approccio ad alcuni concetti microeconomici funzionali alle tematiche del marketing management teoria neoclassica dell’impresa la sequenza FINI - BISOGNI - ATTIVITA’ ECONOMICHE il nel loro divenire perseguimento perseguono molteplici di tali fini persone per soddisfare i bisogni svolgono, fra l’altro attività economiche si svolgono nell’ambito di istituti le FAMIGLIE le IMPRESE le PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI fini di varia specie suscita bisogni di vario grado ossia le attività di produzione e consumo di beni economici (merci e servizi) chi è l’imprenditore: C.C. art.2082 “È imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni o di servizi” IMPRESA e AZIENDA: azienda azienda di produzione è l’assetto strettamente economico di un ISTITUTO è propria del caratteristico istituto economico-sociale IMPRESA l’IMPRESA e il PROCESSO PRODUTTIVO il ruolo dell’IMPRESA in un’economia di mercato: trasformazione fisica delle merci l’impresa attività di ricerca e sviluppo PRODUZIONE produce attività di acquisto e vendita BENI (MERCI) SERVIZI per la sopravvivenza del SISTEMA ECONOMICO l’impresa produce BENI utilizzando FATTORI PRODUTTIVI: LAVORO RISORSE NATURALI (materie prime, energia…) CAPITALE (terra, macchine...) tali fattori sono disponibili in quantità limitata (sono scarsi come tutti i beni economici) la scarsità dei fattori produttivi è un VINCOLO allo svolgimento dei processi produttivi • Tale scarsità pone il problema della NECESSITA’ DI EFFETTUARE DELLE SCELTE • NON SI PUO’ PRODURRE TUTTO CIO’ CHE SI VUOLE ! quali BENI produrre ? l’IMPRENDITORE è posto di fronte a 3 problemi: quale quantità di BENI produrre ? qual è la combinazione ottimale di fattori produttivi l’imprenditore è posto di fronte a problemi di natura DECISIONALE: • ovvero, deve effettuare delle SCELTE l’imprenditore deve SCEGLIERE (decidere) vuol dire anche RINUNCIARE a OPPORTUNITA’ MENO UTILI nella logica della ricerca della MAX EFFICIENZA ovvero deve trovare la MIGLIORE OPPORTUNITA’ tutto ciò significa AVVIARE un PROCESSO ECONOMICO avviare un processo economico vuol dire, nella realtà, avviare un PROCESSO PRODUTTIVO ogni processo produttivo il MIGLIOR RISULTATO FINALE (outputs) ricerca: per unità di RISORSE IMPIEGATE (inputs) analisi generale del PROCESSO PRODUTTIVO: riconoscimento delle necessità dell’uomo AZIENDE: processo produttivo (processo tecnico) soddisfacimento delle necessità dell’uomo PREFASI e FASI di avvio del PROCESSO PRODUTTIVO PREFASI - Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 ... Fase n analisi di mercato mercato strategie di vendita l’indagine di mercato (uno degli aspetti del marketing) permette di trovare una risposta al 1° quesito dell’imprenditore: marketing mercato indica all’imprenditore COSA PRODURRE PREFASE (1): analisi delle condizioni di ambiente Struttura istituzionale, normativa Cultura Domanda e offerta di lavoro Progresso tecnologico Domanda e offerta di capitale Mercati di merci e servizi …….ecc. Fattibilità ambientale PREFASE (2): analisi della struttura del settore (insieme omogeneo di aziende) Struttura ed elasticità della domanda Economie di scala Barriere all’entrata Funzioni di costo Concentrazione Differenziazione dei prodotti Fedeltà alla “marca” Fattibilità settoriale PREFASE (3): analisi del comportamento delle aziende di settore Politiche dei prezzi-ricavo Pubblicità Ricerca e sviluppo per innovazione del prodotto e del processo produt. Fattibilità aziendale Variazioni di capacità produttiva (commercializzazione del prodotto) Variazioni di localizzazione Coordinamento accordi fra aziende concorrenti Diversificazioni, uscite dal settore PREFASE (4): analisi dei risultati attesi Livelli di remunerazione del capitale proprio e del lavoro Tassi di espansione dimensionale assoluti e relativi Efficienza Competitività …….ecc. Fattibilità economica l’OBIETTIVO delle aziende di produzione: Prefase 1: analisi delle condizioni di ambiente Prefase 2: analisi della struttura del settore Prefase 3: analisi del comportamento delle aziende di settore Prefase 4: analisi dei risultati attesi fase 1: controllo possibilità tecniche fase 2: controllo dei costi fase 3: controllo dei tempi avvio processo produttivo fase 4: controllo delle qualità obiettivo primario: MAX PROFITTO cosa si intende col termine PROFITTO ? • • • • • • • premesso che le “teorie classiche” si basano sull’ipotesi di coincidenza, nella figura dell’IMPRENDITORE, del “PROPRIETARIO” e del “MANAGER” ciò premesso: il concetto di PROFITTO è un concetto “ambiguo”: > remunerazione “normale” del capitale proprio > parte eccedente la remunerazione “normale” > profitto di breve e di lungo periodo > remunerazione del rischio > remunerazione della funzione di “organizzazione dei fattori produttivi” > differenza fra i RICAVI (della vendita) e i COSTI (produzione) a volte l’obiettivo primario può non coincidere con la ricerca del max profitto: > un’azienda può perseguire un obiettivo di incremento dell’immagine > un’azienda può perseguire un obiettivo di incremento quota di mercato …ecc. alcuni “obiettivi” funzionali allo stato della domanda: stato della domanda compito del marketing denominazione formale D. NEGATIVA D. INESISTENTE D. LATENTE D. VACILLANTE D. IRREGOLARE D. SATURA disingannare la D. creare la D. sviluppare la D. rivitalizzare la D. sincronizzare la D. mantenere la D. D. SOVRABBONDANTE ridurre (o spostare) la D. D. NOCIVA distruggere la D. M. di conversione M. di stimolo M. di sviluppo remarketing sincromarketing M. di mantenimento demarketing contromarketing gli obiettivi di un’azienda possono essere contemporaneamente molteplici, anche se la ricerca del PROFITTO è inevitabile nella nostra Economia di mercato per la quantificazione del PROFITTO come determiniamo i RICAVI e i COSTI ? • determinare i RICAVI è facile: Qn (volume fisico delle vendita) . prezzo unitario = R • • determinare i COSTI è più difficile: > NON SEMPRE I COSTI SI IDENTIFICANO CON L’ESBORSO DI MONETA CHE HA LUOGO DURANTE IL PROCESSO PRODUTTIVO Es.: acquisto una macchina che costa 20.000 Euro (gennaio 2004) la macchina viene utilizzata per 5 anni alla produzione di gennaio si imputerà una “quota” dell’esborso complessivo di 20.000 Euro, quella relativa al logorio (fisico - economico) che subisce la macchina nel corso del mese di gennaio al processo produttivo va imputato il costo relativo all’AMMORTAMENTO della macchina (che è inferiore all’esborso sostenuto per l’acquisto della macchina nel mese di gennaio 2004) • • • • • alcuni aspetti specifici della generica voce “COSTO”: • COSTO OPPORTUNITA’: quando l’impresa utilizza, nel processo produttivo, RISORSE PROPRIE (senza corrispondere alcun prezzo) - vi è, però, sotto il profilo economico una “rinuncia”, implicita, ad utilizzare tali risorse in altro modo • def. COSTO OPPORTUNITA’: E’ LA REMUNERAZIONE CHE LE RISORSE, DI PROPRIETA’ DELL’IMPRESA, POTREBBERO OTTENERE SE UTILIZZATE NEL MODO PIU’ CONVENIENTE (MIGLIORE OPPORTUNITA’) AL DI FUORI DELL’IMPRESA STESSA • ad Es.: se l’Impresa utilizza “fondi propri” (non ricorre al credito di banche), in bilancio non verranno imputati costi per l’esborso di interessi, ma il “costo opportunità” del mancato guadagno che si sarebbe potuto registrare nell’ipotesi di prestito dei “fondi propri” a terzi alcuni aspetti specifici della generica voce “COSTO”: • COSTO DELL’IMPRENDITORE: il compenso dovuto all’imprenditore per la sua attività di organizzazione della produzione (tale “compenso” può quantificarsi con riferimento ad un ipotetico identico servizio erogato a “terzi”) • > il compenso per l’organizzazione della produzione dovuto all’imprenditore NON DEVE CONFONDERSI con il profitto dell’imprenditore il COMPENSO PER L’ORGANIZZAZIONE entra nei COSTI DI PRODUZIONE il PROFITTO entra nei RICAVI alcuni aspetti specifici della generica voce “COSTO”: • COSTO DI PRODUZIONE: è il valore delle risorse (fattori di produzione) che trovano impiego nel particolare processo produttivo a cui si riferiscono e, come tale, non può identificarsi che con l’esborso monetario che in quel periodo ha luogo. Vi è, comunque, un’eccezione (riferita all’esborso monetario): la QUOTA D’AMMORTAMENTO dei beni capitali imputabile al singolo processo produttivo la determinazione del LIVELLO OTTIMALE DI PRODUZIONE: 2 differenti contesti • per la determinazione del livello ottimale di produzione debbono considerarsi 2 diversi contesti: LUNGO PERIODO BREVE PERIODO STOCK di CAPITALE possono variare tutti i FATTORI PRODUTTIVI alcuni fattori produttivi sono considerati FISSI i COSTI nel BREVE PERIODO: Cf + Cv = Ct COSTO TOTALE costi variabili Ct’ costi fissi costo marginale 0 1 2 3 4 5 6 ………………. n Qn la determinazione del LIVELLO OTTIMALE DI PRODUZIONE (risposta al 2° quesito dell’imprenditore) : • premesso che: obiettivo primario: MAX PROFITTO massimizzando il PROFITTO che si raggiunge: la piccola impresa (che si pone in un mercato di libera concorrenza) non può influenzare i prezzi dei beni prodotti minimizzando i COSTI la determinazione del LIVELLO OTTIMALE DI PRODUZIONE (risposta al 2° quesito dell’imprenditore) : • per poter determinare il livello ottimale di produzione possiamo ricorrere all’analisi marginale, per far ciò dobbiamo conoscere alcuni indicatori: • • • • • • • > prezzo di mercato del bene > ricavo totale - ricavo marginale > costo fisso totale > costo variabile totale > costo totale - costo marginale > profitto totale - profitto marginale VEDIAMO UN ESEMPIO: ANALISI MARGINALE APPLICATA AL PROCESSO PRODUTTIVO 1) QUANTO PRODURRE ? TAB.1 - COSTI E RICAVI TOTALI DELL IMPRESA QUANTITA PREZZO RICAVO TOTALE COSTO FISSO TOTALE COSTO VARIABILE TOTALE COSTO TOTALE PROFITTO TOTALE 0 15 0 20 0 20 (20 + 0) - 20 1 15 15 20 5 25 (20 + 5) - 10 2 15 30 20 8 28 (20 + 8) 2 3 15 45 20 13 33 (20 + 13) 12 4 15 60 20 20 40 (20 + 20) 20 5 15 75 20 31 51(20 + 31) 24 6 15 90 20 46 66 (20 + 46) 24 7 15 105 20 66 86 (20 + 66) 19 8 15 120 20 92 112 (20 + 92) 8 24 max profitto totale TAB. 2 - COSTI E RICAVI MARGINALI DELL IMPRESA QUANTITA 1 2 3 4 5 6 RICAVO MARGINALE 15 il(15R.M. - 0) di ogni unità prodotta 15 (30 - 15) è 15 (45 - 30) = 15all’incremento (60 - 45) del ricavo totale 15 (75 - 60) a cui essa 15 (90 da - 75) luogo COSTO MARGINALE 5 (25 - 20) 3 (28 - 25) 5 (33 - 28) 7 (40 - 33) 11(51- 40) 15 (66 - 51) 7 15 (105 - 90) 20 (86 - 66) 8 15 (120 - 105) 26 (112 - 86) PROFITTO MARGINALE il P.M. 10 (- 10 - 20) è l’incremento 12 (2 - 10) del profitto totale 10 (12 - 2) per 8 (20 - 12) ogni 4 (24 - 20)unità - 24) 0 (24addizionale prodotta - 5 (19 - 24) - 11(8 - 19) quantit = ricavomarginale = costo marginale 6 qn 6 prezzo : prezzo = ricavo marg. = costo marg. 6 profitto marginale (ricavom(ricavo arginale- costommarg. arginale) = 0– costo marg. = 0 qn quantit 6 : profitto marg. alcune osservazioni intorno alla risposta al 2° quesito dell’imprenditore: • in presenza di un certo prezzo, determinato dal mercato, esiste per l’Imprenditore (di una piccola Impresa, collocata su un mercato di “libera concorrenza”) un’unica quantità ottimale di produzione • a variazioni del “prezzo di mercato”, l’Imprenditore risponde mutando il volume della produzione variazioni del prezzo di mercato (mercato di “libera concorrenza”) e mutamento del volume della produzione: P curva dell’OFFERTA P’’ P’ P’’’ Q’’’ Q’ Q Q’’ individuazione della COMBINAZIONE OTTIMALE DI FATTORI PRODUTTIVI (risposta al 3° quesito dell’imprenditore) : • il problema viene descritto dalla Teoria economica con riferimento alle CURVE DI PRODOTTO COSTANTE (isoquanto), tali “curve” sono mutuate dalle “curve di indifferenza” • una curva di prodotto costante indica le diverse combinazioni delle quantità di 2 fattori produttivi di fronte alle quali l’Imprenditore, che deve scegliere, è “indifferente” >>> stessa utilità, stesso livello di produzione (output) individuazione della COMBINAZIONE OTTIMALE DI FATTORI PRODUTTIVI (risposta al 3° quesito dell’imprenditore) : • se è facile, conoscendo le qn di fattori produttivi (inputs), determinare la qn di prodotto (output) • NON è facile, conoscendo la qn di prodotto (output), determinare la qn dei fattori produttivi e la loro combinazione ottimale • > possono esservi, infatti, per alcuni prodotti, diverse possibilità di “combinazioni” “rapporti fissi” di combinazione: A zona di eccedenza di A via dell’espansione P = qn 15 A’’ A’ D B’ B’’ B** zona di P = qn 10 eccedenza di BP = qn 5 B DB = eccedenza di B combinazioni fra fattori ”perfetti sostituti” l’uno dell’altro (non vi sono “zone di eccedenza”): A ogni unità di A può essere sostituita perfettamente da ogni unità di B Es.: combinazione 1: 3A - 2B combinazione 2: 2A - 3B combinazione 3: 1A - 4B … ecc. A’ A’’ B B’ B’’ P = qn 15 P = qn 5 P = qn 10 fattori ”reciprocamente sostituibili” l’uno all’altro in vario grado: A A può essere sostituito entro certi limiti da B (sostituibilità NON proporzionale) Es.: combinazione 1: 3A - 1,2B combinazione 2: 1A - 3,1B combinazione 3: 0,5A - 4B … ecc. A’ P = qn 15 P = qn 10 A’’ B’ B’’ P = qn 5 B alcune osservazioni intorno alla COMBINAZIONE OTTIMALE dei ff.pp.: • 1a osservazione: • ipotizzando una variazione proporzionale dei ff.pp. nel caso in cui si verificasse una, identica, variazione proporzionale della SCALA DELLA PRODUZIONE [a ± Δ ff.pp. (inputs) corrisponde un identico ± Δ della produzione (output)] • > si avrà un processo produttivo che presenta RENDIMENTI DI SCALA COSTANTI • però si possono avere anche: • > RENDIMENTI DI SCALA DECRESCENTI • > RENDIMENTI DI SCALA CRESCENTI (economie di scala) alcune osservazioni intorno alle economie di scala: • con riferimento alla natura dei fenomeni che le generano le economie di scala possono distinguersi in: • > PECUNIARIE Es.: • > REALI quando l’impresa beneficia di > costi minori per prezzi più bassi il finanziamentodegli esterno nell’acquisizione inputs. quando si assiste > minori spese diDtrasporto Per la “legge della e della O” a riduzione delle qn infatti all’aumento di inputs impiegati > prezzi piùrichiesta bassi per della qn materie prime all’aumentare di illeprezzo diminuisce livelli di output fra le diverse tipologie di economie di scala vi sono: • l’effetto di costo fisso: in edilizia è il caso delle coperture, a parità di superficie coperta, di forma e tecnologia un tetto avrà un’incidenza di costo minore in edifici con più piani f.t. • le economie di capacità di riserva: un’azienda che utilizza molte macchine identiche dovrà tenere in magazzino, in proporzione, un numero minore di pezzi di ricambio rispetto ad un’azienda che possiede una sola macchina • le economie di scorte: le scorte di materie prime aumentano meno che proporzionalmente in ragione dell’incremento di output fra le diverse tipologie di economie di scala vi sono: • le economie di specializzazione: a maggiori livelli di produzione corrisponde un più vivace indirizzo verso la divisione e la specializzazione del lavoro, con conseguenti aumenti di produttività e riduzione dei costi la soluzione del problema della COMBINAZIONE OTTIMALE dei ff.pp.: • innanzitutto si deve sottolineare che: • > mentre le economie di scala possono avere andamenti diversi • > la produttività marginale è sempre decrescente • ovvero: a qn addizionali di 1 dei fattori produttivi (mantenendo costanti gli altri fattori) si avranno incrementi di prodotto sempre più piccoli pmF2 pmFn pmF1 ….si può definire la POSIZIONE DI • dunque: prezzo con riferimento alla produttività marginale F1 prezzo F2 prezzo Fn EQUILIBRIO dell’Impresa (ovvero, la COMBINAZIONE OTTIMALE dei ff.pp.) quando si verificherà la seguente situazione: un esempio di determinazione della posizione di equilibrio dell’Impresa (combinazione ottimale dei ff.pp.): la situazione non si presenta in F1 > terra nel caso di 2 fattori produttivi perfetto equilibrio poiché: F2 > lavoro che presentano i seguenti dati economici: pmF1 (20) : prezzo F1 (2) = 10 ≠ pmF1 = 20 prezzo F1 = 2 pmF2 (15) : prezzopmF2 F2 (1)= 15 prezzo F2 = 1 = 15 le possibili soluzioni del caso proposto (alla luce della Legge della produttività marginale decrescente) possono essere le seguenti: • 1°) si decrementa qn F2 (lavoro) ►+D pmF2 • 2°) si incrementa qn F1 (terra) ► -D pmF1 fra le 2 possibili soluzioni si sceglierà quella a COSTO MINORE alcune nozioni relative al BILANCIO D’IMPRESA cos’è il bilancio: * le Società quotate • è il documento, redatto dagli Amministratori, dal quale risulta la hanno l’obbligo di presentare, composizione del patrimonio e del reddito conseguito dall’Impresa* al oltre al bilancio annuale,dallo STATO termine dell’esercizio cui è riferito. È composto anche una PATRIMONIALE (che evidenza le attività, le passività e il capitale netto), RELAZIONE(CONTO trimestrale e/o semestrale dal CONTO ECONOMICO PROFITTI - PERDITE) (che mostra i scopodell’esercizio di consentirestesso) agli azionisti risultati ottenuti allo nel corso e da una RELAZIONE di verificare l’andamento aziendale degli Amministratori sull’andamento della gestione e, quindi, decidere se mantenere il portafoglio titoli oppure vederli alcuni termini per una migliore comprensione dell’analisi di bilancio: • ASSET (“attività”): tutto ciò che una Impresa (Società) possiede o le è dovuto. In concreto: (1) current assets, cioè attività liquide (contanti, investimenti, crediti, materie prime e scorte), (2) fixed assets, ovvero capitale immobilizzato (beni immobili e impianti) e (3) intangible assets, ossia beni non tangibili (brevetti e avviamento) • BILANCIO CONSOLIDATO: espone la situazione patrimoniale e economica dell’ente capogruppo e di tutte le aziende che a questo fanno capo alcuni termini per una migliore comprensione dell’analisi di bilancio: • BILANCIO PREVENTIVO: documento i cui valori sono frutto di previsioni generali sull’andamento dell’esercizio futuro • BUDGET: bilancio preventivo programmatico relativo all’attività produttiva di un’Impresa per un determinato esercizio. A differenza del bilancio preventivo in senso stretto, viene aggiornato in relazione a nuove situazioni che si vengono a creare nell’Impresa e nei mercati in cui opera alcuni termini per una migliore comprensione dell’analisi di bilancio: • CAPITALE D’ESERCIZIO: l’insieme di tutti i “mezzi” che, sia economicamente che finanziariamente, concorrono al funzionamento dell’Impresa • CAPITALE ECONOMICO: valore “attuale” dei redditi presumibilmente realizzabili dall’Impresa (Società), calcolato in base a un ipotizzato tasso di interesse (i) alcuni termini per una migliore comprensione dell’analisi di bilancio: • CAPITALE PROPRIO: l’ammontare complessivo del capitale versato (o ”fondo di dotazione” o ”fondo patrimoniale”) e delle riserve, diminuito delle perdite e aumentato degli utili dell’esercizio non distribuiti • CASH FLOW (flusso di cassa): si ottiene sommando al reddito netto l’ammontare addebitato per ammortamenti e riserve. In pratica, si tratta di quelle deduzioni contabili che non sono state accompagnate di fatto da effettivi esborsi di contante alcuni termini per una migliore comprensione dell’analisi di bilancio: • CERTIFICAZIONE DI BILANCIO: viene realizzata sul bilancio d’esercizio destinato a pubblicazione, con l’obiettivo di indurre le Imprese a redigere bilanci secondo corretti principi contabili • CONTO ECONOMICO: è la seconda parte del bilancio (dopo lo stato patrimoniale). Ha la forma di un prospetto che riassume tutte le operazioni relative all’aspetto reddituale: il risultato è un utile netto o una perdita netta alcuni termini per una migliore comprensione dell’analisi di bilancio: • MOL (margine operativo lordo): • > viene determinato aggiungendo ai ricavi netti d’esercizio i costi capitalizzati e le variazioni di magazzino. Da sottrarre, invece, gli acquisti netti, le spese per prestazioni di servizi e le spese relative al personale alcuni termini per una migliore comprensione dell’analisi di bilancio: • ROE (return on equity - ritorno sugli investimenti): • > indice di redditività che misura il rendimento del capitale proprio investito in una data attività produttiva. Risulta essere tanto più alto quanto maggiore è il ROI (redditività del capitale investito), quanto minore è il tasso degli investimenti e quanto più elevato è il ricorso al credito alcuni termini per una migliore comprensione dell’analisi di bilancio: • ROI (return on investment -redditività del capitale investito): • > indice di bilancio che si ottiene come rapporto tra gli utili [al lordo degli oneri finanziari pagati al capitale esterno (interessi + spese) e delle imposte] e il totale delle “attività” (capitale investito = capitale interno + capitale esterno). Misura la performance (efficienza) dell’Impresa sotto il profilo della gestione industriale alcuni termini per una migliore comprensione dell’analisi di bilancio: • ROS (ritorno sulle vendite): • > indice di redditività usato per determinare il risultato operativo per unità di vendita. Si ottiene dividendo il valore del venduto per il valore dell’inventario medio alcuni termini per una migliore comprensione dell’analisi di bilancio: • ROA (return on asset - rendimento delle “attività”): rendimento finanziario di un’Impresa risultante dal rapporto tra il reddito al netto degli ammortamenti e il valore effettivo delle attività • ROC (return on capital - reddito del capitale): tasso di remunerazione del capitale alcuni termini per una migliore comprensione dell’analisi di bilancio: • EPS (utile per azione): rapporto fra utile netto e numero delle azioni componenti il capitale sociale. Si differenzia dal dividendo, perché in questo caso si prescinde da quella che è la politica di ripartizione dell’utile effettuata dalla Società • VALORE DI LIBRO: si tratta di un’espressione utilizzata per indicare il valore unitario effettivo di ogni singola azione di una Società, sulla base dei relativi dati di bilancio il bilancio: • è il documento contabile fondamentale • contiene, in modo sintetico, le informazioni principali: • > sullo stato dell’Impresa • > sull’attività svolta nell’anno • • • • il bilancio è formato da 3 documenti: 1) STATO PATRIMONIALE 2) CONTO ECONOMICO (CONTO PROFITTI - PERDITE) 3) RELAZIONE STATO PATRIMONIALE : • dà informazioni su: dimensione composizione all’ultimo giorno dell’anno del patrimonio lo S.P. “fotografa” lo stato dell’Impresa in un dato istante lo S.P. è un documento “statico” i dati hanno natura di “stock” CONTO ECONOMICO (conto profitti - perdite): • dà informazioni su: varie operazioni fatte dall’Impresa in 1 anno il C.E. è “dinamico” i dati hanno natura di “flussi” STATO PATRIMONIALE e CONTO ECONOMICO: NON sono indipendenti fra loro le variazioni di “stock” dello S.P. sono spiegate analizzando l’andamento dei “flussi” del C.E. facciamo un “esempio” per capire come può essere redatto un BILANCIO si immagini di analizzare un’Impresa “b” e proponiamoci di costruire il suo ”stato patrimoniale” ad una certa data: 31/12/2003: 1°) INVENTARIO di ciò che l’Impresa “ ” possiede al 31/12/2003 esempio: denaro in CASSA e in BANCA impianti edifici (immobili) crediti nei confronti di “terzi” debiti 1.000 1.500 2.000 1.000 3.500 dopo aver schematizzato l’INVENTARIO (al 31/12/2003) guardiamo allo STATO PATRIMONIALE (al 31/12/2002): 2°) STATO PATRIM ONIALE dell’Impresa “ ” al 31/ 12/ 2002 ATTIVITA’ 1.000 denaro in CASSA e in BANCA impianti dal lato delle1.500 “attività” PASSIVITA’ debiti mezzi propri: capitale mezzi propri: riserve è un “espediente contabile” per far quadrare3.500 il bilancio 1.500 le 2.000 edifici si riportano 500 (immobili) voci 1.000 crediti nei dell’inventario fisico confronti di infatti: “terzi”(attività tangibili) per ottenere la voce “mezzi propri” si devono sottrarre alle totale 5.500 totale 5.500 attività tangibili (5.500) i debiti (3.500) = 2.000 (2.000 = valore del capitale al 31/12/2002) 2.000 consideriamo ora il CONTO ECONOMICO costi (perdite) e i ricavi (profitti) nel 2003: di valore, 3°)perdita PROFITTI (RICAVI) e PERDITE (COSTI) dell’Impresa “ ” nel 2003 nel 2003, di impianti ed edifici COSTI NON è materie prime 1.000 esborso effettivo 2.000 lavoro 500 interessi (sui debiti) ammortamenti 300 (20 impianti e 10 edifici) 700 utile distribuito 500 utile trattenuto 5.000 totale RICAVI vendita merci 5.000 NON è il PROFITTO ! non sono stati inclusi tra i COSTI > remunerazione del capitale investito > remunerazione dell’imprenditore ricavi (5.000) - costi (1.000 + 2.000 + 500 + 300) = utile (1.200) 5.000 totale ai Soci nel caso di Società: nel caso di Imprese individuali: va ad aumentare al Proprietario il capitale dell’Impresa ricaviamo la SITUAZIONE PATRIMONIALE (non è lo “stato patrimoniale” !) al 31/12/2003 4°) SITUAZIONE PATRIM ONIALE dell’Impresa “ ” al 31/ 12/ 2003 tale situazione è diversa rispetto a quella registratasi al 31/ 12/ 2002 CASSA e BANCA + introiti: (vendita merci) 1.000 5.000 Totale - esborsi materie prime lavoro interessi (passivi) utile distribuito Totale CASSA e BANCA (consistenza finale) 6.000 1.000 2.000 500 700 4.200 1.800 dalla “situazione patrimoniale” (al 31/12/2003) giungiamo allo STATO PATRIMONIALE (al 31/12/2003): 5°) 2°) STATO PATRIMONIALE dell’Impresa “ ” al 31/ 12/ 2002 2003 ammortamento ATTIVITA’ denaro in CASSA e in BANCA impianti edifici (immobili) crediti nei confronti di “terzi” totale 1.000 1.800 utile trattenuto PASSIVITA’ debiti 3.500 (consistenza finale) il valore del capitale al 31/12/2003 è dato da: 1.500 1.300 mezzi propri: attività tangibili (6.000) - debiti (3.500) = 2.500 1.500 (1.500 - 200) capitale (si 1.900 sono registrati + 500propri: rispetto al 2.000 mezzi 1.000 (2.000 31/12/2002 riserve valore del- 100) capitale al = 2.000) 500(500 + 500) 1.000 500 >>> è il valore dell’utile trattenuto uguale 5.500 6.000 totale (per ragioni contabili) 5.500 6.000