Opuscolo didattico Verso l’ Unità d’ It alia •Cronologia degli avvenimenti nazionali e locali •Personaggi rilevanti nel VCO •Simboli dell’Italia Unita Realizzato in occasione del 150° dell’Unità d’Italia dalla Comunità Montana del Verbano Presentazione e indice La Comunità Montana del Verbano, in occasione del 150° anniversario della Unità d’Italia ed a supporto della mostra itinerante (*) “Cavour e il suo tempo” ha voluto realizzare, grazie alla collaborazione attiva della nostra Rete Museale e del settore Cultura, questa pubblicazione pensando di farne omaggio ai nostri studenti, agli insegnanti ed a tutti coloro che fossero interessati a rileggere fatti ed avvenimenti che portarono alla nascita dell’Italia. In questa brochure vengono illustrati cronologicamente ed in estrema sintesi i principali avvenimenti che portano, il 17 marzo 1861, alla proclamazione del Regno d’Italia (per gli approfondimenti è disponibile una ricca offerta bibliografica). Uno strumento agile che si prefigge anche di raccontare questo segmento di storia che annovera diversi accadimenti che ebbero come teatro il nostro territorio e contempla tra i suoi protagonisti molti personaggi locali. La storia è passata anche da noi, e quindi abbiamo titolo per celebrare e per rinfrescare la nostra memoria e per dare alle future generazioni il senso di una identità da cui traggono origine le nostre radici. Mostra itinerante “Cavour e il suo tempo”, promossa dalla Provincia del Verbano Cusio Ossola. Appuntamenti sul territorio comunitario: Cannero Riviera – Lido – sala comunale P. Carmine dal 04/02 al 20/02/2011 Premeno – Villa Bernocchi dal 16/07 al 31/07/2011 Caprezzo – sede Pro Loco dal 31/08 al 11/09/2011 Avvenimenti Personaggi Simboli ...............................................................................4 ...................................................................................10 ..................................................................................................24 1 Avvenimenti Data 1789 1796 Avvenimenti Rivoluzione Francese 14 luglio presa della Bastiglia: il popolo parigino espugna la prigione-fortezza simbolo dell’assolutismo. Gli ideali di libertà, uguaglianza, fratellanza, proclamati dalla Rivoluzione Francese, saranno d’ispirazione ai patrioti del Risorgimento italiano. Prima campagna di Napoleone in Italia, si costituiscono la Repubblica Transpadana (Lombardia) e la Repubblica Cispadana (Emilia). Due giovani patrioti di Bologna “inventano” la bandiera tricolore italiana (su modello di quella francese). Quella bandiera, successivamente adottata nelle Repubbliche napoleoniche e nel Regno napoleonico d’Italia, diverrà un simbolo per tutti i patrioti. 1800 1802 1805 2 Giuseppe Azari di Pallanza, ispirato dagli ideali della Rivoluzione francese organizza in zona una ribellione per costituire una Repubblica autonoma, ma fallisce e viene giustiziato. Seconda campagna di Napoleone in Italia. Vittoria di Marengo (AT) contro gli Austriaci. Tutto il nord Italia viene conquistato e annesso alla Francia con nome di Repubblica Cisalpina (capitale a Milano). La Repubblica Cisalpina viene denominata Repubblica Italiana, Bonaparte ne è presidente. La Repubblica Italiana diviene Regno d’Italia e Napoleone se ne proclama re. Malgrado la conclusione “assolutistica” la conquista napoleonica dell’Italia ha rappresentato la prima esperienza di Unità del territorio nazionale. 1810 1813 Cavour e i personaggi del VCO Viene inaugurata una nuova moderna via carrozzabile di veloce collegamento tra Milano e Parigi: la via del Sempione, che proietta il nostro territorio verso l’Europa. Nasce a Torino Camillo Cavour, da una famiglia influente e in ottimi rapporti con Napoleone. Dopo una serie di grandiose vittorie conseguite negli anni, Napoleone dapprima affronta con risultati disastrosi la Campagna di Russia, quindi viene sconfitto a Lipsia (Germania) in quella che viene chiamata “Battaglia delle Nazioni” (sue avversarie sono Gran Bretagna, Russia, Spagna, Portogallo, Prussia, Austria, Svezia). Avvenimenti 1815 1820 Cavour e i personaggi del VCO Rientrato dopo un periodo di esilio, Napoleone tenta di riguadagnare la sua posizione, ma viene nuovamente sconfitto a Waterloo. Viene esiliato all’Isola di Sant’Elena. Il Congresso di Vienna sancisce la Restaurazione: la situazione politica in tutta Europa deve ritornare come era prima delle conquiste di Napoleone, l’Italia torna ad essere divisa in tanti staterelli. I Savoia, tornati a regnare sul Piemonte, allontanano dagli incarichi pubblici i membri della famiglia Cavour che hanno collaborato con il regime napoleonico. Ma il padre di Cavour presto riguadagna la fiducia dei sovrani. Moti rivoluzionari a Napoli e a Palermo, vengono sedati. Il giovane Camillo viene avviato alla carriera militare. A Milano vengono arrestati molti rivoluzionari, tra cui Pellico e Maroncelli incarcerati allo Spielberg. 1821 Moti in Piemonte, sedati con l’intervento dell’Austria. A Milano viene arrestato Federico Confalonieri e rinchiuso allo Spielberg. Alessandro Manzoni compone tra le “Odi civili” Marzo 1821 a favore dei moti carbonari. 1831 Paolo Solaroli, che ha partecipato ai moti in Piemonte è costretto all’esilio Anche Pietro Borsieri è arrestato a Milano con i rivoluzionari e condannato a vent’anni di carcere allo Spielberg. Moti in Emilia e Romagna, sedati, ne viene arrestato e condannato a morte il promotore Ciro Menotti. Giuseppe Mazzini fonda il movimento la “Giovine Italia” con lo scopo di unire tutti gli stati italiani in una Repubblica democratica. Anche nel nostro territorio alcuni personaggi sono vicini alle idee di Mazzini e aderiscono alla Giovine Italia: Giovanni Gentinetta e Giacomo Trabucchi di Domodossola, Antonio Rossetti di Santa Maria Maggiore. Cavour matura la decisione di abbandonare la carriera militare. Prende nelle sue mani la gestione dell’impresa agricola familiare a Grinzane e compie negli anni successivi numerosi viaggi di istruzione in tutta Europa Tra le varie attività imprenditoriali di Cavour si ricorda anche l’istituzione di un servizio postale di battelli a vapore sul Lago Maggiore. 1834 Spedizione di Mazzini in Savoia. Fondazione della “Giovane Europa”. Insurrezione di Genova nella quale si evidenzia Giuseppe Garibaldi. 3 Avvenimenti 1842 1843 1847 1848 Cavour e i personaggi del VCO Moti di Romagna. Paolo Solaroli torna in Italia, abbandonando la sua vita avventurosa per combattere come militare dell’esercito regio. Elezione di Pio IX al soglio papale. I sovrani del Regno delle Due Sicilie e del Granducato di Tosacana concedono la Costituzione; 4 marzo a Torino il Re Carlo Alberto concede lo Statuto. Le Cinque Giornate di Milano (18-22 marzo): la capitale lombarda insorge contro gli Austriaci. Nelle Cinque Giornate combattono anche Benedetto Cairoli, Gabriele Lossetti Mandelli di Vogogna, Pietro Borsieri, che poi si stabilirà a Belgirate. Cavour esordisce in politica. 23 febbraio è nominato membro della commissione che prepara la legge elettorale. Spinge Carlo Alberto a intraprendere la Prima Guerra di Indipendenza. I GUERRA DI INDIPENDENZA 23 marzo Carlo Alberto dichiara guerra all’Austria e ottiene vittorie a Pastrengo e Goito. 17 marzo - 22 agosto Venezia caccia gli Austriaci e proclama la Repubblica di San Marco. Partecipano alla I Guerra di Indipendenza come comandanti Francesco Simonetta e Paolo Solaroli. Per la battaglia di Santa Lucia (Verona) Gioacchino Bellezza di Oggebbio riceve la medaglia d’oro. Garibaldi combatte a Luino, sul Lago Maggiore, e conosce Laura Mantegazza. Rosmini affianca Pio IX a Roma e a Gaeta, dopo la proclamazione della Repubblica Romana nel 1849. 22-24 luglio. Gli austriaci, sotto il comando del generale Radetzky, sconfiggono i piemontesi a Custoza, a Milano viene firmato l’armistizio col quale tutte le città liberate tornano agli austriaci Durante le insurrezioni del 1848 il Canto degli Italiani composto da Goffredo Mameli l’anno prima, diviene l’inno dei patrioti. 4 26 giugno Giovanni Bianchetti di Ornavasso e Antonio Giovanola di Cannobio sono eletti deputati nel Parlamento Subalpino. Carlo Cadorna è Ministro dell’Istruzione. Avvenimenti 1849 Cavour e i personaggi del VCO 20 marzo Carlo Alberto riprende la guerra, ma viene nuovamente sconfitto nella battaglia di Novara e abdica a favore del figlio Vittorio Emanuele. 9 febbraio - 4 luglio. Nello Stato pontificio viene proclamata la Repubblica Romana, cui pone fine l’intervento dell’esercito francese. Morte di Goffredo Mameli. 1850 Massimo d’Azeglio Primo Ministro Cavour ministro Agricoltura, Commercio e Marina. 1852 1855 1856 Cavour Primo Ministro. Guerra in Crimea – Francia, Inghilterra e Turchia contro la Russia. Partecipazione del Piemonte come alleato di inglesi francesi e turchi. Tra i piemontesi combattenti in Crimea anche Raffaelle Cadorna di Pallanza. La Russia è sconfitta a Sebastopoli. Ruggiero Bonghi, fin dal 1848 esule in Piemonte dal Regno delle Due Sicilie, fa costruire Villa Pallavicino. Congresso di Parigi. Le grandi potenze si incontrano per ristabilire la pace. Camillo Cavour partecipa al congresso in rappresentanza del Regno di Sardegna. Cavour invia in Francia la contessa di Castiglione e il suo fidato segretario Costantino Nigra per attirare le simpatie dell’imperatore Napoleone III verso le sorti dell’Italia. 1858 14 gennaio. Attentato di Felice Orsini all’imperatore francese, desta grande scalpore, mettendo a rischio la strategia di Cavour. Massimo d’Azeglio si ritira a vita privata sul Lago Maggiore dove scrive l’opera I miei ricordi. Luglio. A Plombieres Napoleone III e Cavour firmano un accordo per l’alleanza tra Francia e Piemonte. 1859 1 gennaio. Gli Austriaci ammassano truppe sul confine del Piemonte. Manifestazioni in molte città, al grido di “Viva V.E.R.D.I.”. 10 gennaio. Vittorio Emanuele II inaugura il nuovo Parlamento subalpino. 14 gennaio. Il principe Giuseppe Napoleone giunge a Torino per la firma del Trattato di alleanza franco-piemontese. 5 Avvenimenti 1859 Cavour e i personaggi del VCO Il trattato prevede che la Francia aiuti il Piemonte nel caso sia attaccato dall’Austria e la costituzione di un Regno d’Italia, dalle Alpi ad Ancona. Il Nuovo Regno d’Alta Italia rimborserà alla Francia un decimo delle entrate annue del regno stesso. 28 febbraio. Mazzini in esilio a Londra pubblica una dichiarazione rivolta all’Europa contro l’alleanza Savoia Francia, ed afferma “l’Italia è matura per essere Nazione libera e una, e dev’essere sola a gestire la sua guerra”. 19 aprile. Ultimatum dell’Austria per il disarmo. da parte 26 aprile. Rifiuto dell’ultimatum da parte del governo di Vittorio Emenuele II e Cavour. Napoleone III mobilita l’esercito. Dichiarazione di guerra del Piemonte all’Austria. 14 maggio II GUERRA DI INDIPENDENZA Napoleone III prende il comando supremo delle forze alleate. 20 maggio. Gli Austriaci passano il Ticino e invadono il Piemonte. 23 maggio. Garibaldi con i Cacciatori delle Alpi occupa Sesto Calende e Varese. 27-28 maggio Battaglia per la difesa di Cannobio. Vittoria della politica di Cavour. Raffaele Cadorna e Paolo Solaroli partecipano alla II Guerra d’Indipendenza come comandanti. Stefano Türr diserta dall’esercito austriaco per schierarsi con il Regno di Sardegna e combatte nei Cacciatori delle Alpi con Garibaldi. Francesco Simonetta, i fratelli Cairoli ed i fratelli Albertoletti combattono sul Lago Maggiore con Garibaldi. Adelaide Bono Cairoli ospita Garibaldi nella sua villa di Belgirate 4 giugno. Battaglia di Magenta. Gli Austriaci si ritirano. 8 giugno. Vittorio Emanuele e Napoleone III entrano vittoriosi a Milano. 24 giugno. Battaglia di Solferino e San Martino da cui l’Austria esce nuovamente sconfitta. 11 luglio. Napoleone III e Francesco Giuseppe s’incontrano a Villafranca e stabiliscono le condizioni della pace senza i piemontesi: la Lombardia è ceduta alla Francia che a sua volta può cederla al re di Sardegna; Venezia e il Veneto restano all’Austria. 6 13 luglio. Dimissioni del ministro Cavour perché infuriato per i patti di Villafranca. Avvenimenti 1860 Cavour e i personaggi del VCO 11 marzo. Plebisciti nell’Italia centrale per l’annessione al Piemonte con votazione unanime (Toscana, Emilia e Romagna). 20 gennaio. Cavour ritorna al governo. 24 marzo. Trattato di cessione di Nizza e Savoia alla Francia secondo gli accordi di Plombieres. 2 aprile. Vittorio Emanuele inaugura il Parlamento dell’Italia settentrionale e centrale. 5 maggio. Partenza dei “Mille” di Garibaldi da Quarto su due piroscafi, “il Piemonte” e il “Lombardo” della società Rubattino. Alla spedizione partecipano anche i verbanesi Francesco Campagnoli e Francesco Canetta, nonché alcuni dei fratelli Cairoli e Stefano Türr. 11 maggio. Sbarco del “Mille” a Marsala senza trovare eccessiva resistenza da parte delle truppe borboniche. Vittorio Albertoletti di Mergozzo combatte a Milazzo. 20 luglio. Battaglia di Milazzo. 28 luglio. Garibaldi s’impadronisce della guarnigione di Messina. Liberazione di tutta l’Isola. 19-20 agosto. Sbarco a Melito e occupazione di Reggio Calabria. 23-30 agosto. Marcia trionfale di Garibaldi attraverso la Calabria. In Basilicata e in Puglia si diffonde l’insurrezione alla notizia delle vittorie garibaldine. 7 settembre. Ingresso a Napoli. 1 ottobre. Volturno. Battaglia al fiume Vittorio Albertoletti di Mergozzo e Giorgio Spezia di Piedimulera combattono al Volturno. 21-22 ottobre. Plebiscito per l’annessione della Sicilia e della penisola meridionale. 26 ottobre. Garibaldi incontra a Teano Vittorio Emanuele e lo saluta “Re d’Italia”. 2 novembre. Capitolazione di Capua. 5 novembre. Plebisciti per l’annessione delle Marche e dell’Umbria. 7 novembre. Il Re e Garibaldi entrano in Napoli tra le manifestazioni di gioia di tutti gli abitanti. 9 novembre. Garibaldi si ritira a Caprera. 7 Avvenimenti 1861 27 gennaio. Si svolgono le prime elezioni politiche per il Parlamento, con la legge elettorale del 17 marzo 1848 fondata sul censo. Votarono solo 239.000 cittadini, su una popolazione di 25.756.000. Fra i deputati eletti nel nuovo parlamento democratico, 85 sono ex principi, baroni, conti, duchi e marchesi, 72 avvocati, 52 medici o professori universitari, 28 alti ufficiali dell’esercito (nessun rappresentante del popolo - cioè industriali, artigiani, lavoratori). Cavour e i personaggi del VCO Francesco Simonetta di Intra e Paolo Solaroli di Novara sono eletti deputati del Regno d’Italia. Ruggiero Bonghi è eletto deputato del Regno d’Italia (sarà in seguito anche Ministro dell’Istruzione). Alessandro Manzoni e Antonio Giovanola di Cannobio sono nominati senatori. 18 febbraio. Vittorio Emanuele inaugura il Parlamento Italiano a Torino 17 marzo. Proclamazione del Regno d’Italia. Vittorio Emanuele assume per sé e per i suoi successori il titolo di Re d’Italia. 1862 6 giugno Morte di Cavour, all’età di 51 anni Garibaldi tenta la conquista di Roma, partendo dalla Sicilia, ma viene fermato sull’Aspromonte dall’esercito italiano, ferito e fatto prigioniero. 1865 Trasferimento della Capitale da Torino a Firenze. 1866 III GUERRA DI INDIPENDENZA Partecipano anche Raffaele Cadorna e Felice Cavallotti come combattenti, Giacomo Pollini come medico. 24 giugno. Battaglia di Custoza con pesante sconfitta dell’Italia da parte dell’Austria. I fratelli Albertoletti di Mergozzo e il vigezzino Giacomo Peretti combattono a Custoza. Luglio. Garibaldi invade il Trentino, ottiene la vittoria nella battaglia di Bezzecca, ma riceve l’ordine di fermarsi ed evacuare la regione. Risponde con il famoso “obbedisco”. 12 agosto. L’Austria, sconfitta dalla Prussia, con il trattato di Vienna cede il Veneto e il Friuli, che sono quindi annessi con plebiscito al Regno d’Italia. Nuovo tentativo di Garibaldi di conquistare Roma, fallisce con la battaglia di Mentana. 1867 8 Enrico e Giovanni Cairoli muoiono per le ferite di guerra riportate al seguito di Garibaldi. Avvenimenti 1867 1870 Cavour e i personaggi del VCO Congresso internazionale per la Pace a Ginevra con la partecipazione di Garibaldi, che stabilisce 12 punti per favorire l’accordo tra le nazioni, ancora oggi attuali. Garibaldi passa da Domodossola e dal Sempione per andare a Ginevra. Breccia di Porta Pia e occupazione di Roma. Il generale Raffaele Cadorna guida un’armata dell’esercito alla Breccia di Porta Pia. Plebiscito per l’annessione del Lazio al Regno d’Italia. 1871 27 gennaio. Roma Capitale d’Italia 2 Luglio. Solenne entrata in città di Vittorio Emanuele II. Morte di Giuseppe Rossetti, senza che egli possa vedere realizzato il suo sogno di Roma capitale d’Italia. Giuseppe Verdi compone l’Aida sulle sponde del Lago Maggiore. Negli anni attorno al 1870 saranno eletti deputati del Regno d’Italia: Raffaele Cadorna di Pallanza, Gian Giacomo Galletti e Giovanni Gentinetta di Domodossola, Felice Cavallotti, residente a Dagnente. 1915 - 1918 Prima Guerra Mondiale Traguardo finale: l’annessione del Trentino e Venezia Giulia 9 Personaggi Albertoletti Vittorio e Luigi I fratelli Luigi e Vittorio Albertoletti sono due giovani borghesi residenti a Mergozzo nel periodo del Risorgimento. Stupisce la loro posizione nei confronti dei moti rivoluzionari. Ai tempi del loro arruolamento a leva infatti avevano fatto di tutto e di più per essere riformati. Dopo la frequentazione di ambienti culturali di alto livello invece hanno cambiato la loro visione e si sono spontaneamente avvicinati al movimento garibaldino. Vittorio combatte con Garibaldi nel 1859 a Laveno e a Varese, nel 1860 a Milazzo, al Volturno, e, successivamente, con il generale Lamarmora a Custoza nel 1866, ottenendo tre medaglie d’argento. Luigi partecipa ai combattimenti in Sicilia e a Varese. Nel 1860 entrambi vengono arruolati nell’Esercito Regio e Luigi in particolare è assegnato al raggruppamento per la repressione del brigantaggio. Azari Giuseppe Antonio Novara 1770 – 1796 Avvocato progressista, di idee repubblicane ed ispirato politicamente ai giacobini (rivoluzionari francesi). È protagonista nelle insurrezioni della prima Repubblica Cisalpina. Progetta nel 1796 un’insurrezione a Pallanza per impadronirsi degli uffici governativi e proclamare la Repubblica Lepontina. Il tentativo però fallisce e Azari viene catturato insieme ad altri tre compagni mentre stavano progettando la rivolta. Lo stesso destino tocca ai piccoli gruppi rivoluzionari che sostenevano Azari e compagni. Egli viene imprigionato e condannato a morte il 3 dicembre dello stesso anno alla sola età di 26 anni. 10 Bellezza Gioacchino Il maggiore Bellezza, originario di Novaglio (Oggebbio), come luogotenente dell’esercito del Regno di Sardegna partecipò alla Prima Guerra di Indipendenza (1848) al comando della Prima Batteria a cavallo. Si distinse in particolare nei fatti d’arme di Santa Lucia, presso Verona, dove, manovrando con coraggio le sue truppe sotto il tiro dell’artiglieria austriaca, riuscì a salvare la vita a Re Carlo Alberto e a numerosi soldati sardopiemontesi, ottenendo la prima Medaglia d’Oro al Valor Militare assegnata sul campo. Bianchetti Giovanni Ornavasso 1809 - Domodossola 1890 Con Giovanni Bianchetti, detto Iano, inizia la dinastia ornavassese dei Bianchetti che per oltre un secolo sarà protagonista della storia e della vita economica e culturale dell’Ossola, rappresentando un segmento significativo della classe dirigente risorgimentale. Il nipote di Iano, anch’egli Giovanni di nome, è un politico. Viene eletto sindaco di Domodossola dopo aver ripristinato la provincia dell’Ossola nel 1845 ed è promotore della costruzione del Palazzo che tuttora è sede del Comune di Domodossola. In applicazione dello Statuto Albertino nel 1848 viene eletto deputato al Parlamento Subalpino per il collegio di Domodossola. Giovanni Bianchetti fu seguace ed amico di Cavour, che invitò in Ossola nel 1859. Egli è un liberale moderato, sinceramente monarchico e avversario delle idee repubblicane. Rimane in Parlamento per cinque legislature durante le quali si batte per la realizzazione della ferrovia del Sempione. 11 Bonghi Ruggiero Napoli 1826 - Torre del Greco 1895 Scrittore, giornalista, professore universitario, di idee liberali. Nel 1848 viene inviato dal presidente del governo costituzionale delle Due Sicilie a Roma, per trattare con Papa Pio IX per la costituzione di una lega italiana. Con il colpo di stato e il ritorno al potere di Ferdinando II è condannato all’esilio. Si ferma a Firenze, ma il Regno delle Due Sicilie lo fa cacciare anche da questa città con l’accusa – tra l’altro ingiusta – di essere un nemico dei Borboni. Inizia così un pellegrinaggio tra varie città europee, tra cui, in Piemonte, Torino, Pallanza e Stresa, località in cui fa costruire una splendida villa nel 1855 (Villa Pallavicino). Nel 1859 sposa Carlotta Rusca e si stabilisce a Belgirate. In questi anni, accolto e ospitato dal Rosmini, partecipa alle frequenti conversazioni tra Rosmini e Manzoni, facendosi fortemente influenzare da questi personaggi. Ben poco dura il periodo di raccoglimento nella vita familiare: nel 1859-60 riprende una intensa attività pubblica, collaborando con Cavour ai preparativi della campagna di Lombardia e viene eletto deputato al Parlamento subalpino. Proclamata da Francesco II di Borbone la costituzione e concessa l’amnistia per gli emigrati politici, rientra a Napoli nel 1860, su consiglio di Cavour, e ne viene nominato da Garibaldi vicesindaco. In seguito è deputato del Regno d’Italia (dal 1860 al 1895) e Ministro dell’Istruzione (1870-1874) Muore a Torre del Greco nel 1895, dopo aver dedicato tutta la vita alla politica per l’Unità d’Italia. Borsieri Pietro Milano 1788 - Belgirate 1852 Borsieri è stato un patriota e scrittore italiano, rappresentò il tipico intellettuale romantico, che paga con la prigione e l’esilio le sue coraggiose idee di libertà. Della sua attività di scrittore ricordiamo in particolare la fondazione della rivista “Il Conciliatore”, che, per i concetti liberali espressi, fu censurata e poi costretta a chiudere dal governo austriaco. Nel 1821 lo stesso Borsieri venne arrestato come “carbonaro” e condannato a 20 anni di carcere nella fortezza dello Spielberg. Ne scontò 16 e poi accettò di commutare la pena con l’esilio negli Stati Uniti dove visse poveramente insegnando italiano. Rientrato in Italia nel 1840, anche se stanco e provato dalle lunghe sofferenze e dall’esilio, partecipò nel 1848 alle cinque giornate di Milano. A seguito delle quali, nuovamente esiliato, scelse di dimorare in Piemonte a Belgirate, dove morì nel 1852. 12 La famiglia Cadorna Carlo Cadorna, Pallanza 1809 - Roma 1891 Raffaele Cadorna, Milano 1815 - Torino 1897 Entrambi i fratelli Cadorna ebbero un importante ruoli nel Risorgimento italiano. Carlo è politico, giudice presso il Tribunale di Pallanza e deputato alla Camera (1840) nel collegio elettorale di Pallanza, nonché Ministro della Pubblica Istruzione durante il governo di Gioberti (1848-49). Nel 1857 viene eletto Presidente della Camera dei Deputati del Regno di Sardegna. L’anno successivo senatore e nuovamente Ministro della Pubblica Istruzione nel governo di Cavour. Raffaele è generale e politico, in servizio per il Regno di Sardegna prima e per il Regno d’Italia poi. Nel 1848-49 prende parte come Maggiore dell’Esercito Regio alla Prima Guerra di Indipendenza. Nel 1849, su incarico di Carlo Alberto, porta al feldmaresciallo Radetzky a Milano la denuncia dell’armistizio di Salasco. Ottiene popolarità a corte dopo la partecipazione alla Guerra di Crimea (1855-56) e soprattutto alla seconda Guerra di Indipendenza (1859-61). Si adopera per arginare il fenomeno del brigantaggio meridionale. Nel 1866 prende parte alla Terza Guerra di Indipendenza. Nel 1870 guida il IV Corpo d’armata dell’esercito alla Breccia di Porta per l’annessione di Roma all’Italia. In seguito è nominato deputato e senatore del Regno d’Italia. I fratelli Cairoli Patrioti italiani, pavesi, figure di spicco del Risorgimento. Figli di Carlo Cairoli – medico, professore di chirurgia – e Adelaide Bono – figlia di un prefetto di Milano, la quale li conduce spesso in soggiorno estivo nella sua villa di famiglia a Belgirate. La famiglia Cairoli è sepolta a Gropello Cairoli in provincia di Pavia nel Sacrario che è Monumento Nazionale nei pressi della villa abitata per lungo tempo dalla famiglia stessa. Il primogenito è Benedetto (1825-1889) che nel 1848 ha un ruolo nelle Cinque Giornate di Milano. Nel 1859 ottiene un comando nel corpo dei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi. Nel 1860 partecipa alla Spedizione dei Mille e nel 1870 ai negoziati con Bismarck. Dopo l’unità d’Italia prende parte alla vita politica ricoprendo la carica di presidente della Camera e Presidente del Consiglio nel 1878 e dal 1879 al 1881. Ernesto (1833-1859) muore tra i Cacciatori delle Alpi. Luigi (1838-1860) perisce di tifo durante la Spedizione dei Mille. Enrico (1840-1867) e Giovanni (1841-1869) partecipano alla Campagna dell’Agro Romano per la liberazione di Roma al seguito di Giuseppe Garibaldi nel 1867 con la spedizione a Villa Glori. Entrambi cadono per questa impresa ed in particolare Giovanni si spegne a Belgirate, nella casa estiva di sua madre, per le ferite riportate. 13 Cairoli Bono Adelaide Milano 1806-1871 Patriota italiana, considerata un modello di madre della nazione e un esempio di contributo intellettuale femminile nel periodo Risorgimentale. Figlia maggiore del Conte Benedetto Bono di Milano, Primo Commissario della Repubblica Cisalpina, conte dell’Impero e Consigliere di Stato del Regno d’Italia. Sposata con Carlo Cairoli con il quale ha otto figli, donna di vasta cultura e generosa, cura personalmente l’educazione dei figli indirizzandoli verso l’amore per il prossimo e i sentimenti patriottici. Finanziatrice di giornali patriottici, ospita anche un salotto politico letterario nelle sue ville a Pavia e Belgirate e, in quest’ultima dimora viene accolto anche Garibaldi nel periodo di permanenza sul lago Maggiore. I suoi figli muoiono tutti tra il 1859 ed il 1869 in onore della causa risorgimentale. Nonostante questo la donna non ha mai voluto accettare ricompense e onorificenze. La sua dignità e il suo amor patrio hanno destato all’alba del nuovo Stato una forte ammirazione. Cavallotti Felice Milano 1842 – Roma 1898 Poeta, drammaturgo e politico italiano. Fondatore con Bertani del Partito Radicale Storico. Fin dall’infanzia frequenta il lago Maggiore, prima nella casa di una zia paterna a Ghevio, poi acquistando una dimora a Dagnente. Combatte nella seconda fase della Spedizione dei Mille e prende parte alla Terza Guerra di Indipendenza. Nel 1873 viene eletto per la prima volta al Parlamento come deputato di Corteolona. Molto attivo contro gli ultimi governi della Destra Storica, è stato anche scettico a proposito della Sinistra, tenendosi quindi all’opposizione. Tramite un’intesa conclusa con Antonio Starrabba ottiene molte concessioni alle richieste radicali. Durante i dodici anni sotto la sua guida il partito cresce considerevolmente ed al momento della sua morte l’influenza parlamentare di Felice Cavallotti era all’apice. Felice Cavallotti muore in duello, ucciso dal conte Ferruccio Macola, direttore del giornale conservatore Gazzetta di Venezia. Cavallotti aveva accusato il conte di avere pubblicato una notizia non verificata relativa ad una querela che egli aveva ricevuto come deputato. Per il funerale di Felice Cavallotti un corteo di tre chilometri accompagna il feretro fino al cimitero di Dagnente (frazione di Arona), sul Lago Maggiore, dove è sepolto. Diversi monumenti sono a lui dedicati, tra cui uno sul lungolago di Verbania-Intra. 14 DAzeglio Massimo Torino 1789 – 1866 Scrittore, pittore, patriota e politico italiano, di orientamento liberale moderato. Primo ministro del Regno di Sardegna dal 1849 al 1852, in un momento molto difficile, seguìto alla sconfitta inflitta dall’Austria. Sarà senatore del Piemonte dal 1853. Nel 1859 ottiene l’incarico di costituire un governo provvisorio a Bologna. Nel 1860 viene nominato Governatore della Provincia di Milano. Sincero patriota italiano, ma cosciente delle grandi differenze tra le diverse regioni italiane, deciso a rispettare i sovrani legittimi, era contrario ad una unificazione a sola guida piemontese e auspicava la creazione di una confederazione di stati sul modello dell’Unità tedesca. Per questo duramente attaccato dai Mazziniani e definito da Cavour suo “empio rivale”. Sposa nel 1831 Giulia, figlia di Alessandro Manzoni, in un’unione non felice (che si chiude con la morte prematura di Giulia nel 1834). Durante gli ultimi anni della sua vita, trascorsi sul Lago Maggiore nella villa fatta edificare a Cannero tra il 1856 e il 1857, si dedica alla stesura delle sue memorie, pubblicate postume col titolo I miei ricordi nel 1867. Galletti Gian Giacomo Bognanco 1789 – Parigi 1873 Figlio di Giacomo e di Domenica Giovangrande lavora, alla tenera età di 12 anni, nel cantiere della strada napoleonica del Sempione. Ambulante in Svizzera, affermato commerciante a Milano, infine banchiere a Parigi e socio dei Rothschild, lascia le proprie enormi sostanze ai comuni di Domo e di Bognanco e ancora vivente dà un considerevole anticipo alla Fondazione a lui intestata (1869). A sue spese vengono costruite la strada Domo-Bognanco, il teatro Galletti e gli edifici scolastici a Bognanco. Procura inoltre l’assistenza medica gratuita per i suoi compaesani. Con i suoi lasciti a Domodossola vengono comprati il palazzo S. Francesco e il palazzo Silva e dei terreni al Gibellino ed edificata e finanziata la scuola per artigiani a lui intitolata (oggi ITIS «Galletti»). È stato eletto dagli ossolani deputato al Parlamento del Regno d’Italia nel 1872. 15 Garibaldi Giuseppe Nizza 1807 – Isola di Caprera 1882 Generale, patriota e condottiero italiano. Dopo aver combattuto in Sud America, torna in Europa per partecipare alla prima Guerra di Indipendenza contro gli austriaci. Nel 1848 conosce Mazzini a Milano, ma ne rimane in parte deluso, avendo i due pensieri molto diversi. Partecipa comunque alla guerra come volontario al servizio del governo provvisorio di Milano, con la carica di generale. Forma il battaglione Anzani e parte alla volta di Brescia avendo ricevuto l’incarico di liberarla. Dei 3700 uomini molti disertano. Si sposta verso Arona, poi verso Luino e Varese dove si scontra per la prima volta con gli Austriaci, qui incontra Laura Mantegazza che ospita gli uomini di Garibaldi feriti nella sua villa di Cannobio. Garibaldi sarà di nuovo sul lago Maggiore (zona Arona, Castelletto Ticino, Sesto Calende) durante la Seconda Guerra d’Indipendenza. Soggiorni di Garibaldi nel Verbano sono ricordati da monumenti a Verbania, Premeno, Bee, Cannobio. Infine, dopo la partecipazione e tutte le successive vicende che portano l’Italia all’Unità, Garibaldi si trova nuovamente a transitare nella nostra provincia, stavolta in Ossola, soggiornando a Domodossola per andare a Ginevra nel 1867 al Congresso Internazionale per la Pace. 1824 Primo viaggio in mare verso il Mediterraneo Orientale 1833 A Taganrog (Russia) entra in contatto con i mazziniani 1834 Partecipa ai moti di Genova 1835 Parte esule da Marsiglia verso il Sud America 1839 Combatte con il Rio Grande do Sul contro il Brasile centralista 1839 Incontra Anita, la donna che sposerà nel 1842 1848 Rientrato in italia, partecipa alla Prima guerra d’Indipendenza 1859 Partecipa alla Seconda guerra d’Indipendenza come generale dell’esercito piemontese, al comando dei Cacciatori delle Alpi 1860 Impresa dei Mille 1862 Nell’intento di liberare Roma, parte dalla Sicilia con 2.000 volontari, ma è fermato sull’Aspromonte. In questo anno torna anche sul lago Maggiore come ricorda una lapide a Cannobio 1864 Si reca a Londra, dove è accolto trionfalmente ed incontra Mazzini 1866 Partecipa alla Terza guerra d’Indipendenza. comanda un corpo di volontari che combatte in Trentino. Sconfigge gli austriaci a Bezzecca 1867 A settembre partecipa a Ginevra al Congresso per la pace. A ottobre si mette a capo dei volontari che invadono il Lazio, ma viene fermato il 3 novembre a Mentana 1870-71 Partecipa alla guerra franco-prussiana a fianco dei francesi 1874 viene eletto deputato del Regno d’Italia 1879 fonda a Roma la Lega della Democrazia Verbanesi tra i Mille Campagnoli Giuseppe, Monza 1835 – Pallanza 1902 Canetta Francesco Serafino, Oggebbio 1836 – dopo il 1860 Questi due personaggi sono gli unici provenienti dalla nostra Provincia che compaiono nell’elenco di coloro che presero parte nel 1860 alla Spedizione dei Mille al seguito di Garibaldi, partendo da Quarto (Genova) alla volta della Sicilia per compiere l’annessione del Regno delle due Sicilie al nascente stato italiano. Il Campagnoli fu in seguito anche ufficiale dell’Esercito Regio e si trasferì a Pallanza una volta in pensione. 16 Gentinetta Giovanni Vagna 1817 – Domodossola 1900 Figlio di Giovanni e di Maria Lorenzetti, studia nel Collegio Mellerio di Domo. Dopo essersi dedicato al commercio guadagna un’ingente fortuna. Promotore della Società Operaia procura lavoro ai concittadini facendo dissodare vasti terreni incolti nelle frazioni domesi di Siberia e Nosere e sul versante sud del colle di Mattarella, favorendo la frutticoltura e la piscicoltura. Sindaco di Domodossola dal 1867 al 1871, consigliere provinciale e poi deputato al Parlamento dal 1873 al 1890. Ispiratore ed esecutore del testamento di G.G. Galletti, amico dello statista francese Leon Gambetta, fin da giovane si iscrisse al partito mazziniano e fu sostenitore delle idee repubblicane di Mazzini, di cui fu anche amico, tanto da ospitarlo nella sua villa in frazione Vagna a Domodossola, in occasione del suo passaggio per dirigersi in Svizzera in esilio (1841). Lossetti Mandelli Gabriele Vogogna 1821 - 1886 Figlio di Pietro e di Giuseppina Marinoni. Dopo gli studi classici a Milano consegue la laurea in giurisprudenza a Pavia (25.4.1845). Fa pratica legale a Milano e nel 1848 entra nella Guardia civica (2° btg. S. Babila), combattendo durante le “Cinque giornate”. In seguito al rientro a Milano degli Austriaci fa ritorno a Vogogna. Ma le idee maturate in quegli anni lo portano alla cura della vita pubblica. E’ convinto sostenitore della teoria che il bene pubblico consista nella somma del bene dei singoli e che la prosperità e la forza della Nazione si fanno con il vigore dei centri (anche piccoli) che la compongono. Opera quindi come sindaco di Vogogna dal 1863 al 1881 ed è consigliere provinciale del Mandamento di Ornavasso. Non disdegna, nel contempo, di dedicarsi alla stesura del libro “Cronache del Borgo di Vogogna dall’anno 1751 al 1885” che verrà però dato alle stampe solo nel 1926 a cura della figlia Maria Giuseppina. Grande mecenate, dona a Vogogna terreni e interviene economicamente ove se ne presenti la necessità. 17 Mantegazza Solera Laura Milano 1813 – Cannero 1873 Laura Solera appartiene ad una famiglia borghese di agiate condizioni economiche, nella quale diversi membri hanno avuto un ruolo nel Risorgimento. Già nel 1820 lo zio Antonio viene arrestato assieme a Silvio Pellico ed altri carbonari per associazione segreta. In seguito durante le Cinque Giornate di Milano (1848) la famiglia di Laura si adopera per la causa italiana ed è probabile che nei quattro mesi seguenti lei abbia conosciuto e frequentato Giuseppe Mazzini con il quale dall’anno seguente sarà spesso in rapporto epistolare. Il 6 agosto, con il ritorno degli Austriaci a Milano, Laura ed il figlio Paolo abbandonano la città per raggiungere gli altri figli sul lago Maggiore, dove la famiglia aveva una villa, la Sabbioncella, tra Cannero e Cannobio. Pochi giorni dopo, il 15 agosto, a Luino, sulla sponda opposta del lago, c'è uno scontro cruento tra i soldati austriaci e un gruppo di patrioti che cercavano di raggiungere la Svizzera, capitanati da Giuseppe Garibaldi. Dal futuro Eroe dei Due Mondi arriva decisa una signora - Laura - che gli propone di trasportare i feriti a casa sua dove avrebbero trovato cure adeguate. Nasce subito tra i due una solida amicizia che non verrà mai a cessare in futuro. Laura, esule in Piemonte, è ormai una patriota a tempo pieno. Quando in seguito rientra a Milano, oltre che all’attività politica a sostegno dell’Unità d’Italia, si dedica alla fondazione di asili e forme di associazionismo per l’alfabetizzazione e l’istruzione delle donne. In seguito Garibaldi farà ancora visita a Laura nella villa La Sabbioncella nel giugno 1862, quando era ospite di Adelaide Bono Cairoli a Belgirate, mentre Laura lo raggiungerà nell’agosto dello stesso anno per dargli conforto dopo il ferimento sull’Aspromonte durante il ricovero presso La Spezia. Manzoni Alessandro Milano 1785 – 1873 Scrittore, poeta e drammaturgo italiano. Le più grandi opere manzoniane sono state ispirate da fatti di storia e politica. Ricordiamo il Marzo 1821, che descrive i moti d’insurrezione piemontesi e costituisce la sua dichiarazione patriottica di aspirazione a un’Italia unita e libera dallo straniero, o, ancora, sempre del 1821 Il cinque maggio, scritto in occasione della morte di Napoleone. Nel 1822 pubblica l’Adelchi, una tragedia che parla del rovesciamento da parte di Carlo Magno del regno dei Longobardi, ma che allude in realtà alla dominazione austriaca in Italia. Sul piano privato la sua vita fu profondamente segnata dalla morte della moglie e di otto dei suoi dieci figli, tra i quali la primogenita Giulia, sposa di Massimo D’Azeglio. Nel 1860 è nominato senatore del Regno: con questo incarico vota, nel 1864, a favore dello spostamento della capitale da Torino a Firenze, fintanto che Roma non fosse stata liberata. Come presidente della commissione parlamentare sulla lingua scrive, nel 1868, un breve trattato sulla lingua italiana: Dell’unità della lingua italiana e dei mezzi per diffonderla. Il suo legame con il nostro territorio è dovuto al fatto che a partire dal 1838 (quando si sposò in seconde nozze con Teresa Stampa) prese a trascorrere periodi di vacanza a Lesa presso la villa della famiglia della moglie (e qui visse per due anni consecutivi, dopo essere fuggito da Milano nel 1848). Vivendo a Lesa, rinsalda la sua amicizia con Antonio Rosmini, che dimora a Stresa, e con il quale si incontra sovente, insieme ad altri amici e intellettuali quali Ruggero Bonghi, Massimo D’Azeglio, il pittore Hayez, lo scrittore e patriota Niccolò Tommaseo. 18 Peretti Giacomo Santa Maria Maggiore 1838 – 1912 Figlio dell’avocato Giovan Battista e di Giacomina Sbaraglini di Oira. Dopo gli studi classici a Domodossola frequenta la facoltà di matematica all’Università di Torino poi l’Accademia militare. Combatte nel 1866 nella Terza guerra d’Indipendenza a Custoza. Prosegue poi nella carriera militare come insegnante presso la Scuola militare di Pinerolo. Conclude la carriera col grado di generale e, ritiratosi a Santa Maria Maggiore, ricopre cariche pubbliche portando a termine varie iniziative benefiche. Pollini Giacomo Parigi 1827 - Torino 1902 Figlio di Maurizio e di Maria Giovanna Sotta, originari di Malesco. Dapprima studia in Francia, poi si trasferisce in Italia, a Torino. Nel 1859 diventa medico dell’Ambasciata francese a Torino e dirigente del reparto oftalmico dell’Ospedale. Nel 1866 è medico chirurgo dell’esercito italiano nella Terza guerra d’Indipendenza. Durante i soggiorni a Malesco si dedica a ricerche storiche, che vengono raccolte nel volume Notizie storiche di Malesco (1896). Lascia tutto il suo patrimonio in beneficenza fondando l’«Opera Pia Pollini», regolata da tavole di fondazione da lui dettate, con l’obbiettivo di sostenere e incrementare l’istruzione e il benessere economico e sociale a Malesco e in Valle Vigezzo, sostenendo le scuole, avviando nuove attività produttive, istituendo Società di Mutuo Soccorso, pensioni ed ospizi. 19 Rosmini Antonio Rovereto 1797 – Stresa 1855 Filosofo, sacerdote e monaco italiano. Dopo gli studi teologici a Padova e l’ordinazione a sacerdote nel 1821, nel 1826 si trasferisce a Milano per ampliare i suoi orizzonti ma anche in seguito all’ostilità degli austriaci, causata dal suo pensiero patriottico (espresso nel 1823 in un panegirico per la morte del papa di allora Pio VII). A Milano incontra Alessandro Manzoni con il quale instaura un profondo rapporto di amicizia e conosce il conte Giacomo Mellerio, che lo invita a Domodossola. Qui nel 1828 fonda al Sacro Monte Calvario la congregazione religiosa dell’Istituto della Carità, detta dei “rosminiani”. Rosmini si dedica alla politica per una breve ma intensa fase della sua vita nel 1848-49, quando è incaricato dal Regno di Sardegna di gestire i rapporti con papa Pio IX, in vista di possibili alleanze contro gli Austriaci. Il papa apprezza e segue i consigli di Rosmini e lo vuole con sè anche quando la situazione precipita e si deve rifugiare a Gaeta dopo la proclamazione della Repubblica romana. Ma le sue posizioni liberali non piacciono ad alcuni alti prelati vicini al papa, Rosmini quindi si ritira nuovamento sul Lago Maggiore, a Stresa. Continua poi a vivere tra Domodossola e Stresa, fecondo nel perseguire il perfezionamento del suo sistema di pensiero con opere come Logica (1853) e Psicologia (1855), sino alla morte, avvenuta a 58 anni il 1 luglio 1855, in presenza dell’amico di sempre Manzoni. Rosmini è sepolto all’interno del Santuario del SS. Crocifisso di Stresa. Rossetti Giuseppe Antonio Santa Maria Maggiore 1790-1870 Figlio del famoso pittore vigezzino Giacomo Rossetti e pittore egli stesso, nonché filosofo. Giuseppe Antonio era inoltre patriota e repubblicano, fiero seguace delle idee di Mazzini: nell’Autoritratto appartenente alla Civica Quadreria di Palazzo Silva a Domodossola l’autore rappresenta se stesso nell’atto di mettere il segno su Roma capitale d’Italia. Muore purtroppo pochi mesi prima che questa sua speranza si avveri. 20 Simonetta Francesco Intra 1813 – Milano 1863 Patriota e deputato. Studiando a Pavia conosce i fratelli Cairoli dei quali condivide le idee risorgimentali. A vent’anni viene incarcerato a Milano, ma riesce a scappare e si rifugia in Piemonte. Nel marzo 1848 tenta di raggiungere gli insorti di Milano con circa 80 volontari raccolti su un battello, ma sbarca ad Angera quando ormai le Cinque giornate erano al termine. Il suo intervento nella prima Guerra di Indipendenza prosegue al comando di una compagnia della brigata “Bes”, con cui si distingue per audacia nella battaglia di Castelnuovo. Nel 1859 partecipa come colonnello dei Garibaldini alle operazioni militari lungo il Ticino e il lago Maggiore e l’anno successivo in sostegno ai Mille. Eletto deputato al Parlamento nel 1860, ricopre numerosi incarichi civili. Nel 1862 fonda la società dei Carabinieri Milanesi e ne diviene il primo presidente. Dopo la sua morte i concittadini e gli amici gli innalzano sulla piazza maggiore d’Intra un monumento con basamento in granito rosa che sostiene l’Italia in marmo bianco e un medaglione in bronzo con scolpito il suo ritratto. Fu inoltre a lui intitolata la caserma di Intra. Solaroli Paolo Novara 1796 – 1878 Il marchese Solaroli, coinvolto nei moti insurrezionale del 1821, è costretto a fuggire dal Piemonte. Questo lo porta a vivere una vita avventurosa, tra numerose peripezie che lo portano in India. Qui diventa Comandante della Guardia della Begum, la sovrana, sposandone successivamente la principessa nipote. La sua vita ha ispirato il romanziere Emilio Salgari nel tratteggiare il personaggio di Yanez nella saga del pirata Sandokan. Grazie alle mutate condizioni politiche rientra in Piemonte nel 1843. Il Re Carlo Alberto Re lo nomina colonnello onorario del genio e nel 1844 barone. Partecipa alle più importanti azioni delle battaglie risorgimentali della prima e secona guerra di Indipendenza, sempre vicino al re come aiutante di campo, conseguendo la Medaglia d’Oro al Valore e diventando poi per Vittorio Emanuele II diplomatico personale e di massima fiducia. Le parentele inglesi della moglie e le amicizie strette nelle lontane terre orientali con le massime cariche dirigenziali britanniche, fanno di Paolo Solaroli il confidente privilegiato ed il protagonista di importanti azioni diplomatiche internazionali, non dimenticando il ruolo avuto altresì a livello politico, quale Deputato eletto ben cinque volte nel Collegio di Novara. Tra il 1867 e il 1889 fa edificare una sontuosa residenza di campagna sulle alture del lago d’Orta, l’attuale Castello di Miasino. 21 Spezia Giorgio Piedimulera 1842 - Torino 1911 Figlio di Valentino e di Maria Angelotti. Conduce studi classici. Universitario a Pavia, si arruola volontario e combatte al Volturno (1860) con la divisione Cosenz. Nel 1867 a Torino si laurea in ingegneria, con lode, sulla Ventilazione delle miniere. Perfezionati gli studi di mineralogia ad Heidelberg, insegna al Politecnico di Torino dove realizza il Museo mineralogico, primo per importanza in Italia. I suoi studi di mineralogia sperimentale hanno avuto fama internazionale. Presidente generale del C.A.I., produce i disegni per la capanna Sella al Weisthorn (Monte Rosa) e coopera ai preparativi scientifici per la spedizione al Polo Nord. Trabucchi Giacomo Domodossola 1829 – 1893 Figlio di Giovanni Antonio e Maria Guglielminetti. Si dedica a studi classici presso il collegio Mellerio Rosmini e successivamente a Novara. Prende poi laurea in giurisprudenza all’Università di Genova. Simpatizzante di Mazzini, iscritto nella “Giovane Italia” repubblicana per tutta la vita, fonda nel 1855 la Società Operaia Domese, il corpo dei pompieri nel 1859, il Comizio agrario e il CAI ossolano. Coopera alla sistemazione della biblioteca della Fondazione Galletti nel 1873, alla creazione della Scuola di arti e mestieri «G.G. Galletti» e del Ricovero per anziani. 22 Tu¨rr Stefano Baja 1825 – Budapest 1908 Militare e politico ungherese. Arruolato nell’esercito austriaco partecipa alla Prima Guerra di Indipendenza. Nel gennaio 1849 passa al Regno di Sardegna, ove diviene capitano della “Legione Ungherese”, formata dai molti disertori dell’esercito imperiale. Nel 1859 combatte in Italia come capitano dei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi. L’anno successivo lo segue nella spedizione dei Mille. Türr era legato al Verbano poiché dimorò presso Villa Rusconi Clerici a Pallanza. Verdi Giuseppe Roncone Verdi 1813 – Milano 1901 Compositore italiano. Verdi partecipa attivamente alla vita pubblica del suo tempo. Patriota convinto, anche se nell’ultima parte della sua vita traspare, dall’epistolario e dalle testimonianze dei suoi contemporanei una disillusione nei confronti della nuova Italia unita, che forse non si era rivelata all’altezza delle sue aspettative. Fu sostenitore dei moti risorgimentali, di cui fece trasparire gli ideali in alcune delle sue opere. Durante l’occupazione austriaca la scritta “Viva V.E.R.D.I.” era letta come “Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia”. Il Paese lo ha voluto, quasi a forza, membro del primo parlamento del Regno d’Italia (1861-1865) e successivamente senatore a vita dal 1874. Ha rappresentato, e continua a rappresentare per molti italiani, la somma di tutti quei simboli che li hanno guidati all’unificazione nazionale contro l’oppressione straniera. Amò soggiornare sul lago Maggiore a Cannobio e nell’alto Verbano. Si tramanda che una delle sue opere più famose, l’Aida, sia stata composta sulle rive del Lago Maggiore, durante un soggiorno presso la Villa di Oggebbio appartenuta al Pascià d’Egitto Drahnet-Zervudachi, di cui era ospite. 23 Simboli Lo Statuto albertino Lo Statuto del Regno, noto come Statuto albertino dal nome del Re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia-Carignano, fu lo statuto adottato dal Regno sardo-piemontese il 4 marzo 1848. Nel Preambolo autografo dello stesso Carlo Alberto viene definito come «Legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia» sabauda. Il 17 marzo 1861, con la nascita del Regno d’Italia, divenne la carta fondamentale della nuova Italia unita e rimase formalmente tale, pur con modifiche, fino al biennio 1944-1946 quando, con successivi decreti legislativi, fu adottato un regime costituzionale transitorio valido fino all’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica italiana, il 1º gennaio 1948. Lo Statuto Albertino, nonostante non abbia natura di fonte legislativa sovraordinata alla legge ordinaria, può essere considerato a tutti gli effetti un primo esempio di costituzione breve. La monarchia era costituzionale ed ereditaria; il Re era e restava capo supremo dello Stato e la sua persona rimaneva sacra ed inviolabile, anche se questo non significava che non dovesse rispettare le leggi (come previsto dal suo giuramento all'articolo 22), ma solo che non poteva essere oggetto di sanzioni penali. Il Re manteneva una certa preminenza ed esercitava il potere esecutivo attraverso i ministri; convocava e scioglieva le Camere e aveva il potere di sanzione delle leggi, istituto diverso dalla promulgazione presidenziale, attualmente prevista dalla Costituzione italiana del 1948, perché con essa il Re valutava il merito dell'atto e poteva rifiutarlo se riteneva la legge non rispondente all'indirizzo politico perseguito dalla Corona. La sovranità non apparteneva alla Nazione (benché all'articolo 41 si faccia espresso riferimento ai deputati come "rappresentanti della Nazione") ma al Re, il quale, tuttavia, da sovrano assoluto, si trasformava in principe costituzionale per sua esplicita volontà e concessione. Si usciva così dal regime assoluto e si entrava nell'epoca in cui il Re vedeva i suoi poteri limitati dalla Costituzione. Il Parlamento era invece composto di due Camere. Quella di nomina regia (Senato), vitalizia, non poteva sciogliersi e quella elettiva, la Camera dei deputati, eletta su base censitaria e maschile. Per quanto riguardava la Giustizia, essa “emana dal Re”, che nominava i giudici. 24 Linno dItalia Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli (o Fratelli d’Italia, dal suo verso introduttivo), è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005. Nell’autunno del 1847, Goffredo Mameli (Genova 1827 – Roma 1849), un poeta, scrittore e patriota, scrisse il testo de “Il Canto degli Italiani”. Dopo aver scartato l’idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l’inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”. Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell'aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l'inno e l'impararono. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l'inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione. Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento. In seguito fu proprio intonando l'inno di Mameli che Garibaldi, con i "Mille", intraprese la conquista dell'Italia meridionale e la riunificazione nazionale. Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un'Italia unita, erano più vive che mai. Anche l'ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri. Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa. Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò, sì! Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l’ora suonò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò, sì! Uniamoci, uniamoci, l’unione e l’amore rivelano ai popoli le vie del Signore. Giuriamo far libero il suolo natio: uniti, per Dio, chi vincer ci può? Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! Significato delle strofe L’elmo di Scipio: l’Italia ha di nuovo sulla testa l’elmo di Scipio (Scipione l’Africano), il generale romano che nel 202 avanti Cristo sconfisse a Zama (attuale Algeria) il cartaginese Annibale. L’Italia è tornata a combattere. Le porga la chioma: la Vittoria sarà di Roma, cioè dell’Italia. Nell’antica Roma alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è schiava di Roma che sarà appunto vincitrice. Coorte: nell’esercito romano le legioni erano divise in coorti (=raggruppamenti di soldati). Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro ideale. Calpesti: calpestati Una speme: parola letteraria e arcaica. Significa speranza. Il testo dice che è l’ora di fondersi, di raggiungere l’unità nazionale. Per Dio: doppia interpretazione possibile. Per Dio è un francesismo e quindi significa “da Dio”: se siamo uniti da Dio, per volere di Dio, nessuno potrà mai vincerci. Certo è però che in italiano “per Dio” può essere anche una imprecazione, una esclamazione piuttosto forte. Che avrà mai voluto intendere Goffredo Mameli? 25 La Bandiera Tricolore La bandiera italiana è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni, così come è definita dall’articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana del 27 dicembre 1947. I primi a ideare la bandiera nazionale erano stati due patrioti e studenti dell’Università di Bologna, Luigi Zamboni, natio del capoluogo emiliano, e Giovanni Battista de Rolandis, originario di Castell’Alfero (Asti), che nell’autunno del 1794 unirono il bianco e il rosso delle rispettive città al verde, colore della speranza. Ispirati dalla Rivoluzione Francesce, si erano prefissati di organizzare una rivoluzione per ridare al Comune di Bologna l’antica indipendenza perduta con la sudditanza agli Stati della Chiesa. La sommossa, nella notte del 13 dicembre, fallì e i due studenti furono scoperti e catturati dalla polizia pontificia, insieme ad altri cittadini. In seguito, con la conquista dell’Italia da parte di Napoleone, il tricolore venne adottato dapprima dalla Repubblica Cisalpina (1797-1802) e in seguito dal Regno d’Italia (1803-1814). Anche dopo la fine del regno napoleonico e la Restaurazione, la bandiera tricolore fu adottata come simbolo dai patrioti che volevano riportare l’Italia all’Unità, in particolare nel 1831 fu adottato clandestinamente da Mazzini e dai suoi seguaci come simbolo della Giovine Italia. Dal 1848 venne adottata dal Regno di Sardegna (aggiungendovi al centro lo stemma dei Savoia) e successivamente dal Regno d’Italia. Significato dei colori Il significato romantico della scelta dei colori è espresso in questi versi poetici: « Su i limiti schiusi, su i troni distrutti piantiamo i comuni tre nostri color! Il verde la speme tant’anni pasciuta, il rosso la gioia d’averla compiuta, il bianco la fede fraterna d’amor. » (Giovanni Berchet, All’armi all’armi!, 1831) Verde: per la speranza; Bianco: per la fede; Rosso: per la carità (amore). L’azzurro Anche il colore azzurro è considerato simbolo della nazione italiana. L’origine del colore azzurro (blu Savoia) sembra risalga al 20 giugno 1366, quando il Conte Amedeo VI di Savoia, partendo per una crociata, voluta da papa Urbano V, in aiuto di suo cugino di parte materna, l’Imperatore bizantino Giovanni V Paleologo, volle che sulla sua nave, ammiraglia di una flotta di 17 navi e 2000 uomini, un galera veneziana, sventolasse accanto allo stendardo rosso-crociato in argento dei Savoia, uno scialle azzurro. Da quel periodo gli ufficiali portarono annodata in vita una fascia o sciarpa azzurra. Tale uso venne reso obbligatorio per tutti gli ufficiali nel 1572 dal duca Emanuele Filiberto di Savoia. Attraverso diverse modifiche nel corso dei secoli divenne la principale insegna di grado dell’ufficiale. La sciarpa azzurra è ancora oggi simbolo distintivo degli ufficiali delle Forze Armate italiane, mentre il colore azzurro contraddistingue gli atleti italiani nelle competizioni sportive internazionali. 26 Lo stemma del Regno dItalia Lo stemma (detto anche arma o blasone) del regno d’Italia consiste nella croce sabauda (di sfondo rosso con la croce argento). Esso fu definito per la prima volta con una deliberazione della Consulta Araldica del 4 maggio 1870. Definizione ufficiale: «di rosso alla croce d’argento; lo scudo cimato da elmo Reale ornato di svolazzi d’oro e d’azzurro, coronato di corona Reale, sormontata da una croce trifogliata d’oro, attorniato dal Collare del Supremo Ordine della SS. Annunziata, movente dagli angoli superiori dello scudo; ed interiormente a questo Collare, dalla fascia della Gran Croce dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, più, entro questa fascia, dalle altre due delle Gran Croci degli Ordini, militare di Savoia e della Corona d’Italia, moventi, la prima dalla metà del fianco destro, l’altra dalla metà del fianco sinistro dello scudo, ciascuna colla gran croce rispettiva, pendente sotto lo scudo, a metà della distanza tra la punta ed il fianco laterale, e congiungentisi, le fasce, sotto la punta dello scudo stesso; dalla quale esce ancora la Croce dell’Ordine Civile di Savoia appesa al suo nastro, questo, attraversante sulle fasce degli ultimi due ordini, il tutto al naturale; sostenuto da due leoni al naturale, controrampanti, affrontati, colla testa volta all'infuori, appoggiati sopra due bastoncini d’oro, divergenti in fascia, a modo di svolazzi sottili, da un terzo della punta dello scudo, essi leoni tenenti cadauno un guidone Reale Italiano, a lungo fusto, svolazzante all’infuori; il tutto attraversante sovra un manto di porpora sparso di rose, e di nodi di Savoia d’oro, appannato d’armellini, movente dall’elmo reale; l’intero stemma sotto un padiglione di velluto azzurro, soppannato di raso bianco frangiato d’oro, la frangia attaccata ad un gallone caricato di croci scorciate e di nodi di Savoia alternati; esso padiglione a colmo d’oro, sormontato da una stella d’argento, raggiante d’oro; la base del colmo accostata dalla sommità dei guidoni, fustati d’oro, tenuti dai leoni, e che sono interzati in palo di verde, di bianco e di rosso, il bianco caricato in cuore di uno scudetto di rosso alla croce bianca, bordato di un sottilissimo filetto di azzurro». Dal 1948 è stato sostituito dall’emblema della Repubblica Italiana. 27 Realizzato nel 2011 in occasione del 150° dell’Unità d’Italia Comunità Montana del Verbano Rete Museale Alto Verbano Aligraphis Comunicazione e gestione attività museali ed eventi culturali Gravellona Toce www.aligraphis.it