Decadenza, sostituzione e morte di lingue Silvia Dal Negro (Libera Università di Bolzano) Bergamo, Linguistica Generale 2, 23.4.09 Distribuzione delle lingue per numero di parlanti L1 Popolazione Lingue esistenti Numero di parlanti n. % n. % 8 0,1% 2.301.423.372 40% 10.000.000 - 99.999.999 75 1,1% 2.246.597.929 39% 1.000.000 - 9.999.999 264 3,8% 825.681.046 14% 100.000 - 999.999 892 12,9% 283.651.418 5% 10.000 - 99.999 1779 25,7% 58.442.338 1% 100.000.000 - 999.999.999 1.000 - 9.999 1967 28,5% 7.594.224 0,1% 100 - 999 1071 15,5% 457.022 0,008% 10 - 99 344 5% 13.163 0,0002% 1-9 204 3% 698 0,00001% 5.723.861.210 100% Sconosciuta 308 4,5% Totali 6912 100% Fonte: Ethnologue, 15th Edition, Raymond G. Gordon, Jr., Editor. Copyright © 2005, SIL International. 1 Lingue Parlanti 8 milioni (0,2%) 3586 piccole lingue 2935 lingue di ‘taglia media’ 1,2 miliardi (20,4%) 4,5 miliardi (79,5%) 83 grandi lingue Harrison (2007: 14) Diversità linguistica | correlazione fra diversità linguistica, organizzazione sociale e biodiversità Area Lingue # % Africa 2.092 30,3 Americhe 1.002 14,5 Asia 2.269 32,8 Europa 239 3,5 Pacifico 1.310 19,0 Totali 6.912 Papua Nuova Guinea: 820 lingue 100,0 2 “A language dies only when the last person who speaks it dies. One day it’s there; the next it is gone. Here is how it happens. In late 1995, a linguist, Bruce Connell, was doing some field work in the Mambila region of Cameroon. He found a language called Kasabe, which no westerner had studied before. It had just one speaker left, a man called Bogon. Connell had no time on that visit to find out much about the language, so he decided to return to Cameroon a year later. He arrived in mid-November, only to learn that Bogon had died on November 5.” David Crystal, “Death Sentence”, The Guardian, October 25 1999. “«Ormai parlo la mia lingua soltanto in ginocchio», spiegava nel 1975 Claudia Plotnikova nata Angigatova, allora ottantenne e ultima sopravvissuta del popolo dei Kamass: «con Dio, che è il solo rimasto che capisce il kamass». I Kamass erano una nazione della famiglia dei Samoiedi uralici siberiani. Con lei si estinse tre anni dopo una lingua vissuta per millenni […].” Andrea Csillaghy, “Divisi e uniti dalla lingua”, Il Sole 24 ore, 23.2.1997. 3 “Per esempio nel 1974 morì Ned Maddrell, l’ultimo parlante del manx. Lui e gli altri parlanti anziani che morirono poco prima di lui vivevano in luoghi diversi, quindi non potevano parlare manx fra di loro, salvo nell’occasione in cui alcuni di loro erano stati riuniti per una intervista linguistica. Possiamo allora dire che la data della morte del manx è da far coincidere con la fine di questa riunione? Facendo così rischieremmo di fissare la data di morte di una lingua con la fine della sua “performance”. A questo occorre aggiungere che il manx di quegli ultimi parlanti era già strutturalmente alterato, perché da tempo disfunzionale” (Dressler 2003, 19-20). Dorothy Jeffrey Pentreath (1685-1777) (stampa di R. Scradden) 4 Perché studiare la morte di lingue? | | | | | “interfaccia tra strutture grammaticali e contesto” (Dressler 2003: 9); analogie con altri contesti di input ristretto (acquisizione, pidginizzazione); conferma di tendenze e principi generali (cognitivi, tipologici, del mutamento); attendibilità di dati di lingue in decadimento; documentazione di un fenomeno globale e ricerca di contro-strategie. Come muore una lingua | morte improvvisa z z z z calamità naturale; dispersione della comunità; invasione; mutamento politico. | processo graduale z z z z bi- o plurilinguismo asimmetrico; trasformazione socioeconomica; processi migratori (↔); trasmissione parziale. • in loco (lingue indigene, autoctone) • in diaspora (contesto migratorio) 5 Processo di “morte graduale” (language shift) Æ n. di parlanti nativi Due percorsi teoricamente possibili: Æ domini d’uso • prima si perdono i domini alti • prima si perdono i domini bassi, d’uso tempo Cosa resta: • usi gergali • usi colti e/o fossilizzati • influenza da sostrato • toponomastica Tedesco e ungherese a Oberwart (Austria) • dottore • nipoti (e stessa gen.) • pubblici ufficiali • figli (e stessa gen.) • partner • fratelli e sorelle • vicini coetanei • amici • genitori (e stessa gen.) • clienti mercato nero • nonni (e stessa gen.) • Dio (Gal 1979) 6 Indicatori di rischio (Batibo 2005) Tipo di indicatore Attitude-related Fenomeni osservati • • • • Development of negative attitudes towards own language Ambivalent language loyalty Indifference about language transfer to children Association of mother tongue with low economic and social status Language-use related • • • Inactive transmission of language to children Reduction to domains of use Diminishing number of speakers Language-structure related • • • Limited stylistic variation Structural erosion and simplification Lexical reduction atteggiamenti > uso linguistico > aspetti strutturali La rottura dell’equilibrio mancata trasmissione linguistica mancata acquisizione | mutamenti strutturali qualitativi | disfunzionalità | | Î perdita di parlanti nativi Ð presenza di parlanti nativi imperfetti (semi-parlanti) 7 Quanto può vivere una “lingua in estinzione”? | A lungo: La comunità non è compatta (famiglie innovative vs. famiglie tradizionali); z La comunità è anagraficamente stratificata; z Il rapporto fra contesto SL, atteggiamenti e uso non è diretto; z La L1 può specializzarsi in alcune funzioni. z Cosa si intende per decadimento linguistico “the reduced use of a language will lead also to a reduced form of that language” (Dorian 1977, 24); | “Language decay is defined as the serious linguistic disintegration which is typical for the speech of so-called semi-speakers, i.e. that speaker generation which results from the interruption of language transmission” (Sasse 1992a, 15). | 8 Parlanti imperfetti L’intera comunità, o ciò che ne resta | Individui che perdono la competenza linguistica nella L1 in seguito ad una riduzione nell’uso. | Individui che non arrivano a completare il processo di acquisizione della L1. | “rememberers” | Effetti linguistici • presenza massiccia di fenomeni di contatto su tutti i livelli • rapidità anomala del mutamento linguistico • alto grado di variazione interpersonale e soggettiva • perdita di variazione stilistica • erosione di categorie linguistiche • ristrutturazione dei paradigmi morfologici • tendenza alla semplificazione e all’analiticità • resistenze inattese del sistema 9 i numerali: sistemi a rischio di erosione IL KALULI (Papua Nuova Guinea) | | | | ¾ ¾ non ha parole separate per i numerali; si basa esclusivamente sul corpo umano; si conta nominando o indicando la relativa parte del corpo; sistema simmetrico che arriva a 35 (18 = naso) nuove esigenze (economia, scuola, banconote) + contatto con il tok pisin il sistema tradizionale si usa solo fino a 20, tok pisin per contare i soldi e numerali alti Hale (2007: 176) i numerali: sistemi a rischio di erosione LO YAKKHA (Nepal) | | | | tradizionalmente aveva un sistema di numerali distinti di eredità tibetobirmana; molte lingue dell’area sostituiscono i numerali alti con prestiti nepalesi (lingua dominante); in yakkha si mantengono i numerali solo fino a 3, si sviluppa poi un sistema basato sulla mano; sistema innovativo ma autonomo che evita il prestito Hale (2007: 174) 10 i numerali: sistemi a rischio di erosione L’ARBËRESH (Hamp 2006) Sistema tradizionale (Greci, prov. AV) Sistema innovativo1 (Picilia, prov. CS) Sistema innovativo2 (S.Benedetto Ullano CS) 1. í 1. ë 1. ë 2. di 3. trε / tri 4. katr 5. pes 6. ģašt 7. štat 8. tεt 9. nend 10. δi‘εt 11. imbδi‘εt (‚uno su dieci‘) 2. di 3. trε 4. kátër 5. pes 6. ģašt 7. štat 8. tεt 9. nënd 10. δiεt 11. δiεt mbë ë (‚dieci su uno‘) 12. dimbδi‘εt (‚due su dieci‘) 20. i^zεt (‚un venti‘) 12. δiεt mbë di (‚ dieci su due‘) 20. δiεt mbë δiεt (‚10 + 10‘) 40. trεδiεtεδεt (‚3-10 &10) 2. di 3. trε 4. kátër 5. pes 6. ģašt 7. štat 8. tεt 9. nënd 10. δjεt 11. úniči 12. dúδiči 20. víndi … 40. di‘zεt (‚due venti‘) 11 i numerali: sistemi a rischio di erosione IL WALSER G. ich tö heisse eh guglielmo valmaggia un hättë dodici jar NONNA. zwelf G. eh zehe jar NONNA. zwelf G. zende jar NONNA. !zwelf! jar G. zwelfe jar Formazza, più tradizionale INT. wi fil joar häsch du? A. eh wissi nöit/, wissi nöit säae in töitschu INT. un in italiano? A. @@ ventisei Issime D. wimang jare hed-er ? R. heg hebet ottant'anni el prim d'april Lingua più tradizionale (Formazza) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 20. 25. 36. eis/eini/einä zwei/zwe dri vier fif säksch sêbä acht nin zächä endlif zwelf drizä zwenzk fifuzwenzk säkschutrisk hescht messu niderla duecento lire del trentacinque hescht kheirate Rimella, meno tradizionale Lingua più evoluta: Rimella 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 20. 25. 36. ais/en/aina zwai/zwi/zwin? drei vier venf schaksch schibnu achtwu ninu zinu eljvu zwaljwu drizzene vint vinticinc trentasei hoschtut novantot liri isch attwa duimila metter, na? dal trentasei ussu del quarantotto 12