Anno XXIX - Società Italiana Pro Segugio “L. Zacchetti” - Sped. in abb. post. 45% - Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Bologna In caso di mancato recapito si prega di restituire al CPO di Piacenza per il mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. Organo n. 91 dicembre 2010 ufficiale dell’associazione PRO SEGUGIO “L. Zacchetti” Organo Ufficiale dell’Associazione Italiana Pro Segugio “L. Zacchetti” Direttore Responsabile Vincenzo Ferrara Comitato di Redazione Argenio Felice, Boccati Bruno, Cabrali Denis, Carturan Angelo, Castagna Franco, Colombi Gianluigi, Dante Marcello, Di Giannantonio Gianluca, De Falco Antonio, Ferrara Gianfranco, Gaiottino Franco, Ghilardi Fulvio, Ghirotto Giovanni, Giordanino Gianedoardo, Mezzadra Tino, Mugnaini Bruno, Scovoli Agostino, Tacca Gino, Verra Lorenzo, Villa Marco Giuseppe, Viviani Remo, Zerlotti Steno Comitato Tecnico Scientifico Clerici Palmiro, Di Giannantonio Gianluca, Ghilardi Leopoldo, Giordanino Gianedoardo, Minelli Giuseppe, Ottino Bruno, Quici Giuseppe, Tacca Gino, Villa Mario Archivio fotografico Francesco Panuccio Proprietà ed Editore SIPS “L. Zacchetti” – 25100 Brescia Pubblicità Segreteria SIPS Tel. 0377 802414 – Fax 0377 802234 www.prosegugio.it E-mail: [email protected] Spedizione Autor. del Tribunale di Crema n. 57/86 Spedizione in abbonamento postale 45% Art. 2 comma 20b Legge 662/96 Filiale di Piacenza Articoli e fotografie, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. La responsabilità per i contenuti e le opinioni espresse negli articoli pubblicati è esclusivamente degli autori. Gli articoli pubblicati in questo numero non sono riproducibili. La redazione non si assume nessuna responsabilità sulle inserzioni pubblicitarie inoltrate senza bozzetto, sulle quali per altro, si riserva di operare eventuali tagli al testo compatibilmente con lo spazio prenotato dal committente. In copertina Il Campione d'Europa Claudio Rampini con Lea e Roll e Mario Musselli ORARIO DI APERTURA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE dalle 08.00 dalle 08.00 dalle 08.00 dalle 08.00 dalle 08.00 Coppa Europa ai Segugi Italiani Federica Bracchetti Pittrice Animalier A Monte Cimone il Campionato Italiano della SIPS 2010 La Sips dedica un monumento a Luigi Zacchetti Nell’interpretazione della psicologia canina vi è il fondamento della cinofilia-venatoria 18 La ritempra nei cani da seguita 20 Lo stile di razza 22 Londa 2010: qualche ombra e tante luci! 24 Malattie del cane trasmesse da zecche 26 70 anni di caccia con il segugio 32 Considerazioni sull’origine del segugio Maremmano e sulla popolarità del manto tigrato 36 Alla riscoperta del nostro segugio: IL LEPRAIOLO 38 Incomprensioni 41 Dalle sezioni 56 La nostra gente Progetto Grafico Studio DOD design lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì 4 9 10 16 17 sommario n. 91 Dicembre 2010 – Anno XXIX alle 16.00 alle 17.00 alle 16.00 alle 17.00 alle 14.00 Finito di stampare nel mese di giugno 2010 57 Piccoli annunci SOCIETÀ ITALIANA PRO SEGUGIO CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI Ai sensi dell’art. 13 e 14 dello Statuto Sociale SIPS, si informa che l’Assemblea Generale dei Soci della Società Italiana Pro Segugio è convocata per sabato 26 marzo 2011, presso il Campo Cani Sant’Antonio – Via Bellaria, 211/C - Modena, per le ore 13.30 in prima convocazione e per le ore 14.30 in seconda convocazione, con il seguente Ordine del Giorno: 1) 2) 3) 4) Relazione del Presidente Bilancio Consuntivo 2010 Bilancio Preventivo 2011 Varie ed eventuali Possono partecipare all’Assemblea, con diritto di voto, i Soci dell’anno precedente, in regola con la quota sociale dell’anno in corso. Il Presidente Nazionale SIPS Dr. Leopoldo Ghilardi Ai Soci, vi chiediamo gentilmente di inviare articoli più corti per dare la possibilità a tutti di poterli vedere pubblicati sulla nostra rivista. Il formato preferibile è il “Word”. Si avvisa, inoltre, che non verranno più pubblicati articoli polemici con riferimenti personali. 1 editoriale 2 Ai soci, questo editoriale viene pubblicato a chiusura dell’anno 2010, nel numero precedente ho definito quest’anno come“quello delle Elezioni e dell’attuazione del Programma Elettorale”. Nella presentazione del programma fatta all’Assemblea di Bergamo, dissi che questo triennio sarebbe stato all’insegna “del fare” per distinguerlo da quello precedente, dove si dovette richiedere l’ausilio e la consulenza agli avvocati. Con nostra grande soddisfazione, e credo anche di tutti voi, si è avverata la previsione. Abbiamo agito con effettivi ed efficaci risultati. Sarebbe lungo l’elenco dei successi, ma menzioniamo almeno i principali: Campionato Sociale su Lepre con le batterie ufficiali di Segugi dell’Appennino, finalmente Campioni Sociali grazie al riconoscimento della Razza da parte dell’Enci . Campionato Sociale su cinghiale per Mute ad Orvieto e Campionato Sociale per Coppia e Singolo a Grosseto con Raduno di Riconoscimento per oltre 500 soggetti della Razza Segugio Maremmano, anch’essa riconosciuta dall’Enci il 9 marzo del 2009. Due grandi conferme dell’efficacia degli investimenti che la Sips ha fatto. Due successi ottenuti grazie all’impegno, alla costanza ed al sostegno scientifico delle nostre Commissioni di Razza. Tengo in debita memoria gli incontri che facemmo con il Prof. Carlo Renieri ed il Ricercatore Vincenzo La Manna ad Ancona nell’estate del 2008, per firmare la Convenzione con cui fu affidato il Progetto per la ricerca Genetica nell’autunno dello stesso anno. Passaggio indispensabile, per sostenere con base scientifica, il meritato riconoscimento concesso dalla Commissione Tecnica Centrale dell’Enci, ed ottenere il passaggio dei capostipiti, dal Libro Aperto, istituito nel 2003, al libro dei Riconosciuti RSR, accessibile dal 2009. Il giornalista Bruno Modugno in una trasmissione registrata a Roma, ci chiese: “Perché c’è voluto tanto tempo?”La risposta naturalmente fu: “Perché le razze non si creano con la velocità dei tempi moderni, nascono attraverso la Selezione che dura molte decine e talvolta centinaia di anni, perché la presentazione della documentazione richiede almeno cinque anni, indispensabili per garantirne la completezza, che se confrontati agli anni necessari per selezionare le nostre due nuove Razze sono, tutto sommato, relativamente pochi. Nel programma elettorale davamo giusto rilievo alla necessità di dare seguito agli accordi per la tutela del- le quindici razze estere. Oltre ai consueti contatti con gli Allevatori Italiani e con quelli Francesi, abbiamo avuto modo di delineare un progetto di alto spessore, che attueremo nei prossimi anni. Nel frattempo, su indicazione dell’Enci e con la presenza autorevole del Presidente Francesco Balducci e dei due Direttori Fabrizio Crivellari ed Angelo Pedrazzini, si è svolto il terzo incontro con la rappresentanza del Club Italiano BdG. Incontro deciso per superare la criticità dei due Campionati Sociali che ancora dividono la Società ed il Club. Nell’incontro si è raggiunto l’accordo di predisporre un Regolamento del Campionato Sociale unico che entrambi i soggetti adottino per la Prova. Inoltre le date saranno concordate e decise anticipatamente per dare la possibilità ai Concorrenti di scegliere dove disputare la Prova di Campionato Sociale e guadagnare l’ambito titolo di Campione Sociale, superando gli ultimi ed ormai inutili distinguo. Ricordo che le date dei Campionati Sociali Sips sono state approvate dal Consiglio Nazionale e si svolgeranno con questo Calendario: Campionato Sociale su Cinghiale cat. Singolo e Coppia 11/12/13 febbraio 2011 a Grosseto. Campionato Sociale su Cinghiale cat. Muta 25/26/27 febbraio a Orvieto. Campionato Sociale su Lepre nelle tre categorie 11/12/13 marzo, ad Ascoli Piceno. Le date sono state comunicate a tutte le Sezioni Provinciali della Sips per il dovuto adattamento dei propri calendari, in modo da agevolare la convocazione dei Giudici Nazionali necessari alla organizzazione di un Campionato a cui accedono 1200 cani in esposizione e le corrispondenti batterie in prova e che richiede la presenza di una cinquantina di giudici in ciascuno dei tre giorni del Campionato Nella stessa sede dell’incontro è stato proposto all’Enci di organizzare specifici Corsi di aggiornamento per i Giudici abilitati alle Esposizioni, nel corso dei quali verranno illustrati i due Standard definitivi che sono stati inviati in forma tradotta, alla competente Commissione Standard della FCI. Sono stati richiesti dei Meeting dedicati agli Esperti Giudici di Prove di Lavoro, tenuti da Giudici Formatori, che affrontino ed approfondiscano argomenti di carattere cinofilo e ci- notecnico, oltre a quelli strettamente sportivi. Scrivo questo editoriale di ritorno da Chevigny, dove si è disputata la 18° edizione di Coppa Europa. L’Italia non ha tradito le grandi aspettative del mondo Segugista. Anche nel 2010 la Coppa Europa è stata assegnata a un Segugio presentato da un conduttore Italiano. Claudio Rampini ha portato a S. Maria della Versa la Coppa del vincitore con la sua coppia di Segugi Italiani a Pelo Forte. La rappresentativa Italiana comprendeva anche la Coppia presentata da Cristian Montersino. Convocati dall’Enci per la prova della FCI gli Esperti Giudici Athos Albani, Italo Capri, Pietro Dellagiovanna e Roberto Pigliaceli,quest’ultimo già indicato come selezionatore delle Coppie, Direttore Sportivo della Squadra Italiana il nostro Consigliere Gianluca di Giannantonio, coadiuvato da Sandra Deidda negli incontri ufficiali con la Delegazione della FCI. La Coppa per la Categoria Singolo è stata aggiudicata al concorrente Svizzero, con grandi festeggiamenti al momento della premiazione alla quale ha assistito un pubblico attento che non ha risparmiato gli applausi rivolti ai vincitori e anche meritatamente, agli organizzatori del Cantone Vallese, ai sei suonatori di Corno che hanno reso onore ai vincitori, alternandosi ai suonatori Svizzeri con i caratteristici Corni Alpini in legno. L’organizzazione ha aggiunto una Prova collaterale dedicata alle Mute, denominata Coppa delle Alpi, anche qui meritata vittoria della rappresentativa Italiana, premio aggiudicato alla Muta di Segugi Italiani a Pelo Raso di Tinti e Pedini da Fano. In lizza , oltre a quella dei vincitori, le mute Italiane erano presentate da Carlo Generotti Campione d’Euro- 3 Muta dei fratelli Mendicino partecipante al Campionato di Orvieto 2010 pa 2009 e da Battista Rapis. Per la Svizzera, correva il Ticinese Mario Consonni che si è piazzato al secondo posto, con la sua muta di segugi.Della manifestazione, oltre alla doppia vittoria, abbiamo avuto modo di apprezzare la ospitalità degli amici del Cantone Vallese e la indubbia capacità organizzativa che ha permesso a tutti i concorrenti ed accompagnatori di trascorrere le due giornate piacevolmente prive di inconvenienti con un unico punto di ritrovo: la Salle de l’Eau Vive di Martigny in grado di accogliere le oltre quattrocento persone che hanno pranzato e poi seguito con grande attenzione la premiazione e la cerimonia di chiusura della manifestazione. Di fronte a tanto calore mi è tornata alla memoria l’altra grande mani- festazione a cui ho assistito il 29 agosto a Rubiano di Credera,curata dai nostri associati di Cremona e Bergamo, coordinati da Renato Pescatori e Riccardo Morganti assieme al Bresciano Giuseppe Quinzanini.I partecipanti provenienti da tutta Italia, amici che hanno affrontato una notte di viaggio per assistere alla cerimonia ed onorare il Maestro Luigi Zacchetti ad oltre cinquantanni dalla sua scomparsa ed al quale giustamente, la nostra Associazione fu intitolata, nella memorabile riunione dei quindici fondatori, che si tenne a Verolanuova nel 1954. Una giornata piena di tutte le cose che amiamo e che amava Zacchetti, il mattino presto una Prova pratica ad invito, con mute a rappresentare tutte le razze da Seguita, a seguire la presentazione delle Razze magistralmente de- scritte da Mario Villa e dai più Esperti Giudici di esposizione. Al termine la cerimonia religiosa nel piccolo Cimitero di Rubiano dove riposa Luigi Zacchetti, infine l’inaugurazione dello stupendo monumento Bronzeo che ritrae Zacchetti con la sua altrettanto celebre segugia. Dopo l’inaugurazione c’è stato tempo per alcuni brevi interventi delle autorità presenti a ricordare l’opera di Zacchetti e la riconoscenza che tutti noi gli assegnamo. Una manifestazione che mi sono permesso di proporre anche il prossimo anno, per trasformarla in un appuntamento che permetta di ritrovarsi a tutti coloro che si riconoscono negli ideali e nelle passioni di Luigi Zacchetti, dove si possa proclamare con forza:Viva i Segugi e Viva il Segugismo. Fulvio Ghilardi coppa europa 4 Coppa Europa ai Segugi Italiani Meglio di così è impossibile;abbiamo partecipato con due coppie e si sono classificate al primo ed al secondo posto alla Coppa Europa di quest’anno. La vittoria ha abbracciato Claudio Rampini che con Lea e Roll ha vinto l’ambito trofeo, i suoi due nero focati a pelo forte hanno ampiamente meritato il gradino più alto del podio europeo. Al secondo posto i pari razza dell’allevamento di Montersino, che hanno svolto un’ottima prova. Una delle migliori organizzazioni degli ultimi Campionati europei, infatti, la Svizzera ha dimostrato la volontà di ben figurare nel panorama segugistico europeo, dimostrando con i fatti la grande competenza nel settore. Claudio Rampini vincitore della Coppa Europa 2010 con Gianluca Di Giannantonio e Giovanni Montersino (secondo classificato alla Coppa Europa 2010) La pressione esercitata dalla Svizzera alla FCI, affinché concedesse l’autorizzazione alla partecipazione anche delle mute alla Coppa Europa, è stata molto forte. Gli Svizzeri avrebbero voluto che partecipassero tutte e tre le categorie, ma la risposta è stata negativa e irremovibile dai vertici della commissione dei cani da seguita in seno alla FCI. Due persone in particolare si sono prodigate per rendere piacevole la nostra permanenza alla Coppa Europa: Giovanni Brumana e Luca Zarzani. A loro va il ringraziamento di tutta la Sips nazionale con la speranza di poter ricambiare con la stessa premura con la quale ci hanno assistiti e supportati durante tutto il periodo. La tensione e l’ansia da prestazione era palpabile nei nostri due concorrenti, entrambi ben rodati alla partecipazione a grandi prove e già presenti alle passate edizioni di Coppa Europa nella categoria mute. La delegazione italiana era ben nutrita: il nostro presidente Fulvio Ghilardi, il vice, in rappresentanza dell’ENCI Gianluca Di Giannantonio e la signora Deidda come interprete, i giudici Athos Albani, Italo Capri, Pietro Dalla Giovanna, Roberto Pigliacelli, quest’ultimo incaricato della selezione dei concorrenti alla Coppa Europa 2010 e chiaramente i concorrenti Claudio Rampini e Giovanni Montersino con tutti i loro amici sostenitori. Alla delegazione ufficiale si sono aggiunti i partecipanti alla Coppa delle Muta di Tinti-Pedini vincitrice della Coppa delle Alpi 2010 Alpi, manifestazione organizzata dagli appassionati seguisti svizzeri in concomitanza di quella ufficiale. Per quanto concerne la Coppa delle Alpi, va precisato che si è trattato di una prova non ufficiale voluta proprio per avere comunque delle mute di segugi che mostrassero le loro attitudini e la loro correttezza e che consentisse nel futuro l’accesso alle stesse nelle manifestazioni elvetiche, come già avviene nella Alcuni partecipanti alla Coppa Europa 2010 5 Prima della cena di gala a Martigny 6 Svizzera. Tre le nostre mute di Segugi italiane partecipanti: i nero focati di Tinti e Pedini, i fulvi campioni europei in carica di Carlo Generotti e i nero focati a pelo forte di Battista Rapis. Voglio di nuovo parlare dell’organizzazione perché, sappiamo della La premiazione dei concorrenti della Coppa delle Alpi precisione svizzera, ma fa veramente piacere partecipare a quelle ben svolte. Per la cronaca c’era innanzitutto una La muta di Carlo Generotti concorrente alla Coppa delle Alpi bella locandina della Coppa Europa con le pubblicità e tutto l’elenco dei sostenitori con al lato la quota corrisposta;sulla stessa tutti i dettagli della manifestazione con i nomi del comitato organizzatore. Erano presenti i vertici amministrativi del Cantone: il Presidente, il delegato alla caccia, il sindaco di Martigny, il rappresentante della cinofilia svizzera. Gli Svizzeri non hanno badato a spese, il salone delle feste e delle manifestazioni della città era addobbato con temi venatori, curato nei minimi particolari, il cui piazzale antistante si riempiva mano mano di appassionati cinofili. Sabato pomeriggio davanti il grande salone, prima di tutto la verifica veterinaria dei Segugi, poi in posizione sopraelevata, il presidente della FCI ufficialmente ha dato il via alla grande festa del segugismo europeo. In seguito, la presentazione ufficiale delle delegazioni europee con i loro ausiliari e proprio quando tocca ai nostri, l’emozione sale altissima al suono dell’inno nazionale italiano. La coreografia ben studiata prevedeva la presenza di due fanfare di trombe da caccia composte ciascuna da 10 suonatori di corno, un gruppo di suonatori svizzeri in costume da caccia ed i tipici suonatori dei lunghi corni di legno delle Alpi. Gli equipaggi venivano presentati agli attenti spettatori, a fianco un grande cervo con un palco di dodici punte che riportava ad un ambiente venatorio di altri tempi. Dopo aver sistemato nei carrelli i cani, tutti in giacca e cravatta per la cena di gala offerta a tutti i presenti, circa 500, poi tutti a letto per l’evento più importante del giorno successivo: la Prova. Al mattino la tensione era palpabile in tutti i partecipanti e stabilite le batterie ed i luoghi di sciolta, veniva servita la colazione nel grande salone e poi tutti finalmente sul campo. L’attesa trepidante, sempre attenti alle nuove e buone notizie, ci libera dell’ansia, quando i nostri giudici presenti alle prove dei nostri equipaggi ci confermano le ottime prestazioni di entrambi. L’attesa dei giudizi ufficiali riporta tutti in tensione fino a quando si diffonde la notizia che la miglior coppia della Coppa Europa per cani da seguita 2010 è stata assegnata a Lea e Roll di Claudio Rampini ed al secondo posto Bill e Sara dell’allevamento di Montersino condotti appunto da Giovanni, ad arricchire il bottino a Roll di Rampini il titolo di miglior soggetto della manifestazione. Anche nelle mute alla Coppa delle Alpi gli amici Franco Tinti e Lorenzo Pedini si aggiudicavano il trofeo. Placata l’ansia e pienamente appagati dai risultati abbiamo pranzato di nuovo nel grande salone in fondo al quale in bella mostra gli ambitissimi trofei, opere di artisti locali scolpite su legno, di cui alcune ci avrebbero seguito, con grande nostro piacere, in Italia. Tra noi i commenti entusiastici sul grande risultato ottenuto, segno evidente della grande qualità dei nostri cani da seguita, conferma per la SIPS nazionale del percorso serio intrapreso nella selezione dei Segugi. Claudio Rampini in prima fila, in trepidante attesa della proclamazione a Campione d’Europa 2010, aspettava il suo turno ai piedi del grande palco sul quale iniziavano i ringraziamenti da parte del Presidente del Cantone per l’ottima riuscita del Campionato. Finalmente arriva il momento tanto atteso, l’invito a salire sul palco con Lea e Roll, la commozione è palese sui volti dei segugisti italiani presenti, la consegna dei trofei e l’inno nazionale che viene diffuso dagli altoparlanti della sala, finalmente l’esplosione oceanica degli applausi in un clima di grande euforia. Le foto di rito, con una raffica di lampi, immortalano il grande successo italiano. La stessa cosa si ripete quando sale sul palco la muta di Tinti e Pedini premiata e sostenuta con lo stesso calore dal pubblico presente. Una gran bella festa, alla prossima vittoria. 7 Muta di Battista Rapis concorrente della Coppa delle Alpi 8 Prima della presentazione degli equipaggi Qualcuno dei nostri amici segugisti ha notato ad una premiazione di un’esposizione le belle opere di quest’artista pesarese. Stimolato dai commenti molto lusinghieri sulla precisione dei dettagli con i quali dipinge i Segugi, sono andato a conoscerla. Cacciatrice,giovane e bellissima pittrice di scene e soggetti a tema venatorio riesce a riportare le sue sensazioni vissute filtrate dal proprio sguardo sulle tele. Il colore si amalgama in maniera armonica e veritiero nascondendo,ma solo in parte,lo studio approfondito delle anatomie così come dei chiaroscuri. Il suo talento l’ha già portata a collaborare con alcune delle più illustri riviste del settore,nonché a partecipare a diverse fiere. Federica ha affinato le tecniche del pastello e dell’olio con le quali si è cimentata nella rappresentazione di specie cacciabili ed anche dei nostri amati Segugi. arte cinofila Federica Bracchetti Pittrice Animalier 9 Le sue opere raffiguranti anche i nostri amati ausiliari rimarranno,grazie a lei,immortali nei secoli a venire e costituiranno dei segni indelebili della grande cultura segugistica. [email protected] campionato italiano SIPS 10 A Monte Cimone il Campionato Italiano della SIPS 2010 Zeno Colò, grazie alla sua grande esperienza di organizzatore, di rodato e competente segugista, ha curato la festa estiva di tanti amanti del Segugio in maniera impeccabile. L’areale del Monte Cimone, in provincia di Modena, è conosciuto da molti anni da tanti appassionati dei cani da seguita proprio grazie a lui che ogni anno vi organizza l’omonimo Trofeo. Per la validità delle zone, la selettività per i partecipanti e per l’espletamento delle prove è superfluo aggiungere qualcosa, Monte Cimone è sicuramente uno dei luoghi migliori della Penisola. Anche la gentilezza degli albergatori ha contribuito al perfetto svolgimento della manifestazione. La cosa che ogni anno ci sorprende positivamente è il numero crescente di partecipanti;infatti, quest’anno, nella giornata di sabato erano presenti 23 batterie tra mute, coppie e singoli. Il grande numero di concorrenti al Campionato Italiano della Sips evidenzia la grande voglia di partecipare dei nostri segugisti ed anche l’ottima qualità dei soggetti. Infatti, il sabato in cui si è disputata la semifinale, i concorrenti erano raggruppati in ben 23 batterie, e vi accedevano dopo precedente selezione. Si sa che durante l’estate, anche se ci trova in montagna, il clima contribuisce negativamente per gli ultimi turni di batteria. Anche per questo molti validi equipaggi sono rimasti esclusi dalla finale visto che vi accedevano solamente i primi cinque eccellenti con il punteggio più alto per categoria. Alle finali della categoria mute si sono confrontati i Segugi: dell’allevamento di Montersino, di Aronne Gagni, di Carlo Generotti, di Vincenzo Zanotti e dei fratelli Sacchetti. Alle finali delle categoria coppie si sono confrontati Spagnoli, Mattei, Di Fabio, Rapis e l’allevamento del Crival. A quelle dei singoli si sono confrontati Ferrari(2 soggetti qualificati), Giannerini, De Piazzi e Pelliccia. Per le mute hanno vinto i pelo forte nero focati di Vincenzo Zanotti(1°Ecc 169, 25)con Mago(Ecc 169), Nebbia(Ecc 171)Chiara(Ecc 173), Dora(Ecc 164)al secondo posto i fulvi di Carlo Generotti(2°Ecc 168) con Lallo(Ecc 169), Birba(Ecc 171), Lara(167)Mara(167)Mara(Ecc 167), Brando(Ecc 167), Sara(Ecc 167). Per le coppie hanno vinto i pelo forte dell’allevamento del Crival(1°MB 152, 5)con Black(MB 155)e Meghi(B 148). Per il Singolo ha vinto Daniele Ferrari con Sofia(1°Ecc 162), al secondo posto Paolo Giannerini con Mina(2°Ecc 160) Per il Trofeo Monte Cimone il miglior soggetto assoluto, quello che sommando i punteggi della prova della semifinale e della finale raggiungeva il quoziente più alto, è stato Birba di Carlo Generotti. La Sips nazionale, presente con il presidente Fulvio Ghilardi con Bruno Boccati e Vincenzo Ferrara si complimenta con i vincitori e ringrazia tutti gli organizzatori e partecipanti nonché i giudici per il loro fattivo contributo per l’ottima riuscita del Campionato. Al prossimo anno sempre da Zeno Colò a Monte Cimone. La muta di Vincenzo Zanotti vincitrice del Campionato Italiano SIPS 2010 Muta di Carlo Generotti seconda classificata al Campionato Italiano SIPS 2010 11 Muta dei fratelli Sacchetti finalista al Campionato Italiano SIPS 2010 Muta di Aronne Gagni finalista al Campionato Italiano SIPS 2010 Risultati delle semifinali 12 Singoli Batteria 1 Giudice G. Incerti 1° Mirna MB 156 DE PIAZZI GIULIANO Batteria 2 Giudice G. Cicchitti 1° Sofia ECC 162 FERRARI DANIELE 2° Mina MB 151 GIANNERINI PAOLO 3° Sira MB 150 FERRARI DANIELE Batteria 3 Giudice F. Mapelli 1°Ginetta ECC 170 PELLICCIA ANACLETO Muta dell’allevamento “Montersino” finalista al Campionato Italiano SIPS 2010 Birba vincitrice del Trofeo Montecimone 2010 con Fulvio Ghilardi, Carlo Generotti e la moglie e Zeno Colò Coppie Batteria 1 Giudice M. Sassara 1° ECC 170 ARO ECC 170 TANGO ECC 170 di R. DI FABIO 2° AB 131 BILL AB 130 LUNA AB 132 di C. LATTORE Batteria 2 Giudice W. Landini 1° ECC 170, 5 PELO ECC 171 MO- ERA ECC170 di U. MATTEI 2° MB 158 BILLI MB 158 AMBRA MB 158 di G. MATTIELLO Batteria 3 Giudice D. Righi Il presidente Fulvio Ghilardi premia i vincitori delle tre categorie: allevamento del Crival, Daniele Ferrari e Vincenzo Zanotti 13 Zeno Colò premia Daniele Ferrari vincitore della categoria singolo 14 1° ECC-CAC 180 DAJMON ECCCAC VOLGA ECC 161 di D. SPAGNOLI 2° ECC 164, 5 FARFALLA ECC 164 GIOIA ECC 165 di V. BUTINI 3°ECC 160 ALBA ECC 160 VIENNA ECC 160 di A. DE MICHELIS Batteria 4 Giudice F. Butini 1° ECC 161, 5 LUNA ECC 160 BRUK ECC 163 di B. BOCCATI 2° ECC 161 ARGO ECC 162 CORA 160 di G. MACRI’ Batteria 5 Giudice G. Fusarpoli 1° ECC 165, 5 BLACK ECC 165 MEGHI ECC 166 ALL. CRIVAL di M. CASETTA Batteria 6 Giudice L. Banfi 1° ECC 169 ANTER ECC 163 ARIA ECC 163 di B. RAPIS 2° ECC 160 CANDIA ECC165 FURIA MB 155 di CORDIOLI –TABARELLI Prima della sciolta Zeno Colò con i vincitori della categoria mute Mute Batteria 1 Giudice T. Selvatici 1° ECC 171, 8 LALLO ECC164 BIRBA ECC 175 LARA ECC 173 MARA ECC 175 BRANDO ECC 174 SARA ECC 170 di C. GENEROTTI 2° MB 155, 4 BOSCO MB 156 SILLA MB 156 ALICE MB 155 PATTI MB 155 DECO MB 155 di G. GIGLIOLI Batteria 2 Giudice M. A. Villa 1° ECC 166, 25 DORA ECC 166 KIRA ECC 164 NEBBIA ECC 166 MAGO ECC 169 di V. ZANOTTI 2° ECC 162, 50 PARIDINA ECC 161 CRISTAL ECC 161 KELLI ECC 161 STELLA ECC 170 LIA ECC 161 DIANA ECC 161 dei FRATELLI BOSCHIERO 3°MB 152, 25 DESI MB 156 EVA MB 156 GAIA MB 156 MARTINA MB 157 BIRBA MB 156 NIVES AB 132 dei FRATELLI BOSCHIERO Batteria 3 Giudice Le Rose 1° ECC 163 LISA MB 158 CHIARA MB 157 LARA MB 158 BRUNA ECC 175 DIANA ECC 169 FURIO ECC 168 di G. PETRUCCIOLI 2° B 147, 25 PEDRO MB 150 REA MB 151 AMBRA B141 ARAN B 147 di S. APOSTOLICO 3°AB 132, 4 SIRIA AB 137 SIRA AB 136 FRIZZ AB 133 SORBA SUF 127 MORENO SUF 129 di G. PETRUCCIOLI Batteria 4 Giudice M. Zappa 1° ECC 168 MOSCHINO ECC 171 SARA ECC 168 BIRBO ECC167 NIZZA ECC 168 LILLA ECC166 di F. SACCHETTI 2° MB 154, 6 QUITO MB 156 NETTUNO MB 154 BOSCO MB 157 MARA MB154 BRICO MB 154 di F. FANUCCI 3°MB 152, 2 SENA MB 154 MERI MB 152 SBILLA MB151 LOLA MB 151 VENTO MB 153 Batteria 5 Giudice G. Faravelli 1° ECC 164 ZARA ECC 164 LUNA ECC 164 DIANA ECC 164 FIAMMA ECC 164 FALCO ECC 164 di S. MOLINO 2° MB 158, 2 RINGO ECC 160 ROKI B 140 ARGO ECC 160 TARO ECC 163 MARI ECC 168 Di R. BALESTRAZZI 3° AB 131 GEO AB 131 IGOR AB 131 FRIDA AB 131 LISA AB 131 IOLE AB 131di R. COLLI Batteria 6 Giudice A. Nucci 1° ECC 163, 2 RIBOT ECC170 OSAMA ECC 161 ARIO ECC165 SPARTA ECC 160 LAMPO 160 di G. ZACCAGNO 2° ECC 162, 75 FUL ECC 160 DEA ECC 161 LEO ECC170 TEL ECC 160 CORSINI ABRAMO 3°MB 153, 8 BOSCO MB 154 BRENNO MB 159 NINFA MB 154 NAIS MB 158 INDIO MB 150 di W. CECI Batteria 7 Giudice L. Brazzarola 1°ECC171 SIENA ECC 166 FIONA ECC 169 INDIO ECC 176 VALENTINA ECC 173 ALL. MONTERSINO 2° MB 154, 6 ISA MB 152 SIBILLA ECC 161 VANDA MB 156 ARIA ECC 163 STRLOL B 141 ALL. MONTERSINO Batteria 8 Giudice A. Paliotta 1° MB 153 LARA MB 155 LAPO MB158 LORD MB151 DORA B 148 di V. GAFFO Batteria 9 Giudice P. Raviglione 1° ECC 164, 5 PEDRO ECC 167 TITO ECC 167 COCA ECC 162 KIRA ECC 162 CARLOTTA ECC 162 FIUME ECC 167 di G. P. TARABELLI Batteria 9 Giudice B. Mugnaini 1° ECC 161, 6 PAMPAS ECC 163 CAMILLA ECC 163 LUCERNA MB 156 BERTA ECC 161 FIAMMA ECC 165 di E. FIORONI Batteria 10 Giudice D. Morellini 1° ECC 168, 57 RAF ECC 169 UNIS EC 170 PRIMULA ECC 167 INGA ECC 167 PLIKO ECC 173 RUT ECC 167 PICCOLA ECC 167 dell’ALL. GAGNIS 2°ECC 163, 8 FARO ECC 162 TARY ECC 164 LEA ECC 164 FLORA ECC 165 SURIA ECC 164 di C. CATALDI 3°ECC 160, 25 PILU ECC 165 PENNA ECC 162 LILLA MB 156 ROCCO MB 158 di V. NENCETTI Batteria 11 Giudice M. Villa 1° ECC 162 MARA ECC 161 MORO ECC 162 MOSE ECC 162 MORFEO ECC162 LINDA ECC 162 di DI STEFANO – BELLUCCI 2° MB 159, 5 DODO MB 156 BRINA ECC 160 SILA ECC 162 SVEVA ECC 160 di R. PELLE O Batteria 12 Giudice G. Gramignoli 1° RISERVATO 2° AB 138 RENE B 144 SOFIA AB 134 MINA AB 131 SCHEGGIA MB 152 LAMPO B 149 di P. MACCABEI 15 attività sociale 16 La Sips dedica un monumento a Luigi Zacchetti Per alcuni anni il busto in bronzo di Luigi Zacchetti è rimasto in attesa di essere posato,per tutto questo tempo ha abbellito l’entrata della casa di Giuseppe Quinzanini. Per onorare il Segugista a cui è intitolata la nostra associazione,era stato commissionato qualche anno fa dal consiglio nazionale della Sips, allora presieduto da Giancarlo Bosio e, non essendo stato possibile trovare un luogo per la posa,dovuto alle beghe burocratiche,era conservato a casa Quinzanini. Oggi finalmente ha trovato la sua definitiva destinazione in uno spazio in mezzo al verde presso il cimitero di Credera,luogo di origine del grande maestro Zacchetti. Grazie all’impegno degli amici di Credera e del nostro decano Quinzanini, oltre alla SIPS nazionale, abbiamo oggi un monumento che rappresenta l’impegno per una grande passione il Segugio ed il Segugismo. Alla posa del monumento è stata associata una festa del Segugio, che probabilmente si svolgerà ogni anno proprio a Credera, dove al mattino una ventina di mute, rappresentative di tutte le razze da seguita,sono state sciolte a scopo dimostrativo. Al rientro dai campi di prova gli stessi soggetti sono stati mostrati e descritti da Bruno Ottino e da Mario Villa. Gli organizzatori della festa di Credera Alla fine dell’esposizione tutti davanti al monumento,ancora coperto dal telo bianco, dell’illustre segugista Luigi Zacchetti rappresentato con l’inseparabile Segugio su un piedistallo di marmo sul quale sono scolpite due Lepri. Tutti emozionati i presenti, in attesa della scopertura del bronzo, hanno ascoltato la Messa officiata dal parroco del luogo. Il discorso del Sindaco e del presidente Ghilardi hanno ricordato la figura del concittadino del primo e condivisore della stessa passione del secondo, al termine il monumento è stato scoperto tra l’emozione e gli applausi di una nutrita schiera di segugisti provenienti da tutta l’Italia. La festa si è conclusa con il pranzo durante il quale, come di solito avviene, i segugisti si sono scambiati le loro opinioni sui Segugi e sulla caccia fatta con essi. La SIPS nazionale ringrazia le sezioni di Cremona e di Brescia, i signori Pescatori e Morganti, ringrazia altresì il signor Boiocchi ed i soci di Credera che hanno ben organizzato la manifestazione. Cosa vuol dire capire un cane e come si capisce un cane… Solo rispondendo a tale interrogativo si può pensare di essere considerato cinofilo…o no? Interpretare e giustificare uno scagno, una movenza, uno sguardo è cosa da tutti o la sensibilità e la compiutezza della conoscenza sono cosi profondi da essere patrimonio di pochi…? E chi riesce meglio nell’impresa di educare un segugio un intellettuale o un contadino…? Interrogativi questi che fanno aprire squarci enormi di discussione e dolci naufragi di idee. Un fatto è sicuro, sovente oramai mi capita di vedere come i seguisti non siano all’altezza di capire i loro cani alcuni spesso con mio sommo sconforto, nemmeno capiscono se il cane è in cerca o quando questo ha infilato una buona usta, per non dire l’importantissima differenza del timbro della voce elemento essenziale per capire una canizza. A volte senti:”Il cane ha abbaiato lì… corri…” pazzesco!!! Casomai,era uno scagno di consenso al capo branco-muta. Una volta un anziano giudice mi disse: - è la distinzione che fa un cac e io gli chiesi: - come faccio a vederla in un cane? e lui, poiché gli facevo da aiuto su un ring mi dice: - tra questi chi è il più distinto? e io: - quello lì e ne indico uno e lui: - ecco,tu sai vedere la distinzione in un soggetto e io: - ma io l’ho detto cosi,quasi emotivamente e lui: - giusto,la distinzione è un’emozione, una sensazione e il tuo cuore e il tuo cervello la recepiscono o no, non si ci può far niente, se non la si ha. e io: - ma se uno cerca di approfondire la conoscenza? e lui: - migliori, ma se non hai quell’emozione,prenderai solo abbagli. Ciò vale doppio per la caccia, o hai quel sentire o no, allora prenderai solo abbagli…e poveri cani. Fortunatamente la tradizione e la rituale meccanicità di talune azioni sia di allevamento che di addestramento dei segugi, che si perpetrano per mera emulazioni di buone pratiche, salva il salvabile, ma altro è l’allevamento e l’addestramento con piglio e tenacia dettate dalla conoscenza e da quel “sentire”, sconosciuto ma risolutivo. Fondamentale importanza riveste il tempo che si dedica alla cura di un cane giornalmente. E’ difatti nel quotidiano scambio di occhiate, tra uomo e cane, che matura il rapporto cane cacciatore. Stare in canile almeno un’ora al giorno dovrebbe essere il presupposto necessario per essere identificato dal singolo soggetto come capobranco, anche se a dir il vero per esperienza a volte capita che il rapporto possa nascere anche non dedicando tal tempo, ma lo reputo una pura fortuna e di fortuna in giro non ce n’è molta. La psicologia canina è, ad oggi, un mondo ancora toppo poco esplorato, i testi in merito riguardano poco il miglioramento o l’interpretazione caratteriale dei soggetti, ma solo la cura di alcuni aspetti patologi caratteriali. A questo punto la domanda è d’obbligo, ma un soggetto che non avesse o avesse poche doti venatorie, ha una non volontà, dettata da aspetti morfologici o puramente psichici e quindi si capisce come “sentire” la psicologia canina possa darci la possibilità di rivalutare e migliorare anche soggetti, morfologicamente buoni ma venatoriamente mediocri. La SIPS potrebbe darsi,allora,come nuovo orizzonte il costruire affiliati che maturino quell’ideale legame uomo-cane che resta il cardine di ogni prestazione cinofila, questo attraverso due elementi fondamen- tali: le verifiche, metodo classico di diffusione cinofila, anche se negli ultimi tempi la mancanza di report organici delle prove non ha favorito gran che la selezione delle razze, e dei corsi di cinofilia, metodo innovativo, che ogni sezione dovrebbe assumersi l’impegno di organizzare almeno una volta all’anno. Lo sviluppo dei corsi potrà essere diverso, per livelli di approfondimento, partendo da corsi di base fino a quelli più elaborati eventualmente anche con il coinvolgimento di strutture universitarie; questi ultimi strutturati più che come corsi frontali come seminari di interscambio culturale. Non aiuta ciò un paese diviso drasticamente in due realtà: le regioni settentrionali e centrali e il sud della penisola, difatti il diverso sviluppo della cinofilia ha determinato realtà diverse. Deve divenire scopo della sips allora scovare chi ha quella sensibilità e voglia di capire un cane. L’associazione deve scovare quei soci in cui tale sensibilità sia celata. Non lasciamoci tediare dalle demagogie su aspetti di dressaggio che a volta nessuno riesce neanche a percepire, chiariamo invece meglio, definendo poche regole fondamentali,il rapporto uomocane-cacciatore perché è in questa triangolazione e sul modo in cui viene compiuta che la cinofilia può migliorarsi. Felice Argenio Muta di Segugi maremmani al Campionato sociale Orvieto 2010 tecnica Nell’interpretazione della psicologia canina vi è il fondamento della cinofilia-venatoria 17 tecnica La ritempra nei cani da seguita 18 Nazzareno Tozzi con i suoi segugi E’ da molto tempo che pensavo di affrontare questa tematica ricorrente nelle disquisizioni dei segugisti italiani. Una razza si definisce tale quando un gruppo di cani, non solo hanno dei caratteri identici, ma li può trasmettere alla discendenza. I caratteri sono di due tipi: quello del fenotipo(che è la morfologia, facilmente visibile all’osservazione) ed il genotipo (insieme dei geni del cane che però non è affatto visibile). Un cane viene classificato di razza pura, non solo quando corrisponde ai criteri dello standard, ma anche che discenda da ascendenti della stessa razza, senza apporto di razze esterne. Quando non corrisponde a questi criteri viene denominato meticcio o bastardo. Innanzitutto, chiariamo che cosa si intende per ritempra e cioè l’incrocio tra due razze diverse con lo scopo di migliorare alcuni caratteri scaduti, degenerati nella razza che si vuole ritemprare. In ogni razza animale, dovrebbe essere mantenuta dagli allevatori una variabilità genetica tale da far evolvere la razza stessa in una direzione di allevamento voluta(morfologica o funzionale)senza ricorrere ad apporto di sangue diverso della razza stessa. Va sempre ricordato che il frutto della ritempra è chiamato meticcio anzi, in alcuni ambienti molto rigidi, addirittura bastardo, cioè non di razza pura ed un occhio esperto e competente riesce sempre a riconoscerne i segni. In moltissimi casi il ricorso alla ritempra viene ritenuto necessario specialmente quando nelle razze con numero limitato di soggetti, i problemi di allevamento sono moltissimi: degenerazioni nella costruzione fisica, deriva psichica e eccessiva consanguineità con calo marcato nell’attitudine alla caccia. Di solito, per ritemprare una razza, si utilizza un soggetto affine affinché le variazioni ottenute siano contenute e il frutto dell’incrocio sia il più vicino possibile dal punto di vista morfologico e dal punto di vista delle qualità legate al lavoro, alla razza da ritemprare. Ci sono delle regole fondamentali da rispettare in questa tecnica di allevamento, in primis quella dell’utilizzo di soggetti di razza pura, perfettamente sani senza malattie genetiche e con attitudini funzionali di grande livello. Ci sono alcuni esempi importanti di ritempra nei Segugi e tra questi la maggior parte riguarda i cani della caccia a forzare della Francia e per quanto ci riguarda direttamente quella effettuata nel nostro Segugio Italiano. Nei cani d’ordine francesi, dopo la seconda guerra mondiale, la situazione delle mute per la caccia a forzare era giunta ad un bassissimo numero di effettivi, oltretutto, spesso, con una marcata consanguineità. Le conseguenze più evidenti erano il basso numero di prese dovute alla scarsa resistenza nella seguita ed allo scadimento dell’equilibrio mentale necessario in quella forma di caccia. Per questi motivi gli esigentissimi addetti agli allevamenti di questi cani (Poitevin, Chien Francais, Grand Anglo-Francais) hanno proceduto alla ritempra con i Fox Hound inglesi. La parte difficile nell’allevamento è proprio la scelta del prodotto ottenuto che, comunque, i francesi chiamavano bastardo. Venivano eliminati sistematicamente tutti i soggetti che si dissociavano totalmente dalle linee della razza che si voleva ritemprare(aspetto morfologico). I soggetti rimanenti venivano valutati sotto l’aspetto venatorio generale e ne veniva scartata un’altra buona percentuale, tutti quelli con insufficiente attitudine alla caccia. Solamente quelli con caratteristiche morfologico-venatorie corrispondenti allo standard della razza venivano allevati ed utilizzati effettivamente per sopperirne all’impoverimento. Dopo aver ottenuto un valido prodotto dalla ritempra, la selezione nell’allevamento dovrà avere uno schema rigido che prevede, ogni volta che si ottiene un prodotto diverso da quello desiderato, lo scarto nella progenie di tutti i soggetti difformi dallo standard della razza. Chiaramente i soggetti difformi dallo standard, ottenuti dallo scarto nella ritempra, hanno provveduto a rimpinguare quella grande stirpe di meticci che molto spesso hanno consentito, grazie alla loro brillantezza, un grande divertimento del segugista. La cosa più frequente di oggi è che esistono molti soggetti non assolutamente di razza pura e che bisognerebbe riportare nei criteri di purezza. Sicuramente non si dovranno eliminare i soggetti attuali perché se ne metterebbero in pericolo le attitudini per la caccia. Il metodo scientifico ci dà due possibilità per rientrare nei criteri di purezza: la prima che è la più rapida e la più sicura è quella di procurarsi adulti o cuccioli con ottime caratteristiche morfo-funzionali che escono da allevamenti che non ha ritemprato da almeno quattro generazioni antecedenti. Con essi praticare per due generazioni la consanguineità, che non compromette gran che quando viene fatta con soggetti di eccellente origine. Da qui partire con una selezione che si basa sulla scelta dei migliori soggetti con grande attitudine per la caccia mantenendo i vecchi soggetti dell’allevamento fino a quando verranno rimpiazzati con le nuove linee create. L’altra è più lunga ed è quella attualmente più praticata: consiste nell’utilizzare uno stallone di razza pura su di una cagna non di pura razza. Si ottiene un risultato positivo solo se si utilizza una femmina con caratteristiche più prossime alla razza dello stallone, ripetere l’accoppiamento con più generazioni facendo riprodurre solamente i soggetti ottenuti che presentano il meno possibile dei difetti rispetto alla razza che si intende ritemprare, scartando tutti quei soggetti che si allontanano dallo standard morfofunzionale della razza. Per questo tipo di selezione occorre una grande perseveranza ed un grande rigore nella conduzione dell’allevamento. Il nostro discorso si sposta ora sul nostro Segugio Italiano a pelo raso. Tutti concordano sulla ritempra fatta in Abruzzo da un noto allevatore da cui oggi deriva più dell’80% dei Segugi Italiani circolanti nel territorio nazionale. Il mio cruccio riguarda tutti quegli allevatori che non sono riusciti in circa 50 anni a ritornare ad avere soggetti nei quali non vi siano segni evidenti della ritempra, quella volta necessaria, effettuata mezzo secolo fa. La cosa che mi sconvolge è che addirittura dei giudici, che dovrebbero conoscere bene la razza, si presentano in prove ed esposizioni con soggetti con evidenti segni di incrocio con razze estere poco affini alla nostra. Voglio elencare, per chi se ne dimenticasse i segni evidenti in morfologia ed in lavoro, che costantemente si evidenziano alle esposizioni ed alle prove di lavoro: l’orecchio attaccato molti centimetri sotto la linea dell’occhio, la giogaia evidente, la presenza di impallinature nel bianco dei soggetti nero focati, la lassità della pelle, le unghie chiare e così via;nelle prove di lavoro l’evidenza della voce urlata. Possibile che nessuno riesca a censurare questi gravi difetti della razza? Le precisazioni sopra riportate sono conseguenti ad una mail arrivata in sede nazionale, inviata da un signore che si arroga insieme ad un giudice di lavoro, di possedere i veri Segugi Italiani. Da anni questi hanno criticato tutti gli altri allevatori senza rendersi conto che i loro soggetti sono forse più meticci, per non dire bastardi, di quelli di persone più semplici e meno filosofe di loro. Tanti si sentiranno oltraggiati da quanto ho scritto e di cui mi assumo la piena responsabilità. L’allevamento serio prevede che ciascuno scelga la razza da allevare, che utilizzi riproduttori idonei di razza pura da almeno 4 generazioni. Non bisogna dimenticare che l’utilizzo di un cane eccezionale in caccia, ma senza origine nota, molto spesso, anzi quasi sempre, non dà nessun frutto in riproduzione. Quando si va a prendere una monta di un Segugio bisogna sempre scegliere un soggetto che assolva alla doppia condizione di tipicità marcata in morfologia e lavoro non trascurando di conoscerne gli ascendenti. Dopo aver standardizzato una razza, ed ora ne abbiamo due nuove in Italia, bisogna lasciare nella stessa la possibilità di evoluzione voluta da chi ha lavorato alla sua creazione utilizzando i criteri scientifici di allevamento, senza rovinare l’impegno e l’abnegazione di chi si è impegnato per il suo sviluppo. Mi sono chiesto più volte qual è l’affinità, in special modo nel lavoro, oltre che nell’evidente diversità del fenotipo, delle razze del midi della Francia con il Segugio Italiano, mi chiedo come abbiano fatto i molto noti personaggi del segugismo di quell’epoca a non aver percorso la possibilità di creare una nuova razza franco-abruzzese. I soggetti con evidenti segni di ritempra, rimarranno degli ottimi ausiliari e verranno utilizzati solamente per la caccia e non per le esposizioni e le prove! E’ giunto forse il momento che chi ha dei soggetti derivati dalla ritempra abbia il coraggio e la serietà di scartare tutti quei prodotti che si dissociano in maniera evidente dallo standard di quella razza. Vincenzo Ferrara La mta di Tinti-Pedini 19 tecnica Lo stile di razza Gli splendidi luoghi della Coppa Europa 2010 20 Dice Giulio Colombo: “lo stile di razza è il baluardo su cui si infrange la babele delle razze!” Verità sacrosanta sempre, più che mai quando si consideri una razza, come il Segugio dell’Appennino/Lepraiolo italiano, di recente riconoscimento, ancorché vecchia come le origini del segugio stesso. Se poi, per un’intelligente scelta, lo standard morfologico è stato deciso in maniera tale che tuteli tutte le varietà locali, ancor di più lo stile di razza assurge a spartiacque invalicabile tra tipicità e tipo approssimativo o tipo mascherato. Per il segugio dell’Appennino/ Lepraiolo italiano urge quindi la definizione di uno standard di lavoro da cui si deduca chiaramente il conseguente STILE DI RAZZA; a questo dovrà mettere mano il Club, non appena sarà costituito. Perché tanta fretta? E’ presto detto: dai più svariati incroci può sortire un soggetto apparentemente appartenente alla razza, quindi riconosciuto e, ora, meritevole di un certificato di tipicità che ne autorizza l’iscrizione al RIR. Nel periodo in cui era il metro a decidere o meno il riconoscimento, succedeva di tutto: ho verificato personalmente casi di Lepraioli in cucciolate di Segugi italiani tipici, non iscritti nella razza di appartenenza ma fatti riconoscere come segugi dell’Appennino. Poco male, considerate le origini in comune, ma ho dovuto constatare che, special- mente nei primi anni 2000, furono riconosciuti incroci col Bassotto tedesco, col Fulvo di Bretagna, con l’Ungherese, con l’Istriano… So di un meticcio italiano/balcano, soggetto fenomenale, che ha sfornato con femmine meticcie o bastardine un’ infinità di cuccioli, morfologicamente riconoscibili come tipici lepraioli, alcuni effettivamente riconosciuti. Se però si osservano sul terreno, questi soggetti al 90% evidenziano quantità e qualità di voce, movimenti, atteggiamenti, dimenio di coda, ritmi di cerca, di accostamento e seguita che ne denunciano la pro- La muta di Pescatori presentata a Credera venienza sospetta. Ecco dunque che lo STILE DI RAZZA si erge a baluardo contro la babele delle razze! Deve dunque essere chiaro a tutti, allevatori, utilizzatori e giudici che un Segugio dell’Appennino/Lepraiolo deve distinguersi per la nevrilità, l’avidità sconfinata, la determinazione assoluta che si traducono in cerca brillante, attacco della pastura sintetico ed il più sbrigativo possibile in relazione alle condizioni ambientali, l’accostamento sicuro in cui il dato olfattivo viene mediato dall’iniziativa (intelligenza+esperienza), la seguita incalzante, velocissima con risoluzione dei falli per mezzo di cerchiatura con testa a mezz’aria, rientro sollecito. Le modalità di esecuzione delle fasi indicano quindi lo STILE DI RAZZA da cui non si dovrebbe mai prescindere. Ho usato il condizionale perché in realtà la maggioranza degli utilizzatori si accontenta di avere cani che scovino con una certa frequenza, magari con l’assistenza costante del canettiere, inseguano un po’, poco importa se non posseggono l’avidità necessaria per lavorare da soli, che nelle giornate difficili battano la fiacca, che per la lentezza dell’accostamento le lepri partano quasi sempre molto avanti… Anche qualche appassionato del nostro lepraiolo fa ancora fatica a prendere le distanze dai “cagnetti” che vanno portati sulla lepre, ma… sono ubbidienti, seguono come possono… sei sicuro di non perderli, bisognerebbe perciò che dalle prove arrivassero indicazioni sull’importanza dello stile di razza. Ho di nuovo usato il condizionale perché la mia esperienza mi dice che i giudici di prove per razze da seguita sono nella maggior parte persone serie, bravi segugisti, esperti e preparati, ma tendenzialmente poco attenti proprio allo STILE DI RAZZA a cui viene dato poco risalto anche se la nuova scheda permetterebbe di valutarlo adeguatamente con i punti dell’ ultima voce. Un vecchio giudice mi ha detto testualmente: “me ne frego dello stile, purchè le quattro fasi siano svolte correttamente io premio il o i soggetti, indipendentemente dalla razza, che siano Petit Bleu o Italiani o Lepraioli, per me non fa differenza, anzi ti dirò che lo standard di lavoro del Segugio italiano va bene per tutti!” !?! sic! Sarebbe come premiare un pointer che, trottando come un bracco italiano, ha fermato un beccaccino o un setter che, correndo eretto e fermando di scatto, ha preso un punto su fagiano: invece in prove per cani da ferma non verrebbero qualificati, Vincenzo Soprano con i suoi nero focati 21 anzi non sarebbe loro concesso nemmeno di terminare il turno. Non importa se hanno raggiunto l’obiettivo di puntare un selvatico, come dovrebbe significare poco o nulla, che si sia scovata e inseguita una lepre se non lo si è fatto con il corrispondente stile di razza . Tra tutte le caratteristiche del Segugio dell’Appennino/Lepraiolo italiano, la più importante, quella che gli ha permesso di sopravvivere al tempo ed alle mode, è proprio la grande attitudine al lavoro che determina un particolare STILE DI RAZZA : trascurarlo sarebbe molto pericoloso per la razza perché non basta la morfologia a garantirne l’appartenenza. “L’abito non fa il monaco!” Siano dunque i nostri Lepraioli riconoscibili da come lavorano! Giorgio Zauli razze alla ribalta Londa 2010: qualche ombra e tante luci! Al centro il presidente dell’ENCI Balducci con il nostro e i partecipanti alla manifestazione di Londa 2010 22 Comunque la si pensi, il riconoscimento del Segugio dell’Appennino/Lepraiolo italiano è stato il coronamento di un percorso lungo molti decenni, da quando l’avv. Zacchini da Marradi (Fi) nell’anteguerra presentò in Expò un gruppo omogeneo, composto da una ventina di “scovarini romagnoli”, assai simili agli attuali per tipo e taglia. Un percorso ad ostacoli, rappresentati dall’esterofilia, dalle mode, dalla eccessiva riservatezza di molti utilizzatori, dalla altalenante, quando non contraddittoria, linea tenuta da quanti si dicevano pro riconoscimento e in realtà poco o nulla facevano concretamente per ottenerlo. Facilissimi da individuare questi personaggi: tutti coloro che oggi, a risultato ottenuto, recriminano, criticano, sminuiscono! Gli altri, quelli che sulle orme di don Nando hanno portato con fiducia ed umiltà il loro modesto ma prezioso contributo, invece, pur consapevoli che molto ancora si dovrà faticare per conservare e, se possibile migliorare, le straordinarie attitudini del nostro segugio, giustamente festeggiano. Con qualche approssimazione, dovuta alla fretta, già l’11 aprile a Faenza, a conclusione delle tradizionali prove nell’azienda “Magalla” dell’amico e squisito ospite Giovanni Bertoni, si svolse il I Raduno della razza: una trentina di soggetti di grande tipicità, giudicati e com- mentati con competenza da Gian Paolo Maremmi. Anche lui, insieme a Valter Nencetti e al sottoscritto, premiato con una ceramica commemorativa dell’avvenuto riconoscimento. Purtroppo mancavano, per ineludibili impegni associativi, i vertici attuali della SIPS alla fermezza, coerenza ed intelligenza dei quali si deve la felice conclusione del pluridecennale percorso. Non ce ne rammaricammo più di tanto perché sapevamo che la festa ufficiale si sarebbe tenuta a settembre a Londa (Fi), una grande festa con Convegno, Raduno-riconoscimento, preceduti di una settimana da una prova di eccellenza in terreni di montagna ostici e pochissimo popolati, con singoli, coppie e mute pluripremiate delle diverse razze da seguita, oltre ad una selezione dei nostri segugi. Perche proprio a Londa è presto detto: un anno esatto prima, proprio lì si era verificato, come ebbi a scrivere su questa stessa rivista, il momento cruciale in cui i vertici Enci e Sips avevano palesato la volontà di concretizzare, superando le remore ed i bizantinismi di un tempo. Il mattino del 12 settembre ci siamo dunque ritrovati nella sala della Comunità montana ove, dopo i saluti del presidente della stessa e del sindaco di Londa, si è catapultato sul palco un in… dignatissimo Gian Carlo Bosio: il pubblico era deci- samente scarso,inferiore di molto a quello dell’anno precedente, mancavano anche membri della Commissione! Quasi un “avuta la grazia, gabbato lu santo!” Ha dunque giustamente stigmatizzato questo deficit di partecipazione, tipico della categoria, con la solita irruenza e schiettezza, che Dio gliele conservi perché possono essere risolutive, l’esperienza così insegna. Mentre si susseguivano gli interventi di Francesco Balducci e di Fulvio Ghirardi, rispettivamente presidente Enci e Sips, di Gian Paolo Maremmi, organizzatore dell’evento, nonché memoria storica del Lepraiolo, la sala andava riempendosi: molti non se l’erano sentita di rinunciare all’addestramento e arrivavano pian piano alla spicciolata! Questo in sé non depone a favore del senso di responsabilità né di gratitudine, ma la dice lunga sul fatto che, fortunatamente, lo zoccolo duro degli amatori del Lepraiolo è rappresentato da cacciatori impenitenti che vogliono segugi capaci di svolgere le quattro fasi canoniche della seguita senza fronzoli, lentezze, sprechi di tempo e di voce, anche nelle situazioni ambientali più difficili, gente che fatica a rinunciare ad un sabato di addestramento. Poco interessa loro dei cm o dei colori, importa solo la resa sul campo e questa è la garanzia migliore per il futuro del Segugio dell’Appennino: finchè ci si atterrà alla regola aurea del bravo x brava negli accoppiamenti, la razza crescerà e migliorerà, come dimostrano i numeri delle iscrizioni ed i risultati nelle prove ( nella prova di eccellenza della settimana precedente i risultati avevano ribadito che i nostri segugi non sono affatto secondi ai singoli, coppie e mute di altre razze, neppure dei più titolati d’Italia e d’Europa). Il nostro Lepraiolo è quel che è per merito della severa selezione empirica, portata per lo più avanti da anonimi cacciatori di campagna e di paese, che hanno compiuto il miracolo di preservare fino a noi una razza antica, dotata di una passione ed una sagacia senza pari: la bravura e la completezza erano (e dovrebbero rimanere) il prezzo della sopravvivenza e dell’accesso alla riproduzione. Il riconoscimento, uno standard definitivo, seppur di tipo anglosassone come da sempre richiesto dal sottoscritto, l’ingresso ufficiale nel gran circo della cinofilia sembrerebbero rappresentare la fine di questo modo semplice e vincente di selezionare, invece no! Le relazioni dei professori Valter Nencetti, appassionato e fortunato allevatore- utilizzatore, e Vincenzo la Manna, zoologo, ricercatore dell’ Università di Camerino, incaricato dalla Sips di svolgere un’indagine sul lepraiolo e sul maremmano, hanno confermato in pieno e dimostrato scientificamente quello che i nostri nonni avevano intuito empiricamente, col buon senso tipico del passato e oggi latitante in troppi. I due relatori, pur partendo da impostazioni e con sfumature diverse, hanno ribadito che la ricchezza di una razza sta tutta nella variabilità genetica che va salvaguardata perché garantisce alla razza stessa maggiori capacità di adattamento e di sopravvivenza, in poche parole la salute e la rusticità! In molte razze invece è prevalso il criterio di ricorrere alla consanguineità per aumentare l’omogeneità morfologica col risultato di generare una marcata depressione da inbreeding, la perdita di funzionalità delle razze stesse, in sostanza minor qualità nel lavoro, peggior salute, ridotta capacità riproduttiva, più breve aspettativa di vita, minor precocità, problemi di carattere. Di questi pericoli abbiamo letto recentemente sull’ultimo numero della nostra rivista nella traduzione di Vincenzo Ferrara dell’articolo di Bernard Denis, prof. on. Sc. Vet. Nantes, pres. Soc. Etnozootecnia, e sul n° 87 in quello del dott. Mar- Segugio dell’Appennino cello Dante “La selezione moderna e l’articolo 6”. Valter Nencetti nella sua relazione ha esposto con chiarezza come affrontare e vincere questi pericoli: 1) incentivare le iscrizioni al RSR; 2) considerare che i cani di razza non sono solo quelli col certificato, ma tutti quelli che “a colpo d’occhio” sono riconducibili alla razza; 3) che i cani di una stessa razza devono rassomigliarsi, non essere troppo simili (fotocopie) tra loro; 4) evitare di utilizzare uno o pochi stalloni; 5) mantenere i ceppi regionali con le loro peculiarità; 6) incrementare le varietà all’interno della razza senza però vietarne l’incrocio (es. pelo forte x pelo raso); 7) riconsiderare il concetto di “bellezza”, premiando sui ring non tanto i soggetti “copie conformi di un ideotipo standard, quanto quelli che si distinguono per la loro “BELLEZZA INDIVIDUALE”, pur nella tipologia di razza. Proprio quello che pensavano e, senza saperlo, concretamente facevano i nostri vecchi! Dopo pranzo il raduno, giudicato da Gian Paolo Maremmi, a cui sono stati presentati una cinquantina di soggetti, alcuni molto tipici, altri meno, direi complessivamente un filo inferiori ai trenta visti in aprile a Faenza, comunque anche a Londa con all’altra estremità del guinzaglio segugisti doc, uomini veri, gente di una volta, ed è questa la massima garanzia perché dietro ad ogni successo (ed insuccesso) c’è sempre l’UOMO! Non so se dopo un triennio, la manifestazione di Londa continuerà o si trasferirà in altre zone più raggiungibili o in luoghi ricchi di memorie segugistiche, quello che è certo è che ha rappresentato il trampolino ideale per il proseguo della bellissima storia intitolata “Il segugio dell’Appennino/Lepraiolo italiano dall’oblio al riconoscimento!” Giorgio Zauli Maremmi, Nencetti e Zauli 23 veterinaria MALATTIE DEL CANE TRASMESSE DA ZECCHE La muta di Segugi del Giura di Bagnatica 24 Le zecche sono parassiti che si nutrono del sangue dei cani esercitando così un azione anemizzante. Ma questo purtroppo non è l’unico ruolo svolto da questi parassiti essendo essi anche responsabili della trasmissione, durante il loro pasto di sangue, di batteri, virus e protozoi che sono causa di malattie anche importanti del cane e, alcune di queste, sono delle zoonosi, possono cioè essere trasmesse anche all’uomo. MALATTIE BATTERICHE EHRLICHIOSI CANINA Tra quelle di questo gruppo è sicuramente la malattia più diffusa e più conosciuta nonché la più temuta. L’agente responsabile è chiamato ehrlichia canis mentre il vettore è una delle zecche più comuni in Italia, vale a dire Rhipicephalus sanguineus .La malattia si può presentare in forma acuta, dopo circa 14 giorni dall’infezione, con febbre improvvisa anche fino a 41°C, sonnolenza, anoressia, disidratazione e dimagramento; alla visita il veterinario potrà apprezzare anche aumento di volume dei linfonodi,aumento di volume della milza, piccole emorragie dette petecchie dovute alla diminuzione delle piastrine del sangue, a volte può essere presente fuoriuscita di sangue dal naso (epistassi) in genere da una sola narice, uveite; esiste anche una forma subacuta in genere asintomatica o con segni clinici di malattia a carico dell’occhio (ifema, uveite, congiuntivite). Nella forma cronica si possono osservare pallore delle mucose dovute ad anemia che è non rigenerativa perché dipende da problemi causati da questa infezione a livello del midollo osseo, dimagramento anche pronunciato, edemi a carico degli arti e dello scroto, segni neurologici (convulsioni), infiammazione diffusa dei muscoli e delle articolazioni (poli-miosite e poli-artrite). La diagnosi può essere effettuata da un esame a fresco del sangue o del midollo e più comunemente con test sierologici che mettono in evidenza la siero positività e il titolo. La PCR può essere usata anche per conferma. La terapia prevede la somministrazione di doxiciclina per almeno tre settimane con somministrazione unica giornaliera. In alternativa si può usare l’imidocarb dipropionato con iniezione sottocutanea che va ripetuta dopo 14 gg. E’ consigliato sempre effettuare esami di laboratorio, emogramma completo, profilo biochimico, elettroforesi, esame delle urine all’inizio e al fine di monitorare il risultato della terapia. Ai soggetti che presentano alterazioni della funzionalità renale è sconsigliato effettuare la terapia con l’imidocarb. EHRLICHIOSI GRANULOCITARIA CANINA E’ una malattia del cane simile alla precedente, sostenuta però da un agente diverso, Ehrlichia phagocytophilum, che si moltiplica in cellule diverse dall’ehrlichia canis ed è veicolata da una zecca diversa, Ixodes ricinus. Le alterazioni degli esami di laboratorio sono anche in questo caso rappresentati da una diminuzione delle piastrine e dei globuli bianchi nonché alterazioni del profilo proteico con aumento delle globuline e diminuzione delle albumine. La diagnosi si basa sulla esecuzione di test sierologici e anche su un esame a fresco al microscopio di uno striscio di sangue. La malattia si può presentare in una forma acuta con febbre , massimo 40°C, abbattimento, debolezza mancanza di appetito, aumento di volume della milza, emorragie e a volte diarrea. I sintomi neurologici possono essere presenti insiemi a quelli muscolo-scheletrici rappresentati principalmente da zoppie. Esiste una forma lieve con pochi o nessun sintomo. La terapia consiste nella somministrazione della Doxiciclina per 4 settimane. TROMBOCITOPENIA INFETTIVA CICLICA L’agente responsabile è Erlichia platys, il vettore Riphicefalus sanguineus. Questo batterio si differenzia dai precedenti perché si moltiplica nelle piastrine del sangue. All’esame emocromocitometrico dei cani colpliti si riscontra infatti una grave diminuzione ciclica del numero delle piastrine ed anemia. La diagnosi è uguale alle precedenti malattie mentre i sintomi ciclici sono rappresentati nella fase acuta da febbre sonnolenza,anoressia, dolori violenti, avolte sintomi gastro enterici e alterazione della coagulazione del sangue. Nella fase subacuta: assenza di sintomi chiari e da questa fase sono possibili due evoluzioni, o la guarigione o la cronicizzazione della malattia. Forma cronica: mucose esplorabili pallide, dimagramento, abbattimento, fenomeni emorragici come fuoriuscita di sangue dalle narici o sangue nelle feci, c.d. melena, edemi a carico degli arti posteriori e dello scroto. Raramente sono presenti aumento di volume della milza, dei linfonodi, ittero. C’è da dire che sono possibili anche infezioni del tutto asintomatiche o con sintomi lievi e questo dipende dal ceppo responsabile . La terapia è la stessa delle precedenti malattie. MALATTIA DI LYME Responsabile è un batterio, Borrelia b., mentre il vettore e la zecca Ixodes r. Esistono in Europa quattro specie di borrelia b. e tutte sono responsabili di malattia nel cane e nell’uomo che rappresenta in questo caso un ospite terminale, cioè non trasmette la malattia. Esami di laboratorio e diagnosi sono grosso modo quelli delle altre malattie batteriche con alterazioni direttamente correlate agli organi interessati che in questo caso sono i reni ed il fegato. Sintomi clinici iniziali sono generici vale a dire febbre abbattimento anoressia. Poi ci sono i sintomi riferiti all’infezione sistemica quali dolori articolari e zoppie, sintomi neurologici e cardio vascolari, infiammazioni dei muscoli, problemi renali ed epatici. Nella forma cronica si osservano episodi intermittenti di zoppia a causa di artriti acute che possono passare da un arto all’altro fino ad osservare delle vere e proprie poliartriti. La terapia consiste nella somministrazione di doxiciclina per quattro settimane e, solo nelle forme croniche artritiche e neurologiche anche nell’uso di altri antibiotici quali le cefalosporine. RICKETTSIOSI Agente responsabile è Rickettsia conorii, vettore la solita zecca Rhipicephalus S. Nel cane questa malattia è il più delle volte asintomatica ma è importante segnalarla perché essa si può trasmettere all’uomo e quindi il cane può svolgere il ruolo di animale sentinella in questo caso. Non ci sono differenze rispetto alle altre malattie batteriche per ciò che riguarda la diagnosi e la terapia. I sintomi clinici o sono assenti o sono del tutto generici. MALATTIE PROTOZOARIE BABESIOSI Responsabile di questa malattia e un protozoo che si localizza nei globuli rossi, Babesia canis, del quale si riconoscono tre sottospecie che danno forme di malattia di diversa gravità ; tra queste la più diffusa e babesia canis canis. Faremo riferimento a quest’ultima. All’esame emocromocitometrico si osserva un anemia da rottura dei globuli rossi, anemia emolitica.nel profilo biochimico avremo aumento della bilirubina nel sangue (ittero) aumento degli enzimi del fegato. Le urine possono presentarsi di color scuro. La diagnosi può essere eseguita a fresco su striscio di sangue evidenziando i parassiti all’interno dei globuli rossi. La PCR serve per conferma e soprattutto per identificare il ceppo coinvolto. Esiste una forma di malattia iperacuta in cui si verifica una importante anemia emolitica iperacuta con shock coma e morte. La forma acuta si manifesta dopo circa 4 gg. dall’infezione ed è caratterizzata da febbre, anoressia, debolezza, sonnolenza, a volte vomito e diarrea, aumento di volume della milza, ittero ed urine scure. In questa fase l’organismo reagisce con una forte risposta immunitaria che in alcuni casi può essere davvero imponente tanto da creare problemi a livello renale, schock,anomalie della coagulazione,insufficienza respiratoria. La forma cronica è invece caratterizzata da febbre intermittente,calo dell’appetito,scadimento delle condizioni generali e da una rottura minima di globuli rossi che però è continua. La terapia prevede l’uso di Imidocarb dipropionato con iniezioni sottocute o intramuscolo da ripetere a distanza di 14 gg. EPATOZZONOSI CANINA L’Hepatozoon canis è un protozoo che, trasmesso dalla zecca al cane, si localizza in alcune cellule particolari. Sembra che l’infezione si trasmette per ingestione da parte del cane della zecca. Esiste una forma grave di questa malattia dove si assiste tra l’altro ad un enorme aumento dei globuli bianchi ma per fortuna essa è molto rara. L’infezione infatti può decorrere in forma del tutto asintomatica e quando si presenta la malattia essa in genere è secondaria ad altre infezioni. I segni clinici sono febbre ricorrente, marcato scadimento delle condizioni fisiche, dolore nella regione lombare. Il cane colpito può presentare segni di malattia al fegato, epatite, ed ai reni, glomerulo nefrite. La diagnosi si può effettuare su strisci di sangue e anche con delle biopsie muscolari. La terapia viene effettuata con doxiciclina per tre settimane. MALATTIE VIRALI ENCEFALOMIELITE VIRALE La malattia è provocata da un virus che è trasmesso al cane dal morso della zecca. Il cane infetto non trasmette il virus alle zecche ne rappresenta un pericolo per l’uomo. I serbatoi in natura sono i piccoli roditori selvatici. La malattia ha un incubazione molto breve , circa una settimana. I sintomi sono rappresentati da febbre , attacchi epilettici e altri sintomi neurologici quali disorientamento , tremori , difficoltà nel movimento,convulsioni, paralisi di uno o più arti. La diagnosi viene effettuata con la ricerca degli anticorpi nel siero di sangue o nel liquido cefalo-rachidiano. La PCR può essere usata come test di conferma. Non esiste una terapia specifica per questa malattia ne viene effettuata una di supporto con l’accortezza di non usare cortisonici. Marcello Dante 25 memorie 26 70 anni di caccia con il segugio Per partire con una data - 1940/1943 – vi dirò che i miei primi porto d’armi costavano 96 lire, un buon segugio 100/150 lire come un fucile e una lepre, a seconda del peso, 5/7 lire. Dopo questi preamboli, di cui porto tanti ricordi, parlerò di cani di ieri, di oggi e di caccia alla lepre. In passato si cacciava generalmente con uno o due cani, segugi nati da accoppiamenti di cani del posto, incroci per anni da fissarne quasi una razza locale. Erano di taglia media, con poco orecchio, di color rosso/biondo con spiga bianca sulla testa e punta della coda e zampe bianche. Erano soggetti forti, la cui selezione risultava naturale. Sul lavoro erano piuttosto spinti e poco si fermavano sulla postura, tendenti ad ottenere in fretta il risultato: lo scovo e la fucilata. Dopo il colpo, se si presentava l’occasione, non mancavano di prendere la loro parte di lepre. Erano insomma cani che con l’uso continuo e l’abbondanza di selvaggina imparavano presto il mestiere. Ogni tanto capitava qualche buon inseguitore, ma quando la cacciata non partiva alla grande, quest’ultima era giudicata una perdita di tempo. Si richiamavano i cani e si faceva prima a scovare un’altra lepre. I grandi inseguitori venivano definiti “cani di notte”; per la cacciata diurna poco servivano, la loro specialità erano le tenebre. Intorno agli anni ’50 nacque la ProSegugio: iniziativa di pochi appassionati che avevano capito che pericoli correva la nostra caccia. Limitazioni di calendario, proibizioni di addestramento, stampa anticaccia minacciavano di farci chiudere. La nostra Società Italiana Pro Segugio, con costante impegno a difesa, fu a salvezza. Negli anni seguenti mi capitò di leggere qualche rivista di caccia, come Diana Venatoria, il Cacciatore Italiano, ecc. ed iniziai i primi contatti con persone pratiche di segugi, di tipicità e di lavoro. Mi sono sempre rivolto ai massimi esponenti della cinofilia, al vertice del segugismo italiano. Presidenti di club, allevatori rinomati, veri signori che mi hanno insegnato e fornito ottimi soggetti e modificata in meglio la mia caccia, in primo luogo per il carniere e poi per il lavoro del cane. Dal maestro Zacchetti ho avuto un nero focato forte inseguitore un po’ parco di voce, dal signor Camozzi una bellissima pelo raso con tanta passione e metodo, dal maestro Pesenti soggetti instancabili, spinti e più adatti, credo, per la caccia in montagna che per la nostra zona piano-collinare. Ho avuto cani dei signori Paneroni e Baldrighi, dal dott. Sabbia e dal dott. Dalmonte di Monteberico, quasi tutti diventati ottimi cani da caccia. Dopo i rapporti intercorsi con le suddette persone e dopo aver provato i loro cani, ho iniziato ad interessarmi e ad apprezzare il lavoro dei cani da metodo. Giusti sul filo, calmi, sicuri ed obbedienti. A caccia non si va con le farfalle. Con soggetti di metodo si riesce sempre a fare qualcosa di buono: se non si va “a capo” oggi si farà domani. A casa scocciati non si torna mai! Per terminare la mia lunga chiacchierata cercherò di fare un paragone tra i segugi attuali e quelli del passato. Il confronto non è facile: vie di comunicazione, macchine agricole, monocolture, ecc. hanno influito negativamente sul lavoro del segugio. I cani attuali, se ben condotti, superano tante difficoltà con buoni risultati. Prima era diverso, l’ho scritto all’inizio, ma è un mio pensiero, come questo scritto. Severico Diego Il programma e le schede di iscrizione sono disponibili sul sito www.prosegugio.it Le iscrizioni devono pervenire esclusivamente a mezzo fax, al n° 0377/802234, a mezzo posta Via Dosso, 7 – F.ne Mirabello – 26856 Senna Lodigiana (LO) o via mail [email protected] Le iscrizioni devono pervenire esclusivamente a mezzo fax, al n° 0377/802234, a mezzo posta Via Dosso, 7 – F.ne Mirabello – 26856 Senna Lodigiana (LO) o via mail [email protected] Il programma e le schede di iscrizione sono disponibili sul sito www.prosegugio.it 2 CALENDARIO 2011 CAC SU LEPRE MARMENTINO (BS) SIPS BRESCIA - C/O ALBERTO BAGNATICA - TEL.: 030/2590365 17 APRILE CAC SU LEPRE - CAMPIONATO VALDOSTANO 03/04/05 GIUGNO CAC SU LEPRE 07/08 MAGGIO 05 GIUGNO SIPS BRESCIA - C/O ALBERTO BAGNATICA - TEL.: 030/2590365 BRESCIA - COMPR. 4 CAC SU LEPRE 04/05 GIUGNO FORLI ABILITAZIONE LIMIERE SIPS FORLI C/TO SIG. MARTINO MICHELANGELO CELL. 328 7480917 MONGHIDORO (BO) SIPS BOLOGNA C/TO SIG.CAPRI ITALO TEL. 333-5683481 08 MAGGIO CAC SU LEPRE BENEVENTO SIPS BENEVENTO - C/O LOMBARDI LUIGI - TEL.: 335/6021582 SAINT PIERRE (AO) SIPS AOSTA - C/O NICOLE PERRET - TEL.: 333/4843532 CAC SU LEPRE CAC SU LEPRE CINGHIALE MUTE IN RECINTO CAC SU LEPRE VAL D’AYAS MONTE TRE CROCI SIPS TERAMO - C/O PETRELLA LUCIO - 0861/410936 29 MAGGIO PROVA A LIMIERE SU CINGHIALE VERRAYES 10 GIUGNO ABILITAZIONE CANI CINGHIALE IN BRACCATA MONGHIDORO (BO) SIPS BOLOGNA C/TO SIG.CAPRI ITALO TEL. 333-5683481 11/12 GIUGNO CAC SU CINGHIALE MONGHIDORO (BO) SIPS BOLOGNA C/TO SIG.CAPRI ITALO TEL. 333-5683481 17/18/19 GIUGNO CAC SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO - CAT. SINGOLI SASSETTA (LI) SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI STEFANO - 340/2943753 18-19 GIUGNO CAC SU LEPRE PARMA SIPS PARMA C/TO SIG. CABRALI DENIS CELL. 347 7159448 25/26 GIUGNO SIPS BRESCIA - C/O ALBERTO BAGNATICA - TEL.: 030/2590365 GARDONE VAL TIDONE (BS) CAC SU LEPRE SIPS PARMA C/TO SIG. CABRALI DENIS CELL. 347 7159448 CAC SU LEPRE GIUGNO PARMA SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI RICCARDO - TEL.: 339/4396286 E TESTA WALTER - TEL.: 035/840002 VAL TALEGGIO (BG) CAC - CACIT SU LEPRE 02/03/04/05 GIUGNO SIPS AOSTA - C/O NICOLE PERRET - TEL.: 333/4843532 MASSA SIPS LEPRE CAC/CACIT SU CINGHIALE 14/15 MAGGIO CAC SU LEPRE CUNEO SIPS CUNEO - C/O OBERTO ANGELO - TEL.: 0172/636217 DRIZZONA (CR) SIPS CREMONA - C/O PESCATORI RENATO - TEL.: 339/8429938 DAL 25/04 AL 01/05 SIPS MASSA CARRARA - C/O FUMANTI MARIO - TEL.: 339/4442304 CAC SU LEPRE CUNEO SIPS ASCOLI PICENO - C/O ANTOLINI ANTONIO - TEL.: 349/1998250 SIPS CUNEO - C/O OBERTO ANGELO - TEL.: 0172/636217 SIPS AOSTA - C/O NICOLE PERRET - TEL.: 333/4843532 SIPS L’AQUILA - C/O VINICIO CAVALIERI - 0862/314713 3351974593 DAL 14 AL 29 MAGGIO CAC SU LEPRE LUCOLI 23/24 APRILE CAC SU LEPRE SIPS BRESCIA - C/O ALBERTO BAGNATICA - TEL.: 030/2590365 FEBBRAIO 04/05/06 FEBBRAIO CAC SU LEPRE VITERBO SIPS ISERNIA - C/O SCACCIAVILLANI GIACOMO TEL.: 338/7046047 SIPS GROSSETO - C/O ROSSI GIORGIO - TEL.: 347/6202804 - IN COLL CON LA FIDC DI GROSSETO Tel.: 0564451884 30/04 E 01/05 CAC SU LEPRE 05/06 FEBBRAIO CAC SU LEPRE CAC SU LEPRE GROSIO (SO) SIPS SONDRIO - C/O DE PIAZZI GIULIANO - TEL.: 339/8856011 MAGGIO 06/07/08 MAGGIO CAC SU LEPRE - FINALE FIDASC LECCO SIPS LECCO - C/O VALSECCHI PAOLO - TEL.: 0362/501281 335/5301948 IN COLL CON LA FIDASC 07 MAGGIO CAC SU LEPRE BENEVENTO SIPS BENEVENTO - C/O LOMBARDI LUIGI - TEL.: 335/6021582 CAC SU LEPRE 16/17/18/19/20/21/22 MAGGIO FERRARA SIPS FERRARA C/TO SIG. BOCCATI BRUNO CELL. 335 1426856 RITROVO PRESSO RISTORANTE “LA LANTERNA” VIA DEL MARE TRESIGALLO (FE) CAC SU LEPRE - SEL REGIONALE COPPA ITALIA FIDC E CAMPIONATO PROVICNIALE FIDC MALPAGA (BG) SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI RICCARDO - TEL.: 339/4396286 E TESTA WALTER - TEL.: 035/840002 - LA SELEZIONE REGIONALE E’ VALEVOLE PER LE PROVINCE: BG - BS - CR - PV - MN CAC SU LEPRE CASTELBELFORTE (MN) SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI AGOSTINO - TEL.: 333/9631423 SIPS REGGIO E. C/TO SIG. FERRARI DANIELE CEL: 3357128899 REGGIO E. SIPS VITERBO - C/O PARRANO LORENZO - TEL.: 338/4217727 GROSSETO BRESCIA CUNEO SIPS CUNEO - C/O OBERTO ANGELO - TEL.: 0172/636217 29/30 GENNAIO CAC SU LEPRE - SEL FIDASC MONTALTO UFFUGO SIPS TAVERNA DI MONTALTO - C/O CANONACO MARCELLO - IN COLL FIDC DI COSENZA FIDASC COSENZA E GRUPPO CINOFILO RENDESE - PER ISCIRZIONI CHIAPPETTA EMILIO - 348/0016126 - 389/4240606 FAX: 0984/794077 CAC SU LEPRE PESARO SIPS PESARO - C/O NUCCI ANTONIO - TEL.: 0722/362271 CAC SU LEPRE SELEZIONE COPPA ITALIA CAVARZERE (VE) SIPS VENEZIA - C/O AGOSTINI PAOLO - CELL.: 3289261811 PER ISCRIZIONI TOFFANELLO ALBERTO - TEL.: 328/1003412 CAC SU LEPRE - TROFEO GILDO FIORAVANTI PESCARA SIPS PESCARA - C/O CIARMA ROBERTO - VIA PIGNATARA, 88 - CAPPELLE SUL TAVO - TEL.: 339/6679171 CAC SU LEPRE IMOLA (BO) ISERNIA CAC SU LEPRE FERMO (AP) 1° SEMESTRE GENNAIO 2011 06 GENNAIO CAC SU LEPRE RAVENNA SIPS RAVENNA C/TO LEGA EGIDIO CELL: 335 5625481 IN COLLABORAZIONE CON GRUPPO CINOFILO RAVENNATE 08/09 GENNAIO CAC SU LEPRE - QUALIF REG. COPPA ITALIA FIDC E QUALIF. REGIONALE FIDASC ASCOLI PICENO SIPS ASCOLI PICENO - C/O ANTOLINI ANTONIO - TEL.: 349/1998250 CAC SU LEPRE TRECENTA (RO) SIPS ROVIGO - C/O DALLA VILLA EZIO - CELL.: 338/2076300 IN COLL. FIDC 12/13 GENNAIO CAC SU LEPRE ZANICA (BG) SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI RICCARDO - TEL.: 339/4396286 E TESTA WALTER - TEL.: 035/840002 15/16 GENNAIO CAC SU LEPRE - TROFEO GILDO FIORAVANTI TERAMO SIPS TERAMO - C/O PETRELLA LUCIO - 0861/410936 22/23 GENNAIO CAC SU LEPRE NONANTOLA (MO) SIPS MODENA C/TO SIG. VENTURELLI SILVANO CELL. 329/165579 *** SIG. SOLA WILLIAM CELL. 347 8437833 SIPS BOLOGNA C/TO SIG. CAPRI ITALO TEL. 333-5683481 SIG. MATTAROZZI MAURO 339 7817217 7 6 SIPS BOLOGNA C/TO SIG. CAPRI ITALO TEL. 333-5683481 SIG. MATTAROZZI MAURO 339 7817217 VERGATO (BO) CAC SU LEPRE SIPS ISOLA D’ELBA - SIG. SIGNORINI GRAZIANO - TEL.: 335/6671522 CAPOLIVERI (LI) CAC SU CINGHIALE SINGOLI E COPPIE - TROFEO DELL’ISOLA D’ELBA SIPS BIELLA - C/O PEGORARO RENATO - TEL.: 015/2543417 338/1073006 BIELLA CAC SU LEPRE SIPS TAVERNA DI MONTALTO - C/O CANONACO MARCELLO - IN COLL FIDC DI COSENZA E GRUPPO CINOFILO RENDESE - PER ISCIRZIONI CHIAPPETTA EMILIO - 348/0016126 389/4240606 - FAX: 0984/794077 AFV MORANO CALABRO CAC SU LEPRE SIPS L’AQUILA - C/O VINICIO CAVALIERI - 0862/314713 3351974593 L’AQUILA CAC SU LEPRE - CAT MUTE E COPPIE - 2° TROFEO GILDO FIORAVANTI 02/03 APRILE SIPS SAVONA - SEZ PROVINCIALE SEGUGISTI SAVONESI - TEL. 019/820645 SAVONA CAC SU CINGHIALE - TROFEO CORRADO FERRARO - CAT. MUTE ANLC VIA CAVUOR, 183/B – ROMA DELEGAZIONE ANCL BOLLATI VALERIO IN COLL. CON LA SIPS DI PIACENZA PIANELLO VAL TIDONE CAC CU LEPRE 11° CAMPIONATO LIBERA CACCIA 01/02/03 APRILE APRILE SIPS AVELLINO - C/O FERRARA GIANFRANCO - TEL: 333/4859539 SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI STEFANO - 340/2943753 LIVORNO (LI) CAC SU LEPRE SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI - TEL.: 3405668004 NUORO CAC SU CINGHIALE IN RECINTO PER SINGOLI E COPPIE SIPS PERUGIA - C/O MINELLI MARCELLO - TEL.: 339/6403015 MONTE CUCCO (PG) CAC SU LEPRE - TROFEO MONTE CUCCO - 09 COPPIE E MUTE - 10 - MUTE SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI - TEL.: 3405668004 - NUORO CAC SU CINGHIALE IN RECINTO - PER SINGOLI E COPPIE - 09/10 APRILE SIPS FROSINONE - C/O PALIOTTA ANDREA - VIA REFUSCHI, 10 ESPERIA - TEL/FAX: 0776/909194 - 334/1400372 FROSINONE CAC SU LEPRE SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI RICCARDO - TEL.: 339/4396286 E TESTA WALTER - TEL.: 035/840002 COLLI SAN FERMO (BG) CAC SU LEPRE SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA GIACOMO - TEL.: 0131/219421 329/2177547 ROCCHETTA LIGURE (AL) CAC SU LEPRE SIPS MASSA CARRARA - C/O FUMANTI MARIO - TEL.: 339/4442304 MASSA CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SIPS GROSSETO - C/O ROSSI GIORGIO - TEL.: 347/6202804 GROSSETO SIPS AVELLINO - C/O FERRARA GIANFRANCO - TEL: 333/4859539 CAC SU LEPRE 16/17 APRILE AVELLINO CAC SU LEPRE 09 APRILE SIPS AVELLINO - C/O FERRARA GIANFRANCO - TEL: 333/4859539 AVELLINO CAC SU LEPRE SIPS CUNEO - C/O OBERTO ANGELO - TEL.: 0172/636217 CUNEO 16 APRILE SIPS CUNEO - C/O OBERTO ANGELO - TEL.: 0172/636217 CUNEO CAC SU CINGHIALE 15/16/17 APRILE CAC SU CINGHIALE 08/09/10 APRILE SIPS MASSA CARRARA - C/O FUMANTI MARIO - TEL.: 339/4442304 MASSA CAC SU LEPRE 03 APRILE AVELLINO CAC SU LEPRE 10 APRILE SIPS PIACENZA C/TO SIG. BOSI EMILIO TEL.3381246867 PIACENZA CAC SU LEPRE SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA GIACOMO - TEL.: 0131/219421 329/2177547 FABRICA C. (AL) CAC SU LEPRE 6° TROFEO VAL CURONE SIPS GROSSETO - C/O ROSSI GIORGIO - TEL.: 347/6202804 GROSSETO MUTE SU CINGHIALE IN RECINTO SENZA CAC DAL 02 AL 10 APRILE SIPS CARBONIA IOGLESIAS C/O MACCIONI SERGIO - TEL.: 346/6895928 CARBONIA IGLESIAS CAC SU CINGHIALE IN RECINTO 02/03/04 APRILE SIPS MIRANDOLA C/O SIG. BARALDI ONORIO CELL.335/8171517 TEL. FAX.0535/54606 SABATO : SINGOLO E MUTE ** DOMENICA: COPPIE MIRANDOLA CAC SU LEPRE 12/13 FEBBRAIO SIPS FIRENZE - C/O MAREMMI GIAMPAOLO - 055/686592 VICCHIO (FI) CAC SU LEPRE SIPS CREMONA - C/O PESCATORI RENATO - TEL.: 339/8429938 OSTIANO (CR) CAC SU LEPRE SIPS NAZIONALE TEL.: 0377/802414 FAX: 0377/802234 email: [email protected] - IN COLL CON LA SIPS DI GROSSETO GROSSETO CAC SU CINGHIALE CAMPIONATO SOCIALE SU CINGHIALE X SINGOLI E COPPIE 11/12/13 FEBBRAIO SIPS PADOVA - C/O GARAVELLO ADOLFO - CELL.: 349/2659420 IN COLL CON LA FIDC STANGHELLA (PD) CAC SU LEPRE - SELEZIONE FIDASC - CAT COPPIE E SINGOLI - SIPS BARBERINO C/O MUGNAINI BRUNO TEL.: 380/4368113 SIPS CARPI C/TO SIG.INCERTI GIOVANNI CEL: 349-6174203 SIG. ARLETTI 335-342734 CARPI CAC SU LEPRE SIPS CHIETI - C/O RUTOLO NICOLA - TEL.: 347/5864136 CHIETI CAC SU LEPRE - 2° TROFEO GILDO FIORAVANTI ENALCACCIA DI PERUGIA IN COLLABORAZIONE CON LA SEZ ENALCACCIA DI GUBBIO E LA SIPS DI PERUGIA PERUGIA CAC SU LEPRE SIPS ASCOLI PICENO - C/O ANTOLINI ANTONIO - TEL.: 349/1998250 COMUNANZA (AP) CAC SU CINGHIALE 19/20 FEBBRAIO SIPS CROTONE - C/O MANCUSO GIUSEPPE - TEL.: 338/5448667 CROTONE CAC SU LEPRE TROFEO FRANCESCA MANCUSO - CAT SINGOLO E COPPIE 19 FEBBRAIO SIPS GROSSETO - C/O ROSSI GIORGIO - TEL.: 347/6202804 GROSSETO CAC SU LEPRE SIPS SIENA - C/O BARTOLINI GIUSEPPE - TEL.: 335/1409406 SIENA CAC SU CINGHIALE - CAT. SING. 18/19/20 FEBBRAIO BARBERINO VAL D’ELSA (FI) CAC SU LEPRE SIPS VENEZIA - C/O AGOTINI PAOLO - CELL.: 3289261811 - PER ISCRIZIONI BERGAMO WALTER - 041431809 S. STINI DI LIVENZA (VE) CAC SU LEPRE SIPS VERCELLI - C/O FERRARIS FRANCO - TEL.: N338/8461324 348/7979680 VERCELLI CAC SU LEPRE SIPS ANCONA - C/O MARIOTTI SILVANO - TEL.: 333/3315683 ANCONA CAC SU LEPRE SIPS SASSARI - C/O FIORI COSTANTINO - TEL.: 347/1373645 SASSARI CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SIPS LODI - C/O PIROLA DANIELE - TEL.: 338/2188480 LODI CAC SU LEPRE SIPS ASTI - C/O BOSCHIERO GIANCARLO - TEL.: 0141/208616 - 347/1537388 ASTI CAC SU LEPRE SIPS SASSARI - C/O FIORI COSTANTINO - TEL.: 347/1373645 SASSARI CAC SU CINGHIALE IN RECINTO 21/22/23/24/25/26/27 FEBBRAIO SIPS CROTONE - C/O MANCUSO GIUSEPPE - TEL.: 338/5448667 CROTONE CAC SU LEPRE 20 FEBBRAIO SIPS ISOLA D’ELBA - SIG. SIGNORINI GRAZIANO - TEL.: 335/6671522 CAPOLIVERI (LI) CAC SU CINGHIALE SIPS TORINO - C/O ANGELONE ANTONIO - TEL.: 338/3374292 TORINO CAC SU LEPRE SIPS CREMONA - C/O PESCATORI RENATO - TEL.: 339/8429938 CREMONA CAC SU LEPRE - CAMPIONATO SOCIALE CREMASCO SIPS MILANO - C/O LOCULLI ACHILLE - TEL.: 338/5062067 MILANO CAC SU LEPRE SIPS LODI - C/O PIROLA DANIELE - TEL.: 338/2188480 - LA SELEZIONE REGIONALE E’ VALEVOLE PER LE PROVINCIE: LO - LC - MI - SO - VA - CO LODI CAC SU LEPRE - SEL REGIONALE COPPA ITALIA FIDC SIPS VERONA - C/O DE TOGNI GIANCARLO - TEL.: 348/7355402 - PER ISCRIZIONI VIVIANI REMO 0442/331304 - 3493101040 SAN BONIFACIO (VR) CAC SU LEPRE SELEZIONE COPPA ITALIA SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI - TEL.: 3405668004 NUORO CAC SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO CAMPIONATO REGIONALE SARDO 3 4 25/26/27 FEBBRAIO CAC SU CINGHIALE CAMPIONATO SOCIALE SU CINGHIALE PER MUTE ORVIETO SIPS NAZIONALE - TEL.: 0377/802414 - FAX: 0377/802234 email: [email protected] - IN COLL CON LA SIPS DI ORVIETO - C/O GALLINELLA GIULIO - TEL.: 3382410981 CAC SU CINGHIALE - CAT. SING. PISA SIPS PISA - C/O MARIANELLI CLAUDIO - TEL.: 0571/43572 CAC SU LEPRE - SELEZIONE FIDASC - CAT. MUTE LONIGO (VI) SIPS VICENZA - C/O MEGGIOLARO RENATO - TEL.: 0444/970484 26 FEBBRAIO CAC SU LEPRE AVELLINO SIPS AVELLINO - C/O FERRARA GIANFRANCO - TEL: 333/4859539 26/27 FEBBRAIO CAC SU LEPRE NOVARA SIPS NOVARA - C/O MIGLIORINI LIDIO - TEL.: 0321/826203 CAC SU LEPRE PARMA SIPS PARMA C/TO SIG. CABRALI DENIS CELL. 347 7159448 CAC SU LEPRE - CAT COPPIE E MUTE - SEL FIDASC SAVONA SIPS SAVONA - SEZ PROVINCIALE SEGUGISTI SAVONESI - TEL. 019/820645 CAC SU LEPRE MACERATA SIPS MACERATA - C/O NARDI FRANCO - TEL.: 0733974410 3389664658 26/27/28 FEBBRAIO CAC SU LEPRE ROMANO DI LOMBARDIA (BG) SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI RICCARDO - TEL.: 339/4396286 E TESTA WALTER - TEL.: 035/840002 CAC SU LEPRE ALESSANDRIA 27 FEBBRAIO CAC SU LEPRE AVELLINO SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA GIACOMO - TEL.: 0131/219421 329/2177547 CAC SU LEPRE - 05 SINGOLO E MUTE - 06 COPPIE SIPS AVELLINO - C/O FERRARA GIANFRANCO - TEL: 333/4859539 MARZO 12/13 MARZO SIPS CUNEO - C/O OBERTO ANGELO - TEL.: 0172/636217 CUNEO CAC SU CINGHIALE 18/19/20 MARZO SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI - TEL.: 3405668004 - IN COLL. FEDERCACCIA DI NUORO NUORO CAC SU CINGHIALE IN RECINTO - PER SINGOLI E COPPIE - CAMP. FEDERCACCIA SIPS NAZIONALE - TEL.: 0377/802414 - FAX: 0377/802234 email: [email protected] - IN COLL CON LA SIPS DI ASCOLI PICENO - C/O ANTOLINI ANTONIO - 349/1998250 IN COLL GRUPPO CINOFILO PICENO ASCOLI PICENO CAC SU LEPRE - CAMPIONATO SOCIALE SU LEPRE 11/12/13 MARZO SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI - TEL.: 3405668004 NUORO CAC SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO CAMPIONATO REGIONALE SARDO 06/07 MARZO SIPS CASERTA - C/O FARDELLA GIUSEPPE CASERTA CAC SU CINGHIALE 06 MARZO SIPS ISERNIA - C/O SCACCIAVILLANI GIACOMO TEL.: 338/7046047 ISERNIA CAC SU LEPRE SIENA SIPS SIENA - C/O BARTOLINI GIUSEPPE - TEL.: 335/1409406 03/04/05/06 MARZO CAC SU CINGHIALE - CAT. SINGOLI E COPPIE PIOMBINO (LI) SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI STEFANO - 340/2943753 04/05/06 MARZO CAC SU LEPRE - SELEZIONE FIDASC LECCO SIPS LECCO - C/O VALSECCHI PAOLO - TEL.: 0362/501281 CAC SU CINGHIALE CUNEO SIPS CUNEO - C/O OBERTO ANGELO - TEL.: 0172/636217 CAC SU LEPRE SOLFERINO (MN) SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI AGOSTINO - TEL.: 333/9631423 05 MARZO CAC SU CINGHIALE CASERTA SIPS CASERTA - C/O FARDELLA GIUSEPPE 05/06 MARZO CAC SU LEPRE ALTA VAL D’AGRI (PZ) SIPS POTENZA - C/O VACCARO MICHELE - TEL: 338/4296437 CAC SU CINGHIALE ANCONA SIPS ANCONA - C/O MARIOTTI SILVANO - TEL.: 333/3315683 CAC SU LEPRE RIMINI SIPS RIMINI C/TO SIG. STASI VINCENZO CELL: 338 7193825 SIG.SPAGNOLI DOMENICO CELL: 335 6365185 UFF. 0541 603014 CAC SU LEPRE REGGIO EMILIA SIPS REGGIO E. C/TO SIG. FERRARI DANIELE CEL: 3357128899 CAC SU CINGHIALE - 13° CAMPIONATO SOCIALE SARDO - CAMPIONATO SOCIALE MUTE SAMUGHEO (OR) SIPS SAMUGHEO - C/O PATTA ANTIOCO - TEL.: 328/4835128 19 MARZO CAC SU LEPRE BENEVENTO SIPS BENEVENTO - C/O LOMBARDI LUIGI - TEL.: 335/6021582 22/23/24/25/26/27 MARZO CAC SU LEPRE MANTOVA SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI AGOSTINO - TEL.: 333/9631423 CAC SU LEPRE VESCOVADO DI MURLO (SI) CAC SU CINGHIALE IN RECINTO CAC SU LEPRE PAVIA SIPS CLUB BEAGLE - C/O GAIOTTINO FRANCO - TEL.: 0124/26134 CAC SU LEPRE SIPS POTENZA - C/O VACCARO MICHELE - TEL: 338/4296437 CAC SU LEPRE BIELLA SIPS BIELLA - C/O PEGORARO RENATO - TEL.: 015/2543417 338/1073006 CAC SU LEPRE NOVARA CAC SU CINGHIALE 13° CAMP. SARDO SIPS NOVARA - C/O MIGLIORINI LIDIO - TEL.: 0321/826203 CAC SU CINGHIALE IN RECINTO NUORO CAC SU LEPRE PISA SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI - TEL.: 3405668004 26 MARZO SIPS FIRENZE - C/O MAREMMI GIAMPAOLO - TEL. 055/686592 FIRENZE (FI) AVELLINO 27 MARZO CAC SU CINGHIALE SIPS VITERBO - C/O PARRANO LORENZO - TEL.: 338/4217727 VITERBO CAC SU LEPRE XI° TROFEO PROV VT - XI° COPPA COMUNE DI MONTEFIASCONE - XI° COPPA GRUPPO CINOFILO VT 31 MARZO E 01/02/03 APRILE SIPS AOSTA - C/O NICOLE PERRET - TEL.: 333/4843532 VERRAYES (AO) CAC SU LEPRE - CAMPIONATO VALDOSTANO AVELLINO 26/27 MARZO CAC SU LEPRE SIPS AVELLINO - C/O FERRARA GIANFRANCO - TEL: 333/4859539 CIRCOLO CINOFILO VICENTINO IN COLL DELLA SIPS DI VICENZA - PER ISCRIZIONI FRIGHETTO STEFANO - TEL.: 0445/963660 TRISSINO (VI) CAC SU LEPRE SIPS COMO - C/O DOTTI ANTONIO - TEL.: 335/660699 COMO CAC SU LEPRE SIPS SONDRIO - C/O DE PIAZZI GIULIANO - TEL.: 339/8856011 SONDRIO CAC SU LEPRE SIPS PARMA C/TO SIG. CABRALI DENIS CELL. 347 7159448 TRAVERSETOLO SIPS AVELLINO - C/O FERRARA GIANFRANCO - TEL: 333/4859539 CAC SU CINGHIALE SIPS PISA - C/O MARIANELLI CLAUDIO - TEL.: 0571/43572 SIPS ISOLA D’ELBA - SIG. SIGNORINI GRAZIANO - TEL.: 335/6671522 CAPOLIVERI (LI) CAC SU CINGHIALE - SINGOLI E COPPIE 25/26/27 MARZO SIPS BOLOGNA C/TO SIG.CAPRI ITALO TEL. 333-5683481 MONGHIDORO (BO) ABILITAZIONE LIMIERE VIGGIANO(PZ) SIPS CROTONE - C/O MANCUSO GIUSEPPE - TEL.: 338/5448667 23 MARZO CROTONE CAC SU LEPRE SIPS PAVIA - C/O MAGA FILIPPO - TEL.: 335/8134468 - FAX: 0385/245720 BENEVENTO SIPS BENEVENTO - C/O LOMBARDI LUIGI - TEL.: 335/6021582 19/20 MARZO CAC SU LEPRE MODENA SIPS MODENA C/TO SIG. SOLA WILLIAM 347 8437833 CAC SU LEPRE PIACENZA SIPS PIACENZA C/TO SIG. BOSI EMILIO TEL.3381246867 CAC SU LEPRE COMUNITA’ MONTANA DEL GRAPPA (TV) SIPS TREVISO - C/O FOSSALUZZA SANDRO - TEL.: 339/6032738 PER ISCRIZIONI ANDRIGHETTO RENZO - TEòL.: 339/6740435 IN COLL CON ENALCACCIA DI TREVISO CAC SU LEPRE CREMONA SIPS CREMONA - C/O PESCATORI RENATO - TEL.: 339/8429938 CAC SU LEPRE CUNEO SIPS CUNEO - C/O OBERTO ANGELO - TEL.: 0172/636217 CAC SU LEPRE PISA SIPS PISA - C/O MARIANELLI CLAUDIO - TEL.: 0571/43572 20 MARZO CAC SU LEPRE CROTONE SIPS CROTONE - C/O MANCUSO GIUSEPPE - TEL.: 338/5448667 5 piccoli annunci Allevamento “Dell’Ariola” selezione amatoriale, esclusiva, Segugio Italiano a Pelo Raso Nero Focato dispone di alcuni cuccioli e cuccioloni iniziati da: • MINA (Paride x Selva) x FAGGIO (Omar x Mina) Data di nascita: 6/8/2010 • BIRBA (Mesteno detto Indio x Asia) x NIBBIO (Faggio x Gaia). Data di nascita 6/8/2010 • D.L. FOGLIA (Ribot x Calamiti) x SOLE (Mesteno detto Indio x Asia). Data di nascita: 21/7/2009 Dispone inoltre, di alcuni soggetti adulti con esperienza venatoria, che rifiutano gli ungulati (capriolo, cervo e daino). Per contatti: cell. 0335/6168440 [email protected] Segugi maremmani da cinghiale, fulvi e tigrati (riconosciuti enci) disponibili cuccioli, cuccioloni e qualche adulto. Alcuni anche a pelo forte. Per informazioni telefonare al 340/9136728 Appassionato segugista cerca nella zona di Vicenza nord, compagni per condividere la stessa passione. Chiamatemi al 339 4781619 Cedo cuccioli e qualche monta di Segugio Italiano pelo forte fulvo solo lepre. Qualche soggetto pronto caccia. Cuoghi Franco - Via Toscanini 13 41042 Fiorano M. (MO) [email protected] 0536 830059 - 328 2583213 Addestro amatorialmente solo segugi alla lepre per caccia e gare. Cedo cuccioloni addestrati a non inseguire i caprioli. Curti Giuseppe - Fr. Rongio Inf. 13866 Masserano (BI) - 338 4923623 Cedo importante cucciolata pelo raso nata il 6 agosto 2009 da genitori affemati in prove ed esposizioni. Cuccioli e adulti a pelo forte Telefonare a Novello Piero c/o Allevamento del Brè Gallareto d’Asti - 333 6696020 razze alla ribalta Considerazioni sull’origine del segugio Maremmano e sulla popolarità del manto tigrato Ido Cipriani con un prototipo di Segugio maremmano 32 Che ultimamente i segugi maremmani abbiano catalizzato le attenzioni della maggior parte dei segugisti italici dediti alla caccia al cinghiale è davvero una certezza. Questi segugi, tra i più discussi e chiacchierati del nostro Bel paese, hanno in definitiva ravvivato quella benedetta cinofilia attiva capace di stimolare e far crescere la passione vera per il segugio e per il suo allevamento. Oggi, che finalmente l’iter burocratico ha raggiunto l’obiettivo più importante, ovvero l’iscrizione al Registro Supplementare Riconosciuti, i segugi Maremmani sono divenuti la razza da seguita più diffusa e ricercata. Le oltre seimila iscrizioni degli ultimi tempi ne sono la tangibile conferma. Le cucciolate denunciate sono sempre di più, a dimostrazione che ogni singolo appassionato segugista coinvolto nel fantastico progetto di costruzione di una nuova razza ha ben compreso quale sia la retta via da percorrere. A riguardo di ciò un monito è doveroso, ogni cucciolata che intendiamo denunciare dovrà essere frutto di scelte attente e ponderate. Stalloni e fattrici dovranno generare, per quanto sia possibile prevedere a priori, soggetti quanto più possibile rispondenti allo standard di riferimento che posseggano inoltre ottime qualità venatorie. Che siano fulvi, tigrati o neri focati, questi segugi se ben addestrati riescono a concedere tantissime soddisfazioni ai loro conduttori sia nella caccia pratica come nelle competizioni, dove da anni raggiungono importantissimi Ma tra gli appassionati di questi segugi le discussioni più animate sovente si accendono a riguardo della loro genesi e ancor più a riguardo dell’origine del manto tigrato. Ed è proprio sull’insorgere e sul diffondersi di questa particolare livrea, che nel tempo si sono fatte numerose supposizioni, talune frutto di “cinoleggende” altre invece fondate su avvenimenti certi. Vediamo dunque di seguito di approfondire l’argomento in maniera analitica considerando anche testi e immagini che in tempi non sospetti si occuparono di quei meticci che, di fatto, furono i progenitori degli attuali segugi maremmani. Il dato certo è che in origine il manto di questi cani era fulvo sia nella varietà a pelo raso sia in quella a pelo forte, con differenti tonalità di colore e spesso con ampie macchie bianche sugli arti, sulla testa o nella zona del petto. Lo dimostrano sia alcune inequivocabili testimonianze verbali dei pochi vegliardi canettieri che vissero la Maremma “cattiva e amara” dei primi anni del secolo scorso, sia alcune vecchie e ingiallite fotografie d’epoca che gelosamente conservate dai loro proprietari sono giunte sino ai giorni nostri. Vi sono poi anche numerosi testi che in tempi non sospetti si occuparono inconsapevolmente di segugi maremmani o meglio dei loro progenitori. Tra questi merita rilevare alcune considerazioni pubblicate sul libro “ Mino Cupini con Nocciolino Il segugio e la caccia” ( Ed. Olimpia 1985 ) di Pier Luigi Peccorini Maggi e Don Nando Armani, In quest’opera si riserva un capitolo ai “ Cani da cinghiale” mettendo ancora in evidenza che in Italia, siamo nel 1985, non esistesse uno specifico segugio per il setoluto suide. Nonostante ciò, si asserisce che nelle maremme, dove i cinghiali si cacciano sin dalla notte dei tempi, venivano utilizzati, cito testualmente … cani rustici dalle più inclassificabili morfologie. E per individuare un possibile modello, i due autori si rifanno a una pietra miliare della letteratura venatoria del nostro bel Paese, “ Giornate di Caccia” del marchese Eugenio Niccolini. Questa eccezionale pubblicazione ricca di attente descrizioni di uomini e cani e illustrata con singolari foto d’epoca e dipinti del pittore Eugenio Cecconi, permette davvero di tracciare un profilo dei progenitori degli attuali segugi maremmani. Dunque analizzando foto e dipinti che ritraggono i cani utilizzati nelle antesignane battute maremmane, Armani e Peccorini tracciano un generico profilo dell’originario cane da cinghiale; cito dal testo … quei soggetti erano per lo più a pelo ruvido, qualche volta tricolore col nero, fulvo e con molto bianco; risultavano robusti, piuttosto alti, con orecchie attaccate alte e corte, privi di divergenza degli assi craniomusali, occhi rotondi, spesso con coda mozzata. Dalle descrizioni di Niccolini si deduce che erano di carattere impavido, pieni di grinta, passione e accortezza. Obiettivamente in tale descrizione si riscontrano tante delle caratteristiche morfologiche e attitudinali dell’attuale segugio maremmano. Da notare che nelle narrazioni del Niccolini non si fa alcun accenno al manto tigrato, che, come vedremo in seguito, si diffonderà dalla metà del secolo scorso. L’altra importante pubblicazione che a mio modo d’intendere merita considerare è quella del Prof. Franco Nobile intitolata “ La caccia tradizionale al cinghiale ”, un fortunatissimo libro che concesse largo spazio al segugio da cinghiale Dopo aver ampiamente descritto le varie razze da seguita utilizzate nella caccia al cinghiale, Nobile intitola un paragrafo in modo davvero singolare: Una galassia di bastardi. Localizza questi soggetti soprattutto in Maremma puntualizzando opportunamente che la programmazione delle cucciolate qui avveniva tenendo esclusivamente conto delle qualità venatorie di fattrici e stalloni. Quindi, nel formulare scherzosamente un ipotetico albero genealogico di tali meticci, fa riferimento proprio a quei luoghi che saranno poi da individuare come la culla degli attuali segugi maremmani. Torniella, Capalbio, Marsiliana sono, tra le altre, le località dove si sono sviluppate alcune delle più importanti correnti di sangue che sono poi giunte sino ai giorni nostri. Senza approfondirne troppo le ragioni, nell’opera di Nobile si rimarca che in Italia non si è mai messo impegno nel cercare di selezionare altre razze da seguita oltre il segugio italiano, e si accenna al fatto che vi sarebbe l’opportunità di, cito: … estrapolare alcune correnti sanguigne incentrate soprattutto sulle doti di lavoro più utili per la caccia tradizionale al cinghiale in battuta, e creare per esempio delle razze originarie della Maremma toscana. Un auspicio che fortunatamente ha avuto un concreto seguito. Ma continuiamo nell’analizzare i testi, tra le pubblicazioni riguardanti i segugi Maremmani, quella di Ido Cipriani da Fonteblanda è di certo una delle più complete e attendibili a riguardo della genesi di questa razza. Nel suo libro “ Le origini del segugio maremmano da cinghiale nei dintorni di Talamone dal 1920 a oggi” Ido ripercorre con precisi riferimenti storici, e eccezionali reperti fotografici, la storia di tutti quegli straordinari segugi che a partire dai primi anni del secolo scorso costituirono le basi genetiche per lo sviluppo del segugio maremmano nella bassa maremma. Addirittura nella sua opera Ido riporta tutti gli alberi genealogici dei cani considerati a partire dal 1921, documentandoli con numerose fotografie d’epoca che testimoniano chiaramente quanto in quell’area fossero considerati i segugi. Tant’è che è proprio nell’area di Talamone, precisamente nella tenuta di Bengodi, dove possiamo individuare uno dei primi inconsapevoli selezionatori di segugi Maremmani; un personaggio sovente rammentato nella pubblicazione del Cipriani. Il signore di Bengodi, Giuseppe Avunti Vivarelli, che fece della caccia il filo conduttore della sua esistenza, fu disposto a impegnare energie e mezzi per far giungere nel proprio canile il meglio dei cani da seguita che la poverissima Maremma del tempo gli poteva offrire. E con un nutrito gruppo di questi segugi e un manipolo di cinghialai maremmani si presentò nel 1933 ad una delle consuete adunate del 33 Teste di Segugi Maremmani tigrati 34 Duce. In quest’occasione furono scattate alcune eccezionali fotografie, tra le quali una per noi davvero interessante. Una posa che ritrae un considerevole numero di cani da cinghiale, le cui caratteristiche morfologiche sono sorprendentemente simili. Una ventina di progenitori degli attuali segugi maremmani, soggetti con manti piuttosto chiari, sovente con abbondanti toppe di bianco; tutti con espressioni fiere e attente, ottimi appiombi, attaccature degli orecchi molto alte e crani ben cesellati, insomma segugi davvero rispondenti all’attuale standard di riferimento. Ovviamente tutti questi soggetti, che in parte provenivano da differenti correnti di sangue, erano stati selezionati esclusivamente in funzione delle loro specifiche qualità venatorie. In definitiva come fossero fatti questi ausiliari non interessava davvero a nessuno, ciò che importava a tutti erano invece la loro specifiche capacità di scovare, abbaiare a fermo e inseguire i cinghiali. E il dato che a parer mio merita rilevare è che già nel 1933 questa tipologia di “selezione indotta”, ma in definitiva molto rispondente a quella naturale, aveva notevolmente standardizzato la morfologia. Un elemento certo è che in tutta la Maremma, il manto tigrato s’è diffuso soprattutto negli ultimi venti anni del secolo scorso. Ma facciamo un salto a ritroso di oltre un secolo. Il primo cane con il manto tigrato pare che apparve a Manciano, addirittura nel 1906, le origini della sua particolare cromia non sono per nulla chiare. Ad ogni modo le sue caratteristiche cromatiche non ebbero alcun seguito. I canettieri del tempo non gradivano affatto i manti scuri e striati, troppo simili a quelli dell’irsuto, e dunque di difficile individuazione nel fitto della mediterranea. E ancora oggi vi sono taluni segugisti maremmani, Ido Cipriani è uno di questi, che considerano esclusivamente il manto fulvo, asserendo che anche in natura il manto tigrato è riservato solo ad alcuni felini, come la tigre o il gatto selvatico, che fanno del mimetismo una delle carte vincenti dei loro agguati. Insomma a molti canettieri maremmani i tigrati non andavano e non vanno giù. Per trovare altre notizie certe su segugi con il manto tigrato dobbia- mo arrivare al 1935, quando i conti Gottarelli, signori del Belagaio, nota località alle spalle di Roccastrada, importarono dall’Africa tre cani da seguita dalle forme piuttosto esili con il pelo granito e striato. Pare che questi tre soggetti fossero ottimi segugi, cani coraggiosi e resistenti che si adattarono molto velocemente alla fitta boscaglia maremmana. Facile comprendere che viste le ottime qualità venatorie di questi cani alcuni canettieri che abitavano nei territori confinanti con il Belagaio decisero di incrociare i loro cani con questi soggetti alloctoni. Fu così che le località dei Piloni e di Torniella divennero tra le principali fucine di soggetti dal manto tigrato, in particolare nella varietà a pelo forte. E ancora oggi nelle vene di tanti dei migliori segugi da cinghiali della maremma scorre sangue delle correnti “pilonaie” e “tornielline”. Anche le sciagurate circostanze belliche del secondo conflitto mondiale per certi versi contribuirono all’approdo in Maremma di altri cani dal manto tigrato. Soggetti che andarono poi a incrociarsi con i meticci autoctoni, autentici progenitori degli attuali segugi Maremmani. Nello specifico gli episodi in questione sono riconducibili verosimilmente al 1945. Il primo riguarda un hannoveriano dal manto tigrato che sembra viaggiasse costantemente al seguito di un maggiore dell’esercito tedesco. Pare che quando nel 45 durante l’avanzata degli alleati l’ufficiale cadde in combattimento il suo segugio rimase randagio nelle campagne Maremmane. Questo segugio dalle forme possenti e dall’abbaio potente finì per accoppiarsi con alcune cagne locali generando cuccioli ben piazzati e dal manto tigrato. Sempre nel 45, mi racconta Giancarlo Castagnoli, storico presidente della Prosegugio Labronica, in quel di Venturina suo paese natale, apparve un’esile cagnetta dal manto tigrato e dalle movenze eleganti. A portarla sino in Toscana dalle coste del nord Africa furono gli americani su uno dei tanti camion che facevano arrivare rifornimenti ai soldati impegnati nella liberazione. Questa cagnetta tigrata ben presto dimostrò di possedere eccellenti doti venatorie, tant’è che più volte fu fatta coprire da illustri soggetti autoctoni generando valide progenie con cuccioli dal manto tigrato. L’altro episodio, davvero analogo, avvenne probabilmente nel me- Sergio De Marco con i suoi maremmani tigrati desimo periodo ed ebbe come protagonisti alcuni soldati italiani originari dalla provincia di Grosseto rimasti prigionieri sempre in Africa settentrionale. Pare che questi militari, peraltro già appassionati cacciatori, al rientro dei campi di prigionia in Cirenaica riportarono nella loro Maremma alcuni particolari cani dal manto tigrato che avevano visto cacciare durante la loro permanenza africana. Anche in questo caso i segugi alloctoni risultarono formidabili cacciatori e dunque degni d’essere accoppiati con cani del posto. Analizzando tutte queste testimonianze un dato comune si può certo riscontrare: il manto tigrato giunse in Maremma tramite un’immissione di soggetti provenienti dall’estero. E fu proprio grazie alle eccellenti doti venatorie di questi segugi alloctoni che il loro particolare manto prese a diffondersi generando discendenze che negli ultimi anni del secolo scorso ebbero un deciso sviluppo. Una popolarità, quella del manto tigrato, dovuta sia all’incremento su tutto il territorio nazionale della caccia al cinghiale in battuta, sia dal desiderio per i neofiti segugisti di possedere con certezza un segugio maremmano. In definitiva il manto tigrato era considerato indice di garanzia, poiché a parte pochissimi hannoveriani localizzati soprattutto nella zona Alpi, non esistevano in Italia altri cani da seguita con questa livrea. Dunque per i neofiti che si avvicinavano a questa razza possedere un segugio tigrato, equivaleva senza dubbio a possedere un segugio Maremmano. Poi, man mano che la popolarità di questi segugi si è accresciuta permettendogli, con non poche fatiche, di giungere sino alla cinofilia che conta e dunque alle prove espositive riconosciute, lo standard morfologico è divenuto di pubblico dominio. Oggi la maggior parte degli appassionati di questa razza sa bene come debba essere strutturato un segugio maremmano, e sa altresì benissimo che fulvo, tigrato o nero focato che sia, se ben addestrato questo ausiliare potrà divenire un eccezionale segugio da cinghiale. Testo e foto di Federico Cenci 35 razze alla ribalta Alla riscoperta del nostro segugio: IL LEPRAIOLO 36 Casola Val Senio: gruppo con i Segugi dell’Appennino Quando nel 1962 ho iniziato a selezionare i lepraioli erano, secondo me, la perfezione del Segugio italiano. BRIK, tipicissimo lepraiolo (secondo me tipicissimo Segugio italiano) perché QUESTO ERA IL NOSTRO CANE. La taglia era piccola, non superava i 43 centimetri, il mantello era di colore rosso fulvo, il pelo era ruvido. Le macchie che aveva erano situate nel posto giusto e cioè: macchia bianca al petto, piccola lista in fronte, i quattro piedi e la puntina della coda bianca, orecchie attaccate alte leggermente con la punta arrotondata, stese sulla guancia non sorpassavano il tartufo. Sul lavoro era un fenomeno, era un cane completo,sapeva far tutto da solo con un metodo di lavoro eccellente. L’unica pecca era la voce, non sulla qualità ma nella quantità, nella fase di accostamento era un pò parco, ma si faceva perdonare poi con lo scovo e la seguita. Queste due fasi le faceva senza tanta difficoltà anche con condizioni climatiche proibitive e su qualsiasi terreno. Una volta fatto l’incontro si trasformava, i suoi movimenti diventavano energici, briosi, nevrili, sulla pista era grintoso, spigliato e sbrigativo.Era un grande valutatore dell’usta, sapeva discernerla in tutte le sue sfumature, lo faceva con grande intelligenza adoperando con maestria naso e cervello. Questo cane appena descritto sommariamente è stato la base e il punto di riferimento della mia selezione che da 47 anni cerco di conservare con le stesse caratteristiche. Adesso devo fare con gioia un urlo di scovo: ho detto, ripeto e confermo, secondo me, QUESTO ERA IL SEGUGIO ITALIANO. Perché i nostri grandi maestri del segugismo italiano hanno voluto manomettere inquinando quel preziosissimo prodotto nostrano che i nostri vecchi ci avevano lasciato? Perchè quel cane autoctono si è voluto quasi estinguere? Nel mondo ogni nazione ha la sua razza di segugio, si vanta di averla e custodisce gelosamente. Perchè solo noi no? I grandi maestri del segugismo italiano che per il lepraiolo hanno adoperato il termine: cagnolo, bastardino, scaccino, canetto di mezzo orecchio, di mezza passata e di mezza seguita, tutti termini dispregiativi. Io, senza nessuna paura ed alla stessa maniera, li adopero per il segugio italiano di oggi. Cani che cantano le litanie dalla mattina alla sera con musi sprofondati nel terreno come se dovessero scavare le fondazioni di una casa,con la lepre che sta’ li a sbeffeggiarli. Bisogna dire che la colpa è stata sempre dei grandi maestri perché hanno inculcato nella mente dei segugisti “La passata di POMODORO” aggiungo io. I cani di grande metodo e di grande naso che incollano il tartufo al terreno, senza adoperare il cervello, lasciamoli a chi li ha, noi dobbiamo rifare il segugio italiano come quello di “ZI VINCENZ”, PERCHÈ QUELLO ERA. Io continuerò a dirlo e a farlo e resterò, finchè vivrò, a selezionare sempre su quella strada. Riferirò un episodio di una giornata di caccia che desterà sicuramente dei dubbi ma che è avvenuto realmente nel settembre del 1970, protagonista il mio Bobbino, sempre della linea di sangue della cagna catturata a Campo Imperatore. Io e il mio compagno di caccia Miuccio eravamo a caccia sui monti della catena appenninica del Sirente. Il mio gruppo di lepraioli era formato da: Lilla , Vespa e Bobby. Di buon’ora attaccano una pastura di un leprone maschio, dopo un accostamento preciso, deciso e sicuro, portato avanti con grinta, spigliatezza e sbrigatività, lavoro tipico del piccolo lepraiolo, dopo un bel pò di tempo, scova con decisione. Parte un inseguimento serrato, incalzante, con voci squillanti con toni alti ed acuti.La seguita la sentiamo bene per qualche tempo, poi ogni tanto si copre, a tratti si risente, poi non la sentiamo più, i cani hanno scavalcato, sono sull’altro versante della montagna. Intanto io e Miuccio ci dividiamo i ruoli, le zone ed i passaggi da coprire. Finalmente risento le voci dei cani, la seguita sta rientrando verso il nostro versante, sta scendendo, piega leggermente verso di noi, poi prende la mulattiera che scende a valle, i cani si ammutiscono, sono in fallo. Passa poco tempo e risento la voce di Bobbino che risolve e rimette.La seguita continua a scendere a valle, la sentiamo ancora bene, poi ricadono di nuovo in fallo, ancora poco tempo di silenzio, questa volta sento la voce acuta di Lilla che risolve e rimette.La seguita riparte con ardore e si protrae per tutta la valle, occupiamo una buona posizione per sentirla, risolvono ancora due falli e poi ricomincia a risalire, purtroppo non verso di noi, ripiega, si ricopre e poi non la sentiamo più. Dico a Miuccio di mantenere la posta e prendo la mulattiera che porta in cima per scoprire l’altro versante della montagna. Il sole intanto si alzava, la temperatura incominciava a salire e faccio una bella sudata per arrivarci. Finalmente risento le voci dei cani molto lontano, faccio fatica a captarle, a volte li sento a volte no, la montagna crea spesso ostacoli alla propagazione delle onde sonore. Guardando la posizione del sole era passato da un bel pò mezzogiorno, i cani non li sento più, incomincia a subentrare un pò di paura, perché il giro diventa troppo lungo, è vero anche che è maschio di lepre.Piano piano riprendo la mulattiera per raggiungere il mio compagno Miuccio che come una statua manteneva la posta. Nel parlare chiedendoci i come ed i perché, nel commentare il lavoro del gruppo eravamo già a pomeriggio inoltrato. Nell’aspettare approfittiamo per mangiare un pezzo di pane casereccio con il formaggio.Tutto ad un tratto un sospiro di sollievo perché in silenzio sono rientrate Lilla e Vespa, manca solo Bobbino. Il mio compagno Miuccio deve rientrare a casa per un impegno preso con un notaio per un atto notarile.È mia regola aspettare sempre i miei cani e dico a Miuccio: “ Puoi tornare tranquillamente a casa, quando finisci di fare le tue cose mi vieni a riprendere”. Risalgo verso la cima della montagna per sentire la voce di Bobbino, ma niente, non sento nulla, intanto passa il tempo. Decido di riprendere la mulattiera per riscendere al posto della sciolta. Con la tensione e la preoccupazione di aspettare, non mancava molto per il tramonto, tutto ad un tratto mi si riapre il cuore perché, da lontano, risentivo qualche colpo di voce di Bobbino, un pò roca e stanca. Nel frattempo, lungo la mulattiera, vedo salire verso di me un grosso leprone, che nell’avvicinarsi avverte la mia presenza e come un fulmine fa un gran salto di lato e senza esitare gli sparo un colpo, però vedo solamente un gran polverone.Vado a sincerarmi se il tiro fosse andato a buon fine ma non trovo niente.Intanto risentivo il cane che ogni tanto ridava un colpo di voce e si avvicinava sempre di più, cercavo di tagliargli la strada per recuperarlo. Finalmente ad un centinaio di metri prima di dove avevo sparato, gli salto quasi addosso, gli metto il guinzaglio e lo abbraccio con gioia e soddisfazione. Era stanchissimo e nonostante ciò a guinzaglio, con muso per terra, mi tira verso il posto dello sparo. Facciamo 10/15 metri di lato e mi porta dentro ad un ginepraio, ancora 6 o 7 metri avanti e si avventa quasi con rabbia in mezzo ad un ginepro ed afferra il leprone morto, che dalla mattina non aveva mai mollato. Non credevo a miei occhi!! A questo punto riabbraccio il mio Bobbino, piccolo lepraiolo, con tanta gioia e commozione, per la gran bravura e per il gran lavoro portato a termine da gran campione. Per i grandi maestri del segugismo italiano questo è il: “cagnolo, bastardino, scaccino, canetto di mezzo orecchio, di mezza passata e di mezza seguita. Ai posteri l’ardua sentenza!!! Nino Chichi Segugio dell’Appennino 37 punti di vista 38 Incomprensioni Il Sign. Paolo Cerra scrive sulla nostra rivista (nr. 88 settembre 2009, pag. 42) un articolo dal titolo “inesattezze II” in cui, tra l’altro, contesta le argomentazioni di un mio scritto dal titolo “ Non condivido ma… obbedisco” comparso, sempre sulla nostra rivista, sul nr. 85 dicembre 2008. Noto con una certa soddisfazione (mal comune, mezzo gaudio) che nell’elenco dei bocciati, (secondo Cerra), vi sono il giudice Giuseppe Gramignoli e l’allevatore del segugio dell’appennino Giorgio Zauli. Non ho il piacere di conoscere personalmente il Sign. Zauli, ma mi permetto, a distanza, di farGli i complimenti per la chiarezza, schiettezza, linearità e sinteticità dei suoi scritti. Mi viene da pensare che similmente i suoi cani effettuino cerche spedite e accostamenti sicuri e sintetici. Al grande Beppe, che un male incurabile ha stroncato prematuramente l’autunno scorso, avevo suggerito: “Guarda e passa e non ti curar di loro…” Per comodità del lettore, ricordo in sintesi che in tale articolo riporto l’azione di una muta di quattro seguge a pelo raso fulve durante una prova di lavoro a “Oltre il colle” (Bergamo), le quali, dividendosi, dopo circa venti minuti di seguita, non sono da me qualificate. Tenendo conto che due di esse (Diva e Zanna) inseguono ancora da sole per non meno di un’ora mi rammaricavo di non aver chiuso il turno prima e, soprattutto, osservando scrupolosamente il regolamento, pur non condividendolo, di non aver qualificato le due rosse singolarmente. Riflettendo su alcuni episodi avvenuti dopo la prova, ancora adesso, sono incerto nel ritenere il mio comportamento produttivo o meno e mi chiedo se non era preferibile qualificare, chiudendo un occhio (nel bosco non c’era nessuno!) ed, anche, a non scrivere l’articolo. Mi sorgono queste perplessità alla luce di commenti negativi (taluni anche veramente offensivi) che lasciano amaro in bocca e m’inducono a pensare: “Ma chi me l’ho fa fare?” La risposta a tale quesito è molto facile e semplice: la coscienza di assolvere puntualmente il proprio compito assegnato. All’indomani dell’uscita dell’articolo, singolare la domanda che mi ha posto un mio compaesano: ”Quanti soldi hai preso per l’articolo?”. Pen- savo si riferisse alla pro segugio ed ho risposto: ”Niente di niente”; viceversa ho capito successivamente, dialogando con lui, che si riferiva ai proprietari delle quattro rosse. Ora, tenendo conto che in questo scritto rincaro la dose sulla bravura delle pavesi ed, anche, parlo bene dei cani di Don Nando, il compaesano non dormirà sonno tranquilli, immaginando il fiume di denaro che si riverserà nelle mie tasche; ma non è così e non sarà mai così. Credo sia opportuno riferire che nel DNA dei miei cani non vi sono caratteri genetici né delle pavesi, né dei cani di Don Nando; questo per inciso onde evitare che qualche altro benpensante ritenga che mi voglia fare pubblicità gratuitamente. A differenza di tanti altri (e ve ne sono tanti!) che ritengono i propri cani i migliori in assoluto, quando sussistono le condizioni penso si possa, anzi, si debba apprezzare le correnti altrui ed a riconoscere il giusto merito. Per dovere di cronaca devo riferire che tante persone si sono complimentate, pur con qualche distinguo, per ciò che ho fatto e scritto e mi sento in dovere di ringraziarle. Sono grato pure al Sign. Cerra del Suo interessamento giacché mi dà l’opportunità di chiarire ulteriormente il mio pensiero in proposito, scusandomi con il lettore perché dovrò ripetere concetti già esposti. Sono certo che più d’uno si meraviglierà del ringraziamento verso Cerra perché le Sue critiche, nei miei confronti, non sono state molto tenere. Un colto segugista scrive: “…le prediche vanno ascoltate, valutate e accolte se propositive, oppure confutate e anche rifiutate se solo denigratorie” (Dall’Olio). Vada per le propositive. E’ probabile che io non sia stato sufficientemente chiaro nell’esporre alcuni concetti, oppure che sia stato frainteso. Mi sovviene tale preoccupazione in quanto condivido pienamente il principio generale esposto dal Sign. Cerra all’inizio del Suo articolo quando afferma: ”…il segugio è segugio soltanto se lavora sulla traccia, altrimenti non è tale; è solo...”. Nella selezione dei miei cani e nella pratica venatoria tendo sempre a perseguire tale principio, anche per evitare figure “barbine” tanto a caccia quanto nelle prove di lavoro nelle vesti di canettiere. Ritornando all’articolo del Sign. Cerra devo chiarire, innanzi tutto, che io sono un inguaribile ottimista e vedo la possibilità, in questo frangente, di approfondire ed ampliare l’argomento, pur essendo consapevole della concreta possibilità d’incarnierare ulteriori critiche. Viceversa, se io fossi pessimista, in tale scritto registrerei le seguenti caratteristiche: 1) le argomentazioni di Cerra sembrano un insieme d’assiomi, verità assolute ossia affermazioni che è superfluo dimostrare perché palesemente vere. Io, al contrario, mi faccio tanti interrogativi e sono spesso dubbioso nella valutazione dei segugi e, pur con tutta la buona volontà, non sono mai sicuro di aver operato correttamente. Il regolamento mi viene in aiuto e cerco di osservarlo scrupolosamente; 2) comprensione del mio scritto nettamente insufficiente. Ha travisato, volutamente o inconsapevolmente, il senso del mio dire dando un significato a parole e frasi molto soggettivo e di parte; 3) la presunzione (che spesso è data dall’ignoranza, ahimè comune nel mondo segugista!) di giudicare persone e fatti senza la necessaria conoscenza. La valutazione del lavoro dei segugi è difficile quando si è presenti, figuriamoci in assenza; 4) riporta una frase del compianto avv. Fioravanti: “I giudici che si fanno una concezione del lavoro dei cani ancor prima della prova sono i più pericolosi”. Frase certamente condivisibile, ma fuori luogo, infatti, nello stesso scritto in qualche riga precedente si legge: “Una bella muta di quattro femmine rosse fulve, che avevo giudicato il mese precedente e che mi aveva impressionato nella fase della seguita”. In realtà avevo scritto solo fulve o, in altra occasione, rosse, non ho ripetuto due parole dello stesso significato. Per le restanti mute ho menzionato solo la razza d’appartenenza perché non rilevanti per l’obiettivo che mi prefiggevo. La mia valutazione dei cani è indipendente dal nome del proprietario e da eventuali qualifiche ottenute dagli stessi in precedenti prove, e giudico il lavoro svolto in quel momento. Non posso certo dimenticare, in ogni caso, l’opinione (buona Pietro Dallagiovanna con due suoi amici al Campionato Sociale Piacenza 2010 o negativa) di cani già giudicati quanto dei relativi proprietari, anzi credo sia molto utile la conoscenza degli stessi per meglio operare; 5) bisogna essere grati a Cerra perché ci ha erudito sul comportamento d’alcune categorie di lepri (d’annata, gestanti, menomate, sopravissute dell’anno precedente). In altra occasione c’è da sperare che voglia spiegare anche il comportamento dei maschi!; 6) senza essere presente alla prova e non aver mai visto i cani, l’arroganza d’interpretare la muta come composta di due coppie, una d’iniziativa e l’altra di passata di proprietari diversi. Niente di più fantasioso: ho appurato che i cani cacciano sempre insieme, e con gran profitto, e la proprietà degli stessi è condivisa dai due amici; 7) per quanto riguarda il paragone non appropriato (secondo Cerra) tra la muta dei segugi francesi e degli italiani ho inteso semplicemente affermare che, dopo venti minuti di seguita, se le rosse, incapaci di risolvere il fallo, non si fossero divise, avrebbero meritato una qualifica certamente superiore a quella assegnata ai francesi. Il paradosso è che, se Diva e Zanna si “imballavano” come, probabilmente, le altre due, la muta restava coesa e si sarebbe qualificata. Nell’articolo precedente non ho riferito del fatto, poiché ininfluente per lo scopo prefissato, che al canettiere dei Porcelaine, in fase di risoluzione di un fallo di seguita (della durata di non più di dieci minuti su lepre derubatasi al sopraggiungere della muta), ho chiesto se desiderava continuare oppure legare i cani, confidandogli che, sino a quel momento, sussistevano gli estremi per una qualifica anche se, ovviamente, non alta. Senza alcun’esitazione il canettiere legò i cani. Non volevo commettere l’errore precedente, pretendendo troppo dai segugi in una giornata probabilmente difficoltosa. La diversità degli standard di lavoro tra segugi italiani e francesi in tale situazione è fuori luogo, non c’entra nulla. Alla muta di Porcelaine ho attribuito il molto buono perché semplicemente meritavano tale qualifica per il lavoro svolto. La durata della prova delle pavesi fino al momento della divisione è stata superiore a quella dei francesi e lo spazio percorso per lo meno il quadruplo. Ritengo che nel giudizio finale occorre tenere in debito conto anche quest’aspetto oltre, ovviamente, ad altre caratteristiche; 8) per fortuna non ho commesso errori concreti di relazione e qualifica (non ho qualificato!). Non riesco ad immaginare cosa avrebbe detto Cerra in caso contrario. In sostanza m’incolpa di quello che penso e scritto, non di ciò che ho fatto; 9) mai pensato o scritto che per l’inseguimento prediligo cani focosi, sanguigni, elastici. Questa mi sembra altra invenzione di Cerra. Ho semplicemente scritto che i cani di Don Nando, in talune giornate, erano molto veloci a trovare le lepri; altri segugi, nelle stesse condizioni, abbaiavano molto ma non trovavano nulla. Per quanto riguarda la seguita io prediligo quella sicura, incalzante, sostenuta da buona voce, senza sbandamenti; nel caso di coppie e mute in perfetta coesione. Difficile per dei cani lenti incalzare la lepre, ma se a Cerra piacciono, benissimo. 10) nell’articolo di Cerra si legge… ”Non bisogna dare un’idea distorta di quello che deve essere il lavoro del segugio, perché in questo modo si crea tanta confusione in modo particolare nei confronti di chi si affaccia per la prima volta al gioco più bello del mondo.” Ed ancora, verso la fine …”e penso che non sia questo il modo migliore per apportare una crescita culturale, da lui tanto auspicata”. Io, invece, penso che non sia questo il modo migliore per apportare una crescita culturale: capire pan per frasca, giudicare ed offendere le persone senza conoscerle, usare un linguaggio pieno di boria, ritenere di possedere la verità assoluta. Nella storia dell’umanità alcune teorie ritenute indiscutibili perché formulate da pensatori geniali si sono rivelate poi completamente errate: vedi Aristotele con la faccenda della Terra al centro dell’universo. Non bisogna cadere nello stesso equivoco: siccome“l’ha detto Lui” non necessariamente è vero. La dottrina segugista (ammesso che esista!) è quanto mai variegata, anche per la stravaganza d’alcuni suoi cultori, e la correttezza del giudizio può esserci solo se si segue e s’osserva scrupolosamente lo standard morfologico e di lavoro. I parametri della prova non possono essere stravolti da convinzioni personali, ma devono essere ossequiosi dei regolamenti e degli standard; non bisogne cadere in errori di valutazione assolutamente soggettivi che ci allontanano dalla selezione zootecnica, che è la nostra meta. Per fortuna io, come dicevo, sono ottimista e tali considerazioni molto negative non le accetto e mi rifiuto di considerarle. Dell’articolo del Sign. Paolo condivido in toto due concetti: 1) …..”il segugio è segugio soltanto se lavora sulla traccia, altrimenti non è tale; è solo nel momento in cui viene a mancare l’olfattazione del selvatico che può andare avanti d’iniziativa, sempre nella giusta misura, per riannodare la passata…iniziativa e metodo sono, in sostanza, l’applicazione pratica dell’intelligenza del cane e che non c’è una specie di cerca più intelligente di un’altra”. Ritengo che qualsiasi segugista sia in linea con tale teoria, non potrebbe essere altrimenti. Sarebbe interessante in ogni caso conoscere l’esatto significato della frase: ”giusta misura”; sono sicuro che le opinioni in merito sono nettamente diverse; 2) ...”ricordando un personaggio 39 che è passato a miglior vita (come lui soleva ripetere), penso il più preparato e più rappresentativo che la storia segugista ci abbia dato, l’avv. Gildo Fioravanti”. Per onestà e correttezza nei confronti d’altri personaggi famosi, viventi o passati a miglior vita e, sperando di non incorrere nelle ire degli estimatori del grande GILDO, cambierei l’articolo il ed aggiungerei: uno dei più preparati… 40 Credo sia opportuno riassumere le varie fasi di lavoro della muta pavese e puntualizzare diversi passaggi poiché, forse, non chiari. Ricerca della passata notturna: nel primo quarto d’ora di prova i cani cercano, senza un minimo scagno, un po’ qua un po’ là; non sono proprio a ventaglio, come stabilisce lo standard, ma poco ci manca. Sono certamente diversi da soggetti di alcune mute (pur blasonate) i quali, anche nella ricerca della passata, non si allontanano mai l’un dall’altro, vuoi perché richiamati sempre ed in modo ossessivo dal canettiere, vuoi perché geneticamente portati a tale comportamento. Sono altresì diversi per quanto riguarda la voce. Dalla sciolta sino all’incontro sono stati silenziosi; non potrebbe essere altrimenti, cosa dovrebbero scagnare se non c’è l’incontro? Tale puntualizzazione mi viene spontanea considerando il comportamento di numerose mute che, alla sciolta, attaccano subito, con grande ardore e senza pause in luoghi in cui altri segugi non rilevano. Le motivazioni possono essere molteplici e, probabilmente, vanno ricercate nella diversa sensibilità olfattiva o, per dirla come il dott. Palmiro Clerici, i primi hanno una soglia olfattiva bassa rispetto a quelli parchi di voce. Tale motivazione non è certo esaustiva ed il problema andrebbe approfondito, ma non è questa la sede più opportuna. Mi limito a considerare lo standard e, credo, che una voce simile a quella delle pavesi sia più rispondente (intesa in senso lato). Accostamento: rilevata passata in punti diversi (non più di trenta/quaranta metri l’uno dall’altro) il canettiere unisce la muta che evidenzia, sino a questo punto della prova, correttezza, disciplina e maneggevolezza Nell’articolo precedente ho spiegato che tale fase è condotta dalla muta nel suo insieme ed ogni soggetto, secondo le sue inclinazioni, apporta il proprio contributo. Non sono cani che cacciano sempre in fila indiana o, per lo meno, non necessariamente: dipende dal grado d’olfattazione e dall’ambiente in cui si trovano. Quando c’è un fallo si aprono a ventaglio e se uno della muta incontra di nuovo, si uniscono e procedono in fila. In accostamento è normale aprirsi a ventaglio quando c’è poco sentore, quando vi sono difficoltà e falli da superare e, in particolare, quando i segugi capiscono d’ essere vicino alla lepre; nei pressi del covo è molto utile boschettare. Onde evitare fraintendimenti di sorta relativamente al termine “boschettare”, riporto ciò che sta scritto nello standard riguardo allo scovo: ”…,altri con testa a mezz’aria ispezioneranno cespugli e possibili nascondigli.” Mi vedo costretto ora a ripetere una parte del mio scritto che tratta questo passaggio: “Alba e Pina, più avvinte alla traccia, vocalizzano lungo un sentiero mentre Diva e Zanna, con maggiore iniziativa, si portano più avanti presso un bosco d’abete; in questo frangente le voci mutano chiaramente ritmo e tonalità, come a dimostrare che le particelle odorose lasciate dalla lepre hanno subito un cambiamento. A dimostrazione di quanto previsto, due femmine, portandosi all’interno del bosco segnalano che la lepre si è derubata ed iniziano immediatamente la seguita; le due compagne prontamente accorrono e, ben presto, la muta si produce in una canizza che risuona….” Ho voluto specificare che la risoluzione del fallo d’accostamento, per arrivare presso il bosco d’abete, è merito dell’iniziativa di Diva e Zanna, che si portano più avanti senza essere scollegate dalle altre; infatti, la muta si riunisce, senza l’aiuto del canettiere, prima che due di esse entrino nel bosco. E’ evidente che ho ritenuto tale iniziativa “nella giusta misura”, poiché, forse, in quel tratto è mancata l’olfattazione. Non ho potuto appurare quali soggetti sono entrati nel bosco per primi: se avessi scritto: ”…le due femmine, portandosi…”, avrei indicato il soggetto della frase precedente, ossia Diva e Zanna; non necessariamente quindi sono loro, ma due qualsiasi delle quattro. Ho anche scritto che”… in questo frangente, le voci mutano chiaramente ritmo e tonalità, come a dimostrare che le particelle odorose…” lasciando intendere che le cagne avevano capito di essere in vicinanza del covo della lepre, o, per lo meno, è quello che io ho recepito. Tenendo conto che, successivamente, la lepre è partita poco lontano significa che ero nel giusto. Lo scovo della lepre non sempre avviene a pelo o a vista che dir si voglia; importante è che la muta segnali la presenza della stessa, come, del resto, lo standard di lavoro specifica. Sono stato indotto a scrivere il precedente articolo perché non qualificare cani come Diva e Zanna che non commettono errori durante la prova ma, anzi, evidenziano notevoli doti venatorie, significa falsificare la realtà e negare il giusto merito. La punizione a Diva e Zanna (perché di questo si tratta) è data dalla negligenza di Pina e Alba, (per lo meno in tale situazione), incapaci di risolvere il problema risolto brillantemente dalle prime. Voglio rimarcare che la mia proposta di ripristinare la qualifica a singoli nel contesto di una coppia o di una muta non qualificata deve avvenire solo nel caso in cui vi sia la divisione dei soggetti durante la seguita e non in altri casi. I soggetti qualificati, nelle fasi precedenti, devono evidenziare spirito di muta, disciplina, maneggevolezza, stile e metodo di lavoro tipico della razza d’appartenenza, coesione. La massima qualifica potrebbe essere l’eccellente, non il CAC ed, inoltre, tali soggetti non partecipare ad un’eventuale graduatoria come migliore della manifestazione. La qualifica deve essere assegnata secondo il principio suesposto e non con leggerezza od eccessiva soggettività. In tal caso non capisco veramente quale danno sarebbe arrecato al segugio. Non farei certamente tale proposta se i segugi si utilizzassero solo ed esclusivamente in muta; ma tutti sappiamo che sia in prova che a caccia si può uscire con uno o due cani Dal primo aprile 2010 la scheda di valutazione è stata modificata e, nelle innovazioni, compare la possibilità di qualificare i singoli con le regole che, molto umilmente, mi sono permesso d’indicare. Nell’articolo di Cerra si potrebbero trarre altri spunti, ma non intendo annoiare eccessivamente il lettore. Vi saranno altre occasioni per ulteriori commenti. Concludo auspicando, innanzitutto, che le discussioni sulla materia che a noi stanno tanto a cuore, siano leali, sincere, produttive, corrette. Detesto le polemiche sterili e gratuite perché dettate da atteggiamenti rissosi che sono, del resto, alla base delle divisioni dei segugisti e dei cacciatori in genere. Con l’intercessione di Don Lazzaro, che saluto cordialmente, spero vivamente che la diatriba sia finita. Pietro Dallagiovanna Prova ed esposizione a Rimini in attesa dell’apertura A Gemmano l’8 di agosto nell’azienda faunistica “La Lepre”è stata organizzata una prova amatoriale alla quale hanno partecipato molti associati della locale sezione della Sips. La migliore prestazione è stata svolta dai segugi del signor Cevoli. Nell’ambito della festa Caccia & Sapori, alla fine del mese di agosto a Pennabilli, sempre in provincia di Rimini, la sezione Sips, in collaborazione con la locale Proloco,ha organizzato un’esposizione amatoriale alla quale hanno aderito molti appassionati segugisti. Ha vinto una bella segugia fulva a pelo forte del signor Graziano Betti. Le due manifestazioni sono state implementate per far diffondere a livello provinciale la nostra cultura segugistica ed avvicinare così tutti i potenziali appassionati alla Sips. Vincenzo Stasi dalle sezioni Rimini Premiazione Pennabilli (RN) 41 Stasi con i suoi Petit Bleu dalle sezioni Pescara Primo Trofeo memorial Gianfranco Rossi, un grande successo La Società Italiana Pro-Segugio “L. Zacchetti” Sezione Provinciale di Pescara brinda alla riuscita di una iniziativa che ha visto una massiccia partecipazione. E già si pensa al prossimo anno… La cinofilia è una passione che prescinde dal mondo venatorio, una passione che vede una speciale armonia tra il cane e il suo conduttore e che porta a grandi soddisfazioni. Lo scorso 12 e 13 giugno, nel Comune di Goriano Sicoli, in provincia dell’Aquila,in uno splendido scena- rio naturale, la cinofilia ha di nuovo dato in meglio di sé, grazie ad un evento davvero ben organizzato e molto coinvolgente: “Il primo Trofeo memorial Gianfranco Rossi”, una prova amatoriale per cani da seguita su lepre aperta a coppie e mute. La manifestazione è stata ideata in ricordo di un grande appassionato del segugio e della caccia alla lepre, Gianfranco Rossi, che, scomparso pochi anni fa,nel corso della sua vita ha regalato grande impegno e passione al mondo cinofilo e vena- torio, partecipando attivamente alla definizione degli attuali contorni, anche legislativi, della caccia e della cinofilia. L’evento è stato organizzato dalla Società Italiana Pro-Segugio L. Zacchetti Sezione Provinciale di Pescara, nella persona del suo dinamico Presidente Roberto Ciarma, con l’A.T.C. Subequano, l’A.T.C. Pescara e la F.I.D.A.S.C. e con il Patrocinio dei Comuni di Goriano Sicoli, Prezza, S.Benedetto in Perillis e Cocullo, tutti in provincia dell’Aquila. Alla manifestazione, la prima nel suo 42 Un gruppo di soci della sezione di Pescara vazione per dare il meglio di sé, e il risultato è stato dimostrato con una gara davvero qualificante e stimolante, dove tutti hanno avuto modo di assistere a due intense giornate in cui i cani hanno potuto mettere in evidenza tutte le loro qualità. É stata senza dubbio la prima edizione di una lunga serie, che l’anno prossimo vedrà anticipate le date per evitare quel grande caldo che in effetti ha affaticato molto i cani. Un ultimo e sentito ringraziamento è rivolto dagli organizzatori alla ProSegugio Regionale, in particolare al suo Presidente Lucio Petrella e naturalmente a tutti gli accompagnatori presenti, protagonisti indiscussi della manifestazione, che senza di loro non sarebbe riuscita. Durante il Memorial “Gianfranco Rossi” genere organizzata in quei territori, hanno partecipato ben 67 mute e 27 coppie, in un clima di grande festa e coinvolgimento che ha visto la presenza di oltre 600 persone tra cinofili e semplici curiosi. Hanno inoltre seguito la prova anche Mario Lattanzio, Assessore alla Caccia e Pesca della Regione Abruzzo, il Presidente della FIDASC Ivano Cirese e il Sindaco di Goriano Sicoli Rodolfo Marganelli, a dimostrazione che anche le autorità possono promuovere attraverso la loro diretta partecipazione eventi come questo, all’insegna dell’amore per la natura e per gli animali. «É la prima volta che un evento di tale portata viene organizzato nel territorio di competenza dell’A.T.C. Subequano – afferma il Presidente Nunzio Merolli – e nonostante la relativa inesperienza sia da parte dell’A.T.C. che rappresento sia da parte degli accompagnatori, l’iniziativa è stata un grande successo che di sicuro si ripeterà». Parole molto sentite quelle del Presidente Merolli, poiché l’A.T.C. Subequano, che può vantare uno dei territori più belli e ambiti della Regione Abruzzo, è stata teatro di una iniziativa del genere per la prima volta. Mentre il Presidente Ciarma ha affermato:«Sono orgoglioso di aver avuto la possibilità di organizzare una manifestazione di questa portata, non solo in considerazione della massiccia presenza di partecipanti e curiosi ma anche per l’ottimo livello raggiunto nelle esecuzioni. Sotto la mia presidenza la Pro - Segugio di Pescara è cresciuta molto, da 40 a oltre 300 tesserati, e questa manifestazione conferma l’impegno e la grinta di un’associazione che vuole continuare a crescere con eventi sempre più grandi. É per questo che ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto nell’organizzazione». Al Trofeo memorial Gianfranco Rossi hanno partecipato numerosi cinofili anche da fuori regione, in particolare dalle Marche e dal Molise, regalando quella sana competitività in più che riesce a creare la giusta moti- I RISULTATI Presenti al Trofeo per le valutazioni ben 13 giudici, imparziali, preparati e attenti, ecco i loro nomi: Petrucci, Iannetti, Falasca, Barrucci, Pietropaolo, Travaglini, Di Giuseppe, Recchia, Monticelli, Contriciani, Franciotti, Legge, Ciarma. I cani vincitori, tutti segugi italiani hanno seguito l’emanazione della lepre in una temperatura molto alta, quindi poco ideale, ma con risultati davvero soddisfacenti, i nomi dei vincitori: Per le mute abbiamo Paolelli, dalla provincia dell’Aquila con voto eccellente e punteggio 104, i suoi segugi italiani nero focato a pelo raso sono Brio, Moro, Billy, Luna e Stella; Di Rocco, dalla provincia di Teramo con voto eccellente e punteggio 102,5, i suoi segugi italiani nero focato pelo forte sono Ciro, Mara, Vipera, Brio, Lilla e Lisa; Cibotti, dalla provincia di Chieti con voto eccellente e punteggio 101 con i segugi italiani color fulvo pelo raso dai nomi Alice, Pasqualina, Mosca e Laica. Per le coppie l’unico vincitore è stato Fortuna, dalla provincia di Ancona con voto eccellente e punteggio 98 e con due splendidi esemplari di segugio italiano a pelo forte nero focato. 43 dalle sezioni 44 Trentino Alto-Adige ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA 2010 Si è tenuta il giorno venerdì 12 febbraio 2010, presso il bellissimo salone del “Ristorante da Pino” di San Michele all’Adige, l’annuale Assemblea Generale Ordinaria della S.I.P.S. (Società Italiana Pro Segugio) Sezione Provinciale di Trento. Anche quest’anno la sala gremita di soci ha confermato la parabola ascendente che sta vivendo il movimento segugistico provinciale e soddisfatto appieno le aspettative del Consiglio Direttivo che tanto ha messo in campo per sostenere ed incrementare la crescita culturale dei numerosi appassionati segugisti trentini. Come sempre i lavori si sono svolti in un clima di massima distensione e cordialità. Ospiti graditi l’architetto Sandro Flaim Presidente dell’Associazione Cacciatori Trentini e dell’UNCZA, il Prof. Claudio Eccher Presidente dei Cacciatori Cinofili Trentini nonché Vice Presidente del Consiglio della Provincia di Trento, il Direttore generale dell’ACT Dot. Umberto Zamboni. L’Assemblea, presieduta e moderata anche quest’anno dal Consigliere SIPS Marco Casagranda, si è aperta con la relazione del Presidente della SIPS Trentina Franco Canali. Dopo i saluti di rito ai soci e agli illustri ospiti, Canali ha annunciato che l’Assemblea di quest’anno, pur prevedendo un momento fondamentale per la vita associativa e cioè il rinnovo triennale del Consiglio Direttivo, sarà dedicata prevalentemente al “segugio”. In fase di programmazione della serata, si è pensato infatti di invitare, per parlare del segugio, il giudice Enci nonché allevatore di fama internazionale Sig. Mario Villa. Canali ha proseguito relazionando brevemente sull’attività del 2009 soffermandosi sulla manifestazione cinofila ormai divenuta il fiore all’occhiello della pro segugio Trentina, vale a dire la prova sociale su terreno aperto e soprattutto la prova internazionale di eccellenza che quest’anno, grazie all’interessamento del segretario SIPS Diego Celva e alla disponibilità delle riserve di Pieve, Cinte e Castello, si sono degnamente svolte nel Tesino. Soddisfazione generale per la riuscita della manifestazione, con il rammarico, espresso da Canali, per la scarsa partecipazione di pubblico (anche di alcuni componenti il Cons. Direttivo) soprattutto alle premiazioni della prova di eccellenza. Forse la concomitanza della giornata di prova con l’apertura estiva dell’addestramento segugi su tutto il territorio provinciale, non ha giocato a favore di una presenza più cospicua di appassionati. Per quanto riguarda il programma per il 2010, fermo restando l’eventuale riconferma del Consiglio Direttivo uscente, vengono riproposti gli ormai tradizionale appuntamenti con la prova in recinto per cucciolini e la prova di eccellenza su terreno libero alla quale sarà abbinata la prova sociale. Canali ha chiuso la sua relazione affermando che l’obiettivo prioritario della Pro segugio Trentina rimane la difesa del segugio e della caccia alla lepre. L’auspicio è quello che nessun pregiudizio possa dunque impedire un dialogo e una collaborazione fattiva e leale con le associazioni e gli organi venatori provinciali. Alla relazione del Presidente Canali, come sempre condivisa ed apprezzata dai presenti con un lungo applauso, è seguito l’ intervento degli ospiti. il Presidente dell’Associazione Cacciatori Trentini Sandro Flaim si è detto ancora una volta positivamente meravigliato per la sempre più massiccia presenza di soci all’assemblea e ha ringraziato la Pro Segugio Trentina per la sempre pronta e fattiva collaborazione intercorsa con l’ACT e soprattutto per quello che ha saputo costruire in questi anni a favore di un’immagine più positiva del cacciatore all’interno della società attuale. Flaim ha poi brevemente relazionato sulla situazione relativa alla “rabbia silvestre”, ormai purtroppo nota a tutti i cinofili, che ha portato alla chiusura momentanea dell’attività venatoria con l’ausilio del cane e al divieto assoluto di liberare i cani su tutto il territorio provinciale comprese le zone autorizzate all’addestramento. Flaim si è detto deluso del fatto che i cacciatori, pur avendo palesato per tempo la disponibilità alla collaborazione con gli enti provinciali preposti, per far fronte a questa pericolosa emergenza, non sono stati minimamente considerati. Preoccupata del fatto che vi sono ancora molte lacune a livello di informazione generale, l’ACT, in collaborazione con la delegazione ENCI di Trento, si è premurata di organizzare nella parte orientale della provincia di Trento (zona a rischio), alcune serate informative aperte a tutti. E’ stata inoltre richiesta, agli organi provinciali, la possibilità di poter organizzare le tradizionali manifestazioni cinofile (traccia, ferma e seguita), di poter addestrare e allenare i cani (regolarmente vaccinati) all’interno delle zone sezionali regolarmente autorizzate e, a livello gestionale, di poter effettuare i censimenti all’avifauna. Flaim ha chiuso il suo apprezzato intervento esortando i cacciatori a recarsi numerosi alle urne in occasione delle elezioni per il rinnovo del Presidente e degli Organi Provinciali dell’Associazione Cacciatori Trentini. Anche il Prof. Claudio Eccher, che ha preso la parola dopo Flaim, si è complimentato con il Presidente I Campioni d’Europa Canali per i visibili progressi fatti in questi ultimi anni dalla Pro segugio Trentina. Tutta la cinofilia trentina, secondo Eccher, ha fatto un grande passo avanti, tanto che, la caccia con il cane, non è più considerata caccia di “serie b” (caccia bassa). E’ importante, sempre secondo Eccher, che tutte le specializzazioni venatorie siano sullo stesso livello e che le diverse opinioni rimangano all’interno di un confronto leale e democratico. Eccher ha voluto concludere ricordando l’amico e appassionato segugista Bruno Depaoli di Terlago che, fortemente debilitato dalla malattia, ma sorretto da una passione incrollabile, ha trovato la forza per uscire con il segugio a cacciare la lepre fino ai suoi ultimi giorni di vita. Interessante la relazione prodotta dal direttore generale dell’ACT dott. Zamboni sui risultati del monitoraggio estivo della lepre effettuato con l’ausilio del segugio su tutto il territorio provinciale: interessante appare la correlazione fra i dati del monitoraggio (lepri scovate) con i dati del prelievo a fine stagione venatoria. Importanti anche i dati sul EBHS, il virus che negli ultimi dieci anni ha falcidiato la popolazione provinciale della lepre: dalle analisi effettuate sui campioni consegnati di lepri abbattute, si riscontrano alte percentuali di positività, il che vuol dire che quelle lepri sono venute a contatto con il virus da giovani e che si sono immunizzate. Il dato conferma anche il fatto che dove vi è una buona densità di lepri la popolazione riesce con più facilità a resistere alla malattia; viceversa dove c’è una densità bassa le probabilità di resistenza sono poche e di conseguenza la mortalità è molto più elevata. Questo potrebbe spiegare, in parte, la difficoltà ad incrementare (anche attraverso il rispetto assoluto) i contingenti della lepre, in quelle zone dove c’è una densità di partenza molto bassa. Agli apprezzati interventi degli ospiti ha fatto seguito la presentazione, del bilancio consuntivo 2009 da parte del segretario della SIPS Trentina Diego Celva. L’approvazione del bilancio è stata unanime. Ancora una volta un grazie sincero per la notevole mole di lavoro burocratico svolto annualmente e con puntualità dal segretario Diego Celva. Le elezioni del nuovo consiglio direttivo si sono svolte in un clima di massima distensione e trasparenza e come sempre per alzata di mano. L’intero Consiglio Direttivo uscente è stato riconfermato per il triennio 2010 – 2012 all’unanimità dei presenti ed integrato con due nuovi consiglieri: Giorgio Tezzele di Marano di Isera e Ioriatti Massimo di Faida di Pinè. Dopo le elezioni del nuovo Consiglio, il segretario Celva ha provveduto alla presentazione del bilancio preventivo 2010 anch’esso approvato all’unanimità. Espletato l’ordine del giorno, si è passati al momento più atteso della serata con la dotta relazione del giudice e allevatore Sig. Mario Villa. Sono alcuni anni che la Pro segugio Trentina si avvale della collaborazione del Sig. Mario Villa in occasione delle prove di eccellenza, e Mario (mi permetto di citarlo semplicemente per nome perché so che a lui fa molto piacere) risponde sempre con grande disponibilità ai nostri appelli. Ogni volta aumenta in noi l’ammirazione per una persona che ha dedicato la sua vita e tutto se stesso al segugio. La dedizione quasi morbosa, l’umiltà, la perseveranza nell’allevamento gli hanno permesso di raggiungere risultati di assoluto prestigio internazionale, di far conoscere ed apprezzare i suoi cani in tutta la nostra penisola e anche all’estero, di acquisire un bagaglio di conoscenze e competenze che è raro riscontrare in altre persone e che lo hanno portato a diventare uno dei massimi esponenti della cinofilia segugistica internazionale. Tutto questo, unito ad una personalità unica, garbata, gentile ma ferma nelle proprie convinzioni, capace di colloquiare con chiunque e di esporre argomentazioni anche molto specifiche e tecniche con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti, non poteva che portare ad una relazione sul segugio italiano apprezzata e lungamente applaudita dai numerosi presenti. La serata si è conclusa degnamente con l’ormai tradizionale, ottimo e partecipato rinfresco. Un cordiale saluto a tutti i segugisti. Valerio Dondio 45 dalle sezioni 46 Tramatza (Oristano) Verbale assemblea Il giorno 29 agosto 2010, in Tramatza, alla presenza del Delegato dal Consiglio Nazionale sig. Athos Albani, si è svolta la riunione dei delegati delle sezioni provinciali della SIPS della Sardegna con il seguente odg. - Elezioni regionali delle cariche sociali S.I.P.S. Sardegna - Programmi operativi cinofilosegugistici per l’anno 2011 - Varie ed eventuali Sono presenti, oltre al Sig. Athos Albani, i Sigg. Desogus Luigi, Patta Antioco, Grassi Elio, Maccioni Sergio, Fiori Tino e Mereu Gianfranco in rappresentanza rispettivamente delle Sezioni Provinciali di Nuoro, Samugheo, Cagliari, Carbonia/ Iglesias, Sassari e Olbia. Assume la presidenza il Sig. Athos Albani che, constatata e fatta constatare la rappresentanza di tutte le sezioni della Sardegna, ritiene la riunione validamente costituita. Lo stesso Albani prende quindi la parola e, dopo aver ringraziato i presenti della loro disponibilità, porta i saluti del Presidente Nazionale e dell’intero Consiglio Nazionale, in particolare quelli del Dott. Giancarlo Bosio. Nel proseguire con il discorso fa un breve cenno sulla situazione nella quale si è trovata negli ultimi anni la SIPS in Sardegna; invita i presenti a confrontarsi apertamente per poter ricostituire il consiglio regionale e tornare a collaborare come nel passato. Viene aperta una breve discussione dove tutti i presenti si dichiarano disponibili a lavorare insieme per eliminare le problematiche venutesi a creare e dare nuovo lustro alla Pro Segugio. Il sig. Albani fa presente che per il rinnovo della carica di presidente del consiglio regionale sono state Un momento dell’Assemblea avanzate due candidature: quella del sig. Tino Fiori e quella del Sig. Gianfranco Mereu; i due candidati sono invitati a presentare i propri programmi. Prende la parola il Sig. Mereu che presenta il proprio programma affermando che il lavoro per il futuro deve essere improntato in ogni caso alla continuità con quanto fatto da chi lo ha preceduto e auspica che, proprio in segno di continuità, il sig. Desogus possa assumere la carica di Vice Presidente. Il sig. Fiori, nel prendere la parola, afferma che il programma presentato dal sig. Mereu è un buon programma; ritira la sua candidatura in quanto ritiene di non avere il tempo materiale per poter coprire adeguatamente il ruolo di presidente, ma chiede al sig. Desogus la disponibili- tà a essere riconfermato. Dice anche che, secondo lui, sia il sig. Desogus che il sig. Mereu sono delle persone che hanno sempre dimostrato competenza e professionalità e quindi potrebbero ricoprire la carica di presidente, ma preferirebbe il sig. Desogus con la vice presidenza del Sig. Maccioni Sergio. Dice infine di essere favorevole all’elezione del sig. Mereu qualora gli altri fossero tutti d’accordo e il sig. Desogus non accettasse di candidarsi. Interviene il sig. Patta che ritiene che sia meglio portare un cambiamento appoggiando la candidatura del Sig. Mereu. Prende la parola il Sig. Elio Grassi che fa un breve accenno alla storia dell Pro Segugio in Sardegna, auspica di poter vedere il sig. Desogus e il Sig. Mereu tornare a lavorare insieme come quando avevano inziato con la SIPS nel 1998. Ritiene che in questo momento un cambiamento al vertice sia utile alla Pro segugio, appoggia la candidatura del Sig. Mereu e propone alla vice presidenza il sig. Desogus e il sig. Maccioni. Afferma che poi si può anche arrivare ad un sistema di alternanza alla presidenza con il prossimo rinnovo alla scadenza dei tre anni. Il sig. Maccioni prende atto del ritiro della candidatura del Sig. Fiori, si dichiara favorevole all’elezione del Sig. Mereu ma auspica che l’elezio- ne avvenga possibilmente all’unanimità. Chiede quindi al sig. Desogus di accettare la vice presidenza così come proposto dal sig. Grassi. Viene fatta una breve sospensiva per permettere una consultazione tra il sig. Fiori e il sig. Desogus. Alla ripresa della riunione il Sig. Albani, non essendoci nuove proposte o candidature, chiede ai presenti se sono d’accordo sulla proposta fatta dal sig. Grassi e cioè di eleggere alla carica di Presidente del Consiglio Regionale il Sig. Mereu Gianfranco e alla carica di vice presidenti il Sig. Desogus Luigi e il Sig. Maccioni Sergio. Tutti concordano su questa proposta per cui vengono eletti all’unanimità: Presidente il sig. Mereu Gianfranco e vice presidenti il sig. Desogus Luigi e il sig. Maccioni Sergio. Gli eletti accettano di buon grado le cariche. Il sig. Patta propone di chiamare come Segretaria la Sig.ra Laura Cuccureddu, non presente alla riunione per problemi personali. Sulla proposta sono tutti d’accordo; viene incaricato il sig. Tino Fiori di comunicare la decisione alla sig.ra Cuccureddu al fine di accertarne la disponibilità e l’accettazione della carica. La riunione, dopo i complimenti agli eletti, prosegue con l’esame del secondo punto all’ordine del giorno. Si stabilisce di ripristinare il Campionato Sociale Sardo assegnando l’organizzazione dello stesso alle varie sezioni provinciali con il seguente calendario: • 2011 – Samugheo • 2012 – Carbonia Iglesias • 2013 – Nuoro • 2014 – Olbia • 2015 – Sassari • 2016 – Cagliari Qualora una sezione non riuscisse ad organizzare il Campionato Sociale, si assegnerà l’organizzazione alla sezione a cui il C.S. spetta l’anno successivo. Relativamente alle date delle manifestazioni in programma per il 2011, non avendo a disposizione l’intero calendario si stabilisce che il sig. Mereu dopo aver ricevuto il calendario attuale dal sig. Grassi, contatterà tutti i componenti del consiglio per stabilire e richiedere all’Enci delle ulteriori date. Prende a questo punto la parola il sig. Albani che si dichiara soddisfatto di come si è tenuta la riunione e soprattutto del clima di serenità e di collaborazione con la quale la stessa è stata da tutti affrontata; ringrazia quindi tutti i presenti e non essendoci altro da discutere e/o deliberare, dichiara sciolta la riunione. 47 dalle sezioni 48 Savona SAVONA BUONA LA PRIMA! Il Castello di Quassolo è una fastosa opera liberty del primo Novecento realizzata su progetto dell’architetto Benvenuto Pesce Manieri, situata in posizione dominante nel territorio di Cosseria, nell’entroterra valbormidese della provincia di Savona. In questo scenario particolarmente accattivante, immerso nel verde di un parco di circa tre ettari impiantato a giardino all’inglese, si è svolto domenica 27 Giugno scorso il primo raduno nazionale per segugi italiani ed esteri organizzato dall’Unione Segugisti Savonesi – SIPS. Frutto di un ottimo “gioco di squadra” messo in campo dal direttivo sezionale, col coordinamento del presidente Marino Ferraro e del segretario Gianni Gaino, ha visto la partecipazione di 158 soggetti in rappresentanza di parecchie fra le razze da seguita riconosciute dalla FCI. I segugi italiani, com’è facilmente intuibile, hanno fatto la parte … del leone con 43 soggetti a pelo raso e 13 a pelo forte, oltre a 32 maremmani e 5 segugi dell’Appennino. Fra le razze estere, da segnalare la presenza di anglo-français de petite venerie, ariégeois, beagle, beagle-harrier, briquet griffon vendéen, griffon bleu de Gascogne, griffon nivernais e porcelaine. A ben vedere, si tratta di razze particolarmente vocate per la caccia al cinghiale, senz’altro una delle specializzazioni venatorie più diffuse negli areali appenninici di confine fra Liguria e Piemonte, nonostante le difficoltà che un’espansione demografica repentina dei cervidi (capriolo e daino, in particolare) porta con sè ormai da diversi anni, creando non pochi problemi ai canettieri delle squadre che vi operano. Il giudizio morfologico sui soggetti iscritti è stato affidato alla competenza di tre esperti-giudici, quali i bresciani Luigi Gaboardi e Giuseppe Quinzanini ed il parmense Giuseppe Gramignoli. Essi hanno svolto egregiamente il loro compito che prevedeva, fra l’altro, anche l’”addestramento” specifico di commissari e segretari di ring, alcuni dei quali alla prima esperienza del genere e, quindi, completamente “a digiuno” nella compilazione dei vari documenti (libretti delle qualifiche, relazioni, certificati di tipicità e cartellini di CAC e relativa riserva). Nonostante tutto, le operazioni sui ring si sono svolte senza intoppi ed in tempi celeri, nel pieno rispetto degli orari stabiliti dall’organizzazione, così da permettere a tutti coloro che lo desiderassero di consumare, nel parco del castello, un succulento pasto preparato con cura dai soci della sezione residenti alla frazione Alpicella di Varazze, capitanati dai segugisti Nicolò Perata ed Antonio Ratto. Chi scrive, ad esempio, ha apprezzato molto il delicato sapore delle troffie al pesto e del roastbeef con patatine al forno, il tutto annaffiato da vini locali. Il caldo afoso, per altro inevitabile, dato il periodo, è stato in parte mitigato dalla presenza di alberi secolari sotto le cui fronde ombrose sono stati allestiti i tavoli per i commensali, in un clima di autentica festa alla quale hanno preso parte intere famiglie di appassionati o di semplici curiosi attratti dalla possibilità di visitare i giardini e le stanze del castello di Quassolo, solitamente interdette al pubblico in quanto residenza privata. In alcune di esse, situate a pian terreno, erano state allestite una rassegna di trofei di ungulati (e non solo, dal momento che fra essi spiccava ad esempio anche uno stupendo forcello!) ed una di fotografie che ripercorrevano la storia dell’Unione Segugisti Savonesi, nonché di documenti inerenti l’attività venatoria e risalenti, in alcuni casi, ai primi anni del Novecento. Dopo aver consumato il lauto pasto, tutti i presenti si sono accomodati sulle sedie predisposte nel giardino del castello per assistere alle manifestazioni che facevano da corollario al raduno dei segugi, fra cui un’esibizione di falconeria ed un concerto della Corale “Claudio Monteverdi” di Cosseria, mentre gli organizzatori si affaccendavano nell’allestimento del ring d’onore. Ad assistere agli spareggi per la designazione del “Best in Show”, vale a dire del miglior soggetto assoluto della manifestazione, sono intervenuti l’assessore alla caccia della Provincia di Savona Livio Bracco, il consigliere regionale Maurizio Torterolo, il sindaco di Cairo Montenotte, Fulvio Briano, ed i suoi colleghi di Carcare, Franco Bologna, e di Cosseria, Andrea Berruti. Non hanno voluto declinare l’invito a presenziare né il presidente dell’ATC SV1 Franco Ciocca, nè il suo omologo del SV3 Rodighiero Zucchero, oltre al presidente provinciale FIDC dott. Durante. Tutti, nessuno escluso, hanno avuto parole di elogio per l’ottimo lavoro svolto dagli organizzatori, dicendosi pronti a sostenere anche economicamente le prossime edizioni del raduno. L’assessore Bracco, in particolare, ha suggerito per il futuro l’adozione del criterio della rotazione per quanto riguarda la sede della manifestazione, in modo da far conoscere ed apprezzare – anche e soprattutto ai fini della promozione turistica del territorio - il maggior numero possi- Il direttivo SIPS di Savona all’inaugurazione del monumento di L. Zacchetti bile di siti della provincia di Savona. Agli apprezzamenti espressi dalle autorità intervenute, è seguito il ringraziamento di rito del presidente provinciale SIPS Marino Ferraro, il quale a nome non solo dell’intero direttivo, ma anche di tutti i tesserati, ha garantito il massimo impegno affinchè si possano organizzare altre edizioni del raduno. I vari spareggi susseguitisi nel ring d’onore hanno avuto il seguente esito: miglior soggetto delle razze italiane è risultato il segugio italiano a pelo forte nero-focato Dik di Calisto Ferrero, mentre il griffon bleu de Gascogne Nenè di Doadi Castiglia è stato premiato quale miglior segugio estero. Fra le coppie, la palma di migliore fra le italiane è stata appannaggio di Dik e Zelda, peli forte nero-focati di Calisto Ferrero; Luna ed Indio, griffoni nivernesi di Furio Venturino, hanno invece primeggiato fra le estere. Nei gruppi, vittoria dei segugi a pelo forte nero-focati di Calisto Ferrero (ancora lui!) fra gli italiani e degli ariégeois di Sergio Dematteis e Marco Nani fra gli esteri. Dulcis in fundo, la giuria, tra gli applausi dei presenti, ha proclamato miglior soggetto del raduno il griffon bleu de Gascogne Nenè di proprietà di Doadi Castiglia, di Carcare (SV), il quale - pur non essendo nuovo a successi cinofili, anche se il più delle volte ottenuti in prove di lavoro su cinghiale - non ha nascosto la propria soddisfazione per una vittoria del tutto inattesa, a sfatare il detto secondo il quale “nessuno è profeta in patria”! A conclusione di queste note, non resta che porgere – anche e soprattutto a nome dell’Unione Segugisti Savonesi – i migliori ringraziamenti a quanti hanno contribuito, ognuno per la sua parte, alla perfetta riuscita della manifestazione, a cominciare dagli esperti-giudici e dagli espositori, veri e propri “attori protagonisti” coi propri fedeli ausiliari di un magnifico … film! Un ringraziamento particolare deve necessariamente essere rivolto all’Amministrazione Provinciale di Savona ed al suo Assessorato alla Caccia, ai Comuni ed alle Pro-Loco di Cairo Montenotte, Carcare e Cosseria, ai Vigili Provinciali ed alle GGVV della FIDC di Savona che hanno svolto un servizio di ordine pubblico impeccabile, ad Elisa Lucibello (direttore responsabile della rivista “La caccia al cinghiale”), autrice di un ampio reportage fotografico, in parte a corredo di queste note, nonché alle sezioni provinciali SIPS di Alessandria e Cuneo per la collaborazione offerta. Gianedoardo Giordanino 49 dalle sezioni 50 Alessandria UN ANNO DI CINOFILIA SEGUGISTICA... IN PILLOLE! Il programma delle attività agonistiche messo in calendario per l’anno 2010 dalla Sezione Provinciale SIPS di Alessandria era particolarmente “corposo” ed ha impegnato non poco il solito manipolo di appassionati segugisti (alcuni, membri del direttivo; altri, semplici associati) che dedicano parte del loro tempo libero alla causa! Primo appuntamento della stagione, quello – ormai classico – della prova CAC su lepre valida per il Memorial “Pasquale Minella”, in programma nei giorni 20-21 Febbraio in alcune zone di ripopolamento e cattura degli ATC AL2 “Pianura alessandrina” ed AL1 “Val Cerrina e Casalese”. Con loro grande rammarico, però, gli organizzatori sono stati costretti, per la prima volta da quando è stata rifondata la Pro Segugio alessandrina nel 1986, ad annullare la manifestazione a causa delle cospicue nevicate che si sono abbattute a più riprese sul nostro Paese nelle settimane antecedenti. Sabato 3 Aprile, invece, la ZRC di Ozzano Monferrato (gentilmente concessa dal responsabile della gestione, nonché consigliere provinciale SIPS, Mauro Angelini) è stata teatro di una prova per il rilascio del “brevetto di muta”. Vi hanno preso parte sette équipes, passate al vaglio dell’esperto ENCI Angelo Ticozzi relativamente alle diverse voci presenti nella scheda di valutazione (vale a dire disciplina e maneggevolezza, coesione, omogeneità di lavoro e di tipo, caratteri di razza). Nel caso specifico, il parere favorevole al rilascio del brevetto è subordinato all’accertamento, da parte della giuria, che tutti i soggetti della muta siano in mano al conduttore e rispondano prontamente ai suoi richiami. La mancanza di questi requisiti imprescindibili in un soggetto, nonché il mancato recupero a fine prova in tempo utile, comporta la sua squalifica, mentre il brevetto viene rilasciato solo se almeno quattro soggetti raggiungono il punteggio minimo. Tutte le mute presentate ad Ozzano hanno superato l’esame ed i loro proprietari-conduttori hanno potuto così avanzare all’ENCI la richiesta di rilascio del tanto agognato documento. Sempre Aprile ha visto i “nostri” impegnati nell’organizzazione del Trofeo “Val Curone”, giunto alla quinta edizione, svoltosi più precisamente nei giorni 10 e 11. Si tratta di una verifica su lepre, con CAC in palio, particolarmente probante dal punto di vista zootecnico in quanto si svolge in areali agrosilvo-pastorali del comune di Fabbrica Curone destinati all’esercizio dell’attività venatoria, caratterizzati da un’orografia che oscilla da 700 a 1300 metri s.l.m. e ricadenti sotto la “giurisdizione” dell’ATC AL3. Qui, in un ambiente tipicamente appenninico in cui sono presenti boschi di conifere ed arbusteti subalpini alternati ad ampi pascoli e prati a sfalcio (sempre più rari, purtroppo!), la lepre ed altre specie di mammiferi selvatici – quali capriolo, cinghiale e volpe – sono presenti in una densità tale da permettere una valutazione accurata del grado di specializzazione dei soggetti in concorso. Nelle due giornate di prova sono state sottoposte all’esame di una qualificata giuria (composta da Luigi Fusar Poli, Gianni Gaino, Antonio Ghidelli, Giuseppe Gramignoli, Tiziano Selvatici, Maria Assunta Villa e Mario Villa) cinque singoli, ventiquattro coppie e trentanove mute di categoria A. A queste bisogna aggiungere cinque singoli, tredici coppie e quattro mute composte da soggetti non iscritti, valutati con la consueta competenza dai giudici sociali Gianluigi Arborati, Giampaolo Borra e Giulio Piccarolo. Come sempre, si è rivelata preziosa ai fini della perfetta riuscita della prova l’opera di Corrado Lerta, il quale - oltre ad aver coordinato in modo impeccabile gli accompagnatori delle varie batterie - ha messo a disposizione degli organizzatori l’AATV “Selvapiana” di cui è concessionario. Per la cronaca, il 5° Trofeo “Val Curone” è stato vinto nella classe “Singolo” da Perla, segugia italiana a pelo raso del valdostano Giovanni Vallino, alla quale il giudice Selvatici ha assegnato 150 punti e la conseguente qualifica di Molto Buono; nella classe “Coppie” da Lola e Mina, segugie italiane a pelo raso condotte da Costantino Fraschetta, gratificate dal punteggio di 163,5 e dalla qualifica di Eccellente dal giudice Gaino. Fra le “Mute”, infine, grande è stata la soddisfazione di Domenico Parcesepe il quale ha conseguito l’Eccellente con punti 175,5 coi pelo raso Sibilla-Siena-Lilla-Vento-Moro e Meryh. A quest’ultima, protagonista di una prestazione da manuale, il giudice Mario Villa ha assegnato il “cartellino” del CAC. Ultima fatica in ordine di tempo per il direttivo della SIPS alessandrina è stata l’allestimento della prova nazionale estiva su lepre svoltasi il 24 e 25 Luglio a Montacuto, ai piedi del Monte Giarolo, nell’omonima Azienda Agro-Turistico Venatoria che si estende sullo spartiacque fra le Valli Curone e Borbera, gentilmente concessa dal direttore Pietro Capettini. Fortemente voluta da un socio della sezione, Gianluca Brambillaschi, per onorare la Giovanni Montersino secondo classificato alla Coppa Europa memoria dell’amico Angelo Turati, la manifestazione – nonostante le obiettive difficoltà climatiche (caldo afoso persistente, siccità prolungata e vento a go-go nelle ventiquattr’ore che l’hanno preceduta), particolarmente negative per una buona olfattazione – ha fatto registrare qualche “cacciata” degna di nota da parte di alcune équipes partecipanti, fra le più rappresentative a livello nazionale. Mauro Casetta, Pietro Cristofolini, Gianni Gaino, Antonio Ghidelli, Pio Tarquini e Mario Villa: questi gli esperti chiamati dal comitato organizzatore ad esprimere un parere zootecnico su cinque singoli, undici coppie e ventidue mute di soggetti iscritti ai registri genealogici. Da segnalare, inoltre, che cinque mute hanno sostenuto con esito positivo la prova per il rilascio del brevetto, mentre un segugio italiano a pelo forte è stato sottoposto a verifica – brillantemen- te superata - per l’iscrizione nel RSR come capostipite. Oltre a questi, occorre rimarcare la presenza di un paio di batterie in classe “libera”, giudicate da altrettanti appassionati segugisti. Entrando più nei dettagli, poche le qualifiche assegnate dalla giuria dell’arco delle due giornate, seppure di… “alto spessore”! Nell’unica batteria di singoli allestita, ad esempio, il giudice Ghidelli non ha potuto attribuire alcuna qualifica, in considerazione – appunto – delle enormi difficoltà di olfattazione incontrate dai cani. Fra le coppie, invece, ha conseguito il 1° Eccellente con punti 163,5 (giudice Casetta) Giorgio Torta con Lisa del Tario e Serena, segugie italiane a pelo forte fulve. Nelle mute, si è assistito ad alcuni “lavori” significativi. Il sabato, in particolare, il giudice Tarquini ha classificato ben tre équipes, di cui due con Eccellente ed uno con Molto Buono, mentre la domenica sempre Tarquini ha qualificato due mute (entrambe con Eccellente), così come Gaino (un Eccellente ed un Buono), mentre Cristofolini una (Eccellente). Sulla base dei “numeri”, il fucile da caccia in palio per il miglior punteggio assoluto fra singoli, coppie e mute di categoria A è stato appannaggio di Claudio Rampini coi pelo forte nero-focati Bosco-Alice-Roll-Lea e Deko, ai quali il giudice Cristofolini ha attribuito l’Eccellente con punti 171. La targa riservata alla miglior qualifica individuale è stata assegnata, invece, a Fritz, segugio italiano a pelo raso fulvo di Gianni Petruccioli, a cui il giudice Tarquini ha attribuito 177 punti. Merita, infine, una citazione la muta di Tosco e Carato (composta da Topy-Ketty-Molly-Stella-Chicca), la quale con 152,6 punti si è aggiudicata il trofeo messo in palio per il miglior punteggio assoluto nella categoria B. Non paghi di quanto portato a termine quest’anno con non pochi sacrifici, per il 2011 i Segugisti Alessandrini hanno programmato una serie di eventi ancora più corposa: oltre alle verifiche CAC su lepre tradizionali (quella valida per il Trofeo “Minella” a Marzo, il 6° Trofeo “Val Curone” in Aprile e quella di Montacuto a Luglio), ne è stata messa a calendario, sempre ad Aprile, una a Rocchetta Ligure, in Alta Val Borbera, nonché – tanto per non farsi mancare nulla! - un raduno per segugi italiani ed esteri. La speranza è quella di portare a compimento nel migliore dei modi un programma così ambizioso; nel frattempo, a conclusione di queste note, non si può fare a meno di ringraziare quanti hanno collaborato e quanti collaboreranno in futuro alla migliore riuscita delle manifestazioni, finalizzate ad inculcare in un sempre maggior numero di cacciatori-segugisti una mentalità cinofila, educandoli alle forme più classiche della caccia alla seguita. Gianedoardo Giordanino 51 dalle sezioni 52 Asti gestione del territorio Amo le emozioni che mi suscita una battuta di caccia: lunghe ore trascorse con il mio cane a scrutare con ansia il terreno, a leggervi le impronte di una lepre o di un fagiano e a decifrarne il messaggio nascosto. Amo soprattutto le mie campagne, gli accesi colori, il profumo dei boschi e dei prati, il che mi fa apprezzare i pochi contadini rimasti a seminare campi sempre più avari di reddito, a tagliare legna nei boschi, ad allevare bestiame tra mille difficoltà economiche e legali. E’ proprio per questi motivi che anche quest’anno ho risposto alle richieste di aiuto che giungono dalle mie - e da tante altre - zone, il cui equilibrio ecologico viene messo in serio pericolo da un feroce predatore, la volpe. L’incremento delle superfici boschive e della selvaggina che vi trova rifugio, nonché altri fattori ambientali particolarmente favorevoli alla specie, hanno determinato un aumento esponenziale di capi. “Secondo il parere dell’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica (Infs) di Bologna - spiega infatti Teresio Candelo, presidente dell’Ambito Territoriale di Caccia Asti Nord nella corrente stagione nel nostro Atc occorre abbattere 300 volpi. Secondo noi, in base alle segnalazioni degli associati e degli abitanti, dovrebbero essere almeno il doppio, ma la direttiva della Provincia ha accolto le indicazioni Infs”. I cacciatori verranno ricompensati con 10 euro per ogni capo abbattuto. Ecco perché dalle pagine di questo giornale mi rivolgo a chi, come me contagiato dalla passione per la caccia, desidera dare il proprio contributo alla corretta conservazione del territorio inteso come habitat di varietà animali che rischiano di scomparire per il numero troppo elevato di predatori. lo faccio parte, in qualità di vice presidente, di una squadra di caccia alla volpe nell’Atc Asti Nord, dove operano una ventina di altri gruppi venatori. Invito gli amici che ancora non hanno fatto questa esperienza a passare una domenica con noi. Le squadre sono costituite da 5 a 15 componenti, accompagnati da una guardia venatoria volontaria. Ci ritroviamo tutte le domeniche in una zona concordata, poi si sciolgono i cani e l’emozione si ripete. Domenico Navone Per informazioni e adesioni, oltre all’Ate Asti Nord Armando Candelo, presidente del gruppo Domenico Navone, vice presidente, dalle sezioni Roveto-Carseolana PRIMO MEMORIAL “AVV. GILDO FIORAVANTI” Nei giorni 5 e 6 giugno si è svolto negli immensi areali dei Monti Simbruini, ricadenti nei Comuni di Tagliacozzo, Pereto e Cappadocia, il 1° Memorial “Avv. Gildo Fioravanti”, per onorare la memoria di un uomo che ha dato molto, ed in modo esclusivo, al segugismo nazionale. Figura schiva, riservata, a volte incompresa a volte scomoda, a volte osannata a volte crocifissa, ma vera e trasparente, ha contribuito in maniera determinante alla creazione di un segugio tenace, concreto e ordinato, e soprattutto completo, in grado di realizzare correttamente tutte le fasi della caccia alla seguita. Diciamo il vero se affermiamo, che su buona parte dei segugi presente in Italia, scorre sangue di Sorbo (questo il nome del suo allevamento), e nonostante le diatribe (cane di metodo o di iniziativa), nonostante le varie preferenze, tutti, chi più chi meno, chi un modo chi in un altro, hanno rinsanguato con questo cane. Tornando alla cronaca dei due giorni di gara, abbiamo assistito ad una ottima affluenza di concorrenti provenienti da varie regioni del centro sud (Marche, Umbria, Lazio e addirittura Calabria) con mute e coppie valide, che hanno svolto ottimi lavori su un territorio che rappresenta la palestra ideale di un segugio, con lepri vere e matricolate. Alla fine della manifestazione sono risultati vincitori con l’assegnazione del trofeo coppie il Sig. Rodolfo del Treste (1° ecc. 175 punti) ed il Sig. Gianni Petruccioli con il Trofeo mute con un punteggio di 1° Ecc. 176,4 oltre il Cac una Ris.Cac e una 2° ris.Cac. Ottima la prestazione anche del Sig. Generotti campione d’europa in carica con 1°Ecc. 170,2, dei vari Savina, Calzola, Rigati, Mancuso, Guerriero, Mizzoni ed altri, a dimostrazione di una buona presenza di mute e coppie valide. Un ringraziamento particolare ai vari giudici presenti (Corbucci, Cicchitti, Soprano, Paliotta, Butini, Monti, Zappa) ed al delegato Enci Lucio Petrella. Un plauso anche all’organizzazione dei signori Ippoliti Giancarlo, Iacomini Fabrizio, Amicucci Luigi e Renzo Martello che con la loro fattiva collaborazione e l’aiuto degli sponsor, hanno permesso la realizzazione di questo evento, in luoghi ideali vocati Muta di Gianni Petruccioli per la caccia con il segugio. Vi aspettiamo quindi alla futura edizione del prossimo anno, con la promessa di portare sui nostri magnifici territori, competizioni di mag- Coppia di Rodolfo Del Treste giore caratura per onorare la cultura segugistica che ci appartiene. SIPS ROVETO - CARSEOLANA Giancarlo Ippoliti 53 dalle sezioni Livorno Prove su cinghiale nel livornese. Populonia: segugi e cinghiali in riva al mare 54 Concorrenti e giudici a Populonia (LI) Quella di Populonia è una prova classica d’inizio stagione, una competizione che la pro segugio labronica organizza ormai da sei anni. E dunque, tra febbraio e marzo, subito a ridosso della chiusura della stagione venatoria, una delle più belle zone della Toscana, il pittoresco promontorio di Populonia diviene lo scenario per un’interessante prova E.N.C.I su cinghiale in terreno libero. Una manifestazione sempre ben riuscita grazie sia alla perfetta organizzazione, sia alle caratteristiche naturali di questa propaggine di costa. Un ampio territorio completamente ammantato da una rigogliosissima macchia mediterranea sempre abitato da un buon numero d’irsuti davvero d.o.c. Inoltre, a garanzia di tutti i conduttori che si cimentano nella prova, è doveroso ricordare che tutta quest’area, circa 2000 ettari, è completamente isolata dall’esterno. Da una parte il mare dall’altra una lunghissima recinzione che ormai da anni impedisce ai molti cinghiali del promontorio di recare danno alle coltivazioni dell’entroterra. E dunque a Populonia anche quest’anno nella prima settimana di marzo per tre lunghissime giornate segugi e segugisti hanno dato vita ad una bella competizione durante la quale sono stati assegnati ben due C.A.C. La competizione dedicata alle categorie singolo e coppia si articola su tre giornate di prove durante le quali l’organizzazione permette a concorrenti e spettatori di vivere appieno la passione per il segugio e la natura anche dopo il termine dell’ultimo turno. Difatti è grazie alla volontà di un buon numero di appassionati cinofili cinghialai del posto che a ridosso della pittoresca Cappella di San Quirico, al termine di ogni batteria si offrono anche gustose pastasciutte e ottime grigliate di carne. Ma veniamo alla prova. Nella prima giornata, venerdì 5 marzo, gli esperti giudici Giorgio Rossi e Danilo Righi, entrambi maremmani d.o.c, hanno valutato una quindicina di soggetti tra singoli e coppie. Grazie alla vastità del territorio le sciolte sono state effettuate in simultanea, e a partire dalle sette e trenta del mattino tra accostamenti, abbaiate a fermo e seguite Rossi e Righi hanno avuto un bel d’affare per stilare i loro giudizi. Nella categoria singolo si è imposto il segugio maremmano fulvo Polvere, di Filippo Falaschi; un valido soggetto proveniente dalla scuderia Aprilino-Bisoli che giudicato da Giorgio Rossi ha dimostrato notevole coraggio e un’ottima propensione per l’abbaio a fermo, rimanendo imperterrito sul selvatico per molto tempo dopo la fine del suo turno di prova. Per la categoria coppie è stato invece Rinaldo Cenci con due giovani soggetti tigrati, Baracca e Corallo, a vincere la batteria. Danilo Righi incaricato di verificare questa pariglia ha giudicato entrambi i soggetti eccellenti in virtù di un bell’accostamento eseguito con sinergia e sagacia sino allo scovo di un selvatico non troppo facile che nel proseguo della prova ha ferito uno dei due segugi. Nella seconda giornata il modenese Pachera, con la sua tigrata Perla ha messo a segno un gran bel turno, al termine del quale il giudice Giorgio Rossi ha assegnato il C.A.C. Perla ha dimostrato grande sagacia, conducendo con ottima espressività un lungo accostamento fino allo scovo del selvatico segnalato con Una batteria di singoli a Populonia (LI) un sicuro abbaio a fermo; la seguita non è stata da meno, cosicché l’esperto giudice le ha concesso l’ambito riconoscimento. Sempre nella seconda giornata di prove, dove si sono dati battaglia ben dieci singoli, merita rammentare le prove di Ambra e Nocciolina condotte rispettivamente da Aldo Demarco e Pasco Alessandro; entrambe queste due maremmane hanno raggiunto l’eccellente con punteggi importanti. Per la categoria coppie in questa giornata purtroppo non ci sono state qualifiche. Arriviamo dunque alla tersa e ultima giornata di prove durante la quale il grossetano Sandro Albonetti con Pamela e Razzola ha vinto la batteria nella categoria coppie. Per quanto riguarda invece il singolo è stato il ligure Mino Cupini a togliersi un’altra bella soddisfazione. Il suo Nocciolino, un segugio maremmano nero focato proveniente dalle scuderie De Marco, s’è distinto con una grande prova, al termine della quale il giudice Bruno Mugnaini assegnava un deciso C.A.C con addirittura 186 punti; del quale doverosamente riportiamo la scheda di giudizio. Anche quest’anno il promontorio di Popolunia ha dunque concesso agli appassionati segugisti tre eccezionali giornate di “cinofilia cinghialaia”, durante la quale tutti i concorrenti hanno potuto godere delle gesta dei loro ausiliari in uno scenario mozzafiato, nelle sicurezza di un agevole recupero. Testo e foto di Federico Cenci. ERRATA CORRIGE Su “I Segugi” n. 90 a pag. 8 nella didascalia della foto insieme al giudice Rossi è raffigurato il sig. Gabriele Chinello. 55 dalle sezioni 56 Novara Sezione Provinciale di Novara Anche il 2010 ha visto disputare il campionato sociale provinciale per cani da seguita su lepre e su cinghiale. Quello su lepre è giunto alla trentatreesima edizione, mentre quello su cinghiale è alla nona edizione. Il campionato per la categoria lepre tiene conto dei punteggi ottenuti durante le prove di lavoro di marzo e settembre più quelli ottenuti durante l’esposizione di giugno. Per la categoria cinghiali, invece, si tiene conto solo dei punteggi ottenuti nell’esposizione e la prova di lavoro di settembre. Questo anno,come per gli anni scorsi, le prove di lavoro di settembre disputate domenica 5 sono state abbinate alla festa che noi segugisti novaresi definiamo “festa della solidarietà”. Terminate le prove che hanno contato per la categoria lepre 1 batteria di 5 coppie e 5 batterie di mute, nonché per la categoria cinghiale 2 batterie con complessivi 5 singoli e 1 coppia, la Proloco della Cascina Fontana di Borgomanero ha messo a disposizione dei nostri Chef, con la “C” maiuscola poiché segugisti D.O.C., tutta la sua organizzazione per un simposio con menù dedicato al cinghiale. Durante il pranzo, che peraltro ha visto la presenza di diverse Autorità, Gino Tacca con l’aiuto di Angelo Ticozzi e Giampiero Giroldi, ha premiato i primi della classe assegnando, per la categoria lepre, la targa di campione sociale a coppie 2010, al socio Urciuolo Silvano con i Segugi del Giura “Brina e Dea”; la targa di campione sociale mute 2010 ai soci Vicario Lanfranco ed al papà Giovanni con i Petite Bleu de Gascogne “Ambra – Asia – Janez – Ettore”. Ettore inoltre ha anche portato ai soci Vicario il premio di campione sociale assoluto 2010. Per la categoria cinghiale, invece, al socio Zanone Emanuele, con il Segugio Maremmano “Zorro”, sono stati assegnati i premi come miglior singolo di giornata e come campio- ne sociale assoluto 2010. Al termine della manifestazione, Gino Tacca, a nome della Pro Segugio novarese, del Comitato organizzatore della Proloco cascina Fontana e degli Chef guidati dal professore di arte culinaria Renzo Cereda che hanno contribuito alla riuscita della festa, sia con lavoro che con denaro, ha consegnato al Presidente della Sezione di Omegna della “Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare” un ingente contributo monetario con l’auspicio che ciò possa alleviare qualche sofferenza a coloro che hanno più bisogno di noi e che questa festa possa continuare ancora per moltissimi anni senza porre limiti alla provvidenza. Vittorio Ticchio Bambini e Cinofilia Il 24 giugno scorso,Gino Tacca, presidente della SIPS di Novara e ben noto nell’ambiente segugi stico nazionale, si è reso protagonista di un’esemplare iniziativa nella scuola materna del comune di Cressa di cui è vice Sindaco. In occasione della “Festa del Diploma” che coincide con la fine del corso della scuola materna, essendo stato invitato dalle maestre a presenziare in veste ufficiale,ha premiato 9 bambini che l’anno prossimo andranno alle elementari. In quella festa ha regalato a tutti i bambini presenti una maglietta sulla quale era raffigurato un Segugio, oltre al logo della SIPS di Novara.Gino Tacca è riuscito ad inserire nel suo discorso alcune nozioni di cinofilia collegata anche alla caccia e tale argomento ha suscitato molto interesse tra i bambini e le maestre presenti. Alla fine della manifestazione il Dirigente scolastico ringraziandolo, ha espresso apprezzamento per le parole semplici e precise con le quali Tacca ha affrontato un tema non facile ed è stato convenuto di implementare per il futuro degli incontri che possano facilitare i rapporti tra i bambini,la cinofilia e l’ambiente. Sappiamo quanta disinformazione esiste tra il nostro mondo venatorio e la scuola, questa occasione è un esempio di come si potrebbe arginare la nostra denigrazione. Vittorio Ticchio E’ con grande cordoglio che la S.I.P.S. di Venezia dà il Suo ultimo fraterno Saluto ad uno dei suoi primi Soci, Gastaldello Fausto, che improvvisamente ci ha lasciato. Di lui rimarrà il ricordo del suo immancabile sorriso sulle labbra, della sua grande generosità e della sua impareggiabile passione per il Segugio Italiano. La S.I.P.S. di Venezia è vicina in questi momenti di grande dolore alla moglie Luisanna, ai figli Cristiano, Giuliano e Gabriele. Un male incurabile ha spezzato la forte fibra dell’amico franco gottardi, valido cacciatore ed esperto segugista, sempre presente in prima linea nella pro segugio di venezia. Lascia nel dolore la moglie esterina,le figlie antonella e monica e tutti i suoi tanti amici. Non ti dimenticheremo mai, e speriamo che nell’aldila’ continuerai ad ascoltare le canizze dei tuoi segugi italiani. Ciao Franco Pro Segugio di Venezia Paolo Agostini Un’inesorabile malattia ha spezzato la forte fibra dell’amico Lionello Razza. Prima ancora che socio di questo sodalizio, per tutti noi sei stato un amico sincero, gioviale e sempre disponibile di cui conserveremo sempre nei nostri cuori un tenero ricordo. Ciao Lionello, ci mancherai. Sezione Pro Segugio del Gemonese Gli amici di Vicovaro (Rm) desiderano commemorare la memoria di Dante Salvatore che,in modo riservato ed improvviso,ci ha lasciato. Fino alla scorsa stagione Salvatore stava dietro ai suoi amati segugi insieme al figlio Marcello. Cacciatore da sempre, ci ha insegnato tanto della caccia ma anche della vita.“Ciao Salvatò, quando la mattina scioglieremo i cani tu sarai sempre alla posta buona, sarai sempre con noi.” Lorenzo ,una notte ti sei spento dopo una breve ed improvvisa malattia.Eri uno spirito forte, ma questo non è bastato a vincere il male. Hai lasciato un vuoto incolmabile nella famiglia e negli amici. La tua dipartita mi ha portato alla decisione di abbandonare la stagione di cacciatore segugista, ma non la grande passione che in 25 anni insieme mi hai trasmesso per il segugio, che continuerà nella nostra associazione. Ciao Renzo Lo scorso marzo la sezione Cacciatori di Olmeneta (CR) è stata colpita da un grave lutto per la perdita di un caro amico e grande segugista Carlo Barbieri. Fin da giovane ha sempre deidcato tutto il suo entusiasmo e la sua passione per la cinofilia ai segugi italiani. Ha ottenuto ottime qualifiche in campo nazionale con l’amico Paolo scomparso anche lui da poco tempo. Non sentiremo la tua voce, ma il tuo ricordo sarà sempre presente nei nostri cuori. Carlo e Barbieri ci ricordate la mitica frase: Fermo e barbieri. SIPS Cremona A ricordo dell’amico Barbin Un male incurabile ha stroncato la forte tempra dell’amico Tarcisio Lepore (Barbin). Lascia un grande vuoto nella sua famiglia, nella sua squadra, nei tanti amici segugisti e nella Pro Segugio del Gemonese a cui è stato un associato fedelissimo, sempre presente e disponibile. I colleghi di squadra, nel sentirsi vicini ai suoi famigliari per la grande perdita, lo ricorderanno dedicandogli tutte le future incalzanti canizze che tanto lo estasiavano ed affascinavano. Ciao Barbin, rimarrai sempre nei nostri cuori. I tuoi compagni di squadra “Chei de Cariole” la nostra gente Purtroppo ieri Giuseppe Gramignoli ci ha lasciato. Beppe dopo una malattia devastante se ne è andato. Muore un personaggio della cinofilia segugistica italiana che lascia, in chi l’ha conosciuto, un bel ricordo. 57 Alimenti e accessori per cani Il benessere del tuo cane merita tutta la tua attenzione Linea Premium Linea Super Premium Mangimi speciali Alimenti supplementari Via Voltella, 32 • 53048 Sinalunga (SI) • tel. 0577-679518 • fax 0577-636235 www.mistermixdog.com • [email protected]