Anno III – Numero 477 Martedì 16 Settembre 2014, S. Edoardo AVVISO Ordine 1. Elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo dell’ordine 4 - 6 ottobre 2. Nasce Offro e Cerco Lavoro - Napoli Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Noduli al collo: da che cosa sono provocati e quando preoccuparsi 4. Ipertensione resistente: quando si può curare con la chirurgia Prevenzione e Salute 5. Come prevenire la candida? Dermatologia e Salute 6. Acne tardiva, alopecia, dermatite. Quando lo stress affiora sulla pelle Proverbio di oggi…….. Scart frusc' e pigl' primmer (Eviti una scartina e te ne capita una peggiore) ELEZIONI per il RINNOVO del CONSIGLIO DIRETTIVO dell’ORDINE 4, 5 e - 6 OTTOBRE 2014 In ultima pagina la lista dei candidati e modalità di votazione. ORDINE-SITO: NASCE OFFRO E CERCO LAVORO - NAPOLI Cerco – Offro Lavoro” è la nuova bacheca del Portale dell’Ordine che ti permette di inserire la tua richiesta e renderla visibile a tutti gli utenti. Scopo di questo servizio è mettere in comunicazione il mondo del lavoro in campo farmaceutico con potenziali candidati in cerca di un impiego. Le aziende hanno la possibilità di segnalare nuove posizioni vacanti all'interno della propria attività lavorativa (farmacie / parafarmacie / società di selezione). I colleghi Farmacisti possono inviare il proprio CV per la pubblicazione così che la loro candidatura possa essere visionata dagli interessati. Il servizio CERCO e OFFRO lavoro è gratuito e viene attivato solo dopo il riscontro dei dati inseriti. L’ ORDINE ha il diritto, in qualunque momento e senza preavviso alcuno, di oscurare le pagine per non renderle visibili. I dati inseriti saranno mantenuti on line per sei mesi e poi cancellati automaticamente. Se necessario l'utente li dovrà reinserire. L’ ORDINE può cancellare in qualsiasi momento le informazioni del singolo utente se ritenute lesive verso terzi o contenenti dati illeggibili, comunque non seleziona il personale e gli avvisi e non è responsabile della veridicità degli annunci e di quant'altro inserito. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: [email protected]; [email protected] SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 477 SCIENZA E SALUTE NODULI AL COLLO: DA CHE COSA SONO PROVOCATI E QUANDO PREOCCUPARSI Spesso è solo un’infiammazione, ma le possibili cause sono molte. Un criterio di sicurezza è quello di non trascurare rigonfiamenti presenti da più di tre settimane La scoperta di una tumefazione al collo crea sempre un certo sconcerto. Si pensa al peggio, ma per fortuna, nella maggior parte dei casi, la presenza di piccoli rigonfiamenti non è da imputare a terribili malattie. Spesso, infatti, si tratta di linfonodi infiammati a causa di una recente infezione, per esempio, una tonsillite. Tuttavia, è buona regola non sottovalutare “rigonfiamenti” che persistano oltre le tre settimane. «Il riscontro di piccole masse palpabili al collo è un fenomeno frequente; ancora oggi, purtroppo, capita che si facciano errori nell’interpretazione - premette Gaetano Paludetti, direttore della Clinica otorinolaringoiatrica del Policlinico Gemelli di Roma -. In linea generale, le tumefazioni al collo possono essere divise in due grandi categorie: di origine non linfonodale, di origine linfonodale. Nel primo caso ci si può trovare di fronte a diverse situazioni: dai diffusissimi noduli tiroidei alle cisti congenite, dai tumori benigni delle paratiroidi ai più rari tumori vascolari glomici (alla biforcazione della carotide), ai neurinomi (tumori benigni dei nervi), alle patologie delle ghiandole salivari (parotide e sottomandibolare). Nel secondo caso, la tumefazione ha spesso origine infiammatoria ed è legata a infezioni recenti; altre volte può essere la spia di linfomi o di forme tumorali metastatiche che hanno origine in altri distretti. In entrambi i casi, prima di una diagnosi precisa bisogna evitare un errore che può costare caro: intervenire chirurgicamente sulla tumefazione. Qualora si tratti di un tumore metastatico si rischia, infatti, di favorirne la diffusione nei tessuti circostanti, riducendo di molto la probabilità di guarigione. Se, invece, si tratta di un linfoma la sua asportazione serve a fare diagnosi». Come si può capire la natura di un nodulo? «Il primo passo è un’accurata visita otorinolaringoiatrica, seguita eventualmente dall’esecuzione di esami del sangue. È poi utile l’ecografia. A volte occorrono altre indagini, come la tomografia computerizzata o la risonanza magnetica, nonché un agoaspirato, che permette di analizzare al microscopio le cellule prelevate dalla tumefazione (l’unico esame che consente di rilevarne con notevole affidabilità la natura)». Le tumefazioni al collo danno sintomi? «A volte sono asintomatiche, altre volte possono dare dolore e sensazione di ingombro. È fondamentale valutare sintomi associati, quali difficoltà di deglutizione, abbassamento della voce, dolore, prurito, nonché sintomi tipici delle infezioni quali gonfiore, calore e rossore della zona, sensazione di malessere generale, stanchezza e febbre». Quali i trattamenti? «Dipende dalla natura della tumefazione. Nel caso di processi infiammatori linfonodali e non linfonodali, una terapia antinfiammatoria e/o antibiotica. In assenza di segni infiammatori, le tumefazioni non linfonodali generalmente vanno asportate con differenziazioni di trattamento a seconda che si tratti di forme benigne o maligne. Per il linfoma l’approccio è principalmente chemioterapico. Per un linfonodo metastatico, prima di qualunque trattamento (chemioterapico, radioterapico e/o chirurgico) occorre effettuare gli esami necessari per identificare la sede da cui il tumore è partito e valutare se esistono metastasi a distanza». (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 477 DERMATOLOGIA E SALUTE ACNE TARDIVA, ALOPECIA, DERMATITE QUANDO LO STRESS AFFIORA SULLA PELLE Le più comuni manifestazioni cutanee possono avere origini psicosomatiche. I pazienti però spesso fanno molta resistenza a un trattamento psicoterapico Un complimento audace, uno scatto d’ira, una gioia improvvisa e subito il viso prende colore, si tinge di rosso. Accade perché la pelle dice quello che le emozioni non rivelano a parole. C’è davvero un legame fra pelle e sistema nervoso?. «C’è eccome,» spiega il prof. Marcello Monti, dell’Unità di Dermatologia dell’Ist. Humanitas di Milano «perché originano dallo stesso foglietto embrionale, che poi, separandosi, va a formare la pelle e il sistema nervoso. E sebbene nella vita adulta i due apparati svolgano compiti diversi, la relazione, con tutta probabilità, resta. Ecco perché ci capita, poi, di vedere tanti disagi psicologici riversarsi sulla pelle». Un dialogo costante che supporta i due apparati nelle fatiche della vita: la mente si agita, la cute raccoglie lo sfogo. Un legame stretto che spesso mette in crisi i dermatologi per le cure. Alopecia areata: Ma quali sono le patologie cutanee che più di altre rinforzano l’antico legame? «Per es., l’alopecia areata, chiamata in passato Area celsi» indica la malattia che porta alla repentina perdita dei capelli, o dei peli del corpo, creando chiazze tonde. «Un fenomeno che non ha nulla a che vedere con lo stato di salute dei capelli, che sono sanissimi, ma con la psiche. Infatti, chi soffre di questo disturbo dichiara spesso di essere reduce o di vivere, un profondo stato di stress lavorativo, familiare, ambientale. Che il dermatologo deve saper cogliere, attraverso il racconto del paziente, così da aiutarlo a superare il problema. Non con le lozioni, però, perché i peli e i capelli, nel 90% dei casi, ricrescono spontaneamente. Adottare questi rimedi, induce la persona a concentrarsi tutto il giorno su quello che gli sta accadendo. Invece, chi manifesta questo problema, va distratto. Dopo alcuni mesi, se la situazione non cambia, si può pensare di stimolare, con interventi ad hoc, la ricrescita dei capelli». Acne tardiva: Altra manifestazione cutanea “psicosomatica” può essere l’acne tardiva , che colpisce soprattutto le donne fra i 20 e i 25 anni. «Un’età che, almeno da un punto di vista estetico, dovrebbe essere di massimo splendore, viene invece vissuta con angoscia. Tra foruncoletti, cisti e punti neri, la ragazza, provando vergogna, nasconde il viso dietro a trucchi pesanti. Con il risultato di peggiorare, e molto, la situazione. Un circolo vizioso che aggiunge ansia a un’indole già chiusa, poco incline ad affrontare i problemi, insoddisfatta di se stessa. Ancora una volta il dermatologo dovrà vedersela con i grovigli della mente. E convincere la paziente ad abbandonare per un po’ fondotinta & Co, e affidarsi a cosmetici contenenti sali minerali e a micropeeling, in modo da tenere la pelle ben pulita». Dermatite atopica: La dermatite atopica è un’altra cartina di tornasole del rapporto mente e cute. E questo vale sia per gli adulti, sia per i bambini. «Ad es., per quanto riguarda i bambini, poniamo che i genitori litighino sempre, o che la mamma sia di nuovo incinta. Il bimbo di 2 o 3 anni ha un eloquio molto limitato e così, non potendo esprimere verbalmente le proprie paure, a volte esprimere il proprio disagio attraverso la pelle, con prurito, eritemi, desquamazioni e croste. La madre, preoccupata, lo porta dal dermatologo: l’obiettivo del piccolo, però, non è farsi curare, ma attirare l’attenzione della mamma. Ecco perché ogni cura potrebbe risultare vana». Prurito patologico: Altro segnale di disagio psicologico può essere il prurito patologico. Stabilito che il fastidio non sia frutto di malattie organiche o di comportamenti scorretti (detergenti sbagliati, docce troppo calde, intolleranza ai farmaci) che portano la pelle a seccarsi, con il bisogno di grattarsi, occorre individuare il disagio emotivo che provoca il prurito. E qui si aggiunge un altro problema. «Spingere il paziente a intraprendere un percorso di psicoterapia è arduo. Perché la persona desidera curare la pelle, non rimettere in discussione la propria vita». PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 477 L’iperidrosi emozionale: L’iperidrosi emozionale, infine, già dal nome tradisce la sua natura. «Nella persona che ne soffre, in occasione di una forte emozione dovuta ad esempio a un appuntamento, a una riunione di lavoro o a un’interrogazione, scatta un errato coinvolgimento delle ghiandole sudoripare, con il risultato di iniziare, letteralmente, a grondare di sudore. «Ne consegue un disagio invalidante, frequente nei giovani, che impedisce una normale vita di relazione. I trattamenti topici servono a poco; occorre, piuttosto, che la persona, grazie anche all’aiuto di uno psicoterapeuta, impari a gestire la propria sfera emotiva». (Salute, Corriere) PREVENZIONE E SALUTE COME PREVENIRE LA CANDIDA? Soffro di candidosi vaginale. Che cosa devo fare per controllarla? E’ vero che colpisce anche gli uomini? La candidosi (la Candida Albicans è la specie più diffusa) è una infezione causata da micro-organismi nello specifico da funghi – che sta diventando una fra le più frequenti infezioni ginecologiche, in aumento non solo fra le donne e le adolescenti in età fertile, ma anche fra gli uomini. La causa è proprio da ricercarsi nella scarsa informazione sulle cause ed i fattori di rischio di questa patologia o nel protrarsi di comportamenti scorretti che ne favoriscono l’insorgenza. SINTOMI: Questa è caratterizzata da prurito, bruciore vaginale, perdite caseose biancastre, ma anche da dolore durante i rapporti sessuali tanto da costringere 8 donne su 10, in presenza dell’infezione micotica (fungina) e in fase acuta, a rinunciare all’intimità di coppia e a soffrire di un generale peggioramento della qualità della vita. La candida non è una patologia grave o preoccupante, ma è trasmissibile con un effetto ‘ping pong’ da partner a partner; per questa ragione e per il fatto che può facilmente ripresentarsi (recidivare), va trattata con attenzione. Una volta accertata la diagnosi, che va effettuata con un tampone vaginale eventualmente prelevando una piccola quantità di materiale da sottoporre ad analisi specifica, o tramite un test rapido (di qualche minuto) chiamato test di filamentizzazione che deve comunque essere accompagnato da analisi delle urine e del sangue per scongiurare che il fungo si sia diffuso all’interno del corpo, si procede a una terapia antimicotica locale, di norma con pomate/ovuli specifici, da applicare per più giorni secondo modalità e durata che deve essere indicata dal ginecologo o dallo specialista. A volte è necessaria la terapia per bocca perché le terapie vaginali non sempre danno risultati duraturi e se utilizzate a lungo possono addirittura peggiorare i sintomi della candida. Come evitare che la candida si ripresenti? Con l’adozione di semplici comportamenti che possono servire da profilassi e contribuire a una prevenzione contro questa fastidiosa infezione. Innanzitutto, occorrerebbe evitare di sottoporre l’organismo a forti o prolungati periodi di stress che possono favorirne l’insorgenza e soprattutto è importante seguire una dieta equilibrata che limiti l’apporto di zuccheri e lievito a favore di un maggior consumo di yogurt con fermenti lattici vivi prebiotici (es. FOS e inulina) e/o probiotici (Lactobacillus) che aiutano a mantenere l'equilibrio della flora batterica intestinale. La dieta da sola non è però sufficiente: va affiancata anche a regolare attività fisica e all’eliminazione di fumo, alcool, agenti inquinanti potenziando, in questo modo, le difese immunitarie dell’organismo. Inoltre, occorre prestare molta attenzione all’igiene intima, utilizzando detergenti delicati o specifici anticandida, accompagnandoli anche da lavaggi esterni con acqua fresca che possono apportare un immediato sollievo al prurito. Infine, non trascurare neppure l’abbigliamento: indumenti troppo stretti o che sfregano la zona dei genitali possono stimolare l’insorgenza di stati irritativi. In particolare, per la biancheria intima, privilegiare tessuti in cotone (mai in fibra sintetica che non lasciano traspirare la pelle costringendola a condizioni di umidità). (Salute, Fondazione Veronesi) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 477 SCIENZA E SALUTE IPERTENSIONE RESISTENTE: QUANDO SI PUÒ CURARE CON LA CHIRURGIA Se i farmaci non sono sufficienti l'intervento sembra rappresentare l'unica soluzione. La tecnica, in uso da alcuni anni, consiste nel rimuovere i nervi del sistema simpatico Attività fisica, corretta alimentazione e mix di farmaci. Nonostante questi interventi la pressione non scende ad un livello accettabile. Cosa fare? Da tempo i cardiologi sono alla ricerca di nuove strade alternative per combattere l'ipertensione arteriosa resistente. Un approccio, ormai in uso da qualche anno, è rappresentato dalla denervazione renale, una tecnica chirurgica che vede i cardiologi divisi. I risultati infatti non sempre sono soddisfacenti. Il motivo? Secondo quanto presentato al congresso internazionale ESC di Barcellona (Spagna), il più importante evento in cardiologia che riunisce oltre 30 mila medici, il motivo sarebbe da ricercarsi nel modo in cui si opera. Se durante l'intervento si eliminano le arterie renali accessorie allora la probabilità di successo aumenta considerevolmente. LA MALATTIA - Nella maggior parte dei casi per abbassare la pressione arteriosa bastano pochi accorgimenti. Quando alimentazione e attività fisica non bastano si ricorre all'utilizzo degli antiipertensivi, una classe di farmaci ampiamente diffusa e dalla buona efficacia. Esiste però una fetta di popolazione ipertesa (15%) che, nonostante i farmaci, rimane con valori di pressione troppo elevati. «In questi casi, quando nonostante il mix di 3 o più farmaci la pressione non scende al di sotto di 150/90 mm Hg, si parla di ipertensione resistente. Alla base del disturbo vi è un'aumentata attività del sistema nervoso simpatico e in particolare di quei nervi che circondano i reni, organi deputati - tra le tante attività che svolgono - a regolare proprio la pressione arteriosa». Ecco perché, rimuovere parte di queste fibre, potrebbe rappresentare una soluzione. LA TECNICA - A partire dal 2009 la denervazione renale, una tecnica che consiste nel rimuovere i nervi del sistema simpatico che avvolgono i reni, è entrata nella pratica ospedaliera. La procedura consente di ottenere una riduzione di 20 mm Hg per la sistolica e di 10 mm Hg per la diastolica. Al momento la denervazione renale - per ragioni di difficoltà nell'operazione - non prevede la rimozione delle arterie renali accessorie. La loro rimozione però potrebbe giovare ulteriormente a un abbassamento di pressione. Ed è a questo che ha pensato il gruppo della dottoressa Schmiedel. I RISULTATI - Utilizzando una procedura altamente accurata i chirurghi hanno sottoposto un gruppo di pazienti a denervazione renale che comprendeva la rimozione delle arterie accessorie. A sei mesi di distanza dall'operazione i dati hanno mostrato il successo dell'intervento nel 70% dei casi. «L'ablazione delle arterie accessorie sembra essere un fattore importante per il successo di questa procedura nel trattamento di ci soffre di ipertensione resistente. Un successo che dipende però da un'attenta selezione dei pazienti da trattare e dalla rimozione totale delle arterie accessorie». Un'evidenza che potrebbe essere la ragione del perché non sempre l'attuale denervazione renale ha successo. (Salute, Fondazione Veronesi) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 477 ELEZIONI E RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO 2015-2017 RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’ORDINE E DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI, 2015-2017 PROCEDURE E MODALITA’ Di seguito modalità e procedure Elettorato attivo: Hanno diritto di voto (c.d. ”elettorato attivo”) per l’elezione dei componenti il Consiglio Direttivo e per il Collegio dei Revisori dei Conti, tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi gli iscritti nell’elenco speciale dei docenti e ricercatori universitari, che non siano sospesi dall’esercizio della professione (art. 2 DLgsCPS 233/46, come modificato dalla Legge 80/2005). Elettorato passivo: La normativa, ai fini delle procedure elettorali, non prevede “liste”. Pertanto, indipendentemente dall’inserimento o meno in eventuali liste ufficiose, sono comunque eleggibili (c.d. “elettorato passivo”) tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi gli iscritti nell’elenco speciale dei docenti e ricercatori universitari e compresi i Consiglieri uscenti (art. 16 DPR 221/50). Avviso di convocazione: Le vigenti disposizioni prevedono che: la convocazione dell’assemblea per l’elezione del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei conti si effettua mediante avviso spedito almeno dieci giorni prima a tutti gli iscritti, esclusi i sospesi dall’esercizio della professione, per posta prioritaria, per telefax o a mezzo di posta elettronica certificata; è posto a carico dell’Ordine l’onere di dare prova solo dell’effettivo invio delle comunicazioni; della convocazione deve essere dato altresì avviso mediante annuncio, entro il predetto termine di dieci giorni, sul sito internet della Federazione nazionale degli Ordini. Operazioni di voto: la Corte di Cassazione ha recentemente mutato il proprio precedente orientamento (in base Elezione di 15 Componenti il Elezione di 3 Componenti al quale le schede Consiglio Direttivo dell’Ordine Effettivi del Collegio dei debbono riportare, a dei Farmacisti di Napoli per il Revisori dei Conti dell’Ordine pena di nullità, un Triennio 2015/2017 dei Farmacisti di Napoli per il numero di nomi pari a Triennio 2015/2017 quello dei componenti Santagada Ascione Giovanni Vincenzo da eleggere) e ha fissato Balestrieri Di Maggio Annamaria Bianca Rosa il principio in base al Carraturo Sarti Alessandra Davide quale Cinquegrana Crescenzo la scheda conserva la Elezione di 1 Componente Colesanti Silvio sua validità anche nel Supplente del Collegio dei Fusco Mariano caso in cui contenga un Iorio Revisori dei Conti dell’Ordine Riccardo Maria dei Farmacisti di Napoli per il numero di nomi Maggiore Tommaso Triennio 2015/2017 inferiore a quello dei Magli Elisa componenti da Marzano Raffaele D’Aniello Raffaela eleggere. Meo Ciro Petrone Riccardo Pisano Giovanni Russo Giovanni Trama Ugo