Università
degli Studi
di Firenze
www.regione.lombardia.it
Specie arbustive ornamentali per il rinverdimento delle scarpate
Specie arbustive ornamentali
per il rinverdimento delle scarpate
Il sito della ricerca in agricoltura
www.agricoltura.regione.lombardia.it
Quaderni della ricerca
n. 112 - maggio 2010
LOMBARDIA. COSTRUIAMOLA INSIEME.
Attività condotta nell’ambito del Progetto di ricerca n. 1002 “Valutazione di specie arbustive
ornamentali per il rinverdimento delle scarpate”. Piano per la ricerca e lo sviluppo 2006.
Testi e foto a cura di :
Gabriele Amoroso, Marco Faoro, Piero Frangi, Riccardo Piatti
Supporto tecnico operativo: Alessio Fini, Marco Pusterla
Hanno realizzato le attività sperimentali:
Fondazione Minoprio – Centro MiRT
Viale Raimondi, 54 – 22070 Vertemate con Minoprio (CO)
Tel. +39 031.900224 Fax +39 031.900248
Referente: Piero Frangi – Tel +39 031.900224 int. 238
e-mail: [email protected]
Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali, del Suolo e
dell’Ambiente Agroforestale
Viale delle Idee, 30 – 50019 Sesto Fiorentino (FI)
Tel +39 055.4574018 Fax +39 055.5254017
Referente: Francesco Ferrini – Tel +39 055.5254033
e-mail: [email protected]
Si ringrazia Assofloro Lombardia per la compartecipazione finanziaria al Progetto
Per informazioni:
Regione Lombardia - Direzione Generale Agricoltura
U.O. Interventi per la competitività e l’innovazione tecnologica delle aziende
Struttura ricerca e innovazione tecnologica
Via Pola, 12/14 - 20124 Milano
Tel. +39 02 67652537 fax +39 02 67652757
e-mail: [email protected]
Referente: Luisa Bonomi - tel. +39 02 67652585
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© Copyright Regione Lombardia
Specie arbustive ornamentali
per il rinverdimento delle scarpate
Quaderni della ricerca
n. 112 - maggio 2010
1
INDICE
Presentazione
3
Introduzione
5
Descrizione della prova
8
Risultati e conclusioni
11
Schede descrittive e caratteristiche utili delle specie e varietà saggiate:
– Abelia x grandiflora
– Caryopteris x clandonensis ‘Heavenly Blue̓
– Cornus sericea ‘Kelseyi̓
– Coronilla emerus
– Corylopsis pauciflora
– Deutzia gracilis
– Deutzia x hybrida ‘Strawberry Fields̓
– Deutzia crenata ‘Pride of Rochester̓
– Forsythia x intermedia ‘Lynwood̓
– Genista lydia
– Hedera helix ‘Goldheart̓
– Hibiscus syriacus
– Hippophae rhamnoides
– Hypericum ‘Hidcote’
– Kerria japonica ‘Picta̓
– Lonicera nitida
– Lonicera pileata
– Philadelphus x virginalis ‘Minnesota Snowflake̓
– Physocarpus opulifolius ‘Diabolo̓
– Potentilla fruticosa ‘Goldfinger̓
– Salix purpurea ‘Nana̓
– Spartium junceum
– Spiraea japonica ‘Anthony Waterer̓
– Viburnum farreri
– Viburnum plicatum ‘Shasta̓
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Effetto delle diverse metodologie di gestione del suolo
sullo sviluppo delle piante in prova
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Sintesi delle caratteristiche utili per l’impiego delle specie saggiate in terreni in pendenza
68
Tabella riassuntiva delle caratteristiche fenologiche rilevate
70
Bibliografia
71
2
Presentazione dell’Assessore
La riduzione dell’impatto delle reti infrastrutturali sul paesaggio,
soprattutto in aree densamente urbanizzate, è un problema sempre
più sentito. In tale contesto assume particolare importanza il ruolo
della vegetazione che copre le aree limitrofe a strade e ferrovie.
Nelle aree declive, quali le scarpate, il verde svolge inoltre anche
l’importante funzione di contenimento del terreno.
Troppo spesso però tali aree vengono trascurate e lasciate all’invasione
delle infestanti oppure vengono piantumate con specie vegetali a
scarsa efficacia “coprente” che creano problemi sia dal punto di vista
dell’impoverimento del paesaggio che di quello fitosanitario.
La scelta delle specie più opportune da utilizzare costituisce pertanto un momento fondamentale
per assicurare l’attecchimento iniziale, per una copertura uniforme, a garanzia di protezione e
tutela del territorio e per dare un contributo estetico all’ambiente.
Le aziende florovivaistiche lombarde sono molto interessate a questo utilizzo in quanto vi è una
notevole richiesta di essenze per opere infrastrutturali anche di rilevanza nazionale.
Rispondendo alle esigenze manifestate degli operatori di questo settore, Regione Lombardia ha
finanziato il progetto di ricerca “Valutazione di specie arbustive ornamentali per il rinverdimento
delle scarpate” con il fine di diffondere nuove conoscenze sulle specie più idonee tra gli addetti
ai lavori.
I risultati dell’approfondito studio realizzato dalla Fondazione Minoprio, con la collaborazione
dell’Università degli Studi di Firenze e AssoFloro Lombardia, sono esposti in questo opuscolo
che ho il piacere di presentare al settore florovivaistico lombardo.
Giulio De Capitani
Assessore all’Agricoltura
Regione Lombardia
3
4
Introduzione
La Lombardia rappresenta la più importante
concentrazione produttiva d’Italia e una delle
principali in Europa. La pressione che la crescita
economica ha prodotto negli ultimi decenni sulla
rete infrastrutturale lombarda sta spingendo
le Amministrazioni ad adeguare la rete viaria,
commisurandola alle nuove esigenze di trasporto
di persone e di merci. La costruzione di nuove
infrastrutture e l’ammodernamento di quelle
preesistenti dovrà rispondere alle nuove esigenze,
chiaramente delineate dalla Regione, in cui si
evidenzia come l’integrazione con il territorio e
la riduzione dell’impatto ambientale siano tra i
fattori principali da tenere in considerazione in
fase di pianificazione e progettazione. I piani
stradali e ferroviari infatti vengono progettati
a livelli più bassi rispetto al terreno circostante
così da eliminare impianti semaforici e passaggi
a livello, contenendo nel medesimo tempo
l’impatto acustico, visivo e inquinante di tali
opere. In questo quadro la presenza di aree con
pendenza più o meno elevata va ad assumere
un’importanza progressivamente crescente. A
questo fa da contraltare la necessità di ridurre
le spese di gestione di tali opere infrastrutturali,
ivi comprese quindi le aree marginali inverdite;
spesso dunque la vegetazione che le ricopre
viene limitata a poche specie erbacee prative
o a piccoli arbusti spontanei, frequentemente
infestanti. Negli ultimi anni però si sta assistendo
alla rivalutazione della funzione rivestita dalle
scarpate, che assurgono da mero elemento estetico e marginale a componente essenziale nel
migliorare la qualità della vita in ambiente
densamente urbanizzato. Le scarpate inverdite
e fiorite rappresentano dunque strutture vive,
capaci di interagire sia a livello epigeo sia a
livello ipogeo con i fattori ambientali circostanti,
andando ad assolvere diverse ed importanti
funzioni.
Funzione geoprotettiva
In terreni fortemente declivi la vegetazione,
garantendo una azione di “retinazione”, svolge un
ruolo di primaria importanza nel consolidamento
del suolo e nel controllo dell’erosione superficiale. Gli apparati radicali di alberi ed
arbusti imbrigliano infatti le particelle terrose,
contribuendo alla formazione di un orizzonte ben
strutturato e meccanicamente stabile. L’acqua
viene indirizzata verso gli strati più profondi,
limitando i fenomeni di ruscellamento superficiale
e preservando la riserva idrica. L’apparato fogliare
intercetta inoltre le idrometeore e ne riduce la
velocità d’impatto al suolo, contribuendo in
maniera sostanziale a limitare i fenomeni di
‘splashing’ e di erosione superficiale, supportando
indirettamente così il contributo svolto dall’apparato radicale. Le chiome inoltre riducono
la velocità del vento, limitando l’abrasione
meccanica dovuta alle particelle in sospensione
e frenando l’evaporazione superficiale. Infine
il principale fattore di estrazione dell’acqua da
terreni coperti da vegetazione risulta essere la
traspirazione fogliare che, essendo un sistema
controllato a livello stomatico, limita le alterazioni
idrogeologiche e contribuisce alla regolazione
del microclima a livello del suolo.
Funzione anti-inquinamento
Il verde svolge un’azione positiva anche contro
gli inquinanti aerei grazie a diversi meccanismi:
ad esempio, le polveri sottili vengono intercettate
dalle foglie provviste di peli o ricoperte di sottili
strati di cere o resine. A questo effetto filtrante si
aggiunge la già citata azione di riduzione della
velocità del vento, capace di limitare la diffusione
non solo del particolato, ma anche della frazione
gassosa degli inquinanti. Una barriera vegetale
può dunque costituire un importante elemento
di protezione per l’ambiente circostante,
filtrando e depurando l’aria. Inoltre, specie come
Salix possono svolgere un importante ruolo
depuratore delle acque percolanti, offrendo una
prima barriera di protezione della falda. Da
non dimenticare infine l’effetto di sbarramento
acustico, dovuto alla presenza di foglie e fusti
variamente conformati ed intrecciati, ma anche
al terreno, reso più poroso e strutturato dalla
presenza stessa delle essenze vegetali.
5
Funzioni paesaggistiche
Storicamente il ruolo prevalente attribuito alla
vegetazione è stato quello ornamentale, poiché è
indubbio che alberi ed arbusti già solo per la loro
presenza apportino un miglioramento sostanziale
del paesaggio e della qualità estetica dei luoghi,
integrando l’opera dell’uomo nell’ambiente.
Sfortunatamente oggigiorno poche sono le specie
correntemente impiegate per il rinverdimento ed il
consolidamento dei terreni in pendenza, laddove
addirittura essi non sono semplicemente lasciati
alla colonizzazione di specie invasive, infestanti,
spesso anche allergogene; i progettisti tendono a
riproporre schemi basati su piante sempreverdi,
come Lonicera spp. e Cotoneaster spp., anche
se numerose altre specie, anche di latifoglie
fiorenti, potrebbero essere adatte a questo tipo di
scopo. Nel tempo tutto questo ha portato da un
lato ad un impoverimento biologico ed estetico
del paesaggio, dall’altro a frequenti problemi di
ordine fitosanitario. L’utilizzo di poche specie,
spesso addirittura di pochi cloni, ha portato a
situazioni ideali per forti attacchi di patogeni, in
particolare crittogame quali oidio e ticchiolatura.
Una consociazione, se realizzata nel rispetto
delle biocenosi naturali, risulta meno suscettibile
ad attacchi di vari agenti patogeni e, grazie alla
6
maggiore biodiversità dell’ecosistema, risulta più
versatile da diversi punti di vista. Ad esempio
le specie decidue, per le loro caratteristiche
intrinseche, hanno un’efficacia “coprente”
limitata al solo periodo primaverile-estivo, per
cui è opportuno prendere in considerazione
anche le specie semidecidue e/o sempreverdi.
Queste ultime d’altro canto risultano spesso
“piatte” e “monotone”, non presentando fioriture
vivaci e vistose. Anche possibili problemi
legati a manifestazioni fenologiche tipiche
della specie (polline, frutti marcescenti, radici
superficiali) sono da vagliare, soprattutto in
virtù della localizzazione della scarpata, onde
evitare successivi necessari interventi correttivi.
Le siepature pluristratificate sono senza dubbio
quelle più efficienti dal punto di vista della
stabilità dei versanti e risultano essere quelle
esteticamente più apprezzate; in sede progettuale
è necessario pertanto valutare attentamente la
statura che raggiungerà ciascuno “strato”, così
da poter mantenere nel tempo la continuità in
senso verticale. In maniera del tutto analoga un
investimento troppo elevato con specie di altezza
rilevante (alcuni arbusti, se non potati, possono
raggiungere i 4-5 metri con relativa facilità)
crea un ambiente sottochioma scarsamente
illuminato che può portare nelle specie eliofile ad
un’antiestetica caduta delle foglie nella parte più
prossima al terreno; si rivela importante quindi
anche la conoscenza del fototemperamento delle
essenze da utilizzare, così da poterle disporre
secondo un corretto gradiente verticale di eliofilia
crescente.
La scelta delle specie da utilizzare costituisce,
dunque, un momento fondamentale per la
garanzia non solo di un buon attecchimento
iniziale ma anche, in seguito, di una copertura
uniforme e di un contributo estetico elevato.
Purtroppo su questo argomento pochissimi sono i
riferimenti bibliografici relativi a sperimentazioni
sia a livello nazionale, sia internazionale.
Tecnica d’impianto e gestione
L’impiego di specie a bassa manutenzione è
sempre più richiesto nell’attuale panorama dei
progettisti del verde; questo sia per limitare
l’impiego di acqua, risorsa sempre più contesa
e preziosa, sia per l’elevato costo della
manodopera. In un’ottica di contenimento delle
spese di gestione anche a medio-lungo termine,
quindi, risulta imprescindibile la scelta oculata di
una tecnica d’impianto che consenta un’elevata
percentuale di attecchimento ed una veloce
crescita delle piante, riducendo il numero degli
interventi necessari di manutenzione ordinaria.
Tra i fattori che maggiormente influenzano le
potenzialità vegetative di una pianta ed il costo
di gestione dell’impianto vi è il controllo delle
specie infestanti. Esso può essere effettuato
con diverse tecniche che, tuttavia, non sempre
sono applicabili in ambiente urbano per motivi
sia economici (es. zappettatura manuale), sia
tecnico-sanitari (diserbo chimico). Laddove
dunque non sia possibile lo sfalcio frequente delle
malerbe e, comunque, le infestanti esercitassero
una competizione idrico-nutritiva non tollerabile,
la pacciamatura risulta essere un efficace
metodo per il loro controllo. Tra gli altri effetti
benefici di questa pratica sono da evidenziare
un aumento della temperatura media annua del
terreno associato ad un ridotta escursione termica
giorno/notte, una maggior disponibilità idrica, il
mantenimento di una buona struttura e porosità
del suolo ed infine un accrescimento più rapido
delle piante, soprattutto nelle prime fasi. Qualora
poi la pacciamatura fosse realizzata con materiale
di origine vegetale si avrebbe anche un ulteriore
apporto di sostanza organica che contribuirebbe a
preservare la fertilità del terreno.
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DESCRIZIONE DELLA PROVA
Gli obiettivi del presente lavoro sono stati
l’individuazione di specie arbustive idonee alla
vegetazione in terreni declivi - così da poterne
ampliare la gamma attualmente utilizzata - e la
valutazione di diversi materiali tecnici di copertura
del suolo adatti a favorire l’attecchimento e
la crescita degli arbusti stessi in condizioni di
minima manutenzione e bassi costi gestionali. La
scelta delle 25 specie arbustive utilizzate nella
sperimentazione è stata fatta assieme ai tecnici
delle Associazioni florovivaistiche facenti capo
ad Assofloro Lombardia; nel compiere tale scelta
si è cercato di privilegiare quelle specie in cui è
nota una buona capacità di copertura del suolo,
un portamento tendenzialmente tappezzante, una
tolleranza agli stress biotici ed abiotici ed un
costo contenuto.
Nell’autunno del 2006 è iniziato l’allestimento
della sperimentazione utilizzando due zone in
pendenza ubicate nella tenuta superiore della
Fondazione Minoprio, per un totale di 1800 m2.
La preparazione delle parcelle sperimentali ha
8
previsto la rimozione della vegetazione esistente,
costituita principalmente da rovi, sterpaglie
e numerose malerbe. Successivamente si è
provveduto ad una livellazione delle rive stesse
così da avere una superficie omogeneamente
inclinata. Sono stati inoltre effettuati trattamenti
con diserbanti sistemici allo scopo di eliminare
le infestanti stolonifere. Nella primavera 2007 si
è poi provveduto a realizzare una concimazione
di fondo ed a posare (ove previsto) i materiali
pacciamanti: un tessuto poroso in polipropilene
(Agritela, Arrigoni, Uggiate Trevano, CO) ed
un feltro coprente biodegradabile denominato
Isonatural®, composto da fibre vegetali intrecciate
di cocco, juta, lino e cotone (Veris, Codogno,
LO). Le parcelle non pacciamate sono state
nuovamente diserbate con 2,4-D e gliphosate,
con aggiunta di olio minerale paraffinico.
La messa a dimora degli arbusti (4 piante/m2)
è avvenuta nel mese di maggio, praticando nei
teli pacciamanti, ove presenti, un taglio a croce
in corrispondenza del punto di trapianto per
permettere un migliore e più facile inserimento
della zolla.
Elenco specie in prova:
Genere
specie
Abelia
Caryopteris
Cornus
Coronilla
Corylopsis
Deutzia
Deutzia
Deutzia
Forsythia
Genista
Hedera
Hibiscus
Hippophae
Hypericum
Kerria
Lonicera
Lonicera
Philadelphus
Physocarpus
Potentilla
Salix
Spartium
Spiraea
Viburnum
Viburnum
x grandiflora
x clandonensis
sericea
emerus
pauciflora
gracilis
x hybrida
crenata
x intermedia
lydia
helix
syriacus
rhamnoides
japonica
nitida
pileata
x virginalis
opulifolius
fruticosa
purpurea
junceum
japonica
farreri
plicatum
Cultivar
Heavenly Blue
Kelseyi
Strawberry Fields
Pride of Rochester
Lynwood
Goldheart
Hidcote
Picta
Minnesota Snowflake
Diabolo
Goldfinger
Nana
Anthony Waterer
Shasta
9
Nel corso di tutta la sperimentazione non è stato
effettuato alcun tipo di potatura; questo per poter
valutare meglio l’adattabilità delle varie specie ad un
contesto di bassa manutenzione. Solo nel corso del
primo anno le piante sono state bagnate (irrigazione
di soccorso) nei periodi più caldi e secchi del
periodo estivo; sono stati effettuati inoltre, nelle
parcelle non pacciamate, due interventi di diserbo
con prodotti antigerminello in formulazione
granulare (isoxaben+trifluralin, oxadiazon).
Su tutte le specie sono state effettuate stime visive
atte a valutare la presenza di malattie o parassiti,
la fenologia e la capacità di copertura del suolo;
sono stati inoltre misurati lo sviluppo in altezza e
lo sviluppo della biomassa aerea.
Le infestanti sono state rimosse manualmente,
dove è risultato necessario, due volte nel primo
e nel terzo anno e tre volte nel secondo; per
questa operazione si è provveduto a misurare il
tempo necessario, espresso in minuti, per ogni
specie e per ogni tipologia di gestione del suolo.
Al termine del terzo anno è stato valutato lo
10
sviluppo dell’apparato radicale, sia come densità
radicale (sviluppo in lunghezza delle radici/unità
di volume di suolo) sia come lunghezza specifica
(sviluppo in lunghezza delle radici/unità di peso
secco delle radici stesse). Questo rilievo è stato
effettuato prelevando dei campioni di terreno di
9x4,5x25 cm estratti tramite carotaggio. Ogni
campione è stato poi suddiviso in 2 sottocampioni
(superficiale, fino a 10 cm di profondità, e
profondo, oltre 10 cm), analizzati separatamente.
Per la stima dello sviluppo in lunghezza delle
radici presenti nel campione di suolo estratto è
stato adottato il metodo di Tennant che ha previsto
la pulizia di tutti i frammenti radicali presenti,
la loro disposizione casuale su di una griglia
quadrettata (1x1 cm) ed il successivo conteggio
di ogni intersezione delle varie porzioni radicali
con la griglia stessa. Infine è stata effettuata
un’analisi costi/benefici, considerando sia i costi
di impianto sia quelli di gestione, la capacità
specifica di copertura della pianta e lo sviluppo
dell’apparato radicale.
Risultati e conclusioni
SCHEDE DESCRITTIVE
A partire da pagina 16 si riportano le schede
descrittive delle diverse specie e varietà utilizzate
nella sperimentazione, dando particolare rilievo
al loro utilizzo su terreni in pendenza.
Dopo una descrizione generale dell’origine,
delle caratteristiche botaniche e delle esigenze
agronomiche, vengono elencati i dati relativi
alla sperimentazione effettuata a Minoprio. Si
riportano dapprima le osservazioni sulla presenza
di malattie o di parassiti. Seguono alcune
considerazioni sulla specie, derivanti dai dati
rilevati durante la sperimentazione e riportati nei
grafici (sviluppo in altezza nei 3 anni di prova,
biomassa della parte aerea al termine dello studio,
percentuale di copertura della parcella alla fine
di ogni stagione vegetativa, tempo necessario
per la rimozione delle infestanti, densità radicale
e lunghezza specifica delle radici a due diverse
profondità di suolo, costi di gestione).
Nella scheda a pagina 66 si riportano i risultati
dell’effetto delle diverse metodologie di gestione
del suolo sullo sviluppo medio delle piante in
prova.
TABELLE DI SINTESI
Nella tabella a pagina 68 si riporta, per ogni
specie o varietà saggiata, la metodologia di
gestione del suolo che ha permesso di ottenere
il miglior compromesso tra sviluppo e costi
di gestione. Per alcune specie, caratterizzate
da lento accrescimento e/o da portamento non
compatto, il costo necessario alla stesura del
telo in polipropilene viene successivamente
ricompensato dal risparmio derivante dalla minore
manodopera necessaria alla scerbatura manuale.
Un arbusto a lento accrescimento permetterà
infatti alla luce solare di filtrare fino al suolo,
favorendo così il proliferare della flora infestante;
ovviamente la presenza di malerbe, oltre a
conferire un aspetto di abbandono e di incuria
alla scarpata, penalizza ancor più lo sviluppo
11
dell’arbusto stesso, sottraendogli preziose risorse
quali luce, acqua e nutrienti. L’impiego del feltro
biodegradabile, pur fornendo delle prestazioni
del tutto simili al “classico” telo in polipropilene,
ha comportato un costo decisamente maggiore;
è possibile ipotizzarne un impiego in particolari
condizioni, come ad esempio in aree di pregio.
Il costo di gestione riportato in tabella comprende
le seguenti voci: materiale vegetale, fornitura
e posa del telo, messa a dimora delle piante,
interventi di diserbo chimico nel suolo nudo
nel primo anno, eliminazione manuale delle
infestanti. Tale costo è stato diviso in tre categorie
(basso: fino a 17 euro/m2; medio: compreso tra 17
e 22 euro/m2; alto: maggiore di 22 euro/m2).
Costo di gestione e sviluppo di un arbusto sono
importanti fattori da prendere in considerazione
al momento di scegliere una specie da mettere a
dimora in un determinato contesto, ma è altrettanto
importante sapere come si svilupperanno le
radici di detta pianta, visto che sono quest’ultime
a contenere il suolo ed a limitarne l’erosione.
Tramite campionamenti del terreno (vedi
descrizione della prova) si è arrivati a definire,
12
per ognuna delle specie in prova, la densità
dell’apparato radicale (lunghezza delle radici per
unità di volume di terreno) e la lunghezza specifica
delle radici (lunghezza dell’apparato radicale per
unità di peso secco delle stesse); quest’ultimo
parametro è in grado di fornire un’idea sullo
spessore medio delle radici: più detto valore
sarà basso, più le radici saranno spesse. I due
parametri di misura dell’apparato radicale sono
stati divisi in tre classi, variabili in funzione della
profondità del suolo studiata (vedi legenda a pag.
69). Come riportato da diversi autori, una pianta
caratterizzata da un apparato radicale esteso
(elevata densità radicale) e costituito in principal
modo da radici assorbenti (elevata lunghezza
specifica) risulta maggiormente idonea alla
stabilizzazione ed al consolidamento di aree in
pendenza.
Abelia x grandiflora, Deutzia x hybrida
‘Strawberry Fields’, Deutzia crenata ‘Pride of
Rochester’, Forsythia x intermedia ‘Lynwood’,
Philadelphus x virginalis ‘Minnesota Snowflake’
e Physocarpus opulifolius ‘Diabolo’ hanno
evidenziato la maggior densità radicale, sia nella
porzione più superficiale del suolo (0-10 cm), sia
in quella più profonda (10-25 cm). Hypericum
‘Hidcote’, Lonicera nitida e Spiraea japonica
‘Anthony Waterer’ hanno invece evidenziato
la maggior densità radicale nella porzione più
superficiale del suolo (0-10 cm), ma intermedia
nella zona di terreno più profonda (10-25 cm). I
valori più bassi di densità radicale, ad entrambe
le profondità di suolo saggiate, sono stati
invece riscontrati in Caryopteris x clandonensis
‘Heavenly Blue’, Coronilla emerus, Deutzia
gracilis, Hippophae rhamnoides e Kerria
japonica ‘Picta’.
Deutzia crenata ‘Pride of Rochester’, Hypericum
‘Hidcote’, Philadelphus x virginalis ‘Minnesota
Snowflake’, Physocarpus opulifolius ‘Diabolo’,
Salix purpurea ‘Nana’ e Spiraea japonica ‘Anthony Waterer’ hanno evidenziato i valori
di lunghezza specifica delle radici maggiori
(radici più fini) ad entrambe le profondità di
terreno indagate; anche Genista lydia ha fatto
registrare valori elevati per questo parametro,
associandoli però ad una densità dell’apparato
radicale molto contenuta. Coronilla emerus,
oltre ad aver sviluppato la minor estensione
dell’apparato radicale per volume di suolo,
ha evidenziato bassi valori di lunghezza
specifica delle radici (radici più spesse).
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Diversi sono gli arbusti in prova che hanno
presentato caratteristiche interessanti, come ad
esempio bassi costi di gestione, resistenza alle
malattie, elevata competitività nei confronti delle
malerbe (limitando di conseguenza la necessità
di manodopera) ed uno sviluppo dell’apparato
radicale adatto al consolidamento dei pendii. Tra
queste si possono annoverare: Deutzia x hybrida
‘Strawberry Fields’, Deutzia crenata ‘Pride of
Rochester’, Forsythia x intermedia ‘Lynwood’,
Philadelphus x virginalis ‘Minnesota Snowflake’,
Physocarpus opulifolius ‘Diabolo’ e Salix
purpurea ‘Nana’. Abelia x grandiflora, Hypericum ‘Hidcote’, Potentilla fruticosa ‘Goldfinger’
e Spiraea japonica ‘Anthony Waterer’ oltre a
dette caratteristiche hanno inoltre evidenziato
una bella ed intensa fioritura, che ha interessato
una parte importante del periodo estivo.
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SCHEDE DESCRITTIVE
E CARATTERISTICHE UTILI DELLE SPECIE
E VARIETÀ SAGGIATE
15
Abelia x grandiflora (André) Rehd.
Famiglia: Caprifoliaceae
Nomi comuni: abelia, A. rupestris dei giardini
Origine
Ibrido derivante dall’incrocio fra due specie
dell’Asia centrale (A. chinensis e A. uniflora).
Caratteristiche botaniche
L’arbusto, dal pregevole portamento morbido e
globoso, raggiunge a maturità un’altezza ed una
larghezza di circa tre metri. I fusti, scarsamente
ramificati, si caratterizzano in fase giovanile per
il colore rosso acceso.
La pianta presenta un comportamento semisempreverde nelle regioni più fredde. Le piccole
foglie sono opposte, semplici, ovate, dentellate
e con apice pronunciato; si inseriscono sugli
steli tramite piccioli molto brevi. La lamina, di
colore verde scuro, è tendenzialmente glabra,
fatta eccezione per una leggera peluria vicino
alla nervatura centrale. Alla ripresa vegetativa le
giovani foglioline presentano sfumature rossicce,
mentre a partire dal tardo autunno tendono
ad un colore verde-bronzeo di sicuro valore
ornamentale.
I piccoli fiori, di colore bianco tendente al rosa,
sono raccolti in pannocchie apicali; compaiono
abbondanti a partire da giugno e abbelliscono la
pianta sino all’inizio dell’inverno. Insignificante
la fruttificazione.
Esigenze agronomiche
Pianta relativamente rustica che si adatta bene a
climi non eccessivamente freddi. Predilige terreni
a struttura media caratterizzati da pH neutro o
moderatamente acido (terreni molto acidi possono
portare a clorosi anche marcate). E’ consigliabile
la coltivazione in pieno sole o in mezz’ombra,
avendo però cura di proteggerla dal vento.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono
state segnalate particolari problematiche fitosanitarie. E’ comunque riportata in bibliografia
la sensibilità di A. x grandiflora a malattie quali
oidio, marciumi radicali e infestazioni di afidi sui
giovani getti.
16
Osservazioni sulla specie
La specie si è contraddistinta per un’elevata
rusticità. L’assenza di pacciamatura è risultata
la migliore metodologia di gestione del suolo,
abbinando ridotti costi di gestione ad un ottimo
sviluppo della pianta (paragonabile a quello delle
piante pacciamate). Tale pratica ha inoltre favorito
lo sviluppo dell’apparato radicale, permettendo
la formazione di radici più sottili ed estese sia
nella zona superficiale che profonda del terreno.
L’arbusto, abbellito da un abbondante fioritura
che ha interessato buona parte del periodo estivoautunnale, si è accresciuto a formare una massa
vegetativa relativamente compatta e globosa,
eccezion fatta per alcuni rami che assurgevano
disordinatamente dalla chioma.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
200
2000
160
1600
120
Polipropilene
1200
Biotelo
80
Suolo nudo
800
40
400
0
aprile-07
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
4
25
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
20
16
15
12
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
8
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
4
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
17
Caryopteris x clandonensis N.W. Simmonds ex Rehd.
Cultivar: Heavenly Blue
Famiglia: Verbenaceae
Nomi comuni: Spirea blu
Origine
Arbusto ottenuto dall’incrocio tra Caryopteris
incana x C. mongholica, ereditando così la
maggiore rusticità dalla prima specie e la fioritura
più decorativa dalla seconda. Cultivar di origine
orticola.
Caratteristiche botaniche
Piccolo arbusto con portamento eretto e chioma
tondeggiante. I fusti si presentano pubescenti,
ramificati e di colore grigio-verde con nodi
schiacciati.
Le foglie decidue sono opposte e semplici;
si caratterizzano per una lamina lanceolata
con margine seghettato e per una colorazione
verde salvia sulle pagina superiore, più chiara
con riflessi argentei nella pagina inferiore. Se
strofinate emanano un piacevole profumo.
I fiori, di colore blu profondo, sono tubolosi
e riuniti a corimbo all’ascella delle foglie; la
fioritura ha inizio a partire da metà agosto e si
protrae sino ad autunno inoltrato, ovvero fino
a quando, con le prime temperature rigide, la
vegetazione dell’anno tende a disseccare.
Esigenze agronomiche
E’ un arbusto che ama l’esposizione in pieno sole
o con parziale ombreggiatura. Sopporta le basse
temperature ma è buona norma non esporla ai
freddi venti invernali. Necessita di terreni sciolti e
ben drenati per accrescersi meglio. E’ consigliato
asportare la vegetazione secca sul finire della
stagione invernale.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
Non sono segnalate avversità in bibliografia.
Osservazioni sulla specie
Il suolo nudo ha coniugato costi di gestione ridotti
ed uno sviluppo delle piante paragonabile a quanto
osservato in presenza di materiali pacciamanti. C.
x clandonensis ha mostrato un apparato radicale
18
piuttosto superficiale, presentando nei primi 10
centimetri di suolo le radici più fini ed estese in
assenza di pacciamatura.
E’ interessante osservare come l’arbusto si sia
contraddistinto per un limitato sviluppo verticale
e per un’abbondante e prolungata fioritura, che
interessa quasi per intero tutta la stagione tardo
estiva-autunnale. Unico aspetto che può essere
considerato negativo è il seccume, derivante
dalla vegetazione dell’anno precedente, che
caratterizza la porzione apicale delle piante alla
ripresa vegetativa.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
200
1000
160
800
120
600
80
400
40
200
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
25
2007
4
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
10
8
15
6
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
4
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
2
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
19
Cornus sericea L. (Cornus stolonifera Michx. f.)
Cultivar: Kelseyi
Famiglia: Cornaceae
Nome comune: Corniolo setoso
Origine
Specie originaria dell’America settentrionale.
Cultivar di origine orticola.
Caratteristiche botaniche
Cultivar dalla forma compatta rispetto alla specie,
può raggiungere al massimo i 75 centimetri di
altezza. Il fusto è esile, eretto ed il suo colore
rosso risulta meno vivo rispetto a quello della
specie.
Le foglie sono semplici, opposte e con apice
acuminato; la lamina è di colore verde-scuro sulla
pagina superiore, più chiara tendente al verdeazzurro su quella inferiore; col sopraggiungere
dell’autunno e dei primi freddi la colorazione
delle foglie vira verso un caratteristico rossoamaranto, anche se il colore non è appariscente
come quello che si riscontra nella specie.
La fioritura di questa cultivar risulta praticamente
assente.
Esigenze agronomiche
Cultivar adatta a diverse condizioni di suolo e
clima. Predilige terreni umidi.
Avversità
Nel periodo estivo si sono evidenziate numerose
macchie fogliari, che nel giro di pochi mesi hanno
interessato anche l’intera lamina. Tale alterazione,
dovuta a Septoria cornicola, è uno dei fattori
maggiormente penalizzanti per l’utilizzo di
questa cultivar. In bibliografia si riporta un’altra
temibile avversità per questa specie, il cancro,
che può portare al disseccamento della pianta in
un periodo molto breve.
Osservazioni sulla specie
L’utilizzo della pacciamatura si è rivelato un
fattore chiave per migliorare lo sviluppo della
specie e per limitare in modo significativo il
tempo di rimozione delle infestanti. Il costo di
gestione del telo in polipropilene, leggermente
superiore rispetto al suolo nudo, viene senza
dubbio ricompensato dal maggior sviluppo della
20
vegetazione. Le piante di C. sericea allevate a suolo
nudo hanno presentato, nei primi 10 centimetri di
suolo, radici più fini e lunghe rispetto alle piante
pacciamate; al di sotto di questa profondità non si
sono riscontrate differenze rilevanti tra le diverse
metodologie di gestione del suolo.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
100
1000
80
800
60
600
40
400
20
200
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
Biomassa parte aerea (g)
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
4
25
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
20
16
15
12
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
8
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
4
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
21
Coronilla emerus L. (sinonimo: Hippocrepis emerus (L.) Lassen subsp. emerus)
Famiglia: Fabaceae
Nomi comuni: coronilla dondolina, erba cornetta
Origine
Specie autoctona, diffusa ai margini dei boschi
nell’areale mediterraneo, reperibile sino a circa
1600 m s.l.m.
Caratteristiche botaniche
Arbusto caducifolio alto sino a 3 m, con fusti
legnosi striati e molto ramificati.
Le foglie sono alterne, picciolate, pennate,
composte da 4 a 9 foglioline obovato-cuneate con
stipole basali triangolari di 1 – 2 mm. La lamina
è di colore verde lucente, pubescente solo in fase
giovanile.
I fiori sono riuniti in ombrelle lungamente
peduncolate di colore giallo con una striscia
di colore rosso-marrone sul lato dorsale e si
aprono in contemporanea alle foglie; il calice
è campanulato più o meno bilabiato e gli stami
sono diadelfi. Il periodo della fioritura interessa i
mesi di maggio e giugno.
Il frutto, lungo circa 5 centimetri, è biancastro ed
incurvato.
Esigenze agronomiche
Specie rustica che ben si adatta ai terreni argillosi.
Segnalata come idonea al recupero di aree
degradate.
Avversità
Nel corso della sperimentazione è stata segnalata
l’abbondante presenza di Rincoti sui giovani
getti. A causa della melata prodotta da questi
insetti si è potuto assistere allo sviluppo di
fumaggine, con ovvie ripercussioni dal punto di
vista ornamentale.
Le abbondanti nevicate che si sono avute nel
corso dell’inverno 2008-09 hanno comportato
l’apertura della chioma ed uno schiacciamento
che, in alcuni casi, ha provocato la rottura del
fusto nella zona del colletto.
Osservazioni sulla specie
L’assenza della pacciamatura ha penalizzato
lo sviluppo delle piante, in particolar modo in
22
termini di biomassa della parte aerea e della
capacità di copertura della parcella. Il costo di
gestione è stato inferiore con suolo nudo, anche
se il miglior compromesso tra spese e risultato
ottenuto è stato raggiunto impiegando il telo in
polipropilene.
Gli arbusti non pacciamati hanno presentato
radici più fini ad entrambe le profondità di terreno
indagate e un apparato radicale maggiormente
esteso nei primi 10 cm di suolo.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
300
3000
240
2400
180
1800
120
1200
60
600
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
4
25
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
10
20
8
15
6
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
4
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
2
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
23
Corylopsis pauciflora Sieb. & Zucc.
Famiglia: Hamamelidaceae
Origine
Himalaya, Cina, Corea, Giappone e Taiwan.
Caratteristiche botaniche
Denso arbusto deciduo di altezza non superiore
ai 2 m. La corteccia è di color rosso intenso nei
nuovi getti per poi virare al marrone nel legno più
maturo.
Le foglie sono molto simili a quelle del
nocciolo, di forma tondeggiante, picciolate e di
margine irregolare fino ad essere quasi dentato;
l’inserzione è alternata su rametti molto regolari
e sottili. La lamina ha una colorazione che varia
dall’azzurrognolo al verde sulla pagina superiore,
mentre è di colore verde chiaro su quella inferiore.
Foglie leggermente pubescenti, di colore rossastro
nella fase giovanile.
I fiori sono profumati, ermafroditi, campanulati;
formano gruppi di 2-3 per dare origine alle
infiorescenze racemose che sbocciano tra marzo e
aprile, prima dell’emissione delle foglie. Il calice
e le brattee sono glabre sul lato ventrale.
Esigenze agronomiche
La pianta preferisce le posizioni in pieno sole o
in ombra parziale, possibilmente riparate dai forti
venti e dal gelo eccessivo. Predilige terreno a
reazione neutra; tollera terreni calcarei e terreni
argillosi.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
Non sono segnalate avversità in bibliografia.
Osservazioni sulla specie
L’utilizzo del telo in polipropilene ha favorito
lo sviluppo della parte aerea mentre, per quanto
riguarda la crescita e la copertura della parcella,
non sono emerse differenze rilevanti tra le diverse
metodologie di gestione del suolo. L’assenza di
pacciamatura ha consentito di ottenere il costo
di gestione più conveniente abbinandolo ad uno
sviluppo delle piante accettabile, seppur minore
24
in termini di biomassa.
Non si sono evidenziate particolari differenze
nella lunghezza delle radici per volume di terreno
tra le diverse metodologie di gestione del suolo;
le piante non pacciamate hanno presentato radici
più fini nei primi 10 centimetri di terreno, mentre
nessuna differenza è stata osservata nella fascia
più profonda.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
100
1000
80
800
60
600
40
400
20
200
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
4
25
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
10
8
15
6
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
4
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
2
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
25
Deutzia gracilis Sieb. & Zucc.
Famiglia: Saxifragaceae
Origine
Il nome Deutzia deriva da Johann van der Deutz,
avvocato e consigliere vissuto nel Settecento ad
Amsterdam; egli fu promotore di una spedizione
in Giappone in cui il naturalista Thunberg ne
scoprì il genere.
Caratteristiche botaniche
Arbusto cespuglioso a portamento eretto, che può
raggiungere al massimo i 2,5 metri di altezza.
Il fusto è glabro e di colore grigio-marrone,
presenta ramificazioni abbondanti ma fragili; il
midollo con il passare del tempo lascia spazio ad
una cavità.
Le foglie sono caduche, semplici, opposte, lanceolate e con margine seghettato. La lamina
superiore è pubescente di colore verde, mentre
quella inferiore è glabra e di colore leggermente
più chiaro; le foglie nel periodo autunnale possono assumere sfumature rossastre.
I fiori, leggermente profumati, sono di colore
bianco puro, ermafroditi, riuniti in infiorescenze
a pannocchia posizionate nella porzione apicale o
ascellare dei rami; tendono letteralmente a ricoprire
l’intera pianta all’apice della fioritura. La fruttificazione è priva di qualsiasi valore ornamentale.
Esigenze agronomiche
D. gracilis è pianta poco esigente in termini di
substrato in quanto si adatta sia a terreni sciolti
sia a quelli mediamente compatti ed argillosi,
purché profondi, freschi e drenati. Predilige
una esposizione soleggiata o solo parzialmente
ombreggiata; soffre l’esposizione a venti freddi.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
In bibliografia si riportano problemi dovuti alla
presenza di minatori fogliari.
Osservazioni sulla specie
L’impiego della pacciamatura ha consentito una
più rapida copertura del suolo, mentre non ha
26
influenzato l’altezza delle piante. La quantità
maggiore di biomassa aerea è stata ottenuta
mediante l’impiego del telo in polipropilene,
mentre nessuna differenza è stata osservata tra
le altre due metodologie di gestione del suolo.
L’assenza della pacciamatura ha consentito
di ottenere un costo di gestione ridotto;
ciononostante, la minore abilità di copertura del
suolo delle piante e la poca differenza di costo di
gestione rispetto al telo in polipropilene portano
a prediligere questa seconda opzione.
L’impiego del feltro biodegradabile, sia nella
strato superficiale sia profondo del terreno, ha
portato alla formazione di radici più sottili rispetto
a quanto riscontrato nelle altre metodologie di
gestione del suolo. La maggiore estensione delle
radici per unità di volume del terreno, in entrambe
le profondità di terreno investigate, è stata invece
rilevata nelle piante allevate a suolo nudo.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
100
1000
80
800
60
600
40
400
20
200
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
15
12
75
Polipropilene
50
2009
9
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
6
25
3
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozionedelle infestanti
(minuti/m2)
40
20
16
30
12
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
8
20
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
10
4
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
27
Deutzia x hybrida Lemoine
Cultivar: ‘Strawberry Fields’
Famiglia: Saxifragaceae
Origine
Arbusto derivante dall’incrocio tra Deutzia
discolor e D. longifolia. Cultivar di origine
orticola.
Caratteristiche botaniche
Arbusto a crescita eretta che può raggiungere i 2
metri di altezza. Fusto verticale di color marrone,
presenta midollo bianco che con il passare del
tempo tende a dare origine ad una cavità.
Le foglie sono caduche, ovato-oblunghe,
semplici, opposte e con margine seghettato. La
lamina superiore è pubescente di colore verde
(meno brillante rispetto a D. gracilis), mentre
quella inferiore è glabra e di colore più chiaro.
I fiori sono semplici e di color malva-rosa con
petali a stella. Presentano antere di colore giallo.
Esigenze agronomiche
Vedi D. gracilis
Avversità
Nel corso della sperimentazione sono state
osservate macchie fogliari che hanno portato
ad una senescenza anticipata. In bibliografia si
riportano problematiche legate a minatori fogliari.
Osservazioni sulla specie
Le piante allevate a suolo nudo hanno presentato
un minore sviluppo in altezza ed una minore
predisposizione alla copertura della parcella,
mentre la biomassa aerea maggiore è stata
riscontrata negli arbusti pacciamati col feltro
biodegradabile. La coltivazione a suolo nudo ha
fatto registrare il costo di gestione più basso ma
le piante ottenute con questa metodologia hanno
presentato un valore ornamentale inferiore a
quello osservato nelle piante pacciamate.
L’estensione più limitata delle radici, sia nella
porzione superficiale sia profonda del terreno, è
stata riscontrata nelle piante pacciamate con il
telo in polipropilene. Scarse differenze sono state
osservate nel diametro delle radici tra le diverse
metodologie di gestione del suolo.
28
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
300
2000
240
1600
180
1200
120
800
60
400
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
Biomassa parte aerea (g)
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
75
8
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
4
25
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
30
24
15
18
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
12
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
6
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
29
Deutzia crenata Sieb. & Zucc. (sinonimo: Deutzia scabra Thumb.)
Cultivar: ‘Pride of Rochester’
Famiglia: Saxifragaceae
Origine
Specie originaria di Cina e Giappone. Cultivar di
origine orticola.
Caratteristiche botaniche
Arbusto densamente ramificato a portamento
eretto che può raggiungere i 3 m di altezza.
Fusto di colorazione marrone o più raramente
grigio-marrone, pubescente nelle fasi giovanili.
Le foglie sono opposte, semplici, da ovate a
oblungo-lanceolate e crenate-denticolate. La
lamina è di colore verde-chiaro, pubescente su
entrambi i lati.
I fiori, di colore bianco con sfumature rosa chiaro,
sono portati da pannocchie apicali di forma
cilindrica.
Esigenze agronomiche
Vedi D. gracilis
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono stati
osservati particolari problemi fito-sanitari.
In bibliografia si riportano problematiche legate a
minatori fogliari.
Osservazioni sulla specie
Le piante di D. crenata pacciamate col feltro
biodegradabile hanno evidenziato un maggior
sviluppo in altezza e biomassa rispetto alle
altre due metodologie di gestione del suolo.
La pacciamatura si è dimostrata un fattore
fondamentale per limitare lo sviluppo delle
malerbe nel corso del primo anno, quando
maggiore è la competizione di queste nei confronti
delle giovani piante, permettendo perciò una
più rapida copertura del suolo rispetto a quanto
osservato in assenza di teli. Il costo di gestione è
risulto maggiormente contenuto senza l’impiego
di pacciamanti.
Differenze minime sono state osservate nello
spessore delle radici a prescindere dalla profondità
considerata. La lunghezza dell’apparato radicale
per volume di terreno è stata maggiore nelle
30
piante pacciamate col feltro biodegradabile, sia
nei primi 10 cm, sia nello strato più profondo.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
300
2000
250
1600
200
Polipropilene
1200
Biotelo
150
Suolo nudo
800
100
400
50
0
aprile-07
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
Biomassa parte aerea (g)
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
25
2007
4
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
50
40
15
30
Polipropilene
Polipropilene
Biofeltro
20
10
Biofeltro
Suolo nudo
Suolo nudo
5
10
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biofeltro
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
31
Forsythia x intermedia Zab.
Cultivar: ‘Lynwood’
Famiglia: Oleaceae
Nomi comuni: forsizia
Origine
Mutazione della varietà ‘Spectabilis’ (ibrido F.
suspensa x F. viridissima), scoperta nel Lynwood
garden in Irlanda del Nord ed introdotta in
coltivazione nel 1935 dal vivaista irlandese S.
Donard.
Caratteristiche botaniche
Costituisce un cespuglio abbastanza informale
che può raggiungere i 2-3 m di altezza. I fusti, di
colore bruno-giallastro, sono eretti, scarsamente
ramificati, di consistenza semilegnosa o legnosa
e provvisti di una cavità centrale.
Le foglie sono caduche, opposte, dentellate nella
parte apicale, lanceolate e attraversate da una
nervatura centrale ben evidente. La lamina è glabra, di colore verde scuro nella pagina superiore,
verde più chiaro su quella inferiore; nel periodo
autunnale può assumere una colorazione verdegiallastra con sfumature di colore rosso porpora.
I fiori, di un intenso colore giallo, presentano
una corolla tubuliforme o imbutiforme che si
apre nella porzione terminale raggiungendo un
diametro di circa 2 cm; sono disposti lungo tutto
il rametto che si è formato l’anno precedente,
riuniti in gruppi di 3-5. La fruttificazione è di
scarso interesse ornamentale.
Esigenze agronomiche
Pianta molto rustica, non teme il freddo; preferisce
posizioni soleggiate, o semi ombreggiate. Una
posizione scarsamente soleggiata può causare
fioriture scarse o addirittura assenti.
Si adatta senza problemi a qualsiasi terreno,
prediligendo comunque quelli soffici, ricchi di
humus e ben drenati.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
In bibliografia si riportano danni da oziorrinco,
tumore batterico, cancri rameali, maculature
fogliari e marciumi radicali.
32
Osservazioni sulla specie
La vigoria e la rusticità di questa pianta hanno
fatto sì che ben si adattasse alla coltivazione a
suolo nudo. L’impiego di teli pacciamanti, pur
favorendo lo sviluppo degli arbusti, non sembra
giustificato a causa dei maggiori costi di gestione.
L’assenza della pacciamatura ha favorito lo
sviluppo di un apparato radicale più esteso ad
entrambe le profondità di suolo saggiate, mentre
lo spessore delle radici non è stato influenzato
in modo sensibile dalla modalità di gestione del
suolo.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
300
2000
240
1600
180
1200
120
800
60
400
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
4
25
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
30
20
24
15
18
Polipropilene
Biotelo
12
Polipropilene
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
6
0
0
0-10 cm
10-25 cm
0-10 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
33
Genista lydia Boiss. (sinonimo: Genista spathulata Spach.)
Famiglia: Fabaceae
Nomi comuni: Ginestra
Origine
Penisola Balcanica e Medio oriente. Introdotta in
coltivazione nel 1926.
Caratteristiche botaniche
Arbusto di circa 50 cm di altezza. I fusti sono
prostrati, glabri e di colore grigio-verde.
Le foglie sono glabre, semplici, ellittico-oblunghe,
dotate di apice acuto e lunghe all’incirca un
centimetro.
Negli ultimi anni la specie ha ricevuto grande
attenzione per via dell’abbondante fioritura di
colore giallo brillante. I fiori, glabri e con corolla
papilionacea, sono portati su racemi eretti.
Fruttificazione di scarso valore ornamentale.
Esigenze agronomiche
Richiede suolo ben drenato ed una esposizione
in pieno sole. Ideale per il recupero di terreni
marginali.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
Non sono segnalate avversità rilevanti in
bibliografia.
Osservazioni sulla specie
La tipologia di gestione del suolo non sembra
aver influenzato in modo marcato lo sviluppo
di G. lydia; la copertura della parcella con
teli pacciamanti ha comunque permesso
un contenimento rilevante delle infestanti,
abbattendo così la manodopera e, di conseguenza,
i costi derivanti della scerbatura.
Le radici delle piante allevate a suolo nudo
hanno presentato un minor spessore rispetto a
quelle pacciamate, sia nella porzione di terreno
superficiale, sia in quella più profonda. L’utilizzo
del telo in polipropilene ha fortemente penalizzato
lo sviluppo in lunghezza dell’apparato radicale.
34
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
100
1000
80
800
60
Polipropilene
600
Biotelo
40
Suolo nudo
400
20
200
0
aprile-07
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
20
16
75
Polipropilene
50
2009
12
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
8
25
4
0
0
ottobre-07
ottobre-08
ottobre-09
Polipropilene
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
40
10
8
30
6
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
4
20
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
10
2
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
35
Hedera helix
Cultivar: ‘Goldheart’ (sinonimi: ‘Oro di Bogliasco’, ‘Goldherz’)
Famiglia: Araliaceae
Nomi comuni: Edera
Origine
Sconosciuta. Segnalata da alcuni testi come
cultivar di origine italiana.
Caratteristiche botaniche
Arbusto rampicante sempreverde. I giovani fusti
sono di colore rossastro per tendere a maturità al
giallo dorato.
Le foglie sono acute, di dimensioni variabili, di
forma pressapoco triangolare, dotate di margine
verde scuro e di una parte centrale di colore
variabile da giallo tenue a giallo-oro.
I fiori sono ermafroditi, costituiti da cinque petali
lanceolati-romboidali di colore verde e da sepali
triangolari; molto piccoli e di colore brunastro,
sono riuniti in ombrelle sferiche in posizione
terminale; possono essere rinvenuti sui giovani
rami da settembre ad ottobre.
I frutti sono costituiti da bacche globose di 4-7
mm, inizialmente verdi, successivamente brunorossastre ed infine nero-bluastre. Ciascuna bacca
contiene da 2 a 5 semi.
Esigenze agronomiche
La pianta predilige suoli piuttosto umidi, ben
drenati e ricchi di sostanza organica. Si adatta alle
più diverse condizioni di esposizione: da pieno
sole all’ombra. Le gelate invernali ed il vento
freddo possono provocare necrosi della lamina
fogliare. H. helix tollera terreni sia acidi sia
alcalini ed evidenzia inoltre un moderato grado
di tolleranza al sale.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
In bibliografia si riportano avversità dovute sia
ad insetti (afidi, cocciniglie e ragnetto rosso), sia
a patogeni fungini (maculature e necrosi fogliari,
mal bianco, marciumi radicali).
Osservazioni sulla specie
A prescindere dalla metodologia di gestione del
suolo è stata osservata una crescita particolarmente
36
stentata dell’arbusto e numerose fallanze già al
termine del primo anno di sperimentazione. Le
osservazioni sono durate sino al termine della
seconda stagione vegetativa, al termine della
quale si è deciso di escludere H. helix ‘Goldheart’
dalla sperimentazione.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
100
100
75
80
Polipropilene
60
50
Biotelo
Suolo nudo
40
25
20
0
aprile-07
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
ottobre-07
ottobre-08
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
20
16
2009
12
2008
2007
8
4
0
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
37
Hibiscus syriacus L.
Famiglia: Malvaceae
Nomi comuni: Ibisco
Origine
Cina ed India.
Caratteristiche botaniche
Arbusto a foglia caduca che può raggiungere i 3
metri di altezza. I giovani rami sono pubescenti,
mentre quelli di più anni risultano glabri. La
corteccia è di colore grigiastro e presenta delle
rugosità più scure.
Le foglie sono alternate, semplici, trilobate e
con margine dentellato. La lamina nella pagina
superiore è spesso di colore verde brillante,
più chiaro nella pagina inferiore. In autunno la
colorazione può virare ad un giallo pallido.
I fiori, di forma campanulata, sono ermafroditi
ed inseriti singolarmente nella parte medio-alta
dei rametti. Il colore dei petali varia dal bianco al
rosa-rossastro, al violetto o al bluastro di notevole
effetto ornamentale. La fruttificazione non
presenta interesse dal punto di vista decorativo.
Esigenze agronomiche
Cresce bene in quasi tutti i tipi di suolo ad
eccezione di quelli troppo secchi o troppo umidi.
Predilige una esposizione soleggiata, adattandosi
però alla mezz’ombra. Si adatta bene ai diversi
tipi di pH.
Avversità
Nel corso della sperimentazione sono state
osservate clorosi fogliari nel periodo primaverile
e diverse infestazioni di afidi sui giovani getti.
In bibliografia si riportano avversità dovute ad
afidi, cocciniglie e a patogeni fungini (tumore
batterico, necrosi fogliare e marciumi radicali).
Osservazioni sulla specie
H. syriacus ha sofferto in modo rilevante la
competizione delle infestanti nel suolo nudo,
evidenziando un ridotto sviluppo in biomassa
ed una scarsa capacità di coprire efficacemente
ed in tempi rapidi la parcella. L’impiego della
pacciamatura con telo in polipropilene si è
rivelata la metodologia in grado di garantire il
38
miglior rapporto tra costi e valore ornamentale.
L’estensione maggiore dell’apparato radicale,
nella porzione più superficiale del terreno, è stata
osservata nelle piante non pacciamate, mentre
ad una profondità maggiore nessuna differenza è
stata osservata per questo parametro tra il suolo
nudo ed il feltro biodegradabile. Le radici con
spessore minore sono state osservate negli arbusti
non pacciamati ed in quelli pacciamati con telo in
polipropilene fino ad una profondità di 10 cm; ad
una profondità maggiore le radici più sottili sono
risultate quelle delle piante non pacciamate.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
200
1200
160
900
Polipropilene
120
Biotelo
600
Suolo nudo
80
300
40
0
aprile-07
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
Biomassa parte aerea (g)
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
4
12
3
9
2009
Polipropilene
2
Biotelo
2008
6
2007
Suolo nudo
1
3
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
20
16
15
12
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
8
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
4
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
20
16
12
8
4
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
39
Hippophae rhamnoides L.
Famiglia: Elaegnaceae
Nome comune: olivello spinoso
Origine
Europa e zone temperate dell’Asia.
Caratteristiche botaniche
Pianta a portamento prevalentemente arbustivo
che può raggiungere i 5 metri di altezza;
occasionalmente assume la forma di un piccolo
alberello. Tende a formare succhioni e a dare
origine a fitte colonie. I rami sono brevi e con
poche ramificazioni, motivo per cui la chioma
assume un aspetto disordinato e rado. Tutti i rami
sono fortemente lignificati ed anche quelli più
sottili hanno scarsa elasticità. La corteccia è di
colore grigio-verdastro ed è ricoperta di lunghe
spine.
Le foglie sono lineari-lanceolate, semplici,
sessili, alternate e lunghe fino a 7 cm. La lamina
è solcata da una nervatura centrale ben marcata;
la pagina superiore è di colore grigio-verde scuro,
mentre quella inferiore è di colore argento-grigio.
H. rhamnoides è una pianta dioica, con
fiori verdastri di piccole dimensioni e poco
appariscenti. Il frutto è rappresentato da una
piccola pseudodrupa di colore arancione.
Esigenze agronomiche
L’arbusto predilige terreni sabbiosi e poco fertili
ed una esposizione in pieno sole. Tollera livelli
di salinità nel terreno e nell’aria elevati. L’effetto
ornamentale risulta completo se si associano
soggetti maschili e femminili in un rapporto 1:6
in modo da favorire la formazione dei frutti.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
Non sono segnalate avversità rilevanti in
bibliografia.
Osservazioni sulla specie
L’impiego del telo in polipropilene ha favorito lo
sviluppo delle piante (altezza e biomassa) ed una
più rapida copertura della parcella rispetto alle
altre metodologie di gestione del suolo saggiate.
40
Il costo di gestione derivante dall’impiego del
telo in polipropilene è risultato del tutto simile
a quello riscontrato in assenza di pacciamatura,
ma decisamente vantaggioso, visto l’effetto
positivo sullo sviluppo delle piante e la riduzione
di manodopera necessaria alla rimozione della
malerbe.
La radici con spessore inferiore, sia nello strato
più superficiale di terreno sia in quello più
profondo, sono state riscontrate nelle piante non
pacciamate. L’apparato radicale meno esteso è
stato invece rilevato negli arbusti pacciamati con
telo in polipropilene.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
300
2000
240
1600
180
1200
120
800
60
400
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
20
16
75
Polipropilene
50
2009
12
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
8
25
4
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
10
8
15
6
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
4
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
2
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
41
Hypericum ‘Hidcote’ (sinonimo: Hypericum patulum Thumb.)
Famiglia: Clusiaceae
Nomi comuni: Iperico
Origine
L’origine è incerta e varie sono le ipotesi: da
una pianta spontanea dello Yunnan (Cina) ad un
ibrido orticolo (H. x cyathiflorum ‘Gold cup’ e H.
calycinum o H. forrestii e H. calycinum).
Caratteristiche botaniche
Arbusto semi-sempreverde che può raggiungere
il metro e mezzo di altezza e di spessore. I fusti
sono cilindrici, di colore marrone o grigiobrunastri in funzione del periodo, o ramificati e
semiricadenti.
Le foglie sono ovali-oblunghe o lanceolate,
lunghe fino a 5 centimetri, più ampie alla base.
La lamina è di colore verde scuro sulla pagina
superiore, verde-bluastro su quella inferiore.
I fiori di colore giallo intenso, ermafroditi,
larghi fino a 7 centimetri, sono riuniti in vistose
e decorative infiorescenze apicali. La fioritura
avviene in modo continuativo da giugno fino ad
ottobre. I frutti, di scarso valore ornamentale, si
sviluppano raramente.
Esigenze agronomiche
Predilige l’esposizione in pieno sole, ma si adatta
anche a condizioni di parziale ombreggiamento
che però penalizzano l’intensità della fioritura.
Non presenta particolari esigenze pedologiche
pur prediligendo terreni umidi, ben drenati e
ricchi di sostanza organica. Prolungate ed intense
gelate autunnali possono danneggiare i cespugli
maggiormente esposti.
Avversità
Nel corso della sperimentazione sono state
osservate colonie di afidi sui giovani getti.
In bibliografia si riportano avversità dovute sia ad
artropodi (afidi e ragnetto rosso), sia a patologie
fungine (ruggine e oidio).
Osservazioni sulla specie
La cultivar si è contraddistinta per una elevata
vigoria e rusticità, garantendo la formazione di
un fitto ed ordinato cuscinetto di vegetazione
42
a prescindere dalla tipologia di gestione del
suolo. L’assenza di pacciamatura si è rivelata
la metodologia di gestione del suolo più conveniente.
Le piante a suolo nudo hanno presentato la
maggiore estensione dell’apparato radicale in
entrambe le profondità di terreno considerate ed
il minor spessore delle radici nei primi 10 cm.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
200
2000
160
1600
120
1200
80
800
40
400
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
25
2007
4
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
40
30
24
30
18
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
12
20
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
10
6
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
43
Kerria japonica DC.
Cultivar: Picta (sinonimo: Variegata)
Famiglia: Rosaceae
Origine
La specie è originaria della Cina e di alcune
zone montane delle principali isole giapponesi.
Sconosciuta l’origine della varietà.
Caratteristiche botaniche
Pianta a portamento cespuglioso che può
raggiungere i 2-3 metri di altezza; è molto
pollonifera e di crescita più lenta rispetto alla
specie. I fusti sono verdi lucenti, fragili, glabri,
ben visibili e decorativi durante il periodo invernale.
Le foglie sono caduche, alternate, semplici, ovatolanceolate e con doppia dentellatura. La lamina
fogliare è di colore grigio-verde con margine
bianco, glabra la pagina superiore, leggermente
pubescente in prossimità delle nervature quella
inferiore. Occasionalmente la pianta produce
getti vigorosi con foglie totalmente verdi.
I fiori sono semplici ed ermafroditi, di colore
giallo, inseriti singolarmente sulla vegetazione
dell’anno precedente. Il frutto è un achenio non
molto vistoso.
Esigenze agronomiche
Necessita di ombreggio se coltivata in climi
particolarmente caldi. L’esposizione in pieno
sole penalizza fortemente la qualità e l’intensità
della fioritura. Richiede terreni ben drenati e
di moderata fertilità. Se il livello di fertilità del
suolo è troppo elevato la pianta può presentare
uno sviluppo vegetativo abnorme a scapito della
bella fioritura.
Avversità
Nel corso della sperimentazione si sono osservate
colonie di afidi sui giovani getti.
In bibliografia si riportano problematiche dovute
a marciumi radicali, necrosi fogliari e cancro.
Osservazioni sulla specie
L’impiego del telo pacciamante in polipropilene
ha favorito lo sviluppo dell’arbusto in altezza
e biomassa rispetto alle altre metodologie di
44
gestione del suolo saggiate; la copertura ottenuta
con questa metodologia è stata pressoché totale
sin dal termine della prima stagione vegetativa.
Il costo derivante dall’impiego del telo in
polipropilene è risultato leggermente superiore
a quello del suolo nudo, ma decisamente
consigliabile visti gli effetti benefici sulla crescita
dell’arbusto.
Nei primi 10 cm di terreno le radici più fini sono
state riscontrate nelle piante non pacciamate,
mentre ad una profondità maggiore sono state
rilevate nelle piante pacciamate col feltro
biodegradabile. Gli arbusti di K. japonica
pacciamati col telo in polipropilene hanno
evidenziato l’apparato radicale meno esteso.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
150
1000
120
800
90
Polipropilene
600
Biotelo
60
400
30
200
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
20
16
75
Polipropilene
50
2009
12
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
8
25
4
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
20
16
15
12
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
8
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
4
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
45
Lonicera nitida Wils.
Famiglia: Caprifoliaceae
Origine
Specie originaria di alcune zone dello Szechwan
e dello Yunnan (Cina occidentale).
Caratteristiche botaniche
Arbusto sempreverde dal portamento cespuglioso,
con ramificazioni molto disordinate ma dense
e compatte; nel suo ambiente naturale può
raggiungere i 2 metri di altezza. I fusti sono di
colore grigio; fanno eccezione quelli più giovani
di colore porpora e leggermente pubescenti.
Le foglie sono piccole (fino a 12 millimetri), ovali
ed opposte. La lamina è di colore verde scuro,
lucida e cerosa sulla pagina superiore, di colore
verde chiaro su quella inferiore.
I piccoli fiori tubulari, di colore giallo o bianco
cremisi, non hanno un particolare pregio
ornamentale. I frutti sono bacche lucide di colore
nero-viola.
Esigenze agronomiche
Arbusto rustico che resiste bene ai freddi invernali
e alle estati calde. Si sviluppa in qualsiasi tipo di
terreno, anche se preferisce suoli ricchi, sciolti
e ben drenati; mal si adatta a condizioni di forte
umidità. E’ preferibile porre a dimora l’arbusto in
pieno sole o a mezz’ombra.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono stati
osservati particolari problemi fito-sanitari.
In bibliografia si riportano problematiche dovute
a marciumi radicali, maculature fogliari e
oziorrinco.
Osservazioni sulla specie
Nel primo anno dopo la piantagione la copertura
del terreno è risultata scarsa indipendentemente
dalla presenza dei teli. In seguito le piante non
pacciamate hanno evidenziato uno sviluppo
inferiore rispetto a quelle pacciamate. I costi
di gestione derivanti dall’impiego del telo in
polipropilene, seppur leggermente superiori
rispetto al suolo nudo, sembrano essere giustificati
46
dal maggiore sviluppo dell’arbusto e quindi dalla
migliore qualità ottenuta.
Le piante non pacciamate hanno evidenziato,
in entrambe le profondità di terreno saggiate,
radici più fini. Poche differenze sono state invece
osservate tra le metodologie di gestione del
suolo saggiate per quanto riguarda l’estensione
dell’apparato radicale.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
200
2000
160
1600
120
1200
80
800
40
400
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
20
75
16
Polipropilene
50
2009
12
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
8
25
4
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
20
16
15
12
Polipropilene
Biotelo
8
Polipropilene
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
4
0
0
0-10 cm
10-25 cm
0-10 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
47
Lonicera pileata Oliv.
Famiglia: Caprifoliaceae
Origine
Specie originaria di alcune zone dello Szechwan
e di Hupeh (Cina occidentale).
Caratteristiche botaniche
Arbusto molto simile a L. nitida ma con
ramificazioni orizzontali; raggiunge a volte 1,5
metri di altezza. Le foglie sono opposte, semplici,
ovate o oblungo-lanceolate. La lamina è di colore
verde scuro sulla pagina superiore, di colore verde
più chiaro su quella inferiore. Arbusto molto
grazioso in primavera, quando appaiono le foglie
nuove di un verde brillante che contrasta con il
verde scuro di quelle più vecchie. I fiori, similari
a quelli descritti per L. nitida, variano dal giallo
molto chiaro al bianco. I frutti sono globosi, di
una colorazione che varia dal porpora al viola.
Esigenze agronomiche
Vedi L. nitida.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
In bibliografia vengono riportate patologie
similari a quelle che affliggono L. nitida.
Osservazioni sulla specie
La specie si è contraddistinta per la scarsa capacità di
coprire la parcella a prescindere dalla metodologia
di gestione del suolo impiegata (valore prossimo al
25% anche dopo tre stagioni vegetative). L’assenza
di pacciamatura ha comunque fortemente
penalizzato lo sviluppo in altezza e biomassa
della specie in questione. Se si dovesse optare
per l’impiego di L. nitida in aree in pendenza è
consigliabile l’impiego del telo in polipropilene,
visto il miglior rapporto costi-benefici.
Il minor spessore delle radici nei primi 10
centimetri di terreno è stato osservato nelle
piante non pacciamate, mentre piccole differenze
sono state osservate ad una profondità maggiore.
L’estensione dell’apparato radicale per volume di
terreno è risultata simile tra le diverse tesi.
48
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
100
1000
80
800
60
600
40
400
20
200
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
20
16
75
Polipropilene
50
2009
12
2008
Biotelo
Suolo nudo
25
2007
8
4
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
50
16
40
12
Biotelo
Polipropilene
30
Polipropilene
Biotelo
8
Suolo nudo
4
Biotelo
20
Suolo nudo
10
0
0
0-10 cm
10-25 cm
0-10 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
49
Philadelphus x virginalis Rehd.
Cultivar: ‘Minnesota Snowflake’
Famiglia: Saxifragaceae
Origine
Origine incerta, forse ottenuto da P. lemoinei x P.
nivalis ‘Plenus’.
Caratteristiche botaniche
Pianta caducifolia che può raggiungere i 2 metri
di altezza. I fusti sono arcuati, quelli più giovani
glabri e di colore rossastro, grigi quelli più vecchi.
Le foglie sono ovato-lanceolate, semplici,
tondeggianti alla base e leggermente dentellate.
Lamina di colore verde scuro sulla pagina
superiore, più chiara su quella inferiore.
La cultivar presenta fiori doppi, di colore bianco,
particolarmente profumati.
Esigenze agronomiche
Pianta che predilige esposizioni soleggiate o
parzialmente ombreggiate. Si adatta bene a
diversi tipi di suolo, purché ben drenati, e ad un
ampio range di pH.
Avversità
Nel corso della sperimentazione sono state
osservate numerose colonie di afidi sui nuovi
getti. In bibliografia, oltre a danni imputabili a
questi rincoti, si riportano alterazioni fungine
quali oidio e necrosi fogliari.
Osservazioni sulla specie
L’assenza di pacciamatura ha permesso di
contenere i costi di gestione senza penalizzare
in modo significativo lo sviluppo in altezza e
biomassa dell’arbusto.
Nei primi 10 centimetri di suolo le piante allevate
in assenza di pacciamatura hanno presentato
l’apparato radicale più esteso; piccole differenze
tra le tesi sono state invece riscontrate ad una
profondità maggiore. Nello strato di suolo più
superficiale le radici di diametro inferiore sono
state riscontrate nelle piante non pacciamate ed in
quelle pacciamate col telo in polipropilene, mentre
ad una profondità maggiore solo il suolo nudo ha
evidenziato gli spessori radicali più contenuti.
50
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
200
1000
160
800
120
Polipropilene
600
Biotelo
80
400
40
200
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
75
8
Polipropilene
50
2009
6
Biotelo
Suolo nudo
2008
2007
4
25
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
ottobre-09
Polipropilene
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
40
30
24
30
18
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
12
20
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
10
6
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
51
Physocarpus opulifolius (L.) Maxim.
Cultivar: ‘Diabolo’
Famiglia: Rosaceae
Origine
Specie originaria dell’America settentrionale.
Cultivar selezionata in Germania nel 1968 presso
i vivai Kordes, nelle vicinanze di Amburgo.
Caratteristiche botaniche
Pianta caducifolia che può raggiungere i 3 metri
di altezza; presenta una chioma densa e compatta.
I giovani fusti hanno una colorazione rossomarrone lucido e sono glabri, mentre i rami di 2
o più anni sono marroni e con corteccia che tende
a sfaldarsi.
Le foglie sono semplici, alterne, con lamina ovata
dotata di 5 lobi. I margini fogliari presentano una
doppia dentellatura. Il colore delle foglie è rosso
intenso tendente al porpora.
I fiori sono ermafroditi, piccoli e a forma di coppa
aperta; sono di colore bianco con sfumature rosate.
I singoli fiori si riuniscono in vistose infiorescenze
a mazzetto o a corimbo che possono raggiungere
la larghezza di 7 cm. I frutti, vescicolati e lobati,
di colore rosso, sono riuniti a formare mazzetti.
Esigenze agronomiche
L’arbusto predilige esposizioni in pieno sole o solo
parzialmente ombreggiate e la messa a dimora in
un terreno fertile, tendenzialmente acido e ben
drenato. Non tollera i terreni basici e calcarei, ma
nel complesso è una specie abbastanza rustica ed
adattabile.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
Non sono segnalate avversità rilevanti in
bibliografia; si evidenzia però che in terreni basici
e calcarei reagisce con vistose clorosi fogliari e
deperimenti vegetativi.
Osservazioni sulla specie
La messa a dimora di P. opulifolius ‘Diabolo’ su
suolo nudo ha limitato i costi di gestione e non ha
penalizzato lo sviluppo degli arbusti, rivelandosi
pertanto la metodologia di gestione del suolo più
52
appropriata per questa cultivar.
Le piante allevate in assenza di pacciamatura
hanno evidenziato, per entrambe le profondità
di terreno indagate, le radici di minor spessore e
l’apparato radicale maggiormente esteso.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
300
2000
240
1600
180
1200
Polipropilene
Biotelo
120
800
60
400
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
Biomassa parte aerea (g)
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
4
25
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
30
20
24
15
18
Polipropilene
Biotelo
12
Polipropilene
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
6
0
0
0-10 cm
10-25 cm
0-10 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
53
Potentilla fruticosa L.
Cultivar: ‘Goldfinger’
Famiglia: Rosaceae
Origine
La specie ha un areale di origine molto ampio che
abbraccia l’intero emisfero settentrionale. Varietà
sviluppata da H. Knol, Gorssel, Olanda.
Caratteristiche botaniche
Varietà a foglia caduca che non supera il metro
di altezza. Il fusto è tendenzialmente eretto, di
colore marrone brillante ed esile; la corteccia col
passare degli anni tende a esfoliarsi.
Le foglie sono composte, imparipennate, sessili,
lunghe fino a 5 cm e formate da 3 a 7 piccole
foglioline oblunghe o ellittico-lineari. La lamina
assume diverse colorazioni nel corso della
stagione: grigio-verde in primavera, verde scuro
brillante in estate e giallo-marrone in autunno.
I fiori di questa varietà sono ermafroditi, di
colore giallo intenso, di circa 4 cm di diametro
e persistono a lungo sulla pianta. Il frutto è un
achenio a forma di calice che persiste per buona
parte del periodo invernale.
Esigenze agronomiche
Pianta molto rustica che ben si adatta a qualsiasi
tipo di terreno. Tollera l’ombra, ma raggiunge
il massimo dello splendore se coltivata in pieno
sole.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
In bibliografia si riportano rare infestazioni di
afidi sui giovani getti e sensibilità ad oidio e
maculature fogliari.
Osservazioni sulla specie
Lo sviluppo dell’arbusto al termine della
sperimentazione è stato simile nelle diverse
metodologie di gestione del suolo; solo
la biomassa aerea è risultata leggermente
penalizzata in assenza di pacciamatura. Il suolo
nudo ha garantito il miglior rapporto tra costo di
gestione e qualità delle piante prodotte.
Nei primi 10 cm di terreno le radici più sottili
54
sono state riscontrate nelle piante a suolo nudo
ed in quelle pacciamate col feltro biodegradabile,
mentre ad una profondità maggiore nelle piante
a suolo nudo ed in quelle pacciamate col telo in
polipropilene. L’estensione dell’apparato radicale
è risultata fortemente contenuta in presenza del
telo in polipropilene.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
100
1000
80
800
60
600
40
400
20
200
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
20
16
75
Polipropilene
50
2009
12
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
8
25
4
0
0
ottobre-07
ottobre-08
ottobre-09
Polipropilene
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
10
8
15
6
Polipropilene
Polipropilene
Biotelo
4
10
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
5
2
0
0
0-10 cm
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
55
Salix purpurea L.
Cultivar: ‘Nana’ (sinonimo: ‘Gracilis’)
Famiglia: Salicaceae
Origine
Specie originaria di Europa, Nord Africa, Asia
centrale e Giappone. Origine della cultivar non
riportata in bibliografia.
Caratteristiche botaniche
Arbusto di taglia molto ridotta rispetto alla specie,
raggiunge il metro e mezzo di altezza. I fusti sono
sottili, glabri, di colore rossastro quando giovani,
successivamente di colore grigio o grigio-oliva.
Le foglie sono caduche, alterne od occasionalmente
opposte, semplici, oblungo-lanceolate, finemente
dentellate in direzione dell’apice ed acute o
acuminate. La pagina superiore della lamina è di
colore verde intenso, quella inferiore è più chiara,
glabra o leggermente pubescente.
Cultivar con fioritura molto limitata e poco
appariscente.
Esigenze agronomiche
Pianta rustica, predilige terreni ricchi di calcare
e di sali, si adatta a diversi tipi di pH e ama
esposizioni in pieno sole. Pianta ideale per
colonizzare aree marginali.
Avversità
Nel corso della sperimentazione sono state
osservate colonie più o meno fitte di coleotteri
crisomelidi, la cui attività trofica si è comunque
rilevata di scarsa importanza.
Osservazioni sulla specie
Lo sviluppo dell’arbusto è stato similare nelle
diverse tesi, anche se leggermente inferiore nelle
parcelle non pacciamate. La rapida copertura del
suolo da parte di S. purpurea ‘Nana’ ha ridotto
in modo significativo il tempo necessario alla
rimozione delle infestanti, rendendo perciò il
suolo nudo l’opzione più economica di gestione
del suolo.
Le piante non pacciamate hanno presentato un
diametro delle radici inferiore ed una estensione
dell’apparato radicale maggiore rispetto alle piante
pacciamate ad entrambe le profondità.
56
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
200
2000
160
1600
120
1200
80
800
40
400
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
25
2007
4
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
10
40
8
30
6
Polipropilene
Biotelo
4
Polipropilene
20
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
10
2
0
0
0-10 cm
10-25 cm
0-10 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
57
Spartium junceum L.
Famiglia: Fabaceae
Nome comune: Ginestra di Spagna
Origine
Regione mediterranea, Europa sud-occidentale.
Caratteristiche botaniche
Arbusto a crescita vigorosa, dal portamento
lasso, che può raggiungere i 3 metri di altezza.
I fusti sono molto robusti, elastici ed hanno un
portamento disordinato. La corteccia, irregolare,
ha un colore verde lucente nelle parti giovani ed
imbrunisce verso la parte basale.
Foglie piccole ed insignificanti.
I fiori sono papilionacei, ermafroditi, relativamente grandi, gialli, fragranti, lunghi 2,5 cm,
che nascono in lassi racemi terminali durante
tutta l’estate. Il frutto è un legume di colore scuro,
quasi nerastro a maturazione.
Esigenze agronomiche
L’arbusto è diffuso allo stato naturale su
terreni difficili, secchi, sabbiosi o rocciosi, con
esposizione soleggiata. Presenta una notevole
capacità di adattamento edafico: riesce infatti
a colonizzare terreni ricchi di calcare anche se
cresce in modo più copioso su terreni silicei.
Avversità
Nel corso della sperimentazione sono state
individuate fitte colonie di afidi sui giovani getti.
In bibliografia si riporta inoltre una sensibilità di
questa specie a cancri fungini rameali, ruggini
fogliari e mal bianco, nonché possibili infestazioni
di cocciniglie.
Le abbondanti nevicate che si sono avute nel
corso dell’inverno 2008-09 hanno comportato
l’apertura della chioma ed uno schiacciamento
che in alcuni casi ha provocato la rottura del fusto
nella zona del colletto.
Osservazioni sulla specie
Lo sviluppo della specie non sembra aver risentito
in maniera particolare della tipologia di gestione
del suolo. La rapida copertura della parcella da
parte di questo arbusto ha permesso di ridurre in
modo significativo la monodopera necessaria alla
58
rimozione delle infestanti, fino ad azzerarla nel
corso della terza stagione vegetativa.
Ad entrambe le profondità di terreno indagate
non sono state riscontrate particolari differenze
nel diametro delle radici tra le tesi studiate. Nella
fascia di suolo più profonda (10-25 cm) le radici
delle piante pacciamate col feltro biodegradabile
sono risultate meno estese rispetto a quelle delle
altre tesi.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
300
4000
240
3000
Polipropilene
180
Biotelo
2000
Suolo nudo
120
1000
60
0
aprile-07
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
4
25
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
Polipropilene
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
10
10
8
8
6
Biotelo
Polipropilene
6
Polipropilene
Biotelo
4
Suolo nudo
2
Biotelo
4
Suolo nudo
2
0
0
0-10 cm
10-25 cm
0-10 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
59
Spiraea japonica L. (sinonimo: Spiraea x bumalda Burvénich)
Cultivar: Anthony Waterer
Famiglia: Rosaceae
Origine
Specie originaria del Giappone. Cultivar di
origine orticola.
Caratteristiche botaniche
Arbusto con portamento cespuglioso che può
superare il metro di altezza. Presenta fusti basali,
molto ramificati, eretti, con tendenza ad assumere
andamenti verso il basso nelle parti apicali. Il
colore dei fusti è marrone scuro con costolature
irregolari in quelli più vecchi.
Le foglie sono caduche, di tipo semplice,
alternate, ovate-lanceolate, con apice appuntito.
Lamina con margine doppiamente dentellato, di
colore rosso porpora da giovani, verde scuro alla
maturità; in questa varietà le foglie tendono a
mostrare delle screziature color crema/giallo.
I fiori sono ermafroditi, di color cremisi vivo,
riuniti in larghe infiorescenze a corimbo terminali.
I frutti sono costituiti da piccole capsule o
follicoli, di color marrone; non sono ornamentali.
Esigenze agronomiche
Tollera diversi tipi di suolo, eccetto quelli troppo
bagnati. Preferisce l’esposizione in pieno sole.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
In bibliografia si riportano malattie fungine quali
mal bianco, tumore batterico, marciumi radicali
ed infestazioni di afidi, Metcalfa pruinosa,
aleirodidi e ragnetto rosso.
Osservazioni sulla specie
Lo sviluppo della specie non sembra aver
risentito in maniera particolare della tipologia
di gestione del suolo; solo la biomassa aerea è
stata leggermente penalizzata dalla coltivazione
in assenza di pacciamatura.
Nelle piante non pacciamate il diametro delle radici
è risultato inferiore ad entrambe le profondità
di suolo saggiate, mentre maggiore è risultata
l’estensione dell’apparato radicale.
60
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
200
1000
160
800
120
600
80
400
40
200
Polipropilene
Biotelo
0
aprile-07
Suolo nudo
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
100
10
8
75
Polipropilene
50
2009
6
2008
Biotelo
Suolo nudo
2007
4
25
2
0
0
ottobre-07
ottobre-08
ottobre-09
Polipropilene
Percentuale di copertura della parcella
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
20
40
16
30
12
Polipropilene
Biotelo
8
Polipropilene
20
Biotelo
Suolo nudo
Suolo nudo
10
4
0
0
0-10 cm
10-25 cm
0-10 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
30
24
18
12
6
0
Polipropilene
Costo materiale vegetale
Biotelo
Costo gestione suolo
Suolo nudo
Costo scerbatura manuale
Costo di gestione in funzione della tipologia di gestione del
suolo (euro/m2)
61
Viburnum farreri Stearn (sinonimo: Viburnum fragans Bunge)
Famiglia: Caprifoliaceae
Origine
Cina settentrionale.
Caratteristiche botaniche
Arbusto dal portamento inizialmente rigido ed
eretto, in seguito ampio e tondeggiante, che può
raggiungere i 3 metri di altezza.
Foglie ovali o obovate, fortemente dentate e
con vistose nervature parallele, bronzate quando
ancora giovani, verde scuro in estate e, infine, rosso
porpora in inverno. La lamina è moderatamente
pubescente sulla pagina superiore, pubescente in
prossimità delle venature su quella inferiore.
I fiori appaiono presto e rendono questa specie
una delle prime a fiorire; sono raccolti in
grappoli terminali e laterali, rosa in boccio,
bianchi quando schiusi, dolcemente profumati;
nelle zone più calde l’arbusto può già fiorire in
autunno e proseguire fino alla primavera. I frutti,
inizialmente di colore rosso, virano al nero a
maturazione, decorativi.
Esigenze agronomiche
Arbusto rustico che predilige posizioni soleggiate
o a mezz’ombra con terreni calcarei ricchi di
sostanza organica e ben drenati.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
In bibliografia si riportano malattie fungine quali
tumore batterico, maculature fogliari, ruggini
fogliari, tracheomicosi e marciumi radicali
ed infestazioni di afidi, cocciniglie, tripidi e
coleotteri e lepidotteri defogliatori.
Osservazioni sulla specie
L’arbusto ha sofferto in modo rilevante la messa a
dimora in piena terra evidenziando, in particolar
modo in assenza di pacciamatura, una crescita
particolarmente stentata e numerose fallanze.
Le osservazioni sull’arbusto sono durate sino
al termine della seconda stagione vegetativa, al
62
termine della quale si è deciso di escludere V.
farreri dalla sperimentazione.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
100
200
75
160
Polipropilene
120
50
Biotelo
Suolo nudo
80
25
40
0
aprile-07
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
ottobre-07
ottobre-08
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
20
16
2009
12
2008
2007
8
4
0
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
63
Viburnum plicatum Thunb.
Cultivar: ‘Shasta’
Famiglia: Caprifoliaceae
Origine
Cina e Giappone. Cultivar di origine orticola.
Caratteristiche botaniche
Arbusto a foglia caduca che può raggiungere
i 2 metri di altezza. I fusti tendono a disporsi
orizzontalmente, di colore verde e tomentosi quando giovani, grigio-marroni, glabri e con evidenti lenticelle arancioni a maturità.
Le foglie sono picciolate, semplici, ovate,
acute o acuminate all’apice, con margini
dentellati e nervature evidenti. La lamina è
sulla pagina superiore verde scuro e glabra,
più chiara e pubescente su quella inferiore.
I fiori, piccoli, bianchi e inodori, sono organizzati
in infiorescenze ombrelliformi terminali che
si inseriscono all’apice dei rami dell’anno
precedente.
Il frutto è una piccola drupa ovoidale, rossa a
maturità.
Esigenze agronomiche
Varietà non particolarmente esigente sulla natura
del suolo, anche se non ama terreni argillosi,
pesanti e ristagnanti; predilige ambienti freschi
con estate umida e, preferibilmente, posizioni di
mezz’ombra.
Avversità
Nel corso della sperimentazione non sono state
osservate particolari problematiche fito-sanitarie.
Per le malattie riportate in bibliografia vedi V.
farreri.
Osservazioni sulla specie
Pianta che, superato lo stress derivante dal
trapianto in piena terra, ha vegetato in modo
discreto se pacciamata. L’assenza di pacciamatura
ha comportato la pressoché totale morìa delle
piante messe a dimora già nel primo anno di
sperimentazione, e la crescita particolarmente
stentata di quelle sopravvissute.
Le osservazioni sull’arbusto sono durate sino
al termine della seconda stagione vegetativa, al
64
termine della quale si è deciso di escludere V.
plicatum ‘Shasta’ dalla sperimentazione.
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
100
200
75
160
Polipropilene
120
50
Biotelo
Suolo nudo
80
25
40
0
aprile-07
0
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
Sviluppo in altezza (cm)
ottobre-07
ottobre-08
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
20
16
2009
12
2008
2007
8
4
0
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
65
Effetto delle diverse metodologie di gestione del suolo
sullo sviluppo delle piante in prova
L’impiego della pacciamatura ha positivamente
influenzato lo sviluppo in altezza e biomassa
degli arbusti in prova, favorendo inoltre una
più rapida copertura del suolo. La presenza di
malerbe è stata ridotta di circa due terzi nelle
parcelle pacciamate rispetto al suolo nudo,
66
limitando in modo significativo la manodopera
necessaria alla scerbatura manuale. Le radici delle
piante allevate in assenza di copertura del suolo
hanno mediamente presentato una maggiore
densità radicale ed un elevato indice di lunghezza
specifica (maggiore finezza delle radici).
20
16
Polipropilene
12
Biotelo
8
Suolo nudo
4
0
foto
da inserire
0-10 cm
10-25 cm
Densità radicale a due diverse profondità di suolo
(m radici/litro di suolo)
1200
900
Polipropilene
Biotelo
600
Suolo nudo
300
0
Biomassa parte aerea (g)
Sviluppo biomassa della parte aerea al termine della sperimentazione (g)
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
200
10
160
8
120
2009
6
2008
80
4
40
2007
2
0
aprile-07
ottobre-07
aprile-08
ottobre-08
aprile-09
ottobre-09
0
Polipropilene
Biotelo
Suolo nudo
Tempo necessario alla rimozione delle infestanti
(minuti/m2)
Sviluppo in altezza (cm)
100
20
16
75
Polipropilene
50
Biotelo
Suolo nudo
25
Polipropilene
12
Biotelo
8
Suolo nudo
4
0
0
ottobre-07
ottobre-08
ottobre-09
Percentuale di copertura della parcella
0-10 cm
10-25 cm
Lunghezza specifica delle radici a due diverse profondità di
suolo (m radici/g sostanza secca)
67
68
Philadelphus x virginalis ‘M. S.’
Physocarpus opulifolius ‘Diabolo’
Potentilla fruticosa ‘Goldfinger’
Salix purpurea ‘Nana’
Spartium junceum
Spiraea japonica ‘A. Waterer’
Viburnum farreri
Viburnum plicatum ‘Shasta’
Abelia x grandiflora
Caryopteris x clandonensis ‘H. B.’
Cornus sericea ‘Kelseyi’
Coronilla emerus
Corylopsis x pauciflora
Deutzia gracilis
D. x hybrida ‘Strawberry Fields’
D. crenata ‘Pride of Rochester’
Forsythia x intermedia ‘Lynwood’
Genista lydia
Hedera helix ‘Goldheart’
Hibiscus syriacus
Hippophae rhamnoides
Hypericum ‘Hidcote’
Kerria japonica ‘Picta’
Lonicera nitida
Lonicera pileata
Suolo nudo
Suolo nudo
Telo in polipropilene
Telo in polipropilene
Telo in polipropilene
Telo in polipropilene
Suolo nudo
Suolo nudo
Suolo nudo
Suolo nudo
Telo in polipropilene
Telo in polipropilene
Suolo nudo
Telo in polipropilene
Telo in polipropilene
Telo in polipropilene
Suolo nudo
Suolo nudo
Suolo nudo
Suolo nudo
Suolo nudo
Suolo nudo
-
basso
basso
basso
basso
basso
basso
-
basso
medio
basso
medio
medio
alto
basso
basso
basso
alto
basso
medio
basso
medio
medio
medio
Metodologia di gestione del
Costo di gestione
suolo più adatta
-
-
-
-
Densità apparato radicale (m/l)
0-10 cm
10-25 cm
-
-
-
-
Lunghezza specifica radici (m/g)
0-10 cm
10-25 cm
SINTESI DELLE CARATTERISTICHE UTILI PER L’IMPIEGO DELLE SPECIE SAGGIATE
IN TERRENI IN PENDENZA
69
: minore di 9 m/g
: minore di 6 m/l
: maggiore di 8 m/g
: compreso tra 4 e 8 m/g
: minore di 4 m/g
: maggiore di 6 m/l
: compreso tra 3 e 6 m/l
: minore di 3 m/l
porzione di suolo profonda (10-25 cm)
: compreso tra 9 e 18 m/g
: compreso tra 6 e 12 m/l
porzione di suolo profonda (10-25 cm)
: maggiore di 18 m/g
porzione di suolo superficiale (0-10 cm)
porzione di suolo superficiale (0-10 cm)
: maggiore di 12 m/l
Lunghezza specifica delle radici:
Densità dell’apparato radicale:
basso: minore di 17 euro/m2
medio: compreso tra 17 e 22 euro/m2
alto: maggiore di 22 euro/m2
Costo di gestione:
Legenda:
70
CARATTERISTICHE FENOLOGICHE RISCONTRATE NELLE SPECIE IN PROVA
BIBLIOGRAFIA
Assone S., Borsotto P., Fiora E., Facciuoli Cerea, S. 2000. Sperimentazione relativa alle principali
specie tappezzanti in vista di un possibile impiego nel verde urbano. Atti “Il verde urbano, storico e
contemporaneo: problematiche legate alla gestione”. Brusson (AO), 17 Aprile, p. 99-114.
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productivity in a Mediterranean environment. European Journal of Agronomy 30(3): 220-227.
Cazzuffi D., Tironi F., 2003. Contribution of roots to slope stability: an overview of typical results
for different plants. Proceeding of International Conference “Fast slope movements: prediction and
prevention for risk mitigation”. Napoli, 11-13 Maggio, p.101-105.
Chalker-Scott L. 2007. Impact of mulches on landscape plants and the environment – a review. Journal
of Environmental Horticulture 25(4): 239-249.
Chaulya S.K, 2005. Air quality status of an open pit mining area in India. Environmental Monitoring
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Ciammaichella I., Ferrario P., Pessina D., Toccolini A. 2005. Riduzione del rumore da traffico veicolare
con barriere vegetali. Rivista di Ingegneria Agraria 36(1): 25-33.
Curcuruto S., De Leo A., De Taddeo D., Giuliani F., Guccione M., 1997. Le barriere verdi. Per la
riduzione dell’inquinamento acustico nel rispetto dell’ambiente. ANPA, Roma.
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protecting natural and engineered slopes against landslides. Plant Soil 324: 1–30.
Tennant D. 1975. A test of a modified line intersect method of estimating root length. Journal of Ecology
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rinverdimento delle scarpate. Il Floricultore 46 (11): 22-29.
Amoroso G., Frangi P., Piatti R., Fini A., Ferrini F. 2009. Evaluation of shrubs to slope consolidation in
urban landscape. Book of abstracts 2nd International Conference on Landscape and Urban Horticulture,
Bologna, 9-13 June 2009, p. 60 (lavoro in corso di pubblicazione su Acta Horticulturae).
Amoroso G., Frangi P., Piatti R., Faoro M., Fini A., Ferrini F. 2010. Declivi in fiore. Acer.
71
Maggio 2010
Impaginazione e stampa a cura de L’Arte Grafica - Cantù (Como)
Tel. 031.735332
72
Università
degli Studi
di Firenze
www.regione.lombardia.it
Specie arbustive ornamentali per il rinverdimento delle scarpate
Specie arbustive ornamentali
per il rinverdimento delle scarpate
Il sito della ricerca in agricoltura
www.agricoltura.regione.lombardia.it
Quaderni della ricerca
n. 112 - maggio 2010
LOMBARDIA. COSTRUIAMOLA INSIEME.
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