"materiali" -Dipanimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Detailed chemical composition of the last 70 years snow depositions at Talos Dome (Antarctica) R. Udisti1*,S. Vernriglf, E. Castellano2, R. Traversf, o. Largiuni2& G. Piccardf ofChemistry-University 2Dep. ofPublic HealthIDep. and Environmental Analytical ofCalabria Chemistry.University ofFlorence *Correspondence address:Analytical ChemistrySection.University ofFlorence.ViaG. Capponi.9 -50/2/ Florence Italy. E-mail: Udisti@cesit/.unijì.it Within the International Trans-Antarctic Scientific Expedition (ITASE) Program, in the 1996/97Antarctic Campaign,a 90 m depthice core was drilled at Talos Dome (159006' E ; 720 48' S -2340 m a.s.l.). The ice core was sub-sampledwith a meanresolution of 3.2 cm and the first 12 meters(373 samples)were analyzedby ion chromatography (inorganicanions:F, Cf, Br-, NO - PO 3- SO 2. C 2+ .. N + Nu+ K + M 2+ 3, 4 e 4; catlons: a, ~~, , g e a ; some organlc anlons: acetate, propionate,formate, MSA and pyruvate)and spectrofluorimetricflow analysis(H2O2,HCHO and AI3+). About the last component,a new spectrofluorimetricmethodwas used which is able to measurethe "available" fraction of aluminiumat a chosenpH. The samplewas adjustedto pH = 2 for a day, so that the availablefraction correspondto the solublespecies,probablytransportedby the finest aerosolparticles. The snow layer dating was performed by a multiparametricmethod based on the cyclic variation of three seasonalmarkers:H2O2(photochemicalindicator), MSA e nssS042-(bioge~ic markers). AlI these substancesshow summermaximaand winter minima concentrationvalues. Unlike that observed at coastal stations located in Northern Victoria Land, the H2O2 concentration/depthprofile at Talos Domedid not give a reliable seasonalsignal, probablydue to the lower annual snow accumulationrate. On the basis of the dating, 68 :t4 annual peakswere found, with a uncertainty of 6%. The 67 years of snow accumulationafe related to the period 1930 -1996 (enclosed),memorizedin Il.81 metersof ice core. The annualmean accumulation rate was estimatedas 17.6 cm of snow. By consideringa mean density of 0.48 g/cm2,it was possible to calculate a mass equivalent accumulationrate of 84.5 kg/cm2(84.5 mm of H2O equivalent). The chemicalcompositioncharacterisesTalos Dome suchas an intermediatestation between coastaland plateauareas.The good correlationbetweenthe seaspraycomponents,in spite of the high altitude and the distancefrom the sea(about300 km) is typical of the coastalstations,while the relatively low snow accumulationrate, like to the plateaustations,emphasisesglobal events, 45 such as volcanic explosive eruptions (Pinatubo, 1991 and Agung, 1963) and, with less evidence, El Nino signals. The concentration/depth profiles of Na+, Cl- and Mg2+ show a variability of the sea spray source, or of their transport processes,very higher than that observed at Dome C, with higher concentration values. On the other hand, the sea spray seasonal pattem seernsto be more clear with respect to Northem Victoria Land coastal stations, with high sea spray content in the winter snow deposition. The sulphur cycle compounds show a predominance of nssS042-(biogenic and, occasionally, volcanic) with respect to sea spray sulphate. About the biogenic contribution, the summer peaks of MSA and nssS042- afe in-phase. By using MSA such as a specific biogenic marker, a value of about 2.7 (w/w) was calculated far the ratio nssS042-/ MSA. Such value indicates the partition ratio far these compounds coming from oxidative processes in the atmosphere of their common precursor DMS. Among the other analysed components, Ca2+ shows particularly high concentrations (mean value = 87.5 :t 145.5 ppb) both in absolute and in ratio with the other cations, such as Ca2+is the most abundant cation in some snow 1ayers.Values higher than 300 ppb (with a maximum of 1400 ppb) afe not occasionai and the data dispersion a1sois rather high. Such concentration va1uesafe very higher than those measured both at Dome C and in the Northem Victoria Land coasta1 stations. Further analyses afe necessary to exc1ude any contamination effect and to characterise the phenomenon that, if confirrned, constitutes an interesting anornaly in the distribution of Ca2+ in the snow depositions of coastal or p1ateauareas. Fina11y,the nitrate shows a seasona1pattem, with surnrnermaxima, sharper than that observed in the Northem Victoria Land coasta1stations and at Dome C. Un1ike that observed in this 1ast station, characterized by very 10w snow accumu1ationrates, nitrate profile do not present at Talos Dome any evident post-depositional effects, such as the decrease of the concentration with depth due to chemica1 transformation or re-emission iuta the atmosphere. 46 "materiali" Università -Dipartimento di Geografia di Padova -n° 21/1999 Attività Geodetica lungo la Traversa IT ASE S. Gandolfi 1, S. Urbini2 , M. Frezzottti.J, L. Vittuari' & O. Flora 4 'DISTAR7: VialeRisorgimento2. 40136Bologna 2Dip. Scienzedella Terra. ViaS. BenedettoXV 5. 16132Genova 3ENEA,Dip. Ambiente.PO Box 2400. RomaAD 4Dip. ScienzeGeologiche.Ambientalie Marine. VE. Weiss6.34100 Trieste Durantela XIV Spedizioneitaliana in Antartide è statarealizzatala prima traversadi carattere scientifico totalmente italiana. Tale traversa inserita nell' ambito del progetto ITASE (InternationalTrans-AntarcticScientific Expedition)è consistitanella raccolta di campionie dati di varia natura al fine di sviluppareun mappaad alta risoluzionedel clima, dell' atmosferae delle condizioni superficiali negli ultimi 100-200anni tra la Stazioneitaliana di Baia Terra Nova e la StazioneConcordiasita a DomeC. La traversa,di carattereglaciologicoha comunquepermessodi effettuarediversi rilievi anche di caratteregeofisico e geodeticotali da permetteredi migliorare la conoscenzadell' area sopra indicatache fino ad oggi potevaritenersiinesplorata. Le attività geodetichehanno coperto un'ampio spettro di applicazioni, non solo per finalità puramentegeodetiche,maanchea supportodi attività glaciologichee geofisiche. Per le particolari condizioni operative e per la particolare spedizioneda dovere affrontare, l'attività geodeticaha interessatoesclusivamentesistemi di posizionamentosatellitare GPS. Al fine di ottenere i migliori risultati sono stati utilizzati 5 ricevitori GPS geodetici a doppia frequenzadi cui tre disponibili per le varie applicazionial seguitodella traversae due localizzati in corrispondenzadelle stazioni di partenza(Baia Terra Nova) ed arrivo (Dome C) posti in acquisizionecontinua per l'intero periododella traversa. Entrando più nel dettaglio, per quanto riguarda il rilievo in modalità cinematica e/o differenziale, tale tipo di rilievo è stato effettuato utilizzando due ricevitori posti, medianteun particolare adattatore su uno dei mezzi mobili ad una distanza di circa un metro al fine di aumentarela ridondanzae quindi avere un controllo sull' accuratezzadelle misure. A tale scopo, sono state inoltre utilizzate, come stazioni di riferimento, le due stazioni di Baia Terra Nova e Dome C e l'intervallo di acquisizioneè stato impostoa 5 secondicompatibilmentealla memoria disponibile nei ricevitori. 47 Lo scopo di tali misure è quello di ottenere un profilo plano altimetrico che, nella globalità, sia contenuto all'interno di 1+ 1.5 metri, mentre nei tratti più vicini alle due stazioni di riferimento sia contenuto all'interno di 50+60 cm. Nella figura viene mostrato un piccolo tratto di circa 80 krn posto a confronto con un profilo altimetrico derivato da un grigiiato regolare di l km generato mediantealtimetria da satellitee gentilmenteresodisponibileda FredriqueRémydi Tolosa. Perquantoriguardala misura di piccole reti per il controllo delle deforrnazionisuperficiali in corrispondenzaai siti di perforazione,sono state materializzate,mediantel'utilizzo di tubi in alluminio, e misurateper la prima volta 7 reti di tre vertici con la fonna di un triangolo equilatero con lato di 5 km. Per tale tipo di applicazionesono stati collocati, medianti appositiadattatori, i tre ricevitori disponibili sui tre pali al fine di potereffettuareun rilievo in modalità statica per un periodo di circa tre ore al fine di raggiungereprecisioni relative dell'ordine centimetrico. Per avere inoltre infonnazioni sulla posizioneassolutadella rete, uno dei vertici è stato tenuto in acquisizioneper 24/48 ore in modo da pennettereun buon posizionamentomediantel'utilizzo delle due stazioniGPS di riferimento TNB e DC. Al fine di determinareil bilancio della Calotta Antartica I. Whillans ha suggerito di utilizzare il metodo di "Coffe-Can" per misurare la variazione dello spessoredella Calotta di ghiaccio Antartica. Tale metodo si basa sulla comparazionedella componenteverticaledella velocità di un punto di riferimento ancoratoal di sotto della superficienevosae misuratocon sistemaGPS con i valori di decennalidi accumulo rilevati dall'analisidelle carotedi ghiaccio.Lungo il percorsodella traversasonostateeffettuate7 perforazioni con profonditàfra i 43 e i 52 m (densitàdel nevatoa fondo foro 650-760kg m2a-l), nei fori sono stati collocati dei cavetti di acciaio da 4 rnrn cementatia fondo foro con acquae neve.il cavetto cosìancoratoé statotesoe fIangiatoad un palo postoalla sommitàdel foro la cui sommitàè statamisuratacon sistemaGPS per almeno 24 h (trattasi di uno dei tre vertici della rete). Tale sistemapennettedi misurarel'altezzadi un puntodella superficienevosaeliminando i problemi connessicon la variabilità della densitàe dell'accumulonevoso.La ripetizione delle misure GPS e la valutazionedegli accumulidella neve attraversole analisi chimiche pennetterà nei prossimianni di rilevare per la prima volta in Antartide la variazionedi spessoredella calotta lungo una traversachecongiungel'areaperifericadella calotta (GPS2)con la sommità(DomeC). Per quanto riguarda le attività di supporto ai vari esperimenti,un ricevitore GPS è stato collocato in prossimitàdella antennaradar in modo tale da ricostruire la posizione dei rilievi utilizzando la base dei tempi come base comune, mentre per le attività gravimetriche e magnetometrichela posizionedei differenti rilievi è stataottenutacon lo stessoprocedimentoma utilizzando i ricevitori posti su un secondomezzo. Per quanto riguarda infine il problemadella navigazione,viste le distanze in gioco, è stato sufficiente utilizzare uno dei tre ricevitori GPSoltre che per acquisiredati anchein quella che è 48 nota come modalità in "PosizionamentoAssoluto in TempoReale" in grado di fornire precisioni di 50/100metri. 2000 "è' "- .o .o ca u .o "'<, :a ~ ' 0', .0 .0).o ~ '\ ~ ::: ijj ca ~~J'J~ ~ "9< ~ 1600 '?,."~<:"-f('~,~'J 'F,.I "" o ~ O' * 1200 Legenda Profilo in quota utilizzando la metodo/ogia GPS in modalità cinematica Profilo in quota utilizzando altimetria radar . O i' 20000 :, Distanza 40000 Progressiva 60000 (m) -, u, 80000 Confronto tra profilo altimetrico GPS in modalità cinematicae profilo derivato dal DTM sulla basedi dati di radar altimeter ERS1. 49 "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n" 21/1999 Temperatura, densità e accumulo nevoso lungo la traversa IT ASE Terra Nova-Dome C O. FIorai, M. Frezzotti2,S. Urbini3& S. Gandolfi4 J Dip. ScienzeGeologiche.Ambientalie Marine. VE. Weiss6.34100 Trieste 2 ENEA.Dip. Ambiente.PO Box2400. RomaAD 3 DISTAR1; VialeRisorgimento2.40136 Bologna 4 Dip. Scienzedella Terra. ViaS. BenedettoXV 5. 16132Genova n programma ITASE (lnternational TransAntarctic Scientific Expedition) della XN spedizioneItaliana in Antartide prevedevadi raccogliereinfonnazioni sulle condizioniclimaticoambientali della Calotta Est Antartica SettorePacifico attraversol'esecuzione di perforazioni, rilevamentigeofisici, morfologici e tennometricilungo una traversa(1300 km) che ha congiunto la stazionedi TerraNova conquella di Concordia. Lungo il percorsosono stateeffettuatesostedi più giorni al fine di effettuare perforazionie rilevamenti nei siti di: GPS1 (160°39.55'E 74°48.91'S),GPS2(157°30.01'E,74°38.65'S),31Dpt (155°57.57'E,74°01.52'S), M2 (151°16.16'E,74°48.27'S),Midpoint (145°49'E, 75°32'S), D2 (140037.48'E,75°37.33'S),D4 (135°49.89'E,75°35.79'S),D6 (129°48.53'E,75°26.85'S)e Dome C (123°18.75'E,75°07.33'S).In ognunodei 7 siti di sostasono stateeffettuatetre perforazioni, una principale con profonditàfra i 43 e i 52 m e due secondarieconprofondità compresefra gli 8 e i 28 m, mentrea DomeC è stataeffettuatauna perforazionedi 42 m vicino al caposaldo1000e 4 perforazioni da 18-20 m a 12.5 km di distanzada Station Concordia. La scelta dei siti di perforazionelungo la traversa è stataeffettuatain Italia sulla basedell'analisi di dati telerilevati (La Marca e Frezzotti, in questoConvegno)e localmentesulla basedella prospezionesnow-radar e GPS (Urbini et al., in questoConvegno). Nei fori di perforazionepiù profondi di 30 m sonostaterilevate le temperatureal, 3, 5,7, lO, 13, 15, 20, 25 e 30 metri dal piano di campagna,le misure sono stateeffettuate con una sonda multipla per misure di temperatura,compostada No. lO tennoresistenzedel tipo "Pt 100 ohm a O °C" inserite in un tubo in teflon lungo 30 m, le misure sono state effettuate alla fine delle perforazionied alla stabilizzazionedella temperaturadel pozzo (dopo 12-24h). La misura della temperaturaha pennessodi ricostruire un profilo della sua variazione con la profondità, e di determinare la temperaturaalla profondità di 15 m, valore ritenuto rappresentativodella temperaturamedia annuale del sito di perforazione(Morris e Vaughan, 1994). Durante le 50 perforazioni sono stati misurati i valori di densità del nevato, in modo da ottenere i profili di variazionedi questoparametroin funzione con la profondità.Inoltre ogni 5 km per un totale di 227 stazioniè statoprelevatoun campionedi neve con un carotiereper un metro di profondità. In totale sono stati raccolti 875 m di carote di nevee nevato per un volume di 25 m3 e 3500 kg di peso. L'analisi delle temperature a -15 m ha mostrato una apprezzabile correlazione lineare con la quota, con un buon coefficiente R20.986: T(OC)=-O.OlO8(Hm)-19.75°C con un decrementodi 1.08cCogni 100 m. Questogradienteè una funzione della quota, della distanzadal mare e delle differenti massed'aria presentisul plateau.A Terra Nova il gradiente termico sia in misure di radio sondaggio(Vitale e Tommasi, 1994)che in temperaturemisuratein perforazionia 10-15m è di circa 0.55-0.65cC ogni 100m, il gradientetermico sul plateaumostra una caratteristicaadiabatica(>0.9 cC x 100m)tipica di situazionicon bassorimescolamentodegli strati. I siti di Midpoint e D6 si discostanodalla curva in sensofreddo (Midpoint) e in sensocaldo (D6). Analogaanomaliasembraesserepresentenei profili di densità,in quanto i fattori dominanti nella diagenesidel nevato sono funzione delle condizioni ambientali del sito ed in particolare della temperatura.Le densità delle perforazioni da un metro (227 campioni) mostrano una diminuzione di circa il 15%andandodalla costaa DomeC, analogatendenza(-25% circa) mostra la densitàdel primo metrodelle perforazioni. Durante i primi 200 km del percorsosonostaterimisuratele paline (83) posizionatee misurate durante la traversa ITASE-PNRA Terra Nova -Talos Dome nel corso della xn spedizione (Frezzotti et al., 1998). I valori di accumulo/ablazionein corrispondenzadelle paline sono stati calcolati in acquaequivalentemoltiplicando la differenza di altezzadelle paline per la densità misurataad ogni palina con le perforazionida un metro. I valori di accumuloablazionemisurati in questa maniera mostrano un'alta variabilità confermataanche dalle misure di snow-radar (Urbini et al., in questoconvegno),con valori compresida 196 a -13 kg m-2a-l, con un valore medio di 90 kg m-2a-l. L'alta variabilità osservataè ipotizzataesserestrettamenteinfluenzatada fattori topografici locali e dall'intensitàdel ventocatabatico(Frezzottiet al., in questoconvegno). 5-1 ~ Perf. 598 49.0 52 1~6 Sito Quotam Distanza RossSeakrn Temp 15 m °C 77 177 MidPoint 1192 1776 2065 2308 2452 -32.7 -38.5 -41.8 -44.5 -47.8 D2 2611 GPSI GPS2 31D t M2 DC 244 338 460 Peri. lo m 43.6 48.0 49.5 44.5 -48.4 2792 3024 735 895 -50.5 -51.0 52.7 3232 1078 -55.0 42.3 43.0 Perf. 20 m 12.0 Il.4 16.2 12.0 30 m 8.0 8.07.4 8.07.0 26.0 12.5 12.5 4.2 12.3 12.3 18.0(Al 7) 18.0(E! 6) 20.0 (Dì O) 18.0(C] :?J- 8.5 9.0 9.0 Bibliografia FREZZOTfI M., FLORA O. & URBINI S. (1998) -The ltalian ITASE expeditionJrom Terra Nova to Talos Dome. Terra Antartica Reports, 2, 105-108. MORRIS E.M., & V AUGHAN D.G. (1994) -Snow surface temperatures in West Antarctica. Antarct. Sci. 6 (4),529-535. VITALE V. & TOMASI C. (1994) -A correction procedure Jor determining the vertical profiles oJ absolute humidity from the radiosounding measurementtaken in the Antarctic atmoshere. Conference proceedings Vol. 45, "ltalian Researchon Antarctic Atmosphere" Eds. M. Colacino, G. Giovanelli and L. Stefanutti, SIF, Bologna. "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Risultati preliminari sulla variazione dell 'accumulo nei siti diperforazione lungo la traversa IT ASE 1998/99 acquisiti tramite tecnica GPR (snow-radar) S. Urbinil, S. Gandolfi2,M. Frezzotti3,O. Flora4,F. Merlantil & I.E. Tabacco5 l 2 DISTARI: VialeRisorgimento2. 40136Bologna Dip. Scienzedella Terra. ViaS. BenedettoXV 5. 16132Genova 3 ENEA,Dip. Ambiente.PO Box2400. RomaAD 4Dip. ScienzeGeologiche.Ambientali e Marine, v: E. Weiss6.34100 Trieste 5Dip. Scienzedella Terra. Via Cicognara 7,20124 Milano La variazione spaziale su grande scala dell'accumulo in Antartide è un dato che riveste particolareimportanzanello studio del bilancio di massadella calotta. Durantela traversaITASE 1998/99cheha percorsoil transettocompresofra la baseitaliana di Baia Terra Nova e la stazionedi Dome Concordiasono stati registrati in totale circa 1700 km di profili GPR ad alta frequenzacon la finalità di risolvere la stratificazionerappresentativadei primi 10-20m di spessoredi nevato. Vengono presentati, in forma preliminare, i dati relativi alle registrazioni GPR acquisite contemporaneamente al rilievo delle reti di deformazionelocali (strain net)effettuate in ciascuna delle fermatedella traversalungo il transetto. I dati elaboratie posizionaticontecnicaGPS,mostranotendenzialmente una grandevariabilità dell'accumuloa scalalocale. I risultati, analizzati in tempo reale durante la traversa,hanno consentito di verificare, in funzione dell'andamèntostratigrafico risultante, il corretto posizionamentodella perforazione principale (circa 50 m) ed inoltre di determinarela localizzazionedei siti destinati alle due perforazionia piccola profondità (10m) complementari. Il controllo della corrispondenzafra orizzonti riflettenti e livelli stratigrafici è stato realizzato mediante l'integrazione di misure di velocità di trasmissionedelle onde elettromagnetiche, effettuate in sito, e le stratigrafiefornite dalle perforazioni. 53 "materiali" .Dipartimento Università di Padova -n' di Geografia 21/1999 Morfologie eoliche lungo la traversa IT ASE Terra Nova -Dome C M. Frezzottil, S. Gandolfi2, S. Urbini3,M. Polizzil & O. Flora4 , ENEA. Dip. Ambiente.PO Box2400. RomaAD 2 DISTAR7: VialeRisorgimento2. 40136Bologna 3Dip. Scienzedella Terra. ViaS. BenedettoXV5. 16132 Genova4Dip. ScienzeGeologiche.Ambientalie Marine. v: E. Weiss6.34100 Trieste Le basse temperaturee il vento sono le maggiori caratteristicheclimatiche della calotta Antartica, dove i cristalli di neveche cadonosulla superficiedella calotta vengonorimodellati e trasportati dal vento come delle particelle eoliche. Diversi tipi di morfologie eoliche, come sastrugi,dune di neve e wind crost sono presentisulla superficiedella calotta antartica,la loro frequenza e distribuzione è il risultato dell'interazionefra il vento e le caratteristichedella superficie della calotta. il trasportodella neve e l'erosionedella superficie glaciale da parte del vento cambia la morfologia della superficie,che a suavolta modifica il campo del vento stesso, questo fenomenoè un costanteprocessodi interazionefra l'atmosferae la criosfera. Questi processimorfologici avvengonoa scalada decimetrica(sastrugi)a chilometrica(dune). I processi di ridistribuzione della neve da parte del vento rendonola valutazionedell'accumulonevoso più difficile, soprattuttonelle areedovele precipitazioninevosesono inferiori ai 200 kg m2 a-l e sono presentiforti e persistentiventi catabactici. Durante il programmaITASE (IntemationalTransAntarcticScientific Expedition) della XIV spedizione Italiana in Antartide sono state raccolte informazioni sulle condizioni climaticoambientali della Calotta Est Antartica SettorePacifico attraversol'esecuzione di perforazioni, rilevamentigeofisici, morfologici e termometricilungo una traversa(1300 km) che ha congiunto la stazionedi TerraNova conquella di Concordia. Lungo la traversa,ogni 5 km per un totale di 227 stazioni,sono staterilevate la distribuzione spaziale,la dimensionee l'orientamentodelle morfologie eoliche (sastrugi,dune, wind crost). Le morfologie osservatesonostatedescrittee classificatein baseal sistemapropostoda Fujwara & Endo (1971) e utilizzato durate le traverse delle spedizioni Giapponesied Australiane. La direzione delle morfologie è statarilevata misurandol'angolo fra la direzione del percorsodella traversa,fornito dal sistemadi navigazioneGPS,e quello delle morfologierilevato con la bussola. Date le dimensioni continentali i dati rilevati puntualmentelungo le traverse sono stati integrati a scala regionale medianteanalisi ed elaborazionedi immagini e dati telerilevati da~ 54 satellite. In particolaresono stateanalizzatele immaginida satellite LandsatTM che eranostate registratenel 1990per l'individuazionedelle areecon crepaccilungo il percorsodella traversa.Le irnrnaginiLandsatTM hannouna risoluzione al suolo di 28.5x28.5m e possonoessereutilizzate per cartografarele macro-morfologieeoliche fino a scala 1:100.000(Frezzotti, 1997). L'analisi delle immagini integrata con i rilevamenti delle morfologie sul terreno ha pennesso un'osservazione sinotticadelle marco-morfologie(dune,campi di sastrugie di wind crost)lungo il percorso della traversa. In prossimità dell'ultimo sito di perforazioni lungo la traversa D6 (129°48.53'E,75°26.85'5)le irnrnaginida satellite,analizzatein Italia, avevanomessoin evidenza delle dune, al fine di definime la geometria di dettaglio e la loro genesi sono stati eseguiti rilevamentidi snow-radare GPSin un'areadi 50 km2. I dati telerilevati da satellite sono stati preprocessatiprima della spedizione per fornire informazioni per la selezionedei siti di perforazione,sui percorsidella traversae sulle possibili tipologie di macro-morfologie eoliche che potevano essere osservatelungo la traversa. il confronto fra il modello digitale del terreno, il modello digitale delle pendenzee la distribuzione delle macro-morfologie eoliche rilevate ha permessodi individuare alcune correlazioni fra tipologia di morfologia eolica e l'andamentotopografico. Bibliografia FREzzorn M. (1997) -Surface Wind Field of Victoria Land (Antarctica) from Survey of Aeolian Morphologic Features.Terra Antarctica Reports,1,43-45. FUJWARA,K. & ENDO Y. (1971) -Preliminary report ofglaciological studies.In: MurayamaM. (ed.), Report of the Japanesetraverse,Syowa-SouthPole 1968-69.Tokyo: Polar ResearchCentre,National ScienceMuseum,71-104. 55 "materiali" Università -Dipartimento di Geografia di Padova -n° 21/1999 Studio del settore pacifico della calotta antartica orientale mediante l'utilizzo di dati telerilevati F. La Marcai & M. Frezzotti2, JDip. Ingegneria Chimica,dei Materiali, delle Materie Prime e Metallurgia.Universitàdi RomaLa Sapienza.Via Eudossiana,18 Roma 2ENEA,Dip. Ambiente.PO Box 2400,RomaAD I dati raccolti tramite i rilevamentigeofisici e le perforazioniin neve/nevatolungo le traverse ITASE (InternationalTransAntarcticScientific Expedition)rappresentano l'unica opportunitàper conoscerele condizioni climatico/ambientalidegli ultimi 200 anni sulla calotta antartica. Questi dati però possonoesserescarsamenterappresentatividella situazioneregionalee delinearesolo una situazionelocale o particolare.Quindi datele dimensionicontinentalie le estremecondizioni climatiche dell'Antartide, i dati rilevati puntualmentelungo le traverse ITASE devono essere integrati a scala regionale medianteanalisi ed elaborazionedi immagini e dati telerilevati da satellite. Oltre all'interpolazionespaziale dei proxy data dell'accumulo nevoso (temperatura, dimensionedei granuli della neve,aree di ablazioneetc.), i dati telerilevati da satellite possono fornire informazioni per la selezionedei siti di perforazionee sui percorsi delle traverse. il sensoreA VHRR (AdvanceVery-High ResolutionRadiometer)montatoa bordo dei satelliti della NOAA con una risoluzionea terra di 1.1 km e con 5 bandespettralifra il visibile e l'infrarosso termico, rappresentail sensorepiù adatto,fra quelli disponibili, per le ricerchee la cartografiaa scalaregionale(1: 1.000.000)necessarialle attività di ITASE. Le caratteristichemorfologichee topografichedella calotta sono un altro fondamentaledato necessarioalla corretta sceltadei siti ed alla interpretazionedei dati provenientidalle perforazioni.Tali caratteristichepossonoessere desuntedal modello digitale del terreno (DTM) rilevato da sensoridi Radar Altimeter montati a bordo dei satelliti ERS1 e 2. Allo scopo di fornire questo tipo di supportoalle traverse ITASE-PNRA da Terra Nova a Talos Dome ed a Dome C sono stateanalizzatele immagini trasmessedai satelliti NOAA 12 e NOAA 14, acquisitetramite il sistemaHRPT alla BaseItaliana in Antartide di Baia Terra Nova durantele spedizioniX, XI, Xll, xm e XIV, (dal 1994-'95al 1998-'99).Le immagini sono state selezionatepreliminarmente in fase di acquisizione, in funzione della qualità, della regione geografica di interessee della copertura nuvolosa. L'intero set di dati è stato analizzato e selezionatocon particolareattenzionealla coperturanuvolosa.Si è formato così un archivio di 95~ 56 T(E)=' ln( immagini. In particolare, si è scelto di analizzare i dati acquisiti dai sensori A VHRR nella banda del visibile cb l (0,58 -0,68 flm), del vicino infrarosso cb 2 (0,72 -l,1O flm) e dell' infrarosso tennico cb 4 (10,3 -11,3 ~m) relativi all'area compresatra 650-800di latitudine Sud e 150_1750 di longitudine Est, per un'area di circa 2.000.000 di km2. Le immagini sono state georiferite medianteuna combinazionedi procedureTerascan,che utilizzano parametriorbitali specifici per ciascunsatellite, relativi a orbita, data e ora di acquisizione,e ulteriormentecorrette usando il databasedel BAS et al. (1993). La georeferenziazione è stataeffettuatarettificando le immagini in una proiezione cartograficaPolare Stereografica,adoperandouna matrice di trasformazione lineare con un errore quadraticomedio di 1-5 pixel. Sulla base dei criteri di selezionestabiliti sono state individuate 40 immagini "pulite", cioè con una scarsao assentecoperturanuvolosa sulla calotta. Mediante i valori di azimut e di elevazionesolare relativi alla data e ora di acquisizionedell'immagine, sono state ulteriormenteselezionate19 immagini, che garantissero valori uniformementedistribuiti di azimuted elevazionesolare. Per l'analisimorfologicae topograficaè statorealizzatoun modellodigitale del terreno (DTM) partendoda dati messia disposizioneda F. Remye altri (in stampa).Tali dati sono stati ricavati partendoda più di 30 milioni di forme d'onda rilevate dai dati di Radar Altimeter ERS-l e 2 in orbita geodetica,da cui sono stati analizzati i dati di altimetria, riportati in mappa a griglia regolare, con risoluzione di 1/30°. Questo DTM ha una precisionedell'ordine del metro sulla porzioneinterna della calotta orientaledell' Antartide, dove i gradientidi pendenzasono inferiori a 0,5%. Lungo la Catena TransAntartica e lungo la costa, dove pendenzesono fortemente discontinue,la traccia dell' altimetro risulta non continuaa causadi un effetto ombra sul segnale radar. Pertanto i dati alti metrici sono stati integrati con dati digitalizzati a partire da carte U.S.G.S.Antarctica a scala 1:250.000,creandoun DTM con risoluzione ad 1 km. Lo studio è stato condotto integrando i dati raccolti durante le traverse ITASE-PNRA con i dati relativi all'altitudine desunti dal modello digitale del terreno, alla radiazionenel campo dell' infrarosso termico, rilevata dal canalech 4 dei sensoriAVHRR, e all' albedo,desuntadai canali ch 1 e ch 2 dei sensori AVHRR. La misura dell'intensità della radiazione rilevata nella regione dell' infrarosso, opportunamentecalibrata mediante il confronto tra la temperaturadello spazio esterno,prossimaallo zero assoluto,e quella di un corpo nero standarda temperaturanota, è stataconvertita in temperaturadi brillanza (K) mediantela funzionedi Planck: C + 57 3 I.Y E dove: T temperatura corrispondente alla radianza E (K); E radianza misurata dal sensore (mW m2 sr cm-4 ); V numero d'onda centrale del canale (cm -l ); Cl, C 2 costantI. (C 1= l,l 9 lO659 x 10.5 I ') mW/m~srcm -4 ,C2= ,438833cm K). I dati così convertiti sono stati utilizzati per il confronto con i dati di temperaturamisurati alla profondità di 15 m disponibili perl'areae rappresentatividella temperaturamediaannualedel sito di perforazione.I punti geografici, individuati con proceduredi georeferenzzazione per mezzodi GPS, di cui si hannoa disposizionei valori di temperaturaa -15m sono stati suddivisi in diversi insiemi, in relazione sia alla posizione geografica sia alla campagna di rilevamento cui appartengono.In particolare,i dati relativi ai punti a disposizionesono stati correlati in basealla distanzacon l'Oceano Pacifico e con il Mare di Ross e in funzione dell'altitudine, ricavata dal DTM. I risultati ottenutihannomessoin evidenzache esistonosettori concaratteristichetermiche differenti (Adelie Land, GeorgeLand, TransAntarcticMountain, Dome C plateau).Dal confronto fra le temperaturemedieannuee i dati di temperaturadi brillanza telerilevati si è evidenziatauna apprezzabilecorrelazionelineare, con un buon coefficiente R2 variabile tra 0,90 e 0,98. Tale risultato è inoltre confermatodalla correlazionetra la temperaturadi brillanza ricavatadal ch 4 ed il DTM, il che ha consentito di operareuna zonazionedei dati in base ai gradienti termici verticali. L'analisi delle immagini da satellite AVHRR, Landsat TM e del DTM integrati con le osservazionieffettuatesul terreno(Frezzottiet al., in questoconvegno)ha permessodi rilevare la presenzadi ampie aree di wind crost grazie alla caratteristicafirma spettraledi questotipo di superficie glaciale, che presentavalori intermedinelle bandedel visibile (ch l) e dell'infrarosso vicino (ch 2) fra la rispostaspettraledella neve e quella del ghiaccio blu. Le firme spettrali nei canalich l, ch 2 e ch 4 relative alle zone di wind crost, di nevee di ghiaccio blu individuatesono state utilizzate per crearedelle classi predefinite al fine di operareuna classificazioneguidata, confrontandoi valori dei canali, in combinazioneopportunacombinati, e del DTM. Tale analisi ha permessodi effettuareuna prima classificazionedelle immagini A VHRR del SettorePacifico della Calotta individuandogli arealidi estensionedelle areein ablazione(blue ice e wind crost). Bibliografia BRITISH ANTARCTIC SURVEY (BAS), SCOTr POLAR RESEARCH INSTITUTE (SPRI) ANO WORLO CONSERVATION MONITORING CENTRE (WCMC) (1993) -Antarctic digital database user's guide and reference manual. Cambridge, Scientific Committee on Antarctic Research. RÉMY F., SHAEFFERP. & LEGRÉSYB. (in stampa) -Ice Flow Physical Processes derivedfrom ERSI highresolution map of Antarctica and Greenland ice sheet.Geophys. J. Int. 59 "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Reti di deformazioni superficiali di Talos Dome e Dome C: analisi e deformazioni. G. Bitelli I, A. Capral, M. Frezzotti2,S. Gandolfil, F. Mancinil, S. Urbini3& L. Vittuari I l DISTAR1; VialeRisorgimento2. 40136Bologna 2ENEA.Dip. Ambiente.PO Box2400. RomaADDip. Scienzedella Terra. ViaS. BenedettoXV 5. 16132Genova La conoscenzadelle defonnazioni superficiali delle aree di duomo costituisce elemento di primaria importanza per la definizione di modelli per la datazionedelle carote di ghiaccio prelevate nelle aree sopra indicate. Nell'ambito del progetto EPICA (EuropeanProject for Ice Core in Antarctica) nel 1995 è stata materializzatae misuratamediantemetodologiaGPS, una rete di 37 vertici per il controllo delle defonnazionisuperficiali. Tale rete, che si estendeattorno al sito di perforazionedi StationConcordia(Dome C: Lat 72°6'3".74 S, Long 123°20'52".10E, H 3236.735m rispetto all'ellissoide di riferimento WGS84)con un'estensionedi 50 krn, è stata realizzatasecondouno schemacostituito da 4 anelli circolari concentricidi rispettivamente3, 6, 12.5, 25 krn di raggio. Medianteuna ripetizione in anni successividella medesimarete è quindi possibile risalire alle velocità superficiali relative con precisionicentimetriche.Nel 1999è stata effettuata una ripetizione della medesimarete utilizzando le stessenonne procedurali. La possibilità di misurare l'altezza di ciascun vertice della rete rispetto alla superficie in anni differenti insieme alla densità del manto nevoso ha inoltre pennessodi valutare l'accumulo nevosoe la suavariabilità areale. Nell'ambito della traversaITASE da TNB a Talos Dome nel 1996è stato realizzatoun lavoro dalle stessecaratteristichenell'area di Talos Dome (Lat 72°48'2"0.37S, Long 159°5'50".74E, H 2321.958 m rispetto all'ellissoide di riferimento WGS84) dove però la rete monumentatae misurataè costituita da 9 vertici di cui uno al centroe 8 posti sui vertici di un ottagonoregolare. Tale rete, monumentatae misurataper la prima volta nel novembredel 1996è stata poi ripetuta nel dicembredel 1998. Nel presentelavoro vengonomostratele precisioniraggiuntecon tale metodologianonchéun confronto tra i risultati ottenuti nelle due campagnedi misurarelative ai due siti di indaginee le relative defonnazionisuperficialidelle aree. ~. """ '\~9 '\. ~ ""J] \. 1685000 I f,~(JOf)() / / / \\ / \\ I / l ()750()!) \ l 67004)U '\ \ A)o j.-.J.~ II :.::: ç. ~166000{) \ \ 16550(U) ! 6500\)1) lM5000 1&10000 49(}OO{) 4t)-'5()()(} 5000{)() 50.'i(}OO 51(J(J()() .'i 15000 EAST Figura l Schemadella rete di DameC 60 52()()()(} 52500{) 5JOOO(} 5350()4) "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Meteoriti antartiche: un bilancio di quattro spedizioni e programmi per il futuro L. Folco* & M. Mellini .corrispondenzaa: LF- MuseoNaziona/eAntartide.Siena;e-mai/:jo/[email protected] il PNRA ha svolto campagnedi ricerca di meteoritinelle spedizioni1990-91,1993-94,199596, 1997-1998.Una nuovacampagnaè in preparazioneper il 1999-2000. Nel corso delle quattro campagnesono state raccolte 430 meteoriti, la cui classificazioneè stata curata dalle UO afferenti al progetto (Padova,Roma, Siena),nonchèda alcuni laboratori europei. Alla data odierna, tutte le meteoriti sono stateclassificatee annunciatealla comunità scientifica internazionale sul Meteoritical Bullettin; le meteoriti sono attualmenteconservate, assiemea dati di rilievo, sezioni sottili e foto, pressoil MuseoNazionaledell' Antartide di Siena. Come atteso, i campioni sono per la massimaparte condriti ordinarie; tuttavia, sono stati trovati ancherari campioniquali tre condriti carboniose,tre acapulcoiti,due basaltieucritici, sette ureiliti. il lavoro di laboratorio si è poi rivolto allo studio di varie problematichedi petrogenesi del SistemaSolare. Oltre al vero e proprio lavoro di raccoltae studio delle meteoriti, sono stateeffettuateanche altre attività, quali fotointerpretazione,installazionee misura di una rete di deformazione,studio della topografia del basamentorocciosodi FrontierMountain, misura dei tassi di ablazionee del trasporto eolico, campionatura e studio di bande di polvere. Ovvero, la ricerca si è progressivamente estesaanchea varie altre tematiche. il programmaper il 1999prevede: -ritorno a Frontier Mountain perulteriore raccolta; -esplorazionepreliminaredi altre zonea ghiaccioblu del Priestley-Rennick; -campionaturasistematicadelle bandedi polvere; -raccolta di micrometeoritia DomeC; -sviluppo di tecnicheper la individuazionedi meteoritisepoltenel ghiaccio. 6.r- "materiali" -Dipar1imento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Shock and thermal metamorphism features in Antarctic ordinary chondrites recovered by 90/91 and 97/98 Italian expeditions to Frontier Mountain A. Maras, M. Macrì & F. Burragato Dipartimentodi Scienzedella Terra. Universitàdi Roma "La Sapienza".P.le A. Moro 5. Box 11.1-00185Roma. Italy Classifying Antarctic meteorites,recoveredby the ltalian expedition to Frontier Mountain, gave us the opportunity to inspect a significant number of ordinary chondrites and to verify changesin the morphologyand grain shapeof opaquephases(Fe,Ni metal and troilite), already observedby Afiattalab and Wasson(1980), betweenlow and high petrologictype. To increasethe statistical validity of the studywe also had the opportunityto inspectthe meteoritepolished-thinsectioncollection of the MuseumNationaledHistoire Naturelle in Paris. The aim of the presentstudyis to try to provide a generallyapplicable classification system and methodologyfar assigningany given ordinary chondrite to a certain petrologic type and shockstageby studyinga polishedsectionin reflectedlight microscopy. Our observationson secondaryvariationscan be summarizedasfollows: chondrulesbecomemorealteredwith increasingpetrologictype; chondrulesin low petrologic type chondritesafe surroundedby a halo of sulfides that can persist, in a few casesand far the largestchondrules,until petrologictype 5; dimensionsof chromitecrystalsincreasewith increasingthermalmetamorphism; troilite, kamaciteand chromite afe associatedin low petrologic type chondrites but tend to separatewith increasingdegreeof metamorphism; 5) troilite and kamacite lose their nodular shapeand assume,in high petrologic types, a granularanhedralshapewith largesize. Shock metamorphismproduces different types of mineralogical and structural variations (tertiary features).Fracturesafe importantindices of shock metamorphismin olivine, pyroxene and plagioclase,but St6ffler et al. (1991) proposea new classificationof progressivestagesof shockmetamorphismbasedon characteristicshockeffectsrecognizablein olivine. We bavetried to verify the connectionbetweenthe silicate-basedshockclassificationsystem (St6ffler et al., 1991)andthe iron-nickelmetalandtroilite basedschemeproposedby Bennettand McSween(1996) far L-chondritesusing the shockstagenotation of St6ffler et al. (1991). Webave examinedabout30 ordinary chondritesof petrologic types 3-6, with particular attentionto 62 those belongingto H and LL chemicalgroups.We bave testedour observationson 19 ordinary chondritesand found the following relations: ~: troilite and karnaciteafe alwaysmonocrystallineshowingtexturesrelatedto normal, slow cooling. ~: troilite becomes slightly fractured, displaced and deformed but yet monocrystalline; karnacite is monocrystalline although some samples show Neurnann lines that reflect deformational twinning parallel to trapezohedral(211) planes in karnacite (Dodd, 1981) and testify to the occurrenceof shockmetamorphismin thesechondrites. ~: troilite is twinned or roughly polycrystalline, karnaciteis mixed with martensite and taenite(that is plessitegeneratedtram decompositionof taenite),yet non-deformed. ~: in these shockstagesit is possibleto find metal-sulfidemelt drops and polymineralic melt veins, featuresthat indicatehigh-temperaturepartial melting(> 900°C,Wood (1967)). In 54, troilite is polycrystalline with 1200grain-boundaryintersectionsbetweencrystals, or "sheared" (polycrystalline troilite consisting of subgrains with elongate parallel grain boundaries), or "fizzed" (fine-grained mixture of FeNi metal and troilite), as defined by Bennettand Mc5ween (1996), and karnacitebegins to becomepolycrystalline.In 55 and 56 shock stagesalI of these featuresbecomemore rnarked:metal-sulfide melt drops and polymineralic melt veins increase, troilite is always polycrystalline, fizzed and sheared,plessite is present;and finally kamacite becomespolycrystalline with 1200grain-boundaryintersectionsbetweencrystals. It is not easyto rnarkthe boundarybetweentheseshockstagesas shockfeaturessimply becomemore abundantat the higher shockstages. Neverthelesswe emphasizethat the relatively srnallnumberof analyzedpolishedsectionsdoes not allow a rigorous statisticaltreatmentof the data until morechondritesbave beenclassified by the proposedmethod. References AFIATTALAB F. & W ASSONJ.T. (1980) -Composition of metal phases in ordinary chondrites: Implication regarding classification and metamorphism. Geochim. Cosmochim. Acta, 44, 431-446. BENNET M.E., 111& MCSWEEN H. Y, Jr (1996) -Shock features in iron-nickel metal and troilite of L-group ordinary chondrites. Meteoritics &. Planetary Science, 31, 255-264. DODD R. (1981) -Meteorites: a petrologic-chemical synthesis. Cambridge University Press,368 pp. FOLCO L. & BLAND P.A. (1994) -Meteorites from the 1990/91 EUROMET expedition to Frontier Mountain, Northem Victoria Land, Antarctica. Terra Antartica, I, 138-142. KEIL K. & FREDRIKSSONK. (1964) -The iron, magnesium, and calcium distribution in coexisting olivines and rhombic pyroxenes of chondrites. J. Geophys. Res, 69, 3487-3515. RUBIN A.E. (1990) -Kamacite and olivine in ordinary chondrites: Intergroup and intragroup relationships. Geochimica et Cosmochimica Acta, 54, 1217-1232. 63 64 STOFFLER D., KEIL K. & SCOTTE.R.D. (1991)-Shock metamorphismof ordinarychondrites.Geochimica et CosmochimicaActa, 55, 3845-3867. V AN SCHMUSW.R. & WOODI.A. (1967)-A chemical-petrologicclassificationfar chondritic meteorites. Geochimicaet CosmochimicaActa, 31,747-765.WOOD I.A. (1967) -Chondrites:Their metal1ic minerals, thermal histories, and parent planets. Icarus, 6, 149. A. "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 La trappola per meteoriti di Frontier Mountain (Terra Vittoria settentrionale): morfologia del basamento roccioso, flussi del ghiaccio e velocità di ablazione. Capra,M. Chiappini,L. Folco*, M. Frezzotti,M. Mellini & I. Tabacco *corrispondenzaa: LF- MuseoNaziona/eAntartide,Siena;e-mai/:fo/[email protected] Nel corso della XI e xm CampagnaPNRA sono state eseguite prospezioni radar con equipaggiamentoaviotrasportato,per definire la morfologia del basamentorocciosonella trappola per meteoriti di Frontier Mountain(FM). Le prospezionicopronoun'area di 35 x 15 km allungata in direzioneOSO-ENE,che attraversail nunatakdi FM lungo la direzionedel flusso regionaledel ghiaccio, dal plateau(a SO) fino a tutta l'area di ghiaccio blu (a NE). I dati forniscono quindi informazioni che si estendonodall' area di alimentazioneglaciale all'area di accumulo di meteoriti. In corrispondenzadel plateau,il basamentogiacea profondità maggiori di 1000 m sotto la superficie dei ghiacci. Nell'intorno di FM il basamentodiviene irregolare e risale. In particolare la base del nunatak rivolta verso il plateauha la forma di un fendente, allungato parallelamenteal flusso glacialeregionale.A valle di FM, al di sotto dell' area di ghiaccioblu, vi è una cresta di circa 7 km molto superficiale (meno di 200 m dalla superficie del ghiaccio), orientataortogonalmenteal flussoglacialeregionale. Dal 1993 al 1997 è stata misurata con metodo GPS statico una rete di deformazionedi 21 paline al fine di determinaredirezione e velocità dei flussi di ghiaccio, e i tassi di ablazione all'interno e all'esterno dell'area di ghiaccioblu. n flusso del ghiaccioè dominatoda movimenti orizzontali. Sul plateau,dove il basamentoè profondo, il ghiaccio segue il flusso regionale in direzione NE, a velocità superiorial m/a. Successivamente aggira il rilievo di FM che agisceda deflettore, per poi riversarsi nell'area di ghiaccio blu. Qui le velocità decresconoda pochi decimetri a pochi cm/a, e i tassi di ablazionesono in media di 9 cm/a. In particolare, il ramo di ghiaccio che entra nell'area di ghiaccio blu da sud è un flussocieco: sbattetra ciò che affiora e agisceda barriera,ed è completamenteerosodall'ablazione(i volumi annui stimati, in entrataed 6 6 3 eroso, sono rispettivamente2,4x1O e 2,lxlO m). Ulteriore evidenza di campagnadi questa collisione è fornita dalla deformazionedei livelli di tephrache affiorano nell'area di ghiccio blu: le loro giaciture passanoda indisturbate e suborizzontalia piegate e verticali avvicinandosi all'ostacolo. Per contro, il ramo che entra da nord transita nell'area di ablazione, per poi proseguirein direzioneENE, versoil ghiacciaioRennick. 65 In conclusione,topografiadel basamentoroccioso,andamentodelle bandedi polvere e flussi del ghiaccio spiegano la presenzadi un accumulo di meteoriti a FM. Il meccanismo di concentrazioneè quello operantein tutte le altre trappole antartiche,e non richiede nessuna spiegazionead-hoc:ovvero,erosionedi ghiaccioche ristagnacontro una barriera,sia essaemersa o sommersa.La superficie di erosionepresentacaratteristichetipiche di una superficie stabile; per esempio,la deriva glacialenell'area di ghiaccio blu avvienein tempi dell'ordine delle decine di migliaia di anni. Il vento,responsabiledella ablazione,agiscepoi da agentedi redistribuzione delle meteoritiall'interno della trappola. 66 M. "materiali" -Dipartimento Università di Padova -n' di Geografia 21/1999 Variabilità spaziale di componenti biogeochimiche nei sedimenti della piattaforma continentale del Mare di Ross Ravaioli, F. Giglio, M. Frignani, L. Langone & F. Ravaioli Istituto di GeologiaMarina del C.N.R.. Via Gobetti101.40129Bologna (Italy) Da tempoè statariconosciutal'estremavariabilità dei sedimentidella piattaformacontinentale del Mare di Ross (Langoneet al., 1998),dei flussi sedimentarie dei paleoflussi (Frignani et al., 1998).Questedifferenze si presentanoa causadi diversi fattori che incidono sulla formazionedi materialeparticellato e la distribuzionedei sedimenti.In particolaresono noti gli eventi tettonici ed erosivi prodotti dai ghiacci, che hanno in più cicli modellato e rielaborato i sedimenti di piattaforma,tendendoad una morfologia del fondale molto accidentata.Inoltre la presenzadella piattaforma di ghiaccio galleggianteha influito in manierasostanzialesugli apporti sedimentari verso il fondo marino, controllando sia la produzione primaria che gli apporti di materiale continentale.Vari studi (Nelson et al., 1996;Arrigo et al., 1998)hannodimostratoche esistono sostanzialidifferenze spaziali nella biomassaprodotta nei livelli più superficiali della colonna d'acqua.il problemache rimaneda affrontareè quello di stabilire seesistecorrispondenzadiretta tra questa variabilità e quella riscontrata nei sedimenti. Questo lavoro intende esaminarela variabilità a diverse scale spazialidella concentrazionedi componentibiogenichenel sedimento superficiale. Per questo sono stati esaminati12 campioni di sedimentorelativi a sei siti della piattaforma continentale del Mare di Ross centro-occidentale, già riconosciuti come rappresentatividella sedimentazione dell'area.Cinque di tali siti, infatti, corrispondonoad areedi ancoraggio fisso (mooring) attualmente studiate nell'ambito del "Programma Nazionale di Ricerche in Antartide" (A, B, C, D, F ed H), mentre un campione(104) rappresentauna parte della scarpatacontinentaledell' areadi CapeAdare (Fig 1). Nei siti A, B e C la campionaturaè stataeffettuatacon l'intento di stimarele variazioniareali a piccola scalatramite campionamentimultipli nell'intorno del sito studiato(distanzedell'ordine del chilometro). L'esame comparato dei siti ha fornito invece la possibilità di valutare la variabilità nell' areapiù ampiachericopre l'intero Mare di Rosscentro-occidentale. I campioni consistentiin box core e carote a gravità, misurati per la suscettivitàmagneticae radiografati, sono stati subcampionatiin livelli di 2 cm. Il materiale seccatoa 60 cC, è stato~ 67 (,,( utilizzato per i dosaggi del carbonio organico e della silice biogenica e caratterizzatoper la ~N \ 4 N' ~ "'\J ' aA ~ -*il Fig.] -Siti di campionamentoe dettagli della distribuzionedelle repliche effettuateintorno ai siti A,B, eC composizione granulometrica e mineralogica. Informazioni sui meccanismi e tassi di sedimentazionesonostati ottenutitramite la distribuzioneverticaledel 21Opb. Sono state ottenute stime della variazione a piccola scala delle componentibiogeniche in corrispondenzadei siti A, B e C, ed i risultati sono stati comparati con le caratterizzazioni dell'ecosistema bentonico (Ravaioli et al., 1999; Gambi et al., 1999). Le tre aree hanno caratteristichesedimentarietra loro molto differenti: i siti A e B, posizionatirispettivamentenei settori profondi di due bacini nel settore centrale e meridionale del Mare di Ross, sono caratterizzatida alte concentrazionidi carbonioorganicoe silice biogenica.Al contrario il sito C, localizzato nell' area più settentrionaledel Mare di Ross, quasi lungo il ciglio della scarpata continentale,è compostodi sedimentigrossolaniresiduali, rirnaneggiatidall' elevataenergiadelle correntiche caratterizzanoquest'areae conun'elevatacomponentecarbonatica.A e C presentano la maggioreuniformità areale,mentrenel sito B è statariconosciutauna progressivadiminuzione delle concentrazionidi componentibiogenicheallontanandosidal centro del bacino. Le concentrazionimassimedelle componentibiogenesi trovano nei siti A e B. in accordocon i dati relativi alla produzioneprimaria (Nelsonet al., 1996),mentrei campioniprelevatinell'area 68 di polynya di Terra Nova (sito D) presentanobassicontenutidi materialebiogenico,nonostantela consistenteproduttività delle acquedella zona(Arrigo et al., 1998). li sedimento del settore centrale del Mare di Ross (siti F ed H), è prevalentemente glaciomarino, con componentebiogenica variabile che raggiungele concentrazionimassime, relativamentebasse,negli strati più superficiali. Reference ARRIGO K.R., WEISS A.M. & SMITH W.O. (1998) -Physical forcing of phytoplancton dynamics in the southern Ross SeGoJoumal of Geophysica1 Research, 103, 1007-1021. FRIGNANI M., GIGLIO F., LANGONE L., RAVAIOLI M. (1998). Late-Pleistocene-Holocene sedimentary fluxes of organic carbon and biogenic silica in the Nothwestern Ross Sea (Antarctica). Anna1s of G1acio1ogy,27, 697-703, GAMBI M.C. & BUSSOlTI S, (1999) -Composition. abundance and stratification of soft-bottom macrobenthosfrom selected areas ofthe Ross Sea shelf(Antarctica), Polar,Bio1" 300,1218. LANGONE L., FRIGNANI M" LABBROZZI L. & RAVAIOLI M,. (1998) -Present-day sedimentation in the NW RossSea (Antartica). Joumal of Marine Systerns, 17, 459-470. biosiliceous NELSON D,M., DEMASTER D.J., DUNBAR R.B. & SMITH W,O. (1996) -Cycling oforganic carbon and biogenic silica in the southern ocean: estimates of water-column and sedimentary fluxes on the Ross Sea continental shelj: Journal of Geophysical Research 101, c8, 18,519-18,532, RA VAIOLI M" FRIGNANI M" GAMBI M,C" LABBROZZI L, & LANGONE L, (1999) -Particle fluxes and Sediment Characteristics at Three Selected Sites in the Ross Sea (Antarctica), In: G Spezie, G Manzella (Eds,), "Oceanography ofthe Ross Sea, Antarctica", Springer-Verlag, Milano, 209-222. (;Q C. "materiali" -Dipartimento di Geografia Univeffiità di Padova -n° 21/1999 Planktonic foraminifera and oxygen isotopes as proxies for paleoceanographic reconstruction in the Southern Ocean during the last deglacial time Morigil, L. Capotondil, M. Ravaiolil, F. Gigliol, B. Turi2, M. Brilli2, M. Frignani l & L. Langonel l Istituto per la GeologiaMarina -CNR, Via Gobetti 101, Bologna 2Centrodi Studioper il Quaternarioe l'evoluzioneambientale-CNR, P.le Aldo Moro 5, Roma The 50uthem Ocean is a major component of the global oceanic circulation system. The study of its paleoceanography is important to understand global hydrographic condition and clirnatic changes through past glacial and interglacial cycle (inter alias Labeyrie et al., 1996; Weaver et al., 1998). ODe of the principal zone of this ocean is the Antarctic Polar Front (APp), also known as the Antarctic Convergence (ACC), where Antarctic surface waters moving to the north sink rapidly below 5ubantarctic Waters. This area marks an important boundary in terrns of air-sea exchange, primary productivity, and downward biogenic fluxes. Although the important role of this area, the paleoceanographic evolution during the last deglacial time is stilI poorly known. This work is performed on deep sea cores, collected along a transect between the New Zealand and the Ross 5ea, during the oceanographic cruise of the R/V Italica (PNRA), in the Antarctic summer 1995-96 (Ravaioli et al., 1995; Langone & Marozzi, 1996). In this paper, we present the results tram two sediment cores, ANTA95-157 (62°05.95'5, 175°17.34'E, 4000 m) and ANTA96-17 (63°14.68'5, 177°14.71'E, 4260 m). These cores afe ideally positioned to monitor the movement of the Antarctic Polar Front (Giglio et al., 1999). The care ANT A96-17 lies south of the Antarctic Convergence, meanwhile the other ODeis just located northem of the Polar Front. The cores contain a continuous record of siliceous and calcareous biogenic sediments throughout the last deglaciation to the presento A high resolution sampling, every centimetres allow us to reconstruct a centennial-rnillennial paleoclimatic record. Planktonic forarninifera bave been exarnined far changes in abundance and in this study, we show the results of the analysis of the fraction > 150 rnicron. Chronological framework is constrained tram oxygen isotope and 14C AM5 analysis, performed on tests of Neogloboquadrina pachyderma left-coiling. The 14Cages afe corrected by 480 years to take into account the present apparent surface water age at 45°5 (Bard et al., 1989). 70 Planktonicforaminifera usuallyrespondto changesin the temperatureof the watermassesand maybe usedas indicator of pastsea-surfacetemperatures. The differencesbetweenthe planktonic assemblagesof the two cores afe used to reconstructthe shifting of the Polar Front over the studiedsitesand to detectthe changein paleoproductivityof the surfacewatermasses. In the core ANTA95-157, about the 85% of the entire assemblageis constituted by Neogloboquadrinapachyderma left-coiling, the most cold-tolerant foraminifera of the polar assemblage.Globigerina bulloidesand Globorotalia injlata afe alsopresentoThe former specieis more abundantduring the colder events,while the latter ODeshowsan oppositetrend, with the higherpercentagesduring the warmerperiods. In the core ANTA96-17 the planktonic foraminiferal assemblages is composedof the quasimonospecific N. pachyderma left population. Only few specimens of G. inflata and N. pachydermaright-coiling afe detectedin the warmerintervals. In both coresthe numberof planktonicforaminiferaper graffi of sedimentis calculated.Strong fluctuations in theserecordscan be recognised,showinga higher productivity during the colder periods in both coresbut also a strongdifferencesbetweenthe two areas. The sedimentrecords of the SouthernOceanbaverevealedsignificant shifting of the oceanic fronts during the last deglacialtime as well as millennial-scaleclimate oscillations punctuatedby colderevents. References BARD E., LABEYRIE L.D., ARNOLD M., LABRACHERIE M., PICHON J.J. DUPRAT J., & DUPLESSY J.C., (1989) -AMS_14C ages measured in deep sea cores /rom the Southem Ocean: implications jor sedimentation rates during isotope Stage2. Quatemary Research,31, 309- 317. GIGLIO F., FRIGNANI M., LANGONE L., MORIGI C., PIANOSI G. & RA VAIOLI M. (1999) -Biogenic Silica And Organic Carbon In SedimentsFrom The Pacific Sector Oj The Southem OceanoAbstract. 8th Int. Symposium on Antarctic Earth Sciences, 5-9th July, 1999, Victoria University of Wellington, New Zealand LABEYRIE L.D., LABRACHERIE M., GORFfI N., PICHON J.J., VAUfRAVERS M., ARNOLD M., DUPLESSY J.C., PATERNE M., MICHEL E., DUPRAT J., CARALP M. & TURON J.L., (1996) Hydrographic changes oj the Southem Ocean (Southeast Indian sector) aver the last 230 kyr. Paleoceanography, 11(1),57-76. LANGONE L. & MAROZZI G., (1996) -Rapporto sulla Campagna Antartica Estate Australe 1995-96 Undicesima spedizione. Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, 276-283. RA V AIOLI M., CORRADI N., FINOCCHIARO F., MAROZZI G. MELIS R. & VETUSCHI ZUCCOLINI M., (1995) -Rapporto sulla Campagna Antartica Estate Australe 1994-95 -Decima spedizione. Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, 468-474. WEA VER P.P.E., CARTER L. & NEIL H.L., (1998) -Response oj surface water masses and circulation to late Quatemary climate change east ojNew Zealand. Paleoceanography,13(1),70-83. 7-1 POSTER Riassunti "materiali" Università -Dipanimento di Geografia di Padova -n° 21/1999 Carta glaciologica della Gates Coast occidentale M. Guarracinol,M. Frezzottil& R. Raffi2 l ENEA. Dip. Ambiente.PO Box2400. RomaAD 2 Dip. Scienzedella Terra. Piaz./eA. Moro. 5. 00185 Roma Le propaggini dei ghiacciai di sboccoe degli ice stream formano solo il 13% della costa dell'Antartide, ma la loro importanzanella dinamica della calotta è molto maggiore di quanto questaproporzionesuggerisca:è statostimato infatti che circa il 90% della neve che si accumula all'interno della calottadefluisceattraversoquestiapparati.Le piattaformee le lingue di ghiaccio galleggiantisono degli elementicritici delle masseglaciali dell'Antartide: i parametririguardanti la loro dinamica e il loro bilancio di massasono ancora poco conosciuti. Informazioni sui cambiamentidelle fronti glaciali, sulle variazioni areali e sulle velocità delle piattaforme di ghiaccio galleggianti e delle lingue di ghiaccio galleggiantipossonoessereraccolte attraverso l'analisi e la comparazionedelle immaginida satellitee delle fotografie aereeregistratea distanza di vari anni. n campo del vento superficiale a scala regionale in Antartide rappresentala componentechiave del clima e delle caratteristichemorfologiche della superficie glaciale. n rilevamentodelle morfologieeoliche epiglaciali(areedi ghiaccioblu, accumuli di neve ventatae forme di erosione eolica) da immagini da satellite fornisce informazioni sulla direzione e sull'intensitàdei venti prevalenti. Nel presentelavoro vengonoillustrati i risultati delle ricercheeffettuate in un tratto di costa lungo 150 km, della Oates Land occidentale sintetizzati in una carta glaciologica a scala 1:250.000.La Oates Land si estendeda Cape Hudson (153°45'E, 68°20'S) a Cape Kinsey (158°50'E, 69°19'S), confina ad Ovestcon la GeorgeV Coaste ad Est con la Victoria Land e si affaccia sull' OceanoPacifico. L'area di fascia costieraoggettodi questostudio si estendedalla Lauritzen Bay (156° 15'E, 69° 03'S) alla LeningradskayaBase (Russia)(159° 23'E, 69° 28'S). I ghiacciai presentinel tratto di costadrenanoun'area di circa 27.637 Km2, circa 1/3 dell'intero bacino di drenaggiodella OatesLand, e sono,procedendoda OvestversoEst: A glacier tongue, MatusevichGlacier,Laizure Glacier,McLeod Glacier,PaternostroGlaciere Tomilin Glacier. Lo studio delle variazioni dei ghiacciai galleggiantiè statocondotto attraversoil confronto e l'analisi di differenti tipologie di documenti:carte topografiche,fotografie aereee immagini da satellite.Le prime fotografieaereedell'intera OatesLand sonostateeffettuatedalla U.S. Navy tra il 1947 e il 1965. In basea questefotografie aereeil U.S. GeologicalSurvey, il New Zealand 74 Geological Surveye l'Australian Division of National Mappinghannosuccessivamente disegnato le prime carte topografichealla scala l :250.000e l: 1.000.000della GatesCoast. Con l'avvento dei satelliti, a partire dagli anni sessanta,è statopossibiledisporre di immagini via via sempre di migliore risoluzione. Le immagini satellitari utilizzate sono: Disp-Argon (31/8/1963, 30/10/1963); Landsat1 MSS (20/2/1973); Landsat3 RBV (4/9/1980); Landsat4-5 TM (21/2/1989, 25/3/1991); ERS-1 SAR (11/2/1996). Alla fine degli anni '80, sono state raccolte dai satelliti LandsatTM 4 e 5 immagini dell' intera Gates Coast con una risoluzione a terra di 30x30 metri e 7 bande spettrali, tre nel visibile, tre nell'infrarosso vicino e una nell'infrarosso termico. Queste immagini, essendoquelle più corrette dal punto di vista geometrico e con la più alta risoluzione a terra, sono state utilizzate sia come immagini di riferimento per la georeferenziazione delle altre immagini, che comebasefotografica della carta glaciologica. Le carte storiche e quelle dell'U.S.G.S. sono state digitalizzate sotto forma di prodotti vettoriali e confrontati con i dati provenientidalle immagini da satellite. Utilizzando le immagini georiferite si sono acquisite in formato digitale le informazioni glaciologiche di interesse: falesie di ghiaccio galleggianti; linee di flusso principale e margini glaciali; linee spartighiaccio;linee di ancoraggio;accumulidi neveventatae forme di erosioneeolica; falesie di ghiaccio e falesie di roccia; banchisacostiera.Le coperturein forma vettoriale ottenutein questa manieracostituisconoun insiemedi strati informativi che sono stati confrontatifra di loro. li confronto digitale di tutti questi dati ha permessodi valutare le variazioni dei ghiacciai galleggianti fra il 1947ed il 1996.L'analisi delle variazionidelle fronti e dell'estensioneareale dei ghiacciai galleggianti mostra una generaleciclicità con distacchi di iceberg da annuali a decennali.Si è osservatoche nel periodo analizzatosi sono verificate delle oscillazioni regolari con perdite e recuperidi estensionesuperficiale,tali però da non raggiungerefino al 1996 i valori quantitativi osservatinegli anni' 50 e '60, anni che per tutte le fronti studiaterimangono quelli con la massimaestensionesuperficiale;complessivamente tale riduzioneè statapari a 284,1 krn2, di cui 269 krn2solo da partedella MatusevichGlacierTongue. I venti catabatici e di barriera, che caratterizzanocon forme erosive e di accumulo eolico (windscoop,snowdrift)l'area di studio, mostranorispettivamentedirezionesud-nord,e direzione sudest-nordovest.In particolare,i venti catabaticispiranodall'interno del continenteversonord e oltre a influenzare notevolmente i caratteri glaciologici della fascia costiera, determinanola presenzaal largo della Gates Coast di un vasta area di mare sempre sgombra dal ghiaccio (po/ynya). 75 "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Preliminary results on in situ syncbrotron infrared reflectance spectra or olivine microcrystals embedded in meteorites A. Marasl,M. Macrì1,P. Ballirano1,P. Calvani2,S. Lupi2,B. Ruzicka2,M. Tobin3& M. Chesters4 'Dipartimento di Scienzedella Terra. Universitàdi Roma"La Sapienza",P.le A. Moro 5. Box Il,1-00185 Roma.Italy lINFM; Dipartimentodi Fisica. Universitàdi Roma "La Sapienza",P.le A. Moro 5.1-00185 Roma.Italy j CCLRC.DaresburyLaboratory. Warrington.CheshireWA4 4AD. England "Dept. ofChemistry. UniversityPark, UniversityofNottingham.NottinghamNG7 2RD, England The interest in meteorite studies has been increasing in recent years as they pro vide information on the chemical composition of asteroids, on the nature of the meteorite parent bodies and, recently, also on the possibility of lire forrns on other planets. IR spectroscopy appears to be highly suited to provide crystal chemical information on the mineralogical constituents of the meteorites. Most of those studies are performed on powdered samples (Miyamoto, 1987; Salisbury et al., 1991; Borg et al., 1998). In the present non-destructive investigation we bave performed infrared reflectance spectra on polished sections of stony meteorites, previously used far classification purposes, collected by the Italian expedition in Antarctica (FRO 90005) and Fermo, Italy. Meteorite FRO 90005 has been classified as an H4 chondrite (Maras et al., 1994) whereas the Fermo meteorite as an H-chondrite breccia (Molin et al., 1997). The polished sections bave been examined by optical microscopy and SEM, and analyzed by electron microprobe (EMP). Among the constituent crystals, olivines bave been identified and investigated by infrared microspectroscopy at the infrared beamline 13.3 of the Daresbury ring (Chesters et al., 1998). For comparison an olivine crystal, extracted tram the Brenham pallasite has also been analyzed. Data were collected on a Spectra Tech IR microscope equipped with a Hg-Cd- Te liquid-nitrogen cooled detector. The interferometer was a Nicolet 730 equipped with a KBr bearnsplitter. The spectrum of olivine was collected with a spatial resolution of 50 x 50 ~m. EMP analysis of the i crystal defines a crystal chemical composition of Mgl.62Feo.3~nO.ol(SiO4)(Fayalite 18.8%). It exhibits the three vibrational modes Blu, B2uand B3u,predicted by factor group analysis (FGA) far the Pbnm space group of olivine (Hofmeister 1987). These three modes are simultaneously present because the crystal is not oriented along a well-defined crystallographic direction due to the fact that the sample cannot be broken far orientation. For this reason the attribution of che vibrational bands is not straigthforward. Only the bands located at ca. 1050 and ca. 620 cm-1 maybe univocally attributed to B3umodes. The interference fringes arise tram the shape of diamond- 76 window which separatesthe ultra-high-vacuumpart of the bearnlinefrom the restoThe spectrum of the olivine from the Brenhampallasiteexhibits different vibrationalfeaturesbecauseit is taken of a different orientationof the crystal. Re/erences BORGJ., BIBRINGJ.-P., D'HENDECOURT L., QUIRICOE., DUMAS P., WILLIAMS G.P. & QUITTE'G. (1998) -Synchrotron InfraRed Microspectrometryoj extraterrestrialParticles. 29111 Annua! Lunar and PianetaryScienceConference,March 16-20,1998,Houston,TX, abs.1175b. CHESTERSM.A., HARGREAVESE.C., PEARSONM., HOLLINSP., SLATER D.A., CHALMERSJ.M., RUZICKA B., DURMAN M. & TOBIN M.J. (1998) -lnfrared spectroscopyand microscopyat the Daresburysynchrotronligth source.Il Nuovo Cimento,20,439-448. HOFMEISTER A.M. (1987) -Single-CrystalAbsorptionand Reflection.Phys.Chem.Minerals, 14,499-513. MARAS A., LEVI-DONATI G.R. & SERRACINOM. (1994) -Classification oj Twelve Meteoritiesfrom Frontier Mountain,Antarctica.Terra Antarctica, 1, 143-146. MIY AMaTO M. (1987) -lnfrared diffusereflectances(2.5-25 microns) oj somemeteorites.Icarus, 70, 146152. MOLIN G., FIORETTIA.M., CEVOLANIG., CARAMPINR. & SERRAR. (1997) -A newjall in ltaly: the FermoH-chondritebreccia.A preliminary investigation.Pianet.SpaceSci., 45, 743-747. SALISBURYJ.W., D'ARIA D.M. & JAROSEWICH E. (1991)-Mid-infrared (2.5-13.5.um) reflectancespectra ojpowderedstonymeterorites.Icarus,92,280-297. 77 curves "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Grain-size and settling velocity of biogenic particles collected in the Ross Sea (Antarctica) by moored sediment traps L. Langone1, C. Bianchi1& G. De Falco2 JIstituto per la GeologiaMarina. CNR,via Gobetti101.40129 Bologna (Italy) 2International Marine Centre.Loc. Sa Mardini. 09072Torregrande.OR (Italy) A significant amount of biogenic material is produced and accumulatesin the Ross Sea (Nelson et al., 1996). The majority of biogenic particulate formed in the upper water column dissolves and is recycled. The remainderof the biogenic componentleaves the surface layer. Vertical fluxes of biogenic silica and organic carbonafe well constrainedat certainlocations on the continentalshelf (DeMasteret al., 1992;Langoneet al., subrnitted);however,the contribution to thesefluxes of laterally-transportedparticulateis unclear.In particular, little is known about the transportpathways of particulate material settling in the water column (DeMaster et al., 1992). In the framework of the ltalian Project BIOSESO, fluxes of biogenic componentswere deterrninedusing time-seriessedimenttrap samplescollectedin the northemJoidesBasin(site B) from December1994to January1996(Langoneet al., subrnitted).Water physicalcharacteristics (current, temperatureand salinity) were also monitored.In arder to understandsourceareasand pathways of the biogenic particles interceptedby the sedimenttraps we need to know, among otherthings, sizeand settling velocity of theseparticles. Much of the material collected in sedimenttraps arrives as aggregatesor recai pellets that subsequentlycan be broken apart during storageand sample handling. To avoid this, in-situ observationswith self-containedcameraor video systernsweredeveloped(Asperet al., 1996).On the other hand,ice coverand shiptime availability lirnit the temporaland spatial coverageof the studyarea. Grain-sizeanalysesof 20 samplescollected by traps deployed200 m below the sea surface and 40 m above the seafloor were performed by a laser particle sizer using a standard pretreatment(hydrogenperoxideand sodiumhexametaphosphate dispersingsolution). Frequency of near-bottomsamplesshowvery sirnilar modalvalues(about5.5 j.lm). At the upperlevel, instead, the modes afe variable, with smootheddistributions and negative skewness,or even bimodal. Analyses of severa!sampleswere replicated using any pretreatment.The frequency curves reveal the existenceof a main mode between62 and 124 Ilm, with a secondarymode 78 around5.5 Ilm. The coarsepeakcouId be deterrninedby organic materialsuchas fecal peIIetsand aggregate s, which were destroyedby the hydrogenperoxidetreatment.The fine mode, which is always present,couId be due to inorganic or biogenic particles.The near-bottomsamplesshow higher proportions of the mode at 5 ~m than samplesof the upper trap, probablyconnectedto higher contentsof lithogenic material (Langoneet al., submitted).Applying the Stokes' law to equivalentsphericalparticles of the main mode,the sinking velocities range between100-300m d-I, which imply a shorttime of delivery of biogenicparticlesto seabed(somedays). On the otherhand, the fine particle population (5.5 ~m) requires long settling time (about 8 months) and probably is captured by the large aggregatessinking in the water column. The results afe consistentwith direct observations(Asper et al., 1996)and laboratoryexperiments(Jaegeret al., 1996). References ASPER V.L., DIERCKS A.R. & LEE J.J. (1996) -Large aggregate dynamics in the Ross Sea Polynya. lntemational workshop "Ross Sea Ecology, Taormina, 14-16 May 1996, 8-10. DEMASTER D.J., DUNBAR R.B., GORDON L.I., LEVENTER A.R., MORRISON J.M., NELSON D.M., NIT1ROUER C.A. & SMITH W.O.JR (1992) -Cycling and accumulation of biogenic silica and organic matter in high latitude environments: the RossSea. Oceanography,5,146-153. JAEGER J.M., NIT1ROUER C.A., DEMASTER D.J., KELCHNER C. & DUNBAR R.B. (1996) -Lateral transport of settling particles in the Ross Sea and implications far the fate of biogenic material. Joum. Geophys. res., 101(C8), 18,479-18,488. LANGONE L., FRIGNANI M., RA VAIOLI M. & BIANCHI C. -Particle fluxes and biogeochemical processes in an area influenced by seasonal retreat of the ice margin (Northwestem Ross Sea, Antartcica). Submitted to Joumal of Marine Systerns. NELSON, D.M., DEMASTER, D.J., DUNBAR, R.B., SMITH & W.O.JR (1996) -Cycling of organic carbon and biogenic silica in the Southem Ocean: Large scale estimates of water-column sedimentary fluxes in the Ross Sea.J. Geophys. Res., 101, 18,519-18,532. 79 "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Paleo-bathyrnetric and paleo-environrnental reconstruction throughout the Cenozoic in the Prydz Bay Area (East Antarctica) C. La Macchia & L. De Santis OsservatorioGeofisicoSperimentale.CP2011. Opicina (Trieste). Prydz Bay is situated on the easternAntarctic coast, at the seaward end of the Lambert glacier, which drains 22% of the present easternice sheet. The regionaI stratigraphy and structure of this area afe provided by seismic reflection data combined with drilling results from ODP leg 119 sites. Seven acoustic units separated by regionaI unconformities, spanning from late PaIeozoic to Plio-Pleistocene, bave been previously recognised on seismic data across the continental margino Principal internai geometry strata pattern variations were interpreted by some authors as evidence of important changes in the configuration of the Antarctic ice sheet. Our work is based OD: 1) a detailed study of the acoustic facies and internai strata geometry 2) the application of backstripping and post-rift thermal inversion technique to a depthconverted seismic line across the ODP drill sites, in arder to reconstruct the paleo-sea floor profile through time. This study provides insights in the paIeogeography evolution in Prydz Bay during the Cenozoic time .We suggestthat: -in the late Eocene-early Oligocene Prydz Bay might be characterised by sub-aeriaI conditions and a shaIlow continentaI shelf, occasionaIly grounded by continental ice, or tidewater glaciers. -Ice sheet grounding events deeply eroded the inner shelf and prograded the shelf edge of severaI kms during the Miocene time. In the late Miocene the continentaI shelf profile was overdeepenedand landward dippening. -Since the early Pliocene the shelf did not significantly change its overdeepened, landward dipping architecture. Ice sheet grounding episodes were probably less frequent and/or less important in terrns of sediment erosion, transport and discharge than in the Miocene. 80 Figure 81 "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Seismic reflection and paleoenvironmental features in marine sediments from Joides, Glomar Challenger, Western and Nordenskjold Basins (Western Ross Sea). Preliminary results ofthe XIV P.N.R.A. expedition (1998-1999) N. Corradil, G. Fontolan2,R. Ivaldil, M. Iwai3 & T. Quaia2 1Dipartimentoper lo Studio del Territorio e sue Risorse,Universitàdi Genova,CorsoEuropa26. Genova 2Dipartimentodi ScienzeGeologiche.Ambientali e Marine, Universitàdi Trieste.Via E. Weiss2, Trieste 3Japan National Institute01Polar Research-Institute olGeology,Kochi University.Japan The seisrnicand sedimentologicalinvestigationsin the WesternRoss Sea carried out during the 14thP.N.R.A. Antarctic Expeditionof the R/V ltalica in the frameworkof the Project 2a.l.4 "Cicli climatici recenti nei sedimentimarini del Mare di Ross" ("Recentclirnatic cycles in marine sedimentsfrom the Ross Sea") bave rnainly focused on the study of the paleoenvironmental featuresof the continental shelfand adjacentslopeareas.Therom of the project is to contributeto the understandingof Late Quaternary paleoeventswhich bave driven the evolution of the Antarctic ice sheets(WAIS and EAIS) uponthe RossSeacontinentalmargin and the consequent deposition of related sediments,in the time-spansof the last 250,000 and 20,000 yr (SCAR, 1996). Seisrnic survey activities bave been carried out in arder to obtain the seisrnic stratigraphic evidenceand to reveal the geometryof the uppermostsedimentarysequences,and to identify the samplingsites:a total of 350 Nm of Sparker(SPK)profiles (Fig. 1), plus 1200 Nm of Sub bottom Map of Sparker profiles acquired in the Joides and Giomar ChaIIenger Basins (on the Ieft) and in the northern part ofthe Western Basin (on the righi). profiler (SBP)lines wereacquired. Sampling of continental shelf and deep-seasediment(Fig. 2) was carried out on 39 sites, collecting 37 gravity cores, 1 box-coreand 1 Van Veen grab, far a total of 134 m of recovered sedimentoAlI cores were scannedwith a Bartington sensorfar magneticsusceptibilitylogs, and preliminary sedimentologicalobservations(Munsell chart colour and texture) on the top and bottom of the each care sectionwere made on board. Preliminary microscopicalobservations (smearslides on the whole sediment,and microscopicaldescriptionson the >50 ~m fraction) were also conducted on board, on selected sedimentsubsamples,to determine the detrital 65°5 70°5 75°5 .1600E 1.700E .1800 J.700W Figure2 -Map of coring sites. (terrigenous)and biogenic components.Besides, geotechnicalproperties were deterrnined by Vane Testand PocketPenetrometeron somelevels of selectedcoresfrom the continentalshelf, in order to detect overconsolidated diarnictons, which afe related to the ancient presence of a groundedice sheet. The WesternRossSeacontinentalshelf is characterisedby a seriesof NE-SW trendingbanks and depressions(basins)modelled by glacial erosion. The sedimentationpattern shows rnany glacial erosion surfaces(unconforrnities)testifying ancient advancingphasesof the ice sheet: glacial material (diarnicton)is generallyoverlain by glaciomarineand marine (pelagic) sediment 82 with variable amountof IRD (ice rafted debris)and biosiliceouscontent,often increasingupward. Seismic,textural, geotechnicaland compositionalfeaturesof the sedimentfrom the investigated sites on the shelf -Joides, Glomar Challenger,Westernand NordenskjoldBasins -afe, therefore, particularly indicative to unravel the ice sheetfluctuations from the Last Glacial Maximum (LGM) ti Il present,in the time-spanof the last 20 ka. The continental slope and off-shore areas,which afe particularly representativeof the Late Quaternarypaleoenvironmentalchangesin the time-spanof the last 250 ka, afe generallycharacterisedby thick sequencesmainly composedby muddysediments(silty clay and clayeysilt), with alternatingunits distinguishedby different biogeniccontentsandgrain-sizedistributions.Textural and compositional variations within these sequencesafe primarily related to changes in the bottom water paleoceanographicregime and surface water productivity, which afe, in turn, controlled by the different ice sheet/ice shelf and sea-ice extensions upon the Ross Sea continentalshelf. 83 dove: "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova. n° 21/1999 Analisi delle temperature potenziali dell 'area di Baia Terra Nova, Antartide G. Brancucci1,A. LonghettoA.2& M. Silvestro2 IDipartimentoPOLIS-Fac. Architettura Universitàdi Genova.Str.neS. Agostino.3716123 Genova 2Dipartimentodi Fisica Universitàdi Torino. Via P. Giuria l. 10100 Torino Sono stati analizzati i parametriclimatici rilevati dalle stazioni automaticheinstallate nella zona di Baia Terra Nova, Antartide con particolareattenzioneal fenomenodel corelesswinter, che si registra durante i mesi di giugno, luglio e agosto, evidenziando un aumento delle temperature,nonostantela completaassenzadi radiazionesolare. Tale innalzamentodovuto, secondoalcuni autori (Grigioni et al., 1994), alla penetrazione all'interno del continenteantartico di massed'aria, relativamentepiù calde e umide, provenienti dall'oceano. Altri autori (Brancucci et al., 1996) ritengono tale fenomeno ascrivibile anche all'aumento del flusso ventosoprovenientedall'interno del continenteverso la costa,che causa un aumentodella temperaturadell' aria percompressioneadiabatica. Al fine di approfondirequestaproblematica,sulla base dei valori di temperaturae umidità rilevati dalle citate stazioniautomatichenei mesi di maggioe agosto,per gli anni 1990-1993,si è procedutoal confrontotra la temperaturapotenzialee pseudopotenziale: f}=T z ; e p = e .expl 100 x cvTc z = quota (m) T = temperatura (K) X = mixing ratio Tc = temperatura critica 8è la temperaturache avrebbeuna massad'aria se venisseportatacon un processoadiabatico secco, al livello del mare, e quindi si mantienecostantese la massad'aria è interessataa movimentiadiabaticisecchi; 8pè la temperaturache ha una massad'aria se viene sollevataadiabaticamentefino a che l'umidità in essacontenutaprecipiti interamente,e poi vengaportata a livello del mare, con un processoadiabaticosecco. 84 8p, inoltre, si conservain presenzadi processiadiabatici in cui avvenganodei passaggidi stato,conprecipitazionedell'umidità contenutanelle massed'aria. L'analisi comparatadi 8 e 8pha quindi evidenziatola complessitàdel fenomenodel coreless winter, confennando in alcune stazioni che l' innalzamento delle temperature è dovuto effettivamentea fenomenidi tipo adiabaticoe non solo a avvezionidi aria marina. !:R 1 "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Aspetti geomorfologici legati al ritiro dell'alto Rennick Glacier alle Lichen Hills (Terra Vittoria, Antartide) A. Bondesan1,M. Meneghel1,G. Orombelli 2& M. C. Salvatore3 IDipartimentodi Geografia"G. Morandini", Universitàdi Padova.1-35123Padova 2Dipartimentodi Scienzedel/'Ambientee del Territorio. 1-20126Milano JDipartimentodi Scienzedel/a Terra. Universitàdi Padova,1-00185Roma li Rennick Glacier è un ghiacciaio di sbocco che sfocia nell'Oceano Pacifico meridionale provenendo dalle Montagna Transantartiche con un flusso diretto verso nord-nord-ovest. È lungo circa 290 chilometri e drena un bacino di circa 54,000 km2o,Nella sua porzione superiore nunatak isolati affiorano dal ghiaccio, mentre altri rilievi sepolti sono rivelati da intumescenze, crepacci e altre forme della superficie ghiacciata. Tra questi nunatak sul lato sinistro del ghiacciaio vi sono le Lichen Hills che sono composte da due rilievi distinti divisi da un flusso glaciale. A nord Section Peak è nuovamente diviso in due parti separate da un piccolo ghiacciaio che scorre verso nord-nord-est. A sud le Lichen Hills s.s. *~* o vvvvvVV vvvvvvv ++ + + + * * * + + c:p* * +++++ * * * ++++++ °. +++ + + + + + . *~* o + ++ ++++++ * + + + + + + + + + + ++++++++++-t+ + + + + + + + + + + + + + + + + ++ + + + ++ + + +, c::::> 2 , * * 1 * * *1 5 86 ~ ~ 3 4 ~ v v vvv v v v v v v 6 ~ + + 7 + + 8 + + formano un rilievo arcuato con la concavità rivolta a nord-ovestmentre un versantecon tre speroni si affaccia verso il RennickGlacier.Lo speronepiù orientaleprendeil nome di Lemasters Bluff. Gli speroniracchiudonodue insenature;quella occidentaleè più profondae più sviluppata. In questedue insenatureil ghiacciodel RennickGlacierentraed è sottopostoad intensaablazione ad opera del vento che soffia principalmente verso nord. Questo processo è evidente nell' insenaturaoccidentale,dove la lingua di ghiaccio ha una superficie fortementeinclinata e limita alla sua fronte una depressioneoccupatada un piccolo lago ghiacciato. La presenzadi ghiaccio blu è legataalla morfologia del rilievo affiorante,che condizional' ablazionead opera del ventoe favoriscela convergenzadel flussoglaciale. La morfologia delle Lichen Hills è principalmenteinfluenzatadalle condizioni strutturali. Alla sommità vi è una spianata debolmente inclinata verso sud; su questa superficie di rocce vulcaniche sono stati trovati rari erratici di rocce granitiche. A metà versanteil penepianodi Kukri, parzialmenteesumato,forma un terrazzo. li penepianodi Kukri è scolpito sulle rocce granitiche dei Granite Harbour Intrusives e sulle rocce metamorfichedel Wilson Terrane. La superficie del terrazzoè dolcementeondulatae la roccia è profondamentealterata, con alveoli, coppelle e solchi pseudocarsici.A tratti la superficie presenta forme glaciali, quali rocce montonate,con liscioni glaciali, strie, intaccaturea semilunaed è coperta da detrito morenico sparso.Dal terrazzo del penepianodi Kukri ripidi versantie pareti portano all'attuale superficie del Rennick Glacier. Dove l'erosione di questi versanti è stata maggiore si è formata una morfologia di tipo alpino con picchi e cresteaffilate. Su questiversantisono statetrovate alcune coltri di depositi glaciali. Esse sono state depositateda un flusso di ghiaccio provenientedal Rennick Glacier che si addossavaal pendio per la presenzadi ghiaccio blu. li processoè stato simile a quello attuale,ora attivo a un' altezzaminore. La morfologia descritta e la presenzadi morene galleggianti formate da bande di rocce provenienti da diverse formazioni ha portato alla modellizzazionedella riduzione dei ghiacci dall'ultimo massimoglaciale,comeschematizzato nella figura l. La fase 1 mostra la situazionedell'ultimo massimoglaciale, con il ghiaccio più spessoche nell' attuale. Si deduce tuttavia da delicate forme di alterazionemolto antiche alla sommità di Lichen Hills che probabilmentenontutto il rilievo era sommersodal ghiaccio. La fase 2 mostra l'iniziale riduzione glaciale. I ghiacciai che fluivano attraverso i rilievi trasportavanoil materialeprovenientedalle formazioni vulcanicheche costituisconola sommitàdei nunatak.Erano presentiareedi ghiaccioblu. Nella fase 3 l'ulteriore riduzione del ghiaccio aveva portato all'affioramento delle roccegranitiche e metamorficheche alimentavanomorene galleggianti. Nelle aree di ghiaccio blu 87 queste si addossavanoalle precedentimorenecostituite da rocce vulcaniche,formando tipiche morenea bande. La fase4 mostraun'ulteriore riduzioneglacialecon scomparsadi alcuni ghiacciailocali. Nell'ultimo disegno è evidenziata la situazione conseguentea un probabile ulteriore riscaldamento,con deposito di cordoni morenici convessiverso monte o verso valle in accordo con i flussi di ghiacciai locali o di lingue insinuatedel RennickGlacier. Dalle osservazionisul terreno si deduceche l'abbassamentodella superficie del ghiaccio dall'ultimo massimoglaciale in corrispondenza delle Lichen Hills è stato di circa 550 m. Bibliografia ALLEN B. III, MAJEWSKI P.A.,. LYONS W.B & SPENCERM.J. (1985) -Glaciochemical estimated net mass balancesfar Rennick Glacier Area, Antarctica. Ann. Glaciol., 7, 1-6. studies and CARMIGNANI L., GHEZZO C., GOSSOG., LOMBARDO B., MECCHERI M., MONTRASIO A., PERTUSATI P.C. & SALVINI F. (1988) -Geological map ofthe area between David and Mariner Glaciers (Victoria Land -Antarctica). Mem. Soc. Geol. It., 33. DENTONG. & HUGHES T. (eds.) (1981) -The lastgreat ice sheets.New York, Wiley. DENTON G., BOCKHEIM J., WILSON S. & SCHLUCHTERC. (1986) -Late Cenozoic history ofRennick Glacier and Talos Dome, Northern Victoria Land, Antarctica. Antarctic Research Ser., 46, 339-375. HOEFLE H.-C. (1989) -The Glacial History of the Outback Nunatak Area in Western North Victoria Land. Geo1. Jb., E38, 335-355. MAJEWSKI P. (1975) -Glacial geologic investigations of Upper Rennick Glacier Region, Northern Victoria Land. U.S. Antarctic Jour., lO, 164-166. MAJEWSKI P. (1982) -Upper Rennick ice massfluctuations study. U.S. Antarctic Jour., 17,51-52. MAJEWSKI P., AlTIG J. & DREWRY D. (1979) -Pattern of ice suiface lowering far Rennick Glacier. Northern Victoria Land. Antarctica. Jour. Glaciol., 22, 53-65. OROMBELLI G., BARONI C. & DENTON G.H. (1990) -Late cenozoic glacial history ofthe Terra Nova Bay region, Northern Victoria Land. Antarctica. Geogr. Fis. Dinam. Quat., 13, 139-163. VAN DER WATEREN F.M. & VERBERSL.L.M. (1992) -Cenozoic glacial geology and mountain uplift in Northern Victoria Land. Antarctica. In YOSHIDA Y. & OTHERS (eds.), Recent progress in Antarctic Earth Science. Tokyo, Terra Scientific Publishing Company, 707-714. VAN DER WATERE, F.M. & VERBERSL.L.M. (1992) -Cenozoic glaciation ofthe Rennick Glacier area, the Everett Range and Yule Bay area, North Victoria Land, Antarctica. Polarforschung, 60 (2), 73-77. 88 89 "materiali" -Dipar1imento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 The ltalian consortium in the VECTRA project; an International Programme to Determine the Velocity Structure of the Polar Ice Sheets F. Coren, A. Capra2, M. Frezzottl & P. Sterzai. OsservatorioGeofisicoSperimentaleDipartimentodi Geofisicadella Litosfera.POBox2011 Trieste-ITALY 2 DISTART Universily of Bologna, VialeRisorgimento.2 -40136 Bologna-ITALY 3 ENEA,Dip. Ambiente,P.O.Box2400. RomaAD-ITALY 4 Museodell'Antartide di Siena-Via del Laterino,853100 SienaITALY Since 1991, tens thousandsof syntheticapertureradar (SAR) imagesbave beenobtainedby the European Space Agency ERS satellites of the Antarctic and Greenland Ice Sheets and Alaskan,Norvegian,RussianandCanadianIce caps.The mainERS SAR dataafe unique in being collected by satellitesfollowing preciserepeatedorbit thatcanbe determinedwith greataccuracy. In consequent,many of the imagesafe phasecoherentand the movementand topographyof the surfacemaybe determinedfrom phasedifferencesbetweenimages(Goldsteinet al., 1993). The VECTRA programmestartedin Paris on 25 September1997,thereEuropeanscientistand interferometry specialists with Space Agency representativesformulate a data exploitation strategy. The three main VECTRA objectivesafe: to provide a scientific and technical interface to the EuropeanSpaceAgency to supportthe experimental; to coordinateand fund a Europeanelementof a programmeto mapthe velocity structureof the Antarctica and GreenlandIce Sheets; to stimulateprogressin the theoreticalunderstandingandnumericalprediction of ice flow. The programmebegunin October 1997with a calI far nationalparticipation.The calI sought participantswith nationallyfunded project in Antarcticaan Greenland. At the presentten institutes bavejointed VECTRA: University College of London, BritishAntarctic Survey, Kort and Matrikestyrelsen, University of Chicago, ENEA, Institute fuerPlanetarie Geodaesie,DISTART University of Bologna,OsservatorioGeofisico SperimentalediTrieste, Stuttgart University, Jet PropulsionLaboratoriesin addition representativeof EuropeanScience Foundation (ESF) EISMINT Programme,laboratories supporting ESF-CEC EPICA drilling programafe presentinside the SteeringCommittee.Chairmanof the SteeringCommitteeand Project Coordinator of the entire project is Prof. D.J. Wigham of the University College ofLondon, Mullard SpaceScienceLaboratories. 90 The ltalian participantsat VECTRA project work within they found capability derived either from PNRA (ltalian National Antarctic Project) as in case of DISTART University of Bologna and ENEA or internaIfinancial supportas in caseof OGS, moreoverthe Museo dell' Antartide di SieDasupportsthis project contributingwith financialand manpowersupporto For every memberof VECTRA a responsiblePrincipal Investigator(PI) is designed,ltalianPI's membersafe M. Frezzotti (ENEA), A. Capra (DISTART Univo Bologna) and F. Coren (OGS). The VECTRA Italian group focus its attention to three main area in Antarctica that respectivelyafe: North-westernside of Antarctic Peninsula,Wilkes Land and Victoria Land. Data delivery started on December1998, the ESA AnnouncementOpportunity (AO) for exploitation of the historical ERS archive providesa mechanismfor timely, formaI approvaIof VECTRA data accessoData afe requestedevery three months in a variable quantity which is approximately fixed in 45 frames for every Principal Investigator. The data afe preferable delivered in RAW formatbecauseof the reducequantity of processingneededby the ESA ground segmento This imply that the groupsbaveto provide data focalizationof the scenesby thernselves only in particularcasesan higherformat level as Single Look Complex(SLC) can be requested.It is obvious that only using RAW product,precise radiometercorrectedmultilook imagescan be derived in orderto performaccurateanalysisof the backscaterring coefficients. At the presentmorethan 100imagesacquiredin the threeareasof interestof the Italian group bave been focalized; this datasetprovided worth indications to assessthe best processing procedureand contemporarydefinesan evaluationphaseto validatethe interferogramsin known area. The total amountof imagesprocessedby the Italian group will arise at approximately480 at the end of this year. Final archive for the entire VECTRA project is OGS; bere alI the data delivered by ESA will be collectedanda browsabledatabasehas beenalreadysetup. Useful internetaddressesof the projectafe : www. vectra.rnssl.ucl.ac.uk Official VECTRA gite www.ogs.trieste.itlGDUINTE/sar.html Official Italian GroupVECTRA gite References GOLDSTEIN R M" ENGELHARDT H., KAMB B, & FROLICH R.M.. (1993) -Satellite Radar [nterferometry for Monitoring [ce SheetMotion: Application to an Antarctic [ce Stream. Science, 262, 1525-1530, "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Il Progetto EPICA: perforazione profonda a Dome C (Antartide) V. Maggi1, E. Castellano2,B. Stenni3,S. Torcini4 & R. Udistr /Dip. ScienzeAmbientee Territorio. Universitàdi Milano Bicocca 2Inst.ChimicaAnalitica. Universitàdi Firenze JDip.Scienzedella Terra. Universitàdi Trieste 4ENEA-Casaccia. Roma n progetto EPICA (EuropeanProject for Ice Coring in Antarctica),finanziato dalla Comunità Europeae da vari enti di ricerca europei, prevedela realizzazionedi almeno due perforazioni profondesulla calotta Est Antartica, una a DomeC e l'altro nella zonadi DronningMaud Land, il cui sito non è stato ancoradefinito con precisione.A partire dal 1996,pressola culminazionedi Dome C, è iniziata la perforazioneprofondache ha comescoporaggiungerei 3200 m della base del ghiacciaio che permetterebbedi ricostruire la storia climatica degli ultimi 500.000 anni. L'attività dei primi due anni ha interessatol'allestimento della tenda di perforazione e dei laboratori destinati al processodella carota di ghiaccio. La perforazioneha raggiunto alla fme della stagione1998-99gli 800 m di profondità,recuperandocaroteche copronogli ultimi 50.000 anni di storia climatica del nostroPianeta. Dopo la perforazione,le carotedi ghiacciovengonomessein un deposito,detto "buffer", dove riposano per almeno 24 ore. Le misure effettuate direttamente nei laboratori di Dome C permettono,alla fine del processo,di averea disposizioneuna seriedi dati di tipo fisico e chimico del ghiaccio, e di preparare,già sul sito, campioni per misure che verranno effettuate nei laboratoriEuropei. L'attività italiana nel progetto riguarda, oltre alla parte di perforazione,la preparazionedi campioni per la misura degli isotopi stabili (ossigenoed idrogeno),la misura in situ dei solfati e dei cloruri, ed al taglio e la preparazionedi campioni per le misure chimiche e delle polveri atmosferiche. In situ è stata inoltre misurata la conducibilità termica del ghiaccio. Strette collaborazioniesistonotra i veri gruppi di ricerca che operanonel progetto EPICA ed i gruppi italiani. In particolaresonoattive collaborazioniper lo studiodegli isotopi stabili, essenzialinella ricostruzionedelle paleotemperature e delle sorgentidelle massed'aria; per le misure in continuo di alcuni composti chimici, per una caratterizzazionedelle variazioni del chimismo atmosferico del passato;per la misura del particolatosolido, importanteper la comprensionedella turbolenza atmosfericae della provenienzadelle massed'aria. 91