Giovanni Gnocchi Laureato ai concorsi violoncellistici Primavera di Praga, Antonio Janigro di Zagabria, laureato in duo al Parkhouse Award di Londra e vincitore in trio del primo premio al Concorso Haydn di Vienna, Giovanni Gnocchi ha debuttato come solista assieme a Yo-Yo Ma. Primo violoncello solista dal 2002 alla Camerata Salzburg, con cui ha suonato per 8 anni consecutivi, anche come solista e camerista, nelle maggiori stagioni internazionali, ha lavorato in stretta collaborazione con musicisti quali Leonidas Kavakos, Murray Perahia, Gil Shaham, Franz Welser-MÖst, Sir Roger Norrington. Durante la stagione 2011-2012 ha ricoperto il ruolo di Guest Principal Cellist alla Royal Philharmonic Orchestra di Londra suonando sotto la direzione di Daniele Gatti, dopo aver già collaborato come primo violoncello ospite nell’Orchestra Mozart con Claudio Abbado, nella Philharmonia Orchestra di Londra, Münchner Philharmoniker, Mahler Chamber Orchestra con Daniel Harding, Sydney Symphony con Vladimir Ashkenazy, Bamberger Symphoniker con Jonathan Nott, e come Co-Principal Cellist nella London Symphony con Valery Gergiev. Dal 2008 è membro stabile della Lucerne Festival Orchestra di Claudio Abbado. Fondatore del Quartetto di Cremona nel 2000 e del David Trio nel 2003, con loro ha vinto premi in concorsi cameristici internazionali in Europa e USA. Si è esibito presso i più importanti festival europei anche con i membri del Quartetto Hagen, Andrea Lucchesini, Alexander Lonquich e molti altri. Nel 2012 è diventato Univ. Prof. di Violoncello della Universität Mozarteum di Salisburgo. Giovanni Gnocchi ha studiato con Rocco Filippini e Mario Brunello, e si è diplomato al Conservatorio di Rovigo con lode sotto la guida di Luca Simoncini. Ha completato i propri studi frequentando a lungo le lezioni di Enrico Bronzi e per due anni con Clemens Hagen, frequentando nel contempo altre masterclass. Suona un violoncello Balestrieri della Maggini Stiftung e un arco di Giovanni Lucchi. Brescia, Auditorium San Barnaba Mercoledì 13 maggio 2015, ore 20.45 Lukas Hagen and Friends Luca Ranieri viola Lukas Hagen violino Iris Juda viola Maria Bader-Kubizek violino Giovanni Gnocchi violoncello Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Fuga in mi maggiore per quartetto d’archi K 405.3 (da Bach BWV 878) Quintetto per archi n. 3 in do maggiore K 515 Allegro Minuetto. Allegretto Andante Allegro Lukas Hagen and Friends Lukas Hagen violino Maria Bader-Kubizek violino Luca Ranieri R viola Felix MendelssohnBartholdy (1809-1847) Quintetto per archi n. 2 in si bemolle maggiore op. 87 Allegro vivace Andante scherzando Adagio e lento Allegro molto vivace Iris Juda viola Giovanni Gnocchi violoncello Con la collaborazione di Brescia, Auditorium San Barnaba Mercoledì 13 maggio 2015, ore 20.45 INSTITUTIONAL PARTNER OF Luca Ranieri Prima viola dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, ha collaborato con i maggiori direttori al mondo. Ha suonato come solista con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra da camera di Padova e del Veneto, I Cameristi della Scala, affiancando direttori quali Riccardo Muti, Daniele Gatti, Daniel Barenboim, John Axelrod, Christian Arming, Antony Pay, Pietari Inkinen. Collabora come Prima Viola ospite con l’Orchestra del Teatro alla Scala e la Filarmonica. Numerose sono le sue esecuzioni della Sinfonia concertante di Mozart con solisti quali Carmignola, Schwarzberg, Rizzi e Nordio. Con l’Orchestra della Rai ha eseguito il Concerto per viola di Bartók, realizzando un CD live Stradivarius, considerato dalla critica come una delle migliori incisioni del Concerto. Con Yuri Bashmet e I Solisti di Mosca ha eseguito la prima assoluta di De Fidium Natura, opera di Lamberto Curtoni per due viole soliste e orchestra, dedicata a Yuri Bashmet e a Luca Ranieri. In ambito cameristico collabora con Lukas Hagen Nato a Salisburgo, Lukas Hagen si è diplomato con lode al Mozarteum con Helmut Zehetmair e ha studiato in seguito con Gidon Kremer. Da ormai più di trent’anni è primo violino del Quartetto Hagen, con cui ha suonato nelle più importanti sale e festival al mondo. Il Quartetto ha ottenuto primi premi in concorsi internazionali e ha vinto un premio ECHO Klassik quale miglior ensemble. Ha inoltre registrato in esclusiva per Deutsche Grammophon quaranta CD. Le registrazioni più recenti, spesso premiate, sono pubblicate da Myrios Classics. Lukas Hagen dal 1999 è professore di violino e musica da camera all’Università del Mozarteum di Salzburg; nell’autunno 2006 ha assunto anche l’incarico di vice rettore per i progetti artistici. È spesso invitato a far parte di giurie di concorsi internazionali e a tenere masterclass. Lukas Hagen è anche violinista del Serapion Ensemble e dell’ensemble Salzburger Streich. È stato per sette anni Konzertmeister della Chamber Orchestra of Europe e membro della Lucerne Festival Orchestra di Claudio Abbado. Nel 2004 ha fondato insieme alla moglie Iris Juda il Festival di musica da camera “Hagen Open” che si svolge nel castello di Burg Feistritz a sud di Vienna. musicisti come Mario Brunello, Giovanni Sollima, Massimo Quarta, Angela Hewitt e il Quartetto di Cremona. Nell’agosto del 2009 è stato invitato da Claudio Abbado a far parte della Lucerne Festival Orchestra. Docente di master class, tiene corsi annuali di alto perfezionamento a Desenzano del Garda presso la Scuola di Musica del Garda. Nell’ottobre del 2010 è stato in tournée con la New Zealand Symphony Orchestra toccando le principali sale da concerto europee. Nell’ottobre del 2012 è stato invitato in Germania a Wiesbaden come solista in Harold en Italie di Berlioz, insieme alla Hessisches Staatsorchester di Wiesbaden. Nel febbraio del 2013 è stato in Russia al Festival di Sochi, su invito di Yuri Bashmet, per un concerto con lui e I Solisti di Mosca. È direttore artistico del Garda Lake Music Master, che si svolge in luglio a Desenzano del Garda e si avvale della collaborazione di musicisti come Victor Tretiakov e Antonio Meneses. Dal dicembre del 2013 è responsabile artistico della Filarmonica del Festival. Maria Bader-Kubizek Nata nella Bassa Austria, Maria BaderKubizek ha studiato violino a Vienna con Gerhard Schulz, a Salisburgo con Sándor Végh e Londra con David Takeno. Ama suonare musica antica su strumenti originali. Dal 1987 suona con il Concentus Musicus Wien di Nikolaus Harnoncourt e dal 1992 è un membro della Chamber Orchestra of Europe. Ha suonato come solista in sale prestigiose quali Musikverein e Konzerthaus di Vienna, così come in vari paesi europei e in Giappone. Per la stagione prossima ha in programma la registrazione dell’integrale dei brani per violino e pianoforte di Franz Schubert con il pianista Christoph Berner. Ama “tradurre” diversi tipi di arte come poesia, scultura e pittura in musica liberamente improvvisata. Approfondisce la ricerca della relazione tra arte e guarigione. Inoltre, è interessata al binomio musica e recitazione e ha collaborato con il geniale regista e artista di strada Adrian Schvarzstein. La violinista austriaca ama particolarmente fare musica da camera con altri eccellenti musicisti come accade in questa occasione al Festival. Iris Juda Nata in Olanda, ha studiato violino con il padre Jo Juda (Konzertmeister dell’Orchestra del Concertgebouw), Herman Krebbers e Sándor Végh. Con il padre ha suonato in duo per molti anni. È membro fondatore della Chamber Orchestra of Europe. Come violinista e violista suona regolarmente con varie formazioni cameristiche ed orchestrali, tra le quali l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, L’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo il Quartetto Hagen. Ha vissuto per 9 anni a Londra e in quel periodo ha fatto parte del Quartetto Hanson, del Nash Ensemble, Johannes Ensemble ed Endymion Ensemble. È stata membro della Lucerne Festival Orchestra sin dalla fondazione nel 2003, mentre con altri musicisti della Chamber Orchestra of Europe fa parte del Gaudier Ensemble. Ricopre inoltre il ruolo di prima viola della Camerata Salzburg. Con il marito Lukas Hagen suona musica folk austriaca (tre violini e un contrabbasso). Iris e Lukas hanno due figli, Oscar e Luisa, e vivono a Salisburgo. Che Mozart avesse incontrato la musica di Bach e di Händel frequentando, appena arrivato a Vienna, i concerti in casa del barone Gottfried van Swieten dove “…non si suonava che Händel e Bach” è cosa nota. E sicuramente proprio da quelle serate e da quella musica così speciale e affascinante che tra l’altro entusiasmò profondamente anche Constanze, la moglie di Wolfgang, nacque il desiderio del giovane Mozart di trascrivere per quartetto d’archi alcuni di quei meravigliosi brani contrappuntistici. Nacquero così nel 1782 cinque Fughe per questo organico strumentale, tutte tratte dal Clavicembalo ben temperato bachiano, e quella in mi maggiore è la trascrizione del nono numero, il BWV 878, del secondo Libro; è un brano dall’andamento costantemente caratterizzato da una solennità che fa pensare immediatamente alla musica sacra. Il Quintetto per archi n. 3 in do maggiore K 515 venne scritto da Mozart cinque anni dopo i suoi “innamoramenti bachiani” e mostra evidente il suo desiderio di sperimentare anche organici strumentali inconsueti. A quell’epoca infatti era il Quartetto d’archi, non il Quintetto la forma musicale prediletta e fortunata, destinata a un pubblico colto e raffinato, basti pensare alla produzione di Franz Joseph Haydn. Guardando all’organico scelto per il Quintetto K 515, che accanto ai tradizionali due violini e al violoncello pone non una ma due viole, appare evidente come Mozart abbia voluto inserire nell’organico del Quartetto un ulteriore strumento dal timbro particolarmente caldo. Inoltre con la presenza di due viole il Salisburghese si ritagliava maggiori possibilità per condurre il suo discorso musicale, contrapponendole o “alleandole” con il primo e il secondo violino. Nasce così il più vasto brano mozartiano di musica da camera in quattro tempi, un grandioso Quintetto che si apre con un Allegro nelle cui prime battute il primo violino dialoga col violoncello lasciando sullo sfondo gli altri strumenti. Due gli elementi del primo tema, il primo energico e ascendente cui corrisponde una delicata risposta discendente. In questo movimento iniziale è stata notata una citazione letterale dall’Ouverture delle Nozze di Figaro ma è lo sviluppo dei temi l’aspetto più interessante, grazie alle tensioni armoniche che Mozart sa creare soprattutto nella trattazione dell’idea principale. Il Minuetto manifesta un carattere pensoso e il suo Trio, di ampiezza davvero inconsueta, è una sorta di grande Lied di sapore nostalgico. L’Andante, in fa maggiore, è una sorta di ampio Notturno e la sua struttura fa pensare a un altro celebre Andante, quello della Sinfonia “Jupiter”, per il suo clima misterioso. Dicevamo delle grandiose dimensioni di questo Quintetto e il tempo finale, il Rondò, è davvero immenso con le sue oltre cinquecento battute. Dimensioni fanno il paio con la straordinaria abbondanza dei suoi episodi, il cui carattere tra l’altro va dallo stile severo a quello galante, e anche dal punto di vista armonico si passa dall’omofonia fra i vari strumenti a un complesso contrappunto. Dopo numerose “peripezie” si torna al ritornello nella sua forma originale, a ricordarci che si tratta d’un Rondò, e il Quintetto termina in un clima solare e radioso. Il Quintetto per archi n. 2 in si bemolle maggiore op. 87 venne scritto da Felix MendelssohnBartholdy nel 1845 e appartiene dunque all’ultimo periodo di un artista destinato a morire giovane ma che aveva manifestato un talento precocissimo e che già molti anni prima si era accostato al Quintetto d’archi. È davvero notevole la raffinatezza della scrittura della parte del primo violino, evidente già nell’Allegro vivace iniziale. Molto bello anche il secondo movimento, un Andante scherzando in cui Mendelssohn fa un ampio uso del pizzicato e di irregolarità ritmiche, ma rimanendo sempre sul piano di una grande eleganza. L’Adagio e lento è di grande interesse per il suo carattere pensoso ma per nulla mesto; il finale, con l’Allegro vivace si caratterizza per il suo stile concertante e un brio inarrestabile. Luigi Fertonani