INFORMATIVA
all'indagine genica di
sordità ereditaria
D/1416/72-36
Ed. 1
Rev. 1
del 12/03/2012
ex M/1416/72-39
SOD Diagnostica Genetica
La sordità è il deficit sensoriale più frequente, dato che 1/1000-1/700 neonati ha una sordità
profonda o grave. Attualmente, nei paesi industrializzati, il 60-80% delle sordità precoci ha un'origine
genetica. Di questo il 30% fa parte di una condizione sindromica, mentre il 70% è costituito da forme
non sindromiche, in cui il deficit uditivo è l'unico segno clinico. Sono state riscontrate mutazioni in più di
100 geni che sono causa di ipoacusia non sindromica. Le sordità non sindromiche, presentano una
grande eterogeneità genetica. I diversi loci cromosomici delle forme non sindromiche di sordità
ereditaria sono indicati con l’acronimo DFN (“deafness”) seguito dalla lettera A o B a seconda della
modalità di trasmissione autosomica dominante o recessiva rispettivamente. Le lettere A o B sono
seguite da un numero che indica l’ordine cronologico di scoperta dei geni associati al locus.
Fino ad oggi sono stati però individuati 41 loci associati ad ipoacusia a trasmissione autosomica
dominante (DFNA), e 45 loci a trasmissione autosomica recessiva (DFNB), la continua evoluzione
delle tecniche di biologia molecolare aggiorna continuamente tale lista (http://webh01.ua.ac.be/hhh/ ;
http://davinci.crg.es/deafness/). Sono stati identificati anche geni ad ereditarietà X-linked e
mitocondriali.
Negli ultimi anni è stato osservato che due geni in particolare, il gene GJB2 (13q11)ed il gene
GJB6(13q12), sono coinvolti nelle DFNB1; mutazioni in questi due geni rendono conto di almeno il
50% delle perdite uditive autosomiche recessive, con differenze nella prevalenza e frequenza di
specifiche mutazioni nei diversi gruppi etnici. L’analisi per le ricerca di mutazioni del gene GJB6 viene
eseguita contemporaneamente allo studio del GJB2.
Nel gene della connessina 26 sono state descritte oltre 100 mutazioni differenti e numerosi
polimorfismi. Nelle popolazioni caucasiche a differenza degli altri gruppi etnici, la mutazione più
frequente è la 35delG.
Si stima che la percentuale di portatori sani eterozigoti tra la popolazione caucasica normoudente sia tra l'1 e il 3% (1/100-1/33). La DFNB1 è caratterizzata dalla perdita dell'udito, bilaterale e
isolata, che avviene sistematicamente prima dell'acquisizione del linguaggio. La perdita dell'udito può
essere lieve o profonda, con variabile espressione intra-familiare e interfamiliare. La sordità è
raramente progressiva e può riguardare le alte frequenze o tutte le frequenze con la stessa gravità.
La forma autosomica dominante indicata come DFNA3 è causata da alterazioni che colpiscono i due
geni, GJB2 e GJB6.
Analisi genica
Tipologia del campione e suo trattamento
Per effettuare la diagnosi molecolare è sufficiente un prelievo di sangue periferico o di altri
tessuti. La consulenza genetica è parte integrante del test e deve essere sempre eseguita.
La tipologia dell’analisi eseguita può essere diversa rispetto a quella sopraindicata a seconda dei dati
emersi dalla consulenza genetica, durante la quale verranno specificati gli ulteriori accertamenti
richiesti.
Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi - sede legale: largo Brambilla, 3 - 50134 FIRENZE
SOD Diagnostica Genetica, padiglione 15 Piastra dei servizi, tel. 0557949363
www.aou-careggi.toscana.it
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sordità ereditaria
D/1416/72-36
Ed. 1
Rev. 1
del 12/03/2012
ex M/1416/72-39
SOD Diagnostica Genetica
La diagnosi molecolare delle sordità ereditarie legata a mutazioni della Connessina 26 si basa
sui seguenti metodi:
amplificazione mediante PCR (Polymerase Chain Reaction) del gene
sequenziamento del gene
La diagnosi molecolare delle sordità ereditarie legata a mutazioni della Connessina 30 si basa
sui seguenti metodi:
amplificazione mediante PCR (Polymerase Chain Reaction) del gene
sequenziamento del gene, solo nei casi che ne hanno indicazione.
La diagnosi molecolare delle sordità ereditarie legata a mutazioni del DNA mitocondriale, solo
nei casi che ne hanno indicazione, si basa sui seguenti metodi:
amplificazione mediante PCR (Polymerase Chain Reaction) e digestione enzimatica per
ricerca di mutazioni note
sequenziamento del DNA mitocondriale
La diagnosi molecolare delle sordità ereditarie legata a mutazioni della Otoferlina, solo nei casi
che ne hanno indicazione, si basa sui seguenti metodi:
amplificazione mediante PCR (Polymerase Chain Reaction) del gene
sequenziamento del gene,
In rarissimi casi è possibile dover ripetere il prelievo di sangue o tessuto a causa di problemi
tecnici, assenza o scarsità di materiale (DNA), necessità di approfondimenti diagnostici.
E’ possibile effettuare l’analisi genica anche in epoca prenatale. L’esame viene effettuato su
DNA estratto da villi coriali o da amniociti tramite villocentesi o amniocentesi, dopo l’esecuzione di una
consulenza genetica.
Nell’ambito delle malattie ereditarie, sia per analisi postnatali che prenatali, si eseguono studi
familiari per valutare la trasmissione della malattia; questo tipo di indagine oltre ad identificare i
soggetti affetti, può evidenziare casi di non paternità.
I risultati di un test genetico possono riguardare oltre al soggetto che lo ha eseguito, anche gli altri
componenti del nucleo biologico, in quanto le anomalie genetiche possono essere ereditabili e/o
trasmissibili.
Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi - sede legale: largo Brambilla, 3 - 50134 FIRENZE
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