MAGAZINE Gennaio 2005 N° 1 Anno 1 Un’innovativa rivista per l’odontoiatria da 3M ESPE Editoriale Cari lettori, grazie all’offerta di una gamma esclusiva e completa di prodotti per l’odontoiatria preventiva e restaurativa, 3M ESPE permette ai propri utilizzatori di scegliere il materiale più adatto al metodo di trattamento che si desidera addottare. Leggendo questo numero potrete saperne di più su un nuovo vinilpolisilossano, ideato in modo specifico per la tecnica della doppia impronta, ed avere nuove informazioni sulla nanotecnologia, un campo di innovazione che può davvero diventare l’argomento dell’anno. In odontoiatria, la parola nanotecnologia è spesso utilizzata per descrivere le particelle di riempitivo molto piccole inserite nei materiali di restauro, ma per 3M ESPE rappresenta ben più della dimensione del riempitivo: significa un approccio completamente nuovo per progettare, produrre e quindi introdurre riempitivi speciali nelle matrici resinose al fine di migliorare le proprietà tecniche dei materiali compositi. Sfruttando la nanotecnologia 3M è stato sviluppato il composito universale Filtek™ Supreme, che combina i vantaggi estetici dei microriempiti con le proprietà meccaniche dei compositi ibridi, ora, la stessa tecnologia, è stata applicata al campo dell’adesione dentale per produrre un nuovo adesivo innovativo disponibile anche in confezione monodose. Negli articoli di questo numero di Espertise Magazine sono esaminati sia i prodotti sia le tecnologie. Inoltre proseguiamo con la serie di casi clinici e di report, realizzati con prodotti 3M ESPE dalla preparazione alla protesi, presentiamo alcune attività scientifiche di formazione e vi forniamo ulteriori informazioni riguardo alla pratica quotidiana. Buona lettura! Sommario Editoriale e Sommario 1 ™ ™ Polivinilsilossano Express Penta Putty: 2 Una nuova era nella tecnologia dei materiali di impronta Adesivo Adper™ Scotchbond 1 XT: 4 Provate a pensare…un adesivo total-etch in monodose Composito Universale Filtek™ Supreme: 6 Nano-innovazione nella tecnologia dei riempitivi dei compositi Composito Universale Filtek™ Supreme: 8 Il vincitore è…! Lava™ Crowns and Bridges: 9 Restauro di un molare fratturato Dalla preparazione alla protesi: 10 I materiali dentali nella pratica quotidiana Composito Universale Filtek™ Supreme: 12 Dente 13 – estensione del bordo incisale Lava™ Crowns and Bridges: 14 Focus sull’ossido di zirconio – il Simposio All-Ceramic di Monaco Forum sull’attività odontoiatrica: Gerhard Kultermann, editore 3M ESPE, Seefeld, Germania 15 Idee di marketing per lo studio odontoiatrico Lava™ Crowns and Bridges: 16 Copiare la natura e creare l’armonia orale Informazioni generali 16 Informazioni sul prodotto Express™ Penta™ Putty Polivinilsilossano Una nuova era nella tecnologia dei materiali di impronta Laslo Faith, 3M ESPE, Germania La miscelazione manuale dei materiali di impronta risale al 1955, anno in cui venne lanciato il primo silicone putty per condensazione. I primi putty in vinilpolisilossano arrivarono negli studi odontoiatrici nel 1975. La miscelazione manuale continuò ma con esiti meno aggressivi per la pelle in quanto non erano più necessari i liquidi attivatori. I putty sono utilizzati principalmente per la tecnica della doppia impronta. Questi materiali a viscosità molto elevata permettono all’odontoiatra di controllare il momento dell’inserimento del portaimpronta. Grazie alla percezione della resistenza del materiale, vi è un miglior controllo tattile del cucchiaio e si verifica una sorta di “feed-back” della corretta posizione della prima impronta. Questa prima impronta rigida costituisce anche una buona base per la seconda impronta realizzata con i materiali light body e minimizza il rischio di distorsioni. Una ricerca di mercato del 2001-2003 ha rilevato che in Europa vi è un significativo numero di dentisti che utilizza i materiali putty. 2 Finora, l’elevata viscosità di questi materiali richiedeva obbligatoriamente la miscelazione manuale. Le forze necessarie per una corretta miscelazione dei due componenti sono significative e la miscelazione deve essere effettuata in un tempo limitato. Durante la miscelazione, bisogna evitare di includere nel materiale qualunque bolla d’aria e questo è quasi impossibile. Inoltre, le creme per le mani e le altre sostanze chimiche che permangono sulla pelle, anche dopo aver lavato accuratamente le mani, inibiscono il corretto indurimento del materiale. I guanti in lattice impediscono l’indurimento completo del materiale e dovrebbero essere sostituiti da guanti in vinile. Non dobbiamo neppure dimenticare il fatto che la mano, in quanto strumento di miscelazione, emette calore pari a circa 35 °C. Il calore delle mani può incrementare la temperatura del materiale e rendere più veloce il processo di indurimento, causando la diminuzione del tempo di lavoro ed aumentando il rischio di distorsioni nell’impronta. I sistemi di miscelazione automatica, come i dispenser manuali per i materiali light body, non sono in grado di miscelare i putty perché questi dispositivi non sono sufficientemente potenti. Anche la miscelazione di materiali di media viscosità con tali dispositivi risulta ancora troppo difficile per alcune assistenti. Il dispositivo di miscelazione automatica Pentamix è stato introdotto nel 1993/1994. Questo dispositivo fu sviluppato per la miscelazione dei polieteri di bassa o media viscosità che, fino ad allora, erano stati miscelati utilizzando una spatola su un blocco di miscelazione. Con il Pentamix, i materiali vengono estrusi attraverso un piccolo puntale miscelatore rotante e miscelati in modo omogeneo. I putty VPS erano ancora troppo viscosi per essere miscelati nel sistema originale Pentamix. L’eccellente accettazione della miscelazione automatica tramite Pentamix ha indicato il futuro della rilevazione dell’impronta. Le paste miscelate perfettamente e omogeneamente e la piena rispondenza ai tempi di lavorazione e indurimento riportati nelle istruzioni ne sono il risultato (Pospiech, Wildenhaim Miscelazione meccanica (sinistra) vs miscelazione manuale (destra) Si può verificare anche la contaminazione del materiale nei suoi contenitori. Talvolta questo inconveniente provoca l’indurimento imperfetto del putty per ragioni difficili da riconoscere e quindi il problema rimane senza soluzione. et al., Abstract n° 1062, IADR, 1998). Pentamix permette di avere materiali MAGAZINE miscelati automaticamente con risultati affidabili e ripetibili 1. Nel caso dell’automiscelazione dei materiali putty VPS, la sfida è rappresentata dalla loro elevata viscosità che non è compatibile con i puntali di miscelazione standard. Ecco, quindi, il grande problema: “Come può un cammello passare per la cruna di un ago?”. resistenza particolare quando si inserisce il cucchiaio nel cavo orale e dopo l’indurimento raggiunge una elevata rigidità finale. Per Express Penta Putty si utilizza una speciale versione brevettata di polivinilsilossano. La nuova formulazione rende il materiale più facile da miscelare. Dopo la miscelazione il materiale si comporta come un “vero” putty ed è facile da escavare prima dell’inserimento del materiale fluido. Come componente ribasante del sistema, 3M ESPE ha realizzato un materiale a bassissima viscosità – 3M ESPE Ultra-Light Body. Questo materiale arancione è molto fluido, ma ha un’elevata resistenza alla lacerazione. La combinazione di questi due materiali crea un sistema dalle prestazioni eccellenti. Diverse sono le risposte. Prima di tutto, con il sistema Pentamix 2 è stato realizzato un dispositivo di maggiore potenza. I puntali di miscelazione modificati, combinati con cartucce e sacchetti in alluminio più resistenti, hanno costituito i componenti hardware indispensabili per questa sfida. In questo contesto è stato creato il materiale 3M ESPE Express Penta Putty. Questo materiale è un vero putty che si comporta esattamente come tale sia quando si trova nel cucchiaio sia durante e dopo l’indurimento. È evidente una Con questo prodotto, 3M ESPE ha raggiunto un nuovo traguardo nella tecnologia dei materiali di impronta. Adesso, premere un pulsante è tutto ciò che bisogna fare per miscelare e applicare un materiale putty. Il materiale risulterà omogeneo e il cucchiaio sarà riempito senza il timore di non avere tempo a sufficienza. Un passo avanti per 3M ESPE e un grande vantaggio per l’odontoiatria! Express Penta Putty rappresenta la fine dell’era della miscelazione manuale e l’inizio dell’era del “basta premere un tasto” per la rilevazione di impronte in assoluta tranquillità. 1 (Pospiech, Rammelsberg, Zur Abformung mit Polyätherabformmassen…, Die Quintessenz, luglio 1994). 3 Gennaio 2005 N° 1 Anno 1 Informazioni sul prodotto Adper™ Scotchbond™ 1 XT Adesivo Provate a pensare… un adesivo total-etch in monodose Roland Richter, 3M ESPE, Germania Tecnologia Nelle sezioni seguenti vengono illustrati i dettagli tecnici, relativi all’innovativa composizione dell’adesivo che si basa sull’aggiunta di nanoriempitivi e i risultati degli studi scientifici più recenti. Nanoparticelle 3M ESPE Riempitivo di un prodotto concorrente Adper Scotchbond 1 XT incorpora il 10% in peso di particelle di silice del diametro di 5 nanometri. Queste particelle silanizzate sono inglobate in modo che non si uniscano tra loro. In quanto particelle separate, la loro dimensione estremamente piccola le mantiene in sospensione colloidale e, quindi, non è necessario agitare il flaconcino per ridistribuire il riempitivo prima dell’utilizzo clinico. Queste particelle non sono quelle relativamente grandi e irregolari che si formano quando si utilizza il processo di fumigazione, bensì particelle separate di forma approssimativamente sferica. Questa differenza è evidenziata dalle seguenti immagini SEM. Si noti che Scotchbond 1 XT queste immagini non hanno lo stesso ingrandimento. Prestazioni L’obiettivo di un adesivo è l’instaurarsi di un legame tra il materiale da restauro e la sostanza dura del dente e, nello stesso tempo, quello di sigillare perfettamente la superficie preparata del dente. Di conseguenza, il metodo più comune per determinare le prestazioni di un adesivo è quello di misurare la forza adesiva tra il materiale da restauro e lo smalto o la dentina dopo l’applicazione dell’adesivo. Inoltre, gli esami al microscopio elettronico possono fornire informazio- OptiBond Solo™ Plus ➤ ➤ ➤ Adper Scotchbond 1, che vanta anni di comprovati successi clinici, è stato ulteriormente ottimizzato grazie all’aggiunta di nanoriempitivi. Da maggio 2004 è disponibile nella versione in flacone e in confezione monodose di pratico utilizzo. Con l’introduzione di Adper Scotchbond 1 XT, il blister monodose 3M ESPE è disponibile per la prima volta anche per gli utilizzatori del sistema “total -etch”. Il blister monodose 3M ESPE si caratterizza per la sua praticità, unita alla massima igiene e al minimo spreco. Le similitudini con l’adesivo self-etch Adper Prompt™ L-Pop™ si limitano all’utilizzo dei blister monodose. Il processo di mordenzatura e l’applicazione dei due prodotti, infatti, sono significativamente differenti. Come tutti gli adesivi total-etch, Adper Scotchbond 1 XT deve essere utilizzato in combinazione con un acido ortofosforico – Scotchbond Etching Gel! Adper Scotchbond 1 è un adesivo dentale di quinta generazione, a base di etanolo/acqua, ampiamente riconosciuto per le sue eccellenti prestazioni in vitro e in ambito clinico. Nel caso di Adper Scotchbond 1 XT, l’obiettivo è stato quello di migliorare questo prodotto mediante l’incorporazione di particelle con dimensioni nell’ordine di nanometri, utilizzando una tecnologia simile a quella utilizzata per il composito universale Filtek™ Supreme. Resina non riempita Interfaccia Riempitivo 4 MAGAZINE 18 16 14 12 10 Enamel Dentine 8 6 ni riguardo alla qualità del legame micromeccanico tra l’adesivo e la struttura dentale. 4 2 0 Scotchbond™ 1 Scotchbond™ 1 XT Optibond Solo™ Plus Interfaccia con lo smalto cementazione di restauri indiretti. In questo caso, l’adesivo deve essere polimerizzato prima del posizionamento del restauro indiretto e, quindi, lo spessore del film di adesivo polimerizzato è fondamentale. I primi test sulla forza adesiva con Adper Scotchbond 1 XT sono stati effettuati presso la University of Minnesota dal dottor Jorge Perdigao, tramite il test della forza adesiva microtensile. Come gruppi di controllo sono stati utilizzati il classico Scotchbond 1 e un altro adesivo riempito, OptiBond SOLO PLUS (Perdigao et al. - dati in MPa). Con l’aggiunta dei nanoriempitivi, la forza adesiva aumenta in modo significativo, soprattutto nel caso della dentina. I riempitivi, grazie alla loro minima dimensione, penetrano e di conseguenza stabilizzano lo strato ibrido e gli zaffi di resina. 60 50 40 Dentine Prepared Enamel Unprepared Enamel 30 20 10 0 Scotchbond™ 1 Scotchbond™ 1 XT Optibond Solo™ Plus Bond strength in MPa. (Perdigao et al.) Analisi con un microscopio elettronico In Europa e negli Stati Uniti sono in corso diverse ricerche, con l’obiettivo di studiare l’interfaccia adesiva con Adper Scotchbond 1 XT. L’intenzione è quella di evidenziare le singole particelle di riempitivo mediante l’analisi al SEM, Interfaccia con la dentina ma la piccola dimensione delle particelle potrebbe rendere molto difficile il raggiungimento di questo obiettivo. Queste immagini, della University of North Carolina, indicano il buon adattamento alle superfici mordenzate di smalto e dentina. Per realizzare queste immagini, Scotchbond 1 XT è stato dapprima posizionato sulla struttura dentale e poi polimerizzato. Dopo aver effettuato la sezione, è stato utilizzato un leggero trattamento acido per rimuovere una porzione del dente. L’acido non è in grado di intaccare l’adesivo polimerizzato, sono quindi visibili in modo chiaro gli zaffi di resina. Lo spessore del film di Scotchbond 1 XT è stato misurato presso la University of North Carolina. In questo studio, lo spessore è risultato inferiore a 10 micron. Confezionamenti Scotchbond 1 XT è disponibile sia nel tradizionale flacone Scotchbond e sia nel nuovo sistema in blister monodose con il pennellino applicatore incorporato. Spessore del film Scotchbond 1 XT è indicato per l’utilizzo con RelyX ARC Resin Cement per la 5 Gennaio 2005 N° 1 Anno 1 L’opinione dell’esperto Filtek™ Supreme Composito Universale Nano-innovazione nella tecnologia dei riempitivi dei compositi Paul Lambrechts, Dimple Bharadwaj, Jan de Munck, Bart van Merrbeek, Università di Leuven, Paesi Bassi. I riempitivi utilizzati nei compositi sono silice amorfa, quarzo, vetro di bario, stronzio o altri silicati, o riempitivi di silicio-zirconio prodotti da un processo sol-gel. Il futuro della tecnologia dei riempitivi probabilmente risiede in un maggior ricorso al processo sol-gel delle particelle per compositi con eccellente radiopacità e resistenza all’abrasione. Nanomeri Nanocluster Immagine al SEM di una sezione dello spessore di 100 nm del campione polimerizzato. Particelle di nanomeri di 75 nm e nanocluster in Filtek Supreme Incisal (205.00 x). Le singole nanosfere sono ben legate grazie alla matrice resinosa. 6 La nanotecnologia è una scienza in forte espansione nell’ambito della ricerca e dell’industria. La ricerca sulla frontiera della nanodimensione è unificata dal bisogno di condividere conoscenze, strumenti e tecniche e acquisire esperienza sulle interazioni atomiche e molecolari. Noi viviamo nel mondo della nanodimensione. La sua definizione principale è quella di una tecnologia nella quale le dimensioni e le tolleranze si trovano in un range da 100 nm a 0,1 nm (nanometri). 1 nm = 10-9 m. La stessa misura può essere descritta in nm o in µm. Non cambia la dimensione, bensì l’unità di misura. Una particella di 40 nanometri equivale a 0,04 micron. I nanoriempitivi non sono completamente nuovi in odontoiatria, ma non sono mai stati considerati come tali. Le particelle ultrafini di riempitivo sono già state utilizzate in molti compositi microriempiti e microibridi. Fin dagli anni Settanta, i microriempitivi (in realtà, nanoriempitivi) sono stati utilizzati in diversi compositi dentali (Silux™, 3M; Heliomolar™, Ivoclar Vivadent; Estic Microfil, Kulzer ecc). I riempitivi di questi compositi microriempiti sono particelle sferiche di silice pirogenica con dimensioni di circa 30-80 nm. Filtek Supreme (3M ESPE) è una nuova resina composita nanoriempita che si caratterizza per l’esclusiva combinazione di nanoriempitivi. La versione incisale, traslucente, non radiopaca è una combinazione di nanoriempitivi di silice di 75 nm non agglomerati/non aggregati e nanocluster di silice agglomerati consistenti in agglomerati di nanoparticelle primarie di silice di dimensioni di 75 nm. La dimensione dei cluster varia da 0,6 a 1,4 micron. Le altre opacità (Dentin, Enamel, Body) sono radiopache e sono una combinazione di nanoriempitivi di silice di 20 nm non agglomerati/non aggregati e nanocluster di silice/non densamente agglomerati consistenti in agglomerati di nanoparticelle primarie di silice/zirconia di dimensioni di 5-20 nm. La dimensione dei cluster varia da 0,6 a 1,4 micron. Queste particelle ultrafini - i nanoriempitivi - sono principalmente responsabili di particolari caratteristiche cliniche quali bassa usura, bassa abrasività, superfici lisce ed elevata lucentezza superficiale. Vi sono, però, alcuni limiti nell’utilizzo dei nanoriempitivi nei compositi. Traslucenza estetica L’indice di rifrazione dell’ossido di silicio è molto costante. La traslucenza ottimale del materiale si ottiene anche mediante l’utilizzo di monomeri specifici. MAGAZINE Criteri di lavorabilità Radiopacità Più piccola è la dimensione delle particelle, maggiore è l’area di superficie e maggiore il monomero necessario per l’inumidimento della superficie del riempitivo. Se si aumenta la quantità di monomero, naturalmente aumenta la contrazione da polimerizzazione. Questa può essere in parte compensata dalla pre-polimerizzazione, agglomerazione o aggregazione in cluster del riempitivo. Aggiungendo una quantità critica di particelle in cluster, si può ottenere un miglior controllo reologico. Questo permette una densità elevata, una minore adesività o una maggiore viscosità con uno spazio minore tra le singole particelle. Sebbene sia importante che il composito non si attacchi agli strumenti, è altrettanto importante che aderisca alle pareti della cavità. Quindi, la qualità di non adesività è relativa. I produttori hanno eliminato l’appiccicosità alterando leggermente il contenuto di riempitivo, riducendo contemporaneamente la viscosità della matrice mediante l’utilizzo di diversi monomeri. Ciò ha assicurato una fluidità sufficiente per adattare il composito alla cavità durante la compattazione. La maggior parte dei nanoriempitivi si basano sull’ossido di silicio radiotrasparente. La radiopacità di può ottenere aggiungendo nanoriempitivi all’ossido di zirconio (3M ESPE) o al trifluoruro di itterbio (Ivoclar Vivadent). Questo è il motivo per cui i materiali universali più noti e attualmente utilizzati sono microibridi a particelle fini per ottimizzare le proprietà fisiche, le caratteristiche di lavorabilità e quelle estetiche. Utilizzano vetri radiopachi (Ba, Sr, La) con una dimensione media delle particelle di 0,4 µm (Point 4, Kerr), con indici di rifrazione traslucenza e radiopacità variabili, combinati con una varietà di monomeri. Spesso, queste particelle ibride fini contengono nella loro composizione nanoriempitivi aggiuntivi. • minima o nessuna contrazione da polimerizzazione; • facile da modellare, brunire, lucidare (richiede una minima rifinitura e lucidatura). Bibliografia • J.L. Ferracane, “Status of research on new filler and new resins for dental composites”, Advanced adhesive dentistry, 2000 ISBN 88-87961-00-X • Ivoclar Vivadent, Nanofillers?, agosto 2003 • Degussa, Aerosil and Silanes, 09/2001 Filtek Supreme ha l’obiettivo di raggiungere le caratteristiche ideali per i materiali da restauro diretto. Gli studi sulla durata clinica a lungo termine ci diranno se tale ambizione sia stata soddisfatta: • non appiccicoso, adattabile alle superfici del dente, facilmente applicabile e compattabile; Resistenza • resistente in ambiente umido; Per sopportare le forze masticatorie nelle aree di contatto occlusale sono necessari un elevato modulo di elasticità (rigidezza) e un’elevata resistenza che influenzano quindi la durata clinica del restauro. La resistenza di un composito è principalmente influenzata dalla percentuale in volume del riempitivo e dal grado di conversione della matrice resinosa. Con un carico di riempitivo del 59,5 %vol, Filtek Supreme è vicino all’obiettivo del 60 %vol per un composito per posteriori. durezza finale, ma con uno stress residuo minimo; • materiale che fluisce senza un eccessivo recupero elastico (non è viscoelastico); • buona reologia ed elevata resistenza allo strappo (mantiene i contatti prossimali della matrice); Prof. Paul M.I. Lambrechts, Belgio Nato nel 1955. Formazione: 1974-1978 scuola dentale, 1978 laurea DDS in Odontoiatria presso la Catholic University di Leuven, 1978-1983 PhD. Attuale posizione: Professore di Cariologia ed Endodonzia, reparto di Odontoiatria operativa presso la Catholic University di Leuven; responsabile del reparto di Odontoiatria operativa. • nessun problema di polimerizzazione (polimerizzazione di tutta la massa, polimerizzazione chimica o eccellente profondità di fotopolimerizzazione); • polimerizza rapidamente fino alla 7 Gennaio 2005 N° 1 Anno 1 Case Report Clinico Filtek™ Supreme Composito Universale Il vincitore è…! 1. Spanish Photo Contest José Ignacio Gamborena, dentista, Spagna Case awarded first prize in the Filtek Supreme Photo Contest in Spain Restauro di Classe III e IV su denti anteriori con 3M ESPE Filtek Supreme. Una paziente di 43 anni si è presentata nel nostro studio per il trattamento di un problema estetico relativo i denti 21 e 22. Situazione iniziale L’incisivo centrale e laterale di sinistra presentavano una perdita di sostanza organica e restauri in composito in condizioni insufficienti per sigillo, colore e forma. Alla paziente sono state proposte diverse alternative: dalle faccette, come opzione a lungo termine, al semplice restauro in composito di III classe mesiale e distale nel 21 e di IV classe nel 22. Il problema principale in questo caso – sia per il trattamento con faccette sia per il restauro estetico in composito – era la colorazione molto scura simile a un “A5” di entrambi i denti. Abbiamo suggerito alla paziente uno sbiancamento interno di entrambi i denti, per ottenere una colorazione simile a quella degli altri elementi e, di conseguenza, migliori risultati estetici. Questo tipo di intervento sarebbe stato utile sia in caso di faccette sia di restauri in composito. Dopo lo sbiancamento, la paziente ha scelto i restauri in composito. Abbiamo utilizzato il composito 3M ESPE Filtek Supreme perchè rispondeva in modo 8 ideale a questo caso particolare in cui la traslucenza e l’effetto incisale erano di primaria importanza per ottenere un’accurata corrispondenza del colore e avere così la certezza del completo successo estetico del restauro. Dopo avere preparato le cavità, è stata applicata la diga di gomma e, dopo l’applicazione dell’adesivo auto-mordenzante Adper™ Prompt™ L-Pop™, abbiamo iniziato ad applicare la dentina A2D, utilizzata per definire non solo l’aspetto cervicale, ma anche per abbozzare i mammelloni nella dentina del terzo incisale. Successivamente, è stata applicato un colore A1B (body) nella parte incisale sopra i mammelloni realizzati con dentina A2D. Abbiamo poi applicato a livello incisale il colore traslucente G, al quale abbiamo dato un’impercettibile tinta blu utilizzando i modificatori di colore. Il margine incisale è stato ricostruito con un sottilissimo strato di dentina bianca (WD). Dopo l’applicazione di questi materiali, le superfici vestibolari e palatine sono state ricoperte con uno strato di smalto bianco (WE) per fare trasparire l’effetto della stratificazione delle diverse masse utilizzate. Terminata la stratificazione del composito, è stata rimossa la diga per ottenere una migliore visione generale e facilitare la reidratazione dei denti. Ciò ha permesso di valutare i restauri nel contesto globale. Dopo aver rifinito i punti di contatto occlusali e interprossimali, ci siamo concentrati sulla forma, sulla superficie e sulla lucidatura finale con punte diamantate, gommini abrasivi e dischi SofLex™. Ora è possibile vedere l’aspetto reale dei restauri dopo lo sbiancamento interno e la rifinitura del restauro realizzato il composito Filtek Supreme. Dopo lo sbiancamento interno sui denti 21 e 22. Preparazione della cavità di Classe IV sul dente 22. Forma, superficie e lucidatura dopo la rimozione della diga. Situazione finale dopo la reidratazione. Case Report MAGAZINE Lava™ Crowns and Bridges Ossido di Zirconio Restauro di un molare fratturato Hongyan Chen, Università di Monaco, Germania Fig. 1 Situazione iniziale: otturazione fratturata nel dente 26 trattato endodonticamente (immagine allo specchio). Fig. 4 Corona in ceramica integrale realizzata con tecnica CAD-CAM in ossido di zirconio LAVA dal laboratorio odontotecnico. La struttura della corona è stata fresata dal blocchetto grezzo allo stato presinterizzato, colorata in modo individuale, sinterizzata in condizioni controllate in uno speciale forno e poi ricoperta con la ceramica di rivestimento LAVA Ceram. Fig. 7 Situazione dopo la rimozione del restauro provvisorio. Fig. 5 Visione occlusale. Fig. 8 La corona è stata fissata in modo convenzionale con il cemento vetroionomerico Ketac™ Cem di 3M ESPE Fig. 2 Dopo la rimozione dell’otturazione, nel dente era visibile una linea di frattura che correva mesio-distalmente. Per stabilizzare il dente, è stato preparato un chamfer esteso per una corona in ceramica in ossido di zirconio. Il margine di preparazione è stato esposto per l’impronta mediante elettrochirurgia. Fig. 3 Corona provvisoria con Protemp 3 Garant. Fig. 6 Visione dell’interno della corona. La struttura a elevata resistenza realizzata in ossido di zirconio viene ricoperta con ceramica di rivestimento con coefficiente di espansione termica specificamente adeguato al materiale della sottostruttura. 9 Gennaio 2005 N° 1 Anno 1 Case Report Sostituzione di un dente mancante con composito fotopolimerizzabile Sinfony™ e fibre di vetro Dalla preparazione alla protesi - I materiali dentali nella pratica quotidiana Luca Ortensi; Bologna, Italia Le attuali resine composite si sono evolute in modo significativo, facilitando l’esecuzione di restauri funzionali ed estetici. Grazie all’inserimento di fibre in vetro, è possibile aumentare la durezza, forza e resistenza delle resine composite. Lo scopo di questo articolo è quello di descrivere la realizzazione e la cementazione di un ponte in composito rinforzato con fibre e di un restauro indiretto in composito. Fig. 1: La situazione pre-operatoria mostra il ponte in metallo-ceramica e il restauro in amalgama da rimuovere. Fig. 2: La radiografia mostra l’infiltrazione della lesione cariosa al margine della corona (zona distale). Fig. 3: L’area di intervento è stata isolata con diga. È possibile vedere la lesione cariosa nella zona distale del premolare. Fig. 4: Ricostruzione del primo molare con composito flowable. Fig. 5: Preparazione del premolare. È stata effettuata una preparazione per tecnica adesiva con margini butt-joint e angoli interni arrotondati. Fig. 6: La preparazione del dente è stata effettuata per l’applicazione del ponte in composito rinforzato con fibre e dell’overlay. Il primo molare è stato preparato con una fresa diamantata per ottenere margini butt-joint e angoli interni arrotondati. La stessa preparazione butt-joint e angoli interni arrotondati è sta realizzata sul premolare (Fig. 5, Fig. 6). Dal canino sono stati rimossi circa 0,7 mm di smalto palatale. È stata quindi rilevata l’impronta dei denti preparati, utilizzando il polietere da impronta Impregum™ Penta™ H/L DuoSoft di 3M ESPE (Fig. 7). I restauri provvisori sono stati realizzati con Protemp™ 3 Garant (3M ESPE) e cementati con un cemento privo di eugenolo. L’impronta è stata colata con gesso dentale extra duro per la realizzazione del modello master (Fig. 8). Presentazione del caso Si è presentato un paziente di 25 anni con dolore a livello del secondo premolare di sinistra. L’esame clinico e radiografico ha rilevato una corona in metallo-ceramica sul secondo premolare con un’estensione che sostituiva il primo premolare. Sul primo molare era presente un restauro in amalgama (Fig. 1, Fig. 2). Il secondo premolare presentava una lesione cariosa. Come alternativa per la sostituzione del ponte in metallo-ceramica dopo il trattamento della lesione cariosa, al paziente è stato suggerito un ponte rinforzato con fibre tra il secondo premolare e la superficie palatale del canino. Per sostituire la vecchia otturazione in amalgama sul molare è stato proposto un restauro indiretto in composito. Il paziente ha accettato il piano di trattamento. Nella seduta successiva, i denti sono stati isolati con diga e, mediante frese in carburo di tungsteno ad alta velocità, sono stati rimossi il restauro in amalgama e il ponte in metallo-ceramica (Fig. 3). È stata asportata la lesione cariosa presente sul secondo premolare, realizzando poi una ricostruzione con un composito flowable (Filtek™ Flow, composito flowable di 3M ESPE) (Fig. 4). 10 Il ponte in composito rinforzato con fibre e il restauro indiretto in composito sono stati costruiti sul modello master utilizzando la tecnica di stratificazione (Sinfony, 3M ESPE; Vectris, IvoclarVivadent) (Fig. 9). MAGAZINE Fig. 7: Impronta in polietere della preparazione. Fig. 8: Modello master. È possibile vedere la preparazione della superficie distale del canino. Fig. 9: L’aspetto esterno del ponte in composito rinforzato con fibre è stato completato e rimandato all’odontoiatra per la prova. Fig. 10: Cementazione dell’overlay con cemento composito autoadesivo RelyX™ Unicem. Nella seduta per la cementazione, i restauri sono stati provati e controllati per la corrispondenza del colore prima di applicare la diga. I monconi sono stati sabbiati con ossido di alluminio da 50 micron per ottenere una superficie pulita. L’overlay è stato cementato con RelyX Unicem (Fig. 10). Il ponte in composito rinforzato con fibre è stato cementato con due diversi sistemi contemporaneamente. È stato utilizzato RelyX Unicem per il premolare e RelyX™ ARC per il canino, a causa della grande quantità di smalto presente sulla preparazione del canino. Prima della cementazione, la superficie palatale del canino è stata mordenzata per 30 secondi e trattata con un sistema adesivo (Scotchbond™ 1, 3M ESPE). L’eccesso di materiale adesivo è stato rimosso con Fig. 11: Situazione occlusale post-operatoria della protesi parziale fissa in composito rinforzato con fibre. Si può osservare la buona integrazione e l’effetto naturale del restauro. un pennellino e del filo interdentale. Il cemento composito è stato fotopolimerizzato per 120 secondi. Dopo la rimozione della diga, l’occlusione è stata regolata con frese diamantate per rifinitura (Fig. 11). Un ringraziamento particolare a Manuel Civolani e al Laboratorio Ortensi & Fabulli che hanno realizzato i restauri protesici. 11 Gennaio 2005 N° 1 Anno 1 Case Report Filtek™ Supreme Composito Universale Dente 13 – Estensione del bordo incisale Karl-Heinz Kunzelmann, Università di Monaco, Germania Diagnosi: Ipoplasia incisivo-molare. Situazione iniziale: Un tipico caso di ipoplasia incisivomolare che interessa anche i primi molari. Causa: Non definita. Dente 13 – minimamente preparato, la decolorazione è localizzata nelle porosità dello strato più esterno dello smalto. Una leggera preparazione può portare a un sostanziale miglioramento del colore e nello stesso tempo, la superficie dello smalto viene resa più reattiva all’adesivo dentinale. Fig. 1: Scelta del colore applicando e polimerizzando piccole quantità di composito. A causa dell’elevato carico meccanico sul canino e al grado non definito di mineralizzazione, si preferisce una mordenzatura convenzionale con acido fosforico per 30 secondi. Controllo della struttura mordenzata. La mordenzatura viene estesa leggermente oltre il margine della preparazione, per evitare la successiva decolorazione di piccole quantità di composito in eccesso. L’agente adesivo dentinale (DBA) viene polimerizzato. Controllo dell’applicazione del DBA: l’intera superficie deve presentare un aspetto lucido e riflettente. Fig. 2: Dente 13 – minimamente preparato. Verifica della simmetria per valutare la lunghezza di ricostruzione del dente 13. Fig. 3: Mordenzatura convenzionale con acido fosforico per 30 secondi. Fig. 4: La parete palatina viene ricostruita con dentina. 12 MAGAZINE Gennaio 2005 N° 1 Anno 1 La parete palatina viene ricostruita utilizzando il colore Dentina la cui elevata opacità evita che il restauro appaia grigio a causa dello sfondo scuro dell’interno del cavo orale. La parete palatina viene modellata a mano libera. Polimerizzazione dei singoli incrementi. Ogni incremento viene polimerizzato singolarmente per facilitare l’applicazione e modellazione degli incrementi successivi. Viene aggiunto e polimerizzato un ulteriore strato di colore dentina per mascherare le parti più scure di dentina. Il restauro viene completato utilizzando un colore Body (massa universale). Non viene utilizzato il colore Smalto in quanto il canino contro-laterale non mostra una translucenza significativa. Fig. 6: Il restauro viene completato utilizzando un colore Body. Il restauro viene rifinito con frese diamantate nel punto di congiunzione smalto-otturazione. Questa operazione è più facile con la diga in situ, in quanto non vi è l’interferenza delle labbra. Dopo la rimozione della diga, si modella il bordo incisale e si verificano l’occlusione e l’articolazione. Risultato finale dopo la rimozione della diga. I denti adiacenti sono più chiari per l’effetto della disidratazione. È evidente la zona di applicazione della diga. I denti riacquisteranno il loro aspetto naturale dopo la reidratazione e il dente restaurato raggiungerà un’integrazione estetica ottimale. Fig. 5: Viene applicato e polimerizzato un ulteriore strato di dentina. Fig. 7: Il restauro viene rifinito con frese diamantate nel punto di congiunzione smalto-otturazione. Fig. 8: Il risultato finale dopo la rimozione della diga. 13 Attività scientifiche in Europa Lava™ Crowns and Bridges Focus sull’ossido di zirconio – il Forum Espertise™ All-Ceramic di Monaco Gerhard Kultermann, 3M ESPE, Germania resistenza meccanica e l’estetica naturale basata su manufatti traslucenti e colorabili, oltre alla sua eccellente biocompatibilità. Ora è possibile proporre un’alternativa metal-free efficace ed affidabile, perché resistente e duratura, per restauri anteriori e posteriori. “Con l’ossido di zirconio, 3M ESPE si sta impegnando sul materiale che l’azienda ritiene sarà quello di maggior successo nel futuro”. Cementazione convenzionale “Sempre più pazienti richiedono l’alternativa metal-free” L’ossido di zirconio (zirconia) sta diventando sempre più popolare nell’ambito dei materiali ceramici per odontoiatria e il Forum Espertise™ All-Ceramic che si è tenuto a Monaco lo scorso 24 marzo ne ha messo in evidenza i motivi. Circa 320 odontoiatri e odontotecnici hanno assistito alle interessanti e coinvolgenti relazioni e partecipato ai vivaci confronti riguardo a questo promettente materiale e al sistema CAD/CAM noto con il nome di Lava. Hanno così avuto la possibilità di vedere restauri dall’estetica naturale e capire come l’ossido di zirconio sia facile da utilizzare nella pratica quotidiana con eccellenti risultati. Metal-free, estetica e resistenza “Sempre più spesso, i pazienti rifiutano i restauri in metallo per la paura di allergie e richiedono un’alternativa metalfree”. Secondo il Project Manager di Lava, il Dr. Ing. Daniel Suttor, le ineguagliabili caratteristiche di questo specifico ossido di zirconio sono la sua 14 “L’elevata resistenza dei restauri Lava è tale che, di regola, essi possono essere cementati in modo convenzionale. Questo è un vantaggio notevole per il dentista, soprattutto in caso di preparazioni profonde e nei denti posteriori”. Indicazioni Al momento, il sistema Lava può essere utilizzato per la realizzazione di ponti a tre o a quattro elementi, fino a una lunghezza totale di 38 millimetri. Queste indicazioni sono state testate con attenzione e risultano quindi affidabili anche per l’utilizzo nella regione posteriore ad elevato carico masticatorio. Attualmente sono in esame ulteriori indicazioni. Il tempo finora più lungo di permanenza nel cavo orale dei restauri Lava è di circa quattro anni”. Come il Dr. Suttor, anche il Prof. Dr. Christoph Lauer dell’Università di Francoforte vede un futuro per i restauri di protesi fissa, biocompatibili ed estetici. “Stiamo effettuando sempre più restauri in ceramica integrale in ossido di zirconio. Oggi sono sempre meno i pazienti che accettano il colore oro nei restauri protesici”. Secondo il professor Lauer, il problema della precisione marginale viene risolto dalla combinazione di ossido di zirco- nio e CAD/CAM, se correttamente applicati. Il professor Lauer utilizza le strutture Lava per le componenti primarie delle protesi combinate con l’elettrodeposizione e anche per le sovrastrutture implantari. Rapporto costo-efficacia migliorato L’evento Espertise tenutosi a Monaco ha dato a dentisti e odontotecnici un’eccellente visione dello stato dell’arte sull’ossido di zirconio e sui sistemi CAD/CAM. In combinazione con la corrispondente ceramica di rivestimento, Lava permette di realizzare restauri permanenti dall’aspetto estetico naturale. I modelli presentati per il laboratorio e lo studio odontoiatrico hanno messo in evidenza come il sistema Lava per la produzione di ponti e corone in ossido di zirconio è un’ottima alternativa anche per quanto riguarda la riduzione dei costi della fase produttiva dei manufatti. Forum sull’attività odontoiatrica MAGAZINE Creare una buona immagine Idee di marketing per lo studio odontoiatrico Il concetto di “marketing” è diventato familiare anche nel mondo odontoiatrico. Molti odontoiatri hanno capito che, nella scelta del dentista, i pazienti valutano sempre di più la qualità del servizio offerto e l’atmosfera rilassante dello studio. La tipica “atmosfera da studio dentistico” è ormai scomparsa da molte realtà. Le sale di aspetto e di trattamento dal design piacevole ed accogliente, il personale gentile e competente e l’ampia gamma di servizi eliminano la paura di recarsi dal dentista e fidelizzano la clientela. Il marketing nel vostro studio Il marketing dello studio odontoiatrico richiede una costante attenzione alle necessità del paziente. Questo include tutti i tipi di servizi, a partire dal design e dall’arredamento dello studio fino alla presentazione di una gamma di proposte per la cura di ogni singolo paziente. Volete rendere il vostro studio più attraente e migliorare il vostro luogo di lavoro grazie alle intelligenti strategie di marketing? Ecco alcuni suggerimenti che vi aiuteranno a sorprendere i vostri pazienti con un nuovo concetto di servizio! Fase 1 – Raccogliere le idee È possibile trovare ovunque le idee per proporre servizi orientati al marketing per lo studio odontoiatrico: nelle riviste, negli studi di altri medici, ma anche presso agenzie specializzate. Può essere utile anche consultare i siti internet di altri colleghi e analizzare quali sono i servizi che vengono proposti ai pazienti. Fase 2 – Stilare un elenco di priorità Una volta raccolte idee sufficienti, dovreste farne un elenco e dividerle per argomenti, assegnando un punteggio a ciascuna idea. In questo modo, potrete stabilire delle priorità e decidere con i vostri collaboratori quali azioni intra- prendere in breve tempo e con pochi sforzi. Fase 3 – Sessione di confronto Se le idee sono molte, è necessaria una fase di pianificazione più lunga e quindi anche eventuali costi economici maggiori. Per questo motivo, è importante che il team si riunisca per discutere insieme su quali servizi possono essere offerti al paziente. È consigliabile stabilire un “progetto” e definirlo su carta. I cambiamenti pianificati potranno quindi essere esaminati con riferimento a questo “progetto”. Fase 4 – Implementazione Stilate insieme una tabella che riporti i cambiamenti e la tempistica con cui effettuarli. Dovreste anche decidere chi si assume le diverse responsabilità – per ciascun progetto, scegliete un “coordinatore”. Questo vi aiuterà a coordinare le singole attività e coinvolgere tutti i membri dello staff secondo le loro capacità. 15 Gennaio 2005 N° 1 Anno 1 Informazioni generali MAGAZINE Lava™ Crowns and Bridges Copiare la natura e creare l’armonia orale Gabriele Brzoska, 3M ESPE, Germania “Semplificare non significa scendere a compromessi, ma non lasciare niente al caso” – Jan Langner Si è tenuta una nuova serie di corsi Lava Ceram nei giorni 12 e 13 febbraio 2004, con una sessione master di due giorni con Jan Langner presso il laboratorio di Seefeld, Germania. Copiare la natura e creare l’armonia è un argomento complesso, soprattutto nell’ambito del restauro dentale. La completa comprensione dell’interazione di forma, funzione, struttura superficiale e, soprattutto, della composizione del colore dei denti naturali è la base per realizzare restauri esteticamente soddisfacenti. In quanto esperto ceramista, Jan Langner è la persona giusta per aiutare i partecipanti a migliorare le loro conoscenze e a mettere in pratica gli elementi sopra descritti in modo efficace. Jan Langner con i partecipanti a Seefeld. Si discute molto riguardo alle ceramiche di rivestimento, con varietà di gamme di colori e di superfici. Jan Langner ha dimostrato che, grazie alla gamma ben strutturata di Lava™ Ceram Master, è possibile raggiungere in modo semplice risultati estetici estremamente convincenti. La documentazione particolarmente ben preparata per questo corso ha permesso ai partecipanti di affrontare con facilità anche i casi difficili. “Possiamo imparare molto qui” – è stata l’opinione unanime dei partecipanti al corso. INFORMAZIONI EDITORIALI Pubblicato da: 3M ESPE AG ESPE Platz 82229 Seefeld Germania Telefono: +49 (0) 81 52 / 7 00-0 Telefax: +49 (0) 81 52 / 7 00-1586 E-mail: [email protected] Internet: http: //www.3mespe.com Editore Gerhard Kultermann Comitato editoriale Keith R. Haig, Dieter Klasmeier, Roland Richter, Markus Roepke, Laurence Settekorn Coordinamento Laurence Settekorn Editing finale e produzione Markus Roepke 3M Italia S.p.A. Via San Bovio, 3 - Loc. San Felice 20090 Segrate MI Tel. 02.7035.2419 - Fax 02.7035.2061 www.3mespe.com e-mail: [email protected] Non ci assumiamo responsabilità per manoscritti e fotografie di cui non sia stata richiesta la restituzione. Foro competente: Monaco © 3M, ESPE, Adper, Espertise, Express, Filtek, Garant, Lava, Penta, Pentamix, Protemp, RelyX, Scotchbond, Sinfony are trademarks of 3M or 3M ESPE. OptiBond Solo Plus is a trademark of Kerr Dental. All rights reserved. © 3M ESPE 2004. 3M ESPE AG, Seefeld, 2004