Dipartimento di Scienze Statistiche OSSERVATORIO BUSINESS TRAVEL Viaggi, fatturato e soddisfazione dei clienti del turismo d’affari italiano nel 2008 Andrea Guizzardi [email protected] 1 Indice Parte 1: Il mercato italiano dei viaggi d’affari nel segmento corporate. 1. Misura ed analisi del turismo d’affari ..........................................4 2. Dimensione del mercato: i volumi ................................................5 2.1 Il quadro macroeconomico ................................................................... 5 2.2 I viaggi d’affari ..................................................................................... 5 3. La durata dei viaggi d’affari.......................................................10 4. Il mezzo di trasporto ...................................................................12 5. La motivazione del viaggio d’affari ............................................14 6. Dimensione del mercato: i valori................................................16 6.1 Le previsioni di spesa (e una misura dell’effetto crisi) ..................... 19 Parte 2: Strategie di gestione e soddisfazione del cliente. 1. Il rapporto con i viaggiatori .......................................................22 1.1 Travel policy e conflittualità negli uffici viaggi................................. 22 1.2 L’applicazione delle politiche............................................................ 24 2. Il rapporto con i fornitori ...........................................................26 3. La valutazione dei servizi delle compagnie aeree.......................29 3.1 Le caratteristiche necessarie per il trasporto aereo.......................... 30 3.2. Un confronto con il 2003 .................................................................. 34 Appendice (Note Metodologiche)....................................................37 2 PARTE 1 Il mercato italiano dei viaggi d’affari nel segmento corporate. 3 1) Misura ed analisi del turismo d’affari. L’Osservatorio Business Travel Italia (OBT) ha concluso la sua ottava edizione. In questo rapporto è contenuta la sintesi dei risultati ed i confronti con i dati rilevati negli anni passati. Promosso dalla rivista Turismo d’Affari, l’osservatorio ha il supporto scientifico e tecnico della Scuola Superiore di Scienze Turistiche ed il patrocinio del Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Bologna. L’indagine, si è svolta in due tornate (nel giugno e nel dicembre 2008) intervistando direttamente i responsabili della gestione dei viaggi di un campione di imprese, stratificato per dimensione e settore produttivo. L’indagine ha riguardato imprese: 1. manifatturiere con almeno 10 addetti 2. di servizi e distribuzione commerciale con almeno 5 addetti. L’osservatorio non comprende i viaggi degli occupati nella Pubblica Amministrazione e nell’agricoltura. L’intervista all’azienda, rispetto all’intervista alle famiglie o ai viaggiatori con cui si raccolgono le informazioni ufficiali su turismo d’affari, oltre ad essere da un punto di vista teorico più appropriata (è l’azienda che compra i viaggi1), permette di approfondire aspetti altrimenti non rilevabili quali: l’”escursionismo” d’affari, le aspettative sulle dinamiche future della domanda, le strategie con cui è gestito l’impiego di questo input intermedio e le valutazioni di chi - nelle imprese - acquista i servizi. Il particolare punto di vista adottato in questa indagine permette, quindi, sia analisi di tipo “macroeconomico” sull’intero sistema, sia analisi di tipo “aziendale” sugli stili di gestione e le preferenze di acquisto. I risultati ottenuti possono così essere usati, dai policy makers per valutare la reale dimensione di questo importante mercato, dagli operatori del settore per predisporre un’offerta mirata sulle esigenze dei clienti e dalle stesse imprese rispondenti per confrontare i propri risultati e/o strategie di gestione. 1 Per una disamina più approfondita si veda: A. Guizzardi (2003) “Misura ed Analisi dei Viaggi nel Segmento Affari”, in: “ Il pensiero e la scienza nel turismo italiano” pp. 75 - 84, Ministero delle Attività Produttive, Direzione Generale per il Turismo, Roma. 4 2) Dimensione del mercato: i volumi. 2.1 Il quadro macroeconomico La crisi originata dai mutui subprime statunitensi si è molto aggravata nell’ultimo quadrimestre del 2008. La crisi di fiducia sulla liquidità delle istituzioni finanziarie, ha provocato fortissime cadute dei corsi di borsa, e fatto crescere le attese di recessione delle economie avanzate. Seppure la reazione dei governi e delle autorità monetarie mondiali sia stata imponente e coordinata, le recenti valutazioni degli Organismi Internazionali2, su reddito e commercio internazionale sono state riviste al ribasso. Nel 2008 il PIL mondiale cresce del 3,9%, in contrazione rispetto al 5,0% registrato nel 2007. Le previsioni di crescita per molti paesi avanzati sono negative ma per il Fondo Monetario Internazionale l’attività riprenderà gradualmente già nel corso del 2009 grazie, sia alle politiche di stabilizzazione dei mercati, sia ai forti ribassi dei prezzi dell’energia e delle materie prime, sia alla dinamicità delle principali economie emergenti sempre previste in crescita tra il 3,5% del Brasile ed il 9,6% della Cina. L’impulso impresso dalle “nuove economie”, avrà effetti positivi anche sul commercio mondiale che si prevede continui ad espandersi a ritmi sostenuti, ancorché inferiori a quelli dello scorso anno. Le stime più recenti indicano una crescita degli scambi commerciali del 4,1%, dopo il 7,6% registrato nel triennio precedente. In Italia il PIL ha registrato una dinamica negativa dello -0,1% ed è previsto in leggero rallentamento anche nel 2009 (attorno al -0,2%). Il dato è il più negativo tra quello dei grandi paesi di Eurolandia. Soffrono tutte le componenti. I consumi si contraggono condizionati dalla modesta crescita del reddito disponibile e dal peggioramento, sia delle aspettative, sia del costo dell’indebitamento delle famiglie. Gli investimenti delle imprese sono stati pressoché stagnanti mentre le esportazioni sono in calo per l’indebolimento della domanda mondiale e della quotazione del dollaro (nella media annua). 2.2 I viaggi d’affari Il quadro economico stagnante ha fermato il mercato dei viaggi d’affari delle imprese italiane che scendono a quota 33.9 milioni (vedi tav.1). La leggera contrazione rispetto al dato 2007 (-0,5%) si è andata materializzando nella seconda parte dell’anno, dopo un avvio positivo. 2 Banca D’Italia Bollettino Economico - N. 54, ottobre 2008 (consultabile sul sito bancaitalia.it) 5 Tav. 1: Viaggi d’affari per destinazione (valori assoluti x1000) In Regione Viaggi 2007 Viaggi 2008 Variazione 2008/2007 Nel resto d’Italia Totale nazionali In Europa Extra europei Totale internazionali Totale 12.240 13.270 25.510 6.537 2.067 8.604 34.114 12.177 13.024 25.201 6.776 1.964 8.740 33.941 -0,5% -1,9% -1,2% 3,7% -5,0% 1,6% -0,5% Il dato aggregato nasconde dinamiche differenti sui segmenti nazionale e internazionale. Il mercato nazionale è in frenata (-1,2%), dopo il forte aumento registrato nel 2007 (+6,0%). Il risultato è particolarmente rilevante sia perché ad arretrare è soprattutto la componente dei viaggi nazionali a “lungo raggio” (-1,9%), sia perché è il primo segno negativo da quando l’osservatorio è attivo. Cresce il segmento internazionale (+1,6%) ma con importanti differenze nelle sue componenti. Positivi i viaggi verso le destinazioni europee (+3,7%), si ridimensionano le trasferte a lungo raggio (-5,0%). I segni delle variazioni riflettono la dinamica 2008 delle esportazioni italiane di beni e servizi, negativa soprattutto per i paesi esterni all’U.E. Il calo dei viaggi intercontinentali appare però meno negativo se si considera la crescita record registrata l’anno precedente (+17%). In ottica pluriennale (vedi figura 1) si ferma la crescita dei viaggi nazionali; il trend rimane positivo ma la diminuzione preoccupa in chiave prospettica perché si registra in concomitanza dell’avvio della fase di recessione dell’economia italiana. Si riduce la forbice con il mercato internazionale che continua la sua crescita sopra i massimi del 2002. Allora fu frenato per i 2 anni successivi dal rallentamento ciclico, dal crollo dell’export italiano e da diverse crisi internazionali (guerre, SARS, terrorismo), condizioni simili a quelle attuali. Fortunatamente oggi vi sono elementi di forza nel nostro sistema economico che si crede potranno sostenere il mercato dei viaggi d’affari internazionali. Tra questi la crescente integrazione con le economie europee, che aumenta la necessità di viaggiare, oltre al basso costo delle materie prime e alla minore valutazione del dollaro, che lasciano spazi per incrementare la competitività dei nostri prodotti. Non ultimo va considerata la grande fiducia sulla ripresa del gigante americano generata dalla nuova presidenza Obama. 6 Fig. 1: La Dinamica annuale dei viaggi d’affari (2001 - 2008) I viaggi d'affari delle imprese italiane 22.0% 20.0% 18.0% 16.0% 14.0% 12.0% 10.0% 8.0% 6.0% 4.0% 2.0% 0.0% -2.0% -4.0% -6.0% -8.0% -10.0% (2001 - 2008) V_naz ; 2001 = 21mln V_int ; 2001 = 8mln V_tot ; 2001 = 29mln 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 La crescita aggregata presenta diverse sfaccettature se osservata per destinazioni3. Le maggiori destinazioni americane - Stati Uniti e Brasile - hanno sperimentato una discesa dei viaggi di lavoro attorno al 14%. Sul risultato ha pesato il deprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro ed il rallentamento dei consumi, che - negli USA - si è originato dalla forte riduzione dell’occupazione dipendente e dal calo della ricchezza immobiliare delle famiglie. Il dato avrebbe potuto essere ancor più negativo senza il sostegno della domanda di beni di investimento (+11% cento nel primo semestre). Osservata nel complesso, l’Asia si conferma un “attrattore” dei viaggi internazionali dall’Italia. La crescita del +8% nelle trasferte avrebbe superato le due cifre percentuali se non fossero crollati i viaggi verso il Giappone (-20%), complici la flessione dei consumi e soprattutto delle esportazioni. I viaggi verso la Cina crescono del +7% sul 2007 confermando il paese la principale destinazione dell’area. A dispetto della crisi finanziaria i paesi asiatici (emergenti) rimangono la “locomotiva” dei viaggi d’affari delle nostre imprese. Come il dollaro, anche la sterlina inglese si è deprezzata rispetto all’euro nel 2008, ma l’effetto negativo su esportazioni e viaggi d’affari non si è visto; i viaggi delle nostre imprese sono infatti cresciuti del 15%. La stessa crescita (15%) si registra anche nei viaggi verso la Germania ma in questo caso è il secondo anno consecutivo. A guidare la dinamica la tenuta delle nostre esportazioni di beni strumentali. Stazionari i viaggi verso la Francia che rimane la prima destinazione dei viaggi di lavoro delle imprese italiane. Sul piano settoriale (tavole 2 e 3) si registra una contrazione dei viaggi nel settore manifatturiero (-1,2%) e una stasi del terziario (-0,1%). I dati sono però condizionati dal 3 Dati UIC relativi ai viaggi degli italiani nei primi 9 mesi dell’anno: UIC2008: “Indagine sul turismo internazionale” 7 processo di de-industrializzazione che caratterizza la nostra economia da alcuni anni e che vede il continuo travaso di occupazione dall’industria al settore terziario4. Al netto di tale effetto, sarebbe la manifattura a mostrare la performance meno negativa. Tav. 2: Viaggi d’affari per destinazione e settore5; valori assoluti (x1000); anno 2008 Settore produttivo Industrie ad alto ricavo per addetto Industrie a medio - basso ricavo per addetto Totale manifatturiero Distribuzione commerciale all'ingrosso e al dettaglio Servizi Totale terziario In Regione Nel resto d’Italia In Europa Extra europei 320 897 899 381 2.497 -1,2% 393 2.302 2.822 778 6.295 -2,0% 713 3.199 3.721 1.159 8.792 -1,7% 8.580 2.003 981 429 11.993 -0,1% 2.885 7.822 2.075 375 13.157 0,0% 11.465 9.825 3.056 804 25.150 -0,1% Totale Variazione 2008/2007 I viaggi nel settore manifatturiero. Come negli anni precedenti, anche nel 2008 il comparto perde viaggi d’affari (-1,7%) a seguito dell’ennesima contrazione del livello di produzione e del numero di imprese e addetti. A diminuire maggiormente sono i viaggi delle industrie a medio - basso ricavo per addetto (-2,0%) che rallentano soprattutto nel settore delle costruzioni e dei macchinari. 4 La variazione tra 2005 e 2006 nella composizione settoriale dell’impresa italiana. (imprese con più di 10 addetti) Settore Imprese Addetti Industria -0,3% -0,3% Distribuzione commerciale 2,6% 5,5% Servizi 2,6% 3,5% Fonte ISTAT 2008. (dati competitività) 5 INDUSTRIE AD ALTA INTENSITA' DI CAPITALE: imprese che secondo i dati di contabilità nazionale (2005), hanno un rapporto PIL/occupato superiore a 48.000 euro (43.000 nelle precendenti indagini). Estraz. di minerali; fabbr. della carta e dei prodotti di carta; stampa ed editoria; fabbr. di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combust. nucleari; fabbr. di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali; fabbr. di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi; fabbr. di macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche; fabbr. di mezzi di trasporto; produz. e distribuz. di energia, gas e acqua. INDUSTRIE A MEDIOBASSA INTENSITA' DI CAPITALE E COSTRUZIONI: imprese con un rapporto PIL/occupato inferiore a 48.000 euro (43.000 nelle precendenti indagini). Ind. alimentari, delle bevande e del tabacco; Ind. tessili e dell'abbigliamento; ind. conciarie, fabbr. di prodotti in cuoio, 1pelle e similari; ind. del legno e dei prodotti in legno; fabbr. di articoli in gomma e materie plastiche; produz. di metallo e fabbr. di prodotti in metallo; fabbr., install., montaggio e ripar., di macchine ed apparecchi meccanici; altre ind. manifatturiere; costruzioni. DISTRIBUZIONE COMMERCIALE: imprese di commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa. SERVIZI: Alberghi e rist.; trasporti, magazzinaggio e comunicaz.; intermediaz. monetaria e finanz.; Attività immobiliari, noleggio, informatica; ricerca; altre attività professionali ed imprenditoriali. 8 Tav. 3: Viaggi d’affari per destinazione e settore; variazioni rispetto al 2007 Settore produttivo Industrie ad alto ricavo per addetto Industrie a medio - basso ricavo per addetto Totale manifatturiero Distribuzione commerciale all'ingrosso e al dettaglio Servizi Totale terziario In Regione Nel resto d’Italia In Europa Extra europei Totale -4,8% -2,8% 5,1% -7,7% -1,2% -2,0% -6,1% 2,9% -5,9% -2,0% -3,3% -5,2% 3,4% -6,5% -1,7% -0,3% -1,0% 4,0% -1,2% -0,1% -0,5% -0,6% 3,9% -4,6% 0,0% -0,3% -0,7% 3,9% -2,8% -0,1% Anche la contrazione nelle industrie ad alto ricavo per addetto (-1,2%) è da ricondursi alla perdita di trasferte nelle industrie dei mezzi di trasporto e delle produzioni di materiali per l’edilizia (calcestruzzo, gesso, piastrelle e mattoni). Dal dettaglio per destinazione, il segmento internazionale avanza nel complesso di 0,9 punti percentuali, grazie all’incremento del 3,4% dei viaggi in Europa realizzatosi in modo abbastanza omogeneo nei diversi comparti (con in testa i produttori di beni strumentali). Le trasferte intercontinentali sono invece scese del -6,5% soprattutto nelle imprese ad alto ricavo per addetto (-7,7%) ed in particolare tra quelle dei minerali energetici e dei mezzi di trasporto. La forte accelerazione dei prezzi all’origine dei nostri competitori extra europei ha parzialmente “sostenuto” l’attività delle nostre imprese con produzioni a basso ricavo per addetto che - contrariamente a quanto registrato da alcuni anni - mostrano una dinamica meno negativa (-5,9%) guidata, al ribasso, dai produttori di prodotti in cuoio. Peggiore il bilancio sul mercato interno dove si registra una contrazione del -3,3% sui viaggi a lungo raggio, e del -5,2% su quelli nella stessa regione in cui è ubicata l’impresa. Come avviene da alcuni anni il dato risente della continua frenata della produzione industriale, e del fatto che i consumi finali (al netto della componente servizi), hanno rallentato anche nel 2008. A ridurre le trasferte è principalmente l’industria alimentare dove si è ridotta l’attività per la forte accelerazione dei prezzi delle materie prime. Calano anche i viaggi nelle costruzioni e nei settore dei beni strumentali (che tiene sull’estero), a causa della progressiva contrazione del grado di utilizzo della capacità produttiva. Nel secondo semestre sono risultati in forte calo gli ordinativi dell’intera industria e i margini di capacità produttiva inutilizzata si sono ulteriormente ampliati. Il quadro non permette quindi di avanzare previsioni positive sulla dinamica delle trasferte per il 2009. 9 I viaggi nel settore terziario. Il comparto mostra, su base annua, una dinamica appena negativa (-0,1) a dispetto della crescita occupazionale e dimensionale delle imprese. La stasi nelle trasferte interessa sia le imprese dei servizi - che interrompono una prolungata fase di crescita - sia quelle della distribuzione commerciale (-0,1%). La maggiore contrazione si ha sul segmento intercontinentale (-2,8%) dove pesa la diminuzione dell’export. Da sottolineare come la crescita delle importazioni di beni e servizi (+1,4%) abbia permesso al solo settore della distribuzione commerciale di limitare le perdite di trasferte intercontinentali (-1,2%). Sul segmento europeo la crisi finanziaria ha solo rallentato la spinta all’integrazione tra imprese che ha ancora funzionato da propellente alle trasferte6 (+3,9%). Entrambi i comparti del terziario si sono avvantaggiati anche della discreta dinamica del PIL europeo e della sempre maggiore diffusione delle nuove tecnologie che allargano gli orizzonti commerciali delle imprese di distribuzione. In ambito nazionale si registrano modeste contrazioni nelle trasferte tra cui si evidenzia il 1% nei viaggi a “lungo raggio” delle imprese della distribuzione commerciale, penalizzate da una riduzione della domanda interna che è stata forte soprattutto nelle vendite al dettaglio. 3) La durata dei viaggi d’affari. Anche nel 2008 i viaggi d’affari si caratterizzano per una durata breve. Oltre l’82% delle trasferte prevede meno di tre pernottamenti (vedi tavola 4). L’“escursionismo d’affari” raggiunge il 41,2% dei 33.9 milioni di viaggi complessivi esibendo l’unica variazione positiva rispetto al 2007 (+2,2%). Specularmene la diminuzione più consistente si registra nei viaggi lunghi (-4,9%). L’effetto netto è una consistente riduzione della durata media del viaggio d’affari (-6%) che prosegue una tendenza già osservata negli anni passati, accentuandola. Nei periodi dove si aggrava la fase negativa del ciclo economico sono attese variazioni rilevanti della durata media, così come sono attese variazioni contenute nelle fasi di sviluppo. In tempo di “crisi” infatti le aziende risultato più determinate nel comprimere la durata del viaggio per aumentare la produttività del lavoro e così contenere i costi di produzione. Purtroppo questo comportamento genera un fenomeno pro-ciclico che accentua l’instabilità del mercato perché, oltre ai viaggi, si perdono notti. 10 Tav. 4: Viaggi d’affari per durata Valori assoluti (x1000) Composizione % Nessun Uno o due Più di due Nessun Uno o due Più di due Totale pernott. pernott. pernott. pernott. pernott. pernott. Viaggi 2007 13.676 14.034 6.405 34.115 40,1% 41,1% 18,8% Viaggi 2008 13.983 13.867 6.092 33.942 41,2% 40,9% 17,9% 2,2% -1,2% Variazione % 2008/2007 -4,9% -0,5% Il quadro descritto è compatibile con una riduzione di almeno il 5% dei pernottamenti per affari. I “tagli” si concentrano soprattutto sul mercato nazionale dove il costo dell’alloggio, se paragonato a quello del viaggio, è comunque importante e l’escursionismo d’affari è facilitato dalla maggiore disponibilità di servizi di trasporto. Si stima che il settore alberghiero ha quindi perduto nel 2008, quasi 2 milioni di pernottamenti (dei soli “italiani” in Italia), riavvicinandosi ai livelli di produzione registrati nel 2006. I risultati per macro branche produttive (vedi tavola 5) non mostrano particolari differenziazioni rispetto al quadro generale. In tutti i settori la contrazione maggiore si ha nei viaggi di maggiore durata e si registrano incrementi nei viaggi senza pernottamento. Unica eccezione l’industria a medio-basso valore aggiunto per addetto dove la diminuzione dei viaggi lunghi si accompagna all’incremento dei viaggi con 1 o 2 pernottamenti (+0,4%). La peculiarità si origina dal gran numero di viaggi che il settore esprime verso destinazioni dell’Europa dell’Est, dove è più difficile pianificare viaggi con ritorno in giornata perché - generalmente - risultano collegate peggio delle tradizionali mete occidentali. Tav. 5: Viaggi d’affari per durata (prospettiva settoriale); anno 2008 Valori assoluti (x1000) Variazione rispetto al 2007 Nessun Uno o due Più di due Nessun Uno o due Più di due Totale pernott. pernott. pernott. pernott. pernott. pernott. Industrie ad alto ricavo per addetto Industrie a medio-basso ricavo per addetto Distribuzione commerciale Servizi 6 657 1.251 589 2.497 3,0% -0,9% -6,2% 1.726 2.610 1.960 6.295 -1,6% 0,4% -5,2% 6.135 4.333 1.524 11.992 2,1% -1,0% -5,9% 5.464 5.673 2.020 13.157 3,6% -2,1% -3,4% Le operazioni di fusione e acquisizione nel primo semestre 2008 sono state 35 ( dati SDC Platinum). 11 4) Il mezzo di trasporto. I viaggi per affari, visti dalla prospettiva del mezzo di trasporto, evidenziano che il 2008 sarà ricordato come un anno difficile per il trasporto aereo in Italia (vedi tavola 6). Con una perdita dell’1,3% della quota di mercato (circa 580.000 viaggi), il trasporto aereo ha registrato una delle performances peggiori da quando è iniziato questo osservatorio sui viaggi d’affari. La perdita interessa ovviamente il mercato internazionale (le trasferte intercontinentali sono realizzate necessariamente in aereo), ma si riduce anche il mercato nazionale a tutto vantaggio del trasporto su terra che registra variazioni positive del 2,1% sul segmento auto e dell’1,3% sul trasporto ferroviario. Questo “effetto di sostituzione” tra mezzi di trasporto, è già stato osservato negli anni passati ma è sempre risultato di minore entità e ha sempre interessato solo marginalmente i viaggi in Europa. La novità di questo 2008 è invece che il cambio di preferenze sul mezzo di trasporto ha riguardato anche le destinazioni europee. Molte aziende hanno infatti aumentato o rinnovato il parco macchine e iniziato a viaggiare su gomma anche per recarsi nelle Nazioni confinanti. La scelta si sostanzia nella percezione di bassa qualità del trasporto collettivo che - come vedremo nella seconda parte dell’osservatorio - risulta compromessa da fattori come: l’incertezza sul trasporto, l’incapacità di ridurre i tempi inattivi in aeroporto e la politica commerciale di Trenitalia. Va inoltre considerato che nel 2008 è stata fatta chiarezza sulla norma che disciplina l’IVA per i veicoli aziendali, e che i fornitori di “flotte e noleggio a lungo termine” hanno avuto in questo periodo di crisi - buon gioco nell’intervenire sul taglio dei costi. Un dato su tutti: nel primo semestre 2008 il segmento flotte e noleggio a lungo termine è cresciuto del 7% quando gli acquisti di veicoli privati sono scesi di oltre il 10% (dati ANIASA). Tav. 6: Viaggi d’affari per mezzo di trasporto Valori assoluti (x1000) Auto Viaggi 2007 Viaggi 2008 Variazione % 2008/2007 Treno Aereo Composizione % Totale Auto Treno Aereo 17.191 3.426 13.499 34.115 50,9% 9,7% 39,4% 17551 3.471 12.919 33942 51,7% 10,2% 38,1% 2,1% 1,3% -4,2% -0,5% 12 Se si è di fronte ad un cambiamento strutturale è difficile dirlo; certo è che, una volta aumentato il parco auto, diventa più difficile per un’azienda ritornare a preferire l’aereo, anche qualora si normalizzi la situazione del trasporto aereo L’auto ha così assorbito la perdita sul segmento aereo e rappresenta oggi il mezzo di trasporto più utilizzato dai viaggiatori italiani per affari. Il 51,7% dei viaggi (pari a quasi 17,4 milioni) è infatti svolto con questo mezzo, che oggi è anche più “pesante” sui conti delle imprese perché utilizzato per viaggiare a maggiore distanza. Oltre che in Europa infatti, l’auto è stata preferita all’aereo anche nei viaggi in ambito nazionale. La poca competitività di prezzo del trasporto aereo ha costituito un incentivo. In Italia è infatti ancora poca l’offerta di voli low-cost e sono elevati i costi per raggiungere le strutture aeroportuali. In termini assoluti l’auto cresce soprattutto nel settore dei servizi dove - infatti - si registra l’arretramento più consistente del trasporto aereo (vedi tavola 7). Il dato può essere letto come una conferma che la fase di integrazione tra la nostra economia dei servizi e quella dei paesi oltre confine (Francia in testa) stia superando la fase “esplorativa” e abbia ormai raggiunto la fase “operativa” dove aumenta la necessità di viaggiare con maggiore regolarità spostando più persone. Nel terziario avanza anche la preferenza per il treno che tradizionalmente - in questo segmento - ha sempre rappresentato un’alternativa “economica” all’aereo negli spostamenti nazionali. In termini relativi è invece l’industria a perdere il maggior numero di voli, coerentemente con la maggiore riduzione dei viaggi intercontinentali. In questo caso però la quota delle trasferte aeree nazionali perse è recuperata quasi interamente dall’auto. Tav. 7: Viaggi d’affari per mezzo di trasporto (prospettiva settoriale); anno 2008 Valori assoluti (x1000) Auto Industrie ad alto ricavo per addetto Industrie a medio-basso ricavo per addetto Distribuzione commerciale Servizi Treno Aereo Variazione rispetto al 2007 Totale Auto Treno Aereo 940 232 1.325 2.497 4,4% 0,6% -5,0% 2.144 547 3.605 6.295 3,0% 0,0% -5,0% 9.015 642 2.337 11.993 1,0% 1,5% -4,6% 5.461 2.053 5.643 13.157 3,2% 1,7% -3,5% 13 5) La motivazione del viaggio d’affari. L’analisi per motivazione (vedi tavola 8), mostra una diminuzione nei viaggi per affari legata essenzialmente alla riduzione delle trasferte “per incontrare clienti e fornitori”, che si riducono di 284.00 unità (-1,3%). Il risultato è in parte condizionato dal minor numero di viaggi intercontinentali realizzati nel 2008, ma è comunque rilevante - in ottica 2009 perché segnala una difficoltà delle imprese nel realizzare il proprio core-business che potrebbe preludere ad una prolungata fase di recessione della nostra economia. Quando il ciclo economico è negativo oltre a diminuire i clienti, e quindi i viaggi per incontrarli, aumenta la spinta a razionalizzare la spesa. Le imprese soddisfano questa esigenza promuovendo incontri inter-aziendali, favorendo la formazione scientifica e tecnologica del personale o semplicemente trasformando tanti incontri individuali con clienti e fornitori in pochi incontri collettivi. Il tutto si dovrebbe tradurre in dinamiche positive per tutti i segmenti motivazionali riconducibili a viaggi “collettivi". Coerentemente con queste attese, nel 2008 aumentano gli “incontri interaziendali” (+1,5%) e si registra anche un effetto positivo sul numero di partecipanti “corporate” alle fiere (+0,7%). Il segmento si avvantaggia, sia della spinta a concentrare nel tempo e nello spazio gli incontri con clienti e fornitori, sia del processo di riconversione delle strutture fieristiche in contenitori per eventi aziendali. In crescita anche il segmento “altro” (+0,8%) che comprende: congressi e convention (esclusi i meeting inter-aziendali), i viaggi incentive e quanto non precedentemente classificato dai travel manager. La minore crescita rispetto alle riunioni aziendali si spiega anche con il fatto che nelle fasi recessive le imprese - pur nella necessità di svolgere riunioni di coordinamento - riducono il tasso di partecipazione ad incontri organizzati da soggetti esterni. Tav. 8: Motivazione del viaggio d’affari Valori assoluti (x1000) Incontri Riunioni clienti/ aziendali fornitori Viaggi 2007 Viaggi 2008 Variazione % 2007/2008 22.354 22.070 -1,3% 3.349 3.400 1,5% Fiere Altro 5.825 2.586 5.864 0,7% 2.608 0,8% Composizione % Totale Incontri clienti/ fornitori Riunioni Fiere aziendali Altro 34.115 65,5% 9,8% 17,1% 7,6% 33.942 65,0% 10,0% 17,3% 7,7% -0,5% 14 Per il segmento congressuale, si tratta di un dato moderatamente positivo, che però ha grande rilevanza perché in controtendenza rispetto alle previsioni negative sull’andamento dell’intero sistema congressuale italiano7. La contrazione nel segmento dei viaggi individuali interessa tutti i settori produttivi (vedi tavola 9). La dinamica è particolarmente negativa dell’industria a medio-basso ricavo per addetto, dove la sottoperformance del settore delle costruzioni determina anche l’unico segno negativo nel segmento delle riunioni aziendali In questo caso, brilla la performance del terziario, (+2,4% nel complesso) che è di rilievo perché legata a trend strutturali quali la crescita dimensionale ed il sempre maggiore grado di internazionalizzazione delle imprese del settore. Nel segmento “altro” si registra una divaricazione tra dinamiche dell’industria e del terziario. E’ verosimile che ancora tutto sia riconducibile alle difficoltà congiunturali, che riducono la propensione delle aziende a promuovere eventi congressuali, colpendo quindi soprattutto i settori industriali dove tali eventi sono promossi con maggiore frequenza. Tav. 9: Motivazione del viaggio d’affari (prospettiva settoriale); anno 2008 Valori assoluti Ind. ad alto ricavo/addetto Ind. a medio-basso ricavo/addetto Distr. Comm. Servizi Incontrare Riunioni clienti/ aziendali fornitori 1.454 347 4.210 808 Fiere Variazione rispetto al 2007 Altro Incontrare Riunioni clienti/ aziendali fornitori Fiere Altro 381 316 -1,9% 1,2% -0,3% -1,8% 801 477 -2,4% -0,6% -0,7% -2,0% 1.302 1.850 689 -0,7% 2,1% 0,2% 1,5% 950 2.778 1.061 -1,2% 2,7% 1,5% 2,5% 8.151 8.369 7 Rapporto OCI (2008): “… l’aumento degli incontri promossi dalle aziende si contrappone infatti alla tendenza sempre più negativa in tutti i segmenti non corporate. Il risultato complessivo è una marcata flessione della domanda congressuale aggregata che pregiudica gravemente le potenzialità del settore.” 15 6) Dimensione del mercato: i valori. Nel 2008 la spesa per viaggi d’affari delle imprese private italiane è diminuita del -3,7% rispetto all’anno precedente a quota 19,2 miliardi di euro (vedi tavola 10). Il dato comprende tutte le spese che le aziende manifatturiere con almeno 10 addetti e di servizi con almeno 5 addetti, imputano a bilancio come costo dei viaggi d’affari. Si tratta di un risultato molto negativo se si tiene conto che l’accelerazione media dei prezzi nel 2008 è risultata tra le più forti negli ultimi periodi (vicina al 3%) con punte superiori al 20% se si considerano alcune importanti componenti del costo della trasferta come i carburanti. A diminuire è complessivamente l’intero mercato, con la componente nazionale (-3%) poco più positiva della componente internazionale (-4,1%). Il dato riflette quanto già documentato in questo osservatorio ovvero: la perdita di quota di mercato dell’aereo a favore del trasporto terrestre (-1,3%), il maggiore ricorso a tariffe low cost o economy low yield, sottolineato in alcune ricerche8 e la diminuzione della permanenza media (5%). Inoltre nel caso delle trasferte internazionali ha giocato un ruolo importante la diminuzione dei viaggi intercontinentali. Il risultato sarebbe stato ancora più negativo senza l’aumento del costo dei trasporti legato al rincaro del greggio e senza la svalutazione del dollaro. Simulando un dollaro a livelli 2007 sull’euro, la spesa per viaggi internazionali sarebbe diminuita del -3,5% con un aggravio per i conti delle aziende di circa 60 milioni di euro. L’analisi della dinamica della spesa a prezzi costanti (figura 2 sx) evidenzia una diminuzione (reale) del 7% della spesa complessiva delle imprese italiane. La variazione riporta la spesa sotto il valore del 2001 (l’inizio di questo osservatorio) ma, soprattutto, sotto il valore del 2006 annullando la straordinaria performance dell’anno passato. Tav. 10: Spesa per viaggi d’affari (mln. di euro) Nazionale Spesa 2007 Spesa 2008 Variazione ‘08/’07 (a prezzi correnti) Internazionale Totale 8.142 11.760 19.902 7.897 11.277 19.174 -3,0% -4,1% -3,7% 8 Secondo UVET - American Express, (Business Travel Survey, ed. dic.2008) la quota di mercato delle classi di servizio “economy - low yield” è salita rispetto rispetto agli anni precedenti. 16 Fig. 2 Dinamica annuale della spesa per viaggi d’affari: complessiva (sx), per singolo viaggio (dx), (2001- 2008) Variazioni percentuali nella spesa Variazioni perc. nella spesa per viaggio d'affari (rispetto al 2001; prezzi costanti) (rispetto al 2001; prezzi costanti S_naz ; 2001 = 6,5mld 16.0% S_int 14.0% ; 2001 = 10,5mld S_tot ; 2001 = 17 mld 12.0% 10.0% 8.0% 6.0% 4.0% 2.0% 0.0% -2.0% 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 -4.0% -6.0% -8.0% -10.0% -12.0% 2.0% 1.0% 0.0% -1.0% -2.0% -3.0% -4.0% -5.0% -6.0% -7.0% -8.0% -9.0% -10.0% -11.0% -12.0% -13.0% -14.0% -15.0% -16.0% -17.0% 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 SxV_naz ; 2001 = 300 SxV_int ; 2001 = 1300 SxV_tot ; 2001 = 580 L’evidenza - associata alla costante crescita nel numero di viaggi - si traduce in una diminuzione del costo medio per trasferta (figura 2 dx), che nel 2008 è stata la seconda come intensità, dopo il 2003. Non si crede sia un caso che nei due anni citati inizi una fase “tecnica” di recessione; il dato è piuttosto una conferma che specie nei periodi di crisi le aziende domandano un maggiore controllo dei costi, in un mercato dove - evidentemente competono fornitori di servizi in grado di soddisfare tale richiesta. Il prezzo del viaggio scende soprattutto sul segmento internazionale arrivando a 1290 euro (-8,4% a prezzi costanti); più contenuta la flessione sul mercato nazionale dove si spendono in media 313 euro a trasferta (-4,8%). Nell’analisi per produzioni omogenee (vedi tavola 11), si evidenzia che è la “tenuta” del settore dei servizi (-200 mln. di euro pari al -2,7%) a limitare la perdita nel fatturato complessivo. Il settore infatti detiene la maggiore quota di spesa. Tav. 11: Spesa per viaggi d’affari e variazioni sull’anno precedente (prospettiva settoriale) Valori assoluti (mln. di euro) InterNazionale Totale nazionale Industrie ad alto ricavo per addetto Industrie a medio - basso ricavo per addetto Distribuzione commerciale all'ingrosso e al dettaglio Servizi Variazione % rispetto al 2007 InterNazionale Totale nazionale 440 1705 2145 -5,1% -5,6% -5,5% 1063 4598 5661 -6,6% -4,8% -5,2% 1828 1957 3785 -1,8% -2,5% -2,1% 4566 3018 7583 -2,4% -3,2% -2,7% 17 E’ però la distribuzione commerciale a mostrare le dinamiche meno negative grazie a una minore contrazione, sia delle trasferte sul segmento intercontinentale, sia della durata del viaggio. Nel settore manifatturiero la spesa scende di circa 450 milioni di euro (-5,2% a valori correnti), un dato da ascriversi sia alla de-industrializzazione del tessuto produttivo italiano sia alle difficoltà congiunturali nazionali. A frenare la spesa è infatti, anche nel 2008, la componente interna che mostra una diminuzione di spesa del -6,2% a fronte di un -1,7% nel numero di viaggi. Come negli anni passati la voce più rilevante nel determinare il valore del mercato dei viaggi d’affari in Italia è il trasporto, con una quota del 57,3% della spesa complessiva (vedi tavola 12). Dopo il trasporto, è l’alloggio la spesa di maggiore incidenza; seguono le spese per il vitto e un residuo che comprende le altre spese non direttamente ricondotte alle 3 categorie precedenti o non attribuite dagli intervistati. Nella dinamica delle spese di trasporto (-3% sul 2007) si compensano due variazioni opposte; la spesa per il trasporto su gomma aumenta del +5,0%, mentre la spesa non auto “crolla” del -7,7%. Entrambi i dati sono “sporcati” da un aumento del prezzo dei carburanti andato ben oltre il tasso di inflazione. Tuttavia l’andamento divergente, si può ricondurre sia a modificazioni nella distanza media coperta per viaggio, sia alla “qualità” della singola trasferta, sia alla maggiore concorrenza tra vettori aerei in ambito europeo. I 547 milioni di euro persi dalle aziende dal trasporto “non auto”, sono quindi imputabili: alla riduzione delle tratte intercontinentali, al maggiore ricorso a vettori low cost, alla cresciuta efficienza degli intermediari professionali, alla riduzione delle tariffe aeree in Europa, e alla concorrenza del trasporto su gomma. Quest’ultimo cresce di 210 milioni di euro anche perché è utilizzato sempre più spesso per gli spostamenti a medio raggio, anche in Europa. Tav. 12: Ripartizione della spesa per viaggi per macro tipologia di prodotto Euro (mln.) Trasporto Quota Variazione rispetto al 2007 (mln. Euro) Variazione rispetto al 2007 (%) 10.977 57,3% -337 -3,0% - Biglietteria aere a ferroviaria 6.558 34,2% -547 -7,7% - auto / noleggi / taxi / trasporti locali 4.420 23,1% 210 5,0% Alloggio 4.554 23,8% -173 -3,7% Ristoranti / vitto 2.665 13,9% -81 -3,0% 978 5,1% -137 -12,3% -728 -3,7% Altro / spesa non ripartita Totale 19.174 18 Sulla spesa per alloggio (-3,7%) incide in modo rilevante la perdita di pernottamenti. Il dato sarebbe stato più negativo se non fosse intervenuto l’aumento del costo medio della camera9, soprattutto nell’aera Euro dove non ha influito la svalutazione del dollaro. L’aumento dell’escursionismo d’affari ha anche inciso sulla spesa per la ristorazione. Nel complesso il fatturato degli hotel e ristoranti è quindi diminuito di 254 mln. erodendo solo in parte della crescita registrata nel 2007. 6.1 Le previsioni di spesa (e una misura dell’effetto crisi). Da diversi anni la spesa per l’anno seguente è prevista in rialzo dei travel manager. Nel 2007 quasi la metà degli intervistati (il 44%) dichiarava di attendersi un aumento per il 2008 a fronte di un “misero” 3% che prevedeva una contrazione nel proprio volume di affari. Sappiamo che vi è stata una contrazione del 3,7%. Quest’anno non fa eccezione, e la previsione per il 2009 (vedi tavola 13) vede ancora prevalere gli ottimisti sui pessimisti sebbene il differenziale si sia ridotto a soli 9 punti percentuali. Pessimisti e ottimisti si distribuiscono in modo analogo all’interno della manifattura e del terziario, ma l’analisi ponderando per quote di spesa, rileva una maggior concentrazione di travel manager pessimisti nelle grandi imprese. Pesando infatti le risposte con il volume di spesa, la quota di “pessimismo” diventa soverchiante (72%) raggiungendo un livello mai registrato in nessuna delle precedenti indagini, tanto da fare prevedere che, in ossequio alla recessione, si avrà un 2009 in ulteriore contrazione. Cambiando la prospettiva temporale si riesce a valutare come la crisi di fiducia sulla liquidità delle istituzioni finanziarie, ha inciso sulle valutazioni dei travel manager Tav. 13: Previsione sulla spesa viaggi 2009 nelle diversa prospettiva temporale. Previsione secondo semestre 2008 (al 30/06/2008) Spesa in aumento Spesa in diminuzione Spesa stazionaria Spesa in aumento Spesa in diminuzione Spesa stazionaria Industria 29% 6% 65% 29% 20% 51% Servizi e distribuzione 43% 10% 48% 30% 18% 52% Totale 34% 7% 59% 29% 20% 51% 12% 73% 15% Totale (ponderato)* 27% 14% 59% * sintesi delle previsioni pesate con le quote di spesa di ogni azienda 9 Previsione 2009 (al 31/12/2008) UVET - American Express, Business Travel Survey, ed. dic.2008. 19 Confrontando le previsioni sul periodo successivo formulate a giugno e dicembre 2008 si nota che la crisi ha avuto - nel complesso - l’effetto di aumentare soprattutto i pessimisti che quasi triplicano la loro quota (dal 7% al 20%). I cambiamenti nella percezione del futuro sono però molto differenti nei due macro settori produttivi considerati; nell’industria chi prima era indeciso tende a diventare pessimista, nel terziario sono gli ottimisti a diventare in gran parte indecisi (anche se una quota di questi ultimi diventano pessimisti). Le differenze suggeriscono che - al dicembre 2008 - le maggiori incertezze sull’esito della recessione rimangono nel mondo della manifattura. Il fatto che non si modifichi la quota di ottimisti evidenzia però che dalle stesse imprese industriali viene anche un segnale positivo; vi è infatti uno “zoccolo duro” (circa il 29%) che valuta di riuscire a superare la recessione senza ridurre i propri livelli di spesa per trasferte. 20 PARTE 2 Strategie di gestione e soddisfazione del cliente. 21 1) Il rapporto con i viaggiatori10. Nell’edizione 2007 di questo osservatorio si è mostrato che l’adozione di una travel policy “formalizzata” è una pratica gestionale che permette di “anticipare” alla fase di autorizzazione preventiva gran parte dei “problemi”, altrimenti riscontrati nella fase di rendicontazione. Attraverso una maggiore dialettica tra viaggiatore e ufficio viaggi la policy permette anche di ridurre il numero delle eccezioni e costituisce quindi un importante strumento per contenere i costi diretti. Nel corso dello studio sono però emerse anche aspettative negative verso l’adozione di regole “formali”. Tra tutte il dilatarsi dei tempi necessari ad organizzare il viaggio e la maggiore conflittualità che si può generare in un settore dell’attività aziendale ritenuto a volte la via per incentivare il personale. L’integrazione dei software gestionali e le possibilità offerte dai moderni sistemi di prenotazione e pagamento delle trasferte, molto probabilmente permettono di considerare superabile l’obiezione sull’allungamento dei tempi ma lasciano aperto il tema della conflittualità, che è approfondito in questo osservatorio. 1.1 Travel policy e conflittualità negli uffici viaggi Come punto di partenza si è chiesto - a chi gestisce le trasferte - di indicare i principali motivi di conflitto con i viaggiatori nei prossimi 2/3 anni. Le risposte sono codificate in 4 modalità per facilitare la lettura dei risultati. La tavola 14 funge da legenda. Tav.14: Le aree di conflitto con i viaggiatori in dettaglio: Costi / applicazione policy Compagnia aerea e hotel Esigenze personali /aziendali disponibilità Tempistica (e) procedure Sintesi delle risposte Spesa superiore ai limiti della TP, costi eccessivi, trasparenza dei costi, rifiuto di tariffe aeree restrittive, rifiuto restrizioni su classe volo e standard hotel. Fare accettare: specifiche compagnie, voli low cost, precise strutture/catene alberghiere. Aspettative di standard sempre elevati, rapporto qualità/prezzo, esigenze particolari, indisponibilità del viaggiatore (rispetto a orari/periodo o durata della trasferta) cancellazioni, cambiamenti di mete e orari. tempi richieste - prenotazione e visti, fornitura della corretta documentazione, controllo documenti 10 I dati di questo paragrafo e dei successivi, rappresentano sintesi di quanto osservato nel campione e non possono quindi essere generalizzati all’intera collettività delle imprese italiane. Nella lettura dei risultati va considerata la preponderanza, tra i rispondenti, dei e con oltre 100 addetti. 22 Oltre la metà (51%) degli intervistati prevede negli eccessi di spesa il principale motivo di conflittualità a 2/3 anni. In questo adottare una policy può effettivamente avere effetti negativi dato che generalmente vengono introdotte restrizioni non gradite ai viaggiatori. Va però rilevato che le rimanenti cause di conflitto sono solo in parte riconducibili alla decisione di adottare la policy. Il 22% dei rispondenti attribuisce la maggior parte della conflittualità futura alle scelte aziendali sui fornitori. L’aspetto riguarda in primis le grandi imprese (27%), che hanno volumi di spesa tali da potere stipulare convenzioni con precisi vettori o catene alberghiere. Viceversa nelle imprese con meno di 100 addetti i problemi si supponne verranno soprattutto dalle esigenze personali dei viaggiatori o dalla loro (in)disponibilità a seguire le tempistiche imposte dall’azienda. Non si prevede quindi il superamento di quelle pratiche “non ortodosse” come la scelta di compagnie o rotte aeree più lunghe per accumulare punti fedeltà personali o la scelta di una certa struttura alberghiera perché più “comoda” come comfort e posizione rispetto ai luoghi del leisure. In questi casi introdurre una policy potrebbe ridurre la conflittualità interna, perché palesa la politica aziendale in termini di standard concessi e di disponibilità richieste ai viaggiatori. Pochissima conflittualità è attesa dal non rispetto di tempistiche e procedure (7%). Il dato è interessante se letto pensando al fatto che nell’osservatorio 2007 il tasso di eccezioni misurato su questo item è del 28%. Si evidenzia infatti una grande fiducia sul futuro dell’integrazione dei sistemi di contabilità con gli strumenti di pagamento e prenotazione. Tav.15: Aree di conflitto con i viaggiatori nei prossimi 2/3 anni Costi / applicazione policy Compagnia aerea e hotel Esigenze personali /aziendali disponibilità Tempistica (e) procedure Imprese con meno di 100 addetti 49% 9% Imprese con 100 o più addetti 51% 27% 33% 9% 15% 7% Totale 51% 22% 20% 7% In sintesi l’analisi suggerisce che conviene implementare la travel policy a patto che preveda (e aggiorni) gli standard concessi, i massimali e le disponibilità richieste ai viaggiatori. In questo caso una parte consistente della conflittualità si sposta sull’applicazione delle regole e quindi dal piano personale a quello collettivo (le regole valgono per tutti) con benefici attesi sulla possibilità di governare la spesa. Una lezione ci viene “dall’estero” dove la travel policy è uno strumento più diffuso. Riclassificando le precedenti risposte a secondo della nazionalità della proprietà delle quote di capitale (vedi tavola 16), si nota che nel 77% delle imprese almeno in parte 23 “straniere”, si prevede che nel prossimo futuro la conflittualità ruoterà attorno all’applicazione di parametri di spesa. Nelle imprese italiane invece colpisce quanto il “rigido automatismo” di un controllo su classi e massimali, sia sostituito da quella “flessibile soggettività” che non è tra i più lusinghieri stereotipi dell’italianità nel mondo. Pur essendo mediamente più piccole - e quindi con meno possibilità di fare convenzioni - il 32% delle imprese “italiane” vede come principale motivo di conflitto, il non gradimento del singolo vettore aereo e/o hotel da parte dei viaggiatori, contro un risicato 6% delle imprese “straniere”. Inoltre, un quarto delle imprese “italiane” (contro il 13% delle “straniere”) prevede che i conflitti riguarderanno soprattutto le esigenze del viaggiatore e la sua disponibilità ad adattarsi alle necessità di trasferta. Chiude il quadro il 9% di imprese (contro il 3% delle “straniere”) che prevedono conflitti originati principalmente dalla richiesta di applicare le regole (procedure e tempistiche). Anche questo dato supporta l’assunto iniziale che la dove le regole sono lasche o non esplicitate, si registrano i maggiori problemi di conflittualità. Tav 16: Conflittualità per composizione del capitale sociale Costi / applicazione policy Compagnia aerea e hotel Esigenze personali / disponibilità Tempistica (e) procedure Imprese con quote di capitale straniero 77% 6% 13% 3% Imprese con solo capitale italiano 34% 32% 25% 9% 2,8 mln 0,4 mln. Spesa media Totale 51% 22% 20% 7% 1,1 mln. 1.2 L’applicazione delle politiche L’esistenza di conflittualità è connaturata nell’idea stessa di viaggio d’affari perché gli interessi di viaggiatore e acquirente (l’azienda), non sempre coincidono. Da un lato chi viaggia non lo fa generalmente per scelta personale e soggiace a vincoli sul periodo di svolgimento, sulla destinazione e sulla durata della trasferta. Dall’altro l’azienda ha interesse a gestire la trasferta per garantire una maggiore produttività dell’input “viaggio”. Nel farlo può decidere di accondiscendere o meno alle richieste dei viaggiatori; per indagare questo aspetto si è chiesto agli intervistati di esplicitare il tipo di politica prevalente in azienda e di confrontarlo con quella che si prevede di adottare nel prossimo futuro. 24 I risultati sono sintetizzati in tavola 17, mostrano che l’atteggiamento predominante oggi è quello tollerante o al più critico senza sanzioni o penali; ben l’80% delle risposte si concentrano su queste due modalità. La scelta del sistema impresa è quindi quella del “basso profilo di scontro” sebbene vada sottolineato che nelle grandi aziende la percentuale di quelle che rifiutano la prenotazione (16%) sia quasi tre volte quella che si riscontra nelle PMI. Analizzando l’evoluzione prevista per i prossimi 2/3 anni è evidente l’insoddisfazione rispetto alle attuali politiche. La “gestione attiva” dei viaggiatori tende a sostituire gli atteggiamenti tolleranti anche in coerenza con l’atteso peggioramento del quadro congiunturale che obbligherà a razionalizzare i costi. Lo strumento di contrasto principale sarà il rifiuto della prenotazione a chi non rispetta le regole aziendali (modalità che passa dall’attuale 14% al 29%) ma - soprattutto nelle grandi aziende - diventeranno non marginali i comportamenti “estremi” come la sanzione o il premio a chi non trasgredisce. La casistica è limitata dalle poche risposte ottenute (una trentina in tutto) e risulta ovviamente condizionata in modo diretto dal quadro normativo-sindacale. Prevale la sanzione sul premio. Nel 45% dei casi si prevede l’addebito al viaggiatore delle spese oltre i limiti consentiti e nel 30% il richiamo scritto. Il 25% delle aziende prevede invece premi in denaro, l’utilizzo dei punti aziendali per i viaggi privati o l’autorizzazione a derogare dalla policy per qualche trasferta. Tav.17: Atteggiamenti tenuti verso i trasgressori delle regole di trasferta meno di 100 addetti 100 e più addetti Totale Attualmente In futuro Attualmente In futuro Attualmente In futuro Tolleranza Critico (senza sanzioni o penali) Rifiuto della prenotazione Sanzionatorio Premiante (verso chi non trasgredisce) 41% 17% 33% 14% 35% 15% 46% 57% 44% 39% 45% 44% 6% 21% 16% 31% 14% 29% 4% 4% 4% 9% 4% 7% 4% 2% 2% 7% 2% 5% 25 2) Il rapporto con i fornitori Chi gestisce i viaggi d’affari in azienda ha un costante contatto con vettori aerei, alberghi e agenzie di viaggio che, in astratto, si presta a sviluppare conflittualità. In sintonia con il paragrafo precedente se ne vuole valutare il livello; si è quindi chiesto ai responsabili viaggi di indicare se nel 2008 vi è stato un rapporto giudicato conflittuale con i fornitori. La sintesi delle risposte (in tavola 18) mostra che – in media – i rapporti sono più difficili con i fornitori di servizi alberghieri. In questo caso il 62% degli intervistati ha avuto conflitti nel 2008, contro percentuali appena sopra il 50% quando si considerano i rapporti con chi fornice voli e servizi di agenzia. Le percentuali di conflittualità sono equivalenti segmentando per: grandi e piccole imprese, imprese a capitale italiano e estero o imprese dell’industria e dei servizi. Al contrario segmentando per funzione nell’organigramma aziendale, si evidenziano rilevanti differenze. Quando a rispondere sono dirigenti “prestati” al travel management, si registrano i massimi livelli di conflittualità con punte del 71% di valutazioni conflittuali del rapporto con i fornitori di pernottamento. Il risultato può dipendere dal fatto che è la dirigenza ad avere la delega per la stesura dei contratti di servizio e quindi le maggiori occasioni di conflitto con i fornitori. La formula dubitativa è però d’obbligo poichè quando il dirigente coinvolto nella contrattazione è un travel manager, i rapporti giudicati conflittuali scendono di circa 10 punti percentuali indipendentemente dal tipo di fornitore. Le interpretazioni di questa forbice sono simmetriche e forse in parte sovrapponibili. Da un lato il travel manager dovrebbe avere una maggiore preparazione su come si formano i ricavi dei fornitori e, quindi, sui reali margini di contrattazione per limitare il conflitto a quelle situazioni in cui è possibile pervenire ad un risultato utile per l’azienda. Anche il linguaggio di un “addetto ai lavori” si può pensare aiuti a prevenire situazione di frizione. D’altro canto rimane il dubbio sulle deleghe concesse agli ufficio viaggi dove, talvolta, si svolgono solo mansioni esecutive senza essere abilitati a chiudere direttamente le contrattazione. Tav. 18:Percentuale di rispondenti che ha avuto conflittuali (con i fornitori). Alberghi Assistenti / segreterie Dirigenti (funzioni non travel) Funzione travel / viaggi /eventi Totale 57% 71% 60% 62% Trasporto Agenzie di aereo viaggio 48% 48% 60% 58% 51% 49% 53% 52% 26 Infatti chi è più concentrato sulla gestione ordinaria - come gli assistenti o addetti alle segreterie - ha “naturalmente” una minore frequenza di eventi conflittuali anche se, come si vede nella tavola 19, questi conflitti hanno mediamente una maggiore intensità. Oltre alla presenza/assenza di episodi conflittuali si è infatti chiesto di valutare il livello dello scontro con i fornitori su una scala tra 2 (minimo) e 10 (massimo). I risultati nella tavola 19 mostrano una valutazione attorno a 5 che rimanda ad un livello di conflitto nel sistema tendenzialmente basso (sotto il valore centrale di 6), in coerenza con quanto trovato nella precedente analisi dei rapporti tra ufficio viaggi e viaggiatori. Tav. 19: Livello di conflittualità (scala ordinale da 2 a 10) Alberghi Assistenti / segreterie Dirigenti (funzioni non travel) Funzione travel / viaggi /eventi Totale 5,5 4,8 4,9 5,1 Trasporto aereo 5,6 4,9 5,3 5,3 Agenzie di viaggio 5,2 4,5 4,8 4,9 Prenotare alberghi e aerei è l’attività che genera i conflitti in media più intensi mentre il migliore rapporto (conflitto a 4,9 su una scala di 10) si ha con le agenzie di viaggio che, anche in considerazione della minore quantità di eventi conflittuali, guadagnano la palma del “partner” con il quale la convivenza è mediamente più serena. Per comprendere però dove si registra la reale conflittualità si deve cambiare prospettiva e limitare l’attenzione alle situazioni di reale scontro, ma anche articolare le risposte per motivi sintetici di conflittualità. Il dettaglio è in tavola 2011 dove vengono analizzati i soli episodi conflittuali associati dai rispondenti ad un livello di scontro di 7 o più (su 10). Tav. 20: Distribuzione della conflittualità “alta*” per conflitto e servizio 36% 27% Trasporto aereo 24% 42% Agenzie di viaggio 20% 22% 16% 21% 100% 18% 17% 100% 24% 33% 100% 19% 23% 100% 19% 22% 17% 19% Alberghi Indisponibilità servizio al prezzo e qualità pattuiti Indisponibilità servizio nel momento desiderato Rapporto fornitore/viaggiatore (diretto, fuori policy o “diseducativo” rispetto agli obiettivi aziendali…) Consuntivazione secondo modalità non gradite Totale Frequenza complessiva * giudicata di intensità 7 o più (su 10). Totale 27% 31% 11 Il particolare punto di vista adottato (l’impresa) ha impedito di approfondire “l’altro lato” delle cause di conflitto ovvero quelle generate da comportamenti “poco virtuosi” degli acquirenti primo fra tutti il ritardo nei pagamenti. 27 Nel complesso gli episodi altamente conflittuali sono il 19% di quelli totali, un dato non altissimo, che fornisce una ulteriore chiave di lettura sul basso livello di scontro misurato in tavola 19. Il sistema italiano è dunque caratterizzato da una “confronto diffuso” che solo raramente sfocia nello scontro. Restringendo l’attenzione ai singoli servizi, la maggiore conflittualità riguarda il trasporto aereo, dove si raggiunge il 22%, degli episodi altamente conflittuali, mentre nel caso delle agenzie il peso degli eventi “critici” è del 17%. L’indisponibilità del servizio nel momento desiderato è la principale causa di frizione (genera il 31% dei conflitti “importanti”), seguita dall’indisponibilità del servizio al prezzo e qualità pattuiti (27%). La graduatoria è un’ulteriore conferma che nelle priorità dei responsabili viaggi il fattore “tempo-possibilità” prevale sul “prezzo”. L’ordine però non si mantiene per tipo di servizio. Riguardo agli alberghi si hanno difficoltà soprattutto ad accordarsi sul rapporto qualità/prezzo, mentre dall’agente di viaggio si pretende un rapporto “consulenziale” con migliori modalità di assistenza/consuntivazione. Va però valutata attentamente la quota di conflitti che si originano dal rapporto diretto tra fornitore e viaggiatore, perché rappresentano il punto dove sembra più facile intervenire per “raffreddare” ulteriormente il sistema. Il 24% di conflitti gravi con le agenzie riguardo questo item, è uno stimolo per continuare a sviluppare l’attività di supporto all’impresa che, ad esempio, oltre a proporsi come un partner affidabile nell’applicare la policy, può partecipare attivamente alla “educazione” dei viaggiatori. L’ultimo aspetto analizzato riguarda le prospettive future dei rapporti azienda-fornitori. Si è quindi chiesto ai rispondenti di elencare il principale motivo di conflitto con i fornitori nei prossimi 2/3 anni e si sono raggruppate le risposte in modo da permettere il confronto con l’analisi fin qui svolta. La tavola 21 funge da legenda. Tav.21: Motivo di conflitto futuro con i fornitori in dettaglio. Legenda Principali risposte Acquisto servizi low cost, tariffe corporate, riduzione costi di emissione Indisponibilità servizio al biglietteria, aumento tariffe aeree, rapporto prezzi-qualità, cost saving, commissioni d'agenzia, aumento costi carburante, minor servizio a bordo, prezzo e qualità pattuiti rispetto tariffe stagionalità, tariffe treni, annullabilità senza penali. Disponibilità servizi, velocità di comunicazione, liste d'attesa compagnie Indisponibilità del servizio aeree, ritardi, disponibilità date/posti/orari, disponibilità per cambio voli, al momento desiderato flessibilità degli hotel Problemi con specifici fornitori, applicazione nuove policy, adeguamento Rapporto fornitore / hotel ai nuovi standard alberghieri, prenotare con POS, assistenza, modalità viaggiatore, consulenza / di pagamento, SBT più efficienti. consuntivazione 28 Per il futuro le imprese vedono “critico” l’elemento prezzi, come mostra il fatto che il 56% delle indicazioni ricadono nel primo cluster (vedi tavola 22). Si teme soprattutto per il trasporto aereo, complici il ridimensionamento globale dell’offerta che potrebbe ridurre la concorrenza e consolidare una offerta oligopolistica su alcune tratte di grande interesse come la Milano-Roma. Inoltre, avere una “grande alleanza” come fornitore, si crede ridurrà il peso dell’impresa nel trattare le convenzioni. Infine si amplia la critica alle politiche di marketing delle compagnie low-cost che si prevede continueranno a rendere “a valore aggiunto” servizi essenziali. Le altre forme di conflittualità sono viste in diminuzione rispetto al presente soprattutto nell’ambito dei rapporti fornitore / viaggiatore e della consuntivazione/consulenza. In questo caso, il dimezzarsi del peso delle future occasioni di conflitto (si scende dal 42% attuale, al 22% previsto) riflette la fiducia su quello che potrà fare il progresso tecnico in tema di integrazione di archivi, e forse un auspicio che anche il legislatore possa continuare nell’opera di favorire la concorrenza sul mercato europeo dei servizi, come di recente ha fatto con la “deregulation” dell’universo dei gds e dei sistemi informatici di distribuzione dei viaggi. Tav.22: Aree di conflitto presenti e future con i fornitori. Indisponibilità servizio al prezzo e qualità pattuiti Indisponibilità del servizio al momento desiderato Rapporto fornitore/viaggiatore consuntivazione / consulenza Totale Presente Futuro 27% 56% 31% 22% 42% 100% 22% 100% 3) La valutazione dei servizi delle compagnie aeree L’Osservatorio Business Travel rileva ogni anno le valutazioni dei travel managers rispetto a differenti servizi forniti alle imprese. A cinque anni di distanza dalla prima rilevazione, quest’anno si torna a raccogliere le valutazioni e i suggerimenti dei travel manager sui servizi di trasporto aereo. Come usuale, il primo passo è un’analisi degli elementi che gli intervistati ritengono necessari per un’offerta “di alta qualità”. 29 3.1 Le caratteristiche necessarie per il trasporto aereo. L’indagine si è svolta chiedendo a ogni gestore dei viaggi aziendali di indicare - in ordine di importanza - le 3 caratteristiche che personalmente riteneva necessarie al servizio di trasporto aereo12. Per facilitare la lettura dei risultati, le risposte sono indicate con maggiore dettaglio, in tavola 23. Il primo aspetto considerato è la frequenza con cui i diversi item appaiono(figura 3). La puntualità è la caratteristica più ricordata quando si valuta il trasporto aereo (29%), seguono il costo del servizio, la capacità di venire incontro alle esigenze delle aziende, e l’offerta di destinazioni e la frequenza dei voli. Da sole queste prime quattro risposte raccolgono quasi i tre quarti delle indicazioni. Marginale il consenso raccolto dalle rimanenti caratteristiche principalmente legate alla qualità del servizio. Tav. 23: Una guida alla codifica delle risposte: trasporto aereo Puntualità Costo Comfort Sicurezza Opportunità trasporto Struttura Flessibilità Servizio a terra Servizio a bordo Puntualità, orari dei voli e delle coincidenze, rispetto orari, cancellazioni. tariffe corporate, tariffe, contenimento costi voli internazionali, rapporto qualità/prezzo, disponibilità tariffe convenzionate comfort (poltrone reclinabili 180°,...), comfort durante il viaggio, Sicurezza, affidabilità, serietà, manutenzione aerei, Frequenza voli, maggior numero voli Europa, voli diretti, ampia copertura notte, molteplicità delle destinazioni. Vicinanza aeroporti, hub in MXP, numero aeroporti Disponibilità, flessibilità possibilità cambio prenotazione, cordialità, comunicazione Gestione Bagagli, assistenza clienti, velocita' del check-in, rimborsi celeri, preassegnazione posto, trasferimenti interni ad aeroporto troppo lunghi, emissione tk più tardi possibile, servizio accettazioni più lunghi imbarco, Pulizia, servizi a bordo, cibo a bordo 12 Le risposte sono state classificate in 9 gruppi omogenei il cui grado di importanza è stato valutato attraverso una media dei punteggi assegnati alle risposte degli intervistati: 3 punti alla prima - la più importante - 2 alla seconda e 1 all’ultima. 30 Fig. 3: Caratteristiche necessarie al trasporto aereo: frequenza (scala a Dx) e importanza (scala a SX) 31% 3 Importanza Frequenza 2,8 - - - Importanza media = 2 26% 2,6 2,4 21% 2,2 16% 2 1,8 11% 1,6 1,4 6% 1,2 1 1% puntualità costo flessibilità opport. di trasporto servizi a terra sicurezza servizi a bordo comfort struttura L’analisi dell’ordine con cui sono date le singole risposte (ovvero l’importanza dei singoli items) evidenzia nella sicurezza il fattore più importante. I tre item che seguono con valutazione superiore alla media rappresentano invece gli elementi più direttamente collegati alle mansioni del travel management. Troviamo sia la possibilità di rispettare gli appuntamenti (la puntualità), sia l’ampiezza dell’offerta di rotte e orari. Entrambe le caratteristiche hanno risvolti sul numero di trasferte programmabili per unità di tempo. Anche il comfort è importante quando declinato in riferimento alle poltrone e allo spazio a bordo, più che ai servizi, cioè a quanto si crede che preservi la capacità produttiva a destinazione. Queste priorità suggeriscono che nell’attivita di travel management si segua un’ottica “ouput-oriented” ovvero di massimizzazione del prodotto (la trasferta) a parità di costo. A conferma proprio il costo ha una importanza “media” e - in ogni caso - raramente è declinato come costo “basso”, ma piuttosto come costo “convenzionato”, in modo che annullamenti o cambi prenotazione possano rientrare nella contrattazione. Infine, i servizi che a dispetto del grande sviluppo nel livello e nella personalizzazione (parrucchiere, massaggi, lunge esclusive, menù personalizzati ….) sembrano avere poca importanza per chi domanda viaggi d’affari. L’apparente contraddizione si sostanzia nel fatto che sono i viaggiatori, a domandare tali servizi anche in conflitto con l’azienda. Tra i servizi più apprezzati dai travel manager quelli di terra, cruciali per contenere i tempi di 31 viaggio. La velocità di check-in o le restrizioni sui bagagli - che comportano disguidi e perdite di tempo - sono cioè considerate più importanti di un buon massaggio. La lettura congiunta di importanza e frequenza nelle risposte, permette di comprendere che agli acquirenti dei viaggi d’affari premono soprattutto elementi collegati al fattore tempo, in subordine al costo e solo marginalmente ai servizi. Se invece si affianca all’importanza una valutazione sulla qualità dell’offerta attuale, espressa attraverso un voto da 2 (pessimo) a 10 (ottimo), si possono distinguere i fattori che oggi sono considerati critici da quelli considerati punti di forza. Il quadro si presenta molto positivo poiché la gran parte delle caratteristiche ricevono valutazioni sopra la media sia sulla qualità, sia sull’importanza, collocandosi nella parte alta a destra del diagramma di dispersione (vedi figura 4) Inoltre i 3 fattori con giudizio più negativo sono quelli a cui è attribuita la minore importanza lasciando libero il quadrante in alto a sinistra dove cadrebbero i fattori critici. Il primo punto di forza è la sicurezza, un risultato inatteso se si considera la crescita del mercato low-cost e l’allarme sulla sua sicurezza diffuso dalla campagna stampa seguita all’agosto “nero” dei due atterraggi di emergenza Ryanair, dell’incidente Spanair, dell’incendio Air Dolomiti, e delle denuncie di alcuni piloti su rifornimenti mirati a risparmiare peso al decollo. L’evidenza premia la preparazione dei responsabili viaggi che conoscono come le recenti normative equiparino le compagnie no frills alle compagnie tradizionali nei vincoli sulla scelta e acquisto degli aeromobili, sulla gestione dei servizi e sull’impiego/manutenzione degli aerei. Lusinghiera anche la valutazione data alla puntualità delle compagnie aeree che rappresenta il riconoscimento ai risultati della competizione sulla quota di voli entro i 15 minuti e sulla regolarità (il totale dei voli operati sul totale dei voli programmati). È curioso sottolineare oggi che, rispetto a questi parametri, proprio Alitalia aveva ottenuto nei primi 6 mesi del 2008 degli ottimi risultati (vedi classifica dell’Association of European Airlines). Considerata anche la frequenza delle risposte la “certezza dei tempi di viaggio” è il fattore chiave nella scelta di un vettore per un business-man che deve onorare incontri programmati a scadenze precise. Sopra la media anche la valutazione del comfort, un riconoscimento alle politiche di molti vettori aerei che hanno alzato il livello delle business class - ormai vicine al servizio first - o investito nella “premium ecomomy” una nuova classe che tra business ed economy la cui penetrazione potrebbe essere avvantaggiata dall’attuale periodo di crisi economica. 32 Fig. 4: Punti critici e di forza dell’offerta di trasporto aereo 2,8 sicurezza puntualità Importanza comfort costo opport. di trasporto 2 flessibilità struttura servizi a terra servizi a bordo 1,2 3,2 6,2 9,2 Voto L’opportunità di trasporto come il costo e la flessibilità sono caratteristiche giudicate “eque”. L’accordo“Open Skies” tra USA ed Europa, è stato un importante passo in avanti in questo senso. Riguardo al costo è curioso notare come la valutazione sintetizzi dinamiche di mercato abbastanza complesse. Secondo alcune rilevazioni13 le compagnie tradizionali hanno infatti abbassato i propri prezzi di circa il 15% mentre le compagnie low cost hanno proposto aumenti del 14%. Tra le valutazioni negative quella dei servizi era attesa, visto che le recenti politiche di marketing di molte compagnie aeree (soprattutto low cost) prevedono di recuperare profitti attraverso la commercializzazione di servizi che sono “storicamente” gratuiti. Alcuni esempi: il check-in diventa gratuito solo se online, l’imbarco in stiva del bagaglio è a pagamento ma, con sempre, c’è il supplemento per il peso in eccesso. Inoltre si può pagare per avere una poltrona più comoda o più spazio per le gambe e qualche vettore prevede addirittura un supplemento per i posti più sicuri, quelli vicino allo scivolo. 33 La peggiore valutazione è però data alla struttura, un risultato anche questo atteso per l’assenza di una logica nazionale o multi regionale che possa garantire l’efficienza del nostro sistema aeroportuale. I troppi aeroporti di piccole dimensioni e l’assenza del binomio competitivo hub + vettore - vincente per altri grandi aeroporti europei - hanno sicuramente determinato il giudizio negativo. Inoltre è cresciuta l’incertezza sulla sorte delle società aeroportuali, esposte dal punto di vista finanziario verso Alitalia e AirOne. Questi ultimi giudizi negativi pesano poco sulla soddisfazione complessiva sulle compagnie aeree dato che gravano su elementi giudicati di importanza marginale. Non è però solo folclore notare che le recenti guerre tra aeroporti sono entrate nelle priorità di (pochi) travel manager che dichiarano essenziale avere un hub a Malpensa. 3.2. Un confronto con il 2003. I viaggi d’affari hanno subito negli ultimi anni una profonda modificazione strutturale che ha interessato il trasporto aereo nella geografia delle destinazioni e nelle modalità di gestione. La globalizzazione ha modificato la domanda aumentando sia i viaggi a lungo raggio, sia la distanza media viaggiata in ambito nazionale perché ha favorito l’aggregazione tra imprese e allargato i mercati di riferimento (soprattutto del terziario). D’altro canto, sotto la spinta di nuove tecnologie, dei modelli di business low-cost, e delle normative, si è modificata anche l’offerta ed è quindi verosimile supporre sia cambiato anche lo schema delle preferenze dei “travel manager” verso le caratteristiche del trasporto aereo. Oggi siamo in grado di tentare una misura di queste modificazioni, attraverso il confronto dei risultati di questo osservatorio con una analoga ricerca condotta nel 200314. In 5 anni è stato fatto molto per venire incontro alle esigenze dei viaggiatori d’affari come sottolinea l’evidenza che ora si hanno 4 fattori di successo (quelli nel quadrante in alto a destra della figura 5) contro uno solo rilevato nell’indagine 2003. Primo tra tutti la sicurezza, che oggi è valutata pienamente soddisfacente dai “travel managers” in accordo con le statistiche IATA che a livello mondiale indicano continui miglioramenti dell’incidentalità (pur al netto di quanto avviene nel continente africano). Molto hanno fatto i legislatori che in Europa e negli USA hanno impedito il volo alle compagnie ritenute pericolose Inoltre si è anche aumentata la sicurezza percepita, con le 13 Variazioni maggio 2007 su maggio 2008. fonte Vola gratis – Il Sole 24 Ore, giugno 2008 Si precisa che si tratta di un confronto relativo a due campioni di oltre 200 rispondenti ma solo in parte sovrapponibili. Sono infatti 35 le aziende che hanno partecipato ad entrambe le indagini. Purtroppo si ignora se i responsabili viaggi che materialmente hanno risposto sono rimasti gli stessi. 14 34 norme 2006 sul bagaglio a mano, e l’introduzione di nuove tecnologie in tema di controllo ai varchi della persona e dei bagagli. Infine non va dimenticato che l’11 settembre 2001 oggi è più lontano. Poi la puntualità che diventa un fattor di successo quando nel 2003 rappresentava un fattore critico perché, sempre giudicato importante, era offerto con qualità ritenuta insufficiente. Infine il comfort, che è cresciuto soprattutto nell’importanza anche perchè l’avvento delle low cost ha dato valore al concetto. Ripercussioni evidenti sui menzionati fattori di successo sono anche venuti dalla concorrenza sulle rotte intercontinentali e dalla ricerca di efficienza nei consumi che hanno spinto a rinnovare il parco aeromobili. Si è sviluppata la competizione in termini di puntualità, sono nate nuove classi come la premium economy e si sono sviluppati molti servizi a bordo come: TV personalizzata, connessione WEB e rete telefonica fino ad arrivare agli aerei iPod e iPhone ready. Fig. 5: Punti critici e di forza trasporti aerei (confronto 2003-2008)* 2,8 struttura ' 03 puntualità ' 03 sicurezza puntualità Importanza comfort opportunità di trasporto 2 opportunità di trasporto ' 03 sicurezza ' 03 struttura comfort ' 03 1,2 3,2 6,2 9,2 Voti *Le valutazioni su: servizi a bordo, servizi a terra, costo,sono omesse dal grafico perché praticamente invariate nei due periodi. 35 L’unico fattore che peggiora nei 5 anni considerati è la struttura. La valutazione riflette un quadro profondamente cambiato rispetto al 2003. Le compagnie sono in fase di consolidamento e acquisizioni. In Europa i tre poli dominanti: British Airways, Lufthansa e Air France-Klm, stanno progressivamente acquisendo tutte le compagnie aeree minori che non sono più in grado di fare profitti per la crisi economica e la stretta finanziaria. In ottica italiana nel 2008 si è avuto il downsizing di Alitalia, la fusione con Air One e la scelta di CAI di operare con un modello organizzativo basato su basi operative e non più sui due poli di Milano e Roma (con riduzione dei voli di lungo raggio). Le imprese del Nord hanno subito (e probabilmente sofferto) il processo di de-hubbing di Malpensa, mentre i passeggeri di Fiumicino e di importanti realtà del Sud (come Palermo, Lamezia Terme e Bari), oggi intravedono serie difficoltà per superare il minor numero di connessioni attraverso i transiti. Rispetto al 2003, il modello di sviluppo del settore aereo sembra quindi essere diventato più importante nella competizione. A margine - e in conclusione - va notato che rispetto al 2003, nel 2008 è anche scomparsa la velocità della prenotazione tra le caratteristiche essenziali di un vettore aereo. Si tratta di un riconoscimento indiretto agli sforzi compiuti da tutti gli operatori del settore, ma soprattutto un effetto del progresso tecnico che in 5 anni ha “cancellato” una caratteristica che nel 2003 era discriminante della qualità del servizio 36 Appendice (Note Metodologiche). L’indagine ha come obiettivo la misura della spesa per viaggi d’affari da parte delle imprese italiane definita come il totale dei costi per viaggi registrati a bilancio. Le risorse disponibili hanno imposto di escludere le imprese agricole, il pubblico impiego e le PMI dall’universo di riferimento che è pertanto limitata alle “sole” imprese private di dimensione superiore a 10 addetti (nel manifatturiero) e 5 addetti (nel terziario). L’universo è definito ricorrendo all’archivio ASIA 2006 e rappresenta circa il 10% delle imprese ed il 59% degli addetti. Per l’indagine si è scelto un piano di campionamento stratificato ad uno stadio come usualmente avviene nelle indagini presso le imprese. La previsione di realizzare un numero compreso tra 300 e 400 interviste ha consigliato di limitare il numero degli strati a 4; come variabili di stratificazione sono state considerate la dimensione (meno di 100, e 100 o più addetti) e la classificazione produttiva (industria e servizi). Nella scelta si sono considerati i risultati ottenuti nelle precedenti indagini che hanno anche consentito di ottenere una stima preliminare della varianza di strato utilizzata per determinare la numerosità campionaria rispetto alla classificazione produttiva. Rispetto alla dimensione si è invece vincolato a priori la numerosità complessiva nei due strati (grandi e imprese e PMI) rispettivamente a 1/3 e 2/3. La scelta è stata dettata dalla volontà di garantire maggiore controllo della variabilità campionaria nelle imprese più grandi (economicamente più rilevanti). L’indagine si è chiusa il 31 dicembre 2008 con 265 rispondenti. Il processo di raccolta dei dati ha riguardato 2000 aziende di cui 390 rispondenti l’anno precedente, e 1610 scelte casualmente15. La redemption complessiva si è abbassata molto rispetto all’anno precedente (passa dal 19,5%al 13,3%). Il momento congiunturale negativo e le difficoltà in cui versano molte imprese italiane ha pesato sul risultato. E’ infatti la sola indagine di dicembre a condizionare la partecipazione complessiva con soli 56 nuovi rispondenti. La frazione di campionamento complessiva è pari allo 0,021% e sale al 2,0% se si considerano le imprese con più di 100 addetti. Tra i questionari restituiti, 124 risultano completi, 69 con non più del 10% delle risposte mancanti e 72 con non più del 40%. 15 In questo caso di campionamento ripetuto nel tempo, disporre sia di informazione panel sia di informazione da campione casuale, permette di impiegare stimatori combinati che risultano di minore varianza quando - come in questo caso - la variabile di interesse è rappresentata dalla spesa nell’anno più recente (Cocran W.,G. (1977), “Sampling Techniques”, Wiley NY, pp. 344- 355). 37 Il processo di verifica della coerenza interna delle risposte è basato sull’analisi delle somme percentuali e sul controllo dei rapporto tra spesa in viaggi d’affari e addetti e/o fatturato. Le imprese che presentavano valori considerati anomali perchè superiori a 3 volte lo scarto quadratico medio di strato, sono state ricontattate. Da quest’anno si è introdotto anche un criterio di verifica basato sull’incrocio dei dati di spesa, spesa per solo volato e percentuale di viaggi aerei. Il trattamento della mancata risposta parziale è stato affrontato dapprima visitando i siti internet delle aziende ed imputando le informazioni mancanti qualora pubblicate; successivamente si è ricorsi a metodologie hot-deck dopo avere determinato le classi di imputazione in base alle variabili: ATECO, addetti, e costo medio del singolo viaggio (classi). Nel caso fossero tali informazioni a mancare, si è provveduto a contattare il non rispondente; solo nel caso di ulteriore non risposta si è imputato dato attraverso correlazioni con variabili note e (quando disponibili), con le informazioni comunicate nelle indagini precedenti. L’indagine statistica è svolta mediante due rilevazioni distinte entrambe condotte via fax, e-mail o con questionario elettronico; la prima indagine raccoglie informazioni sulla struttura dei viaggi, la seconda è anche servita a raccogliere conferme dei dati precedentemente dichiarati. 38