NON SI SA COME MAN WEISS NICHT WIE Scritto da Administrator NoN si sa come maN weiß Nicht wie stefan Zweig traduce Luigi Pirandello a cura di Fausto De michele Per la concessione dei diritti di Man weiß nicht wie di S. Zweig si ringrazia il Fischer Verlag, Proprietà Letteraria Riservata. Per il carteggio si ringrazia Sonja Dobbins e il Lindi Preuss Verlag, Proprietà Letteraria Riservata. Pubblicato con il contributo di © 2012 Bibliotheca Aretina, Roma isbn 9788890573897 www.bibliothecaaretina.it [email protected] Realizzazione editoriale: Luisa Giannandrea In copertina, Liebesakt di Egon Schiele (1915), Leopold Museum, Wien 1/3 NON SI SA COME MAN WEISS NICHT WIE Scritto da Administrator Carteggio Luigi Pirandello Stefan Zweig PREFAZIONE Luigi Pirandello, il grande siciliano europeo, appartiene a una famiglia garibaldina e per questo, già dalla sua infanzia, ha un’immagine estremamente negativa dell’Austria, la nazione che per tanto tempo ha ostacolato l’unità d’Italia. Si capisce quindi perché da Bonn, dove risiede per motivi di studio, nell’ottobre del 1890 scriva alla sua famiglia una lettera di questo tenore: «Se avessi centomila anime non potrei odiarla più di quanto l’odio e l’odio mio è radicato nella storia»1. Tuttavia, per la ricezione di Pirandello nei paesi di lingua tedesca, è paradossalmente la tanto odiata Austria la nazione che giocherà un ruolo di centrale importanza, soprattutto quando il teatro pirandelliano non sarà più di moda in Germania, dopo il fiasco di Questa sera si recita a soggetto (Berlino 1930) e il divieto imposto dai nazisti di rappresentare i drammi pirandelliani perché tradotti per lo più da ebrei. Max Reinhardt mette in scena Pirandello sul suo palcoscenico del Theater in der Josefstadt e l’intellettuale fin de siècle Stefan Zweig si mette a disposizione per tradurre nel 1935 Non si sa come (Man weiß nicht wie), uno degli ultimi drammi del premio Nobel siciliano. L’incontro tra l’ebreo europeo Zweig, cresciuto come intellettuale a Vienna – la stessa metropoli mitteleuropea in cui sono state sviluppate le teorie di Freud – e il poco freudiano dramma di Pirandello, che pur si confronta con l’inconscio (in un testo pensato nella sua prima per l’interpretazione di un altro grande austriaco, l’attore Alexander Moissi), è sicuramente uno degli esempi più affascinanti di traduzione. Il testo di Zweig, più che una mera trasposizione da una lingua a un’altra, diventa un caso esemplare di negoziazione culturale alla luce delle più recenti teorie della traduzione. Pirandello in quel momento si era già trasformato da italiano nazionalista a cittadino del mondo e europeo, proprio come Zweig. Una qualità squisitamente siciliana resta però presente nella sua opera. In una delle sue novelle egli 2/3 NON SI SA COME MAN WEISS NICHT WIE Scritto da Administrator 1 L. Pirandello, Lettere da Bonn 1889-1891, a cura di E. Providenti, Bulzoni, Roma 1984, p. 152. prefazione la definisce una costrizione involontaria, una caratteristica che contraddistingue i suoi corregionali che «affondano nel loro spasimo, a scavarlo fino in fondo, la saettella di trapano del loro raziocinio […]. Non per una fredda esercitazione mentale, ma anzi al contrario, per acquistare, più profonda e intera, la coscienza del loro dolore»2. È grazie a Fausto De Michele, il curatore di questa pubblicazione, se questo incontro e questa «negoziazione conflittiva» di due modi diversi di pensare sono stati resi evidenti e comprensibili con la pubblicazione e l’analisi della traduzione di Zweig, quasi come se questa fosse una sorta di parabola esemplare per la cultura europea all’inizio di questo XXI secolo. Qui si vede bene, infatti, come ciò che conta non sia la cultura dell’uniformazione, quanto piuttosto la negoziazione di contraddizioni di modi di pensare paralleli, eppure divergenti, proprio nel modo in cui, quasi ottanta anni fa, Stefan Zweig e Luigi Pirandello hanno mostrato con grande anticipo. Michael Rössner Ludwig-Maximilians-Universität München 3/3