IL SOLE 24 ORE S.p.A. - Sede operativa - Via Carlo Pisacane 1, ang. SS Sempione - 20016 PERO (Milano) - Rivista mensile, una copia € 5,00 SPECIALE:Tecnologie di packaging PCB Magazine n.6 - GIUGNO 2011 GUARDA, LEGGI, SCOPRI PCB sfogliabile su www.elettronicanews.it n.6 LA PRIMA RIVISTA ITALIANA SUI CIRCUITI STAMPATI GIUGNO 2011 Capacity On Demand Prova il vero „Capacity On Demand“ con la nuova proposta SIPLACE SX „Rent Performance“ Solo SIPLACE SX ti permette di scegliere ciò di cui hai bisogno quando ne hai bisogno. Per la prima volta è possibile incrementare le performance produttive della macchina senza variare il „layout“ della linea e modificare il „foot print“. Ciò è possibile in tempi brevi nel momento in cui si debba gestire l’introduzione di un nuovo prodotto oppure in occasione di picchi produttivi stagionali. Sarà sempre possibile ripristinare la capacità iniziale della linea qualora le richieste produttive rientrino negli standard. Come? 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Trasporti su gomma, automotive, sistemi avanzati di controllo della circolazione stradale sono tutti settori con forti ricadute per il nostro mondo, visto soprattutto che - da qualche tempo - i valori economici dell’elettronica a bordo dei veicoli privati hanno segnalato aumenti complessivi consistenti: oggi, secondo gli analisti di Morgan Stanley, il valore dell’elettronica per vettura circolante si attesta sui 5000 $ e, considerando che buona parte degli approvvigionamenti di componenti e dispositivi elettronici complessi proviene (o, almeno, proveniva fino all’11 marzo) dal Giappone, ecco che scatta il campanello d’allarme. Sappiamo che la chiusura di interi stabilimenti industriali ha messo in ginocchio l’economia nipponica, con riflessi negativi sulle attività produttive internazionali. Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, ha fatto intendere di essere preoccupato per le forniture di componenti provenienti dal Giappone, soprattutto per quelli elettronici, e ha dichiarato che il gruppo da lui diretto conoscerà una flessione produttiva compresa fra le 50mila e le 100mila unità in Europa proprio per questi motivi nei prossimi mesi. Un primo effetto c’è già: la proposta di Honda di ridurre del 50% la produzione presso lo stabilimento britannico di Swindon, uno dei siti produttivi più grandi d’Europa, la dice lunga. E la decisione è dovuta in parte proprio a difficoltà di approvvigionamento di componenti elettronici dalla madrepatria, da cui - come si è detto arriva la stragrande maggioranza dei componenti usati in Europa e in America dalle industrie automobilistiche. Diversificare le fonti di approvvigionamento diventa dunque una strada obbligata: si tratta una strategia condivisa ad esempio da Martin Winterkorn, presidente del gruppo Volkswagen. Non è una soluzione semplice da attuare, certo, ma di una scelta onerosa in termini di costi economici e tempi d’attuazione. E poi, lo si sa bene, la supply chain più è complessa, più è vulnerabile, con la possibilità di incappare in problemi che ne potrebbero compromettere l’affidabilità complessiva. Tutte variabili da tenere in debito conto, dunque, se si vuole risolvere un problema che in questo momento non è dei minori. D’altra parte potrebbe essere questo il momento per dare un impulso a realtà locali, che possano in certo qual modo ovviare a questo “rallentamento”. Un rallentamento che è temporaneo secondo alcuni (lo stesso Marchionne prevede infatti un “rientro” del problema entro il quarto trimestre dell’anno), ma di cui sarebbe poco saggio non approfittare. PCB giugno 2011 5 ▶ SOMMARIO - GIUGNO 2011 IN COPERTINA agenda Eventi/Piano Editoriale_ _______________ 10 a cura della Redazione ultimissime_ _________________________ 12 a cura di Riccardo Busetto l’angolo di copertina I giganti della miniaturizzazione_________ 22 Raggiungere certe performance è una questione di potenza. Ovunque ci sia l’esigenza di gestire connessioni di potenza elevate, dai costruttori di inverter, UPS ed azionamenti, fino all’impiego nel più recente settore dell’energia fotovoltaica, la gamma di morsetti e connettori per circuiti stampati di Phoenix Contact garantisce performance di eccellenza. L’azienda, leader tecnologico nel mondo dei sistemi di connessione per circuito stampato, dedica innovative soluzioni miniaturizzate alla connessione di potenza ed al mercato dei LED. Phoenix Contact S.p.A. Via Bellini, 39/41 20095 Cusano Milanino (MI) Tel. 02 66.05.91 [email protected] www.phoenixcontact.it 6 PCB giugno 2011 a cura di Antonella Galimberti speciale Tecnologie di packaging Lo sviluppo nel packaging e nelle interconnessioni_________________ 24 di Dario Gozzi Land Grid Array (LGA) package_________ 30 di Davide Oltolina Quad flatpack no lead__________________ 34 di Dario Gozzi tecnologie Soluzioni alternative___________________ 36 di L. Brandt, C. Jakob, L. Stam e D. Steinhäuser Anno 25 - Numero 6 - Giugno 2011 www.elettronicanews.it Direttore responsabile: Pierantonio Palerma redazione: Riccardo Busetto (Responsabile di Redazione) CONSULENTE TECNICO: Dario Gozzi Collaboratori: Piero Bianchi, L. Brandt, Antonella Galimberti, C. Jakob, Davide Oltolina, Fernando Rueda, L. Stam, D. Steinhäuser, Dean Wiltshire Progetto Grafico e impaginazione: Elena Fusari progettazione Pianificazione topologica di dettaglio______ 48 (seconda parte) di Dean Wiltshire Direttore Editoriale BUSINESS MEDIA: Mattia Losi Proprietario ed editore: Il Sole 24 ORE S.p.A. Sede legale: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Presidente: Giancarlo Cerutti Amministratore delegato: Donatella Treu produzione L’automazione dei processi______________ 54 (prima parte) di Piero Bianchi Meno problemi con più ESD____________ 60 Sede operativa: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano) - Tel. 02 3022.1 Ufficio Traffico: Tel. 02 3022.6060 di Dario Gozzi Saldatura reflow a condensazione_________ 64 di Davide Oltolina Il clearing dei pcb_____________________ 66 (prima parte) di Fernando Rueda La tecnologia jet printing e la lean manufacturing________________________ 70 di Dario Gozzi test & quality Il test con la scansione acustica___________ 74 di Davide Oltolina fabbricanti Produttori di circuiti stampati in base al logo di fabbricazione_________________ 79 a cura della Redazione PCB giugno 2011 7 Stampa: Faenza Industrie Grafiche S.r.l. - Faenza (RA) Ufficio Abbonamenti: www.shopping24.it [email protected] Tel. 02 3022.6520 - Fax 02 3022.6521 Prezzo di una copia 5 euro (arretrati 7 euro). Prezzo di un abbonamento Italia 42 euro, estero 84 euro. Conto corrente postale n. 28308203 intestato a: Il Sole 24 ORE S.p.A. L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile. Registrazione Tribunale di Milano n. 148 del 19/3/1994 ROC n. 6553 del 10 dicembre 2001 Associato a: Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy). Il Sole 24 ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso Il Sole 24 ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società di Gruppo 24 ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta, a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale. Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica”. La società Il Sole 24 ORE S.p.A., editore della rivista PCB Magazine rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 3022.60951). ▶ Si parla di - Le aziende citate Azienda 8 PCB pag. Azienda pag. A Aab. Tech_ ______________ 20 M Mentor Graphics__14, 48-50, 52 Acel____________________ 20 Millenium Dataware_______ 20 Agm_ __________________ 20 Mydata_ _____________ 70-73 Alba Elettronica__________ 20 N Neutec Electronic AG_ ____ 12 Arel____________________ 20 O O&B___________________ 20 Assembléon______________ 14 OMR Italia______________ 20 Atotech_________________ 14 ORPRO Vision_ _________ 12 B Baselectron______________ 20 P P2S Elettronica___________ 20 C Cabiotec_ ____________ 70-73 P.C.S.___________________ 20 Cistelaier________________ 20 Phoenix Contact_______ 22-23 Confindustria Anie________ 16 Piciesse_ ________________ 20 Corona_ ________________ 20 Prodelec_________________ 12 C-Tech Innovation________ 14 R Ramidia_________________ 20 D DPI_________________ 64-65 Rehm________________ 64-65 E Ermes_ _________________ 20 S S.I.T.EL_ _______________ 20 Esseti Circuiti____________ 20 Silga____________________ 20 Esseti Elettronica_________ 20 Siplace (ASM)_ __________ 18 F Fin.Pro._________________ 12 Sonoscan_____________ 74-76 Fonover_________________ 20 ST Microelectronics_______ 14 G Gruppo PCB Italy_ _______ 20 T Techboard_______________ 20 I Ierre____________________ 20 Tecnomaster_____________ 20 Indium_________________ 14 Tecnometal______________ 20 Isorg_ __________________ 14 Teknit__________________ 20 K Koh Young_ _____________ 14 V Verdant Electronics________ 14 Kyzen_ ______________ 66-68 VJ Electronix_____________ 18 L Lopar___________________ 20 Z Zestron_________________ 14 giigno 2011 Inserzionisti pag. A APEX TOOL........................................ 27 AREL................................................... 80 ASM ASSEMBLY SYSTEM..................... 3 AUREL AUTOMATION....................... 43 B BARBIERI............................................ 26 BASELECTRON................................... 80 C CABIOTEC............................................. 4 COOKSON ELECTRONICS................... 31 CORONA............................................ 80 E E.O.I. TECNE....................................... 51 ELABORA........................................... 53 F FARNELL . .......................................... 47 FIERA PRODUCTRONICA................... 25 FLEXLINK SYSTEMS DIVISIONE E-CUBE........................... 39 I I-TRONIK.....................................11 - 19 INVENTEC . ........................................ 63 ISCRA DIELECTRICS.....................IV cop. L LIFE PROJECT................................9 - 29 LIFETEK............................................... 17 M MENTOR GRAPHICS ......................... 55 MYAUTOMATION.............................. 41 O OMR ITALIA................................. II cop. OSAI A.S. . ......................................... 57 P PACKTRONIC...................................... 33 PHOENIX CONTACT...................... I cop. PRODELEC...................................13 - 15 R RAMIDIA............................................ 81 RS COMPONENTS....................... III cop. S SPEA................................................... 45 STEALTECH......................................... 37 STELVIO KONTEK............................... 59 T TECNOMASTER...........................75 - 81 TECNOMETAL.............................73 - 82 W WIN-TEK............................................. 21 ▶ AGENDA - FIERE E CONVEGNI Data e luogo 10 PCB Evento Segreteria 31 maggio - 2 giugno Mosca, Russia SEMICON Russia 2011 SEMI Moscow Alla Famitskaya Tel. +7 495 97.86.291 Mob. +7 926 22.39.272 [email protected] 5 - 10 giugno San Diego, CA USA 48th DAC 2011 Cayenne Communication Publicity Chair, 48th DAC [email protected] www.dac.com 21 - 23 giugno Minneapolis, Minnesota USA IPC International Conference on Flexible Circuits IPC - Association Connecting Electronics Industries 3000 Lakeside Drive, 309 S, Bannockburn, IL - 60015 - USA Tel. +1 847 61.57.10.0 Fax +1 847 61.57.10.5 22 - 23 giugno Orlando, FL USA 2011 Americas HyperWorks Technology Conference One Grand Cypress Blvd., Orlando, FL 32836 - USA Tel. +1 407 23.91.234 Fax +1 407 23.93.800 23 - 26 giugno Bangkok, Tailandia Assembly Technology 2011 Reed Tradex Company 32nd fl., Sathorn Nakorn Tower 100/68-69 North Sathon Rd. Silom, Bangrak, 10500 - Bangkok, Tailandia Tel. +662 68.67.299 Fax +662 68.67.288 [email protected] www.reedtradex.com Piano editoriale 2011 Editorial calendar 2011 Gennaio Macchine e sistemi coinvolti nella produzione di circuiti stampati January Machines and Systems for PCB Production Febbraio Il test funzionale February Functional Testing Marzo Regolamentazione e riciclaggio dei materiali elettronici March Electronics Materials Rules and Recycling Aprile Come è cambiata la distribuzione April A World in Changing: the Distribution Maggio Forni e profili termici May Ovens and Thermal Profiles Giugno Tecnologie di packaging June Packaging Technologies Luglio - Agosto Il punto sulle certificazioni, i centri SIT, le normative July - August Certifications, Calibration and Certification Centers, Regulations Settembre EMS, CEM e mondo dei terzisti September The World of EMS and CEM Ottobre Saldatura selettiva October Selective Soldering Novembre Panoramica P&P November Pick & Place Survey Dicembre AOI, ispezione 3D dei depositi serigrafici, raggi X Dicember AOI, 3D Printing Inspection, X-Ray giugno 2011 ▶ ULTIMISSIME - C.S. E DINTORNI Nuova sede per ORPRO Vision O RPRO Vision, leader nel mercato dell’ispezione ottica 3D, ha trasferito la sede centrale tedesca in un nuovo e più ampio edificio, poco distante dal precedente. I nuovi uffici offrono maggiore spazio per i reparti commerciale, amministrativo e per il supporto tecnico; inoltre, il laboratorio di ricerca e sviluppo è stato ulteriormente ingrandito a seguito del recente ampliamento del personale R&D. I clienti in visita presso ORPRO Vision possono ora disporre di una sala riunioni dedicata e possono assistere a dimostrazioni su tutta la gamma di sistemi per l’ispezione ottica post-serigrafia, post-saldatura e post-placement incluso il nuovissimo sistema da banco Insite B. Adam Shaw, responsabile della Ricerca & Sviluppo, ha commentato: “Il team di ORPRO Vision è considerevolmente aumentato, e questo ha portato alla necessità di cercare una nuova sede. La nuova demo-room che è stata realizzata offre lo spazio per presentare l’attuale gamma di prodotti e le nuove piattaforme, per effettuare training e user group meeting. La nuova sede ha già ospitato il primo distributor meeting europeo durante il quale è stato presentato in anteprima il nuovo sistema di ispezione ottica da banco Insite B, che ha riscosso un notevole successo alla fiera SMT”. www.orprovision.com Il Gruppo Fin.Pro. disinveste da Neutec L a holding Fin.Pro. ha recentemente deciso di vendere le proprie quote della società svizzera Neutec Electronic AG, nella quale aveva deciso di investire negli anni passati. Le quote sono state vendute a Jurg Neuenschwander, General Manager di Neutec, che già deteneva il 48% della società. Roberto Gatti, 12 PCB giugno 2011 Presidente di Fin.Pro., ha dichiarato: “In passato abbiamo deciso di investire nel mercato svizzero perché strettamente collegato a quello italiano dal punto di vista commerciale e per la comunanza dei marchi distribuiti. Attualmente, però, non sussistono più i presupposti per gestire direttamente il mercato attraverso una società di proprietà. L’area del Canton Ticino riveste comunque notevole importanza per Prodelec, e verrà seguita attraverso un commerciale dedicato a quella zona. Abbiamo posto in essere degli accordi con Neutec per continuare a seguire il mercato svizzero”. Fin.Pro., della quale fanno parte Prodelec (Italia) e il Gruppo ORPRO Vision (Germania, America e Asia), ha scelto di concentrarsi su altre operazioni, che riguardano in particolare le operatività italiane e quelle di Orpro Vision. www.prodelecgroup.com www.orprovision.com SMT/HYBRID/PACKAGING 2011 G rande successo per la consueta edizione primaverile di SMT/ HYBRID/PACKAGING, che si è svolta a Norimberga fra il 3 e il 5 maggio e che quest’anno si è presentata presso la sede fieristica cittadina da poco ristrutturata ora di indubbio impatto estetico complessivo. Rispetto alla scorsa edizione – che già aveva fatto segnalare riscontri di rilievo all’uscita dalla crisi – l’evento bavarese ha fatto registrare quest’anno un ulteriore successo in termini di visitatori e di spazio espositivo, con un aumento significativo anche in termini di interventi congressuali. Contro i 26.000 mq occupati dalla sezione espositiva dell’edizione 2010, quest’anno i numeri hanno segnato una crescita di circa il 4% dell’area di esposizione (27.000 mq), spazio che ha permesso ai più di 530 espositori di presentare prodotti e soluzioni per l’industria elettronica. 14 PCB giugno 2011 Anche se, naturalmente, non sono da segnalare novità di particolare rilevanza, ciò a causa principalmente dell’imminente edizione di Productronica (evento biennale che si terrà a Monaco il prossimo novembre) la partecipazione in termini di presentazioni tecnologiche è stata tutt’altro che scarsa, così come la presenza di visitatori stranieri che ha confermato una tendenza all’internazionalizzazione già notata nelle scorse edizioni. Importanti sono stati, come si è detto, le manifestazioni congressuali, fra le quali hanno spiccato per interesse e innovazione il consueto appuntamento con EIPC e, quest’anno in particolare, la seconda edizione dell’ “Electronics Day” organizzato dal Sustainable Electronics Manufacturing (SEM) Working Group il giorno 4 maggio. Con una presenza importante di esperti del settore dell’elettronica industriale (rappresentanti di ST Microelectronics, C-Tech Innovation, Assembléon, Koh Young, Mentor Graphics, Atotech, Indium, Verdant Electronics, Isorg e Zestron) il SEM Working Group ha ribadito gli obiettivi di collaborazione per la definizione di una roadmap industriale che segua la linea della sostenibilità nella produzione elettronica industriale. Evento altrettanto importante è stata quest’anno la premiazione del giovane ingegnere da parte del comitato di valutazione presieduto dal direttore generale di SMT, Udo Weller. Quest’anno è stato dichiarato vincitore del premio Daniel Hahn del Fraunhofer IZM di Berlino con la sua ricerca dal titolo “Zuverlässigkeit konkaver Flip-ChipLotverbindungen bei kombinierter Belastung durch Temperatur und Vibration” (Affidabilità giunti di saldatura flipchip concavi sotto l’esposizione combinata di temperatura e vibrazioni). La prossima edizione di SMT/HYBRID/ PACKAGING si terrà sempre presso la stessa sede fra l’8 e il 10 maggio del 2012. Elettronica ed elettrotecnica italiana, un trimestre tra luci e ombre F atturati e ordini in crescita, produzione industriale in calo. È un ritratto con luci e ombre quello dipinto dall’Istat sul primo trimestre 2011 dell’industria dell’elettronica e dell’elettrotecnica italiana. Secondo i dati appena diffusi, i due comparti rappresentati da Confindustria Anie hanno evidenziato nel primo trimestre 2011 dinamiche differenziate nel recupero dei principali indicatori. Nello specifico, i dati relativi al fatturato continuano a mostrare tassi di recupero dinamici. A marzo 2011, nel confronto con lo stesso mese del 2010, l’industria elettrotecnica italiana ha evidenziato un incremento del fatturato totale del 10,5%, l’elettronica del 21,7% (+8,8% la variazione nella media del manifatturiero). Nel primo trimestre 2011, nel confronto su base annua, il volume d’affari complessivo ha registrato una crescita del 16,7% per l’elettrotecnica, del 19,7% per l’elettronica (+10,9% la variazione nella media del manifatturiero italiano). Anche il portafoglio ordini è tornato decisamente in positivo, dopo le incertezze che hanno caratterizzato i primi mesi del 2011. 16 PCB giugno 2011 Nel primo trimestre 2011, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, l’ordinato totale ha mostrato per l’elettrotecnica una crescita a due cifre (+26,2%); più moderata la variazione per l’elettronica (+2,6%). Si mantengono discordanti i dati relativi al Guidalberto Guidi, profilo produttivo presidente di Confindustria Anie che muove in controtendenza. “Nel primo trimestre Nel primo trimestre 2011 i settori Anie 2011 i settori Anie continuano a esprimere hanno sperimentato un andamenti differenziati e andamento altalenante discontinui mese per mese della produzione nel ritmo di recupero dei industriale, che si è principali indicatori”, ha tradotto in un risultato commentato il Presidente cumulato trimestrale di Confindustria Anie, negativo. In particolare, Guidalberto Guidi. nella media dei primi “Calano bruscamente i tre mesi del 2011, nel livelli di attività industriale, confronto con lo stesso mentre segnali positivi periodo del 2010, vengono dal recupero del l’elettronica ha evidenziato volume d’affari. Occorre una caduta dei livelli di però considerare che sui attività del 10,4%. Più dati a valori correnti si contenuta la flessione per riflette in molti comparti l’elettrotecnica (-1,7%). il rialzo dei prezzi delle Nel confronto europeo materie prime impiegate l’industria elettrotecnica nei cicli produttivi, ed elettronica italiana ha che amplifica i tassi di mostrato un andamento variazione. I dati dei primi del profilo produttivo mesi del 2011 mostrano disallineato con la media risultati non univoci, dell’Unione, in particolare che non muovono nella con la Germania, che ha al direzione di una crescita contrario messo a segno un diffusa e continuativa”. recupero a due cifre. “Si mantiene una forte dicotomia fra consolidamento della ripresa internazionale in alcuni mercati e ritardo nel recupero italiano”, ha proseguito Guidi. “Guardiamo ancora una volta alla Germania, nostro principale competitor in ambito europeo nei comparti high-tech. Le stime preliminari del primo trimestre 2011 indicano una crescita del prodotto interno lordo tedesco vicina al 5%, cinque volte in più di quello italiano che stenta a superare un modesto 1%. Questi andamenti macro si ripercuotono direttamente sull’evoluzione della domanda interna nei settori Anie. Se nel primo trimestre 2011 le imprese elettrotecniche ed elettroniche tedesche hanno messo a segno un incremento della produzione industriale vicino ai 20 punti percentuali, nello stesso periodo quelle italiane non hanno mantenuto i livelli di attività conseguiti, entrando in territorio negativo. Una discordanza che, a fronte di una comune proiezione all’estero, continua a trovare spiegazione nella debolezza della domanda espressa dal mercato nazionale per le imprese Anie”. La presenza di Siplace alla fiera di Norimberga Siplace presenta un nuovo concetto di set-up B uone notizie in arrivo per gli stabilimenti di produzione elettronica con frequenti cambi di prodotto di dimensioni molto piccole. Con l’introduzione di Random Setup, Siplace propone un concetto di setup che ne semplifica e accelera in modo significativo le procedure. “Random Setup – ha sottolineato Hubert Egger, Marketing Manager Siplace Software – si basa su un concetto di installazione che è stato progettato specificamente per le esigenze dei moderni ambienti high-mix”. Grazie a Random Setup, proprio come suggerisce il nome, gli operatori possono posizionare gli alimentatori e i componenti in qualsiasi punto della linea o del tavolo di alimentazione anziché in specifiche posizioni. I produttori di elettronica possono così di beneficiare di setup molto più veloci e, di conseguenza, migliore la produttività della linea. Allo stesso tempo, si riduce significativamente sia la quantità di alimentatori necessari sia la possibilità di errore. Siplace (ASM) www.siplace.com VJ Electronix vince l’Npi Award 2011 V J Electronix si è aggiudicata l’Npi (New product introduction) Award 2011 per la sua piattaforma SRT Micra Rework. La Micra SRT si presenta in un formato da banco ed è specificamente progettata per la rilavorazione di prodotti mobili contenenti dispositivi di piccole dimensioni e ad alta densità elettronica, quali smartphone, netbook, Gps e altri prodotti handheld. Oltre a presentarsi come una piattaforma ideale per applicazioni 18 PCB giugno 2011 di largo consumo, SRT Micra Rework aumenta e ottimizza i tempi di produttività anche in tutte quelle applicazioni in cui è richiesta alta affidabilità e alto valore. In questo senso, Micra assicura elevate garanzie anche in applicazioni tipiche del settore aerospaziale, dispositivi medici, automotive, l’ambiente marino con le sue condizioni estreme. Più in generale, Micra soddisfa l’ampia gamma di applicazioni industriali e commerciali. Gli assi nella manica di Micra, per garantire la massima efficienza, sono la funzionalità Auto-Run, una nuova concezione di automatizzazione dei processi e un ingegnere di processo virtuale. VJ Electronix www.vjelectronix.com www.lifeprojecsrl.com Pcb, la necessità di un prezzo congruo Le problematiche relative agli aumenti dei costi dei pcb sono argomento di estrema attualità. Ecco quanto comunicato in questi giorni dal gruppo PCB Italy, che comprende 24 aziende specializzate in produzione e/o commercializzazione di c.s. “D opo la crisi globale, la ripresa del comparto elettronico, che sembra anticipare la ripresa degli altri settori, vede una forte crescita del mercato interno cinese, con la conseguenza di forte richiesta di materie prime quali laminati, rame, stagno, oro e argento. Purtroppo, la capacità produttiva di queste materie prime non può essere incrementata tempestivamente, pertanto ne conseguirà la difficoltà di approvvigionamento. È il caso del tessuto di vetro e delle resine epossidiche per la produzione dei laminati che, oltre ad aumentare di prezzo per effetto dell’aumento del prezzo del petrolio e delle altre materie prime, non potranno essere prodotti in quantità sufficiente al fabbisogno. Occorrono infatti almeno due anni per avviare uno stabilimento per la produzione del tessuto; la corsa all’accaparramento è infatti già iniziata, con conseguenti maggiori costi dovuti all’investimento e alla ridotta rotazione del magazzino. Se si considera inoltre lo scarso interesse che hanno gli asiatici a vendere laminato all’Europa, ne consegue un’ulteriore inevitabile aumento del prezzo del laminato FR4. Tutti i fornitori di laminato hanno già applicato un aumento indiscutibile del 15% preannunciando una serie di ulteriori aumenti fino a oltre il 40% entro la fine 2011. Che dire poi delle altre materie prime? Si osservino in Tabella 1 le variazioni di prezzo degli ultimi 3 anni. Considerando che l’incidenza delle materie prime sul costo Il Gruppo PCB Italy Aab.Tech Esseti Circuiti P.C.S. Acel Esseti Elettronica Piciesse Agm Fonover Ramidia Alba Elettronica Ierre S.I.T.El Arel Lopar Silga Baselectron Millenium Dataware Techboard Cistelaier O&B Tecnomaster Corona. Omr Italia Tecnometal Ermes P2s Elettronica Teknit complessivo del pcb è del 20/50% in funzione della tipologia di prodotto, ne consegue la necessità di applicare aumenti significativi che riportino la giusta marginalità ai costruttori di pcb, i quali sono comunque costretti a fare importanti investimenti tecnologici per adeguare i loro impianti alla sempre crescente complessità dei prodotti richiesti dal mercato. Tabella 1 – Variazione dei prezzi delle materie prime 2009-2011 20 PCB 2009 2010 2011 % ’11 su ‘10 Rame 3,8 $/Kg 7,6 $/kg 10,8 $/kg +40% Stagno 10 $/kg 17 $/kg 30 $/kg +70% Oro 600 $/Oz 1.200 $/Oz 1.540 $/Oz +27% Petrolio 36 $/barile 70 $/barile 130 $/barile +80% giugno 2011 Questo era però lo scenario antecedente le note vicende del nord Africa che hanno fatto ulteriormente impennare il prezzo del petrolio e dei suoi derivati. Ora le certezze diminuiscono, ma sicuramente non i prezzi. Alla luce di queste considerazioni gli aumenti che si stanno verificando nel mercato pcb risultano più che giustificati e probabilmente non si tratterà di un una tantum, ma di un trend di incremento che avrà termine solo quando il mercato delle materie prime non si sarà stabilizzato”. Gruppo PCB Italy ▶ ANGOLO DI COPERTINA - AZIENDE E SOLUZIONI I giganti della miniaturizzazione Soluzioni per la connessione di potenza e per il mercato dei LED a cura di Antonella Galimberti I l settore delle connessioni rappresenta storicamente il campo di eccellenza dell’azienda: nessuna sorpresa, quindi, che in concomitanza con la sua riorganizzazione in divisioni, Phoenix Contact abbia deciso di creare una struttura appositamente dedicata a supportare l’ambito dei dispositivi di connessione per circuito stampato e delle custodie per elettronica. Si tratta della Divisione Device Connection, operante sull’intero territorio nazionale sotto la guida di Roberto Falaschi. “L’obiettivo della nostra struttura è quello di confermare il ruolo di leader tecnologico che Phoenix Contact riveste nel mondo dei sistemi di connessione per il circuito stampato, attraverso una conoscenza del mercato che permetta di captare i trend tecnologici 22 PCB giugno 2011 e rispondervi in tempi brevi, con una proposta dalle performance superiori alla media e un supporto competente” spiega Falaschi. Phoenix Contact rivolge quindi una costante attenzione alle dinamiche tecniche e tecnologiche dell’industria. “In particolare, gli ultimi anni hanno visto lo svilupparsi di trend tecnologici ben precisi: mi riferisco ad esempio alla costante richiesta di miniaturizzazione delle connessioni e di incremento della densità di cablaggio, alla ricerca di metodi di connessione ergonomici ma affidabili, all’esigenza di portare correnti sempre più elevate alle schede. Si è inoltre assistito alla massiccia diffusione di tecnologie specifiche come Ethernet o come i processi di saldatura reflow, entrambi richiedenti sistemi di connessione adeguati. Ricerca & Sviluppo La competenza maturata nel settore e i continui investimenti in ricerca e sviluppo, permettono a Phoenix Contact di giocare un ruolo da leader nel settore, con una gamma di morsetti e connettori per circuiti stampati che garantisce performance di eccellenza e risposte ad ogni esigenza: ad esempio, i morsetti e connettori di potenza con portata in corrente fino a 125 A o con portata in tensione fino ai 1000 Volt (omologazione VDE) permettono di portare correnti sempre più elevate alle schede, mentre la vasta gamma di connessioni a molla (di tipo classico, pushin e a leva) garantisce un collegamento facile ed efficace alle schede da circuito stampato, con ingombri estremamente ridotti”. Una delle tecnologie emergenti a cui Phoenix Contact guarda con particolare interesse è attualmente quella della luce a LED, in rapida ascesa nel mercato anche grazie alla sempre maggiore attenzione che gli utilizzatori finali ripongono sul tema di risparmio energetico e del consumo orientato all’efficienza. “Phoenix Contact si è aperta a questo mondo introducendo dapprima la famiglia di morsetti e connettori serie PT, comprendente il più piccolo morsetto a molla del mondo. Da allora, la gamma di prodotti dedicata al mondo dei LED si è rapidamente ampliata”. Il riferimento è quindi anzitutto ai miniconnettori a molla per circuito stampato PTSM, disponibili nella versione SMT per il montaggio verticale superficiale, o THR per tecnologie di saldatura reflow. “Questi miniconnettori, particolarmente utili nella connessione di strisce LED, sono in grado di gestire correnti fino a 6A con un passo di soli 2,5 mm e 5,0 mm di altezza” continua Falaschi. “Grazie a tali dimensioni, si adattano in modo ottimale all’impiego con schede per circuiti stampati metal core rivestite su un lato, come quelle normalmente in uso tra i produttori di sistemi LED. A complemento al morsetto PTSM, la gamma Combicon di Phoenix Contact comprende poi prese base adatte al processo di saldatura SMT o THR e disponibili in versione orizzontale e verticale. Per una maggiore praticità, tutti i morsetti e connettori delle serie PTSM sono inoltre confezionati in bobine ed equipaggiati per l’impiego in linee di saldatura automatizzate. Il cablaggio di conduttori rigidi e flessibili fino a 0,75 mm2 si realizza con un operazione di inserzione diretta grazie all’utilizzo della recente tecnologia PIT (Push In Technology) a molla, senza che si rendano necessarie preparazioni preventive o l’utilizzo di utensili particolari”. Tutto per i LED Un’altra novità di prodotto utilizzabile nel mondo LED, ma non solo, è il morsetto per circuito stampato PTQ a due poli. “Si tratta di un componente estremamente piccolo, con un’altezza complessiva di soli 8 mm, sviluppato appositamente per l’impiego in processi di saldatura THR automatizzati. Grazie ad esso, il collegamento dei conduttori a coppie è realizzabile in modo particolarmente agevole e sicuro, grazie alla tecnica a perforazione di isolante: l’operazione di collegamento non richiede quindi l’impiego di alcun utensile specifico, così come quella di sblocco del conduttore cablato, attuabile mendiante un’apposita leva. Confezionati anch’essi in bobine e perfettamente adeguati all’impiego in processi di assemblaggio completamente automatizzati, i morsetti PTQ consentono all’utilizzatore notevoli risparmi in termini di tempo ed una maggiore efficienza di produzione”. L’attenzione all’esigenza di rendere più rapidi, pratici ed automatici i processi è quindi una costante delle proposte Phoenix Contact, sia nelle fasi di produzione che in quelle di installazione. “Per far fronte alle esigenze di semplificazione dei processi di cablaggio, nel campo dei LED ed in particolare per la connessione di faretti LED può trovare un utile impiego il sistema Quickon QPD. Questo dispositivo di connessione rapida è disponibile in versione “passaparete”, per montaggio diretto sul faretto, oppure in versione “giunto” per la realizzazione di connessioni volanti. Grazie alla tecnologia di connessione Quickon, basata sul principio della perforazione d’isolante, si riduce il numero di operazioni da effettuare per procedere al cablaggio di conduttori e si ottiene un cablaggio rapido e senza utensili. Per realizzare il contatto diviene quindi sufficiente inserire il conduttore a scatto nell’alloggiamento predisposto, tagliarlo e avvitare la custodia: durante il serraggio del dado, la lama perfora l’isolamento del cavo e crea un collegamento elastico, resistente alle vibrazioni e a tenuta di gas”. Ovviamente la nuova organizzazione in divisioni non pregiudica il saldo rapporto con i partner della distribuzione specializzata che da tempo caratterizza l’operato di Phoenix Contact. Anzi, come sottolinea Falaschi, “la distribuzione specializzata è fondamentale per questo mercato: la sua rete è a fianco del cliente, ovunque egli si trovi, fornendo consulenza ed assistenza altamente qualificate. Grazie alla sinergia forte e continuativa con questi partner, i nostri clienti possono sempre contare su un servizio di livello elevato, in grado di soddisfare, o talvolta anticipare, ogni loro esigenza”. Phoenix Contact S.p.A. Tel. 02/660591 Fax 02/66059500 www.phoenixcontact.it PCB giugno 2011 23 ▶ speciale - Tecnologie di packaging Lo sviluppo nel packaging e nelle interconnessioni Innumerevoli sono le soluzioni che hanno permesso progressi verso miniaturizzazioni sempre più spinte e che hanno saputo migliorare le prestazioni circuitali dei componenti ampliando notevolmente gli orizzonti della tecnologia elettronica di Dario Gozzi I l trend nello sviluppo dei semiconduttori e più ancora alcuni particolari segmenti di mercato, guidano lo sviluppo del packaging che a sua volta coinvolge la tecnologia dei substrati, sia rigidi che flessibili. L’evoluzione attuale non si discosta da quanto già osservato da Moore nel lontano 1965, ovvero che ogni 18 mesi si registra un aumento tanto nella potenzialità dei circuiti elettronici (a livello di componente) quanto nel numero di terminali (input/output). Uno studio dell’ITRS ha individuato sei principali segmenti di mercato capaci di trainare l’evoluzione dei semiconduttori e del relativo packaging: - prodotti low cost, dove convergono microcontrollori, display, disk drive e prodotti di consumo in generale; - prodotti portatili, telefoni cellulari in testa, ma anche tutto quello che funziona a batteria ed è trasportabile; - prodotti di fascia media per costi e prestazioni, come i notebook, i 24 PCB giugno 2011 personal computer desktop, i dispositivi per telecomunicazione; - prodotti ad alte prestazioni per il settore avionico, i supercomputer, le workstation di alto profilo; - memorie, DRAM e SRAM; - prodotti per automotive, in particolare sottocofano e per estensione tutti i prodotti che devono lavorare in ambienti ostili. In particolare due sono le aree che danno con maggiore enfasi la propulsione all’evoluzione del packaging, i prodotti portatili e quelli di fascia media. I primi sono basati su una tecnologia elettronica mista, hanno dimensioni contenute, sono realizzati in grandi volumi e non godendo di prestazioni particolarmente elevate sono rivolti a una fascia di mercato sensibile al costo. I prodotti di fascia media hanno maggiori prestazioni dei precedenti e si rivolgono a chi ricerca una tecnologia più sofisticata ed è disposto a una maggiore spesa. Le aree maggiormente coinvolte sotto il profilo tecnologico nello sviluppo del packaging e delle interconnessioni sono: - fine line multilayer flex; - thin film passives; - multichip modules; - 3D electronic assembly; - chip scale packaging; - led packaging; - power packaging; - power overlay packaging; - WBG (Wide Bandgap Technology) packaging; - nano interconnects; - mems packaging; - photonics packaging. L’evoluzione tra prestazioni e packaging Quella che è ormai riconosciuta universalmente come legge di Moore, descrive l’evoluzione elettronica non solo e non tanto in termini di Wide Bandgap Technology La tecnologia wide bandgap si basa sull’utilizzo del carburo di silicio (SiC). Il SiC puro è incolore, la lucentezza dei cristalli, capaci di scomporre la luce nei colori dell’arcobaleno, è dovuta all’autopassivazione del materiale che si ricopre di un sottile strato di SiO2. Tra tutte le sue forme cristalline, l’alfa è la più comune (SiC-α), si forma a temperature superiori ai 2000 °C e ha un struttura cristallina esagonale. È inerte dal punto di vista chimico, ha un bassissimo coefficiente di dilatazione termica, ma possiede un’elevata conducibilità termica. In particolare quest’ultima sua caratteristica, unitamente all’alta densità di corrente che è capace di sopportare, lo rendono attualmente un materiale molto interessante come semiconduttore, sicuramente più promettente del silicio per gli utilizzi nell’alta potenza, nell’alta frequenza e alle alte temperature (fino a 500 – 600 °C). L’attuale limite è dettato dalla qualità del materiale di partenza, i substrati da lavorare per ottenere il dispositivo finale. Gli attuali wafer di silicio arrivano a diametri superiori ai 12” (30,48 cm), sono di elevata purezza e ottima qualità cristallografica. La difettosità è ritenuta ormai insignificante. I wafer di SiC oggi disponibili hanno diametri attorno ai 4” (10 cm), ma in particolare la presenza dei difetti (micropipe, stacking fault, dislocation) è ancora troppo elevata per ottenere dispositivi con il livello di affidabilità richiesto dall’elettronica di ultima generazione. Esiste inoltre il problema dei costi. Per il substrato di silicio l’incidenza sul dispositivo finale (componente) è inferiore al 5%, mentre nel caso del SiC è ancora attestata attorno al 50%. I substrati di carburo di silicio sono ottenuti mediante il processo di crescita epitassiale di tipo HTCVD (High Temperature Chemical Vapour Deposition). In pratica gli strati epitassiali di SiC sono ottenuti da vapori contenenti silicio e carbonio in reattori ad alta temperatura. È in atto una forte sperimentazione per arrivare a un utilizzo estensivo di questo materiale nella costruzione di sensori e vari altri componenti elettronici; attualmente si producono solo i diodi schottky. La tecnologia di crescita epitassiale consente di accrescere strati di silicio monocristallino su di un substrato, anch’esso di silicio monocristallino che ne indirizza la crescita e ne determina le proprietà strutturali. È comunque possibile ottenere la deposizione di altri materiali metallici al fine di realizzare le connessioni tra i vari dispositivi di un chip. Lo spessore dello strato epitassiale può variare dalla frazione di un nanometro a centinaia di micron, con controllo dello spessore dei materiali dell’ordine del singolo strato atomico. for electronic manufacturing 19 o salone internazionale dell’innovazione nella produzione elettronica Contatto: Monacofiere Srl Tel. (02) 3653 7854 visitatori @ monacofiere.com 15 – 18 novembre 2011 nuovo centro fieristico monaco di baviera www.productronica.com innovation all along the line miniaturizzazione, ma particolarmente come l’innovazione strutturale dei dispositivi, ivi inclusa la riduzione delle tensioni di alimentazione Le caratteristiche fisiche dei semiconduttori stanno passando dal submicroscopico (0,1 – 0,5 µm) al nanometrico (10 – 100 nm) con il pin count che va evolvendo dai 100 I/O verso il migliaio di I/O. Le frequenze da intervalli di lavoro compresi tra 1 e 3 GHz si portano verso i 3 – 10 GHz, le tensioni di alimentazione vanno decrementando il loro attuale range di 1,5 – 2,5 V a meno di 1 V, mentre le potenze sviluppate subiscono una migrazione che dagli attuali 1-10 W/cm2 si sposta verso i 50 W/cm2. Questo trend dei semiconduttori ha una significativa ricaduta su ogni aspetto che riguarda il packaging e l’interconnessione. L’aumento nel numero degli I/O a livello di chip ricade direttamente sul pin count del componente innescando il processo che ha portato al trasferimento dei contatti dai bordi laterali a sotto il corpo con tecnologia area array (per esempio LGA, BGA). Il secondo passo consiste nel trovare soluzioni percorribili e affidabili per costringerne quanto più possibile la dimensione del passo (I/O pitch). A questo punto le problematiche si allargano alla tecnologia dei substrati e delle interconnessioni, tanto a livello di componente che a livello di pcb , chiamando in causa la tecnologia HDI e di conseguenza lo sviluppo di piste e isolamenti con dimensioni infinitesimali, interconnessioni a livello di pad e problemi di dissipazione termica. Sotto il profilo elettrico sono da considerare le proprietà dielettriche e le impedenze che più di prima possono alterare il funzionamento circuitale alle alte frequenze di lavoro; di conseguenza una maggiore cura deve essere posta nella scelta dei materiali che costituiscono il substrato, degli isolamenti e per le vie di dissipazione termica. Riassumendo ci sono alcuni elementi di base che definiscono la struttura di un package in microelettronica: - la connessione elettrica del die al package mediante tecnologia die e wire bonding, TAB o solder bump; - l’incapsulamento con underfill e molding (overmolding, transfer o injection molding); - il materiale del substrato, ceramico o organico; - la connessione del package al pcb, thru-hole, SMT lead, area array. Dalla preistoria ai giorni nostri Parte dagli anni 60’ e 70’ (se non la preistoria, sicuramente la storia antica dell’elettronica) l’evoluzione dei package che ha portato agli attuali SiP e SoS. Agli albori lo standard era costituito dai Dual-in-Line Plated-ThroughHole, poco costosi e strutturalmente robusti, ma dal limitato numero di I/O (64) e con passo di 100 mil. L’avvento del montaggio superficiale negli anni 80’ e 90’ ha portato all’introduzione dei terminali sui quattro lati, aumentando il numero degli I/O su valori superiori ai 200 pin; il passo ha subito riduzioni fino a scendere a livello di 25 -20 mil dando il via alla vera corsa verso la miniaturizzazione più spinta, ma introducendo i primi pesanti problemi di processo. L’aumento dei terminali comporta seri problemi nel dimensionamento dei package perché a ogni raddoppio del numero dei pin corrisponde grosso modo una quadruplicazione dell’area del corpo. I componenti diventano costosi, con le dimensioni in controtendenza agli obiettivi desiderati di miniaturizzazione e con gravi pregiudiziali sul processo di assemblaggio e sull’affidabilità dei pcb che ne risultano. Si passa di conseguenza a formulare nuovi package che abbiano i terminali di contattazione sotto il corpo del componente, nasce la generazione area array, di cui fanno parte i BGA, i LGA, i flip-chip (in carrier e su scheda); una svolta tecnologica che approderà agli ancor più sofisticati multichip module, ai system-in-package e ai sistemi 3D (chip-on-chip, stacked die). Considerando un package area array a 50 mil, l’aumento di un fattore 4 dei suoi terminali, comporta un quadruplicamento dell’area del corpo del componente. Visto da un’altra angolazione, ovvero mantenendo fissa la dimensione del corpo, diminuendo della metà il passo dei terminali, si ottiene come beneficio di quadruplicare il loro numero. Considerando un area array di 49 mm2 si potrà disporre di 25 terminali con passo 1,2 mm oppure di 100 terminali a passo 0,6 mm. Un numero di I/O attorno ai 300 è considerato di fascia media e normalmente ha un passo di 0,4 mm, un die di 10x10 mm, piste e isolamenti di 35 µm e via hole di 90 µm. La connessione elettrica tra il die e il substrato alla base del componente viene fatta con tecnologia wire bonding. La stessa impiegata nel caso di componenti ad elevato pin count (tra 500 e 1000 I/O); in questo caso il passo tra le piazzole di bonding, eseguito con filo in oro, è di 60 µm o meno. Proseguendo nell’opera di miniaturizzazione, i limiti posti dalla connessione wire bonding (eseguito a livello perimetrale) sono identiche a quelle riscontrate ponendo i terminali sui quattro lati del corpo dei componenti (leaded carrier). Una diminuzione del passo introdurrebbe grossi problemi di produttività e di affidabilità. Il ricorso alla tecnologia flip chip ha consentito di utilizzare l’intera superficie del die per posizionare le piazzole di interconnessione e di eliminare tutta una serie di difficoltà (leggi potenziali difettosità) dovute al wire bonding, come parassitismo dei segnali, CTE, formazione di microcricche… La storia dei flip chip è per la verità iniziata in IBM negli anni ’60 (si potrebbe parlare di evoluzione parallela o convergenza evolutiva) con la tecnologia C4 e poi ripresa da molti e con molte differenze o semplici sfumature, fino ai giorni nostri. Tecnologia multi chip La tecnologia multichip è un altro approccio sviluppato per ottenere buone prestazioni a costi contenuti. A differenza della tecnologia single chip che vede un singolo IC posizionato all’interno del package, la tecnologia 28 PCB giugno 2011 - - multichip prevede duo o più IC alloggiati all’interno di un package comune: MultiChip Modules (MCM), contenente fino a 10 IC con la possibile presenza di componenti discreti; MultiChip Packages (MCP), è una versione ridotta del precedente, contiene da 2 a 6 IC; System-in-Package (SiP), si tratta di un multichip in cui c’è la presenza, in funzione dell’utilizzo, di digitale e analogica, potenza e radiofrequenza, su un substrato dal costo contenuto; System-on-Package (SOP), pone un intero sistema sul singolo chipsize package. Quando la soluzione a singolo chip non consente di ottenere le prestazioni desiderate, il ricorso allo stacked package permette di risparmiare spazio sul substrato. Questa soluzione ha dimostrato un miglior comportamento sotto il profilo elettrico rispetto alle soluzioni multichip bidimensionali, ma risente del problema della dissipazione termica, ragion per cui l’utilizzo predominante è a livello di memorie. Anche in questo caso sono state sviluppate diverse soluzioni, per esempio nel package QFP sono stati inseriti die in configurazione stacked ponendone uno sul lato top del leadframe e uno sul lato bottom. Nei package BGA si possono racchiudere due o più dice posizionati uno sull’altro e collegati tra loro o con il substrato intermedio (interposer). In alternativa la connessione può avvenire con tecnica flip chip o essere un misto col wire bonding. Utilizzata per addensare un mix di circuiti logici e di memoria, la Folded Stack Chip Scale Package è la tecnologia che permette di realizzare lo stacking dei dice su substrato flessibile, ripiegando il tutto su se stesso anche più volte, ricavandone una soluzione che consente di impacchettare in poco spazio una notevole quantità di logica e di memoria. ▶ speciale - Tecnologie di packaging Land Grid Array (LGA) package Il package LGA riduce l’altezza del componente perché elimina lo stand-off associato alle ball proprie delle configurazioni BGA. I giunti di saldatura che ne conseguono sono quindi molto più sottili e questo favorisce anche la dissipazione termica del componente di Davide Oltolina I componenti LGA appartengono alla famiglia degli area array le cui connessioni di secondo livello, dal package al pcb, sono costituite da una griglia di superfici saldabili il cui layout è del tutto simile a quello dei BGA, ma senza la presenza delle classiche sfere di interconnessione. Le superfici saldabili si trovano sul lato bottom del componente e la loro geometria spesso include, accanto 30 PCB giugno 2011 alle piazzole per la trasmissione del segnale, un’area di grande dimensione dedicata alla connessione di ground o alla dissipazione termica. I substrati utilizzati per ospitare il circuito in silicio possono essere in ceramica o in laminato organico caratterizzato da un alto Tg e capace di ospitare connessioni ad alta densità (HDI). I componenti LGA, almeno quanto i BGA, hanno mostrato un buon grado di tolleranza nei confronti del disallineamento delle piazzole; durante la rifusione ambedue i package mostrano una capacità di autoallineamento sia in X che in Y, ma anche nel caso della rotazione. Se le migliori prestazioni di autoallineamento sono state riscontrate con la presenza della griglia di piazzole, la situazione peggiora con quei componenti che hanno griglie irregolari e grosse aree di ground, dove necessita ritornare alla tradizionale attenzione e precisione di piazzamento. Confrontando il package LGA col classico BGA emergono i seguenti benefici: - viene eliminato il rischio di ricevere componenti a cui manchino alcune sfere o che queste possano essere danneggiate; - lo stand-off è minore mancando le ball, questo consente un più ampio margine operativo nell’adottare soluzioni di dissipazione termica (heat sink), ma è anche un’ottima soluzione quando lo spazio nel dispositivo finale è ridotto; - la connessione è semplificata, dando una maggiore affidabilità nei confronti del risultato ottenuto al termine del processo di assemblaggio; - la durata e l’affidabilità meccanica del package LGA è superiore a quella del BGA che normalmente non è sottoposto all’underfilling; - i componenti LGA possono essere utilizzati sia nei processi in cui si usano leghe contenenti piombo che in processi con leghe LF; sottostanno inoltre alle stesse regole di assemblaggio dei BGA. Il componente deve comunque essere gestito in accordo con le migliori procedure ESD e MSD per evitare di causare problemi sia durante le comuni operazioni di handling che in fase di rifusione. Dentro e fuori dal package Fisicamente la struttura è comunemente costituita da un substrato organico su cui è presente il pattern circuitale. Il semiconduttore è montato sul substrato con cui è connesso con tecnologia flip chip o wire bonding. Il substrato può ospitare anche componenti passivi come resistenze, capacità, induttanze e filtri. Il tutto è poi incapsulato con l’operazione di molding (ad esempio in resina epossidica) per fornire al semiconduttore la necessaria protezione meccanica e ambientale. Il coefficiente di espansione termica del substrato del componente è di circa 16 ppm/°C e risulta molto prossimo a quello dei pcb che normalmente spazia da 16 a 22 ppm/°C. Il CTE della resina di incapsulamento è intorno ai 9 ppm/°C mentre il suo Tg si aggira sui 150 °C. Le interconnessioni a livello di scheda sono realizzate con giunti di 32 PCB giugno 2011 saldatura generati dall’applicazione della pasta saldante sui pad del pcb, in corrispondenza dei quali si trovano poi le piazzole del componente LGA. Il risultato è quello di un basso profilo di stand-off, approssimativamente compreso tra 0,06 e 0,1 mm, in funzione del volume depositato in fase di serigrafia. La finitura delle piazzole sul componente è di 0,1 μm e fino a 0,9 μm di rivestimento d’oro electroless sopra nickel electroless. Al primo livello d’interconnessione (die to package), nel caso che si utilizzi la tecnologia flip chip lo spessore del rivestimento dei pad in oro arriva al massimo a 0,15 μm per passare a valori compresi tra 0,5 e 0,9 μm con la connessione wire bonding. Le piazzole del package, quelle per la connessione di secondo livello, hanno geometria rotonda, rettangolare o quadrata. Note di processo Lo stess che affligge i giunti di saldatura è influenzato dalle dimensioni degli spessori del package e del pcb. La raccomandazione dei costruttori di LGA è che lo spessore del pcb sia come minimo di 1 mm, valore al di sotto del quale aumenta notevolmente lo stress dei giunti. Nella pratica è stato notato che la presenza di micro-via non riempiti tanto sul pcb quanto sul package generano void nei giunti di saldatura. A livello di progettazione è bene tener presente che buoni risultati si ottengono quando il rapporto tra le piazzole del package e quelle del pcb rispettano la proporzione di 1:1. Non sembra, ai fini del processo di assemblaggio, così imperativa la scelta di una regolare per la deposizione del solder mask, che dipende dagli spazi disponibili o piuttosto è demandata alle aspettative di affidabilità del prodotto. L’utilizzo delle piazzole Solder Mask Defined (SMD) è consigliata quando l’affidabilità meccanica della piazzola concorre a salvaguardare il bene da cadute o colpi accidentali. Piazzole Non-Solder Mask Defined (NSMD) sono adatte nel caso in cui i giunti siano sottoposti ad affaticamento, dovuto per esempio a cicli termici; in questo caso si aumenta l’affidabilità delle saldature. L’area saldabile può essere indifferentemente rivestita con le comuni finiture superficiali tipo OSP, NiAu, etc. Il basso profilo di stand-off richiede che sia utilizzata una pasta noclean, appunto per evitare il lavaggio che potrebbe rivelarsi non efficace. In ogni caso al termine del processo di rifusione, del flussante non deve rimanere residuo, questo potrebbe voler dire un tempo di rifusione più lungo o una temperatura di picco più vicina al limite superiore della finestra di processo di quanto non sia normalmente. Presenza e ammontare di eventuali residui di flussante possono essere rilevati solamente con la rimozione meccanica del componente LGA. Nel controllo e messa a punto del processo di rifusione potrebbe essere di aiuto eseguire delle sezioni del componente che metterebbero a fuoco non solo l’eventuale presenza di residui, ma soprattutto la geometria dei giunti di saldatura. ▶ speciale - Tecnologie di packaging Quad flatpack no lead Quad flatpack no lead (QFN) e Small Outline No lead (SON o DFN: Dual side No Lead) sono package leadless le cui connessioni elettriche di I/O sono costituite da piazzole disposte perimetralmente sul lato bottom del componente di Dario Gozzi La struttura Q FN e SON sono dispositivi in package plastico con caratteristiche di dissipazione termica particolarmente buone. Utilizzando la convenzionale tecnologia del leadframe in rame; la loro caratteristica costruttiva li rende competitivi rispetto ai tradizionali componenti a pin, per il minor spazio richiesto sul pcb, per le migliori caratteristiche elettriche e di dissipazione termica e non ultimo sotto il profilo del costo. Il QFN ha le terminazioni disposte lungo i quattro lati del package, il SON (o DFN) le ha distribuite 34 PCB giugno 2011 lungo due lati. Possiedono una piazzola di maggiori dimensioni (die pad) il cui compito è quello di convogliare sul pcb il calore da dissipare. Il valore medio dell’impedenza termica di questa famiglia di componenti è circa la metà rispetto ai normali componenti provvisti di pin, prerogativa che li rende particolarmente adatti per le applicazioni ad alta potenza e ad alta frequenza (20–25 GHz). Sono disponibili in numerosi formati, che dipendono sostanzialmente dalla dimensione del die e dal numero degli I/O. Il lead frame è realizzato in rame, con l’adesivo vi si fissa il die che con tecnologia wire bonding (filo in oro dal diametro di 1 o 2 mil) è collegato elettricamente ai terminali di I/O del componente. Ci sono principalmente due tecniche per produrli: punch singulation e saw singulation. Nel primo caso sono singolarizzati da una sequenza lineare di dispositivi e nel secondo da una matrice. Al lato pratico la maggiore differenza che si può avere tra due package risiede nell’esposizione dei terminali, che possono essere liberi solo sulla superficie bottom del componente o essere esposti anche per lo spessore lungo i fianchi del componente. Pro e contro Tra i benefici funzionali offerti da questo package c’è la riduzione del fattore induttivo, la già citata dissipazione termica e il miglioramento delle caratteristiche elettriche delle interconnessioni. Strutturalmente occupa un’area ridotta e gode di un sottile profilo e di un bassissimo peso. Di contro alcuni plus costituiscono anche una difficoltà per quanto riguarda il processo di assemblaggio. La differenza tra la piccola area dei contatti e la più grande dimensione della piazzola termica, nei componenti di piccola dimensione come ad esempio per i DFN 3x3 mm, può provocare il galleggiamento del pad termico durante la rifusione e terminare con la mancanza di contatto sui pad di I/O a fine ciclo di saldatura. Per via delle buone caratteristiche di conduzione termica di questo package diventa difficile la sua rilavorazione; il flusso di aria calda può non essere sufficiente a rifondere la lega sottostante il thermal pad, ma può benissimo causare problemi all’intorno del componente. Non c’è spazio per la punta del saldatore per lavorare sulle aree di contatto, se non nel caso in cui ci sia l’esposizione della piazzola sul fianco del componente, ma comunque il giunto non sarebbe affidabile. La geometria del solder mask Uno dei fattori principali da considerare nel loro utilizzo è costituito dalla geometria delle piazzole sul pcb. Premesso che a livello di processo sottostanno alle normali pratiche di serigrafia e rifusione utilizzate comunemente nei processi SMT, la bontà della tenuta meccanica e della dissipazione termica è in funzione dei giunti di saldatura realizzati. Ci sono due tipi di geometria per le piazzole: - Solder Mask Defined (SMD) in cui le aperture nel solder mask sono più piccole delle piazzole; - Non-Solder Masl Defined (NSMD) in cui le aperture nel solder mask sono di dimensione maggiore rispetto alle piazzole. Sebbene ci sia chi propende per la prima e chi per la seconda, di massima sono ambedue accettate per l’utilizzo dei QFN. Tendenzialmente la soluzione NSMD è preferita in quanto la definizione del rame è più controllabile rispetto a quella del solder; inoltre in questo caso il solder mask favorisce il contenimento del deposito di pasta all’interno della sua apertura. Ultimo, ma non meno importante, durante la rifusione la lega ha modo di ancorarsi anche sui bordi della piazzola, fattore che, ampliando l’area di bagnabilità, irrobustisce ulteriormente il giunto di saldatura. La soluzione SMD è invece utilizzata senza problemi sul thermal land, la piazzola di maggiori dimensioni adibita alla trasmissione del calore. Nella geometria NSMD le aperture nel solder mask dovrebbero essere da 120 a 150 µm maggiori rispetto alla dimensione della piazzola, designando da 60 a 75 µm di libertà tra la fine del primo e l’inizio della seconda. Il problema si pone con i componenti fine pitch. Nel caso di piazzole da 0,25 mm con passo 0,4 mm, diventa difficile non solo mantenere uno spazio tra solder e piazzola, ma addirittura inserire del solder mask di isolamento tra una piazzola e l’altra. In questo caso si utilizza una singola apertura che abbraccia l’intera sequenza di pin su ogni lato. Serigrafia e giunti di saldatura La prima considerazione riguarda la planarità del pcb, che va attentamente tenuta sotto controllo perché potrebbe inficiare sulla formazione dei giunti sotto il QFN. I giunti di rifusione perimetrali al componente dovrebbero avere un’altezza compresa tra 50 e 75 µm e la loro corretta realizzazione è demandata alla buona costruzione dello stecil. Per passi di 0,5mm lo spessore dello stecil dovrebbe essere di 0,125 mm e le aperture dovrebbero essere in rapporto 1:1 con la dimensione delle piazzole. Scendendo con la dimensione del passo (ad esempio con passo 0,4 mm) le aperture devono essere leggermente ridotte per evitare la formazione dei corti. È consigliato l’utilizzo di pasta saldante no-clean di tipo 3 e dove possibile l’atmosfera inerte o il processo con vapor phase. Per questi giunti di saldatura la normativa non richiede particolari forme del filetto, ma solo il rispetto delle dimensioni di lunghezza, larghezza e dello spessore. Per la loro posizione e per la loro conformazione, questi giunti non sono facilmente ispezionabili se non col ricorso all’ispezione con raggi x. PCB giugno 2011 35 ▶ Tecnologie - Ricerca avanzata Soluzioni alternative Potenziali processi “low cost” in alternativa all’utilizzo del palladio come agente attivante nel processo di deposizione di rame electroless di L. Brandt, C. Jakob, L. Stam e D. Steinhäuser I l processo di deposizione del rame electroless in fori passanti rappresenta il passaggio più critico e importante nella finitura del circuito stampato. Le soluzioni basate su processi convenzionali contengono formaldeide come agente riducente standard. A causa della natura tossica della formaldeide si rende necessario l’utilizzo di un agente riducente a minor impatto ambientale che offra nello stesso tempo una maggiore sicu- 36 PCB giugno 2011 rezza operativa. Molti composti con caratterristiche riducenti sono stati proposti quali possibili sostituti della formaldeide; tra questi di particolare interesse, come si evince dalla letteratura specifica, sembra essere l’acido gliossilico in virtù della sua relativa sicurezza d’utilizzo. Un cambio dell’agente riducente può portare però ad un peggioramento nel rendimento del processo di attivazione, in quanto nessun metallo mostra buone caratterristiche catalizzanti durante l’ossidazione di tutti i possibili agenti riducenti coinvolti nel processo di deposizione electroless. In generale, i substrati vengono abitualmente catalizzati mediante assorbimento di palladio prima della finitura electroless. Nel presente articolo misure elettrochimiche sono state condotte allo scopo di ottenere informazioni circa l’attività catalitica del rame, dell’argento, del nickel e del palladio durante la reazione di ossidazione sia della formaldeide che dell’acidio gliossilico. La voltammetria ciclica offre a tal riguardo un ottimo strumento per la caratterizzazione della minore o maggiore attività catalitica dei suddetti metalli durante il processo ossidativo delle specie riducenti in esame. Metalli a maggior attività catalitica risultano ideali per una più effettiva attivazione del processo di finitura in rame electroless. Misure elettrochimiche hanno evidenziato come il palladio, tra tutti i metalli esaminati, non mostri la maggiore attività catalitica, il che rende lecito la ricerca di soluzioni economicamente più vantaggiose. Introduzione La finitura in rame electroless su substrati polimerici è uno dei processi chiave nella produzione di schede circuitali stampate. Il bagno standard per la deposizione di rame electroless è un processo stabile e autocatalitico che utilizza la formaldeide come agente riducente. Poiché la formaldeide è una sostanza cancerogena volatile, nuove soluzioni, come ad esempio l’acido gliossilico [3, 5], sono oggetto di studio e ricerca. Una modifica dell’agente riducente potrebbe altresì richiedere una modifica del processo di attivazione. In generale il pre-trattamento del substrato che precede il processo di finitura in rame electroless basato sull’uso di formaldeide utilizza un catalizzatore in palladio. Quest’ultimo non necessariamente rappresenta la migliore soluzione nei riguardi di tutti i possibili agenti riducenti. Durante il processo di deposizione di rame electroless Fig. 1 - “Volcano plot” per la reazione di sviluppo riveste un’importanza prima- di idrogeno ria quale combinazione tra catalizzatore e agente riducente risulti L’attività catalitica del metallo ha efficace per la reazione di riduzione un inpatto sull’ossidazione delle spedegli ioni rameici Cu+2 a rame metalcie riducenti e, di conseguenza, sulla deposizione dello strato di rame eleclico Cu0. troless. Il catalizzatore attivo dovrebbe esL’adeguamento del process di sere idealmente un metallo prezioso attivazione alla natura e proprità in modo da prevenire effetti di passidell’agente riducente é di primaria vazione. Il catalizzatore agisce infatti importanza per una resa ottimale delnel senso del trasferimento di eletla reazioni ossidative che hanno luogo troni dall’agente riducente agli ioni sul substrato cataliticamente attivato. rame. Scopo del presente articolo è stato Per un sistema di attivazione efficaquello di caratterizzare e determinace vengono richiesti sia la capacità di re l’attività catalitica di vari metalli trasferimento degli elettroni che l’abinell’ossidazione delle specie riducenti lità nell’assorbimento dei reagenti. presenti nel bagno. I risultati conseIl trasferimento di elettroni guiti dagli esperimenti effettuati posdall’agente riducente agli ioni rame sono offrire un ottimo strumento per deve avvenire sulla superficie, altrilo sviluppo e l’ottimizzazione dei promenti la deposizione del rame non ha cessi di attivazione durante la deposiluogo. Diversi metalli possono agire zione di rame electroless. come catalizzatori/attivatori nel proAl fine delle misurazioni, sono stati cesso di deposizione del rame electropresi in esame la formaldeide e l’acido less. In ogni caso, la scelta dell’attivagliossilico, il primo come agente stantore dovrebbe sempre essere effettuata dard di riduzione, il secondo come in relazione all’agente riducente utiagente riducente alternativo. lizzato. 38 PCB giugno 2011 Aspetti catalitici Dal punto di vista della catalizzazione, la reazione critica per la deposizione electroless è l’ossidazione dell’agente riducente sul materiale di base catalizzato. Durante il processo di ossidazione i colloidi attivi vengono assorbiti sulla superficie del substrato e agiscono come catalizzatori. Essi funzionano garantendo un percorso di reazione alternativo a bassa energia di attivazione. Nelle fasi iniziali del processo di deposizione il catalizzatore funge da sito anodico, sul quale il riducente può venire assorbito ed ossidato. Gli elettroni rilasciati a seguito dellàossidazione del riducente si muovono attraverso il metallo e permettono la riduzione degli ioni rame. Le particelle catalitiche agiscono dunque come sistemi per il trasferimento di elettroni dall’agente riducente agli ioni metallo. Struttura e composizione del catalizzatore possono dunque influenzare il grado di deposizione e la cineticha di reazione [1]. La funzione di un catalizzatore eterogeneo è quella di assorbire il reagente o l’intermediario e di trasformarlo in una specie che possa più facilmente reagire nel modo desiderato; In tal senso l’ossidazione dell’agente riducente dipende dalla fase di attivazione. La relazione tra ossidazione del riducente ed assorbimento catalitico dell’attivatore viene descritta dai cosiddetti “Volcano plots” (vedi Fig. 1). Nel diagramma “Volcano plots” rappresentato in Fig. 1 la densità di corrente di scambio j0 per la reazione di sviluppo di idrogeno é riportata in funzione dell’energia di legame metalloidrogeno su differenti elettrodi. e-cube worldwide – now with 25 new sales and service points We move electronics www.e-cube.info Il diagramma in Fig.1 indica quale metallo assicura una migliore attività catalitica in relazione alla reazione del reagente. La deposizione di rame electroless richiede l’ossidazione dell’agente riducente sul catalizzatore affinché gli elettroni rilasciati possano essere utilizzati nella riduzione del rame. La sperimentazione Fig. 2 - Curve di polarizzazione dell’acido gliossilico su differenti metalli Il grado di reversibilità delle reazioni chimiche rappresentate aumenta all’aumentare della corrente di scambio. Inoltre l’intensità dell’energia dei legami metallo-idrogeno può influenzare il grado di reazione. Se tale livello energetico è molto basso il grado di assorbimento sarà molto basso; l’entità del legame tra le molecole assorbite e la superficie cataliticamente attiva risulterà quindi debole. All’aumentare dell’energia di legame le specie assorbite subiscono una modifica e vengono attivate. L’assorbimento superficiale si avvicina così alla saturazione. Se l’energia di legame diviene troppo alta le specie assorbite aderiscono alla superficie avvelenandola; quindi il grado di reazione non é una funzione lineare dell’energia di assorbimento. L’energia di assorbimento deve essere sufficiente per attrarre il reagente verso la superficie ma, nel contempo, di entità non eccessiva affinché il prodotto di reazione possa essere desorbito nella soluzione. Il miglior catalizzatore è quello che garantisce un aumento intermedio del valore energetico di assorbimento: in questo modo ha luogo una rilevante attività catalitica del metallo insieme ad un’alta densità di corrente di scambio. Fig. 3 - Curve di polarizzazione della formaldeide su differenti metalli 40 PCB giugno 2011 Il processo di attivazione basato sull’utilizzo del palladio quale catalizzatore costituisce lo stato dell’arte nei bagni di rame electroless contenenti formaldeide. Allo scopo di vautare l’attività catalitica dei vari metalli, l’ossidazione degli agenti riducenti è oggetto di studio tramite tecniche elettrochimiche particolari. In tal modo si rende possibile valutare, ad esempio, se il palladio sia il catalizzatore ideale per l’ossidazione della formaldeide e quali metalli possano presentare efficienti caratteristiche catalizzanti per l’ossidazione dell’acido gliossilico. Metalli come il rame (Cu), il nickel (Ni), l’argento (Ag) ed il palladio (Pd) sono materiali idonei come elettrodi. Ogni metallo presenta una sua specifica attività catalitica in relazione all’ossidazione dell’agente riducente presente nel bagno di rame. La reazione di ossidazione delle specie riducenti - formaldeide e acido gliossilico - è stata esaminata per mezzo della voltammetria ciclica (CV). La voltammetria ciclica rappresenta un tipo di misurazione elettrochimica potenziodinamica. Si tratta di un metodo diagnostico atto a determinare grado e meccanismo di una reazione chimica inplicante una fase di trasferimento elettronico. Il risultato delle misurazioni viene espresso sotto forma di curve potenziale-corrente dell’agente riducente (voltammogrammi ciclici). Gli esperimenti sono stati condotti in una cella elettrochimica a tre elettrodi, di cui l’elettrodo di lavoro è costituito da metalli come il Cu, l’Ag, il Ni e il Pd, l’elettrodo ausiliario dal Pd mentre l’elettrodo di riferimento da Ag/AgCl. Tutti gli esperimenti sono stati eseguiti in atmosfera protettiva di azoto a temperatura ambiente. Le curve corrente/potenziale sono state registrate a 5 mV/s e 50 mV/s (scan rate) grazie all’utilizzo di un potenziostato del tipo Autolab PG Stat 30 (Eco Chemie). La concentrazione della soluzione dell’agente riducente è stata fissata a 0,3 mol/l e il pH delle soluzioni è stato tamponato a 13,0 con idrossido di sodio. Fig. 4 - “Volcano plot”: valori di corrente di ossidazione di HCHO Risultati e discussioni Curve voltammetriche sono state registrate per la reazione anodica delle soluzioni di formaldeide ed acido gliossilico su diversi metalli (vedi Figg. 2 e 3). Tali curve di polarizzazione indicano un differente grado di ossidazione dei due agenti riducenti su ogni elettrodo. La massima ossidazione dell’agente riducente può essere messa in relazione alla massima densità di corrente j registrata. L’ossidazione dell’acido gliossilico sull’elettrodo di Ag è avvenuta ad una massima densità di corrente di 0,008 A/cm2, mentre l’ossidazione della formaldeide, sempre su tale elettrodo, a 0,016 A/cm2; ne consegue che la densità di corrente durante l’ossidazione della formaldeide risulta il doppio rispetto a quella dell’acido gliossilico in identiche condizioni di test. Inoltre si può notare come entrambi gli agenti riducenti reagiscano in maniera differente sui vari metalli e 42 PCB giugno 2011 come il valore di densità di corrente decresca nel seguente ordine: Ag, Cu, Pd, Ni (per l’acido gliossilico) e Ag, Pd, Cu, Ni (per la formaldeide). In letteratura esiste un numero rilevante di dati circa l’attività elettroca- talitica dei vari metalli durante l’ossidazione della formaldeide (vedi Fig. 4 e 5) [5]. Esiste una correlazione fra le attività catalitiche riportate nel diagramma “Volcano plot” e quelle derivanti dalle curve di polarizzazione. Nel diagramma “Volcano plot” di Fig. 4, il valore normalizzato del picco di corrente durante ossidazione della formaldeide è riportato in funzione dell’entalpia di formazione del sale metallico dell’acido formico (formiato). L’argento e il palladio risultano essere i migliori catalizzatori per l’alta densità di corrente di scambio e per l’elevata cinetica del processo di assorbimento. Metalli con tali caratteristiche si collocano nella parte superiore del diagramma “Volcano plot”. Il rame e il nickel si trovano invece nella parte inferiore del diagramma esibendo una bassa densità di corrente ed un’alta entalpia di assorbimento. Durante l’ossidazione della formaldeide viene formato il formiato metallico come prodotto di reazione intermedio, il quale viene fortemente Fig. 5 - Attività catalitica di vari metalli per l’ossidazione di differenti riducenti (misure di potenziale a 10-4 A/cm²) Linea sensori Linee automatiche per la produzione di sensori, circuiti microelettronici, solar cell. Carico automatico, serigrafica con allineamento ottico, ispezione post-print, forno, scarico automatico. Linea laser Linea Xcel Lasers per il trimming, marking e taglio. Serigrafiche Cella di lavoro per dispensazione, ink-jet, spraying, assemblaggi, ispezione ottica, conformal coating e altre applicazioni custom. Fino a 5 assi, movimentazione veloce, ripetibilità < 5 microns. Linee Roll-to-Roll Screen/stencil printer per SMT, film spesso, LTCC e celle solari. Allineamento ottico, meccanica di altissima precisione, risoluzione di 2 microns. Linee Roll-to Roll per depositi serigrafici ed ink-jet su circuiti flessibili AUREL AUTOMATION S.p.A. - Via Foro dei Tigli, 4 - 47015 Modigliana (FC) Tel. 0546 94.11.24 - Fax 0546 94.16.60 - [email protected] www.aurelautomation.com assorbito sulla superficie del rame o del nickel e non può essere desorbito. Il risultato è una inibizione della superficie catalitica nei confronti dell’ulteriore ossidazione della formaldeide. L’analisi del diagramma “Volcano plot” mostra lo stesso ordine di metalli evinto dai voltagrammi ciclici per l’ossidazione della formaldeide, e cioè nell’ordine decrescente: argento, palladio, rame e nickel. Nella scelta di un sistema di attivazione ideale per la deposizione del rame electroless devono essere tenute in considerazione densità di corrente estremamente basse. La reazione di ossidazione dell’agente riducente sulla superficie catalitica non procede al massimo picco di corrente bensì nei pressi del potenziale misto. Il potenziale misto, determinato da due curve di polarizzazione associate rispettivamente ai processi anodici e catodici, può essere associato a basse densità di corrente, quali ad esempio j = 10-4 A/cm2. Nel campo delle basse densità di corrente l’ordine dei metalli cataliticamente attivi può cambiare rispetto all’ordine che considera il massimo picco di densità di corrente. Questo è il motivo per cui la reazione che determina il grado di reazione complessivo può essere differente. Nella letteratura [5] il comportamento di polarizzazione di un certo numero di agenti riducenti su una varietà di elettrodi solidi è stato oggetto di studio. La Fig. 5 mostra i potenziali di vari metalli durante l’ossidazione di diverse specie riducenti ad una densità di corrente constante di 10-4 A/cm2. I potenziali sono messi in relazione al potenziale Er di ossidoriduzione standard di ogni agente riducente. Er ha un valore molto negativo, spesso più negativo del potenziale misto. L’attività catalitica aumenta in genere passando da valori di potenziale alti a valori bassi. 44 PCB giugno 2011 Fig. 6 - Curva di polarizzazione forma aldeide Di conseguenza, un metallo possiede una maggiore attività catalitica quanto più il valore del suo potenziale si avvicina al valore di Er. Considerando la termodinamica del processo di deposizione del rame, esso viene favorito da valori negativi di potenziale. Come si può notare in Fig. 5, il rame, a basse densità di corrente, è il più attivo nel catalitzzare l’ossidazione della formaldeide, seguito dall’argento, dal palladio e dal nickel. Quest’ordine è diverso da quello stabilito in base al diagramma “volcano plot” che ri- guarda le alte densità di corrente. Dal punto di vista elettrochimico il rame dovrebbe essere un eccellente attivatore per il suo potenziale negativo, il quale si avvicina al valore dell’Er della formaldeide. Per poter paragonare l’attività catalitica dei metalli secondo l’ordine trovato in letteratura (Fig. 5) con quella sperimentalmente determinata nel presente lavoro tramite i voltammogrammi ciclici, i potenziali devono essere considerati alla medesima densità di corrente di j = 10-4 A/cm2 (vedi Fig. 6). Fig. 7 - Curva di polarizzazione dell’acido gliossilico www.spea.com [email protected] NZT 2.0 Nodal Impedance Test -80% Test sul tempo di test 100% delle aree non contattabili copertura guasti per tester SPEA a sonde mobili SPEA NZT 2.0 è una tecnica di test sviluppata interamente da SPEA per ridurre anche dell’80% i tempi di test delle schede elettroniche, garantendo il 100% di copertura dei cortocircuiti e individuando i guasti latenti e non rilevabili attraverso il solo collaudo in-circuit, anche sulle aree non contattabili della scheda. SPEA NZT 2.0 è il risultato di oltre 10 anni di innovazione e ricerca da parte di SPEA, per offrire ancora più accuratezza e stabilità di misura, velocità di test, e una piena ottimizzazione dei tempi di collaudo, grazie alla combinazione di test NZT e in-circuit. Trovaci su Tabella 1 - Ordine delle attività catalitiche a diverse densità di corrente Letteratura (teoria) Curve di polarizzazione (dati sperimentali) formaldeide formaldeide acido gliossilico jmax Ag, Pd, Cu, Ni Ag, Pd, Cu, Ni Ag, Cu Pd, Ni jlow Cu, Ag, Pd, Ni Cu, Ag, Pd, Ni Cu, Ni, Ag, Pd Relativamente all’ossidazione della formaldeide, a basse densità di corrente l’ordine dei metalli osservato nei voltammogrammi è identico a quello descritto nella letteratura: il rame possiede la maggiore attività catalitica seguito da argento, palladio e nickel. Il potenziale del rame è più prossimo al livello del potenziale redox della formaldeide, così come già descritto in letteratura. Ciò significa che il rame è un potenziale catalizzatore per la deposizione del rame electroless. A dispetto delle aspettative il palladio non mostra un’alta attività catalizzante, così come sarebbe da aspettarsi da un buon attivatore durante la deposizione di rame electroless in bagni contenenti formaldeide come agente riducente. La stessa procedura di analisi dei voltammogrammi ciclici è stata eseguita per il meno diffuso acido gliossilico. Note [1] Lee, “Synthesis of Highly Active Ag/Pd Nanorings for Activating Electroless Cu Deposition”, in Journal of the Electronic Society, 156, (9), 2009. [2] Holze, Leitfaden der Elektrochemie, Teubner, 1998. [3] Christensen, Techniques and Mechanisms in Electrochemistry, Blackhie Acad., 1994. [4] Bard, Electrochemical Methods, 1980. [5] Mallory, Electroless Plating, 1985. [6] Inoue, “Evaluation of Tin-Copper Mixed Catalyst for Replacement of Tin-Palladium Mixed Catalyst for Electroless Plating”, in Surface Technologies, Vol. 59 (9), 2008. 46 PCB giugno 2011 A basse densità di corrente, l’ordine delle attività catalitiche dei metalli è praticamente lo stesso di quello per l’ossidazione della formaldeide: rame, nickel, argento e palladio (vedi Fig. 7; Tabella 1). A densità di corrente di j = 10-4 A/cm2 il valore del potenziale per l’ossidazione dell’acido gliossilico sul rame è in assoluto il più negativo. Ciò indica che il rame è il metallo più attivo nell’ossidazione catalitica dell’acido gliossilico. Così come per le soluzioni di rame electroless basate sull’uso di formaldeide, il rame è anche un potenziale catalizzatore per le soluzioni basate sull’uso di acido gliossilico, e ciò a causa della sua alta attività catalitica. Il nickel e l’argento lo seguono a distanza ravvicinata. Sulla base delle prove effettuate e dei dati raccolti il palladio presenta l’attività catalitica più bassa. In ogni caso il valore di potenziale di -0,48 V misurato sull’electrodo di riferimento Ag/AgCl nel momento in cui ha inizio l’ossidazione dell’acido gliossilico sull’elettrodo di palladio, può essere considerato ancora accettabile per una buona attivazione. Anche l’esperienza pratica dimostra come l’attività del palladio sia abbastanza alta per la deposizione del rame electroless in bagni contenenti acido gliossilico come agente riducente. Conclusioni La ciclovoltammetria costituisce un metodo appropriato nella determinazione dell’attività catalitica dei metalli nei confronti della reazione di ossidazione di diversi agenti riducenti. I dati disponibili in letteratura sull’ossidazione della formaldeide possono essere facilmente riprodotti tramite la misura delle curve di polarizzazione. Applicando questa procedura d’analisi ad agenti riducenti non propiamente convenzionali, quali, ad esempio, l’acido gliossilico, è possibile determinare l’attività catalitica di vari metalli per l’ossidazione di agenti riducenti differenti. Il presente studio dimostra come ulteriori miglioramenti nei processi di deposizione di rame electroless possano essere resi possibili con una procedura di attivazione alternativa al palladio che possieda una più alta attività catalitica. L’attività catalitica del rame, dell’argento od anche del nickel in presenza di acido gliossilico utilizzato come agente riducente è più alta di quella del palladio; pertanto questi materiali sono da considerare, almeno dal punto di vista elettrochimico, potenziali catalizzatori per la deposizione del rame electroless. Nell’ottica della valutazione devono comunque essere considerati diversi aspetti. Un attivatore a base di rame presenta scarse performance a causa di fenomeni di ossidazione ed instabilità. Nella pratica, ad oggi, sistemi d’attivazione a base di rame non hanno trovato particolare riscontro tecnico e commerciale [6]. Sebbene il palladio non sia cataliticamente il metallo più attivo, al momento rappresenta la scelta universale ed obbligata come catalizzatore per la fase di iniziazione del processo di deposizione del rame electroless, e ciò per la sua resistenza alla dissoluzione e all’ossidazione. In ogni caso molto lavoro di ricerca e sviluppo deve essere ancora effettuato al fine di stabilire un nuovo sistema attivante come alternativa al palladio. 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Successivamente, questo stadio di pianificazione può richiedere un livello di intervento più minuzioso, al fine di assicurare le priorità necessarie per altri segnali. L’esempio mostrato in Fig. 8 si riferisce ad una pianificazione già condotta successivamente alla disposizione dei componenti. Per questo bus, è necessario pianificare nel dettaglio i percorsi di diciassette bit, il cui flusso è strutturato secondo uno schema abbastanza ordinato. Per pianificare questo bus, il progettista del pcb tiene in considerazione l’ostacolo presente, le regole dei diversi 48 PCB giugno 2011 seconda e ultima parte strati e tutti gli altri vincoli significativi. Sulla base di questi input, egli decide di pianificare la seguente soluzione topologica, illustrata in Fig. 9. Nella Fig. 9, l’area di dettaglio “1” specifica la pianificazione definita per raccogliere, sullo strato superiore “rosso”, i segnali dai piedini del componente e convogliarli sul percorso topologico illustrato nel dettaglio “2”. Ciò viene effettuato mediante un’area ”non impacchettata” per la quale viene però imposto uno sbroglio complanare, che utilizzi solo lo strato 1. Questa scelta, che può sembrare ovvia in questa situazione di progetto, imporrà all’algoritmo di sbroglio di utilizzare lo strato superficiale per connettere al percorso topologico rosso. Tuttavia, in altre situazioni, la presenza di ostacoli potrebbe suggerire di imporre all’algoritmo differenti vincoli di uso degli strati per procedere allo sbroglio di una particolare sezione di bus. Dopo aver riunito le tracce in un percorso a pacchetto sullo strato 1, il progettista pianifica (v. dettaglio “3”) una transizione verso lo strato 3, sul quale far coprire al bus il lungo percorso per attraversare il pcb. Si può notare come questo percorso topologico sullo strato 3 sia più largo di quello sullo strato superiore – viene infatti tenuto debito conto dello maggiori esigenze di spazio necessarie per controllare l’impedenza. Inoltre, il progetto ha anche identificato l’esatta posizione dei passaggi di strato – le 17 via. Il percorso topologico scende quindi lungo il lato destro della Fig. 9, dopodiché, in corrispondenza del dettaglio “4”, si rendono necessarie numerose giunzioni a T, ciascuna di un singolo bit, per estrarre dal percorso principale le connessioni verso i diversi piedini del componente. Il progettista in questo caso ha preferito mantenere la maggior parte del flusso di connessione sullo strato 3, operando man mano delle fughe verso altri strati per le connessioni ai pin del componente. Per fare ciò, ha disegnato un’area topologica in cui sono indicate le connessioni che abbandonano il percorso principale per lo strato 4 (rosa), sul quale vengono effettuate le giunzioni a T dei singoli bit verso lo strato 2, dal quale infine tramite ulteriori via vanno a connettersi ai piedini del dispositivo. Successivamente il percorso topologico continua, sempre sullo strato 3, fino all’area del dettaglio “5”, utilizzata per collegarsi al componente attivo. Queste connessioni, dopo aver raggiunto i piedini del dispositivo, proseguono fino a delle resistenze di pulldown disposte appena sotto al componente. Il progettista utilizza un’altra area topologica per specificare le connessioni dallo strato 3 allo strato 1, sul quale giacciono i pin sia del dispositivo attivo che delle resistenze di pull-down. Per effettuare la pianificazione di dettaglio appena descritta sono necessari circa 30 secondi. Dopo aver acquisito il piano corrispondente, il progettista può procedere immediatamente con il suo sbroglio, oppure può scegliere di continuare con la creazione di ulteriori panificazioni topologiche e successivamente effettuare lo sbroglio automatico di tutti i piani in un’unica passata. L’esecuzione dello sbroglio automatico di questo piano impiega meno di 10 secondi. Tuttavia questa velocità non sarebbe affatto significativa, ed anzi rappresenterebbe solo uno spreco di tempo, se i risultati non fossero di buona qualità, ovvero non rispec- Fig. 8 - Le net line di questo bus derivano da una pianificazione topologica di priorità superiore, subordinata alla disposizione dei componenti. Per disporre di questo bus verrà quindi creato un piano topologico che non comporti modifiche nella posizione dei componenti chiassero pienamente l’intento del progettista. Lo verificheremo mediante le figure seguenti, che illustrano i risultati dell’attività di sbroglio automatico. Routing Topologico Partendo da sinistra, si può verificare come tutte le connessioni create a partire dai pin del componente rispettino l’intento espresso dal progettista, rimanendo sullo strato 1 e raggruppandosi in una struttura compatta di bus a pacchetto, come mostrato nella Fig. 10, dettagli “1” e “2”. Il dettaglio “3” mostra invece come è stata realizzata la transizione dallo strato 1 allo strato 3, utilizzando una disposizione compatta ed efficiente delle via. Come già evidenziato, le problematiche di impedenza sono state evitate realizzando tracce più larghe e maggiormente separate, chiaramente distinguibili grazie alla visualizzazione dei percorsi con le loro larghezze reali. In Fig. 11, il dettaglio “4” mostra come il percorso topologico si allarghi laddove è necessario realizzare delle via per poter effettuare le giunzioni a T dei singoli bit. Anche in questo caso il piano è stato implementato nel rispetto dell’intento del progettista, con le giunzioni a T di singoli bit che escono dal flusso principale saltando dallo strato 3 allo strato 4. Inoltre, si può anche notare Fig. 9 - Il risultato della pianificazione del bus come sullo strato 3 le tracce rimangano il più compatte possibile, riavvicinandosi rapidamente subito dopo essersi aperte per aggirare una via. La Fig. 12, infine, mostra il risultato dello sbroglio automatico per il dettaglio “5”. Le connessioni al componente attivo richiedono una transizione dallo strato 3 allo strato 1. Le via sono state disposte ben allineate al di sopra dei pin del componente, mentre sullo strato 1 le tracce si connettono prima ai piedini del componente per poi proseguire fino alle resistenze di pull-down. Riepilogando, in questo esempio è stato pianificato in dettaglio il percorso di 17 bit per connettere 4 distinte tipologie di componenti, nel rispetto dell’intento del progettista in termini di strati e di flusso. Il tutto è stato definito in circa 30 secondi e seguito da uno sbroglio automatico di elevata qualità, per l’esecuzione del quale sono stati necessari 10 ulteriori secondi. Elevando il livello di astrazione dalla disposizione delle tracce alla pianificazione topologica, il tempo totale di realizzazione delle interconnessioni è stato drasticamente ridotto, ma non solo: ancor prima che venga avviata la disposizione delle interconnessioni, c’è già una chiara e reale comprensione delle densità in gioco e delle probabilità di realizzazione del progetto. Forti di questa consapevolezza, è lecito chiedersi: PCB giugno 2011 49 Fig. 10 - Il risultato dello sbroglio topologico, con i dettagli 1, 2 e 3 spiegati di seguito perché continuare a disporre le tracce in questa fase del progetto? Perché non continuare invece a pianificare i percorsi, e risolvere le tracce più avanti, dopo aver completato una pianificazione topologica completa? Se si considera l’esempio appena descritto, l’astrazione della pianificazione consente di lavorare con un singolo piano invece che con 17 net distinte, ognuna composta di numerosi segmenti e svariate via. Valorizzare la IP (Intellectual Property) della pianificazione topologica Oggi, quindi, i progettisti riescono a individuare, mettere a punto e catturare, formalizzandoli, i principali schemi di disposizione dei componenti e le principali topologie delle strutture di bus. Possono determinare che tali tipologie di bus rispettano i criteri per applicazioni a elevata velocità, utilizzano gli strati nel modo corretto, hanno le dimensioni fisiche che ne permettano il routing, ecc. Il piano che le definisce fa ora parte del database di progetto, sotto forma di IP acquisita. Abbiamo dunque ora l’opportunità di trarre pieno vantaggio dalla velocità di un router auto- Fig. 11 - Il risultato dello sbroglio topologico, con il dettaglio 4 spiegato di seguito matico, e sollevare il progettista da una parte tediosa del proprio lavoro, lasciandogli quindi più tempo da dedicare ad attività maggiormente creative. Mentor Graphics ha implementato la seconda parte di questo processo mediante un router topologico, denominato per l’appunto Topology Router, capace di seguire le direttive del piano acquisito, realizzando comunque lo sbroglio con la velocità di un router automatico. La Fig. 13b mostra il risultato dell’attività del Topology Router nello sbroglio di un piano acquisito mediante il Topology Planner (Fig. 13a). Sia il piano che l’effettivo sbroglio vengono memorizzati, sotto forma di PI, all’interno del database di progetto. Il famigerato ECO Immaginiamo ora di aver terminato il nostro pcb, perfettamente funzionante: inevitabilmente, ecco che arriva il temuto ECO (Engineering Change Order), la modifica di progetto. Ma ora, siccome sia il piano topologico che lo sbroglio effettivo sono memorizzati nel database di progetto, il progettista può semplicemente cancellare il bus modificato, correggere il piano e rieseguire lo Fig. 12 - Il risultato dello sbroglio topologico, con il dettaglio 5 spiegato di seguito 50 PCB giugno 2011 sbroglio automatico del bus ritoccato. Viene quindi completamente eliminata la necessità di “ritracciare” manualmente il bus, con un prezioso risparmio di tempo nel ciclo di sviluppo e con un netto miglioramento della produttività del progettista. Consideriamo ad esempio il caso di un progetto contenente un FPGA il cui pin-out non sia stato ancora finalizzato. L’ingegnere progettista ha comunicato questo impedimento ai progettisti del pcb ma, a causa dei comuni vincoli di tempo per le scadenze ravvicinate, questi ultimi hanno la necessità di sviluppare comunque il progetto il più possibile, anche prima della finalizzazione del pin-out dell’FPGA. Intanto che l’ingegnere progettista procede al completamento del proprio piano, i progettisti del pcb, lavorando sulla scorta della piedinatura non definitiva già nota, iniziano comunque a pianificare la gestione dello spazio intorno all’FPGA, ponendo particolare attenzione alle vie di fuga dagli altri componenti verso l’FPGA. Il piano iniziale prevedeva che l’IO fosse disposto lungo il lato destro dell’FPGA, ma nella soluzione definitiva esso è invece posizionato sul lato sinistro. Il pin-out si è quindi rivelato completamente diverso da quanto inizialmente pianificato. Tuttavia, lavorando ad un livello superiore di astrazione, il progettista ha potuto evitare il costo legato allo spostamento manuale, una per una, di tutte le altre tracce che correvano in prossimità dell’FGPA, per far posto alle necessarie modifiche locali. Ha potuto invece modificare i percorsi topologici nel loro insieme. Valvole a coclea per la dosatura volumetrica di paste di saldatura. Robot per saldatura automatica La camera del fluido e la vite sono usa e getta Adesivi Delo per l’industria elettronica Adesivi UV Adesivi Conduttivi ResineEposidiche Maschere temporanee per saldatura Paste SMT per la saldatura senza a difetti > Tutte le leghe con e senza piombo nella formulazione, RMA – NC – WS. > Confezionamento in siringa, cartuccia, barattolo, proflow®. > Formulazioni per dosatura e serigrafia. Pasta sintetica senza odore. Lattice di gomma naturale. Flussanti per saldatura > Liquidi in pasta. Termoconduttori senza silicone > No Clean e VOC free. Per componenti elettronici che producono elevate temperature. Leghe in filo > Con e senza Pb. > Con 5 anime e diversi flussanti. ® Punte lunga durata per saldatori elettrici di ogni marca: Weller® - Pace® - Hakko® - Hexacon® - Etneo® - Ok ind.® Accessori per lavorazioni elettroniche. Plato Shear® Microcesoie Punte per saldatura e dissaldatura Punte per Weller WSP 80® Prodotti per la manutenzione e la pulizia Treccie dissaldanti Pozzetti termoregolati Oltre 600 prodotti, per la protezione, la pulizia, il coating, la lubrificazione. Tuttavia, l’impatto della modifica non ricade solo intorno all’FPGA; il nuovo pin-out produce un effetto anche sulle vie di accesso ai singoli piedini del componente stesso. Per riuscire a ridisporre il ventaglio di tracce complanari che fanno confluire i segnali verso il bus, è stato necessario spostare anche l’estremità del percorso topologico; diversamente, si sarebbe reso indispensabile un accavallamento di alcune tracce, con uno spreco di prezioso spazio su un pcb piuttosto denso. L’inversione dei bit avrebbe richiesto dello spazio addizionale per delle tracce ed alcune via, una esigenza complicata da soddisfare nelle fasi finali del progetto. Se i tempi stringono, il lavoro necessario per apportare le dovute correzioni a tutte le tracce coinvolte potrebbe essere inaccettabile. In sostanza: lavorando ad un livello di astrazione superiore, come permesso dalla pianificazione topologica, è molto più semplice gestire e soddisfare gli onnipresenti ECO. Un algoritmo di sbroglio automatico pensato per seguire l’intento del progettista sa inoltre privilegiare la qualità del risultato rispetto alla quantità. Se viene identificato un problema qualitativo, piuttosto che creare uno sbroglio di qualità scadente, è meglio fallire una delle connessioni. Questo per due motivi. Anzitutto, perché è più semplice trovare una soluzione manuale per riallacciare una sin- gola connessione fallita piuttosto che ripulire numerosi percorsi di bassa qualità di tracce generate dallo sbroglio automatico. In secondo luogo, perché così viene comunque rispettato l’intento del progettista, rappresentato soprattutto dalla qualità della connessione da esso stabilita. Non va comunque negato che queste considerazioni sono valide fintantoché la ricongiunzione delle tracce fallite è ragionevolmente semplice e localizzata. Un buon esempio è rappresentato da uno sbroglio che non riesce a raggiungere il 100% di connessione del piano. Piuttosto che forzare il risultato, sacrificandone la qualità, è meglio lasciare parzialmente insoddisfatto il piano, tollerando una traccia non connessa. In tal modo, tutte le tracce saranno instradate nel rispetto del piano, anche se non tutte in modo completo fino al piedino del componente. Ciò però garantirà la presenza di sufficiente spazio residuo per aggiustare la connessione fallita e per farlo in modo ragionevolmente semplice. L’intelligenza del progettista e la velocità del routing automatico La progettazione dei bus di un pcb “alla vecchia maniera”, vale a dire mediante un piano di sintesi disegnato su un pezzo di carta, seguito da Fig. 13a - Esempio di un piano topologico completo per un pcb 52 PCB giugno 2011 un minuzioso tracciamento manuale delle singole interconnessioni, è un processo spesso lungo e tedioso. Mentor Graphics offre ora una nuova tecnologia in grado di combinare l’intelligenza di un progettista esperto con la velocità di un sistema automatico di sbroglio, migliorando così significativamente sia la produttività del progettista che i tempi del ciclo di sviluppo. Lo strumento Topology Planner consente al progettista di acquisire le strutture e le topologie dei bus, assicurando nel contempo che il piano generato sarà sbrogliabile e che soddisferà, nelle lunghezze e nei ritardi, i vincoli di qualità dei segnali. Il piano entra a far parte del database di progetto sotto forma di PI, per poter essere corretto ed utilizzato nelle fasi successive. Lo strumento Topology Router implementa le direttive contenute nel piano con la velocità tipica di un router automatico, producendo risultati di elevata qualità e sollevando il progettista da un compito lungo e tedioso. Alla fine, ne risultano sia un processo molto più efficiente che una significativa quantità di tempo risparmiato per i progettisti, i quali potranno dedicarlo alla soluzione di altre sfide più impegnative, che richiedono tutta la loro sofisticata esperienza. Mentor Graphics www.mentor.com Fig. 13b - In tempi dell’ordine dei minuti, il Topology Router può sbrogliare automaticamente le relative strutture di bus, nel rispetto del piano topologico ▶ Produzione - Miglioramento della gestione L’automazione dei processi Nella moderna visione industriale l’automazione è insieme un obiettivo e un risultato. Attraverso l’automazione si mira a raggiungere contemporaneamente tanto il miglioramento nella gestione di fabbrica quanto il miglioramento continuo dei processi produttivi di Piero Bianchi D ecidere di automatizzare e dove automatizzare non è facile. Per ottenere dei risultati validi è necessario analizzare il prima parte problema sotto i diversi aspetti tecnici, economici e logistici. Il principale obiettivo - nell’introduzione dei processi automatizzati - risiede, secondo Per eseguire lavorazioni in automatico i sistemi che compongono le linee devono spesso essere equipaggiati con un elevato numero di utensili 54 PCB giugno 2011 l’opinione comune, nella riduzione del costo diretto della manodopera, nel raggiungimento e mantenimento di elevati standard qualitativi e nell’aumento della produttività. Il termine automazione è usato per identificare un insieme di fasi di processo che conducono alla realizzazione di un dispositivo col minimo contributo dell’intervento umano. In questo contesto rientra anche l’utilizzo di programmi che mirano alla gestione computerizzata dell’intero ciclo produttivo, capaci di migliorarne l’efficienza e la redditività. La crescita e la diffusione dell’automazione è stata possibile anche grazie alla crescita delle tecniche informatiche sviluppate a sostegno delle decisioni e al diffondersi dei sistemi di comunicazione. Si pensi ad esempio ai vari settori della vita pubblica e privata: dalla fabbrica agli uffici, l’automazione si è poi estesa alle abitazioni attraverso la domotica. Ogni azienda opera ormai, che lo voglia o meno, in un mercato allargato che richiede risposte in tempo reale; un mercato analitico che sembra lasciare sempre meno spazio al fiuto e all’inventiva imprenditoriale. L’impiego delle tecnologie informatiche e di processo comporta un ripensamento della struttura organizzativa e di conseguenza un cambiamento negli schemi mentali, in direzione di una maggiore semplificazione che trova il suo apice attuale nella fabbrica snella (lean manufacturing). Dal CAD agli strumenti di knowledge performance Per capire il perché dell’automazione vanno fatte alcune considerazioni. La tecnologia elettronica, indipendentemente dalle crisi attraversate, non ha mai cessato il suo trend di crescita; al costante miglioramento delle prestazioni corrisponde la continua ascesa nella complessità dei componenti e dei circuiti. In Europa l’era delle produzioni di massa si è praticamente spenta lasciando spazio a un modo di produrre che assomiglia al “just in time”, ma che in realtà, almeno in Italia, è solo un caotico “subito, bene e possibilmente che non costi nulla”. La caduta delle frontiere e il ridimensionamento delle distanze dovuto alla tecnologia e le varie crisi economiche hanno accentuato la pressione competitiva riducendo drasticamente i margini di contribuzione. Come conseguenza la necessità di automazione, nella sua accezione più ampia, consiglia i costruttori di sfruttare maggiormente le potenzialità degli strumenti CAD/ CAM e di knowledge performance. Strumenti sempre più potenti, capaci sia di accorciare i tempi di progetto sia di ridisegnare i processi di produttivi, nella ricerca di soluzioni che consentano di ritagliare quei margini che la tradizionale concezione produttiva non consente più. Se è relativamente facile scegliere e acquistare una nuova linea di assemblaggio dei pcb, lo è meno la valutazione di un pacchetto di strumenti software con cui controllare e gestire le informazioni e i processi aziendali. La stesura di un piano strategico, propedeutico a ogni investimento, deve essere il risultato di una serie di valutazioni interne che tengano conto della forza di competitività propria dell’impresa, della scelta di cosa realizzare all’interno e cosa in outsourcing, di cosa automatizzare e con quali obiettivi, del grado di integrazione dei processi e dell’eventuale loro sviluppo nel tempo, espresso come fattore di scalability. La voce “riduzione dei costi” deve costituire la costante di ogni progetto, così come quella di “aumento della competitività”; sono obiettivi perseguibili mediante il costante miglioramento qualitativo del prodotto realizzato, la riduzione del time-to-market e l’ottimizzazione di ogni fase dei processi presenti in azienda. L’organizzazione che sovrintende i processi aziendali dovrà essere ripensata nella sua interezza per consentire di raggiungere agevolmente gli obiettivi che stanno alla base della trasformazione desiderata, inclusi i criteri di valutazione degli investimenti. In un sistema di mercato aperto in cui la sopravvivenza dell’azienda è dipendente dalla sua capacità di reperire il capitale per poterlo reinvestire L’aumento di efficienza come leva sulla redditività Disporre di strumenti per la gestione della produzione di facile e immediato utilizzo, arricchisce le capacità operative e costituisce un sicuro vantaggio in termini di competizione. Molte aziende elettroniche che gravitano nel panorama delle PMI sono caratterizzate da una gestione orientata a lavorare per ordine cliente o per commessa, modo di operare che richiede un elevato grado di flessibilità, presupposto indispensabile per saper rispondere alle singole richieste di ogni cliente. La gestione basata su un sistema di tipo MRP risulta insufficiente e obsoleta, perché si limita alla individuazione dei materiali nella quantità e nei tempi necessari alla produzione. La sua evoluzione in MRP II allarga gli orizzonti al cosa fare, al come e quando farlo. Si tratta di modelli razionali 56 PCB giugno 2011 Cortesia: Euro Circuiti e accrescere, la valutazione deve basarsi sul valore attualizzato dei flussi di cassa e sul tasso di redditività degli investimenti. Operazione possibile e consolidata per gli investimenti tradizionali, ma meno quantificabile nel caso di investimenti in tool software di manufacturing e controllo, dove la tangibilità dei vantaggi è meno palpabile nel medio e breve periodo. La valutazione deve quindi assumere ampiezza e forme diverse, funzionalmente all’importanza strategica dell’investimento. I risultati ipotizzati saranno però raggiungibili solo a condizione che ci sia un elevato livello di partecipazione da parte di manager e staff. Adeguamento a cui potrebbe corrisponde un appiattimento della struttura gerarchica e un aumento delle mansioni interfunzionali; trasformazione che richiede ovviamente un sensibile investimento in formazione. Le linee di produzione, benchè altamente automatizzate, possono essere configurate in isole di lavoro che lavorano in cascata su di un singolo codice o in parallelo su più codici contemporaneamente del processo produttivo, strumenti di pianificazione e di sostegno alle decisioni gestionali; strumenti che comunque non sempre si prestano a essere applicati operativamente a causa delle difficoltà di ricondurre la complessità di un sistema produttivo a un più semplice modello quantitativo. Tra i limiti che condizionano l’MRP c’è la difficoltà di modificare il piano di produzione una volta lanciato, la necessità di mantenere un livello medio-alto delle scorte di sicurezza e la difficoltà di gestione al crescere dei livelli di complessità dell’assemblaggio. Un’azienda che lavora per commessa, deve poter modificare gli ordini di produzione in corso a fronte di modifiche richieste dal cliente, sincronizzare i tempi delle proprie attività con quelle del cliente, senza penalizzare la programmazione di tutte le altre risorse. Queste caratteristiche richiedono la capacità di configurare le linee per una produzione snella (lean manufacturing) e di effettuare acquisti direttamente collegati all’ordine cliente. Oggi per soddisfare in un’ottica di efficienza e di redditività le esigenze delle aziende elettroniche serve un sistema capace di coordinare e ottimizzare l’utilizzo di tutte le risorse aziendali, sincronizzando le attività interne con quelle esterne, gli acquisti con le vendite e la logistica, la progettazione con la produzione e il magazzino. L’obiettivo prioritario è quello di ridurre le inefficienze e gli sprechi, massimizzando di conseguenza la produttività. A sostegno di queste esigenze intervengono le soluzioni ERP, capaci di dare una totale visibilità sugli eventi che si verificano in produzione; questo significa avere visibilità per ogni loro aspetto economico, per valutarne in tempo reale la ricaduta finanziaria sull’azienda. ERP e flusso decisionale L’ERP si colloca nello scenario organizzativo dell’azienda con l’obiettivo del miglioramento continuo dei processi e dei prodotti. Il concetto di miglioramento di un processo produttivo parte dal presupposto che il processo stesso sia misurabile ed esprimibile numericamente; in seguito a determinati interventi correttivi la nuova misura deve esprimere un miglioramento rispetto a quella precedente. Se ben utilizzato il sistema ERP è uno strumento capace di enfatizzare il valore delle risorse, sia umane che strumentali. Le risorse umane Innovative Solutions for Electronic Manufacturing il depaneling senza contatto, accessibile a tutti Il taglio Laser basato sull’innovativa Tecnologia Laser Cut Osai è capace di eseguire separazioni pulite e sicure, senza formazione di polveri e senza stress meccanici sui componenti elettronici. L’utilizzo del processo di Laser depaneling rappresenta il metodo migliore per ottenere un taglio veloce (riduce fino al 70% i tempi di separazione rispetto ai metodi tradizionali) e flessibile (capace di separare tagliando i testimoni o in pieno i PCB fino a 3 mm di spessore per la versione base). RISoluzIonE dI caSI pRatIcI Problema : C onnettore S otto al teStimone S oluzione: Pre -taglio l aSer del teStimone Problema : V-Cut S oPra al Flat S oluzione: Pre -taglio l aSer del V-Cut www.osai-as.it Problema : F orme di PCb PartiColari S oluzione: S emPliCe Piano di taglio generata, ricalcolandola ogniqualvolta intervenga un cambiamento significativo. La pianificazione della produzione viene costantemente aggiornata e rielaborata in funzione dello stato della commessa, della disponibilità delle risorse e dei componenti. I dati di produzione sono raccolti e gestiti da ogni reparto (SMT, PTH, test, etc) o linea di assemblaggio in modo autonomo e in tempo reale. L’invio automatico dei dati avviene da postazioni presidiate dall’operatore mediante terminali in rete, così come direttamente dalle macchine di produzione. Gli operatori o i reparti hanno un proprio codice identificativo, allo stesso modo di ogni singola fase di lavorazione o di ogni prodotto in esecuzione ( o commessa). La procedura consente la piena tracciabilità nei confronti delle singole schede di ogni lotto, permettendo di conseguenza la misura dettagliata dei tempi di realizzazione, quantificandone l’efficienza. Inoltre è possibile associare a ogni centro di lavorazione un costo orario e verificare, mediante i dati raccolti, la corrispondenza col target desiderato per evidenziare il grado di reale redditività. Un punto di forza dei sistemi ERP è la centralizzazione del controllo, che Cortesia: EL.MA. in particolare non sono più viste come pura forza lavoro, ma come un patrimonio reale al pari dei beni tangibili. Conoscenza e competenza, pur non essendo valori inseribili in bilancio, costituiscono la cultura aziendale senza la quale le pick and place o forni possono fare ben poco, anche se di ultima generazione. Le capacità produttive del sistema azienda dipendono in larga misura dalle prestazioni del personale che sono valutabili e misurabili. Per sua natura un sistema ERP si presta come strumento di autovalutazione, stimolando la formazione e la creatività. Un ERP, finalizzato a migliorare la produttività nell’assemblaggio dei pcb e controllarne i costi, è costituito da numerosi moduli, semplici da utilizzare per via delle interfacce grafiche, che permettono all’operatore di elaborare le scelte sulla base di un ampio spettro di dati e informazioni disponibili in tempo reale. È possibile controllare tutte le varie fasi che intervengono nel ciclo di trasformazione del prodotto, a partire dalla gestione del Bill Of Material alla movimentazioni dei materiali e all’inventario. Si conosce lo stato di avanzamento di una commessa, la quantità di schede prodotte e la redditività Particolare di una cella di lavoro dove coesistono differenti livelli di automazione 58 PCB giugno 2011 può avvenire anche lontano dall’ambiente di produzione. Tramite password è consentito l’accesso diretto da parte del cliente per la verifica dello stato di avanzamento della propria commessa. L’analisi delle informazioni elaborate dal sistema in termini di tempi e costi evidenzia in modo chiaro e preciso le variazioni delle singole fasi rispetto ai dati di preventivo. Questo strumento software si rivela quindi polivalente; può esistere autonomamente o essere complementare ad altri pacchetti (es CAD/CAM) con cui dialogare proficuamente, semplificando la comunicazione ed evitando la gestione di dati tra di loro ridondanti. La capacità di raccogliere automaticamente e in piena autonomia i dati elimina una grossa quantità di documentazione cartacea e di lavoro di inserimento a computer. Rientra nella normalità della gestione che un’azienda si ponga degli obiettivi (strano sarebbe il non farlo) cui seguono azioni che mirano a realizzarli. I risultati ottenuti in prima battuta difficilmente coincideranno al 100% con l’obiettivo, diventa allora necessario analizzare i risultati per poter attuare azioni più incisive. Più è veloce l’acquisizione e l’analisi dei dati e prima si arriva al risultato desiderato. Misurare in tempo reale le prestazioni delle soluzioni tecnologiche adottate permette di conoscere tempestivamente il loro razionale apporto e quindi il grado di risposta alle aspettative che hanno condotto all’acquisto. Di prassi ogni azienda traccia delle linee guida precise che le consentano un miglioramento continuo del proprio livello qualitativo; possedere uno strumento che faciliti la raccolta e l’interpretazione delle informazioni, permette di velocizzare qualsiasi processo di miglioramento, abbattendo i costi della non qualità. Fine prima parte ▶ PRODUZIONE - SOLUZIONI ANTISTATICHE Meno problemi con più ESD L’elettrostatica è un tema che, a dispetto delle sue possibili pesanti ripercussioni, è ancora piuttosto sottovalutato nella considerazione di molte aziende EMS e OEM. Oggi più di ieri, con la presenza sempre più massiccia di componenti sensibili, serve sicuramente una maggiore consapevolezza in materia di ESD di Dario Gozzi Guanti antistatici per la manipolazione dei pcb 60 PCB giugno 2011 L’ elettricità statica si crea per la presenza di un eccesso o di una carenza di elettroni sulla superficie di un corpo. Questo fenomeno prende il nome di effetto triboelettrico e consiste nel trasferimento di cariche elettriche – e quindi nella generazione di una tensione potenziale – tra due superfici che vengono separate. Il termine deriva dal greco tribos, che significa “strofinio”. La polarità e l’intensità della carica dipendono sicuramente dal materiale costituente i corpi, ma anche dalle caratteristiche delle superfici a contatto, dalla loro ampiezza, dalla pressione di contatto e dall’intensità dello sfregamento, dalle condizioni ambientali (umidità relativa) e dalla rapidità con cui si allontanano le superfici prima a contatto. La condizione di normalità di un corpo si ha quando le cariche positive bilanciano quelle negative, ovvero quando è elettrostaticamente neutro. L’eccesso di elettroni produce una carica negativa, il loro difetto una carica positiva. L’avvicinamento di due corpi caricati inversamente crea un campo elettrico che provoca la nascita di una corrente di scarica tendente a ripristinare la neutralità elettrica. A parità di condizioni, l’umidità relativa svolge un ruolo determinante perché la quantità di cariche accumulate è sempre inversamente proporzionale al valore di umidità relativa presente nel momento in cui si scatena il fenomeno. L’influenza dell’umidità relativa sul fenomeno si spiega con la tendenza igroscopica di molti materiali; la conducibilità dell’acqua concorre infatti ad alterare la resistenza superficiale dei corpi, evidenziando quindi comportamenti diversi. Il corpo umano avverte il fenomeno quando si supera la soglia di 2-3000 Volt, al di sotto di questo valore di tensione l’evento è registrabile solo per via strumentale; si possono comunque raggiungere tensioni di diverse decine di migliaia di volt. I danni che possono essere prodotti si suddividono in catastrofici e danni latenti o degradazioni parziali. Il primo porta alla rottura definitiva e immediata del componente e lo si rileva già coi test elettrici durante o a fine produzione. Il secondo danneggia in modo irreversibile, ma non definitivo, il componente; un guasto latente è un danneggiamento subdolo che manifesta i suoi effetti nel tempo (quando il prodotto è già arrivato sul mercato) riducendone l’affidabilità. In entrambi i casi il fenomeno provoca un danno, ma in presenza di un guasto latente i costi diretti (intervento di riparazione) e indiretti (perdita di immagine) aumentano notevolmente. Suddivisione dei materiali in base alla resistenza superficiale Quando la carica è generata, la sua distribuzione non sempre è uniforme, dipende dalla resistenza superficiale del materiale. I materiali si dividono in conduttivi, statico-dissipativi e isolanti. I materiali isolanti, con resistenza superficiale superiore a 1012, evidenziano una distribuzione di carica non omogenea; anche se collegati a terra mantengono la loro carica per ore. La condizione di neutralità si può raggiungere impiegando dei sistemi di protezione attiva come gli apparati ionizzanti, in questo caso i tempi Braccialetto per la connessione a terra dell’operatore si accorciano considerevolmente, con un decadimento dell’ordine di 10-20 secondi. I materiali conduttivi, come dice il nome stesso, favoriscono una veloce dissipazione delle cariche elettriche verso terra; la loro resistenza superficiale è inferiore a 105 ohm, ed è il motivo del tempo di dissipazione delle cariche troppo veloce. Agli effetti del fenomeno ESD si considerano i materiali con resistenza superficiale compresa tra 104 e 105 ohm, sono impiegati negli imballi secondari e per allestire postazioni di lavoro. Si sconsiglia il diretto contatto con i dispositivi da proteggere, in particolare se sono presenti componenti di alimentazione come le batterie. Nel mezzo, con valori di resistenza superficiale che variano nel range da 105 a 1012 ohm, ci sono i materiali definiti statico-dissipativi. Possono essere impiegati per la protezione ESD senza ulteriori e particolari accorgimenti se non l’opportuna connessione verso terra. Sono i più utilizzati nella protezione contro i fenomeni elettrostatici nell’allestimento delle aree EPA sebbene la normativa di riferimento ponga delle restrizioni nella destinazione d’uso (superfici di lavoro, scaffali e carrelli devono avere valori compresi tra e un massimo di 1010). Un quarto stato è definito dai materiali “shielding” o schermanti. Sono normalmente formati da almeno tre strati, di cui quello intermedio di tipo metallico. Operano come gabbia di Faraday con una resistenza superficiale inferiore a 103. ESD Protected Area L’area EPA è una zona protetta dalle cariche elettrostatiche tramite un’adeguata connessione verso terra di cose e persone presenti al suo interno e che provvede anche all’eliminazione delle cariche accumulate sui materiali non conduttori. Da questo deriva che Epa può essere tanto un intero reparto quanto una singola postazione di lavoro. Per l’allestimento servono poche, ma precise regole. Come attrezzatura bisogna disporre di un tappeto da Buste antistatiche Packaging ESD PCB giugno 2011 61 banco e uno da pavimento, entrambi con la connessione verso terra, il bracciale, la sedia, il camice e le scarpe. Dall’area, di cui va curata la pulizia, va tenuto fuori tutto quello che le è estraneo, come ad esempio bottiglie e bicchieri di plastica, cibo e oggetti personali. Il comfort dell’operatore prevede che vestiario e attrezzature ESD non afConseguenze di una scarica elettrostatica fatichino o intralcino l’ordinaria operatività. Il bracciale è l’elemento primario di Necessità di igiene e di comfort messa a terra dell’operatore e non può hanno contribuito alla differenziaziomancare in un’area EPA. La banda è ne delle calzature, dai classici zoccoli, a diretto contatto col polso, deve assiai sandali, alle scarpe chiuse. Queste curare conducibilità lungo tutta la sua devono essere antiscivolo e devono lunghezza; essendo indossato per ore poter consentire la pulizia interna ed deve essere confortevole e ipoallergiesterna con metodi e detergenti idoco, per evitare irritazioni cutanee. La nei senza perdere le loro proprietà parte esterna deve essere a bassa conelettriche. ducibilità per evitare, nei contatti acI sovrascarpe sono l’alternativa ecocidentali con dispositivi alimentati su nomica alle calzature, ma sono concui si sta lavorando, di metterli in corsiderati materiali di consumo e, coto verso terra. Il cavo a spirale di collemunque, devono sempre essere calzagamento a terra deve mantenere la sua ti su entrambe i piedi per non perdecaratteristica elastica per evitare che, re di efficacia. rilassandosi, possa intralciare le opeCon la sedia, per un miglior renrazioni al banco, mentre l’attacco deve dimento, l’operatore deve trovarsi a facilitare le operazioni di inserzione. suo agio, non solo come postura, ma I camici e le casacche sono in puanche nella movimentazione dello ro cotone o in misto con poliestere, reschienale e negli spostamenti. Il tessi conduttivi tramite una griglia intessuto deve essere robusto e facilitare suta in fibra di carbonio. I camici di ulla pulizia. La messa a terra dovrebbe tima generazione garantiscono anche la avvenire attraverso tutte le ruote. conduzione da manica a manica e, per A parità di caratteristiche elettriparticolari esigenze di sicurezza, alcuni che col tappeto da banco, quello da modelli sono dotati di chiusura a scompavimento (in vinile, gomma o polieparsa. La leggerezza del tessuto influentilene) deve avere maggiori proprietà za direttamente il comfort mentre il numeccaniche perché deve resistere almero di cicli di lavaggio (minimo 40 e lo scorrimento della sedia e al tranmassimo 100, a secondo dei tessuti, esesito di eventuali carrelli senza frenarguita a 40 °C senza l’utilizzo di prodotti li, deve possedere una buona planarità con candeggina e ammorbidenti) a cui avere uno spessore che sia il compropuò essere sottoposto il capo senza permesso tra resistenza meccanica (antidere le sue caratteristiche elettriche, ne sdrucciolo) e sicurezza (evitare l’effetdecretano la durata. to gradino). 62 PCB giugno 2011 Per aree estese è richiesta la pavimentazione vera e propria, con la posa della griglia conduttiva in rame. Caratteristica richiesta a questi pavimenti è non solo di dissipare le cariche accumulate, ma anche di ridurre la generazione delle cariche triboelettriche conseguenti al calpestio da parte degli operatori e alla movimentazione di sedie, carrelli e quant’altro. I sistemi di ionizzazione Come non è possibile eliminare completamente i materiali con caratteristiche isolanti dall’area EPA, così è anche difficile tenere sotto controllo il tasso di umidità relativa come contributo ad abbassare il rischio di formazione delle cariche elettrostatiche. L’alternativa è il ricorso ai sistemi di ionizzazione come aiuto a neutralizzare e a prevenire la formazione delle cariche elettrostatiche; il loro utilizzo prende il nome di protezione attiva. Tecnicamente si investe la postazione di lavoro con aria contenente ioni positivi e ioni negativi, quando questo flusso ionizzato entra in contatto con la superficie caricata, questa attrae gli ioni di carica opposta neutralizzandosi elettricamente. Sebbene siano disponibili sistemi di protezione integrale per il controllo dell’intero ambiente, è più diffuso il ricorso all’utilizzo di ionizzatori locali come i dispostivi da banco o le barre ionizzanti. La quantità di ozono emessa non deve superare la soglia di 0,1 ppm e il flusso d’aria non deve disturbare per portata e temperatura l’operatore. ▶ PRODUZIONE - TECNOLOGIA VAPOR PHASE Saldatura reflow a condensazione Il processo di saldatura a condensazione di vapore, conosciuta anche come rifusione vapor phase, offre ottimi risultati in termini di efficienza e qualità. Se viene abbinato anche l’utilizzo del vuoto si arriva all’eccellenza, eliminando i void e le evaporazioni esplosive di flussante Il processo in pratica di Davide Oltolina L a continua ricerca del risultato qualitativamente ineccepibile, garanzia di un prodotto affidabile nel tempo, richiede un processo di saldatura affidabile in ogni sua parte. Rehm, rappresentata in Italia da DPI, ha riversato la sua lunga esperienza nel settore della saldatura a rifusione nella nuova linea di forni vapor phase della serie CondensoX. Nella realizzazione della nuova linea sono stati privilegiati vari fattori quali 64 PCB giugno 2011 Al centro della fase di progetto del CondensoX sono stati pcb termicamente difficili da saldare, con componenti sensibili tanto alla temperatura quanto all’umidità (MSD), con masse termiche importanti posizionati accanto a componenti di piccola dimensione, con componenti particolari quali QFN e LGA o dispositivi MID (Molded Interconnected Device). quello relativo alla precisione del profilo termico,mantenendo all’interno di +2 °C la differenza di temperatura misurabile tra i punti disseminati sull’intera superficie del pcb. La ricerca del risultato qualitativo trova la sua massima esasperazione con l’opzione del vuoto, che assicura la mancanza di void anche nelle saldatura con elevata massa termica, pur nella semplicità di utilizzo e mantenendo quanto più bassi possibili i costi di gestione. Utilizzando una camera a vuoto totalmente ermetica, con il Vacuum System del forno Condenso è possibile raggiungere il valore di vuoto di 2 mbar durante il processo di riscaldamento, e senza che avvenga movimentazione delle schede durante il processo di saldatura, dal preriscaldo a tutto il processo completo, fino al raffreddamento, il che significa che non vi è alcun rischio di scivolamento, rotazione o sollevamento dei componenti. In aggiunta all’utilizzo del vuoto durante la fase di saldatura vera e propria è possibile impostare una fase di prevacuum che ha il benefico scopo di agevolare la fuoriuscita dei vapori di flussante dai giunti in formazione e di agevolare l’immissione del Galden nella realizzazione del profilo termico. Il forno Condenso utilizza inoltre un sistema trasportatore orizzontale per introdurre le schede all’interno del sistema, nella camera di rifusione dove verranno creati i vapori del liquido tecnico, usualmente il Galden. Avere la garanzia che le schede assemblate siano ferme durante il processo Senza vuoto Con vuoto Superficie di contatto a un massimo del 99% Capacità di riempimento migliorata di micro via e di giunti THD Limitazione dei void (particolarmente importanti negli assemblati di potenza a semiconduttore) Bagnabilità migliorata Vantaggi della tecnologia di processo con vuoto di rifusione, anche durante la fase di stato liquido della pasta saldante, assicura un risultato qualitativamente indiscutibile. In questo Rehm si è voluta differenziare rispetto ai sistemi vapor phase tradizionali che richiedono un continuo movimento verticale delle schede durante l’esecuzione del profilo, introducendo un plus di processo. Non movimentando il pcb tra la fase di saldatura e la creazione del vuoto, non c’è perdita di calore, garantendo così tempi brevi di stato liquido in presenza di vuoto, tempi che ricadono all’interno degli 80 secondi per temperature superiori ai 217 °C. Come risaputo i vuoti sono cavità che si creano all’interno del giunto di saldatura a causa dei gas che non riescono a fuoriuscire, una loro cospicua presenza indebolisce meccanicamente il giunto ed ostacola la capacità di trasportare, per dissiparlo, il calore generato dal componente. Nei forni CondensoX il processo di vacuum può essere attivato direttamente nel punto in cui viene raggiunta la temperatura desiderata; inoltre i livelli di vuoto possono essere controllati in qualsiasi momento voluto, ritenuto il più idoneo nel raggiungere le necessarie condizioni operative capaci di evitare la formazione sia dei void che delle evaporazioni esplosive del flussante. Un’ulteriore variabile di processo consiste nella quantità di liquido inerte che viene vaporizzato durante la saldatura; modulando la quantità di Galden immesso si controlla la rampa di salita del profilo termico, che raggiunge come valore massimo di temperatura quello del punto di ebollizione del liquido prescelto. Questo è uno dei capisaldi della tecnologia vapor phase, che permette di mettere al riparo scheda e componenti da problemi di sovratemperatura. L’operatore può regolare la temperatura del profilo di reflow con un livello eccezionalmente elevato di accuratezza, a step di 0,2 °C/sec. Quando il liquido raggiunge la sua temperatura di ebollizione, vaporizza, Questo porta a creare un ambiente in cui i vapori di Galden occupano l’intero volume della camera di rifusione, eliminando l’aria e con questa l’ossigeno presente, creano parallelamente la condizione di saldatura in atmosfera inerte. Quando il vapore avvolge il pcb gli si condensa sopra per via della differenza di temperatura esistente; durante il passaggio di stato dalla fase vapore alla fase liquida viene ceduto calore, lo stesso che porta in rifusione la pasta saldante. Garanzie qualitative elevate e costi di gestione moderati Grazie al totale blocco ermetico della camera di rifusione è effettuato in modo efficiente il riciclo e la pulizia del liquido tecnico utilizzato in saldatura, con la totale rimozione dei residui indesiderati (flussante, impurità, ecc.). Quando il vapore è estratto dalla camera viene rapidamente raffreddato; una volta condensato è poi filtrato, imprigionando le impurità in appositi filtri, operazione che rende il liquido pronto per essere riutilizzato nel successivo processo di saldatura. Le schede al termine del ciclo di saldatura lasciano la camera di processo completamente asciutte perché il calore accumulato è sufficiente a far evaporare il Galden che è condensato sul pcb, questo permette di realizzare un consumo medio veramente basso, che si traduce in un vantaggioso risparmio economico gestione. Quando il pcb è fuori dalla camera di rifusione è raffreddato da un getto d’aria, ma è possibile scegliere di raffreddarlo ulteriormente e uniformemente riducendo la temperatura dell’aria di raffreddamento mediante uno scambiatore ad acqua. La funzione di rilevamento wireless di temperatura consente all’utente di controllare in continua l’andamento del processo, per verificare in qualsiasi momento se il profilo termico è rimasto all’interno della specifica. Il CondensoX può essere equipaggiato anche con un sistema di telecamere, una funzionalità disponibile solo sui forni vapor phase Rehm che consente all’operatore di visualizzare il processo di saldatura sul monitor del PC. DPI www.elettronicadpi.it PCB giugno 2011 65 ▶ Produzione - Le basi del lavaggio Il cleaning dei pcb Continua con la serie dedicata a “Le basi del lavaggio”. Ci si occuperà in questo articolo del lavaggio dei pcb, con particolare attenzione per le normative e le problematiche generali che stanno alla base di questo importante processo di Fernando Rueda, di Kyzen BVBA D efiniremo il lavaggio di pcb (assemblati) come la rimozione di residui di flussante rifuso dalle schede elettroniche includendo, ma non limitandolo a, pcb (supporto stampato), pcba (schede assemblate), ibridi, ceramici, ecc. In ogni caso, non si dimentichi la necessità di rimuovere particelle, polvere, impronte digitali, ecc., prima dell’applicazione del conformal coating (finitura protettiva). Quindi, chi ha bisogno di lavare i propri pcb? Si ricordi, il non lavare significa lasciare residui di flussante sul pcb e implica “qualche” rischio, che certi fabbricanti non possono permettersi di correre. Chi sono questi ultimi? La normativa IPC J-STD-001E ci fornisce una chiara guida: 66 PCB giugno 2011 prima parte IPC J-STD-001E Include prodotti in cui è critica la continuità d’alta prestazione o di prestazione a richiesta, non può essere tollerato il mancato funzionamento dell’apparecchiatura, l’ambiente d’utilizzo finale può essere molto severo e l’apparecchiatura deve funzionare quando richiesto, come nei sistemi di supporto vitali o in altri casi critici. (Fonte: IPC J-STD-001E-2010 (2010, Aprile); IPC, Bannockburn, IL) Classe 1: Prodotti elettronici in generale. Include prodotti adatti per applicazioni dove il maggior requisito è una funzione del gruppo completo. Classe 2: Prodotti elettronici a servizio dedicato. Include prodotti in cui è richiesta continuità di prestazione e di vita di servizio e per i quali è gradito, ma non critico, il funzionamento ininterrotto. Normalmente l’ambiente d’utilizzo finale non dovrebbe provocare guasti. Classe 3: Prodotti elettronici ad alte prestazioni. Prodotti di Classe 1 – Pur con qualche rara eccezione, questi prodotti non vengono “mai” lavati. I requisiti di prestazione e l’ambiente in cui essi funzionano non determinano generalmente il presentarsi di guasti entro la vita potenziale di questi prodotti. Prodotti di Classe 2 – Normalmente non viene richiesto il lavaggio per questi prodotti; oggigiorno, in ogni caso, sempre più fabbricanti ricorrono al cleaning. Perché? Oggi i consumatori richiedono prestazioni più elevate, maggiore funzionalità e dispositivi più piccoli, che forniscano un’affidabilità eccezionale. I giorni dell’elettronica di consumo usa e getta sono in calo. Queste schede più piccole e più dense hanno distanze ridotte fra le piazzole di saldatura; se restano residui ionici sulla superficie o sotto i componenti si ha un aumento del “rischio” di incorrere in guasti. Prodotti di Classe 3 – Questi prodotti hanno sempre richiesto un processo di cleaning. I prodotti di Classe 3 hanno bisogno di funzionare con continuità e, in molti casi, in ambienti estremi come in presenza di temperature ambientali molto elevate e/o estremamente rigide, richiesta di prestazioni elevatissime, ecc. Riassumendo, i fabbricanti devono lavare i prodotti di Classe 3, oltre a un crescente numero di prodotti di Classe 2. Ora che si è chiarito chi abbia la necessità di effettuare il processo di cleaning, è bene focalizzarsi su come valutare il processo di fabbricazione per progettare l’appropriato processo di lavaggio. Si cominci con due domande chiave. Quali parametri dobbiamo considerare? Come facciamo ad essere certi che il nostro processo di lavaggio sia quello appropriato per soddisfare le nostre richieste? Per trovare le risposte, dobbiamo analizzare gli elementi chiave d’ogni processo di lavaggio. Tipi di sporco Si ricordi: si è focalizzati sui residui di flussante, sebbene verranno pulite anche impronte digitali, particelle e altri detriti. Lavare residui di flussante dalla superficie di un pcb un tempo poteva essere una sfida; oggi non è più un problema, visto che la maggioranza dei processi di lavaggio standard effettua un ottimo lavoro di rimozione dei residui dalla superficie. I residui di flussante intrappolati sotto componenti a basso standoff (cioè la distanza fra la base del componente e la superficie del pcb) e in spazi ristretti rappresentano la sfida maggiore per qualsiasi processo di lavaggio. È possibile trovare materiali di lavaggio che presentino le proprietà fisiche e l’aggressività necessaria per lavare questi residui sotto spazi molto ristretti? E ciò può essere fatto senza causare alcun danno collaterale? In quest’economia molto competitiva, è possibile effettuare tali processi in modo economicamente efficiente? Perché i residui da lavare sono un elemento chiave nel processo di lavaggio pcb? Questi sono i punti essenziali su cui i fabbricanti di prodotti di lavaggio possono differenziarsi dai concorrenti. Ovviamente, non tutti i flussanti sono uguali. È altrettanto ovvio che non tutte le schede passano attraverso gli stessi profili di rifusione o di saldatura a onda. I residui di flussante normalmente riscontrati sono: Residui di flussante idrosolubili Storicamente, i residui idrosolubili sono facili da lavare con acqua. Siccome le schede sono diventate sempre più piccole, questo compito diventa sempre più difficile poiché l’acqua, a causa dell’elevata tensione superficiale, non è in grado di penetrare sotto gli spazi ristretti. Inoltre, arrivano contemporaneamente le leghe lead-free. Queste leghe richiedono temperature di rifusione più alte e tecnologia di flussaggio più aggressiva; se il lavaggio in questi spazi ristretti era problematico prima, si immagini quanto lo sia ora che i residui processi di baking molto più spinti. Mentre questi tipi di residui sono sempre stati lavati, la differenza è che l’acqua da sola spesso non è più sufficiente. Fig. 1 - Prodotti di Classe 1 PCB giugno 2011 67 Fig. 2 - Residui lavabili di flussante È necessaria una piccola percentuale di additivo o di agente di lavaggio per ridurre la tensione superficiale dell’acqua usata per lavare queste schede, permettendo così la sua penetrazione sotto componenti a basso standoff. RA/RMA (residui lavabili di flussante) Questi tipi di residui non sono così comuni come lo erano una volta, ma si possono ancora ritrovare nella fabbricazione di alcune schede di vecchia generazione come ad esempio nei prodotti militari e aerospaziali. Fino all’arrivo delle leghe leadfree, non vi è stato molto sviluppo su questi tipi di prodotto, poiché la maggior parte degli sforzi è stata focalizzata sulla tecnologia lead-free no-clean (cioè senza lavaggio). Questi tipi di residui non presentano una vera sfida per la maggior parte dei processi di lavaggio standard. Residui di flussante no-clean I materiali di saldatura no-clean sono ora quelli più comunemente usati. Questo è il tipo di residuo che la maggior parte dei fabbricanti di prodotti di lavaggio usa per valutare come i loro prodotti si comporteranno nel mercato. 68 PCB giugno 2011 Questi materiali di saldatura sono progettati per incapsulare qualsiasi residuo, quindi non richiedono un processo di lavaggio. Naturalmente, la scelta di lavare quei residui incapsulati può essere a volte una sfida. Si aggiungano temperature più alte e una tecnologia di flussaggio più aggressiva come quella comunemente usata con materiali leadfree e si capirà quali sono i veri problemi che emergono in un processo di cleaning. È possibile valutare in una percentuale dell’80-90% gli operatori che sottopongono a lavaggio i residui di flussanti no-clean. Ma perché lavare residui no-clean? Se l’incapsulamento di queste piccole quantità di residui diventa compromettente possono infatti sorgere dei problemi. In particolare, nella vita molto lunga di alcuni dispositivi di Classe 3, la combinazione di residui ionici associata a fattori ambientali (umidità) e alla tensione di polarizzazione (bias) presente su un circuito vivo creano una situazione ideale per l’ECM (Electro Chemical Migration – Migrazione Elettrochimica) che causerà un guasto al circuito. Una comune scuola di pensiero sostiene che il lavaggio prima dell’applicazione di conformal coating è anche una buona ragione per lavare i residui no-clean. Substrati Le schede che vengono lavate sono anche un elemento chiave del processo stesso di lavaggio, perché? Qualità Oggi è difficile ridurre il costo dei materiali nella maggior parte delle operazioni di fabbricazione. Il maggior numero dei fornitori di materiali tende a produrre pcb e componenti di alta quantità, ma vi sono casi in trovano delle soluzioni più convenienti oppure si effettuano scambi di materiale. Ciò dà luogo a componenti o a pcb che non soddisfano gli standard qualitativi per sopportare le condizioni presenti nel processo di fabbricazione, incluso il processo di lavaggio. Questa scarsa qualità apparirà come un problema di compatibilità, a causa del guasto inatteso. Compatibilità Anche quando gli standard di alta qualità vengono soddisfatti, vi sono sempre materiali che non possono tollerare certe condizioni o certi prodotti chimici presenti in un processo di lavaggio standard; pertanto, il test di compatibilità è un obbligo in qualsiasi processo di lavaggio nuovo o esistente. Progetto del substrato Anche il progetto del pcb svolge un ruolo importante. Fattori quali densità di componenti, standoff, ombreggiatura, intrappolamento di fluido, ecc. devono essere tenuti in seria considerazione. Fine prima parte www.kyzen.com www.packtronic.it Medical Technology Event le tecnologie elettroniche al servizio della salute un evento unico rivolto alla “Medical Design Community” organizzato da Selezione di Elettronica e sviluppato in collaborazione con Farnell Italia Il convegno Una serie di interventi a cura di università, associazioni, istituti di ricerca, società di analisi di mercato e Oem internazionali attivi nel settore elettromedicale, che tratteranno tematiche di elevato valore scientifico e tecnologico: le tendenze tecnologiche in atto nel medicale; le certificazioni e gli standard del settore; i dispositivi per il medicale e la direttiva Rohs; il ruolo dei Mems nei dispositivi indossabili; la realtà virtuale e la robotica per la chirurgia; le tecnologie di identificazione e tracciabilità a supporto del paziente, ecc. I workshop Una serie di workshop tecnici, a cura delle aziende fornitrici di dispositivi microelettronici e di sistemi elettronici per applicazioni medicali, dedicati alla presentazione delle ultime tecnologie disponibili nell’ambito dei semiconduttori, della connessione, dell’alimentazione, della visualizzazione, delle interfacce, ecc. L’esposizione Un’esposizione a cura delle aziende partecipanti in cui i visitatori potranno confrontare l’offerta disponibile e verificare gli avanzamenti tecnologici. Saranno presentati casi applicativi reali nati dalla collaborazione tra le aziende fornitrici di microelettronica e i principali Oem attivi nel settore elettromedicale. Le aree dimostrative Il pubblico avrà la possibilità di accedere a sessioni dimostrative in cui sarà possibile “toccare con mano” gli strumenti e le apparecchiature, effettuare prove pratiche sul campo e confrontarsi con gli specialisti sulle problematiche applicative dei sistemi medicali per uso domestico, delle soluzioni di medical imaging, della diagnostica, del monitoraggio e della terapia. Il concorso Nel corso della giornata saranno presentati e premiati i migliori progetti proposti da studenti o aziende che avranno partecipato precedentemente a un concorso di progettazione di applicazioni medicali organizzato e promosso da element-14, la comunità on-line di Farnell dedicata agli Electronic Design Engineer. I partecipanti L’evento si rivolge alla “Medical Design Community” e in particolare ai progettisti e ai tecnici elettronici impegnati nello sviluppo di applicazioni medicali, ma anche ai responsabili delle tecnologie informative e mediche, ai tecnici sanitari, agli uffici acquisti, ai direttori sanitari e a tutti gli operatori interessati agli sviluppi delle tecnologie elettroniche all’interno del mondo medicale. Milano, Ottobre 2011 Luogo Sala Bramante, Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 61 – Milano Orario 09.00 – 17.00 Registrazione http://www.formazione.ilsole24ore.com/ Servizio Clienti Tel: 02/56601887 Fax: 02/70048601 [email protected] La partecipazione al convegno, alla mostra, ai workshop e alle sessioni dimostrative è gratuita. forum medicale_OK.indd 1 23-05-2011 15:23:56 ▶ Produzione - Prodotti La tecnologia jet printing e la lean manufacturing Un nuovo concetto di deposizione della pasta saldante consente di processare pcb complessi con la presenza simultanea di package SMD tradizionali, QFN, PoP (package-on-package), componenti di potenza e componenti tradizionali saldabili con la tecnologia pin-in-paste di Dario Gozzi L a difficoltà di gestire all’unisono package miniaturizzati e package di grosse dimensioni inseriti in un contesto di schede complesse e con crescente densità di componenti, è facilmente intuibile per varie ragioni, ma in particolare se non si vuole incorrere nei comuni problemi dovuti alla serigrafia tradizionale. La tecnologia serigrafica infatti raggiunge i suoi limiti quando si tratta di gestire componenti distanti tra loro solo poche centinaia di micron e che richiedono depositi dai volumi molto diversi. La soluzione che consente di affrontare con maggiore disinvoltura le problematiche di progettazione senza pesanti ripercussioni sulle successive fasi di assemblaggio si chiama MY500 JETPRINTER. Realizzata da MYDATA, da anni brand indissolubilmente legato a Cabiotec, l’innovativa jet printer può aiutare gli assemblatori ad aumentare il flusso produttivo attraverso una concreta flessibilità che si traduce in ridotti tempi di programmazione e veloci cambi di produzione. A livello di qualità assicura giunti di saldatura affidabili per tutte le tecnologie, dai componenti LGA ai PoP per finire con i pcb tridimensionali. Traiettorie balistiche per un deposito a 3G La JetPrinter MY500 costituisce un’applicazione gestita da software e priva di telaio, che utilizza una tecnologia esclusiva brevettata 70 PCB giugno 2011 Con una velocità di 34.000 cph e un’accelerazione di 3 G il sistema deposita crema saldante su un pcb (dimensioni massime 508 x 508 mm da 0,6 a 7,0 mm di spessore) comunque complesso e di qualsiasi tipo, indipendentemente dal mix di componenti presente, dal tipo di finitura superficiale e dal tipo di tecnologia applicata (SMT, PTH). Lavorando sul principio delle stampanti a getto di inchiostro la testa viaggia a un’altezza dal piano scheda di 0,65 mm e con metodo balistico effettua depositi che raggiungono i 350 µm di altezza. Non richiedendo la presenza di un telaio di serigrafia né di nessuna maschera (o fixture), in qualsiasi momento e senza tempi di attesa, consente un veloce changeover di produzione, non solo nei confronti di un cambio di codice prodotto, ma anche nel caso che sia richiesta una modifica circuitale in corso d’opera. La programmazione non richiede fermo macchina perché è fatta offline su di una stazione esterna da cui, una volta terminata, è trasferita direttamente in rete sulla JetPrinter. Essendo il sistema completamente software-driven e stencil-free, riduce drasticamente i tempi di attesa (si pensi solo ai giorni d’attesa dall’ordine al ricevimento dello stencil) e la possibilità di introdurre errori da parte dell’operatore. Per sua natura la macchina non richiede neppure il debug fisico del programma, essendo dotata di una serie di autocontrolli che prendono il via nella fase di inizializzazione. Adottando questa tecnologia si otterrà un giunto di saldatura perfettamente calzante ad ogni package presente sul pcb, sia che si tratti di cavità o circuiti PoP, tanto in termini geometrici che volumetrici. Dalla flessibilità nascono qualità e risparmio La programmazione è semplice e immediata, inizia con l’importazione dei dati nei formati Cad o Gerber, come quelli utilizzati dalla pick & place e il software di sistema s’incarica della loro conversione nel programma di lavoro. Per ogni componente il sistema conosce il volume di pasta idoneo, è possibile per l’operatore crearne Inserimento della cartuccia nella MY500 di nuovi per dispositivi particolari o inusuali o modificare quelli esistenti in funzione delle necessità. Al termine dell’operazione MYCam genera il programma di stampa e lo invia alla jet printer collegata in rete. Particolarmente utile è la capacità del sistema di permettere la definizione dei depositi per singolo componente, stabilendone la posizione in relazione alla geometria delle singole piazzole, consentendo di modificare l’altezza e il volume; funzione condivisa per tutti i componenti di una data famiglia o solo per una specifica necessità. Questa flessibilità si ripercuote favorevolmente anche sulla possibilità di apportare modifiche in tempo reale durante la produzione, per correggere o migliorare la formazione di quei giunti di saldatura che per loro natura presentano particolari criticità non sempre preventivabili. Nei casi in cui lo stesso circuito di base si presti alla produzione di più codici, si evita di realizzare stencil per buona parte ridondanti, o comunque di depositare su quella parte di circuito che non richiede la presenza di componenti. In ogni caso si risparmia. Come d’altro canto si risparmia sulla quantità di pasta utilizzata, perché non viene dispersa sullo stencil, non rimane sulle racle, né si corre il rischio di rimettere questa rimanenza nel contenitore dove c’è prodotto fresco, a beneficio della qualità e dell’affidabilità di processo e di prodotto. Capita a volte che arrivi la richiesta di una revisione circuitale proprio mentre si è pronti a produrre; con MY500 non è più un problema, potendo graficamente ridisegnare il layout di un deposito effettuando la modifica in real time. Si elimina inoltre la pulizia dei telai (indispensabile ai fini qualitativi sulle serigrafiche), non è neppure richiesto il posizionamento dei pin di contrasto sotto la scheda per sopperire ai problemi di imbarcamento, e diventa più facile il lavoro nel caso di pcb doppia faccia. Tecnologie a confronto Chiunque percepisce quanto la tecnologia SMT sia in un continuo stato di transizione. Comunque sia composto il mix produttivo, in particolare con la presenza di una accentuata complessità, ogni realtà che assembla necessita di dare risposte precise alle sfide lanciate dallo scenario mutevole. Risposte che si possono riassumere in un veloce time-to-market e in un crescente aumento dei livelli di qualità e di affidabilità dei giunti di saldatura. PCB giugno 2011 71 Nelle macchine di serigrafia tradizionali utilizzanti racle e stencil, ci sono diversi parametri e variabili che influenzano prima i risultati di stampa e poi il risultato della saldatura: - velocità di stampa; - pressione delle racle; - angolo d’attacco; - gasketing ovvero distanza tra stencil e pcb; - velocità di separazione del pcb dallo stencil; - supporto del pcb, in particolare quando si deve serigrafare il secondo lato di un doppia faccia; - spessore dello stencil e dimensione delle aperture. Ogni parametro influenza l’ammontare del deposito e di conseguenza la qualità del giunto di saldatura. L’ottimizzazione dei parametri richiede tempo ed esperienza; la loro corretta impostazione potrebbe, sui prodotti più complessi, costituire un collo di bottiglia del flusso produttivo, in particolare dove è richiesta una spiccata flessibilità. Di regola la riduzione del numero dei parametri da controllare o delle fasi di processo comporta un aumento dell’affidabilità. Il numero dei parametri che intervengono nella serigrafia classica sono almeno una decina (inclusa la realizzazione dello stencil); nel caso della Jetprinter non superano i tre. Per ogni parametro rimosso si irrobustisce il processo. Tra i risparmi economici (e non solo) viene eliminata la necessita di pulizia dei telai, sia sulla serigrafica che mediante lavatrice, si libera lo spazio dedicato all’immagazzinamento di lamine e telai, si evita il rischio di danneggiamento degli stencil durante l’handling. Il plus della tecnologia jet printing MY500 consente di accedere ad applicazioni 3D, dove è necessario depositare crema saldante all’interno di 72 PCB giugno 2011 La testa della MY500 può depositare pasta saldante o SMA in movimento, durante il suo spostamento sulla scheda cavità, oppure in presenza di componenti impilati gli uni sugli altri (PoP), tecnologie adottate per ridurre le distanze di interconnessione. Risulta particolarmente vincente anche effettuare depositi a triangolo per lo 0402 o 0201 (onde evitare il fenomeno del tombstoning), così come creare depositi tridimensionali per eliminare il problema di galleggiamento dei componenti QFN. Sebbene la soluzione “stepped stencil”, ovvero la lamina di serigrafia con spessori differenziati, garantisca un certo grado di flessibilità operativa, è comunque limitante nei confronti dei volumi depositati e in particolare dalla minima distanza da tenere tra zone a spessore differenziato, questo senza considerare poi il maggior costo per via dei passaggi aggiuntivi necessari alla sua realizzazione. La distanza tra le aree di step-up (più pasta) e step down (meno pasta) rispetto alle normali aperture è definita come area di rispetto (keep-out distance). In accordo con la normativa IPC-7525A (Stencil Design Guidelines) la minima distanza richiesta tra il bordo di un’apertura nell’area di step-up e la più vicina delle aperture normali è di 2,5 mm. Questo limita la libertà di progettazione da una parte e impone restrizioni nella miniaturizzazione dall’altra. All’opposto la JetPrinter assicura il pieno controllo sulla deposizione, costruendo il volume desiderato mediante il posizionamento sequenziale dei getti di pasta uno sull’altro. Più una scheda è complessa -perché multistrato, perché lo spessore è estremamente sottile o il pcb è di tipo flessibile- più diventa difficile il controllo della planarità e di conseguenza il controllo della qualità finale. MY500 utilizza la misurazione laser per mappare la planarità del pcb, cui segue la compensazione automatica dell’altezza dell’asse Z. Inoltre ad ogni inizio di produzione è eseguita la calibrazione automatica del deposito mediante una telecamera che ne verifica la forma. Se consideriamo solo il tempo ciclo, una serigrafica tradizionale risulta essere più veloce, tutto questo però perde di efficacia se la linea non è bilanciata correttamente. Ovviamente il tempo ciclo per una JetPrinter dipende dal numero di pad da ricoprire e dalla dimensione del circuito stampato. Va comunque sottolineato che il tempo di cambio codice non richiede che una manciata di secondi e questo gioca un ruolo fondamentale dove è richiesto per esempio di introdurre una lavorazione non pianificata o di soddisfare un’urgenza estemporanea. Una testa plug-and-play su un braccio in fibra di carbonio La deposizione ad alta velocità della pasta saldante avviene sul principio delle stampanti a getto d’inchiostro, con la differenza che ad essere espulse sono piccole sfere di pasta saldante. Il meccanismo di espulsione è costituito da una vite di Archimede che convoglia la pasta saldante (tipo 5) dal serbatoio all’interno della camera di espulsione dove un trasduttore azionato piezoelettricamente impartisce l’energia necessaria alla pasta saldante per essere lanciata sul target pad. Il sistema di espulsione è stato progettato per poter lanciare fino a 500 gocce al secondo. Questo dispositivo di concerto col software che controlla la balistica di lancio, consente a MY500 di depositare i volumi di pasta desiderati senza stazionare sui punti di deposito. Le accelerazioni (fino a 3G) a cui è sottoposta la movimentazione ha richiesto una speciale base in fusione minerale e un braccio, su cui scorre la testa, in fibra di carbonio. La pasta saldante (indifferentemente con e senza piombo, prodotta delle principali marche) è contenuta in siringhe Iwashita da 30 cc. Ogni siringa è caricata su di una testa ad innesto rapido, che consente di caricarla in macchina in pochi secondi (idem per rimuoverla). Testa e siringa costituiscono così un monoblocco da riporre nel frigorifero a fine giornata. Il codice a barre presente sulla siringa e un chip di riconoscimento contenuto nella testa assicurano che non venga caricata per errore una pasta sbagliata o scaduta. Un controllo di temperatura assicura che la corretta viscosità della pasta saldante sia mantenuta per tutto il tempo di durata del processo. Gli encoder e i motori lineari garantiscono precisione, velocità e ripetibilità del processo. Lean manufacturing Gli investimenti in nuova tecnologia vanno attentamente valutati perché devono soddisfare tanto le esigenze immediate quanto quelle che sicuramente si presenteranno nel medio termine. È facile scivolare sull’acquisto fatto “giusto nel caso che si presenti la necessità”, ma un siffatto investimento potrebbe avere una quiescenza del ROI molto lunga e sfiorire prima che si presenti l’agognata situazione produttiva favorevole. Il ROI di MY500 Jetprinter inizia da subito, i risparmi sull’attrezzatura e sul materiale di consumo si sommano a quelli del tempo di programmazione, di entrata in produzione e dei cambi di codice prodotto giornalieri. Questo innovativo sistema diventa un mezzo per la costruzione reale della lean manufacturing, già proiettato nel futuro dell’elettronica grazie alla filosofia software-driven adottata da tutti i sistemi Mydata. L’utilizzo intelligente delle informazioni, la limitazione dei down time e l’eliminazione delle attività senza valore aggiunto sono i requisiti da cui non si può prescindere per accedere al crescente mercato dell’elettronica on-demand. Cabiotec www.cabiotec.it ▶ TEST & QUALITY - NUOVE TECNOLOGIE Il test con la scansione acustica La microscopia acustica a scansione utilizza l’interazione di onde generate da un trasduttore ad ultrasuoni con l’oggetto da indagare per capire se esista la presenza al suo interno di disomogeneità strutturali. L’analisi dell’eco prodotta consente di capire se ci sono delaminazioni, void e, più in generale, la presenza di discontinuità nel materiale di Davide Oltolina L e tecnologie di interconnessione dei componenti di ultima generazione BTC, QFN, LGA, PoP e SiP mirano a un sempre maggior addensamento di componenti all’interno di uno stesso package, ponendo problemi a valle del processo durante le fasi di test che seguono l’assemblaggio dei dispositivi sui pcb. 74 PCB giugno 2011 Problemi derivanti dalla presenza di umidità nei molding dei package o nati durante il processo di rifusione non sono facilmente indagabili con i tradizionali sistemi di test e d’ispezione. Nel caso di presenza di problemi d’interconnessione all’interno di un componente, la difficoltà diagnostica consiste appunto nel dover guardare all’interno di un contenitore ermeticamente chiuso. Non sempre basta sostituire un componente che si è presentato difettoso al test elettrico, il problema potrebbe essere nel come è maneggiato all’interno del processo produttivo, piuttosto di come è stato saldato. Senza eliminare la causa prima, non v’è certezza di produrre pcb affidabili nel tempo. La presenza di delaminazioni, fratture, vuoti non sempre inibisce totalmente il funzionamento del componente, a volte il problema invalidante agisce sulla media o lunga distanza, quando il pcb è installato sul campo. I problemi che si possono incontrare all’interno di un package sono principalmente dovuti al processo. Dalle crepe nei moulding compound alle crepe a livello di interfaccia tra bump e substrato o tra bump e die, alla presenza di void negli stessi bump. I void possono trovarsi anche a livello di underfill nel caso di flip chip. Qualsiasi tecnica di microscopia classica sarebbe in molti casi utile a stabilire il danno e la sua causa, ma solo a package “aperto”, apertura che comporta la distruzione del package e con questo la possibile distruzione della zona difettosa o quantomeno l’introduzione di alterazioni che potrebbero sviare l’indagine. Il sistema Sonoscan serie D6000 per i test acustici Scanning Acustic Microscope (SAM) Il microscopio a scansione acustica è lo strumento ideale per un’indagine accurata di tipo non distruttivo. Il principio generale di lavoro è quello della scansione a punto a punto con cui ricostruire l’immagine dell’oggetto sotto indagine. Il SAM utilizza come fascio esploratore un’onda acustica prodotta da un generatore ad ultrasuoni, che attraversa un trasduttore e viene poi focalizzata. Le onde sonore si propagano attraverso la materia, la presenza di disomogeneità lungo il percorso dell’onda ne modifica la traiettoria, provocando sia la parziale riflessione che la rifrazione. La rifrazione è la deviazione subita da un’onda quando questa passa da un mezzo a un altro (con indice di rifrazione diverso), con cambiamento della velocità di propagazione. Ogni tipo di onda può essere rifratto, la rifrazione della luce è l’esempio più comunemente osservato. Visualizzazione mediante test acustico di un componente elettronico (Fonte: Sonoscan) Nel microscopio a scansione acustica le misure dell’intensità, del ritardo e della posizione delle onde riflesse consentono di tracciare una mappa di quanto si trova all’interno del componente, inclusi i particolati come piccole crepe, vuoti o delaminazioni. Il ruolo dell’assorbimento gioca un ruolo fondamentale impedendo l’osservazione degli oggetti oltre un certo limite. La profondità raggiunta dipende dalla natura dei materiali coinvolti e dalla frequenza di lavoro dell’onda acustica; maggiore è la frequenza e maggiore è l’assorbimento, con conseguente limitazione della profondità di penetrazione. La risoluzione del microscopio dipende dalla lunghezza d’onda, che è anche funzione della densità e della frequenza. Di conseguenza la risoluzione consentita è funzione della profondità raggiunta e della natura del materiale di cui è fatto l’oggetto sotto test. Principio di funzionamento L’onda nasce da un generatore a ultrasuoni ed è inviata sotto forma d’impulsi a un trasduttore la cui superficie d’uscita è geometricamente lavorata a forma di parabola. 76 PCB giugno 2011 Questa parte terminale del trasduttore è immersa in un liquido, solitamente acqua, che costituisce il mezzo di propagazione del treno di onde acustiche. La geometria terminale del trasduttore funge da lente perché con la sua curvatura provoca la convergenza delle onde focalizzandole in un punto preciso. Il campione da testare è immerso nel liquido nel punto di focalizzazione delle onde. La successione di eco generate in risposta al treno di onde principale che colpisce l’oggetto, ritorna al trasduttore che è passivo tra un’emissione e la successiva e può quindi raccogliere le onde di ritorno e trasformarle in segnale elettrico da elaborare. Rispetto all’emissione principale, le onde di ritorno sono analizzate in ampiezza, fase e ritardo. Le frequenze di lavoro dei microscopi acustici utilizzati in elettronica spaziano nella fascia tra 200 e 300 MHz, con risoluzioni rispettivamente tra i 25 e i 14 micron e una profondità di indagine di qualche millimetro. Usualmente si utilizza un C-SAM in cui l’angolo di incidenza non supera il valore critico oltre il quale la maggior parte dell’onda viene riflessa. Il fascio di onde viene focalizzato sul particolare di interesse che riflette una quantità di onde bastevoli alla formazione dell’immagine, ma la presenza di un difetto riflette la totalità delle onde. A questo punto l’immagine è realizzata facendo compiere al trasduttore una scansione sul componente sotto test. Il tempo che l’eco di ritorno impiega per raggiungere il trasduttore dipende dalla sua distanza dal componente, mentre l’ampiezza e la polarità del segnale dipendono dalle proprietà dei materiali costituenti il componente. Siccome l’eco dei vari livelli interni al componente ritornano con una piccola differenza di tempo, è possibile restringere il campo di indagine a un livello di interesse specifico. Questo fine aggiustamento associato all’alto livello di risoluzione chiarificano da soli il motivo per cui questa tecnologia è così utile nella ricerca dei difetti che si manifestano nei package, anche nei più complessi. Sonoscan Inc. www.sonoscan.com alle riviste professionali del Sole 24 ORE www.abbonatievinci.ilsole24ore.com una vacanza di qualità nell’incantevole Village Resort Valtur le Flamboyant a Mauritius. un Paradiso di spiagge candide e acque limpidissime per un’emozione che tocca il cuore. a&b - actionandbranding.com Riservato a chi si abbona On linE Partecipa al concorso all inclusive. Vinci un ViAggiO AllE MAuRitiuS E Più Di 100 PREMi. Abbonati o rinnova On linE il tuo abbonamento alle riviste dell’Area Professionale del Sole 24 ORE su www.abbonatievinci.ilsole24ore.com e partecipa: • all’estrazione finale di un Viaggio alle Mauritius e di altri 69 straordinari premi • alle estrazioni mensili da novembre 2010 a giugno 2011 per un totale di 80 premi Vinci una DOcKStAtiOn iPOD - iPHOnE Qualità audio elevata e design raffinato per il sistema audio all-in-one in grado di soddisfare anche l’utente più pretenzioso. in Più ScOPRi gli AltRi 149 FAntAStici PREMi. Aut.Min.Rich. Montepremi € 32.965,74 (iva esclusa) 8 estrazioni mensili e 1 estrazion finale Da oggi è anche in versione elettronica sfogliabile Accedendo alla pagina web www.elettronicanews.it è da oggi possibile sfogliare l’intera rivista in formato elettronico. icone Ecco qualche indicazione per l’utilizzo: riconoscibili Visualizzazione a pieno schermo Segnalibro Presenza video Possibilità Possibilità di scaricare di inserire e togliere il book in versione pdf il segnalibro Avanzare e/o retrocedere con le pagine Presenza di altre immagini o vent Inter eo vid o vent Inter io aud ale estu File t rativo integ Word) o (PDF show Slide tre o al ni agi imm Posizionandosi con il mouse lungo la barra si scorrono le pagine della rivista Il sommario della rivista porterà automaticamente a ogni articolo presente nella stessa. L’indice degli inserzionisti sarà anch’esso provvisto di collegamenti alle pagine relative. Fabbricanti di circuiti stampati Rubrica dedicata ai più importanti costruttori di PCB, provvista di singole schede personalizzate e descrizioni dettagliate delle attività di ogni produttore di circuiti stampati. Vengono raccolte in questa sezione aziende che operano su diverse tipologie di prodotti: dai monofaccia ai doppio strato, dai multistrato ai fessibili, dai rigidi-flessibili ai più avanzati prodotti della printed electronics. PCB giugno 2011 79 AREL S.r.l. - Via G. Di Vittorio 7/15 - 20017 Mazzo Di Rho (MI) Tel. 02 93.90.94.59 - Fax 02 93.90.08.85 Tipologia di prodotti: [email protected] - www.arelsrl.it Finiture: Hal, hal lead free, stagno chimico, argento chimico Ni/Au chimico, Ni/Au elettrolitico Grafite, inch.spell. Omologazione: UL E176473 Certificazione: ISO UNI EN 9001:2008 Un’organizzazione efficiente molto flessibile, un personale qualificato e addestrato costantemente, rendono l’azienda in grado di realizzare campionature in 6 ore solari. I suoi processi certificati sono adatti sia alla fabbricazione di pezzi unici, che alla produzione di piccole e medie quantità. Circuiti stampati: monofaccia doppia faccia multistrati flessibili rigido-flex teflon metal core dissipatori di calore interno/esterno Circuiti stampati professionali, multistrato e speciali. Campionature urgenti in 24 e 48 ore. Varie tipologie di prodotto, quali: - campionature doppia faccia in 1 giorno, - multilayer in 3 giorni, - piccole, medie e grandi serie, - Rigid-Flex, - impedenza controllata, - Allufless e LevelCore per lighting, - PCB speciali per ricerca scientifica, campionature assemblate, - circuiti in alluminio rigidi e Rigid-Flex. Omologazione UL: E146514 Certificazione ISO: 9001:2000 Baselectron P.C.B. Express Service - Tel. 0382 55.60.27 - Fax 0382 55.60.28 - [email protected] - www.baselectron.com Omologazione UL: E80297 Certificazione ISO: 9001:2000 Tel. 011 99.70.700 - Fax 011 99.70.800 [email protected] - www.coronapcb.it Tipologia di prodotto Produzione totalmente interna prototipi e serie multistrati, flessibili e rigido-flessibili, impedenza controllata, dissipatori, press fit, fori ciechi tappati con rame elettrolitico, interrati, microvia tappati con resina, NiAu chimico ed elettrolitico, spessore max 6,5 mm, aspect ratio 10:1, minimo foro 0,08 mm, minimo tratto 0,05 mm. Consulenza per problemi di signal integrity e compatibilità elettromagnetica. 80 PCB giugno 2011 Certificazione EN: 9100:2005 per applicazioni aerospaziali Associazione Ramidia P.C.B. Srl Via Giuseppe Di Vittorio, 18 20016 Pero - MI Tel. 02 33.90.200 Fax +39 02 33.91.11.44 [email protected] - www.ramidiapcb.it Omologazioni Azienda da anni operativa nel settore prototipazione veloce di piastre c.s. a doppia faccia e multistrato. Fabbricazione di piastre con alta TG, Polimyde, Teflon, Metal Core, flessibili, rigido-flessibili. Finiture superficiali in HAL, Ni-Au chimico, Ag chimico, Sn chimico, Ni-Au elettrolitico, Grafite, Passivato. Certificazione ISO: 9001:2008 Certificazione UL: E150117 Certificazione ATEX www.tecnomastergroup.com Sede e stabilimento Italia: Tecnomaster Spa, Via A.Volta,1 Loc.Lauzacco Z.I.U. 33050 Pavia di Udine ( UD ) Italia t. +39 0432 655350 f. +39 0432 655349 Stabilimento Francia: SOS Electronic Engineering | Z.A.E. Les Terres Rouges 6, allée des Terres-Rouges B.P. 14 | 95830 Cormeilles-en-Vexin. t. +33 01 34664206 f. +33 01 34664205 Tipologia di prodotti Prototipi, produzione bilayer, multilayer. Laminati speciali. Finiture superficiali standard e Rohs Metalcore, Cem1, Cem3. • Certificazione: ISO 9001:2008 N.Qual.9101TTER • Registrazione IQNET IT-31245 • Omologazione: UL File number E175172 • ISO TS 16949 • Certificazione ISO 9001:2000 N.Qual./1996/6554b • Omologazione UL File number E100511 Servizi Tecnologia “Co design”, “Design for manufacturing”, Design for testing”, Prototipazione veloce, start up di produzioni e produzioni in servizio standard e veloce con materiali FR4 medio/alto Tg, Halogen Free, CTI 600V, Kapton, Polymide, RT Duroid, Rogers. Da doppia faccia a multi strato fino a 36 layers, spessore massimo 8mm, piste/isolamenti minimi 50µm, foro minimo 70µm, tecnologia High density interconnection – HDI- , blind/buried vias, vias/copper filling, no conductive/conductive resin filling, rigido flessibili e flessibili. GRATIS per un mese la NEWSLETTER Troverai la NEWSLETTER di Elettronica News puntuale, gratis per un mese ogni settimana, direttamente nel tuo PC, al tuo indirizzo di posta elettronica di Approfittane subito! Collegati al sito www.elettronicanews.it è semplicissimo! clicca su NEWSLETTER PCB giugno 2011 81 Servizi: PROTOTIPI Mono e Doppia-Faccia in 24H, Multistrato in 48H, PRODUZIONI in 5-10 GG. Tecnologia: microforatura, fori ciechi e interrati, fine-line, fine-pitch, BGA. Materiali: FR-4, CEM, Termalglad (IMS), Teflon, flessibili (Kapton) e rigido-flex. Finiture: H.A.L., E.N.I.G., Stagno chimico, Argento chimico, OSP, Oro elettrolitico (RoHS). Standard: IPC-A600G-Classe 2. Analisi di fattibilità per prodotti fuori standard. Omologazione UL: E155803 Certificazione ISO 9001:2000 Tecnometal - Tel. 02 90.96.99.35 - Fax 02 90.96.98.54 - [email protected] Produttori di circuiti stampati pubblicati in base al logo di fabbricazione Nel corso di tutto il 2011 questa sezione dedicata ai fabbricanti di circuiti stampati verrà aggiornata mensilmente. Se siete interessati a comparire su queste pagine per ulteriori informazioni contattare il numero 02 30.22.60.60 Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy). Il Sole 24 ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso Il Sole 24 ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società di Gruppo 24 ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta, a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale. Ritagliare e spedire per posta in busta chiusa all’indirizzo: Il Sole 24 ORE S.p.A. - Sede operativa ufficio traffico PCB Magazine via Carlo Pisacane, 1 (ang. SS Sempione) - 20016 PERO (Milano), oppure inviare via fax al numero 02 30.22.60.91 Cognome___________________________________________________________________________________ Nome ______________________________________________________________________________________ Sono interessato a conoscere i costi della seguente offerta: A 1 spazio (3 x 17,5 cm) per 11 uscite Il Nostro logo in b/n visibile nella tabella descrittiva oltre a un breve testo di 180 caratteri (spazi inclusi) nella colonna “tipologia di prodotto”. B 1 spazio (6 x 17,5 cm) per 11 uscite Il Nostro logo a colori in evidenza nel box oltre a un testo di 420/450 caratteri (spazi inclusi) con più eventuali altri loghi (es. omologazione, CSQ, UNI, ecc.). C 1 spazio (6 x 17,5 cm) per 11 uscite in contemporarea sia sulla rivista sia su web Il Nostro logo a colori in evidenza nel box (offerta B) così come appare sulla rivista, per avere una maggiore visibilità, così apparirà anche su web con rimando al Nostro sito internet. Professione_________________________________________________________________________________ Società _____________________________________________________________________________________ Via _________________________________________________________________ n. _____________________ CAP _____________ Città _________________________________________________Prov. _____________ Tel. ______________________________________ Cell._____________________________________________ e-mail _____________________________________________________________________________________ Il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali in base all’Art. 24, comma 1, lettera “d” del D.Lgs n. 196/03, per finalità di informazione e promozione commerciale nel rispetto delle disposizioni della vigente normativa. 82 Firma __________________________________________________________________________________data ______________________________________ PCB giugno 2011 Identifica i componenti chiave dei tuoi progetti elettronici. 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