[PRIMIZIE] DI GIUSI GALIMBERTI L i incontriamo in un’aula magna, tra cattedratici e scienziati. Si presenta il loro ultimo progetto: Evoluti per caso - Sulla rotta di Darwin. Per Syusy Blady e Patrizio Roversi “per caso” è più di un modo di dire. L’espressione è legata, forse per scaramanzia, alla loro trasmissione di maggior successo, Turisti per caso, reportage da tutto il mondo il cui titolo è stato (solo... per caso) tratto dal film con William Hurt (Turista per caso, 1988). La “Per caso” è una società, un team che da anni li segue nelle loro ironiche spedizioni. Le ultime anche in barca: Velisti per caso è l’ultima trasmissione del duo e Adriatica il nome dello yacht di cui Patrizio è ammiraglio… per caso. Lui, uomo della Bassa padana (mantovano di Pegognaga), ammette che di nautica capisce poco, anche se sogna di solcare i mari e colleziona riviste di vela. «Adriatica sarà il Beagle», spiega Syusy, «il brigantino con cui Charles Darwin, con il capitano e cartografo Fitz Roy, circumnavigò l’America del Sud. Ci mise 5 anni. La nostra barca - scuola - laboratorio - studio tv impie- VIAGGI & ASSAGGI La coppia Syusy Blady e Patrizio Roversi torna in Tv “ ” Li vedi qui, in giacca e cravatta, e sembrano persone normali. Mentre dissotterrano un osso di dinosauro sembrano Indiana Jones 130 GENNAIO 2007 CLUB3 gherà 6 mesi. Ha preso il largo a dicembre dalle Galapagos, a maggio sarà in Brasile». Il progetto prevede la collaborazione di otto università italiane. Qual è l’intento? «Darwin è stato un personaggio discusso ma grande», continua Syusy: «La sua teoria sull’evoluzione ha posto le basi della geologia, dell’antropologia, della storia naturale. Con gli studenti e i loro professori, che saranno con noi a bordo e nelle tappe a terra, cercheremo di trasportare nell’attualità i suoi studi. L’idea è di metterci nei panni dello scienziato per capire a quali ricerche si dedicherebbe se fosse vivo oggi. Faremo poi delle riflessioni sull’evoluzione dell’uomo. Ci sarà un’evoluzione? E se ci sarà, qual è il nostro destino?». Non sembrano parole ottimiste... «Lo ammetto, sto con i catastrofisti», con- “di moda” che erano tre volte più grosse delle altre e producevano tre volte più miele. Lui perseverò con le sue apine. Dopo due anni le apone morirono tutte, non riuscivano ad adattarsi al clima. Risultato: gli altri apicoltori, dopo averlo deriso, tornarono a chiedergli di vender loro almeno una regina…». La biodiversità alimentare, quindi. «Meglio di noi può spiegare il lungo viaggio gastronomico dei nostri libri Martino Ragusa, che è autore insieme con noi e vero protagonista. Turisti per cibo è un epistolario: lui girava l’Italia, soprattutto a piedi, e ci raccontava le storie dei prodotti tipici che andava scoprendo, noi gli narravamo le curiosità culinarie incontrate in giro per il mondo». Vi è capitato di assaggiare piatti strani? «Viaggiando, Syusy e io abbiamo assaggia- e in libreria con reportage scientifici e gastronomici clude Siusy. «Commettiamo un mare di errori e sembriamo non rendercene conto. Patrizio e io abbiamo una bimba di 12 anni, Zoe: forse per questo pensiamo molto al futuro». Il vostro programma sembra un reality con scienziati come protagonisti... «Ci piace pensare di creare nuovi modelli», spiega Patrizio. «Ho visto gli studiosi sul campo e penso che si divertano. Li vedi qui, in giacca e cravatta, e sembrano persone normali, ma mentre dissotterrano un osso di dinosauro (una puntata sarà dedicata al cimitero dei rettili preistorici in Patagonia, n. d. r) sembrano Indiana Jones. È ciò che voglio mostrare ai giovani. Magari qualcuno deciderà di iscriversi a una facoltà scientifica piuttosto che diventare calciatore o velina». È in libreria Turisti per cibo, secondo libro di gastronomia dopo Golosi per caso. «Sembra incredibile ma un goloso come me è riuscito a fare riflessioni sull’evoluzione persino in cucina», dice Patrizio. «A volte corriamo nella direzione di quello che ci sembra progresso, per scoprire che i popoli “arretrati”, stanno meglio di noi. C’è un episodio che mi piace raccontare. Con Slow Food presi parte all’assegnazione di premi ad agricoltori e coltivatori che avevano preservato antiche tecniche. C’era un apicoltore turco. Sulle sue montagne erano arrivate delle api to di tutto, dalla vipera alla birra sudafricana delle township. Ma assaggiare aiuta a conoscere un Paese. Mangiando, visitando i mercati e le cucine, capisci molto del clima, della situazione economica, dei rapporti sociali, della tradizione e delle dominazioni subìte. Sono accusato di essere un mangione ma la mia è una forma d’indagine…». Ma quale cucina preferisce? «Mi piace quella orientale. Tra l’altro, credo che se mangiassi più spesso pesce crudo sarei magrolino… In realtà, sono un tossicodipendente da farinacei. Sono, non dico un signore, ma uno frequentabile fino a che non mi mettono davanti un piatto di spaghetti o una pizza. Allora divento una bestia». 왎 Qui sopra: Syusy Blady con le tartarughe delle Galapagos. A sinistra: Patrizio Roversi a bordo dell’“Adriatica” CLUB3 131 GENNAIO 2007