ESEGUIRE LE PROCEDURE
DIAGNOSTICHE
Donatella D’Accolti
Definizione
È la prestazione con la quale l’infermiere
compie una sequenza di istruzioni
tecniche, manuali, strumentali e di
laboratorio finalizzate alla formulazione di
una diagnosi.
L’interdipendenza con il medico può
essere estemporanea dopo visita medica
oppure associata a specifici protocolli e
linee-guida approvate dalla struttura
organizzativa.
L’interdipendenza non è legata solo al medico
che prescrive le indagini, ma anche agli altri
professionisti che collaborano alla procedura
(tecnici, radiologi, endoscopisti, biologi).
Spesso sono questi che forniscono indicazioni
e precauzioni da osservare prima, durante e
dopo l’esecuzione di indagini diagnostiche.
ATTENZIONE!!!
In alcuni casi specifici viene richiesto il modulo
di consenso informato firmato dalla persona
che verrà sottoposta alla procedura.
L’esecuzione di indagini sui bambini
L'esecuzione di procedure sui bambini richiede una
serie di attenzioni che sono legate sia alla loro
capacità di collaborare che alle loro caratteristiche
morfologiche e fisiologiche.
Per esempio, nei neonati e nei bambini fino a 2 anni il
controllo degli sfinteri non è ancora acquisito e, quindi, sia la
defecazione che la minzione non possono essere controllate
volontariamente.
Nel periodo tra i 2 e i 7 anni il bambino non ha la capacità di
rappresentarsi mentalmente un'attività e non sa ripercorrere a
ritroso la sequenza di una situazione. Risulterà quindi che, di
una procedura diagnostica, il bimbo ricorderà le sensazioni
vissute ma non le sequenze e lo scopo delle azioni.
Nel periodo delle operazioni concrete (dai 7 agli 11 anni) per il
bambino sarà possibile ricordare le fasi di una procedura
attraverso schemi di azione e comportamento; sarà quindi
utile fargli sperimentare in una situazione recitata
(drammatizzazione) le sequenze di una procedura diagnostica
La dimensione psicologica
Influisce sull' esecuzione di un'indagine diagnostica
innanzitutto per il nesso con una probabile diagnosi o
conferma di malattia o della sua evoluzione.
L’attenzione da prestarle dipende dal grado di apprendimento
e adesione della persona alle indicazioni da seguire in modo
autonomo prima, durante e dopo l'esame.
Le persone possono presentare limitazioni cognitive ed
emotive che interferiscono con la comprensione delle
informazioni da acquisire per eseguire correttamente gli
esami diagnostici. In altri casi, le informazioni che la persona
deve ricevere risultano di difficile comprensione perché
troppo complesse nella procedura e/o spiegate con una
terminologia troppo tecnica. Il risultato è che tali procedure
possono generare nella persona preoccupazione, ansia e
paura.
È stato dimostrato che un'adeguata informazione sulle
modalità di esecuzione di una procedura diagnostica
effettuata attraverso un colloquio, anche corredata da
materiale dimostrativo cartaceo, diminuisce l'ansia e la paura
delle persone che vi si sottopongono.
Eseguire le procedure
diagnostiche
Guidare
Azioni
Istruire la persona nella
gestione del materiale
biologico
insegnare le modalità per
prelevare e conservare un
campione di materiale
biologico
Urinocoltura
La raccolta del campione di urina per
eseguire un'urinocoltura deve essere
effettuata dal getto intermedio.
Lo scopo dell'esame è quello di
determinare la presenza e la tipologia di
microrganismi e la loro sensibilità agli
antibiotici.
Urinocoltura
Procedura per insegnare
raccogliere un campione sterile
di urine da mitto intermedio
Fornire alla persona un
contenitore sterile, a bocca
larga e tappo a vite, e istruirla
sulle modalità di
apertura/chiusura per non
contaminare il campione.
Indicare alla persona la quantità
utile da raccogliere, che può
variare da 1/4 a metà della
capienza del contenitore.
Invitare la persona a eseguire
l'igiene delle mani e dei genitali
prima della raccolta.
Istruire la persona sulla tecnica di raccolta:
il primo getto di urine va eliminato direttamente
nella toilette per eliminare i batteri presenti
nell'uretra distale e nel meato urinario (nel
maschio tenendo retratto il prepuzio, nella
femmina tenendo aperte le grandi labbra);
interrompere la minzione;
aprire il contenitore sterile senza toccare i bordi o
parti interne e appoggiare il tappo con la parte
interna rivolta verso l'alto;
riprendere la minzione raccogliendo l'urina
direttamente nel contenitore (nel maschio tenendo
retratto il prepuzio, nella femmina tenendo aperte
le grandi labbra);
chiudere ermeticamente il contenitore.
Invitare la persona a consegnare il campione
appena raccolto o, se impossibile, a refrigerarlo
(Ontario Association of Medical Laboratories,
2004).
Procedura per insegnare
a raccogliere un campione di urina con sacchetto
collettore pediatrico
Fornire al genitore il sacchetto collettore.
Istruire il genitore sull'importanza di eseguire un'accurata igiene della
zona genitale del bambino prima di applicare il sacchetto collettore.
Spiegare che, dopo l'igiene, va evitato l'uso di talco, creme o lozioni
sulla pelle perché impedirebbero l'adesione del sacchetto.
Istruire il genitore sulla tecnica di applicazione del sacchetto:
adagiare il bambino in posizione supina (dopo aver eseguito l'igiene dei
genitali);
assicurarsi che i genitali siano ben asciutti;
togliere la pellicola protettiva nella parte inferiore dell'apertura adesiva del
sacchetto;
iniziare l'applicazione dal perineo, facendo una leggera pressione perché la
parte adesiva inferiore aderisca;
nel maschio assicurarsi che lo scroto e il pene siano dentro il sacchetto e
nella femmina che l'apertura del sacchetto comprenda in modo completo le
grandi labbra;
completare l'applicazione togliendo la parte superiore della pellicola e
premere per fare aderire anche la parte superiore.
Controllare ogni 15 min che il sacchetto non si stacchi.
Istruire il genitore a rimuovere il sacchetto non appena il bambino urina;
la sua chiusura avviene facendo aderire tra loro i lembi adesivi
dell'apertura.
Per l'invio in laboratorio può essere richiesto di riporre il sacchetto
collettore in un contenitore di plastica con tappo a vite.
Eseguire le procedure
diagnostiche
Sostituire
Azioni
Prelevare materiale biologico
Eseguire il prelievo di
sangue
Definizione e scopo
Questo atto consiste nel prelevare una
determinata quantità di sangue per
ricercare eventuali alterazioni delle sue
componenti principali al fine di:
formulare una diagnosi,
monitorare il decorso di una malattia,
dosare farmaci e/o adeguare una terapia
farmacologia.
Le procedure per ottenerne un campione sono
tre:
puntura venosa,
puntura arteriosa e
puntura di specifiche zone cutanee per ottenere
sangue capillare (skin puncture).
Per le indagini chimico-cliniche viene di norma
prelevato il sangue venoso o quello capillare,
Per le indagini che riguardano i parametri dell'
equilibrio acido-base e dei gas del sangue viene
effettuato il prelievo di sangue arterioso
Conoscenze da possedere per
effettuare un prelievo di sangue:
anatomia e fisiologia dell'apparato
cardiocircolatorio per poter individuare il sito da
pungere;
modalità di reperimento del sito da pungere e
conoscenza dei presidi da utilizzare;
potenziali problemi che possono verificarsi
durante e dopo il prelievo e gli interventi per
prevenirli;
principi di antisepsi;
norme di protezione per la manipolazione di
liquidi biologici.
Il prelievo di sangue
venoso viene
generalmente
eseguito scegliendo
una vena periferica
degli arti superiori.
Generalmente le vene più visibili sono quelle dell'arto
dominante.
La zona da pungere dovrebbe essere esaminata in
precedenza per valutare il calibro delle vene presenti, il tono
delle pareti vasali e le caratteristiche del decorso delle vene.
L'infermiere utilizza
l'ispezione,
l'osservazione
e la palpazione
È comunque la palpazione che
permette di determinare il decorso
e le condizioni della vena e di
distinguerla da arterie o tendini.
Strategie per dilatare la vena
Posizionare l'estremità in una posizione declive (più in
basso del cuore del paziente). La gravità rallenta il ritorno
venoso e gonfia la vena. Questo facilita il corretto inserimento
dell'ago.
Applicare un laccio emostatico 15-20 cm sopra il sito
della puntura venosa circa per un minuto. Il laccio deve
essere posizionato abbastanza stretto per ostruire il
flusso venoso, ma non quello arterioso. Infatti, ostruendo il
flusso arterioso si inibisce il riempimento venosa. Se possibile,
palpare il polso radiale per verificare il flusso arterioso. Alcuni
operatori preferiscono utilizzare un bracciale della pressione
sanguigna gonfiandolo a 30-40 mm Hg.
Se la vena non è sufficientemente dilatata:
Massaggiare o strofinare la vena distalmente al sito e nella
direzione del flusso venoso verso il cuore. Questo facilita il
riempimento della vena.
Incoraggiare il paziente a stringere e rilasciare il pugno.
Contraendo i muscoli si comprimono le vene distali forzando il sangue
lungo le vene con conseguente distensione delle stesse.
Rimuovere il laccio emostatico e applicare del calore sull'intera
estremità per 10/15 minuti. Il calore dilata le vene superfìciali,
favorendo il loro riempimento
Scelta della vena
La vena mediana è circondata, nella fossa
antecubitale, da tessuto sottocutaneo che ne evita gli
spostamenti; anche se non è facilmente visibile, risulta
ben palpabile.
Quando viene punta la vena cefalica si deve eseguire
un'accurata palpazione della zona cubitale perché in
quest' area decorrono sia l'arteria brachiale che il nervo
radiale.
La vena basilica è quella che viene generalmente
punta perché ben visibile; non è circondata da
sufficiente tessuto sottocutaneo e questo comporta
facili spostamenti durante la puntura e durante il
prelievo; inoltre è più frequente la formazione di un
ematoma.
Le vene dorsali metacarpali sono facilmente palpabili
ed evidenziabili, ma è preferibile non pungerle specie
nelle persone anziane in quanto si lesionano più
facilmente
Scelta dell’ago
Per effettuare il prelievo vengono
generalmente utilizzati siringa e ago da
21G. Quando le vene sono piccole o fragili
possono essere usati aghi di calibro più piccolo
o butterfly.
La scelta delle dimensioni dell'ago è
importante in quanto dimensioni più
piccole potrebbero provocare alterazioni
della parte corpuscolata del sangue e
dimensioni più grandi potrebbero creare
lesioni alle pareti delle vene.
Sistemi per la raccolta del
campione di sangue (1)
Il sangue viene raccolto in apposite provette che, a
seconda del tipo di esame, possono contenere o meno
sostanze anticoagulanti.
Per il prelievo di sangue venoso può essere utilizzato il
sistema Vacutainer
Vacutainer®
® costituito da una camicia nella
quale viene inserita direttamente la provetta sottovuoto
e da un sistema di raccordo fra ago e camicia che
permette di perforare direttamente la provetta per
riempirla col sangue necessario. Ogni provetta è
munita di un tappo perforabile con colore diverso in
funzione dell'esame diagnostico che verrà effettuato;
inoltre la provetta è sottovuoto per aspirare la quantità
appropriata di sangue
Sistemi per la raccolta del
campione di sangue (2)
Un altro sistema chiuso di prelievo del
sangue è quello Monovette®.
Anche in questo caso il sangue viene
raccolto direttamente in ogni singola
provetta; quest'ultima è infatti dotata di un
apposito raccordo che si innesta con
quello situato sul cono dell'ago. Le
provette sono munite di stantuffo e
consentono il riempimento sia aspirando
che per pressione negativa.
Problemi potenziali legati al prelievo
Possono verificarsi durante e in
seguito al prelievo venoso dolore e
paura.
paura
Il dolore può essere provocato
dall'erronea puntura di un nervo.
La paura è dovuta alla vista dell'ago o
alle sensazioni legate al trauma che la
sua introduzione provocherà.
In associazione a questi due problemi
possono verificarsi reazioni vagali.
vagali
Va inoltre verificata la
formazione di ecchimosi
o ematomi provocati in
seguito a un'errata
introduzione dell'ago, a
un'inadeguata pressione
di aspirazione durante il
prelievo, alla
dimenticanza di allentare
il laccio emostatico prima
di estrarre l'ago, ad una
cattiva emostasi.
Infezione
È conseguente a una inadeguata antisepsi e in
presenza di scarse condizioni igieniche della
persona.
Prima di un prelievo venoso è necessario
effettuare l'antisepsi della cute in quanto si
introduce nel sistema cardiocircolatorio un
presidio esterno.
L'antisepsi può essere effettuata con soluzione
alcolica di clorexidina 0,5% per la durata di 1
min, oppure con iodopovidone 10% per la
durata di almeno 2-3 min.
Emocoltura (1)
Un tipo di prelievo di sangue venoso che deve
rispettare particolari criteri ed esigenze è l'emocoltura.
Il sangue viene prelevato attraverso la puntura diretta
della vena e non attraverso cateteri venosi periferici già
inseriti;
Per l'antisepsi della cute è indicato usare disinfettanti a
base di iodio dopo un lavaggio antisettico della zona
per togliere la flora cutanea.
La raccolta deve avvenire in modo da non contaminare
il terreno di coltura e ponendo attenzione anche alla
tutela della salute dell'infermiere legata al rischio di
sangue potenzialmente infetto.
Il sangue prelevato viene subito introdotto in due
flaconi contenenti i terreni di coltura, uno per germi
aerobi e uno per germi anaerobi.
Emocoltura (2)
Secondo una revisione della letteratura
(Avril et al.,1999), sembrano necessari
almeno 2 prelievi eseguiti con una
distanza di tempo da 30 a 60 min a cui
associarne un terzo durante o subito
dopo la comparsa di brivido.
Alcuni laboratori richiedono un diverso
numero di prelievi variabile da 1 a 3 al
fine di evitare dei falsi positivi.
Prelievo di sangue venoso
Atti di supporto prima della procedura
Identificare la persona e confrontare i dati con la richiesta di esame che
accompagnerà il sangue prelevato (per es., etichette con codice a barre
apposte sulle provette)
Fornire alla persona alcune informazioni relative alla procedura
Fare assumere alla persona la posizione più confortevole in relazione alla
tipologia e sede di prelievo, valutando anche la necessità di garantire la
posizione supina.
Verificare se la persona ha mantenuto il digiuno, quando richiesto, e
raccogliere informazioni circa la dieta che ha assunto nei giorni precedenti.
Preparare il seguente materiale:
guanti monouso;
laccio emostatico;
aghi o butterfly e sistema Vacutainer o Monovette con relativi aghi o butterfly con
appositi adattatori;
antisettico e batuffoli di cotone o garzine;
etichette;
portaprovette;
telino o asciugamano per la protezione del letto
cuscinetto reggibraccio;
cerotto anallergico.
anestetico locale (opzionale)
Preparare i recipienti per lo smaltimento dei rifiuti tenendo presenti le
disposizioni legislative vigenti, con particolare attenzione ai contenitori per
strumenti taglienti
Lavare le mani
Prelievo ematico con sistema Vacutainer
Vacutainer®
® (1)
Osservare, ispezionare e palpare la zona per scegliere la sede
della puntura.
Posizionare sotto l'arto individuato un telino o un cuscino
reggibraccio.
Scegliere il tipo di ago e il suo calibro in funzione del prelievo e
delle caratteristiche della vena.
Avvitare l'ago alla camicia con l'avvertenza di mantenere il
bisello rivolto verso l'alto lungo la parte appiattita della camicia
stessa.
Disporre le provette sul portaprovette.
Applicare il laccio emostatico circa 10 cm a monte della sede
da pungere.
Indossare i guanti.
Effettuare l'antisepsi della zona.
Impugnare la siringa con la mano dominante, togliere il
cappuccio dell' ago.
Tendere la cute nel senso opposto alla direzione della puntura
con la mano libera e introdurre l'ago col bisello rivolto verso
l'alto.
Prelievo ematico con sistema Vacutainer
Vacutainer®
® (2)
Introdurre all'interno della camicia la prima provetta premendola
leggermente dal fondo fino a perforarne il tappo.
Sciogliere il laccio emostatico mentre si sta riempiendo la prima
provetta per evitare che la pressione di aspirazione faccia collabire
le pareti della vena (le provette hanno una pressione negativa
proporzionata alla quantità del sangue che deve riempire).
Riempire in successione le provette fino a quando il sangue
refluisce in ognuna partendo da quelle senza anticoagulante.
Estrarre l'ago dopo avere tolto dalla camicia l'ultima provetta .
Tamponare il foro cutaneo con cotone o garza.
Chiedere alla persona di effettuare una pressione con due dita
sopra il cotone o la garza asciutti.
Eliminare l'ago nel contenitore per strumenti taglienti.
Capovolgere le provette con anticoagulante almeno 3 o 4 volte per
permettere la miscelazione.
Disporre le provette sul portaprovette e inviarle in laboratorio
verificando che riportino il nome della persona, la data di nascita, il
numero di accettazione, la data dell'esame e la tipologia di esame
richiesto.
Fasi di esecuzione del prelievo venoso
Emogasanalisi
Il prelievo di sangue arterioso viene effettuato
pungendo le arterie radiale, brachiale o
femorale allo scopo di effettuare
l‘emogasanalisi. (EGA)
L'arteria radiale è quella che viene più
comunemente punta perché è facilmente
reperibile, perché dispone di un buon circolo
collaterale che garantisce una discreta quantità
di sangue e perché permette di effettuare una
compressione efficace al termine del prelievo
evitando la formazione di ematomi.
Altre zone per la puntura arteriosa
Il prelievo da arteria brachiale viene effettuato
pungendo nella zona mediana della fossa antecubitale,
vicino all'inserzione del bicipite, leggermente sopra la
piega del gomito. Questa sede implica il rischio legato
alla puntura accidentale della vena basilica o del nervo
mediano; inoltre, non permette di garantire una
compressione efficace.
La puntura dell‘ arteria femorale viene effettuata
soprattutto nelle situazioni di emergenza o quando
l'arteria radiale non è di grosso calibro; viene effettuata
a circa 1 cm sotto la piega inguinale. La vicinanza con
la zona pubica può dare luogo a problemi di infezioni e
difficoltà a garantire una adeguata antisepsi.
Il prelievo dovrebbe essere effettuato
utilizzando apposite siringhe preparate con
eparina sodica;
In mancanza si può usare una siringa da 2,5 ml
in cui si aspirano 0,5 ml di eparina che deve
essere espulsa insieme a tutta l'aria che è stata
eventualmente aspirata, rimanendo solo
nell'ago e nel cono della siringa.
Sulla siringa deve essere montato un ago da
22 o 25G.
L'antisepsi della cute deve essere eseguita
secondo le modalità già indicate per il prelievo
venoso.
Quando è già incannulata un'arteria, il prelievo
è più agevole, ma richiede particolari attenzioni
per non inquinare il prelevato con bolle d'aria e
liquido di infusione.
Le tecniche utilizzate sono:
Lo Scarto:
Rimuove potenziali contaminanti dal catetere.
L’Opposizione:
richiede di miscelare il sangue dentro e fuori
con una siringa per alcuni minuti per eliminare
contaminanti dal catetere.
La Re-infusione
Reintrodurre lo scarto dopo aver ottenuto il
campione di sangue.
Ematoma
La complicanza principale della puntura
arteriosa è l'ematoma
ematoma, che può essere evitata
grazie all'uso di un ago di calibro sottile e alla
compressione dell' area per almeno 5- 10 min.
La formazione di ematoma e/o la comparsa di
sanguinamento dopo la rimozione del catetere
in arteria femorale, nei pazienti sottoposti a
coronarografia,sono considerate complicanze
coronarografia
maggiori.
Sistemi di compressione dell’arteria femorale (1)
Compressar AR
Sistemi di compressione dell’arteria femorale (2)
FemoStop
Hold
Prelievo capillare
Il prelievo di sangue capillare si effettua
pungendo la cute nella zona laterale
esterna del tallone nel neonato, nel
polpastrello del dito medio e anulare della
mano non dominante nel bambino e
nell'adulto.
Scopi
Questo tipo di prelievo viene eseguito di routine
nei neonati per controllare la bilirubinemia e per
gli screening di malattie metaboliche congenite
(es. fenilchetonuria) dopo le prime 24 h di vita,
dopo una settimana ed entro la seconda
settimana di vita.
Nelle persone adulte la raccolta di sangue
capillare avviene per effettuare il test della
glicemia oppure quando è difficile reperire vene
e sono necessarie poche quantità di sangue
per effettuare i test ematici richiesti.
Il punto da pungere deve presentare cute
calda, rosea, integra; si deve evitare
un'area fredda, cianotica, edematosa o
con rush cutanei.
Per effettuare la puntura della cute
possono essere utilizzate apposite
microlance, sistemi automatici di
incisione superficiale.
La profondità dell'incisione deve essere
inferiore a 2,4 mm e non va effettuata
sopra precedenti punture.
Se viene effettuata a livello del tallone
non deve essere punta la zona
calcaneare
Se viene effettuata sulle dita, non deve
essere punta la zona laterale del
polpastrello
Ciò al fine di prevenire
osteomieliti e osteocondriti.
Il sangue viene poi raccolto in capillari e
microprovette.
In caso di test estemporanei può essere
raccolto direttamente su strisce reagenti
o strisciato su vetrini.
Prima della puntura la zona va lavata con
acqua calda e sapone sia per rimuovere la flora
cutanea che per creare iperemia.
L'antisepsi può essere effettuata con
isopropanolo al 70% e non con iodopo-vidone
in quanto quest'ultimo interferisce con
numerosi esami.
L'uso dell'alcol potrebbe alterare l'esecuzione
della glicemia; è quindi importante farlo
evaporare, asciugare la prima goccia di sangue
e prelevare la seconda goccia.
Prelievo di sangue capillare
Atti di supporto prima della procedura
Identificare la persona
Fornire alla persona (o ai genitori del neonato) alcune
informazioni relative alla procedura
Far assumere alla persona la posizione seduta e nel neonato
la posizione supina
Verificare se la persona ha mantenuto il digiuno quando è
richiesto o chiedere da quanto tempo si è alimentata
Preparare il materiale:
guanti monouso;
antisettico alcolico e batuffoli di cotone o garzine;
microlance o altri sistemi automatici di incisione superficiale;
microprovette o capillari;
strisce reagenti e lettore elettronico se deve essere rilevata la
glicemia;
apposita cartina assorbente se devono essere effettuati i test
metabolici neonatali.
Preparare i recipienti per lo smalti mento dei rifiuti tenendo
presenti le disposizioni legislative vigenti
Lavare le mani
Procedura
Mettere le provette o i capillari sul loro supporto oppure
accendere e tarare il lettore elettronico per la glicemia e preparare
una striscia reagente.
Osservare la sede della puntura e, se necessario, scaldarla.
Indossare i guanti.
Creare un'iperemia nella sede di puntura se si preleva dal dito
esercitando una leggera pressione tra pollice e indice a livello
dell' ultima falange, mentre, se si preleva dal tallone, stringendolo
tra pollice e indice congiunti a forma di cerchio.
Effettuare l'antisepsi e far asciugare l'alcol.
Pungere la cute.
Far uscire la prima goccia di sangue e asciugarla.
Raccogliere il sangue che fuoriesce successivamente usando i
capiIlari, oppure farlo cadere direttamente sulla striscia reagente.
Tamponare con una leggera pressione con una garza al termine
del prelievo.
Controllare il risultato che appare sul display nel lettore
elettronico e trascriverlo sulla documentazione in uso,
oppure;
Inviare in laboratorio il sangue prelevato accompagnato dalla
richiesta completa di tutti i dati biografici della persona.
In tutti i prelievi di sangue, venoso,
arterioso e capillare, è necessario che
l'operatore indossi i guanti per tutelare
la propria salute (CDC, 2005; 1997).
Quando si effettua un prelievo arterioso,
e nell' esecuzione dell' emocultura, è
preferibile proteggere anche la bocca e
gli occhi con mascherina.
Atti di supporto dopo la procedura
Smaltire il materiale utilizzato seguendo le
disposizioni legislative vigenti.
Lavare le mani.
Registrare l'avvenuta esecuzione dell' esame
Neonato/Bambino
Per effettuare la puntura venosa, nei neonati, vengono
utilizzate le vene del cuoio capelluto.
capelluto
Poiché i neonati non hanno vene di grande calibro nella
fossa antecubitale, i campioni di sangue per gli esami di
laboratorio sono di solito anche dalla giugulare esterna
e dalle vene femorali.
femorali
Usare una bambola per dimostrare ai bambini la puntura
venosa e spiegare la procedura ai genitori.
Spiegare la procedura al bambino, incoraggiare le
domande ed essere attenti a recepire i messaggi dalla
comunicazione non verbale. I bambini possono non
comprendere cose che per gli adulti sono ovvie. Per
esempio un bambino può credere che la l’iniezione
rappresenti una punizione.
Nei bambini è di solito usato un ago con un diametro
23-24.
Applicare dei dispositivi di stabilizzazione appropriati in
base all'età; stecche per le braccia o altri strumenti per
proteggere il sito se il bambino deve eseguire terapia
EV.
Anziano
La cute è spesso delicata e facilmente esposta
alle contusioni. Selezionare un sito con tessuto
sano e adeguato per supportare l'ago.
Per distendere la vena, percuoterla
leggermente per evitare traumi.
Cercare di non usare il laccio emostatico negli
anziani. Di solito le vene superficiali sono
abbastanza grandi e non necessitano di una
ulteriore distensione per inserire l'ago. Usando
il laccio emostatico si può provocare la rottura
della vena quando viene penetrata dall'ago.
Ridurre l'uso di disinfettanti alcolici e di cerotto
per evitare irritazioni alla cute sensibile.
Eseguire le procedure
diagnostiche
Sostituire
Azioni
Eseguire gli esami
strumentali
Eseguire
l'elettrocardiogramma
Definizione e scopo
Con l'effettuazione dell' elettrocardiogramma
(ECG) si registra l'attività elettrica del cuore
mediante l'applicazione di elettrodi sulla
superficie cutanea di zone predefinite e si
stampa la sua documentazione grafica
mediante un'apposita apparecchiatura
(elettrocardiografo).
Lo scopo è quindi quello di documentare gli
eventi elettrici che precedono la contrazione
miocardica e non l'attività contrattile del cuore,
al fine di diagnosticare le patologie cardiache.
Per registrare l'ECG è necessario
collegare un elettrocardiografo a 10
elettrodi che registrano 12 derivazioni.
Elettrodi precordiali
Per gli elettrodi precordiali (da V1 a V6) è
importante determinare con precisione la
posizione di V1 in quanto risulta fondamentale
per la registrazione di queste derivazioni.
Per reperire il quarto spazio intercostale:
si appoggia il dito sull'angolo sternale,
si fa scivolare lentamente verso il basso di qualche
centimetro finché non si sente una leggera
prominenza ossea. Questo è l'angolo di Louis
dove il manubrio si unisce al corpo dello sterno.
spostando appena le dita verso il lato destro del
torace si palpa la seconda costa e l'avvallamento
successivo è il secondo spazio intercostale.
da qui si scende contando fino al quarto, dove
viene collocato l'elettrodo V1
Atti di supporto prima della procedura
Verificare il funzionamento dell'elettrocardiografo e
la velocità di scorrimento della carta.
Identificare la persona
Fornire alla persona alcune informazioni relative
alla procedura
Fare assumere alla persona la posizione supina e
fare scoprire il torace, i polsi e le caviglie.
Verificare se risulta necessario radere i peli del
torace nei punti nei quali fare aderire gli elettrodi.
Preparare il seguente materiale:
elettrocardiografo munito di carta millimetrata e cavi;
elettrodi adesivi monouso;
oppure pasta conduttrice pinze e pompette
soluzione alcolica per sgrassare la cute;
garze pulite;
materiale per tricotomia, se occorre.
Lavare le mani
Procedura
Preparare la cute nelle zone in cui verranno applicati gli
elettrodi utilizzando la soluzione alcolica.
Applicare gli elettrodi delle derivazioni periferiche
cercando di evitare l'applicazione su tendini e grosse
masse muscolari.
Posizionare gli elettrodi precordiali utilizzando i punti di
repere descritti.
Collegare gli elettrodi all'elettrocardiografo mediante gli
appositi cavi.
Invitare la persona a non muoversi per qualche minuto e
a mantenere una normale respirazione (per evitare
artefatti nel tracciato).
Iniziare la registrazione stampando almeno 4-5 complessi
per ciascun gruppo di derivazioni.
Spegnere l'elettrocardiografo e togliere i cavi.
Staccare gli elettrodi ed eliminare la pasta conduttrice
rimasta sulla cute della persona utilizzando delle garzine
asciutte.
Atti di supporto dopo la procedura
Smaltire il materiale utilizzato seguendo le
disposizioni legislative vigenti
Lavare le mani
Tagliare e pinzare il tracciato
elettrocardiografico in modo da consentire
l'individuazione della sequenza delle onde
PQRST nelle diverse derivazioni
Registrare l'avvenuta esecuzione dell'esame
Scarica

ESEGUIRE LE PROCEDURE DIAGNOSTICHE