There are several reasons for obtaining the Accreditation of a Digestive Endoscopy Service, but probably the most important is to activate a virtuous cycle of so-called continuous improvement. It’s 'possible to follow similar pathways, either the ISO 9000 certification or the Accreditation according to SIED Accreditation Manual, the latter being that followed by our Service since 2001; this has allowed us to put under control all the aspects of the management of our Service including, recently, the tracking of instruments disinfection and the integrated management of all information flows. Parole chiave: accreditamento, ISO 9000, miglioramento continuo, qualità globale Key words: accreditation, ISO 9000, continous improvement, total quality IF Gianluca Bersani Angelo Rossi Endoscopia Digestiva Malatesta Novello di Cesena Introduzione Le prime esperienze di valutazione di una organizzazione sanitaria risalgono al 1917 negli Stati Uniti, quando l’American College of Surgeon sviluppa il documento MSH (Minimal Standard for Hospital) e con il quale vengono valutati negli anni successivi le prestazioni offerte da centinaia di Ospedali Nord Americani (1). A questa esperienza ne sono succedute numerose altre, sempre prevalentemente in paesi anglosassoni (Stati Uniti, Canada, Australia). Nel 1951 nasce la Joint Commision on Accreditation of Hospital (JCAH), dal 1987 semplicemente Joint Commission, una organizzazione privata no-profit il cui scopo è quello di valutare gli ospedali e assegnare loro una valutazione sulla prestazione offerta rispetto a standard predefiniti e condivisi. Da allora si è sempre più diffuso la necessità di valutare/misurare la qualità delle prestazioni sanitarie offerte da organizzazioni come Ospedali, Servizi, Sistemi sanitari in generale. Negli ultimi anni si sono diffusi sempre di più sistemi di Accreditamento per l’eccellenza. In Italia sin dai primi anni ’90 (D.lgs 502/92 e 517/93) viene auspicato l’adozione di si- Giorn Ital End Dig 2010;33:67-71 Ci sono vari motivi per volere accreditare un Servizio di Endoscopia Digestiva, ma il principale probabilmente è quello di attivare un circolo virtuoso di cosiddetto miglioramento continuo. È possibile seguire percorsi simili tra loro, sia quello della Certificazione ISO 9000 che quello dell’Accreditamento secondo il manuale di Accreditamento SIED; quest’ultimo è stato quello seguito dal nostro Servizio fin dal 2001; questo ci ha permesso di mettere sotto controllo tutti gli aspetti gestionali del nostro Servizio, tra i quali recentemente la tracciatura della disinfezione e la gestione integrata di tutti i flussi informativi. Iniziative Formative > Comunicazione e management Come e perché accreditare un Servizio di Endoscopia Digestiva 67 IF Iniziative Formative > Comunicazione e management stemi di accreditamento per le strutture sanitarie, che vengono variamente implementate negli anni successivi dai Sistemi Sanitari Regionali Italiani. La storia della certificazione di qualità è invece più recente e risale agli anni ’70 quando la ISO (International Stadard Organization) adotta gli standard della British Stadards Institution (BSI) n° BS 5750 e le dà il nome di ISO 9000 (2-4). All’inizio questo standard di riferimento viene utilizzato solamente nell’industria manifatturiera, mentre le versioni più recenti (9001:2000 e 9001:2008) sono state ampiamente aggiornate ed applicate sempre di più ad organizzazioni fornitrici di servizi in particolare di tipo sanitario (5). Inoltre in questi anni si è venuto a creare tutta una serie di Standard di riferimento in vari campi, spesso con tratti in comune; così accanto a ISO 9000 riferito ai sistemi di gestione della qualità, abbiamo le norme ISO 14000 relativi agli standard di gestione ambientale e ISO 27000 sulla information security. Differenze tra accreditamento e certificazione Gianluca Bersani et al > Come e perché accreditare un Servizio di E.D. 68 La principale differenza risiede nel fatto che per l’accreditamento si utilizzano criteri e procedure specificamente sviluppate per determinare l’efficienza tecnica relativa all’endoscopia, e si valutano fatti ed azioni rilevanti a generare prodotti (in questo caso endoscopie) eccellenti, con particolare riguardo a: competenza tecnica dello staff, validità ed appropriatezza dei metodi e delle procedure utilizzati, tracciabilità dei processi critici (identificazione, disinfezione, consenso, ecc), disponibilità, manutenzione e calibrazione della strumentazione, adeguatezza dell’ambiente di lavoro, gestione identificazione e trasporto dei campioni biologici (6). La certificazione ISO 9000 trova invece più ampia applicazione nei casi in cui un Servizio di Endoscopia si ponga altri obiettivi oltre a quelli relativi all’attività endoscopica indirizzata al paziente (come p.es formazione, attività di ricerca/università, ecc). Le prime esperienze di accreditamento in Endoscopia digestiva si sono osservate in Italia alla fine degli anni ’90 grazie all’impegno di un gruppo di appassionati (7-10). Il punto di partenza e probabilmente anche più importante di un percorso di accreditamento/certificazione per un Servizio di Endoscopia Digestiva, è quello della definizione degli obiettivi del Servizio stesso (11). È infatti su questi che andranno definiti i percorsi per raggiungerli, gli indicatori da misurare per valutare i percorsi e le azioni che i responsabili del Servizio dovranno mettere in atto per avvicinarsi sempre di più agli obiettivi definiti. Un altro passaggio fondamentale è la definizione delle responsabilità; infatti in un sistema di gestione controllato è sempre possibile sapere “chi fa cosa e quando”. Come accreditarsi Nel caso dell’Accreditamento di un Servizio di Endoscopia Digestiva il compito è molto facilitato dal fatto che esiste un Manuale di Accreditamento prodotto dalla SIED (12). Il primo dubbio è se rivolgersi o meno ad un consulente esperto esterno. In caso di completa inesperienza all’interno del team del Servizio di Endoscopia la risposta è decisamente “SÌ”. Questo può infatti evitare false partenze, lunghi percorsi e sentieri tortuosi e alla fine può risultare anche economico. È fondamentale quindi che il Sevizio, in tutto il suo insieme e le sue componenti definisca gli obiettivi del suo sistema e ne orienti lo sviluppo verso i contenuti della pratica professionale e della qualità del prodotto (11). Il secondo passo fondamentale è l’identificazione dei processi che portano alla realizzazione dei prodotti contenuti negli obiettivi del Servizio. Questa è la parte operativa più importante in quanto l’adeguatezza di un sistema qualità è proporzionale alla profondità delle analisi riguardante i processi sia principale che di supporto al principale. Nostra esperienza Ma perché abbiamo investito affinché il Nostro Servizio fosse certificato? La struttura Clinica era già certificata, non avevamo problemi di bollino blu per cui la motivazione è stata soprattutto quella di offrire all’utenza una prestazione qualitativamente impeccabile in tutta la sua complessità e completamente sotto controllo in ogni suo aspetto. Volevamo impegnarci cioè ad essere sempre “disponibili al cambiamento, consapevoli che il proprio modo di operare poteva essere sempre migliorabile” (13). Infatti tutti noi sapevamo che la certificazione ci avrebbe portato a sottostare ad un atto mediante il quale un organismo terzo indipendente avrebbe valutato il nostro operato per “valutare” se quello che facevamo e come lo facevamo era conforme ad una determinata norma. Noi abbiamo preso come riferimento il manuale di accreditamento della SIED I edizione (12). Su questa base e con questi obiettivi abbiamo iniziato il nostro cammino nella primavera del 1999. Riunioni, discussioni, condivisioni, riluttanze, dubbi ci hanno accompagnato nel cammino ma alla fine, la buona volontà di tutti ci ha permesso di “sottoporci” al grande giudizio fiduciosi nell’esito e convinti del nostro lavoro. Il RAQ di provata esperienza e capacità, il Respon- IF Iniziative Formative > Comunicazione e management Definizione degli Obiettivi • eseguire esami endoscopici diagnostici e terapeutici con le migliori tecnologie e con la miglior formazione del personale, con la massima soddisfazione e sicurezza per il paziente. Processo principale • esecuzione dell’esame endoscopico (in tutte le sue fasi: accettazione, comunicazione e consenso, sedazione del paziente, esecuzione dell’esame, gestione del post-esame, dimissione, follow-up, gestione/comunicazione ulteriori accertamenti eseguiti. Processi di supporto: • gestione strumentario • gestione degli ambienti • gestione dei fornitori • gestione interfacce anatomia patologica anestesia amministrazione • gestione della formazione • gestione della comunicazione (interna/esterna) I sistemi di accreditamento e certificazione, in particolare ISO 9000 non sono solo uno strumento di qualità ma anche un sistema di gestione della comunicazione; infatti quando implementati correttamente favoriscono: • la creazione di una comunicazione interpersonale tra manager e impiegati/ medici/infermieri • la risoluzione di conflitti politici, incomprensioni procedurali e conflitti tra flussi informativi formali ed informali • lo sviluppo di abilità comunicative sia nel management che negli addetti del Servizio • la creazione di un sistema per documentare e disseminare informazioni a livello dell’organizzazione e a tutti i clienti • la messa in opera di un sistema di rete di comunicazione • la creazione dei presupposti per utilizzare tutto il personale come un sofisticato raccoglitore ed elaboratore di informazioni. Alcuni esempi di azioni di miglioramento nella nostra esperienza In alcuni ambiti del nostro Servizio di Endoscopia sono state portate avanti le seguenti esperienze, nate dall’analisi della nostra realtà dal punto di vista dell’assicurazione di qualità: • tracciatura della disinfezione degli strumenti • utilizzo del sistema di refertazione come parte centrale del sistema informativo che fornisce dati/informazioni e che alimenta la raccolta dati per gli indicatori. Tracciatura della disinfezione degli strumenti Il sistema di disinfezione di alto grado utilizzato nel nostro Servizio era stato disegnato secondo le linee guida emesse dalle società scientifiche di Endoscopia digestiva (14) e quindi per tutti gli strumenti utilizzati veniva effettuato un lavaggio/detersione con liquido enzimatico, test di tenuta dello strumento, lavaggio in lavaendoscopi secondo modalità standard e stoccaggio degli strumenti disinfettati in appositi armadi. Inoltre periodicamente veniva fatto un monitoraggio colturale sugli strumenti endoscopici al fine di controllare l’efficacia di tutto il percorso e quindi escludere l’eventuale crescita di microrganismi patogeni. Quello che mancava era la tracciatura di questo percorso e delle rispettive responsabilità per ogni singolo strumento. Si è deciso per far fronte a questa esigenza di adottare una procedura che prevedeva le seguenti fasi: Giorn Ital End Dig 2010;33:67-71 sabile del Servizio con esperienza nello specifico per avere contribuito alla “certificazione” nel precedente ambiente di lavoro ed il personale attento, disposto e impegnato a capire e condividere tutto il lavoro fatto, hanno avuto buon gioco nel cammino comune verso l’obiettivo che ci eravamo prefissi: l’Accreditamento del Servizio di Endoscopia Digestiva. Quando fare le riunioni per la discussione dei problemi e tentare una loro soluzione? La particolare organizzazione del lavoro fino alle prime ore del pomeriggio rendeva facile organizzare gli incontri, ma ognuno aveva da rinunciare ad una fuoriuscita dal lavoro più sollecita. Come fare per studiare i problemi e proporre soluzioni? Dividendo i "compiti a casa", passando la minuta in anticipo rispetto alla discussione plenaria. E come individuare i problemi? Simulando prestazioni, situazioni semplici o complicate, sforzandoci di non lasciare indietro nulla. I compiti erano chiaramente divisi: la direzione immaginava le procedure e le problematiche che esse ponevano: i collaboratori le passavano al setaccio criticamente e alla fine si rendevano leggibili e si catalogavano. La seguente è una descrizione dei passaggi chiave effettuati: 69 IF Iniziative Formative > Comunicazione e management • detersione dello strumento • prova di tenuta • lavaggio in lavaendoscopi stampa del resoconto del lavaggio (n° lavaggio, fasi con T° di lavaggio, durata, firma dell'operatore); questa stampata viene conservata in appositi registri • stoccaggio dello strumento lavato con etichetta riportante il n° di lavaggio • utilizzo dello strumento con registrazione sul referto dell'esame endoscopico eseguito del n° del ciclo di lavaggio. In questo modo è ora possibile risalire dal referto di un esame endoscopico al numero di lavaggio dello strumento utilizzato per quel dato esame e quindi a tutte le informazioni relative alle responsabilità, completezza ed efficienza del lavaggio stesso (T°, durata, completezza del ciclo come riportato dalla stampata della lavaendoscopi). Sono rimaste invariate le altri fasi relative al controllo microbiologico periodico. Ulteriore fase di miglioramento in fase di avanzata progettazione è l’automazione del passaggio dei dati del lavaggio dalla lavaendoscopi al programma di refertazione, evitando così la trascrizione manuale del numero di lavaggio. Gianluca Bersani et al > Come e perché accreditare un Servizio di E.D. 70 Utilizzo del sistema di prenotazione/refertazione come centro del flusso informativo del servizio Per quel che riguarda i sistemi di refertazione dell’esame endoscopico esistono da tempo linee guida relative alla definizione di come deve essere fatto un referto endoscopico e quali informazioni deve contenere (15). Abbiamo pertanto deciso di adottare un programma di gestione del referto che fosse al centro del nostro sistema informativo e ci permettesse di seguire il percorso del paziente dal primo contatto fino al momento della dimissione; il percorso si riassume nelle seguenti fasi: • prenotazione; il foglio di prenotazione permette la registrazione dei vari aspetti: esecuzione effettiva dell’esame, ritardi dell’esecuzione, ritardi rispetto all’orario di prenotazione, tempo intercorso tra data di prenotazione e data di esecuzione. Queste informazione vengono quindi elaborate periodicamente allo scopo di generare i dati che sottostanno agli indicatori utilizzati per valutare la performance del Servizio; • accesso (registrazione dati anagrafici/allergie assegnazione classi di appropriatezza ASGE, classe ASA); • consenso/raccolta consenso segnalazione mancato rilascio consenso; • esecuzione esame; registrazione fotografica/video, raccolta immagini relative a punti di riferimento endoscopici (cieco, D2, papilla di Vater, polipi/neoformazioni); • refertazione indagine con la registrazione tra le altre delle seguenti informazioni: esame operativo, completezza dell’esame, pulizia/preparazione adeguata, diagnosi codificate, segnalazione complicanze precoci ed eventualmente successive complicanze tardive, controlli successivi, esame istologico/citologico, durata dell’esame, durata dell’esposizione di eventuale radiografia utilizzata. Tutte queste informazioni sono quindi elaborate periodicamente e sono alla base delle analisi portate al Riesame della Direzione periodico che in base ad essi valuta il raggiungimento degli obiettivi (sia generali che specifici per l’anno) e decide se aprire azioni correttive o di miglioramento. In definitiva il percorso di Accreditamento ha portato nel Servizio la mentalità di lavorare in team, porsi dei chiari obiettivi comuni, abituarsi all’idea della valutazione tra pari e vedere tutto ciò come una opportunità di miglioramento continuo del Servizio. Corrispondenza Gianluca Bersani Endoscopia Digestiva Malatesta Novello Via R. Serra 2 - 47023 Cesena Tel. + 39 0547 370752 Fax + 39 0547 22336 e-mail: [email protected] Bibliografia 1.From Wikipedia. http://en.wikipedia.org/wiki/Joint_commision. Accesso del 10 dicembre 2009. 2.Singles J, Ruel G, Van de Water H. ISO 9000 series certification and performance. 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Consigli pratici in Endoscopia Digestiva (01.2002).www.sied.it/nuke6/html/modules.php?name=S ections&op=listarticles&secid=7 IL SISTEMA OMOM di SOFAR Il sistema video capsulare endoscopico OMOM®, è prodotto dalla Jinshan Science and Technology Group di Pechino specializzata in microelettronica medica e nanotecnologie. Questo sistema video capsulare utilizza una speciale tecnologia denominata MEMS (Micro Electro-Mechanical Systems) che è un dispositivo integrato in forma altamente miniaturizzata su un substrato di silicio, che coniuga le proprietà elettriche degli integrati a semiconduttore con proprietà opto-meccaniche. Un sistema "intelligente" che abbina le funzioni elettroniche, ottiche e meccaniche in uno spazio ridottissimo, integrando la tecnologia dei sensori e degli attuatori e le più diverse funzioni di gestione dei processi. In questo modo il sistema raccoglie le informazioni misurando fenomeni meccanici, ottici e magnetici. Si ha quindi un sistema in grado di captare informazioni dall'ambiente traducendo le grandezze fisiche in impulsi elettrici, di elaborare tali informazioni facendo uso di opportune logiche ed, infine, di rispondere con alcune azioni. La Jinshan Science ha cominciato a produrre questa videocapsula nel 2002 e conta nel territorio cinese più di 600 sistemi installati, nel 2006 ha ottenuto la certificazione CE che ha permesso di entrare nel mercato europeo dove, grazie a peculiari caratteristiche del prodotto, ha riscontrato diversi consensi. Dal 2009 il sistema video capsulare endoscopico OMOM® è commercializzato in Italia in esclusiva da Sofar S.p.a., che ne ha apprezzato le peculiarità tecniche che lo rendono unico nel suo genere per praticità e flessibilità di utilizzo. L’innovativo giubbotto ha ben 14 antenne riceventi preinserite che permettono una totale copertura del corpo, garantendo una perfetta acquisizione delle immagini in ogni posizione in cui si trovi la capsula; questo accorgimento permette all’operatore sanitario di disporre di una preparazione rapida e gradita da parte del paziente in quanto non soggetto a dover subire le fastidiose 8 ventose adesive sulla pelle (con l’eventuale tricotomia nei pazienti di sesso maschile). Il paziente indossa il giubbotto direttamente sopra una maglietta di cotone, e all’operatore sanitario non è richiesto più di 1 minuto per la preparazione del paziente. Il software di gestione e di analisi del sistema video capsulare OMOM®, permette una totale adattabilità alle esigenze dell’utilizzatore. In ogni momento, anche dopo la deglutizione, è possibile regolare i parametri di visualizzazione, quali luminosità, contrasto e colori RGB, in modo da ottenere sempre una qualità d’immagine ottimale. Tale procedura può essere svolta senza l’ausilio di un computer, così come la fase di avvio dell’esame, semplicemente utilizzando il visualizzatore portatile. La capsula OMOM® può essere utilizzata per indagini dei vari distretti gastroenterici, intestino tenue e colon. Questa caratteristica, unica nel suo genere, è ottenuta grazie alla possibilità di poter spegnere i 6 led d’illuminazione e la trasmissione delle immagini della capsula, potendole poi riattivare anche a distanza di ore. In questo modo si riesce a salvaguardare la batteria, prolungando la durata oltre le 11 ore. Le dimensioni della capsula OMOM® sono leggermente superiori rispetto alle altre (circa 1,7 mm). Queste dimensioni sono volute, al fine di ottenere una migliore aderenza alle pareti gastrointestinali, aumentando la qualità dell’immagine e riducendo al minimo il rischio di capovolgimento della stessa. La dimensione non compromette comunque la facilità di ingestione della capsula. Una volta terminato l’esame, il download dei dati sul computer richiede meno di 10 minuti, abbreviando il tempo di attesa del medico prima della reale lettura dell’esame stesso. È l’unico sistema che permette il download fino a 10 pazienti contemporaneamente. Per quanto riguarda le altre caratteristiche, come l’angolo di visuale (150°), la risoluzione (300.000 pixel), la profondità di campo (0-35 mm) e illuminazione (6 led bianchi) la capsula OMOM è allineata con i parametri delle altre capsule presenti sul mercato. La Jinshan Science ha già comunicato importanti novità in arrivo per il mese di marzo sia di software che di hardware.