Il teatro greco e romano
Teatro - Dramma
Teatro
Dramma
θεάομαι(vedo)
δράω(agisco)
Tragedia -Commedia
Tragedia: “canto” (oidé) “del capro” (tragos) o “per il capro”. Il
capro era animale sacro al dio Dioniso, il cui seguito era
costituito da satiri. L’origine della tragedia è associata al culto di
Dioniso
Commedia: anche l’origine della commedia sarebbe collegata alle
feste campestri e al culto di Dioniso; l’etimologia è incerta:
“canto” del Komos (“villaggio”, oppure “corteo di festa”, questa
seconda etimologia sembra più probabile e collegherebbe l’inizio
della commedia con le falloforie, processioni in onore di Dioniso
nelle quali veniva trasportato un fallo, simbolo di fecondità,
venivano scambiate battute oscene con finalità apotropaiche)
Rappresentazioni teatrali in Grecia
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Avvengono durante le Grandi Dionisie
L’arconte eponimo sceglie gli autori che partecipano all’agone 3
autori tragici presentano una tetralogia (3 tragedie+1 dramma
satiresco); 5 autori comici presentano una commedia ciascuno; i
vincitori acquistano fama e gloria al pari dei vincitori olimpici
I Coreghi allestiscono gli spettacoli
Le spese sono a carico dello Stato; Pericle introduce il
Theoricon (paga giornaliera per chi assisteva agli spettacoli)
Gli attori sono solo maschi, indossano maschere
Il Teatro in Grecia è fatto religioso, agonistico,
aggregativo/sociale
Caratteristiche della tragedia
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I protagonisti sono personaggi eccezionali, divinità o eroi
Da una situazione di conflitto (libertà/tirannide; autonomia
dell’individuo/fato, ecc.) scaturisce una azione dell’eroe che non
porta ad un esito positivo (morte dell’eroe o comunque finale
tragico)
Dopo il prologo, nel quale un personaggio narra gli antefatti, segue
la parodo (ingresso del coro) quindi tre episodi intervallati da
stasimi (parti cantate), in fine l’esodo del coro
Sulla scena recitano due attori per volta (Sofocle aggiunse il terzo
attore); gli attori del coro, coreuti (12, poi 15), sono guidati dal
corifeo che prende la parola
Nelle tragedie greche sono rispettate le “tre unità aristoteliche”:
di tempo, di luogo, di azione
Il linguaggio è elevato, ricercato
La tragedia in Grecia ha sempre carattere educativo e muove alla
catarsi (kátharsis, purificazione)
I tre grandi tragici del V sec. a.C

Eschilo, scrisse circa 90 opere, ne sono giunte 7:
I Persiani, Sette contro Tebe, Supplici, Prometeo incatenato,
Orestea (Agamennone, Coefore, Eumenidi)

Sofocle, delle 123 opere giungono 7 tragedie e un dramma
satiresco:
Aiace, Antigone, Elettra, Edipo Re, Edipo a Colono , ecc.

Euripide, delle 92 opere sono giunte integre 18 tragedie e un
dramma satiresco:
Alcesti, Medea, Ippolito, Le Supplici, Le Troiane, Ecuba,
Andromaca, Eracle, Oreste, Ifigenia in Aulide, Ifigenia in
Tauride, ecc.
Le fasi della commedia greca

Commedia “Antica” (V sec. a.C.), caratterizzata da stretti legai
con l’attualità e da attacchi personali a personaggi in vista.
Massimo esponente fu Aristofane (I persiani, Le nuvole, Le rane,
Gli uccelli, Lisistrata, Le donne al parlamento, ecc.)

Commedia “di mezzo” (IV sec. a.C), non si occupa più di temi
politici e attuali, ripiega nel mito, nella stereotipia

Commedia “Nuova” (fine IV-III sec. a.C.), è commedia ad
intreccio con magiore cura per l’aspetto psicologico dei
personaggi, manca la vis polemica, i temi non riguardano la
politica ma i rapporti umani, gli ambienti domestici; scompaiono
parabasi, agone e coro. Massimo esponente fu Menandro
(L’arbitrato, Il punitore di se stesso, La donna di Samo, La donna tosata,
ecc.)
Caratteristiche della commedia
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I personaggi sono uomini comuni, con i loro vizi, le loro virtù, le loro
esigenze fisiologiche (istinti sensuali, gola, ecc.); la rappresentazione
psicologica dei personaggi è elementare, a volte tende alla stereotipia e
alla deformazione caricaturale
Lo sviluppo della vicenda prevede: il desiderio di realizzare un evento
da parte del protagonista, l’ostacolo presentato dall’antagonista, le
peripezie, lo scioglimento finale (associato spesso ad agnizioni, colpi di
scena), realizzazione del desiderio (lieto fine)
Struttura: prologo (esposizione antefatti); parodos (ingresso dei 24
coreuti); agone (contrasto fra protagonista e antagonista), parabasi (tipica
della commedia Antica; il coro, violando la finzione scenica, dialoga col
pubblico), scene (a volte separate da canti del coro).
La comicità è data da eventi paradossali, equivoci, scambi di persona,
beffe, riconoscimenti finali, ecc.)
Il rispetto delle unità aristoteliche non è così rigido come nella tragedia
Il linguaggio è quello quotidiano, a volte basso, con giochi di parole,
neologismi ridicoli, insulti
Pergamo
Le forme pre-teatrali a Roma

Fescennini (dalla città etrusca Fescennia, oppure da fascinum,

Satura (da lanx satura, piatto colmo di primizie, o da lex satura,

Atellana (dalla città campana di Atella): gli attori recitano su un
“malocchio” o “membro maschile”): canti, motteggi, scenette
buffe ricche di insulti e battute mordaci in occasione di festività
rurali (funzione apotropaica)
calderone di leggi): spettacoli che fondono arti diverse: battute,
mimo, danza, canto; l’origine sarebbe etrusca
canovaccio rudimentale, improvvisando battute, insulti e
bastonature. I personaggi sono tipizzati e indossano una
maschera che li rende subito riconoscibili: Bucco il mangione,
Pappus il vecchio libidinoso, Maccus lo sciocco.
I ludi scaenici [I]
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I Ludi scaenici nascono dalla contaminazione fra le forme
preletterarie del teatro italico (fescennini, Atellana, Satura) e
l’incontro col teatro greco; le festività che ospitavano
rappresentazioni drammatiche erano: i Ludi Romani e i Ludi
Plebeii dedicati a Giove, i Ludi Apollinares e i Ludi
Megalenses dedicati a Cibele
Histrio (collegium scribarum histrionumque)
Il dominus gregis acquista dai poeti il copione e lo sottopone
ai magistrati, se approvato si incarica della rappresentazione:
sceglie gli attori, i musicisti, cura la messinscena
Come in Grecia il finanziamento è affidato ai pubblici
magistrati (edili o pretori)
Gli attori comici indossano il pallio o la toga, quelli tragici i
cothurni o socci; indossano maschere e parrucche, sono maschi,
come in Grecia, e considerati inferiori nella scala sociale
(perlopiù sono liberti o stranieri)
I ludi scaenici [II]
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La fase letteraria del teatro romano inizia nel 240 a.C., quando
Livio Andronico rappresenta per la prima volta una fabula
cothurnata in lingua latina
I modelli sono Sofocle ed Euripide per la tragedia, Menandro e
la néa in ambito comico
I generi
Commedia
Tragedia
Fabula palliata, commedia
Fabula cothurnata, tragedia
di ambientazione greca
di ambientazione greca
Fabula togata, commedia di
Fabula praetexta, tragedia di
ambientazione romana
ambientazione romana
Struttura del testo comico
Se non è possibile ricostruire la struttura del testo tragico nel periodo
arcaico, è possibile farlo per la commedia, essendoci pervenuti molti testi
integrali di Plauto e Terenzio. Entrambi si rifanno alla néa per quanto
riguarda i soggetti e le trame, che riprendono tramite la contaminatio:
tecnica che consiste nel fondere parti di commedie greche diverse
(scegliendone una come soggetto principale) dando vita ad un unico
intreccio. Ci sono però delle differenze rispetto alla néa:
Manca la divisione in episodi/atti
Parti recitate (deverbia) si alternano a recitativi, accompagnati dal
suono del flauto, e a parti cantate (cantica); soprattutto con Plauto
riprende importanza l’elemento musicale che aveva rilievo nella arcaia
e non nella néa
 Scompare il coro (e la parabasi come già nella néa)
 I prologhi hanno funzione narrativa molto importante (esposizione
antefatti), in Terenzio diventano luogo in cui difendere il proprio
operato di fronte al pubblico


PLAUTO

Riprende le trame e i
meccanismi narrativi della
Nea, accentuando gli
espedienti dei riconoscimenti,
scambi di persona, beffe, ecc.
Inoltre Plauto è più vicino ad
Aristofane per quanto
riguarda la vis comica e
riprende l’italum acetum della
tradizione romana.
TERENZIO

Riproduce il teatro di
Menandro e degli altri autori
della Nea nei suoi toni pacati,
borghesi, nella tendenza a
scavare a fondo i drammi
interni dei personaggi.
Mancano gli espedienti della
beffa fine a se stessa, manca
la vis comica.
PLAUTO



Commedia motoria
La vicenda si sviluppa
attraverso azioni
rocambolesche, colpi di scena
finali, e culmina con
agnizioni.
Sermo cotidianus, spesso
vulgaris; frequenti giochi di
parola, neologismi arditi,
grecismi, insulti;
plurilinguismo e varietà dei
metri (numeri innumeri dei
cantica)
TERENZIO



Commedia stataria
La vicenda è povera d’azione,
le peripezie sono ridotte al
minimo e i colpi di scena, se
presenti, non hanno luogo
davanti al pubblico; la parola,
i dialoghi, sostituiscono
l’azione.
Sermo cotidianus, linguaggio
urbano e mimetico, non c’è
plurilinguismo, anzi
monolinguismo.
PLAUTO
I personaggi non escono dalle
maschere che li caratterizzano
in modo fisso: il servo è currens
o callidus, il parassita edax, il miles
gloriosus, ecc.). I personaggi sono
prevedibili e mancano di
approfondimento psicologico.
 Personaggio chiave delle
commedie plautine è spesso il
servo currens o callidus che non
solo domina gli eventi, ma li
provoca (antagonista della
Tuχηe alter ego del poeta)

TERENZIO
Permangono i personaggi tipo
della commedia, ma hanno una
spessore maggiore: i
protagonisti hanno sentimenti e
pensieri che li caratterizzano in
modo peculiare, i caratteri sono
più sfumati e problematici,
talvolta addirittura imprevedibili
 Il servus non è currens, perde
anche la calliditas, spesso subisce
gli eventi e, comunque, è
personaggio marginale;
l’attenzione di Terenzio si
sposta su altri personaggi.

Catania
Trieste
Orange
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Il teatro antico