24 MARTEDÌ 22 MAGGIO 2012 il Cittadino Sezione CON LA BELLA STAGIONE SI RIPETONO LE OCCASIONI PER GUSTARLO LA STORIA Un alimento antico molto amato: in Italia arrivò grazie a Marco Polo Il gelato, una gioia per il palato: A lo apprezzano piccoli e grandi nche se non tutti lo sanno, il gelato vanta una tradizione secolare. In Italia fu conosciuto nel quattordicesimo secolo per opera di Marco Polo e del pasticcere toscano Buontalenti, che riprodusse i sorbetti cinesi. La storia ci racconta che nel 1533 Caterina dei Medici, andata sposa al futuro re di Francia Enrico II, per dimostrare quanto validi fossero i livelli della cucina italiana gli servì un gelato preparato con frutta di stagione, conservata nelle stesse neviere che servivano a realizzare i sorbetti estivi. Notizie più certe riguardo al gelato raccontano di un tal Francesco Procopio dei Coltelli, un cuoco siciliano che nel 1686 riuscì a preparare una miscela simile a quella che conosciamo oggi. Procopio utilizzò un’invenzione del nonno Francesco, un pescatore che nei momenti di libertà si dedicava allo studio di una macchina capace di perfezionare la qualità di gelato fino ad allora esistente. Un giorno riuscì nel suo intento, ma ormai anziano decise di lasciarla in eredità al nipote. Procopio, stanco della vita da pescatore, prese la sua macchinetta e cominciò a studiarla a sua volta, fece diverse prove e alla fine decise di partire in cerca di fortuna. La Francia lo accolse con grande entusiasmo, e ben presto Procopio potè aprire una gelateria tutta sua, il celeberrimo Café Procope, un locale frequentato da intellettuali del calibro di Balzac e Diderot, che esiste ancora oggi. Secondo altri, invece, il gelato fu preparato per la prima volta da un certo Ruggeri di Firenze, macellaio e appassionato di cucina, che grazie a un preparato che comprendeva panna, zabaione e frutta fresca divenne ben presto famoso: fu lui a preparare il gelato in occasione delle nozze di Caterina dei Medici ed Enrico d’Orleans. Tra le varie scuole che hanno fatto la storia del gelato, merita senz’altro citazione quella veneta, in particolare quella della val di Zoldo, un piccolo paese sulle Alpi bellunesi patria di gelatai famosi in tutto il mondo. La diffusione su scala «industriale» del gelato partì invece dalla Sicilia, più precisamente da Catania, ma a prescindere dalla verità storica di questi fatti, la paternità italiana del gelato viene riconosciuta in gran parte del mondo, e non è raro vedere, nelle gelaterie di Tokio o New York, cartelli che promettono ai loro clienti un cono di «vero gelato italiano”. C ol ritorno della bella stagione tornano anche le passeggiate all’aperto, le serate fuori con gli amici, i week-end in fuga dalla città, e torna anche la voglia di gelato. In tanti, in questi giorni, hanno già sperimentato quell’improvvisa voglia di dolce che ci coglie quando passiamo davanti alla vetrina di una gelateria artigianale, spingendoci a concederci un cono o una coppetta. Gusti freschi di stagione, a base di frutta, oppure i grandi classici come crema e cioccolato, con l’aggiunta di golosi ingredienti presi in prestito dal laboratorio di una pasticceria: qualunque gusto abbia il gelato, alla base ci sono sempre latte e zucchero, miscelati ad arte dai tanti maestri gelatai che operano nel nostro territorio. Per gustare al meglio il frutto del loro lavoro è bene ricordarsi che il gelato va sciolto in bocca lentamente: mai mangiarli in fretta, il nostro stomaco potrebbe risentirne. Il miglior gelato è sicuramente quello «di giornata», cioè quello artigianale, mentre sono da evitare i prodotti con aggiunta di additivi, per esempio aromi, coloranti o emulsionanti. Se preparato secondo la ricetta tradizionale, il gelato può essere una merenda ottima e nutriente per i bamini, mentre per gli anziani rappresenta un alimento completo, poiché contiene una buona dose di calcio, vitamine e liquidi. Per chi tiene d’occhio la linea è utile sapere che esistono diversi tipi di gelato: quello magro contiene 140 calorie ogni 100 grammi, quello alla frutta 160 grammi, le creme invece 220. In tutti i casi l’apporto calorico è modesto, a patto di gustare il gelato in purezza: aggiunte come panna, canditi e pezzi di cioccolata fanno salire rapidamente le calorie fino a 400, un vero attentato per il peso forma. Il gelato è uno dei cibi più delicati dal punto di vista igienico: la sua preparazione, la conservazione e il trasporto sono le tappe di una catena del freddo che non deve mai essere interrotta. Per capire se le gelaterie rispettano le norme igieniche, al di là della pulizia di pavimenti e dei muri dell’esercizio commerciale, è necessario che sia presente un sistema per proteggere il gelato dagli insetti, che in ogni vaschetta ci siano le spatole di acciaio, che i camici del personale siano chiari, puliti e che gli operatori indossino un copricapo. Inoltre gli ingredienti devono essere ben in vista e il negoziante che si occupa di servire i gelati non deve maneggiare contemporaneamente anche i soldi. Regole che le gelaterie lodigiane applicano volentieri, per garantire ai loro clienti un prodotto buono e soprattutto sicuro. Ma in gelateria non esistono solo coni e coppette! Oltre al gelato, si possono trovare anche frappé, semifreddi, sorbetti. A base di fragola, per esempio, perfetta in combinazione con gelato di vaniglia e visciole, o per una torta gelato con fiordilatte. Oppure il kiwi, habitué delle tavole salutiste, da gustare in accoppiata con la banana o con il cioccolato extrafondente, in attesa delle granite estive. Dal gusto aspro e aromatico, il cedro è uno degli agrumi più antichi presenti in natura, insieme al mandarino. Si presta bene alla preparazione di canditi, sorbetti dissetanti e gelati semplici, da aromatizzare con chiodi di garofano o zenzero. Infine, la pesca: gialla, bianca, nettarina o percocca, la pesca è un frutto dal gusto delicato e gradevole per tutti. Matura a fine aprile - inizio maggio, e si presta naturalmente, oltre che alla preparazione del gelato, a sorbetti e granite, in abbinamento con lo yogurt per una merenda ipocalorica, con lo zenzero per un gusto speziato, oppure con la panna per una trasgressione golosa. Ampi opa r c he g g i oas o l i5 0me t r i