Mentoring as Vocational Training Method for Third Sector organisations Info - training Course Training Guidelines (versione italiana) Il Mentoring come metodo di formazione professionale per il Terzo Settore Corso di INFO-FORMAZIONE – Linee guida This project has been funded with support from the European Commission under the Lifelong Learning Program. This publication reflects the views only of the author, and the Commission cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein. 1 INFO – TRAINING COURSE Linee guida per la formazione Il presente documento rappresenta il materiale formativo per l’implementazione del Corso di Info-Training. E’ il risultato del lavoro comune svolto dai partners di MIND.TS durante i 2 anni di implementazione del progetto. Il documento intende raggruppare un intero set di materiali formativi, ivi inclusa la metodologia, destinati al trainer che implementerà il corso. La struttura delle linee guida è la seguente: 1. Scenari formativi 2. Descrizione degli scenari per ogni modulo – supportati da suggerimenti metodologici (esempi, foto, ecc). 3. Allegati – differenti strumenti per l’implementazione del corso Allegato 1 – Strumenti per il brainstorming; Allegato 2 – Piano Learning and mentoring Allegato 3 – Modello di “Accordo sul mentoring” Allegato 4 – Diario sul mentoring programme 4. Materiale aggiuntivo: Compendio di buone pratiche 5. Materiale aggiuntivo: casi studio 6. Questionario di valutazione. A proposito del Progetto MIND.TS Il MENTORING Come metodo formative per le organizzazioni di terzo settore costituisce un tema molto importante per le organizzazioni del non-profit, perché cerca di sviluppare competenze professionali tra i leader e i lavoratori di questo settore utilizzando metodo innovativi di formazione e apprendimento. Il mentoring è uno strumento potente, ancora più significativo se sviluppato come metodo formativo “alternativo” che combini assieme diversi metodi formativi, in maniera da beneficiare dei processi formativi formali come di quelli informali, in maniera da incoraggiare la creazione di ambienti di lavoro stimolanti per la formazione. L’obiettivo principale delle Progetto è lo sviluppo di un Corso Info-training sul Metodo di mentoring a cura di organizzazioni impegnate nella formazione professionale per il terzo settore e da imprese; altro obiettivo è la diffusione del Progetto presso altre organizzazioni. La partnership di apprendimento , composta da imprese e organizzazioni di Polonia, Francia, Italia, Malta, Lituania, Slovenia, Spagna, include, docenti, tutors, insegnanti, ricercatori e volontari interessati a metodi innovativi per lo sviluppo professionale. I PARTNERS del Progetto 2 Scenari di training MODULO 1 – Introduzione al Mentoring Esercizi Obiettivi Metodi 1. SELF PRESENTATION La presentazione del trainer e dei partecipanti in maniera originale, per potersi “mettere a nudo” di fronte al gruppo” e mostrare la ricchezza del gruppo stesso composto da persone differenti e con back ground differenti Le aspettative dei partecipanti devono essere soddisfatte nei contenuti del corso. Capire perchè stano seguendo il corso. - creazione di un lavoro manuale – un collage, patchwork, handwork; - uso della parola “MENTOR” come acronimo 3. EXPERIENCE IN MENTORING 4. BUILDING DEFINITION OF MENTORING 2. EXPECTATIONS Tempo approssimativo Max.30 min per l’intera sessione Materiale Impegno Risultati Material creative fatto mano o uso di una lavagna con flip-chart 2 Integrazione del gruppo – team building; conoscersi meglio; rompere il ghiaccio; imparare ad avere fiducia. Metodo della Mongolfiera Appross. 20 minuti per l’intera sessione flipchart, post-it a 2 colori 2 Descrizione delle esperienze dei partecipanti sul marketing Uso del questionario « Lee Iacocca » o di altri più semplici questionari alternativi 20 min. Questionari stampati 4 Riflettere su stessi: che tipo di mentor o di mentee sono? Analizzare le differenti opzioni/soluzioni Costruire una vision /concetto comune di mentoring 3 questions & answering 45 min. Flipchart o lavagna bianca, fogli di carta grandi markers 5 Comparare le definizioni, chiarire e chiarirsi sul concetto di mentoring Conoscere le aspettative degli studenti, apprendere su speranze e paure riguardo il corso 3 MODULE 2 – Conoscere il Mentoring ESERCIZI 1. IL LATO PRATICO DEL MENTORING OBIETTIVI Raccogliere informazioni sul lato pratico del mentoring: come e in quali situazioni può essere utilizzato? METODI Presentazione di esempi e casi studio; incoraggiare la discussione; TEMPO 30 min. MATERIALI Compendio di esempi di pratiche di mentoring IMPEGNO 3 RISULTATI Riconoscere l’importanza di buone pratiche del mentoring; 2. INFORMAZIONI SULLE POSSIBILE DEFINIZIONI DI MENTORING; COMPRENSIONE DELLE DEFINIZIONI, DEI PROGRAMMI DI MENTORING E DELLE RELAZIONI 3. COSTRUIRE UN PROFILO DI MENTOR O MENTEE 4. DEFIIRE UN PROGRAMMA DI MENTORING Raccogliere informazioni sulla definizione e sulla metodologia Presentazione Sessione di Question & Answer 15 min. Presentazione PowerPoint sul “Mentoring” 1 Trasferimento organizzato di conoscenze sul mentoring Costruire il profilo di mentor e di mentee. Keyword Brainstorming 30 min. Flipchart 5 Cercare di definire il programma di mentoring che sia adatto alle organizzazioni da cui provengono I partecipanti. Interviste in coppia. Sessione di Question & Answer 45 min. Elenco di domande 3 Individuazione di profili differenti di mentor e mentee; Migliore conoscenza/comprensione di come è composto un programma di mentoring L’esercizio può subire variazioni. Secondo DEMOS – il partner della Lithuana, è possibile cambiare l’ordine dell’esercizio così: 3. COSTRUIRE IL PROFILO MENTOR AND/OR MENTEE , 2. INFORMAZIONI SULLA DEFINIZIONE DI MENTORING 1. IL ALTO PRATICO DEL MENTORING. Questa variazione è stata possibile grazie alla metodologia utilizzata, basata sul Modello di apprendimento David Kolb's Experiential. Secondo questo modello, vi sono 4 momenti principali nel ciclo di apprendimento. E’ possible pertanto cominiciare da qualsiasi fase, ma è fondamentale rispettare le fasi second il cerchio. Poichè il Modulo 1 termina con una session di discussion sul singificato di Mentoring, il partner lituano ha suggerito una sessione di brainstorming per costruire possibili defiizioni (mentee e mentor). Poi passare ala 4 concettualizzazione tramite il Power Point. Poi passare all’adattaento del programma e parlare di applicazioni delo stesso, e terminare con l’esperienza cercando di definire programmi di mentoring per le organizzazioni dei partecipanti. MODULE 3 – Trasferire la conoscenza in pratica. Questo modulo necessita di mezza giornata (3 – 4 ore) di workshop interattivo, che sarà presentato da un esperto nel campo (interno o esterno). E’ un workshop di livello avanzato, adatto a chi è davvero propenso nello sviluppo del programma di mentoring. Non deve essere necessariamente tenuto nello stesso giorno dei moduli precedenti e chi ha partecipato ai moduli precedenti non è obbligato a seguire il terzo, ma è di certo benvenuto a farlo. ESERCIZI 1. IDENITIFCAZIONE DEI PROBEMI CHE POSSONO ESSERE RISOLTI DAL MENTORING FINALITA’ Identificazione dei problem che possono essere risolti con il Mentoring. I programmi di Menotring non sono immune da difetti e non vi sono eccezioni. Dobbiamo elencare tutte le maniere possibili per gestire i problem, al fine di mantenere intatta l’integrità del programma. METODI Lettura e spiegazione di casistudio in piccoli gruppi, composti da 2-3 persone. E’ possibile utilizzare casi studio reali proposti dagli stessi partecipanti. MATERIALI TEMPO APPROSS ENERGIA Casi studi, che 60 min 3 comprendano anche una serie di domande (con risposte semplici) per ogni caso RISULTATI Comprendere il testo 2. SCRIVERE UN SEMPLICE PIANO DI MENTORING Far sic he gli studenti imparino a scrivere un piano di mentoring Casi studio: allegati 1, 2, 3 60 min 5 imparare a scrivere un piano basato su un problema reale identificato 3. COMMON DISCUSSION WITH EXTERNAL GUEST Dare e ricevere feedback dagli altri Metodologia Step by Step: Lavoro in gruppo e discussione. I partecipanti lavorano in piccoli gruppi. 1) Perchè? Identificare la questione 2. Cosa volete ottenere? Quali sono I risultati? 3. Quali sfide vincere, mentre lavoriamo verso la meta? 4 Piano strategico (obiettivi, tempi, ecc.). Presentazione e discussione; discussione sulla simulazione; tramite una persona con esperienza di mentoring. Le risorse previste possono essere integrate da alter idee da parte di trainers e trainees, inclusi gli audiovisivi. 60 min 4 Prepararsi a sfide e opportunità del mentoring 4. EVALUATION Riassumere I risultati della attività e avere feedback Questionari e discussione Questionari stampati 10 min 3 Feedback dato da trainers e partecipanti 5 MATERIALI ED ESERCIZI PER IL TRAINING MODULo 1 - Introduzione al Mentoring ESERCIZIO 1 – Auto presentazione FINALITA’DELL’ESERCIZIO Presentare il formatore e I partecipanti (NON le organizzazioni da cui provengono) in una maniera originale e creativa, per potersi mostrare in gruppo e mostrare la ricchezza del gruppo, composto da persone differenti con back ground differenti. METODI Suggeriamo due possibilità: Option A: Ai partecipanti viene richiesto di di presentarsi utilizzando un disegno o un patchwork, o qualsiasi strumento creative che essi vogliano. Option B: Come alternativa, utilizziamo il termine MENTORE in orizzontale come se fosse un acronimo da inventare. Option C: Un mix delle opzioni predenti, a scelta da parte dei partecipanti. Esempi di presentazioni Opzione A Opzione B TIMING La durata di questo esercizio varierà a seconda del numero di partecipanti al corso. In ogni caso l’intera sessione non dovrebbe prendere più di 30 minuti. Un esempio di come suddividere il tempo: Presentazione del Trainer e spiegazione dell’esercizio – 5 minuti Presentazione dei partecipanti - lavoro individuale – per opzione. B & C: 5 minuti Presentazione dei partecipanti Opzione A: 2 minuti a persona (questo esercizio può durare di più a seconda del numero dei partecipanti). 6 ESERCIZIO 2 - ASPETTATIVE FINALITA’ DELL’ESERCIZIO Conoscere le aspettative dei partecipanti Capire il perché stanno frequentando il corso Conoscere le speranze e le paure dei partecipanti rispetto al corso METODO Esercizio anonimo tramite il metodo della Mongolfiera (Baloon). STEP 1. – FLIPCHART Il formatore preparare in anticipo una figura raffigurante una mongolfiera (vedi foto) con relativa cesto e pesi. STEP 2 Il formatore spiega il significato dell’immagine – il pallone sarà “caricato” con post-it di 2 colori (nell’esempio giallo e arancione). Su quelli arancio i partecipanti scriveranno, in forma anonima, le loro aspettative riguardo alla formazione; sui gialli, invece, i loro timori riguardo al corso. Il formatore iniziare per primo per poter dare l’esempio (imparare una nuova metodologia, essere troppo teorici. E dovrebbe spiegare dove attaccare i post-it: sul pallone le aspettative, sul cesto le paure, come ovvio. Il trainer dovrebbe spiegare che l’esercizio serve per comprendere il clima generale che c’è nel gruppo; se il pallone risulta a vista più pieno del cesto significa che ci sono molte aspettative ed un clima positivo; se succede il contrario, significa che il gruppo è molto scettico sul risultato del corso. 7 STEP 3 Il trainer chiederà ai partecipanti di scrivere le loro aspettative e le loro paure, usando poche parole. Non c’è limite al numero di post-it che ogni partecipante può scrivere. Poi i partecipanti attaccheranno i post-it sulla flip-chart. STEP 4 Nella fase successiva il trainer dovrebbe raggruppare i pensieri simili. E poi dovrebbe leggere i commenti uno alla volta. Il trainer dovrebbe rispondere in maniera molto chiara a proposito delle paure, dicendo quali potranno essere “risolte” e quali no, spiegandone il perché. Suggeriamo di comunicare con le paure piuttosto che non con le aspettative, perché in questa maniera il commento sulle aspettative lascerà energie positive al gruppo. Anche in questo caso occorre essere chiaro su quali aspettative saranno soddisfatte e quali no”. Il trainer metterà da parte i post-it con le aspettative che possono essere soddisfatte e fare un patto didattico con i discenti, in maniera da creare una forma di mutua comprensione ed obbligo reciproco, ed un atmosfera di fiducia. Alla fine dell’esercizio è importante dare commenti positivi. Alcuni esempi di risposte sui post-it. Imparare nuovi metodi di coaching. Che modalità di attuazione ha il mentoring?. Scambio di idee I’m really interested In mentoring. I hope to learn the more it is possible and to make the learnings part of my professional and personal life. Vorrei capire se sarò un buon mentore I would like to know what forms could have mentoring. Apprendere nuovi metodi La formazione sarà utile ed informata Avere dubbi sul ruolo di mentore NON sentirò niente di nuovo Essere troppo teorici Troppo generico studi scientifici sull’altruismo Vorrei convincermi che il mentoring è utile per la mia ODV Teniamoci al programma e non peridmao tempo in questioni minori a causa del poco tempo il gruppo on riusciràa finire il lavoro Non sono un epserto, ma sono sicuro che darò al gruppo il mio massimo impegno e contributo Non avremmo abbastanza tempo Non c’è abbastanza tempo per essere mentore Capire poco perchè non sono un tecnico 8 TIMING: Presentazione dell’esercizio e finalità: 5 minuti Lavoro individuale di compilazione post-its: 2 minuti Discussione e risultati: 10 – 15 minuti. ESERCIZIO 3 – ESPERIENZA NEL MENTORING FINALITA’ DELL’ESERCIZIO Questo esercizio mira a chiedere ai partecipanti di riflettere e di realizzare una descrizione della loro esperienza di mentoring METODI: Per questo esercizio ogni partecipante deve riflettere sulla propria esperienza di mentoring. Suggeriamo due tipi di questionarit per supportare la riflessione a seconda del livello di conoscenza del mentoring. Per capire quale questionario usare, il trainer dovrebbe iniziare a porre la semplice questione “Avete esperienze di mentoring?”. A seconda della risposta: - se gli studenti hanno esperienza col mentoring allora può essere consegnato il cosidetto “QUESTIONNAIRE Lee Iacocca” - se hanno poca esperiezna di mentoring: “Questionario alternativo” Il trainer presenterà il questionario ai partecipanti. Egli/ella spiegheranno loro cosa fare ed eventualmente potrà aiutarli nell’utilizzare il questionario per descrive le loro esperienze. 1. QUESTIONARIO Lee Iacocca Il seguente testo è stato distribuito ai partecipanti che devono leggerlo e rispondere alla domande. Lee Iacocca Lido Anthony “Lee” Iacocca (nato il 15 ottobre, 1924) è un industriale americano conosciuto soprattutto per aver “resuscitato” il brand Chrysler di cui era CEO negli anni 1980. Tra i più conosciuti businessman nel mondo, è stato un appassionato avvocato el campo dell’export USA negli ani ’80. E’ l’autore di molti libri, tra cui la sua autobiografia e and Where have all the Leaders Gone? (fonte: Wikipedia). “Nessun nasce leader. Qualcuno devo dirti come lavorar,e parlare e più in generale agire. Hai bisogno di un mentore”. “Voglio porre la sfida dinnanzi agli occhi di tutti, sia che siate un genitore un insegnante, un manager, la zia o lo zio: trovate quelle lezioni che voi considerate abbiano avuto per voi un valore duraturo e consegnatele alle prossime generazioni” “E se siete una persona giovane e che comincia oggi, la prima cosa da fare prima di trovare la scrivania, è trovare la persona che sarà il tuo mentore.” LE DOMANDE DI LEE: 1. Chi è stato il tuo mentore e cosa hai imparato da lui/lei? 2. Da chi saresti in grado di imparare e cosa? 3. Quali sono i valori che condividerti con gli altri? 4. Chi supporteresti? 5. Cosa saresti in grado di insegnare a quelli con minor esperienza? 9 2. QUESTIONARIO ALTERNATIVO: Il seguente testo è stato distribuito ai partecipanti che devono leggerlo e rispondere alla domande HO FATTO ESPERIENZA DI MENTORING? Per favore, peNSa a qualcuno importante della tua vita, una persona che ti ha condotto o aiutato a prendere delle decisioni importanti nella vita in una situazione particolare o ti ha dato consigli su come risolvere problemi importanti nella tua vita, o che ti ha supportato nel tuo sviluppo personale; una persona che tu consideri saggia ed esperta che ha influenzato le tue scelte personali e professionali; ad esempio un membro della tua famiglia, un insegnante, un collega, il tuo primo datore di lavoro,.. Per favore, rifletti e compila il seguente questionario: Descrivi persona chi è questa Qual’è il contesto del suo supporto? Come è stato realizzato (relazione diretta, meetings) Quali sono stati i risultati di tale rapporto (decisioni, ecc.) Per favore, scrivi e poi condividi con gli altri partecipanti. Il trainer userà le risposte a questo esercizio per passare al prossimo (esercizio 4: costruire una definizione di mentoring). I partecipanti utilizzeranno le loro stesse riflessioni per un lavoro di gruppo che cerchi di definire una definizione di mentoring. TIMING Presentazione del questionario: 5 minuti Riempire il questionario: 20 minuti ESERCIZIO 4: COSTRUIRE UNA DEFINIZIONE DI MENTORING SCOPO DELL’ESERCIZIO Costruire una definizione ed una comprensione condivisa del Mentoring STEP 1 Le seguenti domande dovranno essere scritte dal trainer su una flip-chart. 1. Qual’è la tua definizione di mentoring? (si riferisce alla definizione) 2. Cosa ho imparato dal/dai mentor/s? (si riferisce ai contenuti e al contesto) 10 3. Come l’hanno fatto? (si riferisce al metodo) STEP 2 Il trainer dovrebbe dividere i partecipanti a caso in maniera da formare gruppi da 3 o 4. Ogni gruppo dovrebbe avere gli strumenti per rispondere all’esercizio (penne, pennarelli, fogli grandi). Ogni gruppi dovrebbe lavorare rispondendo alle domande su-menzionate, utilizzando il lavoro fatto nell’esercizio 3 da ogni partecipante. STEP 3 Condivisione delle domande. Ogni gruppo elegge un rappresentante che legge e spiga le risposte. Il trainer compara le definizioni date da ciascun gruppo. Queste riposte serviranno come base per la definizione di mentoring. ESEMPI: TIMING La durata totale della sessione è di 45 minuti. Lavoro di gruppo: 15 minuti Presentazione dei lavori da parte dei working group: 15 minuti Comparazione e commenti: 15 minuti MODULO 2 – APPRENDERE QUALCOSA SUL MENTORING ESERCIZIO 1: INFORMARE SU ALCUNE PRATICHE DI MENTORING Prima di questo esercizio, il trainer dovrà aver letto lo strumento elaborato dai partners di progetto “Compendium of Good Practices”. Il Compendium è diviso per Paese: ogni partner ha preparato 2 esempi di buone pratiche. Il formatore è libero di scegliere qualsiasi buona pratica per questo esercizio, sia presi dall’esperienza del proprio paese o da uno degli altri paesi. E’ possibile così presentare differenti modi su come usare il Mentoring. Per esempio, le buone pratiche individuate possono essere divise in 3 gruppi: Migliorare le capacità delle donne (PL, IT, LT, SP) 11 Migliorare le capacità dei giovani (PL, LT, SP) Integrazione di persone anziane METODI: Il compendio di buone pratiche dovrebbe aiutare i partecipanti a riflettere sulle situazioni delle loro organizzazioni e stimolare un paragone tra i testi scritti e le situazioni reali. Raccomandiamo di non limitarsi solo a leggere gli esempi dal materiale, ma di spiegarlo a parole proprie. TIMING L’esercizio non dovrebbe richiedere più di 30 minuti: 10 minuti per la lettura della Buone pratiche; 20 minuti per la discussione e il paragone con le situazioni reali. ESERCIZIO 2 – INFORMAZIONI SUL MENTORING – “DEFINIZIONE UFFICIALE” E SUA COMPRENSIONE, PROGRAMMI DI MENTORING E RELAZIONI L’attività consiste nella presentazione della definizione ufficiale di mentoring, delle competenze del mentor, sulle relazioni mentor-mentee e sul programma di mentoring e sugli strumenti. Il principale strumento da usare per la presentazione è il file Power Point intitolato “Mentoring”, assieme a tutti gli allegato necessari per il modulo 3. METODO La presentazione può essere arricchita con proprie presentazioni che riguardano situazioni pratiche, nel caso che il formatore abbia esperienze di mentoring. Inoltre vi è una doppia possibilità di presentare il file in power point: 1. tutto in una volta; 2. diviso in sessioni che riguardano le differenti azioni di un modulo, per esempio l’attività 4 del modulo 2 può essere seguita dalle slides 2-4. Questo dipenderà dallo stile e dall’esperienza di lavoro del trainer. La presentazione in Power Point puà essere usata in varie maniere e nei vari moduli durante il corso di info-training. L’avvertenza è quella di non usarla solo come lezione frontale! Difatti la migliore maniera per trovare le definizioni è porre domande dirette ai partecipanti. Per esempio è possibile scrivere sulla lavagna la parola Mentor e chiedere ai partecipanti di identificare che caratteristiche il mentor deve avere, e lo stesso dicasi per il mentee. Prima di presentare le slides che riguardano le caratteristiche del programma di mentoring, il trainer dovrebbe chiedere ai trainees che attività occorre fare perché il programma di mentoring abbia successo. ESERCIZIO 3: COSTRUIRE IL PROFILO DI MENTOR AND MENTEE Quest’attività serve a costruire un “profilo comune” di mentor e di mentee, stimolando le idee. La metodologia usata è il brain storming. I partecipanti sono divisi in 2-3 gruppi e viene chiesto loro di discutere le principali parole-chiave che si riferiscono al mentor o al mentee. Alcune parole – chiave possono preparate da formatore in anticipo su una lavagna e svelate ai partecipanti. La durata di questo esercizio è approssimativamente di 30 minuti. PAROLE-CHIAVE: 12 I. MENTOR - ESPERIENZA? - VISIONE, VALORI? - TEMPO – POSSIBILITA’? - COMPETENZE PROFESSIONALI E SOCIALI? - CONTATTI? - SUCCESSI? - ..... ? II. MENTEE - ETA’? - POSIZIONE NELL’ORGANIZZAZIONE? - PIANO DI CRESCITA PROFESSIONALI? - NUOVI PROGETTI? -…? Alla fine dell’attività, i gruppi presentano i risultati del lavoro comune e li commentano ai trainer. E’ possibile chiedere ai partecipanti di riflettere sull’esperienza delle proprie organizzazioni di provenienza e di definire chi, in quel contesto, possa fare da mentor o da mentee. Quest’esercizio incoraggerà i partecipanti a immaginare un mentor nelle proprie organizzazioni e delineare i criteri necessari per costruire un profilo che soddisfi le loro esigenze. ESERCIZIO 4 – ABBIAMO VERAMENTE BISOGNO DI UN PROGRAMMA DI MENTORING? La finalità di quest’attività è di stimolare i partecipanti alla riflessione sul programma di mentoring: come dovrebbe essere, quali sono i benefici che ne derivano, cosa può cambiare con l’introduzione al cambiamento, cosa è necessario per implementare correttamente il programma. Queste questioni sono preliminari al terzo modulo. La metodologia consiste nel tenere interviste in coppia e rispondere ad un set di domande come quelle di seguito riportate: I. PERCHE’ ABBIAMO BISOGNO DI UN PROGRAMMA DI MENTORING? II. QUALI RISULTATI E CAMBIAMENTI CI ASPETTIAMO? III. QUALE POTREBBE ESSERE LO SPECIFICO COMPARTO DEL MENTOR? IV. ABBIAMO LE RISORSE NECESSARIE PER REALIZZARE UN SIMILE PROGRAMMA? V. COSA POSSIAMO OFFRIRE AL MENTOR? TIMING Non più di 45 minuti. Alla fine dell’attività i partecipanti presenteranno il loro lavoro a cui seguirà una discussione comune. MODULO 3 – TRASFERIRE LA CONOSCENZA IN PRATICA ESERCIZIO 1 – IDENTIFICAZIONE DI PROBLEMI CHE POSSONO ESSERE RISOLTI CON IL MENTORING - CASI STUDIO L’esercizio consiste in lavoro individuale sui casi – studio. Tre casi studio sono stati infatti elaborati dai partners del progetto Mind.Ts, il trainer ha la possibilità di scegliere uno dei tre casi, o anche di portarne uno di cui ha esperienza. 13 Il trainer da 10 minuti di tempo, assicurandosi prima che i partecipanti abbiamo compreso bene il caso-studio e soprattutto il problema principale che deve essere risolto. In caos ci sia un gap di comprensione, il trainer dovrebbe aiutare i partecipanti a superare i dubbi. Il trainer difatti dovrebbe essere una persona piena di passione, con molta conoscenza sulle materia oggetto del caso, ma può non essere un formatore professionista (o docente di scuola, università). Deve essersi inoltre preparato in anticipo sui casi studi, per poter rispondere alla eventuali domande e obiezioni e supportare il gruppo. Il trainer dovrà essere appassionato, motivante ed incoraggiare un discussione ricca e complessa; sarà inoltre in grado di fornire tutte le risposte alle domande poste, e quindi essere il primo in grado di analizzare e affrontare i problemi posti tramite il mentoring. L’obiettivo del trainer è di facilitare l’apprendimento: i casi studi le questioni dovrebbero essere usate per la discussioni, senza che vi sia una risposta finale da parte del trainer. ESERCIZIO 2 – SCIVERE UN SEMPLICE PIANO DI MENTORING Tutti i partecipanti vengono divisi in gruppi e viene chiesto loro di scrivere un semplice piano di mentoring che riguarda uno dei 3 casi su menzionati (o comunque quello esposto dal trainer). Il trainer dovrebbe ripresentare gli strumenti del programma (distribuendo una copia degli strumenti a disposizione). La domande da porsi: Come possono essere realizzati questi obiettivi? Quali azioni sono necessarie? Come saranno realizzate? Di che risorse ci sarà bisogno? METODI Questo esercizio si basa su casi-studio, ma il trainer può anche scegliere di far lavorare il gruppo su situazioni reali di loro conoscenza. In questo caso, se vi sono persone che vengono dalla stessa organizzazione, sarebbe opportuno lavorassero nello stesso gruppo. Dopo l’esercizio ogni gruppo presenta i suoi lavori. La presentazione dei risultati non è obbligatoria in caso si lavori su un caos reale, poiché le persone potrebbero non voler condividere i loro problemi. Quest’attività dovrebbe stimolare una riflessione comune su come un programma di mentoring può cambiare delle situazioni negative nella propria organizzazione o aiutare diverse problematiche ad evolversi. E’ molto importante che il trainer dia feedback ai partecipanti. Il trainer dovrebbe dedicare del tempo reale ad ogni gruppo, e quindi avere la possibilità di conoscere il piano del gruppo e di discuterlo adeguatamente. Il Piano di mentoring è un risultato di progetto molto importante e necessita dell’attenzione dovuta. TIMING La durata è di approssimativamente un’ora. 14 ESERCIZIO 3 – DISCUSSIONE COMUNE CON OSPITI ESTERNI L’attività consiste nell’avere una discussione comune con un ospite esterno, come una persona che abbia avuto esperienza di mentoring in una particolare organizzazione, sia in quanto mentor che in quanto mentee. Il trainer lo inviterà a PRESENTARSI e a raccontare la propria esperienza di mentoring. E’ importante organizzarsi prima bene con il relatore, in maniera che la discussione non sfoci nella genericità. Se dovesse capitare che non vi siano domande da parte dei partecipanti, il trainer dovrà preparare alcune domande alternative da porre all’invitato. La raccomandazione è di definire un set di domande concrete, quali ad esempio: 1. Fai ricorso al mentoring? 2 .In quale maniera? 3. Quali sono i risultati e i benefici? 4 In che maniera la tua organizzazione si è avvicinata ed ha comunicato ad usare il mentoring? E dovesse risultare difficile coinvolgere un esterno per un intervento di solo un’ora, possono essere utilizzati in alternativa materiale audi-visivo e interviste. ESERCIZIO 4 - VALUTAZIONE Quest’attività è importante perché genera un feedback da parte dei partecipanti da parte del trainer. Quanto le aspettative dei partecipanti sono state soddisfatte? Sono rimasti soddisfatti delle conoscenze e del linguaggio acquisito? Cosa avrebbe potuto essere loro utile per dare più informazioni migliorare le loro competenze, costruire il programma di mentoring nella loro vista professionale? Cosa deve essere cambiato nel programma di infotraining? Cosa deve essere cambiato a seconda della diversa esperienza del formatore? Uno degli strumenti potrebbe essere il questionario di valutazione, l’altro – una discussione generale con i discenti su differenti questioni, tra cui sensazioni generali sul corso. 15