SSFAoggi SOCIETA’ DI SCIENZE FARMACOLOGICHE APPLICATE SOCIETY FOR APPLIED PHARMACOLOGICAL SCIENCES Notiziario di Medicina Farmaceutica Bimestrale della Società di Scienze Farmacologiche Applicate Aprile 2009 Fondata nel 1964 Nuovi Soci, fatevi sotto! 12 numero Cari Soci, e soprattutto cari Nuovi Soci, Sommario: Editoriale 1 Oggi parliamo di….. 2 Commenti al decreto CRO 3 Nuova stesura della Dichiarazione di Helsinki 4 SSFA si presenta 6 GdL Farmacoeconomia 7 GdL Dispositivi Medici 9 GdL SOs 10 Convegni e Corsi 11 Nuovi Soci 12 SSFA Ospite del Ministero della Salute 18 — 19 maggio 2009 1° CORSO DISPOSITIVI MEDICI 22 settembre 2009 1° CONVEGNO SUGLI STUDI OSSERVAZIONALI Entrambi gli eventi si svolgeranno presso l ’ a u d i t o r i o d e l Ministero della Salute, sito in Via Ribotta — Roma EUR I programmi sono su www.ssfa.it il Consiglio della SSFA, che approva tutte le domande di iscrizione dei soci, ha notato con piacere che nelle ultime riunioni c’è stato un significativo incremento di nuovi iscritti. SSFA ha sempre avuto un buon seguito: negli anni passati avevamo in media cinquanta nuovi soci ogni anno, che andavano a sostituire soci che andavano in pensione, o che si trasferivano all’estero, o che cambiavano veste professionale e quindi non erano più interessati alle nostre attività. Negli ultimi anni infatti il numero di soci SSFA è rimasto praticamente stabile: i nuovi iscritti sostituivano chi andava via. Ma negli ultimi mesi invece stiamo assistendo ad un aumento consistente dei nuovi soci: forse anche voi lo avrete constatato, poiché nell’ultima pagina di SSFAoggi sono pubblicati i loro nomi. Da alcuni mesi abbiamo in media 20-30 nuovi iscritti al mese: ed alla riunione del Consiglio di febbraio, abbiamo raggiunto un record, ben 38 domande di iscrizione! E’ questo un bel segnale di apprezzamento: vuol dire che le numerose iniziative che SSFA sta attivando sono gradite, vuol dire che SSFA viene sempre più vista come l’associazione di riferimento per chi si occupa di ricerca e sviluppo dei farmaci. E vuole anche dire che i soci apprezzano l’apertura che esiste in SSFA per ogni proposta e suggerimento: un vero segnale di democrazia. Volete un ultimo esempio? Alla riunione del Consiglio di febbraio, sono state discusse ed approvate due proposte per due nuovi gruppi di lavoro: uno sugli SSFA WANTS YOU ! aspetti legali e l’altro sulla farmacoeconomia ed in precedenza abbiamo approvato il GdL Medicina Nutrizionale. Di fronte a tanti nuovi soci, esiste però una preoccupazione: come fare perché un nuovo socio, con le sue nuove idee, abbia la giusta attenzione? Ebbene, ecco due piccoli consigli. Prima di tutto, è opportuno ribadire che le riunioni del Consiglio sono aperte a tutti i soci: basta avere la voglia di intervenire, ed informare la segreteria SSFA, perché si sappia il numero di coloro che intendono partecipare. Ma il suggerimento più importante è un altro: se avete veramente voglia di essere attori della nostra attività scientifica, ebbene entrate a far parte di un Gruppo di Lavoro. I GdL sono la linfa vitale di SSFA, sono i luoghi dove vengono formulate e formalizzate le proposte di attività: e sono aperti ai contributi di tutti, soprattutto dei nuovi soci. Coraggio, allora: SSFA WANTS YOU! La redazione “Poste Italiane S.p.A.—Spedizione in abbonamento postale—D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 ,comma 2 e 3, CB PRATO” Anno III numero 12 Pagina 2 OGGI PARLIAMO DI…….. CONTRAFFAZIONE DEI FARMACI Il problema balzò all’attenzione dell’opinione pubblica quando il caso devastante di Selena Walrond (UK) fu riportato con vasta eco dalla stampa internazionale. Volendo dimagrire, questa ragazza 26enne acquistò, su un sito web cinese, il dinitrofenolo (DNP), uno dei primi farmaci ritirato dal commercio dall’FDA (1938) e mai registrato in UK per i suoi gravi effetti collaterali (tachicardia, insonnia, cataratta, morte), ma tuttora usato da bodybuilders e atleti per smaltire rapidamente il grasso superfluo. DNP disaccoppia la fosforilazione ossidativa trasportando protoni attraverso le membrane mitocondriali: il risultato è un rapido consumo di energia, senza produzione di ATP, e dissipazione di calore che ―brucia‖ fino a 5-6 kg di grasso/settimana. Ricoverata in ospedale con tachicardia e febbre, Selena morì 24 ore dopo per arresto cardiocircolatorio. La minaccia che viene dai farmaci contraffatti (WHO: “farmaci che deliberatamente e fraudolentemente recano false indicazioni riguardo origine e/o identità”) non è più una semplice eventualità, ma una drammatica realtà che cresce ad un tasso preoccupante (WHO e The Association of British Pharmaceutical Industry (ABPI)). Secondo WHO, circa il 10% dei farmaci prodotti è da considerarsi contraffatto, adulterato o altrimenti fraudolento, sebbene in alcuni paesi in via di sviluppo questo valore superi il 30%. In USA, UK ed Europa si stima siano <1% (ma in crescita), nell’Europa dell’Est, Russia e Messico il 10%, in Nigeria, India e Perù il 15-20%, nelle repubbliche ex-URSS il 20%, in Indonesia e Venezuela il 25%, in Kenia e Brasile il 30%, in Libano il 33%. Il 28% delle falsificazioni interessa gli antibiotici, il 18% gli ormoni e gli steroidi in genere, l’8% gli antiallergici, il 7% gli antimalarici. Sempre più spesso ci si imbatte su internet in offerte che reclamizzano farmaci per ridurre peso, per correggere la disfunzione erettile, per l’aborto chimico ed altro; ma nelle pubblicità non si dice che assumere questi farmaci possa essere pericoloso. Inoltre, il 50% degli acquisti fatti in rete su siti USA, canadesi, ma anche europei, si conclude con il prelievo di soldi da parte della ―farmacia online” (sono più di 1000!) senza l’invio del prodotto ordinato (con beneficio per la salute dell’incauto paziente!…). WHO stima che il 50% dei farmaci che si trovano sui siti internet e che nascondono il loro indirizzo siano contraffatti. Sono quattro le categorie dei farmaci contraffatti. La prima è quella dei medicamenti assolutamente fraudolenti, privi di ingredienti attivi o di efficacia clinica che, talora, risultano tossici o pericolosi per il paziente. Si stima che il 40% dei farmaci contraffatti in circolazione non contenga neppure un principio attivo del farmaco originale. Nella seconda categoria troviamo i farmaci contenenti ingredienti di scarsa qualità o di ―effetto diluito‖: questi farmaci costituiscono un grave rischio per la salute perché, anche se contengono ingredienti in qualche misura clinicamente benèfici, il loro valore terapeutico è sconosciuto o molto limitato. Nel migliore dei casi, la loro assunzione procura solo un parziale beneficio clinico. La terza categoria è quella dei farmaci scaduti, riconfezionati e venduti come recenti: anche questi sono inutili e pericolosi, perché il principio attivo può essere degradato al punto da essere inefficace, se non addirittura dannoso, per il paziente. L’ultima categoria è quella dei farmaci che imitano una formula farmaceutica nota partendo da materiali grezzi di dubbia origine o ingredienti e processi produttivi sconosciuti: devono essere considerati estremamente pericolosi in assenza di prove, di normative e di controlli di qualità ed il beneficio che un paziente può trarne è sconosciuto. Sono concepiti per contraffare un brevetto e, anche in questo caso, la loro efficacia, tossicità e qualità sono sconosciute o non sufficientemente controllate. La ABPI stima che il mercato dei farmaci contraffatti abbia provocato all’industria farmaceutica danni per circa 1.5 miliardi di euro nel 2005 e che, nel 2006, il numero di farmaci contraffatti sequestrati sia aumentato di 5 volte. Nel 2007 sono state sequestrate 4.1 miliardi di confezioni di farmaci contraffatti. Le proiezioni elaborate dal Centre for Medicines in the Public Interest (USA) parlano di un traffico illegale che genererà profitti fino a 75 miliardi di dollari nel 2010 (+92% rispetto al 2005). A gestire produzione e traffico illegale di farmaci contraffatti sono le stesse organizzazioni malavitose (russa, cinese, messicana e colombiana) che controllano il narcotraffico. Il commercio di farmaci contraffatti non è, quindi, soltanto dannoso per la salute, ma finanzia i traffici della malavita e mette a rischio posti di lavoro nell’industria farmaceutica. Che cosa fanno e tentano di fare le autorità per contrastare ed arginare questo fenomeno? In Cina il problema è stato affrontato drasticamente, giustiziando Zhen Xiaoyu (2007), ex responsabile dell’agenzia cinese del farmaco, accusato di non aver svolto le sue funzioni di controllo ed aver approvato la commercializzazione di farmaci pericolosi per la salute, in cambio di 850.000 dollari ricevuti da 8 società farmaceutiche. La WHO adotta una duplice strategia: 1) fornisce il supporto ai laboratori preposti al controllo, sviluppando metodi analitici rapidi, affidabili, sensibili e versatili per lo screening di farmaci potenzialmente contraffatti e 2) collabora con le autorità nazionali, l’industria, gli operatori sanitari e le associazioni di consumatori per gestire casi complessi di contraffazione e la cooperazione tra gli organismi internazionali preposti. Domenico Barone Anno III numero 12 Pagina 3 COMMENTI AL DECRETO CRO Il 2 marzo si è svolto presso Grünenthal (che ringrazio nuovamente a nome della SSFA) il primo seminario dedicato al Decreto CRO, organizzato dal gruppo di Medicina Farmaceutica. L’Auditorium era completo con oltre 80 partecipanti! I tre relatori che si sono succeduti hanno trattato il tema dei requisiti minimi delle CRO da un differente punto di vista derivante dalla loro formazione professionale. Chi scrive ha aperto i lavori con una analisi critica del decreto: con un’esperienza di più di 15 anni in CRO nazionali ed internazionali, ho esaminato tutti gli articoli cercando di portare all’attenzione dei presenti quei punti critici che necessitano di una revisione da parte dell’AIFA, al fine di rendere più agevole l’applicazione del decreto non solo per le CRO ma anche per gli Sponsor. Pur riconoscendo l’importante valore della formazione e la necessità di avere requisiti minimi di qualità, ho voluto sottolineare che questo importante obbiettivo va raggiunto con equità e buon senso, senza danneggiare il sistema Italia (già in ritardo rispetto ad altri Paesi della UE) e senza influire negativamente sull’occupazione in un periodo molto difficile per tutti. Infine, ciò che vale per le CRO deve valere in termini di qualità e formazione anche per tutti gli altri attori coinvolti nella sperimentazione clinica dei farmaci come il personale delle aziende farmaceutiche, quello delle strutture pubbliche quali le aziende ospedaliere, le università e così via. E’ stato infine ricordato che secondo il decreto 200 il Ministero doveva emanare i requisiti minimi degli sponsor entro 180 giorni, scaduti a giugno 2008. Daniela Marcozzi, QA di Sigma Tau, ha messo in evidenza le decisioni che dovranno affrontare gli sponsor prima di affidare la gestione di uno studio clinico ad una CRO: oltre alla valutazione dei fornitori, che è sempre stata fatta dalle aziende, l’articolo 9 del decreto ―Effetti sull’autorizzazione all’immissione in commercio‖ pone allo sponsor la necessità di sapere in anticipo quale tipo di AIC richiederà con i dati derivanti dalla sperimentazione clinica (AIC Italia, AIC estera, autorizzazione centralizzata, mutuo riconoscimento). In riferimento ai requisiti di qualità ed all’attività di auditing, ha sottolineato alcune incongruenze nel testo: la richiesta di conformità alla GCP di tutte le attività appare in contrasto con le norme ISO; il manuale di qualità è richiesto soltanto dalle norme ISO e non da norme equivalenti. Tra l’altro ci si interroga su che cosa si intenda realmente con il termine ISO equivalenti. Questo brillante intervento si è chiuso con una serie di quesiti cui il decreto non risponde: che cosa fare per le collaborazioni in essere? chi certifica le CRO all’estero? come procedere all’autocertificazione? Il certificato di audit e l’autocertificazione vanno allegati al dossier dell’AIC? L’articolo 9 deve essere rivisto presto, in quanto pone allo sponsor alcuni problemi pratici quali: cosa fare se ci si accorge che la CRO non risponde ai requisiti del decreto? quali sono i rischi per lo sponsor in questo caso? Molte domande ancora senza risposte ha lasciato anche l’ultimo intervento dell’avvocato Roberto Braguti che ha trattato con grande competenza e chiarezza gli aspetti legali del testo. Una criticità è rappresentata dalla retroattività cui fa riferimento il decreto negli arti- coli riguardanti la formazione del monitor o dell’auditor nei 30 mesi precedenti la data di emanazione: ciò lascia legittimi ―dubbi di ragionevolezza‖ in quanto ― la legge non dispone che per l’avvenire‖! Si avanzano anche perplessità dovute alla ripartizione di competenze determinata dalla riforma del Titolo V della Costituzione. Infine si sottolineano alcuni rischi legati alle troppe restrizioni del decreto riguardanti per esempio gli attestati per i monitor esperti, oppure l’AIC per gli sponsor, che potrebbe portare a delocalizzazione degli studi, nonché le norme sui liberi professionisti. La discussione che è seguita è stata davvero interessante con molte domande da parte di un pubblico attento e chiare risposte dei relatori, a dimostrazione che l’argomento era veramente ―sentito‖ da parte di tutti. A questo incontro faranno seguito altri 2 seminari di Medicina Farmaceutica sullo stesso tema: il 12 marzo a Roma e il 6 aprile ancora a Milano, per soddisfare le tantissime richieste di partecipazione giunte alla Segreteria SSFA Infine, SSFA intende raccogliere i principali quesiti, commenti e suggerimenti sollevati durante queste tre giornate per portarli all’attenzione di AIFA, allo scopo di favorire il dialogo tra CRO/Sponsor ed autorità regolatorie con un atteggiamento di critica costruttiva che porti possibilmente ad una revisione del decreto ed una sua più efficace applicazione pratica, che non penalizzi l’Italia ma raggiunga lo scopo di migliorare la qualità e la formazione del personale che opera nelle CRO. Marco Romano Anno III numero 12 Pagina 4 LA DICHIARAZIONE DI HELSINKI Revisione della 59° World Medical Assembly, Seul, Ottobre 2008 E’ stata pubblicata (www.wma.net) la sesta revisione della storica Dichiarazione adottata nel giugno del 1964 dalla WMA a Helsinki. Come è già avvenuto con le precedenti, anche questa revisione estende e specifica in modo più stringente i principi etici a cui deve ispirarsi la ricerca che coinvolga esseri umani. Si nota, ad esempio, che gran parte degli “should” è stata sostituita da dei “must”. Anche se ci hanno insegnato che in inglese “should” rappresenta un imperativo di cortesia, ma pur sempre un imperativo, onde evitare fraintendimenti si è evidentemente optato per un verbo che non consente scappatoie semantiche. Consideriamo ora i principali elementi innovativi della nuova revisione. A. Introduzione. Al paragrafo 2 la precedente Dichiarazione diceva che “it is the duty of the physician to promote and safeguard the health of the people.” Questa frase, piuttosto generica nella sua formulazione, è stata ora cambiata come segue e posta al paragrafo 3: “It is the duty of the physician to promote and safeguard the health of patients, including those who are involved in medical research.” Si raccomanda anche (paragrafo 5) che sia fornita adeguata possibilità di partecipare alla ricerca clinica anche alle popolazioni che sono attualmente meno coinvolte in essa. Si tratta di un punto importante perché varie volte è stato sollevato il problema che i pazienti dei paesi economicamente sviluppati e più ricchi sono i primi a beneficiare dei nuovi farmaci prodotti dalla ricerca mentre questi spesso tardano a divenire disponibili a popolazioni che pure hanno partecipato alle sperimentazioni. Va tenuto tuttavia presente che ciò è soprattutto dovuto alla diversa disponibilità di idonei centri, senza contare il fatto che è diffuso il timore che gli studi clinici in paesi in via di sviluppo possano spesso non corrispondere agli standard di etica raccomandati dalla Dichiarazione. B. Principi. Come illustrato al paragrafo 11, i doveri del medico sono ampliati: oltre alla protezione della vita, della salute, della privacy e della dignità, debbono essere tutelati anche l’integrità, il diritto all’autodeterminazione e la confidenzialità delle informazioni sul soggetto partecipante allo studio. Paragrafi 14-15: Riprendono i paragrafi 13 e 14 della precedente versione, anche in questo caso ampliandoli, in particolare per quanto riguarda le funzioni di protezione e garanzia del CE. Si richiede che il protocollo fornisca informazioni sugli sponsor, sulle fonti di finanziamento, sulle affiliazioni, sui potenziali conflitti di interesse, sulle modalità di indennizzo in caso di danni derivanti dalla partecipazione alla sperimentazione. Il protocollo dovrebbe inoltre descrivere come consentire ai soggetti che hanno preso parte allo studio di potere ancora usufruire dello stesso intervento dimostratosi utile o come avere accesso ad altre appropriate cure. Per quanto concerne i CE, il protocollo ora deve (must) essere presentato per “consideration, comment, guidance and approval” mentre nella precedente versione l’approval era da richiedersi solo “where appropriate”. Inoltre, mentre precedentemente si raccomandava solamente che il CE fosse in conformità alle leggi ed ai regolamenti del paese in cui si svolge la ricerca, ora il CE deve sì tenerle in considerazione, così come altre norme e standard internazionali, tuttavia questi non debbono in alcun modo ridurre o eliminare le salvaguardie previste dalla Dichiarazione. Al paragrafo 17 si ribadisce che la ricerca in popolazioni o comunità “disadvantaged” o vulnerabili possa essere eseguita solo se da essa è prevedibile che ne derivi un beneficio diretto dei soggetti o della comunità. Importante è l’obbligo espresso al paragrafo 19 il quale si richiede che ogni studio clinico sia registrato in un database pubblicamente accessibile prima che si proceda al reclutamento del primo soggetto nello studio. Al paragrafo 24 il tema del consenso viene ripreso e notevolmente ampliato rispetto alla precedente versione. Si conferma che il consenso deve essere “preferably” espresso per iscritto: nel caso ciò non sia possibile, l’espressione del consenso deve essere formalmente documentata e testimoniata. Al paragrafo 25 viene introdotta la richiesta del consenso per la raccolta, l’analisi, la conservazione e la riutilizzazione di materiale o dati di provenienza umana. Nel caso ciò non sia possibile o sia difficoltoso da ottenere oppure pregiudichi la validità della ricerca, questa può essere condotta solo dopo essere stata esaminata ed approvata da un Comitato Etico. Si tratta, come si vede, della situazione che in Italia è stata oggetto di considerazione nel ben noto documento del Garante della Privacy riguardante anche gli studi osservazionali retrospettivi, dove appunto il consenso all’utilizzazione dei dati da parte del paziente può essere sostituito dal parere del Comitato Etico qualora il consenso sia impossibile o difficile da ottenere (pazienti deceduti o di difficile reperibilità, possibilità di allarmare il paziente, ecc.). Il Paragrafo 29: si occupa della ricerca in pazienti che sono mentalmente o fisicamente impossibilitati a fornire un valido consenso. Anzitutto in questo caso deve essere chiaro che la condizione di impedimento deve essere l’oggetto della ricerca, cioè la caratteristica necessaria per fare parte della popolazione in studio. In altre parole, non si può utilizzare un soggetto incapace di esprimere il consenso come oggetto di studi che non siano indirizzati alla situazione di cui il soggetto soffre e che causa l’impedimento. In questi casi il consenso deve essere fornito dal rappresentante legale della persona. Qualora questo rappresentante legale non sia disponibile e l’avvio dello studio nel soggetto non possa essere dilazionato, esso può iniziare se questa procedura è prevista ed illustrata nel protocollo ed è stata approvata Anno III numero 12 Pagina 5 dal Comitato Etico. Inoltre, il consenso dovrà essere ottenuto appena possibile dal soggetto o dal suo rappresentante legale nel frattempo nominato. Una procedura del genere non viola la legge in alcuni paesi europei, ma dubbi sussistono sulla sua applicabilità in Italia: sarebbe quindi interessante ascoltare il parere di un giurista, specie dopo l’introduzione nel nostro paese della nuova figura dell’Amministratore di sostegno. Come già ricordava la precedente revisione, anche gli autori e gli editori di lavori scientifici hanno obblighi etici nella pubblicazione dei risultati e si raccomanda perciò che lavori che non siano in linea con i principi della Dichiarazione non siano accettati per la pubblicazione. Come già evidenziato in un precedente articolo (“La Dichiarazione di Helsinki va in soffitta?”, SSFA Oggi no. 11) la presa di posizione della FDA, la quale non considera più la Dichiarazione di Helsinki come testo etico-regolatorio di riferimento, potrebbe almeno in via ipotetica rappresentare un ostacolo alla pubblicazione di studi eseguiti secondo gli stan- dard FDA da aziende americane in paesi eticamente ―deboli‖. A questo proposito, riprendendo alcuni commenti fatti nell’articolo sopra menzionato, si può ricordare che un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, rivela che dei 24.206 centri di sperimentazione coinvolti in studi clinici al novembre 2006 dalle 20 più grandi aziende farmaceutiche, 13.521 si trovavano fuori degli USA e che il numero dei Paesi coinvolti negli studi è raddoppiato negli ultimi 10 anni. Questi risultati accrescono le preoccupazioni sulle salvaguardie etiche di molti studi e sull'integrità dei dati sperimentali provenienti da centri in paesi in via di sviluppo. Da un altro studio è apparso infatti che soltanto il 56% dei 670 ricercatori di centri in tali paesi afferma che le sperimentazioni erano state approvate da comitati etici o autorità sanitarie. Un altro studio indica poi che solo il 18% dei ricercatori aveva informato in modo appropriato i pazienti prima dell'arruolamento. Venendo infine alla parte C, Additional Principles for Medical Research Combined with Medical Care, sono state qui incorporate le due Note of Clarification una delle quali, quella al paragrafo 29, era stata aggiunta nella assemblea del 2002 dopo che negli Stati Uniti si erano levate fortissime critiche alla revisione elaborata ad Edim- TARIFFE PUBBLICITARIE 2009 Un terzo di pagina bianco e nero (pagina interna) €. 250,00 + IVA Un terzo di pagina bianco e nero (ultima pagina) €. 300,00 + IVA Offerta per lo stesso annuncio: su 3 numeri €. 700,00 + IVA pagina interna €. 800,00 + IVA ultima pagina su 6 numeri €. 1.250,00 + IVA pagina interna €. 1.500,00 + IVA ultima pagina Le inserzioni a colori costano il 50% in più. burgo nel 2000, la quale escludeva l’uso del placebo quando fosse disponibile un trattamento di efficacia nota. Il paragrafo 32 che ora incorpora la Note of Clarification relativa all’uso del placebo, cerca di salvare capra e cavoli, affermando che il ricorso al placebo è accettabile quando ― for compelling and scientifically sound methodological reasons the use of placebo is necessary to determine the efficacy or safety af an intervention and the patients who receive placebo or no treatment will not be subject to any risk of serious or irreversible harm”. Ho già fatto notare che, se preso alla lettera, questo paragrafo in pratica consentirebbe l’uso del placebo solo in studi su patologie minori e di tipo sintomatico ma certamente non in studi su patologie rilevanti dove il rischio di potenziali danni dalla sottrazione di un trattamento attivo difficilmente può essere escluso a priori. Questo è quasi certamente il motivo per cui la FDA ha accantonato la Dichiarazione a favore di un testo di GCP assai generico ed elastico che certamente non impedisce l’uso del placebo anche in patologie gravi dove già esista un trattamento efficace. Mi chiedo se a questo punto non sarebbe opportuna, così come si fece per l’ICH, una conferenza internazionale che coinvolga FDA, EMEA, UE e Giappone per tentare di risolvere la questione con generale soddisfazione, anche se, lo posso dire anche sulla base della mia personale esperienza, l’uso ora e sempre del placebo costituisce un dogma intoccabile per la FDA. Luciano M. Fuccella AGGIORNA I TUOI RECAPITI! SSFA ha in corso un aggiornamento dell’elenco Soci, in previsione di una nuova versione del sito internet. Invia una e - mail a [email protected] con i tuoi recapiti aggiornati! GRAZIE Anno III numero 12 Pagina 6 SSFA si presenta alle Direzioni Mediche Cari Lettori, se state leggendo questo numero di SSFA oggi significa che già conoscete la nostra Società: ma per alcuni (o molti?) colleghi non è ancora così. Abbiamo allora pensato di preparare una presentazione sulla SSFA, al fine di ampliare la conoscenza della nostra associazione e delle sue attività nell’ambito delle Direzioni Mediche delle Industrie Farmaceutiche e delle CRO operanti in Italia. La SSFA infatti identifica nelle Direzioni Mediche, e nei servizi ad esse collegati, un importante interlocutore, soprattutto in merito alle molteplici attività legate al mondo della ―Medicina Farmaceutica‖ che è definita come ―la disciplina medico-scientifica legata alla scoperta, sviluppo, valutazione, registrazione, monitoraggio ed agli aspetti medici del marketing dei farmaci, per il beneficio dei pazienti e della salute pubblica‖. Inoltre, data la sensibilità delle Direzioni Mediche a temi quali la formazione e l’aggiornamento continuo (l’educazione continua in medicina), SSFA confida in una diffusione di informazioni interfunzionali, quali quelle tra le direzioni mediche e le direzioni affari regolatori, business development, affari legali, ed altre. La presentazione che è stata messa a punto illustra la storia dei primi 45 anni di vita della SSFA, la nascita e l’evoluzione dei Gruppi di Lavoro ed i loro obiettivi, le attività svolte dalla società in ambito nazionale ed i suoi collegamenti internazionali, i risultati raggiunti ed i programmi futuri. Vogliamo inoltre dare rilievo alla risorsa rappresentata dai soci più giovani, cui SSFA si propone come ―tutor‖ per un percorso formativo costantemente in linea con i cambiamenti regolatori e le tematiche più attuali in materia, confrontando la situazione italiana col panorama internazionale, e mantenendo una particolare attenzione alla sostenibilità economica di tale aggiornamento. La SSFA è stata sempre molto attenta alla formazione professionale dei propri soci: da molti anni è stato messo a punto un programma di formazione continua, che è costantemente aggiornato per risultare sempre in linea con il processo di evoluzione. La presentazione verrà diffusa con e-mail, con posta tradizionale e, dove possibile, mediante incontri dedicati: ma siamo molto interessati anche all’opinione di chi già ci conosce. Dedicateci ancora un poco del vostro tempo e scaricatela dal sito SSFA (www.ssfa.it). Aspettiamo con grande interesse i vostri commenti! Scriveteci a [email protected]. Grazie. Francesco De Tomasi Carla Guerini Rocco Anno III numero 12 Pagina 7 Dalla Rivoluzione Scientifica alla Farmacoeconomia Alla fine del medioevo, con la ―rivoluzione scientifica‖ nascono contemporaneamente da una parte la divulgazione medica e dall’altra una nuova disciplina normativa fondata sui giudizi di valore: l’economia politica, dal greco ―oikonomia‖, da ―oikos‖ inteso come insieme di beni, patrimonio e ―nomos‖ come amministrazione, distribuzione. Alle sue origini infatti risulta essere un insieme di ―ricette‖ per l’amministrazione del patrimonio da parte del ―pater familias” ovvero per il buon governo delle nazioni. All’epoca della rivoluzione industriale, che segna l’inizio di grandi progressi scientifici, tecnologici, economici e sociali , Adam Smith pubblica la ―Ricerca sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni‖ (1776), con il quale si aprono gli orizzonti della ―nuova‖ economia, scienza che analizza e studia come la società gestisce e distribuisce le risorse disponibili, anche per usi e fini alternativi. Ed all’inizio del 1900, mentre economisti quali Pareto, Kaldor e Hicks cominciano a studiare i concetti concernenti l’efficienza e l’ottimizzazione delle risorse scarse, lo Stato italiano ad esempio si impegnava sotto il profilo finanziario e organizzativo ad effettuare una ―chinizzazione‖ di massa per debellare la malaria, cercando di massimizzare i risultati in termini di salute per tutta la popolazione ed ottimizzare le scarse risorse finanziarie a disposizione imponendo di vendere il chinino ad un prezzo molto contenuto, poco più del costo di produzione. Intorno al 1960 negli USA, si effettua una delle prime valutazioni costi-beneficio riguardo un programma sanitario per la vaccinazione dei bambini contro il morbillo. Ma le discipline economiche e farmaceutiche– sanitarie ancora per anni svilupperanno la loro evoluzione metodologica e scientifica su percorsi fortemente distinti. Nel 1965 si ha la prima direttiva (65/65/CEE) del processo di armonizzazione della legislazione sui medicinali e l’introduzione dell’obbligo di richiedere l’autorizzazione all’immissione in commercio, attraverso le valutazioni chimicofarmaceutiche, biologiche, farmacotossicologiche e cliniche, che dimostrino i requisiti di qualità, sicurezza ed effica- cia. Il cosiddetto ―quarto ostacolo‖, cioè la dimostrazione dell’efficienza ovvero documentare il valore incrementale del farmaco (in termini di efficacia, di miglioramento nella qualità della vita o di minori effetti collaterali o di più breve ospedalizzazione) ottenibile a fronte di un maggiore assorbimento di risorse in termini di costo, non è ancora avvertito. E l’ ―Health Technology Assessment‖ (HTA) riguardante le cinque macro-aree (farmaci, dispositivi medici, procedure mediche e chirurgiche, sistemi di supporto, sistemi di organizzazione e gestione) a supporto delle decisioni di politica sanitaria è assolutamente sconosciuta. Solo alla fine degli anni ’70, con la pubblicazione, nel ―The New England Journal of Medicine‖, del primo studio farmacoeconomico effettuato da Weinstein e Stanson , fondatori dei metodi di costo-efficacia per valutare un farmaco anche sotto il profilo economico, nasce la Farmacoeconomia. Una disciplina che fa parte dell’Health Economics, ma focalizzata esclusivamente sulla valutazione del farmaco in studio, dalle prime fasi di sviluppo fino al ritiro dal mercato, rispetto al farmaco di confronto più appropriato. Lo scopo principale è supportare il complesso iter decisionale che a vario titolo devono affrontare tutti gli attori (Aziende Farmaceutiche, SSN, Regioni, ASL, Ospedali, Medici) impegnati nelle diverse fasi del processo di sviluppo, produzione, commercializzazione, estensione, distribuzione e dispensazione del farmaco. Il crescente interesse nei confronti delle valutazioni farmacoeconomiche nei decenni successivi e la diffusione fino ad oggi si colloca indubbiamente nel contesto dei profondi cambiamenti di carattere regolatorio, economico e di politica sanitaria e farmaceutica, quali: - l’art. 1 del Regolamento n. 2309 del 1993 che ha istituito la procedura centralizzata, in cui si stabilisce che in materia di prezzi e rimborsi la decisione è attribuita all’ autorità sanitaria di ogni singolo Paese; - la scarsità delle risorse finanziarie destinate alla sanità rispetto alla crescente domanda di bisogni assistenziali e di trattamenti farmaceutici dovuta all’aumento dei soggetti anziani, all’incremento di patologie croniche e degenerative, allo sviluppo di nuove tecnologie sempre più costose. Le politiche di contenimento dei costi adottate dalla maggior parte dei sistemi sanitari hanno indotto le aziende a misurarsi sempre più con i concetti di ―efficiency‖, ―cost-effectiveness‖, ―costutility‖, ―drug value‖, ―HTA‖e ―affordability‖. I criteri di razionalità economica nel nostro SSN, nella contrattazione del prezzo del farmaco e nelle decisione di inserimento nel Prontuario Terapeutico Nazionale, Regionale, Ospedaliero, sono state introdotte per la prima volta con la delibera CIPE n.3 del 1 Febbraio 2001, sostituita successivamente dalla delibera del 2003. Per superare il ― quarto ostacolo‖ dovrebbero venire in aiuto le valutazioni Farmacoeconomiche. L’indice di sintesi di uno studio farmacoeconomico è espresso da un rapporto differenziale tra il farmaco in studio ed il farmaco di confronto: Incremental Cost Effectiveness Ratio (ICER), dove il numeratore è determinato dalla differenza tra la sommatoria dei costi diretti ed indiretti del farmaco in studio rispetto a quelli del farmaco di confronto e il denominatore è determinato dalla differenza tra il risultato del farmaco in studio rispetto al farmaco di confronto ( che sarà espresso in termini di efficacia, di utilità o di benefici economici in base alla tecnica scelta). Soffermiamoci un attimo ad analizzare gli elementi che costituiscono l’ICER ed evi- Anno III numero 12 denzieremo che al numeratore avremo: - i Costi Diretti Sanitari che sono innanzitutto il farmaco o le terapie farmacologiche in studio, il farmaco di riferimento, i farmaci per gestire gli effetti collaterali, gli esami di laboratorio, le visite mediche e specialistiche, la degenza ospedaliera, le prestazioni riabilitative, le prestazioni di diagnostica strumentale. - I Costi Diretti Non Sanitari che misurano le risorse di supporto (diete particolari, servizi sociali e trasporti). - I Costi Indiretti che misurano la produttività persa a causa della malattia o della mortalità. - I Costi Intangibili che misurano il disagio emotivo, l’ansia, la depressione, lo stress causato dallo stato patologico dell’individuo . Al denominatore avremo il risultato del farmaco che sarà espresso in uno dei seguenti termini: clinici relativi all’efficacia ( ad esempio evento evitato, numero di vite salvate); umanistici, sul valore del miglioramento della qualità della vita; economici, che valorizzano il beneficio della produttività guadagnata Pagina 8 dall’individuo e dalla società, derivante dalla riduzione della malattia. Dunque, i parametri sui quali un’azienda farmaceutica dovrebbe principalmente focalizzare l’attenzione sono al numeratore il prezzo del farmaco ed al denominatore il profilo del farmaco. Ma, la valutazione di questi parametri non dovrebbe iniziare quando il farmaco ha già ottenuto l’autorizzazione ed è in fase di lancio. Sono parametri che necessitano di essere analizzati, valutati ed interpretati pianificando uno studio farmacoeconomico per ―stadi‖, articolato durante lo sviluppo clinico del farmaco ed attraverso ben disegnati modelli di analisi decisionale nei quali possano essere incorporati: - al numeratore l’elaborazione dei dati prodotti dalle più sofisticate tecniche che determinano il costo obiettivo, in modo che il costo del nuovo farmaco venga ad essere la differenza tra il prezzo che il sistema sanitario sarebbe disposto a rimborsare e il margine di profitto che l’azienda vorrebbe ottenere. - al denominare l’elaborazione e l’interpretazione dei dati risultanti da simulazioni di studi clinici per conferma- re il modello farmaeconomico iniziale e per disegnare il protocollo farmacoeconomico . Concludendo, l’analisi farmacoeconomica per le aziende farmaceutiche è un ―vincolo di valutazione‖ imposto dalla necessità di comunicare ai decisori esterni il valore del farmaco a supporto delle decisioni di prezzo e rimborso? Oppure un processo strategico capace di integrare il BOA (Business Opportunity Assessment), di creare un vantaggio competitivo fin dalle prime fasi dello sviluppo clinico e di mantenerlo per tutto il ciclo di vita del farmaco, tramite la pianificazione di una valutazione farmacoeconomica che possa essere monitorata attraverso l’aggiornamento continuo di informazioni di mercato? Mirella Zaffuto E’ nato il nuovo Gruppo di Lavoro Farmacoeconomia, una squadra interdisciplinare di esperti del farmaco nelle aree Economiche, Epidemiologiche, Farmaceutiche, Mediche, Regolatorie, Sociologiche, Statistiche, dalla ricca esperienza professionale maturata negli anni e di giovani talenti spinti dall’entusiasmo di ampliare ed arricchire gli orizzonti delle conoscenze scientifiche del farmaco con gli strumenti dell’economia. Con la preziosa partecipazione di voi tutti potremo presto poter attivare questo stimolante progetto di scambio di competenze professionali e contribuire all’arricchimento della Farmacoeconomia clinica e post-marketing a livello nazionale ed internazionale. PARTECIPA ANCHE TU! La redazione di SSFAoggi augura a tutti i lettori, ed alle loro famiglie, NOVITA’ - AVVISO IMPORTANTE ! Il recente decreto sui requisiti minimi per il personale che lavora nelle CRO, di cui Marco Romano parla a pagina 3, ha imposto obblighi impegnativi in tema di continuo aggiornamento professionale! Per soddisfare i requisiti di aggiornamento ANNUALE, SSFA vi ricorda non solo i corsi già in svolgimento, ma intende ora offrire a tutti voi un programma di educazione continua, basato su una giornata al mese di aggiornamento professionale. La partecipazione a tali giornate può soddisfare gli obblighi imposti dal decreto: oppure, partecipando solamente ad alcune giornate, si possono integrare corsi svolti presso la propria azienda, oppure corsi svolti altrove. Iscrivendovi a questo programma, SSFA vi offre un beneficio aggiuntivo: verrà infatti creata per ogni iscritto una banca dati, dove verranno riportati negli anni tutti i corsi ai quali il socio è intervenuto. SSFA potrà pertanto fornire – su semplice richiesta ed in ogni momento – un’ adeguata certificazione del programma di aggiornamento che è stato svolto. ISCRIVETEVI SUBITO!!!! Per ulteriori informazioni, scrivete a : [email protected] Anno III numero 12 Pagina 9 GRUPPO di LAVORO SSFA DISPOSITIVI MEDICI Il settore dei dispositivi medici è molto variegato e complesso e sta assumendo, nel campo dell’assistenza medica, un’importanza sempre crescente. Sebbene in Italia la normativa di riferimento sia ormai in vigore da alcuni anni (il decreto legislativo sui dispositivi impiantabili attivi risale a 15 anni fa), molti aspetti richiederebbero di essere maggiormente definiti per consentire un approccio più rigoroso nel rispetto del processo di innovazione ed armonizzazione normativo che è in corso a livello europeo. Sulla base di queste considerazioni si è costituito nell’ambito della SSFA, nel luglio 2008, il Gruppo di Lavoro ―Dispositivi Medici‖. Gli iscritti sono al momento 21, 18 dei quali attivamente impegnati nelle attività in corso. Ad oggi, si sono tenute due riunioni (ottobre 2008 e febbraio 2009): nella prima é stata selezionata una serie di aspetti e problematiche legati ai dispositivi medici che si è ritenuto utile approfondire. Sono nati così cinque sottogruppi che stanno lavorando sui seguenti argomenti: normativa nazionale normativa internazionale (con riferimento agli USA ed ai paesi dell’Est europeo) vigilanza (sia per la sperimentazione clinica che postmarketing) sviluppo del prodotto (schema del processo di sviluppo dei dispositivi medici) rimborsabilità e costo/ efficacia dei dispositivi medici. Parallelamente alle attività dei sottogruppi, il GdL sta curando l’allestimento di una banca dati sulla normativa, nazionale ed internazionale, e sulle linee guida ISO. E’ stato inoltre attivato da Giuseppe Assogna (SSFA) e Stefano Gasperini (Convatec) un contatto con Assobiomedica (associazione di settore delle aziende produttrici di dispositivi medici). Alla seconda riunione del gruppo ha partecipato anche la dr.ssa Fernanda Gellona (Direttore Rapporti Istituzionali Assobiomedica), la quale ha fornito un’ampia panoramica sui dispositivi medici ed ha messo in rilievo una serie di problematiche generalmente valutate ed affrontate in modo non corretto, in quanto ad esse si applicano erroneamente parametri propri del settore farmaceutico, ma non idonei per i dispositivi. La dr.ssa Gellona ha confermato la disponibilità di Assobiomedica ad una collaborazione con il GdL SSFA nell’approfondire temi di comune interesse. A tal proposito S. Gasperini, che partecipa da tempo ai gruppi di lavoro Assobiomedica in qualità di esperto aziendale, seguirà per conto dell’associazione i lavori della commissione istituita dalla regione Lombardia sul tema dell’Health Technology Assessment e potrà così fornire anche al gruppo di lavoro informazioni ed aggiornamenti sulla materia. Un altro impegno per il GdL è rappresentato dal 1° corso di aggiornamento sui Dispositivi Medici, promosso da AFI – SIAR – SIFO – SSFA, che si terrà a Roma il 18 -19 maggio 2009, in collaborazione con il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità. Le relazioni previste per le quattro sessioni del corso saranno tenute da rappresentanti delle Autorità Competenti (Ministero Salute e ISS), mentre le quattro tavole rotonde che concludono le sessioni saranno organizzate e coordinate dalle società scientifiche. Alla SSFA è stata affidata la tavola rotonda ―Vigilanza nel settore dei dispositivi medici‖. Il sottogruppo di lavoro ―Vigilanza‖ sta preparando i due interventi preordinati, riguardanti la vigilanza nelle sperimentazioni cliniche e la sorveglianza nel post-marketing, che verranno presentati da Maria Cristina Jori (Mediolanum Cardio Research) e da Matteo Slaviero (Bayer Schering Pharma). Tutti i Soci SSFA interessati sono invitati a partecipare attivamente alle riunioni del GdL, oppure possono seguire le attività in corso nel sito internet SSFA, per mezzo dei comunicati ―Dispositivi Medici‖ curati da Giulia Valsecchi. Carla Turriziani Coordinatore GdL Dispositivi Medici Anno III numero 12 Pagina 10 STUDI OSSERVAZIONALI : un aggiornamento dal Gruppo di Lavoro Il Gruppo di Lavoro Studi Osservazionali (SOs) è composto da professionisti della ricerca clinica ed epidemiologica, in rappresentanza di aziende farmaceutiche e biomedicali, contract research organizations e di alcuni enti pubblici. Il Gruppo è nato nel 2004 per attivare un confronto tra gli operatori del settore a seguito dei cambiamenti normativi introdotti dalla circolare del Ministero della Salute n. 6 del 02/09/2002. In particolare uno dei primi obiettivi del Gruppo di Lavoro SOs è stato quello di tentare di dare una definizione più precisa di studio osservazionale e collaborare con AIFA e Società medicoscientifiche per lo sviluppo di una più chiara e completa normativa nazionale. Nel 2005 il Gruppo di Lavoro SOs ha redatto e diffuso una Linea Guida SSFA per la corretta implementazione degli studi osservazionali e ha consegnato ad AIFA le proprie raccomandazioni per la stesura di una nuova normativa. Successivamente il Gruppo di Lavoro SOs ha contribuito alla revisione della bozza del Decreto Ministeriale che AIFA ha perfezionato e pubblicato il 31 marzo 2008. Più recentemente il Gruppo di Lavoro ha elaborato e fatto pervenire al Garante per la Privacy osservazioni in merito alla delibera per la protezione dei dati personali. Tali osservazioni sono state recepite nelle linee guida per i trattamenti di dati personali nell'ambito delle sperimentazioni cliniche di medicinali del 24 luglio 2008. Durante questi cinque anni il GdL SOs ha dunque lavorato intensamente per promuovere la conoscenza delle metodologie di ricerca osservazionale e sensibilizzare gli operatori sull’importanza dei dati che derivano dalla pratica clinica corrente. A poco più di un anno dall’entrata in vigore delle linee guida AIFA, la SSFA, con il contributo di altre tre società scientifiche (SIF–SIFO-SISMEC), tramite il GdL SOs organizza il Primo Convegno Nazionale sulla Ricerca Clinica di Tipo Osservazionale che si terrà martedì 22 Settembre 2009 a Roma, presso l’auditorium della nuova sede del Ministero della Salute. Abbiamo coinvolto i principali attori della ricerca clinica osservazionale in Italia: Istituto Superiore di Sanità, AIFA, Farmindustria ed anche i farmacologi, i farmacisti ospedalieri e gli epidemiologi clinici nella loro doppia veste di promotori di ricerche e di valutatori dei protocolli all’interno dei comitati di etica. Il convegno si aprirà con un’introduzione dello stato della ricerca osservazionale ed una rassegna sulla normativa in vigore a cura di Carlo Tomino (AIFA): accompagnerà l’apertura l’intervento di Roberto Raschetti (ISS) sull'inquadramento metodologico degli studi osservazionali. Nella seconda parte della mattina parleranno i vari promotori di ricerche cliniche osservazionali, che illustreranno le diverse applicazioni e l’utilità della conduzione di questi studi anche mediante esempi concreti. Nel pomeriggio i rappresentanti dei comitati di etica ed i tecnici (SISMEC e SSFA) faranno emergere le criticità metodologiche e normative che caratterizzano il disegno, la conduzione e la valutazione di ricerche cliniche di tipo osservazionale in Italia. Seguirà un dibattito e la discussione finale sulle relazioni della giornata. Ci auguriamo che i molti soci della SSFA interessati a questo argomento partecipino numerosi all’evento, che si preannuncia essere il primo di una serie di incontri dedicati alla ricerca clinica di tipo osservazionale. Giovanni Fiori Coordinatore GdL Studi Osservazionali (SOs) Anno III numero 12 Pagina 11 CONVEGNI E CORSI 2009 MESE DATA LOCALITA’ RIFERIMENTO EVENTO Aprile 3 Milano SSFA/Università Bicocca INAUGURAZIONE — Master in Ricerca e Sviluppo Pre-clinico e Clinico dei Farmaci Aprile 29/30 Sesto Fiorentino (Fi) BIAS/SISMEC Congresso Nazionale BIAS Maggio 5 Milano Sos/BIAS/FV ―Montagna‖ Seminario Studi Osservazionali Maggio 12/14 Milano Medicina Farmaceutica Nono Corso Avanzato sullo sviluppo clinico dei farmaci Maggio 18/19 Roma AFI/SIAR/SIFO/SSFA 1° Corso Dispositivi Medici Maggio 27/29 Domus De Maria (CA) SIF/SIFO/SSFA 2°FORUM Nazionale PHARMA RICERCA INNOVAZIONE e ACCESSO TERAPEUTICO Giugno 4/5 Sorrento GIQAR Congresso Nazionale GIQAR Giugno 10 Roma Medicina Farmaceutica Farmacoeconomia negli studi clinici Giugno 15 Milano Medicina Farmaceutica Seminario Giugno 24/25 Milano SSFA/SDA BOCCONI Corso Project Management 2010 Settembre 22 Roma SIF/SIFO/SISMEC/SSFA 1° Convegno sugli Studi Osservazionali Settembre 24/25 Roma GIQAR Corso GCP Ottobre 5/9 Varenna Medicina Farmaceutica XII Corso di Base per assistenti alla ricerca clinica Ottobre Da definire Roma SIAR/SIFO/SSFA 3°Corso Sperimentazione Clinica Novembre 9 Milano Medicina Farmaceutica Seminario Novembre 12 Roma Medicina Farmaceutica Come si legge uno studio clinico Anno III numero 12 Pagina 12 NUOVI SOCI Arpaia Laura Beccaria Massimo Bejan Andrea Claudia Belotto Nicoletta Bertuletti Norma Bettini Barbara Maria Harrison CD Pharma Chiltern International LB Research Recordati Recordati Bianchetti Carla Bravin Margherita Brustolin Domenico Chirico Concetta Cianci Stefania Cicogna Mozzoni Carlo Braguti Roberto Cabrini Irene Carducci Sandro Cocci Grifoni Alessandra Consogno Elena Corbani Anna Di Marco Mirco Di Rico Maria Cristina Ferretti Eleonora Gabelli Sabina Giacinto Antonella Giordano Fabio Iacovacci Francesco Paiuzza Sandro Papazoglou Ioannis Patruno Simona Perez Sergio Restivo Emanuela Rinaldi Francesco Sirizzotti Grazia Valentina Teresa Tavella Scaringi Andrea Tininini Silvia Studio Legale Braguti Raccagni Inc Research PPD Italy Alfa Wassermann Omnicare Chiltern International Chiltern International CRC-CESI GB Pharma Clirest Airon Telematica CD Pharma Harrison ISPHARM Allergo Pharma Alfa Wassermann S.I.F.I. Chiltern International Consulente Recordati Cirillo Valentina Terrazza Paolo Galuppo Pietro Giambattista Valeria Giangreco Daniela Lanza Valentina Luisa Lanzarotti Corinna Mariani Ornella Meroni Michela Morales Claudia Negri Christian Paoletti David Pavone Daniele Pizzoli Paola Rizzo Elisa Rossi Carla Sechi Alessandra Testa Elena Trinca Mauro Venturelli Elena ClinicalTrialConsulting SINTESI RESEARCH AGS AGS Allergopharma Studio Associato Airoldi, Cicogna e Ghirri Farminerva LNAGE Alfawassermann ClinicalTrialConsulting ICR Villa Serena Roche CROSS Nycomed Virostatics ClinicalTrialConsulting AGS SIGMA TAU CRC-CESI ClinicalTrialConsulting CROSS Research CD Pharma Italfarmaco PPD Italy Wyeth-Lederle Consulente CRC-CESI PPD Italy Tremolada Alberto Zocaro Valeria Recordati Alfa Wassermann Fondata nel 1982, Chiltern è una Clinical Research Organization europea con oltre 1200 dipendenti operanti in 20 uffici presenti in Europa, Stati Uniti ed Asia. Chiltern offre servizi clinici dalla Fase I alla Fase IV dello Sviluppo del Farmaco, è presente in Italia dal 2004 ed è un partner in grado di soddisfare le esigenze specifiche di ogni Cliente grazie alla competenza ed alla flessibilità dei propri dipendenti. Per maggiori informazioni contattare: Chiltern International Srl Via Nizzoli, 6 - 20147 Milano Tel.: +39 02 8978941 - Fax: +39 02 37050170 Email: [email protected] - Web: www.chiltern.com CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente: Gianni De Crescenzo Vice—presidente: Anna Piccolboni Segretario: Roberta Chiecca Tesoriere: Marco Romano Consiglieri: Giuseppe Assogna, Rossana Benetti, Marco Corsi, Domenico Criscuolo, Giovanni Fiori, Barbara Grassi, GiovanBattista Leproux Direttore Responsabile: Domenico Criscuolo Comitato editoriale: Domenico Criscuolo, Gianni De Crescenzo, Francesco De Tomasi, Luciano M. Fuccella, Carla Guerini Rocco, Marco Romano Segreteria editoriale: Sabrina Lucioni Segreteria Organizzativa: Viale Abruzzi 32—20131 MILANO Tel. 02-29536444 Fax. 02-89058506 E-mail [email protected] SSFA oggi Stampa: Registrazione del Tribunale di Milano, N. 319 del 14/05/2007 MEDIA PRINT, Livorno Tariffa Associazioni senza Fini di Lucro: “Poste Italiane Spa—Spedizione in abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 e 3, CB PRATO ” Numero progressivo 12 Periodicità: bimestrale WWW.SSFA.IT