DCN n. 4 - 2007 2-10-2007 10:49 Pagina 1 Vo l u m e 5 • N u m e r o 4 • S e t t e m b r e - O t t o b r e 2 0 0 7 Spediz. in abb. post. 45% - art. 2 comma 20.b - legge 662/96 - Filiale di Milano • Una copia: € 0,40 www.dermocosmonews.it BIMESTRALE DI NOTIZIE, NOVITÀ, AGGIORNAMENTI, TERAPIE IN DERMOCOSMETOLOGIA Direttore Responsabile: Riccarda Serri Coordinatore Scientifico: Stefano Veraldi Comitato Scientifico e di Redazione: Mauro Barbareschi (MI), Enzo Berardesca (RM), Leonardo Celleno (RM), Gabriella Fabbrocini (NA), Marcella Guarrera (GE), Matilde Iorizzo (BO), Franco Kokelj (TS), Giorgio Landi (CE), Giuseppe Micali (CT), Giuseppe Monfrecola (NA), Paolo Piazza (RM), Marcella Ribuffo (RM), Corinna Rigoni (MI), Fabio Rinaldi (MI), Luigi Rusciani (RM), Adele Sparavigna (Monza - MI), Aurora Tedeschi (CT), Antonella Tosti (BO), Antonello Tulli (CH) Segreteria di Redazione: Giuseppe Provveduto [email protected] Redazione e Pubblicità: Via B. 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Ad 1 mese dal termine del ciclo di trattamento il 55,76% dei pazienti presentava una riduzione degli elementi acneici attivi compresa tra il 75% e il 100%, A 3 mesi tale percentuale era salita al 72,12% ed è rimasta pressoché stabile dopo ulteriori 3 mesi. Non sono state osservate complicanze a lungo termine mentre un eritema post-trattamento persistente oltre le 48 ore è stato osservato nel 32,69% dei casi. Gli Autori concludono come questo tipo di terapia possa essere considerata una ulteriore efficace arma per il trattamento dell’acne renitente a tutte le altre terapie. INTRODUZIONE ste nella somministrazione topica o sistemica di un fotosensibilizzante che, opportunamente attivato mediante lasers o luci con specifiche lunghezze d’onda, determina morte delle cellule per apoptosi (o “cell suicide” come viene defini- L a terapia fotodinamica è una metodica non invasiva che solo recentemente in Dermatologia ha cominciato ad assumere un ruolo degno di nota. Consi- Iscrizione al ROC n° 9838 Iscrizione Tribunale di Milano n° 87 del 15/02/2003 ABBONAMENTI ANNUALI € 100 (Italia) € 150 (Estero) SOMMARIO Utilizzo della terapia fotodinamica nel trattamento dell’acne infiammatoria medio-severa: utilizzo di IPL e luce blu in combinazione Pag. Razionale d’uso del nanosilicio ultracolloidale in dermatologia 1 di Matteo Tretti Clementoni Ancora il glicerolo? di Valentina Trevisan e Stefano Veraldi 8 di Mauro Barbareschi 7 Ultrashape® Ultrasuoni Focalizzati per la correzione del tessuto adiposo localizzato di Gabriele Muti 10 2 Volume 5 • Numero 4 • Settembre-Ottobre 2007 to questo processo nella letteratura anglosassone). È del 1400 BC la prima descrizione dell’uso di sostanze botaniche e della seguente esposizione alla luce per il trattamento di alcune affezioni quali la vitiligine e la psoriasi ma è solo nel 1900 che Raubb(1) dimostra come cellule di Paramecium Caudatum muoiano più velocemente se esposte alla luce in presenza di acridine orange. Il nome “fotodinamica” si deve a H. Von Tappeiner che nel 1904(2) scoprì una reazione fotochimica consumante ossigeno ed emittente una caratteristica fluorescenza nei protozoi esposti alla luce in presenza di coloranti all’anilina. Durante l’anno successivo lo stesso Autore(3) dimostrò come l’irradiazione di luce artificiale dopo applicazione di una soluzione al 5% di eosina potesse essere utile nel trattamento dei NMSC (Non Melanoma Skin Cancer) ma bisogna aspettare ancora più di 40 anni per avere i primi dati scientifici sulla famiglia di fotosensibilizzanti oggi più usata. È solo infatti nel 1948 che Figge et al.(4) dimostrano come l’ematoporfirina possa concentrarsi selettivamente in alcuni tessuti tra i quali quelli neoplastici, i traumatizzati e quelli embrionali. Bisogna aspettare ulteriori 30 anni prima che Dougherty et al.(5) diano notizia dell’efficacia dell’irraggiamento con luce artificiale in presenza di derivati dell’ematoporfirina nel trattamento delle lesioni maligne cutanee. Nel 1990 Kennedy(6) ed il suo gruppo introducono un nuovo precursore di fotosensibilizzante: l’acido 5웃aminolevulinico. A partire dai primi anni novanta si sono quindi succeduti una lunga serie di lavori scientifici atti a dimostrare l’efficacia di questo fotosensibilizzante soprattutto nel trattamento delle cheratosi attiniche e dei NMSC(7-10). Gli studi di fase 2 e fase 3 nell’utilizzo di questo farmaco somministrato per via topica nel trattamento delle cheratosi attiniche non ipercheratosiche sono infatti del 2001(11) e del 2003(12). I buoni risultati ottenuti nel trattamento delle cheratosi attiniche e nei NMSC hanno spinto i ricercatori a cercare differenti utilizzi. La letteratura è infatti ricca di lavori nei quali la PDT è utilizzata con successo alterno anche nella psoriasi(13, 14), nella sarcoidosi(15), nei condilomi acuminati(16), nelle verruche volgari(17-19) e nel trattamento del photoaging(20). Uno dei campi nei quali la PDT sembra aver fornito i risultati più promettenti è la terapia dell’acne volgare. L’acido 5웃-aminolevulinico viene captato dalle cellule (accumulandosi nei mitocondri) e a tale livello è metabolizzato nella via delle porfirine a protoporfirina IX, precursore dell’eme(21, 22). Nei tessuti bersaglio la protoporfirina si accumula per difetto dell’enzima ferrochelatasi(23). Se illuminata da appropriate lunghezze d’onda la molecola, accettando un fotone, passa prima allo stato singoletto (con emivita di 10-6 - 10-9 secondi) e poi o torna allo stadio iniziale o passa allo stato tripletto (con emivita più lunga e pari a 10-3 secondi) emettendo una caratteristica fluorescenza arancione. Lo stato tripletto determina danno alle cellule per mezzo di due reazioni fotoossidative. Nella prima il trasferimento di elettroni o atomi di idrogeno producono forme triplette sia del fotosensibilizzante che di molecole circostanti. Queste immediatamente reagiscono con l’ossigeno formando perossidi, anioni superossido e radicali ossidrilici che sono all’inizio della catena della formazione dei radicali liberi. La seconda reazione fotoossidativa è dovuta alla formazione di ossigeno singoletto quando il fotosensibilizzante torna allo stadio basale. L’ossigeno singoletto e i radicali liberi determinano lesioni alle membrane di diversi organelli (mitocondri, apparato del Golgi, lisosomi, reticolo endoplasmatico, etc.) ed in definitiva il “suicidio” cellulare (morte per apopotosi)(23-25). Nei pazienti affetti da acne volgare resistente alle terapie convenzionali è proprio questo fotosensibilizzante (protoporfirina IX o PpIX) che si accumula sia nelle cellule epiteliali che nei sebociti. Benché molte cellule umane possano trasformare l’ALA in porfirine, esistono significative differenze nell’accumulo di porfirina tra i vari tessuti in quanto, in seguito all’ap- 3 Volume 5 • Numero 4 • Settembre-Ottobre 2007 plicazione di ALA sulla cute umana, le porfirine si accumulano prevalentemente nelle ghiandole sebacee e nell’epidermide garantendo così un’ottima selettività d’azione È stato ipotizzato che la selettività della PpIX per le ghiandole sebacee(26, 27) sia da attribuirsi alla elevata lipofilicità della Pp IX che ne favorirebbe un accumulo nell’ambiente ricco di lipidi delle strutture ghiandolari sebacee e dati sperimentali sia su modelli umani che murini confermano questa ipotesi(26). Kosaka et al.(27) hanno studiato i meccanismi di accumulo della PpIX e la sua distribuzione intracellulare nei sebociti utilizzando la linea cellulare immortalizzata SZ95. Questi Autori hanno dimostrato che i sebociti SZ95 vanno incontro ad un accumulo ALA-indotto di PpIX e ad una conseguente fototossicità dose- dipendente. Indagini istologiche hanno poi dimostrato come l’effetto fotodinamico si manifesti con una marcata atrofia e parziale distruzione dei lobuli ghiandolari suggerendo come questa terapia possa potenzialmente indurre un miglioramento a lungo termine della patologia acneica(28-29). A conferma di ciò uno studio anche istologico condotto da Hongcharu e coll.(30) ha evidenziato come il trattamento con ALA associato a irradiazione con luce rossa (550-700 nm) determini imponenti alterazioni dell’unità pilosebacea: trattamenti ripetuti hanno determinato soppressione della secrezione sebacea e le ghiandole si presentavano estremamente piccole ed ipoattive 20 settimane dopo ilo termine del trattamento. Lo stesso lavoro evidenzia poi come l’ALA-PDT determini una netta riduzione delle lesioni anche infiammatorie e, istologicamente, una netta riduzione dell’ostruzione cornea dell’unità pilo-sebacea(30). Riguardo agli effetti della terapia fotodinamica sul P.acnes il caposaldo è certamente il lavoro di Ashkenazi et al.(31) nel quale si dimostra come una singola esposizione a luce blu di una coltura di P.Acnes possa determinarne una riduzione di due ordini di grandezza mentre una triplice esposizione alla luce possa, addirittura, deter- minarne una riduzione di 5 ordini di grandezza. Il P.acnes, infatti, sintetizza ed accumula soprattutto coproporfirina e protoporfirina IX, (minore è la quantità di uroporfirina)(32). Benché questi studi confermino che la lisi del P.Acnes indotta dalla terapia fotodinamica possa in parte spiegare l’utilità di tale approccio terapeutico nel trattamento dell’acne volgare, in uno studio condotto da Pollock et al.(33) su 10 pazienti con acne lieve-moderata del dorso trattati con terapia fotodinamica-ALA utilizzando luce rossa (635 nm) si è visto come ci sia stata una riduzione statisticamente significativa del numero delle lesioni acneiche infiammatorie, senza che questa sia stata associata ad alcuna riduzione significativa del numero di P.Acnes o a variazioni nella secrezione sebacea a dimostrazione del fatto che la 5-ALAPDT è capace di generare un miglioramento clinico anche con un meccanismo diverso dal danno diretto alle ghiandole sebacee e dall’uccisione fotodinamica del P.Acnes. L’effetto antiinfiammatorio della luce blu per mezzo della riduzione della sintesi di IL-1 e ICAM-1 dimostrato nel 2006 potrebbe forse essere il primo passo per spiegare quest’effetto non correlato con la distruzione di P.acnes e/o delle ghiandole sebacee(34). Anche la combinazione di luci rosse e blu o l’impiego di sorgenti laser sono state recentemente dimostrate come efficaci nel trattamento dell’acne infiammatoria mediosevera(35-37). La bassa incidenza di effetti collaterali riportati. i buoni risultati clinici ottenuti, il buon effetto cosmetico spesso descritto, la volontà di superare la scarsa compliance dei pazienti verso le terapie convenzionali e la convinzione di poter agire in modo selettivo sia sulle strutture interessate (cellule epiteliali e sebociti) sia sul batterio responsabile, almeno in parte, della malattia acneica oltre che l’evidenza clinica di un effetto diverso da quelli appena descritti ci hanno indotto a utilizzare la ALA-PDT su pazienti renitenti alle altre terapie note. Scopo di questo lavoro è valutare efficacia e possibili effetti collaterali di questa terapia. MATERIALI E METODI Dal Febbraio 2006 al Marzo 2007 104 pazienti con acne medio-severa del volto sono stati sottoposti a Terapia Fotodinamica. L’età media dei pazienti era di 19,7 anni (range 13 - 32 aa) mentre la distribuzione di genere vedeva una netta prevalenza del sesso femminile (79 donne - 75,96% – e 25 uomini 24,04%). Tutti i pazienti erano di fototipo II o III. I criteri di esclusione dallo studio erano: 1) assunzione orale di farmaci per il trattamento dell’acne da meno di 3 mesi, 2) applicazione topica di farmaci con lo stesso scopo da meno di 2 mesi. Anche l’assunzione di contraccettivi orali è stato considerato elemento di esclusione dallo studio. Tutti i pazienti inclusi nello studio presentavano una anamnesi positiva per trattamenti topici e/o sistemici con antibiotici e 26 di loro (25,00%) si erano già sottoposti ad almeno un ciclo di trattamento con isotretinoina orale (in questi casi il paziente era incluso nello studio solo se l’assunzione del farmaco era stata sospesa da almeno 6 mesi). Durante la prima visita il paziente viene istruito affinché applichi sulla cute, per almeno 10 giorni, nelle ore diurne un fotoprotettore e applichi alla sera una lozione contenente bassi dosaggi di Ac. gli colico e Ac. salicilico (Glicosal lozione® - MOST). Scopo di questa applicazione è preparare la cute al trattamento successivo rimuovendo lo strato cheratinocitico più superficiale per permettere una maggiore e più rapida penetrazione del fotosensibilizzante. Il giorno del trattamento dopo una accurata detersione del volto eseguita con etanolo viene applicato l’acido 5웃 amino-levulinico (Levulan Kerastick® Dusa Pharmaceuticals). L’applicazione è sempre eseguita a paziente supino onde evitare che il farmaco possa colare e concentrarsi in regioni indesiderate. Il farmaco utilizzato è costituito da una sale di acido cloridrico al 20% di ALA che viene diluito immediatamente prima dell’applicazione con una soluzione alcolica di etanolo. Il farmaco è quindi lasciato in sede per un tempo variabile dai 60’ ai 75’ ed il paziente fatto attendere in una stanza con sola illuminazione artificiale o comunque lontano dall’irraggiamento solare. Dopo essersi sciacquato il volto il paziente è quindi sottoposto all’irraggiamento luminoso che avviene con 2 fonti energetiche differenti. La prima è una Luce Pulsata (Quantum SR® - Lumenis Ltd Cut-off: 560 nm, impulso doppio della durata rispettivamente di 2,4 e 5,0 msec, delay di 20 msec ed una fluence di 26 J/cm2) mentre la seconda è una luce blu a 405 nm di lunghezza d’onda (S 630 - Alpha Strumenti) che posizionata a 5 cm dal volto del paziente viene lasciata accesa per 10 minuti in modo da ottenere un irraggiamento superiore ai 75 J/cm2. A tutti i pazienti è stato chiesto, durante il trattamento, di esprimere una valutazione quantitativa del dolore in una scala da 0 (assenza di dolore) a 10 (dolore insostenibile). A termine del trattamento sulla cute del paziente è prima applicato un lenitivo e quindi una fotoprotezione con SPF 50+. Al paziente viene vietata l’esposizione alla luce diurna per 48 ore dopo il trattamento e allo stesso viene prescritta una applicazione giornaliera ripetuta della fotoprotezione con SPF 50+ per almeno 10 giorni dopo il trattamento. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a 3 sedute di trattamento separate da un intervallo di 3 settimane. Gli stessi sono quindi stati valutati a 1, 3 e 6 mesi e l’efficacia è stata valutata da 2 medici ed una infermiera separatamente mediante il conteggio delle lesioni acneiche presenti prima e dopo il trattamento. Tutti i pazienti sono stati fotografati prima e 6 mesi dopo il termine del trattamento. RISULTATI 3 (2,88%) pazienti non hanno concluso lo studio (si sono sottoposti all’intero ciclo di trattamento ma non si sono sottoposti a tutti i follow-up previsti). Ad 1 mese dal termine del ciclo di trattamento 58 pazienti (55,76%) presentavano una riduzione degli elementi acneici attivi compresa tra il 75% e il 100%, 41 (39,43%) una ridu- 4 Volume 5 • Numero 4 • Settembre-Ottobre 2007 PRE E POST 3 SEDUTE DI ALA-PDT 14 MESI DOPO L’ULTIMA SEDUTA Fig. 1 - Al centro la fluorescenza evidenziabile con luce di Wood dopo 1 ora dall’applicazione di ALA. PRE E POST 3 SEDUTE DI ALA-PDT 6 MESI DOPO IL TERMINE DEL TRATTAMENTO Fig. 2 5 Volume 5 • Numero 4 • Settembre-Ottobre 2007 zione compresa tra il 50% ed il 75% e 2 (1,92%) una riduzione compresa tra il 25% ed il 50%. A 3 mesi dal termine del ciclo di trattamenti 75 (72,12%) pazienti presentavano una riduzione del numero delle lesioni attive compreso tra il 75% e il 100%, 25 (24,04%) una riduzione variabile dal 50% al 75% ed 1 (0,96%) una riduzione compresa tra il 25% ed il 50%. A 6 mesi dal termine del ciclo di trattamenti 76 (73,08%) pazienti presentavano una riduzione del numero delle lesioni attive compreso tra il 75% e il 100% (Fig. 1 e Fig. 2), 24 (23,08%) pazienti hanno presentato una riduzione compresa tra il 50% e il 75% mentre 1 solo paziente (0,96%) ha presentato una riduzione compresa tra il 25% e il 50%. La media dell’intensità del dolore durante il trattamento è stata 3,07 e nessun paziente ha riferito un dolore maggiore di 4. Tutti hanno inoltre riferito come la sensazione dolorosa aumentasse rapidamente nei primi 2 minuti di trattamento per poi scemare lentamente fino a raggiungere lo 0 dopo 6-7 minuti. Tutti i pazienti presentavano eritema del volto a termine dei trattamenti e riferivano come l’edema fosse massimo 36 ore dopo il termine dello stesso. 42 pazienti (40,38%) hanno presentato una importante desquamazione a larghe falde della cute tra le 72 e le 96 ore dopo il termine di ogni trattamento mentre 34 (32,69%) hanno riferito un eritema persistente oltre le 48 ore (risoltosi al massimo in 6 giorni). Non sono state osservate complicanze a lungo termine (es. cica- trici) ne pigmentazioni post-infiammatorie. Nessun paziente ha fatto ricorso ad antidolorifici sistemici nel post-trattamento mentre la quasi totalità (92,16% - 47 pazienti) ha riferito una sensazione di estrema secchezza della cute della durata variabile da 3 a 6 giorni. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Lo studio evidenzia come la terapia fotodinamica eseguita con ALA al 20% applicato per via topica e con tempi di applicazione non inferiori ai 60 minuti possa essere una ulteriore arma a disposizione del dermatologo per trattare tutti quei casi di acne renitenti alle usuali terapie topiche o sistemiche. È da quando Hongcharu et al.(30) nel 2000 pubblicarono la loro esperienza su 22 soggetti dimostrando come l’ALA-PDT potesse determinare una riduzione del SER (sebum excretion rate), una riduzione della fluorescenza del P.Acnes, un danno alle ghiandole sebacee ed infine un netto miglio- Bibliografia 1. Rabb O. Ueber die Wirkung fluoreszierenden Stoffe auf Infusorien. Z Biol 1900; 39: 524-526). 2. Von Tappeiner H., Jodblauer A. Uber die wirkung der photodynamischen (fluorescierenden) staffe auf protozoen und enzyme. Dtsch Arch Klin Med 1904; 80: 427487. 3. Jesionek A., Von Tappeiner H. Behandlung der Hautcarcinome nut fluorescierenden Stoffen. 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È soprattutto la Scuola Americana che considera ormai l’ALA-PDT come una delle armi a disposizione del dermatologo nel trattamento dell’acne mentre la Scuola Europea permane su valutazioni più tiepide. Il trattamento proposto nello studio segue alcune indicazioni apparse nella letteratura mondiale(39) ma soprattutto il razionale scientifico secondo il quale P.Acnes(31) e ghiandola sebacea(27) costituiscono il target ottimale (oltre a quelli neoplastici) per l’acido 5웃 aminolevulinico. L’utilizzo della doppia sorgente di illuminazione non è poi dovuto a mero esercizio accademico ma si basa sulla riflessione che la singola luce blu pur determinando una rapidissima attivazione del fotosensibilizzante non possegga (per sua natura) una importante penetrazione nei tessuti. L’aggiunta quindi della luce pulsata eseguita sulle singole lesioni ha quindi lo scopo di attivare il fotosensibilizzante anche dove questi si sia localizzato ad una profondità non raggiungibile dalla luce blu. La variabilità dei tempi di esposizione (da 15’ a 3 ore), del tipo e della concentrazione del farmaco (MAL o ALA, al 2,5%, 5%, 10%, 20%) delle sorgenti luminose attivanti (luce rossa, luce blu, IPL, PDL) e soprattutto la diversità nei campioni di pazienti analizzati non permette di considerare l’ALA-PDT come uno strumento validabile nel trattamento dell’acne medio-severa ma consente di ritenerla come il trattamento non tradizionale più promettente oggi presente nel vasto panorama della malattia acneica. 7. Wolf P, Rieger E, Kerl H. Topical photodynamic therapy with endogenous porphyrins after application of aminolevulinic acid: an alternative treatment modality for solar keratosis, superficial squamous cell carcinomas and basal cell carcinomas? J Am Acad Dermatol 1993; 28: 1721. 8. Calzavara-Pinton PG. Repetitive photodynamic therapy with topical c-aminolaevulinic acid as an appropriate approach to the routine treatment of superficial nonmelanoma tumours. 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The use of a novel intense pulsed light and heat source and ALA-PDT in the treatment of moderate to severe inflammatory acne vulgaris. J Drugs Dermatol. 2004 Nov-Dec; 3(6 Suppl): S15-9. 41. Kimura M., Itoh Y., et al. Delta-aminolevulinic acid-based photodynamic therapy for acne on the body. J Dermatol. 2004 Dec; 31(12): 956-60. 42. Hong S.B., Lee M.H. Topical aminolevulinic acid-photodynamic therapy for the treatment of acne vulgaris. Photodermatol Photoimmunol Photomed. 2005 Dec; 21(6): 322-5. 43. Nestor M.S., Gold M.H., et al. The use of photodynamic therapy in dermatology: results of a consensus conference. J Drugs Dermatol. 2006 Feb; 5(2): 140-54. 44. Horfelt C., Funk J., et al. Topical methyl aminolaevulinate photodynamic therapy for treatment of facial acne vulgaris: results of a randomized, controlled study. Br J Dermatol. 2006 Sep; 155(3): 608-13. ANCORA IL GLICEROLO? Valentina Trevisan e Stefano Veraldi Istituto di Scienze Dermatologiche, Università di Milano, Fondazione I.R.C.C.S., Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena, Milano I l recente lancio sul mercato italiano di tre prodotti a base di triesteri ozonizzati di glicerolo, a percentuali variabili tra il 3 e il 15%, ci ha spinti a ristudiare “come si deve” questa molecola. Il glicerolo, popolarmente noto con il nome di glicerina, ma anche di triidrossipropano, è un alcol trivalente (o triolico), ossia un composto nella cui struttura sono presenti tre gruppi ossidrilici (Fig. 1), che lo rendono miscibile con l’acqua, l’alcol e il metanolo. È invece meno solubile in etere e insolubile in benzene, cloroformio, idrocarburi alogenati e aromatici e olii minerali. La formula bruta è C3H8O3; il peso molecolare è di 92. A temperatura ambiente il glicerolo si presenta come un liquido incolore, piuttosto denso e viscoso, inodore, ma dal sapore dolciastro. Caratteristica peculiare è quella di essere una sostanza fortemente igroscopica, cioè capace di attrarre molecole d’acqua dall’ambiente circostante. Il glicerolo è un precursore della sintesi dei trigliceridi e dei fosfolipidi, processo che avviene a livello epatico e del tessuto adiposo. Quando l’organismo utilizza le riserve di grasso per soddisfare il fabbisogno energetico, i trigliceridi sono scissi in acidi grassi e glicerolo: quest’ultimo è trasformato nel fegato in glucosio, attraverso processi di glicolisi o di neoglucogenesi. Inoltre, il glicerolo può essere ottenuto dai trigliceridi, di cui compone lo “scheletro”, mediante processi di idrolisi o di esterificazione. GLI IMPIEGHI DEL GLICEROLO SONO MOLTEPLICI È utilizzato nella fabbricazione di esplosivi, plastica, cellophane, lu- brificanti, sostanze antigelo e inchiostri. È un abituale componente di prodotti per l’igiene personale, come saponi, detergenti, dentifrici, schiume da barba, nonché di cosmetici, detersivi e ammorbidenti. Nell’industria alimentare è usato come additivo (E422) e dolcificante. In ambito sportivo il glicerolo è assunto da atleti che praticano sport di resistenza per prevenire o attenuare la disidratazione, o da chi pratica body-building per au- H H C OH H C OH H C OH H Fig. 1 mentare la massa muscolare. Il glicerolo è anche un sottoprodotto della produzione del biodiesel. Tuttavia, il più noto effetto del glicerolo in ambito medico è quello lassativo. Il glicerolo riveste un ruolo molto importante anche in campo dermatologico, in quanto componente di topici idratanti volti a ridurre la xerosi cutanea e, indirettamente, anche il prurito. In questo caso, si utilizza a concentrazioni variabili dal 3 al 30%. L’azione idratante del glicerolo è stata inizialmente ricondotta alle sue proprietà igroscopiche: da un modello animale successivamente applicato all’uomo, è stato dedotto che ritenendo acqua a livello dello strato corneo, il glicerolo sia in grado di indurre una migliore idratazione e una maggior resistenza ai danni fisici indotti dall’ambiente esterno(1). Più recentemente è stato dimostrato che in ambiente secco il glicerolo è in grado di inibire il passaggio dalla forma liquida cristallina a quella solida cristallina dei lipidi dello strato corneo. In questo caso il glicerolo agirebbe con meccanismo diverso rispetto all’azione umettante sopra descritta: anziché sfruttare le proprietà igroscopiche, il glicerolo modulerebbe i lipidi dello strato corneo prevenendo la perdita di acqua(2). Il glicerolo sarebbe inoltre in grado di modulare l’attività degli enzimi idrolitici che degradano i desmosomi, promuovendo la desquamazione e determinando una riduzione clinica della xerosi(3). Utilizzato come emulsione olio in acqua, il glicerolo ha un effetto protettivo nei confronti di tensioattivi e sostanze irritanti(4); applicato in aree in cui lo strato corneo è danneggiato, induce un flusso d’acqua dalla base dell’epidermide verso la superficie, accelerando il ripristino della barriera cutanea(5). Analogamente all’urea, il glicerolo aumenta la penetrazione cutanea di numerose sostanze(4). L’applicazione a lungo termine di glicerolo può inoltre indurre una modificazione delle proprietà meccaniche della cute, rendendola più “elastica”(6). Che il glicerolo sia una sostanza “interessante” è dimostrato dalla ricchissima letteratura che lo supporta: nel giugno 2007, su www.pubmed.gov, alla voce “glycerol”, risultavano indexati 47.421 8 Volume 5 • Numero 4 • Settembre-Ottobre 2007 studi sperimentali e clinici, di cui 19 solo nel 2007; alla voce “glycerin”, gli studi pubblicati erano 30.656, di cui 21 nel 2007. Viene spontaneo chiedersi quante moleco- Bibliografia 1. Bissett DL, McBride JF: Skin conditioning with glycerol. J Soc Cosmet Chem 1984; 35: 345-350. 2. Froebe CL, Simion FA, Ohlmeyer H, Rhein LD, Mattai J, Cagan RH, Friberg SE: Prevention of stratum corneum lipid phase transition in vitro by glycerol- an alternative mechanism for skin moisturization. J le possono vantare questo pedigree. Le proprietà sopra descritte rendono quindi ragione del largo impiego del glicerolo nella composizione degli idratanti che tanta impor- Soc Cosmet Chem 1990; 41: 51-65. 3. Rawlings A, Harding C, Watkinson A, Banks J, Ackerman C, Sabin R: The effect of glycerol and humidity on desmosome degradation in stratum corneum. Arch Dermatol Res 1995; 287: 457-464. 4. Bettinger J, Gloor M, Peter C, Kleesz P, Fluhr J, Gehring W: Opposing effects of glycerol on the protective function of the horny layer against irritants and on the tanza rivestono in dermatologia per il trattamento della xerosi. penetration of hexyl nicotinate. Dermatology 1998; 197: 18-24. 5. Fluhr JW, Gloor M, Lehmann L, Lazzerini S, Distante F, Berardesca E: Glycerol accelerates recovery of barrier function in vivo. Acta Derm Venereol 1999; 79: 418-421. 6. Gloor M, Bettinger J, Gehring W: Modification of stratum corneum quality by glycerin-containing external ointments. Hautarzt 1998; 49: 6-9. RAZIONALE D’USO DEL NANOSILICIO ULTRACOLLOIDALE IN DERMATOLOGIA Mauro Barbareschi Istituto Scienze Dermatologiche - Università di Milano Fondazione Policlinico - Mangiagalli - Regina Elena I l silicio è dopo l’ossigeno l’elemento più diffuso in natura. Nella cute è presente sia a livello dell’epidermide sia a livello del derma. Il silicio è in grado di legarsi all’ossigeno con cui forma legami atti a stabilizzare la struttura tridimensionale delle molecole proteiche. A livello epidermico questo ruolo strutturale contribuisce alla stabilizzazione della cheratina. In senso più generale il silicio partecipa alla costituzione della cosiddetta “ funzione barriera cutanea” a livello dello strato corneo. A livello dermico il silicio stabilizza proteoglicani e collagene favorendo altresì la sintesi di prolina e idrossiprolina. La conseguenza di 9 Volume 5 • Numero 4 • Settembre-Ottobre 2007 ciò è il mantenimento dell’integrità del tessuto connettivo di sostegno e l’attivazione dei processi biologici legati alla rigenerazione tissutale. La carenza di silicio influisce negativamente sulla formazione e sulla deposizione del collagene nella maggior parte dei tessuti. Essendo inoltre in grado di legare PHYTOPROGENIUM: LO SHAMPOO FISIOLOGICO DI PHYTO I laboratori di ricerca Phyto presentano Phytoprogénium, uno shampoo a base di attivi naturali efficaci e selettivi sui microrganismi saprofiti e su quelli patogeni del cuoio capelluto. La presenza di tensioattivi extra delicati e sostanze emollienti, garantisce inoltre un’azione purificante e protettiva. Concepito seguendo le più moderne tecniche formulative di Phyto, Phytoprogénium assicura alla detersione l’efficacia di un trattamento. Indicato per tutti i tipi di capelli, come shampoo quotidiano o da alternare a trattamenti anti-forfora o anti-caduta. Flacone da 200 ml. Prezzo € 10,50. A L È S G R O U P E I TA L I A S PA • Te l . 0 2 . 2 9 0 . 6 6 7 . 1 • E - m a i l : p h y t o @ a le s g ro u p e . i t • w w w. p h y t o . i t • IN FARMACIA acqua il silicio è “funzionale” per l’idratazione cutanea ripristinando i valori di Trans Epidermal Water Loss (TEWL). Il silicio possiede attività anti radicalica tale da renderlo utile come scavenger sia nello stress ossidativo fisiologico sia in quello legato a processi infiammatori. I livelli di silicio a livello cutaneo diminuiscono con l’età. Sebbene molti alimenti contengano silicio, il suo assorbimento dalle principali fonti dietetiche è scarso rendendo così utile l’integrazione per via topica e sistemica. La trasformazione del silicio mediante nanotecnologie in silicio ultracolloidale (delle dimensioni di milionesimi di millimetro) ne aumenta la superficie attiva e unitamente, bio-disponibilità e assorbimento. Dai dati della letteratura emerge l’utilità del silicio in clinica dermatologica. In un lavoro di Lassus (Finlandia 1993) la somministrazione di 10 ml di silicio per via sistemica 2 volte /die a 50 donne affette da fragilità del fusto del pelo e delle lamine ungueali per un periodo di 90 giorni ha prodotto un miglioramento dei sintomi clinici in modo statisticamente significativo. Nelle 47 pazienti valutabili alla fine del trattamento i benefici si sono estesi a tutto il derma con aumento del suo spessore (ecografia cutanea) e miglioramento clinico del turgore e della rugosità cutanea. In uno studio di gruppo (Acne Support Group - UK) la sommini- strazione di silicio per via topica per 6 settimane in 51 pazienti affetti da acne moderata e severa ha prodotto miglioramenti clinici statisticamente significativi nell’86% dei casi trattati. In un lavoro di Lassus (Finlandia 1996) il silicio è stato utilizzato per pazienti affetti da acne papulo-pustolosa. Un gruppo di 30 pazienti affetti è stato suddiviso in due sottogruppi uno dei quali trattato con silicio per via topica per 6 settimane e l’altro con placebo. Nel gruppo dei pazienti trattati con silicio si è ottenuto un miglioramento clinico statisticamente significativo delle manifestazioni acneiche. Nel gruppo trattato con placebo non si sono osservati effetti terapeutici. Dopo la cura nei pazienti trattati è stata documentata una riduzione della secrezione sebacea misurata mediante sebometria. In un lavoro di Lassus (Finlandia 1997) randomizzato, in doppio cieco versus placebo sono stati sottoposti a trattamento con silicio per via topica e sistemica pazienti affetti da psoriasi in placche. Nei pazienti trattati vi è stato miglioramento della desquamazione, dell’infiltrazione e dell’eritema. Sono stati altresì riconosciuti benefici sia a livello della eventuale componente artropatica sia a livello della onicopatia psoriasica. In uno studio condotto da De Felice e Chimenti (Italia) il silicio ultracolloidale è stato utilizzato per via topica e sistemica per 6 settimane in 30 pazienti affetti da psoriasi volgare da lieve a moderata. Alla fine dello studio nei 28 pazienti valutabili l’indice PASI si è ridotto in 23. In uno studio di Rigoni, Cantù e Gelmetti (Italia) il silicio ultracolloidale è stato utilizzato per via topica in pazienti affetti da dermatite atopica. Dopo 12 settimane di trattamento l’indice SCORAD si è ridotto nell’85% dei pazienti trattati. In uno studio di Carrera e Berardesca (Italia) gli effetti della somministrazione topica e sistemica di silicio ultracolloidale è stata valutata mediante osservazione clinica e indagini strumentali (idratazione, evaporimetria, elastometria, rugosità). Sono state trattate 30 pazienti per 40 giorni suddivise in due gruppi: attivo contro placebo. Alla fine della sperimentazione nelle pazienti trattate con nanosilicio è stata registrato un miglioramento dell’idratazione, della funzione barriera (diminuzione della TEWL) della elasticità cutanea e della rugosità cutanea. Per le sue caratteristiche chimiche il silicio trova indicazione: a) nel ripristino della funzione barriera; b) nel consolidamento strutturale della cute (epidermide, derma, annessi); c) come anti-infiammatorio naturale nelle dermatiti. HYDRA-CHRONO IDRATAZIONE ANTI-RUGHE HYDRA-CHRONO È IL PIÙ COMPLETO IDRATANTE ANTI-ETÀ: L’ESCLUSIVO COMPLESSO AQUA-PUMP® RIPROGRAMMA IN PROFONDITÀ L’IDRATAZIONE NATURALE DELLA PELLE, DISTENDE I TESSUTI E RIDUCE LE RUGHE. IL COMPLESSO HYDRA-NUTRITIVO RIDUCE LA SECCHEZZA CUTANEA SUPERFICIALE. FLUIDO FRESCHEZZA PER PELLE NORMALE O MISTA Usare al mattino sulla pelle pulita. Flacone da 40 ml. Prezzo consigliato € 30,00. CREMA CONFORT E CREMA RICCA PER PELLE SECCA E MOLTO SECCA Applicare mattina e sera sulla pelle pulita. Vaso da 40 ml. Prezzo consigliato € 30,00. L A B O R A T O I R E S BALSAMO ESTREMO PER PELLE DISIDRATATA Applicare al mattino e secondo necessità. Vaso da 40 ml. Prezzo consigliato € 30,00. L I E R A C. I N N O V A Z I O N E E S T E T I C A C O R R E T T I V A. A L È S G R O U P E I TA L I A S P A • I N F A R M A C I A • Te l . 0 2 . 2 9 0 . 6 6 7.1 • E - m a i l : l i e r a c @ a l e s g r o u p e . i t • w w w . l i e r a c . i t 10 Volume 5 • Numero 4 • Settembre-Ottobre 2007 Bibliografia 1. Carlisle EM, Silicon - Handbook of nutritionally essential mineral elements. Marcel Dekker Inc. New York, USA: 1997. 603618. 2. Carlisle EM, Silicon as an essential element. Fed. Proc. 1974 Jun; 33 (6): 1758-66. 3. Klaus Schwarz, Recent dietary trace element research, exemplified by tin,fluorine, and silicon. Fed. Proc. 1974 June; 33(6): 1748-57. 4. Seaborn CD, Nielsen FH, Silicon deprivation decreases collagen formation in wounds and bone, and ornithine transaminase enzyme activity in liver. Biol.TraceElem.Res 2002 Dec; 89(3): 251-61. 5. Lassus A. Colloidal Silicic Acid for oral and topical Treatment of aged skin, fragile 6. 7. 8. 9. 10. hair and brittle nails in females. J. Int med res. 1993 Jul-Aug; 21(4)209-15. Lassus A. 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La Medicina Estetica 2005 Gen-Mar, 29(1): 184. 12. Rigoni C, Cantù AM, Gelmetti C, Impiego di un prodotto topico in spray contenente nanosilicio nella cura della dermatite atopica lieve/moderata in età pediatrica. ABSTRACS XLII Congresso Nazionale A.D.O.I. 2004 Ott: 271. 13. Catia De Felice, Sergio Chimenti. Nuova formulazione a base di nanosilicio come possibile opzione terapeutica nella psoriasi volgare. Comunicazione 79° Congresso della Società italiana di Dermatologia, Castellaneto (TA) Maggio 2004. ULTRASHAPE: IL TRATTAMENTO VIENE ESEGUITO SOTTO IL CONTROLLO DI UNA TELECAMERA CHE COLLEGATA AD UN COMPUTER ED UN MONITOR GUIDA L’OPERATORE NELLA CONDUZIONE DEL MANIPOLO Fig. 1 ® ULTRASHAPE ULTRASUONI FOCALIZZATI PER LA CORREZIONE DEL TESSUTO ADIPOSO LOCALIZZATO L’ULTRASHAPE AGISCE MEDIANTE L’EMISSIONE DI ULTRASUONI CHE SONO FOCALIZZATI NEL TESSUTO ADIPOSO SOTTOCUTANEO Gabriele Muti Specialista in Chirurgia Plastica - Milano L’ evoluzione della chirurgia estetica segue le necessità ed i desideri dei pazienti, ovvero migliorare la propria figura con tecniche non invasive. Fino ad ora l’unico modo per modificare la propria silhuette è stato quello di sottoporsi ad interventi chirurgici quali la liposuzione-liposcultura o alle dermolipectomie, ovvero trattamenti chirurgici che prevedono una ospedalizzazione, poichè sono eseguiti in anestesia, delle medicazioni, l’applicazione di guaine ed un tempo di recupero tra i 5 ed i 20 giorni a secondo della procedura eseguita e della grandezza della lipodistrofia. Nell’ottica di essere sempre meno invasivi ed ottenere buoni risultati la ricerca ha puntato sugli ultrasuoni, già utilizzati in medicina diagnostica ed in medicina estetica per ridurre le ritenzioni idriche della cellulite ed in chirurgia estetica con la liposuzione ultrasonica. La novità consiste nella emissione LINEA DERMOCOSMETICA PER PELLE A TENDENZA ACNEICA ACNE FACTOR 4 Fig. 2 SPRAY nanosan Azione Azione Azione Azione CREMA seboregolatrice undecilenoil glicina antibatterica undecilenoil glicina lenitiva acido glicirretinico esfoliante e cheratolitica salicilato d’isodecile e vitamina A palmitato 4 azioni complementari per una forza delicata ed efficace Una formula multiattiva per contrastare i 4 fattori che favoriscono lo sviluppo dell’acne, appositamente studiata per i ragazzi in età prepuberale, gli adolescenti con acne lieve/moderata e le donne con acne tardiva. LUTSINE: formulato dalla scienza, apprezzato dalla pelle. Nanosan spray Flacone 25 ml ® con nanosilisomi® e CM Glucano: Idratante ed emolliente con azione lenitiva-ristrutturante Il trattamento dermocosmetico multiattivo per pelle grassa e a tendenza acneica 1 2 3 4 di ultrasuoni focalizzati in grado di distruggere le cellule adipose attraverso l’energia meccanica delle onde senza danneggiare le strutture circostanti come la cute, gli epiteli vascolari e linfatici ed il loro contenuto, i muscoli ed i nervi, tutte strutture cha hanno una diversa suscettibilità agli ultrasuoni. La distruzione degli adipociti libera trigliceridi che vengono riassorbiti nei 4-5 giorni successivi al trattamento ed eliminati dal fegato, senza che vi sia alcun picco ematico proprio per il lento riassorbimento degli stessi. La tecnica ad ultrasuoni focalizzati era già stata usata in medicina per il litotritore per i calcoli della colecisti e renali ed in ortopedia per le calcificazioni tendinee ed ossee, determinando un effetto duraturo nel tempo. Diversamente da ciò gli ultrasuoni non focalizzati, usati da tempo in medicina estetica, hanno un effetto termico che induce una vasodilatazione periferica temporanea per cui sono utilizzati per ridurre la ritenzione idrica periferica. In chirurgia estetica in associazione alla liposuzione in tumescenza gli ultrasuoni non focalizzati sono stati applicati per facilitare la diffusione della anestesia locale. L’Ultrashape® utilizza la tecnologia ad ultrasuoni focalizzati in grado di distruggere le cellule adipose dando effetti duraturi nel tempo, emettendo onde alla frequenza di circa 200 kHz con una intensità di 17,5 W/cm2; la seduta viene eseguita in ambulatorio, non prevede una ospedalizzazione ed alcun tipo di anestesia, ma soprattutto appena terminato il trattamento il paziente Nanosan crema Flacone 75 ml Impiego: In tutti i casi di cute secca e/o atopica Riparazione danni da raggi ultravioletti Riparazione del danno di barriera cutanea Lenitivo nelle situazioni di alterata reattività cutanea Come coadiuvante nel trattamento con cortisonici Nanosilisomi®: Liposomi di dimensioni nanometriche (50 nm), all’interno dei quali viene “caricato” il nanosilicio. Il loro involucro è costituito da Lecitina pura (FosfatidilColina), componente essenziale della membrana cellulare. La loro funzione è quella di favorire la penetrazione del nanosilicio nell’epidermide e fornire i lipidi cutanei utili a mantenere integra la barriera cutanea. Nanosilicio®: Silicio ultracolloidale, le cui particelle sono talmente piccole da essere facilmente assorbite a livello cutaneo. Le sue azioni sono: favorire il ripristino della barriera cutanea, incrementare e/o ripristinare l’idratazione cutanea, ridurre prurito ed arrossamento. CM Glucano: Polisaccaride reso solubile mediante un processo di carbossimetilazione per essere utilizzato topicamente. Svolge un’importante attività anti-radicali liberi, prodotti da radiazioni UV o da uno stato di infiammazione cutaneo. - 20134 Milano - Via Durazzo, 5 - www.biocure.it DCN n. 4 - 2007 2-10-2007 10:49 Pagina 12 Volume 5 • Numero 4 • Settembre-Ottobre 2007 IL TRATTAMENTO Fig. 3 può riprendere tutte le sue attività senza alcuna limitazione. Presso l’IDE (Istituto Dermatologico Europeo di Milano) si selezionano una serie i pazienti. Con una visita preliminare si ricercano accumuli di tessuto adiposo con almeno 2 cm di spessore, si informano circa il trattamento e si esegue uno screening medico con il quale si escludono i pazienti con problemi dislipidemici, con malattie epatiche, con malattie autoimmuni e tumorali, e patologie cutanee nelle aree da trattare. Tutti i pazienti vengono fotografati in piedi, misurati con il plicometro e le loro circonferenze con un metro autotensore nella sede di massima proiezione indicando l’altezza da terra a cui la misura è stata presa. Il giorno della seduta il paziente viene posizionato comodamente su di un lettino, previo disegno della regione con accumulo di tessuto adiposo, evitando di ridurre lo spessore del tessuto adiposo a seguito di eccessive tensioni cutanee per eventuali eminenze ossee sottostanti; si isola con dei telini la zona da trattare e si cosparge con dell’olio che facilita la diffusione delle onde dell’ultrasuono. Il trattamento viene eseguito sotto la guida di una telecamera che, collegata ad un computer, monitora la zona demarcata ed assicura che il trattamento avvenga uniformemente una sola volta su tutta l’area guidando il manipolo azionato dall’operatore. Le zone interessate dall’accumulo adiposo vengono sottoposte a 2-3 trattamenti eseguiti a distanza di un mese l’uno dall’altro per l’ottenimento del risultato desiderato con una riduzione di 4-5 cm per paziente. I pazienti vengono valutati ogni volta che viene eseguito il trattamento in piedi, e sempre nella stessa posizione, demarcando la regione da trattare in modo che corrisponda alla dimensione ed alla forma della lipodistrofia. Il trattamento, che non è doloroso, può lasciare solo un lieve eritema che si risolve entro l’ora dal termine della sessione, ed essendo un trattamento non cruento non ci sono sieromi o ematomi conseguenti alla distruzione degli adipociti, e soprattutto i valori di colesterolo e trigliceridi permangono nei limiti di norma. I migliori risultati si ottengono in pazienti che necessitano un rimodellamento di modeste lipodistrofia dei fianchi, dei trocanteri e dell’addome e che abbiano una cute tonica ed elastica e con tessuto adiposo consistente e compatto anche se ulteriori zone come l’interno cosce, e la regione pettorale per l’uomo affetto da pseudo-ginecomastia. L’Ultrashape®, che utilizza gli ultrasuoni focalizzati, ha dimostrato di essere una buon trattamento non invasivo in grado di essere una valida alternativa alla liposuzione o liposcultura per tutti quei soggetti affetti da accumuli localizzati di tessuto adiposo che non vogliono o non possono sottoporsi alla chirurgia.