4 DENTAL TRIBUNE News e Commenti Anno II n. 5 - Maggio 2006 Italian Edition Trattamento ortodontico: allo studio una sostanza per dimezzarne i tempi Gainesville, Florida migliore stabilità dopo il trattamento, potrebbe scaturirne un nuovo entusiasmante metodo per incrementare l’accettabilità del trattamento, riducendo la necessità di collaborazione”, così si è espresso Robert Boyd, Professore e Chairman di ortodonzia alla University of the Pacific School of Dentistry. “Concludere il trattamento ortodontico senza l’usuale prassi dell’uso a vita degli splint potrebbe grandemente migliorare l’efficacia e l’efficenza del trattamento ortodontico corrente”. I ricercatori dell’Università della Florida stanno compiendo una ricerca su un ormone naturale umano per spostare i denti più rapidamente e con minor dolore durante il trattamento ortodontico. “La maggior parte degli ortodontisti opera tradizionalmente con le leggi della fisica e della biomeccanica – ha detto Timothy Wheeler, professore e Chairman di ortodonzia allo University of Florida’s College of Dentistry, che dirige la ricerca – applicando una forza contro un dente per spostarlo. La nostra ricerca impiega per la prima volta un ormone naturale che usa la relaxina umana per incrementare biochimicamente il movimento e la contenzione del dente”. La relaxina è più nota come l’ormone che aiuta i legamenti pelvici femminili ad estendersi in preparazione al parto, ammorbidendo il collagene e l’elastina nei tessuti, sciogliendo le fibre resistenti, simili a corde, finchè raggiungano la consistenza di morbidi spaghettini. Tale caratteristica ha stimolato i ricercatori a considerarla un possibile strumento per accelerare il movimento dei denti e prevenire una recidiva, cioè il ritorno del dente alla propria posizione originale dopo la rimozione dei tiranti. “Le fibre di collagene ed elastina si possono immaginare come nastri di gomma che si attaccano al dente per tenerlo in sede – ha detto Wheeler – . Queste fibre tissutali resistono alla forza del trattamento ortodontico applicato per spostare il dente e, quando la forza viene a mancare, cioè quando i tiranti vengono rimossi, l’elasticità dei tessuti fa ritornare il dente nella propria posizione”. La ricerca vuole accertare se, iniettando relaxina nei tes- suti molli, le fibre di collagene ed elastina si sciolgano e si possano riorganizzare in modo che i denti si muovano più liberamente nell’allineamento ortodontico. Quando i denti sono stati spostati, i ricercatori somministrano un’altra iniezione di relaxina per ammorbidire ulteriormente le fibre del tessuto molle, evitando che spingano di nuovo i denti alla loro posizione originale. Lo studio sarà il primo di una serie per testare l’ormone in terapia ortodontica e si spera possa dimezzare il trattamento, eliminando lo splintaggio dopo la rimozione dell’apparecchio ortodontico. Ciò non aiuterà gli oltre 5 milioni di Americani e Canadesi che l’American Association of Orthodontists (Associazione Americana di Ortodontisti) siano sottoposti a terapia ortodontica, ma se si dimostrasse che funziona potrebbe far tirare un sospiro di sollievo a coloro che anticipano il futuro trattamento ortodontico in assenza delle problematiche che spesso vi si accompagnano. Il brevetto per la sostanza che nello scorso aprile ha avuto luce verde dalla Food and Drug Administration per la sperimentazione umana, è in possesso della BAS Medical, Compagnia con sede in California. BAS Medical sponsorizza la ricerca che stabilirà safety and proof del principio attivo su un campione di 40 persone, prima di dare avvio ad una serie di studi multicentrici che prevedono la sperimentazione su centinaia di persone in tutto il mondo. I ricercatori non sapranno a quali dei 40 soggetti sarà somministrato Relaxin e a chi un placebo. Un dente per soggetto sarà scelto per lo spostamento ed i pazienti saranno sottoposti a trattamento per otto settimane. All’ottava settimana gli allineatori saranno rimossi e i pazienti saranno sottoposti a controllo ogni settimana per sei mesi. Come misura di sicurezza, la quarta settimana saranno valutati i risultati dei primi 12 pazienti entrati nella sperimentazione, prima che gli altri 28 inizino il trattamento. Tutti i 40 soggetti avranno completato il protocollo all’inizio di ottobre. Wheeler ha detto che i ricercatori sperano di determinare se il trattamento possa eliminare la necessità per i pazienti di portare degli splint per mantenere i denti nella posizione dopo la rimozione dei tiranti. Il risultato dello splintaggio – termine usato per indicare che il dente rimane nella posizione in cui è stato collocato senza recidiva – è un aspetto cruciale dello studio. “La contenzione è il problema maggiore che abbiamo in ortodonzia – aggiunge Wheeler – . Io sogno di liberarmi completamente degli splint, che per la maggior par- te dei pazienti sono un impegno per la vita”. Quando i pazienti non portano gli splint come prescritto, i denti gradualmente collassano, annullando anni di trattamenti ortodontici e di spese. E’ la mancanza di collaborazione del paziente che frustra l’ortodontista in tutto il mondo. “Se i risultati di questo studio dimostrassero un miglioramento della percentuale dello spostamento ortodontico e Importante traguardo per gli studi futuri è la determinazione di dosaggio e la tempistica della somministrazione della sostanza, così come di metodi alternativi all’iniezione. “Questo è il primo passo che l’ortodonzia ha intrapreso per trattare il controllo biologico dello spostamento dei denti. Che cosa sarà il prodotto finale è difficile da dire a questo punto. Ovviamente desideriamo facilitare il reperimento, facilitarne la somministrazione e possibilmente nel modo più indolore – ha concluso Wheeler – . Quest’iniziale valutazione del principio ci aiuterà a definire come raggiungere lo scopo”. www.ufl.edu Smile mission: la corsa all’oro è cominciata Durante le fasi di lavorazione dei metalli preziosi, nei laboratori si producono piccoli scarti sotto forma di polveri e frammenti, mentre negli studi protesi e corone vengono rimosse per essere sostituite da nuovi manufatti protesici. E se contengono oro o leghe preziose, vengono riconsegnati ai pazienti: un valore minimo se preso singolarmente, una risorsa importante se moltiplicato anche solo per una piccola parte delle attività dentali. Smile Mission ha pensato di coinvolgere non solo chi opera nel settore dentale, ma anche gli stessi pazienti nel raccogliere tutti i rottami preziosi dai laboratori odontotecnici e dagli studi odontoiatrici. “A sua volta - dice Sergio Formentelli, dentista e Segretario nazionale di Smile – la nostra Associazione provvederà a far fondere i rottami in lingotti ed a cederli all’operatore professionale che garantirà la miglior remunerazione. Tutte le fasi dell’operazione sono pubbliche ed i donatori potranno verificare il peso e la resa delle loro donazioni attraverso il sito internet o la rivista, anche in forma anonima (se richiesto). Il ricavato andrà poi a finanziare i progetti deliberati dall’Associazione che per garantire la massima trasparenza e poter essere annoverata tra le ONG (Organizzazioni Non Governative), provvede annualmente a far certificare i propri bilanci da società esterne accreditate alla revisione. Ancora una volta il conseguimento di risultati meritevoli passa attraverso azioni semplici ed apparentemente insignificanti, resi più importanti dalla volontà di migliorare la propria e l’altrui esistenza attraverso scelte etiche.