ANALISI SENSORIALE Manuela Violoni – Luca Falciati IL SISTEMA SENSORIALE dallo stimolo alla percezione I sensi: qualcosa che ci può dare piacere, che ci può far provare esperienze nuove e inattese. È per questo che la gastronomia e l’enologia fanno uso dell’analisi sensoriale, per capire come trarre piacere dai sensi. Ma se pensiamo a come questi si sono sviluppati nel corso dell’evoluzione, e per quali ragioni sono così come li conosciamo, certamente ci rendiamo conto del fatto che non è il piacere lo scopo principale, ma la sopravvivenza. In tutti gli organismi viventi si usa distinguere due grandi categorie di attività: la vita vegetativa e la vita di relazione. La prima riunisce tutti i meccanismi fisiologici che consentono il mantenimento e la sussistenza di un organismo in quanto tale: la circolazione sanguigna, la respirazione, il metabolismo. La vita di relazione, invece, non è costituita solamente dalle relazioni (di vario tipo) che ognuno intrattiene con gli altri, ma da tutti quei meccanismi e quelle attività che consentono un contatto dell’organismo con il mondo esterno: in primis, quindi, i sensi. Immaginiamo in questo istante di diventare ciechi, sordi, di non sentire alcun odore o sapore, e infine di non poter andare neppure a tentoni per mancanza della sensibilità tattile: non ci vuo- le molta immaginazione per capire che fine faremmo. Anche supponendo che nessuno stia leggendo mentre guida o mentre esplora la savana tra le tigri, ma che i più siano comodamente seduti da qualche parte al sicuro, abbiamo l’imbarazzo della scelta: morire di fame, di sete, cadere giù dalle scale? Non riusciremmo neppure a deglutire perché non sentiremmo i movimenti del nostro stesso corpo. La vita vegetativa non va senza la vita di relazione, e viceversa. Torniamo pure con tutti i nostri bei sensi a posto, alla tavola di un bel ristorante. L’ambiente è gradevole e delicato nei colori e nell’illuminazione, in sottofondo va della bella musica e mentre aspettiamo che ci portino l’antipasto aspiriamo il profumo del tulipano che ci sta davanti in un vaso di maiolica. Tutti questi piaceri che ci vengono dalle arti della musica, dell’arredamento, della cucina e persino dalla natura si basano sul funzionamento di meccanismi che si sono sviluppati per metterci in contatto con il mondo circostante al fine di salvaguardare la nostra sopravvivenza. La vita di relazione è costituita da tutti quei meccanismi e quelle attività che consentono un contatto dell’organismo con il mondo esterno: in primis, quindi, i sensi. L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 7 ANALISI SENSORIALE I nostri telescopi sul mondo Conosciamo il mondo attraverso l’immagine mentale che ce ne siamo costruiti attraverso la percezione e la conoscenza testuale. Ma questa immagine non corrisponde affatto alla realtà fisica del mondo che ci circonda; noi pensiamo in termini di forme e colori, di rumori, di sapori, di odori, di sensazioni. Tutto questo non esiste nella realtà fisica. Questo è evidente nel modo che abbiamo di raffigurare gli oggetti: ad esempio, la sagoma di un cavallo (cfr. Eco 1968). Noi riconosciamo il cavallo attraverso la linea del suo contorno, ma la linea è forse il cavallo? Al contrario, la linea intesa come tale è proprio una caratteristica che il cavallo non ha. Immaginiamo che cada un fulmine. Per noi il fulmine è luce e rumore, ma solo perché abbiamo occhi per vederlo e orecchie per sentirlo; in realtà, se non ci fosse nessuno ad assistere, luce e rumore non esisterebbero. Esisterebbe solo una scarica di elettroni con emissione di onde di energia meccanica ed elettromagnetica: la realtà fisica del fenomeno. La natura del mondo che ci circonda è qualcosa che ci è ignoto e che cerchiamo di delineare a tentoni. Gli unici strumenti che abbiamo per ricavare informazioni dal mondo fisico sono i sensi: la natura ci ha fornito di strutture, chiamate recettori, che ci interfacciano con la realtà fisica esterna attraverso le sue emissioni di energia. In fisica esistono diverse forme di energia: l’energia elettrica, meccanica, nucleare, chimica, termica, radiante (onde elettromagnetiche). Queste forme di energia sono tutte le fonti possibili di informazione che la realtà offre non solo ai sensi, ma a qualsiasi strumento di rilevazione. Un sistema informativo, per essere ottimale, dovrebbe poter monitorare tutte queste forme di informazione: sappiamo invece che non è così. I nostri sistemi sensoriali sono fatti per interagire con l’energia radiante (la luce), l’energia meccanica (il movimento, la pressione, le onde sonore), l’energia termica (il calore) e l’energia chimica (le proprietà di moltissime molecole che generano sensazioni olfattive, gustative, tattili o nocicettive); ma ad esempio non abbiamo recettori specifici per l’energia nucleare, altrimenti negli anni di Chernobyl si sarebbe potuto distinguere “a prima vista” il grano contaminato proveniente dall’ex Urss da quello normale. In questo differiamo da altre specie che hanno sviluppato recettori specifici differenti; la razza, ad esempio, è in grado di percepire a distanza i campi elettrici creati dal sistema nervoso di altri animali, localizzando così facilmente le prede anche al buio. Altri animali più famosi sono in grado di sfruttare diversamente alcuni tipi di energia per crearsi delle mappe spaziali: ad esempio il pipistrello con il suo sistema radar (che sfrutta le onde acustiche), o il boa che, percependo l’infrarosso, può visualizzare al buio il calore prodotto dalla preda. Non è quindi detto che si debbano percepire tutte le forme di energia prodotte dal mondo fisico, ma non è un caso che gli esseri viventi abbiano sviluppato recettori sensibili a energie di tipo diverso. non è un caso che gli esseri viventi abbiano sviluppato recettori sensibili a energie di tipo diverso. 8 L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 Possiamo apprezzare il poeta che scrisse “l’alba spuntò come un tuono”, ma la maggior parte delle volte vogliamo sapere se un evento improvviso e drammatico sia di natura uditiva o visiva, tattile od olfattiva. Inoltre i differenti sensi ci forniscono una certa varietà di informazioni: possiamo vedere un’automobile dirigersi velocemente verso di noi, udire il ronzio di una zanzara che ci gira intorno o avvertire l’odore di gas di scarico, ma potremmo non udire l’auto prima che sia troppo tardi e non sentire l’odore della zanzara o vedere il gas. (Rosenzweig – Leiman – Breedlove 2001, p. 214) qualsiasi sistema sensoriale, in fin dei conti, non fa altro che attuare tre operazioni sui dati del mondo esterno: filtraggio, astrazione e integrazione. ANALISI SENSORIALE …noi pensiamo in termini di forme e colori, di rumori, di sapori, di odori, di sensazioni. Tutto questo non esiste nella realtà fisica. A dire la verità, i nostri sensi non ci informano in modo perfetto sulla realtà sotto altri aspetti, almeno quattro. 1 Discriminazione nello spettro di intensità (ampiezza/portata e sensibilità) Le forme di energia in natura variano notevolmente di intensità. Un esempio: la temperatura del nucleo solare è di 15 milioni di gradi Kelvin. Si potrebbe rispondere che a quella temperatura sarebbe assai improbabile poter sopravvivere per qualsiasi essere vivente, ma anche senza immaginare un improbabile viaggio nella nostra stella basti pensare che l’intensità della luce solare a mezzogiorno e un pallido bagliore lunare stanno in un rapporto di 1:10.000.000. Ma coprire tutta la gamma di intensità non basta: per la sopravvivenza è necessario spesso poter discriminare tra intensità diverse con una notevole sensibilità, quanta ne può bastare, ad esempio, per vedere il guizzo di un’ombra che nel buio si nasconde dietro un angolo. Quanto sono compatibili queste due esigenze? Assai poco. Infatti ogni organo di senso non solo ha un intervallo percettivo, ossia un massimo e un minimo oltre i quali non c’è percezione, ma anche dei sistemi di adattamento della reazione. L’intensità percepita non è funzione diretta dell’intensità dello stimolo, ma subisce delle variazioni sue proprie funzionali alla sopravvivenza; l’adattamento, anzi, ha privilegiato la rilevazione delle variazioni di stimolazione piuttosto che del valore assoluto dell’intensità (per questo nella notte di San Silvestro tra i fuochi d’artificio si confondono scoppi che, sentiti isolatamente, ci farebbero sobbalzare). 2 Affidabilità Un sistema percettivo affidabile deve dare una risposta coerente con lo stimolo secondo relazioni determinate. Immaginiamo che la bassa temperatura ci desse, random, sensazioni di freddo, caldo, salato e appiccicoso: come faremmo a orientarci? Per fortuna questo non accade, anche se ci sono casi in cui stimoli diversi danno la stessa sensazione (ad esempio il mentolo dà sensazione di freddo, come la bassa temperatura). Per evitare questo occorrerebbe che la stessa informazione fosse rilevabile attraverso canali diversi. L’elaborazione in parallelo è un sistema molto utilizzato in ingegneria per la protezione dagli errori, ma richiede un aumento dei circuiti impiegati: troppo dispendioso per un organismo in termini di energia e di tempi di elaborazione delle informazioni, che è il prossimo problema. 3 Rapidità Un sistema informativo deve essere veloce: il tempo di reazione è fondamentale, sia che si tratti di distanza di sicurezza alla guida, sia che si tratti di una preda che può scappare da un momento all’altro. Ma come può un sistema sensoriale, nell’economia delle risorse di un organismo, essere contemporaneamente affidabile e rapido? Si stima che a ogni secondo al cervello giungano 11 Mb di dati sensoriali; siamo uomini o spaventose macchine di calcolo? L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 9 ANALISI SENSORIALE Piccolo inventario di un labirinto Quali sono gli elementi che intervengono nell’elaborazione cerebrale della percezione? Vediamoli brevemente cercando di capire, senza pretese di esaustività classificatoria e senza entrare in un’ottica troppo specialistica, ciò che influisce sull’immagine che abbiamo della realtà ricorrendo alle definizioni che ne dà un vocabolario della lingua italiana (Devoto-Oli 1995). Genetica Parte della biologia che studia le modalità, le cause, le basi morfologiche e chimiche della trasmissione dei caratteri ereditari, normali o mutati, degli esseri viventi. Il nostro patrimonio genetico influisce certamente, oltre che nell’architettura del nostro sistema sensoriale e nervoso (basti pensare al daltonismo), anche sulle risposte istintive e sulla valutazione edonica delle sensazioni: i neonati, ad esempio, ricercano il dolce e rifuggono l’amaro. Ambiente Lo spazio circostante considerato con tutto o con la maggior parte delle sue caratteristiche. L’insieme delle condizioni fisico-chimiche e biologiche che permettono e favoriscono la vita degli esseri viventi. Complesso di condizioni sociali, culturali e morali nel quale una persona si trova, si forma, si definisce. È in tutte queste accezioni che l’ambiente influisce sulla percezione: sia dal punto di vista del luogo dove si è vissuto, se in campagna o in città, sia dal punto di vista sociale, sia dal punto di vista chimico-fisico, a seconda delle fonti di energia degli oggetti che compongono l’ambiente. La cosa fondamentale a proposito dell’ambiente è che, così come lo intendiamo, non è qualcosa che sta intorno a noi, ma qualcosa che è entrato a far parte del nostro modo di vedere la realtà e di pensare, qualcosa di inscritto nella nostra psiche. 10 L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 4 Soppressione delle informazioni irrilevanti Di tutte queste informazioni, a volte ci piacerebbe concentrarci su alcune escludendone altre: il trapano dell’appartamento accanto, le chiacchiere dei vicini di posto mentre si cerca di leggere il giornale in treno, la tenda che copre la finestra della vicina di fronte che sta facendo la doccia. Scherzi a parte, informazioni importanti in una determinata situazione possono diventare inutili o addirittura di disturbo (rumore) in altre. Per questo l’evoluzione ha favorito lo sviluppo di sistemi di repressione delle informazioni superflue, come la variazione della soglia di risposta, l’adattamento e altre forme di controllo. Gli stessi criteri di base hanno trovato le applicazioni più diverse nel mondo animale, dando forma a sistemi sensoriali molto diversi tra loro; ma alcuni aspetti di base sono comuni a tutti gli animali. Dal punto di vista neurologico perché, quali che siano gli organi di senso, da un certo punto in poi tutti i dati sensoriali vengono trattati dal sistema nervoso (attenzione: alcune classi di organismi, come insetti e invertebrati, non hanno neppure un vero e proprio cervello). Dal punto di vista del processo perché qualsiasi sistema sensoriale, in fin dei conti, non fa altro che attuare tre operazioni sui dati del mondo esterno: filtraggio, astrazione e integrazione. Tra lo stimolo e la percezione Il percorso della percezione inizia nel momento in cui uno stimolo viene a contatto con i recettori sensoriali: le cellule specializzate, localizzate negli organi di senso, atte a interagire con quello specifico tipo di energia. Il compito svolto da queste cellule è quello di rilevare le caratteristiche dell’evento fisico e di tradurle, codificarle nel linguaggio del sistema nervoso: impulsi elettrochimici, ossia il segnale atto a essere trasportato dai nostri nervi ed elaborato dal cervello. Questa operazione è detta trasduzione. Una volta superata questa fase, di qualsiasi modalità sensoriale si tratti, non esiste più luce, calore o suono: i recettori sono la sottile barriera alla quale si arresta la realtà, e al di là dei quali ci giungono solo dei messaggi, una descrizione di ciò che succede fuori. Tutti i dati sensoriali, che siano visivi, olfattivi, gustativi, uditivi o tattili, o anche provenienti dai sensori del dolore e del movimento corporeo, sono codificati nello stesso linguaggio di base: impulsi di energia elettrochimica. Ciò che mantiene separati i segnali tattili da quelli visivi o olfattivi non è la sostanza, ma il percorso: ogni senso ha le sue vie nervose distinte fino a giungere al cervello e alla corteccia cerebrale, dove si vede assegnata un’area corticale specifica per l’elaborazione. I segnali sensoriali giungono a livello della corteccia cerebrale tramite complesse vie che dalla periferia li trasmettono verso il centro del sistema nervoso, dove avviene la loro ela- ANALISI SENSORIALE borazione cognitiva. Infatti, nella corteccia cerebrale avvengono quelle operazioni logiche e mentali che permettono di organizzare i dati sensoriali in una situazione complessa, in cui intervengono svariati fattori cognitivi (memoria, attenzione, linguaggio, pensiero ecc.). È tutto questo complesso intrecciarsi di elaborazioni che ci permette di capire il mondo e di agire di conseguenza, ossia di reagire alla percezione con una risposta. Ma su come tutto questo avvenga sappiamo molto poco, e soprattutto, molto meno di quanto vorremmo comprendere. Per chiarire un po’ il problema ricorriamo alla metafora – spesso abusata e non sempre calzante – che vede il cervello come un computer. Il cervello è composto di parti: parti anatomiche, ognuna con dei nomi e localizzabile fisicamente. A dire il vero l’encefalo è paragonabile più esattamente alla CPU (Central Processing Unit), il processore, che è composto di circuiti; e chiaramente è collegato a delle periferiche, come gli occhi, che sono la nostra webcam, e via dicendo. I circuiti di questo “processore” sono visibili, individuabili, sezionabili: sappiamo che le sue unità sono i neuroni e che i circuiti sono costituiti dalle connessioni (assoni e dendriti, i cavetti che collegano i neuroni tra loro). E questo è, se vogliamo, il nostro hardware. Su questo processore girano però anche dei programmi, il nostro software: ci gira il programma memoria, il programma attenzione, e così via. Questo girare è il flusso di pensiero, e senza tanti parallelismi, diremo che avviene esattamente ciò che avviene nel processore: il segnale elettrico passa attraverso i circuiti, seguendo il loro percorso e stabilendo connessioni. Il contenuto che viene “visualizzato” nella nostra coscienza dipende dai dati immessi e da come vengono elaborati dai diversi programmi; come in un computer, ad esempio, se non abbiamo un programma di scrittura è inutile che digitiamo del testo, non verrà mai fuori. E a seconda delle versioni che abbiamo del programma verrà fuori qualcosa di diverso: se con le prime versioni di Word a malapena riuscivo a impaginare, con le più recenti posso fare le scritte colorate, mettere dentro delle foto, dei filmati e chi più ne ha più ne metta. Questo implica che ogni individuo utilizza il pacchetto software in suo possesso in modo diverso, arricchendolo di contenuti, regole e strategie diverse in funzione della propria esperienza e dei propri processi di ragionamento e di elaborazione delle informazioni. E non basta: il software di cui siamo dotati si aggiorna automaticamente man mano che immettiamo dei dati, quindi con l’esperienza cambia il nostro modo di pensare e di elaborare i dati sensoriali. Non è un semplice paragone, tutto questo avviene davvero nel nostro cervello: ogni nuova esperienza va a creare nuove connessioni tra le nostre cellule cerebrali, connessioni attraverso le quali in futuro potrà passare il segnale elettrico recante nuovi dati. Perché non riusciamo a capire esattamente quando interviene la memoria, come agisce l’attenzione e dove si forma la sensazione? Le più moderne tecniche di ricerca neurologica prevedono l’impiego di strumenti in grado di visualizzare in vivo cosa accade nel cervello quando il soggetto sia sottoposto a determinati compiti (si parla di tecniche di neuroimaging, quali la Tomografia Assiale Computerizzata (TAC), la Tomografia a Emissione di Positroni (PET) e la Risonanza Magnetica (RMi). Esse ci consentono di conoscere la struttura fisica del cervello e di vedere dove passa l’elettricità quando pensiamo a qualcosa di preciso o quando compiamo un’operazione mentale. Ma dal punto di vista della comprensione del processo percettivo è come se volessimo capire il funzionamento del software potendo osservare solo l’hardware: Cultura Quanto concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale e all’acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società. Più comunemente, il patrimonio delle cognizioni e delle esperienze acquisite tramite lo studio, ai fini di una specifica preparazione in uno o più campi del sapere. Il complesso delle esperienze spirituali e delle realizzazioni artistiche e scientifiche maturate in un ambiente determinato. In senso antropologico, il complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo o di un gruppo etnico, in relazione alle varie fasi di un processo evolutivo o ai diversi periodi storici o alle condizioni ambientali. È in un senso molto ampio che dobbiamo considerare questo concetto: è il patrimonio di tutto ciò che abbiamo assorbito dalla società in cui viviamo e dai discorsi che questa società si trasmette sul mondo anche attraverso i libri, la televisione, il cinema, la musica. La sua influenza è determinante nella percezione: chi ha visto dei documentari saprà riconoscere un fossile in ciò che a un altro sembrerà un semplice sasso. Dalle definizioni appare chiaro lo stretto legame da una parte con l’ambiente, dall’altro con l’esperienza. Memoria La funzione psichica di riprodurre nella mente l’esperienza passata (immagini, sensazioni o nozioni), di riconoscerla come tale e di localizzarla nello spazio e nel tempo. La memoria è sempre attiva nei processi percettivi, e ci permette di confrontare l’esperienza sensoriale presente con quella passata. Senza confronto non ci può essere comprensione né attribuzione di valore, neppure nell’esperienza percettiva. La sua importanza è evidente nella definizione di memoria storica: il passato in quanto continua a far parte della nostra realtà quotidiana e attuale. L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 11 ANALISI SENSORIALE Linguaggio Facoltà dell’uomo di comunicare ed esprimersi per mezzo di suoni articolati, organizzati in parole, atte a individuare immagini e a distinguere rapporti secondo convenzioni implicite, varie nel tempo e nello spazio. Modo di esprimersi estremamente caratterizzato, riferibile all’uso particolare della comunicazione linguistica da parte di un autore o di categorie o gruppi di individui o di determinati ambienti sociali o professionali. Il linguaggio si acquisisce negli anni dell’infanzia e, pur cambiando ed evolvendosi, resta inscritto in modo indelebile nel nostro modo di pensare: pensiamo in una determinata lingua. Per capire come influenza la percezione basti pensare che nella nostra lingua utilizziamo sei termini di base per rappresentare i colori (rosso, arancione, giallo, verde, blu e viola), più il bianco e il nero, mentre nella lingua dei Dani, una tribù della Nuova Guinea occidentale, i colori vengono etichettati con solo due parole, una per quelli scuri e freddi e una per quelli chiari e caldi. Ma questo non significa che i Dani non percepiscano i colori che nella nostra cultura indichiamo con più etichette verbali. Ma ancora, gli Esquimesi utilizzano oltre novanta nomi propri per distinguere quella che noi chiamiamo neve secca, farinosa, compatta. Gli Arabi non indicano fiumi, ruscelli, rivoli e torrenti che con una parola. Evidentemente, nella nostra cultura il colore è un simbolo utilizzato in molti campi, dalla moda alla sicurezza stradale, mentre gli Esquimesi hanno molto a che fare con la neve, invece gli Arabi non molto con l’acqua. Il linguaggio fa parte integrante della cultura, in quanto acquisito dall’ambiente sociale ed espressione diretta del suo modo di vedere la realtà. Esperienza Conoscenza acquisita mediante il contatto con un determinato settore della realtà Conoscenza pratica del mondo e della vita. L’esperienza è ciò che, nel corso della nostra vita, ha fatto di noi individui assolutamente unici. Le nostre esperienze personali influiscono sul nostro modo di vedere il mondo con fenomeni come la reminiscenza. 12 L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 siamo in grado, solo guardando dove passa la corrente, di capire perché lo schermo visualizza una foto in bianco e nero invece che a colori? È molto riduttivo, senza considerare che nel nostro caso non possiamo contare sull’esperienza del programmatore del cervello... Il massimo che si può dire con questa tecnica è, per continuare con il nostro paragone, che se leggendo un CD musicale la corrente passa per un determinato chip mentre aprendo un CD di foto questo non succede, allora abbiamo trovato la scheda audio. Ma la lettura di un CD di musica richiede il passaggio di corrente in molte altre componenti: il lettore CD, il processore, la scheda madre… Lo stesso problema che incontriamo volendo localizzare nel cervello la sede della memoria, piuttosto che dell’attenzione. Occorre innanzitutto tener presente che memoria, attenzione e altri concetti analoghi sono idee astratmemoria, attenzione te di come funziona la mente, e altri concetti analoghi dalle origini culturali e filosofisono idee astratte che molto antecedenti la nascidi come funziona ta della scienza neurologica. la mente, dalle Questo non deve, chiaramenorigini culturali te, essere un incentivo ad abe filosofiche molto bandonare la ricerca, ma una antecedenti la nascita premessa necessaria per capire della scienza neurologica. dove e come andare a cercare. Sensazione e percezione: una matassa fisiologica, psicologica o filosofica? Al di là del vocabolario, ogni parola vive di vita propria e ha una sua storia – o tante storie, quante sono le accezioni con le quali è stata usata. Nella tradizione della ricerca sulla percezione, e in particolare in psicologia, è stata fatta una distinzione tra sensazione e percezione abbastanza netta ed affermata, che sta in questi termini. Sensazione e percezione sarebbero due fasi distinte del processo di percezione (nonostante la distinzione metta in luce l’ambiguità terminologica di quest’ultimo termine). La prima fase, la sensazione, sarebbe qualcosa di inelaborato e indistinto, ossia ciò che risulta dal venire a contatto dei recettori sensoriali con uno stimolo, prima dell’elaborazione cerebrale: o meglio, prima di passare attraverso i filtri delle nostre conoscenze, esperienze, attese ecc. La percezione risulterebbe invece da un insieme di sensazioni una volta elaborato dal cervello e organizzato logicamente, in modo tale da consentire, ad esempio, il riconoscimento di un oggetto; qui entra in gioco, ovviamente, tutto il nostro patrimonio di esperienze e conoscenze. Quindi una sensazione di una macchia rossa tondeggiante, una volta elaborata, darebbe la percezione di una mela. Ma cerchiamo di dare una spiegazione più organica e puntuale di questi due concetti. Per farlo, ricorreremo alla terminologia e alla metodologia dello studio della percezione, in particolare della psicologia della percezione. La sensazione è un fenomeno che media fra la realtà esterna e la realtà psicologica: potremmo definirla come un’impressione soggettiva di uno stimolo fisico di una data intensità, cioè un evento privato e soggettivo di tale stimolo. È possibile descrivere le proprie sensazioni, ma non possiamo averne un’esperienza diretta. Tuttavia, se un cambiamento nel ANALISI SENSORIALE Stimolo, sensazione e percezione parliamoci chiaro Esiste una grande confusione nell’uso dei termini atti a descrivere il fenomeno percettivo: stimolo, sensazione, percezione. Che differenza c’è e in quali casi è opportuno usarli? È chiaro che ogni termine può essere usato in senso esteso o traslato, ma partiamo dal dizionario: le definizioni (dal solito Devoto-Oli 1995). Stimolo In fisiologia, ogni agente o condizione che induca un mutamento nello stato fisico-chimico o dell’attività della sostanza vivente. Stimolo è quindi ciò che causa la percezione: il fenomeno scatenante. Per tornare all’esempio della puntura, l’evento scatenante è la penetrazione della punta nella cute; generalizzando, si può dire che per qualsiasi sistema recettivo lo stimolo è dato dalla forma di energia nella quale esso è specializzato (l’energia elettromagnetica per la vista o quella chimica per il gusto e l’olfatto, per esempio), che non a caso è detta stimolo adeguato per quel senso. Ciò che è fondamentale comunque è il ruolo di causa: lo stimolo è qualcosa che sta contemporaneamente fuori e all’inizio del processo percettivo, qualcosa che giunge ad interagire con i sensi. Ricordiamo che, nelle scienze comportamentali, stimolo è un termine specifico che, in opposizione a risposta, sta ad indicare la variabile indipendente che provoca una certa reazione. Sensazione Ogni stato di coscienza in quanto prodotto da uno stimolo esterno o interno al soggetto. – (comune) L’avvertimento di un determinato stato fisico o psichico. – In fisica, grandezza atta a rappresentare quantitativamente l’effetto fisico prodotto da un agente luminoso o sonoro. Si parla di sensazione fisica, quindi, o di sensazione in senso psicologico (ho una strana sensazione); di sensazione provocata da qualcosa di esterno o di sensazione che emerge spontaneamente nel soggetto (magari imputata poi a cause diverse: sensazione di fame, di malessere). In questo caso la definizione che il vocabolario ci offre non soddisfa del tutto le nostre attese, in quanto ci aspetteremo di avere una definizione di sensazione più a mezza strada tra l’aspetto fisico e quello psicologico, ma vedremo più avanti di far luce su questo. Rimanendo per adesso alla definizione di sensazione da vocabolario diremo che quella più adeguata sembra la prima: fisica e provocata da qualcosa di esterno. Quindi, la sensazione è ciò che viene causato dallo stimolo. Percezione Presa di coscienza nell’ambito dell’esperienza sensibile oppure delle possibilità o delle disponibilità dell’intuizione. Anche qui, un accorgersi di qualcosa: qualcosa di esterno o di interiore. Questo concetto pare essere quindi del tutto analogo al precedente, salvo che con sensazione si intende lo stato, mentre con percezione l’avvenimento: la percezione è il fatto di ricevere una sensazione (in semiotica, la scienza della significazione, si direbbe che i due termini differiscono nella modalizzazione: durativa per il primo, puntuale per il secondo). Non a caso percezione è il termine usato per indicare l’intero processo. Un aspetto comune ai concetti di sensazione e percezione è il fatto di riguardare la coscienza. Nel lungo viaggio del segnale sensoriale la fase cosciente della percezione è quando si giunge alla corteccia cerebrale: quindi tra lo stimolo, che si situa all’inizio del percorso, e la percezione/sensazione, che è il risultato finale, c’è nebulosa anche terminologica, dovuta senz’altro al mistero che in parte avvolge questo processo ancora oggi. Ma gli studi anatomici e fisiologici ci aiutano a supplire: sappiamo che ciò che viaggia dagli organi di senso alla corteccia cerebrale è un impulso di energia elettrochimica (il supporto fisico), un segnale che trasporta dei dati, delle informazioni, un messaggio se vogliamo. Tutti questi termini, mutuati dall’informatica e dall’ambito della comunicazione, pur usati in senso traslato riescono a rendere conto solo parzialmente di ciò che avviene nel complesso percorso tra lo stimolo e la sensazione. L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 13 ANALISI SENSORIALE Il percorso dallo stimolo alla percezione MONDO FISICO CATENA PSICOFISICA STIMOLO DISTALE Personalità L’insieme delle caratteristiche individuali, non fisiche, che in quanto tali costituiscono o conferiscono motivo di integrità o di distinzione. La personalità è talmente determinante nella percezione che alcuni suoi studi psicologici si basano sulla presentazione al soggetto di macchie o immagini ambigue e sull’analisi delle immagini che il soggetto ci vede in base alla sua interpretazione. Intelligenza Capacità di attribuire un conveniente significato pratico o concettuale ai vari momenti dell’esperienza e della contingenza. L’intelligenza è determinante nel processo di percezione, in quanto influisce sul nostro modo di attribuire significato agli eventi, di rendere comprensibili e memorizzabili le sensazioni causate dagli stimoli esterni. Immaginazione Libera e astratta riproduzione o elaborazione di dati sperimentali o fantastici. Attività o situazione definita da una partecipazione più o meno intensa al mondo dell’astrazione o della fantasia. Non meno importante dell’intelligenza nell’attribuire significato alle sensazioni e nell’associarle a ricordi e fantasie, anche quando non ci sono informazioni logiche sufficienti per inquadrarle in una determinata definizione o evento dell’esperienza. È fondamentale, ad esempio, nella percezione olfattiva: anche quando non sappiamo esattamente che odore stiamo sentendo, l’immaginazione ci permette di fare associazioni inedite grazie alle quali esprimerle. L’immaginazione è ciò che permette ai poeti di esprimere sensazioni ineffabili e a noi di crearci un’immagine di qualcosa di sconosciuto toccato al buio. Inutile dire che carica ciò che percepiamo di emozioni. 14 L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 SISTEMA NERVOSO PERIFERICO TRASDUZIONE STIMOLO PROSSIMALE SISTEMA NERVOSO CENTRALE PROCESSI PSICOLOGICI DINAMICI DECODIFICA E ORGANIZZAZIONE PROCESSI COGNITIVI DI BASE PERCETTO PIANIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO SISTEMA NERVOSO PERIFERICO RISPOSTA mondo fisico viene descritto in modo simile da persone diverse, si può a buon diritto concludere che esse abbiano avuto sensazioni simili. Perciò c’è una relazione sistematica fra uno stimolo fisico e le sensazioni di chi lo rileva, queste relazioni sono dette relazioni psicofisiche, proprio perché frutto della correlazione fra variabili fisiche e variabili psicologiche. La scienza che le studia è la psicofisica, la quale descrive “il rapporto fra il mondo degli stimoli fisici e quello delle esperienze psicologiche da essi prodotte” (Fechner, padre della psicofisica classica). Volendo quindi descrivere il percorso che porta un oggetto, un odore, un suono a essere percepito come tale alla luce del sistema sensoriale umano (come detto, diverso da quello di altre forme viventi che comunque condividono la limitazione nella quantità di energia in grado …mentre la sensazione riguarda il modo in cui gli organi di senso rispondono agli stimoli esterni e come queste risposte vengono trasmesse al cervello, la percezione si riferisce all’elaborazione dei segnali sensoriali che avviene nel cervello e che porta alla formazione di una rappresentazione interna di quegli stimoli. ANALISI SENSORIALE di recepire) descriveremmo una catena psicofisica. In breve, l’oggetto così come esso è nel mondo fisico è detto stimolo distale. Quando l’energia (chimica, fisica, meccanica etc.) che lo compone stimola l’organo di senso specializzato a recepirla, l’energia originaria viene trasformata dai suoi recettori in energia elettrica attraverso il processo di trasduzione o codifica sensoriale (che può essere quantitativa, per cui maggiore è il numero di neuroni che si attivano e/o la loro frequenza di scarica, maggiore è l’intensità dello stimolo; qualitativa, per cui recettori specifici rilevano una specifica qualità dello stimolo, è quello che accade per esempio per i sapori o per i colori, ma questo non vale per tutte le caratteristiche di uno stimolo). In seguito alla trasduzione si parla di stimolo prossimale. È tuttavia raro che un’attività sensoriale si manifesti nella forma di sensazione isolata: non vediamo spostamenti di composizione spettrale sulla retina dell’occhio oppure non udiamo variazioni di pressione dell’aria nella membrana basale dell’orecchio e così via, ma vediamo luce e colori, ascoltiamo suoni etc. Cosa è accaduto allo stimolo prossimale? Dalla periferia del sistema nervoso è stato trasmesso, essenzialmente sotto forma di impulso elettrico, verso il centro (il cervello). Qui vari sistemi di elaborazione decodificano e interpretano le modificazioni che l’energia ha prodotto negli organi di senso organizzandole in un percetto. Siamo così giunti al traguardo della nostra catena psicofisica: la percezione, il processo che ci consente di acquisire l’informazione sul mondo esterno. Le percezioni solitamente dipendono tanto dall’informazione sensoriale che raggiunge il cervello, quanto dall’esperienza precedente e dalla conoscenza del mondo. Quindi, la percezione coinvolge sia i processi cognitivi di base che i processi psicologici dinamici. In breve, i primi rappresentano le funzioni più complesse del cervello umano, quello che chiameremmo mente: sono i meccanismi fondamentali alla base del modo in cui conosciamo il mondo (la percezione, l’attenzione, l’apprendimento, la memoria, il linguaggio e il pensiero). I secondi rappresentano quel complesso di fattori che determinano la dinamica del comportamento umano e della mente dell’uomo strettamente collegati al fatto che l’essere umano vive continue interazioni sociali: sono la forma più evoluta, filogeneticamente parlando, degli istinti, cioè le motivazioni e le emozioni. Per concludere, mentre la sensazione riguarda il modo in cui gli organi di senso rispondono agli stimoli esterni e come queste risposte vengono trasmesse al cervello, la percezione si riferisce all’elaborazione dei segnali sensoriali che avviene nel cervello e che porta alla formazione di una rappresentazione interna di quegli stimoli. Per rispettare lo scopo di dare una visone organica di quanto trattato è doveroso suggerire a cosa porta tutto questo percorso: naturalmente, alla pianificazione del comportamento, fenomeno che si attualizza in ciò che genericamente viene definito risposta. La sensazione è un fenomeno che media fra la realtà esterna e la realtà psicologica Bibliografia Eco, U., La struttura assente. Introduzione alla ricerca semiologica, Milano, Bompiani, 1968 Rosenzweig, M. R., Leiman, A. L., Breedlove, S. M., Psicologia biologica. Introduzione alle neuroscienze comportamentali, cognitive e cliniche, Milano, Casa Editrice Ambrosiana, 2001 Emotività Propensione maggiore o minore, a seconda degli individui, a reagire visibilmente di fronte a situazioni piacevoli o spiacevoli. Le emozioni offuscano i sensi: o piuttosto, marcano le sensazioni in modo indelebile. Qualsiasi esperienza percettiva carica di significato emotivo non sarà vissuta, né rivissuta in futuro, allo stesso modo della stessa in una situazione diversa. Attenzione Applicazione o concentrazione della mente e dei sensi sulla presenza o nell’attesa di un fatto. Il noto fenomeno dell’attenzione selettiva è solo un esempio di come questo meccanismo selezioni e deformi i dati della realtà esterna. Attese Lo stato d’animo di che attende il realizzarsi di qualcosa conforme alle proprie speranze. L’immagine mentale che ci creiamo di un’esperienza percettiva imminente è suscettibile di creare vere e proprie suggestioni e deformazioni. Motivazione In psicologia, quanto concorre a determinare il comportamento di un individuo o anche di una collettività. Il disinteresse verso un’esperienza percettiva provoca diminuzione dell’attenzione e la priva di carica emotiva, rendendola indistinta anonima, poco memorabile e deprimendo qualsiasi piacere che può provenirne. L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 15