Anno XXIX - Società Italiana Pro Segugio “L. Zacchetti” - Sped. in abb. post. 45% - Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Bologna
In caso di mancato recapito si prega di restituire al CPO di
Piacenza per il mittente che si impegna a pagare la relativa tassa.
Organo
n. 91 dicembre 2010
ufficiale dell’associazione
PRO SEGUGIO “L. Zacchetti”
Organo Ufficiale dell’Associazione Italiana
Pro Segugio “L. Zacchetti”
Direttore Responsabile
Vincenzo Ferrara
Comitato di Redazione
Argenio Felice, Boccati Bruno, Cabrali
Denis, Carturan Angelo, Castagna Franco,
Colombi Gianluigi, Dante Marcello, Di
Giannantonio Gianluca, De Falco Antonio,
Ferrara Gianfranco, Gaiottino Franco,
Ghilardi Fulvio, Ghirotto Giovanni, Giordanino
Gianedoardo, Mezzadra Tino, Mugnaini
Bruno, Scovoli Agostino, Tacca Gino, Verra
Lorenzo, Villa Marco Giuseppe, Viviani
Remo, Zerlotti Steno
Comitato Tecnico Scientifico
Clerici Palmiro, Di Giannantonio Gianluca,
Ghilardi Leopoldo, Giordanino Gianedoardo,
Minelli Giuseppe, Ottino Bruno, Quici
Giuseppe, Tacca Gino, Villa Mario
Archivio fotografico
Francesco Panuccio
Proprietà ed Editore
SIPS “L. Zacchetti” – 25100 Brescia
Pubblicità
Segreteria SIPS
Tel. 0377 802414 – Fax 0377 802234
www.prosegugio.it
E-mail: [email protected]
Spedizione
Autor. del Tribunale di Crema n. 57/86
Spedizione in abbonamento postale 45%
Art. 2 comma 20b Legge 662/96
Filiale di Piacenza
Articoli e fotografie, anche se non pubblicati,
non saranno restituiti. La responsabilità per
i contenuti e le opinioni espresse negli
articoli pubblicati è esclusivamente degli
autori.
Gli articoli pubblicati in questo numero non
sono riproducibili.
La redazione non si assume nessuna
responsabilità sulle inserzioni pubblici­tarie
inoltrate senza bozzetto, sulle quali per
altro, si riserva di operare eventuali tagli
al testo compati­bilmente con lo spazio
prenotato dal committente.
In copertina
Il Campione d'Europa Claudio Rampini con
Lea e Roll e Mario Musselli
ORARIO DI APERTURA
DELLA SEGRETERIA
NAZIONALE
dalle 08.00 dalle 08.00 dalle 08.00 dalle 08.00 dalle 08.00 Coppa Europa ai Segugi Italiani
Federica Bracchetti Pittrice Animalier
A Monte Cimone il Campionato Italiano della SIPS 2010
La Sips dedica un monumento a Luigi Zacchetti
Nell’interpretazione della psicologia canina
vi è il fondamento della cinofilia-venatoria
18 La ritempra nei cani da seguita
20 Lo stile di razza
22 Londa 2010: qualche ombra e tante luci!
24 Malattie del cane trasmesse da zecche
26 70 anni di caccia con il segugio
32 Considerazioni sull’origine del segugio Maremmano
e sulla popolarità del manto tigrato
36 Alla riscoperta del nostro segugio: IL LEPRAIOLO
38 Incomprensioni
41 Dalle sezioni
56 La nostra gente
Progetto Grafico
Studio DOD design
lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì 4
9
10
16
17
sommario
n. 91 Dicembre 2010 – Anno XXIX
alle 16.00
alle 17.00
alle 16.00
alle 17.00
alle 14.00
Finito di stampare nel mese di giugno 2010
57 Piccoli annunci
SOCIETÀ ITALIANA PRO SEGUGIO
CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA
GENERALE DEI SOCI
Ai sensi dell’art. 13 e 14 dello Statuto Sociale SIPS, si informa che
l’Assemblea Generale dei Soci della Società Italiana Pro Segugio è
convocata per sabato 26 marzo 2011, presso il Campo Cani Sant’Antonio – Via Bellaria, 211/C - Modena, per le ore 13.30 in prima convocazione e per le ore 14.30 in seconda convocazione, con il seguente
Ordine del Giorno:
1)
2)
3)
4)
Relazione del Presidente
Bilancio Consuntivo 2010
Bilancio Preventivo 2011
Varie ed eventuali
Possono partecipare all’Assemblea, con diritto di voto, i Soci dell’anno
precedente, in regola con la quota sociale dell’anno in corso.
Il Presidente Nazionale SIPS
Dr. Leopoldo Ghilardi
Ai Soci, vi chiediamo gentilmente di inviare articoli più
corti per dare la possibilità a tutti di poterli vedere pubblicati sulla nostra rivista. Il formato preferibile è il “Word”.
Si avvisa, inoltre, che non verranno più pubblicati articoli
polemici con riferimenti personali.
1
editoriale
2
Ai soci,
questo editoriale viene pubblicato a
chiusura dell’anno 2010, nel numero
precedente ho definito quest’anno
come“quello delle Elezioni e dell’attuazione del Programma Elettorale”.
Nella presentazione del programma
fatta all’Assemblea di Bergamo,
dissi che questo triennio sarebbe
stato all’insegna “del fare” per distinguerlo da quello precedente,
dove si dovette richiedere l’ausilio e
la consulenza agli avvocati. Con nostra grande soddisfazione, e credo
anche di tutti voi, si è avverata la previsione. Abbiamo agito con effettivi
ed efficaci risultati. Sarebbe lungo
l’elenco dei successi, ma menzioniamo almeno i principali: Campionato Sociale su Lepre con le batterie
ufficiali di Segugi dell’Appennino,
finalmente Campioni Sociali grazie
al riconoscimento della Razza da
parte dell’Enci . Campionato Sociale
su cinghiale per Mute ad Orvieto e
Campionato Sociale per Coppia e
Singolo a Grosseto con Raduno
di Riconoscimento per oltre 500
soggetti della Razza Segugio Maremmano, anch’essa riconosciuta
dall’Enci il 9 marzo del 2009. Due
grandi conferme dell’efficacia degli
investimenti che la Sips ha fatto.
Due successi ottenuti grazie all’impegno, alla costanza ed al sostegno
scientifico delle nostre Commissioni
di Razza. Tengo in debita memoria
gli incontri che facemmo con il
Prof. Carlo Renieri ed il Ricercatore
Vincenzo La Manna ad Ancona
nell’estate del 2008, per firmare la
Convenzione con cui fu affidato il
Progetto per la ricerca Genetica
nell’autunno dello stesso anno.
Passaggio indispensabile, per
sostenere con base scientifica, il
meritato riconoscimento concesso
dalla Commissione Tecnica Centrale
dell’Enci, ed ottenere il passaggio
dei capostipiti, dal Libro Aperto,
istituito nel 2003, al libro dei Riconosciuti RSR, accessibile dal 2009.
Il giornalista Bruno Modugno in una
trasmissione registrata a Roma, ci
chiese: “Perché c’è voluto tanto
tempo?”La risposta naturalmente
fu: “Perché le razze non si creano
con la velocità dei tempi moderni,
nascono attraverso la Selezione che
dura molte decine e talvolta centinaia di anni, perché la presentazione
della documentazione richiede
almeno cinque anni, indispensabili
per garantirne la completezza, che
se confrontati agli anni necessari
per selezionare le nostre due nuove
Razze sono, tutto sommato, relativamente pochi.
Nel programma elettorale davamo
giusto rilievo alla necessità di dare
seguito agli accordi per la tutela del-
le quindici razze estere.
Oltre ai consueti contatti
con gli Allevatori Italiani
e con quelli Francesi,
abbiamo avuto modo di
delineare un progetto di
alto spessore, che attueremo nei prossimi anni.
Nel frattempo, su indicazione dell’Enci e con la
presenza autorevole del
Presidente Francesco
Balducci e dei due Direttori Fabrizio Crivellari
ed Angelo Pedrazzini, si
è svolto il terzo incontro
con la rappresentanza
del Club Italiano BdG.
Incontro deciso per superare la criticità dei
due Campionati Sociali
che ancora dividono la
Società ed il Club. Nell’incontro si
è raggiunto l’accordo di predisporre
un Regolamento del Campionato
Sociale unico che entrambi i soggetti adottino per la Prova. Inoltre le
date saranno concordate e decise
anticipatamente per dare la possibilità ai Concorrenti di scegliere dove
disputare la Prova di Campionato
Sociale e guadagnare l’ambito titolo
di Campione Sociale, superando
gli ultimi ed ormai inutili distinguo.
Ricordo che le date dei Campionati
Sociali Sips sono state approvate
dal Consiglio Nazionale e si svolgeranno con questo Calendario:
Campionato Sociale su Cinghiale
cat. Singolo e Coppia 11/12/13
febbraio 2011 a Grosseto. Campionato Sociale su Cinghiale cat.
Muta 25/26/27 febbraio a Orvieto.
Campionato Sociale su Lepre nelle tre categorie 11/12/13 marzo,
ad Ascoli Piceno. Le date sono
state comunicate a tutte le Sezioni
Provinciali della Sips per il dovuto
adattamento dei propri calendari, in
modo da agevolare la convocazione
dei Giudici Nazionali necessari alla
organizzazione di un Campionato
a cui accedono 1200 cani in esposizione e le corrispondenti batterie
in prova e che richiede la presenza
di una cinquantina di giudici in ciascuno dei tre giorni del Campionato
Nella stessa sede dell’incontro è
stato proposto all’Enci di organizzare specifici Corsi di aggiornamento
per i Giudici abilitati alle Esposizioni,
nel corso dei quali verranno illustrati
i due Standard definitivi che sono
stati inviati in forma tradotta, alla
competente Commissione Standard
della FCI.
Sono stati richiesti dei Meeting dedicati agli Esperti Giudici di Prove di
Lavoro, tenuti da Giudici Formatori,
che affrontino ed approfondiscano
argomenti di carattere cinofilo e ci-
notecnico, oltre a quelli strettamente
sportivi. Scrivo questo editoriale di
ritorno da Chevigny, dove si è disputata la 18° edizione di Coppa Europa. L’Italia non ha tradito le grandi
aspettative del mondo Segugista.
Anche nel 2010 la Coppa Europa è
stata assegnata a un Segugio presentato da un conduttore Italiano.
Claudio Rampini ha portato a S.
Maria della Versa la Coppa del vincitore con la sua coppia di Segugi
Italiani a Pelo Forte. La rappresentativa Italiana comprendeva anche
la Coppia presentata da Cristian
Montersino. Convocati dall’Enci
per la prova della FCI gli Esperti
Giudici Athos Albani, Italo Capri,
Pietro Dellagiovanna e Roberto
Pigliaceli,quest’ultimo già indicato
come selezionatore delle Coppie,
Direttore Sportivo della Squadra
Italiana il nostro Consigliere Gianluca di Giannantonio, coadiuvato
da Sandra Deidda negli incontri
ufficiali con la Delegazione della FCI.
La Coppa per la Categoria Singolo
è stata aggiudicata al concorrente
Svizzero, con grandi festeggiamenti
al momento della premiazione
alla quale ha assistito un pubblico
attento che non ha risparmiato gli
applausi rivolti ai vincitori e anche
meritatamente, agli organizzatori
del Cantone Vallese, ai sei suonatori
di Corno che hanno reso onore ai
vincitori, alternandosi ai suonatori
Svizzeri con i caratteristici Corni
Alpini in legno.
L’organizzazione ha aggiunto una
Prova collaterale dedicata alle Mute,
denominata Coppa delle Alpi, anche
qui meritata vittoria della rappresentativa Italiana, premio aggiudicato
alla Muta di Segugi Italiani a Pelo
Raso di Tinti e Pedini da Fano. In
lizza , oltre a quella dei vincitori, le
mute Italiane erano presentate da
Carlo Generotti Campione d’Euro-
3
Muta dei fratelli Mendicino partecipante al Campionato di Orvieto 2010
pa 2009 e da Battista Rapis. Per la
Svizzera, correva il Ticinese Mario
Consonni che si è piazzato al secondo posto, con la sua muta di
segugi.Della manifestazione, oltre
alla doppia vittoria, abbiamo avuto
modo di apprezzare la ospitalità
degli amici del Cantone Vallese e
la indubbia capacità organizzativa
che ha permesso a tutti i concorrenti
ed accompagnatori di trascorrere le
due giornate piacevolmente prive di
inconvenienti con un unico punto
di ritrovo: la Salle de l’Eau Vive di
Martigny in grado di accogliere
le oltre quattrocento persone che
hanno pranzato e poi seguito con
grande attenzione la premiazione
e la cerimonia di chiusura della
manifestazione.
Di fronte a tanto calore mi è tornata
alla memoria l’altra grande mani-
festazione a cui ho assistito il 29
agosto a Rubiano di Credera,curata
dai nostri associati di Cremona e
Bergamo, coordinati da Renato Pescatori e Riccardo Morganti assieme
al Bresciano Giuseppe Quinzanini.I
partecipanti provenienti da tutta
Italia, amici che hanno affrontato
una notte di viaggio per assistere
alla cerimonia ed onorare il Maestro
Luigi Zacchetti ad oltre cinquantanni
dalla sua scomparsa ed al quale giustamente, la nostra Associazione fu
intitolata, nella memorabile riunione
dei quindici fondatori, che si tenne a
Verolanuova nel 1954. Una giornata
piena di tutte le cose che amiamo e
che amava Zacchetti, il mattino presto una Prova pratica ad invito, con
mute a rappresentare tutte le razze
da Seguita, a seguire la presentazione delle Razze magistralmente de-
scritte da Mario Villa e dai più Esperti
Giudici di esposizione. Al termine
la cerimonia religiosa nel piccolo
Cimitero di Rubiano dove riposa Luigi Zacchetti, infine l’inaugurazione
dello stupendo monumento Bronzeo che ritrae Zacchetti con la sua
altrettanto celebre segugia. Dopo
l’inaugurazione c’è stato tempo per
alcuni brevi interventi delle autorità
presenti a ricordare l’opera di Zacchetti e la riconoscenza che tutti noi
gli assegnamo. Una manifestazione
che mi sono permesso di proporre
anche il prossimo anno, per trasformarla in un appuntamento che permetta di ritrovarsi a tutti coloro che
si riconoscono negli ideali e nelle
passioni di Luigi Zacchetti, dove si
possa proclamare con forza:Viva i
Segugi e Viva il Segugismo.
Fulvio Ghilardi
coppa europa
4
Coppa Europa ai Segugi Italiani
Meglio di così è impossibile;abbiamo
partecipato con due coppie e si
sono classificate al primo ed al secondo posto alla Coppa Europa di
quest’anno.
La vittoria ha abbracciato Claudio
Rampini che con Lea e Roll ha vinto
l’ambito trofeo, i suoi due nero focati a pelo forte hanno ampiamente
meritato il gradino più alto del podio
europeo.
Al secondo posto i pari razza dell’allevamento di Montersino, che hanno
svolto un’ottima prova.
Una delle migliori organizzazioni degli ultimi Campionati europei, infatti,
la Svizzera ha dimostrato la volontà
di ben figurare nel panorama segugistico europeo, dimostrando con
i fatti la grande competenza nel
settore.
Claudio Rampini
vincitore della
Coppa Europa
2010 con Gianluca
Di Giannantonio
e Giovanni
Montersino
(secondo
classificato alla
Coppa Europa
2010)
La pressione esercitata dalla Svizzera alla FCI, affinché concedesse
l’autorizzazione alla partecipazione
anche delle mute alla Coppa Europa, è stata molto forte.
Gli Svizzeri avrebbero voluto che
partecipassero tutte e tre le categorie, ma la risposta è stata negativa e irremovibile dai vertici della
commissione dei cani da seguita in
seno alla FCI.
Due persone in particolare si sono
prodigate per rendere piacevole
la nostra permanenza alla Coppa
Europa: Giovanni Brumana e Luca
Zarzani. A loro va il ringraziamento
di tutta la Sips nazionale con la
speranza di poter ricambiare con
la stessa premura con la quale ci
hanno assistiti e supportati durante
tutto il periodo.
La tensione e l’ansia da prestazione
era palpabile nei nostri due concorrenti, entrambi ben rodati alla
partecipazione a grandi prove e
già presenti alle passate edizioni di
Coppa Europa nella categoria mute.
La delegazione italiana era ben
nutrita: il nostro presidente Fulvio
Ghilardi, il vice, in rappresentanza
dell’ENCI Gianluca Di Giannantonio
e la signora Deidda come interprete,
i giudici Athos Albani, Italo Capri,
Pietro Dalla Giovanna, Roberto
Pigliacelli, quest’ultimo incaricato
della selezione dei concorrenti alla
Coppa Europa 2010 e chiaramente
i concorrenti Claudio Rampini e
Giovanni Montersino con tutti i loro
amici sostenitori.
Alla delegazione ufficiale si sono aggiunti i partecipanti alla Coppa delle
Muta di Tinti-Pedini vincitrice della Coppa delle Alpi 2010
Alpi, manifestazione organizzata
dagli appassionati seguisti svizzeri
in concomitanza di quella ufficiale.
Per quanto concerne la Coppa delle
Alpi, va precisato che si è trattato
di una prova non ufficiale voluta
proprio per avere comunque delle
mute di segugi che mostrassero le
loro attitudini e la loro correttezza e
che consentisse nel futuro l’accesso alle stesse nelle manifestazioni
elvetiche, come già avviene nella
Alcuni partecipanti alla Coppa Europa 2010
5
Prima della cena di gala a Martigny
6
Svizzera.
Tre le nostre mute di Segugi italiane
partecipanti: i nero focati di Tinti e
Pedini, i fulvi campioni europei in
carica di Carlo Generotti e i nero
focati a pelo forte di Battista Rapis.
Voglio di nuovo parlare dell’organizzazione perché, sappiamo della
La premiazione dei concorrenti della
Coppa delle Alpi
precisione svizzera, ma fa veramente piacere partecipare a quelle ben
svolte.
Per la cronaca c’era innanzitutto una
La muta di Carlo Generotti concorrente alla Coppa delle Alpi
bella locandina della Coppa Europa
con le pubblicità e tutto l’elenco
dei sostenitori con al lato la quota
corrisposta;sulla stessa tutti i dettagli della manifestazione con i nomi
del comitato organizzatore.
Erano presenti i vertici amministrativi del Cantone: il Presidente, il
delegato alla caccia, il sindaco di
Martigny, il rappresentante della
cinofilia svizzera.
Gli Svizzeri non hanno badato a
spese, il salone delle feste e delle
manifestazioni della città era addobbato con temi venatori, curato
nei minimi particolari, il cui piazzale
antistante si riempiva mano mano
di appassionati cinofili.
Sabato pomeriggio davanti il grande
salone, prima di tutto la verifica veterinaria dei Segugi, poi in posizione
sopraelevata, il presidente della FCI
ufficialmente ha dato il via alla grande festa del segugismo europeo.
In seguito, la presentazione ufficiale
delle delegazioni europee con i loro
ausiliari e proprio quando tocca ai
nostri, l’emozione sale altissima al
suono dell’inno nazionale italiano.
La coreografia ben studiata prevedeva la presenza di due fanfare di
trombe da caccia composte ciascuna da 10 suonatori di corno, un
gruppo di suonatori svizzeri in costume da caccia ed i tipici suonatori
dei lunghi corni di legno delle Alpi.
Gli equipaggi venivano presentati
agli attenti spettatori, a fianco un
grande cervo con un palco di dodici
punte che riportava ad un ambiente
venatorio di altri tempi.
Dopo aver sistemato nei carrelli i
cani, tutti in giacca e cravatta per la
cena di gala offerta a tutti i presenti,
circa 500, poi tutti a letto per l’evento
più importante del giorno successivo: la Prova.
Al mattino la tensione era palpabile
in tutti i partecipanti e stabilite le
batterie ed i luoghi di sciolta, veniva servita la colazione nel grande
salone e poi tutti finalmente sul
campo.
L’attesa trepidante, sempre attenti
alle nuove e buone notizie, ci libera
dell’ansia, quando i nostri giudici
presenti alle prove dei nostri equipaggi ci confermano le ottime prestazioni di entrambi.
L’attesa dei giudizi ufficiali riporta
tutti in tensione fino a quando si
diffonde la notizia che la miglior
coppia della Coppa Europa per cani
da seguita 2010 è stata assegnata
a Lea e Roll di Claudio Rampini ed
al secondo posto Bill e Sara dell’allevamento di Montersino condotti
appunto da Giovanni, ad arricchire
il bottino a Roll di Rampini il titolo
di miglior soggetto della manifestazione.
Anche nelle mute alla Coppa delle
Alpi gli amici Franco Tinti e Lorenzo
Pedini si aggiudicavano il trofeo.
Placata l’ansia e pienamente appagati dai risultati abbiamo pranzato di
nuovo nel grande salone in fondo al
quale in bella mostra gli ambitissimi
trofei, opere di artisti locali scolpite
su legno, di cui alcune ci avrebbero
seguito, con grande nostro piacere,
in Italia.
Tra noi i commenti entusiastici sul
grande risultato ottenuto, segno
evidente della grande qualità dei
nostri cani da seguita, conferma
per la SIPS nazionale del percorso
serio intrapreso nella selezione dei
Segugi.
Claudio Rampini in prima fila, in
trepidante attesa della proclamazione a Campione d’Europa 2010,
aspettava il suo turno ai piedi del
grande palco sul quale iniziavano
i ringraziamenti da parte del Presidente del Cantone per l’ottima
riuscita del Campionato.
Finalmente arriva il momento tanto
atteso, l’invito a salire sul palco con
Lea e Roll, la commozione è palese
sui volti dei segugisti italiani presenti, la consegna dei trofei e l’inno
nazionale che viene diffuso dagli
altoparlanti della sala, finalmente
l’esplosione oceanica degli applausi
in un clima di grande euforia.
Le foto di rito, con una raffica di lampi, immortalano il grande successo
italiano. La stessa cosa si ripete
quando sale sul palco la muta di
Tinti e Pedini premiata e sostenuta
con lo stesso calore dal pubblico
presente. Una gran bella festa, alla
prossima vittoria.
7
Muta di Battista Rapis concorrente della Coppa delle Alpi
8
Prima della presentazione degli equipaggi
Qualcuno dei nostri amici segugisti
ha notato ad una premiazione di
un’esposizione le belle opere di
quest’artista pesarese.
Stimolato dai commenti molto lusinghieri sulla precisione dei dettagli
con i quali dipinge i Segugi, sono
andato a conoscerla.
Cacciatrice,giovane e bellissima
pittrice di scene e soggetti a tema
venatorio riesce a riportare le sue
sensazioni vissute filtrate dal proprio sguardo sulle tele.
Il colore si amalgama in maniera armonica e veritiero nascondendo,ma
solo in parte,lo studio approfondito
delle anatomie così come dei chiaroscuri. Il suo talento l’ha già portata
a collaborare con alcune delle più
illustri riviste del settore,nonché a
partecipare a diverse fiere.
Federica ha affinato le tecniche del
pastello e dell’olio con le quali si è
cimentata nella rappresentazione di
specie cacciabili ed anche dei nostri
amati Segugi.
arte cinofila
Federica Bracchetti Pittrice Animalier
9
Le sue opere raffiguranti anche i nostri amati ausiliari rimarranno,grazie
a lei,immortali nei secoli a venire e
costituiranno dei segni indelebili
della grande cultura segugistica.
[email protected]
campionato italiano SIPS
10
A Monte Cimone il Campionato Italiano della SIPS 2010
Zeno Colò, grazie alla sua grande
esperienza di organizzatore, di
rodato e competente segugista, ha
curato la festa estiva di tanti amanti
del Segugio in maniera impeccabile.
L’areale del Monte Cimone, in provincia di Modena, è conosciuto da
molti anni da tanti appassionati dei
cani da seguita proprio grazie a lui
che ogni anno vi organizza l’omonimo Trofeo.
Per la validità delle zone, la selettività per i partecipanti e per l’espletamento delle prove è superfluo aggiungere qualcosa, Monte Cimone è
sicuramente uno dei luoghi migliori
della Penisola.
Anche la gentilezza degli albergatori
ha contribuito al perfetto svolgimento della manifestazione.
La cosa che ogni anno ci sorprende
positivamente è il numero crescente
di partecipanti;infatti, quest’anno,
nella giornata di sabato erano presenti 23 batterie tra mute, coppie e
singoli.
Il grande numero di concorrenti
al Campionato Italiano della Sips
evidenzia la grande voglia di partecipare dei nostri segugisti ed anche
l’ottima qualità dei soggetti.
Infatti, il sabato in cui si è disputata
la semifinale, i concorrenti erano
raggruppati in ben 23 batterie, e
vi accedevano dopo precedente
selezione.
Si sa che durante l’estate, anche se
ci trova in montagna, il clima contribuisce negativamente per gli ultimi
turni di batteria.
Anche per questo molti validi equipaggi sono rimasti esclusi dalla
finale visto che vi accedevano solamente i primi cinque eccellenti con
il punteggio più alto per categoria.
Alle finali della categoria mute si
sono confrontati i Segugi: dell’allevamento di Montersino, di Aronne
Gagni, di Carlo Generotti, di Vincenzo Zanotti e dei fratelli Sacchetti.
Alle finali delle categoria coppie si
sono confrontati Spagnoli, Mattei,
Di Fabio, Rapis e l’allevamento del
Crival.
A quelle dei singoli si sono confrontati Ferrari(2 soggetti qualificati),
Giannerini, De Piazzi e Pelliccia.
Per le mute hanno vinto i pelo forte
nero focati di Vincenzo Zanotti(1°Ecc
169, 25)con Mago(Ecc 169),
Nebbia(Ecc 171)Chiara(Ecc 173),
Dora(Ecc 164)al secondo posto i
fulvi di Carlo Generotti(2°Ecc 168)
con Lallo(Ecc 169), Birba(Ecc 171),
Lara(167)Mara(167)Mara(Ecc 167),
Brando(Ecc 167), Sara(Ecc 167).
Per le coppie hanno vinto i pelo forte
dell’allevamento del Crival(1°MB
152, 5)con Black(MB 155)e Meghi(B
148).
Per il Singolo ha vinto Daniele
Ferrari con Sofia(1°Ecc 162), al secondo posto Paolo Giannerini con
Mina(2°Ecc 160)
Per il Trofeo Monte Cimone il miglior
soggetto assoluto, quello che sommando i punteggi della prova della
semifinale e della finale raggiungeva
il quoziente più alto, è stato Birba di
Carlo Generotti.
La Sips nazionale, presente con il
presidente Fulvio Ghilardi con Bruno
Boccati e Vincenzo Ferrara
si complimenta con i vincitori e
ringrazia tutti gli organizzatori e
partecipanti nonché i giudici per il
loro fattivo contributo per l’ottima
riuscita del Campionato.
Al prossimo anno sempre da Zeno
Colò a Monte Cimone.
La muta di Vincenzo Zanotti vincitrice del Campionato Italiano SIPS 2010
Muta di Carlo Generotti seconda classificata al Campionato Italiano SIPS 2010
11
Muta dei fratelli Sacchetti finalista al Campionato Italiano SIPS 2010
Muta di Aronne Gagni
finalista al Campionato
Italiano SIPS 2010
Risultati delle semifinali
12
Singoli
Batteria 1 Giudice G. Incerti
1° Mirna MB 156 DE PIAZZI
GIULIANO
Batteria 2 Giudice G. Cicchitti
1° Sofia ECC 162 FERRARI DANIELE
2° Mina MB 151 GIANNERINI
PAOLO
3° Sira MB 150 FERRARI DANIELE
Batteria 3 Giudice F. Mapelli
1°Ginetta ECC 170 PELLICCIA
ANACLETO
Muta dell’allevamento “Montersino” finalista al
Campionato Italiano SIPS 2010
Birba vincitrice del
Trofeo Montecimone 2010
con
Fulvio Ghilardi,
Carlo Generotti e la moglie
e Zeno Colò
Coppie
Batteria 1 Giudice M. Sassara
1° ECC 170 ARO ECC 170 TANGO
ECC 170 di R. DI FABIO
2° AB 131 BILL AB 130 LUNA AB 132
di C. LATTORE
Batteria 2 Giudice W. Landini
1° ECC 170, 5 PELO ECC 171 MO-
ERA ECC170 di U. MATTEI
2° MB 158 BILLI MB 158 AMBRA MB
158 di G. MATTIELLO
Batteria 3 Giudice D. Righi
Il presidente Fulvio Ghilardi premia i vincitori delle tre categorie: allevamento del Crival,
Daniele Ferrari e Vincenzo Zanotti
13
Zeno Colò premia Daniele Ferrari vincitore della categoria singolo
14
1° ECC-CAC 180 DAJMON ECCCAC VOLGA ECC 161 di D. SPAGNOLI
2° ECC 164, 5 FARFALLA ECC 164
GIOIA ECC 165 di V. BUTINI
3°ECC 160 ALBA ECC 160 VIENNA
ECC 160 di A. DE MICHELIS
Batteria 4 Giudice F. Butini
1° ECC 161, 5 LUNA ECC 160 BRUK
ECC 163 di B. BOCCATI
2° ECC 161 ARGO ECC 162 CORA
160 di G. MACRI’
Batteria 5 Giudice G. Fusarpoli
1° ECC 165, 5 BLACK ECC 165
MEGHI ECC 166 ALL. CRIVAL di
M. CASETTA
Batteria 6 Giudice L. Banfi
1° ECC 169 ANTER ECC 163 ARIA
ECC 163 di B. RAPIS
2° ECC 160 CANDIA ECC165 FURIA
MB 155 di CORDIOLI –TABARELLI
Prima della sciolta
Zeno Colò con i vincitori della categoria mute
Mute
Batteria 1 Giudice T. Selvatici
1° ECC 171, 8 LALLO ECC164 BIRBA ECC 175 LARA ECC 173 MARA
ECC 175 BRANDO ECC 174 SARA
ECC 170 di C. GENEROTTI
2° MB 155, 4 BOSCO MB 156 SILLA
MB 156 ALICE MB 155 PATTI MB
155 DECO MB 155 di G. GIGLIOLI
Batteria 2 Giudice M. A. Villa
1° ECC 166, 25 DORA ECC 166
KIRA ECC 164 NEBBIA ECC 166
MAGO ECC 169 di V. ZANOTTI
2° ECC 162, 50 PARIDINA ECC
161 CRISTAL ECC 161 KELLI ECC
161 STELLA ECC 170 LIA ECC 161
DIANA ECC 161 dei FRATELLI BOSCHIERO
3°MB 152, 25 DESI MB 156 EVA MB
156 GAIA MB 156 MARTINA MB 157
BIRBA MB 156 NIVES AB 132 dei
FRATELLI BOSCHIERO
Batteria 3 Giudice Le Rose
1° ECC 163 LISA MB 158 CHIARA
MB 157 LARA MB 158 BRUNA ECC
175 DIANA ECC 169 FURIO ECC
168 di G. PETRUCCIOLI
2° B 147, 25 PEDRO MB 150 REA
MB 151 AMBRA B141 ARAN B 147
di S. APOSTOLICO
3°AB 132, 4 SIRIA AB 137 SIRA AB
136 FRIZZ AB 133 SORBA SUF 127
MORENO SUF 129 di G. PETRUCCIOLI
Batteria 4 Giudice M. Zappa
1° ECC 168 MOSCHINO ECC 171
SARA ECC 168 BIRBO ECC167
NIZZA ECC 168 LILLA ECC166 di
F. SACCHETTI
2° MB 154, 6 QUITO MB 156 NETTUNO MB 154 BOSCO MB 157
MARA MB154 BRICO MB 154 di F.
FANUCCI
3°MB 152, 2 SENA MB 154 MERI
MB 152 SBILLA MB151 LOLA MB
151 VENTO MB 153
Batteria 5 Giudice G. Faravelli
1° ECC 164 ZARA ECC 164 LUNA
ECC 164 DIANA ECC 164 FIAMMA
ECC 164 FALCO ECC 164 di S.
MOLINO
2° MB 158, 2 RINGO ECC 160 ROKI
B 140 ARGO ECC 160 TARO ECC
163 MARI ECC 168
Di R. BALESTRAZZI
3° AB 131 GEO AB 131 IGOR AB 131
FRIDA AB 131 LISA AB 131 IOLE AB
131di R. COLLI
Batteria 6 Giudice A. Nucci
1° ECC 163, 2 RIBOT ECC170
OSAMA ECC 161 ARIO ECC165
SPARTA ECC 160 LAMPO 160 di G.
ZACCAGNO
2° ECC 162, 75 FUL ECC 160 DEA
ECC 161 LEO ECC170 TEL ECC 160
CORSINI ABRAMO
3°MB 153, 8 BOSCO MB 154 BRENNO MB 159 NINFA MB 154 NAIS MB
158 INDIO MB 150 di W. CECI
Batteria 7 Giudice L. Brazzarola
1°ECC171 SIENA ECC 166 FIONA
ECC 169 INDIO ECC 176 VALENTINA ECC 173 ALL. MONTERSINO
2° MB 154, 6 ISA MB 152 SIBILLA
ECC 161 VANDA MB 156 ARIA ECC
163 STRLOL B 141 ALL. MONTERSINO
Batteria 8 Giudice A. Paliotta
1° MB 153 LARA MB 155 LAPO
MB158 LORD MB151 DORA B 148
di V. GAFFO
Batteria 9 Giudice P. Raviglione
1° ECC 164, 5 PEDRO ECC 167
TITO ECC 167 COCA ECC 162
KIRA ECC 162 CARLOTTA ECC 162
FIUME ECC 167 di G. P. TARABELLI
Batteria 9 Giudice B. Mugnaini
1° ECC 161, 6 PAMPAS ECC 163
CAMILLA ECC 163 LUCERNA MB
156 BERTA ECC 161 FIAMMA ECC
165 di E. FIORONI
Batteria 10 Giudice D. Morellini
1° ECC 168, 57 RAF ECC 169 UNIS
EC 170 PRIMULA ECC 167 INGA
ECC 167 PLIKO ECC 173 RUT ECC
167 PICCOLA ECC 167 dell’ALL.
GAGNIS
2°ECC 163, 8 FARO ECC 162 TARY
ECC 164 LEA ECC 164 FLORA
ECC 165 SURIA ECC 164 di C.
CATALDI
3°ECC 160, 25 PILU ECC 165 PENNA ECC 162 LILLA MB 156 ROCCO
MB 158 di V. NENCETTI
Batteria 11 Giudice M. Villa
1° ECC 162 MARA ECC 161 MORO
ECC 162 MOSE ECC 162 MORFEO
ECC162 LINDA ECC 162 di DI STEFANO – BELLUCCI
2° MB 159, 5 DODO MB 156 BRINA
ECC 160 SILA ECC 162 SVEVA ECC
160 di R. PELLE O
Batteria 12 Giudice G. Gramignoli
1° RISERVATO
2° AB 138 RENE B 144 SOFIA AB
134 MINA AB 131 SCHEGGIA MB
152 LAMPO B 149 di P. MACCABEI
15
attività sociale
16
La Sips dedica un monumento a Luigi Zacchetti
Per alcuni anni il busto in bronzo di
Luigi Zacchetti è rimasto in attesa
di essere posato,per tutto questo
tempo ha abbellito l’entrata della
casa di Giuseppe Quinzanini.
Per onorare il Segugista a cui è
intitolata la nostra associazione,era
stato commissionato qualche anno
fa dal consiglio nazionale della Sips,
allora presieduto da Giancarlo Bosio e, non essendo stato possibile
trovare un luogo per la posa,dovuto
alle beghe burocratiche,era conservato a casa Quinzanini.
Oggi finalmente ha trovato la sua definitiva destinazione in uno spazio in
mezzo al verde presso il cimitero di
Credera,luogo di origine del grande
maestro Zacchetti.
Grazie all’impegno degli amici di
Credera e del nostro decano Quinzanini, oltre alla SIPS nazionale,
abbiamo oggi un monumento che
rappresenta l’impegno per una
grande passione il Segugio ed il
Segugismo.
Alla posa del monumento è stata
associata una festa del Segugio,
che probabilmente si svolgerà
ogni anno proprio a Credera, dove
al mattino una ventina di mute,
rappresentative di tutte le razze da
seguita,sono state sciolte a scopo
dimostrativo.
Al rientro dai campi di prova gli
stessi soggetti sono stati mostrati
e descritti da Bruno Ottino e da
Mario Villa.
Gli organizzatori della festa di Credera
Alla fine dell’esposizione tutti davanti al monumento,ancora coperto dal
telo bianco, dell’illustre segugista
Luigi Zacchetti rappresentato con
l’inseparabile Segugio su un piedistallo di marmo sul quale sono
scolpite due Lepri.
Tutti emozionati i presenti, in attesa
della scopertura del bronzo, hanno
ascoltato la Messa officiata dal parroco del luogo.
Il discorso del Sindaco e del presidente Ghilardi hanno ricordato la
figura del concittadino del primo e
condivisore della stessa passione
del secondo, al termine il monumento è stato scoperto tra l’emozione e
gli applausi di una nutrita schiera di
segugisti provenienti da tutta l’Italia.
La festa si è conclusa con il pranzo
durante il quale, come di solito avviene, i segugisti si sono scambiati
le loro opinioni sui Segugi e sulla
caccia fatta con essi.
La SIPS nazionale ringrazia le sezioni di Cremona e di Brescia, i signori
Pescatori e Morganti, ringrazia altresì il signor Boiocchi ed i soci di
Credera che hanno ben organizzato
la manifestazione.
Cosa vuol dire capire un cane e
come si capisce un cane…
Solo rispondendo a tale interrogativo si può pensare di essere considerato cinofilo…o no?
Interpretare e giustificare uno scagno, una movenza, uno sguardo è
cosa da tutti o la sensibilità e la compiutezza della conoscenza sono
cosi profondi da essere patrimonio
di pochi…? E chi riesce meglio
nell’impresa di educare un segugio
un intellettuale o un contadino…?
Interrogativi questi che fanno aprire
squarci enormi di discussione e
dolci naufragi di idee.
Un fatto è sicuro, sovente oramai
mi capita di vedere come i seguisti
non siano all’altezza di capire i loro
cani alcuni spesso con mio sommo
sconforto, nemmeno capiscono se
il cane è in cerca o quando questo
ha infilato una buona usta, per non
dire l’importantissima differenza
del timbro della voce elemento essenziale per capire una canizza. A
volte senti:”Il cane ha abbaiato lì…
corri…” pazzesco!!! Casomai,era
uno scagno di consenso al capo
branco-muta.
Una volta un anziano giudice mi
disse:
- è la distinzione che fa un cac
e io gli chiesi: - come faccio a vederla in un cane?
e lui, poiché gli facevo da aiuto su
un ring mi dice: - tra questi chi è il
più distinto?
e io: - quello lì e ne indico uno
e lui: - ecco,tu sai vedere la distinzione in un soggetto
e io: - ma io l’ho detto cosi,quasi
emotivamente
e lui: - giusto,la distinzione è un’emozione, una sensazione e il tuo cuore
e il tuo cervello la recepiscono o
no, non si ci può far niente, se non
la si ha.
e io: - ma se uno cerca di approfondire la conoscenza?
e lui: - migliori, ma se non hai
quell’emozione,prenderai solo
abbagli.
Ciò vale doppio per la caccia, o hai
quel sentire o no, allora prenderai
solo abbagli…e poveri cani.
Fortunatamente la tradizione e la
rituale meccanicità di talune azioni
sia di allevamento che di addestramento dei segugi, che si perpetrano per mera emulazioni di buone
pratiche, salva il salvabile, ma altro
è l’allevamento e l’addestramento
con piglio e tenacia dettate dalla
conoscenza e da quel “sentire”,
sconosciuto ma risolutivo. Fondamentale importanza riveste il tempo
che si dedica alla cura di un cane
giornalmente. E’ difatti nel quotidiano scambio di occhiate, tra uomo e
cane, che matura il rapporto cane
cacciatore. Stare in canile almeno
un’ora al giorno dovrebbe essere il
presupposto necessario per essere
identificato dal singolo soggetto
come capobranco, anche se a dir
il vero per esperienza a volte capita
che il rapporto possa nascere anche
non dedicando tal tempo, ma lo reputo una pura fortuna e di fortuna in
giro non ce n’è molta. La psicologia
canina è, ad oggi, un mondo ancora
toppo poco esplorato, i testi in merito riguardano poco il miglioramento
o l’interpretazione caratteriale dei
soggetti, ma solo la cura di alcuni
aspetti patologi caratteriali. A questo punto la domanda è d’obbligo,
ma un soggetto che non avesse
o avesse poche doti venatorie, ha
una non volontà, dettata da aspetti
morfologici o puramente psichici
e quindi si capisce come “sentire”
la psicologia canina possa darci la
possibilità di rivalutare e migliorare
anche soggetti, morfologicamente
buoni ma venatoriamente mediocri.
La SIPS potrebbe darsi,allora,come
nuovo orizzonte il costruire affiliati
che maturino quell’ideale legame
uomo-cane che resta il cardine di
ogni prestazione cinofila, questo
attraverso due elementi fondamen-
tali: le verifiche, metodo classico di
diffusione cinofila, anche se negli
ultimi tempi la mancanza di report
organici delle prove non ha favorito
gran che la selezione delle razze, e
dei corsi di cinofilia, metodo innovativo, che ogni sezione dovrebbe
assumersi l’impegno di organizzare
almeno una volta all’anno.
Lo sviluppo dei corsi potrà essere
diverso, per livelli di approfondimento, partendo da corsi di base fino a
quelli più elaborati eventualmente
anche con il coinvolgimento di
strutture universitarie; questi ultimi
strutturati più che come corsi frontali come seminari di interscambio
culturale. Non aiuta ciò un paese
diviso drasticamente in due realtà:
le regioni settentrionali e centrali e
il sud della penisola, difatti il diverso
sviluppo della cinofilia ha determinato realtà diverse.
Deve divenire scopo della sips allora
scovare chi ha quella sensibilità e
voglia di capire un cane. L’associazione deve scovare quei soci in cui
tale sensibilità sia celata.
Non lasciamoci tediare dalle demagogie su aspetti di dressaggio
che a volta nessuno riesce neanche a percepire, chiariamo invece
meglio, definendo poche regole
fondamentali,il rapporto uomocane-cacciatore perché è in questa
triangolazione e sul modo in cui
viene compiuta che la cinofilia può
migliorarsi.
Felice Argenio
Muta di Segugi maremmani
al Campionato sociale Orvieto 2010
tecnica
Nell’interpretazione della psicologia canina
vi è il fondamento della cinofilia-venatoria
17
tecnica
La ritempra nei cani da seguita
18
Nazzareno Tozzi con i suoi segugi
E’ da molto tempo che pensavo di
affrontare questa tematica ricorrente nelle disquisizioni dei segugisti
italiani.
Una razza si definisce tale quando un gruppo di cani, non solo
hanno dei caratteri identici, ma li
può trasmettere alla discendenza.
I caratteri sono di due tipi: quello
del fenotipo(che è la morfologia,
facilmente visibile all’osservazione)
ed il genotipo (insieme dei geni del
cane che però non è affatto visibile).
Un cane viene classificato di razza
pura, non solo quando corrisponde
ai criteri dello standard, ma anche
che discenda da ascendenti della
stessa razza, senza apporto di razze
esterne. Quando non corrisponde
a questi criteri viene denominato
meticcio o bastardo.
Innanzitutto, chiariamo che cosa si
intende per ritempra e cioè l’incrocio
tra due razze diverse con lo scopo
di migliorare alcuni caratteri scaduti,
degenerati nella razza che si vuole
ritemprare.
In ogni razza animale, dovrebbe essere mantenuta dagli allevatori una
variabilità genetica tale da far evolvere la razza stessa in una direzione
di allevamento voluta(morfologica
o funzionale)senza ricorrere ad apporto di sangue diverso della razza
stessa.
Va sempre ricordato che il frutto
della ritempra è chiamato meticcio
anzi, in alcuni ambienti molto rigidi,
addirittura bastardo, cioè non di
razza pura ed un occhio esperto e
competente riesce sempre a riconoscerne i segni.
In moltissimi casi il ricorso alla
ritempra viene ritenuto necessario
specialmente quando nelle razze
con numero limitato di soggetti,
i problemi di allevamento sono
moltissimi: degenerazioni nella
costruzione fisica, deriva psichica e
eccessiva consanguineità con calo
marcato nell’attitudine alla caccia.
Di solito, per ritemprare una razza,
si utilizza un soggetto affine affinché
le variazioni ottenute siano contenute e il frutto dell’incrocio sia il più
vicino possibile dal punto di vista
morfologico e dal punto di vista delle
qualità legate al lavoro, alla razza da
ritemprare.
Ci sono delle regole fondamentali
da rispettare in questa tecnica
di allevamento, in primis quella
dell’utilizzo di soggetti di razza pura,
perfettamente sani senza malattie
genetiche e con attitudini funzionali
di grande livello.
Ci sono alcuni esempi importanti di
ritempra nei Segugi e tra questi la
maggior parte riguarda i cani della
caccia a forzare della Francia e per
quanto ci riguarda direttamente
quella effettuata nel nostro Segugio
Italiano.
Nei cani d’ordine francesi, dopo
la seconda guerra mondiale, la
situazione delle mute per la caccia
a forzare era giunta ad un bassissimo numero di effettivi, oltretutto,
spesso, con una marcata consanguineità.
Le conseguenze più evidenti erano
il basso numero di prese dovute
alla scarsa resistenza nella seguita
ed allo scadimento dell’equilibrio
mentale necessario in quella forma
di caccia.
Per questi motivi gli esigentissimi
addetti agli allevamenti di questi
cani (Poitevin, Chien Francais,
Grand Anglo-Francais) hanno proceduto alla ritempra con i Fox
Hound inglesi.
La parte difficile nell’allevamento
è proprio la scelta del prodotto
ottenuto che, comunque, i francesi
chiamavano bastardo.
Venivano eliminati sistematicamente
tutti i soggetti che si dissociavano
totalmente dalle linee della razza
che si voleva ritemprare(aspetto
morfologico).
I soggetti rimanenti venivano valutati
sotto l’aspetto venatorio generale e
ne veniva scartata un’altra buona
percentuale, tutti quelli con insufficiente attitudine alla caccia.
Solamente quelli con caratteristiche
morfologico-venatorie corrispondenti allo standard della razza
venivano allevati ed utilizzati effettivamente per sopperirne all’impoverimento.
Dopo aver ottenuto un valido prodotto dalla ritempra, la selezione
nell’allevamento dovrà avere uno
schema rigido che prevede, ogni
volta che si ottiene un prodotto diverso da quello desiderato, lo scarto
nella progenie di tutti i soggetti
difformi dallo standard della razza.
Chiaramente i soggetti difformi
dallo standard, ottenuti dallo scarto
nella ritempra, hanno provveduto
a rimpinguare quella grande stirpe
di meticci che molto spesso hanno
consentito, grazie alla loro brillantezza, un grande divertimento del
segugista.
La cosa più frequente di oggi è
che esistono molti soggetti non
assolutamente di razza pura e che
bisognerebbe riportare nei criteri di
purezza.
Sicuramente non si dovranno eliminare i soggetti attuali perché se ne
metterebbero in pericolo le attitudini
per la caccia.
Il metodo scientifico ci dà due
possibilità per rientrare nei criteri di
purezza: la prima che è la più rapida
e la più sicura è quella di procurarsi
adulti o cuccioli con ottime caratteristiche morfo-funzionali che escono
da allevamenti che non ha ritemprato da almeno quattro generazioni
antecedenti.
Con essi praticare per due generazioni la consanguineità, che non
compromette gran che quando
viene fatta con soggetti di eccellente origine. Da qui partire con una
selezione che si basa sulla scelta
dei migliori soggetti con grande attitudine per la caccia mantenendo i
vecchi soggetti dell’allevamento fino
a quando verranno rimpiazzati con
le nuove linee create.
L’altra è più lunga ed è quella attualmente più praticata: consiste
nell’utilizzare uno stallone di razza
pura su di una cagna non di pura
razza. Si ottiene un risultato positivo solo se si utilizza una femmina
con caratteristiche più prossime
alla razza dello stallone, ripetere
l’accoppiamento con più generazioni facendo riprodurre solamente
i soggetti ottenuti che presentano
il meno possibile dei difetti rispetto
alla razza che si intende ritemprare,
scartando tutti quei soggetti che si
allontanano dallo standard morfofunzionale della razza. Per questo
tipo di selezione occorre una grande
perseveranza ed un grande rigore
nella conduzione dell’allevamento.
Il nostro discorso si sposta ora sul
nostro Segugio Italiano a pelo raso.
Tutti concordano sulla ritempra fatta
in Abruzzo da un noto allevatore
da cui oggi deriva più dell’80% dei
Segugi Italiani circolanti nel territorio
nazionale.
Il mio cruccio riguarda tutti quegli
allevatori che non sono riusciti in
circa 50 anni a ritornare ad avere
soggetti nei quali non vi siano segni
evidenti della ritempra, quella volta
necessaria, effettuata mezzo secolo
fa. La cosa che mi sconvolge è che
addirittura dei giudici, che dovrebbero conoscere bene la razza, si
presentano in prove ed esposizioni
con soggetti con evidenti segni di
incrocio con razze estere poco affini
alla nostra.
Voglio elencare, per chi se ne dimenticasse i segni evidenti in morfologia
ed in lavoro, che costantemente si
evidenziano alle esposizioni ed alle
prove di lavoro: l’orecchio attaccato molti centimetri sotto la linea
dell’occhio, la giogaia evidente, la
presenza di impallinature nel bianco
dei soggetti nero focati, la lassità
della pelle, le unghie chiare e così
via;nelle prove di lavoro l’evidenza
della voce urlata.
Possibile che nessuno riesca a
censurare questi gravi difetti della
razza?
Le precisazioni sopra riportate sono
conseguenti ad una mail arrivata
in sede nazionale, inviata da un
signore che si arroga insieme ad un
giudice di lavoro, di possedere i veri
Segugi Italiani. Da anni questi hanno
criticato tutti gli altri allevatori senza
rendersi conto che i loro soggetti
sono forse più meticci, per non dire
bastardi, di quelli di persone più
semplici e meno filosofe di loro.
Tanti si sentiranno oltraggiati da
quanto ho scritto e di cui mi assumo
la piena responsabilità.
L’allevamento serio prevede che
ciascuno scelga la razza da allevare, che utilizzi riproduttori idonei di
razza pura da almeno 4 generazioni. Non bisogna dimenticare che
l’utilizzo di un cane eccezionale in
caccia, ma senza origine nota, molto
spesso, anzi quasi sempre, non dà
nessun frutto in riproduzione. Quando si va a prendere una monta di un
Segugio bisogna sempre scegliere
un soggetto che assolva alla doppia
condizione di tipicità marcata in
morfologia e lavoro non trascurando
di conoscerne gli ascendenti.
Dopo aver standardizzato una razza,
ed ora ne abbiamo due nuove in
Italia, bisogna lasciare nella stessa
la possibilità di evoluzione voluta da
chi ha lavorato alla sua creazione
utilizzando i criteri scientifici di allevamento, senza rovinare l’impegno
e l’abnegazione di chi si è impegnato per il suo sviluppo.
Mi sono chiesto più volte qual è
l’affinità, in special modo nel lavoro,
oltre che nell’evidente diversità del
fenotipo, delle razze del midi della
Francia con il Segugio Italiano, mi
chiedo come abbiano fatto i molto
noti personaggi del segugismo di
quell’epoca a non aver percorso la
possibilità di creare una nuova razza
franco-abruzzese.
I soggetti con evidenti segni di ritempra, rimarranno degli ottimi ausiliari
e verranno utilizzati solamente per
la caccia e non per le esposizioni e
le prove!
E’ giunto forse il momento che chi
ha dei soggetti derivati dalla ritempra abbia il coraggio e la serietà di
scartare tutti quei prodotti che si
dissociano in maniera evidente dallo
standard di quella razza.
Vincenzo Ferrara
La mta di Tinti-Pedini
19
tecnica
Lo stile di razza
Gli splendidi luoghi della Coppa Europa 2010
20
Dice Giulio Colombo: “lo stile di
razza è il baluardo su cui si infrange
la babele delle razze!” Verità sacrosanta sempre, più che mai quando
si consideri una razza, come il
Segugio dell’Appennino/Lepraiolo
italiano, di recente riconoscimento,
ancorché vecchia come le origini
del segugio stesso. Se poi, per
un’intelligente scelta, lo standard
morfologico è stato deciso in maniera tale che tuteli tutte le varietà
locali, ancor di più lo stile di razza
assurge a spartiacque invalicabile
tra tipicità e tipo approssimativo o
tipo mascherato.
Per il segugio dell’Appennino/
Lepraiolo italiano urge quindi la
definizione di uno standard di lavoro da cui si deduca chiaramente
il conseguente STILE DI RAZZA; a
questo dovrà mettere mano il Club,
non appena sarà costituito. Perché
tanta fretta? E’ presto detto: dai più
svariati incroci può sortire un soggetto apparentemente appartenente
alla razza, quindi riconosciuto e, ora,
meritevole di un certificato di tipicità
che ne autorizza l’iscrizione al RIR.
Nel periodo in cui era il metro a
decidere o meno il riconoscimento,
succedeva di tutto: ho verificato
personalmente casi di Lepraioli in
cucciolate di Segugi italiani tipici,
non iscritti nella razza di appartenenza ma fatti riconoscere come
segugi dell’Appennino. Poco male,
considerate le origini in comune, ma
ho dovuto constatare che, special-
mente nei primi anni 2000, furono
riconosciuti incroci col Bassotto
tedesco, col Fulvo di Bretagna, con
l’Ungherese, con l’Istriano… So di
un meticcio italiano/balcano, soggetto fenomenale, che ha sfornato
con femmine meticcie o bastardine
un’ infinità di cuccioli, morfologicamente riconoscibili come tipici
lepraioli, alcuni effettivamente riconosciuti.
Se però si osservano sul terreno,
questi soggetti al 90% evidenziano
quantità e qualità di voce, movimenti, atteggiamenti, dimenio di coda,
ritmi di cerca, di accostamento e
seguita che ne denunciano la pro-
La muta di
Pescatori
presentata
a Credera
venienza sospetta.
Ecco dunque che lo STILE DI
RAZZA si erge a baluardo contro la
babele delle razze!
Deve dunque essere chiaro a tutti,
allevatori, utilizzatori e giudici che un
Segugio dell’Appennino/Lepraiolo
deve distinguersi per la nevrilità,
l’avidità sconfinata, la determinazione assoluta che si traducono in
cerca brillante, attacco della pastura
sintetico ed il più sbrigativo possibile
in relazione alle condizioni ambientali, l’accostamento sicuro in cui il
dato olfattivo viene mediato dall’iniziativa (intelligenza+esperienza),
la seguita incalzante, velocissima
con risoluzione dei falli per mezzo
di cerchiatura con testa a mezz’aria,
rientro sollecito. Le modalità di esecuzione delle fasi indicano quindi
lo STILE DI RAZZA da cui non si
dovrebbe mai prescindere.
Ho usato il condizionale perché in
realtà la maggioranza degli utilizzatori si accontenta di avere cani che
scovino con una certa frequenza,
magari con l’assistenza costante
del canettiere, inseguano un po’,
poco importa se non posseggono
l’avidità necessaria per lavorare da
soli, che nelle giornate difficili battano la fiacca, che per la lentezza
dell’accostamento le lepri partano
quasi sempre molto avanti…
Anche qualche appassionato del
nostro lepraiolo fa ancora fatica a
prendere le distanze dai “cagnetti” che vanno portati sulla lepre,
ma… sono ubbidienti, seguono
come possono… sei sicuro di non
perderli, bisognerebbe perciò che
dalle prove arrivassero indicazioni
sull’importanza dello stile di razza.
Ho di nuovo usato il condizionale
perché la mia esperienza mi dice
che i giudici di prove per razze da
seguita sono nella maggior parte
persone serie, bravi segugisti,
esperti e preparati, ma tendenzialmente poco attenti proprio allo STILE DI RAZZA a cui viene dato poco
risalto anche se la nuova scheda
permetterebbe di valutarlo adeguatamente con i punti dell’ ultima voce.
Un vecchio giudice mi ha detto
testualmente: “me ne frego dello
stile, purchè le quattro fasi siano
svolte correttamente io premio il o
i soggetti, indipendentemente dalla
razza, che siano Petit Bleu o Italiani
o Lepraioli, per me non fa differenza,
anzi ti dirò che lo standard di lavoro
del Segugio italiano va bene per
tutti!” !?! sic!
Sarebbe come premiare un pointer
che, trottando come un bracco italiano, ha fermato un beccaccino o
un setter che, correndo eretto e fermando di scatto, ha preso un punto
su fagiano: invece in prove per cani
da ferma non verrebbero qualificati,
Vincenzo Soprano
con i suoi nero
focati
21
anzi non sarebbe loro concesso
nemmeno di terminare il turno.
Non importa se hanno raggiunto
l’obiettivo di puntare un selvatico,
come dovrebbe significare poco o
nulla, che si sia scovata e inseguita
una lepre se non lo si è fatto con il
corrispondente stile di razza .
Tra tutte le caratteristiche del Segugio dell’Appennino/Lepraiolo
italiano, la più importante, quella
che gli ha permesso di sopravvivere
al tempo ed alle mode, è proprio
la grande attitudine al lavoro che
determina un particolare STILE DI
RAZZA : trascurarlo sarebbe molto
pericoloso per la razza perché non
basta la morfologia a garantirne l’appartenenza. “L’abito non fa il monaco!” Siano dunque i nostri Lepraioli
riconoscibili da come lavorano!
Giorgio Zauli
razze alla ribalta
Londa 2010: qualche ombra e tante luci!
Al centro il presidente dell’ENCI Balducci con il nostro e i partecipanti alla manifestazione di Londa 2010
22
Comunque la si pensi, il riconoscimento del Segugio dell’Appennino/Lepraiolo italiano è stato il
coronamento di un percorso lungo
molti decenni, da quando l’avv.
Zacchini da Marradi (Fi) nell’anteguerra presentò in Expò un gruppo omogeneo, composto da una
ventina di “scovarini romagnoli”,
assai simili agli attuali per tipo e
taglia. Un percorso ad ostacoli,
rappresentati dall’esterofilia, dalle
mode, dalla eccessiva riservatezza
di molti utilizzatori, dalla altalenante,
quando non contraddittoria, linea
tenuta da quanti si dicevano pro
riconoscimento e in realtà poco o
nulla facevano concretamente per
ottenerlo. Facilissimi da individuare
questi personaggi: tutti coloro che
oggi, a risultato ottenuto, recriminano, criticano, sminuiscono!
Gli altri, quelli che sulle orme di don
Nando hanno portato con fiducia ed
umiltà il loro modesto ma prezioso
contributo, invece, pur consapevoli
che molto ancora si dovrà faticare
per conservare e, se possibile migliorare, le straordinarie attitudini
del nostro segugio, giustamente
festeggiano.
Con qualche approssimazione,
dovuta alla fretta, già l’11 aprile a
Faenza, a conclusione delle tradizionali prove nell’azienda “Magalla”
dell’amico e squisito ospite Giovanni Bertoni, si svolse il I Raduno
della razza: una trentina di soggetti
di grande tipicità, giudicati e com-
mentati con competenza da Gian
Paolo Maremmi. Anche lui, insieme
a Valter Nencetti e al sottoscritto,
premiato con una ceramica commemorativa dell’avvenuto riconoscimento.
Purtroppo mancavano, per ineludibili impegni associativi, i vertici
attuali della SIPS alla fermezza,
coerenza ed intelligenza dei quali
si deve la felice conclusione del
pluridecennale percorso. Non ce
ne rammaricammo più di tanto perché sapevamo che la festa ufficiale
si sarebbe tenuta a settembre a
Londa (Fi), una grande festa con
Convegno, Raduno-riconoscimento, preceduti di una settimana da
una prova di eccellenza in terreni
di montagna ostici e pochissimo
popolati, con singoli, coppie e mute
pluripremiate delle diverse razze da
seguita, oltre ad una selezione dei
nostri segugi.
Perche proprio a Londa è presto detto: un anno esatto prima, proprio lì si
era verificato, come ebbi a scrivere
su questa stessa rivista, il momento
cruciale in cui i vertici Enci e Sips
avevano palesato la volontà di concretizzare, superando le remore ed
i bizantinismi di un tempo.
Il mattino del 12 settembre ci siamo
dunque ritrovati nella sala della Comunità montana ove, dopo i saluti
del presidente della stessa e del
sindaco di Londa, si è catapultato
sul palco un in… dignatissimo Gian
Carlo Bosio: il pubblico era deci-
samente scarso,inferiore di molto
a quello dell’anno precedente,
mancavano anche membri della
Commissione! Quasi un “avuta la
grazia, gabbato lu santo!”
Ha dunque giustamente stigmatizzato questo deficit di partecipazione, tipico della categoria, con
la solita irruenza e schiettezza, che
Dio gliele conservi perché possono
essere risolutive, l’esperienza così
insegna.
Mentre si susseguivano gli interventi
di Francesco Balducci e di Fulvio
Ghirardi, rispettivamente presidente
Enci e Sips, di Gian Paolo Maremmi,
organizzatore dell’evento, nonché
memoria storica del Lepraiolo, la
sala andava riempendosi: molti
non se l’erano sentita di rinunciare
all’addestramento e arrivavano pian
piano alla spicciolata! Questo in sé
non depone a favore del senso di
responsabilità né di gratitudine, ma
la dice lunga sul fatto che, fortunatamente, lo zoccolo duro degli amatori
del Lepraiolo è rappresentato da
cacciatori impenitenti che vogliono
segugi capaci di svolgere le quattro
fasi canoniche della seguita senza
fronzoli, lentezze, sprechi di tempo
e di voce, anche nelle situazioni
ambientali più difficili, gente che
fatica a rinunciare ad un sabato di
addestramento.
Poco interessa loro dei cm o dei colori, importa solo la resa sul campo
e questa è la garanzia migliore per il
futuro del Segugio dell’Appennino:
finchè ci si atterrà alla regola aurea
del bravo x brava negli accoppiamenti, la razza crescerà e migliorerà,
come dimostrano i numeri delle
iscrizioni ed i risultati nelle prove (
nella prova di eccellenza della settimana precedente i risultati avevano
ribadito che i nostri segugi non sono
affatto secondi ai singoli, coppie e
mute di altre razze, neppure dei più
titolati d’Italia e d’Europa).
Il nostro Lepraiolo è quel che è
per merito della severa selezione
empirica, portata per lo più avanti
da anonimi cacciatori di campagna
e di paese, che hanno compiuto il
miracolo di preservare fino a noi una
razza antica, dotata di una passione ed una sagacia senza pari: la
bravura e la completezza erano (e
dovrebbero rimanere) il prezzo della
sopravvivenza e dell’accesso alla
riproduzione.
Il riconoscimento, uno standard
definitivo, seppur di tipo anglosassone come da sempre richiesto
dal sottoscritto, l’ingresso ufficiale
nel gran circo della cinofilia sembrerebbero rappresentare la fine di
questo modo semplice e vincente
di selezionare, invece no!
Le relazioni dei professori Valter
Nencetti, appassionato e fortunato
allevatore- utilizzatore, e Vincenzo
la Manna, zoologo, ricercatore dell’
Università di Camerino, incaricato
dalla Sips di svolgere un’indagine
sul lepraiolo e sul maremmano, hanno confermato in pieno e dimostrato
scientificamente quello che i nostri
nonni avevano intuito empiricamente, col buon senso tipico del passato
e oggi latitante in troppi.
I due relatori, pur partendo da impostazioni e con sfumature diverse,
hanno ribadito che la ricchezza di
una razza sta tutta nella variabilità
genetica che va salvaguardata
perché garantisce alla razza stessa
maggiori capacità di adattamento e
di sopravvivenza, in poche parole la
salute e la rusticità!
In molte razze invece è prevalso il
criterio di ricorrere alla consanguineità per aumentare l’omogeneità
morfologica col risultato di generare una marcata depressione da
inbreeding, la perdita di funzionalità
delle razze stesse, in sostanza minor
qualità nel lavoro, peggior salute, ridotta capacità riproduttiva, più breve
aspettativa di vita, minor precocità,
problemi di carattere.
Di questi pericoli abbiamo letto
recentemente sull’ultimo numero
della nostra rivista nella traduzione
di Vincenzo Ferrara dell’articolo di
Bernard Denis, prof. on. Sc. Vet.
Nantes, pres. Soc. Etnozootecnia,
e sul n° 87 in quello del dott. Mar-
Segugio dell’Appennino
cello Dante “La selezione moderna
e l’articolo 6”.
Valter Nencetti nella sua relazione
ha esposto con chiarezza come
affrontare e vincere questi pericoli:
1) incentivare le iscrizioni al RSR; 2)
considerare che i cani di razza non
sono solo quelli col certificato, ma
tutti quelli che “a colpo d’occhio”
sono riconducibili alla razza; 3) che
i cani di una stessa razza devono
rassomigliarsi, non essere troppo
simili (fotocopie) tra loro; 4) evitare
di utilizzare uno o pochi stalloni; 5)
mantenere i ceppi regionali con le
loro peculiarità; 6) incrementare le
varietà all’interno della razza senza
però vietarne l’incrocio (es. pelo
forte x pelo raso); 7) riconsiderare il
concetto di “bellezza”, premiando
sui ring non tanto i soggetti “copie
conformi di un ideotipo standard,
quanto quelli che si distinguono per
la loro “BELLEZZA INDIVIDUALE”,
pur nella tipologia di razza.
Proprio quello che pensavano e,
senza saperlo, concretamente
facevano i nostri vecchi!
Dopo pranzo il raduno, giudicato
da Gian Paolo Maremmi, a cui sono
stati presentati una cinquantina di
soggetti, alcuni molto tipici, altri
meno, direi complessivamente un
filo inferiori ai trenta visti in aprile a
Faenza, comunque anche a Londa
con all’altra estremità del guinzaglio
segugisti doc, uomini veri, gente di
una volta, ed è questa la massima
garanzia perché dietro ad ogni successo (ed insuccesso) c’è sempre
l’UOMO!
Non so se dopo un triennio, la manifestazione di Londa continuerà o
si trasferirà in altre zone più raggiungibili o in luoghi ricchi di memorie
segugistiche, quello che è certo è
che ha rappresentato il trampolino
ideale per il proseguo della bellissima storia intitolata “Il segugio
dell’Appennino/Lepraiolo italiano
dall’oblio al riconoscimento!”
Giorgio Zauli
Maremmi,
Nencetti
e Zauli
23
veterinaria
MALATTIE DEL CANE TRASMESSE DA ZECCHE
La muta di Segugi del Giura di Bagnatica
24
Le zecche sono parassiti che si
nutrono del sangue dei cani esercitando così un azione anemizzante.
Ma questo purtroppo non è l’unico
ruolo svolto da questi parassiti
essendo essi anche responsabili
della trasmissione, durante il loro
pasto di sangue, di batteri, virus e
protozoi che sono causa di malattie
anche importanti del cane e, alcune
di queste, sono delle zoonosi, possono cioè essere trasmesse anche
all’uomo.
MALATTIE BATTERICHE
EHRLICHIOSI CANINA
Tra quelle di questo gruppo è sicuramente la malattia più diffusa e più
conosciuta nonché la più temuta.
L’agente responsabile è chiamato
ehrlichia canis mentre il vettore è
una delle zecche più comuni in Italia, vale a dire Rhipicephalus sanguineus .La malattia si può presentare
in forma acuta, dopo circa 14 giorni
dall’infezione, con febbre improvvisa anche fino a 41°C, sonnolenza,
anoressia, disidratazione e dimagramento; alla visita il veterinario potrà
apprezzare anche aumento di volume dei linfonodi,aumento di volume
della milza, piccole emorragie dette
petecchie dovute alla diminuzione
delle piastrine del sangue, a volte
può essere presente fuoriuscita
di sangue dal naso (epistassi) in
genere da una sola narice, uveite;
esiste anche una forma subacuta
in genere asintomatica o con segni
clinici di malattia a carico dell’occhio
(ifema, uveite, congiuntivite). Nella
forma cronica si possono osservare pallore delle mucose dovute
ad anemia che è non rigenerativa
perché dipende da problemi causati
da questa infezione a livello del midollo osseo, dimagramento anche
pronunciato, edemi a carico degli
arti e dello scroto, segni neurologici
(convulsioni), infiammazione diffusa
dei muscoli e delle articolazioni
(poli-miosite e poli-artrite).
La diagnosi può essere effettuata
da un esame a fresco del sangue
o del midollo e più comunemente
con test sierologici che mettono in
evidenza la siero positività e il titolo.
La PCR può essere usata anche per
conferma.
La terapia prevede la somministrazione di doxiciclina per almeno tre
settimane con somministrazione
unica giornaliera. In alternativa si
può usare l’imidocarb dipropionato
con iniezione sottocutanea che
va ripetuta dopo 14 gg. E’ consigliato sempre effettuare esami di
laboratorio, emogramma completo,
profilo biochimico, elettroforesi,
esame delle urine all’inizio e al
fine di monitorare il risultato della
terapia. Ai soggetti che presentano
alterazioni della funzionalità renale
è sconsigliato effettuare la terapia
con l’imidocarb.
EHRLICHIOSI GRANULOCITARIA
CANINA
E’ una malattia del cane simile alla
precedente, sostenuta però da
un agente diverso, Ehrlichia phagocytophilum, che si moltiplica in
cellule diverse dall’ehrlichia canis
ed è veicolata da una zecca diversa,
Ixodes ricinus. Le alterazioni degli
esami di laboratorio sono anche in
questo caso rappresentati da una
diminuzione delle piastrine e dei
globuli bianchi nonché alterazioni
del profilo proteico con aumento
delle globuline e diminuzione delle
albumine.
La diagnosi si basa sulla esecuzione di test sierologici e anche su un
esame a fresco al microscopio di
uno striscio di sangue.
La malattia si può presentare in una
forma acuta con febbre , massimo
40°C, abbattimento, debolezza
mancanza di appetito, aumento di
volume della milza, emorragie e a
volte diarrea. I sintomi neurologici
possono essere presenti insiemi a
quelli muscolo-scheletrici rappresentati principalmente da zoppie.
Esiste una forma lieve con pochi o
nessun sintomo.
La terapia consiste nella somministrazione della Doxiciclina per 4
settimane.
TROMBOCITOPENIA INFETTIVA
CICLICA
L’agente responsabile è Erlichia
platys, il vettore Riphicefalus sanguineus. Questo batterio si differenzia
dai precedenti perché si moltiplica
nelle piastrine del sangue.
All’esame emocromocitometrico
dei cani colpliti si riscontra infatti
una grave diminuzione ciclica del
numero delle piastrine ed anemia.
La diagnosi è uguale alle precedenti malattie mentre i sintomi ciclici
sono rappresentati nella fase acuta
da febbre sonnolenza,anoressia,
dolori violenti, avolte sintomi gastro
enterici e alterazione della coagulazione del sangue. Nella fase subacuta: assenza di sintomi chiari e
da questa fase sono possibili due
evoluzioni, o la guarigione o la cronicizzazione della malattia. Forma
cronica: mucose esplorabili pallide,
dimagramento, abbattimento, fenomeni emorragici come fuoriuscita di
sangue dalle narici o sangue nelle
feci, c.d. melena, edemi a carico
degli arti posteriori e dello scroto.
Raramente sono presenti aumento
di volume della milza, dei linfonodi,
ittero. C’è da dire che sono possibili
anche infezioni del tutto asintomatiche o con sintomi lievi e questo
dipende dal ceppo responsabile .
La terapia è la stessa delle precedenti malattie.
MALATTIA DI LYME
Responsabile è un batterio, Borrelia
b., mentre il vettore e la zecca Ixodes r. Esistono in Europa quattro
specie di borrelia b. e tutte sono
responsabili di malattia nel cane e
nell’uomo che rappresenta in questo caso un ospite terminale, cioè
non trasmette la malattia.
Esami di laboratorio e diagnosi
sono grosso modo quelli delle altre
malattie batteriche con alterazioni
direttamente correlate agli organi
interessati che in questo caso sono
i reni ed il fegato.
Sintomi clinici iniziali sono generici
vale a dire febbre abbattimento
anoressia. Poi ci sono i sintomi
riferiti all’infezione sistemica quali
dolori articolari e zoppie, sintomi
neurologici e cardio vascolari, infiammazioni dei muscoli, problemi
renali ed epatici. Nella forma cronica
si osservano episodi intermittenti di
zoppia a causa di artriti acute che
possono passare da un arto all’altro
fino ad osservare delle vere e proprie poliartriti.
La terapia consiste nella somministrazione di doxiciclina per quattro
settimane e, solo nelle forme croniche artritiche e neurologiche anche
nell’uso di altri antibiotici quali le
cefalosporine.
RICKETTSIOSI
Agente responsabile è Rickettsia
conorii, vettore la solita zecca Rhipicephalus S. Nel cane questa malattia è il più delle volte asintomatica
ma è importante segnalarla perché
essa si può trasmettere all’uomo e
quindi il cane può svolgere il ruolo
di animale sentinella in questo caso.
Non ci sono differenze rispetto alle
altre malattie batteriche per ciò che
riguarda la diagnosi e la terapia. I
sintomi clinici o sono assenti o sono
del tutto generici.
MALATTIE PROTOZOARIE
BABESIOSI
Responsabile di questa malattia e
un protozoo che si localizza nei globuli rossi, Babesia canis, del quale
si riconoscono tre sottospecie che
danno forme di malattia di diversa
gravità ; tra queste la più diffusa e
babesia canis canis. Faremo riferimento a quest’ultima.
All’esame emocromocitometrico si
osserva un anemia da rottura dei
globuli rossi, anemia emolitica.nel
profilo biochimico avremo aumento
della bilirubina nel sangue (ittero)
aumento degli enzimi del fegato.
Le urine possono presentarsi di
color scuro.
La diagnosi può essere eseguita
a fresco su striscio di sangue evidenziando i parassiti all’interno dei
globuli rossi. La PCR serve per conferma e soprattutto per identificare il
ceppo coinvolto.
Esiste una forma di malattia iperacuta in cui si verifica una importante
anemia emolitica iperacuta con
shock coma e morte. La forma
acuta si manifesta dopo circa 4 gg.
dall’infezione ed è caratterizzata
da febbre, anoressia, debolezza,
sonnolenza, a volte vomito e diarrea, aumento di volume della milza,
ittero ed urine scure. In questa fase
l’organismo reagisce con una forte
risposta immunitaria che in alcuni
casi può essere davvero imponente
tanto da creare problemi a livello renale, schock,anomalie della
coagulazione,insufficienza respiratoria. La forma cronica è invece caratterizzata da febbre intermittente,calo
dell’appetito,scadimento delle condizioni generali e da una rottura
minima di globuli rossi che però è
continua.
La terapia prevede l’uso di Imidocarb dipropionato con iniezioni
sottocute o intramuscolo da ripetere
a distanza di 14 gg.
EPATOZZONOSI CANINA
L’Hepatozoon canis è un protozoo che, trasmesso dalla zecca al
cane, si localizza in alcune cellule
particolari. Sembra che l’infezione
si trasmette per ingestione da parte
del cane della zecca.
Esiste una forma grave di questa
malattia dove si assiste tra l’altro
ad un enorme aumento dei globuli
bianchi ma per fortuna essa è molto
rara. L’infezione infatti può decorrere in forma del tutto asintomatica e
quando si presenta la malattia essa
in genere è secondaria ad altre
infezioni.
I segni clinici sono febbre ricorrente,
marcato scadimento delle condizioni fisiche, dolore nella regione lombare. Il cane colpito può presentare
segni di malattia al fegato, epatite,
ed ai reni, glomerulo nefrite.
La diagnosi si può effettuare su
strisci di sangue e anche con delle
biopsie muscolari.
La terapia viene effettuata con doxiciclina per tre settimane.
MALATTIE VIRALI
ENCEFALOMIELITE VIRALE
La malattia è provocata da un virus
che è trasmesso al cane dal morso della zecca. Il cane infetto non
trasmette il virus alle zecche ne
rappresenta un pericolo per l’uomo.
I serbatoi in natura sono i piccoli
roditori selvatici.
La malattia ha un incubazione molto
breve , circa una settimana. I sintomi
sono rappresentati da febbre , attacchi epilettici e altri sintomi neurologici quali disorientamento , tremori ,
difficoltà nel movimento,convulsioni,
paralisi di uno o più arti. La diagnosi
viene effettuata con la ricerca degli
anticorpi nel siero di sangue o nel
liquido cefalo-rachidiano. La PCR
può essere usata come test di
conferma.
Non esiste una terapia specifica per
questa malattia ne viene effettuata
una di supporto con l’accortezza di
non usare cortisonici.
Marcello Dante
25
memorie
26
70 anni di caccia con il segugio
Per partire con una data - 1940/1943 – vi dirò che i miei
primi porto d’armi costavano 96 lire, un buon segugio
100/150 lire come un fucile e una lepre, a seconda del
peso, 5/7 lire. Dopo questi preamboli, di cui porto tanti
ricordi, parlerò di cani di ieri, di oggi e di caccia alla
lepre. In passato si cacciava generalmente con uno o
due cani, segugi nati da accoppiamenti di cani del posto, incroci per anni da fissarne quasi una razza locale.
Erano di taglia media, con poco orecchio, di color
rosso/biondo con spiga bianca sulla testa e punta
della coda e zampe bianche. Erano soggetti forti, la cui
selezione risultava naturale. Sul lavoro erano piuttosto
spinti e poco si fermavano sulla postura, tendenti ad
ottenere in fretta il risultato: lo scovo e la fucilata. Dopo
il colpo, se si presentava l’occasione, non mancavano
di prendere la loro parte di lepre.
Erano insomma cani che con l’uso continuo e l’abbondanza di selvaggina imparavano presto il mestiere.
Ogni tanto capitava qualche buon inseguitore, ma
quando la cacciata non partiva alla grande, quest’ultima
era giudicata una perdita di tempo. Si richiamavano i
cani e si faceva prima a scovare un’altra lepre.
I grandi inseguitori venivano definiti “cani di notte”; per
la cacciata diurna poco servivano, la loro specialità
erano le tenebre. Intorno agli anni ’50 nacque la ProSegugio: iniziativa di pochi appassionati che avevano
capito che pericoli correva la nostra caccia. Limitazioni
di calendario, proibizioni di addestramento, stampa
anticaccia minacciavano di farci chiudere.
La nostra Società Italiana Pro Segugio, con costante
impegno a difesa, fu a salvezza. Negli anni seguenti mi
capitò di leggere qualche rivista di caccia, come Diana
Venatoria, il Cacciatore Italiano, ecc. ed iniziai i primi
contatti con persone pratiche di segugi, di tipicità e di
lavoro. Mi sono sempre rivolto ai massimi esponenti
della cinofilia, al vertice del segugismo italiano.
Presidenti di club, allevatori rinomati, veri signori che mi
hanno insegnato e fornito ottimi soggetti e modificata
in meglio la mia caccia, in primo luogo per il carniere
e poi per il lavoro del cane.
Dal maestro Zacchetti ho avuto un nero focato forte
inseguitore un po’ parco di voce, dal signor Camozzi
una bellissima pelo raso con tanta passione e metodo,
dal maestro Pesenti soggetti instancabili, spinti e più
adatti, credo, per la caccia in montagna che per la
nostra zona piano-collinare. Ho avuto cani dei signori
Paneroni e Baldrighi, dal dott. Sabbia e dal dott. Dalmonte di Monteberico, quasi tutti diventati ottimi cani
da caccia. Dopo i rapporti intercorsi con le suddette
persone e dopo aver provato i loro cani, ho iniziato
ad interessarmi e ad apprezzare il lavoro dei cani da
metodo. Giusti sul filo, calmi, sicuri ed obbedienti.
A caccia non si va con le farfalle. Con soggetti di metodo si riesce sempre a fare qualcosa di buono: se non
si va “a capo” oggi si farà domani. A casa scocciati
non si torna mai!
Per terminare la mia lunga chiacchierata cercherò di
fare un paragone tra i segugi attuali e quelli del passato.
Il confronto non è facile: vie di comunicazione, macchine agricole, monocolture, ecc. hanno influito negativamente sul lavoro del segugio.
I cani attuali, se ben condotti, superano tante difficoltà
con buoni risultati.
Prima era diverso, l’ho scritto all’inizio, ma è un mio
pensiero, come questo scritto.
Severico Diego
Il programma e le schede di iscrizione sono
disponibili sul sito www.prosegugio.it
Le iscrizioni devono pervenire esclusivamente
a mezzo fax, al n° 0377/802234, a mezzo posta
Via Dosso, 7 – F.ne Mirabello – 26856 Senna
Lodigiana (LO) o via mail [email protected]
Le iscrizioni devono pervenire esclusivamente a mezzo fax, al n° 0377/802234, a mezzo posta
Via Dosso, 7 – F.ne Mirabello – 26856 Senna Lodigiana (LO) o via mail [email protected]
Il programma e le schede di iscrizione sono disponibili sul sito www.prosegugio.it
2
CALENDARIO
2011
CAC SU LEPRE
MARMENTINO (BS)
SIPS BRESCIA - C/O ALBERTO
BAGNATICA - TEL.: 030/2590365
17 APRILE
CAC SU LEPRE - CAMPIONATO
VALDOSTANO
03/04/05 GIUGNO
CAC SU LEPRE
07/08 MAGGIO
05 GIUGNO
SIPS BRESCIA - C/O ALBERTO
BAGNATICA - TEL.: 030/2590365
BRESCIA - COMPR. 4
CAC SU LEPRE
04/05 GIUGNO
FORLI
ABILITAZIONE LIMIERE
SIPS FORLI C/TO SIG. MARTINO
MICHELANGELO CELL. 328
7480917
MONGHIDORO (BO)
SIPS BOLOGNA C/TO SIG.CAPRI
ITALO TEL. 333-5683481
08 MAGGIO
CAC SU LEPRE
BENEVENTO
SIPS BENEVENTO - C/O
LOMBARDI LUIGI - TEL.:
335/6021582
SAINT PIERRE (AO)
SIPS AOSTA - C/O NICOLE
PERRET - TEL.: 333/4843532
CAC SU LEPRE
CAC SU LEPRE
CINGHIALE MUTE IN RECINTO
CAC SU LEPRE
VAL D’AYAS
MONTE TRE CROCI
SIPS TERAMO - C/O PETRELLA
LUCIO - 0861/410936
29 MAGGIO
PROVA A LIMIERE SU
CINGHIALE
VERRAYES
10 GIUGNO
ABILITAZIONE CANI
CINGHIALE IN BRACCATA
MONGHIDORO (BO)
SIPS BOLOGNA C/TO SIG.CAPRI
ITALO TEL. 333-5683481
11/12 GIUGNO
CAC SU CINGHIALE
MONGHIDORO (BO)
SIPS BOLOGNA C/TO SIG.CAPRI
ITALO TEL. 333-5683481
17/18/19 GIUGNO
CAC SU CINGHIALE IN
TERRENO LIBERO - CAT.
SINGOLI
SASSETTA (LI)
SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI
STEFANO - 340/2943753
18-19 GIUGNO
CAC SU LEPRE
PARMA
SIPS PARMA C/TO SIG. CABRALI
DENIS CELL. 347 7159448
25/26 GIUGNO
SIPS BRESCIA - C/O ALBERTO
BAGNATICA - TEL.: 030/2590365
GARDONE VAL TIDONE
(BS)
CAC SU LEPRE
SIPS PARMA C/TO SIG. CABRALI
DENIS CELL. 347 7159448
CAC SU LEPRE
GIUGNO
PARMA
SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI
RICCARDO - TEL.: 339/4396286
E TESTA WALTER - TEL.:
035/840002
VAL TALEGGIO (BG)
CAC - CACIT SU LEPRE
02/03/04/05 GIUGNO
SIPS AOSTA - C/O NICOLE
PERRET - TEL.: 333/4843532
MASSA
SIPS LEPRE
CAC/CACIT SU CINGHIALE
14/15 MAGGIO
CAC SU LEPRE
CUNEO
SIPS CUNEO - C/O OBERTO
ANGELO - TEL.: 0172/636217
DRIZZONA (CR)
SIPS CREMONA - C/O PESCATORI
RENATO - TEL.: 339/8429938
DAL 25/04 AL 01/05
SIPS MASSA CARRARA - C/O
FUMANTI MARIO - TEL.:
339/4442304
CAC SU LEPRE
CUNEO
SIPS ASCOLI PICENO - C/O
ANTOLINI ANTONIO - TEL.:
349/1998250
SIPS CUNEO - C/O OBERTO
ANGELO - TEL.: 0172/636217
SIPS AOSTA - C/O NICOLE
PERRET - TEL.: 333/4843532
SIPS L’AQUILA - C/O VINICIO
CAVALIERI - 0862/314713 3351974593
DAL 14 AL 29 MAGGIO
CAC SU LEPRE
LUCOLI
23/24 APRILE
CAC SU LEPRE
SIPS BRESCIA - C/O ALBERTO
BAGNATICA - TEL.: 030/2590365
FEBBRAIO
04/05/06 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE
VITERBO
SIPS ISERNIA - C/O
SCACCIAVILLANI GIACOMO TEL.: 338/7046047
SIPS GROSSETO - C/O ROSSI
GIORGIO - TEL.: 347/6202804 - IN
COLL CON LA FIDC DI GROSSETO
Tel.: 0564451884
30/04 E 01/05
CAC SU LEPRE
05/06 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE
CAC SU LEPRE
GROSIO (SO)
SIPS SONDRIO - C/O DE PIAZZI
GIULIANO - TEL.: 339/8856011
MAGGIO
06/07/08 MAGGIO
CAC SU LEPRE - FINALE
FIDASC
LECCO
SIPS LECCO - C/O VALSECCHI
PAOLO - TEL.: 0362/501281
335/5301948 IN COLL CON LA
FIDASC
07 MAGGIO
CAC SU LEPRE
BENEVENTO
SIPS BENEVENTO - C/O LOMBARDI
LUIGI - TEL.: 335/6021582
CAC SU LEPRE
16/17/18/19/20/21/22
MAGGIO
FERRARA
SIPS FERRARA C/TO
SIG. BOCCATI BRUNO
CELL. 335 1426856 RITROVO
PRESSO RISTORANTE “LA
LANTERNA” VIA DEL MARE
TRESIGALLO (FE)
CAC SU LEPRE - SEL
REGIONALE COPPA ITALIA
FIDC E CAMPIONATO
PROVICNIALE FIDC
MALPAGA (BG)
SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI
RICCARDO - TEL.: 339/4396286
E TESTA WALTER - TEL.:
035/840002 - LA SELEZIONE
REGIONALE E’ VALEVOLE PER
LE PROVINCE: BG - BS - CR - PV
- MN
CAC SU LEPRE
CASTELBELFORTE (MN)
SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI
AGOSTINO - TEL.: 333/9631423
SIPS REGGIO E. C/TO SIG.
FERRARI DANIELE CEL: 3357128899
REGGIO E.
SIPS VITERBO - C/O PARRANO
LORENZO - TEL.: 338/4217727
GROSSETO
BRESCIA
CUNEO
SIPS CUNEO - C/O OBERTO
ANGELO - TEL.: 0172/636217
29/30 GENNAIO
CAC SU LEPRE - SEL FIDASC
MONTALTO UFFUGO
SIPS TAVERNA DI MONTALTO
- C/O CANONACO MARCELLO
- IN COLL FIDC DI COSENZA FIDASC COSENZA E GRUPPO
CINOFILO RENDESE - PER
ISCIRZIONI CHIAPPETTA EMILIO
- 348/0016126 - 389/4240606 FAX: 0984/794077
CAC SU LEPRE
PESARO
SIPS PESARO - C/O NUCCI
ANTONIO - TEL.: 0722/362271
CAC SU LEPRE SELEZIONE
COPPA ITALIA
CAVARZERE (VE)
SIPS VENEZIA - C/O AGOSTINI
PAOLO - CELL.: 3289261811 PER ISCRIZIONI TOFFANELLO
ALBERTO - TEL.: 328/1003412
CAC SU LEPRE - TROFEO
GILDO FIORAVANTI
PESCARA
SIPS PESCARA - C/O CIARMA
ROBERTO - VIA PIGNATARA,
88 - CAPPELLE SUL TAVO - TEL.:
339/6679171
CAC SU LEPRE
IMOLA (BO)
ISERNIA
CAC SU LEPRE
FERMO (AP)
1° SEMESTRE
GENNAIO 2011
06 GENNAIO
CAC SU LEPRE
RAVENNA
SIPS RAVENNA C/TO LEGA
EGIDIO CELL: 335 5625481 IN
COLLABORAZIONE CON GRUPPO
CINOFILO RAVENNATE
08/09 GENNAIO
CAC SU LEPRE - QUALIF REG.
COPPA ITALIA FIDC E QUALIF.
REGIONALE FIDASC
ASCOLI PICENO
SIPS ASCOLI PICENO - C/O
ANTOLINI ANTONIO - TEL.:
349/1998250
CAC SU LEPRE
TRECENTA (RO)
SIPS ROVIGO - C/O DALLA VILLA
EZIO - CELL.: 338/2076300 IN
COLL. FIDC
12/13 GENNAIO
CAC SU LEPRE
ZANICA (BG)
SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI
RICCARDO - TEL.: 339/4396286
E TESTA WALTER - TEL.:
035/840002
15/16 GENNAIO
CAC SU LEPRE - TROFEO
GILDO FIORAVANTI
TERAMO
SIPS TERAMO - C/O PETRELLA
LUCIO - 0861/410936
22/23 GENNAIO
CAC SU LEPRE
NONANTOLA (MO)
SIPS MODENA C/TO SIG.
VENTURELLI SILVANO CELL.
329/165579 *** SIG. SOLA
WILLIAM CELL. 347 8437833
SIPS BOLOGNA C/TO SIG.
CAPRI ITALO TEL. 333-5683481
SIG. MATTAROZZI MAURO 339
7817217
7
6
SIPS BOLOGNA C/TO SIG.
CAPRI ITALO TEL. 333-5683481
SIG. MATTAROZZI MAURO 339
7817217
VERGATO (BO)
CAC SU LEPRE
SIPS ISOLA D’ELBA - SIG.
SIGNORINI GRAZIANO - TEL.:
335/6671522
CAPOLIVERI (LI)
CAC SU CINGHIALE SINGOLI E COPPIE - TROFEO
DELL’ISOLA D’ELBA
SIPS BIELLA - C/O PEGORARO
RENATO - TEL.: 015/2543417 338/1073006
BIELLA
CAC SU LEPRE
SIPS TAVERNA DI MONTALTO
- C/O CANONACO MARCELLO
- IN COLL FIDC DI COSENZA E
GRUPPO CINOFILO RENDESE
- PER ISCIRZIONI CHIAPPETTA
EMILIO - 348/0016126 389/4240606 - FAX: 0984/794077
AFV MORANO CALABRO
CAC SU LEPRE
SIPS L’AQUILA - C/O VINICIO
CAVALIERI - 0862/314713 3351974593
L’AQUILA
CAC SU LEPRE - CAT MUTE E
COPPIE - 2° TROFEO GILDO
FIORAVANTI
02/03 APRILE
SIPS SAVONA - SEZ PROVINCIALE
SEGUGISTI SAVONESI - TEL.
019/820645
SAVONA
CAC SU CINGHIALE - TROFEO
CORRADO FERRARO - CAT.
MUTE
ANLC VIA CAVUOR, 183/B –
ROMA DELEGAZIONE ANCL
BOLLATI VALERIO IN COLL. CON
LA SIPS DI PIACENZA
PIANELLO VAL TIDONE
CAC CU LEPRE 11°
CAMPIONATO LIBERA CACCIA
01/02/03 APRILE
APRILE
SIPS AVELLINO - C/O FERRARA
GIANFRANCO - TEL: 333/4859539
SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI
STEFANO - 340/2943753
LIVORNO (LI)
CAC SU LEPRE
SIPS NUORO - C/O DESOGUS
LUIGI - TEL.: 3405668004
NUORO
CAC SU CINGHIALE IN
RECINTO PER SINGOLI E
COPPIE
SIPS PERUGIA - C/O MINELLI
MARCELLO - TEL.: 339/6403015
MONTE CUCCO (PG)
CAC SU LEPRE - TROFEO
MONTE CUCCO - 09 COPPIE E
MUTE - 10 - MUTE
SIPS NUORO - C/O DESOGUS
LUIGI - TEL.: 3405668004 -
NUORO
CAC SU CINGHIALE IN
RECINTO - PER SINGOLI E
COPPIE -
09/10 APRILE
SIPS FROSINONE - C/O PALIOTTA
ANDREA - VIA REFUSCHI, 10 ESPERIA - TEL/FAX: 0776/909194
- 334/1400372
FROSINONE
CAC SU LEPRE
SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI
RICCARDO - TEL.: 339/4396286
E TESTA WALTER - TEL.:
035/840002
COLLI SAN FERMO (BG)
CAC SU LEPRE
SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA
GIACOMO - TEL.: 0131/219421 329/2177547
ROCCHETTA LIGURE (AL)
CAC SU LEPRE
SIPS MASSA CARRARA - C/O
FUMANTI MARIO - TEL.:
339/4442304
MASSA
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO
SIPS GROSSETO - C/O ROSSI
GIORGIO - TEL.: 347/6202804
GROSSETO
SIPS AVELLINO - C/O FERRARA
GIANFRANCO - TEL: 333/4859539
CAC SU LEPRE
16/17 APRILE
AVELLINO
CAC SU LEPRE
09 APRILE
SIPS AVELLINO - C/O FERRARA
GIANFRANCO - TEL: 333/4859539
AVELLINO
CAC SU LEPRE
SIPS CUNEO - C/O OBERTO
ANGELO - TEL.: 0172/636217
CUNEO
16 APRILE
SIPS CUNEO - C/O OBERTO
ANGELO - TEL.: 0172/636217
CUNEO
CAC SU CINGHIALE
15/16/17 APRILE
CAC SU CINGHIALE
08/09/10 APRILE
SIPS MASSA CARRARA - C/O
FUMANTI MARIO - TEL.:
339/4442304
MASSA
CAC SU LEPRE
03 APRILE
AVELLINO
CAC SU LEPRE
10 APRILE
SIPS PIACENZA C/TO SIG. BOSI
EMILIO TEL.3381246867
PIACENZA
CAC SU LEPRE
SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA
GIACOMO - TEL.: 0131/219421 329/2177547
FABRICA C. (AL)
CAC SU LEPRE 6° TROFEO VAL
CURONE
SIPS GROSSETO - C/O ROSSI
GIORGIO - TEL.: 347/6202804
GROSSETO
MUTE SU CINGHIALE IN
RECINTO SENZA CAC
DAL 02 AL 10 APRILE
SIPS CARBONIA IOGLESIAS C/O MACCIONI SERGIO - TEL.:
346/6895928
CARBONIA IGLESIAS
CAC SU CINGHIALE IN
RECINTO
02/03/04 APRILE
SIPS MIRANDOLA C/O
SIG. BARALDI ONORIO
CELL.335/8171517 TEL.
FAX.0535/54606 SABATO :
SINGOLO E MUTE ** DOMENICA:
COPPIE
MIRANDOLA
CAC SU LEPRE
12/13 FEBBRAIO
SIPS FIRENZE - C/O MAREMMI
GIAMPAOLO - 055/686592
VICCHIO (FI)
CAC SU LEPRE
SIPS CREMONA - C/O PESCATORI
RENATO - TEL.: 339/8429938
OSTIANO (CR)
CAC SU LEPRE
SIPS NAZIONALE
TEL.: 0377/802414
FAX: 0377/802234 email:
[email protected] - IN COLL CON
LA SIPS DI GROSSETO
GROSSETO
CAC SU CINGHIALE CAMPIONATO SOCIALE SU
CINGHIALE X SINGOLI E
COPPIE
11/12/13 FEBBRAIO
SIPS PADOVA - C/O GARAVELLO
ADOLFO - CELL.: 349/2659420 IN
COLL CON LA FIDC
STANGHELLA (PD)
CAC SU LEPRE - SELEZIONE
FIDASC - CAT COPPIE E
SINGOLI -
SIPS BARBERINO
C/O MUGNAINI BRUNO
TEL.: 380/4368113
SIPS CARPI C/TO SIG.INCERTI
GIOVANNI CEL: 349-6174203 SIG.
ARLETTI 335-342734
CARPI
CAC SU LEPRE
SIPS CHIETI - C/O RUTOLO
NICOLA - TEL.: 347/5864136
CHIETI
CAC SU LEPRE - 2° TROFEO
GILDO FIORAVANTI
ENALCACCIA DI PERUGIA IN
COLLABORAZIONE CON LA SEZ
ENALCACCIA DI GUBBIO E LA
SIPS DI PERUGIA
PERUGIA
CAC SU LEPRE
SIPS ASCOLI PICENO - C/O
ANTOLINI ANTONIO - TEL.:
349/1998250
COMUNANZA (AP)
CAC SU CINGHIALE
19/20 FEBBRAIO
SIPS CROTONE - C/O MANCUSO
GIUSEPPE - TEL.: 338/5448667
CROTONE
CAC SU LEPRE TROFEO
FRANCESCA MANCUSO - CAT
SINGOLO E COPPIE
19 FEBBRAIO
SIPS GROSSETO - C/O ROSSI
GIORGIO - TEL.: 347/6202804
GROSSETO
CAC SU LEPRE
SIPS SIENA - C/O BARTOLINI
GIUSEPPE - TEL.: 335/1409406
SIENA
CAC SU CINGHIALE - CAT. SING.
18/19/20 FEBBRAIO
BARBERINO VAL D’ELSA (FI)
CAC SU LEPRE
SIPS VENEZIA - C/O AGOTINI
PAOLO - CELL.: 3289261811
- PER ISCRIZIONI BERGAMO
WALTER - 041431809
S. STINI DI LIVENZA (VE)
CAC SU LEPRE
SIPS VERCELLI - C/O FERRARIS
FRANCO - TEL.: N338/8461324 348/7979680
VERCELLI
CAC SU LEPRE
SIPS ANCONA - C/O MARIOTTI
SILVANO - TEL.: 333/3315683
ANCONA
CAC SU LEPRE
SIPS SASSARI - C/O FIORI
COSTANTINO - TEL.: 347/1373645
SASSARI
CAC SU CINGHIALE IN
RECINTO
SIPS LODI - C/O PIROLA DANIELE
- TEL.: 338/2188480
LODI
CAC SU LEPRE
SIPS ASTI - C/O BOSCHIERO
GIANCARLO - TEL.: 0141/208616
- 347/1537388
ASTI
CAC SU LEPRE
SIPS SASSARI - C/O FIORI
COSTANTINO - TEL.: 347/1373645
SASSARI
CAC SU CINGHIALE IN
RECINTO
21/22/23/24/25/26/27
FEBBRAIO
SIPS CROTONE - C/O MANCUSO
GIUSEPPE - TEL.: 338/5448667
CROTONE
CAC SU LEPRE
20 FEBBRAIO
SIPS ISOLA D’ELBA - SIG.
SIGNORINI GRAZIANO - TEL.:
335/6671522
CAPOLIVERI (LI)
CAC SU CINGHIALE
SIPS TORINO - C/O ANGELONE
ANTONIO - TEL.: 338/3374292
TORINO
CAC SU LEPRE
SIPS CREMONA - C/O PESCATORI
RENATO - TEL.: 339/8429938
CREMONA
CAC SU LEPRE - CAMPIONATO
SOCIALE CREMASCO
SIPS MILANO - C/O LOCULLI
ACHILLE - TEL.: 338/5062067
MILANO
CAC SU LEPRE
SIPS LODI - C/O PIROLA
DANIELE - TEL.: 338/2188480
- LA SELEZIONE REGIONALE E’
VALEVOLE PER LE PROVINCIE: LO
- LC - MI - SO - VA - CO
LODI
CAC SU LEPRE - SEL
REGIONALE COPPA ITALIA
FIDC
SIPS VERONA - C/O DE TOGNI
GIANCARLO - TEL.: 348/7355402
- PER ISCRIZIONI VIVIANI REMO
0442/331304 - 3493101040
SAN BONIFACIO (VR)
CAC SU LEPRE SELEZIONE
COPPA ITALIA
SIPS NUORO - C/O DESOGUS
LUIGI - TEL.: 3405668004
NUORO
CAC SU CINGHIALE
IN TERRENO LIBERO
CAMPIONATO REGIONALE
SARDO
3
4
25/26/27 FEBBRAIO
CAC SU CINGHIALE CAMPIONATO SOCIALE SU
CINGHIALE PER MUTE
ORVIETO
SIPS NAZIONALE - TEL.:
0377/802414 - FAX: 0377/802234
email: [email protected] - IN
COLL CON LA SIPS DI ORVIETO
- C/O GALLINELLA GIULIO - TEL.:
3382410981
CAC SU CINGHIALE - CAT. SING.
PISA
SIPS PISA - C/O MARIANELLI
CLAUDIO - TEL.: 0571/43572
CAC SU LEPRE - SELEZIONE
FIDASC - CAT. MUTE
LONIGO (VI)
SIPS VICENZA - C/O MEGGIOLARO
RENATO - TEL.: 0444/970484
26 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE
AVELLINO
SIPS AVELLINO - C/O FERRARA
GIANFRANCO - TEL: 333/4859539
26/27 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE
NOVARA
SIPS NOVARA - C/O MIGLIORINI
LIDIO - TEL.: 0321/826203
CAC SU LEPRE
PARMA
SIPS PARMA C/TO SIG. CABRALI
DENIS CELL. 347 7159448
CAC SU LEPRE - CAT COPPIE
E MUTE - SEL FIDASC
SAVONA
SIPS SAVONA - SEZ PROVINCIALE
SEGUGISTI SAVONESI - TEL.
019/820645
CAC SU LEPRE
MACERATA
SIPS MACERATA - C/O NARDI
FRANCO - TEL.: 0733974410 3389664658
26/27/28 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE
ROMANO DI LOMBARDIA
(BG)
SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI
RICCARDO - TEL.: 339/4396286
E TESTA WALTER - TEL.:
035/840002
CAC SU LEPRE
ALESSANDRIA
27 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE
AVELLINO
SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA
GIACOMO - TEL.: 0131/219421 329/2177547
CAC SU LEPRE - 05 SINGOLO
E MUTE - 06 COPPIE
SIPS AVELLINO - C/O FERRARA
GIANFRANCO - TEL: 333/4859539
MARZO
12/13 MARZO
SIPS CUNEO - C/O OBERTO
ANGELO - TEL.: 0172/636217
CUNEO
CAC SU CINGHIALE
18/19/20 MARZO
SIPS NUORO - C/O DESOGUS
LUIGI - TEL.: 3405668004 - IN
COLL. FEDERCACCIA DI NUORO
NUORO
CAC SU CINGHIALE IN
RECINTO - PER SINGOLI
E COPPIE - CAMP.
FEDERCACCIA
SIPS NAZIONALE - TEL.:
0377/802414 - FAX: 0377/802234
email: [email protected] - IN
COLL CON LA SIPS DI ASCOLI
PICENO - C/O ANTOLINI ANTONIO
- 349/1998250 IN COLL GRUPPO
CINOFILO PICENO
ASCOLI PICENO
CAC SU LEPRE - CAMPIONATO
SOCIALE SU LEPRE
11/12/13 MARZO
SIPS NUORO - C/O DESOGUS
LUIGI - TEL.: 3405668004
NUORO
CAC SU CINGHIALE
IN TERRENO LIBERO
CAMPIONATO REGIONALE
SARDO
06/07 MARZO
SIPS CASERTA - C/O FARDELLA
GIUSEPPE
CASERTA
CAC SU CINGHIALE
06 MARZO
SIPS ISERNIA - C/O
SCACCIAVILLANI GIACOMO TEL.: 338/7046047
ISERNIA
CAC SU LEPRE
SIENA
SIPS SIENA - C/O BARTOLINI
GIUSEPPE - TEL.: 335/1409406
03/04/05/06 MARZO
CAC SU CINGHIALE - CAT.
SINGOLI E COPPIE
PIOMBINO (LI)
SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI
STEFANO - 340/2943753
04/05/06 MARZO
CAC SU LEPRE - SELEZIONE
FIDASC
LECCO
SIPS LECCO - C/O VALSECCHI
PAOLO - TEL.: 0362/501281
CAC SU CINGHIALE
CUNEO
SIPS CUNEO - C/O OBERTO
ANGELO - TEL.: 0172/636217
CAC SU LEPRE
SOLFERINO (MN)
SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI
AGOSTINO - TEL.: 333/9631423
05 MARZO
CAC SU CINGHIALE
CASERTA
SIPS CASERTA - C/O FARDELLA
GIUSEPPE
05/06 MARZO
CAC SU LEPRE
ALTA VAL D’AGRI (PZ)
SIPS POTENZA - C/O VACCARO
MICHELE - TEL: 338/4296437
CAC SU CINGHIALE
ANCONA
SIPS ANCONA - C/O MARIOTTI
SILVANO - TEL.: 333/3315683
CAC SU LEPRE
RIMINI
SIPS RIMINI C/TO SIG. STASI
VINCENZO CELL: 338 7193825
SIG.SPAGNOLI DOMENICO CELL:
335 6365185 UFF. 0541 603014
CAC SU LEPRE
REGGIO EMILIA
SIPS REGGIO E. C/TO SIG.
FERRARI DANIELE CEL: 3357128899
CAC SU CINGHIALE - 13°
CAMPIONATO SOCIALE SARDO
- CAMPIONATO SOCIALE MUTE
SAMUGHEO (OR)
SIPS SAMUGHEO - C/O PATTA
ANTIOCO - TEL.: 328/4835128
19 MARZO
CAC SU LEPRE
BENEVENTO
SIPS BENEVENTO - C/O
LOMBARDI LUIGI - TEL.:
335/6021582
22/23/24/25/26/27 MARZO
CAC SU LEPRE
MANTOVA
SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI
AGOSTINO - TEL.: 333/9631423
CAC SU LEPRE
VESCOVADO DI MURLO (SI)
CAC SU CINGHIALE IN
RECINTO
CAC SU LEPRE
PAVIA
SIPS CLUB BEAGLE - C/O
GAIOTTINO FRANCO - TEL.:
0124/26134
CAC SU LEPRE
SIPS POTENZA - C/O VACCARO
MICHELE - TEL: 338/4296437
CAC SU LEPRE
BIELLA
SIPS BIELLA - C/O PEGORARO
RENATO - TEL.: 015/2543417 338/1073006
CAC SU LEPRE
NOVARA
CAC SU CINGHIALE
13° CAMP. SARDO
SIPS NOVARA - C/O MIGLIORINI
LIDIO - TEL.: 0321/826203
CAC SU CINGHIALE IN
RECINTO
NUORO
CAC SU LEPRE
PISA
SIPS NUORO - C/O DESOGUS
LUIGI - TEL.: 3405668004
26 MARZO
SIPS FIRENZE - C/O MAREMMI
GIAMPAOLO - TEL. 055/686592
FIRENZE (FI)
AVELLINO
27 MARZO
CAC SU CINGHIALE
SIPS VITERBO - C/O PARRANO
LORENZO - TEL.: 338/4217727
VITERBO
CAC SU LEPRE XI° TROFEO
PROV VT - XI° COPPA
COMUNE DI MONTEFIASCONE
- XI° COPPA GRUPPO
CINOFILO VT
31 MARZO E 01/02/03
APRILE
SIPS AOSTA - C/O NICOLE
PERRET - TEL.: 333/4843532
VERRAYES (AO)
CAC SU LEPRE - CAMPIONATO
VALDOSTANO
AVELLINO
26/27 MARZO
CAC SU LEPRE
SIPS AVELLINO - C/O FERRARA
GIANFRANCO - TEL: 333/4859539
CIRCOLO CINOFILO VICENTINO
IN COLL DELLA SIPS DI VICENZA
- PER ISCRIZIONI FRIGHETTO
STEFANO - TEL.: 0445/963660
TRISSINO (VI)
CAC SU LEPRE
SIPS COMO - C/O DOTTI ANTONIO
- TEL.: 335/660699
COMO
CAC SU LEPRE
SIPS SONDRIO - C/O DE PIAZZI
GIULIANO - TEL.: 339/8856011
SONDRIO
CAC SU LEPRE
SIPS PARMA C/TO SIG. CABRALI
DENIS CELL. 347 7159448
TRAVERSETOLO
SIPS AVELLINO - C/O FERRARA
GIANFRANCO - TEL: 333/4859539
CAC SU CINGHIALE
SIPS PISA - C/O MARIANELLI
CLAUDIO - TEL.: 0571/43572
SIPS ISOLA D’ELBA - SIG.
SIGNORINI GRAZIANO - TEL.:
335/6671522
CAPOLIVERI (LI)
CAC SU CINGHIALE - SINGOLI
E COPPIE
25/26/27 MARZO
SIPS BOLOGNA C/TO SIG.CAPRI
ITALO TEL. 333-5683481
MONGHIDORO (BO)
ABILITAZIONE LIMIERE
VIGGIANO(PZ)
SIPS CROTONE - C/O MANCUSO
GIUSEPPE - TEL.: 338/5448667
23 MARZO
CROTONE
CAC SU LEPRE
SIPS PAVIA - C/O MAGA FILIPPO
- TEL.: 335/8134468 - FAX:
0385/245720
BENEVENTO
SIPS BENEVENTO - C/O
LOMBARDI LUIGI - TEL.:
335/6021582
19/20 MARZO
CAC SU LEPRE
MODENA
SIPS MODENA C/TO SIG. SOLA
WILLIAM 347 8437833
CAC SU LEPRE
PIACENZA
SIPS PIACENZA C/TO SIG. BOSI
EMILIO TEL.3381246867
CAC SU LEPRE
COMUNITA’ MONTANA
DEL GRAPPA (TV)
SIPS TREVISO - C/O FOSSALUZZA
SANDRO - TEL.: 339/6032738 PER ISCRIZIONI ANDRIGHETTO
RENZO - TEòL.: 339/6740435
IN COLL CON ENALCACCIA DI
TREVISO
CAC SU LEPRE
CREMONA
SIPS CREMONA - C/O PESCATORI
RENATO - TEL.: 339/8429938
CAC SU LEPRE
CUNEO
SIPS CUNEO - C/O OBERTO
ANGELO - TEL.: 0172/636217
CAC SU LEPRE
PISA
SIPS PISA - C/O MARIANELLI
CLAUDIO - TEL.: 0571/43572
20 MARZO
CAC SU LEPRE
CROTONE
SIPS CROTONE - C/O MANCUSO
GIUSEPPE - TEL.: 338/5448667
5
piccoli annunci
Allevamento “Dell’Ariola” selezione
amatoriale, esclusiva, Segugio Italiano
a Pelo Raso Nero Focato dispone di
alcuni cuccioli e cuccioloni iniziati da:
• MINA (Paride x Selva) x FAGGIO
(Omar x Mina) Data di nascita: 6/8/2010
• BIRBA (Mesteno detto Indio x Asia) x
NIBBIO (Faggio x Gaia).
Data di nascita 6/8/2010
• D.L. FOGLIA (Ribot x Calamiti) x
SOLE (Mesteno detto Indio x Asia).
Data di nascita: 21/7/2009
Dispone inoltre, di alcuni soggetti adulti
con esperienza venatoria, che rifiutano
gli ungulati (capriolo, cervo e daino).
Per contatti: cell. 0335/6168440
[email protected]
Segugi maremmani da cinghiale, fulvi
e tigrati (riconosciuti enci) disponibili
cuccioli, cuccioloni e qualche adulto.
Alcuni anche a pelo forte.
Per informazioni telefonare al
340/9136728
Appassionato segugista cerca nella
zona di Vicenza nord, compagni per
condividere la stessa passione.
Chiamatemi al 339 4781619
Cedo cuccioli e qualche monta di
Segugio Italiano pelo forte fulvo solo
lepre. Qualche soggetto pronto caccia.
Cuoghi Franco - Via Toscanini 13
41042 Fiorano M. (MO)
[email protected]
0536 830059 - 328 2583213
Addestro amatorialmente solo segugi
alla lepre per caccia e gare.
Cedo cuccioloni addestrati
a non inseguire i caprioli.
Curti Giuseppe - Fr. Rongio Inf.
13866 Masserano (BI) - 338 4923623
Cedo importante cucciolata pelo
raso nata il 6 agosto 2009 da genitori
affemati in prove ed esposizioni.
Cuccioli e adulti a pelo forte
Telefonare a Novello Piero
c/o Allevamento del Brè Gallareto d’Asti - 333 6696020
razze alla ribalta
Considerazioni sull’origine del segugio Maremmano
e sulla popolarità del manto tigrato
Ido Cipriani con un
prototipo di Segugio
maremmano
32
Che ultimamente i segugi maremmani abbiano catalizzato le attenzioni della maggior parte dei segugisti
italici dediti alla caccia al cinghiale
è davvero una certezza.
Questi segugi, tra i più discussi e
chiacchierati del nostro Bel paese,
hanno in definitiva ravvivato quella
benedetta cinofilia attiva capace di
stimolare e far crescere la passione vera per il segugio e per il suo
allevamento.
Oggi, che finalmente l’iter burocratico ha raggiunto l’obiettivo più
importante, ovvero l’iscrizione al Registro Supplementare Riconosciuti,
i segugi Maremmani sono divenuti
la razza da seguita più diffusa e
ricercata.
Le oltre seimila iscrizioni degli ultimi
tempi ne sono la tangibile conferma.
Le cucciolate denunciate sono sempre di più, a dimostrazione che ogni
singolo appassionato segugista
coinvolto nel fantastico progetto di
costruzione di una nuova razza ha
ben compreso quale sia la retta via
da percorrere.
A riguardo di ciò un monito è doveroso, ogni cucciolata che intendiamo denunciare dovrà essere frutto
di scelte attente e ponderate.
Stalloni e fattrici dovranno generare,
per quanto sia possibile prevedere
a priori, soggetti quanto più possibile rispondenti allo standard di
riferimento che posseggano inoltre
ottime qualità venatorie.
Che siano fulvi, tigrati o neri focati,
questi segugi se ben addestrati
riescono a concedere tantissime
soddisfazioni ai loro conduttori sia
nella caccia pratica come nelle competizioni, dove da anni raggiungono
importantissimi
Ma tra gli appassionati di questi segugi le discussioni più animate sovente si accendono a riguardo della
loro genesi e ancor più a riguardo
dell’origine del manto tigrato.
Ed è proprio sull’insorgere e sul diffondersi di questa particolare livrea,
che nel tempo si sono fatte numerose supposizioni, talune frutto di
“cinoleggende” altre invece fondate
su avvenimenti certi.
Vediamo dunque di seguito di approfondire l’argomento in maniera
analitica considerando anche testi e
immagini che in tempi non sospetti
si occuparono di quei meticci che,
di fatto, furono i progenitori degli
attuali segugi maremmani.
Il dato certo è che in origine il manto di questi cani era fulvo sia nella
varietà a pelo raso sia in quella a
pelo forte, con differenti tonalità di
colore e spesso con ampie macchie
bianche sugli arti, sulla testa o nella
zona del petto.
Lo dimostrano sia alcune inequivocabili testimonianze verbali dei
pochi vegliardi canettieri che vissero
la Maremma “cattiva e amara” dei
primi anni del secolo scorso, sia
alcune vecchie e ingiallite fotografie
d’epoca che gelosamente conservate dai loro proprietari sono giunte
sino ai giorni nostri.
Vi sono poi anche numerosi testi
che in tempi non sospetti si occuparono inconsapevolmente di segugi maremmani o meglio dei loro
progenitori.
Tra questi merita rilevare alcune
considerazioni pubblicate sul libro “
Mino Cupini
con Nocciolino
Il segugio e la caccia” ( Ed. Olimpia
1985 ) di Pier Luigi Peccorini Maggi
e Don Nando Armani,
In quest’opera si riserva un capitolo
ai “ Cani da cinghiale” mettendo ancora in evidenza che in Italia, siamo
nel 1985, non esistesse uno specifico segugio per il setoluto suide.
Nonostante ciò, si asserisce che
nelle maremme, dove i cinghiali si
cacciano sin dalla notte dei tempi,
venivano utilizzati, cito testualmente
… cani rustici dalle più inclassificabili morfologie.
E per individuare un possibile
modello, i due autori si rifanno a
una pietra miliare della letteratura
venatoria del nostro bel Paese, “
Giornate di Caccia” del marchese
Eugenio Niccolini.
Questa eccezionale pubblicazione
ricca di attente descrizioni di uomini
e cani e illustrata con singolari foto
d’epoca e dipinti del pittore Eugenio
Cecconi, permette davvero di tracciare un profilo dei progenitori degli
attuali segugi maremmani.
Dunque analizzando foto e dipinti
che ritraggono i cani utilizzati nelle
antesignane battute maremmane,
Armani e Peccorini tracciano un
generico profilo dell’originario cane
da cinghiale; cito dal testo … quei
soggetti erano per lo più a pelo
ruvido, qualche volta tricolore col
nero, fulvo e con molto bianco;
risultavano robusti, piuttosto alti,
con orecchie attaccate alte e corte,
privi di divergenza degli assi craniomusali, occhi rotondi, spesso con
coda mozzata. Dalle descrizioni di
Niccolini si deduce che erano di
carattere impavido, pieni di grinta,
passione e accortezza.
Obiettivamente in tale descrizione
si riscontrano tante delle caratteristiche morfologiche e attitudinali
dell’attuale segugio maremmano.
Da notare che nelle narrazioni del
Niccolini non si fa alcun accenno al
manto tigrato, che, come vedremo
in seguito, si diffonderà dalla metà
del secolo scorso.
L’altra importante pubblicazione che
a mio modo d’intendere merita considerare è quella del Prof. Franco
Nobile intitolata “ La caccia tradizionale al cinghiale ”, un fortunatissimo
libro che concesse largo spazio al
segugio da cinghiale
Dopo aver ampiamente descritto le
varie razze da seguita utilizzate nella
caccia al cinghiale, Nobile intitola un
paragrafo in modo davvero singolare: Una galassia di bastardi.
Localizza questi soggetti soprattutto
in Maremma puntualizzando opportunamente che la programmazione
delle cucciolate qui avveniva tenendo esclusivamente conto delle
qualità venatorie di fattrici e stalloni.
Quindi, nel formulare scherzosamente un ipotetico albero genealogico di tali meticci, fa riferimento
proprio a quei luoghi che saranno
poi da individuare come la culla
degli attuali segugi maremmani.
Torniella, Capalbio, Marsiliana sono,
tra le altre, le località dove si sono
sviluppate alcune delle più importanti correnti di sangue che sono poi
giunte sino ai giorni nostri.
Senza approfondirne troppo le ragioni, nell’opera di Nobile si rimarca
che in Italia non si è mai messo
impegno nel cercare di selezionare
altre razze da seguita oltre il segugio
italiano, e si accenna al fatto che vi
sarebbe l’opportunità di, cito: …
estrapolare alcune correnti sanguigne incentrate soprattutto sulle
doti di lavoro più utili per la caccia
tradizionale al cinghiale in battuta,
e creare per esempio delle razze
originarie della Maremma toscana.
Un auspicio che fortunatamente ha
avuto un concreto seguito.
Ma continuiamo nell’analizzare i
testi, tra le pubblicazioni riguardanti
i segugi Maremmani, quella di Ido
Cipriani da Fonteblanda è di certo
una delle più complete e attendibili
a riguardo della genesi di questa
razza.
Nel suo libro “ Le origini del segugio
maremmano da cinghiale nei dintorni di Talamone dal 1920 a oggi” Ido
ripercorre con precisi riferimenti storici, e eccezionali reperti fotografici,
la storia di tutti quegli straordinari
segugi che a partire dai primi anni
del secolo scorso costituirono le
basi genetiche per lo sviluppo del
segugio maremmano nella bassa
maremma.
Addirittura nella sua opera Ido riporta tutti gli alberi genealogici dei
cani considerati a partire dal 1921,
documentandoli con numerose fotografie d’epoca che testimoniano
chiaramente quanto in quell’area
fossero considerati i segugi.
Tant’è che è proprio nell’area di Talamone, precisamente nella tenuta
di Bengodi, dove possiamo individuare uno dei primi inconsapevoli
selezionatori di segugi Maremmani;
un personaggio sovente rammentato nella pubblicazione del Cipriani.
Il signore di Bengodi, Giuseppe
Avunti Vivarelli, che fece della caccia
il filo conduttore della sua esistenza,
fu disposto a impegnare energie e
mezzi per far giungere nel proprio
canile il meglio dei cani da seguita
che la poverissima Maremma del
tempo gli poteva offrire.
E con un nutrito gruppo di questi
segugi e un manipolo di cinghialai
maremmani si presentò nel 1933
ad una delle consuete adunate del
33
Teste di Segugi Maremmani tigrati
34
Duce.
In quest’occasione furono scattate
alcune eccezionali fotografie, tra le
quali una per noi davvero interessante.
Una posa che ritrae un considerevole numero di cani da cinghiale, le cui
caratteristiche morfologiche sono
sorprendentemente simili.
Una ventina di progenitori degli
attuali segugi maremmani, soggetti
con manti piuttosto chiari, sovente
con abbondanti toppe di bianco;
tutti con espressioni fiere e attente,
ottimi appiombi, attaccature degli
orecchi molto alte e crani ben cesellati, insomma segugi davvero
rispondenti all’attuale standard di
riferimento.
Ovviamente tutti questi soggetti,
che in parte provenivano da differenti correnti di sangue, erano
stati selezionati esclusivamente in
funzione delle loro specifiche qualità
venatorie.
In definitiva come fossero fatti questi
ausiliari non interessava davvero a
nessuno, ciò che importava a tutti
erano invece la loro specifiche capacità di scovare, abbaiare a fermo
e inseguire i cinghiali.
E il dato che a parer mio merita
rilevare è che già nel 1933 questa
tipologia di “selezione indotta”, ma
in definitiva molto rispondente a
quella naturale, aveva notevolmente
standardizzato la morfologia.
Un elemento certo è che in tutta la
Maremma, il manto tigrato s’è diffuso soprattutto negli ultimi venti anni
del secolo scorso.
Ma facciamo un salto a ritroso di
oltre un secolo.
Il primo cane con il manto tigrato
pare che apparve a Manciano,
addirittura nel 1906, le origini della
sua particolare cromia non sono per
nulla chiare.
Ad ogni modo le sue caratteristiche cromatiche non ebbero alcun
seguito.
I canettieri del tempo non gradivano
affatto i manti scuri e striati, troppo
simili a quelli dell’irsuto, e dunque di
difficile individuazione nel fitto della
mediterranea.
E ancora oggi vi sono taluni segugisti maremmani, Ido Cipriani è uno
di questi, che considerano esclusivamente il manto fulvo, asserendo
che anche in natura il manto tigrato
è riservato solo ad alcuni felini,
come la tigre o il gatto selvatico, che
fanno del mimetismo una delle carte
vincenti dei loro agguati.
Insomma a molti canettieri maremmani i tigrati non andavano e non
vanno giù.
Per trovare altre notizie certe su
segugi con il manto tigrato dobbia-
mo arrivare al 1935, quando i conti
Gottarelli, signori del Belagaio, nota
località alle spalle di Roccastrada,
importarono dall’Africa tre cani da
seguita dalle forme piuttosto esili
con il pelo granito e striato.
Pare che questi tre soggetti fossero
ottimi segugi, cani coraggiosi e
resistenti che si adattarono molto
velocemente alla fitta boscaglia
maremmana.
Facile comprendere che viste le
ottime qualità venatorie di questi
cani alcuni canettieri che abitavano
nei territori confinanti con il Belagaio
decisero di incrociare i loro cani con
questi soggetti alloctoni.
Fu così che le località dei Piloni e di
Torniella divennero tra le principali
fucine di soggetti dal manto tigrato,
in particolare nella varietà a pelo
forte.
E ancora oggi nelle vene di tanti dei
migliori segugi da cinghiali della maremma scorre sangue delle correnti
“pilonaie” e “tornielline”.
Anche le sciagurate circostanze
belliche del secondo conflitto mondiale per certi versi contribuirono
all’approdo in Maremma di altri cani
dal manto tigrato.
Soggetti che andarono poi a incrociarsi con i meticci autoctoni,
autentici progenitori degli attuali
segugi Maremmani.
Nello specifico gli episodi in questione sono riconducibili verosimilmente al 1945.
Il primo riguarda un hannoveriano
dal manto tigrato che sembra viaggiasse costantemente al seguito di
un maggiore dell’esercito tedesco.
Pare che quando nel 45 durante
l’avanzata degli alleati l’ufficiale cadde in combattimento il suo segugio
rimase randagio nelle campagne
Maremmane.
Questo segugio dalle forme possenti e dall’abbaio potente finì per
accoppiarsi con alcune cagne locali
generando cuccioli ben piazzati e
dal manto tigrato.
Sempre nel 45, mi racconta Giancarlo Castagnoli, storico presidente
della Prosegugio Labronica, in quel
di Venturina suo paese natale, apparve un’esile cagnetta dal manto
tigrato e dalle movenze eleganti.
A portarla sino in Toscana dalle
coste del nord Africa furono gli
americani su uno dei tanti camion
che facevano arrivare rifornimenti ai
soldati impegnati nella liberazione.
Questa cagnetta tigrata ben presto
dimostrò di possedere eccellenti
doti venatorie, tant’è che più volte
fu fatta coprire da illustri soggetti
autoctoni generando valide progenie con cuccioli dal manto tigrato.
L’altro episodio, davvero analogo,
avvenne probabilmente nel me-
Sergio De Marco
con i suoi maremmani tigrati
desimo periodo ed ebbe come
protagonisti alcuni soldati italiani
originari dalla provincia di Grosseto
rimasti prigionieri sempre in Africa
settentrionale.
Pare che questi militari, peraltro già
appassionati cacciatori, al rientro
dei campi di prigionia in Cirenaica riportarono nella loro Maremma alcuni particolari cani dal manto tigrato
che avevano visto cacciare durante
la loro permanenza africana.
Anche in questo caso i segugi alloctoni risultarono formidabili cacciatori
e dunque degni d’essere accoppiati
con cani del posto.
Analizzando tutte queste testimonianze un dato comune si può certo
riscontrare: il manto tigrato giunse
in Maremma tramite un’immissione
di soggetti provenienti dall’estero.
E fu proprio grazie alle eccellenti
doti venatorie di questi segugi alloctoni che il loro particolare manto
prese a diffondersi generando
discendenze che negli ultimi anni
del secolo scorso ebbero un deciso
sviluppo.
Una popolarità, quella del manto
tigrato, dovuta sia all’incremento
su tutto il territorio nazionale della
caccia al cinghiale in battuta, sia dal
desiderio per i neofiti segugisti di
possedere con certezza un segugio
maremmano.
In definitiva il manto tigrato era considerato indice di garanzia, poiché
a parte pochissimi hannoveriani localizzati soprattutto nella zona Alpi,
non esistevano in Italia altri cani da
seguita con questa livrea.
Dunque per i neofiti che si avvicinavano a questa razza possedere un
segugio tigrato, equivaleva senza
dubbio a possedere un segugio
Maremmano.
Poi, man mano che la popolarità di
questi segugi si è accresciuta permettendogli, con non poche fatiche,
di giungere sino alla cinofilia che
conta e dunque alle prove espositive
riconosciute, lo standard morfologico è divenuto di pubblico dominio.
Oggi la maggior parte degli appassionati di questa razza sa bene
come debba essere strutturato un
segugio maremmano, e sa altresì
benissimo che fulvo, tigrato o nero
focato che sia, se ben addestrato
questo ausiliare potrà divenire un
eccezionale segugio da cinghiale.
Testo e foto di Federico Cenci
35
razze alla ribalta
Alla riscoperta del nostro segugio: IL LEPRAIOLO
36
Casola Val Senio: gruppo con i Segugi dell’Appennino
Quando nel 1962 ho iniziato a selezionare i lepraioli erano, secondo
me, la perfezione del Segugio
italiano.
BRIK, tipicissimo lepraiolo (secondo
me tipicissimo Segugio italiano)
perché QUESTO ERA IL NOSTRO
CANE. La taglia era piccola, non
superava i 43 centimetri, il mantello
era di colore rosso fulvo, il pelo era
ruvido. Le macchie che aveva erano
situate nel posto giusto e cioè: macchia bianca al petto, piccola lista in
fronte, i quattro piedi e la puntina
della coda bianca, orecchie attaccate alte leggermente con la punta
arrotondata, stese sulla guancia
non sorpassavano il tartufo. Sul lavoro era un fenomeno, era un cane
completo,sapeva far tutto da solo
con un metodo di lavoro eccellente.
L’unica pecca era la voce, non sulla
qualità ma nella quantità, nella fase
di accostamento era un pò parco,
ma si faceva perdonare poi con lo
scovo e la seguita.
Queste due fasi le faceva senza
tanta difficoltà anche con condizioni
climatiche proibitive e su qualsiasi
terreno. Una volta fatto l’incontro
si trasformava, i suoi movimenti
diventavano energici, briosi, nevrili,
sulla pista era grintoso, spigliato e
sbrigativo.Era un grande valutatore
dell’usta, sapeva discernerla in tutte le sue sfumature, lo faceva con
grande intelligenza adoperando con
maestria naso e cervello.
Questo cane appena descritto sommariamente è stato la base e il punto
di riferimento della mia selezione
che da 47 anni cerco di conservare
con le stesse caratteristiche.
Adesso devo fare con gioia un urlo
di scovo: ho detto, ripeto e confermo, secondo me, QUESTO ERA
IL SEGUGIO ITALIANO. Perché i
nostri grandi maestri del segugismo
italiano hanno voluto manomettere
inquinando quel preziosissimo prodotto nostrano che i nostri vecchi ci
avevano lasciato? Perchè quel cane
autoctono si è voluto quasi estinguere? Nel mondo ogni nazione ha
la sua razza di segugio, si vanta di
averla e custodisce gelosamente.
Perchè solo noi no? I grandi maestri del segugismo italiano che
per il lepraiolo hanno adoperato
il termine: cagnolo, bastardino,
scaccino, canetto di mezzo orecchio, di mezza passata e di mezza
seguita, tutti termini dispregiativi. Io,
senza nessuna paura ed alla stessa
maniera, li adopero per il segugio
italiano di oggi. Cani che cantano
le litanie dalla mattina alla sera con
musi sprofondati nel terreno come
se dovessero scavare le fondazioni
di una casa,con la lepre che sta’ li
a sbeffeggiarli. Bisogna dire che la
colpa è stata sempre dei grandi maestri perché hanno inculcato nella
mente dei segugisti “La passata di
POMODORO” aggiungo io. I cani
di grande metodo e di grande naso
che incollano il tartufo al terreno,
senza adoperare il cervello, lasciamoli a chi li ha, noi dobbiamo rifare
il segugio italiano come quello di
“ZI VINCENZ”, PERCHÈ QUELLO
ERA. Io continuerò a dirlo e a farlo
e resterò, finchè vivrò, a selezionare
sempre su quella strada.
Riferirò un episodio di una giornata
di caccia che desterà sicuramente
dei dubbi ma che è avvenuto realmente nel settembre del 1970,
protagonista il mio Bobbino, sempre
della linea di sangue della cagna
catturata a Campo Imperatore.
Io e il mio compagno di caccia
Miuccio eravamo a caccia sui monti
della catena appenninica del Sirente. Il mio gruppo di lepraioli era
formato da: Lilla , Vespa e Bobby.
Di buon’ora attaccano una pastura
di un leprone maschio, dopo un
accostamento preciso, deciso e
sicuro, portato avanti con grinta, spigliatezza e sbrigatività, lavoro tipico
del piccolo lepraiolo, dopo un bel
pò di tempo, scova con decisione.
Parte un inseguimento serrato, incalzante, con voci squillanti con toni
alti ed acuti.La seguita la sentiamo
bene per qualche tempo, poi ogni
tanto si copre, a tratti si risente, poi
non la sentiamo più, i cani hanno
scavalcato, sono sull’altro versante
della montagna.
Intanto io e Miuccio ci dividiamo i
ruoli, le zone ed i passaggi da coprire. Finalmente risento le voci dei
cani, la seguita sta rientrando verso
il nostro versante, sta scendendo,
piega leggermente verso di noi, poi
prende la mulattiera che scende a
valle, i cani si ammutiscono, sono in
fallo. Passa poco tempo e risento la
voce di Bobbino che risolve e rimette.La seguita continua a scendere a
valle, la sentiamo ancora bene, poi
ricadono di nuovo in fallo, ancora
poco tempo di silenzio, questa volta sento la voce acuta di Lilla che
risolve e rimette.La seguita riparte
con ardore e si protrae per tutta la
valle, occupiamo una buona posizione per sentirla, risolvono ancora
due falli e poi ricomincia a risalire,
purtroppo non verso di noi, ripiega,
si ricopre e poi non la sentiamo più.
Dico a Miuccio di mantenere la posta e prendo la mulattiera che porta
in cima per scoprire l’altro versante
della montagna. Il sole intanto si
alzava, la temperatura incominciava
a salire e faccio una bella sudata
per arrivarci. Finalmente risento le
voci dei cani molto lontano, faccio
fatica a captarle, a volte li sento a
volte no, la montagna crea spesso
ostacoli alla propagazione delle
onde sonore.
Guardando la posizione del sole era
passato da un bel pò mezzogiorno,
i cani non li sento più, incomincia a
subentrare un pò di paura, perché
il giro diventa troppo lungo, è vero
anche che è maschio di lepre.Piano
piano riprendo la mulattiera per raggiungere il mio compagno Miuccio
che come una statua manteneva
la posta. Nel parlare chiedendoci i
come ed i perché, nel commentare
il lavoro del gruppo eravamo già a
pomeriggio inoltrato. Nell’aspettare approfittiamo per mangiare
un pezzo di pane casereccio con
il formaggio.Tutto ad un tratto un
sospiro di sollievo perché in silenzio
sono rientrate Lilla e Vespa, manca
solo Bobbino.
Il mio compagno Miuccio deve rientrare a casa per un impegno preso
con un notaio per un atto notarile.È
mia regola aspettare sempre i miei
cani e dico a Miuccio: “ Puoi tornare tranquillamente a casa, quando
finisci di fare le tue cose mi vieni a
riprendere”.
Risalgo verso la cima della montagna per sentire la voce di Bobbino,
ma niente, non sento nulla, intanto
passa il tempo. Decido di riprendere
la mulattiera per riscendere al posto
della sciolta. Con la tensione e la
preoccupazione di aspettare, non
mancava molto per il tramonto, tutto
ad un tratto mi si riapre il cuore perché, da lontano, risentivo qualche
colpo di voce di Bobbino, un pò
roca e stanca. Nel frattempo, lungo
la mulattiera, vedo salire verso di
me un grosso leprone, che nell’avvicinarsi avverte la mia presenza e
come un fulmine fa un gran salto
di lato e senza esitare gli sparo un
colpo, però vedo solamente un gran
polverone.Vado a sincerarmi se il
tiro fosse andato a buon fine ma
non trovo niente.Intanto risentivo il
cane che ogni tanto ridava un colpo
di voce e si avvicinava sempre di
più, cercavo di tagliargli la strada
per recuperarlo.
Finalmente ad un centinaio di metri
prima di dove avevo sparato, gli
salto quasi addosso, gli metto il
guinzaglio e lo abbraccio con gioia
e soddisfazione.
Era stanchissimo e nonostante ciò
a guinzaglio, con muso per terra, mi
tira verso il posto dello sparo. Facciamo 10/15 metri di lato e mi porta
dentro ad un ginepraio, ancora 6 o
7 metri avanti e si avventa quasi con
rabbia in mezzo ad un ginepro ed
afferra il leprone morto, che dalla
mattina non aveva mai mollato.
Non credevo a miei occhi!! A questo
punto riabbraccio il mio Bobbino,
piccolo lepraiolo, con tanta gioia e
commozione, per la gran bravura e
per il gran lavoro portato a termine
da gran campione.
Per i grandi maestri del segugismo
italiano questo è il: “cagnolo, bastardino, scaccino, canetto di mezzo
orecchio, di mezza passata e di
mezza seguita.
Ai posteri l’ardua sentenza!!!
Nino Chichi
Segugio dell’Appennino
37
punti di vista
38
Incomprensioni
Il Sign. Paolo Cerra scrive sulla nostra rivista (nr. 88 settembre 2009,
pag. 42) un articolo dal titolo “inesattezze II” in cui, tra l’altro, contesta le
argomentazioni di un mio scritto dal
titolo “ Non condivido ma… obbedisco” comparso, sempre sulla nostra
rivista, sul nr. 85 dicembre 2008.
Noto con una certa soddisfazione
(mal comune, mezzo gaudio) che
nell’elenco dei bocciati, (secondo
Cerra), vi sono il giudice Giuseppe
Gramignoli e l’allevatore del segugio
dell’appennino Giorgio Zauli. Non
ho il piacere di conoscere personalmente il Sign. Zauli, ma mi permetto,
a distanza, di farGli i complimenti
per la chiarezza, schiettezza, linearità e sinteticità dei suoi scritti. Mi
viene da pensare che similmente i
suoi cani effettuino cerche spedite e
accostamenti sicuri e sintetici.
Al grande Beppe, che un male incurabile ha stroncato prematuramente
l’autunno scorso, avevo suggerito:
“Guarda e passa e non ti curar di
loro…”
Per comodità del lettore, ricordo in
sintesi che in tale articolo riporto
l’azione di una muta di quattro seguge a pelo raso fulve durante una
prova di lavoro a “Oltre il colle” (Bergamo), le quali, dividendosi, dopo
circa venti minuti di seguita, non
sono da me qualificate. Tenendo
conto che due di esse (Diva e Zanna) inseguono ancora da sole per
non meno di un’ora mi rammaricavo
di non aver chiuso il turno prima e,
soprattutto, osservando scrupolosamente il regolamento, pur non condividendolo, di non aver qualificato
le due rosse singolarmente.
Riflettendo su alcuni episodi avvenuti dopo la prova, ancora adesso,
sono incerto nel ritenere il mio
comportamento produttivo o meno
e mi chiedo se non era preferibile
qualificare, chiudendo un occhio
(nel bosco non c’era nessuno!) ed,
anche, a non scrivere l’articolo. Mi
sorgono queste perplessità alla luce
di commenti negativi (taluni anche
veramente offensivi) che lasciano
amaro in bocca e m’inducono a
pensare: “Ma chi me l’ho fa fare?”
La risposta a tale quesito è molto
facile e semplice: la coscienza di
assolvere puntualmente il proprio
compito assegnato.
All’indomani dell’uscita dell’articolo,
singolare la domanda che mi ha
posto un mio compaesano: ”Quanti
soldi hai preso per l’articolo?”. Pen-
savo si riferisse alla pro segugio ed
ho risposto: ”Niente di niente”; viceversa ho capito successivamente,
dialogando con lui, che si riferiva
ai proprietari delle quattro rosse.
Ora, tenendo conto che in questo
scritto rincaro la dose sulla bravura
delle pavesi ed, anche, parlo bene
dei cani di Don Nando, il compaesano non dormirà sonno tranquilli,
immaginando il fiume di denaro che
si riverserà nelle mie tasche; ma non
è così e non sarà mai così.
Credo sia opportuno riferire che
nel DNA dei miei cani non vi sono
caratteri genetici né delle pavesi,
né dei cani di Don Nando; questo
per inciso onde evitare che qualche
altro benpensante ritenga che mi
voglia fare pubblicità gratuitamente.
A differenza di tanti altri (e ve ne
sono tanti!) che ritengono i propri
cani i migliori in assoluto, quando
sussistono le condizioni penso si
possa, anzi, si debba apprezzare
le correnti altrui ed a riconoscere il
giusto merito.
Per dovere di cronaca devo riferire
che tante persone si sono complimentate, pur con qualche distinguo,
per ciò che ho fatto e scritto e mi
sento in dovere di ringraziarle.
Sono grato pure al Sign. Cerra del
Suo interessamento giacché mi
dà l’opportunità di chiarire ulteriormente il mio pensiero in proposito,
scusandomi con il lettore perché
dovrò ripetere concetti già esposti.
Sono certo che più d’uno si meraviglierà del ringraziamento verso
Cerra perché le Sue critiche, nei
miei confronti, non sono state molto
tenere.
Un colto segugista scrive: “…le
prediche vanno ascoltate, valutate
e accolte se propositive, oppure
confutate e anche rifiutate se solo
denigratorie” (Dall’Olio). Vada per
le propositive.
E’ probabile che io non sia stato
sufficientemente chiaro nell’esporre alcuni concetti, oppure che sia
stato frainteso. Mi sovviene tale
preoccupazione in quanto condivido pienamente il principio generale
esposto dal Sign. Cerra all’inizio
del Suo articolo quando afferma:
”…il segugio è segugio soltanto se
lavora sulla traccia, altrimenti non è
tale; è solo...”.
Nella selezione dei miei cani e nella
pratica venatoria tendo sempre a
perseguire tale principio, anche
per evitare figure “barbine” tanto a
caccia quanto nelle prove di lavoro
nelle vesti di canettiere.
Ritornando all’articolo del Sign. Cerra devo chiarire, innanzi tutto, che io
sono un inguaribile ottimista e vedo
la possibilità, in questo frangente,
di approfondire ed ampliare l’argomento, pur essendo consapevole
della concreta possibilità d’incarnierare ulteriori critiche.
Viceversa, se io fossi pessimista,
in tale scritto registrerei le seguenti
caratteristiche:
1) le argomentazioni di Cerra sembrano un insieme d’assiomi, verità
assolute ossia affermazioni che
è superfluo dimostrare perché
palesemente vere. Io, al contrario,
mi faccio tanti interrogativi e sono
spesso dubbioso nella valutazione
dei segugi e, pur con tutta la buona
volontà, non sono mai sicuro di aver
operato correttamente. Il regolamento mi viene in aiuto e cerco di
osservarlo scrupolosamente;
2) comprensione del mio scritto
nettamente insufficiente. Ha travisato, volutamente o inconsapevolmente, il senso del mio dire dando
un significato a parole e frasi molto
soggettivo e di parte;
3) la presunzione (che spesso è
data dall’ignoranza, ahimè comune
nel mondo segugista!) di giudicare
persone e fatti senza la necessaria
conoscenza. La valutazione del lavoro dei segugi è difficile quando si
è presenti, figuriamoci in assenza;
4) riporta una frase del compianto
avv. Fioravanti: “I giudici che si fanno una concezione del lavoro dei
cani ancor prima della prova sono
i più pericolosi”. Frase certamente
condivisibile, ma fuori luogo, infatti,
nello stesso scritto in qualche riga
precedente si legge: “Una bella
muta di quattro femmine rosse fulve,
che avevo giudicato il mese precedente e che mi aveva impressionato
nella fase della seguita”. In realtà
avevo scritto solo fulve o, in altra
occasione, rosse, non ho ripetuto
due parole dello stesso significato.
Per le restanti mute ho menzionato
solo la razza d’appartenenza perché
non rilevanti per l’obiettivo che mi
prefiggevo.
La mia valutazione dei cani è indipendente dal nome del proprietario
e da eventuali qualifiche ottenute
dagli stessi in precedenti prove, e
giudico il lavoro svolto in quel momento. Non posso certo dimenticare, in ogni caso, l’opinione (buona
Pietro Dallagiovanna con due suoi amici
al Campionato Sociale Piacenza 2010
o negativa) di cani già giudicati
quanto dei relativi proprietari, anzi
credo sia molto utile la conoscenza
degli stessi per meglio operare;
5) bisogna essere grati a Cerra
perché ci ha erudito sul comportamento d’alcune categorie di lepri
(d’annata, gestanti, menomate,
sopravissute dell’anno precedente).
In altra occasione c’è da sperare che
voglia spiegare anche il comportamento dei maschi!;
6) senza essere presente alla prova
e non aver mai visto i cani, l’arroganza d’interpretare la muta come composta di due coppie, una d’iniziativa
e l’altra di passata di proprietari
diversi. Niente di più fantasioso: ho
appurato che i cani cacciano sempre insieme, e con gran profitto, e
la proprietà degli stessi è condivisa
dai due amici;
7) per quanto riguarda il paragone
non appropriato (secondo Cerra) tra
la muta dei segugi francesi e degli
italiani ho inteso semplicemente
affermare che, dopo venti minuti
di seguita, se le rosse, incapaci di
risolvere il fallo, non si fossero divise, avrebbero meritato una qualifica
certamente superiore a quella assegnata ai francesi. Il paradosso è che,
se Diva e Zanna si “imballavano”
come, probabilmente, le altre due,
la muta restava coesa e si sarebbe
qualificata.
Nell’articolo precedente non ho riferito del fatto, poiché ininfluente per
lo scopo prefissato, che al canettiere
dei Porcelaine, in fase di risoluzione
di un fallo di seguita (della durata
di non più di dieci minuti su lepre
derubatasi al sopraggiungere della
muta), ho chiesto se desiderava
continuare oppure legare i cani,
confidandogli che, sino a quel momento, sussistevano gli estremi per
una qualifica anche se, ovviamente,
non alta. Senza alcun’esitazione il
canettiere legò i cani.
Non volevo commettere l’errore
precedente, pretendendo troppo dai
segugi in una giornata probabilmente difficoltosa.
La diversità degli standard di lavoro
tra segugi italiani e francesi in tale
situazione è fuori luogo, non c’entra
nulla. Alla muta di Porcelaine ho attribuito il molto buono perché semplicemente meritavano tale qualifica
per il lavoro svolto.
La durata della prova delle pavesi
fino al momento della divisione è
stata superiore a quella dei francesi
e lo spazio percorso per lo meno il
quadruplo. Ritengo che nel giudizio finale occorre tenere in debito
conto anche quest’aspetto oltre,
ovviamente, ad altre caratteristiche;
8) per fortuna non ho commesso
errori concreti di relazione e qualifica (non ho qualificato!). Non riesco
ad immaginare cosa avrebbe detto
Cerra in caso contrario. In sostanza
m’incolpa di quello che penso e
scritto, non di ciò che ho fatto;
9) mai pensato o scritto che per
l’inseguimento prediligo cani focosi, sanguigni, elastici. Questa mi
sembra altra invenzione di Cerra.
Ho semplicemente scritto che i cani
di Don Nando, in talune giornate,
erano molto veloci a trovare le lepri;
altri segugi, nelle stesse condizioni,
abbaiavano molto ma non trovavano nulla.
Per quanto riguarda la seguita io
prediligo quella sicura, incalzante,
sostenuta da buona voce, senza
sbandamenti; nel caso di coppie e
mute in perfetta coesione. Difficile
per dei cani lenti incalzare la lepre,
ma se a Cerra piacciono, benissimo.
10) nell’articolo di Cerra si legge…
”Non bisogna dare un’idea distorta
di quello che deve essere il lavoro
del segugio, perché in questo modo
si crea tanta confusione in modo
particolare nei confronti di chi si
affaccia per la prima volta al gioco
più bello del mondo.” Ed ancora,
verso la fine …”e penso che non
sia questo il modo migliore per apportare una crescita culturale, da lui
tanto auspicata”.
Io, invece, penso che non sia questo
il modo migliore per apportare una
crescita culturale: capire pan per
frasca, giudicare ed offendere le
persone senza conoscerle, usare un
linguaggio pieno di boria, ritenere di
possedere la verità assoluta.
Nella storia dell’umanità alcune
teorie ritenute indiscutibili perché
formulate da pensatori geniali si
sono rivelate poi completamente errate: vedi Aristotele con la faccenda
della Terra al centro dell’universo.
Non bisogna cadere nello stesso
equivoco: siccome“l’ha detto Lui”
non necessariamente è vero.
La dottrina segugista (ammesso che
esista!) è quanto mai variegata, anche per la stravaganza d’alcuni suoi
cultori, e la correttezza del giudizio
può esserci solo se si segue e s’osserva scrupolosamente lo standard
morfologico e di lavoro. I parametri
della prova non possono essere
stravolti da convinzioni personali,
ma devono essere ossequiosi dei
regolamenti e degli standard; non
bisogne cadere in errori di valutazione assolutamente soggettivi
che ci allontanano dalla selezione
zootecnica, che è la nostra meta.
Per fortuna io, come dicevo, sono
ottimista e tali considerazioni molto
negative non le accetto e mi rifiuto
di considerarle.
Dell’articolo del Sign. Paolo condivido in toto due concetti:
1) …..”il segugio è segugio soltanto
se lavora sulla traccia, altrimenti
non è tale; è solo nel momento in
cui viene a mancare l’olfattazione
del selvatico che può andare avanti
d’iniziativa, sempre nella giusta misura, per riannodare la passata…iniziativa e metodo sono, in sostanza,
l’applicazione pratica dell’intelligenza del cane e che non c’è una specie
di cerca più intelligente di un’altra”.
Ritengo che qualsiasi segugista sia
in linea con tale teoria, non potrebbe
essere altrimenti. Sarebbe interessante in ogni caso conoscere l’esatto significato della frase: ”giusta
misura”; sono sicuro che le opinioni
in merito sono nettamente diverse;
2) ...”ricordando un personaggio
39
che è passato a miglior vita (come
lui soleva ripetere), penso il più preparato e più rappresentativo che la
storia segugista ci abbia dato, l’avv.
Gildo Fioravanti”.
Per onestà e correttezza nei confronti d’altri personaggi famosi,
viventi o passati a miglior vita e,
sperando di non incorrere nelle ire
degli estimatori del grande GILDO,
cambierei l’articolo il ed aggiungerei: uno dei più preparati…
40
Credo sia opportuno riassumere le
varie fasi di lavoro della muta pavese e puntualizzare diversi passaggi
poiché, forse, non chiari.
Ricerca della passata notturna: nel
primo quarto d’ora di prova i cani
cercano, senza un minimo scagno,
un po’ qua un po’ là; non sono proprio a ventaglio, come stabilisce lo
standard, ma poco ci manca.
Sono certamente diversi da soggetti
di alcune mute (pur blasonate) i quali, anche nella ricerca della passata,
non si allontanano mai l’un dall’altro,
vuoi perché richiamati sempre ed in
modo ossessivo dal canettiere, vuoi
perché geneticamente portati a tale
comportamento.
Sono altresì diversi per quanto
riguarda la voce. Dalla sciolta sino
all’incontro sono stati silenziosi; non
potrebbe essere altrimenti, cosa
dovrebbero scagnare se non c’è
l’incontro? Tale puntualizzazione
mi viene spontanea considerando il
comportamento di numerose mute
che, alla sciolta, attaccano subito,
con grande ardore e senza pause in
luoghi in cui altri segugi non rilevano. Le motivazioni possono essere
molteplici e, probabilmente, vanno
ricercate nella diversa sensibilità
olfattiva o, per dirla come il dott.
Palmiro Clerici, i primi hanno una
soglia olfattiva bassa rispetto a quelli
parchi di voce. Tale motivazione non
è certo esaustiva ed il problema
andrebbe approfondito, ma non è
questa la sede più opportuna. Mi
limito a considerare lo standard e,
credo, che una voce simile a quella
delle pavesi sia più rispondente
(intesa in senso lato).
Accostamento: rilevata passata in
punti diversi (non più di trenta/quaranta metri l’uno dall’altro) il canettiere unisce la muta che evidenzia,
sino a questo punto della prova,
correttezza, disciplina e maneggevolezza Nell’articolo precedente ho
spiegato che tale fase è condotta
dalla muta nel suo insieme ed ogni
soggetto, secondo le sue inclinazioni, apporta il proprio contributo. Non
sono cani che cacciano sempre in
fila indiana o, per lo meno, non necessariamente: dipende dal grado
d’olfattazione e dall’ambiente in cui
si trovano. Quando c’è un fallo si
aprono a ventaglio e se uno della
muta incontra di nuovo, si uniscono
e procedono in fila.
In accostamento è normale aprirsi a
ventaglio quando c’è poco sentore,
quando vi sono difficoltà e falli da
superare e, in particolare, quando
i segugi capiscono d’ essere vicino
alla lepre; nei pressi del covo è molto utile boschettare. Onde evitare
fraintendimenti di sorta relativamente al termine “boschettare”, riporto
ciò che sta scritto nello standard
riguardo allo scovo: ”…,altri con
testa a mezz’aria ispezioneranno
cespugli e possibili nascondigli.”
Mi vedo costretto ora a ripetere
una parte del mio scritto che tratta
questo passaggio: “Alba e Pina, più
avvinte alla traccia, vocalizzano lungo un sentiero mentre Diva e Zanna,
con maggiore iniziativa, si portano
più avanti presso un bosco d’abete;
in questo frangente le voci mutano
chiaramente ritmo e tonalità, come a
dimostrare che le particelle odorose
lasciate dalla lepre hanno subito
un cambiamento. A dimostrazione
di quanto previsto, due femmine,
portandosi all’interno del bosco
segnalano che la lepre si è derubata ed iniziano immediatamente la
seguita; le due compagne prontamente accorrono e, ben presto, la
muta si produce in una canizza che
risuona….”
Ho voluto specificare che la risoluzione del fallo d’accostamento, per
arrivare presso il bosco d’abete, è
merito dell’iniziativa di Diva e Zanna, che si portano più avanti senza
essere scollegate dalle altre; infatti,
la muta si riunisce, senza l’aiuto del
canettiere, prima che due di esse
entrino nel bosco. E’ evidente che
ho ritenuto tale iniziativa “nella giusta misura”, poiché, forse, in quel
tratto è mancata l’olfattazione.
Non ho potuto appurare quali
soggetti sono entrati nel bosco
per primi: se avessi scritto: ”…le
due femmine, portandosi…”, avrei
indicato il soggetto della frase precedente, ossia Diva e Zanna; non
necessariamente quindi sono loro,
ma due qualsiasi delle quattro.
Ho anche scritto che”… in questo
frangente, le voci mutano chiaramente ritmo e tonalità, come a
dimostrare che le particelle odorose…” lasciando intendere che
le cagne avevano capito di essere
in vicinanza del covo della lepre,
o, per lo meno, è quello che io ho
recepito. Tenendo conto che, successivamente, la lepre è partita poco
lontano significa che ero nel giusto.
Lo scovo della lepre non sempre
avviene a pelo o a vista che dir si
voglia; importante è che la muta
segnali la presenza della stessa,
come, del resto, lo standard di lavoro specifica.
Sono stato indotto a scrivere il precedente articolo perché non qualificare cani come Diva e Zanna che
non commettono errori durante la
prova ma, anzi, evidenziano notevoli
doti venatorie, significa falsificare la
realtà e negare il giusto merito.
La punizione a Diva e Zanna (perché
di questo si tratta) è data dalla negligenza di Pina e Alba, (per lo meno in
tale situazione), incapaci di risolvere
il problema risolto brillantemente
dalle prime.
Voglio rimarcare che la mia proposta di ripristinare la qualifica a
singoli nel contesto di una coppia
o di una muta non qualificata deve
avvenire solo nel caso in cui vi sia
la divisione dei soggetti durante la
seguita e non in altri casi. I soggetti
qualificati, nelle fasi precedenti,
devono evidenziare spirito di muta,
disciplina, maneggevolezza, stile e
metodo di lavoro tipico della razza
d’appartenenza, coesione.
La massima qualifica potrebbe
essere l’eccellente, non il CAC ed,
inoltre, tali soggetti non partecipare
ad un’eventuale graduatoria come
migliore della manifestazione.
La qualifica deve essere assegnata
secondo il principio suesposto e
non con leggerezza od eccessiva
soggettività.
In tal caso non capisco veramente
quale danno sarebbe arrecato al
segugio.
Non farei certamente tale proposta
se i segugi si utilizzassero solo ed
esclusivamente in muta; ma tutti
sappiamo che sia in prova che a
caccia si può uscire con uno o due
cani
Dal primo aprile 2010 la scheda di
valutazione è stata modificata e,
nelle innovazioni, compare la possibilità di qualificare i singoli con le
regole che, molto umilmente, mi
sono permesso d’indicare.
Nell’articolo di Cerra si potrebbero
trarre altri spunti, ma non intendo
annoiare eccessivamente il lettore.
Vi saranno altre occasioni per ulteriori commenti.
Concludo auspicando, innanzitutto,
che le discussioni sulla materia che
a noi stanno tanto a cuore, siano
leali, sincere, produttive, corrette.
Detesto le polemiche sterili e gratuite perché dettate da atteggiamenti
rissosi che sono, del resto, alla base
delle divisioni dei segugisti e dei
cacciatori in genere.
Con l’intercessione di Don Lazzaro, che saluto cordialmente, spero
vivamente che la diatriba sia finita.
Pietro Dallagiovanna
Prova ed esposizione a Rimini in attesa dell’apertura
A Gemmano l’8 di agosto nell’azienda faunistica “La Lepre”è stata
organizzata una prova amatoriale
alla quale hanno partecipato molti
associati della locale sezione della
Sips. La migliore prestazione è stata
svolta dai segugi del signor Cevoli.
Nell’ambito della festa Caccia &
Sapori, alla fine del mese di agosto
a Pennabilli, sempre in provincia
di Rimini, la sezione Sips, in collaborazione con la locale Proloco,ha
organizzato un’esposizione amatoriale alla quale hanno aderito molti
appassionati segugisti.
Ha vinto una bella segugia fulva a
pelo forte del signor Graziano Betti.
Le due manifestazioni sono state
implementate per far diffondere a
livello provinciale la nostra cultura
segugistica ed avvicinare così tutti
i potenziali appassionati alla Sips.
Vincenzo Stasi
dalle sezioni
Rimini
Premiazione Pennabilli (RN)
41
Stasi con i suoi Petit Bleu
dalle sezioni
Pescara
Primo Trofeo memorial Gianfranco Rossi,
un grande successo
La Società Italiana Pro-Segugio “L.
Zacchetti” Sezione Provinciale di
Pescara brinda alla riuscita di una
iniziativa che ha visto una massiccia
partecipazione. E già si pensa al
prossimo anno…
La cinofilia è una passione che prescinde dal mondo venatorio, una
passione che vede una speciale armonia tra il cane e il suo conduttore
e che porta a grandi soddisfazioni.
Lo scorso 12 e 13 giugno, nel Comune di Goriano Sicoli, in provincia
dell’Aquila,in uno splendido scena-
rio naturale, la cinofilia ha di nuovo
dato in meglio di sé, grazie ad un
evento davvero ben organizzato e
molto coinvolgente: “Il primo Trofeo
memorial Gianfranco Rossi”, una
prova amatoriale per cani da seguita
su lepre aperta a coppie e mute.
La manifestazione è stata ideata in
ricordo di un grande appassionato
del segugio e della caccia alla lepre,
Gianfranco Rossi, che, scomparso
pochi anni fa,nel corso della sua
vita ha regalato grande impegno e
passione al mondo cinofilo e vena-
torio, partecipando attivamente alla
definizione degli attuali contorni,
anche legislativi, della caccia e della
cinofilia. L’evento è stato organizzato dalla Società Italiana Pro-Segugio
L. Zacchetti Sezione Provinciale di
Pescara, nella persona del suo dinamico Presidente Roberto Ciarma,
con l’A.T.C. Subequano, l’A.T.C.
Pescara e la F.I.D.A.S.C. e con il
Patrocinio dei Comuni di Goriano Sicoli, Prezza, S.Benedetto in Perillis e
Cocullo, tutti in provincia dell’Aquila.
Alla manifestazione, la prima nel suo
42
Un gruppo di soci della sezione di Pescara
vazione per dare il meglio di sé, e il
risultato è stato dimostrato con una
gara davvero qualificante e stimolante, dove tutti hanno avuto modo
di assistere a due intense giornate
in cui i cani hanno potuto mettere in
evidenza tutte le loro qualità.
É stata senza dubbio la prima edizione di una lunga serie, che l’anno
prossimo vedrà anticipate le date
per evitare quel grande caldo che
in effetti ha affaticato molto i cani.
Un ultimo e sentito ringraziamento
è rivolto dagli organizzatori alla ProSegugio Regionale, in particolare al
suo Presidente Lucio Petrella e naturalmente a tutti gli accompagnatori presenti, protagonisti indiscussi
della manifestazione, che senza di
loro non sarebbe riuscita.
Durante il Memorial
“Gianfranco Rossi”
genere organizzata in quei territori,
hanno partecipato ben 67 mute e
27 coppie, in un clima di grande
festa e coinvolgimento che ha visto
la presenza di oltre 600 persone tra
cinofili e semplici curiosi. Hanno
inoltre seguito la prova anche Mario
Lattanzio, Assessore alla Caccia
e Pesca della Regione Abruzzo, il
Presidente della FIDASC Ivano Cirese e il Sindaco di Goriano Sicoli
Rodolfo Marganelli, a dimostrazione
che anche le autorità possono promuovere attraverso la loro diretta
partecipazione eventi come questo,
all’insegna dell’amore per la natura
e per gli animali.
«É la prima volta che un evento di
tale portata viene organizzato nel
territorio di competenza dell’A.T.C.
Subequano – afferma il Presidente
Nunzio Merolli – e nonostante la
relativa inesperienza sia da parte
dell’A.T.C. che rappresento sia da
parte degli accompagnatori, l’iniziativa è stata un grande successo
che di sicuro si ripeterà». Parole
molto sentite quelle del Presidente
Merolli, poiché l’A.T.C. Subequano,
che può vantare uno dei territori
più belli e ambiti della Regione
Abruzzo, è stata teatro di una iniziativa del genere per la prima volta.
Mentre il Presidente Ciarma ha
affermato:«Sono orgoglioso di aver
avuto la possibilità di organizzare
una manifestazione di questa portata, non solo in considerazione della
massiccia presenza di partecipanti e
curiosi ma anche per l’ottimo livello
raggiunto nelle esecuzioni. Sotto la
mia presidenza la Pro - Segugio di
Pescara è cresciuta molto, da 40 a
oltre 300 tesserati, e questa manifestazione conferma l’impegno e la
grinta di un’associazione che vuole
continuare a crescere con eventi
sempre più grandi. É per questo che
ringrazio tutti coloro che mi hanno
sostenuto nell’organizzazione».
Al Trofeo memorial Gianfranco Rossi
hanno partecipato numerosi cinofili
anche da fuori regione, in particolare
dalle Marche e dal Molise, regalando quella sana competitività in più
che riesce a creare la giusta moti-
I RISULTATI
Presenti al Trofeo per le valutazioni
ben 13 giudici, imparziali, preparati
e attenti, ecco i loro nomi: Petrucci,
Iannetti, Falasca, Barrucci, Pietropaolo, Travaglini, Di Giuseppe,
Recchia, Monticelli, Contriciani,
Franciotti, Legge, Ciarma. I cani
vincitori, tutti segugi italiani hanno
seguito l’emanazione della lepre in
una temperatura molto alta, quindi
poco ideale, ma con risultati davvero
soddisfacenti, i nomi dei vincitori:
Per le mute abbiamo Paolelli, dalla
provincia dell’Aquila con voto eccellente e punteggio 104, i suoi segugi
italiani nero focato a pelo raso sono
Brio, Moro, Billy, Luna e Stella; Di
Rocco, dalla provincia di Teramo
con voto eccellente e punteggio
102,5, i suoi segugi italiani nero
focato pelo forte sono Ciro, Mara,
Vipera, Brio, Lilla e Lisa; Cibotti,
dalla provincia di Chieti con voto
eccellente e punteggio 101 con i
segugi italiani color fulvo pelo raso
dai nomi Alice, Pasqualina, Mosca
e Laica. Per le coppie l’unico vincitore è stato Fortuna, dalla provincia
di Ancona con voto eccellente e
punteggio 98 e con due splendidi
esemplari di segugio italiano a pelo
forte nero focato.
43
dalle sezioni
44
Trentino Alto-Adige
ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA 2010
Si è tenuta il giorno venerdì 12
febbraio 2010, presso il bellissimo
salone del “Ristorante da Pino” di
San Michele all’Adige, l’annuale
Assemblea Generale Ordinaria della
S.I.P.S. (Società Italiana Pro Segugio) Sezione Provinciale di Trento.
Anche quest’anno la sala gremita
di soci ha confermato la parabola
ascendente che sta vivendo il movimento segugistico provinciale e
soddisfatto appieno le aspettative
del Consiglio Direttivo che tanto ha
messo in campo per sostenere ed
incrementare la crescita culturale
dei numerosi appassionati segugisti trentini. Come sempre i lavori si
sono svolti in un clima di massima
distensione e cordialità.
Ospiti graditi l’architetto Sandro
Flaim Presidente dell’Associazione
Cacciatori Trentini e dell’UNCZA,
il Prof. Claudio Eccher Presidente
dei Cacciatori Cinofili Trentini nonché Vice Presidente del Consiglio
della Provincia di Trento, il Direttore
generale dell’ACT Dot. Umberto
Zamboni.
L’Assemblea, presieduta e moderata anche quest’anno dal Consigliere
SIPS Marco Casagranda, si è aperta
con la relazione del Presidente della
SIPS Trentina Franco Canali. Dopo
i saluti di rito ai soci e agli illustri
ospiti, Canali ha annunciato che
l’Assemblea di quest’anno, pur prevedendo un momento fondamentale
per la vita associativa e cioè il rinnovo triennale del Consiglio Direttivo,
sarà dedicata prevalentemente al
“segugio”. In fase di programmazione della serata, si è pensato infatti
di invitare, per parlare del segugio,
il giudice Enci nonché allevatore di
fama internazionale Sig. Mario Villa.
Canali ha proseguito relazionando
brevemente sull’attività del 2009
soffermandosi sulla manifestazione
cinofila ormai divenuta il fiore all’occhiello della pro segugio Trentina,
vale a dire la prova sociale su terreno aperto e soprattutto la prova
internazionale di eccellenza che
quest’anno, grazie all’interessamento del segretario SIPS Diego
Celva e alla disponibilità delle
riserve di Pieve, Cinte e Castello,
si sono degnamente svolte nel Tesino. Soddisfazione generale per la
riuscita della manifestazione, con il
rammarico, espresso da Canali, per
la scarsa partecipazione di pubblico
(anche di alcuni componenti il Cons.
Direttivo) soprattutto alle premiazioni della prova di eccellenza. Forse
la concomitanza della giornata di
prova con l’apertura estiva dell’addestramento segugi su tutto il territorio provinciale, non ha giocato a
favore di una presenza più cospicua
di appassionati. Per quanto riguarda il programma per il 2010, fermo
restando l’eventuale riconferma del
Consiglio Direttivo uscente, vengono riproposti gli ormai tradizionale
appuntamenti con la prova in recinto
per cucciolini e la prova di eccellenza su terreno libero alla quale sarà
abbinata la prova sociale. Canali ha
chiuso la sua relazione affermando
che l’obiettivo prioritario della Pro
segugio Trentina rimane la difesa
del segugio e della caccia alla lepre.
L’auspicio è quello che nessun pregiudizio possa dunque impedire un
dialogo e una collaborazione fattiva
e leale con le associazioni e gli organi venatori provinciali. Alla relazione
del Presidente Canali, come sempre
condivisa ed apprezzata dai presenti con un lungo applauso, è seguito
l’ intervento degli ospiti.
il Presidente dell’Associazione
Cacciatori Trentini Sandro Flaim si
è detto ancora una volta positivamente meravigliato per la sempre
più massiccia presenza di soci
all’assemblea e ha ringraziato la
Pro Segugio Trentina per la sempre pronta e fattiva collaborazione
intercorsa con l’ACT e soprattutto
per quello che ha saputo costruire in
questi anni a favore di un’immagine
più positiva del cacciatore all’interno della società attuale. Flaim ha
poi brevemente relazionato sulla
situazione relativa alla “rabbia silvestre”, ormai purtroppo nota a tutti i
cinofili, che ha portato alla chiusura
momentanea dell’attività venatoria
con l’ausilio del cane e al divieto
assoluto di liberare i cani su tutto
il territorio provinciale comprese le
zone autorizzate all’addestramento.
Flaim si è detto deluso del fatto che
i cacciatori, pur avendo palesato
per tempo la disponibilità alla collaborazione con gli enti provinciali
preposti, per far fronte a questa
pericolosa emergenza, non sono
stati minimamente considerati.
Preoccupata del fatto che vi sono
ancora molte lacune a livello di
informazione generale, l’ACT, in
collaborazione con la delegazione
ENCI di Trento, si è premurata di organizzare nella parte orientale della
provincia di Trento (zona a rischio),
alcune serate informative aperte a
tutti. E’ stata inoltre richiesta, agli
organi provinciali, la possibilità di
poter organizzare le tradizionali
manifestazioni cinofile (traccia, ferma e seguita), di poter addestrare e
allenare i cani (regolarmente vaccinati) all’interno delle zone sezionali
regolarmente autorizzate e, a livello
gestionale, di poter effettuare i censimenti all’avifauna. Flaim ha chiuso
il suo apprezzato intervento esortando i cacciatori a recarsi numerosi
alle urne in occasione delle elezioni
per il rinnovo del Presidente e degli
Organi Provinciali dell’Associazione
Cacciatori Trentini.
Anche il Prof. Claudio Eccher, che
ha preso la parola dopo Flaim, si
è complimentato con il Presidente
I Campioni d’Europa
Canali per i visibili progressi fatti in
questi ultimi anni dalla Pro segugio
Trentina. Tutta la cinofilia trentina,
secondo Eccher, ha fatto un grande
passo avanti, tanto che, la caccia
con il cane, non è più considerata
caccia di “serie b” (caccia bassa).
E’ importante, sempre secondo
Eccher, che tutte le specializzazioni
venatorie siano sullo stesso livello
e che le diverse opinioni rimangano all’interno di un confronto leale
e democratico. Eccher ha voluto
concludere ricordando l’amico e appassionato segugista Bruno Depaoli
di Terlago che, fortemente debilitato
dalla malattia, ma sorretto da una
passione incrollabile, ha trovato la
forza per uscire con il segugio a
cacciare la lepre fino ai suoi ultimi
giorni di vita.
Interessante la relazione prodotta
dal direttore generale dell’ACT dott.
Zamboni sui risultati del monitoraggio estivo della lepre effettuato
con l’ausilio del segugio su tutto il
territorio provinciale: interessante
appare la correlazione fra i dati del
monitoraggio (lepri scovate) con
i dati del prelievo a fine stagione
venatoria. Importanti anche i dati sul
EBHS, il virus che negli ultimi dieci
anni ha falcidiato la popolazione
provinciale della lepre: dalle analisi
effettuate sui campioni consegnati
di lepri abbattute, si riscontrano alte
percentuali di positività, il che vuol
dire che quelle lepri sono venute
a contatto con il virus da giovani
e che si sono immunizzate. Il dato
conferma anche il fatto che dove
vi è una buona densità di lepri la
popolazione riesce con più facilità
a resistere alla malattia; viceversa
dove c’è una densità bassa le probabilità di resistenza sono poche e
di conseguenza la mortalità è molto
più elevata. Questo potrebbe spiegare, in parte, la difficoltà ad incrementare (anche attraverso il rispetto
assoluto) i contingenti della lepre, in
quelle zone dove c’è una densità di
partenza molto bassa.
Agli apprezzati interventi degli ospiti
ha fatto seguito la presentazione,
del bilancio consuntivo 2009 da parte del segretario della SIPS Trentina
Diego Celva. L’approvazione del
bilancio è stata unanime. Ancora
una volta un grazie sincero per la
notevole mole di lavoro burocratico
svolto annualmente e con puntualità
dal segretario Diego Celva.
Le elezioni del nuovo consiglio
direttivo si sono svolte in un clima
di massima distensione e trasparenza e come sempre per alzata di
mano. L’intero Consiglio Direttivo
uscente è stato riconfermato per il
triennio 2010 – 2012 all’unanimità
dei presenti ed integrato con due
nuovi consiglieri: Giorgio Tezzele di
Marano di Isera e Ioriatti Massimo
di Faida di Pinè. Dopo le elezioni
del nuovo Consiglio, il segretario
Celva ha provveduto alla presentazione del bilancio preventivo 2010
anch’esso approvato all’unanimità.
Espletato l’ordine del giorno, si
è passati al momento più atteso
della serata con la dotta relazione
del giudice e allevatore Sig. Mario
Villa. Sono alcuni anni che la Pro
segugio Trentina si avvale della
collaborazione del Sig. Mario Villa
in occasione delle prove di eccellenza, e Mario (mi permetto di citarlo
semplicemente per nome perché so
che a lui fa molto piacere) risponde
sempre con grande disponibilità ai
nostri appelli. Ogni volta aumenta in
noi l’ammirazione per una persona
che ha dedicato la sua vita e tutto
se stesso al segugio. La dedizione
quasi morbosa, l’umiltà, la perseveranza nell’allevamento gli hanno
permesso di raggiungere risultati
di assoluto prestigio internazionale,
di far conoscere ed apprezzare i
suoi cani in tutta la nostra penisola
e anche all’estero, di acquisire un
bagaglio di conoscenze e competenze che è raro riscontrare in altre
persone e che lo hanno portato a
diventare uno dei massimi esponenti della cinofilia segugistica internazionale. Tutto questo, unito ad una
personalità unica, garbata, gentile
ma ferma nelle proprie convinzioni,
capace di colloquiare con chiunque
e di esporre argomentazioni anche
molto specifiche e tecniche con un
linguaggio semplice e comprensibile a tutti, non poteva che portare ad
una relazione sul segugio italiano
apprezzata e lungamente applaudita dai numerosi presenti.
La serata si è conclusa degnamente
con l’ormai tradizionale, ottimo e
partecipato rinfresco.
Un cordiale saluto a tutti i segugisti.
Valerio Dondio
45
dalle sezioni
46
Tramatza (Oristano)
Verbale assemblea
Il giorno 29 agosto 2010, in Tramatza, alla presenza del Delegato dal
Consiglio Nazionale sig. Athos Albani, si è svolta la riunione dei delegati
delle sezioni provinciali della SIPS
della Sardegna con il seguente odg.
- Elezioni regionali delle cariche
sociali S.I.P.S. Sardegna
- Programmi operativi cinofilosegugistici per l’anno 2011
- Varie ed eventuali
Sono presenti, oltre al Sig. Athos
Albani, i Sigg. Desogus Luigi, Patta
Antioco, Grassi Elio, Maccioni Sergio, Fiori Tino e Mereu Gianfranco
in rappresentanza rispettivamente
delle Sezioni Provinciali di Nuoro,
Samugheo, Cagliari, Carbonia/
Iglesias, Sassari e Olbia.
Assume la presidenza il Sig. Athos
Albani che, constatata e fatta constatare la rappresentanza di tutte
le sezioni della Sardegna, ritiene la
riunione validamente costituita.
Lo stesso Albani prende quindi la
parola e, dopo aver ringraziato i presenti della loro disponibilità, porta
i saluti del Presidente Nazionale e
dell’intero Consiglio Nazionale, in
particolare quelli del Dott. Giancarlo
Bosio.
Nel proseguire con il discorso fa un
breve cenno sulla situazione nella
quale si è trovata negli ultimi anni la
SIPS in Sardegna; invita i presenti a
confrontarsi apertamente per poter
ricostituire il consiglio regionale
e tornare a collaborare come nel
passato. Viene aperta una breve
discussione dove tutti i presenti si
dichiarano disponibili a lavorare
insieme per eliminare le problematiche venutesi a creare e dare nuovo
lustro alla Pro Segugio.
Il sig. Albani fa presente che per il
rinnovo della carica di presidente
del consiglio regionale sono state
Un momento dell’Assemblea
avanzate due candidature: quella
del sig. Tino Fiori e quella del Sig.
Gianfranco Mereu; i due candidati
sono invitati a presentare i propri
programmi. Prende la parola il Sig.
Mereu che presenta il proprio programma affermando che il lavoro
per il futuro deve essere improntato
in ogni caso alla continuità con
quanto fatto da chi lo ha preceduto
e auspica che, proprio in segno di
continuità, il sig. Desogus possa assumere la carica di Vice Presidente.
Il sig. Fiori, nel prendere la parola,
afferma che il programma presentato dal sig. Mereu è un buon programma; ritira la sua candidatura in
quanto ritiene di non avere il tempo
materiale per poter coprire adeguatamente il ruolo di presidente, ma
chiede al sig. Desogus la disponibili-
tà a essere riconfermato. Dice anche
che, secondo lui, sia il sig. Desogus
che il sig. Mereu sono delle persone
che hanno sempre dimostrato competenza e professionalità e quindi
potrebbero ricoprire la carica di
presidente, ma preferirebbe il sig.
Desogus con la vice presidenza del
Sig. Maccioni Sergio. Dice infine di
essere favorevole all’elezione del
sig. Mereu qualora gli altri fossero
tutti d’accordo e il sig. Desogus non
accettasse di candidarsi.
Interviene il sig. Patta che ritiene che
sia meglio portare un cambiamento
appoggiando la candidatura del Sig.
Mereu.
Prende la parola il Sig. Elio Grassi
che fa un breve accenno alla storia
dell Pro Segugio in Sardegna, auspica di poter vedere il sig. Desogus
e il Sig. Mereu tornare a lavorare
insieme come quando avevano
inziato con la SIPS nel 1998. Ritiene che in questo momento un
cambiamento al vertice sia utile alla
Pro segugio, appoggia la candidatura del Sig. Mereu e propone alla
vice presidenza il sig. Desogus e
il sig. Maccioni. Afferma che poi si
può anche arrivare ad un sistema
di alternanza alla presidenza con
il prossimo rinnovo alla scadenza
dei tre anni.
Il sig. Maccioni prende atto del ritiro
della candidatura del Sig. Fiori, si
dichiara favorevole all’elezione del
Sig. Mereu ma auspica che l’elezio-
ne avvenga possibilmente all’unanimità. Chiede quindi al sig. Desogus
di accettare la vice presidenza così
come proposto dal sig. Grassi.
Viene fatta una breve sospensiva
per permettere una consultazione
tra il sig. Fiori e il sig. Desogus.
Alla ripresa della riunione il Sig.
Albani, non essendoci nuove proposte o candidature, chiede ai presenti
se sono d’accordo sulla proposta
fatta dal sig. Grassi e cioè di eleggere alla carica di Presidente del
Consiglio Regionale il Sig. Mereu
Gianfranco e alla carica di vice presidenti il Sig. Desogus Luigi e il Sig.
Maccioni Sergio. Tutti concordano
su questa proposta per cui vengono
eletti all’unanimità: Presidente il sig.
Mereu Gianfranco e vice presidenti il
sig. Desogus Luigi e il sig. Maccioni
Sergio.
Gli eletti accettano di buon grado
le cariche.
Il sig. Patta propone di chiamare
come Segretaria la Sig.ra Laura
Cuccureddu, non presente alla
riunione per problemi personali.
Sulla proposta sono tutti d’accordo;
viene incaricato il sig. Tino Fiori di
comunicare la decisione alla sig.ra
Cuccureddu al fine di accertarne la
disponibilità e l’accettazione della
carica.
La riunione, dopo i complimenti
agli eletti, prosegue con l’esame
del secondo punto all’ordine del
giorno. Si stabilisce di ripristinare
il Campionato Sociale Sardo assegnando l’organizzazione dello
stesso alle varie sezioni provinciali
con il seguente calendario:
• 2011 – Samugheo
• 2012 – Carbonia Iglesias
• 2013 – Nuoro
• 2014 – Olbia
• 2015 – Sassari
• 2016 – Cagliari
Qualora una sezione non riuscisse
ad organizzare il Campionato Sociale, si assegnerà l’organizzazione alla
sezione a cui il C.S. spetta l’anno
successivo.
Relativamente alle date delle manifestazioni in programma per il 2011,
non avendo a disposizione l’intero
calendario si stabilisce che il sig.
Mereu dopo aver ricevuto il calendario attuale dal sig. Grassi, contatterà
tutti i componenti del consiglio per
stabilire e richiedere all’Enci delle
ulteriori date.
Prende a questo punto la parola il
sig. Albani che si dichiara soddisfatto di come si è tenuta la riunione e
soprattutto del clima di serenità e
di collaborazione con la quale la
stessa è stata da tutti affrontata;
ringrazia quindi tutti i presenti e non
essendoci altro da discutere e/o deliberare, dichiara sciolta la riunione.
47
dalle sezioni
48
Savona
SAVONA BUONA LA PRIMA!
Il Castello di Quassolo è una fastosa
opera liberty del primo Novecento
realizzata su progetto dell’architetto
Benvenuto Pesce Manieri, situata in
posizione dominante nel territorio
di Cosseria, nell’entroterra valbormidese della provincia di Savona.
In questo scenario particolarmente
accattivante, immerso nel verde di
un parco di circa tre ettari impiantato a giardino all’inglese, si è svolto
domenica 27 Giugno scorso il primo
raduno nazionale per segugi italiani
ed esteri organizzato dall’Unione
Segugisti Savonesi – SIPS. Frutto di
un ottimo “gioco di squadra” messo
in campo dal direttivo sezionale, col
coordinamento del presidente Marino Ferraro e del segretario Gianni
Gaino, ha visto la partecipazione
di 158 soggetti in rappresentanza
di parecchie fra le razze da seguita
riconosciute dalla FCI. I segugi
italiani, com’è facilmente intuibile,
hanno fatto la parte … del leone
con 43 soggetti a pelo raso e 13 a
pelo forte, oltre a 32 maremmani e 5
segugi dell’Appennino. Fra le razze
estere, da segnalare la presenza
di anglo-français de petite venerie,
ariégeois, beagle, beagle-harrier,
briquet griffon vendéen, griffon
bleu de Gascogne, griffon nivernais e porcelaine. A ben vedere,
si tratta di razze particolarmente
vocate per la caccia al cinghiale,
senz’altro una delle specializzazioni venatorie più diffuse negli areali
appenninici di confine fra Liguria e
Piemonte, nonostante le difficoltà
che un’espansione demografica repentina dei cervidi (capriolo e daino,
in particolare) porta con sè ormai
da diversi anni, creando non pochi
problemi ai canettieri delle squadre
che vi operano.
Il giudizio morfologico sui soggetti
iscritti è stato affidato alla competenza di tre esperti-giudici, quali
i bresciani Luigi Gaboardi e Giuseppe Quinzanini ed il parmense
Giuseppe Gramignoli. Essi hanno
svolto egregiamente il loro compito
che prevedeva, fra l’altro, anche
l’”addestramento” specifico di commissari e segretari di ring, alcuni
dei quali alla prima esperienza del
genere e, quindi, completamente
“a digiuno” nella compilazione dei
vari documenti (libretti delle qualifiche, relazioni, certificati di tipicità e
cartellini di CAC e relativa riserva).
Nonostante tutto, le operazioni sui
ring si sono svolte senza intoppi ed
in tempi celeri, nel pieno rispetto degli orari stabiliti dall’organizzazione,
così da permettere a tutti coloro che
lo desiderassero di consumare, nel
parco del castello, un succulento
pasto preparato con cura dai soci
della sezione residenti alla frazione
Alpicella di Varazze, capitanati dai
segugisti Nicolò Perata ed Antonio
Ratto. Chi scrive, ad esempio, ha
apprezzato molto il delicato sapore
delle troffie al pesto e del roastbeef
con patatine al forno, il tutto annaffiato da vini locali. Il caldo afoso,
per altro inevitabile, dato il periodo,
è stato in parte mitigato dalla presenza di alberi secolari sotto le cui
fronde ombrose sono stati allestiti i
tavoli per i commensali, in un clima
di autentica festa alla quale hanno
preso parte intere famiglie di appassionati o di semplici curiosi attratti
dalla possibilità di visitare i giardini
e le stanze del castello di Quassolo,
solitamente interdette al pubblico in
quanto residenza privata. In alcune
di esse, situate a pian terreno, erano
state allestite una rassegna di trofei
di ungulati (e non solo, dal momento
che fra essi spiccava ad esempio
anche uno stupendo forcello!) ed
una di fotografie che ripercorrevano
la storia dell’Unione Segugisti Savonesi, nonché di documenti inerenti
l’attività venatoria e risalenti, in alcuni casi, ai primi anni del Novecento.
Dopo aver consumato il lauto pasto,
tutti i presenti si sono accomodati
sulle sedie predisposte nel giardino
del castello per assistere alle manifestazioni che facevano da corollario
al raduno dei segugi, fra cui un’esibizione di falconeria ed un concerto
della Corale “Claudio Monteverdi” di
Cosseria, mentre gli organizzatori si
affaccendavano nell’allestimento del
ring d’onore.
Ad assistere agli spareggi per la designazione del “Best in Show”, vale
a dire del miglior soggetto assoluto
della manifestazione, sono intervenuti l’assessore alla caccia della
Provincia di Savona Livio Bracco, il
consigliere regionale Maurizio Torterolo, il sindaco di Cairo Montenotte,
Fulvio Briano, ed i suoi colleghi di
Carcare, Franco Bologna, e di Cosseria, Andrea Berruti. Non hanno
voluto declinare l’invito a presenziare né il presidente dell’ATC SV1
Franco Ciocca, nè il suo omologo
del SV3 Rodighiero Zucchero, oltre
al presidente provinciale FIDC dott.
Durante. Tutti, nessuno escluso,
hanno avuto parole di elogio per
l’ottimo lavoro svolto dagli organizzatori, dicendosi pronti a sostenere
anche economicamente le prossime
edizioni del raduno. L’assessore
Bracco, in particolare, ha suggerito
per il futuro l’adozione del criterio
della rotazione per quanto riguarda la sede della manifestazione,
in modo da far conoscere ed apprezzare – anche e soprattutto ai
fini della promozione turistica del
territorio - il maggior numero possi-
Il direttivo SIPS di Savona all’inaugurazione
del monumento di L. Zacchetti
bile di siti della provincia di Savona.
Agli apprezzamenti espressi dalle
autorità intervenute, è seguito il
ringraziamento di rito del presidente
provinciale SIPS Marino Ferraro, il
quale a nome non solo dell’intero
direttivo, ma anche di tutti i tesserati,
ha garantito il massimo impegno
affinchè si possano organizzare altre
edizioni del raduno.
I vari spareggi susseguitisi nel ring
d’onore hanno avuto il seguente
esito: miglior soggetto delle razze
italiane è risultato il segugio italiano
a pelo forte nero-focato Dik di Calisto Ferrero, mentre il griffon bleu de
Gascogne Nenè di Doadi Castiglia
è stato premiato quale miglior segugio estero. Fra le coppie, la palma
di migliore fra le italiane è stata appannaggio di Dik e Zelda, peli forte
nero-focati di Calisto Ferrero; Luna
ed Indio, griffoni nivernesi di Furio
Venturino, hanno invece primeggiato fra le estere. Nei gruppi, vittoria
dei segugi a pelo forte nero-focati
di Calisto Ferrero (ancora lui!) fra
gli italiani e degli ariégeois di Sergio
Dematteis e Marco Nani fra gli esteri.
Dulcis in fundo, la giuria, tra gli applausi dei presenti, ha proclamato
miglior soggetto del raduno il griffon
bleu de Gascogne Nenè di proprietà
di Doadi Castiglia, di Carcare (SV),
il quale - pur non essendo nuovo
a successi cinofili, anche se il più
delle volte ottenuti in prove di lavoro su cinghiale - non ha nascosto
la propria soddisfazione per una
vittoria del tutto inattesa, a sfatare il
detto secondo il quale “nessuno è
profeta in patria”!
A conclusione di queste note, non
resta che porgere – anche e soprattutto a nome dell’Unione Segugisti
Savonesi – i migliori ringraziamenti
a quanti hanno contribuito, ognuno
per la sua parte, alla perfetta riuscita
della manifestazione, a cominciare
dagli esperti-giudici e dagli espositori, veri e propri “attori protagonisti”
coi propri fedeli ausiliari di un magnifico … film! Un ringraziamento
particolare deve necessariamente
essere rivolto all’Amministrazione
Provinciale di Savona ed al suo Assessorato alla Caccia, ai Comuni ed
alle Pro-Loco di Cairo Montenotte,
Carcare e Cosseria, ai Vigili Provinciali ed alle GGVV della FIDC di Savona che hanno svolto un servizio di
ordine pubblico impeccabile, ad Elisa Lucibello (direttore responsabile
della rivista “La caccia al cinghiale”),
autrice di un ampio reportage fotografico, in parte a corredo di queste
note, nonché alle sezioni provinciali
SIPS di Alessandria e Cuneo per la
collaborazione offerta.
Gianedoardo Giordanino
49
dalle sezioni
50
Alessandria
UN ANNO DI CINOFILIA SEGUGISTICA... IN PILLOLE!
Il programma delle attività agonistiche messo in calendario per l’anno
2010 dalla Sezione Provinciale SIPS
di Alessandria era particolarmente
“corposo” ed ha impegnato non
poco il solito manipolo di appassionati segugisti (alcuni, membri
del direttivo; altri, semplici associati)
che dedicano parte del loro tempo
libero alla causa!
Primo appuntamento della stagione,
quello – ormai classico – della prova
CAC su lepre valida per il Memorial
“Pasquale Minella”, in programma
nei giorni 20-21 Febbraio in alcune
zone di ripopolamento e cattura degli ATC AL2 “Pianura alessandrina”
ed AL1 “Val Cerrina e Casalese”.
Con loro grande rammarico, però,
gli organizzatori sono stati costretti,
per la prima volta da quando è stata
rifondata la Pro Segugio alessandrina nel 1986, ad annullare la manifestazione a causa delle cospicue
nevicate che si sono abbattute a
più riprese sul nostro Paese nelle
settimane antecedenti.
Sabato 3 Aprile, invece, la ZRC di
Ozzano Monferrato (gentilmente
concessa dal responsabile della
gestione, nonché consigliere provinciale SIPS, Mauro Angelini) è stata
teatro di una prova per il rilascio del
“brevetto di muta”. Vi hanno preso
parte sette équipes, passate al
vaglio dell’esperto ENCI Angelo Ticozzi relativamente alle diverse voci
presenti nella scheda di valutazione
(vale a dire disciplina e maneggevolezza, coesione, omogeneità di
lavoro e di tipo, caratteri di razza).
Nel caso specifico, il parere favorevole al rilascio del brevetto è subordinato all’accertamento, da parte
della giuria, che tutti i soggetti della
muta siano in mano al conduttore
e rispondano prontamente ai suoi
richiami. La mancanza di questi requisiti imprescindibili in un soggetto,
nonché il mancato recupero a fine
prova in tempo utile, comporta la
sua squalifica, mentre il brevetto viene rilasciato solo se almeno quattro
soggetti raggiungono il punteggio
minimo. Tutte le mute presentate ad
Ozzano hanno superato l’esame ed
i loro proprietari-conduttori hanno
potuto così avanzare all’ENCI la
richiesta di rilascio del tanto agognato documento. Sempre Aprile ha
visto i “nostri” impegnati nell’organizzazione del Trofeo “Val Curone”,
giunto alla quinta edizione, svoltosi
più precisamente nei giorni 10 e 11.
Si tratta di una verifica su lepre, con
CAC in palio, particolarmente probante dal punto di vista zootecnico
in quanto si svolge in areali agrosilvo-pastorali del comune di Fabbrica Curone destinati all’esercizio
dell’attività venatoria, caratterizzati
da un’orografia che oscilla da 700
a 1300 metri s.l.m. e ricadenti sotto
la “giurisdizione” dell’ATC AL3. Qui,
in un ambiente tipicamente appenninico in cui sono presenti boschi
di conifere ed arbusteti subalpini
alternati ad ampi pascoli e prati a
sfalcio (sempre più rari, purtroppo!),
la lepre ed altre specie di mammiferi
selvatici – quali capriolo, cinghiale e
volpe – sono presenti in una densità
tale da permettere una valutazione
accurata del grado di specializzazione dei soggetti in concorso. Nelle
due giornate di prova sono state
sottoposte all’esame di una qualificata giuria (composta da Luigi Fusar
Poli, Gianni Gaino, Antonio Ghidelli,
Giuseppe Gramignoli, Tiziano Selvatici, Maria Assunta Villa e Mario Villa)
cinque singoli, ventiquattro coppie
e trentanove mute di categoria A. A
queste bisogna aggiungere cinque
singoli, tredici coppie e quattro mute
composte da soggetti non iscritti,
valutati con la consueta competenza
dai giudici sociali Gianluigi Arborati,
Giampaolo Borra e Giulio Piccarolo.
Come sempre, si è rivelata preziosa
ai fini della perfetta riuscita della
prova l’opera di Corrado Lerta, il
quale - oltre ad aver coordinato in
modo impeccabile gli accompagnatori delle varie batterie - ha messo
a disposizione degli organizzatori
l’AATV “Selvapiana” di cui è concessionario. Per la cronaca, il 5° Trofeo
“Val Curone” è stato vinto nella
classe “Singolo” da Perla, segugia
italiana a pelo raso del valdostano
Giovanni Vallino, alla quale il giudice
Selvatici ha assegnato 150 punti e la
conseguente qualifica di Molto Buono; nella classe “Coppie” da Lola e
Mina, segugie italiane a pelo raso
condotte da Costantino Fraschetta,
gratificate dal punteggio di 163,5
e dalla qualifica di Eccellente dal
giudice Gaino. Fra le “Mute”, infine,
grande è stata la soddisfazione di
Domenico Parcesepe il quale ha
conseguito l’Eccellente con punti
175,5 coi pelo raso Sibilla-Siena-Lilla-Vento-Moro e Meryh. A quest’ultima, protagonista di una prestazione
da manuale, il giudice Mario Villa ha
assegnato il “cartellino” del CAC.
Ultima fatica in ordine di tempo per
il direttivo della SIPS alessandrina
è stata l’allestimento della prova
nazionale estiva su lepre svoltasi il
24 e 25 Luglio a Montacuto, ai piedi
del Monte Giarolo, nell’omonima
Azienda Agro-Turistico Venatoria
che si estende sullo spartiacque
fra le Valli Curone e Borbera, gentilmente concessa dal direttore
Pietro Capettini. Fortemente voluta
da un socio della sezione, Gianluca Brambillaschi, per onorare la
Giovanni Montersino secondo classificato alla Coppa Europa
memoria dell’amico Angelo Turati,
la manifestazione – nonostante le
obiettive difficoltà climatiche (caldo
afoso persistente, siccità prolungata
e vento a go-go nelle ventiquattr’ore
che l’hanno preceduta), particolarmente negative per una buona
olfattazione – ha fatto registrare
qualche “cacciata” degna di nota da
parte di alcune équipes partecipanti,
fra le più rappresentative a livello
nazionale. Mauro Casetta, Pietro
Cristofolini, Gianni Gaino, Antonio
Ghidelli, Pio Tarquini e Mario Villa:
questi gli esperti chiamati dal comitato organizzatore ad esprimere
un parere zootecnico su cinque
singoli, undici coppie e ventidue
mute di soggetti iscritti ai registri
genealogici. Da segnalare, inoltre,
che cinque mute hanno sostenuto
con esito positivo la prova per il
rilascio del brevetto, mentre un
segugio italiano a pelo forte è stato
sottoposto a verifica – brillantemen-
te superata - per l’iscrizione nel RSR
come capostipite. Oltre a questi,
occorre rimarcare la presenza di un
paio di batterie in classe “libera”,
giudicate da altrettanti appassionati
segugisti. Entrando più nei dettagli,
poche le qualifiche assegnate dalla
giuria dell’arco delle due giornate, seppure di… “alto spessore”!
Nell’unica batteria di singoli allestita,
ad esempio, il giudice Ghidelli non
ha potuto attribuire alcuna qualifica,
in considerazione – appunto – delle enormi difficoltà di olfattazione
incontrate dai cani. Fra le coppie,
invece, ha conseguito il 1° Eccellente con punti 163,5 (giudice Casetta)
Giorgio Torta con Lisa del Tario e
Serena, segugie italiane a pelo forte
fulve. Nelle mute, si è assistito ad
alcuni “lavori” significativi. Il sabato,
in particolare, il giudice Tarquini ha
classificato ben tre équipes, di cui
due con Eccellente ed uno con
Molto Buono, mentre la domenica
sempre Tarquini ha qualificato due
mute (entrambe con Eccellente),
così come Gaino (un Eccellente
ed un Buono), mentre Cristofolini
una (Eccellente). Sulla base dei
“numeri”, il fucile da caccia in palio
per il miglior punteggio assoluto fra
singoli, coppie e mute di categoria
A è stato appannaggio di Claudio
Rampini coi pelo forte nero-focati
Bosco-Alice-Roll-Lea e Deko, ai quali il giudice Cristofolini ha attribuito
l’Eccellente con punti 171. La targa
riservata alla miglior qualifica individuale è stata assegnata, invece,
a Fritz, segugio italiano a pelo raso
fulvo di Gianni Petruccioli, a cui il
giudice Tarquini ha attribuito 177
punti. Merita, infine, una citazione la
muta di Tosco e Carato (composta
da Topy-Ketty-Molly-Stella-Chicca),
la quale con 152,6 punti si è aggiudicata il trofeo messo in palio per
il miglior punteggio assoluto nella
categoria B.
Non paghi di quanto portato a
termine quest’anno con non pochi
sacrifici, per il 2011 i Segugisti
Alessandrini hanno programmato una serie di eventi ancora più
corposa: oltre alle verifiche CAC
su lepre tradizionali (quella valida
per il Trofeo “Minella” a Marzo, il
6° Trofeo “Val Curone” in Aprile e
quella di Montacuto a Luglio), ne è
stata messa a calendario, sempre
ad Aprile, una a Rocchetta Ligure,
in Alta Val Borbera, nonché – tanto
per non farsi mancare nulla! - un
raduno per segugi italiani ed esteri.
La speranza è quella di portare a
compimento nel migliore dei modi
un programma così ambizioso; nel
frattempo, a conclusione di queste
note, non si può fare a meno di ringraziare quanti hanno collaborato
e quanti collaboreranno in futuro
alla migliore riuscita delle manifestazioni, finalizzate ad inculcare
in un sempre maggior numero di
cacciatori-segugisti una mentalità
cinofila, educandoli alle forme più
classiche della caccia alla seguita.
Gianedoardo Giordanino
51
dalle sezioni
52
Asti
gestione del territorio
Amo le emozioni che mi suscita
una battuta di caccia: lunghe ore
trascorse con il mio cane a scrutare con ansia il terreno, a leggervi
le impronte di una lepre o di un
fagiano e a decifrarne il messaggio
nascosto. Amo soprattutto le mie
campagne, gli accesi colori, il profumo dei boschi e dei prati, il che
mi fa apprezzare i pochi contadini
rimasti a seminare campi sempre
più avari di reddito, a tagliare legna
nei boschi, ad allevare bestiame tra
mille difficoltà economiche e legali.
E’ proprio per questi motivi che
anche quest’anno ho risposto alle
richieste di aiuto che giungono dalle
mie - e da tante altre - zone, il cui
equilibrio ecologico viene messo
in serio pericolo da un feroce predatore, la volpe. L’incremento delle
superfici boschive e della selvaggina che vi trova rifugio, nonché altri
fattori ambientali particolarmente
favorevoli alla specie, hanno determinato un aumento esponenziale di
capi. “Secondo il parere dell’Istituto
Nazionale della Fauna Selvatica
(Infs) di Bologna - spiega infatti Teresio Candelo, presidente dell’Ambito
Territoriale di Caccia Asti Nord nella
corrente stagione nel nostro Atc occorre abbattere 300 volpi. Secondo
noi, in base alle segnalazioni degli
associati e degli abitanti, dovrebbero essere almeno il doppio, ma la
direttiva della Provincia ha accolto
le indicazioni Infs”. I cacciatori verranno ricompensati con 10 euro per
ogni capo abbattuto.
Ecco perché dalle pagine di questo
giornale mi rivolgo a chi, come me
contagiato dalla passione per la
caccia, desidera dare il proprio contributo alla corretta conservazione
del territorio inteso come habitat
di varietà animali che rischiano di
scomparire per il numero troppo
elevato di predatori. lo faccio parte,
in qualità di vice presidente, di una
squadra di caccia alla volpe nell’Atc
Asti Nord, dove operano una ventina di altri gruppi venatori. Invito gli
amici che ancora non hanno fatto
questa esperienza a passare una
domenica con noi. Le squadre sono
costituite da 5 a 15 componenti,
accompagnati da una guardia venatoria volontaria. Ci ritroviamo tutte le
domeniche in una zona concordata,
poi si sciolgono i cani e l’emozione
si ripete.
Domenico Navone
Per informazioni e adesioni, oltre
all’Ate Asti Nord
Armando Candelo, presidente del
gruppo
Domenico Navone, vice presidente,
dalle sezioni
Roveto-Carseolana
PRIMO MEMORIAL “AVV. GILDO FIORAVANTI”
Nei giorni 5 e 6 giugno si è svolto negli immensi areali dei Monti
Simbruini, ricadenti nei Comuni di
Tagliacozzo, Pereto e Cappadocia,
il 1° Memorial “Avv. Gildo Fioravanti”,
per onorare la memoria di un uomo
che ha dato molto, ed in modo
esclusivo, al segugismo nazionale.
Figura schiva, riservata, a volte
incompresa a volte scomoda, a
volte osannata a volte crocifissa, ma
vera e trasparente, ha contribuito in
maniera determinante alla creazione
di un segugio tenace, concreto e
ordinato, e soprattutto completo, in
grado di realizzare correttamente
tutte le fasi della caccia alla seguita.
Diciamo il vero se affermiamo, che
su buona parte dei segugi presente
in Italia, scorre sangue di Sorbo
(questo il nome del suo allevamento), e nonostante le diatribe (cane di
metodo o di iniziativa), nonostante
le varie preferenze, tutti, chi più chi
meno, chi un modo chi in un altro,
hanno rinsanguato con questo
cane.
Tornando alla cronaca dei due giorni
di gara, abbiamo assistito ad una
ottima affluenza di concorrenti provenienti da varie regioni del centro
sud (Marche, Umbria, Lazio e addirittura Calabria) con mute e coppie
valide, che hanno svolto ottimi lavori
su un territorio che rappresenta la
palestra ideale di un segugio, con
lepri vere e matricolate.
Alla fine della manifestazione sono
risultati vincitori con l’assegnazione
del trofeo coppie il Sig. Rodolfo del
Treste (1° ecc. 175 punti) ed il Sig.
Gianni Petruccioli con il Trofeo mute
con un punteggio di 1° Ecc. 176,4
oltre il Cac una Ris.Cac e una 2°
ris.Cac.
Ottima la prestazione anche del
Sig. Generotti campione d’europa
in carica con 1°Ecc. 170,2, dei vari
Savina, Calzola, Rigati, Mancuso,
Guerriero, Mizzoni ed altri, a dimostrazione di una buona presenza di
mute e coppie valide.
Un ringraziamento particolare ai vari
giudici presenti (Corbucci, Cicchitti,
Soprano, Paliotta, Butini, Monti,
Zappa) ed al delegato Enci Lucio
Petrella.
Un plauso anche all’organizzazione
dei signori Ippoliti Giancarlo, Iacomini Fabrizio, Amicucci Luigi e Renzo
Martello che con la loro fattiva collaborazione e l’aiuto degli sponsor,
hanno permesso la realizzazione di
questo evento, in luoghi ideali vocati
Muta di Gianni Petruccioli
per la caccia con il segugio.
Vi aspettiamo quindi alla futura
edizione del prossimo anno, con la
promessa di portare sui nostri magnifici territori, competizioni di mag-
Coppia di Rodolfo Del Treste
giore caratura per onorare la cultura
segugistica che ci appartiene.
SIPS ROVETO - CARSEOLANA
Giancarlo Ippoliti
53
dalle sezioni
Livorno
Prove su cinghiale nel livornese.
Populonia: segugi e cinghiali in riva al mare
54
Concorrenti e giudici a Populonia (LI)
Quella di Populonia è una prova
classica d’inizio stagione, una competizione che la pro segugio labronica organizza ormai da sei anni.
E dunque, tra febbraio e marzo,
subito a ridosso della chiusura
della stagione venatoria, una delle
più belle zone della Toscana, il pittoresco promontorio di Populonia
diviene lo scenario per un’interessante prova E.N.C.I su cinghiale in
terreno libero.
Una manifestazione sempre ben
riuscita grazie sia alla perfetta organizzazione, sia alle caratteristiche
naturali di questa propaggine di
costa.
Un ampio territorio completamente
ammantato da una rigogliosissima
macchia mediterranea sempre
abitato da un buon numero d’irsuti
davvero d.o.c.
Inoltre, a garanzia di tutti i conduttori che si cimentano nella prova,
è doveroso ricordare che tutta
quest’area, circa 2000 ettari, è completamente isolata dall’esterno.
Da una parte il mare dall’altra una
lunghissima recinzione che ormai
da anni impedisce ai molti cinghiali
del promontorio di recare danno alle
coltivazioni dell’entroterra.
E dunque a Populonia anche
quest’anno nella prima settimana di
marzo per tre lunghissime giornate
segugi e segugisti hanno dato vita
ad una bella competizione durante
la quale sono stati assegnati ben
due C.A.C.
La competizione dedicata alle categorie singolo e coppia si articola
su tre giornate di prove durante le
quali l’organizzazione permette a
concorrenti e spettatori di vivere
appieno la passione per il segugio
e la natura anche dopo il termine
dell’ultimo turno.
Difatti è grazie alla volontà di un
buon numero di appassionati cinofili
cinghialai del posto che a ridosso
della pittoresca Cappella di San
Quirico, al termine di ogni batteria si
offrono anche gustose pastasciutte
e ottime grigliate di carne.
Ma veniamo alla prova.
Nella prima giornata, venerdì 5 marzo, gli esperti giudici Giorgio Rossi e
Danilo Righi, entrambi maremmani
d.o.c, hanno valutato una quindicina
di soggetti tra singoli e coppie.
Grazie alla vastità del territorio le
sciolte sono state effettuate in simultanea, e a partire dalle sette e
trenta del mattino tra accostamenti,
abbaiate a fermo e seguite Rossi e
Righi hanno avuto un bel d’affare
per stilare i loro giudizi.
Nella categoria singolo si è imposto
il segugio maremmano fulvo Polvere, di Filippo Falaschi; un valido
soggetto proveniente dalla scuderia
Aprilino-Bisoli che giudicato da Giorgio Rossi ha dimostrato notevole
coraggio e un’ottima propensione
per l’abbaio a fermo, rimanendo
imperterrito sul selvatico per molto
tempo dopo la fine del suo turno
di prova.
Per la categoria coppie è stato invece Rinaldo Cenci con due giovani
soggetti tigrati, Baracca e Corallo,
a vincere la batteria.
Danilo Righi incaricato di verificare
questa pariglia ha giudicato entrambi i soggetti eccellenti in virtù di un
bell’accostamento eseguito con
sinergia e sagacia sino allo scovo
di un selvatico non troppo facile che
nel proseguo della prova ha ferito
uno dei due segugi.
Nella seconda giornata il modenese
Pachera, con la sua tigrata Perla ha
messo a segno un gran bel turno, al
termine del quale il giudice Giorgio
Rossi ha assegnato il C.A.C.
Perla ha dimostrato grande sagacia,
conducendo con ottima espressività
un lungo accostamento fino allo
scovo del selvatico segnalato con
Una batteria di singoli a Populonia (LI)
un sicuro abbaio a fermo; la seguita non è stata da meno, cosicché
l’esperto giudice le ha concesso
l’ambito riconoscimento.
Sempre nella seconda giornata di
prove, dove si sono dati battaglia
ben dieci singoli, merita rammentare le prove di Ambra e Nocciolina
condotte rispettivamente da Aldo
Demarco e Pasco Alessandro;
entrambe queste due maremmane
hanno raggiunto l’eccellente con
punteggi importanti.
Per la categoria coppie in questa
giornata purtroppo non ci sono state
qualifiche.
Arriviamo dunque alla tersa e ultima
giornata di prove durante la quale
il grossetano Sandro Albonetti con
Pamela e Razzola ha vinto la batteria
nella categoria coppie.
Per quanto riguarda invece il singolo è stato il ligure Mino Cupini a
togliersi un’altra bella soddisfazione.
Il suo Nocciolino, un segugio maremmano nero focato proveniente
dalle scuderie De Marco, s’è distinto
con una grande prova, al termine
della quale il giudice Bruno Mugnaini assegnava un deciso C.A.C
con addirittura 186 punti; del quale
doverosamente riportiamo la scheda di giudizio.
Anche quest’anno il promontorio
di Popolunia ha dunque concesso agli appassionati segugisti tre
eccezionali giornate di “cinofilia
cinghialaia”, durante la quale tutti
i concorrenti hanno potuto godere
delle gesta dei loro ausiliari in uno
scenario mozzafiato, nelle sicurezza
di un agevole recupero.
Testo e foto di Federico Cenci.
ERRATA CORRIGE
Su “I Segugi” n. 90 a pag. 8 nella
didascalia della foto insieme al
giudice Rossi è raffigurato il sig.
Gabriele Chinello.
55
dalle sezioni
56
Novara
Sezione Provinciale di Novara
Anche il 2010 ha visto disputare
il campionato sociale provinciale
per cani da seguita su lepre e su
cinghiale. Quello su lepre è giunto
alla trentatreesima edizione, mentre quello su cinghiale è alla nona
edizione. Il campionato per la categoria lepre tiene conto dei punteggi
ottenuti durante le prove di lavoro di
marzo e settembre più quelli ottenuti
durante l’esposizione di giugno. Per
la categoria cinghiali, invece, si tiene conto solo dei punteggi ottenuti
nell’esposizione e la prova di lavoro
di settembre. Questo anno,come
per gli anni scorsi, le prove di lavoro
di settembre disputate domenica 5
sono state abbinate alla festa che
noi segugisti novaresi definiamo
“festa della solidarietà”. Terminate
le prove che hanno contato per la
categoria lepre 1 batteria di 5 coppie
e 5 batterie di mute, nonché per la
categoria cinghiale 2 batterie con
complessivi 5 singoli e 1 coppia, la
Proloco della Cascina Fontana di
Borgomanero ha messo a disposizione dei nostri Chef, con la “C”
maiuscola poiché segugisti D.O.C.,
tutta la sua organizzazione per un
simposio con menù dedicato al
cinghiale. Durante il pranzo, che peraltro ha visto la presenza di diverse
Autorità, Gino Tacca con l’aiuto di
Angelo Ticozzi e Giampiero Giroldi,
ha premiato i primi della classe assegnando, per la categoria lepre, la
targa di campione sociale a coppie
2010, al socio Urciuolo Silvano con
i Segugi del Giura “Brina e Dea”;
la targa di campione sociale mute
2010 ai soci Vicario Lanfranco ed al
papà Giovanni con i Petite Bleu de
Gascogne “Ambra – Asia – Janez
– Ettore”. Ettore inoltre ha anche
portato ai soci Vicario il premio di
campione sociale assoluto 2010.
Per la categoria cinghiale, invece,
al socio Zanone Emanuele, con il
Segugio Maremmano “Zorro”, sono
stati assegnati i premi come miglior
singolo di giornata e come campio-
ne sociale assoluto 2010.
Al termine della manifestazione,
Gino Tacca, a nome della Pro
Segugio novarese, del Comitato
organizzatore della Proloco cascina
Fontana e degli Chef guidati dal
professore di arte culinaria Renzo
Cereda che hanno contribuito alla
riuscita della festa, sia con lavoro
che con denaro, ha consegnato al
Presidente della Sezione di Omegna della “Unione Italiana Lotta alla
Distrofia Muscolare” un ingente
contributo monetario con l’auspicio
che ciò possa alleviare qualche
sofferenza a coloro che hanno più
bisogno di noi e che questa festa
possa continuare ancora per moltissimi anni senza porre limiti alla
provvidenza.
Vittorio Ticchio
Bambini e Cinofilia
Il 24 giugno scorso,Gino Tacca,
presidente della SIPS di Novara e
ben noto nell’ambiente segugi stico
nazionale, si è reso protagonista di
un’esemplare iniziativa nella scuola
materna del comune di Cressa di cui
è vice Sindaco. In occasione della
“Festa del Diploma” che coincide
con la fine del corso della scuola
materna, essendo stato invitato
dalle maestre a presenziare in veste ufficiale,ha premiato 9 bambini
che l’anno prossimo andranno alle
elementari. In quella festa ha regalato a tutti i bambini presenti una
maglietta sulla quale era raffigurato
un Segugio, oltre al logo della SIPS
di Novara.Gino Tacca è riuscito ad
inserire nel suo discorso alcune
nozioni di cinofilia collegata anche
alla caccia e tale argomento ha suscitato molto interesse tra i bambini
e le maestre presenti. Alla fine della
manifestazione il Dirigente scolastico ringraziandolo, ha espresso
apprezzamento per le parole semplici e precise con le quali Tacca ha
affrontato un tema non facile ed è
stato convenuto di implementare
per il futuro degli incontri che possano facilitare i rapporti tra i bambini,la
cinofilia e l’ambiente.
Sappiamo quanta disinformazione
esiste tra il nostro mondo venatorio
e la scuola, questa occasione è un
esempio di come si potrebbe arginare la nostra denigrazione.
Vittorio Ticchio
E’ con grande
cordoglio che la
S.I.P.S. di Venezia
dà il Suo ultimo
fraterno Saluto ad
uno dei suoi primi
Soci, Gastaldello
Fausto, che improvvisamente ci
ha lasciato. Di lui
rimarrà il ricordo
del suo immancabile sorriso sulle
labbra, della sua grande generosità
e della sua impareggiabile passione
per il Segugio Italiano. La S.I.P.S. di
Venezia è vicina in questi momenti di
grande dolore alla moglie Luisanna,
ai figli Cristiano, Giuliano e Gabriele.
Un male incurabile ha spezzato la
forte fibra dell’amico franco gottardi,
valido cacciatore
ed esperto segugista, sempre
presente in prima
linea nella pro segugio di venezia. Lascia nel dolore
la moglie esterina,le figlie antonella
e monica e tutti i suoi tanti amici.
Non ti dimenticheremo mai, e speriamo che nell’aldila’ continuerai ad
ascoltare le canizze dei tuoi segugi
italiani. Ciao Franco
Pro Segugio di Venezia
Paolo Agostini
Un’inesorabile
malattia ha spezzato la forte fibra
dell’amico Lionello
Razza.
Prima ancora che
socio di questo sodalizio, per tutti noi
sei stato un amico
sincero, gioviale e
sempre disponibile di cui conserveremo sempre nei nostri cuori un
tenero ricordo.
Ciao Lionello, ci mancherai.
Sezione Pro Segugio del Gemonese
Gli amici di Vicovaro (Rm) desiderano commemorare
la memoria di Dante Salvatore che,in
modo riservato ed
improvviso,ci ha
lasciato.
Fino alla scorsa
stagione Salvatore stava dietro ai
suoi amati segugi insieme al figlio
Marcello. Cacciatore da sempre,
ci ha insegnato tanto della caccia
ma anche della vita.“Ciao Salvatò,
quando la mattina scioglieremo i
cani tu sarai sempre alla posta buona, sarai sempre con noi.”
Lorenzo ,una notte ti sei spento
dopo una breve
ed improvvisa malattia.Eri uno spirito forte, ma questo
non è bastato a
vincere il male.
Hai lasciato un vuoto incolmabile
nella famiglia e negli amici. La tua
dipartita mi ha portato alla decisione
di abbandonare la stagione di cacciatore segugista, ma non la grande
passione che in 25 anni insieme mi
hai trasmesso per il segugio, che
continuerà nella nostra associazione. Ciao Renzo
Lo scorso marzo la sezione
Cacciatori di
Olmeneta (CR)
è stata colpita
da un grave lutto
per la perdita di
un caro amico
e grande segugista Carlo Barbieri. Fin da giovane ha sempre
deidcato tutto il suo entusiasmo e
la sua passione per la cinofilia ai
segugi italiani.
Ha ottenuto ottime qualifiche in
campo nazionale con l’amico Paolo scomparso anche lui da poco
tempo.
Non sentiremo la tua voce, ma il tuo
ricordo sarà sempre presente nei
nostri cuori.
Carlo e Barbieri ci ricordate la mitica
frase: Fermo e barbieri.
SIPS Cremona
A ricordo
dell’amico Barbin
Un male incurabile
ha stroncato la forte tempra dell’amico Tarcisio Lepore
(Barbin). Lascia un
grande vuoto nella
sua famiglia, nella sua squadra, nei
tanti amici segugisti e nella Pro Segugio del Gemonese a cui è stato
un associato fedelissimo, sempre
presente e disponibile. I colleghi di
squadra, nel sentirsi vicini ai suoi
famigliari per la grande perdita, lo
ricorderanno dedicandogli tutte le
future incalzanti canizze che tanto
lo estasiavano ed affascinavano.
Ciao Barbin, rimarrai sempre nei
nostri cuori.
I tuoi compagni di squadra
“Chei de Cariole”
la nostra gente
Purtroppo ieri
Giuseppe Gramignoli ci ha
lasciato.
Beppe dopo
una malattia
devastante
se ne è andato. Muore un
personaggio
della cinofilia
segugistica
italiana che lascia, in chi l’ha conosciuto, un bel ricordo.
57
Alimenti e accessori per cani
Il benessere
del tuo cane
merita tutta
la tua attenzione
Linea Premium
Linea Super Premium
Mangimi speciali
Alimenti supplementari
Via Voltella, 32 • 53048 Sinalunga (SI) • tel. 0577-679518 • fax 0577-636235
www.mistermixdog.com • [email protected]
Scarica

dalle sezioni - SIPS Società Italiana Prosegugio