giocatori spicca il nome di Polina Nazarova, giovane promessa del Polo internazionale che ha vestito la casacca russa, mostrando a tutti il suo talento. Oltre a Marco Elser, anche il fratello Massimo (entrambi proprietari dell’Acquedotto Romano Polo Club) ha preso parte attiva al torneo giocando per gli USA. La squadra italiana, rappresentata dal partner storico HARPA ITALIA, si è dovuta accontentare del secondo posto. Seguono al terzo posto la Russia e fanalino di coda gli USA. Ma in una giornata all’insegna della sana competizione l’importante non è vincere, quanto partecipare dando la propria testimonianza del concetto di team, di sacrificio e passione elevata all’en- nesima potenza. È stato il proposito di tutti i giocatori in campo, che hanno sicuramente mantenuto la promessa. Il presidente della VLADI POLO Associazione, nonché organizzatrice dell’evento Vladlena B. G. Hermès ha voluto fortemente ringraziare tutti quanti hanno contribuito alla riuscita dello stesso: gli sponsor, HARPA ITALIA in primis, l’Associazione Made in Italy, le autorità locali rappresentate dal sindaco di Monte Compatri Avv. Marco De Carolis, a tutti gli appassionati e curiosi giunti presso l’Acquedotto, che hanno sancito l’apertura della manifestazione al grande pubblico. VLADI POLO non può che essere soddisfatta quindi della sua organizzazione e non solo in merito all’evento, ma soprattutto per ciò in cui sta riuscendo. Solitamente quando finisce una manifestazione c’è un clima che ricorda vagamente la fine delle vacanze, quando ci si guarda indietro e si cerca di ricordare quanto di bello e piacevole è appena passato. Avendo però vissuto dei giorni con VLADI POLO abbiamo idea che per loro il meglio non è ancora passato e che anzi sia di là dal venire e noi gli auguriamo che possa arrivare presto; perché pensiamo che il voler comunicare qualcosa a chi per molto tempo ne è stato al di fuori sia una cosa meravigliosa. In bocca al lupo D.ssa Vladlena perché abbia ancora da cavalcare a lungo. Si rigrazia: VLADI POLO per la fornitura del materiale; Natalia Grechannikova di VLADI POLO; Amelia Clementi per il suo prezioso contributo. Association Made in Italy, created a unique and memorable ambience with the fantastic Roman panorama as its accomplice. 11th of June: the big day. The day when the event reached its peak. The soul of Polo that is vibrating strongly within every participant was set free during this day, highlighting the emotions and passion that this sport communicates. One can not forget the splendid images of the unspoiled nature around the Roman Acqueduct Polo Club, the horses wisely ridden by the players and the fantastic green scenery that Castelli Romani offered the admiring spectators. The event had lots of allied activities such as entertainment for kids with balloons and face painting and the possibility to ride ponies.The spectacular patrol of flying acrobats from Fly Roma School has entertained the audience with amazing helicopter stunts. The event could count on guests from the international panorama, for instance the Minister of Culture Cecenia Muzakaev Dakilu Abuzedovich, Kazakhstans Consul in Italy Tinghiz Albiev and one of the highest authorities of the Kazakhstan Government Zhorgenbaev Muhtar. These last two has asked for VLADI POLO to organize a Polo event in their country. It was the moment of the match: the three teams that did already participate the last time, Italy, Russia and U.S.A. got a new opponent: Switzerland, one of the most important news this year. And for the series of "The last will be the first" it was exactly the Swiss team that won. The matches between the four teams were full of passion and compelling, holding ones breath until the last chukker, until the last goal, until the last meter before the goal. The name Polina Nazarova stands out in the crowd of the polo players, a young promise on the International Polo scene, she was dressed as a Russian cossack and showing all her talent. In addition to Marco Elser, also his brother Massimo (both owners of the Roman Acqueduct Polo Club) was actively playing on the US' side. The Italian team, represented by the historical partner HARPA ITALIA, had to be satisfied to be placed second. After that came Russia and the U.S.A. to round out the group. But on day in the name of sane competition, the important is not to win but to participate and play your part in the team, to experience how sacrifice and passion becomes power that endures. This was the intention and aim by all the players on the ground and they surely held their promise. The president of VLADI POLO Association and organizer of the event Vladlena B.G. Hermès wanted to deeply thank everyone that has contributed to the success of the event: the sponsors, already happened but is yet to come. Polo is up and coming and we are hoping that it will come to us soon, because we think that the wish to communicate and bring something that has been far away closer is a marvelous thing. Good luck and best wishes to Mrs Vladlena because she has yet ride for long. Thanks to VLADI POLO for the supply of material, Natalia Grechannikova from VLADI POLO, Amelia Clementi for her valuable contribution and Ezio Salvatori. HARPA ITALIA first of all, the Association of Made in Italy, the local authorities represented by the Mayor di Monte Compatri, Lawyer Marco De Carolis, all the supporters and curious people that came to the Acqueduct, who made possible and attended the opening of the event to the large audience. VLADO POLO can't but be satisfied with its organization and not only regarding the event but especially for what they do with great success. Usually when an event is finished there is a feeling that recalls the end of the holidays, when you look back you try to remember how nice and beautiful it was with nostalgia. Having lived these days with VLADI POLO we have an idea that the best is not that 51 Fabio Campoli: lo chef e la sua Arte. TESTI VIOLA BUTTARELLI FOTOGRAFIE ENNIO CALICE/STEFANO MILETO /CIRCOLO DEI BUONGUSTAI 54 International Food Designer, chef dalla raffinata semplicità, fondatore de “Il Circolo dei Buongustai”: ecco chi è Fabio Campoli. Con uno stile, frutto di anni di studi e perfezionamento, appare come stella del panorama gastronomico italiano fra mescolanze di sapori della tradizione mediterranea e quelli sperimentali della contaminazione moderna. Per anni consulente e chef di trasmissioni Rai, da cui ha ricevuto premi come “la Stella della Ristorazione” e “Maestro di Cucina ad Honorem”, ha poi diretto la sua esperienza altrove, fino a divenire uno dei più illustri esperti internazionali di food design, per la cura e la disposizione del cibo di scena di numerose produzioni internazionali come “Nine”, “Mission Impossible 3” e “Eat, pray and Love”. È così che, con Fabio Campoli, nasce un nuovo modo di interpretare, essere e lavorare il percorso gastronomico di uno Chef, come consulente di aziende, food styler, testimonial e docente. Fonda nel 2006 “Il Circolo dei Buongustai”, associazione che “intorno alle buone cose” organizza eventi culturali ed enogastronomici contraddis t i nt i p e r p r o f e s sionalità, qualità e stile, come “La Cerimonia per la Festa della Marina Militare” a bordo della portaerei Cavour nel porto di Civitavecchia, alla presenza del Presidente Giorgio Napolitano. E noi di “X Made in Italy” lo abbiamo intervistato, per addentrarci nei sapori e nei piaceri di un’artista, di un uomo… ma soprattutto di un eccellente Chef . Cosa contraddistingue oggi la gastronomia italiana nel mondo? Il suo patrimonio agroalimentare, la conformazione geo- FABIO CAMPOLI: THE CHEF AND HIS ART. International food designer, chef of refined simplicity, founder of "Il circolo dei Buongustai": this is Fabio Campoli. With a style that is the fruit of years of study and training, he appears as the star of the Italian gastronomical panorama. He mixes the flavors of traditional mediterranean food and experimental contemporary cuisine. He was a consultant and chef on national TV channel Rai for years, where he received the award "la Stella dela Restorazione" and "Maestro du Cucina ad Honorem". The he used his experience in other ways until he became one of the most illuminated experts in food design internationally. He has curated managed the food in various film sets such as "Nine", "Mission Impossible 3" and "Eat, Pray; Love". With Fabio Campoli a new way of working and living as a gastronomical chef is born. He works as a consultant, food styler, frontman and lecturer: He founded the "Circolo dei Buongustai" in 2006, an association that organizes cultural and gourmet events related to "good things", recognized for their professionally, quality and style. For example the Ceremony of the anniversary of the Marine onboard the aircraft carrier Cavour in the harbor of Civitavecchia, with the President Giorgio Napolitano. We on "X Made in Italy" has interviewed him, to explore the flavors and pleasures of an artist, a man but foremost an excellent chef. What makes Italian gastronomy unique in the world today? Italy's food and agricultural patrimony, the geographical structure; the climate's and the earth's characteristics, the long gastronomical traditions of the housewives; and skilled Italian chefs that from the 20th century dictates the rules of good cuisine together with the French and export it all over the world. 55 In famiglia, ama cucinare con meno o più dedizione di quando lavora? Mangio pochissimo a casa. E se devo, lascio da parte la mia esperienza Gourmet, e cucino con anche solo una padella piatti unici, semplici e veloci. Non transigo però sugli alimenti. Ora che posso, scelgo sempre il meglio per il mio palato. grafica, le caratteristiche del clima e della terra, la grande tradizione gastronomica delle casalinghe e di grandi Chef italiani, che dal ‘900 dettano, insieme ai francesi, le regole della buona cucina esportata in tutto il mondo. Cuochi si nasce o si diventa? L’artigianalità, il senso artistico, la passione e l’amore verso questo mestiere devono essere necessariamente guidati attraverso un intenso percorso di studio delle regole pratiche e teoriche. Il talento è di certo una condizione necessaria per divenire un bravo Chef, ma non sicuramente sufficiente. Descrivici la tua cucina. In continua evoluzione. A questo mi ha portato la scelta di non avere un ristorante mio, bensì di creare “Il circolo dei Buongustai”.. per arricchire le mie conoscenze gastronomiche sempre di più, facendo di ogni nuova esperienza culinaria non un punto di arrivo ma una nuova partenza. La mia cucina, inoltre, è frutto di tanti sacrifici e di dedizione. È ricca di passione e di grande rispetto per il commensale che, gustando i miei piatti, deve far fronte alla scoperta di cibi ricercati e sani. Il cibo deve far bene, non può e non deve far male. Le ispirazioni della tua cucina. Tante! Non lavorando in un ristorante, con il mio “Circolo dei Buongustai”, i luoghi, le persone, i progetti sono sempre in continuo cambiamento e diventano i miei più grandi stimoli. Dico sempre che mi fermerò solo quando mi mancheranno le idee… e di quelle, per fortuna, sono ricco, proprio perché la mia cucina e i miei piatti non nascono né vengono pensati solo per “mangiare”, ma sono l’accompagnamento di idee e messaggi. Nel mio nuovo libro “Note di Gusto”, ad esempio, “decagrammo il gusto”, spiego cioè, come, ad esempio, una semplice preparazione di 56 una pasta al pomodoro, sotto l’influenza di date note musicali, possa mutare i suoi sapori. Q u a l e cu c i n a i nt e r n a z i o n a l e l a affa s ci n a? Tutta! Senza fine, senza costrizioni. Nel mio programma alla Radio “Breakfast News” sono proprio i piatti internazionali la fonte, lo spunto e l’ispirazione delle ricette che consiglio. Partire da una tradizione internazionale e rielaborarla con la nostra è il segreto di ogni grande Chef. E l’abbinamento cibo/vino? Per me il vino non è vino, ma un vero e proprio ingrediente. Non esistono nella mia cucina vini “da cucina”, ma in quanto alimento da cucina, porta un nome. Ogni piatto, ogni ricetta ha il proprio vino e certo, in quanto chef, se d’accompagno, la sua scelta è preceduta da quella dei miei piatti! Il cliente che non ha mai avuto e per il quale vorresti cucinare? La mia bella nonna, purtroppo venuta a mancare! Per lei, che ha cucinato per me fino alla fine della sua vita, non sono mai riuscito a cucinare. Forse perché la sua cucina era talmente buona che solo con lei riuscivo a mettere da parte lo Chef che è in me, per godermela da perfetto commensale. Quanto conta la presentazione e quanto gli ingredienti in un tuo piatto? Sono complementari. In quanto massimo esperto di Food Design, fare il cibo di scena, per pubblicità o grandi produzioni cinematografiche, è la mia professione. Faccio quindi molta attenzione alla geometria, alla tridimensionalità, ai contrasti di ogni piatto. Anche un insalata vuole e deve avere il suo miglior aspetto. Detto questo, è ovvio che la sostanza, ovvero l’alimento è la condizione necessaria per rendere speciale il piatto per ogni mio commensale. 57 58 food design it's my profession to make food for the set, for commercials or big film productions. That's why I pay much attention to geometry, dimensionality, the contrasts in every dish.Even a salad needs and has to show its best side. Said that, it's obvious that the substance, or rather the ingredient is necessary to make a dish special to every diner of mine. Is one born a chef or becomes one? The craftmanship in the artistic sense of the word, the passion and love to this profession have to be guided through an intense study of practical and theoretical rules. Talent is for sure a necessary condition in order to become a good chef but certainly not enough. Describe your kitchen. It's in constant evolution. It's also for this reason that I chose to not have my own restaurant but to create the "Circolo dei Buongustai" instead. To continuously enrich my gastronomical knowledge, making every culinary experience a new departure instead of a destination. Moreover, my cuisine is the fruit of many sacrifices and dedication. It's full of passion and lots of respect for the diner who, eating my dishes, has to discover elaborated and healthy food. Food should do you good, it shouldn't and it can't be bad for you. Where does the inspiration to your cooking come from? There are many! Not working in a restaurant with my "Circolo dei Buongustai" the places, the people, the projects are in constant change and are the things that stimulates me the most. I always say that I will only stop when I'll have no more ideas. Fortunately I'm very rich in terms of ideas because my cooking and my dishes are not born or thought just to be eaten but they are accompanied with ideas and messages.In my new book "Notes on taste", for instance in the "decagram of taste" I explain how, for instance, a simple preparation of tomato sauce can change it's taste under the influence of given musical notes. What sort of international cuisine are you fascinated by? All of them! Without and end and without limits. In my radio program "Breakfast News" it exactly international dishes which are the source of inspiration and cue of the recipes that I recommend. What about the combination of food and wine? According to me wine is not just wine but a real and very important ingredient on its own right. In my kitchen there is nothing such as cooking wine, as a ingredient in the kitchen it has a name. Every dish, every recipe has it's own wine, and as much as I'm a chef, when it's accompanied, the choice is preceded by the choice of my dishes. A guest you haven't had and that you would like to cook for? My beloved grandmother, unfortunately who ceased to exist! For her, who has cooked for me until the end of her life, I never succeeded to cook for her. Maybe because her dishes were that delicious that only with her I could put aside the chef in me and enjoy her meals as a happy diner. Do you cook with more or less dedication when you're with your family than when you're working? I eat very little at home. And if I have to, I put aside my gourmet experience and even cook simple and fast dishes with a single frying pan. I don't compromise when it comes to the ingredients though. Now when I can, I always choose the very best for my palate. What counts more with your dishes, the presentation or the ingredients? They are complimentary. As an expert in 59 LUSSO - FRUTTI DI MARE Calamarata velata al pecorino con gamberoni e funghi chiodini. ECCESSO - TARTUFO BIANCO Tagliolino con brodo di tacchinella, indivia e tartufo bianco. Ingredienti per 4 persone: • 280 g di pasta calamarata • 200g di vongole veraci sgusciate • 200 g di gamberoni • 150 g di funghi chiodini • 60 g di Pecorino Romano Dop • 4 ciuffi di prezzemolo • uno spicchio d’aglio • 40 g d’olio extravergine d’oliva dal fruttato delicato • sale qb Ingredienti per 4 persone: • 1/2 l di brodo di tacchinella (brodo saporito e leggero) • 280 g di tagliolini all’uovo (realizzati a mano, con uova fresche arricchite da tuorli) • 150 g di tacchinella bollita (solo parte magra) • 130 g di cuori di indivia (solo cuore tenero e bianco) • 60 g di Parmigiano Reggiano Dop stagionato 24 mesi • tartufo bianco a piacimento • 30 g d’olio extravergine d’oliva dal fruttato leggero • amidi di mais g3 • sale qb Esecuzione: Inizio dai gamberoni, che privo dei carapaci e uso per fare un brodo di crostacei ristretto. A parte, taglio la polpa dei gamberoni grossolanamente al coltello e li tengo in una ciotola. Poi, pulisco i funghi, li lavo col cappello rivolto in su, li asciugo un po’, li taglio e li ripasso in un tegame con la metà dell’olio e lo spicchio d’aglio. Riempio una pentola capiente con abbondante acqua e sale, la ripongo sul fuoco (servirà a cuocere la pasta) e, intanto, verso il restante olio in una padella. Appena caldo, aggiungo un decilitro di brodo di crostacei preparato nel frattempo e porto a bollore. Appena bolle l’acqua, butto la pasta calamarata. Quando è cotta, la scolo bene al dente e la ripasso nella padella con il brodo, fin quando non risulta leggermente emulsionata e velata. Aggiungo, in ultimo, i gamberoni (la cottura a bassa temperatura li lascia morbidi) e le vongole sgusciate, allontano il tutto dal fuoco e, mentre salto, verso sopra a pioggia il pecorino grattugiato al momento. Servo in fondine con i funghi caldi e il prezzemolo tritato lì per lì. Esecuzione: Mondo e lavo l’indivia, la taglio julienne, poi la scotto in padella con la metà dell’olio; deve cuocere appena un minuto e poi va tolta dalla padella. Tengo da parte. Lego il brodo caldo con l’amido di mais affinché ne risulti una vellutata un po’ meno densa dell’olio: faccio cuocere per cinque minuti a fuoco dolce e poi spengo. Intanto, lesso i tagliolini al dente, li scolo lasciandoli un po’ umidi e li ripasso nella vellutata. Aggiungo l’olio rimanente e il pollo lesso tagliato a piccoli cubi. Faccio insaporire bene e, nel mentre, taglio a lamelle il tartufo. Tolgo dal fuoco e unisco l’indivia. Servo i tagliolini in fondine opportunamente riscaldate (il che li fa risultare ancor più fluidi), cosparsi di una spolverata di parmigiano grattugiato al momento e di abbondanti lamelle di tartufo bianco. ECCELLENZA Ricetta realizzata per il 150° Anniversario della Marina Militare Italiana Spuma alle fragole, crema e croccante. Ingredienti per 8 persone: • pâte à bombe g 350 • meringa all’Italiana g 300 • panna fresca montata dl 7 • colla di pesce g 15 • croccante g 150 • purea di fragole g 200 • Grand Marnier (bicchierino) Esecuzione: Fate idratare la colla di pesce in acqua fredda. Strizzatela e mettetela a sciogliere al microonde con due bicchieri di acqua. Tiratela fuori dal forno e lasciatela freddare fin quando non inizierà a tirare (intorno ai 20°C densità oleosa). Ora versatela nella pâte à bombe e incorporatela con una frusta senza mescolare troppo. Di seguito incorporate alla pâte à bombe la meringa all’italiana e, in ultimo, mezzo litro di panna montata, il tutto agendo delicatamente con una frusta (il composto non deve smontare). Dividete il composto ottenuto in tre ciotole e passate ad aromatizzarlo, uno con il croccante tritato, uno con la purea di fragole e uno aggiungendo il Grand Marnier e la panna rimanente. Una volta pronti i composti disponeteli a strati in una cassetta, stampo o bowl. Riponete in frigorifero almeno per 8 ore. Servite accompagnata da biscottini. In questa caso la ricetta originale, il gelato alla Napoletana, è molto complessa, richiede esperienza e manualità, mentre nella mia ricetta, che ho voluto reinterpretare in chiave moderna, ho apportato delle modifiche inserendo la meringa all’Italiana. Sia la pâte à bombe che la meringa all'Italiana di base si possono trovare in tantissimi libri classici di cucina e pasticceria, nonché su portali internet. LUXURY - FRUTTI DI MARE Pecorino veiled calamarata with prawns and honey mushrooms. EXCESS - WHITE TRUFFLE Taglionlinis with turkey broth with endives and white truffle. Ingredients for 4 persons: • 280g of calamarata pasta (Wide tubular pasta that is shaped like a large ring) • 200g of clams without the shell • 200g of prawns • 150g of honey mushrooms • 60g of Pecorino Romano PDO • 4 tufts of parsley • one garlic clove • 40g of extra virgin olive oil, mild • salt Ingredients for 4 persons: • 1/2 l of turkey broth (full of flavor and light) • 280g of tagliolini egg noodles (hand made with fresh eggs) • 150g of boiled turkey (only the lean part) • 130g of endive leaves (only the soft and white heart) • 60g of Parmesan Reggiano PDO, aged 24 months • white truffle as you like • 30g of extra virgin olive oil, mild • 3g of cornstarch • salt Directions: I start with the prawns. I take the cleaned prawns, cut them in big pieces and put them in a bowl. I use the shells to make a concentrated sea food broth. Then, I clean the mushrooms, I wash them with the top upwards, I let them dry a bit, I cut them and I fry them in a frying pan with half of the oil and the garlic. I fill a big pot with lots of water and some salt, I put it to boil (this is for the pasta) and in the meantime I put the rest of the oil in a frying pan. When it starts to heat I add one deciliter of the sea food broth that I prepared in the meantime, let it boil. As soon as the water boils I add the pasta calamarata. When it's al dente (soft but firm), I take away all the water and I put it back in the frying pan to heat it with the broth until it cooks together a bit and gets saucy. Finally I add the prawns (cooking them at a low temperature keeps them soft) and the clams, I take it off the stove and add a rain of grated pecorino while moving the pan. I serve it on soup plates with warm mushrooms and freshly cut parsley. Directions: I clean the endives, I cut them julienne, then I let them fry a little bit in the frying pan with half of the oil; it should just cook for a minute and then take it away from the stove. Put it aside. I unite the warm broth and the cornstarch, it should become a sauce that is a bit less dense than oil: I let it boil for five minutes on low heat, then I turn it off. In the meantime I boil the tagliolini noodles, they should be al dente. I drain the pasta but leave it a little humid and I put it together with the sauce in a frying pan. Then I add the rest of the oil and the boiled turkey cut in small cubes. I let it simmer and cut the white truffle in the meantime. I take it away from the fire and add the endives. If possible heat the soup plates( it makes it all more creamy), dust some freshly grated parmesan and add abundantly slices of white truffle. EXCELLENCE A recipe made for the 150th anniversary of the Italian Marine. Strawberry foam with cream and almond brittle. Ingredients for 8 persons: • 350g of Pâte à bombe • 300g of Italian meringue • 7dl of freshly whipped cream • 15g of isinglass • 150g of sugar and almond rock • 200g of strawberry puree • 1/2 small glass of Grand Marnier Directions: Put the isinglass in cold water. Take it out, squeeze out the water and melt it in the microwave with two glasses of water. Take it out and let it cool until it starts to pull (the consistency is oily around 20°C). Now you put it into the pâte à bombe and mix it carefully but not too much. After that put the meringue and the pâte à bombe together, at last, add a half liter of whipped cream, all while stirring (the cream should keep its texture). Divide the mix in three bowls and add the flavors, one with the crushed sugar and almond brittle, one with the strawberry puree, one with the Grand Marnier and the remaining cream. When the mixes are ready put them in layers in a pan, tin or bowl. Put it in the freezer for at least 8 hours. Serve together with biscuits. In this case the original recipe, ice cream from Naples, is very complex, it requires experience and dexterity. I wanted to interpret the recipe in a modern way instead so I changed it and added Italian meringue. The recipes for both pâte à bombe and the Italian meringue can be found in many classic cooking books as well as on the internet. ANNA ORSO TESTI PATRIZIA SKAF/FOTOGRAFIE GIANMARCO CHIEREGATO Dopo esserci sentite al telefono, decidiamo di incontrarci per un’intervista a casa sua all'Isola d’Elba. Tra noi c'è stato un feeling immediato, a tal punto che prima di partire avevo la sensazione di andare a trovare una vecchia amica. Infatti, un po' emozionata, ai miei figli ho detto spontaneamente che partivo per andare da un'amica. Mio figlio che in quanto a curiosità potrebbe rubarti il mestiere, domanda: - Chi è la tua amica mamma? - E’ un'attrice, si chiama Anna Orso - Non la conosco - Neanche io! - Ma... Se non la conosci come fa a essere tua amica?!? Di dove è? Ora che ci penso non sapevo neanche questo... era la prima volta in tanti anni che mi capitava di andare ad intervistare una persona brancolando nel buio: informazioni zero, ma in compenso un “dieci” per la curiosità che quella telefonata mi aveva suscitato. -Non lo so! 62 - Bene, mamma! Stai andando a stare due giorni a casa di una “amica” che non conosci, in un posto dove non sei mai stata e da quello che ho capito non sai neanche come arrivarci! Quindi, parti per un avventura!.. Sapevo soltanto che sarei stata ospite di Anna Orso, attrice e modella, 72 anni, amata da stilisti come Dolce e Gabbana e registi del calibro di Bellocchio. Prima di chiudere la porta alle mie spalle, il mio piccolo "assistente" aggiunge: "Mamma, ho visto su Google: è napoletana, proprio come te!" A quel punto ero certa avevamo più di qualcosa in comune. Arrivo al porticciuolo dell’Elba, è vuoto, anche sul traghetto c'è pochissima gente, una bellissima giornata di sole ad attendermi. Da lontano la riconosco: capelli bianchi lunghi, occhi celesti, un sorriso disarmante, lo stile di chi potrebbe indossare qualsiasi cosa ed essere sempre perfetta. Sentivo sempre di più di cono- scerla da una vita. Arriviamo a casa sua, un antico rudere arroccato sulla montagna, un posto bellissimo con una veduta sul mare da togliere il fiato, immerso completamente nella natura. Prepariamo il pranzo insieme: una caprese, sulla veranda, sole e tranquille, il profumo e la brezza del mare come sottofondo, noi rilassate e serene: A farci compagnia le sue cagnoline: Luna, un pastore maremmano, e Mia, una Yorkshire dolcissima. Anna l'ha chiamata Mia perché appena l'ha vista, ancora cucciola, l'ha abbracciata e spontaneamente ha esclamato: “Dev’essere mia!”. Quanto abbiamo chiacchierato! Ad un certo punto, una netta sensazione mi assale: non stavo più intervistando un’estranea, eravamo diventate amiche… fregata!! Adesso non potrò scrivere tutto ciò che mi ha raccontato! Forse sto invecchiando anche io... Anna è bellissima!! Tutta al naturale, mai un "ritocchino"… non si fa neanche la tinta, figuriamoci la 63 chirurgia estetica! È alta, magra, pelle leggermente abbronzata, schiena dritta di chi fa yoga, ha un viso e un corpo bello ed elegante e l'aria di una vita vissuta. Noto una cavigliera etnica sulla caviglia sinistra, lei se ne accorge e commenta: "E’ il simbolo che sono una schiava... la schiava di me stessa". Sorride. Anna credi alla fedeltà? “Certo che no!! La fedeltà non esiste, io sono per natura una infedele. Mia mamma è morta giovanissima, a 28 anni, dopo due figlie ha abbandonato mio padre perché si era innamorata di un altro uomo. All’epoca è stata condannata dalla società e trattata come una puttana, genitrice di puttane!” Ride. Credi in Dio? Mi guarda senza dare molta importanza alla domanda e si ricorda che una volta aveva conosciuto un prete, in un centro sociale, con il quale aveva fatto una certa amicizia: “Mi piaceva stuzzicarlo... Una volta dopo una bella notte di sesso con il mio fidanzato, gli ho mandato un sms provocatorio, del tipo “come si può dire che il sesso, una cosa così bella ed appagante, possa essere peccato?!?" Lui le aveva risposto: “MA CHI TE LO HA DETTO? Altre risate. In politica è di sinistra, praticante, si entusiasma. Capisco al volo che non potrò mai presentare la mia nuova amica a mio padre: lui quando eravamo piccoli ci insegnava "chi è che dà la luce? Il Duce!!!! Chi è amico dei bambini? Mussolini!!!”. Grazie al cielo eravamo bambini forti e non è riuscito a bloccarci la crescita! (Poi, da adolescenti, indossavamo le magliette del Che Guevara… povero papà, quante delusioni ti abbiamo provocato!) Moda. Anna ama la semplicità, sentirsi libera e comoda nei suoi vestiti, libera nei movimenti. Le piacciono i tessuti puri, i capi artigianali, non fa la minima attenzione ai marchi del lusso, anche se ha molti noti stilisti tra i suoi amici che le regalano 64 capi bellissimi. È molto legata alla sua collezione di gioielli etnici, che indossa sempre. La guardo e le dico: “Saresti bellissima indossando uno smoking di YSL!!” Si entusiasma e dice che è un suo sogno averne uno. (Mentre parliamo, Anna fa un massaggio Shintaku a Mia, la cagnolina Yorkshire). Siamo rimaste due intere giornate insieme, abbiamo fatto lunghe passeggiate al mare, yoga e meditazione, cena al paesino... Anna adora la pasta e il vino! Il lusso per lei: poter dire quello che pensa. L’eccellenza: una carriera vera. L’eccesso: aver amato sempre a modo suo. Il mattino della partenza mi sveglio molto presto, preparo un caffè che prendo sulla veranda, guardando il mare. Anna si sveglia e si affaccia in tuta rossa e maglietta bianca, tutta spettinata... Era bellissima: pareva una ragazzina. Lei è una ragazza, una vecchia ragazza! 65 After talking on the phone we decide to meet up for an interview in her house on the island of Elba. We immediately had a chemistry, to the point that before going I had the feeling of going to visit an old friend of mine. Actually, being a bit excited and thrilled, I spontaneously told my children that I was going away to visit a friend of mine. My son, who is so curious that he might steal my job, asks: -Who is your friend mom? -It's an actress, her name is Anna Orso -I don't know her -Me neither! -But...If you don't know her how can she be your friend?!? Where's she from? Now when I think about it, I didn't even know that...it was the first time in many years I was going to interview a person fumbling in the dark: zero facts, but in compensation "ten" for the curiosity that telephone call had caused me. -I don't know! -Good, mom! You are going to stay two days with a "friend" that you don't know, in a place where you have never been, and from what I understood you don't even know how to get there! Then you are going on an adventure!.. I only knew that I would be Anna Orso's guest, actress and model, 72 years, loved by designers such as Dolce e Gabbana and directors of the calibre of Bellocchio. Before closing the door, my little "assistant" adds: "Mom, I saw on Google: she is from Naples, just like you!". In that moment I knew for sure we had something in common. I arrive at the harbor on Elba, it's empty, there's very few persons even on the ferry, a beautiful sunny day is awaiting me. From far I recognize her: long white hair, blue eyes, a disarming smile, the style of someone who could wear anything and always be perfect. I felt as if I had known her all my life. We arrive at her house, an antique ruin perched on the mountain with a sea view that takes your breath away, completely immersed in nature. We prepare the lunch together: a caprese salad, on the terrace, on our own and calm, the scent and the breeze of the sea in the background, we are relaxed and serene. Her dogs makes 66 us company: Luna, a Maremma sheepdog, and Mia, a very cute Yorkshire terrier. Anna called her Mia because as soon as she saw her she took the dog in her arms and exclaimed spontaneously. "She must be mine (Mia means mine)!" We talked so much! At a certain point, I get this strong feeling: I wasn't interviewing stranger anymore, we had become friends...tricked!! Now I could not write all what she had told me! Maybe I'm getting older too... Anna is so beautiful!! Totally natural, never a " touch-up"...she doesn't even dye her hair, let alone cosmetic surgery! She is tall, slender, slightly tanned, with the straight back of one who does yoga, she has a beautiful and elegant face and a body and the air of a life lived. I notice an ethnic anklet on her left ankle, she becomes aware of my glance and comments: "It's a symbol that I am a slave...a slave to myself". She smiles. Anna, do you believe in fidelity? "Of course not!! Fidelity doesn't exist, I'm unfaithful by nature. My mom died very young, at the age of 28, after two children she abandoned my father because she fell in love with another man. At that time she was condemned by society and treated as a bitch, mother of whores!" She laughs. Do you believe in God? She looks at me, without giving to much importance to the question and she recalls an episode when she had got to know a priest at a community center, they had become friends: " I liked to tease him...Once after a beautiful night of love making with my boyfriend, I sent him a provocative text message, something like "how can one say that sex, which is such a beautiful and satisfying thing, is a sin?!?" He answered: "BUT WHO EVER TOLD YOU THAT? More laughing. In politics she is a leftist, active, she is enthusiastic. I quickly understand that I could never introduce my new friend to my father: when we were kids he taught us the rhyme "who gives us the light? The "Duce"!!! Who is the friend of the children? Mussolini!!!" Thank heaven we were strong kids and he could not prevent us from growing up!(Later as teens we wore t-shirts with Che Guevara...poor dad, how many disappointments haven't we caused you!) Fashion. Anna loves simplicity, to feel free and comfortable in her clothes, free in her movements. She likes pure textiles, hand made items, she doesn't pay even a minimal attention to luxury brands even if she has many famous designers among her friends which give her beautiful clothes. She is very fond of her collection of ethnic jewelry, that she always wears. I look at her and says: "You would look beautiful in a YSL tuxedo!!" She becomes excited and says that it's her dream to have one. (While we are speaking Anna is giving Shiatsu massage to her Yorkshire terrier Mia.) We spent two entire days together, taking long walks by the sea, yoga and meditation, dining in the small village...Anna adores pasta and wine! The luxury for her: being able to speak her mind. Excellence: a real career. Excess: always having loved in her own way. I wake up very early the morning of my departure, I prepare a coffee on the terrace, looking at the sea, Anna wakes up and appears in red trousers and a white t-shirt, with tousled hair... She was so beautiful: she seemed to be a girl. She is a girl, an old girl! 67 Gianmarco Russo. Il Fashion talent dall’animo trasformista. TESTI VIOLA BUTTARELLI/FOTOGRAFIE FILIPPO SBALCHIERO/STEPHANIE GENGOTTI Il quartiere è Trastevere, l’atelier è di sciarpe-gioiello, l’artista è napoletano e si chiama Gianmarco Russo. È in una mansarda-studio e in un primo pomeriggio di un uggioso maggio, l’incontro fissatomi con il raffinato ed avanguardista, Gianmarco Russo, che subito risponde al mio metereopatico cattivo umore con del caffè alla napoletana e una coppa piena di fragole di stagione. Lo studio che mi circonda profuma di arte, quella viva consumata goccia a goccia con il talento, l’idea e la tanta dedizione: le stampe di Sophia, la bella ed iconica Loren a mo’ di manichino, una Michelle Pfeiffer cucita da un maschio abito due bottoni, e loro… scatole, piccole scatole, confezioni di cangianti foulard. Gianmarco Russo, nasce attore di teatro per volontà, ma si scopre fashion designer per quello che lui chiama un “casuale destino” che fece di una semplice stola macchiata da 68 GIANMARCO RUSSO. THE FASHION TALENT WITH A QUICK-CHANGE ARTIST’S SOUL. The area is Trastevere, the atelier makes embellished scarves and the artist is from Naples and his name is Gianmarco Russo. It's an attic studio an early afternoon a grey day in May. I have an appointment with the refined and avant-guard Gianmarco Russo , who responds to my meteosensitivity and bad mood with a Neapolitan coffee and a bowl with fresh strawberries. The studio that is surrounding me smell of art, the alive one that is consumed drop by drop with much talent, ideas and lots of dedication: the Sophia prints, the beautiful and iconic Loren a bit like a mannequin and Michelle Pfeiffer sewn of a man's two-button suit and then...boxes, small boxes that contain multi colored scarfs. Gianmarco Russo, became a stage actor by choice but discovered his passion for fashion design by something he calls 69 70 un gelato per un malcapitato sbaglio e poi rassettata alla meglio per una festa, un particolare, che interamente realizzato a mano rende oggi unici, con chiusure in corallo, pietre dure, turchesi, ametiste, perle, cuoio, pellicce e Swarovski, tessuti in seta, lino, velluto e cashmere. Talentuoso, determinato Gianmarco ha così conquistato, grazie all’idea di come un accessorio possa rivoluzionare un abito da chic a sensuale in un attimo, successi nei grandi salotti dell’Italia glamour, e del passaparola di numerose entusiaste clienti, famose e non, divenendo presto icona di stile per il glowbiz. Un capriccio, tutto partenopeo, ago e filo che rende con la creatività di ganci, il foulard un accessorio multifunzionale, modello affermato nel jet set della movida culturale italiana (dalla Signora Napolitano a Valeria Golino, da Valeria Solarino a Luisa Ranieri, da Claudia Gerini ad Alba Clemente; da Alessandro Gasmann a Luca Zingaretti e Mario Biondi per gli uomini) di un’opera dalla firma di un ragazzo 100% “Made in Italy”. Chi è l’artista Gianmarco Russo? Un giovane designer eclettico, istrionico, colorato che prende spunto dall’energia vulcanica del Vesuvio, emblema della terra dove è nato. Ancora prima di fare il designer, la mia passione per l’arte e la pittura è stata da sempre totalitaria. Ed è così che la mia predisposizione nel mondo della moda ha preso piede: da piccolo incantato dalle istallazioni delle sfilate, da grande con la consapevolezza di disegnare e pensare accessori non seriali ma dedicati ad ogni singola donna, con un filo conduttore chiamato “Passione”. Un accessorio, un vezzo, un vero e proprio capo d’abbigliamento. Com’è il foulard firmato Gianmarco Russo? L’accessorio è un elemento necessario nell’uomo come nella donna e dice molto anche laddove non c’è. La "random fate". He once fixed a simple scarf that had been stained by ice cream by mistake. He embellished it so it could be worn at a party and it became one of its kind. Today he makes these scarfs unique, he uses coral fastenings, semiprecious stones, turquoises, amethysts, pearls, leather, fur and Swarovski crystals, silk, linen, velvet and cashmere and it's entirely made by hand. The talented and determined Gianmarco has reaped success in the glamourous Italians salons thanks to the idea how an accessory can transform a chic dress into a sensual one in seconds. With the word of mouth of enthusiastic clients, famous and not he quickly became an icon of style for the glowbiz. A caprice, very Neapolitan, he makes a scarf into a multifunctional accessory with needle and thread and creative clasps. A design loved by the jet set and Italian cultural elite (to name a few: Mrs Napolitano, Valeria Golino, Valeria Solarino, Luisa Ranieri, Claudia Gerini, Alba Clemente. Alessandro Gassman, Luca Zingaretti and Mario Biondi to mention some gentlemen) and a piece signed by a young man that is a 100% "Made in Italy" Who is the artist Gianmarco Russo? It's a young designer with eclectic, dramatic, colored designs who draws inspiration from the volcanic energy of Vesuvius, the symbol of the place where he was born. My passion for art and painting has always been total, also before I started to work as designer. That's how I was attracted to the world of fashion started: as a kid I was spellbound by the catwalk installations. As grown up I'm conscious that I design and create accessories that are not mass-produced but dedicated to every single women, with a main theme called "Passion". An accessory, a necklace, a piece of clothing. What is the scarf signed Gianmarco Russo like? An accessory is an item that is necessary both for men and women and says a 71 scelta del foulard nasce dall’idea che un elemento cosi semplice possa rivoluzionare un abito o una mise. Ed è con il mio gancio/gioiello che ho reso tutto questo più contemporaneo in base alla funzionalità di rendere questo capo adattabile per qualsiasi occasione. Per chi e per quale occasione è pensato il tuo capo? Venendo da una formazione teatrale, la mia Musa è la “donna teatrale”, l’attrice, la Diva. Nella sostanza le mie creazioni sono state rese attuali e portabili però anche da una donna semplice, ma che ama distinguersi. Una donna moderna che esce di casa la mattina e torna alla sera tardi e che nel corso della giornata può permettersi di dover compiere una metamorfosi “d’abito” per le circostanze e le occasioni incontrate. Cosa è per Gianmarco Russo il lusso? È avere la possibilità di potersi esprimersi liberamente. Un Eccesso di Gianmarco Russo. La ricerca maniacale del tessuto e delle pietre per alcune mie limited edition. L’Eccellenza per Gianmarco Russo. L’Eccellenza oramai appartiene a pochi ed è la capacita di finalizzare il proprio unico talento e renderlo fruibile da tutti senza massificazioni o globalizzazioni di sorta. 72 lot also where it's missing. I chose the scarf because of the idea that such a simple element can transform a dress or ensemble . It's with my jewellery clasp which I made all this more contemporary in terms of functionality, it makes it possible to adapt the item to every occasion. For who and for what occasion are your designs? Having a theatre background my muse is the theatre woman, the actress, the Diva. In substance, my creations has been made wearable and likable also for a more minimalist woman but who likes to distinguish herself. A modern woman who leaves the house in the morning and comes back late and who can permit herself to undergo a metamorphosis where she adapts her clothes according to the circumstances and occasions that she meet. What is luxury for Gianmarco Russo? It's the possibility to express yourself freely. One excess of Gianmarco Russo? The maniacal research of textiles and stones for some of my limited editions. What is excellence according to Gianmarco Russo? Nowadays excellence is something that belongs to few persons and the capacity to use your own, unique talent to serve others without any massification or globalization whatsoever. 73 www.associazionemadeinitaly.it