PECIALE
NUMERO S
PUBBLICITÀ AI TEMPI
DELLA
GUERRA FREDDA
luglio 2013
Pubblicità ai tempi
della Guerra Fredda
Supplemento al n. 40 di Altrestorie - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.
in L. 27/02/2004 n.46) - art. 1, comma 1, D.C.B. Trento - Periodico quadrimestrale registrato dal Tribunale di Trento il
9.5.2002, n. 1132. Direttore responsabile: Sergio Benvenuti - Distribuzione gratuita - Taxe perçue - ISSN 1720 - 6812
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informazioni:
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PUBBLICITÀ AI TEMPI DELLA
GUERRA
FREDDA
tel.
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0461
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944888
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collezione ditel.
pubblicità
aeronautiche
di Luigino Caliaro
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9736327
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Museo dell’Aeronautica Gianni
Caproni,
Trento
– Base Tuono, Passo Coe, Folgaria
7 luglio – 1 settembre 2013
inincollaborazione
in collaborazione
con
collaborazione
con con
Comune
Comune
Comune
didiFolgaria
di Folgaria
Folgaria
Iniziativa espositiva organizzata da
Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni,
Base Tuono, Comune di Folgaria,
Fondazione Museo storico del Trentino,
MUSE
In collaborazione con
Gruppo Modellistico Trentino di studio e ricerca
storica (GMT)
Da un’idea di
Luigino Caliaro
Curatela scientifica
Luigino Caliaro con Neva Capra
Coordinamento organizzativo
Neva Capra e Luca Gabrielli
Testi di
Luigino Caliaro, Neva Capra, Alberto Mario
Carnevale, Luigi Carretta, Flavio Chistè, Marco
Giovanella, Maurizio Struffi
Realizzazione grafica e stampa
Publistampa, Pergine (Trento)
Collaborazione all’allestimento
Ermanno Bragagna ed Erminio Bucella del Museo
dell’Aeronautica Gianni Caproni
Comunicatori scientifici
Paola Bottaro, Ilaria Postinghel, Roberta Tarabelli
con Franca Ducati e Giovanni Spagnolli del Museo
dell’Aeronautica Gianni Caproni
Servizio di custodia, biglietteria e bookshop
Erminio Bucella con Luciano Bonvecchio, Ermanno
Bragagna, Mario Dalsasso, Rodolfo Gius, Marco
Murgia, Mariastella Tangari
Via Torre d’Augusto, 35/41
38122 TRENTO
Tel. 0461.230482 Fax 0461.1860127
[email protected]
www.museostorico.it
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La mostra, allestita in parte presso il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni di Trento e in parte presso
Base Tuono, Folgaria, propone per la prima volta una
parte – limitata, ma significativa – della collezione
di pubblicità aeronautiche del periodo della Guerra
Fredda raccolta da Luigino Caliaro. Appassionato di
storia dell’aviazione e, in particolare, di quella militare,
Luigino Caliaro iniziò per caso questa raccolta nel
2002 nel corso di un AirShow negli Stati Uniti, quando
acquistò una copia originale del 1943 di The Saturday
Evening Post contenente l’inserzione pubblicitaria di
un caccia P-38 Lightning della Lockheed. Da allora la
collezione si è notevolmente arricchita e si compone
oggi di oltre 2.500 pagine pubblicitarie, riguardanti un
periodo che spazia dal secondo conflitto mondiale alla
caduta del muro di Berlino nel 1989. L’esposizione,
rappresenta un valido supporto nella ricostruzione del
periodo storico della Guerra Fredda, con riferimento
a quanto accaduto nel settore aeronautico. In particolare, la sezione velivolistica – allestita presso il Museo
dell’Aeronautica Gianni Caproni di Trento – fornisce
una panoramica di alcuni dei principali velivoli da
combattimento. La scelta delle pubblicità esposte e la
conseguente trattazione dei velivoli illustrati segue un
ordine cronologico e tipologico, raggruppando velivoli della stessa classe, oppure trattando velivoli che
hanno caratterizzato particolari momenti della storia
aeronautica. La sezione missilistica del percorso –
allestita presso Base Tuono, Folgaria – si sviluppa
invece offrendo una panoramica di alcuni dei principali armamenti, raggruppati per categoria e impiego,
che componevano l’arsenale occidentale.
La mostra “Pubblicità ai tempi della Guerra Fredda”
nasce da un’idea di Caliaro stesso che l’ha patrocinata
con generosità e competenza, scegliendo il Museo
dell’Aeronautica Gianni Caproni e Base Tuono quali
primi soggetti istituzionali dove esporre la sua collezione, già divenuta motivo di grande interesse anche
negli Stati Uniti.
ALTRESTORIE – Periodico quadrimestrale di informazione
Periodico registrato dal Tribunale di Trento il 9.5.2002, n. 1.132 ISSN 1720-6812
Comitato di redazione: Paola Bertoldi, Giuseppe Ferrandi, Patrizia Marchesoni, Rodolfo Taiani (segretario)
Direttore responsabile: Sergio Benvenuti
Numero speciale a cura di Rodolfo Taiani
Progetto grafico e impaginazione: Graficomp – Pergine (TN). Stampa: Publistampa – Pergine (TN)
La rivista, o gli arretrati, possono essere richiesti, fino a esaurimento delle copie, presso i recapiti della
Fondazione Museo storico del Trentino. I lettori interessati ad acquistare o a informarsi sull’insieme
della pubblicazioni della Fondazione Museo storico del Trentino possono collegarsi all’indirizzo internet
http://edizionimuseostorico.it o scrivere all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
L’espressione Guerra Fredda deLa Guerra Fredda ti Uniti, Unione Sovietica e Gran
Bretagna si riunirono più volte
signa convenzionalmente il pedi Marco Giovanella
per discutere l’assetto politico
riodo che, dalla fine della Secone territoriale da dare all’Europa
da guerra mondiale all’inizio dedopo la sconfitta delle forze nagli anni novanta, ha visto gli Stati
zifasciste. Questi vertici misero in
Uniti e i paesi aderenti alla NATO
luce inconfutabilmente il superacontrapporsi all’Unione Sovietica
mento dell’ordine multipolare ed
e ai paesi aderenti al Patto di Varsavia su ogni piano, da quello politico a quello eurocentrico che aveva contraddistinto i deceneconomico, da quello diplomatico a quello mi- ni precedenti. Due superpotenze erano pronlitare, per arrivare fino ai livelli sportivo, tecno- te a contendersi l’intero pianeta: da una parte
logico e culturale. Il termine pare sia stato uti- l’Unione Sovietica, dall’altra gli Stati Uniti. Per
lizzato nel 1945 dal celebre romanziere George quanto unite nella lotta contro il nazismo, esse
Orwell il quale, ragionando sugli effetti deva- avevano, infatti, una visione del mondo diverstanti della bomba atomica, previde un panora- sa, evidenziata da sistemi politici, economici e
ma in cui USA e URSS, non potendosi fronteg- sociali opposti. E tra il 1945 e il 1953 una serie
giare in una sfida diretta e concreta, avrebbero di episodi accentuò le contrapposizioni: la morfinito per dominare e assoggettare tutti gli altri te di Roosevelt, il rifiuto statunitense di concedere prestiti a Mosca, l’esplosione della prima
paesi del mondo.
Fu però nel 1947 che Guerra Fredda divenne bomba atomica americana, l’avanzata sovietica
ufficialmente sinonimo della situazione in cor- in Europa occidentale, il blocco di Berlino, l’istiso, da quando cioè fu usato da Bernard Baruch, tuzione della NATO. Inoltre, l’irrigidimento delconsigliere del presidente americano Franklin le posizioni si espresse nell’utilizzo da parte sia
D. Roosevelt, e dal giornalista Walter Lippmann orientale che occidentale di toni fortemente ideper delineare e segnalare l’emergere di ostili- ologici. Solo la fine del conflitto coreano (1953)
tà tra le due superpotenze alleate durante il se- e la morte di Josip Stalin aprirono una parziale
condo conflitto mondiale. Nel corso della fase fase di distensione tra gli antagonisti.
conclusiva della Seconda guerra mondiale, Sta- Ormai in grado di colpire gli Stati Uniti con i pro-
3
pri missili, Chruščëv volle però spostare la contesa su altri piani, in particolare su quelli ideologico e tecnologico, proprio per evitare il rischio
di un confronto nucleare. Da questo punto di vista, il lancio dello Sputnik I non fu che la prima
tappa di quella corsa allo spazio che costituirà
elemento portante della Guerra Fredda almeno fino al 1975, anno della missione congiunta
Apollo-Sojuz. Le relazioni fra le due superpotenze conobbero vari momenti difficili.
Quello sicuramente più critico si verificò nell’ottobre del 1962, quando la popolazione mondiale visse nella paura dello scoppio di una terza
guerra mondiale nucleare. Chruščëv aveva, infatti, deciso l’installazione a Cuba di missili a testata nucleare rivolti contro gli Stati Uniti. La risoluzione della crisi cubana, negoziata dal leader sovietico stesso e dal presidente americano
John F. Kennedy, pose finalmente le premesse
per il superamento della fase di più acceso confronto.
Verso la fine degli anni sessanta si assistette a
una graduale riduzione delle tensioni tra USA e
URSS, la cosiddetta «distensione». Il dialogo fu
favorito da alcune condizioni: il raggiungimento della parità strategica nonchè l’incapacità di
USA e URSS di mantenere il loro ruolo di potenze egemoni se non con la forza e il conso-
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lidamento di nuovi soggetti economici come il
Giappone e la Comunità Economica Europea.
Nonostante un periodo quasi decennale di accordi antiatomici, gli anni ottanta si aprirono
all’insegna della corsa agli armamenti e del riarmo atomico. Negli Stati Uniti, il presidente Ronald Reagan si adoperò per alzare sensibilmente il livello di sfida tecnologica e militare con l’Unione Sovietica.
Questa costante escalation del terrore fu accompagnata dalla decisione della NATO di schierare
in Europa, entro il 1983, missili Pershing e Cruise come risposta all’ammodernamento sovietico in materia missilistica.
L’ascesa al potere di Michail Gorbačëv nel 1985,
segnò il punto di svolta: il nuovo leader sovietico mutò radicalmente le linee guida della politica estera e di sicurezza sovietica, accettando di
fatto le condizioni americane in materia di controllo degli armamenti. Più di tutto, però, fu la
decisione di non intervenire ulteriormente con
la forza per mantenere al potere i regimi comunisti dell’est europeo che segnò una completa
ridefinizione degli interessi vitali sovietici.
Con la caduta del muro di Berlino, nel 1989, ma
soprattutto con la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, la Guerra Fredda poteva dirsi
terminata.
Cronologia essenziale della Guerra Fredda
1945
Ai vertici di Jalta (4-12 febbraio) e Potsdam (17
luglio-2 agosto), Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione
Sovietica, potenze vincitrici della Seconda guerra
mondiale, gettano le basi per il futuro assetto politico-territoriale dell’Europa.
8 maggio: viene firmato a Berlino l’atto di resa militare della Germania. Per la fine della Seconda guerra
mondiale bisognerà attendere la resa del Giappone
(14 agosto).
1947
12 marzo: il presidente USA Harry Truman annuncia
una strategia di politica estera che si propone di contrastare le mire espansione dell’avversario comunista nel mondo (Dottrina Truman).
5 giugno: il segretario di stato USA George Marshall
annuncia un piano straordinario di aiuti per la ricostruzione dell’Europa noto come European Recovery
Program (Piano Marshall).
22 settembre: viene istituito il Cominform, organismo politico internazionale d’informazione e collaborazione tra i partiti comunisti europei.
1948
24 giugno: l’Unione Sovietica blocca l’accesso via
terra a Berlino Ovest. Ha inizio il blocco di Berlino,
che terminerà il 12 maggio 1949.
1949
4 aprile: dodici paesi ratificano il Patto Atlantico.
Con la firma del Patto s’istituisce l’Organizzazione del
Trattato del Nord-Atlantico (NATO) volta a sviluppare
la cooperazione politica ed economica degli Stati
membri e a favorire la consultazione multilaterale in
materia di sicurezza.
23 maggio: nasce la Repubblica federale tedesca
(RFT) (Bundesrepublik Deutschland o BRD).
1 ottobre: nasce la Repubblica popolare cinese (RPC).
7 ottobre: nasce la Repubblica democratica tedesca
(RDT) (Deutsche Demokratische Republik o DDR)
1950
25 giugno: la Corea del Nord invade quella del Sud.
Ha inizio la guerra di Corea, che terminerà il 27 luglio
1953 e che determinerà una delle fasi più acute della
Guerra Fredda.
4 novembre: intervento militare sovietico a Budapest per stroncare la rivolta scoppiata a fine ottobre.
1957
25 marzo: vengono ratificati i trattati di Roma: nasce
la Comunità Economica Europea (CEE).
4 ottobre: l’URSS lancia il satellite Sputnik I, primo
satellite artificiale a essere messo in orbita attorno
alla terra. Quattro mesi dopo (31 gennaio 1958) gli
americani lanceranno l’Explorer I. Sono le prime
tappe di quella che sarà una vera e propria corsa alla
conquista dello spazio che impegnerà fino al 1975 i
due contendenti.
1958
novembre: il leader sovietico Nikita Chruščëv decide
di aprire una crisi su Berlino chiedendo a Stati Uniti,
Gran Bretagna e Francia di ritirare i propri soldati
entro sei mesi o di riconoscere il governo dell’Est. In
caso contrario, sarebbe stato bloccato l’accesso alla
città e ogni violazione avrebbe costituito un’azione
di guerra.
1961
12 aprile: il cosmonauta sovietico Jurij Gagarin è il
primo essere umano a raggiungere lo spazio sulla
navetta Vostok I.
13 agosto: Il governo tedesco-orientale decide di erigere il muro di Berlino, che dividerà la città fino al 9
novembre 1989.
1962
15-28 ottobre: crisi dei missili di Cuba. Per tredici giorni, sei in particolare ad altissima tensione,
il mondo trattiene il fiato per la paura di una terza
guerra mondiale nucleare. La risoluzione della crisi
rappresenta un passaggio cruciale della Guerra
Fredda.
1963
5 agosto: USA, URSS e Gran Bretagna siglano un
trattato che mette al bando gli esperimenti atomici
nell’atmosfera e nello spazio (ma non quelli nel sottosuolo).
1955
9 maggio: la Germania Occidentale entra a far parte
della NATO.
14 maggio: nasce il Patto di Varsavia, alleanza militare tra i paesi socialisti dell’Europa orientale, sotto
la guida di Mosca.
1964
2-4 agosto: incidenti nella Baia del Tonchino. Alcuni
giorni più tardi, il Congresso americano autorizza
l’intervento militare americano in Vietnam. Solo il
27 maggio 1972 Stati Uniti e Vietnam del Nord sigleranno un accordo di pace. La guerra terminerà il
30 aprile 1975 con l’entrata a Saigon delle truppe
nord-vietnamite.
1956
29 ottobre: Gran Bretagna, Francia e Israele attaccano l’Egitto. Ha inizio la crisi di Suez, che terminerà
ventiquattro ore dopo grazie alle pressioni di USA e
URSS all’ONU, evitando così un conflitto internazionale.
1968
20-21 agosto: l’invasione sovietica in Cecoslovacchia pone fine alla «Primavera di Praga» e al «socialismo dal volto umano» promosso dal presidente
Alexander Dubček.
5
1969
20 luglio: l’astronauta americano Neil Armstrong è il
primo uomo a mettere piede sulla Luna.
1970
12 agosto: grazie alla Ostpolitik di Willy Brandt, RFT
e URSS ratificano un patto di non aggressione. Bonn
accetta i confini segnati dalla Seconda guerra mondiale.
1971
aprile: l’URSS invia la prima stazione spaziale in
orbita attorno alla Terra, la Saljut I.
2 agosto: la Repubblica popolare cinese entra a far
parte delle Nazioni Unite.
1972
26 maggio: USA e URSS ratificano il trattato
SALT I (Strategic Arms Limitation Talks) per la riduzione degli armamenti: la prima parte dell’accordo
limitava il numero di sistemi di missili anti-balistici
ABM (Anti-Ballistic Missile) a un massimo di due per
parte, la seconda fissava una soglia alle armi strategiche offensive degli USA e dell’URSS.
1974
23 novembre: vertice tra il leader sovietico Leonìd
Brežnev e il presidente americano Gerald Ford. Si
raggiunge l’accordo per emendare il trattato SALT
I: le due parti si sarebbero potute dotare di un solo
sistema ABM. Inoltre, fu ridefinito il tetto massimo di
vettori permessi.
1975
15 luglio: missione congiunta USA-URSS nello
spazio.
1 agosto: trentacinque paesi ratificano gli accordi
di Helsinki, atti finali della prima Conferenza per la
sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE). I firmatari s’impegnano ad astenersi dall’uso della forza
e a rispettare la reciproca sovranità e l’inviolabilità
delle frontiere.
1979
8 giugno: Brežnev e il presidente statunitense
«Jimmy» Carter ratificano il trattato SALT II. L’accordo fissa un tetto al numero complessivo di missili
intercontinentali e a quelli di missili dotati di testate
nucleari multiple.
27 dicembre: invasione sovietica in Afghanistan
contro il governo di Hafizullah Amin, considerato
amico degli americani. In risposta all’azione di Mosca,
Carter ritira il trattato SALT II (3 gennaio 1980).
6
1983
Diviene operativa la decisione del presidente USA
Ronald Reagan, adottata in sede NATO nel 1979,
di stanziare sul territorio europeo missili nucleari di
media gittata (Pershing e Cruise) in risposta al dispiegamento da parte di Mosca di missili intermedi SS20.
23 marzo: Reagan annuncia la decisione di dotarsi di
un sistema di difesa strategica capace di proteggere
il paese da un eventuale attacco nucleare (Iniziativa
di difesa strategica o SDI-Strategic Defense Initiative) violando di fatto l’accordo SALT I sui sistemi
difensivi ABM.
1985
11 marzo: Michail Gorbačëv è il nuovo segretario del
Partito comunista sovietico.
novembre: non sortisce nessun accordo il primo
incontro a Ginevra tra Gorbačëv e Reagan per porre
fine alla corsa agli armamenti.
1986
15 gennaio: Gorbačëv propone pubblicamente un
piano di riduzione graduale e bilanciata delle armi
nucleari che porti alla loro definitiva rimozione entro
il 2000.
11-12 ottobre: il secondo incontro a Reykjavík tra
URSS e USA si conclude senza accordi.
1987
8 dicembre: USA e URSS ratificano il trattato INF
(Intermediate Nuclear Forces) che prevede la rimozione dei missili a media gittata presenti in Europa
(SS20, Pershing, Cruise).
1988
8 febbraio: Gorbačëv annuncia il ritiro delle truppe
sovietiche dall’Afghanistan.
29 maggio-2 giugno: vertice tra Reagan e Gorbačëv
a Mosca.
1989
9 novembre: le frontiere di Berlino vengono aperte.
Crollo del muro di Berlino.
1990
3 ottobre: la Germania viene ufficialmente riunificata.
1991
1 luglio: scioglimento del Patto di Varsavia.
31 dicembre: dissoluzione dell’Unione Sovietica e
nascita della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI).
SEZIONE
ESPOSITIVA PRESSO
BASE TUONO
FOLGARIA
MISSILISTICA
7
8
MISSILI
A 1.543 m di quota, nel Comune di
Militare sono stati ripresi dalla giunta
Base Tuono
Folgaria (Trentino), la Base NATO
nell’autunno dello stesso anno,
passo Coe-monte Toraro fu una delle e i missili testimoni sostenuti dalla Fondazione Museo
dodici basi missilistiche dell’Aero- della Guerra Fredda storico del Trentino. I risultati hanno
nautica Militare dispiegate nel Nord
superato le attese perché è emersa
di Maurizio Struffi
Italia negli anni sessanta nell’ambito
la possibilità di riportare a Passo Coe
del sistema di difesa aerea NATO del
i missili e gli apparati di una delle tre
Sud-Europa. È stata operativa dal
sezioni di lancio di cui era compo1966 al 1977.
sta l’Area. Un programma
Facente capo al 66°
ambizioso che tuttavia,
Gruppo Intercettori Telegrazie al sostegno finanguidati del 7° Reparto di
ziario della Provincia autoVicenza, dipendente dalla
noma di Trento, ha preso
1a Aerobrigata, la base
corpo rapidamente.
secondo uno schema
Ora la zona appare tracomune a tutte era articosformata grazie a un
lata su tre aree. A Tonezza
ammirevole intervento di
del Cimone, in territorio
recupero ambientale. Un
vicentino, c’era l’Area
laghetto alpino e pendii
Comando e Logistica; sul
verdi hanno cancellato
monte Toraro (1.897 metri
ogni traccia di manufatti
di quota) nel comune di
e piazzali in rovina, ed ai
Arsiero (VI) c’era l’Area
margini, sulle prime penControllo; mentre a Passo
dici di monte Maggio,
Coe c’era l’Area di Lancio,
si stagliano le sagome
che occupava 16 ettari di pascolo nella zona di malga imponenti di tre missili Nike-Hercules in rampa di
Zonta, teatro dell’eccidio nazista del 12 agosto 1944. lancio di quella che, un tempo sezione Alpha, ora è
La malga fu abbattuta perché compresa nel perime- diventata Base Tuono, all’epoca nome in codice Nato
tro della base ed a poca distanza, nel 1962, fu edi- dell’intera Base. Oltre all’hangar della sezione in cui
ficato il Sacrario che ospita la commemorazione erano alloggiati i missili, l’unico manufatto rimasto
annuale.
è il corpo di guardia, in prossimità del bacino, che
Le dodici basi avrebbero dovuto contrastare even- diverrà il centro di accoglienza dei visitatori e di
tuali attacchi aerei da parte dei paesi del Patto di Var- gestione dell’intera zona.
savia. Il loro sistema d’arma era basato sul missile Base Tuono, unica in Europa
Nike-Hercules (superficie-aria) armato con testate Base Tuono, esposizione museale unica in Europa,
convenzionali e con testate nucleari. La Base NATO testimonia una pagina di storia.
di passo Coe-monte Toraro è stata dunque uno dei Vi sono esposti:
presidi difensivi propri di quel periodo storico che •tre missili Nike-Hercules ricollocati in posizione di
ha preso il nome di Guerra Fredda, il conflitto idelancio sulle loro rampe;
ologico, economico e politico tra l’Est e l’Ovest che •un missile “didattico” collocato sul binario nell’hanha segnato il secondo dopoguerra fino al crollo del
gar (l’A.M. lo usava per addestrare il personale);
muro di Berlino, nel 1989.
•tre carri elettronici, che ospitavano i computer cui
La conversione ad usi civili
spettava l’elaborazione dei dati inviati dai radar;
L’area della base Nato è stata riconsegnata al •quattro grandi apparati radar, dedicati all’intercettacomune di Folgaria oltre dieci anni dopo la chiuzione del nemico ed alla guida dei missili;
sura, ed è stata subito utilizzata come deposito e •la strumentazione per il lancio dei missili (nel
magazzino di attrezzature e materiali di ogni tipo,
bunker);
subendo un rapido e completo degrado. Nel 2009, •un missile Nike Ajax, precursore dell’Hercules;
nell’imminenza della trasformazione di gran parte •il generatore ed il gruppo di continuità che assicuradella ex base in un grande bacino per l’innevamento
vano energia alla sezione di lancio;
programmato (realizzato dalla società degli impianti •una “torre di guardia”, grande altana che presisciistici di Folgaria), l’amministrazione comunale ha
diava le sezioni di lancio abilitate alla presenza delle
ripreso con determinazione l’idea abbozzata vari
testate nucleari;
anni prima ma poi abbandonata, di riportarvi un mis- •pannelli illustrativi della Guerra Fredda, della dislosile a documentazione storica.
cazione dei missili in Italia, della sequenza di lancio,
I contatti con lo Stato Maggiore dell’Aeronautica
delle caratteristiche della Base.
il missile come deterrente
pu
del bbli
la cit
gu a a
err i t
a f emp
red i
da
A metà degli anni ’50, grazie agli stanziamenti per lo sviluppo di nuove armi (passati da qualche milione
di dollari, nel 1953, a oltre un miliardo nel 1957), nacque la forza balistica intercontinentale americana.
Venne così a crearsi una nuova forza strategica deterrente, basata su missili con capacità nucleare e
diverso raggio d’azione. Missili denominati rispettivamente SRBM-Short Range Ballistic Missile, con
gittata entro i 1.000 km; MRBM-Medium Range Ballistic Missile, gittata tra i 1.000 e i 3.000 km, con
capacità di lancio sia da postazione fissa che mobile; IRBM-Intermediate-Range Ballistic Missile, gittata
tra i 3.000 e i 5.500 km, e ICBM-Intercontinental Ballistic Missile quelli a lungo raggio, ossia con gittata
oltre i 6.000 km e con lancio esclusivamente da appositi siti fissi o da silos sotterranei.
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Immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista TIME
MISSILI
l’atlaS: primo missile
balistico intercontinentale
pu
del bbli
la cit
gu a a
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a f emp
red i
da
Nonostante uno sviluppo a dir poco travagliato,
il CONVAIR ATLAS fu, nel 1960, il primo missile
balistico intercontinentale a divenire operativo.
Ne furono costruiti circa 350 in varie versioni e
furono ritirati dal servizio nel 1965.
Il missile, a due stadi, era lungo – a seconda
delle versioni – tra i 23 e i 27 metri, pesava tra i
115.000 e i 120.000 kg e aveva una gittata di oltre 15.000 km.
Successivi sviluppi del missile portarono all’impiego dell’ATLAS come vettore di lancio per
le imprese spaziali, con successo superiore a
quello militare.
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MISSILI
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista NEWSWEEK
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1959 - rivista TIME
i missili balistici lanciati
da sottomarini
pu
del bbli
la cit
gu a a
err i t
a f emp
red i
da
Nei primi anni ’60 entrarono in servizio i primi missili SLBM-Submarine-Launched Ballistic Missile,
concepiti per essere lanciati sia da navi di superficie che da una nuova categoria di sommergibili.
Il primo fu l’SSM-N REGULUS, prodotto dalla
Vought che però, dopo pochi anni, fu sostituito
dall’UGM 27 POLARIS della Lockheed.
Quest’ultimo, perfezionato in varie versioni,
rimase operativo fino alla metà degli anni ’70.
Anche la Marina Militare italiana, nel corso
dei primi anni ’60, modificò l’incrociatore
lanciamissili “Giuseppe Garibaldi” e la “Vittorio Veneto” in funzione di tali armi, tuttavia i missili destinati all’Italia non vennero
mai consegnati.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista NEWSWEEK
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1963 - rivista TIME
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1956 - rivista TIME
MISSILI
il tHOr: primo missile
balistico
pu
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la cit
gu a a
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a f emp
red i
da
Sviluppato a metà degli anni ’50, il Douglas THOR è stato il primo dei missili balistici a medio raggio a
diventare operativo con l’USAF nel 1957 e il primo a essere consegnato alla RAF inglese, unica Forza
Aerea occidentale a dotarsene. I THOR furono ritirati nel 1963. A differenza del missile contemporaneo
pariclasse JUPITER, il THOR aveva dimensioni ridotte; la possibilità di trasportarlo sui velivoli cargo
dell’USAF ne consentiva inoltre un veloce posizionamento.
Lo JUPITER, costruito dalla Chrysler, fu fornito anche all’Italia, che ne dispiegò una trentina nel 1960
presso alcune basi decentrate in Puglia, assoggettate al comando della 36a Aerobrigata Interdizione
Strategica di Gioia del Colle. I missili furono ritirati dopo soli tre anni di attività.
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MISSILI
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1959 - rivista TIME
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1959 - rivista MISSILE & ROCKETS
In basso: immagine pubblicitaria anno 1958 - rivista SCIENTIFIC AMERICAN
il titaN: primo missile
strategico operativo
pu
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la cit
gu a a
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da
Con il Martin TITAN, nel 1959, l’USAF arrivò a disporre di un missile intercontinentale realmente
effettivo a lungo raggio, capace di portare testate nucleari. Ciò contribuì a far conseguire agli USA –
per alcuni anni – la superiorità sull’URSS nel campo strategico missilistico.
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Immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista TIME
MISSILI
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la cit
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il titaN oltre
l’atmosfera terrestre
Il TITAN aveva la caratteristica di essere lanciato
direttamente da un silos sotterraneo, evitando
così la lunga e delicata manovra di sollevamento
verticale, com’era invece necessario per gli altri
missili dell’epoca. La sua validità, oltre che dalla
consistente produzione (ne furono costruiti oltre
350 in varie versioni) e dalla lunga permanenza
in servizio (oltre quarant’anni), fu ulteriormente
ribadita dal successo come vettore di lancio
spaziale.
Infatti, grazie alla loro affidabilità e capacità di
carico variabile a seconda del tipo di utilizzo, i
missili TITAN potevano immettere in orbita fino
a venti tonnellate di materiale scientifico. Per
il loro lancio furono utilizzati i silos della base
militare di Vanderberg, in California.
Per la cronaca, l’ultimo lancio spaziale in cui è
stato utilizzato il vettore TITAN 4B risale al 19
ottobre 2005.
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MISSILI
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1962 - rivista SPACE DIGEST
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1962 - rivista WESTERN AVIATION
il miNutemaN: l’evoluzione
del missile strategico
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La famiglia dei missili MINUTEMAN rappresentò
l’estrema evoluzione del concetto di vettore
strategico a lungo raggio lanciato dal continente
americano. Operativo dal 1963, questo missile fu
continuamente aggiornato.
Attualmente l’USAF ne conta 500 circa, tutti della versione MINUTEMAN III, la più potente sia
come gittata che come potere distruttivo, potendo portare tre testate nucleari indipendenti
(MIRV-Multiple Independently targetable Reentry
Vehicles), in grado di colpire altrettanti obiettivi
simultaneamente.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1959 - rivista SCIENTIFIC AMERICAN
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1959 - rivista TIME
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1958 - rivista NEW YORKER
MISSILI
i missili nucleari lanciati
da rampa mobile
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Il Martin MGM-1 MATADOR fu il primo missile da
crociera nucleare guidato a corto raggio a entrare
in servizio con l’USAF (nel 1953).
L’SM-62 SNARK, della Northrop, fu invece un
missile a lungo raggio che divenne operativo nel
1958. Il missile poteva essere lanciato da rampe
mobili ma dopo soli due anni venne sostituito dai
missili ICBM-Intercontinental Ballistic Missile.
L’MGR-1 “HONEST JOHN”, lanciato da un autocarro appositamente modificato, è stato invece
il primo missile d’artiglieria tattico con capacità nucleare, o convenzionale, con gittata oscillante tra i 10 e i 50 km. Venne fornito a numerosi Paesi europei, tra cui l’Italia, che mise in
linea l’arma con la 3ª Brigata Missili dell’Esercito Italiano.
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MISSILI
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1957 - rivista FORTUNE
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1959 - rivista NEWSWEEK
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1958 - rivista FORTUNE
lo SKYbOlt: missile
balistico aviolanciato
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Sviluppato a partire dal 1960, il Douglas AGM-68 SKYBOLT è stato il primo rappresentante della nuova
classe di missili balistici aviolanciati ALBM-Air-Launched Ballistic Missile. Venne concepito per essere
utilizzato dai grandi bombardieri strategici come l’americano B-52 e l’inglese Avro Vulcan, tuttavia,
dopo una prima serie di lanci senza successo e in considerazione degli alti costi di sviluppo, nel 1962
l’intero programma venne cancellato. Ne erano stati costruiti 100.
Sia gli Stati Uniti che il Regno Unito preferirono concentrarsi sullo sviluppo del programma missilistico
Polaris il quale, grazie al fatto di essere lanciato da sottomarini in immersione, consentiva tra l’altro una
flessibilità e “furtività” d’impiego indiscutibilmente più elevata rispetto a un missile lanciato da un velivolo.
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In alto: immagine pubblicitaria anno 1962 - rivista TIME
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista FLIGHT
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista TIME
MISSILI
i missili da crociera
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Un missile da crociera (italianizzazione dell’inglese “cruise missile”), propulso da un motore per tutta
la durata del volo, a differenza di un missile balistico percorre una traiettoria guidata da un proprio
computer che ne controlla autonomamente la rotta.
Uno dei principali rappresentanti di questa categoria è il MDD TOMAHAWK, tutt’oggi operativo. Tuttavia,
pur potendo imbarcare una testata nucleare, grazie alla sua estrema precisione di guida asservita da
GPS, il TOMAHAWK – lanciato da navi della flotta americana – è utilizzato esclusivamente con testate
convenzionali. I recenti conflitti che hanno impegnato le forze NATO hanno infatti dimostrato l’efficacia e
la precisione di questi missili, utilizzati per colpire selettivamente bersagli particolarmente importanti.
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MISSILI
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1983 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1984 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
In basso: immagine pubblicitaria anno 1982 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
il ridimensionamento
del missile nucleare
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Verso la fine degli anni ’80, con il diminuire della tensione tra le due superpotenze, anche i costosissimi e
ambiziosi programmi missilistici nucleari subirono un
certo ridimensionamento. è nota la vicenda dei missili balistici PERSHING II, di gittata superiore ai 1.500
km, schierati per un breve periodo presso alcune basi
in Europa. Anche l’Italia venne interessata dal programma e, non senza numerose polemiche, un certo numero di PERSHING venne schierato a Comiso,
in Sicilia. Nel 1991 però, con il crollo dell’impero sovietico, l’importanza strategica della base venne
meno e i pochi missili presenti furono ritirati.
Progettato come arma stand-off (ossia utilizzabile senza entrare nel raggio d’azione della difesa antiaerea nemica) per i bombardieri strategici dell’USAF, l’AGM-69 SRAM è stato un missile
a testata nucleare con un raggio d’impiego di circa 200 km. Entrato in servizio nei primi anni ’70,
ha equipaggiato i bombardieri B-52, B-1B e FB111A della Forza Aerea americana e fu ritirato
negli anni ’90.
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In alto: articolo pubblicitario anno 1966 - rivista NEWSWEEK
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1973 - rivista TIME
MISSILI
l’avvento dei missili antiaerei
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Verso la fine degli anni ’50, nel panorama aeronautico iniziarono ad apparire i primi missili ariaaria lanciati dai velivoli da caccia. Ci si era infatti
resi conto come l’armamento basato su mitragliatrici e cannoni dei caccia dell’epoca fosse assolutamente insufficiente per contrastare le grandi
formazioni di bombardieri. Furono così messi a
punto missili a corto raggio a guida infrarossa
(a inseguimento del calore), a medio raggio radar-guidati oltre a complessi missili aria-aria nucleari come l’AIR-2 GENIE, con l’intento di compensare l’eventuale scarsa precisione dello stesso con la potenza dell’esplosione nucleare.
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MISSILI
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1950 - rivista FLYING
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1958 - rivista SPACE AERONAUTICS
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1955 - rivista PROCEEDINGS
i missili aria-aria americani
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L’armamento principale dei velivoli intercettori pilotati odierni è rappresentato da una combinazione
di missili aria-aria a corto raggio (tra gli 8 e i 20 km) e medio raggio (oltre i 20 km). Il missile a corto
raggio dispone di autoguida a sensore infrarosso IR-Infra Red a inseguimento del calore e tra questi
il miglior rappresentante è l’AIM-9 SIDEWINDER, missile entrato in servizio negli anni ’60 e declinato
poi in una serie di versioni sempre più perfezionate e precise, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Il missile a medio raggio consente invece di colpire il velivolo avversario oltre il raggio visivo del pilota.
Tra questi missili l’AIM-7 SPARROW a guida radar è stato sicuramente il più efficace, essendo stati
usati, con versioni sviluppate allo scopo, come missili antiaerei lanciati da terra e imbarcati su navi.
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In alto: articolo pubblicitario anno 1983 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1957 - rivista FORTUNE
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1982 - rivista PROCEEDINGS
MISSILI
i missili aria-aria europei
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Parallelamente all’industria americana, anche
l’Europa ha sviluppato propri sistemi missilistici
imbarcati su velivoli da caccia. La Francia, per
l’impiego sui velivoli di progettazione nazionale
Mirage, ha sviluppato il MATRA MAGIC R550 a
corto raggio e guida infrarosso e il MATRA R530
a medio raggio, il primo missile europeo di questa categoria progettato e divenuto operativo.
Il SELENIA ASPIDE è stato invece un valido missile a medio raggio costruito in Italia e rappresenta un’evoluzione dello SPARROW americano.
è stato impiegato sui caccia della difesa aerea
fino a qualche anno fa ed è tuttora utilizzato per
la difesa contraerea di aeroporti e di navi.
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MISSILI
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1980 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1978 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1976 - rivista INTERNATIONAL DEFENCE REVIEW
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i missili aria-suolo
A partire degli anni ’60, con l’avvento della tecnologia che consentiva un’efficace precisione di guida, iniziarono a essere impiegati armamenti missilistici aria-suolo guidati. L’AGM-12 BULLPUP,
della Martin, è stato il primo missile aria-superficie radio-guidato prodotto in larga scala e fu utilizzato durante la guerra del Vietnam.
Tuttavia, a causa della limitata efficienza del sistema di guida, le sue prestazioni non risultarono
particolarmente efficaci e fu poi sostituito da missili aria-suolo più perfezionati come il MAVERICK,
o specializzati come l’AGM-88 HARM (concepito
per la distruzione dei siti radar antiaerei) o ancora come il francese EXOCET, particolarmente efficace nel ruolo antinave.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista NEWSWEEK
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1983 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1983 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
MISSILI
i missili terra-aria
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Nel pieno della Guerra Fredda e con la possibilità di
un attacco di massa da parte dei bombardieri, oltre
agli intercettori pilotati furono sviluppati potenti missili lanciati da terra con raggio d’azione di decine di
km. Questi missili dovevano rappresentare il primo e
immediato baluardo difensivo a protezione dai bombardieri nemici, con tempistiche di lancio estremamente ridotte.
Il NIKE AJAX (MIN-3A), costruito in quasi 14.000 esemplari da un pool di aziende americane, risultò essere
il primo efficace sistema missilistico superficie-aria
teleguidato del mondo a entrare in servizio. Il missile
era armato con tre testate esplosive convenzionali a
frammentazione, installate nel “muso”, al centro e in
coda; aveva una portata di una cinquantina di km e
raggiungeva una velocità di Mach 2.3.
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MISSILI
In alto: immagine pubblicitaria anno 1956 - rivista NEWSWEEK
Sotto: foto di missili Nike Ajax-Hercules
l’aJaX in europa
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Le possibilità di difesa offerte dal sistema missilistico AJAX, guidato sul bersaglio da un complesso
sistema di apparecchiature di scoperta e guida, risultavano decisamente interessanti per la difesa
contro un ipotetico attacco di sorpresa del Patto
di Varsavia e per questo motivo numerose batterie di missili vennero fornite a nazioni della NATO
quali Francia, Germania Occidentale, Olanda,
Norvegia, Danimarca, Giappone e Turchia che le
impiegarono per lo più lungo i propri confini con
i paesi del Blocco Comunista.
Il sistema d’arma NIKE AJAX venne fornito anche alla nostra Aeronautica Militare andando
a equipaggiare 12 Squadriglie dei Gruppi Intercettori Teleguidati della 1ª Brigata Aerea
di Padova.
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In alto: immagine pubblicitaria anno 1956 - rivista NEWSWEEK
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista SPACE AERONAUTICS
MISSILI
il NiKe HerculeS
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Già prima dell’entrata in servizio dell’Ajax fu deciso di sviluppare un nuovo sistema di difesa missilistico che, pur utilizzando parte dei complessi sistemi di comando e guida dell’Ajax, risultasse più
flessibile, preciso e letale. Fu così sviluppato il sistema NIKE HERCULES, direttamente derivato
dall’Ajax ma con prestazioni generali migliorate e armabile anche con testata nucleare.
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MISSILI
Immagine pubblicitaria anno 1957 - rivista SPACE AERONAUTICS
l’impiego del NiKe HerculeS
con la NatO
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Il sistema NIKE HERCULES dimostrò di avere prestazioni veramente interessanti, soprattutto in
termini di gittata e di quota, al punto che contribuì a mettere in ombra l’imperante filosofia dei
grandi bombardieri pilotati stratosferici supersonici. Grazie poi a strutture di lancio composte
da rampe in acciaio profilato e sistemi di comando e scoperta mobili, il sistema dimostrò una –
seppur relativa e limitata – possibilità di movimento rispetto alle strutture fisse necessarie
per l’Ajax. In considerazione delle sue ottime
caratteristiche antiaeree, a partire dalla metà
degli anni ’60, il missile fu quindi fornito dagli
americani a tutti i Paesi della NATO, a Giappone,
Corea del Sud e Taiwan e costantemente aggiornato nella sua componente elettronica.
Gli ultimi missili furono ritirati dal servizio negli
USA nel 1974, mentre con le nazioni amiche il
missile si dimostrò molto più longevo rimanendo operativo fino agli anni 2000, trovando impiego, grazie alla sua flessibilità, anche come missile da contro-bersagli terrestri.
Anche l’Italia ne acquistò un certo numero, alcuni con capacità di lancio di testate nucleari,
che furono rischierati presso varie basi sparse
tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino, allo
scopo di creare uno scudo difensivo a protezione dei propri confini orientali.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1956 - rivista TIME
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1959 - rivista MISSILE & ROCKETS
MISSILI
Sabato 14 agosto 1986, siamo al
sponsabile dell’autenticazione degli
Blazing Skies
79° Gruppo I.T. di Zelo, in Polesine,
ordini e delle operazioni di appronsimulazione d’attacco
uno dei Gruppi armati con il sistema
tamento al lancio. Un servizio di viin una base Nike al
missilistico di difesa aerea Nike-Hergilanza armata era costantemente
cules, dotato anche di capacità nu- tempo della Guerra Fredda attivato per garantire la sicurezza sia
cleare. Un normale ed afoso sabato
del sistema d’arma che degli uomini
testimonianza di un
di vigilia del Ferragosto ai tempi delad esso preposti.
Comandante di squadriglia Il sistema di difesa locale era articola Guerra Fredda.
All’epoca le unità Nike dell’Aeronaulato su sentinelle, ronde, squadre
di Alberto Mario Carnevale
tica Militare contribuivano con turni
d’intervento tenute costantemente
di prontezza alla difesa dello spazio
armate e pronte ad entrare in azione
aereo del nord-est d’Italia, sotto il diretto comando in pochi minuti per garantire la sicurezza dei missili
della NATO. La “prontezza” consisteva nel mante- con testate nucleari presenti nei depositi della Base.
nere lo stato operativo del sistema d’arma in modo Un servizio di grande delicatezza che veniva svolto
tale da essere in grado di lanciare, entro 30 minuti dai nostri ottimi avieri di leva, congiuntamente con
dall’allarme, tre missili Hercules contro un potenzia- i militari professionisti dell’US Army Detachment
le attacco aereo portato di sorpresa dalle forze del presenti in Base. Torniamo al nostro sabato di metà
Patto di Varsavia.
agosto: il Capitano comandante la 79a Squadriglia,
La prontezza, nominativo in codice “November”, ve- sapendo che alle ore 12 la sua batteria avrebbe doniva svolta a rotazione con turni di 24 ore alternati a vuto iniziare il turno di prontezza November, si reca
turni di maggiore attesa dedicati all’addestramento nell’area operativa per un aggiornamento sulla sie alla manutenzione del sistema Nike. Praticamente, tuazione. L’ufficiale TCO di turno gli riferisce che si
un ciclo continuo di attività operative, addestrative stanno terminando i controlli del sistema e che, a
e tecniche che lasciava poco spazio a periodi di cal- meno di imprevisti guasti, alle dodici assumerà la
ma e che non teneva assolutamente conto dei giorni prontezza. Passano così le poche ore mancanti e il
di festa. Ma tutto il personale era ben consapevole Capitano viene informato che la prontezza è regolardell’importanza del compito assegnato, che aveva di mente assunta.
fatto assicurato la pace per lunghi anni, seppur in un Da questo momento la 79a Squadriglia, erede delcostante stato di tensione.
le glorie della 79a Squadriglia Caccia formatasi nel
In conseguenza a questo stato di cose, il Gruppo lontano 1917, è responsabile per le successive 24
Nike era sempre presidiato dalla squadra operativa ore della difesa aerea del suo settore di competenza
in turno di allarme, diretta da un ufficiale, il TCO, re- contro eventuali ed improvvisi attacchi da parte del
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MISSILI
Patto di Varsavia. Le ore passano veloci perché la squadra di
servizio è comunque chiamata alla routine giornaliera, che
vede alcune prove di integrazione nel sistema di difesa aerea
della NATO, controlli periodici
sugli apparati elettronici per
mantenere i parametri minimi
di efficienza, partecipazione ad
attività d’ingaggio simulate contro bersagli aerei “di opportunità”. In Area Lancio, dove sono
custoditi i missili, il sistema di
sorveglianza e difesa è sempre
attivo e tenuto costantemente all’erta mediante ispezioni ai
posti di guardia, briefing al personale, esercitazioni di pronto
intervento contro simulazioni di
intrusioni di sabotatori e attacchi
con aggressivi chimici. Insomma, il motore funziona
come al solito a pieni giri, come tutti i giorni, indipendentemente dal fatto che è la vigilia del Ferragosto.
Improvvisamente, verso le diciassette, l’afa pomeridiana è scossa da un battito di ali d’elicottero in
avvicinamento alla Base. Immediatamente si attiva
un piano di sicurezza previsto per questo evento. La
squadra antincendio e l’ambulanza raggiungono in
pochi secondi l’eliporto, dove si trova già dispiegata
una squadra di fucilieri perché “non si sa mai” chi
possa scendere dall’elicottero: siamo o no in Guerra
Fredda?
Dall’elicottero, ormai atterrato e riconosciuto, scende velocemente il team ispettivo della 1a Aerobrigata. Un nucleo di militari che hanno il compito di
verificare senza preavviso l’effettivo stato di prontezza della batteria Nike e la sicurezza della Base. Insomma, un “controllo qualità” vero e proprio. Il team
simula, perciò, che ci sia un attacco aereo in corso
e mette in allarme la batteria
con l’ordine, per noi fatidico, di
BLAZING SKIES.
Da questo momento parte il
conteggio dei 30 minuti a disposizione per il lancio simulato. Il
TCO dopo aver svolto le previste procedure di autenticazione
degli ordini, allerta la squadra
operativa in turno ed appronta
il sistema d’arma. Al termine,
dopo il lancio simulato, il team
verifica che gli apparati elettronici rispondano ai requisiti minimi previsti dalla prontezza. Il
Capitano, subito informato di
ciò che sta avvenendo in Base,
ha raggiunto nel frattempo l’area operativa. È con la famiglia,
ma sa che in qualsiasi momento, giorno e notte (a parte i periodi di licenza), è suo dovere raggiungere la Base
in meno di 40 minuti perché anche questo è Guerra
Fredda. Ma lo ha fatto con tranquillità, consapevole
che la squadra di turno è perfettamente addestrata
e che gli apparati sono costantemente tenuti sotto
controllo nel pieno rispetto dei requisiti. Una tranquilla normalità.
Al termine delle verifiche, il capo del team, un ufficiale superiore del Comando 1a Aerobrigata, rilascia
al TCO un circostanziato rapporto che attesta l’arrivo
del Capitano nei limiti di tempo, il pieno rispetto dei
requisiti della prontezza operativa e del servizio di
vigilanza e difesa della Base.
Risalito in elicottero, il team lascia la Base con i suoi
membri soddisfatti sia di aver compiuto il loro dovere di verifica, ma anche di aver riscontrato che la
difesa dello spazio aereo era assicurata al meglio.
Anche per quel giorno, il Patto di Varsavia avrebbe
avuto vita difficile.
Il Generale di Brigata Alberto Mario Carnevale, nato a Viterbo nel 1950, è entrato in Accademia Aeronautica nel 1970. Al termine del ciclo formativo è stato qualificato sul sistema Nike-Hercules. Ha prestato
servizio nel 67° Gruppo “Intercettori Teleguidati” di Monte Calvarina, nel 79° Gruppo I.T. di Zelo e nel 72°
Gruppo I.T. di Bovolone. In questi reparti ha avuto responsabilità di impiego, controllo e addestramento
di testate nucleari montate sui missili antiaerei.
È stato in servizio anche presso il Comando della 5a Forza Aerotattica della NATO (5a ATAF) ed il Comando
Operativo delle Forze Aeree dell’Aeronautica con incarichi attinenti alla Difesa Aerea nel settore dei missili anti-aerei, ricevendo la qualifica di valutatore tattico della NATO. Ha partecipato alle operazioni aeree
NATO sui Balcani e sul Kosovo.
Laureato in Scienze Aeronautiche, è qualificato Capo Controllore della Difesa Aerea di terzo livello.
Dall’aprile 2010 ha lasciato il servizio attivo per raggiunti limiti di età transitando in posizione di “ausiliaria”. Attualmente collabora allo sviluppo di Base Tuono, mettendo a disposizione le proprie conoscenze
tecniche e operative.
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MISSILI
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SEZIONE
ESPOSITIVA PRESSO
il MUSEO
CAPRONI
VELIVOLIstica
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velivoli
Fondato nel 1927 da Gianni Caproni e
faticose tappe della nuova invenMuseo
dalla moglie Timina Guasti, il Museo
zione rimangano sempre vive nella
dell’Aeronautica memoria dei posteri”. Nel 1934 si
dell’Aeronautica Gianni Caproni raccoglie ed espone una collezione di
tenne al Palazzo dell’Arte a Milano
Gianni Caproni
aeromobili storici originali di rilievo
l’Esposizione dell’Aeronautica Itala storia e l’avventura
mondiale. Aperto a Trento nel 1992
liana, spettacolare rassegna di oltre
del volo nel più antico
e successivamente inserito nella rete
vent’anni di evoluzione aeronautica
dei musei scientifici facenti capo
in Italia, progettata e allestita sotto
museo aeronautico
al Museo delle Scienze, il Museo
la guida di alcuni fra i più talentuosi
al mondo
dell’Ae­ronautica Gianni Caproni opeartisti del momento, e premiata da
di Neva Capra
ra per promuovere la diffusione della
un enorme successo di pubblico.
cultura storica e aeronautica presso
Gianni Caproni vi espose importanti
tutte le fasce di pubblico. L’impegno di divulgazione cimeli del Museo come il biplano Ca.6, il monopladel Museo si esplica attraverso mostre temporanee no Ca.18 e il bombardiere biplano Ca.36. Dalla riuinterattive, esposizioni permanenti, l’editoria storica scita dell’Esposizione nacque l’ipotesi di costituire
e scientifica, attività educative per le scuole e propo- proprio a Milano un Museo Nazionale Aeronautico,
ste di animazione culturale per il pubblico.
ma la sua mancata realizzazione fece sì che il Museo
Ai velivoli in esposizione si affiancano cimeli stori- Caproni rimanesse per diversi decenni l’unica realtà
ci, documenti e oggetti personali che concorrono a in Italia impegnata nella raccolta, conservazione ed
tramandare la memoria e le gesta di molte fra le più esposizione di reperti di storia aeronautica. Nel fratimportanti figure di pionieri, progettisti, costruttori e tempo, sul finire degli anni trenta, il Museo trovò il
aviatori della storia aeronautica nazionale. Il Museo suo primo allestimento aperto al pubblico in un cacustodisce importanti collezioni di motori, strumen- pannone delle officine di Taliedo. Durante la Secontazioni di bordo ed equipaggiamenti in dotazione a da guerra mondiale fu attuato il decentramento dei
velivoli e piloti lungo tutto il Novecento e innume- materiali più delicati, ma il patrimonio museale subì
revoli testimonianze materiali della pluridecennale ugualmente importanti perdite. Nel dopoguerra gli
attività delle officine Caproni.
aeroplani rimasero depositati a Venegono SuperioIl Museo racconta inoltre le storie dei pionieri dell’a- re, mentre tutta la parte documentaria fu conservata
viazione, nei primi anni del Novecento, e quelle di a Roma. Negli anni sessanta gli aeroplani sopravvispiloti e apparecchi utilizzati durante gli anni della suti alla guerra, cui nel frattempo si erano aggiunte
Grande Guerra. La narrazione prosegue attraverso i importanti acquisizioni, furono nuovamente esposti
cimeli e i protagonisti della riconversione industria- al pubblico all’interno delle officine di Vizzola. L’aple, nell’immediato dopoguerra: dalla nascita del tra- prodo del Museo all’attuale sede deriva da un accorsporto passeggeri in Italia, nei primi anni venti, per do siglato nel 1988, con cui la famiglia Caproni – a
arrivare agli aeroplani della Regia Aeronautica, du- seguito della chiusura delle Aziende e, conseguenterante la Seconda guerra mondiale.
mente, del Museo di Vizzola – affidò la collezione in
comodato alla Provincia autonoma di Trento affinché
La storia del Museo
Sin dai suoi primi anni di attività, Caproni decise l’ac- la esponesse in una nuova struttura museale intitocantonamento all’interno delle officine di Vizzola e lata al grande pioniere dell’aviazione trentino. Il MuTaliedo di alcuni fra i suoi aerei più importanti, anzi- seo dell’Aeronautica Gianni Caproni, nella sua nuova
ché procedere alla loro dismissione e al riutilizzo dei sede presso l’aeroporto di Trento, aprì al pubblico il
3 ottobre 1992.
materiali per altre costruzioni.
Nel 1927, grazie alla moglie Timina Guasti, questa Nel 2012, in occasione del ventesimo anniversario
scelta maturò nella fondazione del Museo: il più anti- dalla riapertura del Museo a Trento, la Provincia auco esempio di museo aziendale nazionale e al tempo tonoma di Trento ha concluso un accordo con la
stesso la più antica istituzione aeronautica al mondo. famiglia Caproni per l’acquisto della Collezione “CaPersonaggio di raffinata cultura, Timina Caproni af- proni”, divenuta così patrimonio pubblico non più
fiancò agli aeroplani le prime raccolte di documenti, alienabile.
libri, immagini e cimeli.
Cenni biografici e breve storia delle aziende Caproni
Nel 1931, nella prefazione al volume “Francesco Giovanni Battista Caproni nacque a Massone di Arco
Zambeccari aeronauta”, descrisse così la missione il 3 luglio 1886, da Giuseppe, geometra e agrimendel Museo: “L’ingegno e l’attività umana non hanno sore, e da Paolina Maini. Compiuta l’istruzione elelimiti, e la vittoria d’oggi, per gli ardimenti di un nuo- mentare, il giovane Gianni frequentò la Scuola Reale
vo aviatore, si trasforma domani in ricordo storico. Elisabettina di Rovereto, per poi iscriversi al PolitecÈ ufficio quindi del Museo curare la ricerca di libri, nico di Monaco di Baviera dove nel 1907 si laureò in
stampe, disegni, medaglie, modelli, e di quanto si ingegneria civile. L’anno seguente si trasferì a Liegi,
riferisca a queste successive conquiste, perché le dove conseguì la specializzazione in ingegneria elet-
trotecnica: è in questo periodo, anche grazie all’incontro con l’ingegnere franco-rumeno Henri Coanda,
che Caproni compì i primi studi ed esperimenti sul
volo. Rientrato ad Arco nel 1909, iniziò la costruzione
del suo primo biplano, con l’aiuto del fratello Federico e di alcuni artigiani del luogo. Questo prototipo,
in seguito battezzato Ca.1, volò per la prima volta il
27 maggio 1910, presso la Cascina Malpensa, nella
brughiera di Somma Lombardo.
Dopo il trasferimento dell’attività nella vicina Vizzola
Ticino, alla fine del 1910, iniziò per Caproni un triennio di serie difficoltà economiche che imposero diverse modifiche della ragione sociale dell’azienda e
infine, nel 1913, la vendita delle officine allo Stato.
Tuttavia, l’attività di questi primi anni fu caratterizzata da uno straordinario fervore di costruzioni e dalla
transizione dalla formula biplana a quella monoplana. Restano, a testimonianza di questo periodo, il
biplano Ca.6 e il monoplano Ca.9, entrambi esposti
presso il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni.
Nel biennio 1913-14, Caproni portò a termine i progetti per un bombardiere strategico biplano trimotore, che sembrava tradurre nella realtà le altrettanto
preveggenti dottrine sul dominio aereo formulate
negli stessi anni da Giulio Douhet, allora Comandante del Battaglione Aviatori. Le commesse militari
giunte per la costruzione di mezzi come questo, a
partire dall’ingresso dell’Italia in guerra nel 1915, richiesero l’ampliamento delle officine di Vizzola e la
costruzione di quelle di Taliedo, presso Milano. Ne
derivò una massiccia fornitura di bombardieri biplani
e triplani che, con il progredire degli eventi bellici,
orientò sempre più l’utilizzo del mezzo aereo in senso strategico, influendo in misura significativa sull’esito del conflitto per l’Italia.
La fine della Grande Guerra impose la riconversione
della produzione bellica per impieghi civili, in particolare, orientandola al trasporto passeggeri: fra gli
esiti più originali in questo ambito, merita senz’altro una citazione il gigantesco e profetico progetto
del Ca.60 “Transaereo”, concepito per collegare le
due sponde dell’oceano. Il Museo dell’Aeronautica
Gianni Caproni conserva gli unici pezzi giunti fino a
noi del gigantesco prototipo destinato a trasportare
cento passeggeri seduti. Gli anni venti segnarono la
ripresa dell’Azienda, grazie a nuove commesse statali, e il passaggio dalle strutture in legno a quelle in
tubi saldati. Furono gli anni in cui Caproni avviò un
sistema di produzione e distribuzione che dall’Italia
si allargava a diverse filiali estere, fra cui quelle negli
Stati Uniti e in Bulgaria. L’azienda si trasformò così
in quel “gruppo Caproni” di cui sarebbero entrati a
far parte, negli anni trenta, marchi gloriosi come la
“Isotta Fraschini”, le “Officine Meccaniche Italiane
Reggiane” e i “Cantieri Aeronautici Bergamaschi”,
arrivando a contare diverse decine di migliaia di dipendenti. L’enorme produzione di aeroplani Caproni
di quel periodo spaziò dai giganteschi bombardieri
(quale il Ca.90) e dai mezzi da trasporto, appoggio
e soccorso sanitario fino ai piccoli aeroplani da turismo e addestramento dei quali il Ca.100 è senz’altro
il più famoso: uno splendido “Caproncino” idrovolante è oggi esposto all’ingresso della sala espositiva
del Museo di Trento.
Vanno poi ricordati i molteplici interventi promossi
dall’industriale trentino a sostegno dell’economia
nella sua terra natale, come il grande stabilimento
aeronautico sorto a Gardolo alla fine degli anni trenta e la sua succursale di Arco, dove Caproni aveva
aperto negli anni precedenti una scuola per operai
meccanici e un calzaturificio. L’entrata dell’Italia nella Seconda guerra mondiale, alla quale Caproni fu
nettamente avverso, costrinse a un importante accrescimento dell’attività a scopi bellici. Si ebbero
allora ulteriori esempi dell’eccellenza della produzione aeronautica del gruppo, una fra tutti la serie
di caccia nati dalle “Officine Reggiane”, dei quali
sopravvivono oggi pochissimi esemplari. Il Museo
dell’Aeronautica Gianni Caproni conserva l’unico
caccia Reggiane RE.2000 (in prestito da Aeronautica
Militare) ed espone la parte posteriore della fusoliera
di un Reggiane RE.2005, unico frammento rimasto
al mondo del famoso “Sagittario”. La guerra vide la
distruzione sotto i bombardamenti alleati di diversi
stabilimenti e, dopo l’armistizio del 1943, le requisizioni delle truppe tedesche, cui Caproni cercò in
ogni modo di opporsi difendendo maestranze e impianti dalla deportazione. Nonostante questi meritori
sforzi, il gruppo industriale non poté più risollevarsi
dalle macerie del conflitto. Nel 1946, Gianni Caproni
uscì pienamente assolto da una denuncia per collaborazionismo, ma le conseguenze del procedimento
interferirono negativamente sulla riconversione del
sistema produttivo. Benché i progetti intrapresi fossero contraddistinti dalle consuete caratteristiche di
tenuta qualitativa e di anticipo sui tempi, come dimostrano i casi dell’aerotaxi Ca.193 o del Caproni
Trento F.5 (entrambi esposti oggi presso il Museo),
il gruppo fu progressivamente avviato a un drastico
ridimensionamento, terminato con la cessione dello stabilimento di Trento nel 1955. Non mancarono
comunque le ultime luminose affermazioni, come la
moto “Capriolo”, prodotta negli stabilimenti trentini,
che conquistò importanti successi sportivi in Italia
e all’estero. Il fondatore e protagonista di questa
epopea industriale morì a Roma il 27 ottobre 1957,
appena tre mesi dopo aver ricevuto dal Presidente
Dwight Heisenhower il riconoscimento della “American Aeronautical Society”. Il Caproni-Vizzola C22J,
bireattore per addestramento, oggi esposto in Museo, rappresenta l’ultima testimonianza della parabola dell’imponente apparato industriale creato da
Gianni Caproni e terminato nel 1983, con la concentrazione nella “Giovanni Agusta”.
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velivoli
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I primi aviogetti
Nel 1943 iniziarono a volare i primi prototipi di
aviogetti e alcuni di questi, come il tedesco Messerschmitt ME 262 e il britannico Gloster Meteor,
riuscirono anche a prendere parte agli ultimi combattimenti della Seconda guerra mondiale, dimostrando la netta superiorità del nuovo sistema propulsivo sull’elica. Contemporaneo del Meteor fu il
De Havilland Vampire, che riscosse un grandissimo successo nel dopoguerra – con oltre 3.200 velivoli prodotti – e fu esportato in quasi una trentina di nazioni, tra cui anche l’Italia.
Quasi contemporaneo dei velivoli inglesi, il
Lockheed F-94 Starfire era invece un caccia intercettore biposto impiegato anche in Corea,
dove ottenne la prima vittoria notturna in un
combattimento tra aviogetti, contro un MiG-15.
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velivoli
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1947 - rivista THE AEROPLANE
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1954 - rivista AERONAUTICS
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1952 - rivista AMERICAN AVIATION
La Guerra di Corea
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Uno dei momenti principali della Guerra Fredda fu sicuramente la Guerra di Corea, scoppiata nel 1950
a seguito dell’invasione della Corea del Sud da parte dell’esercito nordcoreano. L’invasione determinò
una risposta dell’ONU, che diede mandato agli Stati Uniti, affiancati poi da altri 17 paesi, ad un intervento militare per liberare il paese occupato. Questo conflitto segnò definitivamente il tramonto del
velivolo a pistoni, sostituito progressivamente da aviogetti come il Grumman F-9F Panther ad ala diritta e quindi dal Cougar ad ala a freccia della US NAVY, mentre l’USAF mise in servizio il F-80 Shooting Star e l’F-84G Thunderjet, che proprio con l’attività bellica del conflitto coreano ottenne consensi
come uno dei migliori cacciabombardieri del dopoguerra. Il Thunderjet equipaggiò inoltre numerose
aviazioni amiche, tra le quali anche l’Aeronautica Militare italiana, che ne ricevette oltre 250.
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In alto: immagine pubblicitaria anno 1953 - rivista NEWSWEEK
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1952 - rivista FLYING
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1951 - rivista LIFE
velivoli
I caccia della “serie 80”
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L’F-86 Sabre scrisse la pagina di storia che lo ha
reso immortale proprio nel corso del conflitto coreano, dove fu inviato in gran fretta, per controbattere la superiorità dei MiG-15.
Velivolo da caccia puro, il Sabre aveva tutti i requisiti desiderati da un pilota di caccia: potenza, manovrabilità e affidabilità. Ne furono costruiti quasi
10.000 esemplari, appartenenti a varie serie.
L’Aeronautica Militare adottò sia l’F-86E Sabre sia
il successivo l’F-86K, che si differenziava dalla
versione originale americana radar-equipaggiata
F-86D per avere l’armamento composto da quattro cannoni. L’alter ego del Sabre, per l’attacco al
suolo, fu l’F-84F Thunderstreak, costruito poi anche come RF-84F Thunderflash per la ricognizione. Il Thunderstreak fu il primo velivolo capace di
lanciare armamento nucleare a entrare in servizio
con le nazioni della NATO.
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velivoli
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1952 - rivista TIME
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1955 - rivista AMERICAN AVIATION
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1955 - rivista TIME
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La “Century series”
Con il termine “Century series” (“serie 100”) viene
identificata una serie di velivoli da caccia americani
operativi dopo la metà degli anni ’50. Il primo di questi velivoli a entrare in servizio fu l’F-100 Super Sabre,
impiegato principalmente per l’attacco al suolo e lo
strike nucleare.
Per la difesa aerea la Convair sviluppò in quegli anni
l’F-102 Delta Dagger, primo intercettore supersonico
ad entrare in servizio, e il successivo F-106 Delta Dart,
che venne impiegato fino alla metà degli anni ’80.
Altri velivoli del periodo furono il McDonnell Douglas F-101 Voodoo, usato come caccia intercettore
a lungo raggio e come velivolo da ricognizione durante il conflitto del Vietnam, e il Republic F-105
Thunderchief, poderoso bombardiere tattico nucleare che fu convertito, durante il conflitto del
Vietnam, alla missione di attacco al suolo convenzionale.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1953 - rivista BUSINESS WEEK
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1955 - rivista NEWSWEEK
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista NEWSWEEK
velivoli
Il “Cacciatore di Stelle”
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Conosciuto anche come “missile con un uomo dentro” per via della sua forma affusolata, fu disegnato
nei primi anni ’50. L’F-104 Starfighter, introdotto in servizio dall’USAF nel 1958, presentava eccezionali doti di velocità e ascensione, indispensabili
per riuscire ad abbattere nel minor tempo possibile eventuali bombardieri che fossero riusciti a passare le maglie delle difese missilistiche a lungo
raggio. Non è quindi un caso che lo Starfighter sia
stato il primo caccia operativo a superare agevolmente Mach 2 e a conquistare numerosi record di
velocità e altitudine. Lo Starfighter riuscì inoltre
a superare simultaneamente i record del mondo
di velocità, altitudine e tempo di salita. Stati Uniti
e altre nazioni appartenenti alla NATO ne ricevettero oltre 2.500 esemplari; anche l’Aeronautica
Militare italiana se ne dotò e li tenne in servizio
operativo fino al 2005.
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velivoli
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1959 - rivista NEWSWEEK
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1963 - rivista NEWSWEEK
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1962 - rivista NEWSWEEK
I grandi bombardieri
strategici americani
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Negli anni ’50, la principale forza di deterrenza dell’Occidente era rappresentata dai grandi bombardieri
strategici, capaci di portare armamento nucleare
fino all’interno del territorio sovietico.
Nel dopoguerra i quadrimotori a pistoni Boeing
B-29, usati per lo sgancio delle bombe di Hiroshima
e Nagasaki, vennero ben presto sostituiti da velivoli
molto più grandi e complessi come il Boeing B-36,
il più grande aereo da bombardamento mai usato,
con oltre 70 metri di apertura alare, caratterizzato dalla propulsione mista a pistoni e turbogetti.
Con l’avanzamento del progresso tecnologico, il
B-36 venne ben presto reso obsoleto dall’apparizione dei nuovi jet da caccia e furono pertanto
sviluppati nuovi bombardieri – come i Boeing
B-47 e B-52 – propulsi esclusivamente da turbogetti.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1950 - rivista FLYING
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1948 - rivista TIME
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1956 - rivista TIME
velivoli
Boeing-B-52 e Convair B-58
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Vera e propria icona della Guerra Fredda, il Boeing
B-52 Stratofortress fu senza dubbio il più importante bombardiere costruito negli Stati Uniti dal
dopoguerra, capace di portare a oltre 10.000 km
di distanza un carico bellico di quasi 30.000 kg, a
una velocità superiore ai 600 km/h.
A distanza di oltre cinquant’anni dal suo primo volo, rappresenta ancora oggi il principale bombardiere a lungo raggio dell’arsenale dell’aviazione
americana.
La ricerca della massima velocità per i bombardieri si concretizzò invece verso la fine degli anni
’50 con il Convair B-58 Hustler, primo bombardiere supersonico turbogetto a diventare operativo e
primo velivolo capace di volare a Mach 2 con un
carico di testate nucleari.
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velivoli
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1955 - rivista AVIATION WEEK
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1959 - rivista NEWSWEEK
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1956 - rivista TIME
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L’Avro Vulcan:
bellezza e potenza
Anche la Gran Bretagna sviluppò una propria schiera di bombardieri strategici nucleari, progettando la
serie dei “V bombers”. Con tale termine si identificano tre velivoli: il Vickers Valiant, l’Avro Vulcan e
l’Handley Page Victor, entrati in servizio fra il 1955
e il 1956. A seguito di problemi strutturali, il Valiant
fu presto ritirato dal servizio mentre sia il Vulcan
che il Victor ebbero una lunga carriera con la RAF
(Royal Air Force). Il canto del cigno del Vulcan fu
rappresentato dalle missioni di bombardamento
eseguite durante il conflitto delle isole Falkland
nel 1982, mentre alcuni Vulcan, convertiti in aerei cisterna, presero parte alla prima guerra del
Golfo, nel 1991.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1952 - rivista FLIGHT
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1961 - rivista THE AEROPLANE
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1961 - rivista FLIYNG REVIEW
velivoli
I bombardieri della Regina
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La Royal Air Force sviluppò nel dopoguerra una propria forza tattica di attacco convenzionale e nucleare. Uno dei più celebri velivoli costruiti fu il Canberra della ditta English Electric, in servizio dal 1951
e prodotto in numerose versioni. Questo fortunato
velivolo ebbe una lunghissima carriera con la RAF
e fu ritirato solamente nel 2006. Fu inoltre costruito su licenza anche negli Stati Uniti, a conferma
della sua effettiva validità.
Un altro velivolo da attacco estremamente valido fu
il Blackburn Buccaneer, concepito nei primi anni ’60
come velivolo da attacco ognitempo imbarcato, ma
utilizzato con profitto dalla RAF anche come velivolo
incursore a bassa quota, fino a metà degli anni ’90.
Componente fondamentale della forza d’attacco
della RAF fu l’Handley Page Victor che, sviluppato come bombardiere nucleare strategico della “V
bombers force”, fu trasformato in velivolo cisterna
dopo la cessazione delle missioni nucleari.
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velivoli
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1951 - rivista FLIGHT
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista FLYING REVIEW
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1953 - rivista THE AEROPLANE
I grandi caccia inglesi
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Circa 400 Gloster Javelin servirono negli anni ’60
con la RAF nel ruolo di caccia intercettore ognitempo, armati con missili Firestreak. La necessità
di imbarcare un radar di grandi dimensioni portò
alla progettazione di un poderoso velivolo biposto
propulso da due turbogetti di costruzione nazionale e caratterizzato dall’ala a delta e dall’ampio
impennaggio a T.
Inizialmente concepito come velivolo da caccia,
l’Hawker Hunter si dimostrò invece un validissimo velivolo da attacco al suolo, utilizzato da
numerose nazioni europee e reso famoso, per
le sue qualità, da pattuglie acrobatiche inglesi
ed europee.
Sicuramente poco convenzionale, con i suoi due
motori sovrapposti, l’English Electric Lightning
si dimostrò un eccellente velivolo da caccia, con
ottime prestazioni di salita e velocità unite a una
buona maneggevolezza e relativa facilità di pilotaggio.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1956 - rivista FLIGHT
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1957 - rivista FLIGHT
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1959 - rivista FLYING REVIEW
velivoli
Lo sviluppo dell’aviazione navale
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La Seconda guerra mondiale consacrò l’importanza
dell’aviazione imbarcata e nel dopoguerra furono riprogettati i ponti di volo delle portaerei in modo da consentire le operazioni dei caccia a reazione.
Uno dei primi aviogetti americani imbarcati fu il Grumman F-9F Panther, che rappresentò il passaggio dai grossi caccia a pistoni ai nuovi jet e che ebbe il suo battesimo
del fuoco nel corso del conflitto coreano.
Quasi contemporaneo fu l’Hawker Sea Hawk, primo caccia a reazione britannico di successo tra quelli specificatamente progettati per l’impiego imbarcato. Il velivolo
fu impiegato nelle missioni di attacco al suolo nel corso
della guerra arabo-israeliana del 1956, partendo dalle
portaerei inglesi Albion, Bulwark ed Eagle.
Progettato come velivolo da caccia ognitempo per la Royal
Air Force e la Royal Navy, il De Havilland Sea Vixen fu impiegato solamente da quest’ultima, poiché la prima gli
preferì il Gloster Javelin.
Disegnato sull’esperienza base del DH 100 Vampire, di
cui vagamente conservava l’impostazione, il Sea Vixen
era equipaggiato con un potente radar e con missili
aria-aria, con il compito di assicurare la difesa della
flotta britannica operando dai ponti delle portaerei
inglesi.
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velivoli
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1950 - rivista FLYING
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1958 - rivista THE AEROPLANE
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1951 - rivista FLIGHT
La potenza delle
portaerei americane
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Le dimensioni delle portaerei americane aumentarono moltissimo nel
giro di pochi anni, in concomitanza
con l’introduzione di aeroplani sempre più potenti e dalle dimensioni
ragguardevoli. La difesa della flotta
fu così affidata a velivoli altamente
specializzati quali il Grumman F-11
Tiger, primo caccia supersonico a
operare dalle portaerei della US
NAVY, ancora oggi ricordato soprattutto per le esibizioni della pattuglia
acrobatica dei Blue Angels che volò con il Tiger dal 1957 al 1969. Un altro velivolo supersonico concepito per la difesa della flotta americana fu il Vought F-8 Crusader, utilizzato dai ponti delle portaerei
come caccia ma anche per l’attacco al suolo, come avvenuto durante il conflitto vietnamita.
Di dimensioni ridotte ma con possibilità di carico bellico elevate, il Douglas A-4 Skyhawk è tuttora in servizio
sia per l’attacco che per l’addestramento avanzato presso alcune forze aeree nel mondo. Lo Skyhawk, che
poteva anche essere caricato con una bomba nucleare tattica, fu estesamente impiegato durante la guerra
del Vietnam operando dai ponti di volo delle portaerei americane incrocianti nel Golfo del Tonchino.
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In alto: articolo pubblicitario anno 1957 - rivista NEWSWEEK
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1959 - rivista FLYING
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1957 - rivista FLYING
velivoli
Il crogiolo del Vietnam
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La seconda metà degli anni ’60 fu, purtroppo, caratterizzata dal conflitto del Vietnam, nel corso del quale un ruolo fondamentale lo ebbe il Republic F-105 Thunderchief,
velivolo della “Century series”, inizialmente progettato
per l’attacco nucleare in profondità in territorio nemico,
a velocità supersonica e bassa quota.
Per dare un’idea della gravosità dell’impegno portato
dagli F-105 nel conflitto del Vietnam, quasi la metà degli
oltre 800 costruiti furono persi nel corso delle operazioni di guerra.
Il conflitto vietnamita mise in rilievo anche le eccellenti
qualità di un velivolo biposto bireattore, disegnato come
velivolo da caccia per la US NAVY ma successivamente rivelatosi uno dei migliori velivoli da combattimento mai usati dall’USAF. Si tratta del McDonnell Douglas
F-4 Phantom, prodotto in oltre 5.100 esemplari e ancora
oggi in servizio con numerose forze aeree. Il Phantom
fu utilizzato per una incredibile diversità di missioni, dimostrandosi sempre un eccellente velivolo per la difesa
aerea, per la ricognizione tattica e per l’attacco al suolo
e dei siti antiaerei. Il Phantom fu inoltre utilizzato dalle
pattuglie acrobatiche dei Thunderbirds dell’USAF e dei
Blue Angels della US NAVY.
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velivoli
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista NEWSWEEK
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1962 - rivista SPACE DIGEST
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1966 - rivista FLYING REVIEW
I nuovi velivoli da attacco
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A metà degli anni ’50 la Northrop avviò il progetto di
un nuovo caccia multiruolo. Tali studi si concretizzarono nell’F-5 Tiger, velivolo bimotore, semplice ma
efficace, per missioni di attacco e di difesa aerea. Le
sue buone prestazioni, unite a un relativamente basso prezzo d’acquisto, lo resero interessante sia per
l’USAF che per numerose forze aeree estere, presso
le quali trovò la sua maggior fortuna.
Sempre pensato per l’attacco al suolo, l’Hawker Siddeley Harrier fu sviluppato dall’industria inglese per
fornire un velivolo che, grazie alle sue capacità di decollo e atterraggio verticale, potesse operare a ridosso del fronte di combattimento.
Progettato nei primi anni ’70 come velivolo caccia-carri, il Fairchild-Republic A-10 Thunderbolt fu disegnato
attorno al cannone GAU-8 Avenger da 30 mm. Con il diminuire della minaccia rappresentata dalle ipotetiche
formazioni di carri armati nemici avanzanti sui campi
di battaglia, l’A-10, grazie alle sue capacità di carico e
robustezza strutturale, dimostrò più volte la sua efficacia come velivolo d’attacco e oggi è considerato uno
dei migliori della sua categoria, indispensabile strumento a supporto delle forze d’attacco americane.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1976 - rivista INTERAVIA
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1975 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1977 - rivista INTERNATIONAL DEFENCE REVIEW
velivoli
La difesa della flotta
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Dopo il fallimento del programma F-111B,
la Grumman, in risposta al requisito della US NAVY per un caccia da superiorità
aerea a lungo raggio imbarcato, presentò l’F-14 Tomcat che entrò in servizio nel
1974, al termine del conflitto vietnamita
e che fu per oltre trent’anni il principale
velivolo da caccia da superiorità aerea e
intercettore per la difesa della flotta. Negli anni ’80 divenne inoltre il sistema di
ricognizione tattico primario della Marina Militare americana, mentre negli anni
’90 ebbe modo di farsi valere anche come
aereo da attacco al suolo. Velivolo d’attacco imbarcato per eccellenza, il McDonnell Douglas F/A-18
Hornet è uno degli aerei più versatili tra quelli attualmente in servizio. Lo dimostra il fatto che, con la
scomparsa dai ponti di volo del Tomcat e del Prowler, tutte le missioni richieste dalla US NAVY sono
oggi eseguite da Hornet con i Gruppi Aerei Imbarcati americani diventati monovelivolo. Inoltre, grazie all’avanzata avionica, l’Hornet è in grado di effettuare nel corso dello stesso volo missioni di tipo
diverso, offrendo un’incredibile flessibilità operativa che, unita a un’eccellente affidabilità e semplice
manutenzione, lo rende il velivolo ideale per le operazioni imbarcate.
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velivoli
In alto: immagine pubblicitaria anno 1983 - rivista PROCEEDINGS
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1977 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1984 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
L’Aquila domina incontrastata
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Dopo quasi 30 anni di servizio, il Boeing F-15 Eagle è
tutt’oggi uno degli aerei più importanti dell’aviazione
americana. Concepito come velivolo da superiorità aerea
con un solo pilota a bordo, grazie all’avionica estremamente avanzata, l’Eagle ha dato dimostrazione della sua potenza e letalità. Maneggevole e armato con missili a corto
e medio raggio a guida infrarossi e radar, è stato il sogno
del pilota da caccia degli ultimi anni, grazie all’eccellente
rapporto spinta-peso superiore all’unità. L’Eagle, infatti,
assieme al contemporaneo Tomcat, fu tra i primi velivoli progettati seguendo il concetto energy maneuverability (energia di manovra), che considera il mantenimento del valore dell’energia specifica dell’aereo come un
vantaggio nel combattimento. Oggi solamente le macchine di ultimissima generazione come l’F-22 Raptor e
l’Eurofighter, che hanno volato più di vent’anni dopo il
primo volo dell’F-15, riescono a migliorare le sue prestazioni. La bontà e la polivalenza del progetto iniziale hanno permesso di sviluppare anche l’F-15E Strike
Eagle, una versione ottimizzata per l’attacco al suolo
grazie a una nuova avionica, la cui gestione ha però
richiesto un secondo membro di equipaggio.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1974 - rivista FLIGHT
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1975 - rivista INTERAVIA
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1977 - rivista SPACE DIGEST
velivoli
Il “falcone combattente”
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A metà degli anni ’70 fece la sua apparizione il General
Dynamics F-16 Fighting Falcon, monoposto vincitore di
un concorso per un velivolo da caccia leggero, estremamente avanzato. Prodotto in quasi 4.500 esemplari, è uno dei più venduti alle forze aeree di oltre una
ventina di nazioni. L’F-16, costantemente aggiornato
negli anni, si è dimostrato particolarmente polivalente, ideale sia per la difesa aerea che per l’attacco al
suolo, capace di trasportare gran parte dell’arsenale bellico di nuova generazione dell’USAF. Il progetto
del Fighting Falcon si caratterizza esternamente per
la grande presa d’aria posta sotto il cockpit del pilota,
che siede su un seggiolino eiettabile insolitamente reclinato di 30° per meglio far sopportare le accelerazioni
del combattimento al pilota e con una assolutamente
non convenzionale barra di comando, posizionata sul
lato destro della consolle del pilota, azionata come il
joystick di un videogioco. Questa soluzione è stata resa possibile dall’adozione di comandi di volo detti flyby-wire, operanti per mezzo di segnali digitali inviati
dal computer e non più da cavi o comandi meccanici.
L’F-16 è stato utilizzato anche dall’Italia, nell’ambito
del programma “Peace Caesar” che ha visto la fornitura in leasing all’Aeronautica Militare di 34 velivoli,
in attesa della consegna degli Eurofighter Typhoon.
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velivoli
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1977 - rivista SPACE DIGEST
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1986 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1983 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
Obiettivo: “non farsi vedere”
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Il periodo della Guerra Fredda fu caratterizzato dalla spasmodica necessità, da ambo
le parti, di essere costantemente aggiornati sul livello delle forze avversarie. Il
compito di assicurare un’efficace ricognizione strategica
diventò quindi un elemento
essenziale per le forze occidentali e, allo scopo, furono
sviluppati il Lockheed U-2,
velivolo spia per eccellenza,
e il Lockheed SR-71 Blackbird. Quest’ultimo volò per
anni quasi impunemente per il globo, a 25.000 metri di quota a oltre
Mach 3, e tutt’oggi la sua attività è in parte ancora tenuta segreta, nonostante il suo ritiro dal servizio
sia avvenuto nel 1999. Il Lockheed F-117 Nighthawk fu un aereo da attacco costruito con tecnologia
stealth, cioè con vernici e disegno della fusoliera ottimizzate per la massima riduzione della traccia
radar. Il Northorp B-2 Spirit, il più avanzato bombardiere stealth in servizio con l’USAF, è attualmente
anche il più costoso velivolo della storia e proprio per questo motivo ne furono costruiti solamente 20.
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In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1981 - rivista AVIATION WEEK & SPACE TECHNOLOGY
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1991 - rivista AIR FORCE MAGAZINE
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1990 - rivista AIR FORCE MAGAZINE
velivoli
L’industria europea
non sta a guardare
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L’industria europea è sempre riuscita a fornire
ottimi velivoli da combattimento. La Dassault, in
particolare, produsse una famiglia di aeroplani, i
Mirage, che grazie alle eccellenti prestazioni e alla caratteristica configurazione alare divennero
simbolo della produzione aeronautica francese.
Costruito in numerose versioni – tutte contraddistintesi per l’estrema polivalenza – il Mirage ottenne un grandissimo successo di esportazione,
distinguendosi in vari conflitti combattuti tra gli
anni ’60 e ’80. Attualmente, sono ancora operative diverse centinaia di velivoli, in carico a forze
aeree di tutto il mondo.
Uno dei prodotti di maggior successo dell’industria inglese fu invece l’addestratore BAE Hawk,
entrato in servizio nel 1976 e ancora in produzione, con quasi un migliaio di esemplari consegnati alle forze aeree di tutto il mondo. Il piccolo
addestratore è anche molto apprezzato per l’acrobazia collettiva e numerose sono le pattuglie
acrobatiche montate su questo monoreattore,
tra le quali i famosi Red Arrows della RAF.
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velivoli
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1960 - rivista SPACE DIGEST
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1982 - rivista INTERAVIA
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1988 - rivista MILITARY TECHNOLOGY
A difesa del nord Europa
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La Svezia, da sempre considerata allineata con il
blocco occidentale, ha potuto disporre di un’industria nazionale di prim’ordine che ha sviluppato
negli anni velivoli estremamente validi e innovativi come nel caso del Saab J-35 Draken: caccia
leggero diurno, caratterizzato dall’ala a doppio
delta con leggero angolo a freccia nelle semiali esterne ed eccellenti prestazioni di manovra e
di atterraggio, necessarie per consentire al velivolo di operare da tratti stradali appositamente
predisposti. Il Draken fu inoltre il primo velivolo
bisonico costruito in Svezia, nonché il primo ad
impiegare armamento missilistico.
Il Saab J-37 Viggen, successore del Draken, si
caratterizzò invece per l’adozione della configurazione ala a delta-canard. Nel corso della sua
lunga carriera, questo velivolo si dimostrò un eccellente multiruolo, utilizzato sia per l’attacco al
suolo e marino che per la ricognizione e la difesa aerea.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1966 - rivista FLYING REVIEW
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1972 - rivista FLYING REVIEW
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1969 - rivista FLYING REVIEW
velivoli
L’Europa si unisce
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Concepito alla fine degli anni ’60, il Panavia Tornado
nacque per mettere in linea un unico velivolo capace
di svolgere missioni di attacco al suolo, ricognizione,
difesa aerea e antinave, e sostituire così i vari aerei
allora in servizio presso le forze aeree della NATO in
questi ruoli. Il Tornado fu il risultato del primo vero
tentativo, a livello europeo, di integrazione del lavoro
tra la British Aerospace, la tedesca MBB e l’Aeritalia
(oggi Alenia Aermacchi) che costituirono, allo scopo, il
consorzio Panavia. Il Tornado è un cacciabombardiere
bimotore biposto, caratterizzato dall’ala a geometria
variabile che consente di conciliare manovrabilità e
velocità in funzione della configurazione e dell’assetto di volo. Del velivolo furono sviluppate tre versioni distinte: la IDS (Interdictor/Strike), per l’attacco al
suolo, l’ECR (Electronic Combat/Reconnaissance), per
la soppressione delle difese aeree, e l’ADV (Air Defence Variant), intercettore a lungo raggio. Le tre nazioni
partecipanti al programma costruirono e ricevettero
oltre 1.000 velivoli, mentre l’unico successo di esportazione risale al 1985, quando l’Arabia Saudita firmò
un contratto per l’acquisto di 48 Tornado IDS e di 24 Tornado ADV. L’Aeronautica
Militare acquistò 100 velivoli IDS, 15 dei quali furono successivamente convertiti in ECR.
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velivoli
In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1969 - rivista INTERAVIA
In alto a destra: immagine pubblicitaria anno 1980 - rivista FLYING REVIEW
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1986 - rivista AIR INTERNATIONAL
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Il “saper fare” italiano
La volontà dell’industria italiana di risollevarsi
dopo il conflitto mondiale si concretizzò con la
vittoria del FIAT G-91 al concorso europeo indetto
in risposta al requisito NATO per un caccia tattico dotato di buona velocità, capace di operare da
piste non preparate e in grado di trasportare una
carico bellico di 450 kg. Il “piccolo Sabre”, come
fu soprannominato, fu utilizzato dall’Aeronautica
Militare, dalla Germania e dal Portogallo sia come velivolo da attacco che da ricognizione, ma la
versione biposto G-91T si rivelò anche un valido
addestratore e fu utilizzata dalla Scuola Volo Basico Avanzato Aviogetti di Amendola (Foggia) fino
al 1995.
Un altro fortunato progetto fu quello del Macchi
MB-326, velivolo biposto da addestramento, realizzato in ottemperanza al programma dell’Aeronautica Militare che prevedeva l’utilizzo di aviogetti sin
dalle prime fasi dell’addestramento.
L’AMX fu sviluppato a seguito di un requisito dell’Aeronautica Militare e della Força Aérea Brasileira
per un aereo di dimensioni ridotte da appoggio tattico, interdizione ravvicinata e ricognizione. Questo
velivolo, tutt’oggi in servizio con l’Aeronautica Militare in due reparti operativi, è impegnato in periodici rischieramenti in Afghanistan per assicurare
la missione di ricognizione per le forze della NATO.
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In alto a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1963 - rivista FLYING REVIEW
In basso a sinistra: immagine pubblicitaria anno 1990 - rivista AIR INTERNATIONAL
In basso a destra: immagine pubblicitaria anno 1973 - rivista INTERAVIA
velivoli
Una rassegna modellistica, come
La Guerra Fredda anni, ossia il MiG-21 di cui viene prequella organizzata presso il Museo
sentato un modello dell’Aeronautica
in scala
dell’Aeronautica Gianni Caproni in
Indiana che lo impiegò contro il Paoccasione della Mostra “Pubblicità
kistan in quelli che allora venivano
di Luigi Carretta
ai tempi della Guerra Fredda: colledefiniti “conflitti minori”.
zione privata di Luigino Caliaro” ha
Se di conflitti minori dobbiamo parsolitamente una doppia valenza.
lare, non si può non citare quello che
Se da un lato permette ai realizzatoper antonomasia è assurto nel corso
ri delle riproduzioni dei velivoli esposti, di mostrare degli anni, come il principale tra l’Est e l’Ovest, comquanto siano stati capaci di realizzare grazie alle loro battuto per procura in una terra bellissima e martodoti manuali, dall’altro fornisce un prezioso, talvolta riata: il Vietnam.
indispensabile, colpo d’occhio al visitatore digiuno Tra le macchine protagoniste degli accaniti scontri
di “cose aeronautiche”, soprattutto quando ci si con- tra l’aeronautica degli Stati Uniti e il piccolo Nord
fronti con un tema complesso come quello general- Vietnam si possono ammirare in mostra esemplari di
mente noto sotto il termine “Guerra Fredda”.
diverso tipo. Primo tra tutti il possente F-4 Phantom
Argomento complesso per la varietà dei protagonisti che venne impiegato sia dalla Marina degli Stati Uniin campo che si sono confrontati senza esclusione ti, in una spettrale livrea bianca e grigia, sia dall’aerodi colpi per più di quattro decenni in una corsa tec- nautica militare vietnamita, destinato a confrontarsi
nologica tesa alla supremazia militare – e in ultima con i molto più piccoli, ma assai più agili MiG-17 che
analisi anche politica – e che proprio nel peculiare diedero filo da torcere ai piloti USA, beffandoli con
settore aeronautico ha visto la sua massima espres- manovre ardite, giungendo così vicino da potersi
sione con una varietà di modelli di aerei da caccia, permettere di salutare dal proprio abitacolo gli esterda bombardamento o da ricognizione sempre più refatti americani, come fece il Colonnello Nguyen
sofisticati e dalle caratteristiche talmente avanzate Toon.
da costituire in assoluto la vetta tecnologica di ogni Un periodo di guerra e anche di continua ricerca nel
nazione impegnata nella corsa.
mondo dell’aviazione. Ecco quindi la teoria e la praEcco quindi che, a fianco di modelli più datati, frutto tica della “regola delle aree” che diede vita ad aedell’ultimo lavoro degli scienziati tedeschi, come l’F- rei dalla fusoliera peculiare come l’F-106 e l’F-105,
86 Sabre, esposto in questa occasione in vari model- anch’essi presenti in esposizione, che divennero
li, si presenta anche il frutto della ricerca aeronautica note come “le fusoliere a coca-cola”, per via delle
più segreta e avanzata degli anni cinquanta come forme sinuose date loro dai progettisti che ricordaquell’F-104 Starfighter che fa bella mostra di sé in vano la bottiglietta della popolare bevanda. Giorni
un esemplare già dell’Aeronautica Militare al di fuori di tensione, di scontri e di corsa tecnologica. Forse
del Museo, ma anche al suo interno con la collezione fu proprio per esorcizzare il pericolo supremo insito
di modelli, di diverse versioni e nazionalità. L’F-104 in uno scontro tra la NATO e gli alleati del Patto di
fu, per un certo periodo, il più diffuso caccia occi- Varsavia, che i piloti decoravano allegramente i loro
dentale e l’aereo destinato a battersi, nell’ipotesi di mezzi, quasi a scacciare la lunga ombra della guerra
un conflitto, con l’altro grande protagonista di quegli per cui questi aerei erano stati costruiti.
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Ecco, quindi, un altro esemplare di F-104, opera di
uno dei soci del GMT, Mirko D’Accordi, questa volta in grande scala a riprodurre il primo “missile con
dentro un pilota”, come l’F-104 era soprannominato,
in una coloratissima livrea bianca, rossa ed argento,
che fa da stridente contrasto con il grigio chiaro degli aerei concepiti e realizzati nell’ultima fase del confronto Est-Ovest, come il Tornado e il Typhoon qui
esposti. Colori diversi, perché con diverso impiego.
L’F-104 concepito per colpire e allontanarsi mentre
il Typhoon utilizzato per la conquista e il manteni-
mento dello spazio aereo, ecco quindi che non serve
nascondersi nelle nubi, dipinti di grigio come un fantasma, se devi intercettare un bombardiere sovietico
volando a 2000 chilometri l’ora.
La rassegna modellistica del GMT, inserita nel contesto della Mostra “Pubblicità ai tempi della Guerra
Fredda: collezione privata di Luigino Caliaro” presso il
Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni ripercorre tutto questo, con l’intenzione di rappresentare, ove possibile, attraverso “il più piccolo del vero”, un lungo e
fondamentale periodo della nostra storia recente.
idee e informazioni sul modellismo
Il Gruppo Modellistico Trentino (in siQualche notizia
e sulla ricerca. Sono invece tutte del
gla GMT) si è costituito nel 1980 con
sul Gruppo
secondo periodo le pubblicazioni
uno statuto redatto in forma privata
da un gruppo di appassionati di momonografiche che il Gruppo ha reaModellistico
dellismo statico. Fin dall’inizio l’attivilizzato con la collaborazione di stuTrentino (GMT)
tà è stata caratterizzata da un doppio
diosi italiani di primaria importanza.
indirizzo: quello modellistico vero e
Nel frattempo, si è provveduto alla
proprio, mediante l’allestimento di
creazione e all’ampliamento dell’armostre, e quello della ricerca attraverso la pubblica- chivio fotografico, iconografico e documentale enzione di un Notiziario riservato ai Soci. Tale attività trando in contatto con personale qualificato dell’Uffinon si è modificata fino al 1989, quando, ritenendo cio Storico dello Stato Maggiore Esercito, del Museo
esaurita la fase puramente modellistica, l’Associazio- della Guerra di Rovereto, del Museo dell’Aeronautica
ne ha deciso di puntare maggiormente sull’attività di Gianni Caproni di Trento e di altre istituzioni museali
ricerca. C’è comunque da sottolineare che nel cor- e non, anche estere, con le quali esiste un rapporto
so dei primi nove anni, il Gruppo ha partecipato a di reciproca collaborazione.
numerose mostre nazionali e ha organizzato in pro- Dal 1990 in poi il Gruppo ha così potuto realizzare
prio rassegne di assoluto rilievo che hanno visto la oltre venti monografie (mentre altre sono in preparapresenza di modellisti provenienti dal Nord e Centro zione) e, ogni anno, tre numeri della rivista Notiziario
Modellistico. Le monografie sono studi particolarItalia.
Risalgono a questo periodo anche i primi e proficui mente accurati a carattere esclusivamente storico su
rapporti con moltissimi altri gruppi italiani, con i qua- mezzi militari, su aerei e navi e sul figurinismo.
li tuttora il Gruppo è in contatto per lo scambio di Ormai da diversi anni il Gruppo gestisce anche un
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proprio sito internet, che presenta sia le varie attività
associative realizzate da e per i Soci (assemblee, manifestazioni, editoria, ecc.) nonché articoli di approfondimento sulle novità modellistiche ed editoriali. Il
sito propone anche l’elenco di tutte le pubblicazioni
realizzate dal Gruppo oltre a un’ampia e articolata
galleria fotografica con i modelli e le ricerche dei
Soci.
Dal 2008 il Gruppo aderisce anche al Coordinamento Italiano Modellismo Statico (CIMS) associazione
di secondo livello che gestisce l’attività di coordinamento fra i vari club italiani.
Nel 2010 il GMT ha festeggiato il proprio 30° anniversario di fondazione. Un evento di assoluta rilevanza
che per essere degnamente celebrato ha visto l’uscita di diverse nuove monografie e la realizzazione
di una mostra-concorso di modellismo
statico presso il Museo dell’Aeronautica
Gianni Caproni di Trento. Da tale iniziativa è scaturita, dal settembre 2010, una
proficua collaborazione proprio con il
Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni
di Trento, nata sulla scia degli ottimi rapporti e risultati conseguiti con la mostra
di modellismo, che ha portato ad una
partnership con l’ente museale per la
realizzazione di numerose attività (presentazione di eventi storico-modellistici,
libri ecc.).
Per finire ricordiamo che con il 2011 il
GMT ha dato inizio alla realizzazione di
una nuova collana editoriale “GMT Monografie”. Questa nuova serie è stata
ideata per offrire l’opportunità ai soci e
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agli appassionati di avere a disposizione
del materiale, inedito, su particolari soggetti modellistici o mezzi reali poco trattati
dalla pubblicistica ufficiale ma comunque
particolarmente interessanti. Dal punto
di vista tecnico, questa collana si pone
l’obiettivo di realizzare una serie di piccole opere (massimo 72 pagine di testo),
a prezzo contenuto pur nel rispetto della
qualità grafica e fotografica che da sempre
contraddistingue tutte le opere editoriali
del Gruppo, sia la rivista quadrimestrale
Notiziario Modellistico che i molti volumi
sin qui realizzati.
Con quest’anno, inoltre, si sono attivati anche i primi corsi di modellismo a carattere
aeronautico rivolti principalmente ai ragazzi delle scuole medie e dei primi anni delle
scuole superiori. Lo scopo è, ovviamente,
quello di far avvicinare più ragazzi possibili
al mondo del modellismo per far loro scoprire un diverso, avvincente e intelligente
modo di utilizzo del tempo libero.
Per il prossimo semestre sono in programma diverse
altre iniziative, la partecipazione a mostre nazionali,
la stampa di nuovi volumi e l’organizzazione di una
mostra di qualche giorno a Trento in collaborazione con gruppi modellistici di altre province viciniori;
iniziativa alla quale verrà abbinato anche un “Open
Day”, una giornata aperta a tutti gli appassionati che
potranno vedere da vicino come i soci del Gruppo
realizzano i propri lavori attraverso le tecniche più
diverse.
Chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza del Gruppo Modellistico Trentino può visitare
il sito <www.gmtmodellismo.it> oppure inviare una richiesta alla casella di posta elettronica:
[email protected].
Gli oltre quarant’anni di Guerra
che nel giro di pochi anni raddopGuerra Fredda
Fredda videro la revisione, più e
piarono la loro lunghezza adottando
e aviazione
più volte, delle filosofie d’impiego
altresì sistemi di propulsione nucledel mezzo aereo, per ragioni riconare, divenendo così veri e propri
di Luigino Caliaro
ducibili sia agli scenari socio-interstrumenti di deterrenza, a supporto
nazionali succedutisi al progresso
della politica estera americana.
tecnologico. Da questo punto di
Verso la fine degli anni sessanta,
vista, l’evento più importante fu, a
complice anche la miniaturizzazione
partire dalla fine del secondo condegli impianti radar e dell’avionica, si
flitto mondiale, l’avvento del motore
ebbe lo sviluppo di nuovi velivoli di
a reazione che nel giro di pochi
dimensioni relativamente ridotte ma
anni, con riferimento ai velivoli da
con capacità di attacco fortemente
combattimento, si sostituì complesviluppate, concepiti per volare a
tamente alla propulsione a elica.
quote particolarmente basse ed eviCon la comparsa dei veloci caccia
tare così le difese radar avversarie.
MiG-15 e Sabre, durante la Guerra
Nello stesso periodo, l’importanza
di Corea, venne progressivamente
dei missili crebbe al punto di farli
meno l’importanza dei grandi bomdiventare uno degli elementi portanti
bardieri strategici, indiscussi protadella politica di contrapposizione tra
gonisti fino a quel momento. Infatti,
USA e URSS, con una vera e proallo scoppio della Guerra Fredda,
pria corsa alla costruzione di vettori
sia da parte americana che da parte
sempre più letali, aventi capacità di
sovietica, il riarmo si era basato su
attacco convenzionale e nucleare,
una grande flotta di velivoli bombartattici, balistici o lanciati da sommerdieri a lungo raggio, capaci di lancio
gibili. Da ricordare inoltre come lo
di armamento nucleare da utilizzare
sviluppo del settore missilistico fu di
in gran quantità in caso di attacco.
fondamentale importanza per l’altra
Nel corso degli anni sessanta, con
grande “partita” che vide contrapl’introduzione di nuovi velivoli da
posti Stati Uniti e Unione Sovietica:
caccia altamente specializzati, come
la conquista dello spazio. Non è,
quelli della “Century series” ameriinfatti, un caso se molti missili svicani e lo sviluppo di missili antiaerei
luppati per il settore militare furono
e di vettori balistici capaci di portare testate nucleari successivamente convertiti per i lanci spaziali, con(potenzialmente più letali del carico trasportato dai tribuendo così anche allo sviluppo del gigantesco
bombardieri pilotati), questa teoria di impiego del Saturn V, vettore con il quale gli americani, sbarmezzo aereo mostrò i suoi limiti. Nel giro di pochi cando per primi sulla luna, vinsero la competizione
anni scomparvero così dalle linee di volo i grandi con i sovietici. I missili fecero inoltre il loro ingresso
bombardieri come il Convair B-36, il Boeing B-47 e nel settore dell’aviazione e gli aria-aria soppianil Convair B-58; furono altresì abbandonati progetti tarono per un periodo il cannone. Tuttavia, dopo i
avveniristici come il North American B-70 Valkirie. primi combattimenti aerei in Vietnam, dove i PhanL’unica eccezione fu il Boeing B-52, progettato in tom americani, armati di soli missili, si trovarono a
quegli anni e tuttora uno dei più importanti velivoli mal partito con gli agili MiG-21, la filosofia del caccia
da bombardamento impiegato dall’USAF, rivela- “tutto missile” fu sconfessata. Non è quindi un caso
tosi particolarmente utile – per il “bombardamento se praticamente tutti i caccia entrati in servizio dagli
a saturazione d’area” – nei recenti scenari bellici anni settanta in poi, tra i quali il Tomcat, l’Eagle e l’Fdesertici come l’Iraq e l’Afghanistan. L’avvento dei 16, pur disponendo di missili aria-aria decisamente
velivoli a reazione comportò inoltre una modifica migliorati ed affidabili, furono dotati di un cannone
sostanziale del potere aereo navale poiché i ponti di da 20 mm imbarcato. Sul finire della Guerra Fredda,
volo diritti, risalenti alla Seconda guerra mondiale, si iniziarono infine ad apparire i primi caccia stealth,
rivelarono insufficienti a garantire lo svolgimento in progettati con tecnologie e materiali assolutamente
sicurezza di operazioni di volo sul mare. Ecco quindi non convenzionali, capaci di rivoluzionare le filoche comparvero le grandi portaerei con ponte di sofie d’impiego del mezzo aereo d’attacco. Ultimo
volo angolato e nuovi sistemi di aiuto per l’appon- sussulto di un periodo della storia umana, estremataggio, funzionali alle velocità di avvicinamento dei mente lungo, nel corso del quale la strategia della
nuovi velivoli, radicalmente diverse rispetto a quelle tensione e della deterrenza nucleare, nella minaccia
dei caccia a pistoni. Ovviamente, con l’impiego di incombente di un olocausto nucleare, permisero pur
mezzi aerei a reazione, molto più grandi e complessi, tuttavia all’Occidente di vivere un periodo relativaaumentarono anche le dimensioni delle portaerei, mente lungo di prosperità e sviluppo.
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Poster pubblicitario
“Republic Aviation” - 1957
Collezione privata
Luigino Caliaro
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MUSEO DELL’AERONAUTICA
GIANNI CAPRONI
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BASE TUONO
PASSO COE
FOLGARIA
per informazioni:
tel. 0461 944888 | www.museocaproni.it
cell. 348 9736327 | www.basetuono.it
in collaborazione con
60
Comune
di Folgaria
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