[ PICCOLI FRUTTI ]
PICCOLI FRUTTI
Nel progetto il lampone, il rovo, il mirtillo gigante
n di G. Bounous, G. L. Beccaro, M. Baudino, F. Capocasa, F.R. De Salvador, T. Eccher, L. Folini, R. Giordano, B. Mezzetti, A. Pititto, V. Ughini
L
a crescente domanda da parte del mercato interno sta facen­
do lievitare negli ultimi anni l’interesse dei produttori e della
ricerca verso i piccoli frutti. Il comparto è in grado di fornire
un interessante reddito non più solo alle medio­piccole aziende a
conduzione familiare delle aree collinari e montane ma anche ad
aziende caratterizzate da una sempre maggiore specializzazione e
da investimenti crescenti. Tale fenomeno è sempre più evidente
non solo nei tradizionali areali di coltivazione, che coinvolgono le
regioni dell’Arco Alpino, ma anche nelle regioni del Centro­Sud,
dove gli impianti specializzati di mirtillo gigante, lampone e rovo
sono in continua espansione. Gli attributi positivi di questo grup­
po eterogeneo di specie, appartenenti ai generi Vaccinium, Rubus
e Ribes sono infatti di varia natura: diversificazione colturale,
valorizzazione degli ambienti marginali, buona redditività, frutti
dotati di considerevoli pregi estetici ed organolettici. Nelle pagine
che seguono troviamo quanto ha messo in luce il Progetto liste
varietali per le tre principali colture legate al comparto dei piccoli
frutti: il lampone, il rovo e il mirtillo gigante. In ciascuno dei tre
casi il testo viene firmato dagli autori elencati sopra e il gruppo di
lavoro è stato quello descritto dal testo pubblicato in questa pagi­
na. n
4 BIBLIOGRAFIA
Beccaro G., Giacalone G., Bounous G., Baudino M., 2001. An
overview on berry industry in Piemonte (Italy). Acta Hort., 585:
259­262.
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Uva Spina­ Mirtilli. Edagricole, Bologna, pp.434.
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www.agr.unian.it/ricerca/prog_ric/cost836.htm
Cost863 – Euroberry Research: from Genomics to Sustaina­
ble Production, Quality & Health. http://cost.cordis.lu/src/ac­
tion_detail.cfm?action=863
Hall H.K, Stephens M.J., Stanley C.J., Fin C., Yorgey B., 2002­
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tional Rubus and Ribes Symposium, ActaHortic., 585:91­95.
Mezzetti B.,Capocasa F. e Scalzo J., 2002. Introduction and
evaluation of raspberry and blackberry varieties for expanding
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Rubus and Ribes Symposium, ActaHortic., 585:215­219
Prior R.L., Cao G., Martin A., Sofic E., McEwen J., ÒBrien C.,
Lischner N., Ehlenfeldt M., Kalt W., Krewer G., Mainland M.,
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J. Agric. Food Chem. 46:2686­2693.
Wang S.Y. e Lin H.S., 2000. Antioxidant activity in fruit and
leaves of blackberry, raspberry and strawberry varies with culti­
var and developmental stage. J. Agri. Food Chem., 48:140­146.
76 - SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007
4 GRUPPO DI LAVORO E CAMPI SPERIMENTALI DEDICATI
AI PICCOLI FRUTTI
. Giancarlo Bounous, Gabriele Loris Beccaro: Dipartimento di
colture arboree dell’Università degli Studi di Torino.
. Flavio Roberto De Salvador, Antonio Pititto: Cra ­ Istituto
sperimentale per la frutticoltura, Sezione di Trento.
. Tommaso Eccher: Dipartimento di produzione vegetale ­
Sezione Coltivazioni arboree, Università di Milano.
. Bruno Mezzetti, Franco Capocasa: Saprov ­ Università poli­
tecnica delle Marche.
. Michele Baudino, Roberto Giordano: Consorzio di Ricerca,
Sperimentazione e Divulgazione per l’Ortofrutticoltura Piemon­
tese (Creso) – Cuneo.
. Alessandro Roversi, Virginia Ughini: Dipartimento di Produ­
zione Vegetale, sez. Coltivazioni Arboree Università di Piacenza.
. Luca Folini: Fondazione Fojanini di Studi Superiori, Sondrio.
Campi sperimentali:
. Unità operativa Piemonte: Azienda Albertasse, Boves (Cn).
. Unità operativa Trento: Istituto Sperimentale per la Frutticol­
tura, Vigalzano Pergine (Tn).
. Unità operativa Milano: azienda Dotti, Montanaso Lombardo
(Lo).
. Unità operativa Piacenza: Valle Imagna, (Bg); Valle Staffora,
(Pv).
. Unità operativa Sondrio: Fondazione Fojanini di Studi Supe­
riori (So).
. UnitàOperativa Ancona: azienda P. Rosati, Agugliano (An).
. Arssa: Centro Sperimentale Dimostrativo “ Molarotta”, Ca­
migliatello Silano (Cs). n
4 LE TRE COLTURE STUDIATE
A pag. 78 : Lampone.
A pag. 80 : Rovo.
A pag. 82 : Mirtillo gigante.
[ ROVO ]
ROVO
6 Le more di Arapaho presentano
buone caratteristiche
organolettiche.
I
l rovo coltivato appartiene al genere Rubus e al sottogenere
Eubatus che raccoglie un gruppo molto numeroso di spe­
cie ma soprattutto sorprendentemente eterogeneo. Le at­
tuali varietà di rovo coltivate hanno un’origine ibrida e alcuni
aspetti morfologici e vegetativi possono variare anche di molto
tra una cultivar e l’altra. I rovi coltivati sono tutti uniferi,
distinti in base al portamento (striscianti, eretti e semieretti),
sono per la maggior parte tetraploidi. In Italia raccolgono il
maggior interesse le cultivar inermi, erette e semi­erette, per­
ché per esse sia le operazioni colturali che di raccolta sono più
agevoli.
La coltivazione del rovo in Italia riveste un’importanza mode­
sta rispetto agli altri piccoli frutti ed è principalmente localiz­
zata nel Nord: Trentino­Alto Adige, Piemonte, Lombardia e
Friuli­Venezia Giulia rappresentano più del 75 % della produ­
zione nazionale (Bounous, 1996; Beccaro et al., 2002); negli
ultimi anni, analogamente a quanto sta accadendo per gli altri
piccoli frutti, si sta assistendo ad un interesse sempre maggiore
4 TAB. 1 ­ Cultivar
di rovo in corso
di valutazione
Apache
Black Butte
Cacanska Bestrna
Early Navaho
Kiowa
Lochtay
5 I frutti Chester sono di buona pezzatura e resistenti alle
manipolazioni.
80 - SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007
per la coltivazione nelle regioni del Centro­Sud, con l’obiettivo
di inserirsi sul mercato nei periodi di scarsa offerta, sfruttando
le notevoli differenze latitudinali e climatiche esistenti sulla
Penisola.
La valutazione dell’adattabilità delle cultivar di rovo nei diver­
si ambienti di coltivazione è particolarmente importante poi­
ché le varietà coltivate derivano principalmente da programmi
di breeding estero (Nord America, Nuova Zelanda, Australia).
Gli obiettivi del miglioramento genetico per il rovo sono prin­
cipalmente l’ottenimento di genotipi con elevata qualità dei
frutti (dimensioni, consistenza, colore, caratteri organolettici),
composizione chimica (zuccheri, acidi, contenuto in sostanze
antiossidanti), produttività, fonti di resistenza alle avversità
biotiche (insetti e funghi) e abiotiche (freddi invernali), modifi­
cazione dell’habitus vegetativo in modo da agevolare la gestio­
ne della pianta e la raccolta (portamento eretto, assenza di
spine), ampliamento del calendario di maturazione. La matu­
razione avviene a partire dall’inizio di giugno e si protrae fino
[ ROVO ]
4 TAB. 2 ­ Cultivar di rovo
valutate negativamente
Adrienne
Aurora
Black Satin
Cheyenne
Cherokee
Comanche
Dirksen
Ebany Black
Helen
Karaka Black
Kotata
Silvan
Smoothstem
Thornfree
Triple Crown
Jumbo
5 La pianta di Loch Ness
(Nessy®) è vigorosa e molto produttiva.
a metà settembre e le cultivar sono suddivise in precoci (matu­
razione dall’inizio di giugno all’inizio di luglio), medie (da fine
giugno a metà­fine luglio) e tardive (da fine luglio a metà
settembre). Le varietà di maggior interesse si distinguono per
valide caratteristiche qualitative e alcune (Arapaho, Navaho,
Hull Thornless) anche per le interessanti caratteristiche nutri­
zionali (elevata capacità antiossidante e contenuto in polife­
noli). Le principali caratteristiche delle cultivar inserite in
Lista, osservate nei diversi campi sperimentali e di seguito
riportate in ordine di precocità, derivano dalle valutazioni
delle Unità operative del gruppo di lavoro “Piccoli frutti”
nell’ambito del Progetto Liste di orientamento varietale dei
fruttiferi del Mipaaf e di progetti autonomi. Le osservazioni
presentate sono quindi il risultato del confronto delle osser­
vazioni delle Unità Operative di Torino­Cuneo, Milano, Pia­
cenza, Trento ed Ancona.
Cultivar di rovo valutate positivamente
Arapaho (precoce):
Pregi. Pianta di media vigoria con buona emissione di polloni
inermi. Resistente alla ruggine. Buone caratteristiche organo­
lettiche del frutto con particolare interesse per l’apprezzabile
capacità antiossidante e contenuto in polifenoli.
Difetti. Produttività medio­scarsa, in alcuni casi forma irrego­
lare del frutto.
Navaho (medio-precoce):
Waldo
Pregi. Pianta con elevata scalarità di maturazione e tralci eretti
di buon diametro. I frutti sono di buona qualità con elevate
caratteristiche nutraceutiche (capacità antiossidante e conte­
nuto in polifenoli).
Difetti. Produttività medio­scarsa e in alcuni casi, forma irre­
golare del frutto.
Loch Ness (Nessy®) (media):
Pregi. Pianta vigorosa con tralci inermi, molto produttiva con
raccolta scalare. Frutto complessivamente di buone qualità
organolettiche.
Difetti. L’aspetto del frutto è considerato medio in centro Italia.
Molto sensibile alla peronospora sui frutti.
Chester (medio-tardiva):
Pregi. Pianta molto vigorosa, con tralci assurgenti, di diametro
elevato e inermi. Resistente ai freddi invernali.
Produttività medio­elevata con frutti di buona pezzatura e
sodi.
Difetti. Elevata sensibilità a Botrytis.
Hull Thornless (medio-tardiva):
Pregi. Pianta molto vigorosa, con tralci inermi, resistente ai
freddi invernali e alle principali malattie.
Frutto di buona pezzatura e di facile distacco, brillante a matu­
rità e sodo anche dopo scongelamento. Sono apprezzabili an­
che le caratteristiche nutraceutiche del frutto (capacità antios­
sidante e contenuto in polifenoli).
Difetti. Scarse caratteristiche qualitative dei frutti. n
SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 - 81
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