Mentoring as Vocational Training Method
for Third Sector organisations
Info - training Course
Training Guidelines
(versione italiana)
Il Mentoring come metodo di formazione
professionale per il Terzo Settore
Corso di INFO-FORMAZIONE – Linee guida
This project has been funded with support from the European Commission under the Lifelong
Learning Program. This publication reflects the views only of the author, and the Commission
cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein.
1
INFO – TRAINING COURSE
Linee guida per la formazione
Il presente documento rappresenta il materiale formativo per l’implementazione del
Corso di Info-Training. E’ il risultato del lavoro comune svolto dai partners di MIND.TS
durante i 2 anni di implementazione del progetto. Il documento intende raggruppare un
intero set di materiali formativi, ivi inclusa la metodologia, destinati al trainer che
implementerà il corso.
La struttura delle linee guida è la seguente:
1. Scenari formativi
2. Descrizione degli scenari per ogni modulo – supportati da suggerimenti metodologici
(esempi, foto, ecc).
3. Allegati – differenti strumenti per l’implementazione del corso
Allegato 1 – Strumenti per il brainstorming;
Allegato 2 – Piano Learning and mentoring
Allegato 3 – Modello di “Accordo sul mentoring”
Allegato 4 – Diario sul mentoring programme
4. Materiale aggiuntivo: Compendio di buone pratiche
5. Materiale aggiuntivo: casi studio
6. Questionario di valutazione.
A proposito del Progetto MIND.TS
Il MENTORING Come metodo formative per le organizzazioni di terzo settore costituisce un tema
molto importante per le organizzazioni del non-profit, perché cerca di sviluppare competenze
professionali tra i leader e i lavoratori di questo settore utilizzando metodo innovativi di formazione
e apprendimento. Il mentoring è uno strumento potente, ancora più significativo se sviluppato come metodo
formativo “alternativo” che combini assieme diversi metodi formativi, in maniera da beneficiare dei processi
formativi formali come di quelli informali, in maniera da incoraggiare la creazione di ambienti di lavoro
stimolanti per la formazione.
L’obiettivo principale delle Progetto è lo sviluppo di un Corso Info-training sul Metodo di mentoring a cura di
organizzazioni impegnate nella formazione professionale per il terzo settore e da imprese; altro obiettivo è la
diffusione del Progetto presso altre organizzazioni.
La partnership di apprendimento , composta da imprese e organizzazioni di Polonia, Francia, Italia, Malta,
Lituania, Slovenia, Spagna, include, docenti, tutors, insegnanti, ricercatori e volontari interessati a metodi
innovativi per lo sviluppo professionale.
I PARTNERS del Progetto
2
Scenari di training
MODULO 1 – Introduzione al Mentoring
Esercizi
Obiettivi
Metodi
1. SELF PRESENTATION
La presentazione del trainer e dei
partecipanti in maniera originale,
per potersi “mettere a nudo” di
fronte al gruppo” e mostrare la
ricchezza del gruppo stesso
composto da persone differenti e
con back ground differenti
Le aspettative dei partecipanti
devono essere soddisfatte nei
contenuti del corso. Capire perchè
stano seguendo il corso.
- creazione di un lavoro
manuale – un collage,
patchwork, handwork;
- uso della parola
“MENTOR” come acronimo
3. EXPERIENCE IN
MENTORING
4. BUILDING
DEFINITION OF
MENTORING
2. EXPECTATIONS
Tempo
approssimativo
Max.30 min per
l’intera sessione
Materiale
Impegno
Risultati
Material
creative fatto
mano o uso di
una lavagna
con flip-chart
2
Integrazione del gruppo –
team building; conoscersi
meglio; rompere il ghiaccio;
imparare ad avere fiducia.
Metodo della Mongolfiera
Appross. 20
minuti per
l’intera sessione
flipchart,
post-it a 2
colori
2
Descrizione delle esperienze dei
partecipanti sul marketing
Uso del questionario « Lee
Iacocca » o di altri più
semplici questionari
alternativi
20 min.
Questionari
stampati
4
Riflettere su stessi: che tipo
di mentor o di mentee
sono? Analizzare le
differenti opzioni/soluzioni
Costruire una vision /concetto
comune di mentoring
3 questions & answering
45 min.
Flipchart o
lavagna bianca,
fogli di carta
grandi
markers
5
Comparare le definizioni,
chiarire e chiarirsi sul
concetto di mentoring
Conoscere le aspettative
degli studenti, apprendere
su speranze e paure
riguardo il corso
3
MODULE 2 – Conoscere il Mentoring
ESERCIZI
1. IL LATO PRATICO
DEL MENTORING
OBIETTIVI
Raccogliere informazioni sul lato
pratico del mentoring: come e in
quali situazioni può essere
utilizzato?
METODI
Presentazione di esempi e
casi studio; incoraggiare la
discussione;
TEMPO
30 min.
MATERIALI
Compendio di
esempi di
pratiche di
mentoring
IMPEGNO
3
RISULTATI
Riconoscere l’importanza di
buone pratiche del
mentoring;
2. INFORMAZIONI
SULLE POSSIBILE
DEFINIZIONI DI
MENTORING;
COMPRENSIONE
DELLE DEFINIZIONI,
DEI PROGRAMMI DI
MENTORING E DELLE
RELAZIONI
3. COSTRUIRE UN
PROFILO DI MENTOR
O MENTEE
4. DEFIIRE UN
PROGRAMMA DI
MENTORING
Raccogliere informazioni sulla
definizione e sulla metodologia
Presentazione
Sessione di Question &
Answer
15 min.
Presentazione
PowerPoint sul
“Mentoring”
1
Trasferimento organizzato di
conoscenze sul mentoring
Costruire il profilo di mentor e di
mentee.
Keyword Brainstorming
30 min.
Flipchart
5
Cercare di definire il programma di
mentoring che sia adatto alle
organizzazioni da cui provengono I
partecipanti.
Interviste in coppia.
Sessione di Question &
Answer
45 min.
Elenco di
domande
3
Individuazione di profili
differenti di mentor e
mentee;
Migliore
conoscenza/comprensione di
come è composto un
programma di mentoring
L’esercizio può subire variazioni.
Secondo DEMOS – il partner della Lithuana, è possibile cambiare l’ordine
dell’esercizio così:
3. COSTRUIRE IL PROFILO MENTOR AND/OR MENTEE , 2. INFORMAZIONI SULLA
DEFINIZIONE DI MENTORING 1. IL ALTO PRATICO DEL MENTORING. Questa
variazione è stata possibile grazie alla metodologia utilizzata, basata sul Modello di
apprendimento David Kolb's Experiential.
Secondo questo modello, vi sono 4 momenti principali nel ciclo di apprendimento.
E’ possible pertanto cominiciare da qualsiasi fase, ma è fondamentale rispettare le
fasi second il cerchio.
Poichè il Modulo 1 termina con una session di discussion sul singificato di
Mentoring, il partner lituano ha suggerito una sessione di brainstorming per
costruire
possibili
defiizioni
(mentee
e
mentor).
Poi
passare
ala
4
concettualizzazione tramite il Power Point. Poi passare all’adattaento del programma e parlare di applicazioni delo stesso, e terminare con l’esperienza
cercando di definire programmi di mentoring per le organizzazioni dei partecipanti.
MODULE 3 – Trasferire la conoscenza in pratica.
Questo modulo necessita di mezza giornata (3 – 4 ore) di workshop interattivo, che sarà presentato da un esperto nel campo (interno o
esterno). E’ un workshop di livello avanzato, adatto a chi è davvero propenso nello sviluppo del programma di mentoring.
Non deve essere necessariamente tenuto nello stesso giorno dei moduli precedenti e chi ha partecipato ai moduli precedenti non è
obbligato a seguire il terzo, ma è di certo benvenuto a farlo.
ESERCIZI
1. IDENITIFCAZIONE
DEI PROBEMI CHE
POSSONO ESSERE
RISOLTI DAL
MENTORING
FINALITA’
Identificazione dei problem che
possono essere risolti con il
Mentoring. I programmi di
Menotring non sono immune da
difetti e non vi sono eccezioni.
Dobbiamo elencare tutte le maniere
possibili per gestire i problem, al
fine di mantenere intatta l’integrità
del programma.
METODI
Lettura e spiegazione di casistudio in piccoli gruppi,
composti da 2-3 persone. E’
possibile utilizzare casi studio
reali proposti dagli stessi
partecipanti.
MATERIALI
TEMPO APPROSS ENERGIA
Casi studi, che
60 min
3
comprendano anche
una serie di
domande (con
risposte semplici)
per ogni caso
RISULTATI
Comprendere il testo
2. SCRIVERE UN
SEMPLICE PIANO DI
MENTORING
Far sic he gli studenti imparino a
scrivere un piano di mentoring
Casi studio: allegati
1, 2, 3
60 min
5
imparare a scrivere
un piano basato su
un problema reale
identificato
3. COMMON
DISCUSSION WITH
EXTERNAL GUEST
Dare e ricevere feedback dagli altri
Metodologia Step by Step:
Lavoro in gruppo e
discussione. I partecipanti
lavorano in piccoli gruppi. 1)
Perchè? Identificare la
questione
2. Cosa volete ottenere? Quali
sono I risultati?
3. Quali sfide vincere, mentre
lavoriamo verso la meta?
4 Piano strategico (obiettivi,
tempi, ecc.).
Presentazione e discussione;
discussione sulla simulazione;
tramite una persona con
esperienza di mentoring.
Le risorse previste
possono essere
integrate da alter
idee da parte di
trainers e trainees,
inclusi gli
audiovisivi.
60 min
4
Prepararsi a sfide e
opportunità del
mentoring
4. EVALUATION
Riassumere I risultati della attività e
avere feedback
Questionari e discussione
Questionari
stampati
10 min
3
Feedback dato da
trainers e
partecipanti
5
MATERIALI ED ESERCIZI PER IL TRAINING
MODULo 1 - Introduzione al Mentoring
ESERCIZIO 1 – Auto presentazione
FINALITA’DELL’ESERCIZIO
Presentare il formatore e I partecipanti (NON le organizzazioni da cui provengono) in una
maniera originale e creativa, per potersi mostrare in gruppo e mostrare la ricchezza del
gruppo, composto da persone differenti con back ground differenti.
METODI
Suggeriamo due possibilità:
Option A: Ai partecipanti viene richiesto di di presentarsi utilizzando un disegno o un
patchwork, o qualsiasi strumento creative che essi vogliano.
Option B: Come alternativa, utilizziamo il termine MENTORE in orizzontale come se fosse
un acronimo da inventare.
Option C: Un mix delle opzioni predenti, a scelta da parte dei partecipanti.
Esempi di presentazioni
Opzione A
Opzione B
TIMING
La durata di questo esercizio varierà a seconda del numero di partecipanti al corso. In
ogni caso l’intera sessione non dovrebbe prendere più di 30 minuti.
Un esempio di come suddividere il tempo:
Presentazione del Trainer e spiegazione dell’esercizio – 5 minuti
Presentazione dei partecipanti - lavoro individuale – per opzione. B & C: 5 minuti
Presentazione dei partecipanti
Opzione A: 2 minuti a persona (questo esercizio può durare di più a seconda del numero
dei partecipanti).
6
ESERCIZIO 2 - ASPETTATIVE
FINALITA’ DELL’ESERCIZIO
Conoscere le aspettative dei partecipanti
Capire il perché stanno frequentando il corso
Conoscere le speranze e le paure dei partecipanti rispetto al corso
METODO
Esercizio anonimo tramite il metodo della Mongolfiera (Baloon).
STEP 1. – FLIPCHART
Il formatore preparare in anticipo una figura raffigurante una mongolfiera (vedi foto) con
relativa cesto e pesi.
STEP 2
Il formatore spiega il significato dell’immagine – il pallone sarà “caricato” con post-it di 2
colori (nell’esempio giallo e arancione).
Su quelli arancio i partecipanti scriveranno, in forma anonima, le loro aspettative
riguardo alla formazione; sui gialli, invece, i loro timori riguardo al corso.
Il formatore iniziare per primo per poter dare l’esempio (imparare una nuova
metodologia, essere troppo teorici. E dovrebbe spiegare dove attaccare i post-it: sul
pallone le aspettative, sul cesto le paure, come ovvio.
Il trainer dovrebbe spiegare che l’esercizio serve per comprendere il clima generale che
c’è nel gruppo; se il pallone risulta a vista più pieno del cesto significa che ci sono molte
aspettative ed un clima positivo; se succede il contrario, significa che il gruppo è molto
scettico sul risultato del corso.
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STEP 3
Il trainer chiederà ai partecipanti di scrivere le loro aspettative e le loro paure, usando
poche parole. Non c’è limite al numero di post-it che ogni partecipante può scrivere.
Poi i partecipanti attaccheranno i post-it sulla flip-chart.
STEP 4
Nella fase successiva il trainer dovrebbe raggruppare i
pensieri simili. E poi dovrebbe leggere i commenti uno
alla volta.
Il trainer dovrebbe rispondere in maniera molto chiara
a proposito delle paure, dicendo quali potranno essere
“risolte” e quali no, spiegandone il perché.
Suggeriamo di comunicare con le paure piuttosto che
non con le aspettative, perché in questa maniera il
commento sulle aspettative lascerà energie positive al
gruppo. Anche in questo caso occorre essere chiaro su
quali aspettative saranno soddisfatte e quali no”.
Il trainer metterà da parte i post-it con le aspettative
che possono essere soddisfatte e fare un patto
didattico con i discenti, in maniera da creare una forma di mutua comprensione ed
obbligo reciproco, ed un atmosfera di fiducia. Alla fine dell’esercizio è importante dare
commenti positivi.
Alcuni esempi di risposte sui post-it.
Imparare nuovi metodi di
coaching.
Che modalità di
attuazione ha il
mentoring?.
Scambio di idee
I’m really interested In
mentoring. I hope to learn
the more it is possible and to
make the learnings part of
my professional and personal
life.
Vorrei capire se sarò un
buon mentore
I would like to know
what forms could have
mentoring.
Apprendere nuovi metodi
La formazione
sarà utile ed
informata
Avere dubbi sul ruolo di
mentore
NON sentirò niente di
nuovo
Essere troppo teorici
Troppo generico
studi scientifici
sull’altruismo
Vorrei convincermi che il
mentoring è utile per la mia
ODV
Teniamoci al programma e
non peridmao tempo in
questioni minori
a causa del poco tempo il
gruppo on riusciràa finire il
lavoro
Non sono un epserto, ma
sono sicuro che darò al
gruppo il mio massimo
impegno e contributo
Non avremmo
abbastanza tempo
Non c’è abbastanza tempo
per essere mentore
Capire poco perchè non sono
un tecnico 8
TIMING:
Presentazione dell’esercizio e finalità: 5 minuti
Lavoro individuale di compilazione post-its: 2 minuti
Discussione e risultati: 10 – 15 minuti.
ESERCIZIO 3 – ESPERIENZA NEL MENTORING
FINALITA’ DELL’ESERCIZIO
Questo esercizio mira a chiedere ai partecipanti di riflettere e di realizzare una
descrizione della loro esperienza di mentoring
METODI:
Per questo esercizio ogni partecipante deve riflettere sulla propria esperienza di
mentoring. Suggeriamo due tipi di questionarit per supportare la riflessione a seconda del
livello di conoscenza del mentoring. Per capire quale questionario usare, il trainer
dovrebbe iniziare a porre la semplice questione “Avete esperienze di mentoring?”. A
seconda della risposta:
- se gli studenti hanno esperienza col mentoring allora può essere consegnato il
cosidetto “QUESTIONNAIRE Lee Iacocca”
- se hanno poca esperiezna di mentoring: “Questionario alternativo”
Il trainer presenterà il questionario ai partecipanti. Egli/ella spiegheranno loro cosa fare
ed eventualmente potrà aiutarli nell’utilizzare il questionario per descrive le loro
esperienze.
1. QUESTIONARIO Lee Iacocca
Il seguente testo è stato distribuito ai partecipanti che devono leggerlo e rispondere alla
domande.
Lee Iacocca
Lido Anthony “Lee” Iacocca (nato il 15 ottobre, 1924) è un industriale americano
conosciuto soprattutto per aver “resuscitato” il brand Chrysler di cui era CEO negli anni
1980. Tra i più conosciuti businessman nel mondo, è stato un appassionato avvocato el
campo dell’export USA negli ani ’80. E’ l’autore di molti libri, tra cui la sua autobiografia e
and Where have all the Leaders Gone? (fonte: Wikipedia).
“Nessun nasce leader. Qualcuno devo dirti come lavorar,e parlare e più in generale agire.
Hai bisogno di un mentore”.
“Voglio porre la sfida dinnanzi agli occhi di tutti, sia che siate un genitore un insegnante,
un manager, la zia o lo zio: trovate quelle lezioni che voi considerate abbiano avuto per
voi un valore duraturo e consegnatele alle prossime generazioni”
“E se siete una persona giovane e che comincia oggi, la prima cosa da fare prima di
trovare la scrivania, è trovare la persona che sarà il tuo mentore.”
LE DOMANDE DI LEE:
1. Chi è stato il tuo mentore e cosa hai imparato da lui/lei?
2. Da chi saresti in grado di imparare e cosa?
3. Quali sono i valori che condividerti con gli altri?
4. Chi supporteresti?
5. Cosa saresti in grado di insegnare a quelli con minor esperienza?
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2. QUESTIONARIO ALTERNATIVO:
Il seguente testo è stato distribuito ai partecipanti che devono leggerlo e rispondere alla
domande
HO FATTO ESPERIENZA DI MENTORING?
Per favore, peNSa a qualcuno importante della tua vita, una persona che ti ha condotto o
aiutato a prendere delle decisioni importanti nella vita in una situazione particolare o ti
ha dato consigli su come risolvere problemi importanti nella tua vita, o che ti ha
supportato nel tuo sviluppo personale; una persona che tu consideri saggia ed esperta
che ha influenzato le tue scelte personali e professionali; ad esempio un membro della
tua famiglia, un insegnante, un collega, il tuo primo datore di lavoro,..
Per favore, rifletti e compila il seguente questionario:
Descrivi
persona
chi
è
questa
Qual’è il contesto del suo
supporto?
Come è stato realizzato
(relazione
diretta,
meetings)
Quali sono stati i risultati
di
tale
rapporto
(decisioni, ecc.)
Per favore, scrivi e poi condividi con gli altri partecipanti.
Il trainer userà le risposte a questo esercizio per passare al prossimo (esercizio 4:
costruire una definizione di mentoring).
I partecipanti utilizzeranno le loro stesse riflessioni per un lavoro di gruppo che cerchi di
definire una definizione di mentoring.
TIMING
Presentazione del questionario: 5 minuti
Riempire il questionario: 20 minuti
ESERCIZIO 4: COSTRUIRE UNA DEFINIZIONE DI MENTORING
SCOPO DELL’ESERCIZIO
Costruire una definizione ed una comprensione condivisa del Mentoring
STEP 1
Le seguenti domande dovranno essere scritte dal trainer su una flip-chart.
1. Qual’è la tua definizione di mentoring? (si riferisce alla definizione)
2. Cosa ho imparato dal/dai mentor/s? (si riferisce ai contenuti e al contesto)
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3. Come l’hanno fatto? (si riferisce al metodo)
STEP 2
Il trainer dovrebbe dividere i partecipanti a caso in maniera da formare gruppi da 3 o 4.
Ogni gruppo dovrebbe avere gli strumenti per rispondere all’esercizio (penne, pennarelli,
fogli grandi). Ogni gruppi dovrebbe lavorare rispondendo alle domande su-menzionate,
utilizzando il lavoro fatto nell’esercizio 3 da ogni partecipante.
STEP 3
Condivisione delle domande. Ogni gruppo elegge un rappresentante che legge e spiga le
risposte. Il trainer compara le definizioni date da ciascun gruppo. Queste riposte
serviranno come base per la definizione di mentoring.
ESEMPI:
TIMING
La durata totale della sessione è di 45 minuti.
Lavoro di gruppo: 15 minuti
Presentazione dei lavori da parte dei working group: 15 minuti
Comparazione e commenti: 15 minuti
MODULO 2 – APPRENDERE QUALCOSA SUL MENTORING
ESERCIZIO 1: INFORMARE SU ALCUNE PRATICHE DI MENTORING
Prima di questo esercizio, il trainer dovrà aver letto lo strumento elaborato dai partners
di progetto “Compendium of Good Practices”.
Il Compendium è diviso per Paese: ogni partner ha preparato 2 esempi di buone pratiche.
Il formatore è libero di scegliere qualsiasi buona pratica per questo esercizio, sia presi
dall’esperienza del proprio paese o da uno degli altri paesi.
E’ possibile così presentare differenti modi su come usare il Mentoring. Per esempio, le
buone pratiche individuate possono essere divise in 3 gruppi:
Migliorare le capacità delle donne (PL, IT, LT, SP)
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Migliorare le capacità dei giovani (PL, LT, SP)
Integrazione di persone anziane
METODI:
Il compendio di buone pratiche dovrebbe aiutare i partecipanti a riflettere sulle situazioni
delle loro organizzazioni e stimolare un paragone tra i testi scritti e le situazioni reali.
Raccomandiamo di non limitarsi solo a leggere gli esempi dal materiale, ma di spiegarlo a
parole proprie.
TIMING
L’esercizio non dovrebbe richiedere più di 30 minuti:
10 minuti per la lettura della Buone pratiche;
20 minuti per la discussione e il paragone con le situazioni reali.
ESERCIZIO 2 – INFORMAZIONI SUL MENTORING – “DEFINIZIONE UFFICIALE”
E SUA COMPRENSIONE, PROGRAMMI DI MENTORING E RELAZIONI
L’attività consiste nella presentazione della definizione ufficiale di mentoring, delle
competenze del mentor, sulle relazioni mentor-mentee e sul programma di mentoring e
sugli strumenti. Il principale strumento da usare per la presentazione è il file Power Point
intitolato “Mentoring”, assieme a tutti gli allegato necessari per il modulo 3.
METODO
La presentazione può essere arricchita con proprie presentazioni che riguardano
situazioni pratiche, nel caso che il formatore abbia esperienze di mentoring.
Inoltre vi è una doppia possibilità di presentare il file in power point:
1. tutto in una volta;
2. diviso in sessioni che riguardano le differenti azioni di un modulo, per esempio l’attività
4 del modulo 2 può essere seguita dalle slides 2-4. Questo dipenderà dallo stile e
dall’esperienza di lavoro del trainer. La presentazione in Power Point puà essere usata in
varie maniere e nei vari moduli durante il corso di info-training.
L’avvertenza è quella di non usarla solo come lezione frontale! Difatti la migliore maniera
per trovare le definizioni è porre domande dirette ai partecipanti. Per esempio è possibile
scrivere sulla lavagna la parola Mentor e chiedere ai partecipanti di identificare che
caratteristiche il mentor deve avere, e lo stesso dicasi per il mentee. Prima di presentare
le slides che riguardano le caratteristiche del programma di mentoring, il trainer
dovrebbe chiedere ai trainees che attività occorre fare perché il programma di mentoring
abbia successo.
ESERCIZIO 3: COSTRUIRE IL PROFILO DI MENTOR AND MENTEE
Quest’attività serve a costruire un “profilo comune” di mentor e di mentee, stimolando le
idee. La metodologia usata è il brain storming. I partecipanti sono divisi in 2-3 gruppi e
viene chiesto loro di discutere le principali parole-chiave che si riferiscono al mentor o al
mentee. Alcune parole – chiave possono preparate da formatore in anticipo su una
lavagna e svelate ai partecipanti. La durata di questo esercizio è approssimativamente di
30 minuti.
PAROLE-CHIAVE:
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I. MENTOR
- ESPERIENZA?
- VISIONE, VALORI?
- TEMPO – POSSIBILITA’?
- COMPETENZE PROFESSIONALI E SOCIALI?
- CONTATTI?
- SUCCESSI?
- ..... ?
II. MENTEE
- ETA’?
- POSIZIONE NELL’ORGANIZZAZIONE?
- PIANO DI CRESCITA PROFESSIONALI?
- NUOVI PROGETTI?
-…?
Alla fine dell’attività, i gruppi presentano i risultati del lavoro comune e li commentano ai
trainer.
E’ possibile chiedere ai partecipanti di riflettere sull’esperienza delle proprie
organizzazioni di provenienza e di definire chi, in quel contesto, possa fare da mentor o
da mentee. Quest’esercizio incoraggerà i partecipanti a immaginare un mentor nelle
proprie organizzazioni e delineare i criteri necessari per costruire un profilo che soddisfi le
loro esigenze.
ESERCIZIO 4 – ABBIAMO VERAMENTE BISOGNO DI UN PROGRAMMA DI
MENTORING?
La finalità di quest’attività è di stimolare i partecipanti alla riflessione sul programma di
mentoring: come dovrebbe essere, quali sono i benefici che ne derivano, cosa può
cambiare con l’introduzione al cambiamento, cosa è necessario per implementare
correttamente il programma. Queste questioni sono preliminari al terzo modulo. La
metodologia consiste nel tenere interviste in coppia e rispondere ad un set di domande
come quelle di seguito riportate:
I. PERCHE’ ABBIAMO BISOGNO DI UN PROGRAMMA DI MENTORING?
II. QUALI RISULTATI E CAMBIAMENTI CI ASPETTIAMO?
III. QUALE POTREBBE ESSERE LO SPECIFICO COMPARTO DEL MENTOR?
IV. ABBIAMO LE RISORSE NECESSARIE PER REALIZZARE UN SIMILE PROGRAMMA?
V. COSA POSSIAMO OFFRIRE AL MENTOR?
TIMING
Non più di 45 minuti. Alla fine dell’attività i partecipanti presenteranno il loro lavoro a cui
seguirà una discussione comune.
MODULO 3 – TRASFERIRE LA CONOSCENZA IN PRATICA
ESERCIZIO 1 – IDENTIFICAZIONE DI PROBLEMI CHE POSSONO ESSERE RISOLTI
CON IL MENTORING - CASI STUDIO
L’esercizio consiste in lavoro individuale sui casi – studio. Tre casi studio sono stati infatti
elaborati dai partners del progetto Mind.Ts, il trainer ha la possibilità di scegliere uno dei
tre casi, o anche di portarne uno di cui ha esperienza.
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Il trainer da 10 minuti di tempo, assicurandosi prima che i partecipanti abbiamo
compreso bene il caso-studio e soprattutto il problema principale che deve essere risolto.
In caos ci sia un gap di comprensione, il trainer dovrebbe aiutare i partecipanti a
superare i dubbi. Il trainer difatti dovrebbe essere una persona piena di passione, con
molta conoscenza sulle materia oggetto del caso, ma può non essere un formatore
professionista (o docente di scuola, università). Deve essersi inoltre preparato in anticipo
sui casi studi, per poter rispondere alla eventuali domande e obiezioni e supportare il
gruppo.
Il trainer dovrà essere appassionato, motivante ed incoraggiare un discussione ricca e
complessa; sarà inoltre in grado di fornire tutte le risposte alle domande poste, e quindi
essere il primo in grado di analizzare e affrontare i problemi posti tramite il mentoring.
L’obiettivo del trainer è di facilitare l’apprendimento: i casi studi le questioni dovrebbero
essere usate per la discussioni, senza che vi sia una risposta finale da parte del trainer.
ESERCIZIO 2 – SCIVERE UN SEMPLICE PIANO DI MENTORING
Tutti i partecipanti vengono divisi in gruppi e viene chiesto loro di scrivere un semplice
piano di mentoring che riguarda uno dei 3 casi su menzionati (o comunque quello
esposto dal trainer).
Il trainer dovrebbe ripresentare gli strumenti del programma (distribuendo una copia
degli strumenti a disposizione).
La domande da porsi:
Come possono essere realizzati questi obiettivi?
Quali azioni sono necessarie?
Come saranno realizzate?
Di che risorse ci sarà bisogno?
METODI
Questo esercizio si basa su casi-studio, ma il trainer può anche scegliere di far lavorare il
gruppo su situazioni reali di loro conoscenza. In questo caso, se vi sono persone che
vengono dalla stessa organizzazione, sarebbe opportuno lavorassero nello stesso gruppo.
Dopo l’esercizio ogni gruppo presenta i suoi lavori.
La presentazione dei risultati non è obbligatoria in caso si lavori su un caos reale, poiché
le persone potrebbero non voler condividere i loro problemi.
Quest’attività dovrebbe stimolare una riflessione comune su come un programma di
mentoring può cambiare delle situazioni negative nella propria organizzazione o aiutare
diverse problematiche ad evolversi.
E’ molto importante che il trainer dia feedback ai partecipanti. Il trainer dovrebbe
dedicare del tempo reale ad ogni gruppo, e quindi avere la possibilità di conoscere il
piano del gruppo e di discuterlo adeguatamente.
Il Piano di mentoring è un risultato di progetto molto importante e necessita
dell’attenzione dovuta.
TIMING
La durata è di approssimativamente un’ora.
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ESERCIZIO 3 – DISCUSSIONE COMUNE CON OSPITI ESTERNI
L’attività consiste nell’avere una discussione comune con un ospite esterno, come una
persona che abbia avuto esperienza di mentoring in una particolare organizzazione, sia in
quanto mentor che in quanto mentee.
Il trainer lo inviterà a PRESENTARSI e a raccontare la propria esperienza di mentoring. E’
importante organizzarsi prima bene con il relatore, in maniera che la discussione non
sfoci nella genericità. Se dovesse capitare che non vi siano domande da parte dei
partecipanti, il trainer dovrà preparare alcune domande alternative da porre all’invitato.
La raccomandazione è di definire un set di domande concrete, quali ad esempio:
1. Fai ricorso al mentoring?
2 .In quale maniera?
3. Quali sono i risultati e i benefici?
4 In che maniera la tua organizzazione si è avvicinata ed ha comunicato ad usare il
mentoring?
E dovesse risultare difficile coinvolgere un esterno per un intervento di solo un’ora,
possono essere utilizzati in alternativa materiale audi-visivo e interviste.
ESERCIZIO 4 - VALUTAZIONE
Quest’attività è importante perché genera un feedback da parte dei partecipanti da parte
del trainer.
Quanto le aspettative dei partecipanti sono state soddisfatte? Sono rimasti soddisfatti
delle conoscenze e del linguaggio acquisito? Cosa avrebbe potuto essere loro utile per
dare più informazioni migliorare le loro competenze, costruire il programma di mentoring
nella loro vista professionale? Cosa deve essere cambiato nel programma di infotraining? Cosa deve essere cambiato a seconda della diversa esperienza del formatore?
Uno degli strumenti potrebbe essere il questionario di valutazione, l’altro – una
discussione generale con i discenti su differenti questioni, tra cui sensazioni generali sul
corso.
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Mentoring as Vocational Training Method for Third Sector