Società cooperativa per azioni Sede sociale: Vicenza, Via Btg. Framarin n. 18 Iscritta al n. 1515 dell’Albo delle Banche e dei Gruppi Bancari, codice ABI 5728.1 Capogruppo del "Gruppo Banca Popolare di Vicenza” Capitale sociale variabile interamente versato Numero di iscrizione nel Registro delle Imprese di Vicenza, Codice Fiscale e Partita I.V.A.: 00204010243 Iscritta all’Albo delle Società cooperative al n. A159632 Condizioni Definitive relative all'emissione di Eur 100 milioni di Obbligazioni a Tasso Fisso e scadenza 4 dicembre 2018 di Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. “Banca Popolare di Vicenza 830.a Emissione Eur 100 milioni 2015 - 2018 a Tasso Misto” Codice ISIN IT0005140261 Ai sensi del programma di offerta di prestiti obbligazionari denominato “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni a Tasso Fisso con eventuale facoltà di rimborso anticipato”, “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni a Tasso Fisso con riconoscimento di una percentuale del valore nominale collocato a favore di soggetti non aventi fini di lucro che perseguono iniziative di utilità sociale”, “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni a Tasso Variabile”, “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni a Tasso Variabile con riconoscimento di una percentuale del valore nominale collocato a favore di soggetti non aventi fini di lucro che perseguono iniziative di utilità sociale”, “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni Step Up – Step Down con eventuale facoltà di rimborso anticipato”, “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni Zero Coupon” e “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni a Tasso Misto” oggetto del Prospetto di Base depositato presso la CONSOB il 5 febbraio 2015 a seguito di approvazione rilasciata con nota n. prot. 0008551/15 del 4 febbraio 2015. Condizioni definitive depositate presso la Consob in data 17 novembre 2015 L’adempimento di pubblicazione delle Condizioni Definitive non comporta alcun giudizio della CONSOB sull’opportunità dell’investimento proposto e sul merito dei dati e delle notizie allo stesso relativi. L’Emittente attesta che: le presenti Condizioni Definitive sono state elaborate ai fini dell’articolo 5, paragrafo 4, della direttiva 2003/71/CE e devono essere lette congiuntamente al Prospetto di Base. il Prospetto di Base è stato pubblicato a norma dell’articolo 14 della direttiva 2003/71/CE ed è disponibile presso il sito internet dell'Emittente (http://www.popolarevicenza.it), e dei Collocatori; per ottenere informazioni complete sull’investimento proposto occorre leggere congiuntamente sia il Prospetto di Base che le presenti Condizioni Definitive; la Nota di Sintesi dell’Emissione è allegata alle presenti Condizioni Definitive. Una copia cartacea dei suddetti documenti verrà consegnata gratuitamente dall’Emittente e dai Collocatori ad ogni potenziale investitore che ne faccia richiesta, prima della sottoscrizione dell’investimento. *** Condizioni Definitive 830.a emissione Il presente documento deve essere letto congiuntamente al Documento di Registrazione sull’Emittente, depositato presso la Consob in data 8 maggio 2015 a seguito di approvazione comunicata con nota n. prot. 0036019/15 del 7 maggio 2015, al I Supplemento al Documento di Registrazione, depositato presso la Consob in data 29 giugno 2015 a seguito di approvazione comunicata con nota n. prot. 0051760/15 del 26 giugno 2015, al II Supplemento al Documento di Registrazione, depositato presso la Consob in data 16 novembre 2015 a seguito di approvazione comunicata con nota n. prot. 0087930/15 del 13 novembre 2015, alla Nota Informativa e alla Nota di Sintesi congiuntamente costituenti il Prospetto di Base relativo al programma di offerta di Obbligazioni a tasso fisso con eventuale facoltà di rimborso anticipato, a tasso fisso con riconoscimento di una percentuale del valore nominale collocato a favore di soggetti non aventi fini di lucro che perseguono iniziative di utilità sociale, a tasso variabile, a tasso variabile con riconoscimento di una percentuale del valore nominale collocato a favore di soggetti non aventi fini di lucro che perseguono iniziative di utilità sociale, step up- step down con eventuale facoltà di rimborso anticipato, zero coupon e tasso misto depositato presso la Consob il 5 febbraio 2015 a seguito di approvazione rilasciata con nota n. prot. 0008551/15 del 4 febbraio 2015, al I Supplemento al Prospetto di Base depositato presso la Consob in data 12 marzo 2015 a seguito di approvazione comunicata dalla Consob con nota n. prot. 0018028/15 dell’11 marzo 2015, al II Supplemento al Prospetto di Base depositato presso la Consob in data 8 maggio 2015 a seguito di approvazione comunicata dalla Consob con nota n. prot. 0036019/15 del 7 maggio 2015, al III Supplemento al Prospetto di Base depositato presso la Consob in data 29 giugno 2015 a seguito di approvazione comunicata dalla Consob con nota n. prot. 0051760/15 del 26 giugno 2015, al IV Supplemento al Prospetto di Base depositato presso la Consob in data 16 novembre 2015 a seguito di approvazione comunicata dalla Consob con nota n. prot. 0087930/15 del 13 novembre 2015 ed alla relativa Nota di Sintesi dell’Emissione. I termini di seguito utilizzati e non direttamente definiti hanno lo stesso significato attribuito loro nel Prospetto di Base. INFORMAZIONI ESSENZIALI 1 Conflitto di interessi Non sussistono conflitti di interesse ulteriori rispetto a quanto indicato nel paragrafo 3.1 della Nota Informativa. In particolare si specifica quanto segue. L’offerta delle Obbligazioni rappresenta un’operazione nella quale l’Emittente e/o il Collocatore possono avere un interesse in conflitto in quanto: l’Emittente agisce quale Responsabile del Collocamento e Collocatore e si avvale di Collocatori che sono società facenti parte del Gruppo; l’Emittente opererà anche quale responsabile per il calcolo (“il Responsabile del Calcolo”), cioè soggetto incaricato della determinazione degli interessi e delle attività connesse, tale coincidenza di ruoli potrebbe determinare una situazione di conflitto di interessi nei confronti dell’investitore per le presenti obbligazioni l’Emittente potrebbe operare quale liquidity provider sul sistema multilaterale di negoziazione gestito da EuroTLX SIM S.p.A. e denominato EuroTLX. 2 Ragioni dell’Offerta e impiego dei proventi Le Obbligazioni saranno emesse nell’ambito dell’ordinaria attività di raccolta da parte della BANCA POPOLARE DI VICENZA - Società cooperativa per azioni. L’ammontare ricavato sarà destinato all’esercizio dell’attività creditizia della Banca. INFORMAZIONI RIGUARDANTI GLI STRUMENTI FINANZIARI DA OFFRIRE 1 Descrizione del tipo e della classe degli strumenti finanziari offerti al pubblico Obbligazioni a Tasso Misto. 2 Codice ISIN IT0005140261 3 Data di Godimento 4 dicembre 2015 pag. 2 di 6 Condizioni Definitive 830.a emissione 4 Data di Emissione 4 dicembre 2015 5 Valuta di Emissione Euro 6 Obbligazioni a Tasso Misto 6.a Periodo con interessi a tasso fisso Il primo periodo cedolare, che ha inizio il 4 dicembre 2015 e termina il 4 dicembre 2016 matura un interesse fisso, rispetto alle altre cedole del Prestito che maturano un interesse variabile. 6.b Tasso di interesse fisso 3,00% nominale annuo lordo Data di godimento Data di pagamento Tasso Cedolare Lordo su base annua Tasso Cedolare Lordo per il periodo di riferimento Tasso Cedolare Netto* per il periodo di riferimento 1a cedola 04/12/2015 04/03/2016 3,00% 0,75000% 0,55500% 2a cedola 04/03/2016 04/06/2016 3,00% 0,75000% 0,55500% 3a cedola 04/06/2016 04/09/2016 3,00% 0,75000% 0,55500% 4a cedola 04/09/2016 04/12/2016 3,00% 0,75000% 0,55500% (*) al netto della ritenuta fiscale del 26%. 6.c Periodicità di pagamento degli interessi fissi Trimestrale 6.d Data/e di Pagamento degli interessi fissi 4 marzo 2016, 4 giugno 2016, 4 settembre 2016 e 4 dicembre 2016. 6.e Ammontare lordo della/e cedola/e fissa/e Euro 7,50 per ogni Euro 1.000,00 di valore nominale 6.f Periodicità di pagamento degli interessi variabili Trimestrale 6.g Data/e di Pagamento degli interessi variabili Il 4 marzo, 4 giugno, 4 settembre e 4 dicembre di ogni anno dal 4 marzo 2017 fino alla Data di Scadenza inclusa 6.h Formula di calcolo del tasso lordo di ogni cedola variabile Data di godimento Data di pagamento 5a cedola 04/12/2016 04/03/2017 6a cedola 04/03/2017 04/06/2017 7a cedola 04/06/2017 04/09/2017 8a cedola 04/09/2017 04/12/2017 9a cedola 04/12/2017 04/03/2018 10a cedola 04/03/2018 04/06/2018 11a cedola 04/06/2018 04/09/2018 12a cedola 04/09/2018 04/12/2018 (Tasso EURIBOR tre mesi + 1,50%) / 4 dove pag. 3 di 6 Condizioni Definitive 830.a emissione 1,50% = Spread 4 = numero delle Date di Pagamento degli interessi variabili previste in un anno 6.i Descrizione del Parametro di Indicizzazione Tasso EURIBOR (Euro Interbank Offered Rate) tre mesi determinato da EBF (Banking Federation of the European Union) e da ACI (The Financial Market Association) 6.l Pagina telematica di pubblicazione del valore del Parametro di Indicizzazione e Data di Rilevazione Il tasso EURIBOR verrà rilevato sulla Pagina “EURIBOR01” del circuito Reuters (o in futuro qualsiasi altra pagina o servizio che dovesse sostituirla) il secondo giorno lavorativo antecedente il primo giorno di godimento della cedola. 6.m Spread + 1,50% 6.n Responsabile del calcolo Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. 7 Data di Scadenza/Data di Rimborso La data di scadenza è il 4 dicembre 2018. Il Prestito sarà integralmente rimborsato in un’unica soluzione alla Data di Scadenza. 8 Modalità di ammortamento del prestito Rimborso in un’unica soluzione, alla pari, alla Data di Scadenza. 9 Rendimento effettivo Il rendimento effettivo ipotetico su base annua delle Obbligazioni offerte è pari all’ 1,99% lordo e pari al 1,47% al netto della ritenuta fiscale del 26%. Tale rendimento è stato determinato sulla base delle cedole fisse e delle successive cedole variabili. Per queste ultime è stata considerata la costanza del Parametro di Indicizzazione EURIBOR a 3 mesi (act/360) (pari a -0,049% rilevazione del 12 ottobre 2015, data di autorizzazione delle Obbligazioni) aumentato dello spread pari a 1,50%. 10 Dettagli della delibera dell'organo competente dell'Emittente che ha approvato la specifica emissione L’emissione delle Obbligazioni oggetto delle presenti Condizioni Definitive è stata autorizzata in data 12 ottobre 2015 dal Responsabile della Divisione Finanza, in attuazione del mandato ricevuto dal Consiglio di Amministrazione in data 18 dicembre 2014. CONDIZIONI DELL’OFFERTA 12 Condizioni alle quali l’offerta è subordinata L’efficacia dell’Offerta è subordinata all’ammissione alla negoziazione delle obbligazioni entro la data di inizio del periodo di collocamento sul sistema multilaterale di negoziazione EuroTLX, in assenza della quale l’Emittente non darà inizio al collocamento, l’Offerta medesima sarà ritirata e ritenuta annullata. In tal caso l’Emittente ne darà comunicazione mediante apposito avviso pubblicato sul sito internet dell’Emittente e dei Collocatori e contestualmente trasmesso a Consob. 13 Ammontare Nominale massimo complessivo dell’offerta L’importo totale massimo complessivo del Prestito Obbligazionario (l’“Ammontare Totale”) è di nominali euro 100 milioni, suddiviso in massimo n. 100.000 obbligazioni da nominali euro 1.000,00 cadauna, rappresentate da titoli al portatore. 14 Periodo di Offerta Le Obbligazioni verranno offerte in sottoscrizione dai Collocatori presso le proprie sedi e mediante un’offerta fuori sede: dal 20 novembre 2015 al 30 dicembre 2015 per le obbligazioni offerte presso le proprie sedi; pag. 4 di 6 Condizioni Definitive 830.a emissione dal 20 novembre 2015 al 23 dicembre 2015 per le obbligazioni offerte fuori sede. L’Emittente potrà procedere, in qualsiasi momento durante il Periodo di Offerta, alla chiusura anticipata dell’offerta oppure alla sua proroga. In tal caso l’Emittente ne darà comunicazione mediante apposito avviso pubblicato sul sito internet dell’Emittente, del Responsabile del Collocamento e dei Collocatori e, contestualmente, trasmesso a CONSOB. Qualora nel corso del Periodo di Offerta l’Emittente proceda alla pubblicazione di un supplemento al Prospetto di Base, coloro che hanno aderito alla sottoscrizione del Prestito prima di detta pubblicazione potranno, ai sensi di quanto previsto dall’art. 95-bis del TUF, revocare – presso le filiali dei Collocatori – la propria sottoscrizione entro il secondo giorno lavorativo successivo alla pubblicazione del supplemento. Salvo quanto previsto dall’art. 95-bis del TUF, le domande di adesione saranno irrevocabili e non potranno essere soggette a condizioni. Non saranno ricevibili né considerate valide le domande di adesione pervenute prima dell’inizio del Periodo di Offerta e dopo il termine del Periodo di Offerta. Il pagamento delle obbligazioni sottoscritte sarà effettuato presso il Collocatore che ha ricevuto l’adesione mediante addebito sui conti correnti dei sottoscrittori alla data di regolamento indicata sul modulo di adesione (la “Data di Regolamento”), che potrà coincidere con la Data di Godimento dell’obbligazione oppure potrà essere posteriore alla Data di Godimento ma compresa nel Periodo di Offerta. Si rammenta che, ai sensi dell’articolo 30 comma 6 del TUF, l’efficacia dei contratti conclusi fuori sede è sospesa per la durata di 7 giorni di calendario decorrenti dalla data di sottoscrizione degli stessi da parte dell’investitore. Pertanto entro il suddetto termine l’investitore ha facoltà di comunicare il proprio recesso, senza spese né corrispettivi, al Collocatore o al promotore finanziario. 15 Modalità di adesione in caso di offerta fuori sede E’ possibile aderire alla presente offerta mediante contratti conclusi fuori sede. 16 Destinatari dell’offerta L’offerta è indirizzata al pubblico indistinto e a investitori qualificati, così come definiti dall’art. 34-ter della Delibera CONSOB n. 11971 del 14 maggio 1999 e successive modifiche. 17 Prezzo di Emissione Le Obbligazioni sono emesse al 100% del Valore Nominale e cioè al prezzo di Euro 1.000,00 ciascuna (il “Prezzo di Emissione”), che rappresenta il lotto minimo sottoscrivibile. Qualora il Prestito Obbligazionario sia sottoscritto dopo la Data di Godimento, sarà addebitato ai sottoscrittori anche il rateo di cedola maturato nel periodo intercorso. 18 Responsabile del Collocamento Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. 19 Collocatori Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. e Farbanca S.p.A. 20 Costi/Commissioni di collocamento Non sono previsti costi/commissioni di collocamento 21 Data di stipula degli accordi di collocamento/garanzia Non applicabile. pag. 5 di 6 Condizioni Definitive 830.a emissione AMMISSIONE ALLA NEGOZIAZIONE E MODALITÀ DI NEGOZIAZIONE 22 Mercato di quotazione L’Emittente ha chiesto l’ammissione delle Obbligazioni alla negoziazione sul sistema multilaterale di negoziazione gestito da EuroTLX SIM S.p.A. e denominato EuroTLX, al quale l’Emittente aderisce. Qualora le Obbligazioni non fossero ammesse alla negoziazione entro l’inizio del Periodo di Offerta sul sistema multilaterale di negoziazione EuroTLX, l’offerta non sarà efficace, l’Emittente non darà inizio al collocamento e procederà al ritiro ed all’annullamento della stessa. In tal caso l’Emittente ne darà comunicazione mediante apposito avviso pubblicato sul sito internet dell’Emittente e dei Collocatori e contestualmente trasmesso a Consob. pag. 6 di 6 ALLEGATO ALLE CONDIZIONI DEFINITIVE DEPOSITATE PRESSO LA CONSOB IN DATA 17 NOVEMBRE 2015 NOTA DI SINTESI DELL’EMISSIONE: “Banca Popolare di Vicenza 830.a Emissione Eur 100 milioni 2015 - 2018 a Tasso Misto” codice ISIN IT0005140261 Le note di sintesi sono composte da requisiti di informazione noti come “Elementi”. Detti elementi sono classificati in Sezioni A – E (A.1 – E.7). Questa Nota di Sintesi contiene tutti gli Elementi richiesti in una nota di sintesi per questo tipo di strumenti finanziari e per questo tipo di Emittente. Poiché alcuni Elementi non risultano rilevanti per questa Nota di Sintesi, potrebbero esserci degli spazi vuoti nella sequenza numerica degli Elementi stessi. Sebbene l’inserimento di un Elemento in una nota di sintesi possa essere richiesto in funzione del tipo di strumenti finanziari e di Emittente, potrebbe non esservi alcuna informazione rilevante da fornire in relazione a quell’Elemento. In questo caso, una breve descrizione dell’Elemento è inclusa nella nota di sintesi accanto all’indicazione “non applicabile”. Sezione A – Introduzione e Avvertenze A.1 Avvertenze Questa Nota di Sintesi va letta come un’introduzione al Prospetto relativo al programma di offerta di prestiti obbligazionari denominato “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni a Tasso Fisso con eventuale facoltà di rimborso anticipato”, “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni a Tasso Fisso con riconoscimento di una percentuale del valore nominale collocato a favore di soggetti non aventi fini di lucro che perseguono iniziative di utilità sociale”, “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni a Tasso Variabile”, “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni a Tasso Variabile con riconoscimento di una percentuale del valore nominale collocato a favore di soggetti non aventi fini di lucro che perseguono iniziative di utilità sociale”, “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni Step Up – Step Down con eventuale facoltà di rimborso anticipato”, “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni Zero Coupon” e “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a. Obbligazioni a Tasso Misto”. Qualsiasi decisione di investire negli Strumenti Finanziari dovrebbe basarsi sull’esame da parte dell’investitore del Prospetto completo. Qualora sia presentato un ricorso dinanzi all’autorità giudiziaria in merito alle informazioni contenute nel Prospetto, l’investitore ricorrente potrebbe essere tenuto, a norma del diritto nazionale degli Stati membri, a sostenere le spese di traduzione del Prospetto prima dell’inizio del procedimento. La responsabilità civile incombe sulle persone che hanno presentato la Nota di Sintesi, comprese le sue eventuali traduzioni, ma soltanto se la Nota di Sintesi risulta fuorviante, imprecisa o incoerente se letta insieme con le altre parti del Prospetto o non offre, se letta insieme con le altre parti del Prospetto, le informazioni fondamentali per aiutare gli investitori al momento di valutare l’opportunità di investire in tali Strumenti Finanziari. A.2 Consenso all’utilizzo del prospetto da parte di altri intermediari finanziari Non esistono accordi tra l’Emittente e altri intermediari finanziari. Appendice Sezione B – Emittente B.1 Denominazione legale e commerciale Banca Popolare Di Vicenza - Società cooperativa per azioni B.2 Domicilio Via Battaglione Framarin n. 18, Vicenza Forma giuridica Società cooperativa per azioni Legislazione Italiana Paese di costituzione Italia Descrizione delle tendenze note riguardanti l’Emittente e i settori in cui opera − Con lettera del 30 luglio 2014 la Consob ha comunicato a Banca Popolare di Vicenza l’avvio di un procedimento ai sensi dell’art. 195 del TUF in capo agli esponenti aziendali (componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, Direttore Generale e Vice Direttore Generale Responsabile della Divisione Mercati) in carica all’epoca dei fatti contestati nonché, in qualità di responsabile in solido con questi, alla Banca medesima, segnalando carenze di carattere procedurale nonché condotte operative irregolari relative alla valutazione di adeguatezza. Nei termini previsti sono state inviate alla Consob dai suindicati esponenti aziendali e dalla Banca le relative controdeduzioni. Il procedimento sanzionatorio si è concluso con l’irrogazione nei confronti dei soggetti coinvolti (esclusi gli amministratori cessati prima dei fatti contestati, per i quali è stata disposta l'archiviazione) di sanzioni amministrative in misura pari o percentualmente prossima al minimo edittale (per un importo complessivo di euro 73.000,00) senza la pubblicazione sul Bollettino della Consob. − Si informa che Banca Popolare di Vicenza è soggetta al Decreto-Legge 24 gennaio 2015, n. 3 “Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.19 del 24 gennaio 2015, entrato in vigore il 25 gennaio 2015 e convertito con modificazioni nella Legge 24 marzo 2015, n. 33 – che ha stabilito che le banche popolari con attivi superiori a 8 miliardi di euro, tra cui Banca Popolare di Vicenza, dovranno trasformarsi in società per azioni entro 18 mesi dall’entrata in vigore delle disposizioni di attuazione emanate dalla Banca d’Italia ai sensi dell’art. 29 commi 2-bis e 2-ter del TUB. Le richiamate disposizioni di attuazione sono state emanate da Banca d’Italia in data 9 giugno 2015 ed entrate in vigore il 27 giugno 2015. La richiamata riforma ha, altresì, dettato la previsione secondo cui nelle banche popolari la Banca d’Italia - nel caso di recesso del socio anche a seguito della trasformazione in S.p.A. morte o esclusione del socio - può limitare o rinviare, in tutto o in parte e senza limiti di tempo, il diritto al rimborso delle azioni e degli altri strumenti di capitale del socio uscente, qualora ciò sia necessario ad assicurare un’adeguata patrimonializzazione della banca. Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 7 luglio 2015, ha dato mandato al nuovo Consigliere Delegato e Direttore Generale Francesco Iorio di dare corso a tutte le attività necessarie alla suddetta trasformazione in S.p.A.. Al riguardo si rappresenta che, in data 15 settembre 2015, Adusbef e Federconsumatori hanno notificato il ricorso al Tar del Lazio in via principale a Banca d’Italia, al Ministero dell’Economia e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e quale parte contro-interessata, a Banca Popolare di Vicenza (unitamente a Ubi Banca, Popolare dell’Etruria e del Lazio, Veneto Banca) contro la riforma delle banche popolari – approvata con il decreto-legge del 24 gennaio 2015 n. 3 poi convertito nella legge del 24 marzo 2015 n. 33 che impone la trasformazione in S.p.A. agli istituti con attivi superiori ad 8 miliardi di euro e la contestuale abrogazione del voto capitario. In particolare, è stato impugnato il provvedimento con cui è stato emanato da Banca d’Italia il 9° aggiornamento della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 in attuazione della richiamata riforma, per il quale è stata richiesta l’immediata sospensione dell’efficacia, e sono state rimesse alla Corte Costituzionale le rilevate questioni di legittimità costituzionale, per le asserite violazioni degli articoli 2-3-18-23-41- B.4b pag. 2 di 58 Appendice 42-45-47-77-117 della Costituzione. In data 7 ottobre 2015, l’Emittente si è costituita in giudizio durante l’udienza davanti al TAR, assumendo una posizione neutrale, di osservatore qualificato, essendo parte intimata e interessata al suo esito per disporre di un quadro normativo certo in cui potere inquadrare le proprie eventuali future determinazioni; il Tar del Lazio (Sezione Terza) ha respinto l’istanza cautelare ed ha rinviato la trattazione del ricorso nel merito alla pubblica udienza del 10 febbraio 2016. Si rappresenta inoltre che, in data 30 ottobre 2015, alcuni azionisti di Banca Popolare di Milano hanno notificato a Banca d’Italia, al Ministero dell’Economia, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e, quale parte contro-interessata, a Banca Popolare di Vicenza (unitamente a Ubi Banca, Popolare dell’Etruria e del Lazio, Veneto Banca), un ricorso straordinario al Capo dello Stato contro la summenzionata riforma delle banche popolari. Con tale ricorso è stato impugnato il 9° aggiornamento della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013, emanato in attuazione della richiamata riforma delle banche popolari, nonché ogni altro atto o comunicazione presupposti, connessi e/o consequenziali, per i quali sono stati richiesti la sospensiva dell’efficacia e l’annullamento previa remissione degli atti alla Corte Costituzionale, per decidere sulla legittimità costituzionale dell’art. 1 del decretolegge del 24 gennaio 2015 n. 3, in relazione agli articoli 2-3-41-42-45-47 e 77 della Costituzione, nonché alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea ex art. 267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. La pendenza di detti procedimenti amministrativi determina un’incertezza in merito ai tempi e alle modalità di realizzazione della trasformazione in società per azioni, così come prescritti dalla cennata riforma. La Banca Centrale Europea, con lettera in data 16 febbraio 2015, ha informato l’Emittente dell’avvio, a partire dal 26 febbraio 2015, di un accertamento ispettivo mirato a valutare la gestione del Risk Management – Market Risk (management del Proprietary Trading e Governance) conclusasi il 1° luglio 2015. Si fa presente, inoltre, che la stessa BCE, in data 11 marzo 2015, ha informato l’Emittente dell’avvio, ai sensi degli artt.10 e 11 del Regolamento di vigilanza unico (SSM Regulation) e dell’art. 142 del Regolamento quadro (SSM Framework Regulation), di una verifica in ordine al “Thematic risk governance and risk appetite framework”. Tale verifica ha avuto inizio in data 13 aprile 2015 ed è terminata in data 17 aprile 2015. Gli esiti di entrambi gli accertamenti non sono stati ancora trasmessi formalmente all’Emittente. La verifica relativa alla gestione del Risk Management – Market Risk ha riguardato, tra l’altro, anche l’accertamento delle modalità di sottoscrizione degli aumenti di capitale 2013 e 2014 effettuati dalla Banca nonché di negoziazione delle azioni proprie in contropartita del “Fondo per acquisto azioni proprie”. Al riguardo il documento di “exit meeting” illustrato al Consiglio di Amministrazione, al Collegio Sindacale e al management della Banca a conclusione dell’ispezione da parte del team della BCE, ha evidenziato taluni profili di anomalia/rilievi, relativamente, e in via prioritaria, a: i) operazioni di acquisto e sottoscrizione delle azioni della Banca, governance e sistemi di controllo interno (“Financing of tresury shares Governance e internal controls” e “Trading on trading shares – secondary market”); ii) rispetto della normativa MIFID nel collocamento degli ultimi aumenti di capitale (“Trading on treasury shares: primary market MIFID compliance”). In particolare, gli accertamenti condotti hanno rilevato, con riferimento agli aumenti di capitale 2013 e 2014 e alle negoziazioni sul mercato secondario nel periodo gennaio 2014 – febbraio 2015, effettuate in contropartita al “Fondo per acquisto azioni proprie”, che parte delle sottoscrizioni/acquisti delle azioni Banca sono collegate ad operazioni di finanziamento finalizzate all’acquisto delle azioni stesse; inoltre, sono stati rilevati altri profili di anomalia nella gestione dei rapporti con i Soci/Azionisti. Relativamente ai predetti profili di anomalia, la Banca ha prontamente costituito un Gruppo di lavoro, formato da consulenti legali, finanziari, contabili e fiscali di primario standing e dal management della Banca, incaricato di effettuare una ricognizione dei rischi e dei potenziali impatti economici-patrimoniali rivenienti dalla circostanze riscontrate dal gruppo ispettivo della BCE e a rispondere nel contempo alla richieste della stessa BCE formulate nel pre-closing meeting. Gli Amministratori hanno ritenuto che l’esito pag. 3 di 58 Appendice delle analisi svolte fino all’approvazione della Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 e delle relative valutazioni abbiano costituito una ragionevole base per la predisposizione della stessa Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata e siano pertanto ivi adeguatamente riflesse. Le suindicate risultanze degli accertamenti della BCE sono state, altresì, tenute in considerazione da quest’ultima nell’ambito del Supervisory-Review and Evaluation Process (Processo di Revisione e Valutazione Prudenziale - SREP) del 2015; nel contesto di tale processo la BCE, in data 23 settembre 2015, in conformità alla disciplina applicabile, ha anticipato alla Banca l’intenzione di fissare il requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio su base consolidata al 10,25% (c.d. draft decision); alla data del presente Documento tale decisione non è ancora stata formalizzata in via definitiva dall’Autorità di Vigilanza e non si può pertanto escludere che detto obiettivo di capitalizzazione sia ulteriormente rivisto. Per ulteriori dettagli in merito agli accertamenti ispettivi eseguiti dalla BCE e allo SREP 2015 si rinvia al paragrafo B.13 “Fatti recenti rilevanti” della Sezione B – Emittente della presente Nota di Sintesi. Con la suddetta draft decision la BCE, oltre al requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio su base consolidata, ha anticipato l’intenzione di richiedere alla Banca (i) la presentazione e implementazione, entro aprile 2016, di un piano di rafforzamento patrimoniale volto a rispristinare i requisiti minimi (capital plan); (ii) il rafforzamento dei sistemi di controllo interno; (iii) l’attuazione di strategie conservative, nonché di uno specifico contingency plan, in materia di gestione della liquidità; (iv) il rafforzamento dei presidi organizzativi di cui al processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale ICAAP di Gruppo - Internal Capital Adequacy Assessment Process. Si ricorda che alla data del presente Documento detta decisione non è ancora stata formalizzata dall’Autorità di Vigilanza. Si rappresenta, inoltre, che l’effettuazione delle complesse stime in merito ai potenziali rischi connessi ai profili di anomalia/rilievi emersi dagli accertamenti ispettivi della BCE è stata compiuta al meglio delle informazioni disponibili fino all’approvazione della Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015, e tenuto conto dei principi contabili applicabili. Relativamente ai sopra citati potenziali profili di anomalia connessi alla corretta applicazione della normativa MIFID sussistono rischi di contenzioso con la clientela che potrebbero generare passività allo stato valutate come possibili e pertanto, conformemente allo IAS 37, non sono stati previsti specifici accantonamenti nella Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015. Si ritiene tuttavia di precisare che le attività di approfondimento e affinamento delle suddette analisi da parte della Banca finalizzate all’acquisizione di nuovi e ulteriori elementi informativi di dettaglio proseguiranno anche nell’ultima parte dell’esercizio e non può escludersi che i risultati delle valutazioni e delle stime effettuate fino all’approvazione della Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 possano pertanto differire, con impatti sul bilancio di fine esercizio, anche a seguito del ricevimento del rapporto ispettivo finale che sarà emesso dalla BCE. Per maggiori informazioni si rinvia al paragrafo B.13 “Fatti recenti rilevanti” della Sezione B - Emittente della presente Nota di Sintesi. − In data 11 aprile 2015 l’Assemblea dei Soci di Banca Popolare di Vicenza ha deliberato la determinazione del valore delle azioni a 48 euro (62,5 euro nel 2014); tale valore era stato indicato dal Consiglio di Amministrazione in data 8 aprile 2015 sulla base di una perizia formulata da un consulente indipendente. La determinazione di tale valore è principalmente riconducibile agli effetti del Comprehensive Assessment effettuato dalla BCE ed ai conseguenti impatti sul patrimonio e sul target di capitale. − Si segnala che la Consob, con lettera in data 21 aprile 2015, ha informato l’Emittente dell’inizio, a partire dal 22 aprile 2015, di una verifica ispettiva ai sensi dell’art. 10, comma 1, e del combinato disposto degli artt. 115, comma 1, pag. 4 di 58 Appendice lett. c) e 116, comma 1 del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (T.U.F.) al fine di accertare tra l’altro: i presidi volti a gestire il conflitto di interessi insito nel collocamento di titoli di propria emissione; il processo di definizione della proposta di aggiornamento del valore delle proprie azioni annualmente deliberata dal Consiglio di Amministrazione; la valutazione dell'adeguatezza degli investimenti della clientela; la gestione degli ordini della clientela aventi ad oggetto la vendita di azioni proprie. Alla data di redazione del presente Documento l’esito degli accertamenti di cui sopra non è stato ancora reso noto alla Banca. − Si fa presente che nella seduta del 7 luglio 2015 il Consiglio di Amministrazione ha dato mandato al Consigliere Delegato di definire un piano di lavoro finalizzato alla quotazione delle azioni della Banca sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana. − A fronte del mancato rispetto dei requisiti minimi di patrimonializzazione, in data 28 agosto 2015, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l’avvio di un programma di rafforzamento patrimoniale (capital plan) da conseguire principalmente attraverso un aumento di capitale fino a 1,5 miliardi di euro, da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea dei Soci secondo le tempistiche indicate da BCE (allo stato entro aprile 2016), con l’obiettivo di riportare i ratios patrimoniali al di sopra dei requisiti richiesti dalla BCE. Il capital plan è in corso di finalizzazione e non è ancora stato sottoposto all’attenzione della BCE; Qualora l’Emittente non riuscisse a completare con successo il capital plan entro i termini indicati o a rispettare ulteriori requisiti che la BCE potrà imporre all'Emittente di volta in volta, l'Emittente potrà essere soggetto ad azioni straordinarie e/o misure da parte delle Autorità competenti, che possono includere, tra gli altri, l'amministrazione straordinaria, prevista dal Decreto Legislativo n 385 del 1 settembre 1993, il “Testo Unico Bancario" in vigore alla data del presente Documento, o l'applicazione degli strumenti di risoluzione di cui alla Direttiva 2014/59/EU (Bank Recovery and Resolution Directive – BRRD) A fronte del mancato rispetto dei requisiti minimi di patrimonializzazione, in data 28 agosto 2015, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l’avvio di un programma di rafforzamento patrimoniale (capital plan) da conseguire principalmente attraverso un aumento di capitale fino a 1,5 miliardi di euro, da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea dei Soci secondo le tempistiche indicate da BCE (allo stato entro aprile 2016), con l’obiettivo di riportare i ratios patrimoniali al di sopra dei requisiti richiesti dalla BCE. Il capital plan è in corso di finalizzazione e non è ancora stato sottoposto all’attenzione della BCE; Qualora l’Emittente non riuscisse a completare con successo il capital plan entro i termini indicati o a rispettare ulteriori requisiti che la BCE potrà imporre all'Emittente di volta in volta, l'Emittente potrà essere soggetto ad azioni straordinarie e/o misure da parte delle Autorità competenti, che possono includere, tra gli altri, l'amministrazione straordinaria, prevista dal Decreto Legislativo n 385 del 1 settembre 1993, il “Testo Unico Bancario" in vigore alla data del presente Documento, o l'applicazione degli strumenti di risoluzione di cui alla Direttiva 2014/59/EU (Bank Recovery and Resolution Directive – BRRD). − Il nuovo Piano Industriale di rilancio e sviluppo del Gruppo BPVi per i prossimi 5 anni (2015-2020) è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Emittente il 30 settembre 2015. Il Piano prevede una strategia di rilancio che si fonda sulla valorizzazione del modello di Banca Commerciale radicata sul territorio, focalizzata sulla clientela Corporate, PMI e sulle famiglie, punto di riferimento per il Nord-Est e per le altre aree di rilevante insediamento. La Banca avvierà un percorso di semplificazione operativa e di importante sviluppo dell’attività di intermediazione creditizia tradizionale, concentrandosi principalmente sulle attività di distribuzione e di servizio alla clientela. Il Piano ha l’obiettivo di raggiungere livelli di redditività e di patrimonializzazione coerenti con il proprio consistente potenziale, continuando a svolgere il ruolo di protagonista sul territorio, nel Nord-Est e nelle altre regioni di riferimento. La nuova mission che il Gruppo si è dato è di servire le imprese e gli imprenditori con un modello di servizio dedicato e a 360°, e di servire le famiglie e i piccoli pag. 5 di 58 Appendice operatori economici con un’offerta di prodotti bancari e finanziari di qualità, semplice e conveniente, attraverso strutture di filiale che uniranno alla snellezza operativa una maggiore capacità di consulenza e di servizio. − In data 22 settembre 2015 è stato notificato alla Banca un decreto di perquisizione locale e contestuale sequestro - ex artt. 247 e seguenti c.p.p. emesso dal Pubblico Ministero, Dott. Luigi Salvadori, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Vicenza. Nell’ambito di tale procedimento penale la Banca risulta indagata per l’illecito amministrativo dipendente da reato previsto e punito dagli artt. 21, co. I, e 25- ter, co I, lett. R), D.Lgs. 8 giugno 2001, n.231 per i reati di cui agli artt. 81, co. II (concorso formale – reato continuato), e 110 c.p. (pena per coloro che concorrono nel reato), 2637 c.c. (aggiotaggio) e 2638 c.c. (ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza) con riferimento ai quali risultano indagati il Presidente Cav. Lav. Dott. Giovanni Zonin, i Consiglieri Dott.ri Giuseppe Zigliotto e Giovanna Maria Dossena nonché l’ex Direttore Generale, Dott. Samuele Sorato, e gli ex Vice Direttori Generali, Dott.ri Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta nell’ambito del procedimento penale N. 5628/15 R.G.N.R. – Mod. 21. Per completezza si precisa che il Consiglio di Amministrazione della Banca, in data 10 novembre 2015, ha preso atto delle dimissioni dalla carica di Consigliere della Dott.ssa Giovanna Dossena, rassegnate con efficacia 5 novembre 2015. Si segnala che sussiste in capo alla Banca il rischio delle sanzioni previste dal D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231. Inoltre, un’eventuale condanna con sentenza definitiva, degli esponenti coinvolti potrebbe comportare per i medesimi la perdita dei requisiti di onorabilità. Il procedimento, allo stato, è ancora nella fase delle indagini preliminari. L’Emittente è la Capogruppo del Gruppo Bancario Banca Popolare di Vicenza, iscritto all’Albo dei gruppi bancari, tenuto dalla Banca d’Italia, al n. 1515. B.5 Descrizione del Gruppo e della posizione dell’Emittente B.9 Previsione o stima degli utili Non applicabile. Nel Prospetto non è inclusa alcuna previsione o stima degli utili. B.10 Descrizione della natura di eventuali rilievi contenuti nella relazione di revisione relativa alle informazioni finanziarie relative agli esercizi passati La società KPMG S.p.A. ha svolto l’incarico di revisione legale dei bilanci consolidati ed individuali dell’Emittente al 31 dicembre 2014 e al 31 dicembre 2013, esprimendo un giudizio senza rilievi con apposite relazioni allegate ai rispettivi fascicoli dei bilanci consolidati, inclusi mediante riferimento nel Documento di Registrazione. B.12 Informazioni finanziarie Si riportano di seguito le informazioni finanziarie selezionate del Gruppo relative al semestre chiuso al 30 giugno 2015, desunte dalla Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata Abbreviata al 30 giugno 2015 e quelle relative agli esercizi chiusi al 31 dicembre 2014 e al 31 dicembre 2013 desunte dal bilancio consolidato al 31 dicembre 2014, ivi incluse le informazioni finanziarie comparative. A tale proposito si evidenzia che, in seguito all’entrata in vigore del nuovo principio contabile IFRS 10 – “Bilancio consolidato” che ha sostituito lo IAS 27 – “Bilancio consolidato e separato” e il SIC 12 – “Consolidamento società a destinazione specifica (società veicolo)”, e, come stabilito dallo IAS 8 in via generale per tutti i cambiamenti di principi contabili, sono stati modificati i saldi degli schemi di stato patrimoniale, di conto economico e dei prospetti della redditività complessiva, delle variazioni di patrimonio netto e del rendiconto finanziario al 31 dicembre 2013, ai fini di una corretta comparazione con il bilancio al 31 dicembre 2014. Fondi propri e coefficienti patrimoniali consolidati pag. 6 di 58 Appendice I Fondi propri del Gruppo al 30 giugno 2015 e al 31 dicembre 2014, di seguito indicati, sono stati determinati secondo le regole del nuovo framework regolamentare di Basilea 3, incluse le disposizioni transitorie e le discrezionalità nazionali, che hanno trovato applicazione a far data dal 1° gennaio 2014 a seguito dell’emanazione del Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 (CRR) e della Direttiva 2013/36/UE del 26 giugno 2013 (CRD IV). A tal riguardo si precisa che il Gruppo si è avvalso della facoltà di sterilizzare le riserve da valutazione riferibili ai titoli di debito emessi da Amministrazioni Centrali di Paesi dell’Unione Europea detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita”, ivi incluse le riserve da valutazione riferibili ad operazioni di cash flow hedge in essere su detti titoli, includendo anche la quota parte riferibile alle società consolidate con il metodo del patrimonio netto. Patrimonio di vigilanza e Soglie minime a Fondi propri e coefficienti patrimoniali consolidati (Basilea III) Common Equity Tier 1/RWA Tier 1/RWA Total Capital Ratio regime (1) 30 giugno 2015 6,81% 7,00% 6,81% 8,50% 7,63% 10,50% coefficienti patrimoniali consolidati (Basilea II) 31 dicembre 2013 (2) 10,44% Core Tier 1 Capital Ratio 9,21% 31 dicembre 2014 10,44% Tier 1 Capital Ratio 11,55% Total Capital Ratio 9,21% 11,81% Fondi propri 1.997.441 3.349.017 Patrimonio di vigilanza 3.313.793 Capitale Primario di classe 1 (CET 1) 1.782.650 3.025.116 Patrimonio di base 2.585.436 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) Capitale di classe 2 (Tier 2) 214.791 - Attività di rischio ponderate (RWA) 26.172.877 63,62% 8,00% - 323.901 Patrimonio supplementare Elementi da dedurre RWA/Totale attivo Soglie minime 28.985.070 RWA 62,37% RWA/Totale attivo 728.357 28.060.738 62,03% (1) Soglie comprensive della riserva di conservazione del capitale del 2,5%. Si precisa che al 31 dicembre 2014 la soglia minima prevista per il Tier 1 Ratio era pari a 5,5%. (2) I dati al 31 dicembre 2013 sono stati determinati consecondo le previgenti regole di vigilanza prudenziale di Basilea 2. Si precisa che, in data 7 maggio 2015, la BCE ha comunicato alla Banca che il requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio è stato portato al 10,3% dal precedente 11%. Il requisito minimo in termini di Total capital ratio è stato mantenuto all’11%. Quanto sopra è riconducibile alle valutazioni svolte dalla BCE in merito al recepimento nel bilancio 2014 delle rettifiche di valore su crediti legate all’esercizio di Asset Quality Review. A seguito, invece, del SupervisoryReview and Evaluation Process (Processo di Revisione e Valutazione Prudenziale - SREP) del 2015, che tiene tra l’altro conto degli esiti dell’ispezione condotta dalla BCE nel corso del corrente esercizio, la BCE, in data 23 settembre 2015, in conformità alla disciplina applicabile, ha anticipato alla Banca l’intenzione di fissare il requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio su base consolidata al 10,25% (c.d. draft decision); alla data del presente Documento tale decisione non è ancora stata formalizzata in via definitiva dall’Autorità di Vigilanza, non si può pertanto escludere che detto obiettivo di capitalizzazione sia ulteriormente rivisto. Per completezza, si segnala che, con tale draft decision, la BCE, oltre al requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio su base consolidata, ha anche anticipato l’intenzione di richiedere alla Banca (i) la presentazione e implementazione, entro aprile 2016, di un piano di rafforzamento patrimoniale volto a rispristinare i requisiti minimi (capital plan); (ii) il rafforzamento dei sistemi di controllo interno; (iii) l’attuazione di strategie conservative, nonché di uno specifico contingency plan, in materia di gestione della liquidità; (iv) il rafforzamento dei presidi organizzativi di cui al processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale ICAAP di Gruppo - Internal Capital Adequacy Assessment Process. Si ricorda che alla data del presente Documento detta decisione non è ancora stata formalizzata dall’Autorità di Vigilanza. I Fondi propri al 30 giugno 2015 ammontano a 1.997,4 milioni di euro a fronte dei 3.349 milioni di euro al 31 dicembre 2014. La suddetta variazione è principalmente ascrivibile alla perdita di periodo e al “filtro prudenziale” che è stato applicato al fine di neutralizzare dal computo dei Fondi Propri il capitale a pag. 7 di 58 Appendice fronte del quale è stata evidenziata sussistere una correlazione tra acquisti/sottoscrizioni di azioni BPVi e finanziamenti erogati a taluni Soci/Azionisti ovvero in relazione al quale sono stati rilevati taluni profili di anomalia che ne prevedono la detrazione dagli elementi del capitale primario di classe 1 ai sensi dell’art. 36 del Regolamento (UE) n. 575/2013. Per maggiori informazioni si rinvia al paragrafo D.2 “Principali rischi specifici per l’Emittente” sotto paragrafo “Rischi connessi agli accertamenti ispettivi promossi dalle Autorità di Vigilanza e allo SREP condotto dalla BCE” della Sezione D Rischi della presente Nota di Sintesi. Al 30 giugno 2015 il Common Equity Tier 1 Ratio e il Tier 1 Ratio si attestavano entrambi al 6,81% (10,44% al 31 dicembre 2014), al di sotto del requisito minimo indicato dalla BCE, mentre il Total Capital Ratio risulta pari al 7,63% (11,55% al 31 dicembre 2014) e si colloca su valori inferiori ai minimi regolamentari. Alla luce di quanto precede e degli esiti (seppur non definitivi) riflessi nella Relazione Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 degli accertamenti ispettivi condotti dalla BCE nel corso del 2015, in data 29 settembre 2015 la Banca ha perfezionato, nell’ambito del Programma EMTN, un’emissione subordinata Tier 2 per nominali 200 milioni di Euro, destinata a investitori istituzionali. L’operazione ha consentito di migliorare il Total Capital Ratio, il cui dato proforma al 30 giugno 2015 si posiziona al di sopra dell’8,00%. Alla luce di quanto sopra la Banca dovrà presentare alla BCE un piano di rafforzamento patrimoniale volto a ripristinare i requisiti minimi. Si precisa che il Consiglio di Amministrazione - oltre alla suddetta emissione subordinata – ha altresì deliberato l’avvio di tutte le attività propedeutiche alla trasformazione in S.p.A. e alla quotazione delle azioni presso il Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa Italiana nonché la realizzazione di un aumento di capitale fino a 1,5 miliardi di euro con l’obiettivo di riportare i ratios patrimoniali al di sopra dei requisiti richiesti dalla BCE, da realizzarsi (stando alle attuali indicazioni di BCE stessa) entro aprile 2016. Il completamento di queste attività nell’ambito del nuovo Piano Industriale 2015-2020, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 30 settembre 2015, sono finalizzati a consentire al Gruppo di rispettare nel continuo gli stringenti vincoli regolamentari. Si segnala che la trasformazione della Banca in società per azioni, la quotazione delle azioni presso il Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa Italiana e l’operazione di aumento di capitale sono soggette all’approvazione dell’Assemblea Straordinaria dei Soci della Banca che si terrà entro il mese di aprile 2016. Il piano di ricapitalizzazione sarà sottoposto all’attenzione della BCE: qualora l’Emittente non riuscisse a completarlo con successo entro i termini indicati od a rispettare ulteriori requisiti che la BCE potrà imporre all'Emittente di volta in volta, l'Emittente potrà essere soggetto ad azioni straordinarie e/o misure da parte delle Autorità competenti, che possono includere, tra gli altri, l'amministrazione straordinaria, prevista dal Decreto Legislativo n 385 del 1 settembre 1993, il “Testo Unico Bancario" in vigore alla data del presente Documento, o l'applicazione degli strumenti di risoluzione di cui alla Direttiva 2014/59/EU (Bank Recovery and Resolution Directive – BRRD). Al 30 giugno 2015, i ratios fully phased ovvero calcolati sulla base delle regole che saranno in vigore al termine del periodo transitorio, evidenziano un CET1 ratio pari al 6,53%. Il relativo calcolo è fatto sulla base di ipotesi che potrebbero non trovare riscontro al termine del periodo transitorio. I Fondi propri del Gruppo al 31 dicembre 2014 ammontano a 3.349 milioni di euro e includono l’intera perdita d’esercizio. Il Common Equity Tier 1 Ratio e il Tier 1 Ratio si attestano entrambi al 10,44%, mentre il Total Capital Ratio risulta pari all’11,55%. Si informa che in data 25 febbraio 2015 la BCE ha inviato la decisione finale assunta relativamente ai requisiti prudenziali del Gruppo Banca Popolare di Vicenza, prevedendo a livello pag. 8 di 58 Appendice consolidato un Total Capital Ratio minimo dell’11% che a partire dal 31 luglio 2015 deve essere pienamente coperto dal Common Equity Tier 1. Si evidenzia che il suddetto coefficiente è stato determinato proforma sulla base dei Fondi Propri e dei Requisiti patrimoniali al 31 dicembre 2014. Indicatori di rischiosità del credito Di seguito si riportano due tabelle con gli indicatori della qualità del credito raffrontati con i dati di sistema, laddove disponibili, relativi rispettivamente ai gruppi bancari o banche indipendenti classificati da Banca d'Italia come "banche grandi" e alla totalità del sistema bancario italiano. Si premette che a far data dal 1° gennaio 2015 sono entrate in vigore le nuove regole di classificazione dei crediti deteriorati emanate dalla Banca d’Italia con il 7° aggiornamento della Circolare n° 272 del 30 luglio 2008, volte ad allineare la definizione di attività finanziarie deteriorate alle nuove nozioni di “Non-performing Exposure e Forberance” introdotte dalle norme tecniche di attuazione relative alle segnalazioni statistiche di vigilanza consolidate armonizzate definite dall’EBA e approvate dalla Commissione Europea il 9 gennaio 2015 (ITS). Con il medesimo aggiornamento è stata altresì introdotta la definizione di “esposizioni oggetto di concessioni” (c.d. forbearance) che è trasversale sia alle esposizioni deteriorate (c.d. Non-performing exposures with forbearance measures) sia alle esposizioni in bonis (c.d. Forborne performing exposures). In particolare, fermo restando il perimetro complessivo della attività deteriorate, le stesse – a far data dal 1° gennaio 2015 – sono ripartite nelle categorie delle sofferenze, delle inadempienze probabili e delle esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate. La somma di tali categorie corrisponde all’aggregato “Non-perfoming Exposure” di cui agli ITS. Dalla stessa data le nozioni di esposizioni incagliate e di esposizioni ristrutturate sono abrogate. Conseguentemente, al fine di consentire un confronto omogeneo, si è proceduto a rideterminare le evidenze del 31 dicembre 2014 mediante l’inclusione nella nuova categoria delle inadempienze probabili delle esposizioni che erano classificate tra gli incagli e tra le esposizioni ristrutturate in vigenza della precedente normativa in materia di qualità del credito. Emittente Rischiosità del credito (1) Sistema Banche grandi Sistema (1) Totale Sistema (1) Emittente Sistema Banche grandi Sistema (2) Totale Sistema (3) 30/06/2015 30/06/2015 30/06/2015 31/12/2014 31/12/2014 31/12/2014 Crediti deteriorati lordi / Impieghi lordi 25,4% 16,9% 18,0% 21,2% 15,8% 17,7% Crediti deteriorati netti / Impieghi netti 17,2% 10,6% 10,9% 15,0% 10,0% 10,8% Rapporto di copertura dei crediti deteriorati 39,6% 41,7% 44,7% 35,1% 40,8% 44,4% Crediti deteriorati lordi / Impieghi lordi (inclusi conti di memoria) 26,1% n.d. n.d. 21,9% n.d. n.d. Rapporto di copertura dei crediti deteriorati (inclusi conti di memoria) 41,8% n.d. n.d. 37,9% n.d. n.d. Sofferenze lorde / Impieghi lordi 13,7% 9,0% 10,3% 11,1% 8,3% 10,0% Sofferenze nette / Impieghi netti 6,6% 4,1% 4,7% 6,0% 3,8% 4,5% Rapporto di copertura delle sofferenze 56,8% 57,4% 58,7% 50,1% 56,9% 58,7% Sofferenze lorde / Impieghi lordi (inclusi conti di memoria) 14,5% n.d. n.d. 12,0% n.d. n.d. Rapporto di copertura delle sofferenze (inclusi conti di memoria) 59,6% n.d. n.d. 54,1% n.d. n.d. Inadempienze probabili lorde / Impieghi lordi 11,2% n.d. n.d. 8,9% 6,7% 7,0% Inadempienze probabili nette / Impieghi netti Rapporto di copertura delle inadempienze probabili 10,0% n.d. n.d. 7,7% 5,4% 5,6% 19,8% n.d. n.d. 19,5% 24,2% 27,0% Scaduti lordi / Impieghi lordi 0,5% n.d. n.d. 1,2% 0,8% 0,7% Scaduti netti / Impieghi netti Rapporto di copertura degli scaduti 0,5% n.d. n.d. 1,2% 0,9% 0,6% 11,6% n.d. n.d. 10,5% 12,4% 13,9% Sofferenze nette / Patrimonio netto 60,2% n.d. n.d. 45,5% n.d. n.d. Costo del rischio (4) 5,25% n.d. n.d. 3,09% n.d. n.d. (1) Dati relativi a banche appartenenti a gruppi o indipendenti con totale fondi intermediati superiori a Euro 21,5 mld (escluse le prime 5 banche, Unicredit, Intesa S.Paolo, MPS, UBI, Banco popolare) Fonte: Banca d'Italia, Rapporto sulla Stabilità finanziaria n° 2/2015, novembre 2015, tavola 4.1 pag. 37. Dati relativi a banche appartenenti a gruppi o indipendenti con totale fondi intermediati superiori a Euro 21,5 mld (escluse le prime 5 banche, Unicredit, Intesa S.Paolo, MPS, UBI, Banco popolare) Fonte: Banca d'Italia, Rapporto sulla Stabilità finanziaria n° 1/2015, aprile 2015, tavola 3.1 pag. 21. Si precisa che gli indicatori riferiti alle inadempienze probabili sono stati determinati sommando le categorie degli ex incagli e delle ex esposizioni ristrutturate, in quanto i rapporti di Banca d’Italia sono antecedenti all’entrata in vigore delle nuove categorie di attività finanziarie deteriorate. (2) (3) Dati consolidati relativi all'intero Sistema Bancario italiano; Fonte: Banca d'Italia, Rapporto sulla Stabilità finanziaria n° 1/2015, aprile 2015, tavola 3.1 pag. 21. Si precisa che gli indicatori riferiti alle inadempienze probabili sono stati determinati sommando le categorie degli ex incagli e delle ex esposizioni ristrutturate, in quanto i rapporti di Banca d’Italia sono antecedenti all’entrata in vigore delle nuove categorie di attività finanziarie deteriorate. (4) L'indicatore è calcolato come rapporto tra le "Rettifiche di valore nettte da deterioramento di crediti" e gli impieghi netti a clientela. pag. 9 di 58 Appendice Emittente Rischiosità del credito Sistema Banche grandi Sistema (1) Totale Sistema (2) Emittente Sistema Banche grandi Sistema (3) Totale Sistema (4) 31/12/2014 31/12/2014 31/12/2014 31/12/2013 31/12/2013 31/12/2013 Crediti deteriorati lordi / Impieghi lordi 21,2% 15,8% 17,7% 16,6% 13,7% 15,9% Crediti deteriorati netti / Impieghi netti 15,0% 10,0% 10,8% 12,7% 9,1% 10,0% Rapporto di copertura dei crediti deteriorati 35,1% 40,8% 44,4% 27,3% 37,3% 41,8% Crediti deteriorati lordi / Impieghi lordi (inclusi conti di memoria) 21,9% n.d. n.d. 17,3% n.d. n.d. Rapporto di copertura dei crediti deteriorati (inclusi conti di memoria) 37,9% n.d. n.d. 31,1% n.d. n.d. Sofferenze lorde / Impieghi lordi 11,1% 8,3% 10,0% 8,5% 6,9% 8,7% Sofferenze nette / Impieghi netti 6,0% 3,8% 4,5% 5,1% 3,3% 4,0% Rapporto di copertura delle sofferenze 50,1% 56,9% 58,7% 43,1% 55,0% 56,9% Sofferenze lorde / Impieghi lordi (inclusi conti di memoria) 12,0% n.d. n.d. 9,3% n.d. n.d. Rapporto di copertura delle sofferenze (inclusi conti di memoria) 54,1% n.d. n.d. 48,7% n.d. n.d. Incagli lordi / Impieghi lordi 7,3% 5,6% 6,0% 4,9% 4,8% 5,3% Incagli netti / Impieghi netti 6,2% 4,4% 4,8% 4,4% 4,0% 4,2% Rapporto di copertura degli incagli 22,1% 25,9% 27,5% 15,1% 22,0% 25,3% Ristrutturati lordi / Impieghi lordi 1,5% 1,1% 1,0% 1,6% 0,8% 1,0% Ristrutturati netti / Impieghi netti 1,5% 1,0% 0,8% 1,6% 0,7% 0,8% Rapporto di copertura dei ristrutturati 7,1% 16,3% 24,1% 3,5% 14,0% 25,6% Scaduti lordi / Impieghi lordi 1,2% 0,8% 0,7% 1,6% 1,1% 1,0% Scaduti netti / Impieghi netti 1,2% 0,9% 0,6% 1,6% 1,1% 1,0% Rapporto di copertura degli scaduti 10,5% 12,4% 13,9% 3,8% 9,7% 10,9% Sofferenze nette / Patrimonio netto 45,5% n.d. n.d. 43,0% n.d. n.d. Costo del rischio (5) 3,09% n.d. n.d. 1,40% n.d. n.d. Dati relativi a banche appartenenti a gruppi o indipendenti con totale fondi intermediati superiori a Euro 21,5 mld (escluse le prime 5 banche, Unicredit, Intesa S.Paolo, MPS, UBI, Banco popolare) Fonte: Banca d'Italia, Rapporto sulla Stabilità finanziaria n° 1/2015, aprile 2015, tavola 3.1 pag. 21 Dati consolidati relativi all'intero Sistema Bancario italiano; Fonte: Banca d'Italia, Rapporto sulla Stabilità finanziaria n° 1/2015, aprile 2015, tavola 3.1 pag. 21 (3) Dati relativi a banche appartenenti a gruppi o indipendenti con totale fondi intermediati superiori a Euro 21,5 mld (escluse le prime 5 banche, Unicredit, Intesa S.Paolo, MPS, UBI, Banco popolare). Fonte: Banca d'Italia, Rapporto sulla Stabilità finanziaria n° 1/2014, maggio 2014, tavola 3.1 pag. 26 (4) Dati consolidati relativi all'intero Sistema Bancario italiano, Fonte: Banca d'Italia, Rapporto sulla Stabilità finanziaria n° 1/2014, maggio 2014, tavola 3.1 pag. 26 (5) L'indicatore è calcolato come rapporto tra le "Rettifiche di valore nettte da deterioramento di crediti" e gli impieghi netti a clientela. (1) (2) La tabella di seguito riportata espone la composizione dei crediti verso clientela al 30 giugno 2015, confrontata con quella del 31 dicembre 2014 rideterminata secondo quanto sopra indicato. 30 giugno 2015 Categorie (in migliaia di euro) 31 dicembre 2014 Crediti Rettifiche di Crediti % di Crediti Rettifiche di Crediti % di lordi valore netti copertura lordi valore netti copertura Crediti deteriorati 7.614.895 3.013.464 4.601.431 39,57% 6.473.559 2.272.212 4.201.347 35,10% Sofferenze Inadempienze probabili Esposizioni scadute/sconfinate deteriorate Crediti in bonis 4.112.423 3.345.058 2.334.274 661.033 1.778.149 2.684.025 56,76% 19,76% 3.401.681 2.704.088 1.705.410 528.308 1.696.271 2.175.780 50,13% 19,54% 157.414 22.333.619 18.157 156.114 139.257 22.177.505 11,56% 0,70% 367.790 24.079.497 38.494 170.208 329.296 23.909.289 10,47% 0,71% Totale Crediti verso clientela 29.948.514 3.169.578 26.778.936 30.553.056 2.442.420 28.110.636 Al 30 giugno 2015, i crediti deteriorati netti verso clientela evidenziano, rispetto al 31 dicembre 2014, un incremento in valore assoluto di 400 milioni di euro (+9,5%). Nel dettaglio, le sofferenze crescono del 4,8%, le inadempienze probabili del 23,4% mentre le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate si riducono del 57,7%. Tale crescita riflette principalmente l’evoluzione del credito anomalo e recepisce inoltre le novità del contesto normativo che ha modificato il concetto di esposizione deteriorata estendendo gli ambiti di valutazione delle possibili criticità. Al riguardo il Gruppo ha rivisto le proprie “policy” interne, anche alla luce dell’esperienza maturata con l’esercizio di Comprehensive Assessment condotto dalla BCE nel 2014, prevedendo l’introduzione di nuovi “trigger events” per una identificazione più oggettiva delle patologie del credito che possono sfociare nell’inadempienza o addirittura nell’insolvenza. Sono stati inoltre rivisti, in pag. 10 di 58 Appendice maniera più conservativa, i criteri utilizzati per la quantificazione delle previsioni di perdita delle sofferenze prevedendo, ad esempio, in linea generale la svalutazione integrale delle posizioni con anzianità maggiore di 10 anni e l’applicazione di “haircut” più conservativi alle esposizioni garantite da ipoteca. Al 30 giugno 2015, la situazione dei crediti deteriorati netti verso clientela è la seguente: • le sofferenze nette, pari al 6,64% dei crediti netti (6,03% al 31 dicembre 2014), ammontano a 1.778,1 milioni di euro, con una percentuale di copertura - determinata senza tenere conto delle cancellazioni parziali su crediti in procedura concorsuale (c.d. “stralci”) - del 56,76% (50,13% al 31 dicembre 2014). Includendo gli “stralci”, l’indice di copertura si attesta al 59,56% (54,07% al 31 dicembre 2014); • le inadempienze probabili, pari al 10,02% dei crediti netti (7,74% al 31 dicembre 2014), si attestano a 2.684,1 milioni di euro, con una percentuale di copertura del 19,76% (19,54% al 31 dicembre 2014); • le esposizioni scadute e/o sconfinate deteriorate nette si attestano a 139,2 milioni di euro, con una percentuale di copertura dell’11,56% (10,47% al 31 dicembre 2014). L’indice di copertura dei crediti deteriorati, ovvero il rapporto tra le rettifiche di valore complessive e l’esposizione lorda, determinati senza tenere conto delle cancellazioni parziali su crediti in procedura concorsuale (c.d. “stralci”), passa dal 35,10% del 31 dicembre 2014 al 39,57% del 30 giugno 2015. Includendo gli “stralci”, l’indice di copertura dei crediti deteriorati risulta pari al 41,75% rispetto al 37,90% del 31 dicembre 2014. Per quanto concerne infine i crediti verso clientela in bonis (esclusi i pronti contro termine e i margini di garanzia non oggetto di svalutazione), al 30 giugno 2015, la consistenza della cosiddetta “riserva collettiva” ammonta a 156,1 milioni di euro, assicurando un indice di copertura pari allo 0,71%, sostanzialmente in linea con quelle rilevate a fine 2014 (0,73%). Il costo del credito su base annua, pari al rapporto tra le rettifiche di valore nette su crediti per cassa verso clientela e la relativa esposizione netta risulta pari al 5,25% (3,09% al 31 dicembre 2014). La tabella di seguito riportata espone la composizione dei crediti verso clientela al 31 dicembre 2014, confrontata con quella del 31 dicembre 2013. 31 dicembre 2014 Categorie (in migliaia di euro) 31 dicembre 2013 Crediti Rettifiche di Crediti % di Crediti Rettifiche di Crediti % di lordi valore netti copertura lordi valore netti copertura Crediti deteriorati 6.473.559 2.272.212 4.201.347 35,10% 5.378.909 1.466.511 3.912.398 27,26% Sofferenze Incagli Crediti ristrutturati Esposizioni scadute Crediti in bonis 3.401.681 2.238.272 465.816 367.790 24.079.497 1.705.410 495.333 32.975 38.494 170.208 1.696.271 1.742.939 432.841 329.296 23.909.289 50,13% 22,13% 7,08% 10,47% 0,71% 2.755.657 1.593.710 525.046 504.496 27.074.491 1.188.974 239.875 18.335 19.327 94.183 1.566.683 1.353.835 506.711 485.169 26.980.308 43,15% 15,05% 3,49% 3,83% 0,35% Totale Crediti verso clientela 30.553.056 2.442.420 28.110.636 32.453.400 1.560.694 30.892.706 La situazione dei crediti deteriorati netti verso clientela al 31 dicembre 2014 è la seguente: • le sofferenze nette, pari al 6,03% dei crediti netti (5,07% al 31 dicembre 2013), ammontano a 1.696,3 milioni di euro, con una percentuale di copertura - determinata senza tenere conto delle cancellazioni parziali su crediti in procedura concorsuale (c.d. “stralci”) - del 50,13% (43,15% al 31 dicembre 2013). Includendo gli “stralci” l’indice di copertura si attesta al 54,07% (48,74% al 31 dicembre 2013); pag. 11 di 58 Appendice • gli incagli netti, pari al 6,20% dei crediti netti (4,38% al 31 dicembre 2013), si attestano a 1.743 milioni di euro, con una percentuale di copertura del 22,13% (15,05% al 31 dicembre 2013); • i crediti ristrutturati netti si attestano a 432,8 milioni di euro, con una percentuale di copertura del 7,08% (3,49% al 31 dicembre 2013); • le esposizioni scadute nette si attestano a 329,3 milioni di euro, con una percentuale di copertura del 10,47% (3,83% al 31 dicembre 2013). Complessivamente, gli indici di copertura dei crediti deteriorati, ovvero il rapporto tra le rettifiche di valore complessive e l’esposizione lorda, determinati senza tenere conto delle cancellazioni parziali su crediti in procedura concorsuale (c.d. “stralci”), passa dal 27,26% del 31 dicembre 2013 al 35,10% del 31 dicembre 2014. Includendo gli “stralci”, l’indice di copertura dei crediti deteriorati risulta pari al 37,90% rispetto al 31,11% del 31 dicembre 2013. Il costo del rischio, pari al rapporto tra le “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti” (voce 130 a) del conto economico consolidato) e i “Crediti verso clientela” (voce 70 dell’attivo di stato patrimoniale consolidato), passa dall’1,40% dell’esercizio 2013 al 3,09% del 31 dicembre 2014. Misure di forbearance Nell’esercizio 2014 la normativa interna del Gruppo è stata implementata recependo le definizioni in materia di non-performing exposures e di forbearance exposures, in conformità con le indicazioni emanate dall’Autorità Bancaria Europea (EBA). Per misure di forbearance si intendono le concessioni da parte del Gruppo di misure “di favore” nei confronti di un proprio debitore che sta affrontando, o sta per affrontare, difficoltà nell’onorare i propri impegni finanziari (“financial difficulties”), che consistono: a) nella modifica dei termini e delle condizioni precedenti di un contratto che il debitore non è in grado di onorare, a causa delle sue difficoltà finanziarie, allo scopo di consentire una sufficiente capacità di servizio del debito, che non sarebbe stata concessa se il debitore non si fosse trovato in difficoltà finanziarie; b) nel rifinanziamento, totale o parziale, di un debito deteriorato che non sarebbe stato concesso se il debitore non si fosse trovato in difficoltà finanziarie. Si fornisce nel seguito il dettaglio delle esposizioni in bonis e deteriorate rinegoziate che rappresentano delle “forborne exposures” desunte dalle segnalazioni statistiche consolidate armonizzate “Finrep” riferite alle date contabili del 30 giugno 2015 e del 31 dicembre 2014: 30/06/2015 (in migliaia di euro) esposizioni deteriorate rinegoziate esposizioni in bonis rinegoziate Totale pag. 12 di 58 Esposizione lorda Rettifiche di valore Esposizione netta 1.463.532 (241.809) 1.221.723 910.540 (8.475) 902.065 2.374.072 (250.284) 2.123.788 Appendice 31/12 /2014 (in migliaia di euro) esposizioni deteriorate rinegoziate Esposizione lorda Rettifiche di valore Esposizione netta 956.550 (111.801) 844.749 esposizioni in bonis rinegoziate 1.024.110 (9.927) 1.014.183 Totale 1.980.660 (121.728) 1.858.932 Grandi esposizioni Di seguito si riportano le “Grandi esposizioni” del Gruppo al 30 giugno 2015 e al 31 dicembre 2014 e 2013. In base alle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia (Circolare 285 del 17 dicembre 2013 e successivi aggiornamenti), è definita “Grande esposizione” l’esposizione di importo pari o superiore al 10% del Capitale ammissibile del Gruppo. Si precisa che i dati relativi al 30 giugno 2015 sono desunti dalle segnalazioni statistiche consolidate armonizzate “Corep” riferite alla suddetta data contabile. I dati riferiti al 31 dicembre 2013 sono stati determinati secondo le previgenti regole di vigilanza prudenziale di Basilea 2. Al 30 giugno 2015 il Gruppo BPVi ha n. 11 (n. 7 al 31 dicembre 2014) esposizioni rientranti nella definizione di “Grande esposizione” per un valore complessivo di Euro 9.049,6 milioni (Euro 10.881,4 milioni al 31 dicembre 2014) e un valore ponderato di Euro 1.802,6 milioni (Euro 1.598,8 milioni al 31 dicembre 2014). Nel dettaglio le stesse si riferiscono: • per Euro 4.481 milioni ad esposizioni verso lo Stato italiano, riferibili prevalentemente agli investimenti diretti ed indiretti in titoli di Stato che conformemente con quanto previsto dalla disciplina prudenziale hanno un fattore di ponderazione per lo più pari allo zero per cento; • per Euro 886,3 milioni ad esposizioni verso la Cassa di Compensazione e Garanzia, riferibili quasi interamente alle operazioni di pronti contro termine attive e passive negoziate sul mercato Euro MTS e ai relativi margini di garanzia il cui fattore di ponderazione è pari a zero, nonché a titoli di proprietà costituiti in garanzia per conto di terzi per i quali è previsto un fattore di ponderazione del 100%; • per Euro 354,6 milioni ad esposizioni verso la Banca d’Italia riferibile al deposito vincolato attivo connesso al mantenimento della riserva obbligatoria e alla partecipazione detenuta per la quota non già dedotta dai Fondi Propri; • per Euro 285,2 milioni ad esposizioni verso il Gruppo Istituto Centrale delle Banche Popolari, riferibili al saldo del conto corrente di corrispondenza e alla partecipazione detenuta per la quota non già dedotta dai Fondi Propri; pag. 13 di 58 Appendice • per Euro 236,6 milioni ad esposizioni verso il Gruppo Cattolica Assicurazioni, riferibili principalmente alle partecipazioni detenute nella Capogruppo e nelle altre società del Gruppo Cattolica per la quota non già dedotta dai Fondi Propri; • per Euro 2.806 milioni ad esposizioni verso alcuni Gruppi bancari per lo più internazionali connesse all’attività di funding del Gruppo realizzate attraverso operazioni di PCT (Euro 1.718 milioni), alla liquidità depositata nell’ambito delle operazioni di cartolarizzazione originate dal Gruppo (Euro 169,4 milioni), nonché all’operatività in contratti derivati OTC (Euro 222,4 milioni) e ai cash collateral (Euro 438,7 milioni) connessi agli accordi CSA e GRMA in essere con le predette controparti che disciplinano le suddette operatività. Al 31 dicembre 2014 il Gruppo BPVi ha n. 7 esposizioni rientranti nella definizione di “Grande esposizione” per un valore complessivo di Euro 10.881,4 milioni (Euro 12.376,8 milioni al 31 dicembre 2013) e un valore ponderato di Euro 1.598,8 milioni (Euro 1.843,7 milioni al 31 dicembre 2013). Principalmente le stesse si riferiscono: • per Euro 5.721,9 milioni ad esposizioni verso lo Stato italiano, riferibili prevalentemente agli investimenti diretti ed indiretti in titoli di Stato che conformemente con quanto previsto dalla disciplina prudenziale hanno un fattore di ponderazione pari allo zero per cento; • per Euro 2.214,5 milioni ad esposizioni verso la Cassa di Compensazione e Garanzia, riferibili quasi interamente alle operazioni di pronti contro termine attive e passive negoziate sul mercato Euro MTS e ai relativi margini di garanzia; • per Euro 2.117,6 milioni ad esposizioni verso tre grandi Gruppi bancari internazionali connesse all’attività di funding del Gruppo realizzata attraverso operazioni di PCT (Euro 1.526,7 milioni) nonché all’operatività in contratti derivati OTC (Euro 157,7 milioni) e ai cash collateral (Euro 413,1 milioni) connessi agli accordi CSA e GRMA in essere con le predette controparti che disciplinano le suddette operatività; • per Euro 344,2 milioni ad esposizioni verso il Gruppo Cattolica Assicurazioni, riferibili principalmente alle partecipazioni detenute nella Capogruppo e nelle altre società del Gruppo Cattolica per la quota non già dedotta dai Fondi Propri. Principali dati di stato patrimoniale I dati sopra riportati si riferiscono alle voci dello schema di stato patrimoniale di cui alla Circolare n° 262 della Banca d’Italia del 22 dicembre 2005 e successivi aggiornamenti di seguito indicate: 1 Voce 70 dell'attivo di stato patrimoniale. 2 Voce 100 dell’attivo di stato patrimoniale. pag. 14 di 58 Appendice 3 Voce 120 e voce 130 dell’attivo di stato patrimoniale. Le attività finanziarie sono rappresentate dalle seguenti voci dell’attivo di stato patrimoniale; voce 20 – “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”, voce 30 – “Attività finanziarie valutate al fair value”, voce 40 “Attività finanziarie disponibili per la vendita” e voce 50 “attività finanziarie detenute sino alla scadenza” 5 La raccolta diretta da clientela é rappresentata dalle seguenti voci del passivo di stato patrimoniale: voce 20 – “Debiti verso clientela”, voce 30 – “Titoli in circolazione” e voce 50 “Passività finanziarie valutate al fair value”. 6 Le passività finanziarie sono rappresentate dalle seguenti voci del passivo di stato patrimoniale; voce 40 – “Passività finanziarie di negoziazione”. 7 Il saldo interbancario netto è rappresentato dallo sbilancio della voce 60 dell’attivo di stato patrimoniale – “Crediti verso banche” e della voce 10 del passivo di stato patrimoniale – “Debiti verso banche”. 8 Il patrimonio netto è rappresentato dalle seguenti voci del passivo di stato patrimoniale: voce 140 – “Riserve da valutazione", voce 160 - "Strumenti di capitale", voce 170 – “Riserve", voce 180 – “Sovrapprezzi di emissione", voce 190 – “Capitale" voce 200 - "Azioni proprie" e voce 220 - "Utile/Perdita d'esercizio". 9 Voce 190 del passivo di stato patrimoniale. 4 Con riferimento al 30 giugno 2015 si evidenzia quanto segue: - i crediti verso clientela ammontano, al 30 giugno 2015, a 26.779 milioni di euro, in riduzione del 4,7% sulle consistenze del 31 dicembre 2014. La performance dell’aggregato in esame risente sia della contrazione delle operazioni di pronti contro termine di impiego (-45,5%) e, in particolare, di quelle effettuate con controparti centrali, sia delle importanti rettifiche di valore effettuate dal Gruppo nel semestre sui crediti verso la clientela che hanno ridotto l’aggregato in esame; - le attività finanziarie segnalano una riduzione del 28,2% rispetto al 31 dicembre 2014 in parte dovuto alle attività finanziarie di negoziazione per il quasi azzeramento degli investimenti in titoli di Stato italiani e in parte per la riduzione delle esposizioni in quote di OICR iscritte nelle attività finanziarie disponibili per la vendita per gli impairment contabilizzati nel primo semestre 2015; - la raccolta diretta ammonta a 27.646 milioni di euro, in riduzione del 9% nel semestre per effetto, principalmente, della riduzione delle operazioni di pronti contro termine effettuate con controparti centrali, delle obbligazioni e, in misura minore, dei depositi vincolati; - il patrimonio netto del Gruppo si attesta a 2.954,2 milioni di euro, evidenziando un decremento di 777,3 milioni di euro (-20,8%) rispetto al dato di fine 2014, quale effetto combinato dell’aumento di capitale derivante dalla conversione del prestito obbligazionario convertibile “BPVi 2013-2018” di nominali 253 milioni di euro e della perdita rilevata nel corso del primo semestre 2015. Con specifico riferimento alla situazione di liquidità dell’Emittente si precisa che al 30 giugno 2015 il Gruppo ha assorbito liquidità netta per 27,3 milioni di euro (a fronte di liquidità netta assorbita di 2.217,0 milioni di euro nel primo semestre 2014) per effetto di: • liquidità netta assorbita dall’attività operativa per 314,7 milioni di euro, principalmente attribuibile alla liquidità assorbita dalle passività finanziarie legata alla riduzione della raccolta diretta con clientela; • liquidità netta generata dall’attività di investimento per 23,8 milioni di euro; • liquidità netta generata dall’attività di provvista per 263,6 milioni di euro. Con riferimento all’esercizio 2014 si evidenzia che: - la flessione del 9% rispetto al 31 dicembre 2013 dei “Crediti verso clientela” è attribuibile sia alla riduzione delle operazioni di pronti contro termine di impiego e, in particolare, di quelle effettuate con controparti centrali, sia alle importanti rettifiche di valore effettuate dal Gruppo nell’esercizio; - la raccolta diretta da clientela rispetto al 31 dicembre 2013 evidenzia una flessione del 4,1% e riflette la contrazione dei depositi vincolati legata sia alla scelta del Gruppo di contenere la componente più onerosa della raccolta, in particolare quella effettuata con società finanziarie e grandi imprese, sia alla tendenza della clientela a riposizionarsi su strumenti di risparmio gestito favorita dalle attuali condizioni di mercato. Inoltre si pag. 15 di 58 Appendice - - segnala che anche le operazioni di pronti contro termine e, in particolare, quelle effettuate sul mercato Euro MTS gestito dalla Cassa Compensazione e Garanzia, si sono ridotte del 29% in conseguenza del fatto che, nel 2014, la posizione di liquidità a breve del Gruppo BPVi è stata caratterizzata da valori stabilmente positivi; la voce attività materiali e immateriali risente principalmente dell’impairment di 600 milioni di euro effettuato sugli avviamenti iscritti in bilancio, rettificati di quasi il 65%; la posizione interbancaria netta al 31 dicembre 2014 è risultata negativa per 2.502,9 milioni di euro, in riduzione di 1.756,6 milioni di euro rispetto ai 4.259,5 milioni di euro del 31 dicembre 2013. Si evidenzia che al 31 dicembre 2014 è in essere, per 1.249 milioni di euro, l’operazione di rifinanziamento triennale effettuata nell’ambito dell’iniziativa della BCE denominata TLTRO (Targeted Longer Term Refinancing Operations) volta a dare nuovo impulso ai flussi di finanziamenti alla clientela. Nella voce in esame figura infine anche un deposito passivo di 0,5 miliardi di euro acceso attraverso la partecipazione alle aste ordinarie settimanali (Main Refinancing Operations) della BCE. Si segnala inoltre, che nel corso dell’esercizio, la Capogruppo Banca Popolare di Vicenza ha estinto anticipatamente le operazioni di LTRO (Longer Term Refinancing Operations) accese, per complessivi 3,3 miliardi di euro, tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012. Per completezza si precisa che l’aggregato non include i depositi liberi con Banche Centrali (2,2 miliardi di euro al 31 dicembre 2013, assenti a fine 2014) che, conformemente a quanto previsto dalla Circolare n. 262 della Banca d’Italia, sono iscritti alla voce “Cassa e disponibilità liquide”. Con specifico riferimento alla situazione di liquidità dell’Emittente si precisa che al 31 dicembre 2014 il Gruppo ha assorbito liquidità netta per 2.196 milioni di euro (a fronte di liquidità netta generata di 1.979 milioni di euro nell’esercizio precedente) per effetto di: • liquidità netta assorbita dall’attività operativa per 2.702 milioni di euro; • liquidità netta assorbita dall’attività di investimento per 111 milioni di euro; • liquidità netta generata dall’attività di provvista per 617 milioni di euro. Altri dati patrimoniali 1 La raccolta indiretta, a valori di mercato, è desunta da evidenze del controllo di gestione. Si precisa che il dato della raccolta indiretta al 31/12/2014 è stato ridotto di 331 milioni di euro rispetto al valore indicato nel Bilancio 2014 a seguito della rideterminazione del valore di mercato di taluni titoli in raccolta amministrata. Principali dati di conto economico I risultati economici vengono illustrati, nella tabella seguente, in ottica “gestionale”. Di seguito alla tabella si fornisce un raccordo delle voci del conto economico “riclassificato” con quelle previste nello schema della Circolare n. 262 della Banca d’Italia. Si evidenzia, inoltre, che il risultato del 2013 è stato rideterminato per effetto dell’applicazione retrospettiva del nuovo principio contabile IFRS 10 – “Bilancio consolidato” entrato in vigore lo scorso 1°gennaio 2014. pag. 16 di 58 Appendice Legenda conto economico riclassificato: Margine di interesse: voce 30 dello schema di conto economico. Dividendi e risultato delle partecipazioni valutate al PN: voci 70 e 240 dello schema di conto economico al netto delle rettifiche di valore da deterioramento (-5.309 mila euro al 31 dicembre 2014 e assenti al 31 dicembre 2013; -1.363 mila euro al 30 giugno 2015, -556 mila al 30 giugno 2014). Commissioni nette: voce 60 dello schema di conto economico. Risultato netto dei portafogli di proprietà: voci 80, 90, 100 e 110 dello schema di conto economico. Altri proventi netti: voce 220 dello schema di conto economico, esclusi i "recuperi di imposte d'atto, bollo e affini" (+62.728 mila euro al 31 dicembre 2014 contro 54.179 mila euro al 31 dicembre 2013; +31.292 mila euro al 30 giugno 2015, +31.961 mila euro al 30 giugno 2014) e gli "ammortamenti per spese di miglioria su immobili di terzi" (-7.033 mila euro al 31 dicembre 2014 contro -8.281 mila euro al 31 dicembre 2013; -2.736 mila euro al 30 giugno 2015, -3.804 mila euro al 30 giugno 2014). Spese per il personale: voce 180 a) dello schema di conto economico. Altre spese amministrative: voce 180 b) dello schema di conto economico al netto dei proventi per "recuperi di imposte d'atto, bollo e affini" ((+62.728 mila euro al 31 dicembre 2014 contro 54.179 mila euro al 31 dicembre 2013; +31.292 mila euro al 30 giugno 2015, +31.961 mila euro al 30 giugno 2014). Ammortamenti: voci 200 e 210 dello schema di conto economico ed inclusi gli "ammortamenti per spese di miglioria su immobili di terzi" ((-7.033 mila euro al 31 dicembre 2014 contro -8.281 mila euro al 31 dicembre 2013; -2.736 mila euro al 30 giugno 2015, -3.804 mila euro al 30 giugno 2014). Risultato delle gestione operativa: "Proventi operativi" + "Oneri operativi" come sopra definiti. Rettifiche/riprese di valore per deterioramento: voce 130 e 260 dello schema di conto economico, incluse le rettifiche di valore da deterioramento delle Partecipazioni iscritte alla voce 240 dello schema di conto economico (-5.309 mila euro al 31 dicembre 2014 e assenti al 31 dicembre 2013; 1.363 mila euro al 30 giugno 2015, -556 mila al 30 giugno 2014). Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: voce 190 dello schema di conto economico. Risultato netto della cessione/valutazione di investimenti: voci 250 e 270 dello schema di conto economico. Imposte sul reddito: voce 290 dello schema di conto economico. Utile di terzi: voce 330 dello schema di conto economico. Il conto economico consolidato al 30 giugno 2015 evidenzia una perdita di 1.052,9 milioni di euro, principalmente per effetto delle rilevanti rettifiche di valore su crediti, su attività finanziarie disponibili per la vendita e su avviamenti nonché degli accantonamenti ai fondi per rischi e oneri effettuati a fronte dei rischi connessi alle operazioni di acquisto e sottoscrizione delle azioni BPVi emersi a seguito degli accertamenti ispettivi della BCE, pari a 371,1 milioni di euro. Le rettifiche di valore nette per deterioramento ammontano a 1.089,1 mln/€ a fronte dei 187 milioni di euro del 30 giugno 2014. pag. 17 di 58 Appendice Le suddette rettifiche si riferiscono per 703 milioni di euro a crediti verso clientela (157,4 milioni di euro al 30 giugno 2014) con incremento di quasi 4,5 p.p. della copertura media delle esposizione deteriorate. Tale crescita riflette principalmente l’evoluzione del credito anomalo e recepisce inoltre le novità del contesto normativo che ha modificato il concetto di esposizione deteriorata estendendo gli ambiti di valutazione delle possibili criticità. Al riguardo il Gruppo ha rivisto le proprie policy interne, anche alla luce dell’esperienza maturata con l’esercizio di Comprehensive Assessment condotto dalla BCE nel 2014, prevedendo l’introduzione di nuovi “trigger events” per una identificazione più oggettiva delle patologie del credito che possono sfociare nell’inadempienza o addirittura nell’insolvenza nonché la revisione di alcuni criteri guida utilizzati per la quantificazione delle previsioni di perdita delle posizioni a sofferenze. La copertura dei crediti in bonis è invece rimasta sostanzialmente allineata a quella di fine 2014 (0,71% al 30 giugno 2015, 0,73% a fine 2014). Per effetto di quanto sopra, il credit cost1 al 30 giugno 2015 si attesta al 5,25% su base annua, a fronte del 3,09% del 31 dicembre 2014 e dell’1,05% del 30 giugno 2014. Le rettifiche di valore nette delle attività finanziarie disponibili per la vendita e partecipazioni ammontano a 119,3 milioni di euro (27,4 milioni di euro al 30 giugno 2014) per lo più riferibili a talune quote detenute in Sicav-Fis che, alla luce del mutato orizzonte temporale dell’investimento, sono state valutate sulla base dei valori di presumibile realizzo dei singoli asset sottostanti, in luogo della valorizzazione al NAV comunicato dalla società di gestione e sono state contabilizzate anche in applicazione della specifica policy adottata dal Gruppo in tema di identificazione delle perdite per riduzione di valore delle attività finanziarie disponibili per la vendita. Le rettifiche includono anche l’impairment di 268,8 milioni di euro effettuato sugli avviamenti iscritti in bilancio relativi alla CGU “Banca Popolare di Vicenza” (per 213,8 mln/€) e alla CGU “Banca Nuova” (per 55 milioni di euro) - che si aggiungono alle rettifiche di 600 mln/€ già effettuate nel bilancio 2014 - che complessivamente sono stati svalutati dell’81,5% del loro valore residuo al 31 dicembre 2014 (avviamento rimanente pari a 61,1 milioni di euro). Esposizione del Gruppo nei confronti dei titoli di debito sovrano Di seguito viene presentato il dettaglio delle esposizioni del Gruppo nei confronti dei debiti sovrani, tenuto presente che, secondo le indicazioni dell’Autorità di Vigilanza europea, per “debito sovrano” devono intendersi i titoli obbligazionari emessi dai Governi centrali e locali e dagli Enti governativi. In particolare si riportano le sole esposizioni verso i titoli di Stato italiani, in quanto le altre esposizioni detenute dal Gruppo relative a taluni titoli di Stato argentini risultano di importo comunque non significativo (180 mila euro al 30 giugno 2015, 25 mila euro al 31 dicembre 2014 ed 1,1 milioni di euro al 31 dicembre 2013). 30 giugno 2015 Emittente (1) Valore nominale Italia Italia Italia Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Passività finanziarie di negoziazione Totale (1) 31 dicembre 2014 Cat. IAS Valore di bilancio Fair value % incidenza sulla voce di bilancio Valore nominale Valore di bilancio 31 dicembre 2013 Fair value % incidenza sulla voce di bilancio Valore nominale Valore di bilancio Fair value % incidenza sulla voce di bilancio 4.406 5.366 5.366 2,4% 1.012.000 1.010.808 1.010.808 84,9% 45.511 49.831 49.831 2,4% 3.618.747 4.027.693 4.027.693 81,0% 4.016.151 4.426.456 4.426.456 83,2% 3.020.001 3.178.528 3.178.528 76,4% 100,0% 100,0% 100,0% (55.000) (54.115) (54.115) 3.568.153 3.978.944 3.978.944 (65.106) (68.563) (68.563) 4.963.045 5.368.701 5.368.701 (50.000) (52.999) (52.999) 3.015.512 3.175.360 3.175.360 Rating Baa2 - Fonte: Moody's Complessivamente, al 30 giugno 2015, le attività per cassa del Gruppo BPVi che si configurano come un’esposizione verso il debito sovrano ammontano a 1 L’indicatore è calcolato annualizzando il rapporto tra le “rettifiche di valore nette da deterioramento di crediti” e gli “impieghi netti a clientela”. pag. 18 di 58 Appendice 4.033,3 milioni di euro, pari al 77% delle attività finanziarie per cassa del Gruppo alla data, tutti riferibili a titoli di Stato italiani ad eccezione di una marginale esposizione (Euro 180 mila) in titoli di Stato argentini (25 mila euro al 31 dicembre 2014 ed 1,1 milioni di euro al 31 dicembre 2013). Alla stessa data il Gruppo BPVi detiene titoli di Stato italiani per un valore di bilancio di 3.978,9 milioni di euro (5.368,6 milioni di euro al 31 dicembre 2014 e 3.175,4 milioni di euro al 31 dicembre 2013). Il valore di bilancio coincide con il fair value dei titoli di debito in quanto tutte le esposizioni detenute sono classificate tra le “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” (5,4 milioni di euro al 30 giugno 2015, 1.010,8 milioni di euro al 31 dicembre 2014 e 49,8 milioni di euro al 31 dicembre 2013), tra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita” (4.027,7 milioni di euro al 30 giugno 2015, 4.426,4 milioni di euro al 31 dicembre 2014 e 3.178,5 milioni di euro al 31 dicembre 2013) e tra le “Passività finanziarie di negoziazione” (54,1 milioni di euro al 30 giugno 2015, 68,6 milioni di euro al 31 dicembre 2014 e 53 milioni di euro al 31 dicembre 2013). Con riferimento alle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” si precisa che nel corso del semestre è stato oggetto di cessione l’investimento in BOT di nominali 1 miliardo di euro effettuato a fine 2014. Si precisa che al 30 giugno 2015 le esposizioni a tasso fisso iscritte tra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita” sono oggetto di copertura del rischio tasso di interesse per complessivi 20 milioni di euro nominali (100 milioni di euro al 31 dicembre 2014), mentre quelle inflation linked sono oggetto di copertura del rischio di tasso di interesse e del rischio inflazione per nominali 2.563 milioni di euro (2.945 milioni di euro al 31 dicembre 2014). Si precisa infine che l’Emittente non presenta esposizioni significative concernenti prestiti erogati a favore di Governi centrali e/o locali nonché Enti governativi. Principali indicatori di liquidità 30/06/2015 31/12/2014 30/06/2014 31/12/2013 Loan to Deposit Ratio* 96,9% 92,6% 102,8% 97,6% Liquidity Coverage Ratio** 91,8% 80,8% 121,2% 98,3% Net Stable Fundig Ratio *** 103% 89,5% 79,3% 95,4% *Il loan to deposit ratio è calcolato come rapporto tra impieghi a clienti e raccolta diretta (debiti verso clientela e titoli in circolazione) come riportati nel bilancio consolidato. ** L’indicatore a breve termine o Liquidity Coverage Ratio (LCR) esprime il rapporto tra l’ammontare delle attività prontamente monetizzabili disponibili (la cassa ed i titoli prontamente liquidabili detenuti dalla banca) e lo sbilancio monetario progressivo cumulato ad un mese stimato in condizioni di normalità gestionale. La soglia minima regolamentare è pari al 60% a partire dal 1° ottobre 2015, con un minimo in progressivo aumento fino a raggiungere il 100% dal 1° gennaio 2018; *** L’indicatore Net Stable Funding Ratio è definito come rapporto tra l’ammontare complessivo delle fonti stabili di raccolta (patrimonio della Banca, indebitamento a medio/lungo termine, quota stabile dei depositi) e il valore degli impieghi di medio/lungo periodo. La soglia minima regolamentare sarà pari al 100% a partire dal 1 gennaio 2018. Si precisa che il perimetro di monitoraggio del rischio di liquidità afferisce al c.d. funding liquidity risk, mentre il c.d. market liquidity risk - definito "il rischio di incorrere in perdite a causa di difficoltà nello smobilizzo degli attivi" - viene per antonomasia colto attraverso metriche di rischio (quali ad es. il VaR) che tipicamente afferiscono al rischio di mercato. Esposizione alle operazioni di politica monetaria al 30/06/2015 pag. 19 di 58 Appendice DESCRIZIONE IMPORTO (IN MILIONI DI €) SCADENZA Targeted Longer-Term Refinancing Operations (TLTRO) 1.849,52 26/09/2018 Il profilo di liquidità del Gruppo al 30 giugno 2015 si caratterizzava per la disponibilità di attivi stanziabili presso la BCE non utilizzati, al netto degli haircut, pari ad Euro 3,242 miliardi circa. Si segnala che il Gruppo ha proceduto nel corso dell’esercizio 2014 al rimborso totale delle operazioni di LTRO originariamente attivate con scadenza rispettivamente, il 29 gennaio 2015 per Euro 1,1 miliardi (oltre agli interessi) e il 26 febbraio 2015 per Euro 2,2 miliardi (oltre agli interessi). In particolare, l’estinzione anticipata di LTRO è avvenuta per l’intero ammontare residuo alla data, pari a 1,3 miliardi di euro, con valuta 24 settembre 2014. Esposizione del portafoglio dell’Emittente ai rischi di mercato DATI IN MILIONI DI EURO 30/06/2015 31/12/2014 30/06/2014 31/12/2013 Value at Risk* dell’esposizione al rischio di mercato relativamente al portafoglio di negoziazione (trading book) della Capogruppo 1,20 1,21 1,44 1,27 Value at Risk* dell’esposizione al rischio di mercato relativamente al portafoglio di negoziazione (trading book) della Controllata BPV Finance 0,590 0,591 0,651 0,407 *Il Value at Risk (VaR) è una misura di rischio applicata agli investimenti finanziari. Tale misura indica la perdita potenziale di una posizione di investimento in un orizzonte temporale pari 1 giorno, con un livello di confidenza pari al 99%. È una tecnica comunemente usata da banche d'investimento per misurare il rischio di mercato delle attività che detengono in portafoglio. Il Gruppo utilizza un modello di VaR gestionale, non validato dall’Autorità di Vigilanza. Con riferimento al portafoglio bancario (banking book) segue una simulazione dell’impatto della variazione dei tassi sul margine di interesse. Ipotesi shock curva dei tassi Impatto in euro sul margine d’interesse al 31/12/2014 Impatto in % del margine d’interesse al 31/12/2014 Impatto in euro sul margine d’interesse al 31/12/2013 Impatto in % del margine d’interesse al 31/12/2013 Incremento immediato e parallelo di +50 bps 28.655.549 5,6% -14.584.022 -2,8% Incremento immediato e parallelo di +100 bps 48.378.307 9,5% -15.351.894 -2,9% pag. 20 di 58 Appendice Ipotesi shock curva dei tassi Impatto in euro sul margine d’interesse al 30/06/2015 Impatto in % del margine d’interesse al 30/06/2015 Impatto in euro sul margine d’interesse al 30/06/2014 Impatto in % del margine d’interesse al 30/06/2014 Incremento immediato e parallelo di +50 bps 41.637.954 8,1% 20.179.832 3,8% Incremento immediato e parallelo di +100 bps 84.891.797 16,6% 11.227.230 2,1% I risultati del primo semestre 2015 vedono un incremento del beneficio sul margine di interesse connesso all’aumento dei tassi d’interesse rispetto al primo semestre 2014. Segue la simulazione dell’impatto della variazione dei tassi sul valore del banking book. Ipotesi shock curva dei tassi Impatto in euro sul valore del banking book al 31/12/2014 Impatto in % del Patrimonio di Vigilanza al 31/12/2014 Impatto in euro sul valore del banking book al 31/12/2013 Impatto in % del Patrimonio di Vigilanza al 31/12/2013 Incremento immediato e parallelo di +100 bps -237.678.887 -7,1% -250.488.961 -7,6% Incremento immediato e parallelo di +200 bps -381.129.848 -11,4% -396.042.379 -12% pag. 21 di 58 Appendice Ipotesi shock curva dei tassi Impatto in euro sul valore del banking book al 30/06/2015 Impatto in % dei Fondi Propri al 30/06/2015 Impatto in euro sul valore del banking book al 30/06/2014 Impatto in % dei Fondi Propri al 30/06/2014 Incremento immediato e parallelo di +100 bps -93.431.453 -2,8% -427.866.141 -12,9% Incremento immediato e parallelo di +200 bps -160.223.168 -4,8% -715.260.420 -21,6% I risultati del primo semestre 2015 riflettono la riduzione dell’esposizione asset side rispetto al primo semestre 2014. Con riferimento al rischio di cambio, nel corso del primo semestre 2015 la somma della posizione complessiva netta in cambi e in oro ha superato il 2% del totale dei fondi propri, determinando per il rischio in oggetto il computo di un requisito pari a 3,6 milioni di Euro. Si precisa che nei precedenti esercizi 2014 e 2013, il rischio di cambio non risultava rilevante in quanto il Gruppo non deteneva “valute rilevanti” secondo la definizione delle Disposizioni di Vigilanza (secondo la Circolare Banca d’Italia 285/2013 “si considerano valute rilevanti le valute il cui peso misurato come quota sul totale attivo oppure sul passivo del portafoglio bancario sia superiore al 5 per cento”). *** Credit spread Si segnala che il valore del credit spread del prestito obbligazionario “Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a – Issue of EUR 750.000.000 2,75% Senior Unsecured Notes due 20 March 2020" Codice ISIN XS1205644047, rilevato il 2 novembre 2015 è pari a 434,06 bps. Si precisa inoltre che il medesimo indicatore calcolato come media dei valori giornalieri su 14 giorni di calendario antecedenti e comprendenti il 2 novembre 2015 è pari a 439,00 bps e risulta superiore al credit spread riferito ad un paniere di obbligazioni a tasso fisso senior di Emittenti Finanziari Europei con rating tra BBB- e BBB+2 con medesima durata delle obbligazioni e rilevato alla stessa data pari a 91,82 bps. Si ritiene che il titolo richiamato, consenta di rappresentare coerentemente il credit spread, in considerazione in particolare dell’ammontare in circolazione (euro 750.000.000), dei volumi scambiati sul mercato e della durata residua. *** Dalla chiusura dell’ultimo esercizio al 31 dicembre 2014, per il quale sono state pubblicate informazioni finanziarie sottoposte a revisione, l’Emittente attesta che si sono verificati i seguenti cambiamenti negativi sostanziali delle prospettive dell’Emittente: A partire dal 26 febbraio 2015 la Banca Centrale Europea ha avviato un accertamento ispettivo mirato a valutare la gestione del Risk Management – Market Risk (management del Proprietary Trading e Governance) concluso il 1° luglio 2015. Si fa presente, inoltre, che la stessa BCE, in data 11 marzo 2015, ha informato la Banca Popolare di Vicenza dell’avvio, ai sensi degli artt.10 e 11 del Regolamento di vigilanza unico (SSM Regulation) e dell’art. 142 del Regolamento quadro (SSM Framework Regulation), di una verifica pag. 22 di 58 Appendice in ordine al “Thematic risk governance and risk appetite framework”. Tale verifica ha avuto inizio in data 13 aprile 2015 ed è terminata in data 17 aprile 2015. Nella seduta del 7 luglio 2015 il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Vicenza ha dato mandato al Consigliere Delegato e Direttore Generale Francesco Iorio di effettuare tutti gli accertamenti più opportuni per un’adeguata ricognizione degli assetti patrimoniali della Banca anche alla luce degli esiti dell’ispezione BCE appena conclusa, esiti che saranno formalizzati da quest’ultima presumibilmente nell’ultimo trimestre dell’esercizio. In data 28 agosto 2015 il Consiglio di Amministrazione ha approvato la Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata che, recependo le evidenze preliminari degli esiti ispettivi ed i risultati degli approfondimenti condotti dal Gruppo di Lavoro composto dal management dell'Emittente e da consulenti legali, finanziari, contabili e fiscali di primario standing (vedi par. "Rischi connessi agli accertamenti ispettivi promossi dalle Autorità di vigilanza e allo SREP condotto dalla BCE”), ha registrato un risultato netto negativo pari a 1.053 milioni di euro e, anche per effetto dell’applicazioni di filtri prudenziali sul capitale regolamentare, ha determinato un Common Equity Tier 1 ratio pari al 6,81%, inferiore al requisito minimo indicato dalla BCE, e un Total capital ratio pari al 7,63%, inferiore al requisito minimo regolamentare. Si ritiene che il processo di ricapitalizzazione, finalizzato a ripristinare il livello dei ratio patrimoniali al di sopra dei requisiti, anche prospettici, definiti dalla stessa Banca Centrale Europea, possa ragionevolmente concludersi entro aprile 2016. In data 2 settembre 2015, la società DBRS Ratings ha ridotto di 2 notch il rating di lungo termine di BPVi, portandolo a BB da BBB (low). In data 22 settembre 2015 è stato notificato alla Banca un decreto di perquisizione locale e contestuale sequestro - ex artt. 247 e seguenti c.p.p. - emesso dal Pubblico Ministero, Dott. Luigi Salvadori, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Vicenza. Nell’ambito di tale procedimento penale la Banca risulta indagata per l’illecito amministrativo dipendente da reato previsto e punito dagli artt. 21, co. I, e 25- ter, co I, lett. R), D.Lgs. 8 giugno 2001, n.231 per i reati di cui agli artt. 81, co. II (concorso formale – reato continuato), e 110 c.p. (pena per coloro che concorrono nel reato), 2637 c.c. (aggiotaggio) e 2638 c.c. (ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza) con riferimento ai quali risultano indagati il Presidente Cav. Lav. Dott. Giovanni Zonin, i Consiglieri Dott.ri Giuseppe Zigliotto e Giovanna Maria Dossena nonché l’ex Direttore Generale, Dott. Samuele Sorato, e gli ex Vice Direttori Generali, Dott.ri Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta nell’ambito del procedimento penale N. 5628/15 R.G.N.R. – Mod. 21. Per completezza si precisa che il Consiglio di Amministrazione della Banca, in data 10 novembre 2015, ha preso atto delle dimissioni dalla carica di Consigliere della Dott.ssa Giovanna Dossena, rassegnate con efficacia 5 novembre 2015. Si segnala che sussiste in capo alla Banca il rischio di essere soggetta alle sanzioni previste dal D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231. Inoltre, un’eventuale condanna con sentenza definitiva, degli esponenti coinvolti potrebbe comportare per i medesimi la perdita dei requisiti di onorabilità. Il procedimento, allo stato, è ancora nella fase delle indagini preliminari. In data 2 ottobre 2015, inoltre, la società di rating Fitch ha ridotto di 2 notch il rating a lungo termine assegnato alla Banca Popolare di Vicenza, portandolo a B+ da BB. 2 Il paniere ricomprende titoli di emittenti il cui giudizio di rating appartiene al livello più basso dell’investment grade, precedente il livello speculativo. pag. 23 di 58 Appendice Nella restante parte dell’esercizio proseguirà, attraverso approfondimenti e affinamenti delle analisi, la già citata attività di ricognizione patrimoniale, e non si può escludere che i risultati delle valutazioni e delle stime effettuate alla data della Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 possano differire con impatti sul Bilancio di fine anno. I proventi operativi dovrebbero sostanzialmente riflettere l’andamento del secondo trimestre 2015. I costi risentiranno dell’andamento stagionale e della probabile contabilizzazione del fondo esuberi finalizzato alla riduzione degli organici, con riferimento al quale si prevede l’avvio di un confronto con le OOSS dopo l’approvazione del Piano Industriale. Il costo del credito è previsto in netta riduzione, su livelli tendenzialmente fisiologici rispetto all’attuale contesto di mercato. La Banca, inoltre, potrà beneficiare entro la fine dell’esercizio della plusvalenza derivante dalla già pattuita cessione della partecipazione in ICBPI, la cui esecuzione attualmente al vaglio autorizzativo delle Autorità di vigilanza è attesa per fine anno, con impatto positivo sui Fondi Propri anche in relazione a possibili ulteriori evidenze negative che dovessero emergere nella seconda parte dell’anno dovute all’approfondimento della citata ricognizione patrimoniale. Alla data di redazione del presente Documento non sono noti gli esiti dell’ispezione BCE nonché quelli dell’ispezione Consob ancora in corso. Si precisa, tuttavia, che: (i) la Consob e la Banca Centrale Europea, nella loro qualità di Autorità di vigilanza, hanno il potere di sanzionare l'Emittente ovvero di adottare altri provvedimenti ai sensi della disciplina vigente; e (ii) la Banca Centrale Europea ha anche il potere di richiedere all'Emittente un ammontare di Fondi propri superiore a quanto previsto dalla CRR Directive. L'esercizio di tali poteri da parte delle Autorità di vigilanza potrebbe influire negativamente sulla situazione economica, patrimoniale, finanziaria e sui ratios patrimoniali dell'Emittente. Da ultimo, si segnala che dagli accertamenti ispettivi condotti dalla Banca Centrale Europea e dall'analisi del Gruppo di Lavoro è emerso un rischio di contenzioso con la clientela e con i Soci con riferimento ai rilievi in materia di “Financing of treasury shares Governance e internal controls” e al “Trading on treasury shares – secondary market”. Sussistono altresì rischi di contenzioso con la clientela derivanti dal “Trading on treasury shares: primary market MiFID compliance. Tale contenzioso potrebbe esporre l'Emittente ad alcune responsabilità le quali – unitamente a eventuali sanzioni delle Autorità di vigilanza – influirebbero negativamente sulla sua reputazione e sulla sua situazione economica, patrimoniale e finanziaria. Dalla data di approvazione della Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 avvenuta in data 28 agosto 2015, per la quale sono state pubblicate informazioni finanziarie sottoposte a revisione, l’Emittente attesta che non si sono verificati cambiamenti significativi della situazione finanziaria o commerciale del Gruppo Banca Popolare di Vicenza in aggiunta a quanto rappresentato negli elementi B.4b e B.13 della presente Nota di Sintesi. B.13 Fatti recenti rilevanti La Banca Centrale Europea, con lettera in data 16 febbraio 2015, ha informato la Banca Popolare di Vicenza dell’avvio, a partire dal 26 febbraio 2015, di un accertamento ispettivo mirato a valutare la gestione del Risk Management – Market Risk (management del Proprietary Trading e Governance) conclusosi il 1° luglio 2015. Si fa presente, inoltre, che la stessa BCE, in data 11 marzo 2015, ha informato la Banca Popolare di Vicenza dell’avvio, ai sensi degli artt. 10 e 11 del Regolamento di vigilanza unico (SSM Regulation) e dell’art. 142 del Regolamento quadro (SSM Framework Regulation), di una verifica in ordine al “Thematic risk governance and risk appetite framework”. Tale verifica ha avuto inizio in data 13 aprile 2015 ed è terminata in data 17 aprile 2015. Gli esiti pag. 24 di 58 Appendice definitivi di entrambi gli accertamenti della BCE non sono stati ancora trasmessi formalmente alla Banca. La verifica relativa alla gestione del Risk Management – Market Risk ha riguardato, tra l’altro, anche l’accertamento delle modalità di sottoscrizione degli aumenti di capitale 2013 e 2014 effettuati dalla Banca nonché di negoziazione delle azioni proprie in contropartita del “Fondo per acquisto azioni proprie”. Al riguardo, il documento di “exit meeting” illustrato al Consiglio di Amministrazione, al Collegio Sindacale e al management della Banca a conclusione dell’ispezione da parte del team della BCE, ha evidenziato taluni profili di anomalia/rilievi relativamente, e in via prioritaria, a: i) operazioni di acquisto e sottoscrizione delle azioni della Banca, governance e sistemi di controllo interno (“Financing of tresury shares Governance e internal controls” e “Trading on trading shares – secondary market”); ii) rispetto della normativa MIFID nel collocamento degli ultimi aumenti di capitale (“Trading on treasury shares: primary market MIFID compliance”). In particolare, gli accertamenti condotti hanno rilevato, con riferimento agli aumenti di capitale 2013 e 2014 e alle negoziazioni sul mercato secondario nel periodo gennaio 2014 – febbraio 2015, effettuate in contropartita al “Fondo per acquisto azioni proprie”, che parte delle sottoscrizioni/acquisti delle azioni della Banca sono collegate ad operazioni di finanziamento finalizzate all’acquisto delle azioni stesse; inoltre, sono stati rilevati altri profili di anomalia nella gestione dei rapporti con i Soci/Azionisti. Gli accertamenti della BCE sono stati condotti con il supporto della Direzione Internal Audit della Banca e delle altre funzioni aziendali che hanno fornito dati e informazioni necessari al completamento delle analisi del gruppo ispettivo della BCE. Gli accertamenti ispettivi (le cui risultanze non sono ancora definitive) hanno evidenziato, tra l’altro, carenze (i) nelle strategie e nei processi adottati dall’Emittente per valutare e gestire il proprio fabbisogno patrimoniale; (ii) nelle valutazioni dei rischi operativi e reputazionali connessi alle problematiche emerse durante l’ispezione della BCE; nonché (iii) nei dispositivi, processi, meccanismi e strategie adottati dall’Emittente per la gestione dei rischi della Banca. BCE ha tenuto conto delle risultanze dei suddetti accertamenti anche ai fini del Supervisory Review and Evaluation Process (Processo di Revisione e Valutazione Prudenziale - SREP) del 2015; nel contesto di tale processo la BCE, in data 23 settembre 2015, in conformità alla disciplina applicabile, ha anticipato alla Banca l’intenzione di fissare il requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio su base consolidata al 10,25% (c.d. draft decision); alla data del presente Documento tale decisione non è ancora stata formalizzata in via definitiva dall’Autorità di Vigilanza, non si può pertanto escludere che detto obiettivo di capitalizzazione sia ulteriormente rivisto per maggiori informazioni in merito agli accertamenti ispettivi eseguiti dalla BCE e allo SREP 2015 si veda il paragrafo D.2 “Principali rischi specifici per l’Emittente” sotto paragrafo “Rischi connessi agli accertamenti ispettivi promossi dalle Autorità di Vigilanza e allo SREP condotto dalla BCE” della Sezione D - Rischi della presente Nota di Sintesi. Relativamente ai predetti profili di anomalia, la Banca ha prontamente costituito un Gruppo di lavoro, formato da consulenti legali, finanziari, contabili e fiscali di primario standing e dal management della Banca, incaricato di effettuare una ricognizione dei rischi e dei potenziali impatti economici-patrimoniali rivenienti dalla circostanze riscontrate dal gruppo ispettivo della BCE e a rispondere nel contempo alla richieste della stessa BCE formulate nel pre-closing meeting. Le attività svolte dal Gruppo, che sono risultate particolarmente estese e complesse, saranno oggetto di approfondimento e affinamento nei prossimi mesi. Gli Amministratori ritengono che l’esito delle analisi svolte fino all’approvazione della Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 e delle relative valutazioni abbiano costituito una ragionevole base per la pag. 25 di 58 Appendice predisposizione della stessa Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata e siano pertanto ivi adeguatamente riflesse. In particolare, l’importo complessivo dei finanziamenti erogati dalla Banca individuato a seguito delle analisi svolte come correlato all’acquisto o alla sottoscrizione di azioni della Banca è pari a 974,9 milioni di euro. Con riferimento a tale fenomeno, la Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 evidenzia l’iscrizione di una riserva indisponibile ai sensi dell’art. 2358, comma 6, cod. civ. per un ammontare pari a tale capitale oggetto di operazioni di finanziamento, dedotte le rettifiche di valore per merito creditizio (pari a 23,5 milioni di euro) e gli specifici accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri (pari ad € 339,7 milioni di euro) che si è ritenuto di rilevare prudenzialmente in considerazione dei rischi associati a posizioni specifiche. L’ammontare della predetta riserva indisponibile è pari quindi a 611,6 milioni di euro. Inoltre, le verifiche condotte hanno altresì fatto emergere altri profili di rischio in connessione con alcune posizioni specifiche, per un importo allo stato determinato in 26,5 milioni di euro, a fronte dei quali è stato prudenzialmente effettuato un accantonamento al fondo per rischi ed oneri di 15,9 milioni di euro. Quanto sopra incide anche, e per l’intero importo del capitale interessato dai fenomeni citati, sui Fondi Propri della Banca al 30 giugno 2015, cui - in coerenza con le indicazioni della BCE - è stato applicato un “filtro prudenziale” il cui importo, tenuto conto delle svalutazioni e degli accantonamenti effettuati, ammonta a 622,2 milioni di euro. Si rappresenta che l’effettuazione delle complesse stime in merito ai potenziali rischi connessi ai profili di anomalia/rilievi emersi dagli accertamenti ispettivi della BCE è stata compiuta al meglio delle informazioni disponibili fino all’approvazione della Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015, e tenuto conto dei principi contabili applicabili. Relativamente ai sopra citati potenziali profili di anomalia connessi alla corretta applicazione della normativa MIFID sussistono rischi di contenzioso con la clientela che potrebbero generare passività allo stato valutate come possibili e pertanto, conformemente allo IAS 37, non sono stati previsti specifici accantonamenti nella Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015. Si segnala inoltre che sussiste un rischio di contenzioso con la clientela e con i Soci con riferimento ai rilievi della BCE in materia di “Financing of treasury shares Governance e internal controls” e al “Trading on treasury shares – secondary market” che potrebbe esporre l'Emittente ad alcune responsabilità le quali – unitamente a eventuali sanzioni delle Autorità di vigilanza – influirebbero negativamente sulla sua reputazione e sulla sua situazione economica, patrimoniale e finanziaria. Per tale fattispecie di rischio al 30 giugno 2015 sono stati contabilizzati accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri per 371,1 milioni di euro. Si ritiene tuttavia di precisare che le attività di approfondimento e affinamento delle suddette analisi da parte della Banca finalizzate all’acquisizione di nuovi e ulteriori elementi informativi di dettaglio proseguiranno anche nell’ultima parte dell’esercizio e non può escludersi che i risultati delle valutazioni e delle stime effettuate fino all’approvazione della Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 possano pertanto differire, con impatti sul bilancio di fine esercizio, anche a seguito del ricevimento del rapporto ispettivo finale che sarà emesso dalla BCE. Anche conseguentemente ai suindicati effetti, la Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata ha evidenziato, una carenza di capitale: al 30 giugno 2015, infatti, il CET1 ratio ed il Total Capital Ratio risultano pari, rispettivamente al 6,81% e al 7,63%, a fronte di un requisito richiesto dalla BCE pari rispettivamente al 10,3% (10,25% in base alla draft decision della BCE del 23 settembre 2015) e 11,0%. Si sottolinea che il Total Capital Ratio si colloca al di sotto del limite minimo regolamentare dell’8%, previsto dall’art. 92 del Regolamento Delegato (UE) n 241/2014 (cosiddetto CRR). pag. 26 di 58 Appendice Alla luce di tali risultati e degli esiti (seppur non definitivi) riflessi nella Relazione Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 degli accertamenti ispettivi condotti dalla BCE nel corso del 2015, che hanno fatto emergere, tra l’altro, carenze nel sistema di controllo interno della Banca, sia sotto il profilo dei processi e dei dispositivi che sotto quello dello staffing in data 29 settembre 2015 la Banca ha perfezionato, nell’ambito del Programma EMTN, un’emissione subordinata Tier 2 per nominali 200 milioni di Euro, destinata a investitori istituzionali e avviato l’individuazione di ulteriori azioni da intraprendere. L’operazione ha consentito di riportare il Total Capital Ratio al di sopra dell’8%. Con la citata draft decision del 23 settembre 2015, la BCE, oltre al requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio su base consolidata, ha anticipato l’intenzione di richiedere alla Banca (i) la presentazione e implementazione, entro aprile 2016, di un piano di rafforzamento patrimoniale volto a rispristinare i requisiti minimi (capital plan); (ii) il rafforzamento dei sistemi di controllo interno; (iii) l’attuazione di strategie conservative, nonché di uno specifico contingency plan, in materia di gestione della liquidità; (iv) il rafforzamento dei presidi organizzativi di cui al processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale ICAAP di Gruppo - Internal Capital Adequacy Assessment Process. Si ricorda che alla data del presente Documento detta decisione non è ancora stata formalizzata dall’Autorità di Vigilanza. Inoltre, sempre tenuto conto di quanto sopra, il nuovo management della Banca ha predisposto, nell’ambito del nuovo Piano Industriale 2015-2020, che è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione il 30 settembre 2015 e sulla base del piano di ricapitalizzazione approvato in data 28 agosto 2015, un programma di rafforzamento patrimoniale (capital plan) finalizzato a ripristinare i valori dei coefficienti al di sopra dei requisiti minimi, anche prospettici, definiti dalla stessa BCE. Tale programma comprende - oltre alla suddetta emissione di un prestito obbligazionario subordinato - la realizzazione secondo le tempistiche indicate da BCE (vale a dire entro aprile 2016) di un aumento di capitale, previsto fino a 1,5 miliardi di euro, da sottoporre all’approvazione dell‘Assemblea Straordinaria dei soci, rispetto al quale la Banca ha già sottoscritto con UniCredit Group un accordo preliminare di garanzia, a condizioni e termini di mercato. Il capital plan è in corso di finalizzazione e sarà sottoposto all’attenzione della BCE non appena quest’ultima formalizzerà la relativa richiesta. Qualora l’Emittente non riuscisse a completare con successo il capital plan entro i termini indicati o a rispettare ulteriori requisiti che la BCE potrà imporre all'Emittente di volta in volta, l'Emittente potrà essere soggetto ad azioni straordinarie e/o misure da parte delle Autorità competenti, che possono includere, tra gli altri, l'amministrazione straordinaria, prevista dal Decreto Legislativo n 385 del 1 settembre 1993, il “Testo Unico Bancario" in vigore alla data del presente Documento, o l'applicazione degli strumenti di risoluzione di cui alla Direttiva 2014/59/EU (Bank Recovery and Resolution Directive – BRRD). A tali interventi si aggiungerà la già pattuita cessione della partecipazione detenuta nell’ICBPI, la cui esecuzione è attesa per fine anno. Si segnala, per completezza, che al 30 settembre 2015 l’indicatore Liquidity Coverage Ratio (LCR) presentava un valore pari al 90,6%, sostanzialmente in linea con quello di giugno (91,8%). Si segnala, inoltre, che la Consob a partire dal 22 aprile 2015 ha avviato una verifica ispettiva ai sensi dell’art. 10, comma 1, e del combinato disposto degli artt. 115, comma 1, lett. c) e 116, comma 1 del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (T.U.F.) al fine di accertare, tra l’altro, i presidi volti a gestire il conflitto di interessi insito nel collocamento di titoli di propria emissione, il processo di definizione della proposta di aggiornamento del valore delle proprie azioni annualmente deliberata dal Consiglio di Amministrazione, la valutazione dell'adeguatezza degli investimenti della clientela, nonché la gestione degli pag. 27 di 58 Appendice ordini della clientela aventi ad oggetto la vendita di azioni proprie. Alla data di redazione del presente Documento l’esito degli accertamenti in parola non è stato ancora reso noto alla Banca. Si precisa pertanto che non si può escludere che le valutazioni cui potrebbe giungere la Consob, per i profili di competenza possano avere impatto anche economico sul bilancio di fine esercizio. Si informa, infine, che in data 30 settembre 2015 è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Emittente il nuovo Piano Industriale del Gruppo BPVi 2015-2020. Il Piano è finalizzato ad una strategia di rilancio che si fonda sulla valorizzazione del modello di Banca Commerciale radicata sul territorio, focalizzata sulla clientela Corporate, PMI e sulle famiglie, punto di riferimento per il Nord-Est e per le altre aree di rilevante insediamento. La Banca avvierà un percorso di semplificazione operativa e di importante sviluppo dell’attività di intermediazione creditizia tradizionale, concentrandosi principalmente sulle attività di distribuzione e di servizio alla clientela. Il Piano ha l’obiettivo di consentire alla Banca di raggiungere livelli di redditività e di patrimonializzazione coerenti con il proprio consistente potenziale, continuando a svolgere il ruolo di protagonista sul territorio, nel Nord-Est e nelle altre regioni di riferimento. La nuova mission che il Gruppo si è dato è di servire le imprese e gli imprenditori con un modello di servizio dedicato e a 360°, e di servire le famiglie e i piccoli operatori economici con un’offerta di prodotti bancari e finanziari di qualità, semplice e conveniente, attraverso strutture di filiale che uniranno alla snellezza operativa una maggiore capacità di consulenza e di servizio. Il Piano 2015-2020 si sviluppa su 6 linee guida principali: • Trasformazione in S.p.A. quotata (prevedibilmente entro aprile 2016) e rinnovamento della Governance (prevedibilmente entro giugno 2016). • Solidità, rafforzata anche attraverso l’aumento di capitale fino a 1,5 miliardi di euro, da realizzare secondo le tempistiche indicate da BCE (allo stato entro aprile 2016), con il raggiungimento di ratio patrimoniali a livello dei principali operatori nazionali, una posizione di liquidità rafforzata ed il miglioramento strutturale del sistema dei controlli interni. • Ridisegno dei modelli di servizio alla clientela, con la creazione di 2 divisioni commerciali: una dedicata alle comunità del territorio (Community Bank), a servizio di famiglie e piccoli operatori economici, e l’altra focalizzata sulla clientela Corporate, PMI e Private (Corporate & Private Bank), organizzata per fornire servizi di elevata qualità alle imprese e agli imprenditori. • Trasformazione e semplificazione del modello operativo, con la semplificazione della struttura organizzativa della banca e del gruppo, l’esternalizzazione di alcune attività a basso valore aggiunto, il controllo rigoroso della spesa e lo sviluppo di processi di gestione e valutazione del personale su basi meritocratiche uniti al continuo accrescimento delle competenze e capacità professionali. • Gestione attiva del credito, con una più efficace piattaforma di gestione del credito, la cessione di portafogli di sofferenze e il ricorso selettivo all’outsourcing. • Riqualificazione dell’attivo, con un focus esclusivo sul business bancario, la dismissione delle attività non strategiche e non funzionali allo svolgimento dell’attività di banca commerciale. Non vi sono certezze circa la realizzazione del Piano Industriale in quanto potrebbe rendersi necessaria una revisione dello stesso a seguito di significativi cambiamenti del contesto macroeconomico ed operativo, connessi ad esempio all’evoluzione del PIL, a novità legislative e/o regolamentari, etc. La capacità della Banca di compiere le azioni e/o di rispettare gli obiettivi previsti dal Piano Industriale, dipende da numerose assunzioni e circostanze, alcune delle quali si trovano al di fuori del controllo della Banca. Tali assunzioni e/o tali pag. 28 di 58 Appendice circostanze potrebbero non verificarsi, o verificarsi soltanto in parte, oppure in maniera diversa, ovvero, infine, potrebbero cambiare nel corso del periodo di riferimento del Pian medesimo. Si segnala che qualora la Banca non dovesse realizzare efficacemente il Piano Industriale, anche per cause ad essa non imputabili, ciò potrebbe influire negativamente sulla situazione economica, patrimoniale, finanziaria e sui ratios patrimoniali dell'Emittente. Ove ciò accadesse, l’Emittente potrebbe essere soggetto, tra l’altro, ad eventuali provvedimenti da parte della BCE e delle altre Autorità di Vigilanza competenti volti a ristabilire le condizioni di patrimonializzazione e di sostenibilità della Banca. In tal caso, inoltre, una o più agenzie di rating potrebbero operare un downgrade dei rating della Banca con conseguente incremento del costo del funding. Si segnala, inoltre, che la trasformazione della Banca in una società per azioni quotata e l’attuazione dell’aumento di capitale sono soggette all’approvazione dell’Assemblea Straordinaria dei Soci della Banca. Ove, anche per il mancato raggiungimento del quorum deliberativo, non venga deliberata la trasformazione, l’Emittente potrebbe deliberare di ridurre il valore del proprio attivo consolidato, calcolato ai sensi delle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia (Circolare 285 del 17 dicembre 2013 e successivi aggiornamenti), al di sotto del limite di 8 miliardi di euro previsto dall’articolo 28 del TUB. Inoltre, qualora l’Emittente non deliberi né la trasformazione in società per azioni né la riduzione dell’attivo sotto la soglia prevista dal TUB, Banca d’Italia e/o BCE, fermi restando i relativi poteri sanzionatori, possono adottare, secondo le rispettive competenze, i provvedimenti ritenuti opportuni per assicurare il rispetto della normativa di settore da parte dell’Emittente e, tra l’altro, vietare alla Banca di intraprendere nuove operazioni, adottare i provvedimenti previsti dal TUB nel contesto della disciplina sull’amministrazione straordinaria, proporre e/o disporre la revoca dell’autorizzazione dell’attività bancaria e proporre al Ministro dell’economia e delle finanze la liquidazione coatta amministrativa. Si noti, altresì, che ove l’Emittente non riuscisse a realizzare con successo, entro i termini indicati, l’operazione di aumento di capitale, potrebbe essere soggetto ad azioni straordinarie e/o misure da parte delle Autorità di Vigilanza competenti, che possono includere, tra gli altri, l’amministrazione straordinaria prevista dal TUB in vigore alla data del presente Documento, o l’applicazione degli strumenti di risoluzione di cui alla BRRD. Per maggiori informazioni si rinvia al paragrafo B.4b “Descrizione delle tendenze note riguardanti l’Emittente e i settori in cui opera” della Sezione B - Emittente della presente Nota di Sintesi. B.14 Struttura del Gruppo L’Emittente è la società capogruppo del Gruppo Bancario Banca Popolare di Vicenza, iscritto dal 15 giugno 1992 al n. 1515 dell'Albo Gruppi Bancari tenuto da Banca d’Italia (codice ABI 5728) e al n. A159632 dell’Albo Società Cooperative (sezione cooperative diverse). In qualità di capogruppo, l’Emittente esercita i poteri di direzione e coordinamento ed emana alle società ed entità del Gruppo le disposizioni per l'esecuzione delle istruzioni impartite dalle autorità competenti. B.15 Principali attività L’Emittente è una «banca popolare» costituita in forma di società cooperativa per azioni e come tale è soggetta alle disposizioni previste nel TUB. In quanto autorizzata dalla Banca d’Italia, esercita l’attività bancaria della raccolta del risparmio tra il pubblico e dell’esercizio del credito nelle sue varie forme, tanto nei confronti dei soci quanto nei confronti dei non soci, in conformità alla legislazione vigente e ispirandosi ai principi del credito popolare. In particolare, l’Emittente, così come le altre banche del Gruppo, svolge la propria attività di intermediazione creditizia avendo come clientela di riferimento principalmente privati e professionisti, nei loro diversi segmenti, e piccole e medie imprese caratterizzanti il tessuto economico del territorio di riferimento dell’Emittente stessa. A questo target di clientela l’Emittente, anche attraverso le proprie controllate/partecipate facenti o meno parte del gruppo bancario, si propone con una gamma di prodotti e servizi bancari e finanziari appartenenti sia ai comparti pag. 29 di 58 Appendice tradizionali del commercial banking sia a quelli a maggior valore aggiunto come il credito al consumo, gli investimenti di private equity, la bancassurance e la finanza d’impresa. B.16 Informazioni relative agli assetti proprietari Alla data del Documento di Registrazione nessun soggetto, sia esso persona fisica o giuridica, risulta esercitare direttamente o indirettamente il controllo sull’Emittente ai sensi dell’art. 93 del TUF. Il capitale dell’Emittente è variabile, come peraltro indicato nell’art. 5 dello Statuto. Alla data del Documento di Registrazione il capitale sociale sottoscritto e versato ammonta ad Euro 352.677.765,00 rappresentato da n. 94.047.404 azioni del valore nominale unitario pari a Euro 3,75. B.17 Rating I giudizi di rating assegnati a Banca Popolare di Vicenza sono i seguenti: Fitch Ratings DBRS Lungo termine (long term) B+ BB Breve termine (short term) B R-4 Previsioni (outlook) Evolving Negative (lungo termine) Stable (breve termine) Data ultimo report 02/10/2015 02/09/2015 Alle obbligazioni non è stato assegnato alcun rating. *** In data 2 settembre 2015 la società di rating DBRS, dopo un periodo di osservazione della durata di 3 mesi (i rating di BPVi sono stati posti sotto revisione con implicazioni negative il 15 maggio 2015), ha ridotto di 2 notch i seguenti rating di BPVi: • il rating a lungo termine è stato ridotto a BB da BBB(low), confermando il trend (outlook) negativo. Il nuovo giudizio pone il rating di BPVi in area “Speculativa - Non investment grade”; • il rating a breve termine è stato portato ad R-4 da R-2(low), con trend (outlook) portato a stabile da negativo; • il giudizio individuale (IA, Intrinsic Assessment) della Banca, abbassato a BB da BBB(low). DBRS, infine ha confermato il giudizio sul supporto, pari a SA-3. In data 2 ottobre 2015, inoltre, la società di rating Fitch, dopo un periodo di osservazione della durata di quasi 3 mesi (i rating di BPVi sono stati posti sotto osservazione per un possibile downgrade il 15 luglio 2015), ha ridotto di 2 notch il rating a lungo termine assegnato alla Banca Popolare di Vicenza, portandolo a B+ da BB. L’outlook del rating a lungo termine è stato portato a evolving, che indica la possibilità che il rating possa essere migliorato, peggiorato, o anche rimanere invariato a seconda della capacità della Banca di portare a termine il turnaround e di realizzare con successo l’annunciata strategia a breve e medio termine. pag. 30 di 58 Appendice Sezione C – Strumenti Finanziari C.1 Tipologia e classe Le Obbligazioni a Tasso Misto sono titoli di debito che danno diritto al rimborso del 100% del valore nominale alla scadenza ed al pagamento posticipato di cedole a tasso fisso ed a tasso variabile (o viceversa) con periodicità trimestrale o semestrale o annuale. Durante la vita del Prestito gli obbligazionisti riceveranno il pagamento di una o più cedole fisse e di una o più cedole variabili (o viceversa). Ciascuna cedola fissa darà diritto al pagamento di un ammontare predeterminato in ragione di un tasso di interesse fisso. Ciascuna cedola variabile sarà calcolata in ragione dell’andamento del tasso Euro Interbank Offered Rate (“EURIBOR”) a 3 mesi, a 6 mesi o a 12 mesi (i “Parametri di indicizzazione” e ciascuno il “Parametro di Indicizzazione”), in dipendenza della periodicità della cedola, sul quale sarà eventualmente applicato uno spread, ovvero un differenziale percentuale in aumento o in diminuzione del parametro di indicizzazione prescelto. In ogni caso le cedole non potranno avere valore negativo. Le cedole fisse e le cedole variabili saranno pagate, in via posticipata, con frequenza trimestrale, semestrale o annuale. Codice Isin: IT0005140261 C.2 Valuta di emissione Le obbligazioni oggetto della presente Offerta sono emesse in euro. C.5 Restrizioni alla libera trasferibilità Non esistono restrizioni alla libera trasferibilità delle Obbligazioni, salvo le disposizioni di legge vigenti in materia. Tuttavia, le Obbligazioni che saranno emesse nell’ambito del Programma non sono state né saranno registrate ai sensi del Securities Act del 1933, e successive modifiche, vigente negli Stati Uniti d’America (il “Securities Act”) né ai sensi delle corrispondenti normative in vigore in Canada, Giappone, Australia o in qualunque altro paese nel quale l’offerta, l’invito ad offrire o l’attività promozionale relativa alle Obbligazioni non siano consentiti in assenza di esenzione o autorizzazione da parte delle autorità competenti (gli “Altri Paesi”) e non potranno conseguentemente essere offerte, vendute o comunque consegnate, direttamente o indirettamente, negli Stati Uniti d’America, in Canada, in Giappone, in Australia o negli Altri Paesi. C.8 Descrizione dei diritti connessi agli strumenti finanziari / Ranking degli strumenti finanziari Le Obbligazioni incorporano i diritti previsti dalla normativa vigente per i titoli della stessa categoria e quindi segnatamente il diritto alla percezione delle cedole d’interesse alle date di pagamento interessi (per le Obbligazioni Zero Coupon gli interessi sono intesi come differenza tra il Prezzo di Rimborso e il Prezzo di Emissione) ed al rimborso del capitale alla data di scadenza. Per le Obbligazioni che prevedono la facoltà di Rimborso Anticipato, il rimborso del capitale potrà avvenire in una data antecedente la scadenza del Prestito. Le Obbligazioni del presente Programma rappresentano una forma di indebitamento non garantita dall'Emittente. Non sussistono clausole di subordinazione, fatto salvo quanto indicato nella sezione D, paragrafo D.3 “Principali rischi specifici per gli Strumenti Finanziari”, sottoparagrafo “Rischio connesso all’utilizzo del “bail in” e degli altri strumenti di risoluzione previsti dalla Direttiva Europea in tema di risanamento e risoluzione degli enti creditizi” del presente documento, in merito all’utilizzo del bail in e degli altri strumenti di risoluzione prevista dalla Direttiva Europea in tema di risanamento e risoluzione degli enti creditizi. C.9 Caratteristiche fondamentali di ogni tipologia di Obbligazioni offerte Data di godimento: 4 dicembre 2015 Periodicità di pagamento degli interessi: trimestrale Periodo con interessi a tasso fisso (dal 4 dicembre 2015 al 4 dicembre 2016): • Tasso di interesse: 3,00% nominale annuo lordo; pag. 31 di 58 Appendice • Date di pagamento degli interessi fissi: 4 marzo 2016, 4 giugno 2016, 4 settembre 2016 e 4 dicembre 2016. Periodo con interesse a tasso variabile (dal 4 dicembre 2016 al 4 dicembre 2018): • Tasso di interesse di ogni cedola variabile: (Tasso EURIBOR tre mesi + 1,50%) / 4 • Descrizione del Parametro di Indicizzazione: Tasso EURIBOR (Euro Interbank Offered Rate) tre mesi determinato da EBF (Banking Federation of the European Union) e da ACI (The Financial Market Association); • Spread: + 1,50%; • Date di pagamento degli interessi variabili: 4 marzo 2017, 4 giugno 2017, 4 settembre 2017, 4 dicembre 2017, 4 marzo 2018, 4 giugno 2018, 4 settembre 2018 e 4 dicembre 2018 Data di scadenza: 4 dicembre 2018 Rendimento effettivo ipotetico: 1,99% annuo lordo (1,47% annuo al netto della ritenuta fiscale al 26%). Rappresentante dei detentori dei titoli di debito Non è prevista la costituzione di organizzazioni per rappresentare gli interessi dei portatori delle Obbligazioni. C.10 Componente Derivativa Non applicabile in relazione al tasso cedolare delle singole Obbligazioni. C.11 Mercati regolamentati o equivalenti presso i quali gli Strumenti Finanziari potrebbero essere ammessi alla quotazione L’Emittente ha chiesto l’ammissione delle obbligazioni alla negoziazione nel sistema multilaterale gestito da EuroTLX SIM S.p.A., denominato EuroTLX, al quale ha aderito in qualità di liquidity provider. Qualora le Obbligazioni non fossero ammesse alla negoziazione sul sistema multilaterale di negoziazione EuroTLX ovvero su altri mercati regolamentati entro la data di inizio del periodo di Offerta, l’Offerta non sarà efficace, l’Emittente non darà inizio al collocamento e procederà al ritiro ed all’annullamento della stessa. Sezione D – Rischi D.2 Principali rischi specifici per l’Emittente Banca Popolare di Vicenza ritiene che i seguenti fattori di rischio potrebbero influire sulla capacità dell’Emittente di adempiere ai propri obblighi, derivanti dagli strumenti finanziari emessi, nei confronti degli investitori. Tali investitori sono, altresì, invitati a valutare gli specifici fattori di rischio connessi agli strumenti finanziari stessi. Ne consegue che i presenti fattori di rischio devono essere letti congiuntamente, oltre che alle altre informazioni contenute nel Documento di Registrazione, ai relativi fattori di rischio concernenti i titoli offerti ed indicati nella relativa Nota Informativa. Rischio relativo al credit spread dell’Emittente Si richiama l’attenzione dell’investitore sulla circostanza che il credit spread (inteso come differenza tra il rendimento di un’obbligazione plain vanilla di riferimento dell’Emittente e il tasso Interest Rate Swap di durata corrispondente) rilevato il 2 novembre 2015 è pari a 434,06 bps. Inoltre il medesimo indicatore calcolato come media dei valori giornalieri su 14 giorni di calendario antecedenti e comprendenti la data di rilevazione del 2 novembre 2015 è pari a 439,00 bps e risulta superiore al credit spread riferito ad un paniere di obbligazioni a tasso pag. 32 di 58 Appendice fisso senior di Emittenti Finanziari Europei con rating tra BBB- e BBB+3 con medesima durata delle obbligazioni e rilevato alla stessa data pari a 91,82 bps. Considerato che un elevato livello di credit spread è espressione di un rischio di credito dell’Emittente valutato dal mercato come significativo, si invita dunque l’investitore a considerare anche tale indicatore al fine di un ulteriore apprezzamento della rischiosità dell’Emittente. Rischi connessi all’adeguatezza patrimoniale e alla realizzazione del piano di rafforzamento patrimoniale I Fondi propri e i Requisiti in materia di Fondi propri al 30 giugno 2015 e al 31 dicembre 2014 sono stati determinati secondo le regole del nuovo framework regolamentare di Basilea 3, incluse le disposizioni transitorie e le discrezionalità nazionali, che hanno trovato applicazione a far data dal 1° gennaio 2014 a seguito dell’emanazione del Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 (CRR) e della Direttiva 2013/36/UE del 26 giugno 2013 (CRD IV). A tal riguardo si precisa che il Gruppo si è avvalso della facoltà di sterilizzare le riserve da valutazione riferibili ai titoli di debito emessi da Amministrazioni Centrali di Paesi dell’Unione Europea detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita’’, ivi incluse le riserve da valutazione riferibili ad operazioni di cash flow hedge in essere su detti titoli, includendo anche la quota parte riferibile alle società consolidate con il metodo del patrimonio netto. Nella tabella riportata di seguito sono indicate le principali informazioni di sintesi sulla posizione di vigilanza del Gruppo al 30 giugno 2015 e agli esercizi chiusi al 31 dicembre 2014 e 2013. (1) I dati al 31 dicembre 2013 sono stati determinati secondo le previgenti regole di vigilanza prudenziale di Basilea 2. La soglia minima regolamentare relativamente al Total Capital ratio era pari all’8%. (2) Capitale primario di classe 1 / Attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio). A partire dal 1° gennaio 2015 la soglia minima regolamentare, comprensiva anche della riserva di conservazione del capitale del 2.5%, è pari al 7%. (3) Capitale di classe 1 / Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio). A partire dal 1° gennaio 2015 la soglia minima regolamentare, comprensiva anche della riserva di conservazione del capitale del 2.5%, è pari all’8,5%. (4) Totale fondi propri / Attività di rischio ponderate (Total capital ratio). A partire dal 1° gennaio 2015 la soglia minima regolamentare, comprensiva anche della riserva di conservazione del capitale del 2.5%, è pari al 10,5%. Si precisa che, in data 7 maggio 2015, la BCE ha comunicato alla Banca che il requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio è stato portato al 10,3% dal precedente 11%. Il requisito minimo in termini di Total capital ratio è stato mantenuto all’11%. Quanto sopra è riconducibile alle valutazioni svolte dalla 3 Il paniere ricomprende titoli di emittenti il cui giudizio di rating appartiene al livello più basso dell’investment grade, precedente il livello speculativo. pag. 33 di 58 Appendice BCE in merito al recepimento nel bilancio 2014 delle rettifiche di valore su crediti legate all’esercizio di Asset Quality Review. A seguito, invece, del Supervisory-Review and Evaluation Process (Processo di Revisione e Valutazione Prudenziale - SREP) del 2015, che tiene tra l’altro conto degli esiti dell’ispezione condotta dalla BCE nel corso del corrente esercizio, la BCE, in data 23 settembre 2015, in conformità alla disciplina applicabile, ha anticipato alla Banca l’intenzione di fissare il requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio su base consolidata al 10,25% (c.d. draft decision); alla data del presente Documento tale decisione non è ancora stata formalizzata in via definitiva dall’Autorità di Vigilanza, non si può pertanto escludere che detto obiettivo di capitalizzazione sia ulteriormente rivisto. Per maggiori informazioni in merito agli accertamenti ispettivi eseguiti dalla BCE e allo SREP 2015 si veda il sotto paragrafo “Rischi connessi agli accertamenti ispettivi promossi dalle Autorità di Vigilanza e allo SREP condotto dalla BCE” relativo alla presente Sezione. Il Common Equity Tier 1 Ratio e il Tier 1 Ratio si attestano entrambi al 6,81% (10,44% al 31 dicembre 2014), al di sotto del requisito minimo indicato dalla BCE, mentre il Total Capital Ratio risulta pari al 7,63% (11,55% al 31 dicembre 2014) e si colloca su valori inferiori ai minimi regolamentari. Il deficit rispetto ai requisiti minimi regolamentari di Total capital ratio (8%) incluso il requisito combinato di riserva di capitale (2,5%) al 30 giugno 2015 è pari a 750,7 milioni di Euro, a fronte di un surplus di 305,6 milioni di Euro al 31 dicembre 2014. Alla luce di quanto precede e degli esiti (seppur non definitivi) riflessi nella Relazione Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 degli accertamenti ispettivi condotti dalla BCE nel corso del 2015, che hanno fatto emergere, tra l’altro, carenze nel sistema di controllo interno della Banca, sia sotto il profilo dei processi e dei dispositivi che sotto quello dello staffing (per maggiori dettagli si rinvia al sotto paragrafo “Rischi connessi agli accertamenti ispettivi promossi dalle Autorità di Vigilanza e allo SREP condotto dalla BCE” della presente Sezione ) in data 29 settembre 2015 il nuovo management ha perfezionato, nell’ambito del Programma EMTN, un’emissione subordinata Tier 2 per nominali 200 milioni di Euro, destinata a investitori istituzionali. L’operazione ha consentito di migliorare il Total Capital Ratio, il cui dato pro-forma al 30 giugno 2015 si posiziona al di sopra dell’8,00%. Con la citata draft decision del 23 settembre 2015, la BCE, oltre al requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio su base consolidata, ha anticipato l’intenzione di richiedere alla Banca (i) la presentazione e implementazione, entro aprile 2016, di un piano di rafforzamento patrimoniale volto a rispristinare i requisiti minimi (capital plan); (ii) il rafforzamento dei sistemi di controllo interno; (iii) l’attuazione di strategie conservative, nonché di uno specifico contingency plan, in materia di gestione della liquidità; (iv) il rafforzamento dei presidi organizzativi di cui al processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale ICAAP di Gruppo - Internal Capital Adequacy Assessment Process. Si ricorda che alla data del presente Documento detta decisione non è ancora stata formalizzata dall’Autorità di Vigilanza. Il nuovo management - nell’ambito del nuovo Piano Industriale 2015-2020, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 30 settembre 2015 - ha avviato l’individuazione delle azioni da intraprendere e la predisposizione di un piano di rafforzamento patrimoniale (capital plan) che, tra l’altro, prevede la realizzazione di un aumento di capitale previsto fino a 1,5 miliardi di euro con l’obiettivo di riportare i ratios patrimoniali al di sopra dei requisiti richiesti dalla BCE entro i termini da questa indicati (allo stato aprile 2016). Il capital plan è in corso di finalizzazione e non è ancora stato sottoposto all’attenzione della BCE. Il Consiglio di Amministrazione ha altresì deliberato l’avvio di tutte le attività propedeutiche alla trasformazione in S.p.A. e alla quotazione delle azioni presso il Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa Italiana nonché alla realizzazione del suddetto un aumento di capitale. Il completamento di queste pag. 34 di 58 Appendice attività nell’ambito del nuovo Piano Industriale 2015-2020 è finalizzato a consentire al Gruppo di rispettare nel continuo gli stringenti vincoli regolamentari. Si segnala che la trasformazione della Banca in società per azioni, la quotazione delle azioni presso il Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa Italiana e l’operazione di aumento di capitale sono soggette all’approvazione dell’Assemblea Straordinaria dei Soci della Banca che si terrà entro il mese di aprile 2016. Si noti, altresì, che la realizzazione dell’operazione di aumento di capitale potrà essere influenzata, inoltre, da diversi altri fattori, alcuni dei quali sono fuori dal controllo dell’Emittente, quali per esempio il mutamento in termini negativi delle condizioni di mercato e dello scenario macro-economico. Il piano di rafforzamento patrimoniale, nella forma di un capital plan, sarà sottoposto all’attenzione della BCE non appena quest’ultima formalizzerà la relativa richiesta: qualora l’Emittente non riuscisse a completarlo con successo entro i termini indicati o a rispettare ulteriori requisiti che la BCE potrà imporre all'Emittente di volta in volta, l'Emittente potrà essere soggetto ad azioni straordinarie e / o misure da parte delle Autorità competenti , che possono includere, tra gli altri , l'amministrazione straordinaria, prevista dal Decreto Legislativo n 385 del 1 settembre 1993, il “Testo Unico Bancario" in vigore alla data del presente Documento, o l'applicazione degli strumenti di risoluzione di cui alla Direttiva 2014/59/EU (Bank Recovery and Resolution Directive – BRRD). Al 30 giugno 2015, i ratios fully phased ovvero calcolati sulla base delle regole che saranno in vigore al termine del periodo transitorio, evidenziano un CET1 ratio pari al 6,53%. Rischio connesso a perdite di esercizio e infrannuali L’investitore deve tener presente che il Gruppo BPVi evidenzia una perdita di 1.052,9 milioni di euro al 30 giugno 2015 e ha chiuso l’esercizio 2014 con un risultato netto di -758,5 milioni di euro (-32,2 milioni di euro a fine 2013). Il risultato netto negativo semestrale è in massima parte conseguente a componenti valutative non ricorrenti tra cui: − l'impairment sugli avviamenti (pari a 269 milioni di euro lordi, con impatto neutro sui ratios patrimoniali) relativi alle acquisizioni passate; − un incremento dei livelli complessivi di copertura, con rettifiche di valore su crediti pari a 703 milioni di euro (157 milioni di euro nel primo semestre 2014). L’indice di copertura dei crediti deteriorati passa dal 35,1% del 31 dicembre 2014 al 39,6% del 30 giugno 2015 (+4,5 p.p.); − le rettifiche di valore nette delle attività finanziarie disponibili per la vendita e partecipazioni per 119,3 milioni di euro (27,4 milioni di euro al 30 giugno 2014); − gli accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri per 380,1 milioni di euro (7 milioni di euro al 30 giugno 2014), principalmente riferibili agli stanziamenti effettuati a fronte degli esiti della recente ispezione della BCE sul capitale sociale e della successiva attività di ricognizione degli assetti patrimoniali della Banca svolta dal management. Per maggiori informazioni si rinvia al paragrafo D.2 “Principali rischi specifici per l’Emittente” sotto paragrafo “Rischi connessi agli accertamenti ispettivi promossi dalle Autorità di Vigilanza e allo SREP condotto dalla BCE” della Sezione D - Rischi della presente Nota di Sintesi. Con riferimento al risultato negativo dell’esercizio 2014 si precisa che il mutato quadro regolamentare, unito alla valutazione degli esiti dell’Asset Quality Review, in un contesto macroeconomico e di settore ancora incerto, hanno determinato la scelta di adottare un approccio prudenziale nella politica degli accantonamenti e della valutazione degli attivi. Le rettifiche di valore sui crediti verso clientela effettuate dal Gruppo (868,5 milioni di euro) sono infatti più che raddoppiate rispetto a quelle registrate nel precedente esercizio e sono state inoltre rilevate, per 600 milioni di euro, rettifiche di valore degli avviamenti iscritti in bilancio (svalutati di quasi il 65%). pag. 35 di 58 Appendice Per maggiori informazioni si rinvia al paragrafo B.12 “Informazioni finanziarie” della Sezione B - Emittente della presente Nota di Sintesi. Rischi connessi all’esposizione del Gruppo al Debito Sovrano Complessivamente, al 30 giugno 2015, le attività per cassa del Gruppo BPVi che si configurano come un’esposizione verso il debito sovrano ammontano a 4.033,3 milioni di euro, pari al 77% delle attività finanziarie per cassa del Gruppo alla data, tutti riferibili a titoli di Stato italiani ad eccezione di una marginale esposizione (Euro 180 mila) in titoli di Stato argentini (25 mila euro al 31 dicembre 2014 ed 1,1 milioni di euro al 31 dicembre 2013). Alla stessa data il Gruppo BPVi detiene titoli di Stato italiani per un valore di bilancio di 3.978,9 milioni di euro (5.368,6 milioni di euro al 31 dicembre 2014 e 3.175,4 milioni di euro al 31 dicembre 2013). Il valore di bilancio coincide con il fair value dei titoli di debito in quanto tutte le esposizioni detenute sono classificate tra le “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” (5,4 milioni di euro al 30 giugno 2015, 1.010,8 milioni di euro al 31 dicembre 2014 e 49,8 milioni di euro al 31 dicembre 2013), tra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita” (4.027,7 milioni di euro al 30 giugno 2015, 4.426,4 milioni di euro al 31 dicembre 2014 e 3.178,5 milioni di euro al 31 dicembre 2013) e tra le “Passività finanziarie di negoziazione” (54,1 milioni di euro al 30 giugno 2015, 68,6 milioni di euro al 31 dicembre 2014 e 53 milioni di euro al 31 dicembre 2013). Con riferimento alle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” si precisa che nel corso del semestre è stato oggetto di cessione l’investimento in BOT di nominali 1 miliardo di euro effettuato a fine 2014. Si precisa che al 30 giugno 2015 le esposizioni a tasso fisso iscritte tra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita” sono oggetto di copertura del rischio tasso di interesse per complessivi 20 milioni di euro nominali (100 milioni di euro al 31 dicembre 2014), mentre quelle inflation linked sono oggetto di copertura del rischio di tasso di interesse e del rischio inflazione per nominali 2.563 milioni di euro (2.945 milioni di euro al 31 dicembre 2014). Rischio di Liquidità dell’Emittente Si definisce rischio di liquidità, il rischio che l’Emittente non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento quando essi giungono a scadenza, sia per incapacità di reperire fondi sul mercato (funding liquidity risk), sia per difficoltà a smobilizzare propri attivi (market liquidity risk). La liquidità dell’Emittente potrebbe essere compromessa dalla temporanea impossibilità di accedere ai mercati dei capitali attraverso emissioni di titoli di debito (garantiti o non), dall’incapacità di ricevere fondi da controparti esterne, dall’incapacità di vendere determinate attività o riscattare i propri investimenti, nonchè da imprevisti flussi di cassa in uscita o dall’obbligo di prestare maggiori garanzie. Questa situazione potrebbe insorgere a causa di circostanze indipendenti dal controllo dell’Emittente, come una generale turbativa di mercato o un problema operativo che colpisca l’Emittente o terze parti, o anche dalla percezione tra i partecipanti al mercato che l’Emittente o altri partecipanti del mercato stiano avendo un maggiore rischio di liquidità. La crisi di liquidità e la perdita di fiducia nelle istituzioni finanziarie può aumentare i costi di pag. 36 di 58 Appendice finanziamento dell’Emittente e limitare il suo accesso ad alcune delle sue tradizionali fonti di liquidità. L’attuale contesto di congiuntura economica ha avuto riflessi negativi sui mercati finanziari internazionali anche in termini di liquidità, per effetto, tra l’altro, dell’accresciuta sfiducia tra gli operatori, con un innalzamento della percezione circa il rischio di credito bancario e un conseguente blocco dei tradizionali mercati dei finanziamenti interbancari. Il perdurare, o il peggioramento, della descritta situazione di tensione potrebbe avere in futuro degli impatti per il Gruppo in termini di maggior difficoltà nel reperimento dei fondi ovvero di maggiori oneri di approvvigionamento. Tale situazione potrebbe determinare effetti negativi sui risultati economici, finanziari e patrimoniali dell’Emittente e di tutto il Gruppo BPVi. In tale contesto generale, le problematiche specifiche del Gruppo Banca Popolare di Vicenza, hanno ridotto lo spazio per l’accesso al mercato, che potrebbe essere più difficoltoso e costoso rispetto al resto del sistema. Il reperimento di liquidità da parte del Gruppo potrebbe quindi essere limitato dalla difficoltà di avere accesso al mercato del debito, per tale intendendosi anche il ricorso a forme di debito presso la clientela retail sia attraverso l’emissione di strumenti finanziari sia attraverso l’incremento di depositi o di altre forme di raccolta, e dalla incapacità di monetizzare tempestivamente ed efficacemente i propri asset, limitando ulteriormente la capacità del Gruppo di reperire la liquidità necessaria allo svolgimento delle attività caratteristiche e al rispetto dei requisiti normativi. Sono esempi di manifestazione del rischio di liquidità il fallimento di un importante partecipante del mercato, o addirittura timori di un inadempimento da parte dello stesso, che potrebbero causare ingenti problemi di liquidità, perdite o inadempimenti da parte degli altri istituti bancari, i quali a loro volta potrebbero influenzare negativamente l’Emittente. Oppure, una diminuzione del merito di credito dei terzi di cui l’Emittente detiene titoli od obbligazioni, che potrebbe comportare perdite e/o influenzare negativamente la capacità dell’Emittente di vincolare nuovamente o utilizzare in modo diverso tali titoli od obbligazioni a fini di liquidità. Il Gruppo ha posto in essere un complesso framework di metriche volte a valutare la rischiosità puntuale e prospettica del proprio profilo di liquidità, nonché l’eventuale insorgenza di tensioni sul mercato e nel contesto economico generale, adeguando, qualora necessario, l’operatività del Gruppo al fine di contenere gli impatti sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo stesso. Si precisa che il perimetro di monitoraggio del rischio di liquidità afferisce al c.d. funding liquidity risk, mentre il c.d. market liquidity risk - definito "il rischio di incorrere in perdite a causa di difficoltà nello smobilizzo degli attivi" - viene per antonomasia colto attraverso metriche di rischio (quali ad es. il VaR) che tipicamente afferiscono al rischio di mercato. Il Gruppo Banca Popolare di Vicenza si è dotato di un “Contingency Funding Plan” (piano di reperimento della provvista in condizioni di tensione), che definisce le strategie di intervento in ipotesi di tensione di liquidità, prevedendo le procedure non vincolanti (in quanto devono essere valutate caso per caso e in relazione alla situazione dei mercati di riferimento e della struttura attivo/passivo del Gruppo) per il reperimento di fonti di finanziamento in caso di emergenza. La definizione del “Contingency Funding Plan” avviene con cadenza almeno annuale e comunque ogni volta che la situazione del Gruppo e dei mercati di riferimento ne richiedano un aggiornamento/revisione; lo stesso piano è oggetto di monitoraggio da parte del Consiglio di Amministrazione almeno con cadenza trimestrale. In particolare il piano contiene almeno le seguenti informazioni: • catalogazione delle diverse tipologie di tensione di liquidità per identificarne la natura sistemica o specifica; pag. 37 di 58 Appendice individuazione delle competenze e delle responsabilità di organi e funzioni aziendali in situazioni di emergenza; • stime di “back-up liquidity” che, in presenza di scenari avversi, siano in grado di determinare con sufficiente attendibilità l’ammontare massimo drenabile dalle diverse fonti di finanziamento. In considerazione delle tipologie di tensione di liquidità e della loro entità, possono essere individuati tre scenari operativi di riferimento: 1. normalità o “business as usual”; 2. stato di preallerta (situazione di attenzione). In tale contesto, pur mantenendo una situazione di normale corso degli affari possono essere avviate azioni “tattiche” volte a meglio posizionare il Gruppo a fronte di potenziali tensioni sul fronte della liquidità; 3. stato di allerta di liquidità (situazione di tensione), che si concretizza a seguito del deterioramento di un elevato numero di indicatori di early warning, di gravi problemi nel reperimento di fondi sui mercati della provvista ovvero al verificarsi di determinati trigger events. • Gli indicatori di early warning possono essere “strutturali” se forniscono evidenze sulla potenziale presenza di una situazione di tensione di liquidità in base alla struttura patrimoniale del Gruppo o “segnaletici” quando forniscono segnali sulla potenziale presenza di una situazione di tensione di liquidità in base ad indici e variabili di mercato. Vi sono inoltre determinati trigger event la cui gravità potrebbe comportare un’immediata e certa difficoltà per la Banca ad assolvere ai propri impegni di pagamento; tali eventi comportano l’automatica dichiarazione di uno stato di allerta. Tali eventi sono di due tipi: esogeni (connessi a una tensione di liquidità sistemica) o endogeni (connessi a una tensione di liquidità specifica). In data 23 settembre 2015, la BCE ha anticipato alla Banca una draft decision con la quale ha comunicato l’intenzione di richiedere, tra l’altro, l’attuazione di strategie conservative, nonché di uno specifico contingency plan, in materia di gestione della liquidità. Si ricorda che alla data del presente Documento detta decisione non è ancora stata formalizzata dall’Autorità di Vigilanza. Per maggiori dettagli in merito agli esiti non definitivi delle ispezioni condotte dalla BCE nel corso del 2015 si rinvia al paragrafo “Rischi connessi agli accertamenti ispettivi promossi dalle Autorità di Vigilanza e allo SREP condotto dalla BCE” relativo alla Sezione D – Rischi della presente Nota di Sintesi. Si segnala, per completezza, che al 30 settembre 2015 l’indicatore Liquidity Coverage Ratio (LCR) presentava un valore pari al 90,6%, sostanzialmente in linea con quello di giugno (91,8%). Rischio di mercato Si definisce rischio di mercato il rischio di perdite di valore degli strumenti finanziari, ivi inclusi i titoli degli stati sovrani, detenuti dall’Emittente per effetto dei movimenti delle variabili di mercato (a titolo esemplificativo ma non esaustivo, tassi di interesse, prezzi dei titoli, tassi di cambio) che potrebbero generare un deterioramento della solidità patrimoniale dell’Emittente. L’Emittente è, quindi, esposto a potenziali cambiamenti del valore degli strumenti finanziari da esso detenuti, riconducibili a fluttuazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio e/o valute, dei prezzi dei mercati azionari, dei prezzi delle materie prime oppure degli spread di credito e/o altri rischi. Tali fluttuazioni potrebbero essere generate da cambiamenti nel generale andamento dell’economia, dalla propensione all’investimento degli investitori, da politiche monetarie e fiscali, dalla liquidità dei mercati su scala globale, dalla disponibilità e costo dei capitali, da interventi delle agenzie di rating, da eventi politici a livello sia locale sia internazionale oppure da conflitti bellici o atti terroristici. Il rischio di mercato si manifesta sia relativamente al portafoglio di negoziazione (trading book) che comprende gli strumenti finanziari di negoziazione e gli strumenti derivati ad essi collegati, sia al portafoglio bancario pag. 38 di 58 Appendice (banking book) che comprende le attività e le passività finanziarie diverse da quelle costituenti il trading book. La propensione al rischio di mercato del Gruppo è definita in termini di Value at Risk (VaR) sul portafoglio di negoziazione e di massima perdita cumulata (stop loss). In particolare, per la Capogruppo la propensione al rischio è definita dal Consiglio di Amministrazione in termini di: • Limiti di VaR; • Limiti di stop loss. Per la Controllata BPV Finance la propensione al rischio è definita dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo in termini di: • Limiti di VaR; • Limiti di stop loss. Con riferimento all’esercizio 2014, l’assorbimento espresso come il Value at Risk 99% a 1 giorno della Capogruppo è risultato, in media, pari a 1,21 milioni di Euro in miglioramento rispetto ai valori del 2013 (1,27 milioni di Euro). Il medesimo indicatore, relativamente al primo semestre 2015 è risultato, in media, pari a 1,20 milioni di Euro, in miglioramento rispetto al primo semestre 2014 (1,44 milioni di Euro). Nel periodo esaminato, il Value at Risk 99% a 1 giorno di BPV Finance è risultato in media pari a 591 mila Euro in leggero peggioramento rispetto al valore medio del 2013 (407 mila Euro) pur mantenendosi su valori molto contenuti. Per quanto concerne invece il primo semestre del 2015, il VaR di BPV Finance è risultato in media pari a 590 mila Euro, in leggero miglioramento rispetto al valore medio del primo semestre 2014 (651 mila Euro). Si segnala, inoltre, che dalle indicazioni preliminari degli accertamenti ispettivi condotti dalla BCE nel 2015, sono emerse talune debolezze nella gestione del rischio di mercato, con riferimento, tra l’altro, a: (i) la governance e l’assetto organizzativo della Banca, (ii) la qualità e l’efficacia dei processi di gestione del rischio di mercato, e (iii) l’attività di reportistica al management. Alla luce di quanto precede la Banca ha iniziato un processo di profondo rinnovamento della propria struttura manageriale, anzitutto nominando – nel maggio 2015 – il Dott. Francesco Iorio quale Direttore Generale, cooptandolo anche nel Consiglio di Amministrazione con il ruolo di Consigliere Delegato. Per maggiori dettagli si rinvia al paragrafo “Rischi connessi agli accertamenti ispettivi promossi dalle Autorità di Vigilanza e allo SREP condotto dalla BCE” relativo alla Sezione D – Rischi della presente Nota di Sintesi. Con riferimento al banking book, il Gruppo definisce il rischio di tasso d’interesse come la possibilità di incorrere in perdite generate da una dinamica sfavorevole dell’andamento dei tassi di remunerazione relativi a strumenti di natura obbligazionaria. Con riferimento al rischio di cambio, nel corso del primo semestre 2015 la somma della posizione complessiva netta in cambi e in oro ha superato il 2% del totale dei fondi propri, determinando per il rischio in oggetto il computo di un requisito pari a 3,6 milioni di Euro. Si precisa che nei precedenti esercizi 2014 e 2013, il rischio di cambio non risultava rilevante in quanto il Gruppo non deteneva “valute rilevanti” secondo la definizione delle Disposizioni di Vigilanza (secondo la Circolare Banca d’Italia 285/2013 “si considerano valute rilevanti le valute il cui peso misurato come quota sul totale attivo oppure sul passivo del portafoglio bancario sia superiore al 5 per cento”). Per maggiori informazioni in merito all’esposizione al rischio di mercato, si rinvia al paragrafo B.12 “Informazioni finanziarie” della Sezione B - Emittente della presente Nota di Sintesi. pag. 39 di 58 Appendice Rischio di credito Il rischio di credito è il rischio di incorrere in perdite dovute al peggioramento inatteso del merito creditizio di un cliente affidato anche a seguito di situazioni di inadempienza contrattuale. In tale ambito rientrano anche (i) il cosiddetto rischio di controparte, definito come il rischio che la controparte di una transazione avente ad oggetto determinati strumenti finanziari risulti inadempiente prima dell’effettivo regolamento della stessa, e (ii) il rischio di concentrazione, definito come il rischio derivante da una concentrazione delle esposizioni del portafoglio crediti verso controparti, gruppi di controparti del medesimo settore economico o che esercitano la stessa attività o appartenenti alla medesima area geografica. La valutazione delle possibili perdite in cui Banca Popolare di Vicenza potrebbe incorrere relativamente alle singole esposizioni creditizie e al complessivo portafoglio degli impieghi dipende da molteplici fattori, tra cui l’andamento delle condizioni economiche generali o relative a specifici settori produttivi, la variazione del rating delle singole controparti, l’eventuale cattiva gestione delle imprese o delle controparti affidate, il livello di indebitamento delle famiglie ed altri fattori esterni. Rischi connessi al deterioramento della qualità del credito Al 30 giugno 2015, i crediti deteriorati netti verso clientela evidenziano, rispetto al 31 dicembre 2014, un incremento in valore assoluto di 400 milioni di euro (+9,5%). Nel dettaglio, le sofferenze crescono del 4,8%, le inadempienze probabili del 23,4% mentre le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate si riducono del 57,7%, come rilevabile dalla tabella seguente. Crediti deteriorati netti verso clientela (in milioni di Euro) 30/06/2015 31/12/2014 Variazione assoluta % Sofferenze 1.778,1 1.696,3 81,8 4,8% Inadempienze probabile 2.684,1 2.175,8 508,3 23,4% 139,2 329,3 (190,1) -57,7% 400,0 9,5% Esposizioni scadute/sconfinate Totale 4.601,4 4.201,4 Tale crescita riflette principalmente l’evoluzione del credito anomalo e recepisce inoltre le novità del contesto normativo che ha modificato il concetto di esposizione deteriorata estendendo gli ambiti di valutazione delle possibili criticità. Al riguardo il Gruppo ha rivisto le proprie “policy” interne, anche alla luce dell’esperienza maturata con l’esercizio di Comprehensive Assessment condotto dalla BCE nel 2014, prevedendo l’introduzione di nuovi “trigger events” per una identificazione più oggettiva delle patologie del credito che possono sfociare nell’inadempienza o addirittura nell’insolvenza. Sono stati inoltre rivisti, in maniera più conservativa, i criteri utilizzati per la quantificazione delle previsioni di perdita delle sofferenze prevedendo, ad esempio, in linea generale la svalutazione integrale delle posizioni con anzianità maggiore di 10 anni e l’applicazione di “haircut” più conservativi alle esposizioni garantite da ipoteca. Al 31 dicembre 2014, i crediti deteriorati netti verso clientela evidenziano, rispetto al 31 dicembre 2013, un incremento in valore assoluto pari a 289 milioni di euro (+7,4%), con un aumento in termini di incidenza percentuale sul totale crediti netti di 2,29 punti percentuali, passando dal 12,66% del 31 dicembre 2013 al 14,95% del 31 dicembre 2014. Nel dettaglio, le sofferenze crescono di 129,6 milioni di euro (+8,3%), gli incagli di 389,2 milioni di euro (+28,7%) mentre flettono sia i crediti ristrutturati (-14,6%) sia le esposizioni scadute (-32,1%). Si precisa altresì che, a seguito dell’entrata in vigore lo scorso 1° gennaio 2014 del nuovo framework di vigilanza prudenziale denominato “Basilea 3”, sono pag. 40 di 58 Appendice state modificate le modalità di individuazione delle esposizioni scadute, per le quali non è più previsto il c.d. “approccio per transazione” che invece le previgenti regole di “Basilea 2” prevedevano obbligatoriamente per le esposizioni garantite da immobili. I rischi citati possono acuirsi in presenza di dinamiche congiunturali particolarmente sfavorevoli. Si segnala, infine, che gli impieghi a clientela al 30 giugno 2015 ammontano a Euro 26,8 miliardi di euro a fronte di un totale attivo di bilancio pari a Euro 41,1 miliardi di euro e rappresentano quindi una fonte di rischiosità significativa. Di seguito si riporta una tabella con gli indicatori della qualità del credito raffrontati con i dati di sistema, laddove disponibili, relativi ai gruppi bancari o banche indipendenti classificati da Banca d’Italia come “banche grandi”. Rischiosità del credito Emittente Emittente (1) Sistema Sistema Banche grandi (2) Emittente Banche grandi (3) 30/06/2015 31/12/2014 31/12/2014 31/12/2013 31/12/2013 Crediti deteriorati lordi / Impieghi lordi 25,4% 21,2% 15,8% 16,6% Crediti deteriorati netti / Impieghi netti 17,2% 15,0% 10,0% 12,7% 9,1% Rapporto di copertura dei crediti deteriorati 39,6% 35,1% 40,8% 27,3% 37,3% 13,7% Crediti deteriorati lordi / Impieghi lordi (inclusi conti di memoria) 26,1% 21,9% n.d. 17,3% n.d. Rapporto di copertura dei crediti deteriorati (inclusi conti di memoria) 41,8% 37,9% n.d. 31,1% n.d. Sofferenze lorde / Impieghi lordi 13,7% 11,1% 8,3% 8,5% 6,9% Sofferenze nette / Impieghi netti 6,6% 6,0% 3,8% 5,1% 3,3% Rapporto di copertura delle sofferenze 56,8% 50,1% 56,9% 43,1% 55,0% Sofferenze lorde / Impieghi lordi (inclusi conti di memoria) 14,5% 12,0% n.d. 9,3% n.d. Rapporto di copertura delle sofferenze (inclusi conti di memoria) 59,6% 54,1% n.d. 48,7% n.d. Sofferenze nette / Patrimonio netto 60,2% 45,5% n.d. 43,0% n.d. 5,25% 3,09% n.d. 1,40% n.d. Costo del rischio (4) (1) Alla data del presente Documento i dati relativi al Sistema non sono ancora disponibili. Dati relativi a banche appartenenti a gruppi o indipendenti con totale fondi intermediati superiori a Euro 21,5 mld (escluse le prime 5 banche, Unicredit, Intesa S.Paolo, MPS, UBI, Banco popolare) Fonte: Banca d'Italia, Rapporto sulla Stabilità finanziaria n° 1/2015, aprile 2015, tavola 3.1 pag. 21. (2) (3) Dati relativi a banche appartenenti a gruppi o indipendenti con totale fondi intermediati superiori a Euro 21,5 mld (escluse le prime 5 banche, Unicredit, Intesa S.Paolo, MPS, UBI, Banco popolare). Fonte: Banca d'Italia, Rapporto sulla Stabilità finanziaria n° 1/2014, maggio 2014, tavola 3.1 pag. 26 (4) L'indicatore è calcolato come rapporto tra le "Rettifiche di valore nettte da deterioramento di crediti" e gli impieghi netti a clientela. La tabella evidenzia un generale peggioramento degli indicatori della qualità del credito sia per l’Emittente sia per il sistema. Tale dinamica negativa è principalmente dovuta al lungo periodo di stagnazione e/o recessione economica nazionale ed internazionale che ha determinato una generale maggiore difficoltà dei prenditori a rimborsare i fondi ricevuti in prestito. Il maggior peggioramento evidenziato dagli indicatori dell’Emittente rispetto a quelli medi di sistema va attribuito principalmente al proseguimento di un’ attività di impiego da parte del Gruppo BPVi anche negli ultimi anni di crisi macroeconomica, a fronte di un calo degli impieghi realizzato dal sistema nello stesso periodo: dalla fine del 2010 al 31 dicembre 2014, infatti, il Gruppo BPVi ha registrato una crescita degli impieghi lordi del 2,6% (impieghi lordi al netto pct attivi e margini di garanzia- fonte dati di bilancio) a fronte del -5,2% del Sistema (impieghi lordi al settore privato al netto operatività con controparti centrali – Fonte Banca d’Italia – Tabella 2.4 di Moneta e Banche). pag. 41 di 58 Appendice Per ulteriori informazioni sulla qualità del credito dell’Emittente, si rinvia al paragrafo B.12 “Informazioni finanziarie” della Sezione B - Emittente della presente Nota di Sintesi. Di seguito si riportano le “Grandi esposizioni” del Gruppo 30 giugno 2015, al 31 dicembre 2014 e al 31 dicembre 2013. In base alle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia (Circolare 285 del 17 dicembre 2013 e successivi aggiornamenti), è definita “Grande esposizione” l’esposizione di importo pari o superiore al 10% del Capitale ammissibile del Gruppo. (in migliaia di Euro) 30 giugno 2015 2014 2013 9.049.625 1.802.556 11 10.881.391 1.598.780 7 12.376.835 1.843.696 8 Valore dell'esposizione Valore ponderato Numero Rapporto Grandi esposizioni (valore ponderato) / Impieghi netti (%) Rapporto Grandi esposizioni (valore di bilancio) / Impieghi netti (%) 6,73% 5,69% 5,97% 33,79% 38,71% 40,06% Si precisa che i dati relativi al 30 giugno 2015 sono desunti dalle segnalazioni statistiche consolidate armonizzate “Corep” riferite alla suddetta data contabile. I dati riferiti al 31 dicembre 2013 sono stati determinati secondo le previgenti regole di vigilanza prudenziale di Basilea 2. Rischio connesso agli esiti del Comprehensive Assessment (comprensivo dell’Asset Quality Review) La Banca Popolare di Vicenza rientra tra gli istituti di credito italiani soggetti alla vigilanza unica diretta da parte della BCE a partire da novembre 2014 e che sono, quindi, sottoposti al Comprehensive Assessment della durata di un anno, condotta dalla BCE in collaborazione con le autorità nazionali competenti. Il Comprehensive Assessment si articola in un processo complessivo suddiviso in tre fasi specifiche di attività di verifica: (i) un’analisi dei rischi a fini di vigilanza, allo scopo di valutare, in termini quantitativi e qualitativi, i fattori di rischio fondamentali, inclusi quelli sotto il profilo della liquidità, della leva finanziaria e del costo del finanziamento; (ii) un esame della qualità degli attivi (Asset Quality Review) intesa a migliorare la trasparenza delle esposizioni bancarie attraverso un’analisi della qualità dell’attivo delle banche, ivi compresa l’adeguatezza sia della valutazione di attività e garanzie, sia dei relativi accantonamenti; (iii) una prova di stress per verificare la tenuta dei bilanci bancari in scenari di stress. Il Comprehensive Assessment ha tre obiettivi principali: 1. migliorare la qualità delle informazioni disponibili sulla situazione delle banche (transparency); 2. identificare e implementare eventuali azioni correttive, se necessarie (repair); 3. assicurare agli investitori che le banche sono sane e affidabili (confidence building). In data 26 ottobre 2014 sono stati resi noti gli esiti del Comprehensive Assessment, svolto dalla BCE in collaborazione con l'EBA e con la Banca d'Italia, che comprende l'Asset Quality Review e lo Stress Test. La Banca Popolare di Vicenza ha presentato una carenza di capitale da Asset Quality Review pari a 119 milioni di euro, da Stress Test Base pari a 158 milioni di euro e da Stress Test avverso pari a 682 milioni di euro. pag. 42 di 58 Appendice Dopo le principali misure di rafforzamento patrimoniale messe in atto nel corso del 2014 pari a 459 milioni di euro la Banca Popolare di Vicenza ha presentato un’eccedenza di capitale da Asset Quality Review pari a 340 milioni di euro, da Stress Test Base pari a 301 milioni di euro e una carenza da Stress Test avverso pari a 223 milioni di euro. Tale carenza dovrà essere colmata entro nove mesi dalla pubblicazione degli esiti del Comprehensive Assessment. A seguito delle altre misure di rafforzamento patrimoniale per 253 milioni di euro conseguenti alla già deliberata irrevocabile conversione, con efficacia dal 29 maggio 2015, del prestito obbligazionario soft mandatory sottoscritto nel 2013, la Banca Popolare di Vicenza ha presentato un eccedenza di capitale da Asset Quality Review pari a 593 milioni di euro, da Stress Test Base pari a 554 milioni di euro e da Stress Test avverso pari a 30 milioni di euro. Tale misura di rafforzamento patrimoniale è comunque contenuta nel Capital Plan trasmesso dalla Banca alla BCE in data 10 novembre 2014. L'Asset Quality Review ha riguardato l'analisi dei portafogli bancari con l'applicazione di criteri di valutazione estremamente conservativi. Complessivamente, assumendo come riferimento il 31/12/2013 l'Asset Quality Review ha evidenziato differenze valutative sul portafoglio crediti per complessivi 714 milioni di euro, di cui 126 milioni di euro ascrivibili a valutazioni analitiche (Credit File Review), già recepite nel conto economico dell'esercizio 2014. Lo Stress Test si è invece svolto attraverso una simulazione di sviluppo su base triennale (2014-2016) del bilancio della banca sotto due diversi scenari, che prefigurano un andamento normale (baseline scenario) ed uno particolarmente avverso (adverse scenario). L'esercizio è di carattere prettamente ipotetico in uno scenario economico molto distante dall'attuale situazione congiunturale del Paese ed è stato condotto applicando parametri molto più severi rispetto a prove simili effettuate in passato. I risultati finali dell'esercizio sono il frutto dell'integrazione (c.d. "join-up") dell'Asset Quality Review e dello Stress Test ed identificano l'eventuale deficit patrimoniale in termini di rapporto tra capitale primario di classe 1 e attività ponderate per il rischio (CET1 ratio) rispetto a soglie minime prestabilite, senza però prendere in considerazione le azioni sul capitale intraprese successivamente al 31 dicembre 2013. Applicando tale criterio e tenendo in considerazione gli interventi sul capitale finalizzati entro il 30 settembre 2014, l'Asset Quality Review presenta un'eccedenza di 340 milioni. Dall'esercizio di Stress Test emerge invece una carenza "tecnica" patrimoniale pari a 223 milioni di euro. A fronte di tale carenza da Stress Test, la BCE ha richiesto alla Banca Popolare di Vicenza – al pari delle altre banche che a seguito del Comprehensive Assessment presentavano una carenza patrimoniale, seppure solo “tecnica” la trasmissione entro due settimane dalla comunicazione dei risultati, di un piano di capitale volto a garantire la copertura della carenza stessa; tale piano, consegnato da Banca Popolare di Vicenza alla BCE entro i tempi previsti, prevede la conversione del prestito obbligazionario soft mandatory di 253 milioni sottoscritto nel 2013. Si evidenzia che la BCE monitorerà il conseguimento degli obiettivi di capitale presentati dalle banche e che qualora un piano di capitale non dovesse essere valutato adeguato o credibile la BCE valuterà possibili misure regolamentari come previsto dall’Art. 16 del Regolamento (UE) 1024/2013 del Consiglio dell’Unione Europea (c.d. Regolamento SSM). Maggiori dettagli su “Risultati dell’esercizio di valutazione approfondita (Comprehensive Assessment)” sono reperibili sul sito web di Banca d’Italia www.bancaditalia.it. In data 4 dicembre 2014 la BCE, seppur evidenziando che il Comprehensive Assessment rappresenti fondamentalmente un esercizio prudenziale e che la responsabilità della predisposizione dell’informativa finanziaria e dell’applicazione dei principi contabili internazionali sia di competenza di ciascuna singola istituzione finanziaria, ha richiesto alla Banca di valutare pag. 43 di 58 Appendice l’applicabilità di criteri maggiormente conservativi nell’ambito della valutazione dei crediti per l’esercizio 2014 al fine di risultare maggiormente allineato con i risultati dell’AQR. A tal fine la BCE ha fornito all’emittente il dettaglio delle differenze rilevate in sede di AQR ed in particolare le differenze sui crediti oggetto di verifica analitica (credit file review). E’ stato altresì richiesto di valutare un eventuale affinamento delle policy e o dei parametri dei modelli utilizzati per la valutazione e la classificazione dei crediti. La Banca ha effettuato un’autovalutazione nella direzione indicata dalla BCE, che ha portato alla predisposizione di uno specifico piano di interventi (Remediation Plan), articolato in sei punti: – analisi critica del modello di svalutazione collettiva; – automazione del processo di controllo dei dati in/out del perimetro dei forborne; – implementazione di trigger automatici nei processi di impairment individuale; – implementazione di un processo di controllo interno sulle perizie e sui collateral effettuate da soggetti esterni; – implementazione di una procedura per la gestione della clientela connessa; – formalizzazione del processo di gestione del contenzioso diverso. Per quanto riguarda la citata conversione del prestito obbligazionario soft mandatory di 253 milioni sottoscritto nel 2013 ("Banca Popolare di Vicenza 5% 2013/2018 convertibile con facoltà di rimborso in azioni"), si specifica che il Consiglio di Amministrazione di Banca Popolare di Vicenza, ha deliberato in data 3 marzo 2015 di procedere all'esercizio dell'Opzione di Riscatto anticipato con efficacia 29 maggio 2015. Alla luce di quanto sopra, le risultanze di Asset Quality Review e Stress Test, congiuntamente alle misure patrimoniali realizzate nel 2014, determinano per Banca Popolare di Vicenza un'eccedenza di CET1 pari a circa 30 milioni di euro. Si evidenzia che i risultati definitivi del bilancio 2014, approvati in data 11 aprile 2015 dall’Assemblea dei Soci con un risultato netto consolidato pari a -758,5 milioni di euro, sono stati influenzati dall’esito dell’Asset Quality Review (AQR), che costituiva una delle tre fasi nelle quali si è articolato l’esercizio di Comprehensive Assessment condotto dalla Banca Centrale Europea sulle 120 maggiori banche a livello europeo, tra le quali il Gruppo BPVi. Rischi connessi alla crisi economico/finanziaria generale La capacità reddituale e la stabilità dell’Emittente e del Gruppo sono influenzati dalla situazione economica generale e dalla dinamica dei mercati finanziari e, in particolare, dalla solidità e dalle prospettive di crescita dell’economia del Paese in cui il Gruppo opera, nonché dell’“Area Euro” nel suo complesso. Al riguardo, assumono rilevanza significativa l’andamento di fattori quali le aspettative e la fiducia degli investitori, il livello e la volatilità dei tassi di interesse a breve e lungo termine, i tassi di cambio, la liquidità dei mercati finanziari, la disponibilità e il costo del capitale, la sostenibilità del debito sovrano, i redditi delle famiglie e la spesa dei consumatori, i livelli di disoccupazione, l’inflazione e i prezzi delle abitazioni. Assume altresì rilievo, nell’attuale contesto economico generale, la possibilità che uno o più Paesi fuoriescano dall’Unione Monetaria o, in uno scenario estremo, che si pervenga ad uno scioglimento dell’Unione Monetaria medesima, con conseguenze, in entrambi i casi allo stato imprevedibili. Tali fattori, in particolar modo in periodi di crisi economico-finanziaria, potrebbero condurre l’Emittente e il Gruppo a subire perdite, incrementi dei costi di finanziamento, riduzioni del valore delle attività detenute, con un potenziale impatto negativo sulla liquidità dell’Emittente e del Gruppo e sulla sua stessa solidità patrimoniale. pag. 44 di 58 Appendice Rischio operativo Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dalla inadeguatezza o disfunzione delle procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi da parte di dipendenti e/o soggetti esterni, errori umani, interruzioni dell’operatività, malfunzionamento e indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel perimetro del rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre sono esclusi quelli strategici e di reputazione. I sistemi e le metodologie di gestione del rischio operativo sono progettati per garantire che tali rischi connessi alle proprie attività siano tenuti adeguatamente sotto controllo e, laddove possibile, prevenuti, mitigati ovvero ne siano limitati gli effetti economici. Nonostante il Gruppo si sia dotato di tali sistemi e metodologie, non è possibile escludere che, anche per cause imprevedibili e fuori dal controllo dell’Emittente, vi siano eventi in grado di determinare effetti negativi sui risultati economici, finanziari e patrimoniali dell’Emittente e di tutto il Gruppo BPV. Rischio connesso all’attuazione del Piano Industriale e alla trasformazione in società per azioni I profondi cambiamenti che l’Emittente dovrà prossimamente affrontare, tra cui principalmente la trasformazione in S.p.A. e la quotazione in borsa, uniti alla necessità di rilanciare il Gruppo BPVi hanno spinto il nuovo management a rivedere le linee guida ed i target del Piano Industriale approvato a marzo 2015. Il nuovo Piano Industriale di rilancio e sviluppo della Banca per i prossimi 5 anni (2015-2020) è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione il 30 settembre 2015. Il nuovo Piano è stato predisposto in ottica di rilancio del Gruppo e prenderà le mosse dalla prossima trasformazione della Banca in una società per azioni quotata e dall’aumento di capitale per un importo fino a 1,5 miliardi di euro, quest’ultimo annunciato lo scorso 28 agosto e da realizzarsi (stando alle attuali indicazioni di BCE) entro aprile 2016, rispetto al quale la Banca ha sottoscritto con UniCredit Group in data 21 settembre 2015 un accordo preliminare di garanzia per la sottoscrizione delle azioni. Con riferimento alla trasformazione della Banca in una società per azioni quotata, si rappresenta che in data 15 settembre 2015 Adusbef e Federconsumatori hanno notificato il ricorso al Tar del Lazio in via principale a Banca d’Italia, al Ministero dell’Economia e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e quale parte controinteressata, a Banca Popolare di Vicenza (unitamente a Ubi Banca, Popolare dell’Etruria e del Lazio, Veneto Banca) contro la riforma delle banche popolari – approvata con il decreto-legge del 24 gennaio 2015 n. 3 poi convertito nella legge del 24 marzo 2015 n. 33 - che impone la trasformazione in S.p.A. agli istituti con attivi superiori ad 8 miliardi di euro e la contestuale abrogazione del voto capitario. In particolare, è stato impugnato il provvedimento con cui è stato emanato da Banca d’Italia il 9° aggiornamento della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 in attuazione della richiamata riforma, per il quale è stata richiesta l’immediata sospensione dell’efficacia, e sono state rimesse alla Corte Costituzionale le rilevate questioni di legittimità costituzionale, per le asserite violazioni degli articoli 2-3-18-23-41-42-45-47-77-117 della Costituzione. In data 7 ottobre 2015, l’Emittente si è costituita in giudizio durante l’udienza davanti al TAR, assumendo una posizione neutrale, di osservatore qualificato, essendo parte intimata e interessata al suo esito per disporre di un quadro normativo certo in cui potere inquadrare le proprie eventuali future determinazioni; il Tar del Lazio (Sezione Terza) ha respinto l’istanza cautelare ed ha rinviato la trattazione del ricorso nel merito alla pubblica udienza del 10 febbraio 2016. Si rappresenta inoltre che, in data 30 ottobre 2015, alcuni azionisti di Banca Popolare di Milano hanno notificato a Banca d’Italia, al Ministero dell’Economia, pag. 45 di 58 Appendice alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e, quale parte contro-interessata, a Banca Popolare di Vicenza (unitamente a Ubi Banca, Popolare dell’Etruria e del Lazio, Veneto Banca), un ricorso straordinario al Capo dello Stato contro la summenzionata riforma delle banche popolari. Con tale ricorso è stato impugnato il 9° aggiornamento della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013, emanato in attuazione della richiamata riforma delle banche popolari, nonché ogni altro atto o comunicazione presupposti, connessi e/o consequenziali, per i quali sono stati richiesti la sospensiva dell’efficacia e l’annullamento previa remissione degli atti alla Corte Costituzionale, per decidere sulla legittimità costituzionale dell’art. 1 del decreto-legge del 24 gennaio 2015 n. 3, in relazione agli articoli 2-3-41-42-45-47 e 77 della Costituzione, nonché alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea ex art. 267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. La pendenza di detti procedimenti amministrativi determina un’incertezza in merito ai tempi e alle modalità di realizzazione della trasformazione in società per azioni, così come prescritti dalla cennata riforma. Il suddetto piano di rafforzamento patrimoniale ha l’obiettivo di ripristinare in tutti i 5 anni di Piano il livello degli indicatori patrimoniali al di sopra dei requisiti richiesti attualmente dalla BCE. Per le informazioni circa i rischi relativi all’esecuzione del piano di rafforzamento patrimoniale si rinvia al paragrafo “Rischi connessi all’adeguatezza patrimoniale e alla realizzazione del piano di rafforzamento patrimoniale” della presente Nota di Sintesi. La realizzazione delle iniziative strategiche ed il conseguimento degli obiettivi previsti dal nuovo Piano Industriale 2015-2020 sono quindi direttamente legati al completamento del sopra citato aumento di capitale, che, come già sopra indicato, risulta garantito con la sottoscrizione da parte di UniCredit Group di un accordo preliminare di garanzia avente ad oggetto la sottoscrizione delle azioni da emettersi in esecuzione del programmato aumento di capitale fino all’ammontare massimo di 1,5 miliardi di euro. Non vi sono certezze circa la realizzazione del Piano Industriale in quanto potrebbe rendersi necessaria una revisione dello stesso a seguito di significativi cambiamenti del contesto macroeconomico ed operativo, connessi ad esempio all’evoluzione del PIL, a novità legislative e/o regolamentari, etc. La capacità della Banca di compiere le azioni e/o di rispettare gli obiettivi previsti dal Piano Industriale, dipende da numerose assunzioni e circostanze, alcune delle quali si trovano al di fuori del controllo della Banca. Tali assunzioni e/o tali circostanze potrebbero non verificarsi, o verificarsi soltanto in parte, oppure in maniera diversa, ovvero, infine, potrebbero cambiare nel corso del periodo di riferimento del Piano Industriale medesimo. Si segnala che qualora la Banca non dovesse realizzare efficacemente il Piano Industriale, anche per cause ad essa non imputabili, ciò potrebbe influire negativamente sulla situazione economica, patrimoniale, finanziaria e sui ratios patrimoniali dell'Emittente. Ove ciò accadesse, l’Emittente potrebbe essere soggetto, tra l’altro, ad eventuali provvedimenti da parte della BCE e delle altre Autorità di Vigilanza competenti volti a ristabilire le condizioni di patrimonializzazione e di sostenibilità della Banca. In tal caso, inoltre, una o più agenzie di rating potrebbero operare un downgrade dei rating della Banca con conseguente incremento del costo del funding. Si segnala, inoltre, che la trasformazione della Banca in società per azioni, la quotazione delle azioni presso il Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa Italiana nonché la realizzazione dell’aumento di capitale sono soggette all’approvazione dell’Assemblea Straordinaria dei Soci della Banca. In particolare, ove, anche per il mancato raggiungimento del quorum deliberativo, non venga deliberata la trasformazione, l’Emittente potrebbe deliberare di ridurre il valore del proprio attivo consolidato, calcolato ai sensi pag. 46 di 58 Appendice delle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia (Circolare 285 del 17 dicembre 2013 e successivi aggiornamenti), al di sotto del limite di 8 miliardi di euro previsto dall’articolo 28 del TUB. Inoltre, qualora l’Emittente non deliberi né la trasformazione in società per azioni né la riduzione dell’attivo sotto la soglia prevista dal TUB, Banca d’Italia e/o BCE, fermi restando i relativi poteri sanzionatori, possono adottare, secondo le rispettive competenze, i provvedimenti ritenuti opportuni per assicurare il rispetto della normativa di settore da parte dell’Emittente e, tra l’altro, vietare alla Banca di intraprendere nuove operazioni, adottare i provvedimenti previsti dal TUB nel contesto della disciplina sull’amministrazione straordinaria, proporre e/o disporre la revoca dell’autorizzazione dell’attività bancaria e proporre al Ministro dell’economia e delle finanze la liquidazione coatta amministrativa. Si noti, altresì, che ove l’Emittente non riuscisse a realizzare con successo, entro i termini indicati, l’operazione di aumento di capitale, potrebbe essere soggetto ad azioni straordinarie e/o misure da parte delle Autorità di Vigilanza competenti, che possono includere, tra gli altri, l’amministrazione straordinaria prevista dal TUB in vigore alla data del presente Documento, o l’applicazione degli strumenti di risoluzione di cui alla BRRD. Per maggiori informazioni si rinvia agli elementi B.4b e B.13 della presente Nota di Sintesi. Rischio connesso al giudizio di rating di tipo speculativo assegnato all’Emittente Il rating attribuito dalle agenzie internazionali specializzate costituisce una valutazione della capacità dell’Emittente di assolvere agli impegni finanziari relativi agli strumenti finanziari emessi. In particolare si evidenzia che i rating assegnati sul debito a lungo termine da entrambe le agenzie di rating che valutano BPVi, Fitch Ratings e DBRS Ratings, rientrano nella categoria “Speculativa – Non investment grade”, che indica che l’aspettativa per rischio di default è elevata, soprattutto in caso di condizioni economiche e/o finanziarie avverse sul lungo periodo. Cambiamenti negativi, effettivi o attesi, dei livelli di rating assegnati all’Emittente possono essere indice di una minore capacità di assolvere ai propri impegni finanziari rispetto al passato. Tale minore solvibilità può produrre, tra i suoi effetti, una minore liquidità di titoli emessi nonché un impatto negativo sul prezzo di mercato degli stessi. In data 2 settembre 2015 la società DBRS Ratings ha ridotto di 2 notch il rating di lungo termine di BPVi, portandolo a BB da BBB (low). In data 2 ottobre 2015, inoltre, la società di rating Fitch, dopo un periodo di osservazione della durata di quasi 3 mesi (i rating di BPVi sono stati posti sotto osservazione per un possibile downgrade il 15 luglio 2015), ha ridotto di 2 notch il rating a lungo termine assegnato alla Banca Popolare di Vicenza, portandolo a B+ da BB. L’outlook del rating a lungo termine è stato portato a evolving, che indica la possibilità che il rating possa essere migliorato, peggiorato, o anche rimanere invariato a seconda della capacità della Banca di portare a termine il turnaround e di realizzare con successo l’annunciata strategia a breve e medio termine. Rischi connessi ai procedimenti giudiziari in corso Per quanto concerne i procedimenti giudiziari, trattasi di rischi connessi al possibile esito sfavorevole di eventuali vertenze legali e giudiziarie cui l’Emittente è convenuto in ragione della propria attività bancaria. Nonostante quanto sopra non è possibile, allo stato e sulla base delle informazioni disponibili, escludere che dai suddetti contenziosi e dagli accertamenti ispettivi possano in futuro emergere sopravvenienze passive non ricomprese nel fondo per rischi e oneri, e che gli accantonamenti effettuati in tale fondo per rischi e oneri possano risultare insufficienti a coprire le passività derivanti da un esito negativo dei procedimenti e/o accertamenti ispettivi, con pag. 47 di 58 Appendice conseguenti possibili effetti negativi sulla situazione economico patrimoniale e finanziaria della Società e/o del Gruppo. Procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo a carico, tra gli altri, del Prof. Avv. Marino Breganze In data 18 febbraio 2015 il Vice Presidente, Prof. Avv. Marino Breganze, è stato rinviato a giudizio, in qualità di Presidente e legale rappresentante della controllata Banca Nuova, a titolo di concorso unitamente ad altri soggetti, per i reati di cui agli artt. 40 cpv. e 644 I e V comma nr.1 C.P. (rapporto di causalità e usura) nell’ambito del procedimento penale R.G.N.R. 20909/12 instaurato avanti la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo che, qualora si definisse con sentenza di condanna, non dovrebbe avere impatti negativi sulla situazione economico, patrimoniale e finanziaria dell’Emittente. Procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza a carico della Banca e di alcuni esponenti In data 22 settembre 2015 è stato notificato alla Banca un decreto di perquisizione locale e contestuale sequestro - ex artt. 247 e seguenti c.p.p. emesso dal Pubblico Ministero, Dott. Luigi Salvadori, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Vicenza. Nell’ambito di tale procedimento penale la Banca risulta indagata per l’illecito amministrativo dipendente da reato previsto e punito dagli artt. 21, co. I, e 25- ter, co I, lett. R), D.Lgs. 8 giugno 2001, n.231 per i reati di cui agli artt. 81, co. II (concorso formale – reato continuato), e 110 c.p. (pena per coloro che concorrono nel reato), 2637 c.c. (aggiotaggio) e 2638 c.c. (ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza) con riferimento ai quali risultano indagati il Presidente Cav. Lav. Dott. Giovanni Zonin, i Consiglieri Dott.ri Giuseppe Zigliotto e Giovanna Maria Dossena nonché l’ex Direttore Generale, Dott. Samuele Sorato, e gli ex Vice Direttori Generali, Dott.ri Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta nell’ambito del procedimento penale N. 5628/15 R.G.N.R. – Mod. 21. Per completezza si precisa che il Consiglio di Amministrazione della Banca, in data 10 novembre 2015, ha preso atto delle dimissioni dalla carica di Consigliere della Dott.ssa Giovanna Dossena, rassegnate con efficacia 5 novembre 2015. Si segnala che sussiste in capo alla Banca il rischio di essere soggetta alle sanzioni previste dal D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231. Inoltre, un’eventuale condanna con sentenza definitiva, degli esponenti coinvolti potrebbe comportare per i medesimi la perdita dei requisiti di onorabilità. Il procedimento, allo stato, è ancora nella fase delle indagini preliminari. Rischi connessi agli accertamenti ispettivi promossi dalle Autorità di Vigilanza e allo SREP condotto dalla BCE Si informa, che a partire dal 10 marzo 2014 l’Emittente, in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 33(4) del Regolamento (UE) n. 1024/2013 del Consiglio del 15 ottobre 2013 e dalla Decisione della BCE del 4 febbraio 2014 (ECB/2014/3), è stato sottoposto ad accertamento ispettivo condotto per conto della Banca Centrale Europea. L’esito di tale accertamento, mirato all’esame della qualità degli attivi (Asset Quality Review) previsto nell’ambito del Comprehensive Assessment e condotto a livello di sistema bancario interessato dalla supervisione della BCE, è stato reso noto con il comunicato stampa della Banca d’Italia del 26 ottobre 2014. Si informa, altresì, che la Banca Centrale Europea, con lettera in data 16 febbraio 2015, ha informato l’Emittente dell’avvio, a partire dal 26 febbraio 2015, di un accertamento ispettivo mirato a valutare la gestione del Risk Management – Market Risk (management del Proprietary Trading e Governance) concluso il 1° luglio 2015. Si fa presente, inoltre, che la stessa BCE, in data 11 marzo 2015, ha informato la Banca Popolare di Vicenza dell’avvio, ai sensi degli artt.10 e 11 del Regolamento di vigilanza unico (SSM Regulation) e dell’art. 142 del Regolamento quadro (SSM Framework Regulation), di una verifica in ordine al pag. 48 di 58 Appendice “Thematic risk governance and risk appetite framework”. Tale verifica ha avuto inizio in data 13 aprile 2015 ed è terminata in data 17 aprile 2015. Gli esiti definitivi di entrambi gli accertamenti della BCE non sono stati ancora trasmessi formalmente alla Banca. La verifica relativa alla gestione del Risk Management – Market Risk ha riguardato, tra l’altro, anche l’accertamento delle modalità di sottoscrizione degli aumenti di capitale 2013 e 2014 effettuati dalla Banca nonché di negoziazione delle azioni proprie in contropartita del “Fondo per acquisto azioni proprie”. Al riguardo, il documento di “exit meeting” illustrato al Consiglio di Amministrazione, al Collegio Sindacale e al management della Banca a conclusione dell’ispezione da parte del team della BCE, ha evidenziato taluni profili di anomalia/rilievi relativamente, e in via prioritaria, a: i) operazioni di acquisto e sottoscrizione delle azioni della Banca, governance e sistemi di controllo interno (“Financing of tresury shares Governance e internal controls” e “Trading on trading shares – secondary market”); ii) rispetto della normativa MIFID nel collocamento degli ultimi aumenti di capitale (“Trading on treasury shares: primary market MIFID compliance”). Gli accertamenti condotti hanno rilevato, con riferimento agli aumenti di capitale 2013 e 2014 e alle negoziazioni sul mercato secondario nel periodo gennaio 2014 – febbraio 2015, effettuate in contropartita al “Fondo per acquisto azioni proprie”, che parte delle sottoscrizioni/acquisti delle azioni della Banca sono collegate ad operazioni di finanziamento finalizzate all’acquisto delle azioni stesse; inoltre, sono stati rilevati altri profili di anomalia nella gestione dei rapporti con i Soci/Azionisti. Gli accertamenti ispettivi (le cui risultanze non sono ancora definitive) hanno evidenziato carenze (i) nelle strategie e nei processi adottati dall’Emittente per valutare e gestire il proprio fabbisogno patrimoniale; (ii) nelle valutazioni dei rischi operativi e reputazionali connessi alle problematiche emerse durante l’ispezione della BCE; nonché (iii) nei dispositivi, processi, meccanismi e strategie adottati dall’Emittente per la gestione dei rischi della Banca. Con nota divulgata in data 27 ottobre 2015, la Banca d’Italia ha precisato che, già nel 2014, durante il comprehensive assessment in vista del passaggio al meccanismo di vigilanza unico europeo, aveva evidenziato alla Banca Popolare di Vicenza l’acquisto di azioni proprie senza aver richiesto la preventiva autorizzazione alla Vigilanza. In tale contesto, d’intesa con le nuove strutture europee di vigilanza, aveva inserito tra gli obiettivi un’ispezione programmata per l’inizio del 2015 per la verifica delle modalità di negoziazione delle azioni proprie. Durante i suddetti accertamenti ispettivi e alla luce delle risultanze emerse, il Consiglio di Amministrazione dell'Emittente ha iniziato un processo di profondo rinnovamento della propria struttura manageriale, anzitutto nominando – nel maggio 2015 – il Dott. Francesco Iorio quale Direttore Generale, cooptandolo anche nel Consiglio di Amministrazione con il ruolo di Consigliere Delegato. La nuova struttura manageriale dell'Emittente, anche alla luce delle evidenze emerse nel corso degli accertamenti ispettivi della Banca Centrale Europea, ha nominato un gruppo di lavoro composto dal management dell'Emittente e da consulenti legali, finanziari, contabili e fiscali di primario standing (il “Gruppo di Lavoro”) al fine di: (i) condurre un'approfondita ricognizione dell'assetto patrimoniale dell'Emittente; (ii) definire un programma di rafforzamento patrimoniale; e (iii) definire un programma volto alla trasformazione dell'Emittente in una S.p.A. – così come previsto dal D.L. 3/2015 (convertito dalla legge 24 marzo 2015, n. 33) – e alla sua quotazione sui mercati regolamentati. Gli esiti dell’analisi del Gruppo di Lavoro hanno costituito i fondamenti per la predisposizione della Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015. Sulla base di suddetta analisi, i finanziamenti erogati dall'Emittente correlati con l'acquisto e la sottoscrizione di azioni proprie ammontano a 974,9 milioni di Euro. Al riguardo, nella Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 – conformemente a quanto disposto pag. 49 di 58 Appendice dall'art. 2358, comma 6, c.c. - è stata iscritta una riserva indisponibile per un ammontare pari al capitale impiegato nelle operazioni di finanziamento, dedotti gli accantonamenti per rischi e oneri (339,7 milioni di Euro) - previsti per motivi prudenziali, alla luce dei rischi associati a determinate posizioni - e le rettifiche di valore sui crediti (23,5 milioni di Euro). Pertanto, l'ammontare di siffatta riserva è uguale a 611,6 milioni di Euro. Inoltre, l'analisi del Gruppo di Lavoro ha rivelato altri rischi connessi ad alcune specifiche posizioni per un ammontare stimato in 26,5 milioni di Euro, a fronte dei quali – per motivi prudenziali – sono stati previsti accantonamenti per rischi e oneri pari a 15,9 milioni di Euro. Quanto sopra illustrato ha, peraltro, un impatto – pari all'intero capitale coinvolto nei fenomeni menzionati – sui Fondi Propri dell'Emittente al 30 giugno 2015, ai quali dunque – in linea con le istruzioni ricevute dalla Banca Centrale Europea – è stato applicato un “filtro prudenziale” di 622,2 milioni di Euro. Le suindicate risultanze emerse dagli accertamenti della BCE sono state, altresì, tenute in considerazione da quest’ultima nell’ambito del Supervisory Review and Evaluation Process (Processo di Revisione e Valutazione Prudenziale - SREP) del 2015. Nel contesto di tale processo la BCE, in data 23 settembre 2015, in conformità alla disciplina applicabile, ha anticipato alla Banca l’intenzione di fissare il requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio su base consolidata al 10,25% (c.d. draft decision); alla data del presente Documento tale decisione non è ancora stata formalizzata in via definitiva dall’Autorità di Vigilanza, non si può pertanto escludere che detto obiettivo di capitalizzazione sia ulteriormente rivisto. Con la suddetta draft decision, la BCE, oltre al requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 ratio su base consolidata, ha anticipato l’intenzione di richiedere alla Banca: (i) la presentazione e implementazione, entro aprile 2016, di un piano di rafforzamento patrimoniale volto a rispristinare i requisiti minimi (capital plan); (ii) il rafforzamento dei sistemi di controllo interno; (iii) l’attuazione di strategie conservative, nonché di uno specifico contingency plan, in materia di gestione della liquidità; (iv) il rafforzamento dei presidi organizzativi di cui al processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale ICAAP di Gruppo - Internal Capital Adequacy Assessment Process. Si ricorda che alla data del presente Documento detta decisione non è ancora stata formalizzata dall’Autorità di Vigilanza. Le risultanze emerse dagli accertamenti della Banca Centrale Europea e dall'analisi del Gruppo di Lavoro avranno un impatto negativo anche sul valore delle azioni ordinarie dell'Emittente che in data 11 aprile 2015 l’Assemblea dei Soci di Banca Popolare di Vicenza aveva ridotto a 48,00 euro per azione (62,50 euro nel 2014); tale valore era stato indicato dal Consiglio di Amministrazione in data 8 aprile 2015 sulla base di una perizia formulata da un consulente indipendente. Con riguardo, invece, ai potenziali profili di anomalie riscontrate relativamente al “Trading on treasury shares: primary market MiFID compliance”, sussistono rischi di contenzioso con la clientela che potrebbero generare passività, valutate come possibili alla data di approvazione della Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015, e pertanto, conformemente allo IAS 37, non sono stati previsti specifici accantonamenti nella Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015. Le attività di approfondimento e affinamento delle verifiche dei profili di anomalie emersi con riferimento alle operazioni di acquisto e sottoscrizione di azioni della Banca, proseguiranno anche nell’ultima parte dell’esercizio e non può escludersi che i risultati delle valutazioni e delle stime effettuate fino all’approvazione della Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 possano pertanto differire, con impatti sul bilancio di fine esercizio. Si segnala che la Consob a partire dal 22 aprile 2015 ha avviato una verifica ispettiva ai sensi dell’art. 10, comma 1, e del combinato disposto degli artt. 115, comma 1, lett. c) e 116, comma 1 del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. pag. 50 di 58 Appendice 58 (T.U.F.) al fine di accertare, tra l’altro, i presidi volti a gestire il conflitto di interessi insito nel collocamento di titoli di propria emissione, il processo di definizione della proposta di aggiornamento del valore delle proprie azioni annualmente deliberata dal Consiglio di Amministrazione, la valutazione dell'adeguatezza degli investimenti della clientela, nonché la gestione degli ordini della clientela aventi ad oggetto la vendita di azioni proprie. Alla data di redazione del presente Documento le suddette indagini sono ancora in corso e gli esiti non sono ancora noti. Si precisa pertanto che non si può escludere che le valutazioni cui potrebbe giungere la Consob, per i profili di competenza possano avere impatto anche economico sul bilancio di fine esercizio. Si precisa che: (i) la Consob e la Banca Centrale Europea, nella loro qualità di Autorità di vigilanza, hanno il potere di sanzionare l'Emittente ovvero di adottare altri provvedimenti ai sensi della disciplina vigente; e (ii) la Banca Centrale Europea ha anche il potere di richiedere all'Emittente un ammontare di Fondi Propri superiore a quanto previsto dalla CRR Directive. L'esercizio di tali poteri da parte delle Autorità di vigilanza potrebbe influire negativamente sulla situazione economica, patrimoniale, finanziaria e sui ratios patrimoniali dell'Emittente. Da ultimo, si segnala che dagli accertamenti ispettivi condotti dalla Banca Centrale Europea e dall'analisi del Gruppo di Lavoro è emerso un rischio di contenzioso con la clientela e con i Soci con riferimento ai rilievi in materia di “Financing of treasury shares Governance e internal controls” e al “Trading on treasury shares – secondary market”. Tale contenzioso potrebbe esporre l'Emittente ad alcune responsabilità le quali – unitamente a eventuali sanzioni delle Autorità di vigilanza – influirebbero negativamente sulla sua reputazione e sulla sua situazione economica, patrimoniale e finanziaria. Per tale fattispecie di rischio al 30 giugno 2015 sono stati contabilizzati accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri per 371,1 milioni di euro. Non è possibile, allo stato e sulla base delle informazioni disponibili, escludere che dai suddetti contenziosi e dagli accertamenti ispettivi possano in futuro emergere ulteriori sopravvenienze passive con conseguenti possibili effetti negativi sulla situazione economico patrimoniale e finanziaria della Banca e/o del Gruppo. Per maggiori informazioni si rinvia al paragrafo B.13 “Fatti recenti rilevanti” della Sezione B - Emittente della presente Nota di Sintesi. Rischio connesso all’evoluzione della regolamentazione del settore bancario e alle modifiche intervenute nella disciplina sulla risoluzione delle crisi bancarie L’Emittente è soggetto ad un’articolata e stringente regolamentazione, nonché all’attività di vigilanza esercitata dalle istituzioni preposte: Banca d’Italia, BCE, Consob ed IVASS. Con particolare riferimento all’Emittente, si segnala che, nonostante le sue azioni non siano quotate in un mercato regolamentato, la stessa, in qualità di “emittente titoli diffusi”, di “emittente quotato avente l’Italia come Stato membro d’origine”, nonché di “emittente obbligazioni quotate sul MOT”, è chiamata al rispetto di ulteriori disposizioni emanate dalla Consob. La regolamentazione applicabile e l’attività di vigilanza sono soggette, rispettivamente, a continui aggiornamenti ed evoluzione della prassi. Il rispetto continuativo delle molteplici regolamentazioni, e segnatamente la necessità di incrementare la dotazione patrimoniale – a parità di dimensione – ed il rispetto dei parametri di liquidità, richiedono un impegno di risorse significativo, nonché l’adozione di norme e policy interne altrettanto complesse che potrebbero determinare maggiori costi e/o minori ricavi in capo all’Emittente e al Gruppo. Tra le novità regolamentari si segnala la Direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, pubblicata il 12 giugno 2014 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, in ordine alla istituzione di un quadro di risanamento e risoluzione delle crisi degli enti creditizi e delle imprese di investimento (Bank pag. 51 di 58 Appendice Recovery and Resolution Directive o “BRRD”, o “Direttiva”), che s’inserisce nel contesto della definizione di un meccanismo unico di risoluzione delle crisi e del Fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie. La Direttiva è entrata in vigore il 1° gennaio 2015, fatta eccezione per le disposizioni relative allo strumento del “bail-in” per le quali è stata prevista la possibilità per lo Stato Membro di posticipare il termine di decorrenza, al più tardi, al 1° gennaio 2016 anche se le relative disposizioni potranno essere applicate agli strumenti finanziari già in circolazione ancorché emessi prima dei suddetti termini. Si segnala che il Consiglio dei Ministri, in data 10 settembre 2015, ha approvato in via preliminare il Decreto legislativo di attuazione della BRRD, nonché il Decreto legislativo recante modifiche del TUB e del TUF in attuazione della predetta BRRD e volto, tra l’altro, ad allineare alla disciplina europea la disciplina sull’amministrazione straordinaria delle banche e sulla liquidazione coatta amministrativa. Si segnala che l’implementazione delle Direttive 2014/49/UE (Deposit Guarantee Schemes Directive) del 16 aprile 2014 e 2014/59/UE (Bank Recovery and Resolution Directive) del 15 maggio 2014 e l’istituzione del Meccanismo di Risoluzione Unico (Regolamento UE n. 806/2014 del 15 luglio 2014), potrà comportare un impatto significativo sulla posizione economica e patrimoniale del Gruppo in quanto impone l’obbligo di costituire specifici fondi con risorse finanziarie che dovranno essere fornite, a partire dall’esercizio 2015, tramite contribuzioni a carico degli enti creditizi. Non essendo, pertanto, ancora completato il quadro giuridico di riferimento, nella Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2015 non sussistono ancora i presupposti richiesti dai principi contabili per l’iscrizione a conto economico dei contributi da versare al fondo per l’esercizio 2015. Conseguentemente la Banca non ha ancora contabilizzato alcun onere a fronte degli obblighi connessi alle citate disposizioni. Alla data del Documento di Registrazione, vi è quindi incertezza circa gli impatti che le nuove regole potrebbero avere sulla situazione economico, patrimoniale e finanziaria dell’Emittente. Si informa, infine, che il Decreto-Legge 24 gennaio 2015, n. 3 “Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti” - pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.19 del 24 gennaio 2015, entrato in vigore il 25 gennaio 2015 e convertito con modificazioni nella Legge 24 marzo 2015, n. 33 – ha stabilito che le banche popolari con attivi superiori a 8 miliardi di euro dovranno trasformarsi in società per azioni entro 18 mesi dall’entrata in vigore delle disposizioni di attuazione emanate dalla Banca d’Italia ai sensi dell’art. 29 commi 2-bis e 2-ter del TUB. La Banca d’Italia, con provvedimento del 9 giugno 2015, ha emanato le disposizioni di attuazione della riforma delle banche popolari entrate in vigore il 27 giugno 2015, nel medesimo giorno dell’entrata in vigore del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2013/36/UE (CRD IV), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 134 del 12 giugno 2015. Al riguardo la Banca nella seduta consiliare del 7 luglio 2015, nell’accertare il superamento del predetto limite di 8 miliardi di euro, ha dato mandato al Consigliere Delegato e Direttore Generale dott. Francesco Iorio di dare corso a tutte le attività necessarie alla suddetta trasformazione. Si rappresenta che in data 15 settembre 2015 Adusbef e Federconsumatori hanno notificato il ricorso al Tar del Lazio in via principale a Banca d’Italia, al Ministero dell’Economia e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e quale parte contro-interessata, a Banca Popolare di Vicenza (unitamente a Ubi Banca, Popolare dell’Etruria e del Lazio, Veneto Banca) contro la riforma delle banche popolari – approvata con il decreto-legge del 24 gennaio 2015 n. 3 poi convertito nella legge del 24 marzo 2015 n. 33 - che impone la trasformazione in S.p.A. agli istituti con attivi superiori ad 8 miliardi di euro e la contestuale abrogazione del voto capitario. pag. 52 di 58 Appendice In particolare, è stato impugnato il provvedimento con cui è stato emanato da Banca d’Italia il 9° aggiornamento della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 in attuazione della richiamata riforma, per il quale è stata richiesta l’immediata sospensione dell’efficacia, e sono state rimesse alla Corte Costituzionale le rilevate questioni di legittimità costituzionale, per le asserite violazioni degli articoli 2-3-18-23-41-42-45-47-77-117 della Costituzione. In data 7 ottobre 2015, l’Emittente si è costituita in giudizio durante l’udienza davanti al TAR, assumendo una posizione neutrale, di osservatore qualificato, essendo parte intimata e interessata al suo esito per disporre di un quadro normativo certo in cui potere inquadrare le proprie eventuali future determinazioni; il Tar del Lazio (Sezione Terza) ha respinto l’istanza cautelare ed ha rinviato la trattazione del ricorso nel merito alla pubblica udienza del 10 febbraio 2016. Si rappresenta inoltre che, in data 30 ottobre 2015, alcuni azionisti di Banca Popolare di Milano hanno notificato a Banca d’Italia, al Ministero dell’Economia, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e, quale parte contro-interessata, a Banca Popolare di Vicenza (unitamente a Ubi Banca, Popolare dell’Etruria e del Lazio, Veneto Banca), un ricorso straordinario al Capo dello Stato contro la summenzionata riforma delle banche popolari. Con tale ricorso è stato impugnato il 9° aggiornamento della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013, emanato in attuazione della richiamata riforma delle banche popolari, nonché ogni altro atto o comunicazione presupposti, connessi e/o consequenziali, per i quali sono stati richiesti la sospensiva dell’efficacia e l’annullamento previa remissione degli atti alla Corte Costituzionale, per decidere sulla legittimità costituzionale dell’art. 1 del decreto-legge del 24 gennaio 2015 n. 3, in relazione agli articoli 2-3-41-42-45-47 e 77 della Costituzione, nonché alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea ex art. 267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. La pendenza di detti procedimenti amministrativi determina un’incertezza in merito ai tempi e alle modalità di realizzazione della trasformazione in società per azioni, così come prescritti dalla cennata riforma. La richiamata riforma ha, altresì, dettato la previsione secondo cui nelle banche popolari la Banca d’Italia - nel caso di recesso del socio anche a seguito della trasformazione in S.p.A. morte o esclusione del socio - può limitare o rinviare, in tutto o in parte e senza limiti di tempo, il diritto al rimborso delle azioni e degli altri strumenti di capitale del socio uscente, qualora ciò sia necessario ad assicurare un’adeguata patrimonializzazione della banca. *** Si rinvia inoltre al paragrafo B.12 “Informazioni finanziarie” della Sezione B Emittente della presente Nota di Sintesi per maggiori dettagli. D.3 Principali rischi specifici per gli Strumenti Finanziari Rischio di credito per l’investitore Il sottoscrittore, diventando finanziatore dell’Emittente, si assume il rischio che l’Emittente non sia in grado di adempiere all’obbligo del pagamento delle cedole maturate e del rimborso del capitale a scadenza. Rischio connesso all’assenza di garanzie L’Emittente non ha previsto garanzie per il rimborso delle Obbligazioni né per il pagamento degli interessi. Le Obbligazioni non sono assistite dalla garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Rischi relativi alla vendita prima della scadenza Nel caso in cui l’investitore volesse vendere le Obbligazioni prima della loro scadenza naturale, il prezzo sarà influenzato dai diversi elementi di rischio di seguito elencati, che potranno determinare una riduzione del prezzo delle Obbligazioni, pertanto l’investitore che vendesse le obbligazioni prima della scadenza potrebbe subire una rilevante perdita in conto capitale. Tali elementi pag. 53 di 58 Appendice non influenzano il valore di rimborso che rimane pari al 100% del valore nominale. • Rischio di liquidità Il rischio di liquidità è rappresentato dalla difficoltà o impossibilità per l’investitore di vendere prontamente le Obbligazioni prima della loro naturale scadenza ad un prezzo in linea con il rendimento atteso al momento della sottoscrizione. La possibilità per gli investitori di rivendere le Obbligazioni prima della scadenza dipenderà dall’esistenza di una controparte disposta ad acquistare le stesse. • Rischio di tasso Le Obbligazioni del presente Programma sono strumenti di investimento del risparmio con rimborso del capitale a scadenza - o, se previsto, con Rimborso Anticipato - e interesse a tasso fisso, a tasso variabile, step up, step down, zero coupon o a tasso misto pertanto, l’acquisto di tali titoli, comporta l’assunzione di un rischio di tasso. • Rischio di deterioramento del merito creditizio dell’Emittente Le Obbligazioni potranno deprezzarsi in caso di peggioramento della situazione finanziaria dell’Emittente ovvero in caso di deterioramento del merito creditizio della stessa, anche espresso dall’aspettativa di un peggioramento del giudizio di rating ovvero dell’outlook relativo all’Emittente. L’Emittente è sottoposta a valutazione da parte delle agenzie di rating Fitch Ratings e DBRS. Ogni peggioramento effettivo o atteso del giudizio di rating attribuito all’Emittente può influire negativamente sul prezzo delle Obbligazioni. • Rischio connesso alla presenza di costi/commissioni inclusi nel prezzo di emissione Il prezzo di emissione potrà includere commissioni e/o costi. Al riguardo si segnala che la presenza di tali commissioni e/o costi può comportare un rendimento a scadenza inferiore rispetto a quello offerto da titoli similari (in termini di caratteristiche del titolo e profilo di rischio) privi di tali costi e/o commissioni. Inoltre, si evidenzia che le commissioni e/o i costi inclusi nel prezzo di emissione non partecipano alla determinazione del prezzo delle Obbligazioni in caso di successiva negoziazione. Pertanto, qualora l’investitore vendesse le Obbligazioni sul mercato secondario (anche nel periodo immediatamente successivo alla data di emissione), il prezzo di vendita potrà essere scontato delle commissioni/costi incorporati nel prezzo di emissione. Rischio di cambio I pagamenti di interessi e di capitale saranno effettuati nella valuta di denominazione delle Obbligazioni (Euro ovvero in altra valuta avente corso legale in uno dei paesi membri dell’Ocse, liberamente trasferibile e convertibile contro Euro). Pertanto, qualora tale valuta sia diversa da quella di riferimento per l’investitore (tipicamente l’Euro per l’investitore italiano), l’investitore sarà esposto al rischio derivante dalle variazioni del rapporto di cambio tra le valute e deve dunque tenere in debito conto la volatilità di tale rapporto. In particolare un deprezzamento della valuta di denominazione rispetto all’Euro potrebbe comportare perdite anche significative in conto capitale. Rischio di scostamento del rendimento delle obbligazioni rispetto al rendimento di un titolo di Stato Italiano Le Obbligazioni potrebbero presentare un rendimento effettivo su base annua inferiore rispetto al rendimento effettivo su base annua di un titolo di Stato Italiano di similare vita residua. Rischio correlato all’assenza di rating delle obbligazioni Ai titoli oggetto del presente Programma non sarà attribuito alcun rating. Ciò costituisce un fattore di rischio in quanto non vi è disponibilità immediata di un indicatore sintetico rappresentativo della rischiosità degli strumenti finanziari. Rischio correlato alla presenza di conflitti di interesse pag. 54 di 58 Appendice • Conflitto di interesse relativo alla coincidenza dell’Emittente con il responsabile del collocamento e/o con il collocatore ovvero all’appartenenza del responsabile del collocamento e/o dei collocatori al medesimo gruppo bancario L’Emittente può agire quale Responsabile del Collocamento e/o Collocatore ovvero avvalersi di Collocatori che sono società facenti parte del Gruppo Banca Popolare di Vicenza; in tal caso l’Emittente si troverebbe in una situazione di conflitto di interessi in quanto trattasi di un’operazione avente ad oggetto Obbligazioni di propria emissione. Si evidenzia infine che si può configurare una situazione di conflitto di interessi anche qualora i Collocatori e/o il Responsabile del Collocamento non appartengano al Gruppo BPVi in quanto possono percepire delle commissioni a fronte dell’attività svolta. • Conflitto di interesse relativo alla coincidenza dell’Emittente con il responsabile del calcolo Con riferimento alle Obbligazioni a Tasso Variabile e a Tasso Misto, poiché l’Emittente opererà anche quale responsabile per il calcolo (“il Responsabile del Calcolo”), cioè soggetto incaricato della determinazione degli interessi e delle attività connesse, tale coincidenza di ruoli potrebbe determinare una situazione di conflitto di interessi nei confronti dell’investitore. • Conflitto di interesse relativo al ruolo di liquidity provider rivestito dall’emittente, ovvero da taluno dei Collocatori ovvero da soggetti terzi, nel sistema multilaterale di negoziazione Poiché l’Emittente, avendo aderito al sistema multilaterale di negoziazione gestito da EuroTLX SIM S.p.A. e denominato EuroTLX, opera in tale sistema quale liquidity provider per le obbligazioni emesse dalla banca stessa e/o da società da essa controllate o collegate ai sensi dell’art. 2359 c.c. o appartenenti allo stesso gruppo ai sensi dell’art. 60 del D.Lgs. 385/93, tale coincidenza di ruoli potrebbe determinare per l’investitore un conflitto di interessi. Nelle negoziazioni sul mercato secondario può essere applicato uno spread tra il prezzo denaro e il prezzo lettera entro gli ammontari massimi previsti dal regolamento del sistema multilaterale di negoziazione EuroTLX. Rischio di ritiro/annullamento dell’offerta Qualora, successivamente alla pubblicazione delle Condizioni Definitive e prima della Data di Emissione delle Obbligazioni, dovessero verificarsi circostanze che siano tali, secondo il ragionevole giudizio dell’Emittente e del Responsabile del collocamento, d’intesa fra loro, da pregiudicare in maniera sostanziale la fattibilità e/o la convenienza della singola Emissione, l’Emittente avrà la facoltà di non dare inizio al collocamento, ovvero di ritirare l’Offerta e ritenerla annullata. In tale ipotesi, ove gli investitori abbiano versato l’importo di sottoscrizione delle Obbligazioni prima delle comunicazioni di annullamento dell’Offerta, non potranno beneficiare degli interessi sulle somme versate che avrebbero altrimenti percepito se non avessero sottoscritto le Obbligazioni e avessero eventualmente effettuato un’altra tipologia di investimento. Rischio correlato all’assenza di informazioni Con riferimento alle Obbligazioni a Tasso Variabile e a Tasso Misto, l’Emittente non fornirà successivamente all’emissione delle Obbligazioni, alcuna informazione relativamente all’andamento del Parametro di Indicizzazione prescelto. Rischio connesso alla variazione del regime fiscale Il valore netto relativo al rendimento delle Obbligazioni di ciascun Prestito sarà calcolato sulla base del regime fiscale in vigore alla data di pubblicazione delle Condizioni Definitive. Il regime fiscale potrebbe essere soggetto a variazioni future. L’Emittente non è in grado di prevedere se il regime fiscale vigente alla data di pubblicazione delle Condizioni Definitive relative a ciascun Prestito potrà subire pag. 55 di 58 Appendice eventuali modifiche durante la vita delle Obbligazioni né può essere escluso che, in caso di modifiche, i valori netti indicati possano discostarsi, anche sensibilmente, da quelli che saranno effettivamente applicati ai titoli alle varie date di pagamento delle cedole di interessi, incidendo sul rendimento dell’investimento per tutte o talune categorie di investitori. Sono comunque a carico del portatore delle Obbligazioni le imposte e le tasse, presenti e future, che per legge colpiscano i titoli e/o i relativi interessi, premi ed altri frutti. Rischio connesso all’utilizzo del “bail in” e degli altri strumenti di risoluzione previsti dalla Direttiva Europea in tema di risanamento e risoluzione degli enti creditizi Il 12 giugno 2014 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la Direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi (c.d. Banking Resolution and Recovery Directive, di seguito la “Direttiva”), individuando i poteri e gli strumenti che le Autorità nazionali preposte alla risoluzione delle crisi bancarie (c.d. “resolution Authorities”, di seguito le “Autorità”) possono adottare per la risoluzione di una situazione di crisi o dissesto di una banca. Ciò al fine di garantire la continuità delle funzioni essenziali dell’ente, riducendo al minimo l’impatto del dissesto sull’economia e sul sistema finanziario nonché i costi per i contribuenti. La Direttiva è entrata in vigore il 1° gennaio 2015, fatta eccezione per le disposizioni relative allo strumento del “bail-in” per le quali è stata prevista la possibilità per lo Stato Membro di posticipare il termine di decorrenza, al più tardi, al 1° gennaio 2016 anche se le relative disposizioni potranno essere applicate agli strumenti finanziari già in circolazione ancorché emessi prima dei suddetti termini. Si segnala che il Consiglio dei Ministri, in data 10 settembre 2015, ha approvato in via preliminare il Decreto legislativo di attuazione della BRRD, nonché il Decreto legislativo recante modifiche del TUB e del TUF in attuazione della predetta BRRD e volto, tra l’altro, ad allineare alla disciplina europea la disciplina sull’amministrazione straordinaria delle banche e sulla liquidazione coatta amministrativa. Tra gli strumenti di risoluzione che potranno essere utilizzati dalle Autorità è previsto il summenzionato strumento del “bail in” ossia il potere di svalutazione, con possibilità di azzeramento del valore nominale, nonché di conversione in titoli di capitale delle obbligazioni. Pertanto, con l’applicazione del “bail in”, gli Obbligazionisti si ritroverebbero esposti al rischio di veder svalutato, azzerato, ovvero convertito in titoli di capitale il proprio investimento, in via permanente, anche in assenza di una formale dichiarazione di insolvenza dell’Emittente. Inoltre, le Autorità avranno il potere di cancellare le obbligazioni e modificare la scadenza delle obbligazioni, l’importo degli interessi pagabili o la data a partire dalla quale tali interessi divengono pagabili, anche sospendendo il pagamento per un periodo transitorio. Lo strumento sopra descritto del “bail in” potrà essere applicato sia individualmente che in combinazione con gli altri strumenti di risoluzione previsti dalla Direttiva quali: (i) vendita dell’attività di impresa senza il preventivo consenso degli azionisti; (ii) cessione ad un ente-ponte delle attività, diritti o passività della banca soggetta a risoluzione; (iii) separazione delle attività, vale a dire cessione delle attività, diritti o passività della banca soggetta a risoluzione, a favore di una o più società veicolo. Tali ultimi strumenti di risoluzione potranno comportare, pertanto, la sostituzione dell’originario debitore, ossia la Banca emittente, con un nuovo soggetto giuridico senza necessità di un previo consenso di quest’ultimo ed il pag. 56 di 58 Appendice trasferimento delle attività e passività dell’originario debitore, con conseguente possibile rimodulazione del rischio di credito per il sottoscrittore. Inoltre, ove ricorrano i presupposti, le Autorità potranno richiedere l’utilizzo del Fondo di risoluzione unico di cui al Regolamento (UE) n.806/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, finanziato mediante contributi versati dalle banche a livello nazionale. Sezione E – Offerta E.2b Ragioni dell’offerta ed impiego dei proventi Le Obbligazioni saranno emesse nell’ambito dell’ordinaria attività di raccolta da parte della BANCA POPOLARE DI VICENZA - Società cooperativa per azioni. L’ammontare ricavato sarà destinato all’esercizio dell’attività creditizia della Banca. E.3 Termini e condizioni dell’offerta Condizioni alle quali l’offerta è subordinata L’efficacia dell’Offerta è subordinata all’ammissione alla negoziazione delle obbligazioni entro la data di inizio del periodo di collocamento sul sistema multilaterale di negoziazione EuroTLX, in assenza della quale l’Emittente non darà inizio al collocamento e l’Offerta medesima sarà ritirata e ritenuta annullata. In tal caso l’Emittente ne darà comunicazione mediante apposito avviso pubblicato sul sito internet dell’Emittente e dei Collocatori e contestualmente trasmesso a Consob. Le obbligazioni saranno offerte e collocate interamente ed esclusivamente sul mercato italiano. L’offerta è indirizzata al pubblico indistinto e a investitori qualificati, così come definiti dall’art. 34-ter della Delibera CONSOB 11971 del 14 maggio 1999 e successive modifiche. Ammontare totale dell’offerta Le obbligazioni avranno un valore nominale di euro 1.000,00 e suoi multipli cadauna (il “Taglio Minimo dell’Obbligazione”) e l’ammontare totale massimo della singola emissione sarà di nominali euro 100 milioni (l’“Ammontare Totale”) che potrà essere aumentato o diminuito a discrezione dell’Emittente mediante apposito avviso da pubblicarsi, salvo modifiche della vigente normativa applicabile, sul sito internet dell’Emittente, del Responsabile del Collocamento e dei Collocatori e, contestualmente, trasmesso a CONSOB. Periodo di Offerta Il Periodo di Offerta sarà: • dal 20 novembre 2015 al 30 dicembre 2015 per le obbligazioni offerte in sottoscrizione dai Collocatori presso le proprie sedi; • dal 20 novembre 2015 al 23 dicembre 2015 per le obbligazioni offerte in sottoscrizione dai Collocatori fuori sede. L’Emittente potrà procedere, in qualsiasi momento durante il Periodo di Offerta, alla chiusura anticipata dell’offerta oppure alla sua proroga. In tal caso l’Emittente ne darà comunicazione mediante apposito avviso pubblicato sul sito internet dell’Emittente, del Responsabile del Collocamento e dei Collocatori e, contestualmente, trasmesso a CONSOB. Qualora nel corso del Periodo di Offerta l’Emittente proceda alla pubblicazione di un supplemento al Prospetto di Base, coloro che hanno aderito alla sottoscrizione del Prestito prima di detta pubblicazione potranno, ai sensi di quanto previsto dall’art. 95-bis del TUF, revocare – presso le filiali dei Collocatori – la propria sottoscrizione entro il secondo giorno lavorativo successivo alla pubblicazione del supplemento. Salvo quanto previsto dall’art. 95-bis del TUF, le domande di adesione saranno irrevocabili e non potranno essere soggette a condizioni. Non saranno ricevibili pag. 57 di 58 Appendice né considerate valide le domande di adesione pervenute prima dell’inizio del Periodo di Offerta e dopo il termine del Periodo di Offerta. Il pagamento delle obbligazioni sottoscritte sarà effettuato presso il Collocatore che ha ricevuto l’adesione mediante addebito sui conti correnti dei sottoscrittori alla data di regolamento indicata sul modulo di adesione (la “Data di Regolamento”), che potrà coincidere con la Data di Godimento dell’obbligazione oppure potrà essere posteriore alla Data di Godimento ma compresa nel Periodo di Offerta. Prezzo di emissione Il Prezzo di Emissione sarà pari al 100% del Valore Nominale e cioè Euro 1.000,00 per ciascuna Obbligazione. Nel caso di sottoscrizione posteriore alla Data di Godimento il prezzo delle obbligazioni sarà maggiorato del rateo interessi maturato dalla Data di Godimento alla Data di Regolamento. I titoli saranno messi a disposizione degli aventi diritto in pari data mediante deposito presso la Monte Titoli S.p.A. Soggetti incaricati del collocamento Le obbligazioni saranno offerte per il tramite di Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a e Farbanca S.p.A. (i Collocatori). E.4 Conflitti di interesse L’offerta delle Obbligazioni rappresenta un’operazione nella quale l’Emittente e/o il Collocatore possono avere un interesse in conflitto in quanto: − l’Emittente può agire quale Responsabile del Collocamento e/o Collocatore ovvero avvalersi di Collocatori che sono società facenti parte del Gruppo e/o società di intermediazione mobiliare; − in relazione al calcolo delle Cedole Variabili per le Obbligazioni a Tasso Variabile e a Tasso Misto, l’Emittente potrà operare quale Responsabile per il Calcolo; − per le Obbligazioni che sono negoziate sul sistema multilaterale di negoziazione gestito da EuroTLX SIM S.p.A. e denominato EuroTLX, l’Emittente, ovvero taluno dei Collocatori ovvero taluno dei soggetti terzi, opera quale liquidity provider per le obbligazioni emesse dall’Emittente stesso e/o da società da esso controllate o collegate ai sensi dell’art. 2359 c.c. o appartenenti allo stesso gruppo ai sensi dell’art. 60 del D.Lgs. 385/93. E.7 Spese stimate addebitate all’investitore dall’Emittente L’Emittente non addebiterà alcuna spesa all’investitore. Il controvalore dei Titoli sarà addebitato agli investitori alla data di regolamento indicata sul modulo di adesione (la “Data di Regolamento”) e sarà pari al valore nominale dei Titoli stessi moltiplicato per il Prezzo di Emissione. Nel caso di sottoscrizione posteriore alla Data di Godimento, il prezzo delle Obbligazioni sarà maggiorato del rateo interessi maturato dalla Data di Godimento alla Data di Regolamento. Il prezzo di emissione non include costi/commissioni di collocamento. pag. 58 di 58