709-716_chiarugi 24-11-2006 15:13 Pagina 709 Trattamento laparoscopico simultaneo per coledocolitiasi associata a colecistite acuta Risultati di uno studio prospettico MASSIMO CHIARUGI, CHRISTIAN GALATIOTO, PIERO VINCENZO LIPPOLIS, ADOLFO PUGLISI, ALDA BATTINI, FRANCESCA SCASSA, GIUSEPPE ZOCCO, MASSIMO SECCIA Dipartimento di Chirurgia - Università degli Studi di Pisa Corrispondenza a: Prof. Massimo Chiarugi - UO Univ. Chirurgia Generale e Urgenza - Dipartimento di Chirurgia Università degli Studi di Pisa - Via Roma, 67 - 56100 Pisa Riassunto La colecistectomia laparoscopica è diventata una metodica ampiamente accettata per il trattamento della colecistite acuta litiasica (CA). Sebbene sia noto che la calcolosi coledocica (CC) può complicare la CA fino al 15% dei casi, non si riscontrano in letteratura studi indirizzati al trattamento della CC identificata durante la procedura laparoscopica per CA. Come base di questo studio è stato postulato che la CC associata a CA potesse essere trattata in maniera efficace e sicura nel corso della stessa procedura laparoscopica. Sono stati arruolati prospettivamente nello studio 313 pazienti ammessi nel quinquennio 2001-2005 con diagnosi clinica di CA (successivamente confermata dal riscontro istologico) che non presentassero controindicazioni a intervento di colecistectomia laparoscopica in urgenza. In 24 pazienti (8%), esclusi dallo studio, non è stato possibile eseguire colangiografia intraoperatoria. In caso di riscontro di CC, la clearance laparoscopica della via biliare principale poteva avvenire opzionalmente mediante esplorazione transcistica con cestello di Dormia, ERCP peroperatoria o coledocolitotomia. I 289 pazienti che hanno completamente soddisfatto i criteri dello studio sono stati valutati per l’incidenza della CC in associazione alla CA, l’efficacia del trattamento laparoscopico simultaneo, il tasso di conversione verso la chirurgia aperta, il tempo operatorio, la morbilità, e la degenza media postoperatoria. La calcolosi coledocica è stata riscontrata in 63 dei 289 pazienti (21.7%) affetti da CA. Durante la laparoscopia 12 di questi (19%) hanno necessitato conversione, dei quali solo 3 per impossibilità a eseguire la bonifica della via biliare principale. In 51 pazienti (81%) è stato possibile risolvere la CC per via laparoscopica, in aggiunta alla colecistectomia, mediante esplorazione transcistica della via biliare con catetere a cestello (38 = 75%), ERCP (12 = 23%) o coledocolitotomia (1 = 2%). Il confronto su base “intention-to-treat” dimostra che i pazienti sottoposti a trattamento combinato della CA e della CC, rispetto a quelli trattati per sola CA, hanno richiesto maggiore tempo operatorio (media 192 vs 118 minuti, p < 0.001), hanno avuto un maggiore tasso di conversione (19% vs 6.1%, p = 0.0045) e un tasso Introduzione Un numero non trascurabile di pazienti affetti da colecistite acuta litiasica (CA) presenta calcolosi coledocica (CC) associata. Studi mirati, condotti in epoca pre-laparoscopica, rilevavano una frequenza di tali casi compresa tra il 7 e il 33% e suggerivano pertanto percorsi diagnostici e terapeutici ben precisi allo scopo di risolvere contemporaneamente il duplice problema1-7. Dopo l’introduzione della laparoscopia non sono stati realizzati studi clinici focalizzati sull’argomento. I dati relativi all’incidenza di tale associazione,compresa tra il 5 e il 20%,si desumono collateralmente dalle casistiche presentate, piuttosto che da indirizzi di studio specifico8-12. La mancata attenzione laparoscopica alla coesistenza di CA e CC si riflette dal punto di vi- 709 709-716_chiarugi 24-11-2006 15:13 Pagina 710 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 6 pp 709-716 maggiore di morbilità complessiva (17.4% vs 4.4%, p < 0.015). Anche la differenza per degenza postoperatoria è risultata significativa (media 4.8 vs 3.4 giorni, p = 0.0164). Non è stata registrata alcuna mortalità. L’incidenza di calcolosi del coledoco nei pazienti affetti da colecistite acuta non è affatto trascurabile. In caso di CC complicante la CA, la bonifica della via biliare può essere ottenuta simultaneamente durante la stessa procedura laparoscopica in una grande maggioranza di casi, senza ricorso a conversione aperta. Si tratta tuttavia di una procedura complessa dal punto di vista sia chirurgico sia strumentale. I risultati apparentemente peggiori in termini di durata dell’intervento, conversione, complicanze e degenza devono però essere interpretati nella prospettiva di una “all-in-one procedure” che consente ai pazienti di essere trattati definitivamente senza la necessità di ulteriori interventi sequenziali. Parole chiave: colecistite acuta, calcolosi del coledoco, chirurgia laparoscopica Summary Simultaneous laparoscopic treatment for common bile duct stones associated with acute cholecystitis. Results of a prospective study. M. Chiarugi, C. Galatioto, P.V. Lippolis, A. Puglisi, A. Battini, F. Scassa, G. Zocco, M. Seccia Laparoscopy for the management of acute cholecystitis has gained wide acceptance. Although it is well known that acute cholecystitis may be complicated by common bile duct stones in up to 15% of cases, to date there are no published studies addressing the management of common bile duct stones detected during laparoscopy for acute cholecystitis. We postulated that, when found, common bile duct stones associated with acute cholecystitis could be effectively and safety managed during the same laparoscopic procedure. We report on a five-year prospective study (2001-2005) involving 313 unselected patients who presented with a clinical diagnosis of acute cholecystitis (confirmed by specimen examination) and without any contraindication to laparoscopy. At surgery, transcystic cholangiograms were obtained in 289 (92%); the other 24 were excluded from the study. With an established diagnosis of common bile duct stones, attempts were made to clear the common bile duct by transcystic basket retrieval, ERCP or choledochotomy. Prevalence of common bile duct stones in acute cholecystitis, success of laparoscopic common duct clearance, conversion rate, operative time, morbidity, and postoperative hospital stay were the main outcome measures. Common bile duct stones were found in 63 pts (21.7%) presenting with acute cholecystitis. At laparoscopy, 12 patients (19%) required conversion to open surgery, 3 of these being due to failure to achieve common bile duct clearance. Common bile duct stones were cleared entirely laparoscopically in 51 patients (81%) by means of transcystic stone retrieval (38 pts, 75%), ERCP (12 pts, 23%) or choledocotomy (1 pt, 2%). At intention to treat analysis, patients undergoing cholecystectomy plus common bile duct clearance compared to those undergoing cholecystectomy alone, spent significantly more time in the operating theatre (mean 192 min vs 118 min, p < 0.001), needed open conversion more frequently (19% vs 6.1%, p = 0.0045), and had a higher overall morbidity rate (17.4% vs 4.4%, p = 0.015). The simultaneous procedure also adversely affected the postoperative hospital stay (mean 4.8 vs 3.4 days, p = 0.0164). Mortality was nil in both groups. The prevalence of common bile duct stones in patients presenting with acute cholecystitis should not be neglected. When common bile duct stones are found, clearance may be obtained laparoscopically in a substantial number of cases without any need for open surgery. The simultaneous laparoscopic approach for acute cholecystitis and common bile duct stones remains, however, a highly skilled and technically demanding procedure. Although a moderate incidence of drawbacks is observed, the results should be interpreted from the point of view of an all-in-one procedure that allows the patients to be cured without needing any further sequential interventions. Key words: acute cholecystitis, common duct stones, laparoscopic surgery Chir Ital 2006; 58, 6: 709-716 710 sta terapeutico sull’assenza di criteri ottimali di trattamento. Molti chirurghi non eseguono colangiografia intraoperatoria (CIO) in corso di laparoscopia per CA, e quindi sono portati a sottostimare il problema.Coloro che la eseguono ritengono comunque la presenza di CC indicazione assoluta alla conversione verso chirurgia aperta oppure si affidano a procedura ERCP prima o dopo aver rimosso la colecisti, con il risultato di sottrarre pregiudizialmente il paziente al vantaggio di un trattamento risolutivo e completamente laparoscopico, condotto in un’unica seduta operatoria. Alla base di questo studio è stato postulato che la eventuale coesistenza di CA e CC dovesse essere verificata intraoperatoriamente mediante indagine colangiografica e che,in caso di positività,la bonifica della via biliare principale potesse essere condotta in maniera sicura ed efficace durante la stessa singola procedura laparoscopica. Materiali e metodi Il presente studio prospettico ha previsto che fossero arruolati tutti i pazienti ammessi con diagnosi clinica (e successiva conferma istologica) di CA durante un quinquennio (2001-2005). L’unico criterio di esclusione iniziale era costituito dalla presenza di controindicazione assoluta, per lo più anestesiologica, a una procedura laparoscopica. Durante la laparoscopia il protocollo prevedeva l’obbligo di eseguire lo studio colangiografico e, in caso di positività per CC, la possibilità di perseguire clearance coledocica mediante esplorazione 709-716_chiarugi 24-11-2006 15:13 Pagina 711 Trattamento laparoscopico simultaneo per coledocolitiasi transcistica del coledoco con cestello di Dormia, endolaparoscopia intraoperatoria (ERCP con metodica rendez-vous) o coledocolitotomia, a seconda delle caratteristiche anatomiche del cistico del coledoco, del numero, delle dimensioni e della sede dei calcoli coledocici, oltrechè dell’efficacia della prima opzione impiegata. Al termine della bonifica della via biliare principale,l’intervento proseguiva con la procedura formale di colecistectomia laparoscopica, irrigazione del letto, estrazione della colecisti protetta da bag di plastica, disinfezione e sutura delle porte, previa apposizione di drenaggio sottoepatico mantenuto in assenza di complicanze locali per 24-48 ore. Trecentotredici pazienti hanno soddisfatto i criteri d’ingresso nello studio ma la valutazione è stata completa in 289 casi (92%), non essendo stato possibile eseguire in 24 pazienti lo studio colangiografico della via biliare principale.Tra i 289 pazienti presi in esame, 39 (13%) sono risultati affetti da colecistite acuta gangrenosa, 7 dei quali (2%) presentavano perforazione della colecisti. I test preoperatori di laboratorio (iperbilirubinemia, iperamilasemia) suggestivi di CC e scansioni di imaging alterato, sempre suggestive di CC, erano presenti rispettivamente nel 14 e nell’11% dei casi.(Tab.I). I parametri valutati hanno incluso l’incidenza di CC associata, la necessità di conversione verso la chirurgia aperta, l’efficacia del trattamento laparoscopico simultaneo, il tempo operatorio, la morbilità e la degenza postoperatoria. L’analisi statistica dei risultati,condotta sulla base “intention-totreat”, è stata eseguita mediante software Staview 5.1, SAS Institute, Tab. I. Caratteristiche dei pazienti con colecistite acuta valutati nello studio (N = 289). Età media (estremi) 63.4 (22-100) Sesso F: 127 M: 162 Laboratorio preoperatorio alterato* 40 (14%) Imaging preoperatorio alterato** 33 (11%) Gangrena della colecisti 39 (13%) Perforazione della colecisti 7 (2%) * Esami biochimici suggestivi di calcolosi coledocica (iperbilirubinemia diretta, iperamilasemia). ** Scansioni di imaging ultrasonografiche suggestive di calcolosi coledocica (dilatazione via biliare principale, immagini endoluminali coledociche). utilizzando il test t di Student per la comparazione delle variabili continue, e il test esatto di Fisher per la comparazione delle variabili nominali. I risultati sono stati definiti significativi quando p < 0.05. Risultati Non si sono registrati decessi perioperatori. Complessivamente l’incidenza di CC associata a CA è stata del 21.7% (63 casi). Il tempo medio operatorio è stato di 134 minuti, la percentuale di conversione e di complicanze rispettivamente dell’8.9% (26 casi) e del 7.3% (21 casi), la degenza media postoperatoria di 3.7 giorni. (Tab. II). Nella Tabella III sono riportati, tra l’altro, i motivi di conversione verso chirurgia aperta e la tipologia delle complicanze registrate. Dei 63 pazienti in cui è stata evidenziata CC, 12 sono stati sottoposti a conversione. In 9 di essi la conversione è avvenuta precocemente, prima della diagnosi radiologica di coledocolitiasi e il trattamento, una volta posta diagnosi, è stato completato a cielo aperto. Nei restanti 3 casi la conversione è stata necessaria per l’impossibilità di bonificare la via biliare principale utilizzando le metodiche laparoscopiche ed endolaparoscopiche previste. Tuttavia in 51 pazienti (81%) è risultato possibile trattare per via laparoscopica simultaneamente la CC e la CA (Tab. III). In questi la metodica utilizzata per la bonifica coledocica è consistita prevalentemente nell’impiego transcistico di catetere a cestello (38 casi = 75%),seguita,in ordine di frequenza, da ERCP peroperatoria secondo la tecnica del rendez-vous endolaparoscopico (12 casi = 23%) e solo eccezionalmente mediante coledocolitotomia (1 caso = 2%). In tutti i casi l’accuratezza diagnostica della CIO è stata confermata dal riscontro oggettivo di estrazione di calcoli dalla via biliare principale. Nella Tab.IV sono riportati i risultati dell’analisi statistica comparativa tra i pazienti sottoposti a colecistectomia laparoscopica per CA e coloro nei quali, in aggiunta, si è perseguito l’obiettivo di trattare simultaneamente la CC associata. Le differenze misurano in sostanza l’impatto della procedura simultanea sull’outcome relativo al 711 709-716_chiarugi 24-11-2006 15:13 Pagina 712 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 6 pp 709-716 Tab. II. Risultati complessivi (N = 289 pazienti). Tempo operatorio (min.), media (estremi) 134 (45-360) Conversione Flogosi/perforazione colecisti Aderenze Intolleranza pneumoperitoneo Insuccesso bonifica laparoscopica coledocolitiasi Lesione iatrogena enterica 26 (8.9%) 14 (53%) 5 (19%) 3 (12%) 3 (12%) 1 (4%) Calcolosi coledocica 63 (21.7%) Morbilità* Sanguinamento postoperatorio** Fibrillazione atriale Versamento pleurico Atelettasia polmonare Iperbilirubinemia transitoria Iperamilasemia transitoria Ritenzione urinaria Ematuria Sottoslivellamento S-T Polmonite Ulcera acuta duodenale Biloma Infezione ferita Febbre 21 (7.3%) 5 4 3 3 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 Degenza postoperatoria (giorni), media (estremi) 3.7 (1-59) Mortalità 0 * Alcuni pazienti con più di una complicanza. ** Reintervento in un paziente. trattamento laparoscopico della colecistite acuta. La bonifica coledocica associata incide negativamente e in maniera significativa sui tempi operatori (media 192.3 minuti vs 117.9,p < 0.0001),sul tasso di conversione (19% vs 6%, p = 0.0045), sulla morbilità generale (17.4% vs 4.4%, p = 0.0015) e sulla degenza postoperatoria (media 4.8 giorni vs 3.4,p = 0.0164). Discussione In epoca pre-laparoscopica il problema della calcolosi coledocica associata alla colecistite acuta è stato più volte posto in rilievo, in termini di incidenza e di scelte terapeutiche. Le raccomandazioni derivate dagli studi che avevano affrontato specificatamente l’argomento erano improntate,vista la rilevante incidenza di CC, sulla necessità di ottenere lo studio radiologico della via biliare principale in corso di intervento, ovviamente aperto,per colecistite acuta,in modo da permettere, in caso di ri- Tab. III. Trattamento della calcolosi coledocica associata a colecistite acuta (N = 63 pazienti). Modalità n. pazienti (%) Procedure bonifica CC Tempo op. medio (minuti) Complicanze N (%) Degenza postop. media (giorni) Simultaneo laparoscopico N = 51 (81%) Transcistica con basket 38 ERCP peroperatoria 12 Coledocolitotomia 1 161.3 243.8 205* 6 (16%) 3 (25%) 0 3.7 5.7 8* Transcistica con basket 6 Coledocolitotomia 5 Derivazione biliodigestiva 1 205.8 263.0 310* 1 (17%) 0 1* 7.0 7.8 11* Simultaneo aperto (conversione) N = 12 (19%) * Valori assoluti, solo un caso in esame. 712 709-716_chiarugi 24-11-2006 15:13 Pagina 713 Trattamento laparoscopico simultaneo per coledocolitiasi Tab. IV. Confronto tra pazienti trattati per colecistite acuta e per colecistite acuta con coledocolitiasi associata. Colecistite acuta (N = 226) Tempo op. in min., media (estremi) 117.9 (45-300) Colecistite acuta + coledocolitiasi (N = 63) p 192.3 (80-360) < 0.0001* Laboratorio alterato, N (%) 19 (8.4%) 21 (33.3%) < 0.0001** Imaging alterato, N (%) 11 (4.8%) 22 (34.9%) < 0.0001** Gangrena colecisti, N (%) 30 (13.2%) 9 (14.2%) n.s.** 5 (2.2%) 2 (3.1%) n.s.** Conversione, N (%) 14 (6.1%) 12 (19%) 0.0045** Morbilità complessiva, N (%) 10 (4.4%) 11 (17.4%) 0.0015** 4.8 (2-18) 0.0164* Perforazione colecisti, N (%) Degenza postoperatoria in gg., media (estremi) 3.4 (1-59) * Test t di Student. ** Test esatto di Fisher scontro positivo,la clearance coledocica immediata1-7. Negli ultimi anni la colecistectomia laparoscopica è diventata la metodica preferita nel trattamento della colecistite acuta litiasica, nel quale è considerata superiore, per risultati, alla colecistectomia tradizionale aperta8,13-16. Si ha l’impressione tuttavia che l’adozione sempre più estesa dell’approccio laparoscopico non sia stata parimenti correlata alla puntualizzazione del problema della CC associata a CA. La colangiografia intraoperatoria è tuttora metodica diagnostica di rilievo per l’identificazione di CC specialmente in pazienti con CA. Le modificazioni strutturali e bioumorali indotte dal processo flogistico acuto rendono i criteri preoperatori predittivi di CC usati in elezione meno affidabili in questi pazienti e sono in grado di alterare l’accuratezza diagnostica della ultrasonografia pre- e/o intraoperatoria,qualora ci si affidi a questa per porre diagnosi di CC. Negli studi concernenti il trattamento laparoscopico della CA, l’atteggiamento nei confronti della CIO è difforme: essa viene omessa di principio perché ritenuta complessa o inutile17, oppure viene utilizzata con criteri selettivi18 o, più raramente, viene impiegata in maniera sistematica19.Nei casi in cui si utilizzi,la finalità dell’esame sembra indirizzata alla prevenzione/esclusione di lesioni iatrogene dell’albero biliare,piuttosto che all’identificazione di calcoli coledocici20.Nella nostra e in altre esperienze cliniche, la CIO è risultata eseguibile con successo, anche in un ambiente sottoepatico ostile, in più del 90% dei casi9,21,22. Riteniamo questa indagine diagnostica indispensabile durante interventi per CA non solo per la prevenzione di lesioni iatrogene biliari, ma anche per l’identificazione di CC. Infatti solo 1/3 dei pazienti con CC presentava preoperatoriamente alterazione degli esami di laboratorio suggestive di ipertensione bilio-pancreatica mentre solo in 1/5 dei casi l’indagine ecografica preoperatoria dimostrava segni diretti o indiretti di formazione endocoledocica. Certamente l’impiego sistematico della CIO consente l’identificazione di un numero rilevante di CC,e pone quindi il dilemma di scelte terapeutiche importanti da prendere durante la procedura laparoscopica. Il riscontro di calcoli nel coledoco è spesso considerato controindicazione al proseguimento laparoscopico dell’intervento8. Ciò significa che, in teoria, il 10-20% (21.7% nel nostro studio) dei pazienti sottoposti a laparoscopia per CA è convertito per riscontro di CC. In effetti, in questi pazienti,la CC rappresenta una frequente causa di conversione insieme al grado di severità della flogosi colecistica,all’incertezza anatomica e al sanguinamento intraoperatorio18,23,24. 713 709-716_chiarugi 24-11-2006 15:13 Pagina 714 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 6 pp 709-716 Nello studio presentato si è scelto di trattare in un tempo la CC associata prolungando possibilmente la metodica mininvasiva. I risultati ottenuti sono da ritenersi soddisfacenti, con una percentuale di successo superiore all’80%. Il numero maggiore di successi è stato ottenuto peraltro in maniera semplice e rapida con esplorazione coledocica transcistica e recupero dei calcoli con wire basket catheter (vedi Tab. III). Riteniamo che sia questa la procedura di prima scelta qualora il cistico sia di calibro sufficiente o comunque dilatabile, i calcoli coledocici non siano di diametro superiore a 1 cm e non siano localizzati nel coledoco in sede prossimale rispetto allo sbocco del cistico. La bonifica coledocica per via transcistica offre il vantaggio di essere una procedura rapida ed efficace, con bassa incidenza di complicanze e rapido recupero postoperatorio 25-27. L’approccio combinato endolaparoscopico28 è stato riservato ai casi non trattabili per via transcistica secondo i criteri precedentemente menzionati, o in caso di insuccesso di bonifica transcistica in pazienti con coledoco sottile. L’approccio endolaparoscopico richiede tuttavia un notevole impegno organizzativo in termini di risorse strutturali (occupazione prolungata della sala operatoria, disponibilità di strumentazione endoscopica) e di risorse umane (prolungamento dell’impegno operatorio per il personale chirurgico, anestesiologico e radiologico, pronta disponibilità di endoscopista)29. Infine la coledocolitotomia laparoscopica è stata eseguita in 1 paziente con calcolo coledocico di medie dimensioni e coledoco di diametro superiore a 714 1 cm30. In definitiva la scelta dell’accesso mininvasivo al coledoco nelle situazioni di urgenza è stata la stessa che comunemente adottiamo in chirurgia laparoscopica di elezione31. Globalmente la clearance coledocica ha comportato un aumento dei tempi operatori, delle conversioni, delle complicanze e della degenza,rispetto alla colecistectomia semplice per CA. Criticamente si può discutere sulla effettiva necessità di esporre il paziente a effetti sfavorevoli per rimuovere calcoli coledocici il cui destino naturale potrebbe essere quello di essere eliminati spontaneamente e silentemente nel tratto intestinale. Secondo Ammori et al.32 ciò è possibile soprattutto per calcoli di diametro uguale o inferiore a 5 mm,mentre Collins et al.33 hanno recentemente osservato tale evento nel 26% dei pazienti, entro 6 settimane dalla diagnosi,indipendentemente dal numero e dalle dimensioni dei calcoli come pure dalle dimensioni del coledoco. Questi studi prendono però in esame pazienti operati in elezione e con calcolosi coledocica asintomatica. Quanto però può essere definita asintomatica una CC associata a CA? Sebbene solo una parte di pazienti con CA e CC mostri test di funzione epatica e pancreatica alterati, ci sembra difficile poter stabilire con sufficiente attendibilità se i segni di infezione,pressoché costanti nel quadro clinico di questi pazienti, siano da attribuirsi esclusivamente alla colecistite o trovino la loro motivazione anche nel contesto di eventuale colangite sostenuta dalla coledocolitiasi. Per tale motivo riteniamo corretta l’indicazione al trattamento della CC riscontrata in corso di CA. Gli apparenti svantaggi che l’analisi dei risultati attribuisce all’intervento combinato meritano infine alcune riflessioni. In primo luogo si tratta di effetti sfavorevoli che, per quanto significativi, incidono solo moderatamente sul decorso dei pazienti con una degenza che mediamente viene a essere prolungata di un solo giorno. In secondo luogo l’analisi non tiene conto degli effetti indesiderati relativi a procedure sequenziali che si dovessero rendere necessarie dopo rimozione della colecisti lasciando non trattata la coledocolitiasi. Relativamente alla sola ERCP sequenziale invertita (dopo colecistectomia in elezione) per esempio, sono riportate complicanze generali fino al 13% dei casi, con una stima della degenza media di circa 3 giorni 30,31,34. È ipotizzabile che la somma degli effetti indesiderati osservati nei trattamenti sequenziali non sia inferiore a quella riscontrata per le due procedure condotte simultaneamente. Conclusione Lo studio rileva come la CC sia frequentemente associata a CA e suggerisce l’impiego sistematico della CIO per la conferma diagnostica. In caso di CC associata la bonifica può avvenire durante la stessa procedura laparoscopica, con gli stessi criteri di approccio alla via biliare principale che regolano il trattamento della coledocolitiasi in elezione, e con elevate probabilità di successo.Gli effetti apparentemente sfavorevoli del trattamento simultaneo sono giustificati dall’impatto minimo sul decorso postoperatorio e dal vantaggio di evitare al paziente interventi successivi. 709-716_chiarugi 24-11-2006 15:13 Pagina 715 Trattamento laparoscopico simultaneo per coledocolitiasi Bibliografia 1. Norrby S, Heuman R, Sjodahl R. Acute cholecystitis. Frequency of stones in the common duct and predictive value of liver function tests. Acta Chir Gynaecol 1985; 74: 9-12. 2. Pitluk HC, Beal JM. Choledocholithiasis associated with acute cholecystitis. Arch Surg 1979; 114: 887-8. 3. Stryker SJ, Beal JM. Acute cholecystitis and common-duct calculi. Arch Surg 1983; 118: 1063-4. 4. 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