Piegh micotossine del mais
28-10-2003
15:17
Pagina 1
Stoccaggio
Il processo di tossinogenesi, anche se limitato a zone del silo caratterizzate da un’umidità superiore, può risultare comunque intenso. E’ quindi fondamentale riuscire a: mantenere condizioni omogenee nella massa stoccata con basse umidità e
ridotta temperatura mediante la ventilazione forzata; avere un elevato livello igienico delle strutture; procedere al controllo degli insetti dannosi; operare un monitoraggio continuo.
Cosa fare
L’accresciuta concorrenza internazionale e l’imminente entrata in vigore di normative più restrittive richiedono uno sforzo
congiunto per elevare il livello qualitativo e gli aspetti igienico-sanitari del mais prodotto in regione. Le indicazioni fornite
sulle tecniche di coltivazione e sulle fasi di post raccolta devono essere urgentemente recepite nell’ambito di progetti di filiera
integrati in disciplinari HACCP. Tutti i soggetti devono essere coinvolti e responsabilizzati.
Tab. 4. Indicazioni italiane per i limiti massimi ammissibili di micotossine (dati espressi in ppb, ovvero (µg/kg s.s) (Circolare n. 10 del 9 giugno 1999).
Diffusione delle micotossine
Il livello di contaminazione è largamente dipendente dall’andamento climatico dell’annata e dalla località di coltivazione.
Andamenti umidi e piovosi nel corso della maturazione (agosto-ottobre) favoriscono la diffusione delle muffe e una maggiore presenza di tossine. A questo riguardo, sono risultate annate generalmente favorevoli il 1997 e il 2000, mentre il 1996
e il 2002 sono risultate problematiche (tab. 2). Gli areali pedemontani più umidi sono quelli che in Piemonte hanno presentato più acuto il problema delle micotossine.
Le fumonisine sono le micotossine riscontrate con maggiore frequenza nella granella di mais in tutte le annate, mentre la
presenza di zearalenone, Don e ocratossina A aumenta nelle annate con frequenti precipitazioni durante la maturazione. Le
aflatossine sono scarsamente prodotte nei nostri ambienti durante la fase di coltivazione.
Tab. 2. Percentuale di campioni di granella di mais positivi alla presenza di micotossine in funzione dell’annata.
Anno
Fumonisina B1
Zearalenone
Deossiniva-lenolo
Aflatossina B1
Ocratossina A
1996
-
100
100
-
-
1997
60
75.1
96.4
-
-
1998
100
84.5
1.5
1
-
2000
90
14.4
0
0
9.3
2001
95
9.2
10.4
6.3
2.1
2002
97.9
82.6
95.8
2.1
50.0
96-02
88,6
61,0
50.7
2.4
20.5
Prodotto
Alimenti per l’infanzia
Spezie
Caffè crudo
Caffè tostato e solubile
Cacao e derivati
Birra
Succhi di frutta
Carne suina e derivati
Cereali e derivati
Piante infusionali
Latte
Aflatossina
B1
Aflatossine
totali
Aflatossina
M1
Ocratossina
A
Zearaleno
ne
0,01
0,5
20
10
0,1
20
8
4
0,5
0,2
2
5
1
3
4
10
0,05
REGIONE
PIEMONTE
Micotossine del mais
Aspetti normativi
In materia di micotossine, l’Unione Europea ha emanato il regolamento CE n. 1525/98 ripreso e ampliato con il reg.
472/2002, che stabilisce i tenori massimi ammissibili di aflatossine e ocratossina A in diverse matrici alimentari (tab. 3).
Per quanto riguarda le metodologie di prelievo dei campioni e le tecniche di analisi da utilizzare, si fa riferimento alle direttive CE n. 53/98, 27/02 e 26/02. Con riferimento alle matrici alimentari e alle micotossine non previste dai regolamenti
comunitari, il Consiglio Superiore di Sanità italiano ha stabilito nella Circolare n. 10 del 9/6/1999 del Ministero della Sanità
dei valori massimi ammissibili, indicandoli come “valori guida” per le autorità preposte al controllo ufficiale dei prodotti
alimentari (tab. 4). Nei prossimi anni nuovi e più restrittivi limiti saranno imposti sui cereali, tali da poter dar luogo a problemi nella commercializzazioni delle partite di granella nelle annate più critiche.
Tab. 3 Livelli massimi di aflatossina e ocratossina attualmente in vigore nell’unione Europea (reg. CE 1525/98 e 472/02), dati espressi in ppb
(µg/kg s.s.).
Aflatossina (ppb)
B1
B1+B2+G1+G2
Ocratossina A
(ppb)
Arachidi, frutta in guscio, frutta secca e derivati
2
4
-
Arachidi destinate a cernita o a trattamenti fisici
8
15
-
Frutta in guscio e frutta secca destinata a cernita
5
10
-
Cereali e derivati (consumo diretto)
2
4
-
Cereali non lavorati
-
-
5
Prodotti derivati dai cereali
-
-
3
Frutti essiccati della vite
-
-
10
Prodotto
Prevenzione e controllo
Direzione Sviluppo dell’Agricoltura
Coordinamento editoriale: Teodora Trevisan
Coordinamento tecnico: Alberto Turletti
Conduzione della ricerca e testi:
Massimo Blandino e Amedeo Reyteri
Dipartimento di Agronomia, selvicoltura e gestione del territorio dell’Univeristà degli Studi di Torino
Hanno collaborato alla ricerca:
per gli aspetti agronomici:
Amedeo Reyneri, Massimo, Blandino, Francesca Vanara - Dipartimento Agroselviter, Università degli Studi di Torino
Carlo Ferrero, Luca Minelli - Aprocer Piemonte
Andrea Cavallero - Agripiemonte Cereali
per gli aspetti patologici:
Alberto Matta, Alexandra Lazzari - Di.Va.P.R.A. sez. Patologia, Università degli Studi di Torino
per gli aspetti entomologici:
Alberto Alma, Federico Lessio - Di.Va.P.R.A. sez. Entomologia, Università degli Studi di Torino
per gli aspetti agro-meteorologici:
Federico Spanna - Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Piemonte
per gli aspetti analitici:
Laura Bersani - Laboratorio chimico della C.C.I.A.A. di Torino
Fotografie: Archivio del Dipartimento di Agronomia, selvicoltura e gestione del territorio.
In copertina foto di Moreno Soster.
E’ vietata la riproduzione dei testi e dei materiali iconografici senza autorizzazione e citazione della fonte.
Ottobre 2003 - Tiratura 3000 copie. Pubblicazione in distribuzione gratuita.
Stampa: Ages Arti Grafiche - Torino
Supplemento al n. 37 di “Quaderni della Regione Piemonte - Agricoltura”.
Direttore responsabile: Roberto Salvio - Vice Direttore: Teodora Trevisan.
Redazione presso Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura - Corso Stati Uniti 21, 10123 Torino - Tel. 011/432.4320 - 011/432.4722
100
REGIONE
PIEMONTE
Micotossine del mais
Prevenzione e controllo
15:17
Pagina 2
Zearalenone: è prodotto principalmente da ceppi di Fusarium graminearum e culmorum, agenti di fusariosi e marciume
della spiga dei cereali. È responsabile della comparsa negli allevamenti zootecnici di iperestrismo dei suini e di ipofertilità
dei bovini e delle specie aviarie.
Micotossine del mais
Prevenzione e controllo
Spiga ammuffita
Nell’ambito delle sostanze tossiche di origine microbica che possono pervenire all’uomo o agli animali allevati attraverso i prodotti destinati all’alimentazione, deve essere
rivolta un’attenzione particolare alle micotossine. Queste sostanze sono metaboliti
secondari prodotti da funghi parassiti delle piante o agenti di ammuffimento delle derrate alimentari, in grado, se ingeriti dagli animali allevati o dall’uomo, di dare a luogo a
patologie acute o croniche note come micotossicosi. I cereali, e in particolare il mais,
risultano essere tra i prodotti vegetali più soggetti alla contaminazione da parte di questi metaboliti.
La produzione di micotossine può avvenire sia nella fase di coltivazione, sia nelle operazioni successive alla raccolta, nel momento in cui si vadano a realizzare condizioni
favorevoli allo sviluppo fungino. I funghi tossigeni vengono quindi suddivisi in funghi
“di campo” (genere Fusarium, produttori di zearalenone, tricoteceni e fumonisine) e “di
magazzino” (generi Aspergillus e Penicillium, produttori di aflatossine ed ocratossine),
sulla base delle loro esigenze in contenuto di umidità del substrato (tabella 1).
In questa scheda sono riportate in sintesi alcune informazioni sulle principali micotossine e sui funghi produttori ed una serie di indicazioni, ottenute nel corso di una sperimentazione pluriennale finanziata dalla Regione Piemonte e iniziata nel 1996, utili per
contenere la presenza di questi metaboliti nella granella di mais.
Principali micotossine e funghi produttori
I generi di funghi che rivestono importanza micotossicologica sono: Aspergillus, Penicillium, Fusarium, Alternaria e
Claviceps. In realtà al momento sono stati individuati numerosi altri generi di funghi tossigeni e sono note oltre 300 micotossine: le più diffuse e preoccupanti tossine presenti nella granella di mais risultano essere le seguenti:
Aflatossine: prodotte da ceppi di Aspergillus flavus e A. parasiticus, si ritrovano nelle colture e nelle derrate di mais, arachidi, semi oleaginosi, frutta secca, caffè e spezie, prevalentemente da aree tropicali e sub-tropicali. Nei nostri ambienti A.
flavus e parasiticus sono molto comuni e agenti di ammuffimento delle granaglie specie in magazzino, essendo capaci di tollerare livelli bassi di umidità della granella (15-18 %). Le aflatossine più importanti dal punto di vista della diffusione e tossicità sono la B1 e la M1, quest’ultima presente nel latte e derivati per conversione metabolica in seguito all’assunzione della
B1 presente negli alimenti. Queste molecole sono essenzialmente epatossine, dotate di elevata attività genotossica.
Ocratossine: nei cereali sono prodotte da ceppi di Aspergillus ochraceus e Penicillium verrucosum. La più diffusa è l’ocratossina A che si ritrova nei cereali, legumi, caffè, vino, nonché in alcuni prodotti zootecnici (reni, fegato, carne). Le ocratossine causano disfunzioni renali con la comparsa di carcinomi, epatiti e sono caratterizzate da attività genotossica.
Tabella 1. Esigenze minime in fatto di umidità del substrato per lo sviluppo di funghi tossingeni, riportate come contenuto in acqua e come water
activity (aw) (Lacey, 1989; Ominski K.H. et al.,1994; Bottalico, 1999).
SPECIE FUNGINA
MICOTOSSINE PRODOTTE
% H2O
aw
Aspergillus flavus e parasiticus
Aflatossine
17,5-18,5
0,78-0,80
Aspergillus ochraceus
Ocratossine
15-15,5
0,76-0,83
Penicillium verrucosum
Ocratossine
17-20
0,81-0,83
Fusarium culmorum
DON e zearalenone
20-22
0,89
Fusarium graminearum
DON e zearalenone
20-22
0,89
Fusarium equiseti
Zearalenone
20-22
0,92
Fusarium sporotrichioides
Tossina T-2
20-22
0,88
Fusarium avenaceum
Moniliformina, fusarine
20-22
0,89
Fusarium moniliforme
Fumonisine, fusarine
20-22
0,87
Tricoteceni: ne fanno parte numerose tossine prodotte da specie del genere Fusarium, ritrovabili principalmente nei prodotti cerealicoli. Tra i più importanti vi sono il deossinivalenolo (DON) e il nivalenolo prodotti da F. graminearum e F. culmorum e la tossina T-2, prodotta principalmente da F. sporotrichioides. I tricoteceni sono responsabili di sindromi emetiche
(DON) e sindromi emorragiche (T-2) con forti diminuzioni delle produzioni zootecniche.
Fumonisine: la molecola più importante per diffusione è tossicità, soprattutto nella granella di mais e derivati, è la fumonisina B1 prodotta in campo da ceppi di F. verticillioides e F. proliferatum. Non sembrano dotate di tossicità acuta, ma sono
responsabili di ridotti accrescimenti ponderali dei capi allevati e, per continuate somministrazioni, di attività anche cancerogena e azione neurotossica.
Data l’elevata stabilità che caratterizza queste molecole, non sono ancora state individuate tecniche di detossificazione e risanamento efficaci ed economiche delle partite contaminate. Allo stato attuale, quindi, l’unica strategia di controllo risulta essere la prevenzione, con misure che devono essere attuate nel corso di tutta la filiera dalla produzione in campo alla lavorazione del prodotto.
Prevenzione in pre-raccolta
La strategia più efficace in pre-raccolta si fonda essenzialmente sull’applicazione di un’agrotecnica volta a sfavorire la colonizzazione delle specie fungine e la loro tossinogenesi.
Scelta ibrido e ciclo
Molto rilevante è l’effetto varietale sul contenuto in micotossine nella granella. Gli ibridi più tardivi (classe 600 e 700) presentano maggiori contaminazioni da zearalenone; al contrario, la presenza di fumonisine non risulta essere correlata con la
precocità dell’ibrido, ma è influenzata da altre caratteristiche varietali e in particolare con il peso ettolitrico della granella.
Epoca di semina
Le semine tardive (a partire dalla terza decade di aprile) sono più a rischio per maggiori contaminazione da fusarium-tossine, in particolare per ibridi a ciclo pieno (classe FAO 600). E’ quindi opportuno effettuare tempestivamente la semina nel
momento in cui si presentano buone condizioni climatiche e agronomiche .
Grafico 1. Effetto dell’epoca di semina sul contenuto in fumonisina B1
300
300
250
250
200
200
160
Fumonisina B1
Zearalenone
Zearalenone
120
Ocratoss ina A
Ocratossina
A
80
40
00
00
100
200
300
400
500
N kg/ha
kg/ha
Difesa dalla piralide
L’attività larvale della piralide favorisce la contaminazione della granella da parte di funghi produttori di fumonisina B1,
mentre la presenza di zearalenone non sembra essere influenzata dalla presenza del lepidottero.
Forti riduzioni dei tenori di contaminazione di fumonisine, dell’ordine del 90 %, sono possibili mediante il trattamento chimico di lotta al fitofago, effettuato, mediante macchine irroratrici munite di trampoli, 6/7 giorni dopo il picco di sfarfallamento della I generazione.
Epoca di raccolta
Le raccolte anticipate garantiscano un prodotto di sanità superiore, mentre, se la trebbiatura del campo viene ritardata nel corso della stagione
autunnale, la probabilità di un peggioramento della qualità igienico-sanitaria delle produzioni risulta assai elevato per gli ibridi tardivi (classe
600), con possibili incrementi del 50-90 % per zearalenone e fumonisine.
Altri aspetti
La precessione colturale e la concia del seme non sono risultati aspetti in
grado di influenzare in modo apprezzabile la contaminazione, così la tecnica irrigua; al contrario, un elevato livello di piante infestanti influenza
negativamente la sanità della granella per l’accentuazione degli stress alla
Spiga danneggiata dall’attività della piralide
pianta. Per i possibili stress nutrizionali e la più rilevante presenza di infestanti, la granella di mais da coltura biologica risulta presentare concentrazioni di micotossine simili o lievemente superiori a
quelle da coltivazioni convenzionali.
Prevenzione in post-raccolta
150
150
Raccolta e prestoccaggio
È importante che la raccolta e le operazioni successive siano effettuate in maniera
tempestiva in modo da poter essiccare rapidamente il cereale ed evitare di mantenere
per un lungo periodo condizioni molto favorevoli allo sviluppo dei patogeni fungini.
100
100
50
0
25/3
25/3
Grafico 2. Effetto concimazione azotata sul tenore in fumonisina B1, zearalenone e ocratossina A.
Valore indice
Valore
indice
28-10-2003
Fumonisina B1
Fumonisina
B1 (valore
(valoreindice)
indice)
Piegh micotossine del mais
9/4
9/4
24/4
24/4
9/5
24/5
24/5
Data
Data di
di semina
Densità di semina
Per ibridi a ciclo pieno, in ambienti fertili, sono preferibili investimenti alla semina contenuti (6,5 pt/m2) in quanto densità più
elevate (maggiori di 7.5 pt/m2) comportano condizioni microclimatiche più favorevoli ai funghi e tenori di tossine più elevati.
Concimazione azotata
Apporti di azoto di 200 kg/ha risultano essere la miglior soluzione per la sanità delle produzioni. Stress nutrizionali per carenze azotate comportano maggiori rischi di contaminazione da fumonisina; viceversa, i tenori di zearalenone, Don e ocratossina A tendono ad aumentare ad elevati apporti dell’elemento nutritivo.
Essiccazione
L’operazione deve garantire la conservazione della granella riducendo in modo
uniforme l’umidità al 13-14% così da impedire la proliferazione dei funghi tossigeni. È opportuno evitare sbalzi termici repentini che causano rotture dell’endosperma delle cariossidi.
Pulitura
Effettuata in fase di caricamento dell’essiccatoio e successivamente con ogni movimentazione dai silos di stoccaggio, la pulitura svolge un’azione preventiva, in
quanto permette l’allontanamento del prodotto facilmente alterabile (chicchi spezzati, farina, polvere) e l’abbattimento del contenuto di micotossine presenti in alte
concentrazioni nei chicchi ammuffiti o alterati dall’attività degli insetti.
Impianto di essiccazione e stoccaggio
15:17
Pagina 2
Zearalenone: è prodotto principalmente da ceppi di Fusarium graminearum e culmorum, agenti di fusariosi e marciume
della spiga dei cereali. È responsabile della comparsa negli allevamenti zootecnici di iperestrismo dei suini e di ipofertilità
dei bovini e delle specie aviarie.
Micotossine del mais
Prevenzione e controllo
Spiga ammuffita
Nell’ambito delle sostanze tossiche di origine microbica che possono pervenire all’uomo o agli animali allevati attraverso i prodotti destinati all’alimentazione, deve essere
rivolta un’attenzione particolare alle micotossine. Queste sostanze sono metaboliti
secondari prodotti da funghi parassiti delle piante o agenti di ammuffimento delle derrate alimentari, in grado, se ingeriti dagli animali allevati o dall’uomo, di dare a luogo a
patologie acute o croniche note come micotossicosi. I cereali, e in particolare il mais,
risultano essere tra i prodotti vegetali più soggetti alla contaminazione da parte di questi metaboliti.
La produzione di micotossine può avvenire sia nella fase di coltivazione, sia nelle operazioni successive alla raccolta, nel momento in cui si vadano a realizzare condizioni
favorevoli allo sviluppo fungino. I funghi tossigeni vengono quindi suddivisi in funghi
“di campo” (genere Fusarium, produttori di zearalenone, tricoteceni e fumonisine) e “di
magazzino” (generi Aspergillus e Penicillium, produttori di aflatossine ed ocratossine),
sulla base delle loro esigenze in contenuto di umidità del substrato (tabella 1).
In questa scheda sono riportate in sintesi alcune informazioni sulle principali micotossine e sui funghi produttori ed una serie di indicazioni, ottenute nel corso di una sperimentazione pluriennale finanziata dalla Regione Piemonte e iniziata nel 1996, utili per
contenere la presenza di questi metaboliti nella granella di mais.
Principali micotossine e funghi produttori
I generi di funghi che rivestono importanza micotossicologica sono: Aspergillus, Penicillium, Fusarium, Alternaria e
Claviceps. In realtà al momento sono stati individuati numerosi altri generi di funghi tossigeni e sono note oltre 300 micotossine: le più diffuse e preoccupanti tossine presenti nella granella di mais risultano essere le seguenti:
Aflatossine: prodotte da ceppi di Aspergillus flavus e A. parasiticus, si ritrovano nelle colture e nelle derrate di mais, arachidi, semi oleaginosi, frutta secca, caffè e spezie, prevalentemente da aree tropicali e sub-tropicali. Nei nostri ambienti A.
flavus e parasiticus sono molto comuni e agenti di ammuffimento delle granaglie specie in magazzino, essendo capaci di tollerare livelli bassi di umidità della granella (15-18 %). Le aflatossine più importanti dal punto di vista della diffusione e tossicità sono la B1 e la M1, quest’ultima presente nel latte e derivati per conversione metabolica in seguito all’assunzione della
B1 presente negli alimenti. Queste molecole sono essenzialmente epatossine, dotate di elevata attività genotossica.
Ocratossine: nei cereali sono prodotte da ceppi di Aspergillus ochraceus e Penicillium verrucosum. La più diffusa è l’ocratossina A che si ritrova nei cereali, legumi, caffè, vino, nonché in alcuni prodotti zootecnici (reni, fegato, carne). Le ocratossine causano disfunzioni renali con la comparsa di carcinomi, epatiti e sono caratterizzate da attività genotossica.
Tabella 1. Esigenze minime in fatto di umidità del substrato per lo sviluppo di funghi tossingeni, riportate come contenuto in acqua e come water
activity (aw) (Lacey, 1989; Ominski K.H. et al.,1994; Bottalico, 1999).
SPECIE FUNGINA
MICOTOSSINE PRODOTTE
% H2O
aw
Aspergillus flavus e parasiticus
Aflatossine
17,5-18,5
0,78-0,80
Aspergillus ochraceus
Ocratossine
15-15,5
0,76-0,83
Penicillium verrucosum
Ocratossine
17-20
0,81-0,83
Fusarium culmorum
DON e zearalenone
20-22
0,89
Fusarium graminearum
DON e zearalenone
20-22
0,89
Fusarium equiseti
Zearalenone
20-22
0,92
Fusarium sporotrichioides
Tossina T-2
20-22
0,88
Fusarium avenaceum
Moniliformina, fusarine
20-22
0,89
Fusarium moniliforme
Fumonisine, fusarine
20-22
0,87
Tricoteceni: ne fanno parte numerose tossine prodotte da specie del genere Fusarium, ritrovabili principalmente nei prodotti cerealicoli. Tra i più importanti vi sono il deossinivalenolo (DON) e il nivalenolo prodotti da F. graminearum e F. culmorum e la tossina T-2, prodotta principalmente da F. sporotrichioides. I tricoteceni sono responsabili di sindromi emetiche
(DON) e sindromi emorragiche (T-2) con forti diminuzioni delle produzioni zootecniche.
Fumonisine: la molecola più importante per diffusione è tossicità, soprattutto nella granella di mais e derivati, è la fumonisina B1 prodotta in campo da ceppi di F. verticillioides e F. proliferatum. Non sembrano dotate di tossicità acuta, ma sono
responsabili di ridotti accrescimenti ponderali dei capi allevati e, per continuate somministrazioni, di attività anche cancerogena e azione neurotossica.
Data l’elevata stabilità che caratterizza queste molecole, non sono ancora state individuate tecniche di detossificazione e risanamento efficaci ed economiche delle partite contaminate. Allo stato attuale, quindi, l’unica strategia di controllo risulta essere la prevenzione, con misure che devono essere attuate nel corso di tutta la filiera dalla produzione in campo alla lavorazione del prodotto.
Prevenzione in pre-raccolta
La strategia più efficace in pre-raccolta si fonda essenzialmente sull’applicazione di un’agrotecnica volta a sfavorire la colonizzazione delle specie fungine e la loro tossinogenesi.
Scelta ibrido e ciclo
Molto rilevante è l’effetto varietale sul contenuto in micotossine nella granella. Gli ibridi più tardivi (classe 600 e 700) presentano maggiori contaminazioni da zearalenone; al contrario, la presenza di fumonisine non risulta essere correlata con la
precocità dell’ibrido, ma è influenzata da altre caratteristiche varietali e in particolare con il peso ettolitrico della granella.
Epoca di semina
Le semine tardive (a partire dalla terza decade di aprile) sono più a rischio per maggiori contaminazione da fusarium-tossine, in particolare per ibridi a ciclo pieno (classe FAO 600). E’ quindi opportuno effettuare tempestivamente la semina nel
momento in cui si presentano buone condizioni climatiche e agronomiche .
Grafico 1. Effetto dell’epoca di semina sul contenuto in fumonisina B1
300
300
250
250
200
200
160
Fumonisina B1
Zearalenone
Zearalenone
120
Ocratoss ina A
Ocratossina
A
80
40
00
00
100
200
300
400
500
N kg/ha
kg/ha
Difesa dalla piralide
L’attività larvale della piralide favorisce la contaminazione della granella da parte di funghi produttori di fumonisina B1,
mentre la presenza di zearalenone non sembra essere influenzata dalla presenza del lepidottero.
Forti riduzioni dei tenori di contaminazione di fumonisine, dell’ordine del 90 %, sono possibili mediante il trattamento chimico di lotta al fitofago, effettuato, mediante macchine irroratrici munite di trampoli, 6/7 giorni dopo il picco di sfarfallamento della I generazione.
Epoca di raccolta
Le raccolte anticipate garantiscano un prodotto di sanità superiore, mentre, se la trebbiatura del campo viene ritardata nel corso della stagione
autunnale, la probabilità di un peggioramento della qualità igienico-sanitaria delle produzioni risulta assai elevato per gli ibridi tardivi (classe
600), con possibili incrementi del 50-90 % per zearalenone e fumonisine.
Altri aspetti
La precessione colturale e la concia del seme non sono risultati aspetti in
grado di influenzare in modo apprezzabile la contaminazione, così la tecnica irrigua; al contrario, un elevato livello di piante infestanti influenza
negativamente la sanità della granella per l’accentuazione degli stress alla
Spiga danneggiata dall’attività della piralide
pianta. Per i possibili stress nutrizionali e la più rilevante presenza di infestanti, la granella di mais da coltura biologica risulta presentare concentrazioni di micotossine simili o lievemente superiori a
quelle da coltivazioni convenzionali.
Prevenzione in post-raccolta
150
150
Raccolta e prestoccaggio
È importante che la raccolta e le operazioni successive siano effettuate in maniera
tempestiva in modo da poter essiccare rapidamente il cereale ed evitare di mantenere
per un lungo periodo condizioni molto favorevoli allo sviluppo dei patogeni fungini.
100
100
50
0
25/3
25/3
Grafico 2. Effetto concimazione azotata sul tenore in fumonisina B1, zearalenone e ocratossina A.
Valore indice
Valore
indice
28-10-2003
Fumonisina B1
Fumonisina
B1 (valore
(valoreindice)
indice)
Piegh micotossine del mais
9/4
9/4
24/4
24/4
9/5
24/5
24/5
Data
Data di
di semina
Densità di semina
Per ibridi a ciclo pieno, in ambienti fertili, sono preferibili investimenti alla semina contenuti (6,5 pt/m2) in quanto densità più
elevate (maggiori di 7.5 pt/m2) comportano condizioni microclimatiche più favorevoli ai funghi e tenori di tossine più elevati.
Concimazione azotata
Apporti di azoto di 200 kg/ha risultano essere la miglior soluzione per la sanità delle produzioni. Stress nutrizionali per carenze azotate comportano maggiori rischi di contaminazione da fumonisina; viceversa, i tenori di zearalenone, Don e ocratossina A tendono ad aumentare ad elevati apporti dell’elemento nutritivo.
Essiccazione
L’operazione deve garantire la conservazione della granella riducendo in modo
uniforme l’umidità al 13-14% così da impedire la proliferazione dei funghi tossigeni. È opportuno evitare sbalzi termici repentini che causano rotture dell’endosperma delle cariossidi.
Pulitura
Effettuata in fase di caricamento dell’essiccatoio e successivamente con ogni movimentazione dai silos di stoccaggio, la pulitura svolge un’azione preventiva, in
quanto permette l’allontanamento del prodotto facilmente alterabile (chicchi spezzati, farina, polvere) e l’abbattimento del contenuto di micotossine presenti in alte
concentrazioni nei chicchi ammuffiti o alterati dall’attività degli insetti.
Impianto di essiccazione e stoccaggio
15:17
Pagina 2
Zearalenone: è prodotto principalmente da ceppi di Fusarium graminearum e culmorum, agenti di fusariosi e marciume
della spiga dei cereali. È responsabile della comparsa negli allevamenti zootecnici di iperestrismo dei suini e di ipofertilità
dei bovini e delle specie aviarie.
Micotossine del mais
Prevenzione e controllo
Spiga ammuffita
Nell’ambito delle sostanze tossiche di origine microbica che possono pervenire all’uomo o agli animali allevati attraverso i prodotti destinati all’alimentazione, deve essere
rivolta un’attenzione particolare alle micotossine. Queste sostanze sono metaboliti
secondari prodotti da funghi parassiti delle piante o agenti di ammuffimento delle derrate alimentari, in grado, se ingeriti dagli animali allevati o dall’uomo, di dare a luogo a
patologie acute o croniche note come micotossicosi. I cereali, e in particolare il mais,
risultano essere tra i prodotti vegetali più soggetti alla contaminazione da parte di questi metaboliti.
La produzione di micotossine può avvenire sia nella fase di coltivazione, sia nelle operazioni successive alla raccolta, nel momento in cui si vadano a realizzare condizioni
favorevoli allo sviluppo fungino. I funghi tossigeni vengono quindi suddivisi in funghi
“di campo” (genere Fusarium, produttori di zearalenone, tricoteceni e fumonisine) e “di
magazzino” (generi Aspergillus e Penicillium, produttori di aflatossine ed ocratossine),
sulla base delle loro esigenze in contenuto di umidità del substrato (tabella 1).
In questa scheda sono riportate in sintesi alcune informazioni sulle principali micotossine e sui funghi produttori ed una serie di indicazioni, ottenute nel corso di una sperimentazione pluriennale finanziata dalla Regione Piemonte e iniziata nel 1996, utili per
contenere la presenza di questi metaboliti nella granella di mais.
Principali micotossine e funghi produttori
I generi di funghi che rivestono importanza micotossicologica sono: Aspergillus, Penicillium, Fusarium, Alternaria e
Claviceps. In realtà al momento sono stati individuati numerosi altri generi di funghi tossigeni e sono note oltre 300 micotossine: le più diffuse e preoccupanti tossine presenti nella granella di mais risultano essere le seguenti:
Aflatossine: prodotte da ceppi di Aspergillus flavus e A. parasiticus, si ritrovano nelle colture e nelle derrate di mais, arachidi, semi oleaginosi, frutta secca, caffè e spezie, prevalentemente da aree tropicali e sub-tropicali. Nei nostri ambienti A.
flavus e parasiticus sono molto comuni e agenti di ammuffimento delle granaglie specie in magazzino, essendo capaci di tollerare livelli bassi di umidità della granella (15-18 %). Le aflatossine più importanti dal punto di vista della diffusione e tossicità sono la B1 e la M1, quest’ultima presente nel latte e derivati per conversione metabolica in seguito all’assunzione della
B1 presente negli alimenti. Queste molecole sono essenzialmente epatossine, dotate di elevata attività genotossica.
Ocratossine: nei cereali sono prodotte da ceppi di Aspergillus ochraceus e Penicillium verrucosum. La più diffusa è l’ocratossina A che si ritrova nei cereali, legumi, caffè, vino, nonché in alcuni prodotti zootecnici (reni, fegato, carne). Le ocratossine causano disfunzioni renali con la comparsa di carcinomi, epatiti e sono caratterizzate da attività genotossica.
Tabella 1. Esigenze minime in fatto di umidità del substrato per lo sviluppo di funghi tossingeni, riportate come contenuto in acqua e come water
activity (aw) (Lacey, 1989; Ominski K.H. et al.,1994; Bottalico, 1999).
SPECIE FUNGINA
MICOTOSSINE PRODOTTE
% H2O
aw
Aspergillus flavus e parasiticus
Aflatossine
17,5-18,5
0,78-0,80
Aspergillus ochraceus
Ocratossine
15-15,5
0,76-0,83
Penicillium verrucosum
Ocratossine
17-20
0,81-0,83
Fusarium culmorum
DON e zearalenone
20-22
0,89
Fusarium graminearum
DON e zearalenone
20-22
0,89
Fusarium equiseti
Zearalenone
20-22
0,92
Fusarium sporotrichioides
Tossina T-2
20-22
0,88
Fusarium avenaceum
Moniliformina, fusarine
20-22
0,89
Fusarium moniliforme
Fumonisine, fusarine
20-22
0,87
Tricoteceni: ne fanno parte numerose tossine prodotte da specie del genere Fusarium, ritrovabili principalmente nei prodotti cerealicoli. Tra i più importanti vi sono il deossinivalenolo (DON) e il nivalenolo prodotti da F. graminearum e F. culmorum e la tossina T-2, prodotta principalmente da F. sporotrichioides. I tricoteceni sono responsabili di sindromi emetiche
(DON) e sindromi emorragiche (T-2) con forti diminuzioni delle produzioni zootecniche.
Fumonisine: la molecola più importante per diffusione è tossicità, soprattutto nella granella di mais e derivati, è la fumonisina B1 prodotta in campo da ceppi di F. verticillioides e F. proliferatum. Non sembrano dotate di tossicità acuta, ma sono
responsabili di ridotti accrescimenti ponderali dei capi allevati e, per continuate somministrazioni, di attività anche cancerogena e azione neurotossica.
Data l’elevata stabilità che caratterizza queste molecole, non sono ancora state individuate tecniche di detossificazione e risanamento efficaci ed economiche delle partite contaminate. Allo stato attuale, quindi, l’unica strategia di controllo risulta essere la prevenzione, con misure che devono essere attuate nel corso di tutta la filiera dalla produzione in campo alla lavorazione del prodotto.
Prevenzione in pre-raccolta
La strategia più efficace in pre-raccolta si fonda essenzialmente sull’applicazione di un’agrotecnica volta a sfavorire la colonizzazione delle specie fungine e la loro tossinogenesi.
Scelta ibrido e ciclo
Molto rilevante è l’effetto varietale sul contenuto in micotossine nella granella. Gli ibridi più tardivi (classe 600 e 700) presentano maggiori contaminazioni da zearalenone; al contrario, la presenza di fumonisine non risulta essere correlata con la
precocità dell’ibrido, ma è influenzata da altre caratteristiche varietali e in particolare con il peso ettolitrico della granella.
Epoca di semina
Le semine tardive (a partire dalla terza decade di aprile) sono più a rischio per maggiori contaminazione da fusarium-tossine, in particolare per ibridi a ciclo pieno (classe FAO 600). E’ quindi opportuno effettuare tempestivamente la semina nel
momento in cui si presentano buone condizioni climatiche e agronomiche .
Grafico 1. Effetto dell’epoca di semina sul contenuto in fumonisina B1
300
300
250
250
200
200
160
Fumonisina B1
Zearalenone
Zearalenone
120
Ocratoss ina A
Ocratossina
A
80
40
00
00
100
200
300
400
500
N kg/ha
kg/ha
Difesa dalla piralide
L’attività larvale della piralide favorisce la contaminazione della granella da parte di funghi produttori di fumonisina B1,
mentre la presenza di zearalenone non sembra essere influenzata dalla presenza del lepidottero.
Forti riduzioni dei tenori di contaminazione di fumonisine, dell’ordine del 90 %, sono possibili mediante il trattamento chimico di lotta al fitofago, effettuato, mediante macchine irroratrici munite di trampoli, 6/7 giorni dopo il picco di sfarfallamento della I generazione.
Epoca di raccolta
Le raccolte anticipate garantiscano un prodotto di sanità superiore, mentre, se la trebbiatura del campo viene ritardata nel corso della stagione
autunnale, la probabilità di un peggioramento della qualità igienico-sanitaria delle produzioni risulta assai elevato per gli ibridi tardivi (classe
600), con possibili incrementi del 50-90 % per zearalenone e fumonisine.
Altri aspetti
La precessione colturale e la concia del seme non sono risultati aspetti in
grado di influenzare in modo apprezzabile la contaminazione, così la tecnica irrigua; al contrario, un elevato livello di piante infestanti influenza
negativamente la sanità della granella per l’accentuazione degli stress alla
Spiga danneggiata dall’attività della piralide
pianta. Per i possibili stress nutrizionali e la più rilevante presenza di infestanti, la granella di mais da coltura biologica risulta presentare concentrazioni di micotossine simili o lievemente superiori a
quelle da coltivazioni convenzionali.
Prevenzione in post-raccolta
150
150
Raccolta e prestoccaggio
È importante che la raccolta e le operazioni successive siano effettuate in maniera
tempestiva in modo da poter essiccare rapidamente il cereale ed evitare di mantenere
per un lungo periodo condizioni molto favorevoli allo sviluppo dei patogeni fungini.
100
100
50
0
25/3
25/3
Grafico 2. Effetto concimazione azotata sul tenore in fumonisina B1, zearalenone e ocratossina A.
Valore indice
Valore
indice
28-10-2003
Fumonisina B1
Fumonisina
B1 (valore
(valoreindice)
indice)
Piegh micotossine del mais
9/4
9/4
24/4
24/4
9/5
24/5
24/5
Data
Data di
di semina
Densità di semina
Per ibridi a ciclo pieno, in ambienti fertili, sono preferibili investimenti alla semina contenuti (6,5 pt/m2) in quanto densità più
elevate (maggiori di 7.5 pt/m2) comportano condizioni microclimatiche più favorevoli ai funghi e tenori di tossine più elevati.
Concimazione azotata
Apporti di azoto di 200 kg/ha risultano essere la miglior soluzione per la sanità delle produzioni. Stress nutrizionali per carenze azotate comportano maggiori rischi di contaminazione da fumonisina; viceversa, i tenori di zearalenone, Don e ocratossina A tendono ad aumentare ad elevati apporti dell’elemento nutritivo.
Essiccazione
L’operazione deve garantire la conservazione della granella riducendo in modo
uniforme l’umidità al 13-14% così da impedire la proliferazione dei funghi tossigeni. È opportuno evitare sbalzi termici repentini che causano rotture dell’endosperma delle cariossidi.
Pulitura
Effettuata in fase di caricamento dell’essiccatoio e successivamente con ogni movimentazione dai silos di stoccaggio, la pulitura svolge un’azione preventiva, in
quanto permette l’allontanamento del prodotto facilmente alterabile (chicchi spezzati, farina, polvere) e l’abbattimento del contenuto di micotossine presenti in alte
concentrazioni nei chicchi ammuffiti o alterati dall’attività degli insetti.
Impianto di essiccazione e stoccaggio
Piegh micotossine del mais
28-10-2003
15:17
Pagina 1
Stoccaggio
Il processo di tossinogenesi, anche se limitato a zone del silo caratterizzate da un’umidità superiore, può risultare comunque intenso. E’ quindi fondamentale riuscire a: mantenere condizioni omogenee nella massa stoccata con basse umidità e
ridotta temperatura mediante la ventilazione forzata; avere un elevato livello igienico delle strutture; procedere al controllo degli insetti dannosi; operare un monitoraggio continuo.
Cosa fare
L’accresciuta concorrenza internazionale e l’imminente entrata in vigore di normative più restrittive richiedono uno sforzo
congiunto per elevare il livello qualitativo e gli aspetti igienico-sanitari del mais prodotto in regione. Le indicazioni fornite
sulle tecniche di coltivazione e sulle fasi di post raccolta devono essere urgentemente recepite nell’ambito di progetti di filiera
integrati in disciplinari HACCP. Tutti i soggetti devono essere coinvolti e responsabilizzati.
Tab. 4. Indicazioni italiane per i limiti massimi ammissibili di micotossine (dati espressi in ppb, ovvero (µg/kg s.s) (Circolare n. 10 del 9 giugno 1999).
Diffusione delle micotossine
Il livello di contaminazione è largamente dipendente dall’andamento climatico dell’annata e dalla località di coltivazione.
Andamenti umidi e piovosi nel corso della maturazione (agosto-ottobre) favoriscono la diffusione delle muffe e una maggiore presenza di tossine. A questo riguardo, sono risultate annate generalmente favorevoli il 1997 e il 2000, mentre il 1996
e il 2002 sono risultate problematiche (tab. 2). Gli areali pedemontani più umidi sono quelli che in Piemonte hanno presentato più acuto il problema delle micotossine.
Le fumonisine sono le micotossine riscontrate con maggiore frequenza nella granella di mais in tutte le annate, mentre la
presenza di zearalenone, Don e ocratossina A aumenta nelle annate con frequenti precipitazioni durante la maturazione. Le
aflatossine sono scarsamente prodotte nei nostri ambienti durante la fase di coltivazione.
Tab. 2. Percentuale di campioni di granella di mais positivi alla presenza di micotossine in funzione dell’annata.
Anno
Fumonisina B1
Zearalenone
Deossiniva-lenolo
Aflatossina B1
Ocratossina A
1996
-
100
100
-
-
1997
60
75.1
96.4
-
-
1998
100
84.5
1.5
1
-
2000
90
14.4
0
0
9.3
2001
95
9.2
10.4
6.3
2.1
2002
97.9
82.6
95.8
2.1
50.0
96-02
88,6
61,0
50.7
2.4
20.5
Prodotto
Alimenti per l’infanzia
Spezie
Caffè crudo
Caffè tostato e solubile
Cacao e derivati
Birra
Succhi di frutta
Carne suina e derivati
Cereali e derivati
Piante infusionali
Latte
Aflatossina
B1
Aflatossine
totali
Aflatossina
M1
Ocratossina
A
Zearaleno
ne
0,01
0,5
20
10
0,1
20
8
4
0,5
0,2
2
5
1
3
4
10
0,05
REGIONE
PIEMONTE
Micotossine del mais
Aspetti normativi
In materia di micotossine, l’Unione Europea ha emanato il regolamento CE n. 1525/98 ripreso e ampliato con il reg.
472/2002, che stabilisce i tenori massimi ammissibili di aflatossine e ocratossina A in diverse matrici alimentari (tab. 3).
Per quanto riguarda le metodologie di prelievo dei campioni e le tecniche di analisi da utilizzare, si fa riferimento alle direttive CE n. 53/98, 27/02 e 26/02. Con riferimento alle matrici alimentari e alle micotossine non previste dai regolamenti
comunitari, il Consiglio Superiore di Sanità italiano ha stabilito nella Circolare n. 10 del 9/6/1999 del Ministero della Sanità
dei valori massimi ammissibili, indicandoli come “valori guida” per le autorità preposte al controllo ufficiale dei prodotti
alimentari (tab. 4). Nei prossimi anni nuovi e più restrittivi limiti saranno imposti sui cereali, tali da poter dar luogo a problemi nella commercializzazioni delle partite di granella nelle annate più critiche.
Tab. 3 Livelli massimi di aflatossina e ocratossina attualmente in vigore nell’unione Europea (reg. CE 1525/98 e 472/02), dati espressi in ppb
(µg/kg s.s.).
Aflatossina (ppb)
B1
B1+B2+G1+G2
Ocratossina A
(ppb)
Arachidi, frutta in guscio, frutta secca e derivati
2
4
-
Arachidi destinate a cernita o a trattamenti fisici
8
15
-
Frutta in guscio e frutta secca destinata a cernita
5
10
-
Cereali e derivati (consumo diretto)
2
4
-
Cereali non lavorati
-
-
5
Prodotti derivati dai cereali
-
-
3
Frutti essiccati della vite
-
-
10
Prodotto
Prevenzione e controllo
Direzione Sviluppo dell’Agricoltura
Coordinamento editoriale: Teodora Trevisan
Coordinamento tecnico: Alberto Turletti
Conduzione della ricerca e testi:
Massimo Blandino e Amedeo Reyteri
Dipartimento di Agronomia, selvicoltura e gestione del territorio dell’Univeristà degli Studi di Torino
Hanno collaborato alla ricerca:
per gli aspetti agronomici:
Amedeo Reyneri, Massimo, Blandino, Francesca Vanara - Dipartimento Agroselviter, Università degli Studi di Torino
Carlo Ferrero, Luca Minelli - Aprocer Piemonte
Andrea Cavallero - Agripiemonte Cereali
per gli aspetti patologici:
Alberto Matta, Alexandra Lazzari - Di.Va.P.R.A. sez. Patologia, Università degli Studi di Torino
per gli aspetti entomologici:
Alberto Alma, Federico Lessio - Di.Va.P.R.A. sez. Entomologia, Università degli Studi di Torino
per gli aspetti agro-meteorologici:
Federico Spanna - Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Piemonte
per gli aspetti analitici:
Laura Bersani - Laboratorio chimico della C.C.I.A.A. di Torino
Fotografie: Archivio del Dipartimento di Agronomia, selvicoltura e gestione del territorio.
In copertina foto di Moreno Soster.
E’ vietata la riproduzione dei testi e dei materiali iconografici senza autorizzazione e citazione della fonte.
Ottobre 2003 - Tiratura 3000 copie. Pubblicazione in distribuzione gratuita.
Stampa: Ages Arti Grafiche - Torino
Supplemento al n. 37 di “Quaderni della Regione Piemonte - Agricoltura”.
Direttore responsabile: Roberto Salvio - Vice Direttore: Teodora Trevisan.
Redazione presso Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura - Corso Stati Uniti 21, 10123 Torino - Tel. 011/432.4320 - 011/432.4722
100
REGIONE
PIEMONTE
Micotossine del mais
Prevenzione e controllo
Piegh micotossine del mais
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Stoccaggio
Il processo di tossinogenesi, anche se limitato a zone del silo caratterizzate da un’umidità superiore, può risultare comunque intenso. E’ quindi fondamentale riuscire a: mantenere condizioni omogenee nella massa stoccata con basse umidità e
ridotta temperatura mediante la ventilazione forzata; avere un elevato livello igienico delle strutture; procedere al controllo degli insetti dannosi; operare un monitoraggio continuo.
Cosa fare
L’accresciuta concorrenza internazionale e l’imminente entrata in vigore di normative più restrittive richiedono uno sforzo
congiunto per elevare il livello qualitativo e gli aspetti igienico-sanitari del mais prodotto in regione. Le indicazioni fornite
sulle tecniche di coltivazione e sulle fasi di post raccolta devono essere urgentemente recepite nell’ambito di progetti di filiera
integrati in disciplinari HACCP. Tutti i soggetti devono essere coinvolti e responsabilizzati.
Tab. 4. Indicazioni italiane per i limiti massimi ammissibili di micotossine (dati espressi in ppb, ovvero (µg/kg s.s) (Circolare n. 10 del 9 giugno 1999).
Diffusione delle micotossine
Il livello di contaminazione è largamente dipendente dall’andamento climatico dell’annata e dalla località di coltivazione.
Andamenti umidi e piovosi nel corso della maturazione (agosto-ottobre) favoriscono la diffusione delle muffe e una maggiore presenza di tossine. A questo riguardo, sono risultate annate generalmente favorevoli il 1997 e il 2000, mentre il 1996
e il 2002 sono risultate problematiche (tab. 2). Gli areali pedemontani più umidi sono quelli che in Piemonte hanno presentato più acuto il problema delle micotossine.
Le fumonisine sono le micotossine riscontrate con maggiore frequenza nella granella di mais in tutte le annate, mentre la
presenza di zearalenone, Don e ocratossina A aumenta nelle annate con frequenti precipitazioni durante la maturazione. Le
aflatossine sono scarsamente prodotte nei nostri ambienti durante la fase di coltivazione.
Tab. 2. Percentuale di campioni di granella di mais positivi alla presenza di micotossine in funzione dell’annata.
Anno
Fumonisina B1
Zearalenone
Deossiniva-lenolo
Aflatossina B1
Ocratossina A
1996
-
100
100
-
-
1997
60
75.1
96.4
-
-
1998
100
84.5
1.5
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-
2000
90
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0
0
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2001
95
9.2
10.4
6.3
2.1
2002
97.9
82.6
95.8
2.1
50.0
96-02
88,6
61,0
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2.4
20.5
Prodotto
Alimenti per l’infanzia
Spezie
Caffè crudo
Caffè tostato e solubile
Cacao e derivati
Birra
Succhi di frutta
Carne suina e derivati
Cereali e derivati
Piante infusionali
Latte
Aflatossina
B1
Aflatossine
totali
Aflatossina
M1
Ocratossina
A
Zearaleno
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0,5
20
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20
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0,2
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0,05
REGIONE
PIEMONTE
Micotossine del mais
Aspetti normativi
In materia di micotossine, l’Unione Europea ha emanato il regolamento CE n. 1525/98 ripreso e ampliato con il reg.
472/2002, che stabilisce i tenori massimi ammissibili di aflatossine e ocratossina A in diverse matrici alimentari (tab. 3).
Per quanto riguarda le metodologie di prelievo dei campioni e le tecniche di analisi da utilizzare, si fa riferimento alle direttive CE n. 53/98, 27/02 e 26/02. Con riferimento alle matrici alimentari e alle micotossine non previste dai regolamenti
comunitari, il Consiglio Superiore di Sanità italiano ha stabilito nella Circolare n. 10 del 9/6/1999 del Ministero della Sanità
dei valori massimi ammissibili, indicandoli come “valori guida” per le autorità preposte al controllo ufficiale dei prodotti
alimentari (tab. 4). Nei prossimi anni nuovi e più restrittivi limiti saranno imposti sui cereali, tali da poter dar luogo a problemi nella commercializzazioni delle partite di granella nelle annate più critiche.
Tab. 3 Livelli massimi di aflatossina e ocratossina attualmente in vigore nell’unione Europea (reg. CE 1525/98 e 472/02), dati espressi in ppb
(µg/kg s.s.).
Aflatossina (ppb)
B1
B1+B2+G1+G2
Ocratossina A
(ppb)
Arachidi, frutta in guscio, frutta secca e derivati
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Arachidi destinate a cernita o a trattamenti fisici
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Frutta in guscio e frutta secca destinata a cernita
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Cereali e derivati (consumo diretto)
2
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Cereali non lavorati
-
-
5
Prodotti derivati dai cereali
-
-
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Frutti essiccati della vite
-
-
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Prodotto
Prevenzione e controllo
Direzione Sviluppo dell’Agricoltura
Coordinamento editoriale: Teodora Trevisan
Coordinamento tecnico: Alberto Turletti
Conduzione della ricerca e testi:
Massimo Blandino e Amedeo Reyteri
Dipartimento di Agronomia, selvicoltura e gestione del territorio dell’Univeristà degli Studi di Torino
Hanno collaborato alla ricerca:
per gli aspetti agronomici:
Amedeo Reyneri, Massimo, Blandino, Francesca Vanara - Dipartimento Agroselviter, Università degli Studi di Torino
Carlo Ferrero, Luca Minelli - Aprocer Piemonte
Andrea Cavallero - Agripiemonte Cereali
per gli aspetti patologici:
Alberto Matta, Alexandra Lazzari - Di.Va.P.R.A. sez. Patologia, Università degli Studi di Torino
per gli aspetti entomologici:
Alberto Alma, Federico Lessio - Di.Va.P.R.A. sez. Entomologia, Università degli Studi di Torino
per gli aspetti agro-meteorologici:
Federico Spanna - Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Piemonte
per gli aspetti analitici:
Laura Bersani - Laboratorio chimico della C.C.I.A.A. di Torino
Fotografie: Archivio del Dipartimento di Agronomia, selvicoltura e gestione del territorio.
In copertina foto di Moreno Soster.
E’ vietata la riproduzione dei testi e dei materiali iconografici senza autorizzazione e citazione della fonte.
Ottobre 2003 - Tiratura 3000 copie. Pubblicazione in distribuzione gratuita.
Stampa: Ages Arti Grafiche - Torino
Supplemento al n. 37 di “Quaderni della Regione Piemonte - Agricoltura”.
Direttore responsabile: Roberto Salvio - Vice Direttore: Teodora Trevisan.
Redazione presso Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura - Corso Stati Uniti 21, 10123 Torino - Tel. 011/432.4320 - 011/432.4722
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REGIONE
PIEMONTE
Micotossine del mais
Prevenzione e controllo
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micotossine nel mais