240 LE'ITURE DEL RISORGIMENTO . LETTURE DEL tuna. del vincitore. Di Alessandria, alla mezzanotte del 14 al 15 di giugno -. XLI. Ugo Foscolo. Voti italici a Bonaparte. È la seconda parte, che riguarda innanzi nell' avvenire della repub. hlica italiana, dell' O,'azione a Bonaparte, di cui la prima parte, n. xxxv' riguardava il passato della repubblica cisalpina. Cosi la fortuna e gli uomini e il cielo abbandonata aycano l'Italia; ma DI'a la dea Speranza, solo nume fedele agl'infelicissimi mortali, la fine di tanta ira predice; poiché teco, o Bon::tparte, in nostro aiuto par che l"itornino e la fortuna e gli uomini e il cielo. Onde, le gloriose imprese tue trapassando, non temo io di laudarti per quelle cose che a pl'O dclla repubblica nostra farai : e di che altro mai possiam esserti grati 1 c che deve aspettarsi la patria da te, da te sangue italiano, fuorché 1:1. propria salute? Illustri certo e potenti pcr la universale viltà, ma. né beati né pochi sono i conquistatori e i tiranni; né tu sei tale da aspirare a gloria comune, ed al tuo capo manca ancora l'unico lauro, da lliun mortale posseduto mai, quello di SALVATORE DE ' POPOLI CONQUISTATI. Che se Timoleone, quell' uom pari a Dio, il radicato ser'ç"aggio della Sicilia spiantò, non fe' pe.rò tanto la celeste libertà dfiorire, che non tornasse ad allignarvi la tirannide~ tremenda ancor piu per la memoria di qae' pochi anni felici che indarno poi quei popoli sospiravano. Non odi tu l'Italia. ehe grida? - Stava l'ombra del mio gnn nome in quella città che fondata sul mare grandeggiava secura da tutte le forze mortali, e dove parea che i destini di Roma eterno asilo serbasscro alla italica libertà. Il Il lW:iOlWlME~TO. 241 tempo governatore delle terrene vicende, e la politica delle forti nazioni, e forse gli stessi s' -.i vizii la. rovesciarono: udranno nondimeno le generazioni uscire dalle sue rovine con fremito lamentoso il nome di Bonaparte - . Ma si l'i torcerà questa taccia in tuo elogio, poiché la storia sedutà sopra quelle stesse rovine scriverà: - La. storia stava contro P Italia, e Bonaparte contro la sorte; annientò un' antica repubblica, ma un' altra. piu grande e piu libera ne fondava -. E già. veggo rinate nello stato cisalpino quelle leggi per cui Venezia. f~ 'un tempo reputata immortale; non leggi licen~dose, non mantici agl' incendi della plebe, ma fatale muraglia alla invasione degli ottimati. Correggeranno e la povertà estrema, che persuade sempre la schiavi tu, e le immani ricchezze, scala al trono e alla oligarchia. Uomini siamo pria di essere cittadini , e prepotenti in noi regnano le supreme necessità della natura ed il furor del potere, onde la famelica moltitudine per la vita vende la libertà, e i pochi opulenti comprano la patria quando tutto può essere comperato dall' oro, Queste due mortali infermità di tutti gli stati liberi allonta,narono da' suoi principii la repubblica veneta, la quale, di popolare divenuta aristocratica, co '1 volger degli anni e delle ricchezze a cader venne nelle mani di pochi, ed il governo si fondò Del terrore de' patrizii nella. ignoranza de' cittadini e nella corruzione squallida della plebe. Quindi tua pr!Ola cura è la giustizia, nella quale ogni vi l'tu ogni possanza ed ogni gloria è riposta, e che sola fa prospel'are le pubbliche e le private sos.tanze. I bisogni piu gravi assai dell' entrate, le militari estorsioni e le infedeltà di chi ne reggeva; hanno pel'duta la pubblica economia, rotta ogni fede soci::1-Ie, angariata }' agricoltura, vera nostra ricchezza, avvilita la onesta industria, prodotte al sommo le usure, e tutti i cittadini ridotti nemici taciti dello stato, Ma' l'allontanamento degli eserciti stranieri, il patibolo agli incliti ladri, l'entrate pareggiate a' bisogni restituiranno l'ordine pubblico e la fede del governo vel'SO il popolo ricondurrà la reciproca fede ne' cittadini i talché, rassicurate veggendosi ciascheduno le L W 242 LETTURE DEL RISORGlMENTO. proprietà, più certi saranno ad un tempo i sussidi per lo stato, e meno urgenti, meno scarsi e più equi i contratti nel civile commercio, meno avvilite per la celere diffusione e riproduzione dell' oro le derrate j e cosi rianimato il sacro agricoltore, riconfortato lo spavento èhe tenendo seppellito il dsnaro affanna le arti e fa inutile e disperato il sudore della moltitudine, e finalmente con l'esempio della pubblica onestà corretta la privata scostumatezza e tolta ogni esca a.lla usura.. Né per me eonosco alcun savio ~ta1iano il quale stimi potersi a un tratto da te ordinare per noi una perfetta costituzione: ben si, ove le cose della repubblica sieno edificate su la giustizia si che la universalità goda della ;iposata e facile vita, per la quale i fieri mortali alla lor solitaria libertà. naturale rinunziarono, agevolmente poi la esperienza degli anni e la natura stessa della nazione cisalpina compieranno un codice di leggi ; prima di che è necessario distòrre ogni stran iera preponderanza, dar pane alla plebe e freno alle particoJa.ri ricchezze; onde quella divina legge risulti, unica forza e palladio delle repubbliche - 1'amor della patria --, Allora non pili ausiliarie, non pili mel'cenarie legioni, non più coorti dalla feccia della plebe, non più perpetui eserciti che nel1' esterna pace e nell' abbondanza interna covano guerra c povertt~ perenne, non pin soldati per arte, soldati nell' ozio, llon cittadini nelle batt:lgIie: ben,si devoti figli della repubblica difenderanno la patria, da cui ricavano gloria libertà. e sicu rezza.. Ed ecco ornai, e per mantenere nel vigore de l corpo la fortezza dell' animo e per correggere la. effemmin atezza de' tempi e per apprestarsi alle guerre future, la gioventu cisalpina. sudare negli esercizii marziali. Te, Bonaparte, invocheremo nellc battaglie, come i Romani invocarono Romolo: deificato; a te no' campi della vittoria inanlzeremo simulacri ed altari; a to canteranno inni gli eserciti; a. te consaCl'eranno ecatombe solenni su le sepolture de' nemici, sopra le quali tu ergesti questa repubblica. Generosa emulazione sarem? a tutti gl' Italiani, che da noi EOU la libertà e lo splendor de' padri nostri giustamente si aspettano j e la militar disciplina, e il rina.to valore) e piu LETTURE DEL RISORGIMENTO. 243 assai la concordia delle città. cisalp ine ridesteranno per tutta. Italia le priscbe virtu, le forti anime e la riverenza. ,del nome latino, cbe piu delle alpi e dei mari starà schel'mo lm-:n0rt~l~ alI'audacia nemica. E voi, figli d' Ital~a, spegnet~ o.mai 1~, ll'~ cùe di principi della tcrra vituperosi e smembratl tnb~tanl VI ban fatto delle vostre pl'ovincie, Per la comune patna. è da combattere contro a 'barbari : a che dunquc struggete le, vostre forze contro voi stessi ~ e quando il genio nostro mahgno e li umani sdegni e la divina necessità ci tirassero a pugnar ~ra di noi, combattasi fino alla vittoria, e riserbisi contro a' barbari il combattere fino alla. morte. Inveterate, pur troppo, sono le nostre inimicizie! ma cbe pro il vendicarle ~ risorgerann~ forse dalle nuove sciagure que' tanti nostri concittadini morti negli esilii, nelle carceri e nelle civili battaglie, ~ Riparer~te le stragi con le stragi ~ racquisterete p onore ~a hbertà e la po~ sanza con quelle forsennate arti per le quali li avete per~utd E per cbi ~ Non avete già. voi finor combattuto né per gh altari, né per li figli, né per le madri, né , per le spose, n,é per le vostre sacre dimore i non avete voi già combattuto ne per . ' ' ne'per la vostra gloria , né per le vostre le vostre OplD10m, , . . . ben si per fare de' vostri cadaverl fondamtmto stesse paSSIOni 1 al trono degli stranieri, Oh, dalle mani italiane gronda ancora. sangue italiano! e griderà. eternamente vendetta, e gride~à la. vostra infamia etern~mente fino a che non vi sia t,e lavat,l ne~ sangue de' vostri tiranni, Non ch' io piu ,i Cesar~ accUSI, o l l'omani pontefici o tutti gli altri mona.chl e~ropel: che ne caduti secoli e le fiamme fra noi della discordIa attlzzav~no p~r accorrere quindi ad estinguerle e pagarsi del proprio beneficlO con la nostra schiavitu: ma piango e fremo vedove e serve mirando le belle città. dov' io nudrito fui si dolcement~; dove, benché nato 110n libero, appresi liberi sensi; dove ta~te ~mpr~se suonano ancora di eroi: dove sorgono tanti sepolcn dl altISsimi personaggi; e pia ngo e fremo debellata ve~gendo ,dal~e proprie sue armi e prostrata nel fango questa regl na dell UOlversO. E fu il nostro del:!tino si atroce l che la religione cristiana, l 244 p S' e l LETTURE DEL mSORGlMEN'l'O. LETTURE DEIJ RTSORGBIENTO. speranza pelo noi di mansueti costumi e di comUDe concordia, ribellatasi dal suo istitutore, pose l'agaI sede in Italia, donde ora, al dir del poeta, puttaneggiando co' regi, or popoli e l'egi soverchiando, ve leni spargeva e indulgenze e roghi c maledizioni e pugnali, che di errori di fiamme di sangue per mille cinquecento anni contristarono il globo. E vendendo il cielo, comprò, sparti e fe' tributaria. la terra; e la dissensione il tradimento l'avarizia, tutte sue furie, piu: Chd le altre nazioni la misera Italia straziarono e la innondavano d'armi barbariche, Don pure in aiuto del sacerdozio e de' suoi partigiani ma soyente dai loro stessi avyersari invocate; onde nel decimoterzo secolo il gran padre Alligbieri e quegli esuli magnanimi, vagando l'avvolti nella maestlt delle loro disavventure, commetteano la patria a lla spada degl' imperatori germanici, poich' altra via non restava a sottrarla alla tirunnide fraudo lenta de' papi. Tua mercé intanto, o Liberatore, la. Chiesa a' suoi principi i rimase, e tu dai templi della. repubblica cisalpina la mitra disgiungi dalla corona e i sacerdoti ri conduci alla pia vita dell ' evangelo, per cui, come Socrate e i filosofi dell' antichità, le momli vil'tu, la benevolenza. e la pace istillel'RUDO nel cuore de' cittadini. Né ignudi saranno O spre giati, ma né opulenti ad un tempo né oziosi; e poiché l'UomoDio alle terrene leggi obbediva, aIle terrene leggi i suoi discepoli obbediranno i leggi universali ed inesorabili, scudo e premio a tutte le virtu e scure a tutti i delitti. Non si comp iace il padre degli uomini del fumo di umani olocausti né di voti violenti: deporranno quindi le inquisizioni i supplizii e le male arti con cui per venalità e per orgoglio i preti cattolici tutti que' mortali gran tempo perseguitarono che in diverse are e con preci diverse ma con puro animo il padre degli uomini veneravano, I cieli mandano alle nazioni quei grandi e benefici cittadini, a' quali la. riconoscenza de' contemporanei erge statue e mausolei, e la devozione de' nipoti cantici ed altari consacra. Raggio sono della mente di Dio ottimo massimo; onde i Minossi i Maometti e gli Odini divino culto ottenevano e popolari supplicazioni. Non vorranno dunque i sacel'- doti tarei dal cuore la. religione che co' tuoi beneficii tu per te ne ispirasti, né tUl'bare le adorazioni e le feste solenne che noi dovremo un giorno a quegli eroi, i quali col valore e con l'intelletto costumata e possen~ avran fatta questa repubblica. 245 E tu, Primo! perché quanta e quale prosperità non prometti all' Italia, tu che leggi: pace, gloria, fede e ricchezza in si breve tempo alla Francia rest ituisti 1 Vieni! Tutte le colpe saranno alla tua presenza esp iate i risanate tutte le piaghe: tutti i fausti presagii della repubblica nostra avverati i tutto in somma sarà pieno di te, Deh! perché, se la natura mente di vinn e sovrumane forze ti ha coucednto, perché non ti ha dato divina salma e vita immortale 1 Chi non vorrebbe _ leC'fislao tore, capitano, padre, principe perpetuo - Bonaparte? Ma quali principi a Numa successero? Oh! se dato mi fosse di diradare le tenebre che cuoprono le genti da. tauti secoli trapassate, io vedrei forse i Romani Cel"Care nelle foreste a Numa sacre r ombra di lui, che dopo morte veneravano come loro iddio i ma cercarlo e nominarlo sommessamente, però che la t irann ide de' Tarquinii, se bene in tempi meo guasti, non i frutti so ltanto delle sue virtudi avea divorati ma vietavane nn la memoria; ché se il primo "Bruto non commetteva a' posteri la vendetta della castità di Lucrezia e della romana servi tu, uon pur l' opre di Numa ma né il reverendo suo nome volerebbe piu per le bocche degli uomini: ogni alta cosa, ogni alto senso, ogni alto vestigio è sommerso dall' invida tirannia! Tu in tempo ancor sei, Lascia lo stato non agli uomini, ma alle leggi i non alla generosità delle nazioni, ma alle stesse sue forze; diversamente, e alla ingratitudine degli uomini e a.l ludibrio della fortuna crederesti la stabilit.à di questa tua impresa. Starà. la immortalità. della tua fama nuche quando nuovi delitti, nuovi imperii, nuove favelle terra.nno la terra, né piu orma forse apparirà. di noi; ma la riconoscenza a' tuoi benefici i Don vivrà. se non quanto vivranno la Cisalpina e la Francia, Provvedi dunque e a ll a nostra prosperità. e alla tua verace gloria ad un tempc, Tali sieno le leggi, tale i l tuo esempio, tale iJ nostro vigore, che 24G p LE'l'TURE DEL RISORGIMEN1'O. niuno piu ardisca dominarci dopo di te. E chi sarà ma.i successore degno di Bonaparte 1 s c I \ XLII. Carlo Botta. Comizi dei Cisalpini in Lione, RClmbblica itali:lnfl, Bonaparte presidente. Dal libro XXI della Storia dal 1879 . Qui, e nell' altro tra.tto di storia, che segue più avanti, su l'incoronazione, i giudizi del Botta intorno a Bonaparte suonano forse troppo severi ed acerbi. Certo dispiacque forte, e dispiace ancora, il grande capitano e lf'gislatore che di consolo si fa imperatore e rej aspira, cioé, come diceva quel bravo fran cese, a discendere. Ma il Botta anche scrisse negli anni in cui non pure le vecchi~ parti dei repubblicani e dei legittimisti ma anche le genti d'Eu' ropa aveao fresche le memorie della prepotenza napoleonica: la glorificazione ri..:ominciÒ dopo divulgate le memorie di Sant' Elena e del « martirio della vittima dei re » . Ad ogn i modo non è vero ciò che il Botta troppo ricisamente afferma, che. durante la repubblica e il regno d'Italia nulla in Italia si scrivesse che avesse ner~o, Dulla che ~I)~sse dignila : basti accennare il discorso che segue del Monti e del Monti stesso la Mascheroniana e il Caio Gracco, alcuni scritti del Giordani, i S"polcri e le altre rime e prose del Foscolo. Due qualità. contrarie erano nel consolo; pazienza maravigliosa nel proseguire cautamente, anche pe'l corso di molti anni, i suoi disegni: impazienza di conseguirne precipitosamente il fine, quando ad esso approssimava. Riconciliatosi col papa, vinta l'Austria, ingannato Alessandro, confidente della pace coll' Ingbilterra, si apparecchiava a mandar ad effetto ciò che nella mente aveva da si lungo tempo concetto e con tanta pertinacia procurato. Voleva che le prime mosse venissero dall'Italia, perché temeva che certi residui di opinioni e di desiderli repubblicani in Francia non fussero per fargli qualche T.ETTOP.B DEI. P.TSORGIMJ~NTO. 247 mal gi uoco sotto, se la. fa.ccenda. non si spianasse con qualche precedente esempio. Sapeva che nella nostra razza imitatri ce cosa 1I10lto efficace ·è l' esempio, e che gli uomini vanno volentieri .dietro alle similit\J.di ni. Dèliberossi adunque, prima di scopril'si in Francia, di fare sue sperienze italiane, confidando che gl' Italiani, siccome vinti, avrebbero l'animo pi6. piegl,evole. Cosi con le armi francesi avev!\. conquistato Italia, conle condiscendenze italiane voleva conquistar Francia. Le rappresentazioni che sa nno di teatro sempre piacquero agli uomini, Ul:\ssimamente 3. Buonaparte. Sapeva che le cose insolite alletbno tutti, spez ialm ente i Francesi, nati con fantasia. potente. Per ciò volle alle sne italiane arti dare pomposo cominciam ento. Spargevansi ad arte e dai piu fidi in Cisalpina voci che la repubblica pericolava con quei governi temporanei: / ch' era oggimai tempo di constituirla. stabilm ente, e come a / potenza ind ipendente si conveniva j che ordini forti erano necessari, perché diventasse qu ieta dentro, rispettata fuori j che niUDO era piu capace di darle questi necessari ordini di colui che prima l'aveva creata. poi ri scattata j non potersi piu lei constituire con gli ordini dati dall' eroe Buonapal'te nel 97, perché avviliti dalla invasione, ricordatori di discordie, sospetti per democrazia. ai potentati vicini. Aver pace Europa, averla Italia , non doversi piu la felice concordia turbare con ordini incomposti j volersi vivere in repubblica, ma non troppo disforme dai governi antichi conservati i n Europa; sola polenza essere la Cisalpina in Italia che, a favor di Francia stando, fosse iu grado di tener in freno l' Ausbia, tanto potente per l'acquisto dei. dominii venezfani j né essere la repubblica. per acquistare la forza necessaria se non con leggi conducenti a stabilità; varii essere gli umori, gl' interessi , le opinioni, le abitudini delle cisalpine popolazioni: né Veneziani, Milanesi, Modenesi, Novaresi, Bolognesi nel medesimo desiderio concorrere, né la medesima cosa volere; rimanere i vestigi dell' ant icbe emolazionij parti separate e non consenzienti non poter comporre un corpo unito e forte, se . un governo stretto se una mano gag li arda in uno e medesimo volere non le costringes-