Gioventù Francescana Toscana Assistenza Frati Minori RELAZIONE FINALE DEL TRIENNIO 1998-2001 a cuore aperto… “Fino ad oggi ho sentito parlare di giubileo, di programmazione, di formazione, di problemi, di corse da una parte all’altra della Toscana,… insomma di tante cose da fare – organizzare – proporre. Ma quale è la nostra vita di consiglieri? Quale è il nostro cammino di fede? Quanto preghiamo insieme e quanto per i fratelli che il Signore ci ha affidato? E anche la nostra formazione, è davvero nostra o la facciamo solo per saper cosa dire alle fraternità che visitiamo? E quando visitiamo una fraternità chi portiamo? dove è Gesù Cristo in ciò che diciamo ai gifrotti? A Piombino ho sentito parlare di tante cose, ma il Signore dove era? E per favore non dirmi “ma l’assistente sei te!!” Gesù non è risorto solo per i frati e le suore!! Se un giovane impegnato in un cammino francescano non si nutre del Vangelo e non lo comunica ai fratelli, che cristiano è? A maggior ragione un consigliere regionale che si presume abbia fatto delle scelte di fede chiare e decise!” Questo è solo un brano di una lunga lettera che arrivò tempo fa nel bel mezzo delle attività di un consiglio regionale, e che, a dire il vero, mandò un po’ in crisi tutta la nostra grande operatività. Come consiglieri uscenti, oggi vogliamo gridare che: un giovane francescano deve spiccare tra la folla, sul posto di lavoro, a scuola, in famiglia, deve essere colonna portante, scegliere con maturità umana, cristiana, francescana, portare fede e speranza, essere “un luminoso esempio di vita”. La fraternità e il cammino GiFra sono una proposta per aiutarci in questo. Noi in questi anni abbiamo cercato di aprire la strada e di custodire il grande tesoro che ci è stato affidato. Chiediamo scusa per tutte le volte in cui non ci siamo riusciti, e ringraziamo di cuore il Signore per tutte le volte che ha illuminato le nostre scelte. 1. LA VITA DEL CONSIGLIO REGIONALE Chi non ha mai fatto parte di un consiglio forse non ha la minima idea di cosa possa trattarsi. Il nostro stile è stato un po’ questo: ci siamo riuniti con una media di una volta al mese cercando di sfruttare occasioni in cui potevamo essere insieme per una qualunque altra occasione (le più disparate) o comunque cercando di fare a rotazione tra le città dei vari consiglieri; fin dall’inizio introducevamo l’incontro con un giro di condivisione su quello che era la nostra vita in quel periodo e per noi è sempre stato un momento fondamentale che occupava sempre più tempo rispetto a quello dedicato alle decisioni da prendere, l’altra cospicua porzione di tempo era dedicata alla verifica delle varie fraternità: problemi, proposte ecc. Proprio alle varie fraternità abbiamo cercato di dedicarci nel primo anno del nostro mandato cercando di fare un giro per conoscere più da vicino anche quel gifrino lontano che non partecipa mai agli incontri regionali. Un altro significativo aspetto che ci ha contraddistinti è stato il con-dividere gli impegni, anziché dividersi, organizzandoci in coppie per qualunque incarico ci fosse da prendere. Forse con il passare del tempo ci siamo lasciati sopraffare dalle proposte provenienti dall’esterno: pastorale giovanile dei frati, iniziative legate al Giubileo e spesso è stato proprio un dover “trascinare” i gifrini alle scuole di formazione, ritiri regionali ecc. In ogni caso, in cuor nostro, la priorità assoluta sono sempre stati i “nostri giovani”. 2. LE FRATERNITA’ 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Fraternità AREZZO EMPOLI FIGLINE VALDARNO FIRENZE FUCECCHIO GROSSETO MONTECATINI MORRONASOIANA PIOMBINO PISA PISTOIA SAN ROMANO SINALUNGA VIAREGGIO 1998-99 7 0 3 Numero giovani promessi 1999-2000 2000-01 5 3 0 7 3 7 2 7 10 7 5 7 9 Formazione 5 6 7 12 3 39 10 4 8 93 2 38 11 7 Formazione 3 97 Cessata attività 57 16 7 9 Cessata attività 136 2001-02 4 nuovi Cessata attività 8 Cessata attività - - Forse può sembrare solo uno schema, ma i numeri spesso rivelano sinteticamente la grande realtà che sta dietro le cose. Per questo abbiamo riportato il numero delle fraternità e dei giovani che hanno detto il loro “sì”, non vogliamo togliere niente agli altri, nè vogliamo incasellare le scelte del nostro cuore (come spesso ci siamo sentiti dire!): semplicemente vogliamo porre l’attenzione su alcuni fatti oggettivi: 9 le fraternità di Piombino e Viareggio hanno interrotto il proprio cammino, per scelte consapevoli, dettate da “crisi di identità”; 9 le fraternità di Empoli e Montecatini hanno concluso il cammino dei 5 anni, e non hanno risposto alla proposta di un avvicinamento al Terz’Ordine Francescano; 9 in seguito alle iniziative estive (marcia) sono nate le fraternità di Firenze e Sinalunga (SI); 9 le fraternità di Morrona e il gruppo S. Damiano di Pistoia hanno concluso il cammino formativo e stanno pensando di avvicinarsi al Terz’Ordine Francescano; 9 la fraternità di Arezzo è ri-nata con un gruppo di giovanissimi (16 anni), animato da alcuni giovani ex-gifrini. 9 Oltre ai giovani promessi, ogni fraternità è arricchita da molti “simpatizzanti”, cioè ragazzi che “ruotano” attorno alla fraternità, ma non si sono mai giocati completamente. La storia delle nostre realtà locali la conosciamo, ognuna è diversa dall’altra, ma spesso possiamo trovare anche alcuni punti comuni. In particolare: - molti gruppi si sono aggregati in seguito alla conoscenza dei frati e all’entusiasmo trasmesso nelle iniziative estive; alcuni soffrono la “crisi di identità”, da cui spesso si muore, ma si può anche rinascere. Nei 3 anni passati abbiamo cercato di fare un’opera di consolidamento delle varie fraternità e rimettere in discussione il nostro carisma. In alcuni casi si è causata la “morte della fraternità”, talvolta, invece, si è avuta la ri-motivazione. Ci preme sottolineare questo punto: siamo giovani CHIAMATI (v. Nostro Volto), se non sentiamo questo, e preferiamo fare solo le prove dei canti o “solo” volontariato, o “solo” Adorazione Eucaristica, allora non ci chiamiamo GiFra, nessuno si offende. - - - È aumentato il numero (e speriamo anche la qualità) dei giovani promessi, questo è merito del buon annuncio, e dipende strettamente da quanto noi stessi investiamo nell’ACCOGLIENZA, nella TESTIMONIANZA, nella PROPOSTA di cammino, giorno dopo giorno: continuiamo così!! Forse sembra una banalità, ma non sottovalutiamo il ruolo del Presidente locale, guida e responsabile della fraternità stessa e dei fratelli. Egli per primo è chiamato all’amore degli altri, al servizio, alla testimonianza, alla gioia della vita. E non può e non deve lasciar perdere, “chiudere un occhio”, transigere, lasciarsi andare, dato che i fratelli da lui si aspettano accoglienza, disponibilità al dialogo, tempo, dedizione, comprensione, stimolo. Su questo aspetto, abbiamo molto da lavorare, credeteci! Il ruolo dell’Assistente ha preso secondo noi la giusta dimensione. Ci sentiamo guidati, protetti dall’amicizia e capiti, ma non “organizzati” e gestiti. In alcuni casi, vorremmo più grinta nelle scelte. Fondamentale: la vita della fraternità dipende da noi, da quanto ci investiamo, da quanto abbiamo la situazione in mano, senza aspettarsi la “pappa già scodellata”, e l’incontro preconfezionato. 3. LA FORMAZIONE Tre anni fa, al nostro ingresso nella realtà regionale, abbiamo ereditato dal precedente consiglio il cammino formativo tuttora in uso nelle nostre fraternità locali. Questo cammino, che si articola in 5 anni, si propone come obiettivo quello di avvicinare il giovane alla spiritualità francescana, radicarlo nella fede cristiana e prepararlo ad una vita al servizio della chiesa e dei fratelli, guidandolo con la Parola di Dio e con il pane dell’Eucarestia. Questo cammino è per noi dunque un “passaggio”, un trampolino di lancio (e non un parcheggio), per questo motivo abbiamo conservato questa impostazione “rigorosa”, ormai quasi totalmente accolta in tutta la Toscana. Durante gli incontri avuti con le varie fraternità locali all’inizio del nostro mandato, oltre a conoscere le varie realtà abbiamo voluto verificare anche il cammino formativo, così abbiamo chiesto come esso veniva vissuto, quali erano i pregi, ma soprattutto quali i difetti, come veniva interiorizzato e le varie modifiche che ciascuna fraternità avrebbe apportato, sulla base delle esigenze e delle esperienze personali. Il risultato di questo “sondaggio” informale è stato una conferma quasi totale della buona impostazione del cammino, condiviso e familiare anche ai nostri assistenti. Parziali difficoltà emergono per il 3° anno (il rapporto con gli altri); secondo noi questo è dovuto a più fattori: l’euforia iniziale viene meno, quindi si fa più fatica a camminare, e alcune tematiche previste sembrano essere un po’ ripetitive. Al nuovo consiglio regionale vogliamo esprimere che: - siamo certi di lasciare un cammino valido, anche se piccole modifiche devono essere fatte; - siamo convinti che a livello locale devono essere intensificate le attività concrete, a seconda della realtà vissuta, e dei bisogni e “povertà” del luogo. Durante il nostro girovagare, abbiamo cercato di mantenere vivo l’ideale e verificare il cammino consigliando sempre e comunque di sviluppare la fantasia perché la proposta regionale di un cammino formativo comune sia poi cucita addosso ad ogni singola fraternità (e ad ogni singolo gifrino) in cui si trovino anche campi concreti di attuazione del nostro vivere la sequela di Cristo nello stile di Francesco. - l’apparente rigidità del cammino sembra rendere difficile l’integrazione di nuovi fratelli in piccole realtà locali in cui non tutti gli anni è possibile costituire un nuovo gruppo. Questa reale difficoltà si fa grazia se si pensa come proprio in queste fraternità si è chiamati a sviluppare un più profondo, concreto e sincero senso di accoglienza che travalichi i confini degli incontri e si radichi nella vita di tutti i giorni. NOVITA’: IL CAMMINO ADOLESCENTI In questi 3 anni di mandato ci siamo dedicati, in continua collaborazione con i frati, ad iniziare un cammino per adolescenti. L’idea che sta alla base di tutto il nostro lavoro, che da subito si è rivelato tanto lungo quanto affascinante, è la possibilità di rendere settimanale e quotidiano il cammino mensile che i ragazzi svolgono con l’attività delle seconde domeniche del mese a Calambrone organizzate dai frati. Osservando la realtà che la nostra provincia vive, abbiamo potuto vedere infatti che un numeroso gruppo di ragazzi provenienti da luoghi già “francescani” (per Gi.Fra. o OFS), sentiva l’esigenza di poter vivere anche a casa un cammino insieme. Molti sono i gifrini che da anni svolgono con ammirevole entusiasmo il ruolo di animatori nei campi estivi e durante le seconde domeniche di Calambrone, così ci è sembrato naturale proporre a loro per primi e poi anche a tutte le altre fraternità di raccogliere la nostra sfida. Purtroppo sono ancora poche le realtà locali che hanno accolto questa proposta, e proprio su questo si dovrà lavorare. Il collaudo è stato fatto mettendo a punto il cammino propostoci dal Consiglio Nazionale in preparazione al grande giubileo. Soltanto poche fraternità hanno risposto al nostro “appello”, ma si sa che la parte più difficile è la partenza. In linea con quello di Calambrone, esso si articola su tre anni. Per il momento è stato messo a punto soltanto il primo anno, grazie alla collaborazione di alcuni animatori e del frate responsabile delle seconde domeniche; restano da sviluppare gli altri due, che lasciamo in eredità al nuovo consiglio, insieme ad un suggerimento: alla fine di questo triennio, i giovani saranno chiamati ad entrare nella Gi.Fra. ed è per questo motivo che prevediamo necessario rivedere il cammino dei cinque anni per giovani adulti, altrimenti, in questi casi si rischia di ripetere le stesse tematiche. I tre gruppi che abbiamo fin qui seguito (Montecatini Terme, Morrona, Pisa), ci portano ad esprimere come quest’esperienza sia stata bella e ricca di soddisfazioni. Invitiamo ancora una volta tutti quanti a riscoprire il senso di responsabilità e di servizio che questi nostri fratelli più giovani ci chiedono. 4. LA PASTORALE FIDANZATI Possiamo dire che in Toscana (come comunque più o meno anche nel resto d’Italia) la Pastorale Fidanzati è nata nell’ultimo anno, grazie ai responsabili nazionali (Andrea e Michela Piccaluga) che l’hanno a lungo caldeggiata. Fino ad allora c’era stato solo qualche tentativo di unirsi agli incontri di Pastorale Familiare che il nostro OFS regionale estendeva anche alla GiFra, ma senza che questa vi partecipasse in massa. Soltanto il 20 maggio 2001 si è svolto a Firenze il primo incontro per coppie di gifrini (e non) dal titolo ‘Guardandoti mi riconosco’ organizzato dalla GiFra regionale, ed in qualche fraternità è stato organizzato un incontro locale per i fidanzati. Ma aldilà dell’aspetto meramente formale, anche in questo campo l’importante è parlare con il cuore. Essere fidanzati significa costruire, giorno dopo giorno, una relazione che definirà la propria vita, che risponde alla propria vocazione. Se vogliamo dare alla nostra vita un’impostazione cristiana, dobbiamo partire da adesso, ora che stiamo gettando le basi. C’è molto da lavorare sotto questo aspetto, ma qualcosa è già stato fatto, possiamo continuare cercando la collaborazione con i frati, la coordinazione con le varie iniziative, e cercando persone disposte a giocare se stesse. 5. LA GIFRA E… …i frati Il nostro rapporto con i frati della Provincia Toscana è sicuramente buono. In questi tre anni tutte le fraternità sono state seguite da frati giovani e volenterosi che hanno instaurato un ottimo rapporto con i ragazzi della Gifra: il loro ruolo è chiaro ed importante, non guide e organizzatori della vita di fraternità ma veri accompagnatori della crescita umana e spirituale dei gifrini. A livello regionale dobbiamo inoltre registrare con piacere la scelta di assistenti che ci hanno accompagnato con maggiore presenza rispetto al passato; prima fra Roy Benas e fra Cristiano Maria Marini e, poi, fra Valentino Benedetto Ghiglia e fra Roberto Bellato, che hanno dato alla fraternità regionale la sicurezza di una presenza reale che assicura continuità e progettualità per il futuro. Anche il rapporto più generale con la Pastorale giovanile dei frati è buono. Esiste una nuova esperienza (quella del Consiglio della Pastorale Giovanile) di cui fanno parte anche diversi gifrini. Il rapporto è molto stretto per una collaborazione ormai consolidata con molti di noi che da anni partecipano e animano molte delle iniziative della Provincia. Questo scambio di esperienze è molto importante, anche se è da rilevare un possibile rischio: gifrini che non si assumono responsabilità e si adagiano su iniziative già strutturate, frati che non aiutano a credere in un ruolo attivo e creativo dei laici. Per il futuro auspichiamo qualcosa di ancora più forte: è ormai il tempo di fare scelte sempre e ancora più coraggiose. Serve maggiore fiducia e coraggio da parte dei frati per fare crescere ancora di più i gifrini e iniziare a progettare con loro l’impegno francescano del futuro; serve maggiore consapevolezza e maturità da parte dei giovani laici francescani del loro ruolo unico, che sia accompagnato da una spinta più forte all'impegno, alla coerenza e radicalità della propria scelta di vita. Se in generale nella Chiesa c’è bisogno più che mai dei laici, il francescanesimo del futuro è principalmente nelle loro mani, terziari e giovani insieme. Crediamo che un rapporto proficuo di scambio e di collaborazione più intensa possa nascere attraverso alcune iniziative forti di servizio e di missionarietà. L’esperienza a livello regionale, come frati-gifra-OFS da noi promossa, con i carcerati dell'OPG di Montelupo Fiorentino (estate del '99), quella dell’ultimo dell’anno con gli anziani a Firenze (capodanno 1999) e con gli ultimi della città di Pisa (capodanno 2000), i vari spettacoli in piazza (Francesco uomo libero) e altre attività a livello locale, vogliono essere esempi, seppur finora isolati, di un lavorare insieme che deve diventare prassi comune nelle fraternità. Molte altre iniziative possono essere costruite insieme se da entrambe le parti si riconosce il bisogno che dalla specificità delle diverse chiamate dobbiamo ottenere un’unità di intenti e di progetti. … le Sorelle Clarisse Forse proprio perché non le vediamo mai, non comprendiamo il grande legame che abbiamo con le sorelle Clarisse e il grande bene che esse ci vogliono. A livello regionale, certo, si può fare molto, farci vivi, cercare contatti e momenti di preghiera comuni, ma in questo, sinceramente, siamo stati molto carenti. Indubbiamente è molto più facile instaurare rapporti diretti tra le singole fraternità locali e il monastero del luogo, e a questo vogliamo invitare ognuno di noi per il futuro: costruiamo la grande famiglia francescana con i piccoli gesti quotidiani, e lavoriamo verso l’unità. Noi giovani siamo la mano del Signore, sentiamoci Suoi strumenti nel mondo, affidandoci alla Preghiera costante che ci sostiene! …il Terz’Ordine Purtroppo con il termine “OFS” si pensa solo all’istituzione, e quasi mai alla scelta di vita. Perché?? Terz’Ordine significa “vocazione”, significa “sentirsi chiamati”, come “matrimonio”, e come “sacerdozio”. Significa “professione solenne”, per tutta la vita. E’ lo sbocco naturale (“naturale”, non “scontato”) di ogni giovane francescano convinto del proprio cammino. E invece, spesso, terminata la formazione nella GiFra, si fugge. Probabilmente il messaggio non è troppo chiaro, o forse noi giovani non viviamo sulla pelle la chiamata, forse non siamo circondati da testimoni sufficientemente convincenti, forse vediamo l’Ordine Francescano Secolare troppo anziano e chiuso nelle proprie “adunanze” costituite da solo Rosario, o ingessate nell’istituzione. Non abbiamo risposte, ma sentiamo di poter trasmettere alcuni spunti: ◊ favoriamo gli incontri locali, invitando i terziari a parlare nelle nostre fraternità e condividere le nostre vite; anch’essi sono stati giovani ed hanno scelto, non abbiamo che da imparare. ◊ Non trascuriamo il 5° anno del nostro cammino formativo. La “scelta” è rivolta anche ad una scelta definitiva di francescanesimo ◊ Favoriamo l’avvicinamento di un gruppo compatto al Terz’Ordine, proponendo passi graduali, molto soft (v. esperienza Pre-Ofs di Pisa). ◊ Investiamo, mettendo in gioco la nostra vita!!! … la rete regionale e nazionale Sentirsi tassello di un mosaico non significa solo stare al proprio posto per non scomporre il quadro, ma, attenzione, legare con gli altri componenti, sentirsi con essi un tutt’uno. Guardando la nostra realtà regionale “dall’alto”, questo è ciò che emerge: la volontà di legare talvolta è venuta meno. E gli unici responsabili di questo grave passaggio, siamo noi stessi, con le nostre chiusure, e con le nostre stanchezze-pretesto. Se le nostre amicizie si esauriscono in quelle locali (o, ancora peggio, nel nostro rapporto di coppia!!), se non sentiamo il desiderio di un confronto con gli altri, che seguono un cammino come il nostro, allora qualcosa non va. Alcune pillole, frutto di una riflessione attenta sulla vita di ogni realtà locale, sono: ◊ Partecipiamo agli incontri regionali, stimolo per i nuovi arrivati. Non ci stanchiamo di “organizzare” e “ripetere gli appuntamenti”, che per i più giovani sono occasioni d’oro per impostare il cammino sull’apertura. ◊ Partecipiamo alle promesse delle altre fraternità, per la gioia di assistere e sostenere il “sì” dei “giovani in gioco”. ◊ Verifichiamo con il consiglio regionale, avendo il coraggio di suggerire, proponendo e favorendo la collaborazione ◊ Non ci mascheriamo dietro la scusa “sempre le solite cose” oppure “sempre nello stesso posto”. Come consiglio regionale abbiamo incassato spesso, su questo fronte, ma siamo certi che in questo triennio non ci siamo dedicati sempre alle solite cose, né abbiamo favorito alcune fraternità rispetto ad altre. Diciamo chiaramente che su alcune si può sempre contare, su altre un po’ meno. E anche questo dipende solo dal cuore di ogni singolo gifrino. Così come per una fraternità locale è difficile legare con gli altri componenti, altrettanto lo è per la Toscana nei confronti di altre regioni. Anzi, indubbiamente essere in sintonia con le fraternità regionali è ancora più faticoso, date le distanze e la sporadicità degli incontri. Ciononostante, possiamo affermare che ci siamo sempre sentiti uniti e in sintonia con le linee seguite a livello nazionale, con i programmi svolti, con le iniziative proposte (v. Adolescenti ad Assisi – 1999 e 2000; Capitolo Nazionale dei Giovani ad Assisi – agosto 1999; accoglienza e partecipazione GMG – 2000). A questo proposito ci sentiamo di esprimere: ◊ Un sentito grazie a Silvana Piro, vice-presidente nazionale, e a Michela Lazzeroni, consigliera nazionale, entrambe gifrine di Pisa, alle quali abbiamo sempre potuto rivolgerci nel pieno della libertà e che ci hanno sempre risposto con il massimo della disponibilità; ◊ ◊ Manteniamo viva la nostra partecipazione, con contatti costanti, perché la specificità di ognuno contribuisca ad arricchire la GiFra d’Italia; Facciamo nostre le proposte di fede, di incontro, di cammino che il consiglio nazionale ci offre, caliamole nelle nostre fraternità, nel contenuto, nella metodologia, nello stile. 6. LE PROPOSTE PER IL FUTURO. Il futuro della Gioventù Francescana è nella mani e nei cuori di ognuno di noi. Tre anni fa, all’inizio del nostro mandato, ci furono consegnati alcuni spunti, li prendemmo, e li facemmo nostri. Oggi possiamo affermare di essere riusciti ad aumentare l’ottica della missionarietà, ad aver invitato al servizio e al volontariato, ad aver viaggiato e visitato le fraternità abbastanza costantemente. Su altri punti dobbiamo lavorare ancora molto, ci sentiamo di dare alcuni suggerimenti, perché si costruisca con continuità, partendo da ciò che c’è di buono (ed è davvero molto!!). ◊ Seminiamo, continuiamo a seminare, a scuola, sul posto di lavoro, perché il nostro essere francescani deve scaturire dal nostro comportamento, dalla nostra gioia, dallo sguardo e dal sorriso. Solo così potremo “conquistare” gli altri ed essere strumento di Dio. ◊ Mettiamo al centro della nostra vita la Parola e la Preghiera. Ricordiamoci che l’unico fine vero è il Signore, affidiamo a Lui la nostra vita, i nostri dubbi e le nostre certezze. ◊ Non scendiamo a compromessi, rimaniamo saldi nella nostra fede e nella nostra identità di giovani francescani. Riscopriamola ne “Il Nostro Volto”, nei frati, nelle sorelle Clarisse. ◊ Se ci sentiamo veramente “vocati”, facciamo scelte coraggiose e serie, facciamo nostra la proposta di vita nel Terz’Ordine Francescano, informiamoci, facciamoci raccontare le esperienze, lasciamoci guidare, discerniamo. ◊ Se viviamo il tempo di grazia del fidanzamento, non lo svalutiamo, diamo un’impostazione cristiana alla famiglia che andiamo a costruire, cerchiamo di farci condurre e sostenere, perché i nostri figli abbiano dei veri punti di riferimento, saldi e stabili. Al nuovo consiglio regionale lasciamo alcune note tecniche, semplici, ma fondamentali per crescere in armonia : ◊ Programmare con lungimiranza, non di anno in anno, seguendo pochi disegni, ma compatti, definiti con la Pastorale Giovanile, l’Animazione Vocazionale, l’OFS. Le riunioni a tavolino sembrano fredde e sterili, ma è lì che nascono i programmi su cui poi basiamo la nostra vita. Partecipiamo seriamente, non solo con il sorriso, ma anche e soprattuto con l’amore, l’intelligenza e la volontà. ◊ Proporre iniziative forti e concrete, ad esempio affiancare i frati nelle missioni al popolo, di porta in porta; continuare con i ritiri di ultimo dell’anno con i poveri; pensare, sbizzarrirsi le idee e proporre… ◊ Iniziare i consigli “nel nome del Padre”, e con un giro di condivisione su “come stai? Sei felice? Sei innamorato?”, dopodichè seguire l’ordine del giorno. Sarà bellissimo scoprire cose sempre nuove sui fratelli che il Signore ci ha donato. ◊ Fare consigli regionali itinieranti, nella fraternità locali, nei monasteri delle Sorelle Clarisse, nei conventi. Anche la visibilità è segno di vita! ◊ Con-dividere gli incarichi all’interno del consiglio regionale, lavorando a coppie, tenendosi sempre aggiornati, non stancandosi di stare a telefono o al computer. ◊ Favorire maggior collaborazione tra i consigli locali e quello regionale, portare nel regionale la nostra esperienza di fraternità locale, altrimenti cuciamo i discorsi sulla vita degli altri! ◊ Responsabilizzare il Presidente locale, che, forse, non ha ben chiaro l’importanza del suo mandato. ◊ Partecipare alle iniziative nazionali, dalle quali non si può che imparare e crescere. Portare il nostro contributo, le nostre povertà e le nostre ricchezze. …ci raccontiamo Con la scadenza di questo mandato come consigliere regionale della gifra si conclude per me un’esperienza molto importante di servizio e di responsabilità; tre anni fa, dopo cinque anni di cammino e di animazione nella mia fraternità sentivo, da una parte, l’impulso ad aprirmi a nuove esperienze lasciando un ambiente che aveva avuto una rilevanza fondamentale per la mia vita di giovane uomo cristiano, dall’altra, però, l’esigenza di restituire il molto che mi era stato dato. Quest’ultima sensazione prevalse, così accettai l’esperienza nel consiglio regionale dove trovai dei veri fratelli, con molti dei quali avevo già condiviso gran parte del mio cammino in ambiente francescano. È stata un’esperienza importante e complessa all’interno di un periodo decisivo della mia vita: la fine dell’università, il servizio civile, la scelta del lavoro futuro… I vari ritiri e il servizio a livello locale, regionale, nazionale sono stati un’occasione di crescita irripetibile di cui veramente ringrazio il Signore; inoltre il senso di responsabilità che da questi è scaturito mi ha dato lo stimolo a mettermi in discussione, accettando anche le mie fragilità, e a cercare di migliorare. Sento ora veramente forte il senso di conclusione della mia appartenenza alla gioventù francescana e di apertura ad una nuova fase di impegno e di scelta anche e soprattutto in ambito di fede, nella certezza e fiducia che il cammino di questi anni resterà una parte fondante della mia persona. Carlo Lazzeroni, Pisa Al termine di questa esperienza, come in genere si fa, mi trovo a dover fare un bilancio, a mettere momenti più o meno felici sul piatto della bilancia per poter vedere quali siano i risultati…tra alti e bassi posso dire che questa è stata per me una esperienza molto significativa, mi ha insegnato la pazienza, l’accoglienza, l’importanza e la bellezza del servizio ai fratelli. Ho accettato questo incarico per poter dare ad altri la possibilità di fare la mia stessa esperienza, non so se sarò riuscita in questo intento, ciò di cui sono sicura è che quel “si” ha cambiato la mia vita! Per me si conclude con questo mandato anche il mio cammino Gi.Fra. Che cosa farò adesso? Ancora non lo so, e chiedo a voi e al Signore di illuminare la mia strada proprio come ha fatto cinque anni fa facendomi imbattere nella marcia e nella Gi.Fra. Jessica Fiori, Morrona (PI) Per me si conclude il secondo mandato nel consiglio regionale. In quello passato però si può dire che non ho vissuto al cento per cento sia per questioni temporali, infatti sono stata cooptata a metà del mandato, che per questioni di inesperienza e di non sentirsi all’altezza che mi hanno fatto stare sempre un po’ da parte. In questo consiglio invece ho notato subito la differenza: eravamo amici, fratelli fino da subito, tutti con lo stesso bagaglio di esperienze, incertezze ma anche la stessa grinta. E’ stato questo che ci ha permesso di lavorare bene insieme; non sono mancati gli scontri e le incomprensioni, ma poi tornavamo sempre alla motivazione iniziale che era quella di aiutare altri giovani a vivere l’esperienza che per noi stessi prima era stata un punto focale del nostro cammino di maturazione umana e cristiana. Allo stesso tempo si conclude per me, come per molti altri di noi, anche il cammino stesso nella GiFra: è un po’ come terminare l’università e sentirsi catapultati nel mondo del lavoro senza sapere di cosa si tratta; chi ha passato dieci anni nella GiFra poi si chiede cosa sarà la sua vita senza gli incontri settimanali, i ritiri da organizzare e i chilometri da percorrere. Spero che non vada persa la cosa più importante: il desiderio di imitare Gesù, che sia seguendo le orme di San Francesco o di chissà chi altro, nella strada verso il Padre. Raffaella Vacca, Pistoia Dieci anni fa, quando mi avvicinai al mondo francescano, non avrei mai immaginato che oggi mi sarei trovata a concludere un mandato così importante e ricco, al quale ho risposto davvero con tutto il cuore. E nemmeno 3 anni fa avrei pensato di poter cambiare così, crescere, maturare. Sì, perché indubbiamente, oggi mi sento davvero cresciuta, cambiata, radicata nella mia fede, certa che il Signore ha i Suoi occhi su di me e cammina quotidianamente al mio fianco. Altrimenti, chi mi avrebbe dato la forza di superare tante difficoltà, incomprensioni, delusioni? Chi mi avrebbe dato la speranza di continuare a “marciare” anche quando le mie gambe non ce la facevano più? Far parte di un consiglio regionale, e soprattutto esserne al servizio più totale come presidente, vuol dire proprio questo. Vuol dire mettere da parte sé stesso e farsi carico degli altri, con amore, dedizione, fiducia, donando, rischiando, esponendosi. Ora, al termine di questo indimenticabile servizio, sento di dover ringraziare Dio per il grande dono che mi ha fatto, per l’immenso tesoro che mi ha affidato, per tutte le volte che ci ha fatto cadere, e per tutte le volte che ci ha fatto rialzare, facendo sbocciare sui nostri volti sorrisi sempre nuovi e freschi. Lo ringrazio perché mi ha fatto vivere la bellezza degli altri, dei loro cuori e dei loro volti, che al solo pensiero mi riempiono gli occhi di lacrime di gioia! Roberta Giuntini, Pistoia …Che dire…tre anni da urlo!!! Temo di non aver mai corso tanto come in questo periodo…e vi assicuro che sono stata una del consiglio che ha corso meno, ma la gioia e la responsabilità di essere una testimone di Dio ha ripagato tutti i sacrifici fatti!! Ho vissuto i vari consigli fatti, come occasioni di condivisione: la Raffa ci ha stressato sempre tanto sul giro di “Come si sta”, e la Roby con le fatidiche due domande…”Ma sei felice?! Sei innamorato?”; ed è stato un bene…perché per fare il bene delle fraternità si è dovuto respirare l’Amore di Dio fra di noi. Non sempre è stato facile e possibile…ma passi avanti se ne sono visti!! I momenti più belli che ho vissuto durante il mandato sono state, senza dubbio, le visite alle varie fraternità presenti in regione…esaltante e spettacolare! Per due motivi essenzialmente: l’incontro con gi.frini appartenenti a realtà diverse, ma con lo stesso ideale, e il viaggio di andata e ritorno con i consiglieri…sempre occasione di condivisione e tante risate!!! Spesse volte mi sono chiesta chi me lo ha fatto fare, e una mezza idea ce l’ho!!…ma ora a distanza di tre anni…a mandato finito…posso dire che mi mancheranno un bel po’ le condivisioni a quattr’occhi e via mail, le risate che ci hanno fare Carlo e Mario con il loro modo di ridere, l’”oh mamma!!!” della Raffy, la decisione della Jecca e l’iper-organizzazione della Roby… Elena Tonsini, Pisa Con questo mandato si chiude anche il mio camminare nella gioventù francescana; un cammino ricco di esperienze formative e di fecondi incontri con fratelli indimenticabili. In questi tre anni ho sempre cercato di vivere il servizio ai fratelli con profondo senso di gratitudine a Francesco per avermi ricondotto tra le braccia del Padre e stimolato da un sincero senso di appartenenza alla Gi.Fra. e alla famiglia francescana. Bellissima è stata l’esperienza del Consiglio Regionale, nel quale, con gli immancabili alti e bassi, abbiamo tutti quanti vissuto la reciproca accoglienza che si è poi fatta vicinanza ed affetto sincero. Sin dall’inizio ci siamo imposti la collaborazione come la parola d’ordine al nostro lavorare e dopo così lungo tempo, possiamo con orgoglio dire: missione compiuta!! Forse potevamo fare di più; una cosa è certa: tutto quello che abbiamo fatto, l’abbiamo fatto con il cuore. Ecco perché se guardo a questi anni, non vedo rinunce ma solo momenti veri oltre che belli che rimarranno nel mio cuore. Nella ferma convinzione che la Gi.Fra. sia un passaggio, mi incammino nella via della vita con il cuore cambiato e guidato dai 4 punti della nostra promessa che resteranno comunque il faro del mio pellegrinare. Mario Martellini, Montecatini (PT) …un ultimo messaggio… Cristo non ha mani Cristo non ha mani ha soltanto le nostre mani per fare il suo lavoro oggi Cristo non ha piedi ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini sui suoi sentieri Cristo non ha labbra ha soltanto le nostre labbra per raccontare di sé agli uomini di oggi Cristo non ha mezzi ha soltanto il nostro aiuto per condurre gli uomini a sé Noi siamo l’unica bibbia che i popoli leggono ancora siamo l’unico messaggio di Dio scritto in opere e parole (da una preghiera del XIV secolo) Buon cammino! Roberta Giuntini, Mario Martellini, Raffaella Vacca, Carlo Lazzeroni, Jessica Fiori, Elena Tonsini Firenze, 08 Luglio 2001