Marcello Chiapponi IL DISTURBO CERVICALE Compendio di informazioni su sintomi, cause e metodi di cura. Guida alla auto-valutazione e all‘ auto-trattamento del problema posturale più diffuso. 1 La cosiddetta “cervicale” , meglio definibile con “disturbo cervicale“, è il problema posturale più diffuso: è causa di numerosi sintomi che possono a volte limitare seriamente la qualità della vita, come dolore al collo, cefalea muscolo tensiva, vertigini e numerosi altri. Se ne parla tutti i giorni al supermercato, in ufficio, nella sala d’attesa del medico.... di conseguenza si sente dire tutto ed il contrario di tutto a riguardo di questo problema: dai rimedi più bizzarri alle autoprescrizioni farmacologiche. Non c’è da stupirsi, quando l’ 80% della popolazione ha avuto almeno un episodio di disturbo cervicale nella vita. Data l’alta incidenza del problema, può sembrare che non esista una cura, e che la medicina non ci abbia capito molto. In realtà non è così: non esiste una “cura” come la intendiamo comunemente, cioè una “medicina” che una volta assunta permette la “guarigione”, perchè semplicemente non c’è nessun batterio o nessun virus da combattere. Il disturbo cervicale è una manifestazione di sovraccarico muscolo scheletrico, causato da fattori diversi per tutti. Fattori che possono essere ricercati nel tipo di attività svolta, nelle abitudini, e anche nell’alimentazione. Dato che questi fattori agiscono per anni, o addirittura decenni, spesso si arriva a notevoli degenerazioni, comunemente chiamate artrosi. Questo libretto contiene informazioni sulla patologia, semplici test di auto-diagnosi,numerosi consigli ed esercizi per focalizzare ed affrontare al meglio la situazione.Sia che decidiate di rivolgervi ad un professionista, sia che vogliate fare da soli con i consigli contenuti in questo libro, il primo passo da fare è essere informati sul problema. Alla fine dei primi paragrafi avrete già le informazioni che vi servono per chiarirvi le idee sul problema muscolo scheletrico più discusso. 2 Argomenti trattati • Cosa è il disturbo cervicale pag 4 • I sintomi pag 5 • Le cause pag 8 • Approfondimento: il colpo di frusta pag 11 • In sintesi: domande frequenti pag 13 • Auto valutazione del disturbo cervicale pag 17 • Auto trattamento e consigli vari pag 24 • Approccio professionale pag 35 • Conclusione pag 36 • Casi clinici pag 37 3 COSA E’ IL DISTURBO CERVICALE Come molti sapranno, dire “ho la cervicale” non significa nulla, equivale a dire “ho il collo”: “cervicale” è infatti il nome del primo tratto della colonna vertebrale, quello comprendende le prime 7 vertebre, definite per questo C1,C2,C3,C4... Anche in medicina si è comunque oramai accettato che qualsiasi problema legato alla parte alta della colonna vertebrale venga definito “cervicale”. C1 Il disturbo cervicale colpisce una larga fetta della popolazione: per ognuno ci sono cause e fattori scatenanti diversi, ma esiste una costante: la forte tensione della muscolatura. C7 E’ la tensione dei muscoli a causare, per vari motivi , il corredo dei ben conosciuti sintomi: mal di testa, dolore al collo, vertigini... E’ sempre la forte e costante tensione dei muscoli a generare, piano piano nel tempo, i caratteristici segni di “usura” che leggiamo nei referti di lastre e risonanze: discopatia, artrosi, bulging discale, ernia del disco.... Il problema è però capire che cos’è a causare l’aumento di tensione muscolare, dato che per ognuno ci sono motivi diversi. Muscolatura cervicale Nei prossimi capitoli verranno spiegati nel dettaglio i vari sintomi, verranno analizzate le cause, e potrete imparare tutto quello che serve a garantire al vostro collo un ottimo stato di salute. 4 I SINTOMI Il disturbo cervicale, come abbiamo visto nell’introduzione, ha come caratteristica costante un forte stato di tensione dei muscoli. Come conseguenza di ciò, si manifesta una serie di sintomi: alcuni di essi sono direttamente imputabili alla contrattura dei muscoli ed alla sofferenza delle articolazioni vertebrali, altri sintomi invece sono spesso concomitanti, ma non possono essere messi in correlazione diretta. Ad esempio, chi ha frequenti disturbi intestinali ha spesso anche disturbo cervicale. Una connessione diretta non c’è, ma è evidente che un corpo sotto stress che manifesta disagio all’apparato digerente, lo può manifestare contemporaneamente anche al livello cervicale. Dolore al collo: la muscolatura in tensione costante è ovviamente dolorosa. I muscoli cervicali si presentano contratti, rigidi e dolenti alla palpazione. Spesso sono talmente rigidi da rendere difficili i movimenti del capo, come la rotazione o l’inclinazione. Più la situazione dura nel tempo, e più i muscoli perdono le loro proprietà elastiche. Un muscolo che ha fortemente perso le sue proprietà elastiche (perchè soffre troppo oppure da troppo tempo) può non riuscire a recuperarle neanche con appositi esercizi di allungamento, ma solo con l’aiuto di una energia esterna, come un massaggio profondo. Mal di testa/ cefalea / emicrania: il cranio è avvolto da numerose fasce e muscoli, i quali non sono altro che la continuazione di quelli cervicali (tra loro esiste una vera e propria continuità anatomica). Di conseguenza, è evidente che lo stato di tensione costante dei muscoli cervicali coinvolga anche le fasce e muscoli del cranio, generando la tipica cefalea muscolo tensiva. Quando sussistono importanti asimmetrie nella postura, questo aumento di tensione può 5 essere prevalente da un lato: in questo caso si può avere una irritazione selettiva dei vasi che vanno alla testa, e la conseguente comparsa di emicrania. L’ emicrania solitamente ha un lato dove compare più di frequente, ed è il lato dove la tensione muscolare è maggiore. Nel tentativo di sviluppare compensi e di distribuire meglio la tensione, la persona può notare una certa alternanza tra i due lati. La cascata di eventi vascolari ben descritta dalla letteratura medica non avviene quando lo stato della muscolatura cervicale è buono, ed è per questo che miglorare lo stato di salute del collo riduce drasticamente le crisi di emicrania. Vertigini / senso di sbandamento: chi ha problemi cervicali conosce il senso di sbandamento, di offuscamento generale, di camminare sulle nuvole. Talvolta compaiono vertigini e giramenti di testa, anche quando dal punto di vista del labirinto sembrano non esserci patologie. Questi sintomi compaiono per due motivi: innanzitutto, la tensione muscolare costante del tratto cervicale rende più faticoso l’afflusso di sangue al cervello. Molto spesso infatti, chi ha questo problema lo nota in situazioni dove l’afflusso di sangue rallenterebbe comunque, come guardare in alto o rialzare lo sguardo dopo aver guardato in basso: la presenza di forte tensione muscolare rallenta ulteriormente l’afflusso,arrivando così alla soglia necessaria per scatenare la vertigine. In secondo luogo, sono spesso coesistenti problematiche funzionali del labirinto come la VPPB (vertigine posizionale parossistica benigna): è però provato che se la tensione muscolare viene normalizzata anche le problematiche del labirinto si riducono fino a sparire completamente. Nausea e vomito: nella muscolatura cervicale passa un importante nervo, responsabile dell’innervazione dei visceri, vale a dire il nervo vago. Lo stato di contrattura costante della muscolatura può in alcune occasioni irritarlo, generando senso di nausea. Da tenere presente che con il problema cervicale spesso coesistono veri e propri disturbi funzionali dello stomaco. 6 Questi sono i sintomi che possono essere direttamente messi in collegamento con lo stato di eccessiva tensione muscolare cervicale. Altri sintomi sono spesso concomitanti, e vengono erroneamente attribuiti al rachide cervicale. In realtà sono sintomi caratteristici di un organismo in stato di stress cronico , situazione in cui emergono con più facilità problemi meccanici già presenti, come appunto quello cervicale. Alcuni esempi: Stanchezza cronica: spossatezza, risvegli difficili al mattino, sonnolenza e sensazione di essere costantemente stanchi non dipendono direttamente dalla contrattura dei muscoli cervicali. Questi sintomi sono espressione di uno stress cronico dell’organismo , il quale provoca cambiamenti ormonali e metabolici tali da alterare il sistema di gestione dell’energia. Lo stress cronico può avere varie origini, non solo quella emotiva: la cattiva alimentazione è uno stress cronico, gli errori nell’attività fisica sono stress cronici, l’errata gestione dello stile di vita è uno stress cronico... Se lo stato di stress cronico rende i muscoli uniformemente più stanchi, laddove c’è maggiore sollecitazione (ad esempio il tratto cervicale) la stanchezza diventa dolore. Per uscire da questa situazione è quindi necessario non solo un intervento sul rachide cervicale, ma una rieducazione nutrizionale e fisico motoria che ripristini il corretto funzionamento del metabolismo. Disturbi del sonno: se da un lato è vero che il dolore al collo non permette di dormire bene, nella maggior parte dei casi il sonno non è certamente disturbato dal tratto cervicale. Il disturbo del sonno è anch’esso una espressione di sovraccarico dell’organismo: le stesse modificazioni ormonali che creano stanchezza cronica influiscono anche sulla qualità del sonno, che necessita, per essere efficace, di ritmi ormonali ben precisi. Altri sintomi da stress cronico, situazione nella quale c’è spesso anche disturbo cervicale: gonfiori gastrici ed intestinali, sonnolenza, aumenti a riposo del battito cardiaco, disturbi del tono dell’umore, ansia e attacchi di panico. 7 LE CAUSE Il disturbo cervicale, come abbiamo detto, ha come caratteristica essenziale uno stato di forte tensione muscolare. Questo stato di tensione muscolare ha delle cause ben precise, diverse per ognuno: conoscerle è il passo fondamentale per risolvere il problema. Le cause possono essere di due tipi : cause che aumentano la tensione dei muscoli del collo, e cause che indeboliscono tutta la muscolatura andando a generare dolore nelle zone più sollecitate, ed il rachide cervicale è quasi sempre tra queste. CAUSE CHE AUMENTANO LA TENSIONE MUSCOLARE Errata respirazione, blocco del diaframma : è la componente causativa fondamentale in chi non ha avuto particolari traumi o incidenti. Il diaframma è il muscolo respiratorio principale, ma è anche un muscolo che tende a riflettere e ad immagazzinare gli stati emotivi, sopratutto quelli di ansia. Stati di ansia cronica o di forte stress lo irrigidiscono,rendendolo contratto. Se il diaframma è contratto e poco utilizzato, per respirare si utilizzano i muscoli accessori, tra i quali i muscoli cervicali. Di conseguenza si può avere un utilizzo cronico (gli atti respiratori sono più di diecimila al giorno) di muscoli che per respirare dovrebbero essere usati solo in 8 determinate circostanze. Ecco perchè chi ha ansia cronica ha sempre i muscoli del collo rigidi: li utilizza per respirare. Malocclusione / problemi di denti: l’altra causa più comune, dopo quella respiratoria. La muscolatura cervicale e quella masticatoria sono in intima connessione, in quanto il collo gioca un ruolo fondamentale nel permettere alla mandibola di chiudersi correttamente, e quindi di masticare adeguatamente il cibo. Più o meno il 90% della popolazione, per motivi vari (otturazioni, ponti, apparecchi ecc…) , ha una masticazione non perfetta, ma questo non rappresenta necessariamente un problema, perchè il sistema “compensa” in maniera efficace. Quando però il problema occlusale è particolarmente accentuato (es. mancano 3-4 denti da una parte sola), questo compenso viene mantenuto grazie a grosse tensioni muscolari del collo, che però possono presto diventare dolorose. Traumi: il motivo più semplice ma tutto sommato uno dei meno comuni. Se da un lato è evidente che un grosso trauma può danneggiare le strutture e creare rigidità che si mantengono nel tempo, dall’altro la maggior parte dei traumi minori (ad esempio colpi di frusta di lieve o media entità) non è sufficiente a giustificare un disturbo che si prolunga per anni. Nella stragrande maggioranza di questi casi, il tratto cervicale era già sovraccaricato, ma ancora riusciva a mantenere il compenso. Il trauma va quindi ad accelerare un processo che era già in atto, e che magari si sarebbe manifestato molto tempo dopo. Sono davvero tante le persone convinte che un piccolo trauma le abbia “rovinate”, ma in realtà non è quasi mai così. Sovraccarico fisico: talmente banale che non merita di essere approfondito. Paradossalmente, il sovraccarico peggiore per il collo è quello della sedentarietà (es lavoro d’ufficio): questo accade perchè chi fa lavori manuali ha anche una muscolatura più allenata a sostenere le sollecitazioni. Sovraccarico posturale generale: il tratto cervicale soffre anche quando ci sono problemi posturali lontano da esso, a causa del suo fondamentale compito di tenere lo sguardo dritto. Immaginiamo di avere dolore all’addome: ci pieghiamo in avanti per “scaricare” la zona interessata. Se vogliamo che lo sguardo rimanga dritto però, il 9 tratto cervicale deve sforzarsi il doppio per mantenere il capo esteso quando il resto della colonna è piegato in avanti. Ecco perchè non si può mai prescindere dal valutare tutta la colonna (la quale può avere problemi per i più svariati motivi), quando si analizza un disturbo cervicale. Altre cause: problemi agli occhi, all’orecchio, ai linfonodi della gola, esiti di operazioni chirurgiche maxilo-faciali, esiti di fratture vertebrali o sternali, esiti di operazioni cardiache. CAUSE CHE INDEBOLISCONO LA MUSCOLATURA La muscolatura nel suo complesso può essere indebolita e ridotta da una notevole quantità di fattori, generalmente indicati come fattori stressor. Una muscolatura debole fatica a sostenere la struttura corporea: in punti particolarmente delicati anche per altri motivi, come il tratto cervicale, questa fatica può diventare dolore. E’ il tipico caso di dolore cervicale che insorge verso fine giornata, quando i muscoli sono stanchi. Tra i principali fattori stressor che possono rendere la muscolatura pian piano più debole ricordiamo: Stressor nutrizionali: alimentazione ricca di sodio, carico calorico mal distribuito durante la giornata, alimentazione troppo povera o troppo abbondante, oppure ricca di cibi acidificanti (cereali, carni,formaggi) Stressor emotivi: situazioni lavorative o familiari, traumi o condizionamenti acquisiti in passato ma che persistono. Stressor fisici: eccesso di allenamento senza adeguato recupero, allenamenti non adeguati, totale mancanza di attività fisica. 10 APPROFONDIMENTO: IL COLPO DI FRUSTA c e L La distorsione del rachide cervicale, chiamata anche colpo di frusta, è un evento traumatico molto comune. Si ha un colpo di frusta propriamente detto quando la testa subisce una brusca accelerazione in avanti, seguita da un ritorno indietro altrettanto brusco: questo è quanto succede comunemente nei tamponamenti stradali. Il trauma cervicale si caratterizza essenzialmente per un danno ai legamenti, esattamente come avviene con la distorsione alla caviglia. I legamenti traumatizzati portano dolore, ed immediatamente le strutture muscolari si irrigidiscono per bloccare la situazione. Il tratto cervicale assume un atteggiamento antalgico: la rettilineizzazione della fisiologica lordosi. Dopo circa tre mesi dall’evento traumatizzante, possono però essere ancora presenti numerosi sintomi. Alcune persone riferiscono addirittura di portarsi dietro problemi da anni, a seguito dell’incidente. Perchè può accadere questo? 1) il danno è stato molto grande ed il corpo non ha gli strumenti per ripararlo del tutto: è il caso dei grandi traumi, delle fratture cervicali, degli incidenti sportivi complessi…. In questo caso le strutture riprendono solo in parte le caratteristiche che avevano prima del trauma, e di conseguenza i muscoli devono compensare e proteggere la situazione, riducendo la loro mobilità per evitare eccessive sollecitazioni. E’ possibile risolvere in buona parte la situazione anche per questo tipo di casi, con una riabilitazione molto mirata, che andrà a limitare i danni intercorsi alle strutture cervicali ed a mettere l’organismo nelle condizioni migliori per attuare comunque meccanismi di compenso. 11 2) la situazione posturale precedente al trauma era già precaria, e l’incidente l’ha fatta emergere appieno. E’ il caso più frequente: spesso ci portiamo dietro problemi posturali senza saperlo, perchè il corpo ha meccanismi di compenso tali per cui riesce a mantenere l’equilibrio: i dolori arriveranno più avanti nel tempo, ma per il momento tutto sembra tranquillo. Un trauma anche non particolarmente intenso può accelerare l’evolversi degli eventi, rompendo l’equilibrio e gettando la persona in una situazione dolorosa, apparentemente non proporzionale al trauma ricevuto. Questi casi , se correttamente individuati, hanno una prognosi favorevole, a patto che la riabilitazione si occupi anche del problema posturale precedente. zo n sm ite ld a M 12 IN SINTESI: DOMANDE FREQUENTI domande frequenti Cosa succede nella persona che ha “la cervicale”? Essenzialmente una sola cosa: aumenta eccessivamente la tensione dei muscoli. Il resto ne è la naturale e progressiva conseguenza. Perchè si irrigidiscono i muscoli? Per due motivi fondamentali: o sono sovraccaricati, o sono troppo deboli, o entrambe le cose. L’eccesso di carico o l’inadeguatezza del muscolo fanno si che esso si irrigidisca per poter resistere alle sollecitazioni. Che cosa può sovraccaricare i muscoli cervicali? Numerosi fattori, diversi per ognuno. I più comuni: -la respirazione (una respirazione come da stato di ansia costante crea sovraccarico) -i traumi -i denti e la malocclusione -gli occhi -la postura in generale Che cosa può indebolire i muscoli cervicali? Difficilmente si ha debolezza solo nei muscoli cervicali. Lo stile di vita può provocare debolezza di tutti i muscoli, ma in quelli cervicali si ha la massima espressione perchè sono quelli più sollecitati (la testa deve essere sempre sostenuta). I fattori che possono indurre una insufficienza dei muscoli sono: -la nutrizione, per numerosi motivi: sbalzi glicemici che disturbano il 13 sonno, alimentazione acida che modifica gli elettroliti, disidratazione, eccesso di grasso -lo stress emotivo cronico, perchè modifica l’andamento di alcuni ormoni, in particolare il cortisolo, che è un ormone che riduce la massa muscolare -lo stress fisico, ovverosia la inattività, ma anche l’eccesso di attività fisica non controllato Che sintomi ha chi soffre di cervicale? L’irrigidimento dei muscoli cervicali provoca essenzialmente: -dolore al collo -mal di testa in diverse forme -vertigini, sensazioni di sbandamento -nausea o vomito -difficoltà visive o di concentrazione Spesso chi ha la cervicale gli attribuisce numerosi altri sintomi. E’ vero? Si e no. Molto spesso c’è associazione di numerosi altri sintomi, ma non dipende direttamente dal collo. Abbiamo detto precedentemente che una delle cause della cervicale è la debolezza dei muscoli, e che spesso questa è generalizzata e legata a fattori quali la nutrizione e lo stress emotivo. La situazione di debolezza muscolare e di inefficienza generalizzata dell’organismo si accompagna a sintomi a carico: -dell’apparato gastro enterico (gonfiori, intolleranze, acidità) -del sistema di regolazione dell’energia (queste persone sono spesso cronicamente stanche) -del ritmo del sonno (sonno interrotto o poco riposante) -del tono dell’umore (ansia,apatia) -della termoregolazione (hanno spesso sempre freddo) Questi sintomi non sono direttamente additabili al tratto cervicale: sono espressione di un organismo stressato da diversi punti di vista. 14 La condizione di stress cronico indebolisce la muscolatura, ed ecco che quella più delicata (quella cervicale) dà manifestazioni più evidenti. Ho fatto lastre o risonanze e mi hanno riscontrato artrosi e discopatie: non sono quelle la causa della cervicale? Assolutamente no. Le alterazioni radiologiche visibili sono la conseguenza di una costante tensione muscolare eccessiva, non la causa. Immaginate un grande hamburger, con diversi strati di pane e diversi strati di salse: se lo si sottopone ad una forza di compressione standard (la forza di gravità) non subisce alcun cambiamento. Ma se si aumenta la pressione schiacciandolo con le mani, i vari strati cominceranno a schiacciarsi l’uno sull’altro ed il contenuto a strabordare all’esterno. Allo stesso modo si comportano le vertebre ed i dischi intervertebrali sotto il carico di una forte tensione muscolare. Come si cura? Semplicemente individuando quali sono le cause che nel soggetto creano la tensione muscolare eccessiva. Il sovraccarico e l’indebolimento (responsabili, come abbiamo visto, dell’eccessiva tensione), hanno cause diverse per tutti, ed è per questo che non esiste una cura univoca. Un buon piano terapeutico è quello che ha come caratteristiche: -una prima fase volta a ridurre velocemente i sintomi (es trattamento manuale) -una fase rivolta al trattamento posturale di base (respirazione, allungamento generale) -una fase rivolta al trattamento posturale specifico, se necessario (dipende dall’area interessata) -una fase, in quei soggetti che la necessitano (cioè il 70% delle donne ed il 40% degli uomini), volta a ripristinare l’efficienza metabolica e dell’organismo tramite intervento sulla nutrizione, sulla supplementazione e sull’attività fisica. 15 COME SI CURA Il disturbo cervicale viene spesso definito cronico, cioè senza soluzione e destinato ad accompagnare il soggetto per tutta la vita. Questa affermazione non è esatta: il disturbo dura finchè non ci sono le condizioni perchè possa cessare. Da un lato, è vero che se si sono formati grossi processi artrosici, grosse discopatie e forti usure, non si possono rimuovere. Dall’altra parte, è scientificamente provato che, anche in presenza di questi problemi, se l’organismo migliora al massimo possibile la sua meccanica e la sua efficienza metabolica, il disturbo sparisce, o comunque si riduce di tantissimo. Un buon professionista della riabilitazione deve essere in grado di valutare la situazione sotto tutti gli aspetti ed agire di conseguenza: tuttavia, anche da soli è possibile fare molto. Nel prossimo capitolo vedremo tutto ciò che è possibile fare per inquadrare e risolvere al meglio il proprio disturbo cervicale. 16 APPROCCIO TERAPEUTICO AUTONOMO: VALUTARE IL DISTURBO CERVICALE Prima ancora di cominciare, assicuratevi di avere davvero un disturbo cervicale cronico: non mettete in pratica quanto scritto in questo capitolo se avete sintomi acuti,o magari se il problema è cominciato solo da poche settimane. Cercate di essere certi, con l’aiuto del vostro medico, di avere effettivamente un disturbo posturale cervicale. Il primo passo da fare per prendersi cura della propria cervicale è capire come si sta, da tutti i punti di vista. Per rendervi conto con precisione del vostro stato di salute, compilate i questionari nelle prossime pagine: in una parte dovrete indicare l’incidenza sulla qualità di vita di una serie di sintomi muscolo scheletrici, dall’altra la presenza o meno di una serie di sintomi metabolici. 17 AUTOVALUTAZIONE SINTOMI SCHELETRICI Il primo test serve a capire quanto soffre il sistema muscolo scheletrico. Dai un voto da 0 a 10 a quanto ti hanno disturbato in questo periodo i sintomi che seguono. Considera come “periodo” al più l’ultimo mese. Nel dare la valutazione, non perderti in troppe considerazioni, chiediti semplicemente “quanto incide nel mio stato di salute?”. 10 è il massimo: disturbo intenso e costante. • mal di testa ______ • mal di collo ______ • mal di spalla dx ______!! sx ______! • mal di gomito dx ______!! sx ______ • mal di polso/mano dx ______!! sx ______ • dolore zona scapolare ______ • dolore zona lombare ______ • mal di anca dx ______!! sx ______ • mal di ginocchio dx ______!! sx ______ • mal di caviglia/piede dx ______!! sx ______ • problemi respiratori ______ • vertigini ______ 18 QUESTIONARIO M.U.S.(sintomi vaghi e aspecifici) In maniera analoga al test precedente, questo questionario valuta quanto correttamente funziona il sistema metabolico. Soffri di stanchezza o affaticamento persistente ? SI NO Hai disturbi del tono dell'umore? SI NO Soffri di insonnia persistente o di risvegli notturni? SI NO Soffri di sonnolenza persistente durante la giornata? SI NO Ti senti un soggetto ansioso? SI NO Ti senti un soggetto apatico? SI NO Soffri di attacchi di panico? SI NO Percepisci a riposo aumenti del battito cardiaco? SI NO Hai notato modificazioni dell'appetito? (fame eccessiva o inappetenza) SI NO Soffri di attacchi di fame notturni? SI NO Soffri di acidità e dolori di stomaco, senso di pienezza, gonfiore? SI NO Soffri di colon irritabile ? SI NO Soffri a periodi di stitichezza persistente? SI NO Hai spesso mani e piedi sempre freddi? SI NO Soffri di alterazione della sudorazione corporea durante il sonno? SI NO Ti svegli spesso di cattivo umore? SI NO Provi di frequente un senso di colpa ingiustificato? SI NO Incontri difficoltà a provare piacere o sollievo dopo eventi positivi? SI NO Hai riscontrato una decisa perdita di peso negli ultimi mesi? SI NO 19 Bene, ora guardate il primo test. Il disturbo cervicale è solo oppure in compagnia di diverse altre aree che vi disturbano? Avete raggiunto un totale superiore a 30? Se avvertite disturbo in altre 2-3 aree oltre che a quella cervicale, è assai probabile che ci sia un coinvolgimento generale della postura, uno stato di contrattura e rigidità uniforme, che ha la massima espressione in una zona particolarmente delicata come quella cervicale. Un ottimo motivo per prendersi cura della propria salute in toto, con i consigli che vedremo in questo capitolo. Ora guardate il secondo test: avete marcato più di tre sintomi? La presenza di diversi sintomi “metabolici” indica un organismo sovraffaticato, che non riesce a reggere il confronto con la serie di stress che gli arrivano dall’esterno: è la situazione di stress cronico definita nel capitolo “cause”. Il primo passo è fatto: avete capito se avete un disturbo puramente meccanico del collo, o se la vostra cervicale è inserita in un contesto di generale irrigidimento e debolezza muscolare. Ora mettete via il questionario, servirà a fare il confronto dopo che avrete iniziato a prendervi cura di voi. Il secondo passo da fare è la valutazione del collo. Mettetevi su di una sedia,con le mani appoggiate alle cosce. Attenzione a muovere solo il collo durante questi test, evitando quindi di inclinare anche schiena e spalle. Sfruttando tutto l’arco di movimento possibile, provate a: -‐ guardare in basso -‐ guardare in alto -‐ inclinare l’orecchio verso la spalla, da entrambi i lati -‐ ruotare la testa a destra e a sinistra 20 Annotate se ci sono state sensazioni dolorose, ed in quali movimenti. Adesso è il momento di valutare la postura in toto. Per valutare la postura in toto ci serve uno sgabello senza schienale. Mettete lo sgabello quanto più vicino possibile al muro, e sedetevi mantenendo anche il sedere quanto più vicino possibile al muro. Ora cercate di tenere tutta la schiena ben aderente alla parete, e appoggiate anche la testa contro il muro. Riuscite senza difficoltà? Il collo è rilassato o avete dovuto inarcarlo per appoggiare? Per capire se il collo è inarcato serve un osservatore esterno.L’osservatore esterno deve immaginarvi con in bocca una cartolina: se la cartolina risulta perpendicolare alla parete (e quindi parallela al pavimento), il collo è nella posizione corretta. Se siete riusciti a raggiungere questa posizione senza difficoltà, e riuscite a mantenerla per 2 minuti senza che compaiano dolori, il primo test è superato: la vostra colonna ha una flessibilità che raggiunge almeno la sufficienza minima. Se avete dovuto inarcare parecchio il collo per raggiungere la posizione, o avvertite forti tensioni una volta raggiunta, o peggio ancora se è proprio impossibile appoggiare la testa alla parete, la vostra colonna soffre di rigidità importanti. I consigli in questo libro vi possono aiutare, ma è meglio cercare anche un’assistenza professionale. Superato il primo test posturale, è tempo del secondo: questo test non valuta solo la flessibilità della colonna, ma di tutta la muscolatura. Sedetevi a terra, nelle vicinanze di una parete, liscia e con un angolo di 90 gradi tra parete e pavimento. Senza preoccuparvi di tenere le gambe allungate, arretrate con il sedere e fate in modo che sia il più attaccato possibile alla parete retrostante, tenendo conto che avere l’osso sacro perfettamente aderente è di fatto impossibile. Cercate ora di far aderire tutta la colonna alla parete, appoggiando la testa ed 21 evitando di inarcare collo e spalle.Le mani stanno appoggiate alle cosce, in modo da avere le spalle più rilassate possibile. Valgono le raccomandazioni del test precedente: se aveste in bocca un cartoncino, questo dovrebbe risultare perpendicolare alla parete dietro di voi. Ora allungate le gambe, tenendole ben vicine. Come vi sentite? Ci sono tensioni muscolari? In quali punti? Rimanendo 3 minuti in questa posizione, le tensioni aumentano o diminuiscono? Chi riesce a stare in questa posizione senza compensi (inarcare collo e spalle, piegare le gambe…), senza avere tensioni muscolari, e potendo mantenere la posizione 5 minuti senza che insorgano dolori vari, può dire di avere una ottima flessibilità della muscolatura posteriore. Generalmente chi ha una ottima flessibilità non ha grandi problemi posturali, ma questa non è una regola: la muscolatura può essere flessibile ma molto debole, e di conseguenza può fare fatica a sostenere lo scheletro. Annotate con precisione le sensazioni che avete avuto in questo test: dove si creava tensione, quanto, come è cambiata nel corso di tre minuti. Ora è il momento di valutare la forza muscolare: per farlo, ci serve qualcosa che pesi 2kg (donne) o 3 kg (uomini), e che sia facilmente impugnabile. Va da sè che un manubrio da fitness sarebbe ottimale. Partite dalla posizione con braccia ben dritte lungo i fianchi (fig. 1). Mantenendo le braccia assolutamente dritte, sollevatele lateralmente fino a 90 gradi (fig. 2). Sollevate lentamente, impiegando almeno 3 secondi per salire e 3 per scendere. Continuate fino a che i muscoli non ce la fanno più, o fin quando non insorge un dolore. Annotate: 22 - quante ripetizioni siete riusciti a fare prima di cedere - il motivo per cui avete ceduto: stanchezza dei muscoli o dolore da qualche parte. Un corpo in buona forma riesce ad eseguire questo esercizio tra le 15 e le 20 volte, cedendo per stanchezza muscolare. I test sono finiti. Ora vi siete resi conto del vostro stato di salute generale, dello stato del vostro collo, della vostra postura e della forza dei vostri muscoli. Mettete via il foglio con i questionari assieme a quello con i vostri appunti. Lo riprenderemo tra qualche settimana, almeno 3. 23 APPROCCIO TERAPEUTICO AUTONOMO: RIABILITAZIONE ED ESERCIZI Esistono diversi approcci terapeutici al problema cervicale, alcuni molto validi, altri meno. Per capire quali sono quelli più validi, occorre chiedersi: -quanto questo metodo può agire in profondità sulla tensione muscolare, caratteristica che accomuna tutti i problemi cervicali? -quanto questo metodo può agire sulle cause meccaniche del problema, descritte nel capitolo “cause”? -quanto questo metodo può aumentare l’efficienza del metabolismo e il benessere generale, condizione utile affinchè non si presenti il problema cervicale? In questo capitolo ci sono consigli che possono agire su tutti gli aspetti del problema, in maniera ovviamente non specifica, ma potenzialmente utile a tutti i casi. ESERCIZI RIABILITATIVI Gli esercizi riabilitativi si dovrebbero impostare a seconda di quali si sono determinate essere le cause, come è logico. Tuttavia nella stragrande maggioranza dei disturbi cervicali ci sono caratteristiche tali per cui i semplici esercizi qui elencati possono essere di sicuro giovamento. Questo accade perchè: • sono esercizi di respirazione, ed una migliore respirazione è di beneficio garantito, non solo per il tratto cervicale • sono esercizi di allungamento, e fino a prova contraria qualsiasi sia la causa, questa provoca comunque un accorciamento muscolare. 24 Primo esercizio: respirazione diaframmatica Come abbiamo già visto nel capitolo “cause”, una errata respirazione può portare ad uno scarso utilizzo del diaframma: in questo caso la respirazione passa al torace, ma respirare con il torace sovraccarica il tratto cervicale, dato che gli atti respiratori sono più di diecimila al giorno. Il primo passo per ridurre le tensioni muscolari costanti che possono gravare sul nostro collo è quindi sbloccare il diaframma. Sdraiatevi su di una superficie dura (es. pavimento). Mettete sull’addome un oggetto abbastanza largo, che pesi circa un kg, come ad esempio un libro: servirà a percepire e a facilitare i movimenti dell’addome. Poggiate le mani sulla parte alta del torace, prestando massima attenzione ai movimenti di quest’ultimo. Inspirate dal naso, per almeno 3 secondi, ed espirate dalla bocca,per almeno 4 secondi. Tenete la bocca ben aperta quando espirate: l’aria deve uscire senza ostruzioni. Proseguite cercando di capire quanto, durante la vostra respirazione, si gonfi il torace, e quanto si gonfi la pancia. Ora l’esercizio: dovete respirare gonfiando solamente la pancia. Il torace deve rimanere perfettamente fermo (potete sentire eventuali movimenti con le mani). Attenzione a non inarcare la schiena o le spalle, e a mantenere lo stesso schema di prima: inspiro 3 secondi, espiro 4, a bocca ben aperta. Focalizzatevi sul peso che avete sulla pancia, il quale deve salire durante la inspirazione, e scendere durante la espirazione. Può apparire difficile all’inizio, ma più andate avanti e più diventerà semplice. Prestate sempre molta attenzione ad avere la schiena e le spalle ben rilassate, e ad espirare sempre a bocca ben aperta, come fosse un sospiro di sollievo. Sotto le mani, che avete sul torace, non ci deve essere movimento. Eseguite questo esercizio per almeno 5 minuti al giorno: dopo pochi giorni sarà molto più semplice e potrete effettuare inspirazioni ed espirazioni più ampie. Anche durante la giornata percepirete che il vostro respiro sta migliorando. 25 Respirazione diaframmatica Secondo esercizio,sempre di respirazione. E’ praticamente l’inverso del primo: spostate il peso sul torace e la mano sulla pancia, dato che ora dovrete respirare solo con il torace, senza gonfiare la pancia. Normalmente chi ha un problema cervicale ha una respirazione già molto toracica, quindi questo esercizio può sembrare inutile o controproducente: in realtà è vero che c’è un sovrautilizzo del torace, ma proprio per questo le strutture toraciche presentano spesso difficoltà a rilasciarsi,sopratutto in espirazione. Cercate quindi di respirare gonfiando il torace, senza inarcare la schiena o irrigidire il collo, e senza gonfiare la pancia come avete fatto prima. Inspirate molto lentamente per evitare irrigidimenti di altre strutture (almeno 3 secondi). Espirate a bocca ben aperta, cercando di svuotare completamente il torace. Attenzione: quando svuotate il torace la pancia non si deve alzare! Prestate particolare attenzione anche a non inarcare il collo durante la espirazione. Ripetete questo esercizio per 5 minuti. Terzo esercizio: allungamento del collo. Sdraiatevi a terra, su di una superficie dura.Piegate le gambe, appoggiando i piedi a terra Partite da una posizione ottimale del collo: se necessario un cuscino, utilizzate invece un libro, in quanto per questo esercizio serve una superficie scorrevole. Il collo non deve essere inarcato nè troppo sollevato. Il movimento di allungamento del collo consiste nello “scorrere” sul libro o sul pavimento, cercando di “crescere” in altezza. Nello scorrere, il mento va verso lo sterno, come se si dicesse di “SI”. 26 Auto allungamento del collo Attenzioni particolari: - mantenere la bocca aperta durante la fase di allungamento - la testa rimane sempre appoggiata,non si solleva mai - il movimento deve essere lento e dolce, in nessun modo ci deve essere un irrigidimento - il movimento si deve fermare al collo: continuando l’allungamento sentirete che la colonna lombare tenta di inarcarsi. Evitate questo e fermate il movimento quando sentite che comincia ad esserci coinvolgimento di altre zone. L’esercizio va svolto in questo modo: - inspirazione con il diaframma - espirazione a bocca ben aperta - alla fine della espirazione,allungamento del collo mantenendo la bocca ben aperta - rilassamento (non inarcamento) del collo durante la inspirazione 27 Non preoccupatevi se vi sembra che il range di movimento sia minimo: se si riesce a isolare bene le strutture cervicali, è corretto che il movimento sia breve. Ripetete l’esercizio 30 volte Questi sono gli esercizi di base per il tratto cervicale: qualunque sia l’orgine, qualunque sia la stadiazione del problema, migliorare la respirazione e l’allungamento delle strutture cervicali è benefico. Un transitorio aumento dei sintomi quando si eseguono gli esercizi è possibile, ma deve limitarsi ai primi 2-3 giorni, se invece sembra persistere ogni volta, sospendete e rivolgetevi ad un professionista oppure al medico curante. SCHEMA PER GLI ESERCIZI Prima settimana Respirazione diaframmatica: 5 minuti tutti i giorni Respirazione toracica: 5 minuti tutti i giorni Allungamento del collo: 30 volte, 3 volte a settimana Seconda e terza settimana Respirazione diaframmatica: 5 minuti 3 volte a settimana Respirazione toracica: 5 minuti 3 volte a settimana Allungamento del collo: 30 volte, 3 volte a settimana 28 Quarta settimana Tutti gli esercizi due volte a settimana. Se avete raggiunto un risultato soddisfacente, continuate con 1 volta a settimana. CONSIGLI ALIMENTARI Può l’alimentazione influire sul disturbo cervicale? Si e no, ma forse è corretto dire più si che no. Dal punto di vista meccanico, ingerire un particolare cibo non aumenta o diminuisce la tensione dei muscoli, o se lo fa può essere solo in modo marginale. Una alimentazione scorretta può però essere causa di: - stati infiammatori generalizzati dell’organismo - alterati equilibri ormonali - scarsa idratazione - perdita della massa muscolare Questa è una condizione definibile di “stress cronico per causa alimentare”, è spesso caratterizzata da numerosi sintomi, i famosi “sintomi metabolici” del questionario che avete compilato. Uno dei problemi principali degli stati di sovraccarico metabolico è che i muscoli, a causa della scarsa idratazione e della cattiva nutrizione, diventano meno responsivi, più deboli e più rigidi. Ciò accade naturalmente a livello di tutti i muscoli del corpo, ma in un distretto sollecitato anche meccanicamente come il rachide cervicale, questo disagio raddoppia. 29 Alcuni consigli per una corretta alimentazione Mattino: il mattino,nel ritmo fisiologico dell’organismo, é il momento deputato alla maggior assunzione di carboidrati. Quindi non saltate la colazione,anzi fate in modo che sia abbondante e ricca di carboidrati di qualitá come quelli della frutta. Al mattino avete lo stomaco chiuso e l’idea di mangiare non é particolarmente allettante? Proseguite con la lettura! Pranzo: la maggior parte delle persone assume carboidrati in eccesso a pranzo senza nemmeno accorgersene.Pensiamoci: un primo, una fetta di pane,magari un frutto, lo zucchero nel caffè. Se non si è atleti dalle grandi masse muscolari,l’organismo tollera bene una sola fonte di carboidrati: il resto creerà verosimilmente un picco glicemico, con conseguente sonnolenza post prandiale. Cena: se al mattino non avete appetito, é perchè avete ecceduto con i carboidrati a cena, o perchè avete dormito male, o per entrambe le cose (spesso la prima causa la seconda,in un pericoloso circolo vizioso). Un soggetto non atleta, con una massa muscolare più scarsa che abbondante, alla sera ha una scarsissima,per non dire nulla,tolleranza ai carboidrati. Giá una bella fetta di pane può creare movimenti non fisiologici dell’insulina serale. Figuriamoci se nella cena fossero presenti un piatto di pasta, oppure delle patate o dei legumi, concludendo il tutto con la frutta o peggio ancora con un dessert,magari gustato poco prima di coricarsi.Rislutato? Aumento della glicemia notturna (quando dovrebbe essere molto bassa), grossi sbalzi di insulina con conseguenti risvegli notturni (che non a caso avvengono spesso nella medesima fascia oraria), insulina ancora attiva al mattino e quindi scarso appetito. Non solo: la presenza di insulina notturna è un perfetto assist all’aumento della massa grassa ed alla diminuzione della massa magra, con conseguente rallentamento e disfunzione del metabolismo. Se non siete atleti dalle grandi masse muscolari, fate in modo che la vostra cena sia composta per lo più di verdure senza carboidrati (che sono patate e legumi essenzialmente) e di proteine. Limitate al massimo, in alcuni casi meglio annullate, la presenza di carboidrati o zuccheri: il sonno ne trarrá beneficio, al mattino vi sveglierete meglio, avrete più appetito, vi sentirete meno gonfi ed il metabolismo funzionerá meglio. 30 ATTIVITA’ SPORTIVA Ragionando sulle cause del problema che sono state esposte nei capitoli precedenti, risulta ovvio che nessuna attività sportiva “classica” è indicata al 100% per risolvere il disturbo cervicale. Questo non vuol dire che l’attività sportiva non possa essere di aiuto per combattere la cervicale: anche se non agisce nello specifico, lo sport fatto nel modo giusto aiuta l’efficienza dell’organismo. Raccomandazione importante: dato che ogni caso è diverso, nessuno può determinare a priori quanto una determinata attività può essere tollerata dal rachide cervicale. L’unica soluzione è provare, curando di iniziare qualsiasi attività sportiva con gradualità. Da tenere presente che ogni volta che si inizia una nuova attività la cervicale può “infiammarsi”: generalmente dopo 3-4 volte c’è un adattamento delle strutture, ed i sintomi non si accentuano più. Se così non fosse, allora l’attività è davvero controindicata per il soggetto. ATTIVITA’ AEROBICA PER COMBATTERE IL PROBLEMA CERVICALE Corsa, camminata veloce, bicicletta....possono essere d’aiuto per risolvere il disturbo cervicale? La risposta è si, a patto che siano fatte nel modo giusto. L’attività aerobica prolungata (da 30 minuti a 1 ora max) a bassa intensità, produce una migliore ossigenazione dei tessuti ed una riduzione degli ormoni dello stress. Ne conseguono come minimo: - miglior circolazione - miglior riposo notturno Da questi due fattori l’organismo trae enorme beneficio: il sistema muscolare può esprimere il massimo della sua efficienza solo quando la persona riposa correttamente. Se il sonno è breve, oppure 31 interrotto, il sistema muscolare partirà stanco, e ben presto le zone già molto sollecitate, come la cervicale , diventeranno dolenti. L’attività aerobica può quindi essere un aiuto importante, se eseguita secondo questi principi: - durata: dai 30 ai 60 minuti - raggiungimento e mantenimento di almeno il 70% del battito cardiaco massimo - esecuzione dell’attività dalle 16 in poi: essendo un tipo di attività che abbassa gli ormoni dello stress, deve essere collocata in una fascia oraria adeguata. Al mattino infatti, gli ormoni dello stress si devono alzare, per abbassarsi gradualmente la sera - effettuare questa attività almeno 2 volte a settimana ATTIVITA’ IN PALESTRA Molte persone vanno in palestra per mantenersi in forma, ma spesso devono comunque fare i conti con il problema cervicale. Tra quelle che abitualmente si fanno in palestra,ci sono due attività in particolare che possono essere d’aiuto. Entrambe vanno fatte sotto consiglio degli istruttori, in quanto è impossibile dare consigli senza vedere il caso dal vivo. Stretching: aumentare la flessibilità della muscolatura è utile perchè riduce le tensioni che gravano sulla colonna vertebrale. Uno 32 stretching posturale globale è da preferire, ma anche altri tipi di stretching possono dare buoni risultati. Ipertrofia muscolare: fare ipertrofia muscolare vuol dire allenarsi con i pesi, secondo determinate regole riguardo al numero di serie, ai tempi di recupero ed agli esercizi. Aumentare il numero di cellule muscolari (ipertrofia), vuol dire garantire la salute della colonna vertebrale (e non solo): un maggior numero di cellule muscolari vuol dire una minor fatica da parte dei muscoli a sostenere la colonna vertebrale, e conseguentemente meno dolori. Pochissimi in palestra (meno che mai le donne) si allenano per l’ipertrofia: un po’ perchè non ne conoscono le regole, un po’ perchè è faticoso, le donne perchè hanno l’infondata paura di diventare “mascoline”, non sapendo che prima di assomigliare a delle culturiste ci sono tanti passaggi intermedi. Chiedete all’istruttore di prepararvi una scheda secondo le regole dell’ allenamento per lo sviluppo muscolare, anche se non volete avere muscoli appariscenti: la maggior parte delle persone che hanno disturbo cervicale sono infatti atoniche e prive di muscolatura. Un adeguato allenamento per ipertrofia garantirà che questi muscoli si riprendano e funzionino correttamente, ben prima di aumentare di un solo centimetro di diametro: a quel punto potrete anche fare un allenamento di solo mantenimento. Dato che il recupero è particolarmente importante, cercate di non allenarvi più di due giorni a settimana. 33 Qualsiasi sia l’approccio che intraprendiate, di quelli proposti (anche tutti insieme), non dimenticate di verificare i vostri progressi: se riuscite meglio a fare gli esercizi, se avvertite che sta aumentando la vostra elasticità, o la vostra capacità aerobica. Se non migliorate nel lavoro riabilitativo, vuol dire che non state facendo le cose correttamente, ed i risultati sul problema cervicale saranno scarsi. Dopo 3 settimane, ricompilate i test dell’inizio (senza guardare il precedente), non prima di aver risposto a queste domande: - avete eseguito lo schema degli esercizi di respirazione/ allungamento? - vi sentite più abili ad eseguirli? - avete eseguito attività aerobica serale almeno 2 volte a settimana? - avete eseguito un lavoro per ipertrofia muscolare in palestra? - avete seguito i consigli alimentari? Se ci sono almeno 3 si , il vostro stato di salute sarà sicuramente migliorato, e questo nella maggior parte dei casi avrà portato beneficio anche al problema cervicale. Se confrontando i questionari notate che il vostro stato di salute è migliorato ma il problema cervicale è rimasto com’era, significa che la problematica a livello dei muscoli e delle vertebre è tale che non riesce ad essere arginata: in questo caso un approccio riabilitativo con un professionista è indispensabile. 34 APPROCCIO PROFESSIONALE L’approccio professionale dovrebbe essere la prima scelta da effettuare: al di là dei maggiori risultati garantiti, un corretto inquadramento clinico della patologia è utile ed in certi casi indispensabile. Gli esercizi a casa e lo stile di vita possono fare tanto, ma in molti casi (per gravità del problema o per mancanza di applicazione della persona nell’eseguire il programma) non sono sufficienti. L’approccio professionale corretto deve prevedere una attenta valutazione del rachide cervicale, ma non solo: come abbiamo appreso in questo libretto, esistono numerose cause che possono influire sul disturbo cervicale. Compito del professionista è individuare quali sono ed indirizzare il soggetto correttamente. L’esperto in riabilitazione cervicale può scegliere di applicare un trattamento manuale, per ridurre le contratture, ma quanto prima occorre iniziare una rieducazione posturale che modifichi l’aspetto meccanico. Soltanto cambiando la meccanica con la quale il corpo si muove sarà possibile mettere al sicuro il tratto cervicale da eventuali recidive. 35 CONCLUSIONE In conlusione, si può dire che non esiste un problema cervicale uguale all’altro, ma che tutti hanno caratteristiche simili, prima fra tutte l’aumento della tensione muscolare. -Quando le tensione della muscolatura posturale è adeguata... -Quando la quantità di muscolatura del corpo è adeguata .... -Quando l’efficienza del metabolismo, e quindi il nurtimento dei muscoli, sono adeguati .... E’ praticamente garantito che non ci sia il disturbo cervicale (e non solo quello): tanto più ci si è allontanati da queste condizioni ideali tanto più l’organismo soffre, con le conseguenze che molti conoscono. Senza una forte tensione muscolare o una marcata debolezza non c’è nessun motivo per cui si formino artrosi, discopatie oppure ernie. Raggiungere una condizione ottimale è difficile, sopratutto senza aiuto. La buona notizia è che per star meglio non è necessario raggiungere il traguardo, ma solamente correre nella direzione giusta. Se il corpo sta andando verso l’irrigidimento e l’indebolimento manifesta i sintomi, ma se al contrario grazie ad un cambio di stile di vita e ad opportuni accorgimenti, sta andando verso un miglioramento delle sue caratteristiche fisiche, i sintomi della cervicale (e non solo quelli) smetteranno ben presto di essere vostri compagni di viaggio. 36 CASI CLINICI Caso 1: stress cronico e problema ai denti Questa signora è arrivata nel nostro studio per il dolore cervicale e per il mal di testa costante, ma compilando i test di autovalutazione è emerso come fosse piena di sintomi in vari distretti,tutti molto forti. Il test della parete (esattamente lo stesso descritto nel capitolo “terapia”) era difficile da eseguire, per la tensione che manifestava al collo e a metà schiena. L’analisi della composizione corporea, con apposita strumentazione, rivelava una massa muscolare carente rispetto alla massa grassa, ed una distribuzione dei liquidi tipica di un organismo in forte stress. La signora attribuiva la causa del mal di testa allo stress lavorativo, anche se aveva cambiato attività di recente e la situazione non era migliorata. Ricostruendo attentamente la situazione, abbiamo individuato alcuni elementi fondamentali: - la signora aveva avuto, diversi anni prima, un problema ai denti che si è trascinata per un anno intero: una grave infezione sul lato destro, che si è poi irradiata all’osso,tanto da dover ricorrere ad un drenaggio chirurgico. Ancora oggi, la palpazione della muscolatura masticatoria di destra la faceva saltare letteralmente in aria. - la signora è estremamente ansiosa ed emotiva: affronta tutte le situazioni con grande preoccupazione,e spesso utilizza il cibo (sopratutto i dolci) come “tranquillante”. Siamo quindi partiti dalla rieducazione del respiro, che risultava molto breve e affannoso, come in un costante stato d’ansia. Abbiamo visto come in questa situazione si verifichi un forte irrigidimento della muscolatura cervicale. 37 Contemporaneamente abbiamo cercato di rilasciare la muscolatura cervicale, per darle beneficio immediato: prima una persona si sente meglio,tanto più è disposta a fare tutto il necessario per stabilizzare il miglioramento. Nel trattarla con terapia manuale, abbiamo cercato con estrema prudenza di rilasciare anche la muscolatura masticatoria, estremamente contratta a causa del vecchio ma estremamente significativo problema ai denti. Dopo 5 sedute, la situazione ha cominciato a migliorare: il mal di testa si è attenuato in intensità, compare più di rado, così come il dolore al collo. A questo punto abbiamo deciso di indirizzarla verso un corretto stile di vita e alimentazione, in modo da garantire il miglior funzionamento del metabolismo. A distanza di due mesi e mezzo dal primo incontro, la situazione era questa: Oggi la situazione è stabilizzata su questo livello: la signora esegue esercizi di mantenimento una volta alla settimana e si attiene alle indicazioni di massima che le sono state date circa lo stile di vita. Se fosse stata disposta a spingersi oltre, con un adeguato programma di attività fisica avrebbe potuto liberarsi del grasso in eccesso e potenziare la sua muscolatura. A quel punto, anche i residui di sintomi che tuttora avverte sarebbero scomparsi, e sicuramente affronterebbe la vita con maggior serenità. 38 Caso 2: di tutto un po’ La signora del caso 2 si presentava come un caso estremamente complesso: dolore cervicale e mal di testa pressochè costanti e molto intensi, necessità di ricorrere a farmaci antidolorifici ed a farmaci con azione sul sitema nervoso. Alla prima visita lamentava, oltre che al dolore al collo ed al mal di testa, dolori alla colonna lombare, alla spalla dx, disturbi del sonno, disturbi di digestione, stanchezza cronica. La valutazione ha messo in evidenza alcuni aspetti molto particolari: - la signora aveva (ed ovviamente ha ancora) una evidente scoliosi, diagnosticata in età giovanile. - aveva una scarsissima apertura mandibolare, segno di forte tensione sulla muscolatura masticatoria. - aveva subito 10 anni prima un intervento chirurgico per un ernia al disco, ma il risultato non era stato soddisfacente: il dolore sembrava essere aumentato nei mesi successivi, e a tutt’oggi era costretta ad eseguire esercizi per mantenere il dolore lombare a livelli accettabili. Tutti questi problemi si sono sommati ed intrecciati tra loro, arrivando a creare una situazione di estremo disagio: oltre al dolore costante, la signora aveva scarsissima energia ed era impossibilitata a qualsiasi sforzo fisico. Il test della parete doveva essere interrotto dopo pochi secondi a causa dell’emergere di una forte tensione lombare. L’analisi della composizione corporea, con apposita strumentazione, mostrava un quadro parecchio sconfortante: massa muscolare in grave difficoltà, grasso viscerale oltre la soglia di guardia (nonostante l’apparenza per nulla robusta della signora), segni evidenti di grande 39 infiammazione e stress. Abbiamo ovviamente cominciato con l’obiettivo più immediato: dare beneficio rapido rispetto al mal di testa e mal di collo. Dopo 3 sedute, la situazione cominciava sensibilmente a migliorare,dopo 6 il mal di testa si era decisamente ridotto ma.... il dolore lombare si stava facendo più intenso. Mentre il disturbo cervicale continuava a migliorare, il disturbo lombare si faceva sempre più intenso, fino a raggiungere un livello poco tollerabile. Sottoposta ad accertamento con risonanza magnetica, emerge un quadro preoccupante:tutti i dischi lombari sono sofferenti, e la colonna è fortemente usurata. Cos’è successo? Con tutta probabilità, la continua assunzione di farmaci per il dolore cervicale/mal di testa, ha contemporaneamente “sedato” una situazione lombare che stava peggiorando. Migliorando la tensione muscolare a livello cervicale, abbiamo indirettamente chiesto alla lombare di “adattarsi”, e questo ha fatto emergere il problema in tutta la sua gravità. Questa persona ha ora raggiunto un equilibrio soddisfacente, grazie alla rieducazione posturale, all’attività fisica di rinforzo muscolare, ed al mantenimento di un corretto stile di vita. Sicuramente il danno intercorso a livello lombare non le permetterà di abbassare la guardia, ma quantomeno sta bene, a dimostrazione del fatto che anche i casi più complessi possono liberarsi dei loro sintomi, pur in presenza di problematiche importanti. 40 Caso 3: cervicalgia post trauma di 30 anni prima, con sintomi metabolici Questo signore di 42 anni ha forti dolori cervicali da tantissimi anni, tanto da non ricordare esattamente quando sono cominciati. In aggiunta, lamenta dolore ad almeno altri 5 distretti,oltre a quello cervicale. Immediatamente ci riferisce un episodio di enorme rilevanza, un violento investimento in auto all’età di 7 anni, con trauma cranico e diverse fratture. Che sia stato quello a danneggiare le strutture cervicali e a modificare lo sviluppo posturale del bambino è fuor di dubbio,dato che il tratto cervicale (e tutta la colonna di conseguenza) risulta rettilineizzato, come da colpo di frusta “fresco”. Visti i numerosi sintomi metabolici, ci saremmo aspettati un analisi della composizione corporea, effettuata con apposita strumentazione, che indicava sofferenza dei tessuti, infiammazione generalizzata e quant’altro ma...nulla di tutto ciò, solo un po’ di grasso in eccesso. Dopo 4 sedute di trattamento manuale profondo della muscolatura cervicale, la situazione era già profondamente cambiata, come sempre succede nei casi di cervicale in cui si è sicuri che il problema sia di origine traumatica: in questi casi infatti, causa ed effetto (la tensione muscolare) coincidono. Nei casi di cervicalgia non traumatica, la tensione muscolare è l’effetto di qualche altra causa. A fronte di un ottimo miglioramento dei sintomi posturali, non avevamo riscontrato altrettanto cambiamento nei sintomi metabolici. Dato che l’analisi della composizione corporea non indicava papabili sofferenze metaboliche, abbiamo deciso di trattare il muscolo più connesso con la sfera viscerale: il diaframma. Il diaframma è il principale muscolo respiratorio, e sta proprio a ridosso dei visceri addominali. Quando c’è sofferenza della colonna, oppure situazioni di forte stress emotivo, tende a rimanere contratto, riducendo la funzionalità degli organi, e dando origine a numerosi sintomi. Appena trattato il diaframma con una apposita tecnica manuale e con esercizi di respirazione, il nostro paziente si è immediatamente sentito più sgonfio e libero. Proseguendo con la rieducazione della respirazione e del diaframma, ed intraprendendo un regolare piano di attività fisica, ha gradualmente migliorato anche tutti gli altri sintomi. 41