DISTRETTO SOCIO-SANITARIO G/4
Comune Capofila: Olevano Romano
AZIENDA SANITARIA LOCALE ROMA G
Distretto Sanitario di Subiaco
AZIENDA SANITARIA LOCALE ROMA G
Ospedale di Subiaco
Cooperative:
OMNIA (capofila RTI)
ARCOBALENO
NOVA OSS
AZZURRA 2000
Cooperativa sociale NUOVA SAIR
Associazione
LA FONTE 2004 ONLUS
Associazione
ANFFAS SUBIACO
Cooperativa sociale
PEGASO
PROTOCOLLO PER ATTIVAZIONE UNITA’ VALUTATIVA
DISTRETTUALE INTEGRATA (U V D I) ASL RM/G DISTRETTO DI
SUBIACO -DISTRETTO SOCIALE G/4 E TERZO SETTORE .
Articolo 1
DEFINIZIONE E FINALITA’
L’Unità Valutativa Distrettuale Integrata (UVDI ) rappresenta l’organismo deputato alla presa in
carico, all’analisi dei bisogni e alla valutazione multidimensionale della persona con problemi
sanitari sociali ed educativi complessi, oltreché la sede decisionale dove si attivano le risorse
disponibili (funzione di produzione e committenza) per le risposte appropriate.
Da varie esperienze è dimostrata l'efficacia di un sistema strutturato di valutazione
multidimensionale dei bisogni del paziente in termini di un miglioramento della qualità della sua
vita, di una riduzione della disabilità, del numero e della durata dei ricoveri ospedalieri e nelle
strutture ed anche di razionalizzazione dei consumi dei farmaci e/o della spesa sanitaria nel suo
complesso.
L'UVD integrata è un’equipe multidisciplinare che ha competenze sulla valutazione globale e sulla
definizione della pianificazione assistenziale condivisa in ambito preventivo, curativo e riabilitativo
e che si fa garante della continuità clinico-assistenziale; deve quindi essere attivata precocemente
(primo accesso dei pazienti all’interno dei Servizi) al fine di raggiungere tutte le situazioni di
bisogno sanitario e/o sociale ancora inespresso.
La continuità viene garantita attraverso l’integrazione operativa con gli altri servizi distrettuali, con
i Dipartimenti specialistici, con l’Ospedale e con i servizi sociali pubblici e privati.
È implicito che lo scopo della valutazione multidimensionale è quello di conseguire un giudizio
globale sullo stato funzionale della persona, prendendo in considerazione, oltre che l’eventuale
patologia acuta e cronica, le condizioni di disabilità che condizionano l’attività della vita
quotidiana, la rete delle relazioni sociali del soggetto e le sue risorse economiche: tale tipo di
valutazione definisce uno standard di equità nell’analisi del bisogno e persegue obiettivi di
appropriatezza nella scelta del setting assistenziale.
Il suo ambito di intervento territoriale coincide con il distretto sanitario ASL RM/G Subiaco e il
Distretto sociale G/4.
Articolo 2
FUNZIONI DELL’UVD Integrata
Le funzioni dell'UVI sono le seguenti:
� eseguire la valutazione multidimensionale (VMD) definita attraverso l’utilizzo di strumenti
validati di:
– valutazione clinico-funzionale
– valutazione cognitiva
– valutazione aspetti sensoriali e di comunicazione
– valutazione sociale
� predisporre i piani di intervento individualizzati di persone da avviare all’interno dei percorsi
assistenziali della rete dei servizi presente nel territorio, in un sistema flessibile di presa in carico,
che consenta anche il passaggio da un setting all’altro; la risposta deve essere articolata nel rispetto
della libertà di scelta del cittadino e deve prendere in considerazione tutto il ventaglio dell’offerta di
strutture e/o servizi, perseguendo obiettivi di appropriatezza, di efficienza nel rapporto costobeneficio, anche in termini di utilizzo, ove possibile, di risorse familiari e sociali.
� La valutazione iniziale deve essere monitorata nel tempo, rimodulata ad ogni cambiamento delle
condizioni e verificata rispetto agli esiti degli interventi attivati.
� individuare uno o più referenti della presa in carico (case manager), quali punto di riferimento
per il cittadino nel monitoraggio del percorso individuato e pianificato
Articolo 3
L’ATTIVAZIONE
L’attivazione dell’Unità di Valutazione Distrettuale Integrata è di competenza del Servizio Sociale
Distrettuale come di case manager del caso presentato e avviene dietro comunicazione al
Coordinatore socio – sanitario distrettuale presso dell'Ufficio di Piano e all'Assistente Sociale del
servizio sanitario coinvolto con il consenso informato della persona interessata o dei suoi familiari.
La proposta può provenire da:
• medico curante
• personale sanitario della struttura ospedaliera
• assistente sociale
• responsabili di servizi sanitari operanti all’interno del Distretto
Modalità:
• protocollo della segnalazione
• inoltro della domanda al Coordinatore socio-sanitario e convocazione dei componenti in
una data concordata.
Articolo 4
SITUAZIONI PER CUI E’ PREVISTA L’ATTIVAZIONE DELL’UVDI
L’UVDI si attiva:
• sempre nei casi in cui sono presenti minori
• in caso di bisogni assistenziali complessi, non riferiti quindi solo alla patologia ed alla
sua gravità ma alla multidisciplinarietà dell’intervento, che richiedano l’attivazione di
strutture di riferimento distrettuale (intervento educativo, semiresidenzialità,
residenzialità ecc.)
• in caso di una presa in carico congiunta e/o coordinata da parte di diversi servizi interni
ed esterni.
• quando è necessario attivare risorse straordinarie rispetto a quanto pianificato nelle
convenzioni e/o budget (somministrazione di nuovi farmaci, nuovi presidi, ecc.)
• in caso di bisogni sanitari o sociali emersi con carattere di urgenza
• modifiche del piano di intervento
Articolo 5
PREDISPOSIZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE
Di norma il soggetto che propone l’attivazione dell’ UVDI predispone la documentazione sulla
situazione clinica e sociale della persona, necessaria per la valutazione multidisciplinare. La
predisposizione della documentazione è quindi preliminare all’incontro dell’UVDI. La sua
comprensibilità e compiutezza rappresentano i requisiti fondamentali per l’efficacia dei processi
decisionali.
La documentazione si può comporre:
della documentazione sanitaria: la cartella clinica e/o la lettera di dimissione prodotte dall’ospedale,
le valutazioni diagnostiche sulle condizioni di salute psico-fisica dell’utente prodotte dal medico
curante e/o dagli specialisti, attestazioni di invalidità e/o disabilità, ecc.
della documentazione sociale: la valutazione sulle caratteristiche dell’alloggio del nucleo familiare
e della comunità locale, le competenze e disponibilità di collaborazione alla cura da parte dei
soggetti della rete informale, la condizione economica.
Articolo 6
METODOLOGIA DI LAVORO
In apertura dell’incontro si controllano le presenze dei soggetti coinvolti che devono raggiungere
un terzo dei membri per validare la seduta.
Successivamente il soggetto proponente presenta il caso, illustrando la documentazione in suo
possesso ed invitando gli altri soggetti coinvolti a presentare gli elementi conoscitivi di propria
competenza. Quindi si procede con la discussione sulla situazione e con l’individuazione di un
piano di intervento che punti a realizzare i migliori obiettivi di salute per l’utente, compatibilmente
con le risorse disponibili. Sulla base del piano vengono determinate le azioni da concretizzare, gli
operatori coinvolti, i tempi di attivazione e la durata prevista. Viene individuato il case-manager,
preferibilmente l'assistente sociale distrettuale competente nel caso.
Il case-manager:
• cura la regia della presa in carico
• è punto di riferimento principale dell’utente
• ha la responsabilità di proporre la riattivazione dell’UVDI nel caso sia necessaria una
revisione sostanziale del progetto di cura.
E’ possibile che la discussione renda necessario avviare ulteriori approfondimenti, nel qual caso la
riunione viene riaggiornata.
Partecipa sempre alle riunioni un amministrativo che ha il compito di controllare in apertura
presenze e assenze e di riportare sinteticamente le decisioni prese sul verbale di provvedimento.
Il gruppo di lavoro distrettuale che si riunisce ogni quindici giorni,si occuperà di formulare
l’eventuale graduatoria di attivazione degli interventi individualizzati in base alla gravità rilevata e
ha quanto emerso dalle UVDI.
Articolo 7
IL PIANO DI INTERVENTO INDIVIDUALIZZATO
Il Piano di Intervento Individualizzato tiene conto dei bisogni, delle aspettative e delle priorità
dell’assistito, del suo contesto familiare, delle sue menomazioni, disabilità e, soprattutto, delle
abilità residue e recuperabili oltre che di fattori ambientali, contestuali, personali e familiari.
Il Piano di intervento individualizzato comprende:
• gli obiettivi assistenziali da raggiungere
• le modalità di raggiungimento degli obiettivi assistenziali
• la tipologia degli interventi
• la frequenza degli accessi dei singoli operatori (Mmg, infermiere, fisioterapista,
operatore socio sanitario, assistente domiciliare, educatore professionale)
• la durata presumibile degli interventi assistenziali.
Di seguito vengono evidenziati i percorsi operativi nei diversi servizi di assistenza.
A. PERCORSO OPERATIVO PER PAZIENTI DOMICILIARI
Assistenza domiciliare sanitaria
1. Segnalazione caso e successiva presa in carico.
Viene effettuata dal medico curante , anche su sollecitazione dei familiari o del servizio sociale.
2. Predisposizione della scheda regionale di attivazione del servizio CAD.
3. Valutazione multidisciplinare effettuata dal medico geriatra CAD, assistente sociale CAD,
assistente sociale comunale e, ove richiesto, dall'attivatore della segnalazione Coordinatore
servizio ADI competente per territorio .
4. Formulazione piano di intervento individualizzato, con la precisazione delle specifiche
azioni assistenziali, le modalità di esplicazione, i tempi gli orari che possano favorire
l'univocità di alcuni interventi per ottimizzazione dei risultati a monte prefissati e i tempi
per il monitoraggio delle azioni di sistema e ove possibile per la verifica.
5. Nei casi di urgenza evidenziata dal servizio sociale e dagli operatori del servizio ADI la
prima segnalazione per la presa in carico può essere effettuata direttamente al servizio
sociale CAD o al geriatra del servizio, per procedere in tempi brevi all'attivazione degli
interventi per poi regolarizzare le procedure amministrative.
La richiesta di inserimento in struttura RSA è possibile da parte dell’interessato, della famiglia o
dell’assistente sociale, del Medico Ospedaliero o Medico curante.
L’UVM ASLRM/G esprime parere vincolante per l’ingresso nella RSA.
Assistenza domiciliare sociale





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


Accesso su segnalazione dei servizi sociali dei Comuni; Le UU.00 della ASL, dovranno
segnalare a detti Servizi eventuali casi di minori per i quali si reputa necessario l'attivazione
del Servizio.
II servizio sociale che chiede l'accesso alla prestazione contatta l'eventuale servizio sanitario
di riferimento procedendo, con la visita domiciliare, alla valutazione della situazione
socio-ambientale e familiare del caso.
Il caso viene presentato dal Servizio Sociale di riferimento all’UVDI ed inserito in una eventuale
graduatoria distrettuale.
Dopo l'individuazione degli utenti e una prima stesura del piano di intervento, il Servizio
Sociale di riferimento attiva il Coordinatore territoriale con lettera scritta confrontandosi con
gli Operatori ASL che seguono il caso, per mettere a sistema il P.I.I. prevedendo una visita
domiciliare nella quale far sottoscrivere il piano stesso dagli utenti interessati.
Il Coordinatore territoriale procederà all'attivazione del caso; esso è referente dello stesso
verso i Servizi Sociali comunali e le UU.00 della ASL di riferimento. Gli operatori
individuati sul caso saranno presenti alle riunioni con questi ultimi secondo le disposizioni
del loro Coordinatore. Sarà cura del Coordinatore del Servizio, relazionare sull'andamento
dello stesso ai Servizi Sociali comunali.
L'attivazione dell'UVDI dovrà essere richiesta e convocata dalle Assistenti Sociali tramite
Ufficio di Piano:
◦ Sempre: in caso di bisogni complessi quali la presenza di patologie psichiatriche non
compensate o di difficile gestione, minori a rischio, gravi situazioni di disagio sociale e
ambientale, stato di abbandono di anziani e minori.
◦ All’occorrenza: nel caso di bisogni semplici quali igiene e pulizia dell'ambiente e della
persona, disbrigo pratiche e compagnia.
Nel corso dell'erogazione degli interventi programmati nel P.I.I., l'Unità Valutativa su
convocazione del Servizio Sociale monitorerà gli stessi, con cadenza trimestrale o quando
necessario, così come previsto nel Piano stesso.
In caso di modifica o sospensione, il Servizio Sociale di competenza condividerà le scelte
con la famiglia e comunicherà la modifica o la sospensione del Piano Individualizzato di
Intervento, insieme agli altri componenti dell'UVDI.
In caso di conclusione dell'intervento è sempre il Servizio Sociale di competenza, insieme
agli altri componenti dell'UVDI che comunicheranno la cessazione dell'erogazione
delle prestazioni alla famiglia.
La supervisione del Servizio compete all’UVDI, alla Referente del RTI (ADI e/o ADEM) ed
eventualmente al Supervisore del RTI stesso che si riuniranno con cadenza trimestrale. In questa
sede verrà valutato il Servizio attraverso il report redatto dall'UVDI quale attività di monitoraggio e
valutazione dei servizi del Piano di Zona.
B. PERCORSO OPERATIVO PER PAZIENTI PSICHIATRICI
1. Segnalazione caso e successiva presa in carico: viene effettuata dal medico curante, anche su
sollecitazione dei familiari o del servizio sociale.
2. Predisposizione della cartella clinica del servizio.
3. Valutazione multidisciplinare effettuata dal medico psichiatra CSM , assistente sociale CSM,
assistente sociale comunale e, se richiesto, dal Coordinatore territoriale del RTI.
4. Formulazione Piano di Intervento Individualizzato, con la precisazione delle specifiche
azioni assistenziali, le modalità di esplicazione, i tempi gli orari che possano favorire
l'univocità di alcuni interventi per ottimizzare i risultati e obiettivi fissati a monte .
5. Nei casi di urgenza evidenziata dal servizio sociale e dagli operatori del servizio ADI la
prima segnalazione per la presa in carico può essere effettuata direttamente al servizio
sociale CSM o allo psichiatra del servizio, per procedere in tempi brevi all'attivazione degli
interventi per poi regolarizzare le procedure amministrative.
C. PERCORSO OPERATIVO PER SERVIZIO TSMREE / CONSULTORIO
FAMILIARE
1. La segnalazione può essere effettuata dai familiari-pediatra- scuola -tribunale per i minori in
forma scritta con la specificazione delle problematiche evidenziate e la motivazione per cui
si richiede l’intervento.
2. L’accoglienza, l’intercettazione della domanda e una prima raccolta dati per la
predisposizione della cartella sociale, viene fatta dall’Assistente Sociale del Comune di
residenza che ritenendo necessario l'affiancamento del servizio TSMREE, trasmette
informativa all'Assistente Sociale dello stesso per attivazione UVDI.
3. La convocazione dell'UVDI per l'analisi della domanda e la valutazione del caso viene
effettuata dall'Assistente Sociale ASL entro quindici giorni dall’invio della richiesta di
intervento.
4. L' UVDI nel termine ultimo di trenta giorni dall'attivazione determina il piano di intervento
con l’identificazione del monitoraggio con cadenza trimestrale , la definizione del titolare
del caso, il ruolo dei vari componenti il gruppo di lavoro,gli specialisti interessati, gli
eventuali centri e servizi interni ed esterni al Distretto per approfondimenti diagnostici e
interventi terapeutico-riabilitativi, nonché l’intervento di organismi del terzo settore che nel
territorio G/4 costituiscono una risorsa aggiuntiva per sostenere situazioni familiari
problematiche, nonché in ultima istanza la verifica del progetto realizzato. In caso di
urgenze relative all'andamento progettuale il monitoraggio può essere richiesto in qualsiasi
momento indipendentemente dalla cadenza trimestrale.
In caso di situazioni di emergenza dettate da eventi drammatici come violenze familiari e
tra coniugi in cui siano coinvolti minori e si richieda la presenza dei servizi territoriali sarà
cura degli operatori sociali e sanitari il pronto intervento sociale e psicologico.
5. L'Assistente Sociale comunale rimane comunque il case manager della gestione del caso a
cui far riferimento per tutti gli aggiornamenti e evoluzione della situazione.
C1. GRUPPO OPERATIVO INTEGRATO (GOI) MINORI VITTIME DI VIOLENZA E
MALTRATTAMENTO
Il presente protocollo prevede anche la creazione di un' Equipe Integrata preposta per affrontare in
maniera sistemica e risolvere ove possibile le criticità sulla tutela minorile, con o senza l’intervento
dell’autorità giudiziaria come previsto nel Piano di Zona degli interventi e servizi sociali , ai sensi
della legge 328/00 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi
sociali” sono previsti interventi di tutela nei confronti di minori vittime di maltrattamenti e violenza.
Visto che le finalità del presente protocollo consistono nella presa in carico integrata dell'utente si
inserisce anche l'aspetto specifico relativo alle situazioni di trascuratezza, di maltrattamento e/o
abuso del minore o di nuclei familiari dove sono presenti adulti con disturbi psichiatrici/dipendenza
e/o minori affetti da psicopatologia o con evidente disagio psichico.
E’ garantita all’èquipe composta da figure specialistiche (Neuropsichiatra, Psicologo, Psichiatra ed
Assistente sociale) un’unica sede di lavoro, articolata su due poli.
La titolarità della tutela minorile persiste in capo ai Comuni dell’Ambito Territoriale.
L’equipe, operante in stretto raccordo con i servizi sociali territoriali e/o specialistici, su mandato
dell’autorità giudiziaria (minorile o ordinaria) o previa acquisizione del consenso informato da parte
degli adulti e/o degli esercenti la potestà genitoriale, ad integrazione dell’iter avviato dal servizio
segnalante e/o titolare del caso, garantisce prioritariamente le seguenti attività:
 valutazioni psicodiagnostiche di adulti e minori;
 valutazioni delle competenze genitoriali;
 indicazioni relative a trattamenti di tipo psicologico/psichiatrico /psicofarmacologico;
 definizione di un esito di valutazione integrata che tenga conto anche dell’ambito
prognostico in modo da costruire con gli operatori del territorio (afferenti a Comuni, ASL,
Azienda Ospedaliera) un progetto condiviso di intervento sulla situazione problematica e
quindi, definizione del progetto individualizzato con i servizi sociali e specialistici;
 predisposizione di relazioni tecniche sull’esito del percorso valutativo con modalità
integrata con l’équipe comunale titolare del caso;
 collaborazione con i servizi specialistici o con centri specialistici per l’invio/richiesta di
presa in carico psicoterapeutica dei minori o degli adulti, con priorità per i casi da decreto
dell’autorità giudiziaria;
 consulenza ai servizi territoriali per la presa in carico di situazioni afferenti alla tutela
minorile.
Per l’attuazione si rimanda a quanto contenuto nel presente protocollo..
D. PRESA IN CARICO,PAZIENTE CRONICO /FRAGILE PERCORSO
OSPEDALIERO E PROCEDURE DI ATTIVAZIONE .
1. Definizione della Dimissione Protetta.
Per Dimissione Protetta s’intende un percorso assistenziale del paziente da un setting di cura ad un
altro (Ospedale domicilio o struttura residenziale sanitaria o sociosanitaria) che si applica ai pazienti
“fragili”, prevalentemente anziani, affetti da più patologie croniche, da limitazioni funzionali e/o
disabilità anche gravi, in modo tale da assicurare la continuità del processo di cura ed assistenza.
Per questi pazienti “fragili”, al termine della degenza ospedaliera, può esservi ancora la necessità di
assistenza medica, nursing infermieristico e/o riabilitazione da organizzare in un progetto di cure
sanitarie o socio-sanitarie integrate di durata variabile da erogare al domicilio o in una diversa
struttura di degenza. La Dimissioni Protetta deve essere intesa come un sistema di comunicazione e
di integrazione tra diversi servizi ed operatori delle strutture Ospedaliere, Territoriali e degli Enti
Locali, con il coinvolgimento diretto del MMG/PLS dell’assistito, al fine di garantire certezza,
appropriatezza e continuità di cura, anche a beneficio della famiglia dell’Assistito.
1.2 Finalità ed obiettivi della Dimissione Protetta
La concertazione, definizione e sottoscrizione di un Protocollo Operativo, che, con il
coinvolgimento dei Comuni dell’Ambito, metta a sistema l’organizzazione e la gestione della
dimissione protetta o assistita del paziente fragile rappresenta:
 un’operazione programmatoria in materia di integrazione Ospedale-Territorio;
 ottimizzazione della durata della fase di ricovero ospedaliero contenendo i ricoveri impropri
e/o ripetuti;
 creare una stretta interrelazione tra la fase del ricovero ospedaliero e quella della presa in
carico dei servizi territoriali;
 sviluppare cure alternative/continuative al ricovero ospedaliero che siano efficienti
nell’ambito dell’economia dei servizi, per meglio governare le risorse;
 rendere le due funzioni, ospedaliera e territoriale, più flessibili ed integrate;
 promuovere e programmare attività integrative tra il personale ospedaliero e quello
territoriale;
 ridurre i tempi e facilitare le procedure finalizzate all’accesso e attivazione dei LEA
territoriali;
 fornire supporto alla famiglia e sollievo dai carichi assistenziali, coinvolgendola attivamente
e responsabilizzandola nella gestione del percorso di cura.
Un’appropriata presa in carico del paziente cronico/fragile richiede percorsi di cura integrati tra
Ospedale Territorio, in grado di evitare un possibile vuoto assistenziale che, oltre a essere
negativamente percepito dal paziente quale abbandono istituzionale, può compromettere il buon
esito delle cure e condurre alla medicalizzazione-istituzionalizzazione. II concetto di presa in
carico è caratterizzato dalla bi-direzionalità degli interventi, ovvero dalla possibilità di attivare
percorsi dall'Ospedale (acuzie/sub-acuzie) al Territorio (post-acuzie), ma anche inversamente,
vale a dire dal Territorio all'Ospedale o ad altro setting assistenziale.
Il presente Protocollo Operativo serve a realizzare la continuità assistenziale tra Ospedale e
Territorio, definendo modalità di raccordo e di relazioni stabili ed esplicite fra assistenza
ospedaliera e cure territoriali, e tra servizi sanitari e sociali, nel rispetto delle peculiari specificità
dei singoli ambiti assistenziali, a vantaggio della logica della centralità del Cittadino/Utente.
Ambiti clinici privilegiati, ma non esclusivi, per una efficace presa in carico, sono le seguenti:
 ictus, frattura di femore, patologia cardiovascolare, ecc.;
 patologie croniche (es. neoplasie, diabete, insufficienza respiratoria cronica);
 gravi disturbi cognitivi e del comportamento;
 problematiche ad elevata intensità e complessità assistenziale
2. Percorso delle dimissioni protette.
2.1 Procedure di attivazione.
La dimissione protetta è proposta dall’équipe medica dell’U. O. di degenza in cui il paziente è
ricoverato. L’équipe medica dell’U. O. di degenza, valutate le condizioni cliniche del paziente,
attiva la seguente procedura:
1. segnala alla Direzione Sanitaria ospedaliera la necessità di attivare la Dimissione Protetta a
favore del paziente;
2. la Direzione Sanitaria ospedaliera, per il tramite dell’Assistente Sociale ospedaliera, attiva la
Dimissione Protetta attraverso apposita modulistica distrettuale (Richiesta, Proposta );
3. la Proposta di attivazione della dimissione protetta deve essere formulata dal Medico di reparto
corredata di scheda sociale e dopo essere stata vistata dal Direttore Sanitario del P.O. verrà
trasmessa alla Segreteria della Direzione del Distretto sanitario e all'ufficio di piano , previo
contatto telefonico per gli opportuni adempimenti.
Nello specifico le procedure di attivazione della Dimissione Protetta si articolano in:
A. paziente stabilizzato ma in compenso labile, per il quale viene proposta, dalla Direzione
Sanitaria ospedaliera, la dimissione protetta a domicilio:
 l’Assistente Sociale ospedaliera, in presenza di adeguata rete socio-familiare di sostegno,
informa il Servizio Assistenza Domiciliare Sanitaria, il quale contatta telefonicamente , il
MMG/PLS e il caregiver per completare le informazioni sul paziente;
 nei casi di comprovata necessità sociale, previa segnalazione scritta a cura della Direzione
Sanitaria, i Servizi Sociali comunali per l’eventuale accesso alle cure domiciliari sociosanitarie integrate (ADI).
B. paziente stabilizzato ma in compenso labile, per il quale viene proposta, dalla Direzione
Sanitaria ospedaliera presso cui è ricoverato il paziente, la dimissione protetta in struttura
residenziale:
 l’Assistente Sociale ospedaliera, accertata la NON perseguibilità della domiciliarità delle
cure, si raccorda con il Sevizio Sociale Professionale distrettuale che si attiva per
l’espletamento delle procedure di accesso all’Assistenza Residenziale;
C. paziente stabilizzato ma in compenso labile in condizioni di indigenza, per il quale viene
proposta, dalla Direzione Sanitaria ospedaliera presso cui è ricoverato il paziente, la dimissione
protetta in struttura residenziale:

l’Assistente Sociale ospedaliera, accertata la NON perseguibilità della domiciliarità delle
cure, si raccorda con il Servizio Professionale distrettuale che attiva le procedure di accesso
all’Assistenza
Residenziale
e
contestualmente
informa
il
famigliare
di
riferimento/tutore/amministratore di sostegno della possibilità, di avviare, presso il Comune
di residenza, la procedura per la richiesta di integrazione alla retta mensile di ospitalità in
struttura residenziale, previa segnalazione scritta a cura della Direzione Sanitaria. Nella
dimissione protetta il MMG/PLS è l’unico responsabile sanitario del paziente, pertanto la
stessa non può essere avviata senza il suo avallo.
E. PERCORSO
DISTRETTUALI.
OPERATIVO
PER
ACCESSO
CENTRI
DIURNI
I centri diurni distrettuali ospitano trenta utenti con disabilità del territorio .
L'accesso al servizio avviene tramite richiesta di accesso da parte dell'utente o dei familiari o
dell'eventuale amministratore di sostegno, tramite modulistica distrettuale da inviare all'Ufficio di
Piano corredata da documento di identità del familiare e dell'utente per cui si chiede l'accesso,
certificato di residenza,e verbale di invalidità civile e verbale di riconoscimento benefici l.104/92.
Successivamente all'arrivo della richiesta verrà convocata una specifica Unita Valutativa Integrata
composta dal Coordinatore socio-sanitario di Distretto, Psicologa del Centro Diurno ANFFAS,
Assistente Sociale comune di residenza dell'utente che richiede l'inserimento e Assistente Sociale
DSM competente per area .
L'Unità valutativa prendendo atto della documentazione presentata dal servizio sociale comunale e
presentata dalla famiglia, si esprime in merito all'ingresso al centro; se si ritenesse che la
documentazione presentata non fosse sufficiente a valutare la situazione si programma una visita
domiciliare congiunta tra Psicologa servizio Centro Diurno e servizio sociale comunale .
In ogni seduta di U.V.D.I. verrà redatto verbale che sarà conservato agli atti presso l'Ufficio di piano
Distrettuale.
La valutazione verrà comunicata alla famiglia, come anche la messa in lista d'attesa qualora non vi
fosse disponibilità di posti nelle due strutture.
COMPONENTI UNITA' DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE
Coordinatore Socio - Sanitario distrettuale:
COLAZINGARI MARIA
Area tutela Anziani, Alzheimer e demenze (ADI – RSA – Residenze Protette):
IOVANE MAURIZIO
Area TSMREE:
CIOLLI ANNA MARIA
Area Disagio Mentale:
TULELLI
Assistenti Sociali ASLRM/G
Area adulti e anziano non autosufficienti:
Area materno – infantile:
Area disagio mentale:
Assistenti sociali Comune di Subiaco
COLAZINGARI MARIA
TROMBETTA MARIA, PERAZZONI ROSSELLA
VANNOLI NADIA, WISLER REGULA, SANTA ALESI
SEMPRONI ANNA MARIA
Assistenti sociali territorio
Responsabile Servizio per
Cooperativa “Nuova Sair”
CANNARSA CLAUDIA
Olevano Romano, Roiate:
DE ANGELIS MARIA CHIARA
Marano Equo, Rocca Santo Stefano:
PROSPERI CAROLA
Vallepietra, Jenne, Camerata Nuova, Canterano, Rocca Canterano: CHECCHI ANTONELLA
Arsoli, Riofreddo, Vivaro Romano, Vallinfreda:
AMMALIATO GIUSEPPINA
Subiaco, Roviano:
CAPITANI FRANCESCA
Anticoli Corrado, Cineto Romano, Agosta:
BIZZARRI GIORGIO
Bellegra, Affile, Arcinazzo Romano:
LUCIANI ARIANNA
Assistente sociale Ospedale Subiaco
PEPERONI ANNA
AMBITI TERRITORIALI SERVIZI TSMREE
SERVIZIO TSMREE OLEVANO ROMANO
OLEVANO ROMANO
ROCCA SANTO STEFANO
BELLEGRA
ROIATE
SERVIZIO TSMREE SUBIACO
AFFILE
AGOSTA
ARCINAZZO ROMANO
ANTICOLI CORRADO
ARSOLI
CAMERATA NUOVA
CANTERANO
CERVARA DI ROMA
JENNE
MARANO EQUO
RIOFREDDO
ROCCA CANTERANO
ROVIANO
SUBIACO
VALLEPIETRA
VALLINFREDA
VIVARO ROMANO
SOGGETTI FIRMATARI PROTOCOLLO OPERATIVO
DISTRETTO SOCIALE SINDACO
COMUNE AVV. MARCO MAMPIERI
G/4
OLEVANO
ROMANO
CAPOFILA DISTRETTO
G/4
DISTRETTO
DIRETTORE SANITARIO DOTT.
SANITARIO SUBIACO DISTRETTO O SUO FELICETTO
ASLRM/G
DELEGATO
ANGELINI
DIPARTIMENTO
SALUTE MENTALE
RESPONSABILE
SERVIZIO
SUBIACO
CARMELA
SERVIZIO TSMREE
ASLRM/G
RESPONSABILE
DOTT.SSA CIOLLI ANNA
DISTRETTUALE O SUO MARIA
DELEGATO
OSPEDALE
SUBIACO
DOTT.SSA
DSM TULELLI
DI DIRETTORE SANITARIO DOTT.SSA
O SUO DELEGATO
BUTTIGLIERI
MARIA
RTI CAPOFILA OMNIA RAPPRESENTANTE
DOTT. LUCA NATALI
LEGALE
O
SUO
DELEGATO
COOPERATIVA
RAPPRESENTANTE
DOTT. RICCIOLUTI
SOCIALE
NUOVA LEGALE
O
SUO
SAIR
DELEGATO
ASSOCIAZIONE “LA RAPPRESENTANTE
DOTT.
FONTE 2004 ONLUS “ LEGALE
O
SUO BIONDI
DELEGATO
FRANCESCO
ASSOCIAZIONE
ANFFAS SUBIACO
RAPPRESENTANTE
SIG.
ALESSANDRO
LEGALE
O
SUO SCAFETTA
DELEGATO
COOPERATIVA
SOCIALE PEGASO
RAPPRESENTANTE
SIG.RA LUPI ERSILIA
LEGALE
O
SUO
DELEGATO
SCHEDA DI ATTIVAZIONE U.V.D.I.
Al Coordinatore Distretto Socio-Sanitario RM/G4
Operatore segnalante _______________________________
Ente di appartenenza _______________________________
Persona da inserire nella rete dei servizi
Cognome e Nome ________________________________________________________________
nato a ________________________________ il ________________________________________
residente a ___________________________ in Via/P.zza ________________________________
codice fiscale ____________________________________________________________________
tessera sanitaria N. ______________________ Telefono __________________________________
Medico di Medicina Generale _______________________________________________________
Persona di riferimento
Cognome e Nome _____________________________ telefono ____________________________
Convivente □ SI □ NO
Grado di parentela __________________________________________
Aree problematiche
□ Anziani
□ Salute Mentale
□ Disabilità
□ Minori
□ Dipendenze
□ Altro
Problemi rilevanti per la segnalazione e proposte
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
Data __|__| __|__| __|__|__|__|
Firma _____________________________
SCHEDA ATTIVAZIONE U.V.D.I. – PRIMA RIUNIONE
DATA __|__| __|__| __|__|__|__|
ORA __|__ |__|__|
SEDE _______________________
CRITERI DI PRIORITA’
□ Urgente
□ Dimissione protetta
□ Difficoltà rete informale
Operatori convocati
Funzione *
□ Domanda di consulenza
Legenda operatori : MMG = Medico di medicina Generale, INF = Infermiere del Distretto, A.S.= Assistente Sociale,
T.R.= Terapista della Riabilitazione del Distretto, OSS= Operatore socio sanitario, GM= Guardia Medico, PLS=
Pediatra di Libera Scelta, S= Specialista, EP= Educatore Professionale, PS.i= Psicologo, PS.a= Psichiatra
Revoca convocazione per:
____________________________________________
____________________________________________
Data __|__| __|__| __|__|__|__|
Firma_____________________________
SCHEDA DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DELLA DOMANDA
PARTE SOCIALE
6. SITUAZIONE FAMILIARE E DI INTEGRAZIONE SOCIALE
CON CHI VIVE
□ SOLO
□ CONIUGE
□ FIGLI
□ ALTRI
RAPPORTI CON I FAMILIARI (specificare grado parentela)
QUOTIDIANI
FREQUENTI
SALTUARI
INESISTENTI
1 Sig. ___________________
□
□
□
□
2 Sig. ___________________
□
□
□
□
3 Sig. ___________________
□
□
□
□
4 Sig. ___________________
□
□
□
□
EVENTUALI SITUAZIONI CONFLITTUALI :
___________________________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________________
RAPPORTI CON AMICI/VICINATO
□ OTTIMI
□ BUONI
□ SUFFICIENTI
□ CARENTI
□ CONFLITT.
□ LAVORI DOMESTICI
□ PARROCCHIA
□ LETTO
□ ALTRO
COME TRASCORRE LA GIORNATA
CRITERI DI VALUTAZIONE PER LA SINTESI FINALE :
□ SITUAZIONE IDONEA :buon livello di accettazione familiare e sociale
□ SITUAZIONE PARZIALMENTE IDONEA :
6. discreto livello di accettazione familiare e sociale
7. rapporti saltuari con il nucleo familiare e sociale
8. rapporti saltuari con il nucleo familiare e sufficienti rapporti con la comunità
□ SITUAZIONE NON IDONEA :rapporti conflittuali o inesistenti con il nucleo familiare e la comunità di riferimento
7. SITUAZIONE ASSISTENZIALE
SOSTEGNO IN ATTO
TIPOLOGIA
□ SI
□ NO
(se si specificare chi eroga
l’intervento e compilare le 2 colonne
affianco)
FREQUENZA
__________________________
_________________________________________
__________________________
_________________________________________
__________________________
________________________________________
IN CASO DI BISOGNO RICORRE A :
□CONIUGE □ FIGLI
□ PARENTI
□VICINI/AMICI
□BADANTE
□ALTRO
□IGIENE
□IGIENE
□SEGRET.
□COMPAGNIA
□MOBILITA’
□ALTRO
CASA
PERSONALE
SOCIALE
E DIALOGO
BISOGNI RILEVATI
CRITERI DI VALUTAZIONE PER LA SINTESI FINALE :
□ SITUAZIONE IDONEA :convive con i familiari che lo curano – è seguito dai familiari con rapporti quotidiani e frequenti
□ SITUAZIONE PARZIALMENTE IDONEA : assistenza saltuaria e/o insufficiente da parte dei familiari/vicinato/volontariato
□ SITUAZIONE NON IDONEA :è privo di assistenza da parte dei familiari – I rapporti con il vicinato e/o volontariato sono nulli
8. SITUAZIONE ABITATIVA
TITOLO DI GODIMENTO DELL’ABITAZIONE
□PROPRIETA’
□AFFITTO
□ALTRO
LOCALIZZAZIONE
□CENTRO STORICO
□CENTRO
□PERIFERIA
□FRAZIONE
(specificare se casa
isolata o gruppo di
case)
ASCENSORE
□ SI
□ NO
□ SI
□ NO
□ SI (specificare il tipo) ____________
□ NO
□ SI
□ NO
HA UNA STANZA PROPRIA
RISCALDAMENTO
TELEFONO
SERVIZI IGIENICI
□INTERNI CON
□INTERNI SENZA
□ESTERNI
□ALTRO
BAGNO/DOCCIA
BAGNO/DOCCIA
□ SI INTERNE
□ SI ESTERNE
□ NO INTERNE
□ NO ESTERNE
□SUFFICENTI
□INSUFFICENTI
□ACCESSIBILI
□NON ACCESSIBILI
BARRIERE
ARCHITETTONICHE
SERVIZI DI TRASPORTO
CRITERI DI VALUTAZIONE PER LA SINTESI FINALE :
□ SITUAZIONE IDONEA :abitazione sana con tutti i conforts e priva di barriere architettoniche
□ SITUAZIONE PARZIALMENTE IDONEA : abitazione/ambiente con modesto degrado, riscaldamento parziale e barriere
architettoniche facilmente eliminabili
□ SITUAZIONE NON IDONEA :abitazione/ambiente con alto degrado e barriere architettoniche non eliminabili
9. SITUAZIONE ECONOMICA
REDDITO DA
□ LAVORO DIPENDENTE
□ LIBERA PROFESSIONE
□ PENSIONE
□ SI
□ NO
□ ALTRO
ASSEGNO DI ACCOMPAGNO
SITUAZIONE ECONOMICA DELL’ ASSISTITO :
□ IDONEA : buona
□ PARZIALMENTE IDONEA :sufficiente
□ NON IDONEA : insufficiente
SITUAZIONE ECONOMICA DEL NUCLEO FAMILIARE CONVIVENTE :
□ IDONEA : buona
□ PARZIALMENTE IDONEA :sufficiente
□ NON IDONEA : insufficiente
Data __|__| __|__| __|__|__|__|
Firma operatore
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PARTE SANITARIA
1 AREA ANZIANI
SCHEDA DI VALUTAZIONE ADL
(Index of Indipendence in Activities of Daily Living)
ATTIVITA’

FARE IL BAGNO
Fa il bagno da solo/a (entra ed esce dalla vasca da solo/a)
Ha bisogno di assistenza solo nella pulizia di una parte del corpo (es. dorso)
PUNTEGGIO
□1
□ 0.5
Ha bisogno di assistenza nelle pulizie igieniche
 VESTIRSI
Prende i vestiti e si veste completamente da solo/a
Prende i vestiti e si veste da solo/a ma ha bisogno di aiuto nell’allacciare le scarpe
Ha bisogni di aiuto nel prendere i vestiti e vestirsi
Rimane parzialmente o completamente svestito
 USO DEI SERVIZI - CONTINENZA
Va in bagno, si pulisce e si riveste solo/a (può utilizzare mezzi di supporto come il bastone, il
deambulatore o la sedia a rotelle) – Controllo completo degli sfinteri
□0
Ha bisogno di assistenza nell’andare al bagno e pulirsi e/o nel rivestirsi - incontinenza occasionale
□ 0.5
□1
□ 0.70
□ 0.50
□0
□1
Non si reca in bagno per l’evacuazione – Incontinenza
 SPOSTARSI
Si alza e scende dal letto e/o dalla poltrona senza bisogno di aiuto
□0
□1
(può utilizzare mezzi di supporto come il bastone, il deambulatore o la sedia a rotelle)
□ 0.5
□0
Si alza e scende dal letto e/o dalla poltrona con aiuto
È allettato, non si alza dal letto
 ALIMENTAZIONE
Mangia senza aver bisogno di assistenza
Necessita di assistenza per tagliare il cibo
Necessita di assistenza per portare il cibo alla bocca
Nutrizione parziale e/o completa per via parenterale
□1
□ 0.70
□ 0.50
□0
TOTALE
SCHEDA DI VALUTAZIONE IADL
(Instrumental Activities of Daily Living Scale)
ATTIVITA’
6. ABILITA’ AD USARE IL TELEFONO
Usa il telefono di propria iniziativa
Compone solo i numeri conosciti
Risponde solo al telefono
È incapace di usare il telefono
7. FARE LA SPESA
Fa la spesa in maniera autonoma
È capace di effettuare solo piccoli acquisti
Ha bisogno di essere accompagnato per qualsiasi tipo di acquisto
8. PREPARARE I PASTI
Pianifica i pasti, li prepara e li serve autonomamente
Prepara i pasti solo se gli forniscono tutti gli ingredienti
È in grado di riscaldare piatti già pronti o prepara cibi in modo non costante
Ha bisogno di cibi già preparati e di essere servito
9. CURA DELLA CASA
Si occupa della casa autonomamente con aiuto per i lavori pesanti
Effettua lavori domestici leggeri ma non è in grado di mantenere un adeguato livello di
pulizia
Ha bisogno di aiuto per tutte le pulizie della casa
È disinteressato a qualsiasi faccenda domestica
10. FARE IL BUCATO
Lava autonomamente la propria biancheria
Lava solo piccoli indumenti
Ha bisogno d aiuto
11. SPOSTAMENTI FUORI CASA
Viaggia autonomamente servendosi di mezzi pubblici e propria auto
Utilizza mezzi privati ma non sa usare quelli pubblici
Viaggia su mezzi pubblici o privati se accompagnato
Non può viaggiare affatto
12. ASSUNZIONE FARMACI
È capace di assumere correttamente le medicine
È capace di assumere le medicine solo se preparate
È incapace di assumere da solo le medicine
13. USO DEL PROPRIO DENARO
Provvede in modo autonomo alle proprie finanze
Provvede alle spese ed ai conti quotidiani con aiuto per le operazioni maggiori
È incapace di gestire ed usare il proprio denaro
VALUTAZIONE DESCRITTIVA ADL
PUNTEGGIO
□1
□ 0.70
□ 0.50
□0
□1
□ 0.50
□0
□1
□ 0.70
□ 0.50
□0
□1
□ 0.70
□ 0.50
□0
□1
□ 0.50
□0
□1
□ 0.70
□ 0.50
□0
□1
□ 0.50
□0
□1
□ 0.50
□0
A Indipendente nell’alimentarsi, nella continenza, nello spostarsi, nell’uso dei servizi, nel vestirsi e
nel fare il bagno.
B Indipendente in tutte le funzioni sopra citate eccetto una.
C Indipendente in tutte le funzioni sopra citate eccetto nel fare il bagno ed un’altra funzione.
D Indipendente in tutte le funzioni sopra citate eccetto nel fare il bagno, nel vestirsi ed in un’altra
funzione.
E Indipendente in tutte le funzioni sopra citate eccetto nel fare il bagno, nel vestirsi, nell’uso dei
servizi, nello spostarsi e in un’altra funzione.
F Dipendente in tutte le sue funzioni.
SCALA DI KARNOFSKY
(Valutazione del malato oncologico)
Normale attività, non evidenzia malattie
100
Capace di svolgere una normale attività, segni minori di malattia
90
Normale attività con sforzo, qualche segno di malattia
80
Autosufficiente, inabile a svolgere una normale attività lavorativa
70
Assistenza occasionale, non è in grado di adempiere alla maggior parte delle proprie attività
60
Richiede assistenza particolare e frequente intervento medico
50
Inabile, richiede speciali cure ed assistenza
40
Gravemente inabile, l’ospedalizzazione è indicata anche se la morte non è imminente
30
Molto malato, ospedalizzazione e terapie di supporto necessarie
20
Moribondo, processi fatali rapidamente ingravescenti
10
Morto
0
INDICE
SCALA DI BRADEN
(Valutazione dell’esposizione al rischio di lesioni da decubito)
Punti 4
Punti 3
Punti 2
Punti 1
PERCEZIONE
SENSORIALE
□ Lucido ed
orientato
□ Disorientato
□ Confuso
□ Stuporoso/comatoso
INCONTINENZA
UMIDITA’
□ Assente
□ Occasionale
□ Urinaria
□ Doppia
DEAMBULAZIONE
□ Cammina solo
□ Costretto su sedia
□ Costretto a letto
MOBILITA’
□ Non limitata
□ Cammina con
aiuto
□ Poco limitata
□ Molto limitata
□ Assente
ALIMENTAZIONE
□ Buona
□ Discreta
□ Scadenti
□ Pessime
□ Assente
□ Potenziale
□ Presente
FRIZIONE
SCIVOLAMNETO
La somma totale del punteggio può variare da un max di 23 (nessun rischio) ad un min. di 6 (max rischio). L’area di
rischio per LdP è compresa tra 6 e 16.
2 AREA DISABILI PSICHICI
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE CAPACITA’ PSICO-SOCIALI DELLE PERSONE
CON DISTURBO PSICHICO
NOME DELL’UTENTE
INDIRIZZO
PRESA IN CARICO DEL SERVIZIO
CAPACITA’ GIURIDICA
Com’è il luogo dove vive?
_________________________________________________________________
Si alimenta sufficientemente?
_______________________________________________________________
E’ in grado di prendersi cura della casa?
______________________________________________________
Ha problemi a mantenersi pulito e ordinato?
___________________________________________________
Come passa il suo tempo?
__________________________________________________________________
E’ soddisfatto della vita sociale?
____________________________________________________________
Vive solo?
______________________________________________________________________________
Ha un partner?
___________________________________________________________________________
Ha dei figli? □ SI □ NO
Minori di 18a ____________ _ Maggiori di 18a.
________________
Ha difficoltà a prendersi cura dei propri figli?
__________________________________________________
Ha difficoltà a leggere, scrivere o comprendere l’italiano?
________________________________________
Sa usare il telefono?
______________________________________________________________________
Come si trova ad usare l’autobus o altri mezzi di trasporto?
_______________________________________
Sa gestire il proprio denaro?
________________________________________________________________
Riceve tutti i sussidi di cui ha diritto?
_________________________________________________________
Specificare il motivo per cui richiede l’intervento del servizio sociale.
________________________________________________________________________________
_______
Specificare il tipo di intervento richiesto.
________________________________________________________________________________
_______
SCHEDA DI VALUTAZIONE SANITARIA PER PAZIENTI PSICHIATRICI
1. Avverte spesso un sentimento di tristezza, d’incapacità e/o di inutilità?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
2. Si sente in colpa o ha ripensamenti per errori del passato?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
3. Ode voci di accusa e/o minaccia?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
4. Dorme bene o si sveglia durante la notte?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
5. Avverte ansia senza motivo?
□ SI
□ NO
□ POCO
□ MOLTO
6. Si preoccupa quando deve fare qualche cosa fuori casa?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
7. E’ preoccupato per la propria salute?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
8. E’ dimagrito negli ultimi mesi?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
9. Riconosce di essere depresso e/o malato?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
10. Ritiene che la gente ce l’abbia con lei o che la giudichino male?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
11. Manifesta spontaneamente paure?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
12. Si sente diverso fisicamente?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
□ A VOLTE
13. Deve fare ripetutamente dei gesti e/o delle azioni per calmare l’ansia?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
14. Ha difficoltà a concentrarsi e/o mantenere una conversazione?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
15. E’ spesso irascibile e/o si offende facilmente?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
16. Parla in genere di idee starne?
□ SI
□ NO
□ POCO
□ MOLTO
17. Si lava con difficoltà?
□ A VOLTE
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
19. Assume volentieri i farmaci prescritti dal medico?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
20. Svolge qualche lavoro?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
21. Abusa di alcool e/o droghe?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
22. Ha comportamenti auto-aggressivi?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
23. Perde oggetti personali?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
24. Ha difficoltà a fare amicizia e a mantenerla?
□ SI
□ NO
□ A VOLTE
□ POCO
□ MOLTO
18. Segue una dieta alimentare?
□ SI
□ NO
Ad ogni item corrisponde un punteggio di 1,2,3,4,5 dall’estremo negativo a sinistra all’estremo positivo a destra,
passando per i punteggi intermedi. Questa scala di valutazione tende a valutare il grado di malattia della persona ed il
suo livello di adattamento psico-sociale.
In quest’area, inoltre, gli specialisti possono riportare i risultati ottenuti tramite l’utilizzo di
strumenti propri per la valutazione diagnostica della persona, quali ad esempio le Rating Scale (RS)
o i questionari (tra questi la Mini-International Neuropsychiatric Interview, il Patient Health
Questionnaire – PHQ, il Brief Patient Health Questionnaire - BPHQ, Nine Symptom Checklist –
NSC).
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•
AREA MINORI E FAMIGLIA
In quest’area gli specialisti possono riportare i risultati ottenuti tramite strumenti propri per la
valutazione diagnostica o del minore/i o dei genitori, quali ad esempio test di personalità (es. Test di
Rorschach, le Favole della Duss, il Test di Wartegg), test di livello e di sviluppo (es. Scale Wechsler
o Matrici di Raven per l’intelligenza), test neuropsicologici (es. il Mini Mentale State Examinatione
per una valutazione globale dell'efficienza cognitiva; il Test dei Gettoni per la valutazione del
linguaggio, il Test di Corsi per la valutazione della memoria e il Test delle Campanelle per la
valutazione degli aspetti attentivi).
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