Dai Green Center ai Distretti Urbani NUOVE PROSPETTIVE PER UNA CITTÀ SOSTENIBILE I primi Centri Commerciali II Centri Commerciali moderni sono il frutto di un’evoluzione che a partire dalla metà del secolo scorso hanno riprogettato lo spazio urbano in tutto il mondo. Il primo Centro Commerciale è stato il Northland , Center di Detroit del 1954, progettato da uno dei più grandi architetti dell’epoca, Victor Gruen. Realizzato su una superficie composta di 35.000 m 2 2 di magazzino e 100.000 m di superficie commerciale, un parcheggio cinque volte più grande del Centro Commerciale e una piazza centrale chiamata Garden Court, dove svolgere iniziative culturali, concerti e conferenze. Le caratteristiche innovative dell’epoca erano determinate da: Una vasta area riservata ai pedoni circondata da negozi e magazzini; La separazione delle persone dai veicoli; Il sistema del carico e scarico delle merci fuori dalla vista dei clienti; Nel 1956 nasce a Minneapolis, nello Stato del Minnesota, il secondo modello di Centro Commerciale americano, il Southdale Center, il primo ad essere interamente coperto e climatizzato. Fino ad allora non era mai accaduto di chiiudere un’area così vasta, infatti prima della realizzazione del progetto fu necessario simularne la realizzazione in una piazza centrale in cui tutti i tavolini dei bar avessero gli ombrelloni aperti. Ci si chiedeva se lo shopping center dovesse essere un luogo finalizzato solo alla vendita o all’interazione sociale. I primi Centri Commerciali I primi Centri Commerciali in Europa I primi Centri Commerciali in Europa nascono in Francia con all’interno un ipermercato. Questo modello si diffonderà pian piano in Germania e in Gran Bretagna, dove vengono costruiti Centri Commerciali nel centro della città e in Italia poco più tardi, per la mancanza di leggi che potessero regolamentare il mercato e la concorrenza con i piccoli negozi. I primi due Centri Commerciali in Italia nascono a Bologna nel 1971 e a Cinisello Balsamo (MI) nel 1974. I primi Centri Commerciali in Europa Con il passare degli anni i Centri Commerciali extraurbani hanno cambiato l’asse economico di intere città creando un flusso di consumatori che dal centro, soprattutto nei fine settimana, si recano per far compere o per una semplice passeggiata in zone periferiche, lì dove sono situati i maggiori shopping center della città. Si sono diffusi numerosi Centri Commerciali di differenti dimensioni che hanno affiancato all’idea di un contenitore commerciale quelle di progettazione architettonica, capace di migliorare l’accoglienza del Centro e la sua percezione da parte dei consumatori. I Green Center CENTRI COMMERCIALI ECOLOGICI I Green Center Cosa sono: Si tratta di Centri Commerciali che: Sfruttano energie alternative; Vengono costruiti con sistemi di bioedilizia; utilizzano sacchetti di carta invece degli shopper di plastica; Promuovono la mobilità sostenibile, la raccolta differenziata e il rispetto dell’ambiente; Alcuni esempi Auchan di Monza Azioni concrete: - sostituzione degli shopper di plastica con un anno di anticipo rispetto alla normativa con un risparmio mediodi 332 milioni di buste. (dato calcolato su un’affluenza di 83 milioni di visitatori – centri Auchan - per un totale di 4 buste a testa); - l’intero centro è realizzato sotto terra per ridurre l’impatto ambientale e il consumo di energia per gli impianti di condizionamento nel periodo estivo e di riscaldamento in quello invernale; Gruppo il Gigante Il Gruppo ha deciso nel periodo natalizio del 2008 di installare al posto delle classiche illuminazioni natalizie 300 alberi nel Parco Nord di Milano, operazione realizzata con il supporto tecnico di AzzeeroCO2. Con questo gesto il gruppo ha risparmiato 223.200 kwh di elettricità, l’equivalente di 146 tonnellate di CO2 emesse in atmosfera. I 300 alberi assorbiranno altre 210 tonnellate di CO2 pari a 67 voli a/r Roma New York. Aeon Lake Town Shopping Center In Giappone l’Aeon Group ha progettato il più grande complesso ecologico del paese chiamato Aeon Lake Town Shopping Center, composto da due parti: Mori (foresta) e kaze (vento). Al centro della complessa struttura è situato un grande lago artificiale, circondato da ampi spazi verdi con parchi, terrazze, attrezzature sportive, pannelli solari. All’interno del Centro anche la prima stazione di ricarica per veicoli ad alimentazione elettrica, con 30 minuti si avrà un’autonomia di 120 km. Il Centro Commerciale di Carosello di Carugate Il Centro Commerciale si sviluppa al di sotto di un tetto di 16 mila metri quadri di prato verde, settanta coni trasparenti catturano la luce del Sole e consentono l’illuminazione naturale della galleria. Nei giorni di pioggia l’acqua piovana viene recuperata attraverso un sistema di raccolta utilizzata per tutti gli usi non potabili: bagni, impianti meccanici, irrigazione e lavaggio di automobili. Dai Centri Commerciali al Town Center Management Cos’è il Town Center Management Rappresenta un gruppo di negozianti che decidono di unirsi per migliorare lo spazio urbano in cui operano attraverso: 1. L’organizzazione di eventi culturali; 2. L’allestimento nei periodi festivi delle strade; 3. La realizzazione di servizi aggiuntivi come i parcheggi; 4. L’investimento in azioni sostenibili (mobilità di gruppo, trasporti urbani, city bike, shopper di carta); In Gran Bretagna In Gran Bretagna, il concetto di TCM si è diffuso a partire dagli anni ‘70 (il primo TCM è stato realizzato nel 1986) per: Creare associazioni di commercianti; Valorizzare le aree urbane destinate alla desertificazione; Concorrere al potere assunto dai Centri Commerciali; Oggi in Gran Bretagna sono presenti TCM in 300 città e si è creata un’associazione l’ATCM che è diventata il punto di riferimento per 15 paesi. In Belgio In Belgio l’esperienza dei TCM della Gran Bretagna è stata recepita con il nome di “Cellules de gestion du centre ville”. Essi sono stati introdotti per primi nella Regione Wallon che oggi ospita ben 18 CGCV. Essi sono coordinati da un City manager e si sono costituite le Association du management de centre-ville. I contributi per la realizzazione dei CGCV sono così distribuiti: 1. Contributi comunali: variano da un 20% a un 40%; 2. Contributi dei partners: si tratta per lo più di un contributo volontario; 3. Contributi associativi: spesso vengono versati dai commercianti; 4. Altri ricavi derivanti dalla vendita di pacchetti di servizi; In Francia In Francia il TCM è denominato Centre Commercial a ciel ouvert. Si tratta di gruppi di commercianti motivati dall’obiettivo comune di rendere più attrattive le città. Anche qui come nel resto d’Europa si tratta di un modo autonomo dei negozianti di gestire delle aree urbane destinate alla desertificazione. In Spagna Centro Comercial a cielo abierto: Una formula di organizzazione commerciale che agisce con una propria strategia in sintonia sui temi della vita culturale, del turismo, dell’offerta commerciale e del divertimento. In Italia I Centri Commerciali Naturali; I Distretti Urbani del Commercio; Centri Commerciali Naturali Sono stati così chiamati e si sono per lo più sviluppati in Toscana dove ora ne sono aperti 150. Essi propongono: La valorizzazione dei prodotti locali; La distribuzione di prodotti a km 0; La valorizzazione del centro urbano; Organizzazione di eventi e servizi per i turisti; I Distretti Urbani del Commercio Alcuni dei Distretti Urbani del Commercio sono di recentissima costituzione, a partire dal 2005 in poi. Sono esempi significativi il Distretto Urbano del Commercio di Varese, presentato alla Fiera di Cannes del 2011, il Distretto Urbano di Milano. Per lo più si sono costituiti come associazioni e godono del finanziamento degli enti locali. I Loghi La città sostenibile I Distretti Urbani, i Centri Commerciali Naturali e in modo più internazionale il TCM, rappresentano delle nuove forme di riqualificazione urbana che trovano nei commercianti la disponibilità ad investire tempo e risorse per far rivivere la vita socio culturale della città. Essi contribuiscono all’idea di una città sostenibile che: 1. Rispetta e salvaguarda il patrimonio culturale e architettonico dei centri storici; 2. Promuove l’artigianato locale e la produzione a km 0; 3. Promuove una mobilità sostenibile; 4. Si impegna a mantenere le aree verdi e a rendere più vivibile il centro abitato;