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Dott.ssa Annalisa Capurso, Soprintendenza
Le principali aree funerarie di necropoli di Pompei sono le necropoli di Porta Nocera e quella di Porta
Ercolano.
Assieme alla città antica esse permettono di avere un eccezionale quadro archeologico d’insieme, pressoché
completo, di tutti gli ambiti presenti in una colonia romana su una preesistente città sannitica.
Si tratta di aree del parco archeologico pompeiano che si caratterizzano per la ricchezza delle tipologie
funerarie presenti, per la possibilità di vedere come il grande sistema difensivo murario fungesse da
diaframma tra la città dei vivi e quella dei morti, e, non ultimo, per la loro intrinseca bellezza paesaggistica.
Inoltre la necropoli di Porta Nocera conserva tanti messaggi dal passato come le iscrizioni lapidee apposte
sui monumenti dai lor proprietari, o quelle che annunciano i giochi nell’anfiteatro o ancora quelle incise dai
passanti che si recavano a Nocera lungo la strada fiancheggiata dai sepolcri e lasciavano sulle pareti le loro
fugaci osservazioni.
Il Grande Progetto Pompei sta oggi quotidianamente operando su tutto il centro antico intra moenia e su
alcune aree al di fuori delle mura, ma non sulla necropoli di Porta Nocera. Attraverso la proposta di
collaborazione da parte di un gruppo di partners di respiro internazionale, la Soprintendenza si prefigge di
portare a compimento il restauro, la conservazione e la ricostruzione, anche virtuale, del paesaggio funerario
di questo suggestivo punto di Pompei.
È stata perciò firmata una convenzione con l’International Centre for the Study of the Preservation and
Restoration of Cultural Property (ICCROM), l’IBAM-CNR di Catania-Lecce, il Fraunhofer Institute for
Building Physics (IBP) e la Technische Universität di Monaco di Baviera (TUM)
Di seguito un breve resoconto dei referenti sulle principali attività svolte finora scritte:
dott. Albrecht Matthaei, coordinatore della campagna, Fraunhofer IBP
Dal 21 settembre al 14 novembre 2014 il Pompeii Sustainable Preservation Project (http://www.pompeiisustainable-preservation-project.org/) ha condotto una campagna preliminare di sopralluogo e studio
nell’area della necropoli di Porta Nocera. I due principali obiettivi della campagna sono stati in primo luogo
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la documentazione dello stato attuale della necropoli, al fine di poter stilare un piano concreto delle misure
da attivare per la sua conservazione, per i tempi e i relativi costi. In secondo luogo, si è cercato di
stabilire/dare inizio ad un dialogo di ampia portata con l’opinione pubblica, raccogliendo anche i pareri e i
commenti dei visitatori di Pompei che forniranno spunti di riflessione ulteriori al team di esperti impegnati
sul sito. La campagna preliminare è stata accompagnata da due workshops. Nel corso di questi incontri, i
collaboratori del progetto hanno potuto discutere con un gruppo di esperti internazionali su metodi,
tecniche e strategie per il restauro e la conservazione della necropoli.
dott. Ralf Kilian Coordinamento della campagna e direzione delle analisi climatiche, Fraunhofer IBP
I colleghi dell'istituto di fisica delle costruzioni della Fraunhofer Gesellschaft hanno iniziato il loro lavoro
nell'ambito della conservazione preventiva con misurazioni del clima. 8 datalogger sono stati installati in
diverse parti della necropoli al fine di determinare il rapporto tra umidità e temperatura all'interno delle
camere delle tombe, sotto le tettoie (?), dietro i vetri di sicurezza e nelle aree giardino delle tombe. Tali
misurazioni forniranno la base per una valutazione del rischio posto da agenti ambientali e da altri
fenomeni naturali capaci di causar danni, come ad esempio la presenza di sali o la crescita di muffa dentro e
fuori le tombe. Inoltre esse sono necessarie per formulare un piano degli interventi di conservazione
preventiva da effettuare.
Dott.sa Pia Kastenmeier Direzione delle ricerche archeologiche, d’archivio e della storia degli studi
Dal punto di vista archeologico e topografico la necropoli di Porta Nocera rappresenta una interfaccia tra la
città e il suo territorio.I monumenti funerari della necropoli, tanto diversi l'uno dall'altro per dimensione e
fattura, con le loro iscrizioni funerarie, forniscono informazioni concrete sul ruolo e la posizione che i
defunti e gli altri membri della familia rivestivano nella società pompeiana. Essi possono essere quindi
definiti un contenitore della vita sociale cittadina. Le diversità sociali riflesse nell'aspetto formale dei
monumenti si rivelavano immediatamente a chi entrava o usciva dalla città e sono ancora adesso
tangibili.Contemporaneamente i tanti graffiti e dipinti elettorali sulle facciate degli edifici funerari ci
rimandano al territorio circostante Pompei e alla poco lontana città di Nuceria, in quanto essi spesso si
riferiscono ad eventi o personaggi di quest'altra importante realtà urbana della Valle del Sarno. I due settori
della necropoli (una ai piedi della cinta muraria nei pressi di Porta di Nocera, l'altra più a Est e più discosta
dalle mura, ai piedi dell'anfiteatro) si sviluppano lungo un asse viario che collega appunto Pompei all'agro
nucerino al di là del fiume Sarno.Ancora oggi il visitatore della necropoli di porta nocera percepisce
chiaramente di trovarsi sì a "Pompei", ma in un luogo meno affollato, meno urbano, più silenzioso e più
verde.L'indagine archeologica svolta durante la campagna preliminare al restauro della necropoli mirava ad
una migliore conoscenza dello stato attuale dei monumenti. Le indagini bibliografiche, sul sito e negli
archivi puntavano invece a tracciare la storia dei restauri dallo scavo della necropoli nel 1954 (settore
Ovest) e nel 1983 (settore Est) a oggi. Inoltre le più importanti informazioni archeologiche reperibili su ogni
singolo monumento - come la tipologia dei recinti funerari, i materiali edili, le tecniche di costruzione, la
datazione, i reperti mobili ed architettonici (statue, capitelli, columellae, cippi ecc.) - sono state raccolte e
versate in un sistema digitale. Insieme alla documentazione fotografica dello stato attuale dei monumenti,
la raccolta di fotografie storiche e delle planimetrie esistenti, la nostra raccolta dati crea la base per le
future indagini archeologiche, topografiche e sulla storia del restauro.
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Dot.sa Monica Martelli Castaldi Direzione della documentazione dei restauri
Prima di iniziare le attività nella Necropoli si è ritenuto che fosse necessario avere un’idea, immediata e
sufficientemente valida, del suo stato di conservazione. Questi infatti sono dei dati essenziali per costruire il
progetto PSPP sulla base dei bisogni reali del sito.
E’ stata realizzata un’indagine generale sulla Necropoli che si è considerata come un unico grande oggetto.
Il nostro punto di partenza infatti non è stato un’analisi dettagliata dei singoli monumenti funerari, ma la
visione d’insieme, con mappature tematiche su argomenti comuni a ciascuno dei monumenti. Un volo con
drone realizzato da esperti dell’IBAM – CNR ha consentito la realizzazione di una ortofoto che costituirà la
base operativa su cui andrà ad operare il team del PSPP.
Sono stati studiati quattro argomenti generali: a) la tecnica costruttiva originale di esecuzione delle
architetture e delle finiture di superficie, b) i vecchi interventi di restauro c) lo stato di conservazione del
tutto e d) un piano di comunicazione, reale e virtuale, dell’intero complesso.
In dettaglio poi sono state individuate le tipologie di monumenti funerari, i materiali da costruzione
utilizzati, la presenza o meno di coperture, i sistemi originali di raccolta delle acque, così come le tipologie
di decorazioni e di finiture di superficie, le iscrizioni, gli elementi metallici, ecc.
Successivamente sono state individuate le tettoie, le coperture o le impermeabilizzazioni realizzate in
passato, il sistema attuale di raccolta delle acque, le protezioni in vetro, ecc.
Solo a questo punto – ovvero nel momento in cui potevamo avere una visione chiara dei materiali originali
e di quelli utilizzati per il restauro - abbiamo potuto approntare una valutazione dello stato di
conservazione degli stessi e, quindi, dei possibili rischi per i visitatori, dell’instabilità (strutturale e delle
decorazioni di superficie), della relazione con il terreno circostante e il suo grado di umidità, dell’acqua in
tutte le sue specifiche azioni e risultati, compreso la fuoriuscita di sali e l’effetto dirompente e distaccante
che essi hanno sugli intonaci, maggiorato da fenomeni di crescita microbiologica e di erbe e piante
infestanti.
Dot. Giovanni Leucci
Ricerche geofisiche, CNR IBAM
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Nell’area della necropoli di Porta Nocera sono state eseguite indagini geofisiche integrate con l’utilizzo delle
metodologie elettromagnetica impulsiva (Ground Penetrating Radar- GPR), elettrica passiva (Potenziali
Spontanei - SP) ed elettrica attiva (electrical resistivity tomography - ERT). Il rilievo geofisico è stato
condotto dal Laboratorio di Geofisica per l'Archeologia e i Beni Monumentali dell'IBAM - CNR sotto la
responsabilità scientifica del Dr Giovanni Leucci e la collaborazione della Dott.ssa Lara De Giorgi e della
Dott.ssa Maria Sileo.
I dati GPR sono stati acquisiti lungo profili paralleli equidi stanziati di 0,5 m utilizzando il georadar Ris Hi
Mod con l’antenna dual band 200 - 600MHz antenne. Essi sono stati successivamente elaborati in modalità
3D.
I dati SP ed ERT sono stati acquisiti in una modalità 3D lungo i profili non convenzionali che utilizzando il
dispositivo dipolo-dipolo ed elettrodi a spaziatura variabile. I dati sono stati elaborati con i software ErtLab e
Res2dinv implementati con un apposito algoritmo scritto da Leucci in ambiente MATLAB. I risultati hanno
consentito di evidenziare diverse strutture di interesse archeologico (tombe, strade, muri e canalizzazioni).
In particolare, oltre alle strutture di interesse archeologico, l’acquisizione di più parametri fisici e l’utilizzo di
procedure di analisi di dati implementate in IBAM hanno evidenziato:
1) nell’area della necropoli “piccola” la presenza delle antiche mura pre-romane e alcuni fenomeni di
dissesto connessi alla infiltrazione puntuale delle acque superficiali nel sottosuolo;
2) nell’area della necropoli “grande” le cause di dissesto statico che hanno colpito alcune tombe presenti
nell’area. Tali cause sono imputabili sia alla presenza di materiali di fondazione molto degradati che ad un
lento movimento del suolo stimato in 0.1 cm/anno. Inoltre, dal punto di vista geologico, i risultati mostrano
una stratificazione sub-orizzontale del sottosuolo, con valori del parametro fisico resistività elettrica che
indicano la presenza di un numero di elettrostrati variabile tra 8 e 11 e legati probabilmente a periodi diversi
di deposito vulcanico.
In particolare nella necropoli piccola è stato evidenziato il prolungamento di una strada e alcune strutture
archeologiche (Fig. 1).
Figura 1: depth slices a profondità comprese tra 1.0 e 1.5m con accanto la visualizzazione 3D attraverso le
iso-superfici di ampiezza.
Nella necropolis grande è possible notare un intesa stratificazione sub orizzontale legata probabilmente a
diversi periodi di depositi vulcanici. Sono anche visibili le fondazioni delle tombe a profondità comprese tra
3 e 4m circa. Nella parte est della necreopoli le fondazioni delle tombe poggiano su materiali fortemente
degradati (cerchio nero tratteggiato) (Fig. 2).
Figura 2: Visualizzazione 3D dei dati ERT.
Dott. G.Fragalà, D.P.Pavone, S.Barone, A.Iabichella, G.Mieli Documentazione
fotografica, modello 3D e visualizzazione, CNR IBAM
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Significativi i risultati conseguiti nell’Area della Necropoli di Porta Nocera, da un affiatato gruppo di
specialisti del “Laboratorio di archeologia immersiva e multimedia” dell’Ibam di Catania composto
da Giovanni Fragalà, Danilo P. Pavone, Samuele Barone, Alessio Iabichella e Giusy Meli. Il gruppo
ha lavorato sulla documentazione archeologica sinora nota avviando la costruzione di un
avvincente piano di comunicazione del contesto archeologico che rappresenta l’elemento di novità
di questa prima campagna di attività. Durante la prima fase di attività sono stati eseguiti una serie
di rilievi fotografici e fotogrammetrici finalizzati alla realizzazione di gallerie immersive e proiezione
ortogonale dei monumenti funerari. A tale scopo, sono state utilizzate attrezzature professionali
digitali supportate da appositi accessori come teste panoramiche di alta precisione per la
Fotografia immersiva e uno speciale braccio telescopico, estensibile fino all’altezza di nove metri,
per ottenere una copertura fotografica totale del monumento funerario.
Le immagini sono state poi elaborate con software specifici (Krpano, PhotoScan, Blender) al fine di
produrre modelli 3D dei monumenti funerari e creare una galleria fotografica immersiva della
necropoli. I modelli tridimensionali così ottenuti, come la galleria immersiva, offrono allo studioso la
possibilità di entrare all’interno di ogni tomba e analizzare anche il più piccolo dettaglio
consentendo, inoltre, la possibilità di osservare il monumento da diversi punti di vista.
Il laboratorio dell’Ibam sta ora costruendo una piattaforma informatizzata che offrirà un nuovo
modo di comunicare il dato archeologico di grandi contesti, come Pompei, elaborando un sistema
di visualizzazione spaziale dei dati dell’intera area inteso come base operativa su cui potranno
confrontarsi e lavorare, in maniera interoperabile e collegiale, i diversi team di specialisti impegnati
nel progetto.
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Dott.ssa Annalisa Capurso, Soprintendenza dott. Albrecht Matthaei