CARATTERISTICHE Nel 2001 è nato, sotto gli auspici della Comunità Montana di Valle Trompia, un Comitato promotore composto da produttori e trasformatori di latte, nonchè da stagionatori di formaggio, che con il supporto dell’Istituto Sperimentale Lattiero Caseario di Lodi ha dato il via alla richiesta di registrazione della denominazione Nostrano Valtrompia come “Denominazione di Origine Protetta” (DOP). Dopo un decennio, esattamente dal 6 luglio 2012, la Commissione dell’Unione Europea CE ha emanato il Forma: cilindrica, con scalzo quasi dritto e facce piane; il diametro è compreso tra i 30 e i 45 cm e l’altezza dello scalzo varia da 8 a 12 cm Peso: è compreso tra gli 8 e i 18 Kg. in dipendenza della disponibilità del latte e dagli usi particolari di ogni produttore, anche in funzione della durata del periodo di maturazione Crosta: è dura e presenta colorazioni variabili dal giallo bruno al rossastro, in funzione della frequenza dell’oliatura effettuata con olio di lino Pasta: è dura, non particolarmente granulosa e può presentare occhiatura medio - fine omogeneamente distribuita; il suo colore è giallo paglierino, con tendenza al giallo verde, in funzione del tenore in grasso e all’aggiunta più o meno abbondante di zafferano e del periodo di produzione (pascolo o fieno) l’iscrizione della denominazione “Nostrano Valtrompia Contenuto in grasso: nel formaggio maturo, il grasso espresso sulla sostanza secca, oscilla generalmente tra il 27,5 e il 42% (DOP)” nel registro delle denominazioni di origine pro- Umidità: il contenuto massimo di umidità è pari al 36% del tal quale Regolamento di esecuzione n° 629/2012 concernente tette e delle indicazioni geografiche protette. Sapore: la pasta ha gusto e aroma pieni ed intensi, senza percezione di note acide a maturazione minima, mentre quando molto stagionata anche con note di pungente appena accennate Utilizzo: da tavola il fresco, da grattugia lo stagionato Durata della stagionatura: minimo 12 mesi COMITATO PROMOTORE PER LA VALORIZZAZIONE DEL FORMAGGIO NOSTRANO VALTROMPIA Via Matteotti, 327 - Gardone Val Trompia (Bs) [email protected] [email protected] www.nostrano-valtrompia.it Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali Un territorio ...il suo Nostrano LA STORIA COM’È FATTO ZONA DI PRODUZIONE Il formaggio Nostrano Valtrompia D.O.P. è Formaggio semigrasso a pasta extra dura, prodotto a par- La zona di produzione e di stagionatu- da secoli, come dimostrano numerosi do- tire da latte crudo e con l’aggiunta di zafferano, ottenuto ra del formaggio “Nostrano Valtrompia cumenti, la tradizione orale e le pratiche da vacche prevalentemente di razza Bruna la cui alimenta- D.O.P.” appartiene ai comuni della Provin- attuali di produzione, il tipico prodotto de- zione di base è costituita dal fieno nel periodo estivo e dal cia di Brescia ricadenti nella Valle Trom- rivato dalla lavorazione artigianale e tradi- pascolo durante la primavera-estate. Il latte, generalmente pia quali Bovegno, Bovezzo, Brione, Caino, zionale del latte delle bovine di razza bruna, di più munte è parzialmente scremato mediante sosta in Collio, Concesio, Irma, Gardone Val Trom- stanziate sul territorio della Valle Trompia, bacinella di affioramento. pia, Lodrino, Lumezzane, Marcheno, Mar- che ne utilizzano i prati di fondo valle, i Si produce tutto l’anno, con differenze tra le produzioni mentino, Nave, Pezzaze, Polaveno, Sarezzo, maggenghi ed i pascoli montani. Il duplice estive, ottenute dalla miscela dei latti di vari produttori, Tavernole sul Mella, Villa Carcina, nonché nome esplicita questo concetto, in quanto associati nell’alpeggio e quelle invernali ricavate general- la zona montana del comune di Gussago traduzione italiana della parola “Nostrà” mente dal latte di singola mandria. (BS) comprendente le frazioni Quarone e che nel dialetto locale sta a significare ciò Civine. che è prodotto “da Noi” in loco, secondo usi La zona di produzione è definita in base tipicamente tradizionali, seguito dall’ indi- sia alle caratteristiche fisiche del territo- cazione geografica che delimita non solo rio che all’omogeneità dell’utilizzo delle la zona di produzione, ma anche quella di pratiche tradizionali. stagionatura. Numerosi sono i documenti storici che ne LEGAMI CON L’AMBIENTE comprovano l’originalità e la tipicità, a par- La struttura irregolare e accidentata del territorio ha por- tire da quelli del 1566 (A. Gallo) per finire tato sia alla forzata parcellizzazione dell’attività produttiva al 1933 (D. Brentana), passando per il 1836 che alla disincentivazione della trasformazione industriale (Quesiti sull’agricoltura) e il 1881 (B. Bene- del latte, consolidando nel tempo organizzazioni aziendali dini), che ci narrano delle vacche brune del che vedono quale fulcro del sistema, la piccola azienda zo- loco e/o provenienti dalla Svizzera, alimen- otecnica di autotrasformazione del proprio latte. Infatti, il tate a erba e fieno e poco pannello di lino, complesso sistema orografico, che vede alpeggi situati a della pratica dell’alpeggio estivo e soprat- oltre 1.800 metri s.l.m. e le difficoltà di ordine viabilistico tutto della produzione di caci a pasta cotta dell’area di produzione, condizionano da sempre la moda- del peso fino a 20 Kg. lità di raccolta e trasformazione del latte, che avvengono tutt’ora in secchi/bidoni e bacinelle nelle aziende di autotrasformazione. In Valle Trompia, è prevalente la figura dell’allevatore del bestiame che è anche casaro e stagionatore. Si riunisce quindi in una sola figura gran parte della filiera. In questo contesto interviene l’uso di tecniche comuni che si tramandano da padre in figlio.