Le Strutture del Sistema Tonale LA SCALA La scala maggiore (detta anche scala di modo Ionico) è una scala che deriva dal canto liturgico Gregoriano. È composta da: 2 toni 1 semitono diatonico 3 toni 1 semitono diatonico Esistono due tipi di semitoni: i semitoni diatonici e i semitoni cromatici: se le due note che compongono il semitono hanno lo stesso nome, il semitono è cromatico, se hanno nomi diversi, il semitono è diatonico. Mi-Fa Fa-Fa# :: :: SD SC Il più piccolo dei semitoni è quello cromatico. La scala come la conosciamo noi, non è tuttavia sempre stata così: questa scala è l’evoluzione di altre scale nel corso della storia. Pitagora fu il primo a teorizzare che la musica andasse scritta su di una scala; successivamente fu la volta di Zarlino, ed infine, con gli studi di Werckmeister si arrivò alla scala attuale (che si chiama temperata). 1. Scala Pitagorica (cultura greca) 2. Scala Zarliniana (cultura rinascimentale) 3. Scala Temperata (cultura germanica moderna) Il cambio della scala ha subito variazioni veramente importantissime, specie nel passare da quella Zarliniana a quella Temperata1. La matematica ci insegna che prese una nota e la stessa nota suonata un’ottava2 più in alto, se la frequenza della nota più grave è f = 10 Hz, la frequenza della stessa nota un’ottava più in alto sarà di Hz = 20 Hz. Quindi visto che in un’ottava ci sono dodici semitoni è facile capire che per trovare la frequenza tra un suono e l’altro della scala bisogna moltiplicare la frequenza nota di un fattore 2(1/12). Ecco che la frequenza di una nota distante un semitono dalla nostra nota di riferimento sarà data dalla formula: Quindi presa la nostra nota con frequenza f = 10 Hz, f + 1semitono sarà 1 2 Non abbiamo riferimenti dal professor Cattaneo su come è cambiata la scala da Pitagorica a Zarliniana Intervallo di altezza fra due suoni, il più acuto dei quali ha frequenza doppia di quello più grave Ai tempi della scala Zarliniana tuttavia i semitoni all’interno di un’ottava non erano dodici, erano molti di più. La cosa curiosa è che quella scala era più precisa di quella attuale: questo perché la divisione dell’ottava in dodici semitoni equidistanti l’uno dall’altro è una convenzione adottata nel 1685 (anno peraltro della nascita di J.S.Bach, che fu uno dei maggiori teorizzatori della cosa). Prima dell’introduzione del “tasto nero” a dividere i due bianchi, vi erano solo tasti piatti segnati con colori diversi per essere distinti: questo perché ad un’attenta analisi dei suoni prodotti da quegli strumenti, la frequenza di una nota alterata in diesis confrontata con quella della nota successiva alterata in bemolle, dava un risultato leggermente diverso. Quindi (ad es.) Do# e Reb non erano lo stesso tasto che emetteva lo stesso suono, ma c’erano il tasto del Do, quello del Do#, quello del Reb e quello del Re. Con la convenzione della scala Temperata si assegnò ad un tasto che stava in mezzo ai due, una frequenza che stava in mezzo alle due note, così da unire i due suoni sintetizzandoli in un unico suono finale che è quello che oggi sentiamo quando premiamo un tasto nero sul pianoforte. L’adozione ufficiale di questo sistema viene a coincidere con la composizione da parte dello stesso J.S.Bach dell’opera “Il Clavicembalo Ben Temperato” (Das Wohltemperierte Klavier), che prende nome da appunto questa nuova scala. Si tratta di una composizione molto lunga, divisa in due libri, ciascuno dei quali contiene un “Preludio e Fuga” suddivisi in tutte le 24 tonalità ottenibili dalla scala Temperata (una maggiore ed una minore per dodici semitoni). La scala Temperata ha sette gradi, e su ognuno di questi è possibile costruire un modo per quella scala. Un modo è una regola su come si alternano toni e semitoni diatonici. I gradi sono: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Tonica Sopratonica Mediante (o Caratteristica) Sottodominante Dominante Sopradominante Sensibile Che corrispondono ai modi: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Ionico (o Maggiore) Dorico Frigio Lidio Mesolidio Eolio (o Minore) Locrio (o Ipofrigio) GLI INTERVALLI Una scala è formata quindi da una successione ordinata di intervalli (distanza tra due gradi della scala). Avendo prima precisato che in una scala ci sono 7 gradi, si può costruire una scala partendo da qualunque grado della scala cromatica (scala che comprende tutti e dodici i semitoni). Gli intervalli si dividono in due gruppi fondamentali: Gli intervalli giusti (unisono, IV, V, VIII) Gli intervalli maggiori/minori (II, III, VI, VII) Ad ogni intervallo se aggiungo uno o due semitoni cromatici cambia il nome: INTERVALLI +1 SC -1 SC +2 SC -2 SC GIUSTI MAGGIORI MINORI ECCEDENTI ECCEDENTI MAGGIORI DIMINUITI MINORI DIMINUITI ----ECCEDENTI --DIMINUITI --- Vediamo ora un’applicazione pratica di questo metodo: prendiamo come riferimento il Do centrale e costruiamone alcuni intervalli. DO-DO DO-DO# DO-REb DO-RE DO-MIb DO-MI DO-FA DO-SOL DO-LAb DO-LA DO-SIb DO-SI DO-DO (8va) UNISONO GIUSTO UNISONO ECCEDENTE SECONDA MINORE SECONDA MAGGIORE TERZA MINORE TERZA MAGGIORE QUARTA GIUSTA QUINTA GIUSTA SESTA MINORE SESTA MAGGIORE SETTIMA MINORE SETTIMA MAGGIORE OTTAVA GIUSTA 0S +1 SC +1 SD +1 T +1 T +1 SD +2 T +2 T +1 SD +3T +1 SD +4 T +4 T +1 SC +5 T +5 T +1 SC +6 T