conCittadini 2012-2013 Partecipazione civica e beni comuni Bologna, 30 novembre 2012 Vittorino Ferla Responsabile Relazioni Istituzionali Area Trasparenza e legalità Cittadinanza attiva e sussidiarietà “Cittadinanza attiva è la capacità dei cittadini di organizzarsi in modo multiforme, di mobilitare risorse umane, tecniche e finanziarie, e di agire con modalità e strategie differenziate per tutelare diritti esercitando poteri e responsabilità volti alla cura e allo sviluppo dei beni comuni” (G.Moro, 1998) “Stato, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale sulla base del principio di sussidiarietà” (art.118, u.c. Cost.) Un po’ di storia •L’emersione della cittadinanza attiva e il lungo processo costituente • Anni ’90: le riforme della P.A., i referendum, l’elezione diretta dei sindaci, l’esperienza di Parte Civile (Fuci, Legambiente, MFD) • 2000: la Campagna “Imputati per eccesso di cittadinanza” e il “paradigma bipolare” della Pubblica amministrazione •2001: La riforma del Titolo V e il percorso di attuazione del 118 Attuare la sussidiarietà • Convenzioni della sussidiarietà • Labsus.org • Legislazione di sostegno • Fondazione Sud • Forum Terzo settore e Formazione dei quadri terzo settore Le novità costituzionali 1. Il riconoscimento costituzionale della cittadinanza attiva 2. L’obbligo delle Istituzioni di favorire le iniziative civiche di interesse generale Interesse generale e beni comuni I beni comuni • Sono di proprietà di tutti e ciascuno li può utilizzare • Sono materiali e immateriali • Sono ‘strumenti’ per garantire la pienezza dei diritti e rafforzare le capacità delle persone e dei gruppi •Sono spesso minacciati •Il loro deperimento impoverisce la comunità I beni comuni • Una risorsa dalla cui fruizione non può essere escluso nessuno, pena la privazione, per la persona esclusa, di una componente essenziale dei suoi diritti di uomo e di cittadino • Nel mondo moderno, accanto a risorse che sono condizioni essenziali della vita e della sua riproducibilità, si possono porre prodotti artificiali, come l’accesso all’energia elettrica, alla mobilità, ai servizi sanitari, o a manifestazioni di alcune facoltà dell’uomo come l’informazione, la cultura, l’arte, ecc. I beni comuni • A garanzia della non esclusione dalla fruizione devono intervenire forme di gestione del bene ‘sostenibili’ • Gestione condivisa: tutti i potenziali fruitori possono – non necessariamente devono – partecipare alle decisioni relative al modo in cui il bene viene utilizzato o fruito • Le modalità di questa condivisione possono essere le più varie e differenziarsi tra loro I beni comuni Il rapporto con i beni comuni comporta, sia nella rivendicazione che nell’esercizio di un diritto acquisito, forme di controllo diffuso e di partecipazione democratica alla loro gestione o ai relativi indirizzi che integrino le forme usurate della democrazia rappresentativa La sussidiarietà e la gestione condivisa dei beni comuni si costruiscono sui saperi (tecnici e sociali) diffusi tra la popolazione; sono al tempo stesso una scuola per approfondire, promuovere e diffondere questi saperi I beni comuni •Il terreno fondamentale è quello dei servizi pubblici locali •Livello territoriale (quartiere, circoscrizione, città, area vasta, scuola, condominio) •Un’attività in cui tutti possono impegnarsi •Forme diverse di fruizione condivisa di un bene comune •Determinazione delle modalità di erogazione dei servizi e di fornitura dei beni •Processo di cooperazione allargato •Le iniziative che si sviluppano a partire da una dimensione locale sono la fonte principale di creazione e di consolidamento di nuovi e più forti legami sociali Beni comuni Sono connessi con il tema dell’interesse generale L’autonoma iniziativa per lo svolgimento di attività di interesse generale era già nella legge sul volontariato (v. legge 266/91) Attività di interesse generale sono le politiche pubbliche (ciclo: ascolto delle domande, messa in agenda, decisione, implementazione, valutazione) Politiche dei cittadini in una logica di governance Iniziativa autonoma • La tutela dei diritti come modalità operativa generale della cittadinanza attiva (effettività) • Non è delega ma iniziativa con il concorso attivo dei diretti interessati • Non è supplenza ma azione diretta orientata a un fine • Non è assistenzialismo ma azione finalizzata alla trasformazione della realtà • Non è attività residuale ma provoca un cambiamento dei comportamenti istituzionali (regole, priorità, funzionamento) Tecnologie di tutela Azione diretta: carte dei diritti, strutture di servizio, monitoraggio, azioni simboliche, a. di sensibilizzazione e informazione, gestione dei conflitti, organizzazione di nuovi servizi Mobilitazione di risorse: addestramento e reclutamento, raccolta di firme e adesioni, raccolta e diffusione di buone pratiche, formazione, uso civico di internet • Interlocuzione: accordi e protocolli di intesa, tavoli di concertazione, conferenze dei servizi, partnership • Attivazione delle istituzioni: attuazione istituti di tutela, intervento giudiziario, lobbying Esercizio della cittadinanza Sovranità sostanziale: essere cittadini tutti i giorni per una politica della vita quotidiana Un nuovo soggetto costituzionale: il cittadino come attore e interprete della costituzione oltre il diritto al voto Favorire: il ruolo delle istituzioni Favorire Valore prescrittivo: devono favorire Responsabilità condivise nell’esercizio di pubbliche funzioni Approccio pragmatico Rapporto con la sussidiarietà verticale Quattro tipi di comportamenti attivi positivi: 1. Accogliere 2. Sostenere 3. Facilitare 4. Promuovere Perché favorire? Secondo D.Osborne e T.Gaebler, rispetto ai servizi gestiti da enti e professionisti, le comunità: • Mostrano maggior impegno verso i propri membri • Capiscono meglio i problemi • Risolvono i problemi • Offrono aiuto • Sono più flessibili e creative • Costano meno • Fanno rispettare più efficacemente le norme di comportamento • Si concentrano sulle capacità e non sulle carenze I risultati dell’azione civica • Consumatori (sciopero regolato, carte dei servizi, CNCU, azioni inibitorie) • Esclusione sociale (minori, pari opportunità, assistenza agli immigrati) • Disabilità (leggi sulle barriere, cultura di massa, usabilità web) • Salute (stili di vita, Uffici qualità e Comitati etici, dolore e trapianti) • Accesso alla giustizia (giudici di pace, mediazione e conciliazione) • Ambiente (ecomafie, gestione aree protette, raccolta differenziata), • Miglioramento P.A. (Urp, reti di buone pratiche, rapporto carriere/servizi, accesso agli atti, semplificazione, ecc.) Favorire chi? Cittadini singoli e associati Premiare le azioni e le attività piuttosto che le “corporazioni” Premiare i comportamenti responsabili degli individui Individuare misure generali per le organizzazioni e per i singoli Le organizzazioni civiche Associazioni di volontariato Movimenti di rappresentanza Servizi di consulenza e centri ascolto Gruppi di auto-aiuto Imprese sociali Associazioni di promozione sociale Organizzazioni di cooperazione internazionale Gruppi e comitati locali Comunità di accoglienza e di riabilitazione Gruppi di riforma professionale Movimenti di azione collettiva Strutture di secondo grado Come favorire? Processi di consultazione Atti di negoziazione Strumenti di legittimazione Sponsorship Azioni di accompagnamento Assistenza e consulenza per l’accesso e la progettazione Qualificazione e formazione Agevolazioni e detrazioni Informazione e trasparenza Empowerment L’empowerment è un processo dell’azione sociale attraverso il quale le persone, le organizzazioni e le comunità acquisiscono competenza sulle proprie vite al fine di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità di vita Ambiti dell’empowerment Politico (minoranze, donne, sviluppo) Medico-psicoterapeutico riabilitazione, autogestione, emancipazione) Pedagogico (adulti, responsabilità, partecipazione) Organizzativo (nuovi assetti organizzativi e risorse umane) 3 pilastri + 3 ambiti Controllo (capacità di influenza) Consapevolezza (capire il funzionamento) Partecipazione (ottenere risultati condivisi) Individuale (stili di vita) Organizzativo (assetto dei servizi) Di Comunità (governance) Accountability: le istituzioni rendono conto Accountability 1)La trasparenza: accessibilità alle informazioni, anche in quanto utenti; include attività di bilancio pubbliche e formali, strumenti volti a rendere più visibili decisioni, azioni, performance e risultati delle PA e allargamento della governance degli enti pubblici alla partecipazione delle organizzazioni dei cittadini e dei consumatori Accountability 2) la “responsività”: capacità di rendere conto di scelte, comportamenti e azioni e di rispondere alle questioni poste dagli stakeholder. Rispondere in modo pubblico, coerente e dimostrabile alle loro richieste, verificare la “tracciabilità” dell’azione amministrativa, valutarla dal punto di vista civico, garantire una capacità di influenza sulla gestione dei servizi Accountability 3) la compliance: capacità di far rispettare le norme, sia nel senso di finalizzare l’azione pubblica all’obiettivo stabilito nelle leggi, che nel senso di fare osservare le regole di comportamento degli operatori della PA . Adeguare l’azione amministrativa agli standard di qualità e di appropriatezza definiti dalle leggi e dai regolamenti o dagli impegni assunti volontariamente Strumenti, esempi, processi L’informazione civica • L’informazione civica: “la produzione, da parte dei cittadini e sulla base del loro punto di vista, di informazioni a partire da dati raccolti direttamente o indirettamente e orientata alla trasformazione della realtà nella direzione di un aumento della effettiva tutela dei diritti dei cittadini e di una realizzazione delle condizioni a ciò connesse” (Moro, 1998) •Alcuni esempi: campagne di informazione sull’introduzione della moneta unica, monitoraggio dei call center, osservatori su prezzi e tariffe, consumatori per la qualità dei servizi, servizi di informazione e consulenza • Importanti per la trasparenza, importanti per la statistica La valutazione civica delle amministrazioni pubbliche La valutazione civica può essere definita come: •una ricerca azione di carattere comparativo •sostenuta da metodologie dichiarate e controllabili •realizzata dai cittadini per fare valere il proprio punto di vista •mediante emissione di giudizi motivati •sulle realtà rilevanti per la tutela dei diritti e per la qualità della vita Il punto di vista dei cittadini •il punto specifico di osservazione della realtà (standpoint) •la capacità di elaborare le preoccupazioni e le priorità dei cittadini che possono essere sovrapposte a leggi e documenti di policy (interpretazione) •la capacità di fare valere i propri giudizi nelle sedi opportune (rappresentanza) La valutazione civica della qualità urbana FINALITA’ GENERALE: verificare la possibilità di adottare il metodo della valutazione civica come fondamentale supporto alle politiche per il miglioramento della qualità dei servizi pubblici, attraverso un’adeguata rappresentazione del punto di vista del cittadino ed un suo diretto coinvolgimento OUTPUT PREVISTI E RAGGIUNTI: -messa a punto di una metodologia di rilevazione e di un processo di lavoro, da rendere disponibili alle amministrazioni per costruire in maniera strutturata “momenti di interazione e confronto con le associazioni dei consumatori e con i cittadini volti al miglioramento della qualità dei servizi” come previsto dalla legge 244/07 (Legge Finanziaria 2008), art. 2 c. 461 VCQU: a che serve? Le testimonianze •al miglioramento dei servizi pubblici: “Attraverso la valutazione civica l’Amministrazione può avere un supporto per la programmazione e gestione strategica sotto l’occhio attento del cittadino attivo. Far emergere le criticità porterà ad una definizione delle azioni da intraprendere per eliminarle” • ad accrescere la trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini: “Lavorare con i cittadini sulla qualità urbana è l’occasione di far capire agli utenti le difficoltà in cui spesso i comuni si trovano ad operare” - “E’ stata un’opportunità per coinvolgere i cittadini, che abitano il territorio e sono portatori di una propria conoscenza indispensabile alle amministrazioni, rispondendo alle esigenze della popolazione che vive sul territorio” • ad aumentare la fiducia nelle amministrazioni: “è funzionale ad un effetto educazione civica, per cui la qualità urbana è sì responsabilità dell’amministrazione ma anche diretta conseguenza del comportamento dei cittadini” - “Attiva una collaborazione virtuosa che porta ad una diversa relazione tra amministrazioni, cittadini e società civile” Open Government Partnership •Agenda digitale/ Open data •Analisi civica •Partecipazione/Trasparenza •Campagna Ridateceli! •www.opencoesione.it Perché occuparsi di tutto questo? “Una società in cui abbiano spazio e potere organizzazioni di attivismo civico è il miglior posto in cui vivere, sia per chi è debole, che per chi è forte” (H.Rubin)