DISTRETTO SOCIO-SANITARIO G/4 Comune Capofila: Olevano Romano AZIENDA SANITARIA LOCALE ROMA G Distretto Sanitario di Subiaco AZIENDA SANITARIA LOCALE ROMA G Ospedale di Subiaco Cooperative: OMNIA (capofila RTI) ARCOBALENO NOVA OSS AZZURRA 2000 Cooperativa sociale NUOVA SAIR Associazione LA FONTE 2004 ONLUS Associazione ANFFAS SUBIACO Cooperativa sociale PEGASO PROTOCOLLO PER ATTIVAZIONE UNITA’ VALUTATIVA DISTRETTUALE INTEGRATA (U V D I) ASL RM/G DISTRETTO DI SUBIACO -DISTRETTO SOCIALE G/4 E TERZO SETTORE . Articolo 1 DEFINIZIONE E FINALITA’ L’Unità Valutativa Distrettuale Integrata (UVDI ) rappresenta l’organismo deputato alla presa in carico, all’analisi dei bisogni e alla valutazione multidimensionale della persona con problemi sanitari sociali ed educativi complessi, oltreché la sede decisionale dove si attivano le risorse disponibili (funzione di produzione e committenza) per le risposte appropriate. Da varie esperienze è dimostrata l'efficacia di un sistema strutturato di valutazione multidimensionale dei bisogni del paziente in termini di un miglioramento della qualità della sua vita, di una riduzione della disabilità, del numero e della durata dei ricoveri ospedalieri e nelle strutture ed anche di razionalizzazione dei consumi dei farmaci e/o della spesa sanitaria nel suo complesso. L'UVD integrata è un’equipe multidisciplinare che ha competenze sulla valutazione globale e sulla definizione della pianificazione assistenziale condivisa in ambito preventivo, curativo e riabilitativo e che si fa garante della continuità clinico-assistenziale; deve quindi essere attivata precocemente (primo accesso dei pazienti all’interno dei Servizi) al fine di raggiungere tutte le situazioni di bisogno sanitario e/o sociale ancora inespresso. La continuità viene garantita attraverso l’integrazione operativa con gli altri servizi distrettuali, con i Dipartimenti specialistici, con l’Ospedale e con i servizi sociali pubblici e privati. È implicito che lo scopo della valutazione multidimensionale è quello di conseguire un giudizio globale sullo stato funzionale della persona, prendendo in considerazione, oltre che l’eventuale patologia acuta e cronica, le condizioni di disabilità che condizionano l’attività della vita quotidiana, la rete delle relazioni sociali del soggetto e le sue risorse economiche: tale tipo di valutazione definisce uno standard di equità nell’analisi del bisogno e persegue obiettivi di appropriatezza nella scelta del setting assistenziale. Il suo ambito di intervento territoriale coincide con il distretto sanitario ASL RM/G Subiaco e il Distretto sociale G/4. Articolo 2 FUNZIONI DELL’UVD Integrata Le funzioni dell'UVI sono le seguenti: � eseguire la valutazione multidimensionale (VMD) definita attraverso l’utilizzo di strumenti validati di: – valutazione clinico-funzionale – valutazione cognitiva – valutazione aspetti sensoriali e di comunicazione – valutazione sociale � predisporre i piani di intervento individualizzati di persone da avviare all’interno dei percorsi assistenziali della rete dei servizi presente nel territorio, in un sistema flessibile di presa in carico, che consenta anche il passaggio da un setting all’altro; la risposta deve essere articolata nel rispetto della libertà di scelta del cittadino e deve prendere in considerazione tutto il ventaglio dell’offerta di strutture e/o servizi, perseguendo obiettivi di appropriatezza, di efficienza nel rapporto costobeneficio, anche in termini di utilizzo, ove possibile, di risorse familiari e sociali. � La valutazione iniziale deve essere monitorata nel tempo, rimodulata ad ogni cambiamento delle condizioni e verificata rispetto agli esiti degli interventi attivati. � individuare uno o più referenti della presa in carico (case manager), quali punto di riferimento per il cittadino nel monitoraggio del percorso individuato e pianificato Articolo 3 L’ATTIVAZIONE L’attivazione dell’Unità di Valutazione Distrettuale Integrata è di competenza del Servizio Sociale Distrettuale come di case manager del caso presentato e avviene dietro comunicazione al Coordinatore socio – sanitario distrettuale presso dell'Ufficio di Piano e all'Assistente Sociale del servizio sanitario coinvolto con il consenso informato della persona interessata o dei suoi familiari. La proposta può provenire da: • medico curante • personale sanitario della struttura ospedaliera • assistente sociale • responsabili di servizi sanitari operanti all’interno del Distretto Modalità: • protocollo della segnalazione • inoltro della domanda al Coordinatore socio-sanitario e convocazione dei componenti in una data concordata. Articolo 4 SITUAZIONI PER CUI E’ PREVISTA L’ATTIVAZIONE DELL’UVDI L’UVDI si attiva: • sempre nei casi in cui sono presenti minori • in caso di bisogni assistenziali complessi, non riferiti quindi solo alla patologia ed alla sua gravità ma alla multidisciplinarietà dell’intervento, che richiedano l’attivazione di strutture di riferimento distrettuale (intervento educativo, semiresidenzialità, residenzialità ecc.) • in caso di una presa in carico congiunta e/o coordinata da parte di diversi servizi interni ed esterni. • quando è necessario attivare risorse straordinarie rispetto a quanto pianificato nelle convenzioni e/o budget (somministrazione di nuovi farmaci, nuovi presidi, ecc.) • in caso di bisogni sanitari o sociali emersi con carattere di urgenza • modifiche del piano di intervento Articolo 5 PREDISPOSIZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE Di norma il soggetto che propone l’attivazione dell’ UVDI predispone la documentazione sulla situazione clinica e sociale della persona, necessaria per la valutazione multidisciplinare. La predisposizione della documentazione è quindi preliminare all’incontro dell’UVDI. La sua comprensibilità e compiutezza rappresentano i requisiti fondamentali per l’efficacia dei processi decisionali. La documentazione si può comporre: della documentazione sanitaria: la cartella clinica e/o la lettera di dimissione prodotte dall’ospedale, le valutazioni diagnostiche sulle condizioni di salute psico-fisica dell’utente prodotte dal medico curante e/o dagli specialisti, attestazioni di invalidità e/o disabilità, ecc. della documentazione sociale: la valutazione sulle caratteristiche dell’alloggio del nucleo familiare e della comunità locale, le competenze e disponibilità di collaborazione alla cura da parte dei soggetti della rete informale, la condizione economica. Articolo 6 METODOLOGIA DI LAVORO In apertura dell’incontro si controllano le presenze dei soggetti coinvolti che devono raggiungere un terzo dei membri per validare la seduta. Successivamente il soggetto proponente presenta il caso, illustrando la documentazione in suo possesso ed invitando gli altri soggetti coinvolti a presentare gli elementi conoscitivi di propria competenza. Quindi si procede con la discussione sulla situazione e con l’individuazione di un piano di intervento che punti a realizzare i migliori obiettivi di salute per l’utente, compatibilmente con le risorse disponibili. Sulla base del piano vengono determinate le azioni da concretizzare, gli operatori coinvolti, i tempi di attivazione e la durata prevista. Viene individuato il case-manager, preferibilmente l'assistente sociale distrettuale competente nel caso. Il case-manager: • cura la regia della presa in carico • è punto di riferimento principale dell’utente • ha la responsabilità di proporre la riattivazione dell’UVDI nel caso sia necessaria una revisione sostanziale del progetto di cura. E’ possibile che la discussione renda necessario avviare ulteriori approfondimenti, nel qual caso la riunione viene riaggiornata. Partecipa sempre alle riunioni un amministrativo che ha il compito di controllare in apertura presenze e assenze e di riportare sinteticamente le decisioni prese sul verbale di provvedimento. Il gruppo di lavoro distrettuale che si riunisce ogni quindici giorni,si occuperà di formulare l’eventuale graduatoria di attivazione degli interventi individualizzati in base alla gravità rilevata e ha quanto emerso dalle UVDI. Articolo 7 IL PIANO DI INTERVENTO INDIVIDUALIZZATO Il Piano di Intervento Individualizzato tiene conto dei bisogni, delle aspettative e delle priorità dell’assistito, del suo contesto familiare, delle sue menomazioni, disabilità e, soprattutto, delle abilità residue e recuperabili oltre che di fattori ambientali, contestuali, personali e familiari. Il Piano di intervento individualizzato comprende: • gli obiettivi assistenziali da raggiungere • le modalità di raggiungimento degli obiettivi assistenziali • la tipologia degli interventi • la frequenza degli accessi dei singoli operatori (Mmg, infermiere, fisioterapista, operatore socio sanitario, assistente domiciliare, educatore professionale) • la durata presumibile degli interventi assistenziali. Di seguito vengono evidenziati i percorsi operativi nei diversi servizi di assistenza. A. PERCORSO OPERATIVO PER PAZIENTI DOMICILIARI Assistenza domiciliare sanitaria 1. Segnalazione caso e successiva presa in carico. Viene effettuata dal medico curante , anche su sollecitazione dei familiari o del servizio sociale. 2. Predisposizione della scheda regionale di attivazione del servizio CAD. 3. Valutazione multidisciplinare effettuata dal medico geriatra CAD, assistente sociale CAD, assistente sociale comunale e, ove richiesto, dall'attivatore della segnalazione Coordinatore servizio ADI competente per territorio . 4. Formulazione piano di intervento individualizzato, con la precisazione delle specifiche azioni assistenziali, le modalità di esplicazione, i tempi gli orari che possano favorire l'univocità di alcuni interventi per ottimizzazione dei risultati a monte prefissati e i tempi per il monitoraggio delle azioni di sistema e ove possibile per la verifica. 5. Nei casi di urgenza evidenziata dal servizio sociale e dagli operatori del servizio ADI la prima segnalazione per la presa in carico può essere effettuata direttamente al servizio sociale CAD o al geriatra del servizio, per procedere in tempi brevi all'attivazione degli interventi per poi regolarizzare le procedure amministrative. La richiesta di inserimento in struttura RSA è possibile da parte dell’interessato, della famiglia o dell’assistente sociale, del Medico Ospedaliero o Medico curante. L’UVM ASLRM/G esprime parere vincolante per l’ingresso nella RSA. Assistenza domiciliare sociale Accesso su segnalazione dei servizi sociali dei Comuni; Le UU.00 della ASL, dovranno segnalare a detti Servizi eventuali casi di minori per i quali si reputa necessario l'attivazione del Servizio. II servizio sociale che chiede l'accesso alla prestazione contatta l'eventuale servizio sanitario di riferimento procedendo, con la visita domiciliare, alla valutazione della situazione socio-ambientale e familiare del caso. Il caso viene presentato dal Servizio Sociale di riferimento all’UVDI ed inserito in una eventuale graduatoria distrettuale. Dopo l'individuazione degli utenti e una prima stesura del piano di intervento, il Servizio Sociale di riferimento attiva il Coordinatore territoriale con lettera scritta confrontandosi con gli Operatori ASL che seguono il caso, per mettere a sistema il P.I.I. prevedendo una visita domiciliare nella quale far sottoscrivere il piano stesso dagli utenti interessati. Il Coordinatore territoriale procederà all'attivazione del caso; esso è referente dello stesso verso i Servizi Sociali comunali e le UU.00 della ASL di riferimento. Gli operatori individuati sul caso saranno presenti alle riunioni con questi ultimi secondo le disposizioni del loro Coordinatore. Sarà cura del Coordinatore del Servizio, relazionare sull'andamento dello stesso ai Servizi Sociali comunali. L'attivazione dell'UVDI dovrà essere richiesta e convocata dalle Assistenti Sociali tramite Ufficio di Piano: ◦ Sempre: in caso di bisogni complessi quali la presenza di patologie psichiatriche non compensate o di difficile gestione, minori a rischio, gravi situazioni di disagio sociale e ambientale, stato di abbandono di anziani e minori. ◦ All’occorrenza: nel caso di bisogni semplici quali igiene e pulizia dell'ambiente e della persona, disbrigo pratiche e compagnia. Nel corso dell'erogazione degli interventi programmati nel P.I.I., l'Unità Valutativa su convocazione del Servizio Sociale monitorerà gli stessi, con cadenza trimestrale o quando necessario, così come previsto nel Piano stesso. In caso di modifica o sospensione, il Servizio Sociale di competenza condividerà le scelte con la famiglia e comunicherà la modifica o la sospensione del Piano Individualizzato di Intervento, insieme agli altri componenti dell'UVDI. In caso di conclusione dell'intervento è sempre il Servizio Sociale di competenza, insieme agli altri componenti dell'UVDI che comunicheranno la cessazione dell'erogazione delle prestazioni alla famiglia. La supervisione del Servizio compete all’UVDI, alla Referente del RTI (ADI e/o ADEM) ed eventualmente al Supervisore del RTI stesso che si riuniranno con cadenza trimestrale. In questa sede verrà valutato il Servizio attraverso il report redatto dall'UVDI quale attività di monitoraggio e valutazione dei servizi del Piano di Zona. B. PERCORSO OPERATIVO PER PAZIENTI PSICHIATRICI 1. Segnalazione caso e successiva presa in carico: viene effettuata dal medico curante, anche su sollecitazione dei familiari o del servizio sociale. 2. Predisposizione della cartella clinica del servizio. 3. Valutazione multidisciplinare effettuata dal medico psichiatra CSM , assistente sociale CSM, assistente sociale comunale e, se richiesto, dal Coordinatore territoriale del RTI. 4. Formulazione Piano di Intervento Individualizzato, con la precisazione delle specifiche azioni assistenziali, le modalità di esplicazione, i tempi gli orari che possano favorire l'univocità di alcuni interventi per ottimizzare i risultati e obiettivi fissati a monte . 5. Nei casi di urgenza evidenziata dal servizio sociale e dagli operatori del servizio ADI la prima segnalazione per la presa in carico può essere effettuata direttamente al servizio sociale CSM o allo psichiatra del servizio, per procedere in tempi brevi all'attivazione degli interventi per poi regolarizzare le procedure amministrative. C. PERCORSO OPERATIVO PER SERVIZIO TSMREE / CONSULTORIO FAMILIARE 1. La segnalazione può essere effettuata dai familiari-pediatra- scuola -tribunale per i minori in forma scritta con la specificazione delle problematiche evidenziate e la motivazione per cui si richiede l’intervento. 2. L’accoglienza, l’intercettazione della domanda e una prima raccolta dati per la predisposizione della cartella sociale, viene fatta dall’Assistente Sociale del Comune di residenza che ritenendo necessario l'affiancamento del servizio TSMREE, trasmette informativa all'Assistente Sociale dello stesso per attivazione UVDI. 3. La convocazione dell'UVDI per l'analisi della domanda e la valutazione del caso viene effettuata dall'Assistente Sociale ASL entro quindici giorni dall’invio della richiesta di intervento. 4. L' UVDI nel termine ultimo di trenta giorni dall'attivazione determina il piano di intervento con l’identificazione del monitoraggio con cadenza trimestrale , la definizione del titolare del caso, il ruolo dei vari componenti il gruppo di lavoro,gli specialisti interessati, gli eventuali centri e servizi interni ed esterni al Distretto per approfondimenti diagnostici e interventi terapeutico-riabilitativi, nonché l’intervento di organismi del terzo settore che nel territorio G/4 costituiscono una risorsa aggiuntiva per sostenere situazioni familiari problematiche, nonché in ultima istanza la verifica del progetto realizzato. In caso di urgenze relative all'andamento progettuale il monitoraggio può essere richiesto in qualsiasi momento indipendentemente dalla cadenza trimestrale. In caso di situazioni di emergenza dettate da eventi drammatici come violenze familiari e tra coniugi in cui siano coinvolti minori e si richieda la presenza dei servizi territoriali sarà cura degli operatori sociali e sanitari il pronto intervento sociale e psicologico. 5. L'Assistente Sociale comunale rimane comunque il case manager della gestione del caso a cui far riferimento per tutti gli aggiornamenti e evoluzione della situazione. C1. GRUPPO OPERATIVO INTEGRATO (GOI) MINORI VITTIME DI VIOLENZA E MALTRATTAMENTO Il presente protocollo prevede anche la creazione di un' Equipe Integrata preposta per affrontare in maniera sistemica e risolvere ove possibile le criticità sulla tutela minorile, con o senza l’intervento dell’autorità giudiziaria come previsto nel Piano di Zona degli interventi e servizi sociali , ai sensi della legge 328/00 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” sono previsti interventi di tutela nei confronti di minori vittime di maltrattamenti e violenza. Visto che le finalità del presente protocollo consistono nella presa in carico integrata dell'utente si inserisce anche l'aspetto specifico relativo alle situazioni di trascuratezza, di maltrattamento e/o abuso del minore o di nuclei familiari dove sono presenti adulti con disturbi psichiatrici/dipendenza e/o minori affetti da psicopatologia o con evidente disagio psichico. E’ garantita all’èquipe composta da figure specialistiche (Neuropsichiatra, Psicologo, Psichiatra ed Assistente sociale) un’unica sede di lavoro, articolata su due poli. La titolarità della tutela minorile persiste in capo ai Comuni dell’Ambito Territoriale. L’equipe, operante in stretto raccordo con i servizi sociali territoriali e/o specialistici, su mandato dell’autorità giudiziaria (minorile o ordinaria) o previa acquisizione del consenso informato da parte degli adulti e/o degli esercenti la potestà genitoriale, ad integrazione dell’iter avviato dal servizio segnalante e/o titolare del caso, garantisce prioritariamente le seguenti attività: valutazioni psicodiagnostiche di adulti e minori; valutazioni delle competenze genitoriali; indicazioni relative a trattamenti di tipo psicologico/psichiatrico /psicofarmacologico; definizione di un esito di valutazione integrata che tenga conto anche dell’ambito prognostico in modo da costruire con gli operatori del territorio (afferenti a Comuni, ASL, Azienda Ospedaliera) un progetto condiviso di intervento sulla situazione problematica e quindi, definizione del progetto individualizzato con i servizi sociali e specialistici; predisposizione di relazioni tecniche sull’esito del percorso valutativo con modalità integrata con l’équipe comunale titolare del caso; collaborazione con i servizi specialistici o con centri specialistici per l’invio/richiesta di presa in carico psicoterapeutica dei minori o degli adulti, con priorità per i casi da decreto dell’autorità giudiziaria; consulenza ai servizi territoriali per la presa in carico di situazioni afferenti alla tutela minorile. Per l’attuazione si rimanda a quanto contenuto nel presente protocollo.. D. PRESA IN CARICO,PAZIENTE CRONICO /FRAGILE PERCORSO OSPEDALIERO E PROCEDURE DI ATTIVAZIONE . 1. Definizione della Dimissione Protetta. Per Dimissione Protetta s’intende un percorso assistenziale del paziente da un setting di cura ad un altro (Ospedale domicilio o struttura residenziale sanitaria o sociosanitaria) che si applica ai pazienti “fragili”, prevalentemente anziani, affetti da più patologie croniche, da limitazioni funzionali e/o disabilità anche gravi, in modo tale da assicurare la continuità del processo di cura ed assistenza. Per questi pazienti “fragili”, al termine della degenza ospedaliera, può esservi ancora la necessità di assistenza medica, nursing infermieristico e/o riabilitazione da organizzare in un progetto di cure sanitarie o socio-sanitarie integrate di durata variabile da erogare al domicilio o in una diversa struttura di degenza. La Dimissioni Protetta deve essere intesa come un sistema di comunicazione e di integrazione tra diversi servizi ed operatori delle strutture Ospedaliere, Territoriali e degli Enti Locali, con il coinvolgimento diretto del MMG/PLS dell’assistito, al fine di garantire certezza, appropriatezza e continuità di cura, anche a beneficio della famiglia dell’Assistito. 1.2 Finalità ed obiettivi della Dimissione Protetta La concertazione, definizione e sottoscrizione di un Protocollo Operativo, che, con il coinvolgimento dei Comuni dell’Ambito, metta a sistema l’organizzazione e la gestione della dimissione protetta o assistita del paziente fragile rappresenta: un’operazione programmatoria in materia di integrazione Ospedale-Territorio; ottimizzazione della durata della fase di ricovero ospedaliero contenendo i ricoveri impropri e/o ripetuti; creare una stretta interrelazione tra la fase del ricovero ospedaliero e quella della presa in carico dei servizi territoriali; sviluppare cure alternative/continuative al ricovero ospedaliero che siano efficienti nell’ambito dell’economia dei servizi, per meglio governare le risorse; rendere le due funzioni, ospedaliera e territoriale, più flessibili ed integrate; promuovere e programmare attività integrative tra il personale ospedaliero e quello territoriale; ridurre i tempi e facilitare le procedure finalizzate all’accesso e attivazione dei LEA territoriali; fornire supporto alla famiglia e sollievo dai carichi assistenziali, coinvolgendola attivamente e responsabilizzandola nella gestione del percorso di cura. Un’appropriata presa in carico del paziente cronico/fragile richiede percorsi di cura integrati tra Ospedale Territorio, in grado di evitare un possibile vuoto assistenziale che, oltre a essere negativamente percepito dal paziente quale abbandono istituzionale, può compromettere il buon esito delle cure e condurre alla medicalizzazione-istituzionalizzazione. II concetto di presa in carico è caratterizzato dalla bi-direzionalità degli interventi, ovvero dalla possibilità di attivare percorsi dall'Ospedale (acuzie/sub-acuzie) al Territorio (post-acuzie), ma anche inversamente, vale a dire dal Territorio all'Ospedale o ad altro setting assistenziale. Il presente Protocollo Operativo serve a realizzare la continuità assistenziale tra Ospedale e Territorio, definendo modalità di raccordo e di relazioni stabili ed esplicite fra assistenza ospedaliera e cure territoriali, e tra servizi sanitari e sociali, nel rispetto delle peculiari specificità dei singoli ambiti assistenziali, a vantaggio della logica della centralità del Cittadino/Utente. Ambiti clinici privilegiati, ma non esclusivi, per una efficace presa in carico, sono le seguenti: ictus, frattura di femore, patologia cardiovascolare, ecc.; patologie croniche (es. neoplasie, diabete, insufficienza respiratoria cronica); gravi disturbi cognitivi e del comportamento; problematiche ad elevata intensità e complessità assistenziale 2. Percorso delle dimissioni protette. 2.1 Procedure di attivazione. La dimissione protetta è proposta dall’équipe medica dell’U. O. di degenza in cui il paziente è ricoverato. L’équipe medica dell’U. O. di degenza, valutate le condizioni cliniche del paziente, attiva la seguente procedura: 1. segnala alla Direzione Sanitaria ospedaliera la necessità di attivare la Dimissione Protetta a favore del paziente; 2. la Direzione Sanitaria ospedaliera, per il tramite dell’Assistente Sociale ospedaliera, attiva la Dimissione Protetta attraverso apposita modulistica distrettuale (Richiesta, Proposta ); 3. la Proposta di attivazione della dimissione protetta deve essere formulata dal Medico di reparto corredata di scheda sociale e dopo essere stata vistata dal Direttore Sanitario del P.O. verrà trasmessa alla Segreteria della Direzione del Distretto sanitario e all'ufficio di piano , previo contatto telefonico per gli opportuni adempimenti. Nello specifico le procedure di attivazione della Dimissione Protetta si articolano in: A. paziente stabilizzato ma in compenso labile, per il quale viene proposta, dalla Direzione Sanitaria ospedaliera, la dimissione protetta a domicilio: l’Assistente Sociale ospedaliera, in presenza di adeguata rete socio-familiare di sostegno, informa il Servizio Assistenza Domiciliare Sanitaria, il quale contatta telefonicamente , il MMG/PLS e il caregiver per completare le informazioni sul paziente; nei casi di comprovata necessità sociale, previa segnalazione scritta a cura della Direzione Sanitaria, i Servizi Sociali comunali per l’eventuale accesso alle cure domiciliari sociosanitarie integrate (ADI). B. paziente stabilizzato ma in compenso labile, per il quale viene proposta, dalla Direzione Sanitaria ospedaliera presso cui è ricoverato il paziente, la dimissione protetta in struttura residenziale: l’Assistente Sociale ospedaliera, accertata la NON perseguibilità della domiciliarità delle cure, si raccorda con il Sevizio Sociale Professionale distrettuale che si attiva per l’espletamento delle procedure di accesso all’Assistenza Residenziale; C. paziente stabilizzato ma in compenso labile in condizioni di indigenza, per il quale viene proposta, dalla Direzione Sanitaria ospedaliera presso cui è ricoverato il paziente, la dimissione protetta in struttura residenziale: l’Assistente Sociale ospedaliera, accertata la NON perseguibilità della domiciliarità delle cure, si raccorda con il Servizio Professionale distrettuale che attiva le procedure di accesso all’Assistenza Residenziale e contestualmente informa il famigliare di riferimento/tutore/amministratore di sostegno della possibilità, di avviare, presso il Comune di residenza, la procedura per la richiesta di integrazione alla retta mensile di ospitalità in struttura residenziale, previa segnalazione scritta a cura della Direzione Sanitaria. Nella dimissione protetta il MMG/PLS è l’unico responsabile sanitario del paziente, pertanto la stessa non può essere avviata senza il suo avallo. E. PERCORSO DISTRETTUALI. OPERATIVO PER ACCESSO CENTRI DIURNI I centri diurni distrettuali ospitano trenta utenti con disabilità del territorio . L'accesso al servizio avviene tramite richiesta di accesso da parte dell'utente o dei familiari o dell'eventuale amministratore di sostegno, tramite modulistica distrettuale da inviare all'Ufficio di Piano corredata da documento di identità del familiare e dell'utente per cui si chiede l'accesso, certificato di residenza,e verbale di invalidità civile e verbale di riconoscimento benefici l.104/92. Successivamente all'arrivo della richiesta verrà convocata una specifica Unita Valutativa Integrata composta dal Coordinatore socio-sanitario di Distretto, Psicologa del Centro Diurno ANFFAS, Assistente Sociale comune di residenza dell'utente che richiede l'inserimento e Assistente Sociale DSM competente per area . L'Unità valutativa prendendo atto della documentazione presentata dal servizio sociale comunale e presentata dalla famiglia, si esprime in merito all'ingresso al centro; se si ritenesse che la documentazione presentata non fosse sufficiente a valutare la situazione si programma una visita domiciliare congiunta tra Psicologa servizio Centro Diurno e servizio sociale comunale . In ogni seduta di U.V.D.I. verrà redatto verbale che sarà conservato agli atti presso l'Ufficio di piano Distrettuale. La valutazione verrà comunicata alla famiglia, come anche la messa in lista d'attesa qualora non vi fosse disponibilità di posti nelle due strutture. COMPONENTI UNITA' DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE Coordinatore Socio - Sanitario distrettuale: COLAZINGARI MARIA Area tutela Anziani, Alzheimer e demenze (ADI – RSA – Residenze Protette): IOVANE MAURIZIO Area TSMREE: CIOLLI ANNA MARIA Area Disagio Mentale: TULELLI Assistenti Sociali ASLRM/G Area adulti e anziano non autosufficienti: Area materno – infantile: Area disagio mentale: Assistenti sociali Comune di Subiaco COLAZINGARI MARIA TROMBETTA MARIA, PERAZZONI ROSSELLA VANNOLI NADIA, WISLER REGULA, SANTA ALESI SEMPRONI ANNA MARIA Assistenti sociali territorio Responsabile Servizio per Cooperativa “Nuova Sair” CANNARSA CLAUDIA Olevano Romano, Roiate: DE ANGELIS MARIA CHIARA Marano Equo, Rocca Santo Stefano: PROSPERI CAROLA Vallepietra, Jenne, Camerata Nuova, Canterano, Rocca Canterano: CHECCHI ANTONELLA Arsoli, Riofreddo, Vivaro Romano, Vallinfreda: AMMALIATO GIUSEPPINA Subiaco, Roviano: CAPITANI FRANCESCA Anticoli Corrado, Cineto Romano, Agosta: BIZZARRI GIORGIO Bellegra, Affile, Arcinazzo Romano: LUCIANI ARIANNA Assistente sociale Ospedale Subiaco PEPERONI ANNA AMBITI TERRITORIALI SERVIZI TSMREE SERVIZIO TSMREE OLEVANO ROMANO OLEVANO ROMANO ROCCA SANTO STEFANO BELLEGRA ROIATE SERVIZIO TSMREE SUBIACO AFFILE AGOSTA ARCINAZZO ROMANO ANTICOLI CORRADO ARSOLI CAMERATA NUOVA CANTERANO CERVARA DI ROMA JENNE MARANO EQUO RIOFREDDO ROCCA CANTERANO ROVIANO SUBIACO VALLEPIETRA VALLINFREDA VIVARO ROMANO SOGGETTI FIRMATARI PROTOCOLLO OPERATIVO DISTRETTO SOCIALE SINDACO COMUNE AVV. MARCO MAMPIERI G/4 OLEVANO ROMANO CAPOFILA DISTRETTO G/4 DISTRETTO DIRETTORE SANITARIO DOTT. SANITARIO SUBIACO DISTRETTO O SUO FELICETTO ASLRM/G DELEGATO ANGELINI DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE RESPONSABILE SERVIZIO SUBIACO CARMELA SERVIZIO TSMREE ASLRM/G RESPONSABILE DOTT.SSA CIOLLI ANNA DISTRETTUALE O SUO MARIA DELEGATO OSPEDALE SUBIACO DOTT.SSA DSM TULELLI DI DIRETTORE SANITARIO DOTT.SSA O SUO DELEGATO BUTTIGLIERI MARIA RTI CAPOFILA OMNIA RAPPRESENTANTE DOTT. LUCA NATALI LEGALE O SUO DELEGATO COOPERATIVA RAPPRESENTANTE DOTT. RICCIOLUTI SOCIALE NUOVA LEGALE O SUO SAIR DELEGATO ASSOCIAZIONE “LA RAPPRESENTANTE DOTT. FONTE 2004 ONLUS “ LEGALE O SUO BIONDI DELEGATO FRANCESCO ASSOCIAZIONE ANFFAS SUBIACO RAPPRESENTANTE SIG. ALESSANDRO LEGALE O SUO SCAFETTA DELEGATO COOPERATIVA SOCIALE PEGASO RAPPRESENTANTE SIG.RA LUPI ERSILIA LEGALE O SUO DELEGATO SCHEDA DI ATTIVAZIONE U.V.D.I. Al Coordinatore Distretto Socio-Sanitario RM/G4 Operatore segnalante _______________________________ Ente di appartenenza _______________________________ Persona da inserire nella rete dei servizi Cognome e Nome ________________________________________________________________ nato a ________________________________ il ________________________________________ residente a ___________________________ in Via/P.zza ________________________________ codice fiscale ____________________________________________________________________ tessera sanitaria N. ______________________ Telefono __________________________________ Medico di Medicina Generale _______________________________________________________ Persona di riferimento Cognome e Nome _____________________________ telefono ____________________________ Convivente □ SI □ NO Grado di parentela __________________________________________ Aree problematiche □ Anziani □ Salute Mentale □ Disabilità □ Minori □ Dipendenze □ Altro Problemi rilevanti per la segnalazione e proposte ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ Data __|__| __|__| __|__|__|__| Firma _____________________________ SCHEDA ATTIVAZIONE U.V.D.I. – PRIMA RIUNIONE DATA __|__| __|__| __|__|__|__| ORA __|__ |__|__| SEDE _______________________ CRITERI DI PRIORITA’ □ Urgente □ Dimissione protetta □ Difficoltà rete informale Operatori convocati Funzione * □ Domanda di consulenza Legenda operatori : MMG = Medico di medicina Generale, INF = Infermiere del Distretto, A.S.= Assistente Sociale, T.R.= Terapista della Riabilitazione del Distretto, OSS= Operatore socio sanitario, GM= Guardia Medico, PLS= Pediatra di Libera Scelta, S= Specialista, EP= Educatore Professionale, PS.i= Psicologo, PS.a= Psichiatra Revoca convocazione per: ____________________________________________ ____________________________________________ Data __|__| __|__| __|__|__|__| Firma_____________________________ SCHEDA DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DELLA DOMANDA PARTE SOCIALE 6. SITUAZIONE FAMILIARE E DI INTEGRAZIONE SOCIALE CON CHI VIVE □ SOLO □ CONIUGE □ FIGLI □ ALTRI RAPPORTI CON I FAMILIARI (specificare grado parentela) QUOTIDIANI FREQUENTI SALTUARI INESISTENTI 1 Sig. ___________________ □ □ □ □ 2 Sig. ___________________ □ □ □ □ 3 Sig. ___________________ □ □ □ □ 4 Sig. ___________________ □ □ □ □ EVENTUALI SITUAZIONI CONFLITTUALI : ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ RAPPORTI CON AMICI/VICINATO □ OTTIMI □ BUONI □ SUFFICIENTI □ CARENTI □ CONFLITT. □ LAVORI DOMESTICI □ PARROCCHIA □ LETTO □ ALTRO COME TRASCORRE LA GIORNATA CRITERI DI VALUTAZIONE PER LA SINTESI FINALE : □ SITUAZIONE IDONEA :buon livello di accettazione familiare e sociale □ SITUAZIONE PARZIALMENTE IDONEA : 6. discreto livello di accettazione familiare e sociale 7. rapporti saltuari con il nucleo familiare e sociale 8. rapporti saltuari con il nucleo familiare e sufficienti rapporti con la comunità □ SITUAZIONE NON IDONEA :rapporti conflittuali o inesistenti con il nucleo familiare e la comunità di riferimento 7. SITUAZIONE ASSISTENZIALE SOSTEGNO IN ATTO TIPOLOGIA □ SI □ NO (se si specificare chi eroga l’intervento e compilare le 2 colonne affianco) FREQUENZA __________________________ _________________________________________ __________________________ _________________________________________ __________________________ ________________________________________ IN CASO DI BISOGNO RICORRE A : □CONIUGE □ FIGLI □ PARENTI □VICINI/AMICI □BADANTE □ALTRO □IGIENE □IGIENE □SEGRET. □COMPAGNIA □MOBILITA’ □ALTRO CASA PERSONALE SOCIALE E DIALOGO BISOGNI RILEVATI CRITERI DI VALUTAZIONE PER LA SINTESI FINALE : □ SITUAZIONE IDONEA :convive con i familiari che lo curano – è seguito dai familiari con rapporti quotidiani e frequenti □ SITUAZIONE PARZIALMENTE IDONEA : assistenza saltuaria e/o insufficiente da parte dei familiari/vicinato/volontariato □ SITUAZIONE NON IDONEA :è privo di assistenza da parte dei familiari – I rapporti con il vicinato e/o volontariato sono nulli 8. SITUAZIONE ABITATIVA TITOLO DI GODIMENTO DELL’ABITAZIONE □PROPRIETA’ □AFFITTO □ALTRO LOCALIZZAZIONE □CENTRO STORICO □CENTRO □PERIFERIA □FRAZIONE (specificare se casa isolata o gruppo di case) ASCENSORE □ SI □ NO □ SI □ NO □ SI (specificare il tipo) ____________ □ NO □ SI □ NO HA UNA STANZA PROPRIA RISCALDAMENTO TELEFONO SERVIZI IGIENICI □INTERNI CON □INTERNI SENZA □ESTERNI □ALTRO BAGNO/DOCCIA BAGNO/DOCCIA □ SI INTERNE □ SI ESTERNE □ NO INTERNE □ NO ESTERNE □SUFFICENTI □INSUFFICENTI □ACCESSIBILI □NON ACCESSIBILI BARRIERE ARCHITETTONICHE SERVIZI DI TRASPORTO CRITERI DI VALUTAZIONE PER LA SINTESI FINALE : □ SITUAZIONE IDONEA :abitazione sana con tutti i conforts e priva di barriere architettoniche □ SITUAZIONE PARZIALMENTE IDONEA : abitazione/ambiente con modesto degrado, riscaldamento parziale e barriere architettoniche facilmente eliminabili □ SITUAZIONE NON IDONEA :abitazione/ambiente con alto degrado e barriere architettoniche non eliminabili 9. SITUAZIONE ECONOMICA REDDITO DA □ LAVORO DIPENDENTE □ LIBERA PROFESSIONE □ PENSIONE □ SI □ NO □ ALTRO ASSEGNO DI ACCOMPAGNO SITUAZIONE ECONOMICA DELL’ ASSISTITO : □ IDONEA : buona □ PARZIALMENTE IDONEA :sufficiente □ NON IDONEA : insufficiente SITUAZIONE ECONOMICA DEL NUCLEO FAMILIARE CONVIVENTE : □ IDONEA : buona □ PARZIALMENTE IDONEA :sufficiente □ NON IDONEA : insufficiente Data __|__| __|__| __|__|__|__| Firma operatore _____________________________ PARTE SANITARIA 1 AREA ANZIANI SCHEDA DI VALUTAZIONE ADL (Index of Indipendence in Activities of Daily Living) ATTIVITA’ FARE IL BAGNO Fa il bagno da solo/a (entra ed esce dalla vasca da solo/a) Ha bisogno di assistenza solo nella pulizia di una parte del corpo (es. dorso) PUNTEGGIO □1 □ 0.5 Ha bisogno di assistenza nelle pulizie igieniche VESTIRSI Prende i vestiti e si veste completamente da solo/a Prende i vestiti e si veste da solo/a ma ha bisogno di aiuto nell’allacciare le scarpe Ha bisogni di aiuto nel prendere i vestiti e vestirsi Rimane parzialmente o completamente svestito USO DEI SERVIZI - CONTINENZA Va in bagno, si pulisce e si riveste solo/a (può utilizzare mezzi di supporto come il bastone, il deambulatore o la sedia a rotelle) – Controllo completo degli sfinteri □0 Ha bisogno di assistenza nell’andare al bagno e pulirsi e/o nel rivestirsi - incontinenza occasionale □ 0.5 □1 □ 0.70 □ 0.50 □0 □1 Non si reca in bagno per l’evacuazione – Incontinenza SPOSTARSI Si alza e scende dal letto e/o dalla poltrona senza bisogno di aiuto □0 □1 (può utilizzare mezzi di supporto come il bastone, il deambulatore o la sedia a rotelle) □ 0.5 □0 Si alza e scende dal letto e/o dalla poltrona con aiuto È allettato, non si alza dal letto ALIMENTAZIONE Mangia senza aver bisogno di assistenza Necessita di assistenza per tagliare il cibo Necessita di assistenza per portare il cibo alla bocca Nutrizione parziale e/o completa per via parenterale □1 □ 0.70 □ 0.50 □0 TOTALE SCHEDA DI VALUTAZIONE IADL (Instrumental Activities of Daily Living Scale) ATTIVITA’ 6. ABILITA’ AD USARE IL TELEFONO Usa il telefono di propria iniziativa Compone solo i numeri conosciti Risponde solo al telefono È incapace di usare il telefono 7. FARE LA SPESA Fa la spesa in maniera autonoma È capace di effettuare solo piccoli acquisti Ha bisogno di essere accompagnato per qualsiasi tipo di acquisto 8. PREPARARE I PASTI Pianifica i pasti, li prepara e li serve autonomamente Prepara i pasti solo se gli forniscono tutti gli ingredienti È in grado di riscaldare piatti già pronti o prepara cibi in modo non costante Ha bisogno di cibi già preparati e di essere servito 9. CURA DELLA CASA Si occupa della casa autonomamente con aiuto per i lavori pesanti Effettua lavori domestici leggeri ma non è in grado di mantenere un adeguato livello di pulizia Ha bisogno di aiuto per tutte le pulizie della casa È disinteressato a qualsiasi faccenda domestica 10. FARE IL BUCATO Lava autonomamente la propria biancheria Lava solo piccoli indumenti Ha bisogno d aiuto 11. SPOSTAMENTI FUORI CASA Viaggia autonomamente servendosi di mezzi pubblici e propria auto Utilizza mezzi privati ma non sa usare quelli pubblici Viaggia su mezzi pubblici o privati se accompagnato Non può viaggiare affatto 12. ASSUNZIONE FARMACI È capace di assumere correttamente le medicine È capace di assumere le medicine solo se preparate È incapace di assumere da solo le medicine 13. USO DEL PROPRIO DENARO Provvede in modo autonomo alle proprie finanze Provvede alle spese ed ai conti quotidiani con aiuto per le operazioni maggiori È incapace di gestire ed usare il proprio denaro VALUTAZIONE DESCRITTIVA ADL PUNTEGGIO □1 □ 0.70 □ 0.50 □0 □1 □ 0.50 □0 □1 □ 0.70 □ 0.50 □0 □1 □ 0.70 □ 0.50 □0 □1 □ 0.50 □0 □1 □ 0.70 □ 0.50 □0 □1 □ 0.50 □0 □1 □ 0.50 □0 A Indipendente nell’alimentarsi, nella continenza, nello spostarsi, nell’uso dei servizi, nel vestirsi e nel fare il bagno. B Indipendente in tutte le funzioni sopra citate eccetto una. C Indipendente in tutte le funzioni sopra citate eccetto nel fare il bagno ed un’altra funzione. D Indipendente in tutte le funzioni sopra citate eccetto nel fare il bagno, nel vestirsi ed in un’altra funzione. E Indipendente in tutte le funzioni sopra citate eccetto nel fare il bagno, nel vestirsi, nell’uso dei servizi, nello spostarsi e in un’altra funzione. F Dipendente in tutte le sue funzioni. SCALA DI KARNOFSKY (Valutazione del malato oncologico) Normale attività, non evidenzia malattie 100 Capace di svolgere una normale attività, segni minori di malattia 90 Normale attività con sforzo, qualche segno di malattia 80 Autosufficiente, inabile a svolgere una normale attività lavorativa 70 Assistenza occasionale, non è in grado di adempiere alla maggior parte delle proprie attività 60 Richiede assistenza particolare e frequente intervento medico 50 Inabile, richiede speciali cure ed assistenza 40 Gravemente inabile, l’ospedalizzazione è indicata anche se la morte non è imminente 30 Molto malato, ospedalizzazione e terapie di supporto necessarie 20 Moribondo, processi fatali rapidamente ingravescenti 10 Morto 0 INDICE SCALA DI BRADEN (Valutazione dell’esposizione al rischio di lesioni da decubito) Punti 4 Punti 3 Punti 2 Punti 1 PERCEZIONE SENSORIALE □ Lucido ed orientato □ Disorientato □ Confuso □ Stuporoso/comatoso INCONTINENZA UMIDITA’ □ Assente □ Occasionale □ Urinaria □ Doppia DEAMBULAZIONE □ Cammina solo □ Costretto su sedia □ Costretto a letto MOBILITA’ □ Non limitata □ Cammina con aiuto □ Poco limitata □ Molto limitata □ Assente ALIMENTAZIONE □ Buona □ Discreta □ Scadenti □ Pessime □ Assente □ Potenziale □ Presente FRIZIONE SCIVOLAMNETO La somma totale del punteggio può variare da un max di 23 (nessun rischio) ad un min. di 6 (max rischio). L’area di rischio per LdP è compresa tra 6 e 16. 2 AREA DISABILI PSICHICI SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE CAPACITA’ PSICO-SOCIALI DELLE PERSONE CON DISTURBO PSICHICO NOME DELL’UTENTE INDIRIZZO PRESA IN CARICO DEL SERVIZIO CAPACITA’ GIURIDICA Com’è il luogo dove vive? _________________________________________________________________ Si alimenta sufficientemente? _______________________________________________________________ E’ in grado di prendersi cura della casa? ______________________________________________________ Ha problemi a mantenersi pulito e ordinato? ___________________________________________________ Come passa il suo tempo? __________________________________________________________________ E’ soddisfatto della vita sociale? ____________________________________________________________ Vive solo? ______________________________________________________________________________ Ha un partner? ___________________________________________________________________________ Ha dei figli? □ SI □ NO Minori di 18a ____________ _ Maggiori di 18a. ________________ Ha difficoltà a prendersi cura dei propri figli? __________________________________________________ Ha difficoltà a leggere, scrivere o comprendere l’italiano? ________________________________________ Sa usare il telefono? ______________________________________________________________________ Come si trova ad usare l’autobus o altri mezzi di trasporto? _______________________________________ Sa gestire il proprio denaro? ________________________________________________________________ Riceve tutti i sussidi di cui ha diritto? _________________________________________________________ Specificare il motivo per cui richiede l’intervento del servizio sociale. ________________________________________________________________________________ _______ Specificare il tipo di intervento richiesto. ________________________________________________________________________________ _______ SCHEDA DI VALUTAZIONE SANITARIA PER PAZIENTI PSICHIATRICI 1. Avverte spesso un sentimento di tristezza, d’incapacità e/o di inutilità? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 2. Si sente in colpa o ha ripensamenti per errori del passato? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 3. Ode voci di accusa e/o minaccia? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 4. Dorme bene o si sveglia durante la notte? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 5. Avverte ansia senza motivo? □ SI □ NO □ POCO □ MOLTO 6. Si preoccupa quando deve fare qualche cosa fuori casa? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 7. E’ preoccupato per la propria salute? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 8. E’ dimagrito negli ultimi mesi? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 9. Riconosce di essere depresso e/o malato? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 10. Ritiene che la gente ce l’abbia con lei o che la giudichino male? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 11. Manifesta spontaneamente paure? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 12. Si sente diverso fisicamente? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO □ A VOLTE 13. Deve fare ripetutamente dei gesti e/o delle azioni per calmare l’ansia? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 14. Ha difficoltà a concentrarsi e/o mantenere una conversazione? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 15. E’ spesso irascibile e/o si offende facilmente? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 16. Parla in genere di idee starne? □ SI □ NO □ POCO □ MOLTO 17. Si lava con difficoltà? □ A VOLTE □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 19. Assume volentieri i farmaci prescritti dal medico? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 20. Svolge qualche lavoro? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 21. Abusa di alcool e/o droghe? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 22. Ha comportamenti auto-aggressivi? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 23. Perde oggetti personali? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 24. Ha difficoltà a fare amicizia e a mantenerla? □ SI □ NO □ A VOLTE □ POCO □ MOLTO 18. Segue una dieta alimentare? □ SI □ NO Ad ogni item corrisponde un punteggio di 1,2,3,4,5 dall’estremo negativo a sinistra all’estremo positivo a destra, passando per i punteggi intermedi. Questa scala di valutazione tende a valutare il grado di malattia della persona ed il suo livello di adattamento psico-sociale. In quest’area, inoltre, gli specialisti possono riportare i risultati ottenuti tramite l’utilizzo di strumenti propri per la valutazione diagnostica della persona, quali ad esempio le Rating Scale (RS) o i questionari (tra questi la Mini-International Neuropsychiatric Interview, il Patient Health Questionnaire – PHQ, il Brief Patient Health Questionnaire - BPHQ, Nine Symptom Checklist – NSC). ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ____________________________________ • AREA MINORI E FAMIGLIA In quest’area gli specialisti possono riportare i risultati ottenuti tramite strumenti propri per la valutazione diagnostica o del minore/i o dei genitori, quali ad esempio test di personalità (es. Test di Rorschach, le Favole della Duss, il Test di Wartegg), test di livello e di sviluppo (es. Scale Wechsler o Matrici di Raven per l’intelligenza), test neuropsicologici (es. il Mini Mentale State Examinatione per una valutazione globale dell'efficienza cognitiva; il Test dei Gettoni per la valutazione del linguaggio, il Test di Corsi per la valutazione della memoria e il Test delle Campanelle per la valutazione degli aspetti attentivi). ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ 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