"Azione di sistema per l'obbligo di istruzione e la continuità fra Secondarie di I e II grado - Fase 2 - USP Torino" ASSE STORICO SOCIALE Gruppo di lavoro composto da: Annamaria Capra, Valter Careglio, Roberto Crosio, Rosanna Gangi e Ivana Paganotto Raccomandazione 18.12.06 RaccomandazioneQEQ Il cammino europeo • Ripercorriamo le principali tappe del cammino europeo sull’istruzione da Maastricht al 2008 attraverso un recente saggio di Maria Luisa Boscaino GLI OBIETTIVI DI LISBONA: ECONOMIA E CONOSCENZA • Nel marzo 2000, a Lisbona, il Consiglio Europeo adottò l’obiettivo strategico di “diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. La strategia di Lisbona • Il 7 febbraio 1992 venne firmato il “Trattato di Maastricht” i cui articoli 149 e 150 erano dedicati all’istruzione ed alla formazione negli Stati aderenti • Il 23 e 24 marzo 2000 – appunto a Lisbona – si tenne poi una prima riunione, nella quale fu definito il programma che diede vita, nel settore dell’istruzione e della formazione, alla cosiddetta “strategia”. In quel consiglio i capi di Stato e di governo si accordarono per attuare una strategia per: • 1) Rendere l’economia europea la più competitiva del mondo • 2) Tentare di raggiungere l’obiettivo della piena occupazione entro il 2010. La strategia di Lisbona • Ruolo fondante per il raggiungimento di questi obiettivi fu attribuito all’istruzione, senza il cui determinante contributo le nazioni non crescono e l’economia non avanza. • Alla scuola veniva assegnata una funzione centrale e portante rispetto a tre punti cardine della strategia di cambiamento e sviluppo: economia, società, ambiente. • Il 18 dicembre 2006 vennero licenziate le Raccomandazioni del Consiglio e del Parlamento Europeo. I risultati raggiunti nel 2008 • Il 10 luglio 2008 la Commissione europea ha presentato i dati più recenti (Quinto rapporto annuale) sul conseguimento degli obiettivi europei, utilizzando alcuni indicatori chiave: Completamento degli studi secondari Abbandono scolastico precoce Livello di alfabetizzazione Numero di laureati in matematica, scienze e tecnologie Partecipazione degli adulti e a programmi di istruzione e formazione lungo l’arco della vita I risultati raggiunti nel 2008 • La relazione conclude asserendo che nell’insieme i Paesi europei registrano un certo progresso nei cinque settori, ma registrano una situazione di stallo rispetto alle capacità di lettura; fatto grave se si pensa al nesso che esiste tra difficoltà di lettura fin dalla III elementare, dispersione e insuccesso scolastico. • D’altra parte la capacità di lettura rappresenta un indicatore assoluto di diffusione delle competenze culturali da parte di un sistema educativo. In Europa • Alcuni elementi della relazione sono tuttavia di conforto: Rispetto al 2000, ci sono circa 3 milioni in più di studenti che frequentano la scuola superiore e un milione in più di diplomati ogni anno. Rispetto al 2000, ci sono 13 milioni in più di lavoratori con un diploma superiore; Il 60% della popolazione europea dai 5 ai 29 anni è inserita nel sistema dell’istruzione Quasi 108 milioni di persone hanno raggiunto in Europa un diploma inferiore, circa un terzo della forza lavoro complessiva. • Nonostante ciò siamo ancora lontani dagli obiettivi fissati a Lisbona per il 2010 e nella maggior parte dei paesi si continua a non insegnare due lingue fin dalla scuola dell’obbligo come richiesto dal Consiglio Europeo di Barcellona nel 2002. In Italia La percentuale di studenti che abbiano il primo livello di competenze di lettura doveva essere ridotto del 20% rispetto ai dati del 2000, mentre è aumentato dal 18,9% al 26,4%. Rimane molto alto il livello di abbandono scolastico e formativo tra i 18 e 24 anni, doppio rispetto al 10% fissato a Lisbona, contro una media europea del 14,9%. Negativo il dato della popolazione adulta inserita in attività di apprendimento per il corso della vita: la popolazione in età lavorativa che vi partecipa dovrebbe essere pari almeno al 12,5%, mentre è del 6,2% contro una media europea del 9,7%. Sono aumentati i laureati in materie matematiche, scientifiche e tecnologiche. La nostra scuola dell’infanzia registra una frequenza del 100%. La competitività del sistema Europa SAPER RINNOVARE CONTINUAMENTE CONOSCENZE, ABILITA’ E COMPETENZE DEI CITTADINI passaggio cruciale per Mantenere la competitività e la coesione sociale dell’UE Il percorso europeo, iniziato nel 1989, per favorire la mobilità dei cittadini si fonda su: reciproca fiducia tra sistemi formativi-educativi dei paesi membri meccanismi di riconoscimento interpretati nel modo più favorevole alla persona, le attestazioni di competenza rilasciabili in seguito ad un “apprezzamento delle qualità personali, delle attitudini o delle conoscenze del richiedente da parte di un’autorità, senza preventiva formazione” Tutto ciò, altro non è se non il principio più volte affermato dal sistema integrato e sancito dalla recente normativa, della valorizzazione e capitalizzazione delle competenze di un soggetto, comunque e dovunque acquisite, opportunamente validate e certificate, per costituire un credito spendibile. I DISPOSITIVI DI CERTIFICAZIONE Trasparenza delle Qualifiche •La trasparenza si riferisce alla possibilità di rendere leggibile la certificazione relativa ad un titolo e a una qualifica professionale. La trasparenza permettere di riconoscere le competenze acquisite e migliora la spendibilità dei titoli professionali in una dimensione europea dell'istruzione, della formazione e del mercato del lavoro •La Risoluzione del Consiglio del 3 dicembre 1992 sulla trasparenza delle qualifiche (93/C 49 01) introduce la strategia della trasparenza come strumento a favore della libera circolazione dei lavoratori I DISPOSITIVI DI CERTIFICAZIONE •Nel 2000 il Forum Europeo per la trasparenza delle qualifiche professionali propone l'adozione da parte degli Stati membri del "Supplemento al Certificato" come dispositivo aggiuntivo alla certificazione nazionale della qualifica professionale. •La Raccomandazione 2001/613/CE Raccomanda agli Stati membri di incoraggiare lo sviluppo e l'utilizzo di dispositivi europei di certificazione (Europass formazione, supplemento al diploma, supplemento al certificato, sviluppo del curriculum vitae europeo) network dei Punti di Riferimento Nazionali I DISPOSITIVI DI CERTIFICAZIONE Raccomandazione della Commissione dell'11 marzo 2002 relativa ad un modello comune per i Curriculum vitae. Decisione N. 2241/2004/CE del 15 dicembre 2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'Unione Europea, relativa ad un quadro comunitario unico per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze (Europass). a) Rappresenta il quadro di riferimento per le iniziative future in tema di trasparenza delle certificazioni b) Prevede l'integrazione in un unico quadro denominato Europass, dei dispositivi di trasparenza sviluppati dall'Unione europea e da organizzazioni internazionali. EUROPASS Europass è un personale e coordinato portfolio di documenti (denominati documenti Europass), che i cittadini potranno utilizzare su base volontaria per comunicare meglio e presentare le loro qualificazioni e competenze in Europa. All'interno del Portfolio Europass figurano i seguenti dispositivi: •CV europeo; •Supplemento al Certificato relativo alla trasparenza delle qualifiche professionali; •Supplemento al Diploma relativo alla trasparenza delle certificazioni dell'istruzione superiore (universitaria); •Europass Mobility, finalizzato a registrare i periodi di formazione effettuati in un paese diverso da quello nazionale (tale strumento riforma l'attuale dispositivo Europass Formazione che registra i periodi europei di formazione in alternanza); •Porfolio Europeo delle lingue, finalizzato a presentare le competenze ed esperienze di un cittadino in campo linguistico. LE COORDINATE UE • Attuazione obiettivi obiettivi di Lisbona • Dispositivi di trasparenza delle qualifiche • Testo evidenziato della decisione n. 2241/2004/CE del 15 dicembre 2004 • Quadro europeo delle qualifiche (DOC: Raccomandazione Parlamento Europeo e Consiglio (23 aprile 2008) • Le competenze chiave ( DOC: Raccomandazione Parlamento europeo e Consiglio 18 dicembre 2006) Decreto del 22 agosto 2007 Testo del decreto • cambiamento strategico comporta • una diversa organizzazione dell’Istituzione scolastica e in particolare dei dipartimenti • una revisione metodologica ed organizzativa della didattica COMPETENZE STORICO-SOCIALI La stretta integrazione, prevista dal Dm.139 del 22 agosto 2007, tra saperi, innovazione metodologica e costruzione del sé, sottolineata specificamente nel documento tecnico (L’asse storico sociale si fonda su tre ambiti di riferimento: epistemologico, didattico, formativo) fa dell’insegnamento e dell’apprendimento della Storia un campo privilegiato strategico per la costruzione di competenze cognitive trasversali e competenze di cittadinanza senza prescindere dallo specifico disciplinare, anzi partendo proprio da quello (Rossetti-Truccolo) COMPETENZE STORICO-SOCIALI La programmazione didattica non può dunque essere di tipo sequenziale, ma piuttosto va svolta in termini di progettazione continua, flessibile, modulare, allo scopo di creare situazioni di apprendimento sempre più coinvolgenti e diversificate, funzionali alle diverse intelligenze e alle diverse storie personali. […] Il modello di mediazione didattica più efficace in tal senso è quello che a partire dalla problematizzazione del presente, si rivolge alla costruzione/impiego di operatori cognitivi specifici, percorrendo le fasi operative della ricerca storica e definendo/ridefinendo macroconcetti o concetti interpretativi: in sostanza, mira alla costruzione di una cultura storica, anche a prescindere da una scansione contenutistica più o meno rigida. COMPETENZE STORICO-SOCIALI La storia ha un campo di indagine eterogeneo alla formazione della conoscenza storica concorrono molte discipline molto diverse tra loro (dalla paleontologia all’economia), ma che, dopo la lezione delle Annales mantiene un rapporto privilegiato con le scienze sociali, e la rende dunque particolarmente idonea a costruire delle competenze di cittadinanza attiva. ALCUNE PAROLE-CHIAVE passato/presente - la lettura del passato va costantemente riferita al presente per fornire fondamento storico a questioni che sarebbero interamente schiacciate sulla dimensione del presente, ma anche per dare significatività a conoscenze che non fanno immediatamente parte dell’esperienza; alternanza di scale spaziali - come supporto a una società multietnica e prodotto di culture diverse; molteplicità dei punti di vista e delle fonti – perché diversa è la natura dei soggetti che “fanno” la storia e un’operazione scientifica di ricostruzione presuppone l’incrocio delle fonti; operatività e momenti laboratoriali - come sperimentazione delle procedure dello storico e coinvolgente e motivante/attiva; garanzia di metodologia capacità critiche e strumenti di lettura - come approdo di un curricolo ben strutturato che aiuti a evitare letture distorte e/o strumentali di molte questioni del presente. COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE FILMATO ASSE STORICO SOCIALE COMPETENZE DI BASE A CONCLUSIONE DEL BIENNIO Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso il confronto fra epoche e in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali ASSE STORICO SOCIALE COMPETENZE DI BASE A CONCLUSIONE DEL BIENNIO Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambiente ASSE STORICO SOCIALE COMPETENZE DI BASE A CONCLUSIONE DEL BIENNIO Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio ASSE STORICO SOCIALE RICONOSCERE LE CARATTERISTICHE ESSENZIALI DEL SISTEMA SOCIO ECONOMICO ORIENTARSI NEL TESSUTO PRODUTTIVO DEL PROPRIO TERRITORIO CONNETTE L’ASPETTO STORICO/GIURIDICO AL CONTESTO SOCIO PRODUTTIVO DEL TERRITORIO COMPETENZE CHIAVE – SPIRITO DI INIZIATIVA ED IMPRENDITO RIALITA’ AREA STORICO SOCIALE FINALITA’ PROPEDEUTICHE • OSSERVARE IL PASSATO PER COMPRENDERE IL PRESENTE • LEGGERE GLI EFFETTI PRODOTTI NEL CONTESTO SOCIALE • COGLIERE LE CONNESSIONI TRA ASPETTI LEGATI- IN PREVALENZA- A ECONOMIA – DIRITTO - STORIA – GEOGRAFIA ASSE STORICO SOCIALE • SUL PIANO EPISTEMOLOGICO I CONFINI TRA LE DIVERSE DISCIPLINE SONO BEN DEFINITI • SUL PIANO OPERATIVO COMPRENDERE LA REALTA’ IMPONE LA CONNESSIONE DI CONOSCENZE ED ABILITA’AFFERENTI A DIVERSI AMBITI DISCIPLINARI PUNTI FONDANTI PER OPERARE SECONDO LE INDICAZIONI DEL DECRETO 22/08/2007 PASSARE • da modelli didattico-curriculari orientati ai contenuti a modelli orientati alle competenze • dalla didattica d’aula alla didattica laboratoriale LABORATORI • I laboratori come luogo di incontro, confronto e condivisione per i docenti, • I laboratori come luogo di apprendimento “attraente” per gli allievi • Ma anche “laboratori” non necessariamente come uno spazio fisico ma come metafora di una didattica in cui ci si mette in gioco Problemi organizzativi e didattici • Ripensare l’articolazione per dipartimenti • Definizione delle relazioni fra percorsi disciplinari e percorsi di apprendimento per competenze • Modalità di attuazione dei percorsi di apprendimento per competenze OBIETTIVI FORMATIVI DEVONO ESSERE DEFINITI IN RELAZIONE A • Livello di partenza degli allievi all’inizio del progetto /modulo • Competenze assi culturali • Competenze di cittadinanza attiva • Livello di competenza di fine modulo/progetto Asse storico sociale Orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio CONOSCENZE Abilità Riconoscere i settori in cui si collocano in prevalenza le aziende; le tipologie di aziende, le caratteristiche essenziali del mercato del lavoro e le opportunità lavorative Strumenti essenziali per leggere il tessuto produttivo del proprio territorio Regole che governano l’economia Concetti fondamentali del mercato del lavoro Principali soggetti del sistema economico del proprio territorio Competenze chiave di cittadinanza Imparare ad imparare, Progettare, Comunicare collaborare e partecipare, Agire in modo autonomo e responsabile, Risolvere problemi, Individuare collegamenti e relazioni Acquisire ed interpretare l’informazione COMPETENZE EQF/QEQ Indicano la comprovata capacità di usare, CONOSCENZE, ABILITA’ E CAPACITA’ PERSONALI, SOCIALI E/O METODOLOGICHE, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termini di IN SITUAZIONI DI LAVORO O DI STUDIO E NELLO SVILUPPO PROFESSIONALE E/O PERSONALE; LE COMPETENZE SONO DESCRITTE IN TERMINI DI RESPONSABILITA’ E AUTONOMIA IL NUOVO OBBLIGO DI ISTRUZIONE L.296/2006 Decreto 22.08.2007 n.139 LEGGE 27 dicembre 2006 n. 296 Dal 1 settembre 2007 è entrato in vigore l’obbligo di istruzione elevato a 10 anni per consentire all’Italia di allinearsi con i sistemi di altri paesi dell’Unione Europea. L’introduzione del nuovo obbligo si colloca nel quadro delle norme vigenti sul diritto/dovere all’istruzione e alla formazione in base alle quali nessun giovane può interrompere il proprio percorso formativo senza aver conseguito un titolo di studio o, almeno, una qualifica professionale entro il 18° anno d’età Nessun giovane, quindi, può smettere di studiare a 16 anni. In Italia il 20.6% di giovani tra i 18 e i 24 anni esce dal sistema di istruzione senza né qualifica né diploma ed è in possesso della sola licenza media. Un dato superiore alla media europea e ancora lontano dall’obiettivo del 10% fissato a Lisbona 2000 Gli anni più a rischio sono il primo e il secondo della scuola secondaria di secondo grado (con una media del 18.2% di bocciati al primo anno e del 13.1% al secondo anno), con punte del 30% nelle prime classi degli istituti professionali. Solo nel 2007 più di 19mila alunni di prima e seconda non sono stati scrutinati per interruzione non formalizzata degli studi. A cosa serve? L’innalzamento dell’obbligo d’istruzione, quindi, rappresenta un obiettivo strategico per consentire ai giovani l’acquisizione dei saperi e delle competenze indispensabili per il pieno sviluppo della persona in tutte le sue dimensioni e per l’esercizio effettivo dei diritti di cittadinanza L’obbligo di istruzione è uno strumento in più per un maggiore impegno ad educare (e non solo ad istruire) i giovani. Normativa di riferimento Nel Documento Tecnico, allegato al decreto 22 agosto 2007, n. 139 sono indicate le competenze chiave di cittadinanza attese al termine dell'istruzione obbligatoria Le linee guida , diffuse il 27 dicembre 2007, indicano le misure per la prima attuazione dell'obbligo di istruzione. Sul sito www.indire.it/obbligoistruzione/ sono reperibili tutte le informazioni Le 8 competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria Le otto competenze chiave di cittadinanza che tutti gli studenti devono acquisire a 16 anni sono necessarie per la costruzione e il pieno sviluppo della loro persona, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale. La scarsa attenzione a queste competenze è una delle principali cause del disorientamento e del disagio giovanile Quali sono le 8 competenze chiave? 1. Imparare ad imparare: ogni giovane deve acquisire un proprio metodo di studio e di lavoro. (Oggi molti di loro si disperdono perché non riescono ad acquisirlo). 2. Progettare: ogni giovane deve essere capace di utilizzare le conoscenze apprese per darsi obiettivi significativi e realistici. Questo richiede la capacità di individuare priorità, valutare i vincoli e le possibilità esistenti, definire strategie di azione, fare progetti e verificarne i risultati. (Oggi molti di loro vivono senza la consapevolezza della realtà e delle loro potenzialità). 3. Comunicare: ogni giovane deve poter comprendere messaggi di genere e complessità diversi nella varie forme comunicative e deve poter comunicare in modo efficace utilizzando i diversi linguaggi. (Oggi i giovani hanno molte difficoltà a leggere, comprendere e a scrivere anche testi semplici in lingua italiana). 4. Collaborare e partecipare: ogni giovane deve saper interagire con gli altri comprendendone i diversi punti di vista. (Oggi i giovani assumono troppo spesso atteggiamenti conflittuali e individualistici, perché non riconoscono il valore della diversità e dell’operare insieme agli altri). 5. Agire in modo autonomo e responsabile: ogni giovane deve saper riconoscere il valore delle regole e della responsabilità personale. (Oggi spesso i giovani agiscono in gruppo per non rispettare le regole e per non assumersi responsabilità). 6. Risolvere problemi: ogni giovane deve saper affrontare situazioni problematiche e saper contribuire a risolverle. (Oggi i giovani tendono, spesso, ad accantonare e a rinviare i problemi per la situazione di malessere esistenziale che vivono nell’incertezza del futuro). 7. Individuare collegamenti e relazioni: ogni giovane deve possedere strumenti che gli permettano di affrontare la complessità del vivere nella società globale del nostro tempo. (Oggi molti giovani non possiedono questi strumenti). 8. Acquisire ed interpretare l’informazione: ogni giovane deve poter acquisire ed interpretare criticamente l'informazione ricevuta valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni. (Oggi molti giovani sono destinatari passivi di una massa enorme di messaggi perché sono sprovvisti di strumenti per valutarli). Quali sono i 4 assi culturali? Asse dei linguaggi Prevede come primo obiettivo la padronanza della lingua italiana, come capacità di gestire la comunicazione orale, di leggere, comprendere e interpretare testi di vario tipo e di produrre lavori scritti con molteplici finalità. Riguarda inoltre la conoscenza di almeno una lingua straniera; la capacità di fruire del patrimonio artistico e letterario; l’utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Competenze di base a conclusione dell’obbligo di istruzione – asse linguaggi Padronanza della lingua italiana: – Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti; – Leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario tipo; – Produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi Utilizzare una lingua straniera per i principali scopi comunicativi ed operativi Utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario Utilizzare e produrre testi multimediali Asse matematico Riguarda la capacità di utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico, di confrontare e analizzare figure geometriche, di individuare e risolvere problemi e di analizzare dati e interpretarli, sviluppando deduzioni e ragionamenti. Asse scientifico-tecnologico Riguarda metodi, concetti e atteggiamenti indispensabili per porsi domande, osservare e comprendere il mondo naturale e quello delle attività umane e contribuire al loro sviluppo nel rispetto dell’ambiente e della persona. In questo campo assumono particolare rilievo l’apprendimento incentrato sull’esperienza e l’attività di laboratorio. Asse storico-sociale Riguarda la capacità di percepire gli eventi storici a livello locale, nazionale, europeo e mondiale, cogliendone le connessioni con i fenomeni sociali ed economici; l’esercizio della partecipazione responsabile alla vita sociale nel rispetto dei valori dell’inclusione e dell’integrazione. Competenze di base a conclusione dell’obbligo di istruzione – asse storico-sociale Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso il confronto fra epoche e in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali. Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambiente Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio Le competenze chiave sono il risultato che si può conseguire – all’interno di un unico processo di insegnamento/apprendimento – attraverso la reciproca integrazione e interdipendenza tra i saperi e le competenze contenuti negli assi culturali Cosa cambia nella scuola? Il regolamento sull’obbligo di istruzione non cambia gli attuali ordinamenti scolastici, ma impegna le scuole, soprattutto i docenti, a utilizzare metodologie e modelli innovativi nell’organizzazione della didattica. Questo valorizza la loro libertà di insegnamento e professionalità. Insieme a questo richiede loro una maggiore collegialità perché i giovani raggiungano effettivamente i risultati di apprendimento attesi. Le competenze e i saperi relativi ai quattro assi culturali hanno carattere sperimentale nella prima fase di attuazione dell’obbligo di istruzione, in quanto è necessario validarli sul campo attraverso l’esperienza dei docenti prima di metterli a regime. Le otto competenze chiave indicate nella Raccomandazione del 18 dic 2006 Lavorare per competenze di Anna Maria Ciraci Ultimamente sono intervenuti nel nostro paese importanti eventi anche in riferimento alle questioni che proprio in questo corso sono state evidenziate. Ci riferiamo a Le Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione Il Regolamento sull'obbligo di istruzione (Decreto del 22 agosto 2007) emanato in applicazione della legge finanziaria del 26 dicembre 2006. Lavorare per competenze Nei due documenti, elaborati da due apposite Commissioni di esperti, si fa più argomentato, esteso e pratico-concettuale il riferimento alla questione delle competenze. I documenti fanno riferimento a competenze che, già a partire già dai primi anni di scolarizzazione, se pur perseguite all’interno delle singole discipline, consistono in cognizioni o abilità mentali applicabili in campi diversi da quelli in cui sono state acquisite e quindi dotate di una loro peculiare trasferibilità, abilità divergenti che consentono azioni efficaci in contesti diversi e dunque un uso consapevole, per finalità intenzionali, del sapere acquisito. Il Regolamento sull'obbligo di istruzione. Le competenze chiave di cittadinanza L’Allegato 1 al Regolamento sull'obbligo di istruzione elenca i saperi e le competenze, riferiti a quattro assi culturali, che tutti gli alunni del primo biennio di scuola superiore debbono acquisire, cioè i requisiti minimi indispensabili e i traguardi formativi irrinunciabili rappresentativi delle competenze che gli allievi in uscita dalla scuola dell’obbligo devono possedere e necessari ad equilibrare le prestazioni del sistema scolastico su tutto il territorio nazionale. Asse dei linguaggi Asse matematico Asse scientifico-tecnologico Asse storico sociale L’asse storico-sociale riguarda la capacità di percepire gli eventi storici a livello locale, nazionale, europeo e mondiale, cogliendone le connessioni con i fenomeni sociali ed economici; l’esercizio della partecipazione responsabile alla vita sociale nel rispetto dei valori dell’inclusione e dell’integrazione. Il Regolamento sull'obbligo di istruzione. Le competenze chiave di cittadinanza L’Allegato 2 al Regolamento sull'obbligo di istruzione prevede, sulla base della Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006, relativa all’apprendimento permanente, le competenze chiave di cittadinanza che tutti i giovani devono possedere a sedici anni, indipendentemente dalla scuola che frequentano: Imparare ad imparare; Progettare, Comunicare; Collaborare e partecipare; Agire in modo autonomo e responsabile; Risolvere problemi; Individuare collegamenti e relazioni; Acquisire ed interpretare l’informazione. Il Regolamento sull'obbligo di istruzione La riforma, che ha validità transitoria fino al 2009, in attesa che si avvii il nuovo secondo ciclo, non prevede né un biennio unico né un biennio unitario, l'ordinamento della scuola superiore rimane, per ora, immutato. I due anni di obbligo appartengono alla scuola superiore che continua ad articolarsi in licei, istituti tecnici e professionali. Il Regolamento sull'obbligo di istruzione Ma, anche se ciascun indirizzo di studio conserva i propri curricoli bisogna garantire a tutti, all'interno del piano di studi vigente, alcuni saperi e competenze che assicurino l'equivalenza formativa di tutti i percorsi ovvero requisiti minimi indispensabili e traguardi formativi irrinunciabili che gli allievi in uscita dalla scuola dell’obbligo devono possedere e necessari ad equilibrare le prestazioni del sistema scolastico su tutto il territorio nazionale. Il Regolamento sull'obbligo di istruzione Si parla quindi, finalmente, di competenze unitarie in grado di garantire un traguardo minimo comune, pur in presenza di programmi che rimangono differenti. Ed è questo che dà unitarietà alla scuola dell’obbligo, unitarietà fondata non sull’unicità dei programmi, ma sulla omogeneità dei livelli di apprendimento. Conclusioni Se il nostro sistema formativo ha dimostrato il proprio fallimento proprio sul tema dell’equità e delle opportunità formative delle fasce più deboli della società. Se un sistema di scuole autonome è esposto in misura maggiore al rischio di favorire situazioni di segregazione scolastica, di esclusione e di emarginazione di studenti con difficoltà di apprendimento … Conclusioni E’ un’ importante assunzione di responsabilità da parte dello Stato aver finalmente fatto in modo che ogni scuola, pur avvalendosi degli strumenti offerti dall'autonomia scolastica e nel rispetto degli obiettivi che caratterizzano i curricoli dei diversi ordini, tipi e indirizzi di studio assicuri a tutti i ragazzi che portano a termine il percorso di istruzione obbligatoria almeno quella soglia minima di competenze compatibili con le esigenze del mercato del lavoro, della vita sociale e del funzionamento della democrazia.