"Azione di sistema per l'obbligo di
istruzione e la continuità fra
Secondarie di I e II grado - Fase 2
- USP Torino"
ASSE STORICO SOCIALE
Gruppo di lavoro composto da:
Annamaria Capra, Valter Careglio, Roberto Crosio,
Rosanna Gangi e Ivana Paganotto
Raccomandazione
18.12.06
RaccomandazioneQEQ
Il cammino europeo
• Ripercorriamo le
principali tappe del
cammino europeo
sull’istruzione da
Maastricht al 2008
attraverso un
recente saggio di
Maria Luisa
Boscaino
GLI OBIETTIVI DI LISBONA:
ECONOMIA E CONOSCENZA
• Nel marzo 2000, a Lisbona, il Consiglio
Europeo adottò l’obiettivo strategico di
“diventare l’economia basata sulla
conoscenza più competitiva e dinamica
del mondo, in grado di realizzare una
crescita economica sostenibile con nuovi e
migliori posti di lavoro e una maggiore
coesione sociale”.
La strategia di Lisbona
• Il 7 febbraio 1992 venne firmato il “Trattato di Maastricht” i
cui articoli 149 e 150 erano dedicati all’istruzione ed alla
formazione negli Stati aderenti
• Il 23 e 24 marzo 2000 – appunto a Lisbona – si tenne poi
una prima riunione, nella quale fu definito il programma
che diede vita, nel settore dell’istruzione e della
formazione, alla cosiddetta “strategia”. In quel consiglio i
capi di Stato e di governo si accordarono per attuare una
strategia per:
• 1) Rendere l’economia europea la più competitiva del
mondo
• 2) Tentare di raggiungere l’obiettivo della piena
occupazione entro il 2010.
La strategia di Lisbona
• Ruolo fondante per il raggiungimento di questi
obiettivi fu attribuito all’istruzione, senza il cui
determinante contributo le nazioni non crescono
e l’economia non avanza.
• Alla scuola veniva assegnata una funzione
centrale e portante rispetto a tre punti cardine
della strategia di cambiamento e sviluppo:
economia, società, ambiente.
• Il 18 dicembre 2006 vennero licenziate le
Raccomandazioni del Consiglio e del Parlamento
Europeo.
I risultati raggiunti nel 2008
• Il 10 luglio 2008 la Commissione europea ha
presentato i dati più recenti (Quinto rapporto
annuale) sul conseguimento degli obiettivi europei,
utilizzando alcuni indicatori chiave:
 Completamento degli studi secondari
 Abbandono scolastico precoce
 Livello di alfabetizzazione

Numero di laureati in matematica, scienze e
tecnologie

Partecipazione degli adulti e a programmi di
istruzione e formazione lungo l’arco della vita
I risultati raggiunti nel 2008
• La relazione conclude asserendo che nell’insieme
i Paesi europei registrano un certo progresso nei
cinque settori, ma registrano una situazione di
stallo rispetto alle capacità di lettura; fatto grave
se si pensa al nesso che esiste tra difficoltà di
lettura fin dalla III elementare, dispersione e
insuccesso scolastico.
• D’altra parte la capacità di lettura rappresenta
un indicatore assoluto di diffusione delle
competenze culturali da parte di un sistema
educativo.
In Europa
• Alcuni elementi della relazione sono tuttavia di conforto:
 Rispetto al 2000, ci sono circa 3 milioni in più di studenti
che frequentano la scuola superiore e un milione in più di
diplomati ogni anno.
 Rispetto al 2000, ci sono 13 milioni in più di lavoratori con
un diploma superiore;
 Il 60% della popolazione europea dai 5 ai 29 anni è
inserita nel sistema dell’istruzione
 Quasi 108 milioni di persone hanno raggiunto in Europa
un diploma inferiore, circa un terzo della forza lavoro
complessiva.
• Nonostante ciò siamo ancora lontani dagli obiettivi fissati
a Lisbona per il 2010 e nella maggior parte dei paesi si
continua a non insegnare due lingue fin dalla scuola
dell’obbligo come richiesto dal Consiglio Europeo di
Barcellona nel 2002.
In Italia
 La percentuale di studenti che abbiano il primo livello di
competenze di lettura doveva essere ridotto del 20%
rispetto ai dati del 2000, mentre è aumentato dal 18,9% al
26,4%.
 Rimane molto alto il livello di abbandono scolastico e
formativo tra i 18 e 24 anni, doppio rispetto al 10% fissato a
Lisbona, contro una media europea del 14,9%.
 Negativo il dato della popolazione adulta inserita in attività di
apprendimento per il corso della vita: la popolazione in età
lavorativa che vi partecipa dovrebbe essere pari almeno al
12,5%, mentre è del 6,2% contro una media europea del
9,7%.
 Sono aumentati i laureati in materie matematiche,
scientifiche e tecnologiche.
La nostra scuola dell’infanzia registra una frequenza del 100%.
La competitività del sistema
Europa
SAPER RINNOVARE CONTINUAMENTE
CONOSCENZE, ABILITA’ E
COMPETENZE DEI CITTADINI
passaggio cruciale per
Mantenere la competitività e la coesione
sociale dell’UE
Il percorso europeo, iniziato nel 1989, per
favorire la mobilità dei cittadini si fonda su:
 reciproca fiducia tra sistemi formativi-educativi
dei paesi membri
 meccanismi di riconoscimento interpretati nel
modo più favorevole alla persona,
 le attestazioni di competenza rilasciabili in
seguito ad un “apprezzamento delle qualità
personali, delle attitudini o delle conoscenze del
richiedente da parte di un’autorità, senza
preventiva formazione”
Tutto ciò, altro non è se non il principio
più volte affermato dal sistema integrato
e sancito dalla recente normativa, della
valorizzazione e capitalizzazione delle
competenze di un soggetto, comunque e
dovunque acquisite, opportunamente
validate e certificate, per costituire un
credito spendibile.
I DISPOSITIVI DI CERTIFICAZIONE
Trasparenza delle Qualifiche
•La trasparenza si riferisce alla possibilità di rendere
leggibile la certificazione relativa ad un titolo e a una
qualifica professionale. La trasparenza permettere di
riconoscere le competenze acquisite e migliora la
spendibilità dei titoli professionali in una dimensione
europea dell'istruzione, della formazione e del mercato del
lavoro
•La Risoluzione del Consiglio del 3 dicembre 1992 sulla
trasparenza delle qualifiche (93/C 49 01) introduce la
strategia della trasparenza come strumento a favore della
libera circolazione dei lavoratori
I DISPOSITIVI DI CERTIFICAZIONE
•Nel 2000 il Forum Europeo per la trasparenza
delle qualifiche professionali propone l'adozione
da parte degli Stati membri del "Supplemento al
Certificato" come dispositivo aggiuntivo alla
certificazione
nazionale
della
qualifica
professionale.
•La Raccomandazione 2001/613/CE Raccomanda
agli Stati membri di incoraggiare lo sviluppo e
l'utilizzo di dispositivi europei di certificazione
(Europass formazione, supplemento al diploma,
supplemento
al
certificato,
sviluppo
del
curriculum vitae europeo) network dei Punti di
Riferimento Nazionali
I DISPOSITIVI DI CERTIFICAZIONE
Raccomandazione della Commissione dell'11 marzo 2002
relativa ad un modello comune per i Curriculum vitae.
Decisione N. 2241/2004/CE del 15 dicembre 2004 del
Parlamento Europeo e del Consiglio dell'Unione Europea,
relativa ad un quadro comunitario unico per la trasparenza
delle qualifiche e delle competenze (Europass).
a) Rappresenta il quadro di riferimento per le iniziative
future in tema di trasparenza delle certificazioni
b) Prevede l'integrazione in un unico quadro denominato
Europass, dei dispositivi di trasparenza sviluppati
dall'Unione europea e da organizzazioni internazionali.
EUROPASS
Europass è un personale e coordinato portfolio di documenti
(denominati documenti Europass), che i cittadini potranno utilizzare su
base volontaria per comunicare meglio e presentare le loro
qualificazioni e competenze in Europa. All'interno del Portfolio
Europass figurano i seguenti dispositivi:
•CV europeo;
•Supplemento al Certificato relativo alla trasparenza delle qualifiche
professionali;
•Supplemento al Diploma relativo alla trasparenza delle certificazioni
dell'istruzione superiore (universitaria);
•Europass Mobility, finalizzato a registrare i periodi di formazione
effettuati in un paese diverso da quello nazionale (tale strumento
riforma l'attuale dispositivo Europass Formazione che registra i periodi
europei di formazione in alternanza);
•Porfolio Europeo delle lingue, finalizzato a presentare le competenze
ed esperienze di un cittadino in campo linguistico.
LE COORDINATE UE
• Attuazione obiettivi obiettivi di Lisbona
• Dispositivi di trasparenza delle
qualifiche
• Testo evidenziato della decisione n.
2241/2004/CE del 15 dicembre 2004
• Quadro europeo delle qualifiche (DOC:
Raccomandazione Parlamento Europeo e Consiglio (23 aprile 2008)
• Le competenze chiave ( DOC: Raccomandazione Parlamento
europeo e Consiglio 18 dicembre 2006)
Decreto del 22 agosto 2007
Testo del decreto
• cambiamento strategico comporta
• una diversa organizzazione
dell’Istituzione scolastica e in
particolare dei dipartimenti
• una revisione metodologica ed
organizzativa della didattica
COMPETENZE STORICO-SOCIALI
La stretta integrazione, prevista dal Dm.139 del 22
agosto 2007, tra saperi, innovazione metodologica e
costruzione del sé, sottolineata specificamente nel
documento tecnico (L’asse storico sociale si fonda su
tre ambiti di riferimento: epistemologico, didattico,
formativo) fa dell’insegnamento e dell’apprendimento
della Storia un campo privilegiato strategico per la
costruzione di competenze cognitive trasversali e
competenze di cittadinanza senza prescindere dallo
specifico disciplinare, anzi partendo proprio da quello
(Rossetti-Truccolo)
COMPETENZE STORICO-SOCIALI
La programmazione didattica non può dunque essere di tipo
sequenziale, ma piuttosto va svolta in termini di progettazione
continua, flessibile, modulare, allo scopo di creare situazioni di
apprendimento sempre più coinvolgenti e diversificate,
funzionali alle diverse intelligenze e alle diverse storie personali.
[…] Il modello di mediazione didattica più efficace in tal senso
è quello che a partire dalla problematizzazione del presente, si
rivolge alla costruzione/impiego di operatori cognitivi specifici,
percorrendo le fasi operative della ricerca storica e
definendo/ridefinendo macroconcetti o concetti interpretativi: in
sostanza, mira alla costruzione di una cultura storica, anche a
prescindere da una scansione contenutistica più o meno rigida.
COMPETENZE STORICO-SOCIALI
La storia ha un campo di indagine
eterogeneo
alla
formazione
della
conoscenza storica concorrono molte
discipline molto diverse tra loro (dalla
paleontologia all’economia), ma che, dopo la
lezione delle Annales mantiene un rapporto
privilegiato con le scienze sociali, e la rende
dunque particolarmente idonea a costruire
delle competenze di cittadinanza attiva.
ALCUNE PAROLE-CHIAVE
passato/presente - la lettura del passato va costantemente riferita al
presente per fornire fondamento storico a questioni che sarebbero
interamente schiacciate sulla dimensione del presente, ma anche per
dare significatività a conoscenze che non fanno immediatamente parte
dell’esperienza;
alternanza di scale spaziali - come supporto a una società
multietnica e prodotto di culture diverse;
molteplicità dei punti di vista e delle fonti – perché diversa è la
natura dei soggetti che “fanno” la storia e un’operazione scientifica di
ricostruzione presuppone l’incrocio delle fonti;
operatività e momenti laboratoriali - come
sperimentazione delle procedure dello storico e
coinvolgente e motivante/attiva;
garanzia di
metodologia
capacità critiche e strumenti di lettura - come approdo di un
curricolo ben strutturato che aiuti a evitare letture distorte e/o
strumentali di molte questioni del presente.
COMPETENZE SOCIALI E
CIVICHE
FILMATO
ASSE STORICO SOCIALE
COMPETENZE DI BASE
A CONCLUSIONE DEL BIENNIO
Comprendere il cambiamento e la
diversità dei tempi storici in una
dimensione diacronica attraverso il
confronto fra epoche e in una
dimensione sincronica attraverso il
confronto fra aree geografiche e
culturali
ASSE STORICO SOCIALE
COMPETENZE DI BASE
A CONCLUSIONE DEL BIENNIO
Collocare l’esperienza personale in un
sistema di regole fondato sul reciproco
riconoscimento dei diritti garantiti dalla
costituzione, a tutela della persona,
della collettività e dell’ambiente
ASSE STORICO SOCIALE
COMPETENZE DI BASE
A CONCLUSIONE DEL BIENNIO
Riconoscere le caratteristiche
essenziali del sistema socio economico
per orientarsi nel tessuto produttivo del
proprio territorio
ASSE STORICO SOCIALE
RICONOSCERE LE
CARATTERISTICHE
ESSENZIALI DEL
SISTEMA SOCIO
ECONOMICO
ORIENTARSI NEL
TESSUTO
PRODUTTIVO DEL
PROPRIO TERRITORIO
CONNETTE L’ASPETTO
STORICO/GIURIDICO
AL CONTESTO SOCIO
PRODUTTIVO DEL
TERRITORIO
COMPETENZE CHIAVE –
SPIRITO DI INIZIATIVA
ED IMPRENDITO
RIALITA’
AREA STORICO SOCIALE
FINALITA’ PROPEDEUTICHE
• OSSERVARE IL PASSATO PER
COMPRENDERE IL PRESENTE
• LEGGERE GLI EFFETTI PRODOTTI NEL
CONTESTO SOCIALE
• COGLIERE LE CONNESSIONI TRA
ASPETTI LEGATI- IN PREVALENZA- A
ECONOMIA – DIRITTO - STORIA –
GEOGRAFIA
ASSE STORICO SOCIALE
• SUL PIANO EPISTEMOLOGICO I
CONFINI TRA LE DIVERSE DISCIPLINE
SONO BEN DEFINITI
• SUL PIANO OPERATIVO
COMPRENDERE LA REALTA’ IMPONE
LA CONNESSIONE DI CONOSCENZE
ED ABILITA’AFFERENTI A DIVERSI
AMBITI DISCIPLINARI
PUNTI FONDANTI PER OPERARE SECONDO
LE INDICAZIONI DEL DECRETO 22/08/2007
PASSARE
• da modelli didattico-curriculari orientati
ai contenuti a modelli orientati alle
competenze
• dalla didattica d’aula alla didattica
laboratoriale
LABORATORI
• I laboratori come luogo di incontro,
confronto e condivisione per i docenti,
• I laboratori come luogo di
apprendimento “attraente” per gli
allievi
• Ma anche “laboratori” non
necessariamente come uno spazio
fisico ma come metafora di una
didattica in cui ci si mette in gioco
Problemi organizzativi e didattici
• Ripensare l’articolazione per
dipartimenti
• Definizione delle relazioni fra
percorsi disciplinari e percorsi di
apprendimento per competenze
• Modalità di attuazione dei percorsi di
apprendimento per competenze
OBIETTIVI FORMATIVI
DEVONO ESSERE DEFINITI IN
RELAZIONE A
• Livello di partenza degli allievi all’inizio
del progetto /modulo
• Competenze assi culturali
• Competenze di cittadinanza attiva
• Livello di competenza di fine
modulo/progetto
Asse storico sociale
Orientarsi nel
tessuto
produttivo del
proprio
territorio
CONOSCENZE
Abilità
Riconoscere
i settori in cui si collocano in prevalenza le
aziende; le tipologie di aziende, le caratteristiche
essenziali del mercato del lavoro e le opportunità
lavorative
Strumenti essenziali per leggere il tessuto
produttivo del proprio territorio
Regole che governano l’economia
Concetti fondamentali del mercato del lavoro
Principali soggetti del sistema economico del
proprio territorio
Competenze chiave di cittadinanza
Imparare ad imparare,
Progettare,
Comunicare
collaborare e partecipare,
Agire in modo autonomo e
responsabile,
Risolvere problemi,
Individuare collegamenti e
relazioni
Acquisire ed interpretare
l’informazione
COMPETENZE EQF/QEQ
Indicano la comprovata capacità di usare,
CONOSCENZE, ABILITA’ E CAPACITA’
PERSONALI, SOCIALI E/O
METODOLOGICHE, in situazioni di lavoro o
di studio e nello sviluppo professionale e/o
personale; le competenze sono descritte in
termini di IN SITUAZIONI DI LAVORO O DI
STUDIO E NELLO SVILUPPO
PROFESSIONALE E/O PERSONALE; LE
COMPETENZE SONO DESCRITTE IN
TERMINI DI RESPONSABILITA’ E
AUTONOMIA
IL NUOVO OBBLIGO DI
ISTRUZIONE
L.296/2006
Decreto 22.08.2007 n.139
LEGGE 27 dicembre 2006 n. 296
Dal 1 settembre 2007 è entrato in vigore
l’obbligo di istruzione elevato a 10 anni
per consentire all’Italia di allinearsi con i
sistemi di altri paesi dell’Unione Europea.
L’introduzione del nuovo obbligo si colloca nel
quadro delle norme vigenti sul diritto/dovere
all’istruzione e alla formazione in base alle quali
nessun giovane può interrompere il proprio percorso
formativo senza aver conseguito un titolo di studio o,
almeno, una qualifica professionale entro il 18° anno
d’età
Nessun giovane, quindi, può smettere di studiare
a 16 anni.
In Italia il 20.6% di giovani tra i 18 e i 24 anni
esce dal sistema di istruzione senza né
qualifica né diploma ed è in possesso della
sola licenza media.
Un dato superiore alla media europea e ancora
lontano dall’obiettivo del 10% fissato a
Lisbona 2000
Gli anni più a rischio sono il primo e il secondo della
scuola secondaria di secondo grado (con una media
del 18.2% di bocciati al primo anno e del 13.1% al
secondo anno), con punte del 30% nelle prime classi
degli istituti professionali.
Solo nel 2007 più di 19mila alunni di prima e seconda
non sono stati scrutinati per interruzione non
formalizzata degli studi.
A cosa serve?
L’innalzamento dell’obbligo d’istruzione, quindi,
rappresenta un obiettivo strategico per
consentire ai giovani l’acquisizione dei
saperi e delle competenze indispensabili
per il pieno sviluppo della persona in tutte le
sue dimensioni e per l’esercizio effettivo dei
diritti di cittadinanza
L’obbligo di istruzione è uno strumento in
più per un maggiore impegno ad educare
(e non solo ad istruire) i giovani.
Normativa di riferimento
Nel Documento Tecnico, allegato al decreto
22 agosto 2007, n. 139 sono indicate le
competenze chiave di cittadinanza attese al
termine dell'istruzione obbligatoria
Le linee guida , diffuse il 27 dicembre 2007,
indicano le misure per la prima attuazione
dell'obbligo di istruzione.
Sul sito www.indire.it/obbligoistruzione/ sono
reperibili tutte le informazioni
Le 8 competenze chiave di cittadinanza da acquisire
al termine dell’istruzione obbligatoria
Le otto competenze chiave di cittadinanza che tutti gli
studenti devono acquisire a 16 anni sono
necessarie per la costruzione e il pieno sviluppo
della loro persona, di corrette e significative
relazioni con gli altri e di una positiva interazione
con la realtà naturale e sociale.
La scarsa attenzione a queste competenze è una delle
principali cause del disorientamento e del disagio
giovanile
Quali sono le 8 competenze chiave?
1.
Imparare ad imparare: ogni giovane deve acquisire un proprio
metodo di studio e di lavoro. (Oggi molti di loro si disperdono
perché non riescono ad acquisirlo).
2.
Progettare: ogni giovane deve essere capace di utilizzare le
conoscenze apprese per darsi obiettivi significativi e realistici.
Questo richiede la capacità di individuare priorità, valutare i
vincoli e le possibilità esistenti, definire strategie di azione, fare
progetti e verificarne i risultati. (Oggi molti di loro vivono senza
la consapevolezza della realtà e delle loro potenzialità).
3. Comunicare: ogni giovane deve poter comprendere messaggi
di genere e complessità diversi nella varie forme comunicative
e deve poter comunicare in modo efficace utilizzando i diversi
linguaggi. (Oggi i giovani hanno molte difficoltà a leggere,
comprendere e a scrivere anche testi semplici in lingua
italiana).
4. Collaborare e partecipare: ogni giovane deve saper interagire
con gli altri comprendendone i diversi punti di vista. (Oggi i
giovani assumono troppo spesso atteggiamenti conflittuali e
individualistici, perché non riconoscono il valore della diversità
e dell’operare insieme agli altri).
5. Agire in modo autonomo e responsabile: ogni giovane deve
saper riconoscere il valore delle regole e della responsabilità
personale. (Oggi spesso i giovani agiscono in gruppo per non
rispettare le regole e per non assumersi responsabilità).
6. Risolvere problemi: ogni giovane deve saper affrontare
situazioni problematiche e saper contribuire a risolverle. (Oggi i
giovani tendono, spesso, ad accantonare e a rinviare i problemi
per la situazione di malessere esistenziale che vivono
nell’incertezza del futuro).
7. Individuare collegamenti e relazioni: ogni giovane deve
possedere strumenti che gli permettano di affrontare la
complessità del vivere nella società globale del nostro tempo.
(Oggi molti giovani non possiedono questi strumenti).
8. Acquisire ed interpretare l’informazione: ogni giovane deve
poter acquisire ed interpretare criticamente l'informazione
ricevuta valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e
opinioni. (Oggi molti giovani sono destinatari passivi di una
massa enorme di messaggi perché sono sprovvisti di strumenti
per valutarli).
Quali sono i 4 assi culturali?
Asse dei linguaggi
Prevede come primo obiettivo la padronanza della lingua
italiana, come capacità di gestire la comunicazione orale, di
leggere, comprendere e interpretare testi di vario tipo e di
produrre lavori scritti con molteplici finalità.
Riguarda inoltre la conoscenza di almeno una lingua
straniera; la capacità di fruire del patrimonio artistico e
letterario; l’utilizzo delle tecnologie della comunicazione e
dell’informazione.
Competenze di base a conclusione
dell’obbligo di istruzione – asse linguaggi




Padronanza della lingua italiana:
– Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi
indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale
in vari contesti;
– Leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario
tipo;
– Produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi
comunicativi
Utilizzare una lingua straniera per i principali scopi comunicativi
ed operativi
Utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione
consapevole del patrimonio artistico
e letterario
Utilizzare e produrre testi multimediali
Asse matematico
Riguarda la capacità di utilizzare le tecniche e
le procedure del calcolo aritmetico ed
algebrico, di confrontare e analizzare figure
geometriche, di individuare e risolvere
problemi e di analizzare dati e interpretarli,
sviluppando deduzioni e ragionamenti.
Asse scientifico-tecnologico
 Riguarda metodi, concetti e atteggiamenti
indispensabili per porsi domande, osservare
e comprendere il mondo naturale e quello
delle attività umane e contribuire al loro
sviluppo nel rispetto dell’ambiente e della
persona. In questo campo assumono
particolare rilievo l’apprendimento incentrato
sull’esperienza e l’attività di laboratorio.
Asse storico-sociale
 Riguarda la capacità di percepire gli eventi
storici a livello locale, nazionale, europeo e
mondiale, cogliendone le connessioni con i
fenomeni sociali ed economici; l’esercizio
della partecipazione responsabile alla vita
sociale nel rispetto dei valori dell’inclusione e
dell’integrazione.
Competenze di base a conclusione dell’obbligo
di istruzione – asse storico-sociale

Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in
una dimensione diacronica attraverso il confronto fra epoche e
in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree
geografiche e culturali.

Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole
fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla
Costituzione, a tutela della persona, della collettività e
dell’ambiente

Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio
economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio
territorio
Le competenze chiave sono il risultato
che si può conseguire – all’interno di un
unico processo di
insegnamento/apprendimento – attraverso
la reciproca integrazione e
interdipendenza tra i saperi e le
competenze contenuti negli assi culturali
Cosa cambia nella scuola?
 Il regolamento sull’obbligo di istruzione non cambia
gli attuali ordinamenti scolastici, ma impegna le
scuole, soprattutto i docenti, a utilizzare metodologie
e modelli innovativi nell’organizzazione della
didattica.
 Questo valorizza la loro libertà di insegnamento e
professionalità. Insieme a questo richiede loro una
maggiore collegialità perché i giovani raggiungano
effettivamente i risultati di apprendimento attesi.
 Le competenze e i saperi relativi ai quattro
assi culturali hanno carattere sperimentale
nella prima fase di attuazione dell’obbligo di
istruzione, in quanto è necessario validarli
sul campo attraverso l’esperienza dei
docenti prima di metterli a regime.
Le otto competenze chiave indicate
nella Raccomandazione del 18 dic 2006
Lavorare per competenze
di Anna Maria Ciraci
Ultimamente sono intervenuti nel nostro paese
importanti eventi anche in riferimento alle questioni
che proprio in questo corso sono state evidenziate. Ci
riferiamo a

Le Indicazioni per il curricolo per la scuola
dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione

Il Regolamento sull'obbligo di istruzione (Decreto
del 22 agosto 2007) emanato in applicazione della
legge finanziaria del 26 dicembre 2006.
Lavorare per competenze
Nei due documenti, elaborati da due apposite
Commissioni di esperti, si fa più argomentato,
esteso e pratico-concettuale il riferimento alla
questione delle competenze.
I documenti fanno riferimento a competenze che, già
a partire già dai primi anni di scolarizzazione, se
pur perseguite all’interno delle singole discipline,
consistono in cognizioni o abilità mentali
applicabili in campi diversi da quelli in cui sono
state acquisite e quindi dotate di una loro
peculiare trasferibilità, abilità divergenti che
consentono azioni efficaci in contesti diversi e
dunque un uso consapevole, per finalità
intenzionali, del sapere acquisito.

Il Regolamento sull'obbligo di istruzione.
Le competenze chiave di cittadinanza
L’Allegato 1 al Regolamento sull'obbligo di
istruzione elenca i saperi e le competenze, riferiti a
quattro assi culturali, che tutti gli alunni del primo
biennio di scuola superiore debbono acquisire, cioè i
requisiti minimi indispensabili e i traguardi formativi
irrinunciabili rappresentativi delle competenze che gli
allievi in uscita dalla scuola dell’obbligo devono
possedere e necessari ad equilibrare le prestazioni
del sistema scolastico su tutto il territorio nazionale.




Asse dei linguaggi
Asse matematico
Asse scientifico-tecnologico
Asse storico sociale
L’asse storico-sociale
riguarda la capacità di percepire gli eventi
storici a livello locale, nazionale, europeo e
mondiale, cogliendone le connessioni con i
fenomeni sociali ed economici; l’esercizio della
partecipazione responsabile alla vita sociale
nel rispetto dei valori dell’inclusione e
dell’integrazione.
Il Regolamento sull'obbligo di istruzione.
Le competenze chiave di cittadinanza
L’Allegato 2 al Regolamento sull'obbligo di
istruzione prevede, sulla base della Raccomandazione
del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre
2006, relativa all’apprendimento permanente, le
competenze chiave di cittadinanza che tutti i giovani
devono possedere a sedici anni, indipendentemente
dalla scuola che frequentano:







Imparare ad imparare;
Progettare, Comunicare;
Collaborare e partecipare;
Agire in modo autonomo e responsabile;
Risolvere problemi;
Individuare collegamenti e relazioni;
Acquisire ed interpretare l’informazione.
Il Regolamento sull'obbligo di
istruzione

La riforma, che ha validità transitoria fino al
2009, in attesa che si avvii il nuovo secondo
ciclo, non prevede né un biennio unico né
un biennio unitario, l'ordinamento della
scuola superiore rimane, per ora, immutato.

I due anni di obbligo appartengono alla scuola
superiore che continua ad articolarsi in licei,
istituti tecnici e professionali.
Il Regolamento sull'obbligo di istruzione
Ma, anche se ciascun indirizzo di studio conserva i
propri curricoli
bisogna garantire a tutti, all'interno del piano di
studi vigente, alcuni saperi e competenze che
assicurino l'equivalenza formativa di tutti i
percorsi
ovvero requisiti minimi indispensabili e traguardi
formativi irrinunciabili che gli allievi in uscita dalla
scuola dell’obbligo devono possedere e necessari
ad equilibrare le prestazioni del sistema
scolastico su tutto il territorio nazionale.
Il Regolamento sull'obbligo di istruzione

Si parla quindi, finalmente, di competenze
unitarie in grado di garantire un traguardo
minimo comune, pur in presenza di
programmi che rimangono differenti.

Ed è questo che dà unitarietà alla scuola
dell’obbligo,
unitarietà
fondata
non
sull’unicità dei programmi, ma sulla
omogeneità dei livelli di apprendimento.
Conclusioni
Se il nostro sistema formativo ha dimostrato il
proprio fallimento proprio sul tema dell’equità
e delle opportunità formative delle fasce
più deboli della società.
Se un sistema di scuole autonome è esposto in
misura maggiore al rischio di favorire
situazioni di segregazione scolastica, di
esclusione e di emarginazione di studenti
con difficoltà di apprendimento …
Conclusioni
E’ un’ importante assunzione di responsabilità da
parte dello Stato aver finalmente fatto in modo che
ogni scuola, pur avvalendosi degli strumenti offerti
dall'autonomia scolastica e nel rispetto degli obiettivi
che caratterizzano i curricoli dei diversi ordini, tipi e
indirizzi di studio
assicuri a tutti i ragazzi che portano a termine il
percorso di istruzione obbligatoria almeno quella
soglia minima di competenze compatibili con le
esigenze del mercato del lavoro, della vita sociale
e del funzionamento della democrazia.
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L`asse storico-sociale