Comune di PRIVERNO Capofila Comune di BASSIANO Comune di MAENZA Comune di PROSSEDI Comune di ROCCAGORGA Comune di ROCCASECCA DEI VOLSCI Comune di SEZZE Comune di SONNINO Distretto 3Monti Lepini 1 PIANO DI ZONA DISTRETTO MONTI LEPINI 2011 PREMESSA Il Comitato dei Sindaci del Distretto Monti Lepini e la ASL/ Latina nella realizzazione del presente piano annuale ha deciso di confermare prevalentemente le progettualità già previste in quelli precedenti, aggiornandole secondo quanto indicato dalla delibera regionale n.202/20011 approvazione del Piano di utilizzazione annuale 2011 degli stanziamenti per il sistema integrato regionale di interventi e servizi socio-assistenziali e sono state approvate le “Linee Guida ai Comuni per l’utilizzazione delle risorse per il sistema integrato regionale di interventi e servizi sociali – Anno 2011. Le progettualità inserite nel piano di Zona 2011 sono in continuità con gli interventi già previsti negli anni precedenti cercando di rafforzare quei progetti rivolti alle aree della disabilità, del contrasto alla povertà e degli anziani che nel nostro distretto rappresentano problematiche sociali di grande rilevanza, per le quali la maggior parte dei comuni non riescono ad attivare interventi e servizi adeguati. Inoltre la programmazione e la gestione integrata dei servizi prevista nei piani di zona ha consentito al distretto Monti Lepini di realizzare alcuni dei liveas quali i progetti di segretariato sociale e di servizio sociale professionale, di assistenza domiciliare integrata ed educativa, che stanno mutando profondamente le politiche socio sanitarie di tutti i comuni del distretto. L’unica progettualità nuova inserita, è quella relativa alla non autosufficienza, difatti a seguito della revoca del fondo per la non autosufficienza il comitato dei sindaci ha ritenuto opportuno prevedere che all’interno del piano di zona 2011 fosse inserito anche un progetto che potesse dare risposta e continuità agli interventi rivolti ad utenti non autosufficienti in situazioni più gravi e di maggiore impatto sociale. Inoltre facendo proprio quanto stabilito dalla DGR 315 del 2011, avente per oggetto il PUA sociosanitario integrato regionale – linee di indirizzo, il comitato dei Sindaci ha ritenuto opportuno approvare lo schema di protocollo d’intesa tra l’azienda USL di Latina, la Provincia di Latina e i comuni nei relativi ambiti di zona per la attivazione e la gestione nei distretti del punto unico di accesso, allegato al presente piano, che sarà esecutivo non appena sottoscritto e a seguito dell’approvazione da parte dei sindaci del distretto di un apposito regolamento attuativo. A tal proposito, il Comitato dei Sindaci del Distretto Monti Lepini in accordo con la ASL/Latina, hanno deciso di prevedere che le funzioni da espletare tramite il PUA vengano realizzate operativamente e in stretta sinergia nella progettualità di liveas segretariato sociale professionale. Infine, sono stati elaborati dei protocolli operativi tra la ASL e i comuni del distretto per individuare prassi integrate su aree d’intervento quali: responsabilità familiari, disabilità, anziani minori, contrasto alla povertà e dipendenze, con l’ottica di mettere insieme le risorse, profili comuni, dando risposte unitarie ed integrate. Durante il percorso di pianificazione del piano è stata garantita, sia pur con dei limiti temporali, la partecipazione attiva delle istituzioni pubbliche e del terzo settore, nonché la concertazione con le organizzazioni sindacali. 2 UFFICIO DI PIANO L’ufficio di piano è una struttura tecnico amministrativa che elaborazione e gestione la pianificazione distrettuale, la cui sede è collocata presso il comune di Priverno capofila del distretto. Il Coordinatore dell’Ufficio di Piano è il responsabile dell’ufficio dei servizi sociali dott.ssa Carla Carletti, con sede operativa presso Assessorato dei servizi sociali del Comune di Priverno sito in via della Stazione,1 Tel.0773.912407, fax 0773.912409, e-mail: [email protected]. 3 1. DESCRIZIONE DEL TERRITORIO (GEOGRAFICA, URBANISTICA, PRODUTTIVA) 1.a Descrizione geografica Il Distretto socio-sanitario dei Monti Lepini comprende 8 Comuni: Priverno Comune capofila, Sezze, Bassiano, Roccagorga, Maenza, Prossedi, Roccasecca dei Volsci e Sonnino i cui territori, con caratteristiche simili, si estendono su una zona morfologicamente collinare e sono costituiti in Comunità Montana, la XIII^, facente capo al Comune di Priverno. Tale territorio è attraversato da una linea ferroviaria che collega Roma – Napoli, con le stazioni di Sezze e Priverno Fossanova che fungono da raccordo anche per gli altri Comuni dei Monti Lepini. Da un punto di vista viario il territorio è attraversato dalla statale Appia e dalla S.S. 156 dei Monti Lepini, che collegano in modo sufficiente questi Comuni a quelli di pianura. Tutti i paesi sono dotati di un servizio di trasporto pubblico extraurbano che converge nel Comune capofila, Priverno, che funge da snodo anche per altre località provinciali ed extraprovinciali. Inoltre tutti i centri sono dotati anche di un servizio urbano e laddove questo non è presente, sussiste un servizio di trasporto scolastico. 1.b Descrizione urbanistica Per quanto riguarda l’aspetto urbanistico nel corso dei decenni si è realizzata un’edificazione generalizzata delle campagne, si tratta per lo più di abitazioni, ciò ha creato notevoli problemi, oltre che d’impatto ambientale, d’infrastrutture e di dotazione di servizi. I cittadini si sono spostati nell’ambito del proprio comune dai centri storici alla campagna dove hanno costruito nuove abitazioni. Piccoli e isolati insediamenti sono diventati dei veri e propri quartieri dove occorre realizzare opere pubbliche di urbanizzazione. Ciò determina per i Comuni notevoli difficoltà nell’offerta e nell’erogazione di servizi soprattutto per le fasce più deboli anziani e minori per i quali si assiste a dei veri e propri fenomeni di isolamento sociale. In particolare da un punto di vista urbanistico i comuni del distretto presentano le seguenti caratteristiche peculiari: 4 COMUNE DI BASSIANO Il centro abitato è posto su di una collinetta, alle pendici del monte Semprevisa, è immerso in un verdeggiante scenario che alterna boschi di castagno e declini erbosi e lecceti arditi ad aride pietraie. Comune collinare di probabili origini antiche; la sua economia si basa ancora in larga misura sulle attività legate al settore primario. La maggior della comunità vive concentrata nel capoluogo comunale, in fase di costante espansione edilizia; il resto della comunità risiede in minuscoli aggregati urbani (Casanatola, Il Castagno, Il Ferraccio e Madonna degli Angeli) e in case sparse. Il centro storico cittadino si sviluppa a chiocciola intorno a Piazza della Torre dalla quale si diramano stradine tortuose, collegate tra loro attraverso vicoli trasversali e brevi scalinate. Il tutto è delimitato dalla cinta muraria medievale, interrotta da nove torri e tre porte risalenti al XII - XIII secolo. Il grigio nucleo antico di pietra calcarea, caratterizzato da una pianta parzialmente a spirale, si staglia al di sopra delle antiche mura e si raccoglie, quasi a chiedere protezione, attorno alla vecchia parrocchiale. L’abitato è situato su uno sperone roccioso e si distende al centro di una verde e fresca insellatura valliva ricoperta di querce, faggi, castagni e olivi. L'economia locale si basa sull'agricoltura, sulla produzione di un pregiato prosciutto (risultato di una centenaria tradizione agro-pastorale che da alcuni anni è diventata anche una risorsa economica notevole per i suoi abitanti, grazie a due essiccatoi realizzati da privati) e, soprattutto durante il periodo estivo, sul turismo. Difatti, il turismo riveste attualmente per il paese una posizione di grande importanza: la bilancia turistica è positiva specialmente nella stagione estiva. I maggiori flussi turistici provengono attualmente dai comuni vicini, i quali rimangono affascinati dal paesaggio verdeggiante e dall'aria fresca che si respira. 5 COMUNE DI MAENZA Le origini di Maenza risalgono probabilmente alla presenza di antichissime popolazioni di civiltà pastorali, stanziatesi nella zona tra il XIV e l’XI sec. a.c. e note come civiltà appenninica. Maenza era uno dei tanti villaggi di collina dove le abitazioni non erano altro che capanne di paglia difese da palizzate. Centro di colina di origine alto-medievale ospita un bellissimo borgo medievale dominato da uno dei castelli più importanti del Lazio, risalente al XIII secolo. Mantiene ancora oggi la sua originaria struttura con suggestive stradine, piazzette, vicoli, archi, belle chiese e l’armoniosa ed elegante loggia-mercato. L'abitato è raccolto attorno alla tetragona e protettiva mole del castello, che dalla sommità di un verde colle domina la sottostante valle percorsa dal fiume Amaseno. La comunità vive concentrata per lo più nel capoluogo comunale, in fase di sensibile espansione edilizia; nel territorio comunale si trova anche un gran numero di case sparse. I crinali dolci e arrotondati delle antiche montagne circostanti disegnano i confini del territorio comunale, ricoperto di boschi che racchiudono tutte le sfumature immaginabili del verde; i lecceti, che dominano le zone più alte, lasciano il posto, con il diminuire dell'altitudine, a formazioni cedue di castagno, querceti e sughereti, intervallati da argentei olivi e profumati ciliegi. In una posizione di crocevia, Maenza ha le spalle protette dai monti Calvello e Sentinella. Domina dalla sua collinetta che, avvolta da grande tranquillità, gode di una magnifica vista sulle isole pontine: nelle giornate serene in cui il cielo è limpido si possono ammirare senza difficoltà le isole di Ponza, Zannone e Palmarola. Il paesaggio offre, da una parte colline ricche di olivi, alternate a monti coperti di faggi, castagni, lecci e querce e, dall’altra, la pianura pontina ed il mare. E' un paese dall'economia a forte vocazione agricola, si produce un ottimo olio grazie alla presenza degli antichi frantoi che fanno parte della civiltà contadina di Maenza. Inoltre, il comune è famoso per la produzione di pregiate e gustose ciliege. Nel comprensorio, sono insediati gli allevamenti di ovini, bovini da latte, e, nella zona più prossima al comune di Priverno, bufalini. 6 COMUNE DI PRIVERNO Domina la spaziosa valle dell'Amaseno cui fanno ala la catena dei Monti Lepini, al nord, e le ultime propaggini degli stessi monti che, nel sud, scendono verso il mare, detti comunemente Colli Seiani. Sopra una collina di quest'ultimo gruppo è situata la città. Il territorio si è visto ridurre i confini in seguito alla bonifica delle paludi pontine e alla costituzione del comune di Pontinia. Il confine, da questa parte, è tracciato dalla ferrovia Roma - Napoli, che passa ai piedi dei colli Seiani. Nel versante orientale, l'Amaseno, separa il territorio di Priverno da quello di Sonnino e quello di Roccasecca dei Volsci, mentre il limite nord, fra Prossedi, Maenza e Roccagorga, scavalca le prime alture dei Lepini sulle quali si trovano questi tre comuni. Infine, il fosso di Ceriara ad occidente, divide, fin dai tempi remoti, il territorio di Priverno da quello di Sezze.Situata su un colle dominante la Valle dell'Amaseno fra i Lepini e gli Ausoni, a 151 mt. sul livello del mare, Priverno gode di un clima tipicamente mediterraneo, ideale per trascorrere momenti di svago e di relax. La sua storia è legata all'insediamento dei Volsci che la fondarono sul finire del VI sec. a.C. in un sito ancora imprecisato. Dopo la sua distruzione da parte dei Romani, la popolazione si trasferì nella pianura di Mezzagosto dove, ancor oggi, sono visibili i resti della Privernum romana. In seguito, all'abbandono della città romana (IX-X sec.), sulla cui causa sono state fatte diverse ipotesi (invasioni saracene, straripamento del Fiume Amaseno) venne fondato l'odierno centro abitato, la città medioevale. Priverno divenne Comune tra l'XI e XII sec d.C. ed assunse l'attuale aspetto urbanistico, disponendosi a corona intorno al centro del colle, articolandosi intorno alla suggestiva Piazza del Comune. La collocazione geografica di priverno nella valle dell’amaseno ne hanno caratterizzato il ruolo centrale in passato e può ancora svolgere per l’area pontina. Infatti essa infatti rappresenta: • Il naturale centro socio economico di un’area che comprende anche i comuni di Roccagorga, Maenza, Prossedi, Roccasecca dei Volsci e Sonnino; • Il territorio maggiormente vocato quale elemento di collegamento tra l’area ciociara e l’area pontina. Infatti l’area di Priverno è sempre stata nel passato il centro delle attività della valle dell’Amaseno sia rispetto ai comuni della fascia collinare, che rispetto al collegamento Piana pontina – Ciociara; questo è avvenuto fin dall’epoca romana e medievale ed ha assunto un carattere fondamentale con la fondazione dell’Abbazia di Fossanova e con tutto ciò che essa ha rappresentato per il basso Lazio. L'economia di Priverno un tempo agricola, si affida oggi all'industria della trasformazione ed ai commerci. Occupano un posto di rilievo la trasformazione dei carciofini, i prodotti sotto aceto e la mozzarella lavorata con latte vaccino o con quello di bufala, che costituiscono un antico ed importante patrimonio pontino. 7 COMUNE DI PROSSEDI Il territorio prossedano comprende la valle formata dal fiume Amaseno che si apre tra le catene montuose dei Lepini, ove sorge il centro abitato di Prossedi e quella degli Ausoni ove si trova la piccola frazione di Pisterzo. La pianura attraversata dal fiume è occupata da una florida agricoltura costituita da cereali e foraggi utilizzati per l'allevamento della bufala dal cui latte si ricava la prelibata mozzarella di bufala. Comune di collina risalente al Medioevo è stato fondato da un gruppo di abitanti dell’antica Privernum che si rifugiarono nel VII Sec. d.C. dove sorge ora il paese. La metà circa dei cittadini risiede nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce nella località di Pisterzo, in due piccoli aggregati urbani (Porera e Via Marittima) e in alcune case sparse. L’abitato, circondato da mura, sorge sulla sommità di un colle di origine calcarea, in panoramica posizione sulla verde valle del fiume Amaseno. Il territorio comunale è occupato da una serie di dolci rilievi, ricoperti di olivi e più in alto da estesi pascoli; questi, nel corso degli anni, hanno sottratto spazio ai boschi che, tuttavia, sono ancora ricchi di essenze tipicamente mediterranee, come la roverella, l’acero campestre, il ligustro e l’olmo, alle quali si affiancano cerri, castagni, noccioli e faggi. Sulle colline è l'ulivo a farla da padrone; impiantato sulle macere (i caratteristici muri a secco in pietra), da un olio di ottima qualità. La montagna sovrastante il paese è uno splendido altipiano con boschi di carpino, leccio, e grandi castagni secolari, con un’economia basata sulle fiorenti attività agricole, zootecniche e silvicole. Qui si può godere una pace unica con un ampio panorama che spazia dai Monti Ernici fino al Mar Tirreno con le Isole Pontine. 8 COMUNE DI ROCCAGORGA Il Comune di Roccagorga è situata sullo sperone del Monte Nero, collina dei Lepini meridionali, ha un’altitudine di 289 m. sul livello del mare dista 100 Km da Roma, 160 Km da Napoli, 30 Km da Latina 30 Km da Frosinone. Il nome deriva dalla matrona Gorga che nell' VIII secolo secondo la tradizione si insediò insieme ai fuggiaschi Privernati sul monte Nero, creando il primo nucleo di Roccagorga. Questa, per la sua posizione strategica, fu possedimento della grande famiglia dei Conti di Ceccano, che aveva feudi in tutta la zona. Nel punto più alto fu costruita una robusta torre quadrangolare, che poteva comunicare mediante segnalazioni con le torri di Maenza, di Asprano e di monte Acuto. Nel 1431 Roccagorga passò ai Caetani di Maenza, che subito provvidero a far costruire una nuova cinta muraria per rafforzare le difese del paese. Nel 1521 fu messa a ferro e fuoco dalle truppe di Giovanni dalle Bande Nere, inviate da Papa Leone X su richiesta di Camillo Caetani di Sermoneta; furono uccise molte persone e distrutte le abitazioni di chi cercava di ribellarsi. Nel 1617 Prospero Caetani vendette il feudo agli Aldobrandini che si presero cura di modificare il secolare abitato applicando anche per Roccagorga i canoni urbanistici dell'arte barocca e realizzando uno dei più felici modelli esistenti nel Lazio. Nel 1773 fu portata a termine la costruzione della grande e centrale chiesa dedicata ai Santi Leonardo ed Erasmo. La comunità vive prevalentemente concentrati nel capoluogo comunale, in fase di forte espansione edilizia, oppure in case sparse e in alcuni piccoli aggregati urbani (Fornoli, La Cona e Via della Pace). L’abitato, disposto attorno a una bella piazza rettangolare, sorge in posizione panoramica su uno sperone roccioso, che sovrasta il fondovalle del fosso Le Mole, ed è immerso in un paesaggio dominato dal verde cupo delle querce e dei faggi, dal giallo acceso delle ginestre e dal blu delicato dei fiori di rosmarino; ordinati filari di vite, olivi e alberi da frutto si fondono armoniosamente con la vegetazione spontanea, dando vita nella stagione delle fioriture a un panorama suggestivo. Centro di collinare che trae sostentamento dalle attività agricole e dalla zootecnia. 9 COMUNE DI ROCCASECCA DEI VOLSCI Il comune è arroccato su un fianco del Monte Curio a 376 m.s.l.m, questo piccolo centro della provincia di Latina, per la sua particolare posizione geografica gode di un ampia visuale, che Fa di Roccasecca dei Volsci il paese dei belvedere. Da qui è possibile osservare i monti Ausoni, Aurunci ed i Lepini, che vanno dal versante della Semprevisa a quello Ciociaro. La visione dell’ agro pontino, della valle dell’Amaseno, del promontorio del Circeo, delle isole Pontine, dell’area archeologica dell’antica Privernum e i paesi di Maenza, Roccagorga, Prossedi, Sonnino e Priverno, suscita un’infinità di forti sensazioni. Il verde degli ulivi della valle si unisce al verde dei boschi di castagno, olmi, carpini, lecci del monte Arto di Pisterzo (810) e del monte delle Fate (711) che circondano il paese. Roccasecca, negli ultimi anni, ha vissuto un chiaro esempio di valorizzazione delle risorse ambientali. La sua parte più alta è frequentata da numerosi amanti del deltaplano. Le origini di questo piccolo centro sono avvolte nella leggenda e qui la mitologia è diventata storia. Basti pensare che insieme ai Volsci, i Latini, i Romani, hanno segnato molte vicende di queste terre diventate poi possedimento dello Stato Pontificio. E proprio qui molti Papi sono transitati. Comune di collina risalente al Medioevo; le attività rurali (agricoltura, zootecnia e silvicoltura) rappresentano le sue più importanti fonti di reddito. La maggior parte dei cittadini risiede nel capoluogo comunale, che ha attraversato una fase di forte espansione edilizia di carattere residenziale; il resto della comunità si distribuisce in alcuni piccoli aggregati urbani (Fornace, Lucerna e Serroni) e in case sparse. L’abitato è disposto su uno sperone di roccia calcarea, che sovrasta la valle del fiume Amaseno e dal quale lo sguardo spazia liberamente verso gli ordinati riquadri coltivati della pianura pontina; conserva la struttura urbanistica tipica degli insediamenti medievali, caratterizzata da stradine tortuose e irregolari, su cui si affacciano case di pietra grigia, addossate le une alle altre. Il paesaggio è dominato dal colore argenteo degli olivi e dal verde dei lecci e degli ornielli, tra i quali affiora il bianco delle rocce calcaree ravvivato, in primavera, dalle macchie gialle e azzurre degli elicrisi e dei rosmarini. L’olio, il formaggio, le carni locali, sono la vera risorsa di questa comunità, e da sempre hanno caratterizzato l’enogastronomia locale. Tra i piatti tradizionali c’è la minestra di fagioli con le cotiche, la tipica polenta con carne di maiale e broccoletti; i cecapreti, fatti con acqua e farina; la “minestra marinata” ottima zuppa di verdure; gli“stracci”, una sfoglia con ragù e formaggio pecorino; il “canescione”, tipica pasta di pane farcita di ricotta. Particolare attenzione meritano gli allevamenti ovini e caprini, che godono di un ottimo ambiente che garantisce una eccellente qualità delle carni. Gli elementi fondamentali dello sviluppo economico di Roccasecca dei Volsci vengono previsti nel turismo, nell’agriturismo, nelle attività legate alla valorizzazione delle attività e delle produzioni montane, nonché alla realizzazione di impianti lavorazione, commercializzazione e trasformazione delle produzioni agricole e zootecniche. 10 COMUNE DI SEZZE Il comune di Sezze è situato su di una collina che si erge ai piedi del monte Semprevisa e per la sua posizione geografica gode di un clima mite d'inverno e fresco d'estate. Le origini di Sezze si perdono nella leggenda, la quale narra che mitico fondatore della città fu Ercole giunto a Sezze dopo aver vinto i Lestrigoni, una popolazione del basso Lazio. Ancor oggi lo stemma della città raffigura il leone Nemeo, delle cui setole Ercole si gloriava, che regge una cornucopia ricolma di frutti con intorno la scritta "SETIA PLENA BONIS GERIT ALBI SIGNA LEONIS" (Sezze piena di beni porta l'insegna del bianco leone). Sezze, con l'antico nome di Setia, aveva per Roma una grande importanza strategica, infatti nel 382 a.c. vi fu dedotta una colonia romana, che ebbe un importante ruolo in quanto centro latino nel territorio dei Volsci. La città si vede saccheggiata da Silla per aver parteggiato nella guerra sociale per Mario. Il suo sviluppo andò tra alti e bassi, splendore nell’età imperiale, decadenza dovuta alle invasioni barbariche e ascesa tra il X e XI secolo. In seguito, i conti di Muscolo e dei Frangipane, presero il possesso della cittadina fino a quando diventò possedimento della Santa sede La maggior parte dei setini risiede nel capoluogo comunale, in forte espansione edilizia, e nella località di Sezze Scalo. L’abitato, di chiara impronta medievale, è arroccato in cima a un colle da cui domina la sottostante pianura pontina. Il territorio comunale è caratterizzato nella sua parte più bassa dalla pianura pontina caratterizzato da geometrici riquadri di orti e appezzamenti coltivati, mentre i pendii più in quota sono ricoperti di castagni, querce, lecci, pioppi e faggi. L'economia setina è fondamentalmente ancora basata sull'agricoltura. In particolare su prodotti stagionali quali:il carciofo romanesco, i broccoletti, i pomodori. Un altro prodotto tipico setino è il pane, lavorato ancora in maniera artigianale e talmente rinomato da essere distribuito anche nei comuni limitrofi. Infine negli ultimi anni si è sviluppata la produzione di latte di bufala e la relativa lavorazione in mozzarelle di bufala, Sezze ha fatto parte della Cassa del Mezzogiorno, che ha favorito il nascere, sul suo territorio, di stabilimenti industriali di grandi aziende che negli ultimi anni si sono di molto ridotte. 11 COMUNE DI SONNINO Appartiene alla provincia di Latina e dista 40 chilometri da Latina, capoluogo della omonima provincia. Ha una superficie di 63,8 chilometri quadrati per una densità abitativa di 110,39 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 430 metri sopra il livello del mare. Costruita sulla sommità del colle S. Angelo, Sonnino, in latino Sumninum, fu fondata, probabilmente, verso la fine del IX secolo da privernesi scampati alla distruzione della loro città. Il tessuto urbano, pressoché intatto, conserva ancora resti dell'antica cinta medievale con un intrigo di case e vicoli che si raccordano intorno alle cinque porte e alle torri circolari sulle quali, si impone, quella principale detta degli Antonelli. Notevole l'importanza politica di Sonnino nel periodo feudale. Unico fra i paesi della provincia, Sonnino ebbe il primo Statuto, tutt'ora conservato nell'Archivio di Stato di Roma e vide passare come feudatari, oltre ai De Sonnino, i Caetani, i Colonna, i Borgia e i Carafa. Verso la fine del XVIII secolo, Sonnino si ebbe una controversa fama a causa del contrabbando e del brigantaggio e dei briganti. Tra questi Antonio Gasbarrone, reso celebre dalla biografia di Pietro Masi. A Sonnino nacque il Cardinale Giacomo Antonelli che, per circa trent'anni, dal 1848 al 1876 dominò la scena italiana ed europea come amministratore finanziere, diplomatico e segretario di Stato di Pio IX. Centro di collina di origine medievale, che fonda la propria economia sulle fiorenti attività agricole e zootecniche e su alcuni comparti industriali ad esse collegati; una parte della manodopera è tuttavia costretta a cercare lavoro altrove. La metà circa dei sonninesi risiede nel capoluogo comunale, in fase di costante espansione edilizia; la parte restante della comunità si distribuisce nelle località di Capocroce, Scalo e Stazione di Frasso e in un gran numero di aggregati urbani minori e case sparse. Il nucleo antico dell’abitato, circondato da mura e caratterizzato dalla presenza di stretti vicoli, ripide scalinate e case addossate le une alle altre, è raggruppato sulla sommità di un colle calcareo dalla forma conica; la parte più recente si scagliona sui fianchi di un colle vicino, a dominare la sottostante valle del fiume Amaseno. Filari di vite e olivi occupano una buona fetta del territorio comunale, ricco di olmi, roverelle, carpini e cerri. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è raffigurata un’aquila nera cinta di corona; all’animale è sovrapposta una colonna d’argento posta “in banda”. Sonnino costruita sulla sommità del colle S. Angelo, Sonnino, in latino Sumninum, fu fondata, probabilmente, verso la fine del IX secolo da privernesi scampati alla distruzione della loro città. Il tessuto urbano, pressoché intatto, conserva ancora resti dell'antica cinta medievale con un intrigo di case e vicoli che si raccordano intorno alle cinque porte e alle torri circolari sulle quali, si impone, quella principale detta degli Antonelli. 12 1.c Descrizione produttiva Per ciò che concerne l’economia gran parte della popolazione è dedita all’agricoltura, all’allevamento, all’edilizia e al terziario. Sono presenti sul territorio insediamenti artigianali e industriali che in passato hanno creato importanti opportunità occupazionali, che negli anni si sono ridotte considerevolmente mentre attualmente, soprattutto i secondi, non riescono a sopperire alla richiesta d’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e alcune di esse stanno cessando la produzione. Da un’analisi effettuata sul nostro Distretto emerge che il numero di iscritti ai 2 centri per l’impiego, a cui afferisce la popolazione residente, ammonta a 23.224, cioè il 40 % dei residenti, il comune con il maggior numero di iscritti risulta essere Roccagorga, con il 42,04 % di iscrizioni rispetto alla popolazione residente. Si registrano numerose situazioni di lavoro non in regola e spesso precario che interessa particolarmente i giovani. Rimangono pertanto irrisolti tanti problemi legati ad un nuovo concetto d’avviamento al lavoro per lo più orientato verso forme di occupazione a tempo determinato con contratti atipici ed interinali. Un ulteriore dato che si ritiene opportuno sottolineare , è la percentuale dei disoccupati iscritti ai centri per l’impiego, che risulta essere il 13,14% della popolazione residente, un tasso decisamente superiore rispetto al dato nazionale che ammonta all’8,4 % della popolazione (dati ISTAT terzo trimestre 2010) . 13 TABELLA “A” - iscritti ai centri per l’impiego della Provincia di Latina - situazione al 31.12.2010 - dati per distretto socio sanitario (fonte: Centro Impiego di Sezze e Latina) 14 1 17 3 29 54 119 3 0 13 41 1 6 59 212 15 51 624 1,07 3 7 15 12 82 76 5 1 31 47 4 6 200 225 9 14 737 1,26 2 0 7 3 19 8 1 1 31 5 1 0 134 40 14 4 270 0,46 Occupati e Occupati a termine 0 1 0 0 2 4 0 1 0 3 0 0 1 6 0 2 20 0,17 Occupati Senza contratto 3 0 9 4 57 23 4 5 25 7 4 2 103 43 10 10 309 0,53 Inoccupati 2 5 16 11 32 41 5 0 14 12 1 5 66 77 22 34 343 0,59 CITTADINANAZA NON ITALIANA Disoccupat i 105 148 180 318 820 1615 81 104 315 498 65 100 1101 2184 356 696 8686 14,96 Occupati Senza contratto Occupati e Occupati a termine 24 8 7 3 35 26 2 2 15 12 10 2 32 31 10 11 230 0,39 Inoccupati Disoccupat i Inoccupati Disoccupat i F 103 60 M 101 24 Maenza 3.173 F 274 119 M 175 66 Priverno 14.317 F 1061 626 M 798 267 Prossedi 1.256 F 92 36 M 73 31 Roccagorga 4.763 F 308 249 M 247 87 Roccasecca 1.173 F 75 60 dei Volsci M 56 21 Sezze 24.436 F 1698 1207 M 1468 476 Sonnino * 7.258 F 611 209 M 490 136 Totale 58.038 tot 7630 3674 % 13,14 6,33 Fonte:Centri Per l’Iimpiego di Sezze e Latina PERSONE CON DISABILITÀ Occupati e Occupati a termine 1.662 TOTALE ISCRITTI E OCCUPATI Occupati Senza contratto Bassiano Genere ISCRITTI AL CENTRO PER L’IMPIEGO DI SEZZE(LATINA) Residenti COMUNI 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 3 0,005 4 7 7 15 29 110 3 3 11 32 2 3 93 334 14 31 698 1,2 Tot 303 319 637 636 2.817 2.087 232 221 1.012 991 223 201 4.695 5.096 1.270 1.480 23.224 % 18,23 19,19 20,07 20,04 19,67 14,57 18,47 17,59 21.24 20,8 19,01 17,13 19,21 20,85 17,49 20,39 40,01 1.d Agenzie formative Nel distretto Monti Lepini le istituzioni scolastiche primarie e secondarie di primo grado sono presenti in tutti i Comuni, mentre gli istituti scolastici superiori sono presente nei due comuni più grandi di Priverno e Sezze. Pertanto nella scuola superiore si assiste a un rilevante pendolarismo degli alunni sia interno che esterno al distretto. Inoltre nel Comune di Priverno è presente l’Istituto d’Arte, al quale si iscrivono studenti provenienti da altri distretti, in quanto è l’unico con tale indirizzo presente sul territorio provinciale. Di seguito si riportano la rappresentazione dell’offerta formativa presente in ogni comune del distretto secondo i dati forniti dagli assessorati alla pubblica istruzione relativo all’anno scolastico 2011. COMUNE DI PROSSEDI (anno scolastico 2010) PROSSEDI Tot. Iscritti Tot. disabili % Tot. Immigrati % 0,32 0,32 Comune di Prossedi Scuola d'infanzia 32 1 1 0,86 0,43 Comune di Prossedi Scuola Primaria 43 2 1 0,32 0,96 Comune di Prossedi Media Inferiore 32 1 3 Fonte: servizi sociali comunali Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti : una scuola dell’ infanzia, una scuola primaria ed una scuola media inferiore tutte raccolte in un unico plesso scolastico ad esclusione dell’ asilo nido e delle scuole medie superiori. E’ da notare il basso dato della presenza sia degli immigrati che dei disabili nei predetti istituti. I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.1 sotto riportato: Grafico n. 1 Tot.Iscritti 43 45 Tot.Disabili 40 35 32 Tot.Immigrati 32 30 25 20 15 10 5 1 1 2 3 1 1 0 INFANZIA PRIMARIA MEDIA INF. 15 COMUNE DI ROCCAGORGA (anno scolastico 2010) ROCCAGORGA Tot. Tot. Iscritti disabili Comprensivo Roccagorga Scuola d'infanzia 117 8 Comprensivo Roccagorga Scuola Primaria 225 7 Comprensivo Roccagorga Media Inferiore 135 18 % 6,83 3,11 13,33 Tot. Immigrati 14 22 13 % 11,96 9,77 9,62 Fonte: servizi sociali comunali Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti: una scuola dell’ infanzia, una scuola primaria ed una scuola media inferiore ad esclusione delle scuole medie superiori. Oltre alle scuole elencate è presente sul territorio anche un asilo nido privato convenzionato con il comune che può ospitare un totale di 28. Rispetto al numero totale degli iscritti sull’ intero plesso scolastico si evidenzia una percentuale più alta degli alunni con disabilità certificata nelle scuole medie inferiori. La percentuale degli stranieri presenti nelle scuole di ogni ordine è abbastanza omogenea anche se il valore numerico più alto è rappresentato nella scuola primaria (22 unità ). I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.2 sotto riportato: Grafico n.2 250 Tot iscritti Tot. Disabili Tot Immigrati 225 200 135 150 117 100 50 8 14 7 22 18 13 0 INFANZIA PRIMARIA MEDIA INF. 16 COMUNE DI ROCCASECCA DEI VOLSCI (anno scolastico 2010) ROCCASECCA DEI VOLSCI Tot. Iscritti Tot. disabili % Tot. Immigrati % 0,00 0,00 Comune di Roccasecca Scuola d'infanzia 31 0 0 3,50 8,77 Comune di Roccasecca Scuola Primaria 57 2 5 3,57 3,57 Comune di Roccasecca Media Inferiore 28 1 1 Fonte: servizi sociali comunali Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti: una scuola dell’ infanzia, una scuola primaria ed una scuola media inferiore tutte raccolte in un unico plesso scolastico ad esclusione dell’ asilo nido e delle scuole medie superiori. I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.3 sotto riportato: Grafico n.3 Tot iscritti 60 57 Tot. Disabili Tot Immigrati 50 40 31 28 30 20 10 0 0 2 5 1 1 0 INFANZIA PRIMARIA MEDIA INF. 17 COMUNE DI SONNINO (anno scolastico 2010) SONNINO Tot. Iscritti Tot. disabili % Tot. Immigrati % 1,66 5,05 Comune di Sonnino Scuola d'infanzia 178 3 9 5,09 4,45 Comune di Sonnino Scuola Primaria 314 16 14 7,00 5,73 Comune di Sonnino Media Inferiore 157 11 9 Fonte: servizi sociali comunali Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti: una scuola dell’infanzia, una scuola primaria ed una scuola media inferiore ad esclusione dell’ asilo nido e delle scuole medie superiori. E’ da sottolineare che il pendolarismo degli studenti inizia già dalle scuole medie inferiori: infatti il Comune di Sonnino comprende sia la parte montana del Centro Storico, sia la parte periferica collinare e di pianura. La parte pianeggiante insiste molto sulle strutture scolastiche di Terracina, visto che le scuole medie inferiori sono presenti solo nel Centro Storico. Rispetto al numero totale degli iscritti sull’ intero plesso scolastico si evidenzia una percentuale più alta degli alunni con disabilità certificata sia nella scuola media inferiore con una percentuale pari al 5,9% e nella scuola primaria con il 7% Da evidenziare anche la presenza degli immigrati nella scuola primaria e nella scuola media inferiore. I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.4 sotto riportato: Grafico n.4 350 Tot. Iscritti Tot. Disabili Tot. Immigrati 316 300 250 200 178 157 150 100 50 0 3 9 INFANZIA 16 14 11 9 PRIMARIA MEDIA INF. 18 COMUNE DI MAENZA (anno scolastico 2010) MAENZA Tot. Iscritti Tot. disabili % Tot. Immigrati % 0,00 10,25 Comprensivo Maenza Scuola d'infanzia 78 0 8 3,70 5,92 Comprensivo Maenza Scuola Primaria 135 5 8 3,94 3,94 Comprensivo Maenza Media Inferiore 76 3 3 Fonte: servizi sociali comunali Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti: una scuola dell’ infanzia, una scuola primarie ed una scuola media inferiore ad esclusione dell’ asilo nido e delle scuole medie superiori. Rispetto al numero totale degli iscritti sull’ intero plesso scolastico si evidenzia una percentuale abbastanza alta degli alunni immigrati nelle scuole dell’infanzia rispetto al totale degli iscritti con una percentuale del 10.25%. La presenza degli alunni disabili certificati è quasi inesistente con una percentuale che varia dallo 0% allo 3,94%. I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.5 sotto riportato: Grafico n.5 Tot iscritti Tot. Disabili 135 140 Tot Immigrati 120 100 78 76 80 60 40 20 8 0 5 8 3 3 0 INFANZIA PRIMARIA 19 MEDIA INF. COMUNE DI BASSIANO (anno scolastico 2010) Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti : una scuola dell’infanzia, una scuola primarie ed una scuola media inferiore tutte raccolte in un unico plesso scolastico “Valerio Flacco” ad esclusione dell asilo nido e delle scuole medie superiori. Rispetto al numero totale degli iscritti sull’ intero plesso scolastico si evidenzia per quest’anno scolastico la mancanza sia degli alunni disabili che degli alunni immigrati. I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.6 sotto riportato: Grafico n.6 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 50 Tot iscritti Tot. Disabili Tot Immigrati 31 30 0 0 INFANZIA 0 0 0 PRIMARIA 0 MEDIA INF. 20 COMUNE DI PRIVERNO (anno scolastico 2010) Comunale “Il Sogno” Comp.vo "San T. D'Aquino" Comp.vo "Don A. Santoro" Comp.vo "San T. D'Aquino" Comp.vo "Don A. Santoro" Comp.vo "San T. D'Aquino" Istituto "T. Rossi" Asilo Nido Tot. Nido Scuola d'infanzia Scuola d'infanzia Tot. Infanzia Scuola Primaria Scuola Primaria Tot. Primaria Media Inferiore Media Superiore Tot. Iscritti 30 30 199 270 469 230 452 682 415 Tot. disabili 0 0 3 6 9 19 18 37 20 615 21 % Tot. Immigrati % 0 0 0 0 0 0 0,01 5 9,90 2,22 37 13,70 1,91 42 8,95 4,40 7 16,10 3,98 43 9,51 5,42 50 7,33 8,30 31 12,80 3,41 2,76 17 Fonte: Servizio Sociale Comunale; Comp.vo "San T. D'Aquino; Istituto "T. Rossi; Comp.vo "Don A. Santoro". Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti tutte le scuole di ogni ordine, dall’asilo nido comunale alle scuole medie superiori. L’asilo nido comunale accoglie ogni anno n. 30 totali di minori con una lista di attesa,nell’ a.s. 2010 di n. 20 unità. Inoltre è presente un asilo nido privato con una disponibilità di 15 posti, ed un altro comunale è in procinto di essere aperto. Sono infatti presenti un Istituto agrario, un Istituto d’ Arte, un Liceo Scientifico ed un Istituto Tecnico. La presenza di numerose scuole medie superiori fa sì che il pendolarismo decresca molto rispetto ai paesi limitrofi sprovvisti di tali Istituti Superiori. I minori disabili inseriti nelle scuole indicate in tabella sono di numero contenuto, nella scuola dell’ infanzia e nella scuola primaria. E’ da sottolineare che l’ incidenza maggiore degli studenti disabili (8,30%)si riflette sulle scuole medie inferiori rispetto al numero totale degli iscritti. E’ rilevante il numero dei minori immigrati nelle scuole di ogni ordine: il 8,95% nella scuola dell’ infanzia, il 7,33% nella scuola primaria ed il 12,80% nelle scuole medie inferiori. I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.7 sotto riportato: Grafico n.7 Tot iscritti 682 700 Tot. Disabili 615 600 500 Tot Immigrati 469 415 400 300 200 100 9 42 37 50 20 31 21 17 0 INFANZIA PRIMARIA MEDIA INF. 21 MEDIA SUP. COMUNE DI SEZZE (anno scolastico 2010) Piagge Marine 8 Scuola d'infanzia Piagge Marine 12 Scuola d'infanzia Comp.vo Sezze/Bassiano Scuola d'infanzia Circ. Did. Sezze Crocevecchia Scuola d'infanzia Scuola d'infanzia Circ. Did.Crocemoschitto Circ. Did.Foresta Scuola d'infanzia Circ. Did.Colli Scuola d'infanzia Comp.vo "Flacco" Ceriara Scuola d'infanzia Comp.vo "Flacco" Sezze scalo Scuola d'infanzia Scuola d'infanzia Bambin Gesù Tot. Infanzia Piagge Marine 8 Scuola Primaria Comp.vo Sezze/Bassiano Scuola Primaria Circ. Did. Melogrosso Scuola Primaria Circ. Did. Crocevecchia Scuola Primaria Comp.vo "Flacco" Ceriara Scuola Primaria Comp.vo "Flacco" Sezze scalo Scuola Primaria Scuola Primaria Bambin Gesù Tot. Primaria "Caio Titinio De Magistris" Media inferiore Comp.vo "Flacco" Sezze scalo Media inferiore Tot. Media Inf. ITC Media Superiore Liceo Scienze Sociali Media Superiore Liceo Classico Media Superiore Media Superiore Liceo Scientifico Tot. Media Sup. Tot. Iscritti Tot. disabili 77 5 103 29 54 70 4 52 44 66 0 131 0 60 0 686 9 279 31 60 270 20 141 95 0 183 0 139 0 1167 51 521 33 212 5 733 38 155 7 156 9 60 3 194 0 565 19 % Tot. Immigrati % 2,5 69 35 1,8 20 8,85 0 0 0 1,3 0 0 0 89 0 0 0 13 7,5 19 4,57 5,9 122 37 0 0 0 4,4 6,5 12 5,2 4,5 5,8 5 0 3,4 0 0 0 141 80 7 87 21 10 3 3 37 0 0 0 12,1 15,8 19 11,9 13,5 6,41 5 0 6,54 Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti tutte le scuole di ogni ordine. Sono operanti n. 2 nidi privati, di cui una nella zona di Sezze Scalo, con la possibilità di inserire n. 20 minori ed una nella frazione Zoccolanti, con la possibilità di inserimento di n. 16 minori. Gli studenti delle scuole medie superiori possono usufruire di varie tipologie di indirizzi. Sono infatti presenti un ITC, un Liceo per le Scienze Sociali, un Liceo Classico ed uno Scientifico. 22 La presenza di numerose scuole medie superiori fa sì che il pendolarismo decresca molto rispetto ai paesi limitrofi sprovvisti di tali Istituti Superiori. E’ rilevante il numero dei minori immigrati soprattutto nelle scuole dell’infanzia con il 13% di presenza. Grafico 8 Tot iscritti 3000 Tot. Disabili 2623 2500 Tot Immigrati 2000 1576 1513 1500 1180 1000 500 30 163 120 92 92 147 48 54 0 INFANZIA PRIMARIA MEDIA INF. 23 MEDIA SUP. DISTRETTO MONTI LEPINI Scuola dell’Infanzia Scuola Primaria Scuola Media inferiore Scuola Media superiore Totale iscritti 1513 2623 1576 1180 Totale disabili 30 120 92 48 Totale immigrati 163 92 147 54 Dall’ analisi completa dei grafici emerge che le uniche realtà in cui sono presenti tutte le scuole di ogni ordine sono Sezze e Priverno. Tutti gli altri paesi sono sprovvisti di scuole medie superiori per cui il fenomeno del pendolarismo è molto presente. Inoltre, la situazione di Sonnino è particolare tanto è vero che molti studenti della zona periferica si spostano verso la città di Terracina la quale geograficamente è sita nelle vicinanze. Per tale motivazione già nella scuola media inferiore gli studenti utilizzano il mezzo pubblico per recarsi nelle strutture scolastiche di Terracina. Il dato della disabilità e dell’ immigrazione è diversificato a seconda del Comune e dell’ordine scolastico preso in considerazione. Grafico 9a Tot iscritti 2500 2213 Tot. Disabili 2000 1500 Tot ImmigratI 1392 1328 1180 1000 500 163 30 241 120 92147 40 54 0 INFANZIA PRIMARIA MEDIA INF. 24 MEDIA SUP. 2 . DESCRIZIONE DEL TERRITORIO DAL PUNTO DI VISTA DEMOGRAFICO Dal punto di vista demografico i Comuni della fascia collinare sono di piccole dimensioni, i più grandi sono quelli di Sezze e Priverno, seguiti da Sonnino, Roccagorga e così via. Negli ultimi cinque anni vi è stata una crescita della popolazione residente che ha interessato in modo particolare i comuni più grandi, Sezze e Priverno, è da evidenziare, per quanto riguarda gli altri comuni, un decremento della popolazione dei comun i di Maenza, Bassiano, Prossedi e Roccasecca dei Volsci, come si può notare dai grafici sottostanti (dati ISTAT). Anno Residenti Bassiano Variazione 2006 1.639 -1,3% 2007 1.625 -0,9% 2008 1.654 1,8% 2009 1.662 0,5% 2010 1.651 -0,7% Anno Residenti Maenza Variazione 2006 3.044 -0,1% 2007 3.089 1,5% 2008 3.130 1,3% 2009 3.173 1,4% 2010 3.169 -0,1% Anno Residenti Priverno Variazione 2006 13.817 0,4% 2007 14.093 2,0% 2008 14.260 1,2% 2009 14.317 0,4% 2010 14.369 0,4% Anno Residenti Prossedi Variazione 2006 1.241 -1,3% 2007 1.258 1,4% 2008 1.274 1,3% 2009 1.256 -1,4% 2010 1.238 -1,4% 25 Anno Residenti Roccagorga Variazione 2006 4.447 -0,6% 2007 4.683 5,3% 2008 4.689 0,1% 2009 4.763 1,6% 2010 4.766 0,1% Anno Residenti Roccasecca dei Volsci Variazione 2006 1.177 -0,8% 2007 1.171 -0,5% 2008 1.181 0,9% 2009 1.173 -0,7% 2010 1.144 -2,5% Anno Residenti Sezze Variazione 2006 22.971 0,2% 2007 23.852 3,8% 2008 24.279 1,8% 2009 24.546 1,1% 2010 24.790 1,0% Anno Residenti Sonnino 2006 7.122 0,8% 2007 7.143 0,3% 2008 7.221 1,1% 2009 7.258 0,5% 2010 7.267 0,1% 26 Variazione Nella tabella riportata di seguito è chiaramente visibile la presenza significativa di popolazione minorile nei comuni con maggior numero di abitanti, mentre in quelli più piccoli si evidenzia una presenza maggiore di anziani. DISTRETTO Lepini Bassiano Maenza Priverno Prossedi Roccagorga Roccasecca dei Volsci Sezze Sonnino Totale (Fonte ISTAT) Popolazione >65 anni TOT M F M+ F Monti 160 213 373 229 315 544 1.189 1.492 2.681 128 178 306 427 502 929 129 141 270 Popolazione 0-14 TOT M F M+ F Indice di Vecchiaia TOT % M F TOT M+F 108 92 200 248 347 595 1.012 985 1.997 76 71 147 337 317 654 186,5 138,1 134,3 208,2 142 177,6 552 1.103 4.756 421 1.599 537 1.044 4.883 382 1.581 1.089 2.147 9.639 803 3.180 366 385 751 120,4 8.520 8.240 16.760 74 78 152 1.922 2.331 4.253 1.817 1.716 3.533 695 824 1.519 491 48790 5996 9468 Popolazione 15-64 468 959 158,4 2.438 2.342 4.780 4163 4074 8237 2741,76 19755 19394 39149 L’indice di vecchiaia è il rapporto di composizione tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e popolazione più giovane (0-14 anni). Esso, rappresenta un indicatore dinamico che stima il grado di invecchiamento di una popolazione; valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi; viene considerato un indicatore di invecchiamento “grossolano” poiché nell’invecchiamento di una popolazione si ha generalmente un aumento del numero di anziani e contemporaneamente una diminuzione del numero dei soggetti più giovani cosicché il numeratore e il denominatore variano in senso opposto, esaltandone l’effetto. 250 Indice di vecchiaia 208,2 200 186,5 177,6 138,1 150 134,3 158,4 142 120,4 100 50 0 Ba i ss o an n ae M za a o ci di rg rn ls se o e o s V iv o ag Pr d. Pr cc a o c R c se a cc Ro z Se ze o in n n So Dal grafico si evince che l’indice di vecchiaia più alto appartiene al Comune di Prossedi con una percentuale del 208,2 mentre si nota che il Comune di Sezze ha un indice di vecchiaia inferiore rispetto alla media di tutti gli altri comuni. 27 3. QUADRO TERRITORIALE DEI BISOGNI (specificare i disagi più acuti e gli squilibri nelle varie zone del distretto e, successivamente, articolare i bisogni per macroaree. per ogni tipologia di disagio indicare l’utenza potenziale e l’utenza effettiva). Nel territorio del distretto si registra in tutti i Comuni la necessità di rafforzare il sistema di protezione sociale delle fasce più deboli della popolazione quali famiglie multiproblematiche con minori, anziani e soggetti con problematiche di tipo sanitario in particolar modo quelle psichiatriche e gravemente invalidanti. Si registra inoltre in generale una recente qualità della vita non elevata in termini di occasioni e opportunità di tipo sociale, culturale e ricreative , sia per i gli adolescenti e i giovani che per i più piccoli che risiedono in campagna o nelle zone periferiche come i quartieri di case popolari, caratterizzati dalla carenza o mancanza di luoghi di incontro e di servizi. Lo spopolamento dei centri storici, e il conseguente trasferimento delle famiglie in nuove zone residenziali sorte per lo più in campagna, ha determinato dei cambiamenti in termini di relazione nella comunità con conseguente impoverimento della rete tradizionale di solidarietà. Le famiglie sono diventate economicamente più povere soprattutto quelle monoreddito dove il capo famiglia svolge lavori precari o poveri e spesso senza alcuna tutela dei diritti dei lavoratori (contributi previdenziali, malattia ecc); inoltre anche le famiglie con reddito sicuro a causa del caro vita e di dover dare delle priorità di spesa hanno più difficoltà nella gestione quotidiana dei propri figli in termini di opportunità ricreative o di custodia e assistenza degli anziani o disabili. Sempre più evidente è il divario economico tra le famiglie in termini di possibilità e opportunità di vita. A tale proposito è utile riportare alcuni dati emersi a seguito di una breve indagine tra i servizi sociali dei Comuni del Distretto, prendendo a parametro alcuni indicatori di disagio familiare di tipo economico INDICATORI DISAGIO FAMILIARE al 2010 Numero beneficiari contributi contributo contributo mensa scol. nuclei numerosi libri di Borse di Gratuita testo studio Bassiano 21 21 10 5 Maenza 58 109 28 18 Priverno 206 251 5 59 Prossedi 19 24 0 2 Roccagorga 56 31 24 13 Roccasecca 21 26 13 4 Sezze 254 171 0 80 Sonnino 256 196 5 28 TOTALE 891 829 85 209 ( fonte: servizi sociali comuni distretto monti lepini) 28 maternità totale 9 35 51 2 23 3 82 17 222 66 248 572 47 147 67 587 502 2236 Nella tabella riportata emerge un numero significativo di famiglie che accedono a prestazioni previste dalle normative nazionali, regionali o da regolamenti comunali, per sostenere le spese, inerenti il mantenimento dei figli a scuola. A tale dato va poi sommato quello relativo a interventi di natura prettamente assistenziale con erogazione di assistenza economica nelle varie forme (contributi economici, buoni spesa, buoni mensa) fatta direttamente dai Comuni e a volte affiancate anche da interventi di associazioni di volontariato. I cittadini che richiedono aiuto economico presentano in genere condizioni di difficoltà multifattoriali, spesso concausa una dell’altra: mancanza di lavoro stabile, malattia cronica, pregiudicati con difficoltà di reinserimento, crisi e disgregazione del nucleo famigliare, anziani con pensione insufficiente, carenza di alloggio, tossicodipendenze, disturbi psichici, emarginazione sociale. Le caratteristiche peculiari rilevate sono una scarsa o inesistente scolarità, formazione professionale non specializzata, familiarità con percorsi assistenziali, minori a carico. Le politiche comunali di contrasto alla povertà, in genere, nell’ambito del distretto, sono carenti e sicuramente insufficienti e non mirate ad assicurare un reddito minimo d’inserimento o percorsi di recupero e di reinserimento sociale, formativo e lavorativo. Risultano, inoltre, ancora disomogenei sia i criteri di valutazione della povertà sia gli interventi assistenziali, creando, in tal modo, una diversificazione notevole tra i comuni, e quindi degli stessi diritti dei cittadini che, secondo la propria residenza, vedono riconoscersi, o meno, determinati benefici. I bisogni sono espressi sia dai cittadini italiani che dagli extra comunitari che negli ultimi anni, a causa di un minor costo delle abitazioni si sono spostati dalle zone di pianura nei Comuni del distretto, in particolar modo in quelli più grandi, creando delle nuove emergenze sociali. Nel caso dei cittadini extracomunitarie va specificato che le richieste avanzate sono soprattutto legate al sostegno economico rivolto al nucleo familiare, in quanto il reddito percepito risulta inadeguato alle necessità che emergono nell’inserimento dei figli nelle varie agenzie socio-educative. Sono presenti inoltre, tra questi cittadini, problematiche determinate da condotte devianti (alcolismo, tossicodipendenza, piccola criminalità) e difficoltà di vita e di relazioni a causa di una rete di rapporti parentali interrotta o precaria. Per ciò che concerne la criminalità nel nostro distretto va posta l’attenzione sulla problematica dello spaccio di sostanze stupefacenti che riguarda soprattutto i Comuni di Sezze e Priverno che si pongono in tal senso “a servizio” del territorio provinciale. Inoltre vanno segnalati altri fenomeni di microcriminalità furti e reati minori. La particolare collocazione geografica della Provincia di Latina, compressa a nord dall’immensa periferia romana, ed a sud dalla Campania, favorisce raid mirati della delinquenza romana e napoletana con il diffondersi di dinamiche criminali specifiche di queste realtà. Allarmante appare anche il fenomeno dell’usura e dello strozzinaggio. Nei comuni dove vi è stata una crescita della popolazione, non si è riusciti a realizzare un sufficiente rafforzamento delle strutture sociali e dei servizi alla persona; nei centri con 29 minore popolazione, anche se si riscontra un debole sistema di protezione sociale, grazie all’avvio delle progettualità del Piano di zona si è strutturato un servizio sociale professionale. A ciò va aggiunto che i servizi sanitari territoriali sono in corso di riorganizzazione per cui non sempre le risposte fornite sono adeguate a soddisfare completamente i bisogni della popolazione. Va evidenziato come elemento di problematicità per alcuni dei servizi sanitari la limitatezza delle risorse umane e strumentali che determina ripercussioni a livello organizzativo e di erogazione degli stessi. La maggior parte dei servizi sanitari sono presenti nei due comuni più grandi e ad essi fanno riferimento le popolazioni degli altri Centri. Per una maggiore efficienza ed efficacia degli stessi occorre, quindi, sostenere la fruizione da parte dei cittadini anche attraverso una sempre più adeguata rete di trasporti. Altri bisogni rilevati nel territorio, che confermano in parte la rilevazione effettuata nei precedenti piani di zona dal terzo settore, sono: scarsa presenza di strutture di residenza per anziani non autosufficenti con lunghe liste d’attesa e disagi per gli utenti ed i loro familiari nell’impegno di cura ed assistenza , in particolar modo si evidenzia l’assoluta assenza di R.S.A mancato abbattimento delle barriere architettoniche e difficoltà di trasporto per i soggetti svantaggiati ( disabili ed anziani), insufficiente offerta di servizi di assistenza e di supporto alle famiglie con patologie psichiatriche; difficoltà e lunghi tempi d’attesa per alcuni accertamenti diagnostici; carenza di alcune figure professionali nei servizi di preparazione e di sostegno alla genitorialità; mancanza di programmi di intervento idonei per i disabili, del tipo “Dopo di noi”, che si occupino degli stessi, nei casi di incapacità temporanea o permanente e/o di morte dei genitori o dei parenti che li assistono; insufficienza delle politiche sociali e d’intervento che favoriscano e promuovano l’aggregazione giovanile; inadeguatezza di specifiche politiche sociali per gli immigrati extracomunitari Bisogni più specifici sono stati rappresentati infine in merito alla realtà dei pazienti oncologici terminali e ai malati HIV esigenza di adeguati e funzionali modalità di trasporto per i pazienti non deambulanti; mancanza in Provincia di spazi di ricovero per i malati terminali (Hospice) In particolare per i malati di Alzaimer si riscontrano problematiche in merito: centro diurno distrettuale assistenza domiciliare integrata 30 3.a. Area Minori e famiglia Nel territorio del Distretto si sono attivati grazie ai progetti del piano di zona degli interventi di tutela e sostegno ai minori e alla famiglia. Per ciò che concerne il disagio minorile si è proceduto ad una rilevazione di dati quantitativi presso tutti i servizi sociali comunali su alcuni indicatori di disagio precedentemente condivisi. Dall’analisi dei dati pervenuti emerge che 122 minori sono in carico ai servizi sociali per disagi conclamati in quanto in condizioni ambientali e/o familiari che hanno determinato la necessità di indagini per il Tribunale dei minorenni, l’affidamento di tutela ai servizi, l’allontanamento dal contesto familiare, l’evasione scolastica etc. INDICATORI DI DISAGIO MINORILE AL 31/12/2010 numero beneficiari Bassiano Maenza Priverno Prossedi Roccagorga Roccasecca Sezze Sonnino TOTALE Indagini tribunali Indagini penali Evasioni scolastiche 1 0 12 0 0 2 21 5 41 0 0 2 0 0 0 1 0 3 2 0 4 0 2 0 5 3 16 Istituz.ni Abbandono Minori 0 0 4 0 0 0 4 6 14 0 0 1 0 0 0 0 1 2 Affidamenti familiari 0 0 5 0 0 3 6 0 14 Tutele TOTALE 2 0 0 0 0 1 3 1 7 (fonte: servizi sociali comuni distretto Monti Lepini) Si registra una crescita delle situazioni che si caratterizzano per una marcata incapacità genitoriale, sia nello svolgimento di compiti primari, che di quelli educativi, accompagnata in alcune situazioni anche da episodi di maltrattamento sia fisico che psicologico. Tra le maggiori cause del disagio adolescenziale va segnalata la tendenza all’abbassamento dell’età di inizio dell’uso di sostanze stupefacenti (nuove droghe), nonché all’abuso di alcolici quale modalità relazionale. In tutti i comuni del distretto è in aumento il fenomeno del bullismo e del vandalismo che impegnano grandemente gli operatori sociali e della scuola. Per quello che concerne i reati commessi dai minori il nostro distretto ha per fortuna una casistica limitata e presente nei comuni più grandi. Su tutto il territorio sono in aumento le famiglie fragili, con scarse reti parentali che necessitano di interventi e di azioni di sostegno nella gestione dell’espletamento quotidiano dell’attività genitoriali. In particolare i nuclei monogenitoriali si trovano a dover affrontare in evidente stato di disagio e fragilità, un notevole carico di problemi inerenti l’educazione dei figli, la gestione e l’organizzazione famigliare. 31 5 0 28 0 2 6 40 16 97 Di contro i servizi Socio educativi di sostegno alle famiglie, pur sono in numero ridotto e non sempre presenti su tutti i territori comunali, con particolare riferimento ai servizi per la prima infanzia, tempo prolungato o tempo pieno nella scuola primaria ecc. Nei comuni più grandi del distretto Sezze e Priverno negli ultimi anni si è assistito ad un cospicui flusso di immigrazione interna che ragione del costo ridotto degli alloggi e dalla presenza dell’arteria ferroviaria, determinando un l’aumento demografico in alcune zone periferiche a cui non né corrisposta un’adeguata rete di servizi a sostegno dei bisogni della famiglia. Sempre più spesso le istituzioni scolastiche lamentano l’aumento di minori con difficoltà comportamentali, che appartengono a “famiglie normali” ma che esprimono un forte disagio nello svolgimento nel ruolo genitoriale, soprattutto in presenza di figli adolescenti. La condizione di disagio familiare si caratterizza nella maggior parte dei casi in una discontinuità nella frequenza scolastica nella scuola primaria e secondaria di I grado, mentre l’abbandono si manifesta nel biennio della scuola media superiore. Tra le progettualità attivate per sostenere le famiglie fragili vi è servizio di Assistenza Domiciliare Educativa, previsto dal Piano di Zona del distretto monti Lepini e attivo dal giugno 2007. Il servizio è inteso quale risposta/strumento da utilizzare per sostenere le famiglie multiproblematiche nel loro ruolo educativo, al fine di evitare l’allontanamento dei minori e garantire il loro diritto di crescere nel proprio nucleo familiare. Di seguito vengono riportati i dati relativi a tale progettualità su tutto il Distretto dei Monti Lepini. Tabella riassuntiva Assistenza Domiciliare Educativa per minori del Distretto Monti Lepini DISTRETTO MONTI LEPINI Bassiano Maenza Priverno Prossedi Roccagorga Roccasecca dei Volsci Sezze Sonnino Servizio ADE Ore annue Servizio ADE Utenti 276 322 690 276 368 276 966 306 3 4 5 3 2 2 8 3 Altra emergenza è quella legata agli interventi residenziali rivolti ai minori; molto è stato fatto sul versante della risposta a questo bisogno, si rilevano, però, ancora difficoltà per quanto attiene l’attuazione di modalità diverse (es. affido familiare, ecc.) e le risorse economiche da destinare. 32 3.b. Area Anziani Nel distretto Monti Lepini il numero della popolazione anziana risulta essere rilevante in riferimento alla popolazione totale, ponendo conseguentemente l’esigenza di prevedere un adeguato sistema di protezione sociale. DISTRETTO MONTI LEPINI Bassiano Maenza Priverno Prossedi Roccagorga Roccasecca dei Volsci Sezze sonnino Popolazione ultra65nne su popolazione totale % Popolazione ultra 80nne su popolazione ultra65nne % Popolazione ultra 80nne su popolazione totale % 23,6 17,6 7,1 23,6 33,3 21,9 9,2 19,5 28,3 50,3 56,7 65,9 20,4 26,6 36,4 32,6 5,2 5,2 4 9,3 5,6 4,6 0,4 4,8 (fonte: uffici anagrafe dei comuni al 31.12.2010) I bisogni degli anziani che risiedono nel Distretto riguardano principalmente l’area dell’assistenza, della socializzazione. Nel corso degli anni si è provveduto in quasi tutti i Comuni ad istituire servizi di assistenza domiciliare, centri anziani e soggiorni estivi. Nuovi bisogni si stanno comunque affermando come ad es. il servizio mensa – pasto a domicilio, inserimenti in case di riposo e in R.S.A a causa dell’impoverimento della rete di solidarietà parentale. Inoltre l’allungamento della vita e la possibilità di vivere in presenza di patologie estremamente invalidanti ha fatto emergere bisogni di interventi socio-sanitari integrati. Dal punto di vista economico aumentano le richieste di aiuto in tal senso, è da considerare che ci si trova in un’area dove la maggioranza degli anziani percepiscono pensioni integrate al minimo. Quindi, la profonda modificazione intervenuta nella struttura della popolazione e l’aumento dell’incidenza degli anziani sulla popolazione complessiva impongono una periodica riflessione sulle politiche sociali e sugli interventi in atto, per aprire un confronto e un dibattito sull’individuazione e progettazione di modelli assistenziali soddisfacenti e funzionali ai nuovi bisogni rilevati o da rilevarsi. E’ ormai consolidato e largamente diffuso il principio della “strategia di rete” atta a favorire la circolarità di comunicazione e di utilizzo di strutture e servizi rispondenti alle necessità dell’utenza anziana, ma nel nostro Distretto non è ancora stata realizzata compiutamente la “rete di servizi”, difatti alcuni nodi risultano ancora mancanti o insufficienti. Condividiamo la tendenza in atto a privilegiare la definizione di percorsi assistenziali alternativi al ricovero in ospedale o in istituto, volti a mantenere l’anziano nell’ambito 33 abitativo e sociale di riferimento, ma è altrettanto vero che nel nostro Distretto vi è una carenza di strutture di lungo degenza e di riabilitazione per anziani non autosufficienti. Si colgono, invece, elementi di criticità nelle forme di assistenza domiciliare sia ordinaria sia integrata: queste richiedono un’attenta revisione per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi, la rispondenza dell’offerta alla domanda, la qualità delle prestazioni. 3.c. Area Disabili L’impegno propositivo e il costante stimolo delle Associazioni di settore nei confronti delle istituzioni hanno sviluppato nel corso degli anni una rinnovata consapevolezza di compartecipazione a scelte e a progetti che riguardano il presente e il futuro dei soggetti disabili, alquanto differenziati per tipologia e livello di disabilità. Occorre potenziare forme d’assistenza domiciliare a favore di disabili non autosufficienti, attivare forme di sostegno alla famiglia con interventi integrati, proprio per evitare il ricorso all’istituzionalizzazione. Inoltre, si evidenzia ancora la necessità di dover soddisfare bisogni di tipo assistenziale, ricreativo e formativo, nonché di inserimento lavorativo. Emerge una notevole richiesta da parte delle istituzioni scolastico di un ampliamento dell’assistenza scolastica di base di fronte ad una costante diminuzione delle ore di sostegno. Si è rilevata inoltre emerge una richiesta di maggiori interventi socio-sanitari integrati nei confronti dei disabili (psichici, fisici, sensoriali, etc.) in età adulta. Negli ultimi anni, anche nel nostro distretto le associazione dei familiari dei disabili stanno sollecitando la realizzazione di interventi sul dopo di noi. I servizi presenti risultano ancora non del tutto rispondenti ai bisogni espressi dalla parte di popolazione disabile. Gli stessi, infatti, risultano essere realizzati prevalentemente nei comuni più grandi, a Priverno è stato vi è un centro diurno per disabili dall’anno 2003, mentre nei comuni di Sezze e Sonnino sono stati istituiti nel 2009. Le risorse per la realizzazione, la gestione e l’organizzazione dei centri sono a carico dei comuni che li ospitano, con una minima quota residuale prevista dal Piano di Zona. Attualmente, a seguito dei numerosi tagli a cui sono soggetti gli enti locali, si hanno numerose difficoltà nell’organizzazione di tali strutture. Inoltre la collocazione geografica dei comuni pone enormi problemi rispetto all’abbattimento delle barriere architettoniche creando bisogni di fruibilità dei centri. E’ da rilevare che poco viene ancora fatto rispetto al sostegno per il raggiungimento da parte dell’utente della propria autonomia di vita in vista della perdita delle figure parentali di riferimento pensando anche a servizi o a programmi mirati. 34 3.d. Area disagio ed esclusione sociale Nel territorio del Distretto Monte Lepini il disagio e la conseguente esclusione sociale si caratterizzano per la multifattorialità delle cause che lo determinano. La promozione delle politiche attive del lavoro rientra tra le aree prioritarie individuate per la redazione dei Piani di Zona. Sul nostro territorio, questo significa progettare e realizzare politiche di rete in grado di fornire risposte più efficaci in termine di orientamento, formazione ed accompagnamento al lavoro, finalizzate sia all'inserimento/reinserimento socio-lavorativo delle fasce deboli che all'inserimento/reinserimento nel sistema produttivo di inoccupati e disoccupati di lungo periodo . Il rapporto con il lavoro è problematico, innanzitutto, per l'area dello svantaggio conclamato, (handicap fisico e psichico, ex carcerati, ex tossicodipendenti ecc.): in questo campo, è più che mai necessaria l'integrazione tra servizi per l'impiego, servizi provinciali e regionali per le politiche attive del lavoro, servizi sociali comunali e distrettuali, servizi sanitari territoriali, privato sociale, volontariato e terzo settore, enti e agenzie di formazione a partire, per quanto riguarda la disabilità, dalle nuove opportunità offerte dalla L. 68. Accanto a quest'area, però, si evidenzia sempre più un'area di emarginazione sociale formata da uno zoccolo duro di inoccupati /sottoccupati, non caratterizzati da specifiche problematiche di svantaggio riconosciute, spesso provenienti da percorsi complessi di abbandono scolastico e di precariato, che non riescono ad entrare stabilmente in un circuito lavorativo e produttivo. Per i giovani si evidenzia un aumento esponenziale dell'area del lavoro atipico, che coinvolge soprattutto le funzioni impiegatizie e le professioni del terziario, anche avanzato, mentre esistono ampie possibilità di collocazione lavorativa più stabile in aree di artigianato e di piccola impresa, che non vengono però adeguatamente sfruttate, per scarsa predisposizione dei giovani a rispondere ad offerte di lavoro manuale, affrontando nel contempo gli opportuni percorsi formativi. A queste problematiche, si aggiunge e si sovrappone un'area ai confini del disagio, rappresentata da soggetti adulti strutturalmente deboli, che, spesso a causa di eventi traumatici collocati nella propria storia personale, a volte accompagnati da forme depressive e/o da lievi forme di disturbo mentale, hanno smarrito il filo della loro vita professionale e della loro identità sociale, necessitando quindi di percorsi individualizzati di reinserimento. Infine, sta prepotentemente emergendo la problematica di una migliore integrazione anche lavorativa degli immigrati, che vanno a ricoprire ruoli e mansioni non più appetiti dagli italiani, alimentando però, nella maggior parte dei casi, un mercato del lavoro parallelo e sommerso, privo di garanzie e di tutela e non di rado fuori dalla legalità, non solo dal punto di vista fiscale e tributario. Situazioni di tossicodipendenza associata a piccola delinquenza legata allo spaccio o al reperimento di quanto necessita per procurarsi la dose, situazioni di patologia psichiatrica, che spesso determinano condizioni di emarginazione, la precarietà del lavoro, determinano forme di disagio e di esclusione sociale. 35 Vengono rilevati con maggiore frequenza i bisogni riguardanti la riabilitazione e il reinserimento sociale e lavorativo da parte di ex tossicodipendenti, malati psichiatrici ex detenuti. Un dato numerico significativo di questa fascia di disagio è quello riguardante coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti. Dai dati in possesso del Sert. di Priverno risultano essere in carico numero 324 utenti distribuiti sui vari comuni così come da tabella riportata: Servizio SERT di Priverno Attualmente sono in carico per la tossicodipendenza, 466 utenti distribuiti sui vari comuni del distretto. DISTRETTO MONTI LEPINI Utenti Assistiti Bassiano Maenza Priverno Prossedi Roccagorga Roccasecca dei Volsci Sezze Sonnino 3 15 134 3 21 28 228 34 466 Per la dipendenza di alcol il Ser.T di Priverno segue 127 utenti suddivisi per comune DISTRETTO MONTI LEPINI Utenti Assistiti Bassiano Maenza Priverno Prossedi Roccagorga Roccasecca dei Volsci Sezze Sonnino 0 9 46 5 10 1 37 19 127 36 L'affluenza giornaliera per trattamenti terapeutici è di 190 utenti, suddivisi per tipologia di intervento DISTRETTO MONTI LEPINI Utenti Assistiti Trattamenti a metadone Trattamenti con Subutex Dosaggi di controllo Comunità Terapeutica Alcolisti Tot. 58 69 25 13 25 190 M 54 67 22 12 20 F 4 2 3 1 5 175 15 Attualmente vengono trattati settimanalmente 46 utenti per interventi di sostegno individuale e di gruppo DISTRETTO MONTI LEPINI Utenti seguiti con trattamenti individuali o di coppia familiari Utenti che partecipano al gruppo di auto-aiuto con le famiglie Utenti che partecipano al gruppo di doppia diagnosi Utenti gruppo donne fragili Utenti Assistiti 24 0 13 9 dati al 31.12.2010 In riferimento alle persone dipendenti da sostanze psicotrope si è assistito negli ultimi anni ad una diminuzione di soggetti dipendenti da eroina e di contro un aumento esponenziale di casi di utilizzo di cocaina e di altre sostanze eccitanti. Inoltre gli assuntori di eroina tendono a cronocizzarsi fruendo di trattamenti farmacologici sostitutivi (metadone e subutex) per lungo periodo. Il servizio Ser.t fornisce oltre che trattamento farmacologico, un sostegno psicologico, trattamenti socio-riabilitativi e, in collaborazione con i Comuni, inserimenti lavorativi protetti. Nell’area del disagio dell’esclusione sociale si colloca la problematica della psichiatria, che nel distretto Monti Lepini si può dividere in due grandi aree di intervento: • quella relativa a disturbi legati a stati ansiosi, disturbi fobici, ovvero disturbi non invalidanti e di durata limitata, tali da consentire all’individuo una regolare vita quotidiana. • Quella di psichiatria maggiore che riguarda patologie gravemente invalidanti quali schizofrenia, psicosi, disturbi di personalità, per i quali sono necessari interventi prolungati costanti e coordinati con altri organismi sociali e sanitari del territorio. Da una analisi condotta nel distretto sulla patologia psichiatrica si può evincere come l’utenza ha subito una evoluzione caratterizzata da: • Abbassamento dell’età di insorgenza ed aumento del livello culturale • Compresenza di altre problematiche quali etilismo e tossicodipendenza • Prolungamento della vita del paziente psichiatrico • Maggiore presenza di utenti sposati con figli, talora minori 37 3.e. Area Immigrati L’immigrazione è un fenomeno oramai consolidato nel Distretto Monti Lepini, pertanto si deve tener conto dei “nuovi bisogni”, conseguenza dei processi di trasformazione sociale non trascurabili che l’immigrazione comporta. Città come Sezze e Priverno registrano una presenza di immigrati notevole, ma tale fenomeno riguarda anche gli altri comuni. L’aumento degli immigrati che risiedono nei comuni del distretto è motivata principalmente dal minore costo degli alloggi rispetto alle zone di pianura. I movimenti anagrafici mostrano il distretto sempre in saldo attivo, infatti, appare significativo il confluire di flussi migratori. Si registra una forte presenza di immigrati extracomunitari residenti nel distretto Monti Lepini, con una prevalenza di Rumeni, Albanesi ed Ucraini. Tab IMMIGRATI Comune Bassiano Maenza Priverno Prossedi Roccagorga Roccasecca Sezze Sonnino Totale Popolazione Totale Popolazione <18 anni M F Totale M F Totale 30 95 439 29 312 11 291 93 27 98 431 26 271 8 258 95 57 193 870 55 583 19 549 188 21 25 85 6 38 2 51 39 25 18 110 3 46 2 36 43 1300 1214 1394 267 283 46 43 195 9 84 4 87 82 173 Questo aumento della popolazione immigrata che ha determinato in alcuni comuni come Sezze una situazione di emergenza sociale. Da questo quadro sintetico emerge l’esigenza di conoscere il fenomeno “immigrazione” in modo più ravvicinato e analitico. Le maggiori richieste che vengono inoltrate ai Servizi Sociali comunali sono relative a: sostegno economico, sostegno nella ricerca di abitazioni, sostegno ed orientamento per la ricerca di un lavoro, soprattutto donne, interventi sostitutivi della famiglia nei periodi di chiusura delle scuole e nel pomeriggio, interventi per facilitare l’apprendimento scolastico dei propri figli. Tali richieste denotano bisogni legati a situazioni economiche difficili, connotate da precarietà lavorativa e spesso da sfruttamento da parte dei datori di lavoro e della conseguente impossibilità di conciliare i tempi di lavoro con la cura richiesta dagli impegni famigliari. Elevato è quindi il bisogno di interventi di sostegno economico e familiare, di politiche che facilitino l’integrazione sociale, scolastica e culturale tra i membri delle comunità 38 Utile strumento potrebbe essere l’istituzione in ogni comune del Distretto uno “sportello integrato per gli immigrati”, in grado di rispondere ai bisogni più diversi, mettendo in rete le risorse già in campo, infatti sul territorio sono operanti diversi sportelli (Ufficio del Lavoro, Centri per l’impiego, Sindacati, ASL, Associazioni del Terzo Settore, Caritas), ma ognuno operante nei campi e nei limiti delle proprie competenze. Lo “sportello integrato” potrebbe prevedere il distacco orario a rotazione di operatori impegnati nelle diverse realtà sopra citate al fine di offrire informazioni e di promuovere risposte il più possibile complete e integrate. Detto sportello potrebbe essere ulteriormente qualificato dalla presenza di facilitatori linguistici e/o mediatori culturali, da un’attività di consulenza in campo giuridico, con particolare riferimento ai “permessi di soggiorno” e al “ricongiungimento alla famiglia”. Attualmente solo i comuni di Sezze e Priverno hanno attivato lo sportello informa immigrati, come prima forma di intervento specifico per dare risposte ad una parte della popolazione che pone in alcuni casi bisogni particolari. E’ necessario dotare gli altri comuni del distretto di tale servizio in quanto ritenuto primo intervento per poter dare risposte adeguate ai bisogni che vengono posti dagli immigrati. Nel quadro così delicato e complesso dell’immigrazione particolare attenzione va rivolta alle fasce più deboli, ossia le donne. Si vuole rilevare un fenomeno sempre più diffuso nel nostro Distretto, rappresentativo di un incrocio di bisogni di soggetti “deboli”: nell’attività di accudimento ad anziani sono impegnate donne extracomunitarie. Riteniamo che il fenomeno sia degno di approfondimento e proponiamo l’attivazione di un’indagine sul territorio distrettuale finalizzata a far emergere una realtà confinata nell’ombra, per sottrarla al “sommerso” e per dare risposte nuove ai bisogni delle donne immigrate e delle famiglie che ricorrono al loro aiuto. Questo problema potrebbe essere considerato anche in correlazione alle forme di “sostegno alla famiglia per il mantenimento a domicilio di soggetti non autosufficienti, anziani, disabili o minori”, giacché questa iniziativa di welfare leggero, previsto dall’art. 17 della legge 328/2000, non solo ha il compito di sostenere e rivolgere risorse finanziarie della famiglia verso consumi sociali, ma di far emergere nuova mano d’opera dal lavoro “nero” per darle dignità lavorativa e professionale attraverso percorsi formativi specifici. 39 4. OFFERTA GENERALE DEI SERVIZI INTEGRAZIONE TRA COMUNI E ASL SOCIO-ASSISTENZIALI E L’offerta generale dei servizi socio assistenziali avviene ancora nel territorio del distretto in modo disomogeneo. I due Comuni più grandi sono dotati di un servizio sociale strutturato che da anni opera nei propri territori, mentre in quelli più piccoli, grazie all’attivazione delle progettualità dei Piani di Zona precedenti, si registra una presenza seppur minimale di operatori sociali che cominciano a svolgere interventi di politica sociale. Purtroppo le due strutture sanitarie pubbliche presenti sul territorio distrettuale i due piccoli ospedali di Sezze e Priverno sono stati chiusi a causa dei tagli operati dalla Regione Lazio lasciando sguarnita la popolazione distrettuale che per qualsiasi emergenza deve recarsi presso l’ospedale di Latina o di Terracina con evidenti disagi legati alla distanza e ai lunghi tempi di attesa. Nei centri di Sezze ( sede del distretto sanitario) e di Priverno troviamo la maggior parte delle Strutture Ambulatoriali Specialistiche ed alcune Attività Distrettuali quali: il Dipartimento di salute mentale, il Ser.T, TSMREE, NPI, CPIA, CAD, ecc). Solo alcune prestazioni sono svolte direttamente sui altri comuni del distretto. In tutti i comuni si realizzano interventi di sostegno economico alle famiglie attraverso l’erogazione di contributi e servizi. Per ciò che concerne gli anziani vengono assicurati da quasi tutti i comuni interventi di tipo assistenziale, ricreativo e di sostegno economico, mentre l’ASL eroga attraverso il Cad le prestazioni di tipo sanitario alle quali vanno aggiunti tutti gli interventi ambulatoriali di tipo specialistico. Per quanto riguarda l’area disabili si registra la presenza di servizi minimali in alcuni comuni più piccoli che riguardano l’assistenza alla persona, mentre solo nei due più grandi si è realizzata una rete di interventi che risponde alla maggioranza dei bisogni espressi da questa utenza. L’ASL eroga su tutti i territori attraverso i propri servizi interventi di prevenzione, cura e sostegno a quanti sono interessati da tali problematiche. Relativamente all’area del disagio ed esclusione sociale vanno citati gli interventi di reinserimento sociale e lavorativo di alcune fasce della popolazione: ex tossicodipendenti, ex alcolisti e disagiati mentali per i quali attraverso protocolli operativi tra Comuni e ASL sono stati realizzati inserimenti lavorativi per l’inclusione sociale. Nell’area immigrati solo nei due Comuni più grandi è presente uno sportello informaimmigrati e vengono realizzati interventi per l’integrazione scolastica e sociale. L’ASL effettua le prestazioni primarie attraverso i propri servizi è in corso di attivazione una specifica struttura per fornire risposte più adeguate a questa fascia di utenti. Per quanto riguarda l’integrazione tra i servizi erogati dai Comuni e quelli della Asl nel corso degli anni si sono affermate forme di integrazione che non sempre sono state il 40 risultato di protocolli operativi ma, bensì, modalità di lavoro realizzate dagli stessi operatori sulle situazioni che richiedevano azioni multidisciplinari. In ultimo va evidenziato che l’offerta dei servizi sul territorio, in particolar modo dei LIVEAS, e l’integrazione tra Comuni e ASL nel corso degli anni ha avuto un trend positivo di tipo quali - quantitativo attraverso l’attivazione di tutti i servizi previsti dal piano di zona e l’applicazione dei protocolli operativi per integrazione socio sanitaria. Sezze Sonnino Roccasecca dei Volsci Roccagorga Prossedi Priverno Maenza AREE D’INTERVENTO E SERVIZI/PRESTAZIONI ATTIVATI Bassiano Mappa delle risorse esistenti SCHEDA DI RILEVAZIONE SERVIZI COMUNALI ATTIVATI- X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X RESPONSABILITA’ FAMILIARI Assistenza nuclei orfani Assistenza madri nubili Una tantum sostegno famiglie numerose Assegno economico di maternità e secondo/terzo figlio X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X MINORI Assistenza domiciliare distrettuale (ADE) X Centro diurno minori Servizio sociale professionale -attività istituzionali a tutela X dei minoriSoggiorni diurni estivi X Promozione partecipazione minori. Consiglio Comunale X Ragazzi Ludoteca X Interventi nell’area scolastica X Accompagnamento minori servizi ASL X Trasporto scolastico X Mense scolastiche X 41 X X X X X X X X X X X X X X X Progetto a favore dell’integrazione scolastica minori immigrati Asilo nido comunale Asilo nido privato X X X X Sonnino Sezze Roccasecca dei Volsci Roccagorga Prossedi Priverno Maenza Bassiano AREE D’INTERVENTO E SERVIZI/PRESTAZIONI ATTIVATI X X X CONTRASTO ALLA POVERTA' Sportelli informativi e orientamento per immigrati Assistenza economica cittadini bisognosi Inserimenti lavorativi e/o assegni civici soggetti svantaggiati (disagiati mentali, tossicodipendenti, disoccupati, ecc.) Interventi in favore di detenuti ed ex detenuti Mensa/ buoni spesa X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X ANZIANI Centro sociale Assistenza domiciliare Soggiorni estivi Telesoccorso Inserimenti lavorativi in lavori di pubblica utilità Servizio mensa Pasti a domicilio Assistenza economica Inserimento in case di riposo Inserimento in R.S.A. X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X DISABILI Centro diurno (disabili medio gravi) Assistenza domiciliare comunale Assistenza scolastica Colonie estive Trasporto scolastico Inserimenti lavorativi soggetti svantaggiati Trasporto presso strutture ASL Progetti di intervento handicap grave (fonte: servizi sociali comuni distretto Monti Lepini) X X X X X X - 41 - X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X Risorse umane RESP.LE SERVIZIO AMMINISTRATIVI PSICOLOGI ASSISTENTI SCOLASTICI EDUCATORI ASSISTENTI DOMICILIARI ASSISTENTI SOCIALI ANIMATORI 1A 1PSF 1A 1R 1PSF + 1P 1P 3P + 1ADE 2P + 1ADI 1PSF - 1R 2R 1PSF + 1P 4P 2ADE 4P 1R +2PSF 4P -1 A 1R 1PSF 1P 1PSF 1P Nella tabella vengono riportate le figure professionali in forza ai Comuni fino al dicembre 2011 R- ruolo C- convenzione P- progetti (appalti) A nei piccoli comuni tale funzione è svolta dai politici e o segretario comunale Profilo professionale del responsabile del servizio PSS progetto segretariato sociale PSF progetto servizio sociale professionale ADI Assistenza domiciliare integrata ADE assistenza domiciliare educativa - 42 - 1R 1r1PSF 3 1PSF - 1A 1R 1PSF 5P 1PSF - Sonnino Sezze Roccasecca d. Volsci Roccagorga Prossedi Priverno FIGURE PROFESSIONALI Maenza Bassiano TABELLA OPERATORI SERVIZI SOCIALI COMUNALI DISTRETTO MONTI LEPINI AL 31/12/2010 1R 3R 1PSF 8P 3P 18 1R + 2PSF 9P 1R 1R 1PSF 1 7P 1PSF - Dall’analisi dei dati relativi alla tabella sopra riportata emerge come i Comuni che realizzano le attività sociali con un servizio sociale professionale di ruolo (Assistente Sociale) è solo uno (Priverno Comune Capofila), negli altri comuni tali operatori lavorano con un rapporto a convenzione o con operatori in forza ai progetti di Servizio Sociale Professionale – Segretariato sociale ( progetto attivato con i piani di zona del Distretto Monti Lepini). Figure amministrative in organico nell’ambito dei servizi sociali sono presenti in tutti i Comuni. Le altre figure professionali del sociale, impegnate nei vari servizi alla persona attivati dai comuni (psicologo, assistenti domiciliari, educatore, ecc.), hanno tutte un rapporto a convenzione o sono dipendenti delle cooperative aggiudicatarie dei progetti di Servizio Sociale Professionale - segretariato sociale, assistenza domiciliare ADI ADE, elaborati nel piano di zona del distretto Monti Lepini. Minori e responsabilità familiari Nei Comuni del Distretto si registra un aumento della presenza di servizi in favore dei minori e delle famiglie che comunque non si ritiene sufficientemente adeguata e risulta presente soprattutto nei comuni più grandi. Oltre a quelli attivati direttamente dai Comuni con fondi di bilancio propri ed a quelli garantiti direttamente dall’Azienda AUSL, con le risorse derivanti dalla attuazione dei progetti inseriti nei piani di zona, negli ultimi anni sono stati realizzati nuovi servizi e potenziati quelli già presenti. Un miglioramento generalizzato dal punto di vista quali - quantitativo si registra, altresì,nell’ambito dei servizi socio ricreativi ormai presenti in tutti i Comuni del Distretto con una diffusione omogenea nei confronti dell’utenza. Ottimale è il livello di integrazione tra i Servizi Socio Sanitari nell’affrontare situazioni di disagio e di forte problematicità riguardante minori inseriti in famiglie multiproblematiche. Rispetto all’affido va sottolineato il ruolo di supporto svolto dall’Amministrazione Provinciale che in tale ambito ha attivato una specifica progettualità a sostegno delle azioni dei singoli servizi. Servizi sociali per minori e famiglie 43 STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI CASE FAMIGLIA Denominazione struttura/servizio Casa Famiglia “Eleonora Baratta” (pubblica) Campanelle Via/piazza Piazza s. Chiara,1 cap 04015 via Pascina valletta 24 Via Cotarda priverno Nuova stagione comune Priverno telefono 0773.904019 Sezze GRUPPO APPARTAMENTO Denominazione struttura/servizio Via/piazza Casa fantasie (privato) Via melogrosso cap 04018 comune Sezze telefono 0773.800099 Servizi sociali per minori e famiglie SERVIZI EDUCATIVI PER MINORI ASILO NIDO Denominazione struttura/servizio Il Sogno (pubblico-bacino utenza comunale) La Gatta Matta Il Girotondo ( privato convenzione pubblica) I Monelli ( privato convenzione pubblica) Il Trenino dei Piccoli( privato convenzione pubblica) VIA/PIAZZA B.go S.Antonio CAP 04015 Comune Priverno Telefono 0773.903558 Via casa Tonda Via La Croce, 1 04015 04010 Priverno Roccagorga 0773.958980 Via Roccagorga, 27 04018 Sezze 0773.889599 Via Bologna (Sezze Scalo) 04018 Sezze Via/piazza Via della Stazione,snc cap 04015 comune Priverno telefono 0773.912406 Via B.go Cicerone 04010 Sonnino 0773.908848 L.go Buozzi 04018 Sezze 0773.803797 Via C.so della Repubblica,122 04010 Roccagorga 0773.960928 LUDOTECHE Denominazione struttura/servizio Ludoteca (pubblica-bacino utenza: Comunale) Piccolo Iqbal (pubblico-bacino utenza Comunale) Ludoteca Comunale (pubblico-bacino utenza Comunale) Ludoteca “Arcobaleno” (pubblico-bacino utenza Comunale) 44 Servizi socio-sanitari per minori e famiglie Tutela Salute Mentale E Riabilitazione Età Evolutiva Il servizio è presente sia a Priverno che a Sezze. Nel servizio di Priverno sono presenti parttime due figure professionali psicologo ed assistente sociale. Nel servizio di Sezze è presente una sola figura professionale: logopedista. Quindi nel servizio di Priverno vengono svolti: colloquio psicologico clinico, psicoterapia individuale, colloqui sociali, colloquio psicologico, GLHO, GLHI, consulenze altri enti, consulenze tribunale. Mentre nel servizio di Sezze vengono svolti: GLHO, training per dislessia individuale, valutazioni funzionali delle funzioni corticali superiori, valutazione monofunzionale, esercizi respiratori individuali. Il servizio di Tutela Salute Mentale Riabilitativa dell’età Evolutiva del Distretto Monti Lepini ha contribuito alla lettura dei bisogni nell’ambito del disagio minorile attraverso una valutazione dei dati raccolti sia nel lavoro istituzionale che del GLHO in collaborazione con le scuole e i servizi sociali territoriali. L’analisi dei dati ha evidenziato che nelle scuole dell’obbligo su un campione di popolazione scolastica di alunni, suddivisi tra scuola elementari, materne, medie e superiori, è portatore di una situazione di disagio classificabile, in ordine di priorità, come da tabella riportata: Disagi rilevati Materna Sfera emozionale Elementare Disturbi di Apprendimento Disturbi specifici dello sviluppo Ritardi cognitivi Disturbi pervasivi dello sviluppo Disturbi da deficit di attenzione ed iperattività Disturbi della sfera emozionale Disturbi della condotta Media Disturbi cognitivi e di apprendimento Disturbi della condotta Disturbi nella sfera emozionale Disturbi psico-somatici Dall’esperienza maturata nel rapporto con gli insegnati è emerso che gli stessi ritengono necessario realizzare azioni per intervenire e gestire al meglio le problematiche sopra evidenziate, quasi sempre multifattoriali : supporto di consulenti esperti a scuola con i quali predisporre progetti individualizzati aiuto alle famiglie attività extra scolastiche aggreganti lavoro in piccoli gruppi progetti di rete con le altre istituzioni coinvolte (Comuni, ASL, Terzo Settore) I docenti inoltre sempre più avanzano richieste di formazione per acquisire degli strumenti idonei inerenti le tematiche del disagio con le quali quotidianamente si confrontano. 45 In particolare vanno sottolineate le difficoltà legate all’età adolescenziale ed alla cosiddetta normalità. Sono sempre più diffuse aree di disagio relazionale e comportamentale, legate anche al problema di dipendenza da nuove sostanze assunte dagli adolescenti. A ciò va aggiunto che, rispetto al passato, tendono a diminuire i luoghi d’aggregazione e socializzazione “tradizionali”. Vanno identificate risposte nuove a questi bisogni, ma serve soprattutto operare per creare “luoghi” dove i giovani possano entrare in relazione tra loro e con gli adulti, o per aiutare a mantenere vive realtà di aggregazione che per anni hanno avuto un ruolo significativo nel nostro territorio. E’ necessario creare occasioni di riflessione insieme alle varie agenzie educative del territorio, in particolare la scuola, per comprendere meglio la realtà degli adolescenti di oggi e proporre insieme nuovi percorsi e nuova progettualità. CONSULTORI DI PRIVERNO E DI SEZZE Medicina Preventiva Età Evolutiva Rispetto a questo servizio vengono svolte visite pre vaccinali, screening clinici anamnesi e valutazioni, di due servizi principali sono collocati a Sezze e Priverno. Nel servizio di Sezze fanno riferimento anche il comune di Bassiano e di Roccagorga e sono state svolte n. 1407 prestazioni. Nel servizio di Priverno, a cui fanno riferimento i comuni di Maenza Prossedi, Roccasecca d. Volsci, Sonnino, sono state effettuate n. 1683 prestazioni. Consultorio Materno-Infantile Questo servizio comprende l’area ostetricia e ginecologia, area psicologica, area sociale. Rispetto all’area ostetricia e ginecologia vengono svolti vari interventi: visite ginecologiche, visite generali, biopsia, colposcopia, cardiotografia, ecografia ostetrica, ecografia ginecologica, pap test, prelievo microbiologico, training prenatale. Tali prestazioni vengono svolte da entrambi i consultori di Sezze e Priverno a cui affluiscono l’intera utenza del distretto. L’area psicologica è presente (part-time) solo nel consultorio di Priverno e vengono svolti interventi di valutazione breve, somministrazioni di test proiettivi e di personalità, psicoterapia individuale, psicoterapia familiare, psicoterapia di gruppo. L’area sociale comprende colloqui per l’interruzione volontaria di gravidanza, colloqui per contraccezione, somministrazione e/o elaborati di questionari, colloqui informativi d’accoglienza, CIC e counseling scolastico, incontri post partum, visite domiciliari, consulenza con i servizi sociali, consulenza con l’autorità giudiziaria, educazione sanitaria. si fa presente che la figura dell’assistente sociale è presente part-time solo nel consultorio di Priverno. 46 (Dalla tabella sotto riportata si possono notare tutte le prestazioni effettuate dal Consultorio di Priverno). Consultorio - Azienda Unità Sanitaria Locale AMBITI DI ATTIVITÀ AREA OSTETRICIA E GINECOLOGIA AREA PSICO-SOCIALE PRESTAZIONI DISTRETTO MONTI LEPINI Visita generale Visita ginecologica Anamnesi e valutazione definite brevi Treining prenatale Pap test Colposcopia Cardiortografia Ecografia Ginecologica Pap Test Prelievo Microbiologico Colloquio Psicologico Clinico Psicoterapia Individuale Psicoterapia Familiare Psicoterapia di Gruppo Colloqui per Interruzione Volontari di Gravidanza Colloqui per Contraccezione Somministrazione e/o Elaborazione di Questionari Incontri Post Partum e/o Visita Domiciliare Utenti 1.083 1.240 1.028 124 60 4 470 837 60 47 243 222 22 0 41 2 124 7 Contrasto alla povertà Gli interventi che vengono posti in essere relativamente a questa problematica sono l’assistenza economica altre forme di sostegno quali prestazioni sociali agevolate. Inoltre in tutti i Comuni, attraverso i fondi derivanti dal piano di zona si stanno realizzando interventi di contrasto alla povertà attraverso l’erogazione di contributi economici o borse lavoro legate alla partecipazione dell’utente a progetti individualizzati che permettano esperienze finalizzate all’acquisizione o mantenimento di competenze successivamente spendibili anche nei diversi contesti del mondo del lavoro. Tali interventi hanno riguardato nell’ambito dell’integrazione socio sanitaria, anche utenti con patologie psichiatriche, nonché ex alcolisti ed ex tossicodipendenti. Immigrati Il fenomeno dell’immigrazione investe con modalità diverse tutti i comuni del distretto, anche se solo i due comuni più grandi hanno attivato da anni politiche specifiche per la popolazione immigrata. Sono attivi degli sportelli informativi rivolti alla popolazione immigrata dove con l’aiuto di associazioni di volontariato attraverso dei mediatori culturali si forniscono informazioni, consulenze supporto legale. Inoltre vengono realizzati degli interventi di integrazione culturale e sociale attraverso la proposizione di cosi di lingua italiana e attività di mediazione culturale attraverso appositi programmi concordati con le istituzioni scolastiche. 47 STRUTTURE RESIDENZIALI PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO Denominazione struttura/servizio Via/piazza CAP Comune Telefono Casa Inema B.go S.Antonio, snc 04010 Roccagorga 0773.960926 Centro Karibù Via Umberto I, 106 04018 Sezze 0773.889654 Disabili I Comuni del distretto, sulla scorta dei dati a loro disposizione e delle richieste specifiche dell’utenza, hanno attivato negli anni dei servizi specificamente destinati alla disabilità sia assistenziali che socio-ricreativi. Per quanto concerne le strutture semiresidenziali nei comuni di Sezze e Priverno è attivo un centro diurno per disabili,e presso il comune di Sonnino si sta per attivare un centro di sollievo che ospitano utenti non più scolarizzati STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI Denominazione struttura/servizio Centro Disabili (pubblico-comunale) Centro socio educativo Disabili (pubblico-comunale) Centro sollievo Disabili (pubblico-comunale) Via/Piazza CAP Comune Via Valle del Canneto (San Martino) Via Colli 04015 Priverno Via Colli 04018 Sonnino 04018 Sezze ( fonte: settore politiche sociali Amministrazione provinciale Latina) In ambito assistenziale in alcuni Comuni del distretto dispongono di servizi di assistenza domiciliare e di servizi di integrazione scolastica, mentre tutti i comuni da anni hanno attivato interventi rivolti ad utenti con handicap grave – Legge 162/98. Vanno evidenziati i bisogni di natura assistenziale posti dai disabili con handicap grave che, pur contenuti in parte dagli interventi progettati nei Piani di Zona, non sono completamente soddisfatti a causa della carenza delle risorse economiche assegnate. Tabella Interventi a favore di handicaps grave lex 162/98 Tabella Interventi a favore di disabili gravi adulti lex 162/98 DISTRETTO Utenti Assistiti Utenti in lista di attesa MONTI LEPINI Bassiano 2 0 Maenza 1 1 Priverno 3 2 Prossedi 2 0 Roccagorga 1 1 Roccasecca dei Volsci 1 0 Sezze 4 4 Sonnino 3 1 48 Anziani I servizi rivolti agli anziani maggiormente presenti nei Comuni del distretto sono quelli relativi a assistenza domiciliare, centri sociali e soggiorni estivi, in quanto più richiesti dall’utente e ritenuti dagli Enti prioritari rispetto ai bisogni della popolazione anziana. Interventi più mirati rispetto a particolari e specifici bisogni dell’anziano, come ad es. il servizio mensa – pasto a domicilio, inserimenti in case di riposo e in R.S.A ecc., vengono richiesti e soddisfatti nei Comuni più grandi con maggiori risorse economiche. Si è rilevato in tutti i Comuni del Distretto un aumento della presenza di anziani con patologie invalidanti e limitative dell’autonomia, che ha determinato un aumento delle richieste di attivazione del servizio di assistenza domiciliare, che grazie alle risorse provenienti dal piano di zona, sono state nella gran parte soddisfatte, anche se nei due grandi comuni permangono liste di attesa. Per quanto concerne le strutture di assistenza semiresidenziali ad integrazione socio -sanitaria, purtroppo il nostro distretto non dispone di alcuna struttura quali un centro diurno per malati di Alzahimer, visto l’aumento significativo che questa patologia ha registrato nel nostro territorio. Comunque sul territorio distrettuale comincia ad essere rilevante la presenza di strutture residenziali private per anziani. STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI COMUNITA’ ALLOGGIO Denominazione struttura/servizio Casa del Sole Casa del Sole 2 Comunità alloggio per anziani Comunità alloggio per anziani Casa famiglia “Villa Lucia” Villa del Sorriso (privata) Casa famiglia “Bella Italia” Comunità alloggio “Villa Lucia” Villa Marina (privata) Villa Della Serenità Villa Evelyne (privata) Villa Rosa s.r.l. (privata) Villa Rosa 2 s.r.l. (privata) Villa Lucia (privata) Via/piazza Via della Pace Via della Pace Via Bertonia 13 Via Colli II° tratto Via sedia del Papa 4 Via Melogrosso, 74 Via Bertonia Via Melogrosso 86 Via Colle grotte, snc Via Monti Pilorci snc Via Roccagorga, 111 Via Melogrosso, 110 Via Melogrosso, 110 Via Vado Rotto , 15 CAP 04010 04010 04018 04018 04018 04018 04018 04018 04018 04018 04018 04018 04018 04010 Comune Roccagorga Roccagorga Sezze Sezze Sezze Sezze Sezze Sezze Sezze Sezze Sezze Sezze Sezze Sonnino Telefono 0773.958046 0773.958046 0773.887958 346.0951173 328.048486 0773.886022 329.0027746 0773.888794 0773.888433 0773.803291 0773.804596 0773.885733 0773.885733 0773.947388 CASE DI RIPOSO Denominazione Via/piazza CAP Comune Telefono struttura/servizio Casa del Sorriso di Sisto Cipolla (privata) Via Casaine, snc 04010 Roccagorga 0773.960033 Villa Giulia (privata) Via Sorana 04018 Sezze 0773.886351 Villa Amelia (privata) Via Delibera , 15 04015 Priverno 0773.903676 49 CENTRI SOCIALI Denominazione struttura/servizio Centro Sociale Anziani (pubblico- comunale) Centro Sociale Anziani (pubblico- comunale) Centro Sociale Anziani (pubblico- comunale) Centro Sociale Anziani (pubblico- comunale) Centro Sociale Anziani (pubblico- comunale) Centro Sociale Anziani (pubblico- comunale) Centro Sociale Anziani (pubblico- comunale) Centro Sociale Anziani (pubblico- comunale) Centro Sociale Anziani (pubblico- comunale) VIA/PIAZZA CAP COMUNE Telefono Via A.Manuzzio, 115 04010 Bassiano 0773.355226 Via Circonvallazione 04010 Maenza 0773.951310 Piazzale Metabo, snc 04015 Priverno 0773.903336 Piazza A. Gabrielli, 72 04010 Prossedi 0773.957016 Corso della Rupubblica, 16 Via G. Marconi, snc 04010 Roccagorga 0773.960047 04018 Sezze 0773.88107 Via Puglia, snc 04018 Sezze 0773.876370 Via Arringo, snc 04010 Sonnino 0773.907843 Via Caserotte,snc 04010 Roccasecca d. Volsci 0773.920326 int.205 Tabella assistenza domiciliare anziani e disabili – comunale – DISTRETTO MONTI LEPINI Assistenza Domiciliari Comunale Utenti Utenti Non autosufficienti Utenti in lista di attesa 480 1440 960 576 1200 12 42 10 20 20 10 42 10 2 11 1 30 0 0 0 9048 2500 43 35 8 10 0 0 Assistenza Domiciliari Comunale Utenti Ore annue Bassiano Maenza Priverno Prossedi Roccagorga Roccasecca Volsci Sezze Sonnino dei Le risorse derivanti dai piani di zona hanno permesso un potenziamento dei servizi attivi in particolar modo attraverso l’assistenza domiciliare integrata (ADI). Tabella Assistenza Domiciliare Integrata anziani Piani di Zona distretto Monti lepini Tabella Assistenza Domiciliare Integrata anziani Piani di Zona distretto Monti lepini DISTRETTO Servizio ADI Servizio ADI Utenti Utenti MONTI LEPINI Ore annue Utenti non autosufficienti in lista di attesa 50 Bassiano Maenza Priverno Prossedi Roccagorga Roccasecca dei Volsci Sezze Sonnino 468 576 1144 468 728 468 1456 884 3 4 6 5 4 4 8 3 3 4 6 5 2 3 8 3 0 0 0 0 0 0 0 0 Sostegno alla genitorialità coppie a rischio socio-sanitario (consultorio) Corsi di sostegno alla genitorialità in adolescenza (centro per l'adolescente) Incontri post parto (consultorio) Percorso nascita (consultorio) Centro psichiatrico dell’Infanzia e della Adolescenza Assistenza domiciliare in collaborazione con il CAD Corsi di educazione sanitaria, nutrizionale e sessuale, in collaborazione con le scuole (centro per l’adolescente e consultorio) Consulenza e supporto sul disagio adolescenziale ai CIC scolastici delle scuole superiori del territorio (centro per l'adolescente) Progetto di informazione sui percorsi vaccinali preventivi per minori immigrati (medicina preventiva pediatrica) X X X X X X X X X X X X X X X X X X Sonnino Sezze Roccasecca d. Volsci Roccagorga Prossedi Maenza Bassiano AREA D’INTERVENTO MINORI E FAMIGLIA Priverno RILEVAZIONE SERVIZI E PRESTAZIONI ATTIVATI A RILEVANZA SOCIO – SANITARIA Inserimenti lavorativi tirocini protetti per tossicodipendenti ( SERT attivati) X 51 X Sonnino Sezze Roccasecca dei Volsci Roccagorga Prossedi Priverno Bassiano Area D’intervento Disagio Ed Esclusione Sociale Maenza I servizi indicati in tabella sono presenti solo sui Comuni di Priverno e Sezze, ma vi afferisce la popolazione di tutto il Distretto Assegni straordinari per le emergenze dei pazienti psichiatrici (Dipartimento salute mentale) Assegni terapeutici di reinserimento sociale: tirocini di lavoro per pazienti psichiatrici (Dipartimento salute mentale) SERVIZIO SOVRADISTRETTUALE Unità organizzativa gestione emergenza Latina e tutela sanitaria immigrati in collaborazione con il volontariato. X X X X X X X X X X Area D’intervento Disagio Ed Esclusione Sociale Prestazioni di consulenza ai GLH e collaborazione nel servizio di Assistenza scolastica gestito dai comuni, e dai due TSMREE del Distretto Centro diurno per disagiati mentali (Dipartimento salute mentale) Assistenza infermieristica e riabilitativa domiciliare x non autosufficienti ( gestita dal CAD di Sezze) Assistenza protesica per favorire l’autonomia (modulo riabilitazione ed handicap) Assegni di reinserimento sociale: spese alloggiative (dipartimento di salute mentale) X X X X X Area D’intervento anziani Assistenza infermieristica e riabilitativa domiciliare (gestita dal CAD di Sezze ) Progetto “Incontro” per favorire l’incontro intergenerazionale in collaborazione con le associazioni (day ospital geriatrico Sezze) X X X X X X I servizi indicati in tabella sono presenti solo sui Comuni di Priverno e Sezze, ma vi afferisce la popolazione di tutto il DistrettoScheda rilevazione risorse umane Servizi a rilevanza socio-sanitaria – (ASL Distretto onti Lepini) 52 X X X 1 Centro^ psich. Inf. e 1 Adol. Modulo riabil. E Handicap 3 1 1 1 1 24 h sett. 1 Centro Diurno Psichiatrico 1ptime 2 1 ptime 1 as.soc ptime 2 1 I.P. ptime 1Ass. San. Coll 1 I.P. ptime 1 Ass.Soc. ptime 1 ass.soc. ptime 1Ass. Soc ptime 3 1 1 I.P. 4 53 3 3 2 Ostet. 1 sociol. Ptime 1 Puer. 1 I.P. + 1 I.P. p-time 1 Ass.Soc 3 I.P. * Le prestazioni di assistenza infermieristica e di terapia fisica vengono svolte da personale messo a disposizione da una cooperativa a convenzione. ^ Alcune attività sono svolte da una cooperativa a convenzione. Terzo Settore Ausiliari Soc. Sanitari 1 Amministrativi TSMREE Caposala E I.P. Pueric. Logopedisti Terapisti 1 24 h sett. 1 Medicina Preventiva Età Evolutiva 2 Caposala 4 I.P. 1 24h sett. 1 ptime 1 Ed. Professionali 3+ 3 Ass.Soc 1 ptime SERT Consultorio Familiare Sociologo e Ass. Sociali 1 24h sett. Psicologi CAD* 1 Medico dei Servizi Salute 1 Special. SUMAI Centro Mentale Dirig. Medico 1° livello Dirig. Medico 2° livello SERVIZI ATTIVATI 1 Nel territorio Distrettuale vi è una presenza che si fa ogni anno più numerosa delle organizzazioni del terzo settore. Le maggiori presenze si registrano nei comuni più grandi, anche se nei comuni più piccoli sono presenti organizzazioni meno strutturate ma molto attive sul territorio. Alcune di queste associazioni si impegnano attivamente nelle politiche sociali e pertanto stanno divenendo soggetti attivi nella realizzazione delle rete integrata dei servizi sia nel campo sociale che sanitario. Negli incontri di partecipazione promossi per l’elaborazione del piano di zona gli organismi del terzo settore hanno avanzato richieste di formazione sulla pianificazione dei servizi socio-sanitari. Inoltre è necessario strutturare un modello di partecipazione al processo di pianificazione in ambito comunale e distrettuale da parte delle organizzazioni del terzo settore. A tale proposito l’Amministrazione provinciale ha approvato un protocollo d’intesa con i Centri di Servizio per il Volontariato per al fine di sostenerli nell’intento di voler realizzare delle attività di informazione-formazione in favole degli organismi del terzo settore al fine di promuoverne una piena, consapevole ed efficace partecipazione di pianificazione. Specificare per ciascuna delle Macroaree/Liveas il livello di offerta SEGRETARIATO SOCIALE 54 Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? Sì Il servizio è stato attivato da giugno 2008, nell’ambito dei finanziamenti del piano di zona del distretto Monti Lepini No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C) Il servizio è presente in tutti gli 8 Comuni del Distretto. Il Servizio prevede una banca dati centralizzata D e figure professionali a livello comunale per l’accoglienza, la decodifica del bisogno e l’invio Prestazioni offerte: Informazione sulle opportunità offerte dalla rete dei servizi e dalla comunità SI No Consulenza sui problemi familiari e sociali SI No Accoglienza della domanda individuale, collettiva, lettura del bisogno, accompagnamento nella attivazione nei successivi percorsi di assistenza SI No Raccolta sistematica dei dati e delle informazioni SI No Promozione di reti solidali, anche ai fini della prevenzione dei rischi del disagio sociale SI No Aiuto alla soluzione di problemi che non necessitano di presa in carico da parte di servizi specifici SI No 55 Mediazione interculturale SI No Destinatari: Famiglie SI No Anziani SI No Minori SI No Persone con problematiche psico – socìali ( si) SI No Disabili SI No Immigrati SI No Altro (specificare ____________________________________________________________) SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI 56 Il servizio è stato attivato da giugno 2008, nell’ambito dei finanziamenti dei piani di zona del distretto Monti lepini. No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Il Servizio Sociale Professionale, a bacino di utenza C, è presente nei Comuni di Sezze (un operatore con lavoro interinale) e di Priverno (un operatore di ruolo e uno a convenzione). In tutti i comuni del Distretto inoltre sono presenti figure - assistenti sociali e psicologi – per i due grandi comuni a supporto dell’operatività di quelle sopraindicate, mentre per gli altri rappresentano la solo risorsa, che provengono dalla realizzazione dei progetti “Sevizio Sociale Professionale” previsti nei precedenti Piani di Zona SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE ED AI GRUPPI SOCIALI SI No Destinatari Famiglie SI No Anziani SI No Minori SI No AFFIANCAMENTO E AFFIDO FAMILIARE SI No Destinatari Famiglie SI 57 No Minori SI No INSERIMENTO LAVORATIVO SI No Destinatari Disabili SI No Persone con problematiche psico – sociali (BORD LINE ex detenuti ) SI No Giovani a rischio di devianza SI No Immigrati SI No Altro (specificare___________________________________________________________) DEFINIZIONE DEL PROGETTO INDIVIDUALE DI ASSISTENZA SI No Destinatari Disabili SI 58 No Anziani SI No Persone con problematiche psico - sociali (specificare_) SI No Minori SI No Immigrati SI No Altro (specificare __________________________________________________________________) SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE PER LE SITUAZIONI DI EMERGENZA PERSONALE E FAMILIARE Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No Il progetto non è presente nei Piani di Zona del distretto Monti Lepini. 59 Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Destinatari Famiglie SI No Anziani SI No Minori SI No Disabili adulti SI No Persone con problematiche psico - sociali (specificare ______________________________) SI No Immigrati SI No Donne in difficoltà, gestanti o madri SI No Altro (specificare_________________________________________________________________) 60 SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI E’ stato attivato ad giugno 2007 nell’ambito dei finanziamenti dei Piani di Zona del Distretto Monti Lepini No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome dei comune il codice D; se 61 subdistrettuale S; se comunale C). Tutti i comuni hanno un servizio di assistenza domiciliare comunale con un bacino di utenza C inoltre tutti i comuni del distretto hanno attivato il servizio di assistenza domiciliare integrata ADI, grazie alla progettualità prevista nei pini di zona il cui bacino d’utenza èD.. SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE SI No Destinatari Famiglie SI No Minori SI No Anziani SI No Disabili SI No Persone con problematiche psico - sociali (specificare malati psichiatrici, famiglie multiproblematiche ecc ) SI No Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosufficienza temporanea o protratta SI No Altro (specificare____________________________________________________________) Persone con problematiche psico – sociali (specificare______________________________) SI No 62 Disabili SI No Immigrati SI No Altro (specificare ___________________________________________________________________) ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA SI No Destinatari Famiglie SI No Minori SI No Anziani SI No Disabili SI No Persone con problematiche psico - sociali ( malati psichiatrici) SI No Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosuffìcienza, temporanea o protratta SI 63 No Altro (specificare ____________________________________________________________) STRUTTURE A CICLO RESIDENZIALE STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C,). PRIVERNO e SEZZE il cui bacino di utenza e sovradistrettuale di cui: 64 Casa Famiglia Destinatari SI No minori 3 – 18 anni Gruppo appartamento Destinatari SI _________________________________________ No Altro (specificare __________________________________________________________) STRUTTURE RESIDENZIALI PER DISABILI Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No Indicare in quali. Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza(se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale Cj di cui: Casa Famiglia Destinatari SI No Comunità alloggio Destinatari SI No Altro (specificare ___________________________________________________________) STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No 65 Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). SEZZE ROCCAGORGA MAENZA SONNINO -D-D-D-D- di cui: Casa Famiglia Destinatari SI No Comunità alloggio SI No Destinatari 10 anziani autosufficienti o parzialmente Case di riposo SI No Destinatari 2 anziani autosufficienti o parzialmente Casa albergo Destinatari SI No Altro (specificare ____________________________________________________________) STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALI Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). di cui: Casa Famiglia Destinatari 66 SI No Comunità alloggio Destinatari SI No Comunità di pronta accoglienza SI No Destinatari Altro (specificare ____________________________________________________________) STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER ANZIANI Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C) di cui: Centri diurni Destinatari SI No 67 Centri diurni integrati Alzheimer Destinatari SI No Altro (specificare ____________________________________________________________) STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI Dl RIABILITAZIONE SOCIALE PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALI Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C) Priverno –D- di cui: Strutture semi - residenziali socio - riabilitative Destinatari SI malati psichiatrici No Altro (specificare __________________________________________________________) STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER IL DISABILE ADULTO Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C) SEZZE –DPRIVRNO –Ddi cui: Centri diurni socio - riabilitativi Destinatari SI No Portatori di handicap Centri diurni di terapia occupazionale Destinatari SI 68 No Altro (specificare ____________________________________________________________) STRUTTURE SEMI - RESIDENZIALI EDUCATIVE PER MINORI (0-18 anni) Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C) PRIVERNO ROCCAGORGA SEZZE –D– –D– –D– di cui: Asili nido Destinatari SI No minori da 3 mesi a 3 anni Micronidi nei luoghi di lavoro Destinatari SI No Altro (specificare ___________________________________________________________) CENTRI DI ACCOGLIENZA RESIDENZIALI O DIURNI A CARATTERE COMUNITARIO Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C) PRIVERNO – C - di cui: Centri di pronta accoglienza notturna per adulti SI No 69 Destinatari Servizio di mensa sociale SI No Destinatari anziani e persone con problematiche psicosociali. Altro (specificare ____________________________________________________________) ALTRI SERVIZI CENTRO SOCIALE PER ANZIANI Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Il servizio è presente in tutti i comuni con un bacino di utenza LUDOTECHE Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No 70 -C - Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale Cj SEZZE PRIVERNO- ROCCAGORGA –MAENZA- SONNINO -C- CENTRI DI AGGREGAZIONE PER BAMBINI Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? SI No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale Cj PRIVERNO – C – Altro (specificare ____________________________________________________________) 5. SPECIFICARE GLI OBIETTIVI STRATEGICI DEL PIANO SUCCESSIVAMENTE, ARTICOLARLI PER MACROAREE. DI ZONA E, In relazione alle indicazioni regionali ed alle valutazioni condotte dagli operatori componenti l’Ufficio di piano, le specifiche aree progettuali a cui assicurare priorità d’intervento, riguardano in particolar modo il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni di assistenza sociale come definiti dalle linee regionali, su tutto il territorio del Distretto. La costituzione del distretto dei Monti Lepini, composto da due grandi centri comunali, Sezze e Priverno e da sei piccoli Comuni, pone la necessità di garantire per tutti i livelli essenziali di prestazioni sociali e nel contempo di adeguare ogni azione ai bisogni sociali dell’intero territorio. L’esiguità del budget economico individuato per questo distretto ha imposto una razionalizzazione delle risorse economiche attraverso la fusione di alcuni dei progetti che nel primo Piano di Zona dell’ex distretto Latina Nord erano stati presentati singolarmente. Si è scelto di accorpare in due grandi progetti, il Servizio Sociale Professionale con il Segretariato Sociale e l’Assistenza Domiciliare Integrata con l’Educativa, per garantire la continuità degli interventi e servizi in tutti i Comuni. Questo per agevolare tutti i cittadini nell’utilizzo dei servizi nei momenti di criticità della loro vita, per monitorare la realtà sociale nelle componenti più fragili e per conseguire un miglioramento delle politiche sociali attraverso una conoscenza sistematica dei bisogni. 71 Si è ritenuto indispensabile integrare la progettualità della legge 162/98 sull’handicap grave con quella sugli interventi per la non autosufficienza in modo da ottimizzare le risorse economiche, soprattutto in conseguenza della soppressione del fondo della non autosufficienza che ci ha imposto una rimodulazione di tutti i progetti per poter dare continuità ad alcuni degli interventi ad alto bisogno assistenziale. L’impegno degli operatori di tutti i Comuni sarà il perseguimento di detti obiettivi strategici che sarà accompagnato da iniziative di cambiamento e di sviluppo organizzativo, finalizzato al miglioramento della qualità dei servizi e delle relazioni, interne e con l’utenza esterna. L’obiettivo specifico che si vuole raggiungere è che le politiche sociali siano orientate ad accompagnare gli individui e le famiglie lungo l’intero percorso della vita, per rispondere ai bisogni che insorgono nei diversi momenti dell’esistenza, promovendo le capacità individuali, le responsabilità familiari, le reti primarie e secondarie, le relazioni virtuose di reciprocità e cura. Tutto ciò sarà realizzato con la partecipazione dei diversi attori del sistema sociale e cioè: i diversi soggetti istituzionali ( Comuni, e Asl); le comunità locali, le famiglie, i singoli cittadini; i soggetti del terzo settore (ONLUS, cooperative sociali, volontariato, associazioni, ecc.); il mondo delle attività produttive; le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza; le organizzazioni sindacali; gli enti delle Chiese e delle Confessioni religiose. 5.a Area Minori e Famiglia Per quanto attiene ai minori ed al sostegno alle responsabilità familiari va detto che nell’arco degli ultimi anni sono stati compiuti notevoli passi avanti. In particolare la legge 285 è stata uno stimolo ed una occasione importante sotto diversi profili: in primo luogo ha permesso di cominciare ad intravedere una logica complessiva riguardo alle politiche relative ai minori ed alle loro famiglie, in secondo luogo ha spinto e, in qualche caso, costretto a lavorare insieme soggetti diversi (Comuni, ASL, Scuola, Terzo Settore, ecc.), infine ha dato l’avvio, anche sul nostro territorio, ad esperienze innovative. Riteniamo che sia fondamentale continuare a perseguire con sempre maggiore coerenza una politica di interventi sui minori che segua il principio della strategia di rete, richiedendo la collaborazione di ognuno dei soggetti secondo le proprie responsabilità. Inoltre occorre consolidare nella pratica la novità di alcuni di questi interventi che considerano finalmente il minore non una monade a sé stante, ma una persona con una famiglia alla quale fare riferimento sia per le situazioni di difficoltà che per la creazione di nuove possibilità di servizio. Pertanto, l’elaborazione dei progetti relativi agli interventi in favore dell’infanzia e dell’adolescenza , il progetto dell’ADE, permettono di realizzare politiche efficaci in favore di tutta l’utenza minorile del territorio del Distretto Monti Lepini. La continuità degli interventi già messi in essere con le precedenti progettualità della legge n. 285/97 si pone come un primo obiettivo strategico per l’area minori. Tale progetto pur effettuando un ridimensionamento di alcuni interventi, a causa delle minori risorse economiche disponibili, permette di sostenere le priorità essenziali dell’area interessata, quale consulenze psicopedagogiche, interventi di mediazione familiare, inserimento minori in 72 famiglia, supporto ad azioni di prevenzione primaria del disagio e rischio minorile, prevenzione, riduzione della dispersione scolastica, nonché la realizzazione di centri di aggregazione. 5.b Area Anziani In un’area territoriale come quella del distretto dove vi è presente un considerevole numero di anziani e alcuni servizi sanitari vengono svolti nei centri più grandi ci è sembrato importante garantire servizi come l’Assistenza Domiciliare Integrata. In particolare vi è da sottolineare che quest’anno non potendo pìù disporre del fondo integrativo della non autosufficienza che tanto aveva giovato in termini di risposte qualificate del settore dell’assistenza agli anziani, il comitato dei sindaci e l’ufficio di piano hanno ritenuto di contenere il grave disagio arrecato dall’azzeramento di questa importante risorsa di finanziamento, il comitato dei sindaci e l’ufficio di piano hanno ritenuto di contenere il grave disagio arrecato dall’azzeramento di questa importante risorsa di finanziamento, attraverso la predisposizione di una progettualità per gli interveti in favore dei soggetti non autosufficienti, operando una rimodulazione delle progettualità del piano di zona, per tentare di dare una continuità ad alcuni interventi rivolti a situazioni ad alto impatto assistenziale e sociale. La definizione dei protocolli operativi con la Asl ha permesso lo sviluppo uniforme di procedure e modalità di integrazione nell’assistenza domiciliare. Anche in questo settore gli obiettivi che si sono posti sono i seguenti: migliorare la qualità della vita dell’anziano; avviare il sistema di qualità e carte di servizi territoriali e residenziali; compilare l’anagrafe della non autosufficienza; valorizzazione dei Centri Sociali per anziani; attivazione dei moduli Alzheimer; curare un’informazione capillare sulle attività proposte(servizi di segretariato); promuovere iniziative del volontariato tese a sviluppare il sostegno l’accompagnamento dell’anziano con progetti di tutoraggio, ecc. e Inoltre si propongono altre ipotesi di lavoro che potranno essere realizzate dai comuni singoli con proprie risorse economiche, attraverso la regia del distretto attraverso la pianificazione dell’ufficio di piano. La prima riguarda la possibile attivazione di una sorta di “telefono amico” rivolto a persone anziane che risponda a esigenze di comunicazione, di compagnia, di richiesta di informazioni o di aiuto. Un progetto di “tele-assistenza” può coinvolgere nelle fasi progettuale ed operativa risorse umane facenti capo ad associazioni specifiche o a nuovi gruppi di cittadini volontari da preparare adeguatamente. L’ultima ipotesi, difficile da costruire, riguarda un’iniziativa fondata sul principio della reciprocità che, a nostro giudizio, esprime il più alto livello di sviluppo della solidarietà sociale. Pensiamo a una sorta di “banca del tempo” fondata sul principio del “dono” inteso non come atto unilaterale, qual è tradizionalmente quello del volontario, ma come atto che, una volta accettato, richiede una restituzione sulla base di un obbligo di natura etico-sociale che si instaura tra i contraenti. 73 Questa proposta va ad inserirsi nella costruzione progressiva di un welfare di comunità entro cui diventa essenziale lo sviluppo di relazioni solide e durature, in grado di rompere gradualmente situazioni di solitudine, di emarginazione, di indifferenza, quando non di intolleranza, che la modernità porta con sé e che determinano la “crisi della cittadinanza”. 5.c Area Disabili Nei territori dei Comuni del Distretto non sono presenti in misura omogenea i servizi essenziali per i disabili. La carenza di alcuni servizi per questa utenza particolare è da attribuirsi alla esiguità di risorse economiche di alcuni piccoli Comuni che in questi ultimi anni, nonostante gli sforzi degli operatori, si è notevolmente accentuata. I precedenti Piani di Zona hanno ben messo in evidenza detta situazione e cercato, nell’ambito delle risorse disponibili di dedicare una parte di esse all’implementazione di questi servizi . Nel territorio sono presenti n. 2 Centri Diurni, uno a Sezze e uno a Priverno. Quest’ultimo centro supporta le necessità dell’utenza dei comuni di Roccagorga e Prossedi. Il centro diurno di Sezze si è reso disponibile ad accogliere l’utenza del comune di Bassiano. Entrambi i centri garantiscono interventi di assistenza, riabilitazione, inserimento e integrazione sociale. E’ quindi necessario implementare detti centri destinando ulteriori risorse in modo da integrare le attività che già vengono svolte e migliorare nel contempo le strutture esistenti. A questo scopo per il Comune di Sonnino che presenta un numero elevato di adulti disabili, si è deciso di destinare una parte delle risorse per la gestione di un Centro di sollievo, che pur non possedendo le caratteristiche peculiari di un centro diurno, garantisce ai disabili uno spazio nel quale poter realizzare terapie occupazionali e di integrazione sociale. Si è, inoltre, proceduto alla realizzazione di interventi rivolti all’handicap grave prevedendo risorse economiche superiori a quelle minime indicate dalle linee guida. Anche per questa tipologia di utenza si è cercato di garantire la prosecuzioni degli interventi per la non autosufficienza previsti dalla legge regionale 20/2009 attraverso la previsione di una apposita progettualità all’interno di questo piano, operando una rimodulazione finanziaria dei diversi progetti, per tentare di dare una continuità ad alcuni interventi rivolti alle situazioni più gravi ed più alto impatto sociale. Inoltre nella predisposizione del Piano di zona si è proceduto ad integrale le progettualità della legge n. 162/98 – handicap grave e con gli interventi destinati alla non autosufficienza con l’intento di ottimizzare scarse risorse economiche, garantendo comunque la realizzazione di una graduatoria distrettuale, allo scopo di non disattendere quanto indicato nelle normative vigenti. In detto piano verrà data continuità, come già descritto, al servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, che verrà erogato anche a questa tipologia di utenza. Gli obiettivi strategici per detta area sono: 74 favorire il sostegno e la qualità della vita del disabile e del suo nucleo familiare; realizzare una rete di supporto da parte delle forze attive della società alle famiglie con disabili; favorire l’auto e il mutuo aiuto fra famiglie; valorizzare e completare la rete di informazioni e consulenza sulla disabilità; fornire accompagnamento alle trasformazioni delle risposte alla disabilità; creare tavoli di coordinamento interassessorili e interistituzionali per la condivisione delle politiche in favore dei disabili. Inoltre, la situazione di incertezza, se non di angoscia, che attanaglia molte famiglie quando pensano al futuro del proprio figlio, richiede di riaprire la discussione su “cosa fare”, sulle misure da adottare, nel “Dopo di noi”. Un altro obiettivo strategico è l’ampliamento delle esperienze e dei percorsi di formazione e di integrazione lavorativa di soggetti disabili, commisurati alle capacità, competenze, conoscenze di ogni singolo caso. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alle opportunità formative e lavorative dei disabili psichici (pazienti psichiatrici), la cui storia è spesso contrassegnata da un elevato tasso di discontinuità, aspetto da considerare preminente nella costruzione di percorsi flessibili mirati all’inserimento lavorativo. Inoltre, occorre individuare soluzioni abitative adeguate a ogni tipo di disabilità sia fisica, anche grave, sia psichica, per garantire a ogni soggetto il grado più elevato di mobilità e di autonomia. Pertanto è necessario dare un’informazione corretta per affrontare progettazioni tecniche e architettoniche, per elaborare politiche e interventi in grado di includere tutti i possibili fruitori e di rispondere alle esigenze speciali all’interno delle attività ordinarie, per sconfiggere forme di esclusione e di emarginazione sociale. 5.d Area disagio ed esclusione sociale Nell’ambito delle risorse di cui ai fondi regionali è stata messa una posta per gli inserimenti lavorativi di soggetti appartenenti alle fasce deboli. Già da diverso tempo alcuni comuni del distretto avevano avviato in forma sperimentale alcuni interventi lavorativi di cittadini in stato di bisogno. Il distretto ha recepito in pieno la proposta di destinare una parte dei fondi per detti interventi prevedendo di avviare sperimentazioni di “contratti di inserimento”. L’intesa con la Asl, per alcune tipologie di utenza: ex tossicodipendenti, ex alcolisti ecc, per la realizzazione di detti interventi garantisce la proficuità e la positività. L’intento è anche quello di avviare sia una serie di servizi di accompagnamento sociale e di azioni integrate nei confronti di situazioni territoriali più vulnerabili, e sia interventi di monitoraggio sul fenomeno della povertà, sostegno ai servizi di orientamento sociale e verso il lavoro , tutoraggio per la ricerca di soluzioni e di opportunità di vita. La finalità è quella di pervenire alla costruzione di una rete di soggetti pubblici e privati, ognuno in grado di fornire una o più risorse specifiche. 75 Gli obiettivi strategici sono i seguenti: promozione sociale dei soggetti; costruzione di una rete di accoglienza; forme di sostegno al reddito. 5.e Area Immigrati Da diversi anni si registra, soprattutto nei due Comuni più grandi, una massiccia presenza di cittadini immigrati, per fenomeni legati all’inserimento lavorativo, alla facilità di trovare un’abitazione e per la presenza di n. 2 stazioni ferroviarie per i collegamenti con i centri di Roma, Napoli, ecc. Nei Comuni di Sezze e Priverno sono già presenti servizi per gli immigrati, dove gli stessi possono trovare risposte legate alla loro presenza e alle loro necessità. Detti servizi sono integrati con quelli della Asl per cui la permanenza di questi cittadini stranieri viene favorita e garantita anche dalla disponibilità di accoglienza delle comunità locali. Nel Comune di Sezze è presente da alcuni anni un centro di accoglienza per rifugiati politici e richiedenti asilo. Compito dei servizi sarà quello di avviare una serie di politiche tese al miglioramento della vita di questi cittadini. L’esperienza dei due comuni più grandi potrà in qualche modo essere di sostegno per i centri più piccoli che vorranno avviare un minimo di servizi per questi cittadini. Gli obiettivi strategici per questa area sono: facilitare la fruizione dei servizi; assicurare la continuità alle attività di accoglienza; intervenire sul tema delle abitazioni; consolidamento di iniziative di consulenza legale per gli immigrati; inserimento nella rete nazionale delle accoglienze dei richiedenti asilo e dei rifugiati politici. 6. QUALI SONO LE MISURE ADOTTATE PER REALIZZARE L’INTEGRAZIONE SOCIO - SANITARIA DEI SERVIZI? Coinvolgimento del Terzo Settore: consultazione partecipazione alla stesura del Piano monitoraggio del Piano altro (specificare ________________________________________) Organizzazioni di consulte 76 Predisposizione di uffici o coordinamenti di piano per l’integrazione Promozione di percorsi di formazione e aggiornamento tra operatori sociali e sanitari Specifici protocolli concordati con le Asl Altro (specificare ___________________________________________________) 7. QUALI SONO LE MODALITÀ ADOTTATE PER REALIZZARE IL COORDINAMENTO CON GLI ALTRI ORGANI DELLO STATO (AD ESEMPIO L’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA E DELLA GIUSTIZIA E LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE) E CON LA PLURALITÀ DEI SOGGETTI LOCALI? Nel territorio del distretto non sono presenti case di detenzione. Per quanto riguarda il coordinamento con le istituzioni scolastiche si cercherà di strutturare dei tavoli di concertazione per la pianificazione degli interventi che riguardano il mondo minorile, attraverso anche delle giornate congiunte di studio e di formazione sulle tematiche inerenti l’attività educativa, il disagio e la devianza. Oltremodo verranno coinvolte anche le varie agenzie educative locali, le associazioni, le parrocchie. 8. ESPLICITARE GLI STRUMENTI DI VALUTAZIONE DEI RISULTATI RAGGIUNTI (SISTEMA DI CONTROLLO, MONITORAGGIO E VERIFICA DEI RISULTATI) In ciascuna delle progettualità del piano di zona sono previste delle modalità di controllo, di monitoraggio e di verifica dei risultati raggiunti e la corrispondenza degli interventi attivati con gli obiettivi previsti, coerenti con le modalità definite dal SISS attivato dalla Provincia di Latina. L’ufficio di Piano, viene individuato come il Gruppo Responsabile del monitoraggio e della valutazione in itinere delle iniziative/interventi previsti. È oggetto specifico del monitoraggio il processo di lavoro (l’organizzazione e sua eventuale flessibilità,il sistema di produzione della documentazione, l’uso delle risorse, i processi decisionali, la partecipazione alla formazione, strumenti di autovalutazione) attraverso: a) l’analisi dei dati prodotti nell’attuazione del progetto per le singole fasi; b) riunioni di gruppo, dei rappresentanti di tutti gli attori coinvolti, focalizzate su specifiche questioni da approfondire. A tal fine sono previsti almeno tre incontri l’anno: inizio, in itinere, dopo dodici mesi . La rispondenza delle azioni agli obiettivi previsti, ovvero la valutazione e la verifica dello stato di attuazione del progetto, attraverso: a) l’analisi di relazioni mensili prodotte dall’ équipe operativa sulla base di alcuni indicatori di valutazione, quali-quantitativa, dati e appresso indicati; b) riunioni di gruppo, focalizzate su specifiche questioni da approfondire (incontri trimestrali ). 77 Indicatori di valutazione, di processo e di esito: Numero di utenti che accedono al servizio Numero di invii effettuati Numero di utenti che riportano al servizio l’esito in ordine alla rispondenza o meno della risorsa attivata per il suo problema Numero di servizi territoriali attivati e numero delle persone prese in carico Numero di organizzazioni del terzo settore coinvolti Livello di soddisfazione degli utenti sui servizi offerti di informazione –accoglienzaconsulenza -accompagnamento Livello di soddisfazione degli operatori delle équipe e dei servizi coinvolti. 9. INDICARE LE INNOVAZIONI ORGANIZZATIVE, OPERATIVE, GESTIONALI E DI SISTEMA DEL DISTRETTO .Si cercherà di dare continuità al sistema operativo e gestionale già delineato nel precedente piano di zona, dove appositamente era stato previsto un momento formativo per tutti gli operatori al fine di pervenire a delle modalità gestionali comuni e per innescare un sistema che possa qualificare gli interventi previsti nel piano. 78 DISTRETTO MONTI LEPINI PARTE II^ I PROGETTI OPERATIVI 79 Progetto Servizio Sociale professionale Segretariato sociale Punto unico di accesso 80 PROGETTO N. 1 1. Titolo del progetto Servizio Sociale professionale - Segretariato sociale Punto unico di accesso 2. Nuovo progetto SI No X 3. Progetto già avviato SI x No Il progetto di segretariato sociale e servizio sociale professionale previsto nei piani di zona del distretto monti lepini è stato attivato nel giugno 2008. La gestione del punto unico di accesso è un servizio da attivare. 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto realizza, amplia e potenzia i Servizi Sociali dei Comuni nello svolgimento degli interventi di Segretariato Sociale e di Servizio Sociale Professionale. Il servizio dà continuità agli interventi previsti nei singoli progetti avviati con i precedenti Piani di Zona. L’ambito territoriale di riferimento è quello dei singoli Comuni, l’utenza di riferimento è la generalità dei cittadini 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Il progetto prevede la realizzazione ed il potenziamento dei Servizi Sociali dei Comuni, attraverso l’impiego di personale specializzato e/o incremento dello stesso al fine di determinare una risposta sempre più efficace ed efficiente ai bisogni dei cittadini. Segretariato sociale Gli interventi previsti per l’attività di sono i seguenti: 1) Istituzione di sportelli unici per l’accesso ai servizi con il compito di - informare i cittadini sulle opportunità offerte dalla rete dei servizi territoriali e dalla comunità 81 - offrire consulenza sui problemi famigliari e sociali: lettura del bisogno,definizione del problema,orientamento e accompagnamento nei successivi percorsi d’assistenza 2) Censimento dei servizi e degli interventi socio-sanitari ( pubblici e non) presenti sul territorio distrettuale, rilevarne l’andamento e il funzionamento e la loro rispondenza alle esigenze espresse dal cittadino 3) Costituzione di una Banca Dati distrettuale collegata via internet tra tutti gli sportelli da attivare negli 8 Comuni, e le due sedi dei consultori l’Azienda Sanitaria Locale –Distretto Monti Lepini, utilizzando anche le risorse informatizzate già esistenti nei predetti Enti, integrandole o attivandole là dove inesistenti. 4) Raccolta sistematica delle informazioni e i dei dati. Servizio di Segretariato Distrettuale – supporto alle attività dell’ Ufficio di Piano - Produrre dati relativi all’offerta dei servizi e di prestazioni del sistema erogatore e dati relativi alla domanda dei servizi. - Produrre informazioni utili alla programmazione e al cambiamento organizzativo dei servizi, - Produrre informazioni sul rapporto del cittadino con la rete sociosanitaria, - Integrare le predette tipologie di informazione, - Produrre report a carattere anche divulgativo. Servizio sociale professionale Gli interventi previsti per le attività sono i seguenti: - Supportare i servizi sociali esistenti ma carenti nelle loro funzioni istituzionali; Supportare i servizi sociali dei Comuni sprovvisti di figure professionali specifiche, per assicurare alla potenziale utenza degli stessi, prestazioni di servizio sociale in tutte le macroaree d’intervento, in particolar modo per tutta l’attività inerente la collaborazione con l’autorità giudiziaria, gli interventi di tutela e protezione dei minori a alto rischio per situazioni di trascuratezza, abbandono, maltrattamento ed abuso sessuale; Promuovere ed attivare risorse presenti nei territori comunali (gruppi di mutuo aiuto, volontariato, parrocchie, ecc…); Promuovere azioni per la promozione della salute e per la prevenzione dei comportamenti a rischio nella scuola e nel territorio, attraverso anche una consulenza psicopedagogia individuale e di gruppo rivolta a preadolescenti, adolescenti e giovani. Sostegno della genitorialità; Informazioni sulla maternità e paternità responsabile; Consulenze socio-psicologiche rivolte alla coppia; Supporto e consulenza alle famiglie dopo la nascita del bambino per prevenire difficoltà familiari; Mediazione familiare in caso di crisi coniugale, di separazione e di divorzio; 82 Interventi di consulenza per le famiglie con minori in situazioni di disagio, disadattamento, comportamenti a rischio; Il PUA si caratterizza quale “modalità organizzativa che, nell’ottica di fornire risposte integrate, complete e appropriate a bisogni semplici e avviare i percorsi per i bisogni complessi, è funzionale anche alla razionalizzazione dei processi e delle risorse”. Come tale, il PUA garantisce l’apertura a tutte le persone che vi si rivolgono, ponendo comunque una particolare attenzione a: - persone cronicamente affette da patologie multiple, dipendenze e/o con disabilità, stato di salute instabile, i cui effetti possono essere aggravati da problematiche socio-economiche; - persone di età avanzata molto avanzata e con problematiche socio-economiche; - persone straniere, anche temporaneamente presenti, che abbiano problematiche sanitarie e/o sociali complicate da difficoltà di relazione con i servizi per motivi linguistico-culturali; - persone di minore età con situazioni di disagio e/o condizioni di salute, che ne ritardino od ostacolino lo sviluppo psico-fisico e sociale. 6. Liveas Servizio sociale professionale segretariato sociale 7. Macroarea Trasversale su tutte le macroaree. 8. Costo del progetto (finanziamento regionale) €. 220.000,00 9. Servizi/prestazioni erogati Segretariato Sociale: - accoglienza e ascolto della domanda, - lettura del bisogno e ridefinizione del problema e accompagnamento nell’attivazione di eventuali altri percorsi di assistenza, - orientamento ed eventuale filtro, - aiuto alla soluzione dei problemi che non necessitano della presa in carico di servizi specifici, - raccolta sistematica dei dati e delle informazioni ( bisogni e risorse ) Segretariato distrettuale Supporto alle attività dell’Ufficio di piano 83 - Produrre dati relativi all’offerta dei servizi e di prestazioni del sistema erogatore e dati relativi alla domanda dei servizi. - Produrre informazioni utili alla programmazione e al cambiamento organizzativo dei servizi, - Produrre informazioni sul rapporto del cittadino con la rete sociosanitaria, - Integrare le predette tipologie di informazione - Produrre report a carattere anche divulgativo. Servizio Sociale Professionale: - presa in carico della persona, famiglia o gruppo, - elaborazione e definizione del piano di intervento con l’utente, - individuazione delle risorse sia individuali che di sistema - accompagnamento, sostegno e valutazione dell’intervento Punto unico di accesso Il PUA è inteso anche come luogo fisico, ma, soprattutto, come una modalità di approccio ai problemi dell’utenza e di interfaccia con la rete dei servizi; cioè una modalità di lavoro, propria degli operatori sanitari e sociali, non una specializzazione di alcuni addetti, che si articola a due livelli: il front office e il back office. La funzione di front office, a contatto diretto del cittadino, si declina nelle attività di: 1. accoglienza e ascolto e prevalutazione degli elementi di bisogno della persona mediante l’apertura di un progetto-fascicolo personale e l’adozione di una scheda socio-sanitaria, entrambi preferibilmente telematici, capaci di individuare il bisogno sociale, sanitario e socio-sanitario e il relativo livello di complessità; 2. ricezione delle schede di segnalazione di soggetti fragili da parte di singoli cittadini e/o di agenzie diffuse, formali e informali, della comunità, volte a segnalare eventuali bisogni inespressi e a creare la collaborazione collettiva alla presa in carico della fragilità, della cronicità e della complessità informazioni relative ai servizi, ai diritti e alle rispettive modalità di accesso; 3. primo orientamento e accompagnamento ai servizi sanitari e sociali coerenti con la domanda espressa o con il bisogno rilevato. La funzione di back office, come confronto multidisciplinare e lavoro d’équipe tra gli operatori, si declina nelle attività di: 1. valutazione dei casi accolti o segnalati, mediante la raccolta di informazioni socioambientali, sanitarie e del livello di autosufficienza con core-items desunti dalla scheda ValGraf in uso nell’ASL realizzazione di interventi per la risoluzione diretta di casi semplici; 2. attivazione della rete dei servizi per i casi a valenza istituzionale multipla, nonché delle reti informali presenti nel territorio; 3. attivazione della valutazione multidimensionale, in presenza di bisogni socio-sanitari di livello medio e alto, per la conseguente presa in carico; 84 10. Bacino di utenza Distrettuale Sub distrettuale(specificare i Comuni) Comunale(specificare il Comune) 11. Tipologia di utenza la generalità delle famiglie o delle singole persone; le famiglie con minori, persone anziane e disabili; I minori Le persone anziane Le persone in situazione di povertà Le persone con disabilità Persone difficoltà sociale 12. Obiettivi del progetto Il progetto è finalizzato ai seguenti obiettivi: Servizio sociale professionale Necessità di sostenere la famiglia nei momenti di criticità al fine di prevenire situazioni più gravi ( istituzionalizzazioni improprie, ecc..); Garantire un progetto individualizzato per ogni persona o famiglia che raccordi le singole professionalità; Garantire su tutto il territorio distrettuale le prestazioni di servizio sociale professionale, con priorità, nei comuni sprovvisti di servizio sociale professionale, relativamente alle macroaree di intervento: responsabilità familiari, diritti e tutela dei minori Segretariato sociale Rispondere all’esigenza primaria dei cittadini di avere informazioni complete in ordine ai diritti,alle prestazioni, alle modalità di accesso ai servizi del territorio d’appartenenza e di conoscere le risorse disponibili nel territorio in cui vivono che possono risultare utili per affrontare esigenze personali e famigliari nelle diverse fasi della vita. 85 Istituire un sistema informativo dei Servizi Sociali per assicurare una compiuta conoscenza dei bisogni sociali, del sistema integrato degli interventi e servizi socio assistenziali e socio sanitari, utile anche ai fini della valutazione e programmazione delle politiche territoriali, affinché siano sempre più rispondenti ai bisogni ed alle aspettative dei cittadini. Segretariato Distrettuale- supporto alle attività dell’ufficio di Piano: - supportare l’operatività delle funzioni dell’Ufficio di Piano, - sostenere le attività di l monitoraggio dei progetti - fornire elementi che consentano l’ottimale utilizzo delle risorse umane. Punto unico di accesso Il PUA mira a: - garantire ai cittadini il diritto all'accesso unitario ai vari servizi, superando l’accesso alle diverse prestazioni erogate da sistemi differenti; - garantire l’accesso universalistico alle prestazioni sociosanitarie, in particolare nell’area della fragilità, della cronicità e della disabilità; - proporsi come LEA processuale definito, nei suoi requisiti fondamentali, dal DPCM del 2 febbraio 2001 sull’integrazione sociosanitaria); - proporsi come condizione perché siano poste in essere azioni e modalità idonee per una corretta tutela sanitaria e socio-assistenziale. 13.Tempi di attuazione In continuità con i servizi attivati nei precedenti Piani di zona. Il pua da attivare 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura Gruppo appartamento Casa famiglia Comunità alloggio Comunità di pronta accoglienza Casa di riposo Casa albergo Strutture semiresidenziali (specificare ____________________________________) Altro (specificare ____________________________________________________) Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti) 86 |_|_|_| __________________________________________________________________________________ 15. Numero utenti nel 2010 Servizio Sociale Professionale 1118 Segretariato sociale 1388 |2_|5_|0_|6 16. Soggetto che gestisce Comune Convenzione con cooperative Convenzione con Associazioni di volontariato Altro (specificare società partecipate ) 17. Utenza annuale prevista 3000 18. Personale coinvolto nel progetto Amministrativi |_|_|_| Assistenti sociali |_|_|_X|* Sociologi |_|_|_| Psicologi |___X_|* Pedagogisti |_|_|_| Educatori professionali |_|_|_| Operatori socio – sanitari |_|_|_| Volontari |_|_|_| Mediatori culturali |_|_|_| Altre figure (specificare n. 1 psicoterapeuta supervisore _________________) Altre figure (mediatore familiare e _________________) |_|_|X_|* |_|_|X_|* * il numero di operatori sarà definito in sede di attivazione del servizio in base al rapporto: costo orario/ budget assegnato. 19. Sede della struttura e/o dell’attività 87 Servizio sociale professionale segretariato Sarà prevista una sede centrale dell’organismo gestore del progetto, mentre le attività saranno svolte in tutti i comuni del distretto. Articolazione del PUA Il PUA si identifica strutturalmente, come spazio fisico dedicato con personale e attrezzature visibili, e funzionalmente, come modalità diffusa di lavoro degli operatori sociali e sanitari, volta a realizzare percorsi assistenziali e informativi/ici, tali da integrare le informazioni e le valutazioni degli operatori, pur se non contigui, e di redigere un progetto comune, con l’adozione di metodologie e di regole condivise e l’uso di strumenti modulari - sequenziali. Esso si colloca territorialmente nel Distretto sanitario e nel relativo Ambito di Zona e si articola in sedi di riferimento Distrettuali PUA(D), presso i Comuni che ospitano un numero apprezzabile di servizi sanitari e sociali, e in punti di contatto periferici Comunali PUA(C), presso i restanti Comuni del Distretto: le prime svolgono la funzione di front e back office, i secondi prevalentemente funzione di front office. Ribadita è l’esigenza di acclarare l’integrazione dei Distretti dei servizi sociali e sanitari, i comuni del Piano di zona del Distretto Monti Lepini si impegnano ad adottare un regolamento attuativo che disciplini la struttura ed il funzionamento del P.U.A., adoperandosi affinché il P.U.A. sia un puntuale articolazione del funzionamento dei servizi sociali comunali. 20. Liste di attesa Si (specificare i motivi) No 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? Sì (specificare quali) L’ufficio di Piano viene individuato come il Gruppo Responsabile del monitoraggio e della valutazione in itinere delle iniziative/interventi previsti. E’ oggetto specifico del monitoraggio: il processo di lavoro ( l’organizzazione e sua eventuale flessibilità,il sistema di produzione della documentazione, l’uso delle risorse, i processi decisionali, la partecipazione alla formazione, strumenti di autovalutazione ) attraverso: a) l’analisi dei dati prodotti nell’attuazione del progetto per le singole fasi ; b) riunioni di gruppo, dei rappresentanti di tutti gli attori coinvolti, focalizzate su specifiche questioni da approfondire. A tal fine sono previsti almeno tre incontri l’anno: inizio, in itinere , dopo dodici mesi . 88 la rispondenza delle azioni agli obiettivi previsti , ovvero la valutazione e la verifica dello stato di attuazione del progetto, attraverso: a. l’analisi di relazioni mensili prodotte dall’ équipe operativa sulla base di alcuni indicatori di valutazione, quali-quantitativa, ,dati e appresso indicati ; b. riunioni di gruppo, focalizzate su specifiche questioni da approfondire c. ( incontri trimestrali ). Indicatori di valutazione, di processo e di esito: - Numero di utenti che accedono al servizio - Numero di invii effettuati - Numero di utenti che riportano al servizio l’esito in ordine alla rispondenza o meno della risorsa attivata per il suo problema - Numero di servizi territoriali attivati e numero delle persone prese in carico - Numero di organizzazioni del terzo settore coinvolti - Livello di soddisfazione degli utenti consulenza-accompagnamento - Livello di soddisfazione degli operatori delle équipe e dei servizi coinvolti. 22. sui servizi offerti di informazione –accoglienza- No Esiste compartecipazione da parte degli utenti? Sì, totalmente Si, parzialmente No 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Quelle previste nell’accordo di programma e nei protocolli operativi già esistenti e da elaborare, nonché nello schema di protocollo d’intesa tra l’azienda USL Latina la Provincia di Latina e i comuni nei relativi ambiti di zona per la attivazione e la gestione nei distretti del punto unico di accesso, allegato al presente piano, che sarà esecutivo non appena sottoscritto e a seguito dell’approvazione da parte dei sindaci del distretto di un apposito regolamento attuativo. 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Cofinanziamento Finanziamento Provincia Comune Asl Altro regionale Costo risorse umane € 200.000,00 Totale finanziamento € 200.000,00 89 Costo di funzionamento e gestione € 20.000,00 € 20.000,00 € 220.00,00 € 220.000,00 Costo di struttura e mantenimento Totale Progetto 90 PROGETTO N. 2 1. Titolo del progetto Assistenza Domiciliare Integrata - Assistenza Domiciliare Educativa 2. Nuovo Progetto SI No 3. Progetto già avviato SI x No Il progetto ADI –ADE previsto nel piano di Zona del distretto monti lepini è stato attivato nel giugno 2007. 91 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto riguarda l’ ambito delineato e individuato nel Distretto Monti Lepini. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Assistenza domiciliare integrata – Assistenza domiciliare educativa In seguito alla costituzione del distretto Monti Lepini, costituito da n. 8 Comuni, tutti montani, caratterizzati da una limitata presenza di servizi socio sanitari e con una popolazione inferiore, si è ritenuto indispensabile accorpare in un unico progetto il servizio di assistenza domiciliare integrata in favore di anziani e disabili con il servizio di assistenza domiciliare educativa in favore di minori appartenenti a nuclei familiari multiproblematici, al fine di operare una razionalizzazione delle risorse economiche. La scelta di integrare i due servizi in un progetto unico,dettata da ragioni di contenimento della spesa, non ha creato problemi nell’operatività dei servizi, in quanto sono state salvaguardate le specificità di ciascun servizio, alla luce delle esperienze maturate e condivise dagli operatori dei servizi socio sanitari. . Assistenza domiciliare integrata Il servizio di assistenza domiciliare integrata è inteso come un sistema di interventi personalizzati e flessibili di natura socio assistenziale integrati con quelli sanitari, in favore di persone anziane e disabili che si trovino in temporanea o permanente limitazione della propria autonomia personale. Inoltre il servizio vuole essere uno strumento per garantire alle persone anziane e disabili la permanenza nel proprio ambiente familiare e sociale, contrastando il ricorso alla istituzionalizzazione e con un indubbio vantaggio sulla qualità della vita. In ogni caso verranno garantiti servizi personalizzati e flessibili, con una valutazione interdisciplinare della situazione socio assistenziale, sanitaria e riabilitativa della persona anziana e disabile, che ne verifichi i bisogni e predisponga un progetto individualizzato d’intervento. Il servizio sarà svolto in coordinamento ed integrazione con la A.S.L/ Latina Distretto socio sanitario di Monti Lepini che è competente per la parte sanitaria, secondo quanto previsto dal protocollo operativo allegato al piano di Zona. Si dichiara che il 20% del budget del progetto è riservato all’utenza anziana disabile. Servizio di assistenza domiciliare educativa 92 Il servizio (ADE), è inteso quale risorsa/strumento da utilizzare per sostenere le famiglie multiproblematiche nel loro ruolo educativo, al fine di evitare l’allontanamento dei minori garantendo così loro il diritto di crescere nel proprio nucleo. Inoltre tale servizio vuole essere anche risorsa/strumento per il minore al fine di evitare o contenere situazioni di forte disagio e/o di condotte devianti. 6. Liveas Assistenza domiciliare 7 Macroarea Terza età, disabilità e minori 8. Costo del progetto (finanziamento regionale) €. 170.986,00 9. Servizi/prestazioni erogati Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata ADI Il servizio realizzerà i seguenti interventi: - - - cura ed igiene della persona; prestazioni igienico - sanitarie di semplice attuazione inserite nel piano d’intervento da attivare in collaborazione con il servizio sanitario (rilevamenti della temperatura e del polso, frizioni, massaggi antidecubito); aiuto per il governo dell'alloggio e le attività domestiche (cura delle condizioni igieniche del bagno, riordino del letto e della stanza, cambio della biancheria); Preparazione e somministrazione dei pasti e realizzazione di acquisti in favore dell'utente non autosufficiente; accompagnamento dell’utente per visite mediche, pratiche varie ed altre necessità, previa tutela assicurativa, o il servizio di assistenza nei periodi di degenza ospedaliera nei tempi previsti dall’assistenza ordinaria. realizzazione di incontri di sensibilizzazione e di sostegno con le famiglie predisporre inoltre altre attività tese a superare l’isolamento delle persone, a promuovere l’accesso ai diversi servizi presenti nel territorio e alla loro messa in rete; Agli utenti dei servizi, sarà garantito personale qualificato, in grado di fornire atteggiamenti di attenzione e il necessario sostegno umano utile all'accettazione delle difficoltà determinate dallo stato di bisogno. 93 I servizi sociali comunali di concerto con quelli sanitari elaboreranno un piano individualizzato d’ intervento” con l’indicazione dei tempi, delle modalità di realizzazione degli interventi e che preveda le azioni di collegamento tra la persona in assistenza e la rete dei servizi territoriali sanitari e/o sociali. In tale piano saranno previste azioni di monitoraggio e verifica delle prestazioni stabilite, che consentano di predisporre le eventuali variazioni degli interventi. Servizio di assistenza domiciliare educativa ADE L’attività dell’ADE consiste in un intervento socio educativo che si attua sul territorio, negli spazi di vita del bambini/ adolescente (domicilio, gruppi informali e formali scuola ecc). Le azioni previste sono: - - -presa in carico previa individuazione su proposta del servizio sociale professionale, di minori che presentino situazioni di disagio familiare e sociale; predisposizione ed attuazione di progetti individualizzati socio educativi integrati con la rete di servizi presenti sul territorio; costruzione di una relazione privilegiata educatore minore attraverso la quale assicurare allo stesso il supporto allo stesso necessario a far fronte alle difficoltà e ai conflitti familiari, il sostegno per il suo sviluppo fisico ed intellettivo,gli stimoli e la protezione per affrontare con successo i processi d’integrazione scolastica e sociale realizzazione di azioni per favorire la fruizione delle risorse sociali ed educative presenti sul territorio; attivazione di interventi che favoriscano l’integrazione delle famiglie nel tessuto sociale; realizzazione di interventi che riattivino le capacità genitoriale residue; I progetti individualizzati sanno soggetti a attività di monitoraggi e verifica in integrazione con i servizi socio sanitari secondo modelli operativi che si stanno predisponendo di concerto con gli appalti nel precedente piano di Zona. 10. Bacino di utenza Distrettuale Sub distrettuale(specificare i Comuni) Comunale(specificare il Comune) 11. Tipologia di utenza Servizio di assistenza domiciliare integrata I destinatari del servizio sono le persone anziane e disabili, compresi quelli con disagio mentale, in condizione di parziale, temporanea o totale non autosufficienza, residenti nel territorio del distretto socio-sanitario Monti Lepini. Servizio di assistenza domiciliare educativa Il servizio è rivolto sia alle famiglie multiproblematiche che abbiano difficoltà a svolgere adeguatamente il ruolo genitoriale nei confronti dei figli e che necessitano pertanto di essere supportate in tale senso; sia ai minori in età evolutiva che si trovano in situazione di grave disagio e 94 rischio di emarginazione o che abbiano o stiano per attivare condotte devianti, residenti nei Comuni del Distretto Monti Lepini. 12. Obiettivi del progetto Il Servizio di Assistenza domiciliare ADI si pone i seguenti obiettivi: - -favorire la permanenza delle persone nella propria abitazione e nel proprio ambiente familiare e sociale; - -migliorare la qualità di vita degli interessati e dei loro familiari. - Evitare ricoveri in istituti o ospedalizzazioni qualora non siano strettamente indispensabili. - Potenziare le capacità residue dell’individuo, puntando ad un intervento che stimoli progressivamente la persona al recupero ed allo sviluppo delle proprie potenzialità. - Fornire integrazione e collegamento tra i servizi sociosanitari in grado di concorrere all’autonomia della persona. - stimolare le reti sociali informali (familiari, amicali, di vicinato, etc.) al sostegno della persona utente del servizio e favorire il mantenimento della persona anziana e disabile nel proprio nucleo familiare o comunque nel contesto sociale di appartenenza, assicurando interventi socio assistenziali diretti a prevenire o rimuovere situazioni di bisogno, di emarginazione e di disagio, mediante un complesso di servizi sociali coordinati ed integrati sul territorio anche con i servizi sanitari di base. Servizio di assistenza domiciliare educativa ADE Il Servizio ha come finalità quella di permettere la permanenza dei minori, appartenenti a famiglie multiproblematiche, nel proprio nucleo familiare attraverso un’attività educativa e di sostegno allo stesso nello svolgimento del ruolo genitoriale, nonché quella di migliorare la qualità della vita dei soggetti in età evolutiva che si trovano in condizione di grave disagio o a rischio di devianza giovanile. Il servizio persegue i seguenti obiettivi specifici - sostenere con interventi individualizzati i nuclei in difficoltà; favorire la fruizione delle risorse sociali ed educative presenti sul territorio; prevenire l’istituzionalizzazione dei bambini/adolescenti; favorire l’integrazione delle famiglie nel tessuto sociale; valorizzare le capacità genitoriale residue; salvaguardare la qualità del rapporto tra genitori e figli rafforzare il legame tra le figure parentali favorire un equilibrato sviluppo sociale e psicologico del minore attraverso una relazione ignificativa con l’educatore; favorire i processi di responsabilizzazione all’interno della famiglia; 13. Tempi di attuazione In continuità con la realizzazione dei progetti previsti nei precedenti piani di zona. 95 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura Gruppo appartamento Casa famiglia Comunità alloggio Comunità di pronta accoglienza Casa di riposo Casa albergo Strutture semiresidenziali (specificare ____________________________________) Altro (specificare ____________________________________________________) Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti) |_|_|_| __________________________________________________________________________________ 15. Numero utenti nel 2010 (ADI n. 38 ADE n. 30) |_68|_| __________________________________________________________________________________ 16. Soggetto che gestisce Comune Convenzione con cooperative Convenzione con Associazioni di volontariato Altro (specificare società partecipate) 17. Utenza annuale prevista |_68_| 18. Personale coinvolto nel progetto Amministrativi |_|_|_| Assistenti sociali |_X__|* Sociologi |_|_|_| Psicologi |_|_|_| Pedagogisti |_|_|_| 96 Educatori di base |_X__|* Operatori socio – sanitari |_X_|* Volontari |_|_|_| Mediatori culturali |_|_|_| Altre figure (specificare __________________________________________) |_|_|_| * Il numero di operatori sarà definito in sede di affidamento del servizio in base al rapporto costo orario/budget assegnato. 19. Sede della struttura e/o dell’attività Le attività saranno svolte in tutti i comuni del distretto con le modalità previste nel progetto. 20. Liste di attesa Si (specificare i motivi) Si presuppone che si possa determinare una lista d’attesa, tenuto conto del rapporto esistente tra gli utenti previsti e le limitate risorse economiche assegnate al progetto. No 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? Sì (specificare quali) No L’ufficio di Piano viene individuato come il Gruppo Responsabile del monitoraggio e della valutazione in itinere delle iniziative/interventi previsti. E’ oggetto specifico del monitoraggio: il processo di lavoro ( l’organizzazione e sua eventuale flessibilità,il sistema di produzione della documentazione, l’uso delle risorse, i processi decisionali, la partecipazione alla formazione, strumenti di autovalutazione ) attraverso: a) l’analisi dei dati prodotti nell’attuazione del progetto per le singole fasi ; b) riunioni di gruppo, dei rappresentanti di tutti gli attori coinvolti, focalizzate su specifiche questioni da approfondire. A tal fine sono previsti almeno tre incontri l’anno: inizio, in itinere , dopo dodici mesi . la rispondenza delle azioni agli obiettivi previsti , ovvero la valutazione e la verifica dello stato di attuazione del progetto, attraverso: a) l’analisi di relazioni mensili prodotte dall’ équipe operativa sulla base di alcuni indicatori di valutazione, quali-quantitativa, ,dati e appresso indicati ; 97 b) riunioni di gruppo, focalizzate su specifiche questioni da approfondire c) ( incontri trimestrali ). Indicatori di valutazione, di processo e di esito: - Numero di utenti che accedono al servizio Numero di invii effettuati Numero di utenti che riportano al servizio l’esito in ordine alla rispondenza o meno della risorsa attivata per il suo problema Numero di servizi territoriali attivati e numero delle persone prese in carico Numero di organizzazioni del terzo settore coinvolti Livello di soddisfazione degli utenti sui servizi offerti di informazione –accoglienzaconsulenza-accompagnamento Livello di soddisfazione degli operatori delle équipe e dei servizi coinvolti. 22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti? Sì, totalmente Si, parzialmente No 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Quelle previste nell’accordo di programma e nei protocolli operativi già esistenti e da elaborare. 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento regionale Provincia Costo risorse umane Costo di funzionamento e gestione Cofinanziamento Comune Asl Altro Totale finanziamento €. 162.986,00 €. 162.986,00 €. 8.000 €. 8.000 €. 170.986,00 €. 170.986,00 Costo di struttura e mantenimento Totale 98 Progetto Interventi ludici-ricreativi, di integrazione sociale in favore dei minori 99 PROGETTO N. 3 1. Titolo del progetto :Interventi ludici-ricreativi, di integrazione sociale in favore dei minori 2.Nuovo progetto SI No 3. Progetto già avviato SI No 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto relativo agli interventi di cui alla legge n.285/97 si riferisce all’ambito delineato nel Distretto Monti Lepini. Il progetto darà continuità solamente al servizio “centri di aggregazione minorile” già avviato nel piano di zona del distretto monti lepini anno 2003. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) In seguito alla costituzione del distretto Monti Lepini, costituito da n. 8 Comuni, tutti montani, caratterizzati da una carenza di servizi socio sanitari e da una minore incidenza demografica, si è ritenuto necessario procedere ad una ridefinizione degli interventi relativi alla legge n.285/97, già avviati con i precedenti paini di Zona. Sulla scorta della valutazione ex post dei progetti dei precedenti paini di zona, e delle priorità indicate nella rilevazione del fabbisogno, si è deciso di assicurare la continuità del servizio inserito nella precedente progettazione, che riguardavano i servizi educativi per il tempo libero:“ interventi ludici-ricreativi, di integrazione sociale in favore dei minori Interventi ludici-ricreativi, di integrazione sociale in favore dei minori Il servizio “interventi ludici-ricreativi, di integrazione sociale per minori” si configura come un servizio ricreativo ed educativo per il tempo libero. Il servizio verrà realizzato in tutti i comuni del distretto che dovranno mettere a disposizione una struttura adeguatamente attrezzata dove i minori potranno essere accolti. 100 Gli interventi si articoleranno in laboratori dove si effettueranno attività strutturate di tipo didattico, espressivo e ludico-ricreativo. 6. Liveas Strutture semi residenziali educative per minori adolescenti 7 Macroarea Diritti dei minori, disabili e responsabilità famigliari 8. Costo del progetto (finanziamento regionale) € 80.682,54 9. Servizi/prestazioni erogati In ogni comune verranno realizzati dei centri di aggregazione minorile nei quali verranno realizzate delle attività di laboratorio di tipo didattico, espressivo e ludico-ricreativo: Laboratorio di metodologia e tecniche dell’apprendimento; Laboratori di attività manipolativa; Laboratori di animazione; Laboratori di lettura; Laboratori di giochi di società; Laboratori di attività grafico pittoriche; Laboratori della bottega dei mestieri; 10. Bacino di utenza Distrettuale Sub distrettuale(specificare i Comuni) Comunale(specificare il Comune) 11. Tipologia di utenza Minori, famiglie e personale scolastico 12. Obiettivi del progetto Il progetto è finalizzato ai seguenti obiettivi: 101 - avviare una riduzione e/o rimozione del disagio e le prevenzioni di rischi psicopatologici e/o di devianze sociali sulla fascia minorile, nonché promuovere azioni di prevenzione e sostegno. • • • • sostenere i bambini e ragazzi con difficoltà di apprendimento didattico; sostenere i bambini e ragazzi con difficoltà di disagio a livello comportamentale orientare scolasticamente e professionalmente i ragazzi, durante il corso dei propri studi e nei momenti di passaggio da un ciclo all’altro; sostenere le attività di aggregazione ed animazione esplicitamente rivolte a soggetti a “rischio di devianza”. 13.Tempi di attuazione In continuità con i servizi già attivati nei precedenti piani di Zona nell’ambito di applicazione della legge n. 285/97 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura Gruppo appartamento Casa famiglia Comunità alloggio Comunità di pronta accoglienza Casa di riposo Casa albergo Strutture semiresidenziali (specificare centri di aggregazione ____________) Altro (specificare ____________________________________________________) Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti) 15.Numero utenti nel 2010 16. |_|_|_|_| |_1300_| Soggetto che gestisce Comune Convenzione con cooperative Convenzione con Associazioni di volontariato 102 Altro (specificare ___________________________________________) 17. Utenza annuale prevista 18. |_900| Personale coinvolto nel progetto Amministrativi |_|_|_| Assistenti sociali |_|_|_| Sociologi |_|_|_| Psicologi |_|_|_| Pedagogisti |_ |X|_| * Educatori professionali |_|_|_| Operatori socio – sanitari |_|_|_| Volontari |_|_|_| Mediatori culturali |_|_|_| Altre figure (specificare animatori socio educativi) |X_|* * Il numero di operatori sarà definito in sede di affidamento del servizio in base al rapporto costo orario/budget assegnato. 19.Sede della struttura e/o dell’attività Sarà prevista una sede centrale dell’organismo gestore del progetto, mentre le attività saranno svolte in tutti i comuni del distretto. 20. Liste di attesa SI (specificare i motivi) 21. NO Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? Sì (specificare quali) L’Ufficio di Piano sarà responsabile del monitoraggio e della valutazione in itinere delle iniziative/interventi previsti. E’ oggetto specifico del monitoraggio: il processo di lavoro (l’organizzazione e sua eventuale flessibilità,il sistema di produzione della documentazione, l’uso delle risorse, i processi decisionali, la partecipazione alla formazione, strumenti di autovalutazione). Indicatori di valutazione, di processo e di esito: Numero di utenti che accedono al servizio Numero di utenti che riportano al servizio l’esito in ordine alla rispondenza o meno della risorsa attivata per il suo problema 103 Numero di organizzazioni del terzo settore coinvolti Livello di soddisfazione degli utenti sui servizi offerti di informazione – accoglienza consulenza - orientamento Livello di soddisfazione degli operatori delle équipe e dei servizi coinvolti. No 22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti? Sì, totalmente Si, parzialmente No 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Le prestazioni previste nel progetto saranno svolte in stretta integrazione ed in rapporto con i Servizi Sociali Comunali, della ASL e i servizi attivati con il presente piano di zona. 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Cofinanziamento Comune Asl Finanziamento regionale Provincia Costo risorse umane € 75.000,00 Risorse umane Costo di funzionamento e gestione € 5.682,54 Costo strutture e strumenti Risorse umane Totale Altro finanziamento € 75.000,00 € 5.682,54 Costo di struttura e mantenimento Totale € 80.682,54 € 80.682,54 104 Progetto Interventi in favore dell'integrazione scolastica, sociale e culturale degli immigrati 105 PROGETTO N. 4 1. Titolo del progetto Interventi in favore dell'integrazione scolastica, sociale e culturale degli immigrati 2. Nuovo progetto SI No 3. Progetto già avviato SI No 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto riguarda l’ambito del Distretto Monti Lepini e si integra strettamente con gli interventi previsti nel piano in ambito distrettuale per azioni di informazione ed integrazione sociale, culturale ed educativa in favore dei cittadini stranieri immigrati presentato da questo distretto ai sensi della l.r. n. 10/2008 - Dgr n. 513 del 11.11.2010 e si rivolge prevalentemente agli alunni immigrati. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Negli ultimi anni il Distretto ha fatto registrare un afflusso notevole di popolazione straniera, che necessita di canali preferenziali per potersi inserire nel nuovo contesto sociale. In particolare è indispensabile l’attivazione di una risposta strutturata agli emergenti bisogni di accoglienza, inserimento e scolarizzazione degli alunni stranieri, in particolare neo-arrivati. In passato si sono attivati nei comuni più grandi degli interventi sperimentali volti a favorire l’integrazione sociale e linguistica degli alunni, che hanno consentito di affrontare l’emergenza evidenziata dal fenomeno migratorio e nel contempo di elaborare in collaborazione con le scuole strategie di intervento volte a favorire l’integrazione sociale e linguistica degli alunni. Attualmente la consistenza numerica raggiunta dalle famiglie straniere residenti e dei minori regolarmente inseriti nelle scuole dell’obbligo, nonché, il carattere di stanzialità che sempre più contraddistingue la presenza straniera nel distretto, rende necessario strutturare degli interventi di integrazione scolastica e sociale da attivare in tutti i comuni del distretto. 6. Liveas Segretariato Sociale – integrazione sociale 106 7. Macroarea Immigrati - minori e famiglie 8. Costo del progetto (finanziamento regionale) € 14.688,88 1. Servizi/prestazioni erogati Il progetto si articolerà nelle seguenti azioni: Azione 1 Attivazione di laboratori di supporto all’apprendimento dell’italiano strutturati in gruppi di livello. I laboratori, differenziati per l’acquisizione della lingua strumentale e per l’acquisizione della lingua dello studio, potranno svolgersi, sulla base delle necessità organizzative delle singole istituzioni scolastiche secondo due principali modalità integrate, legate al livello di conoscenza della lingua da parte degli alunni stranieri, dell’età e dell’inserimento all’interno del sistema scolastico italiano:laboratori in orario curricolare, laboratori in orario extracurricolare pomeridiano, per il rinforzo linguistico e il sostegno allo studio, in particolare per la scuola secondaria di primo grado e per gli alunni inseriti da più di due anni all’interno del sistema scolastico italiano. Azione 2. Attivazione di attività di facilitazione nei rapporti tra scuola e famiglie straniere. Tale azione prevede il ricorso a mediatori linguistico -culturali come ponte fra la scuola e le famiglie straniere che hanno difficoltà ad avvicinarsi all’istituzione scolastica per motivi legati ad incomprensione linguistica e/o culturale; compito dei mediatori sarà altresì quello di sollecitare la partecipazione dei genitori ai percorsi di apprendimento della lingua italiana organizzati dalle agenzie presenti sul territorio e dalle scuole. 10. Bacino di utenza Distrettuale Sub distrettuale(specificare i Comuni) Comunale(specificare il Comune) 11. Tipologia di utenza Immigrati 12. Obiettivi del progetto 1- favorire l’integrazione scolastica e sociale dei minori e adolescenti di origine immigrata, attraverso iniziative specifiche svolte sia nel tempo scolastico sia in quello extrascolastico es azioni di sostegno corsi di lingua, 107 2 - Facilitare l'integrazione favorendo la possibilità di confronto e di valorizzazione delle differenze etniche e promuovendo la comunicazione e l'informazione alla cittadinanza (non solo extracomunitaria). 3 Promuovere opportunità di tipo culturale che favoriscano l'inserimento fattivo della popolazione straniera nel nuovo territorio di appartenenza. 4 Svolgere azioni di sensibilizzazione per migliorare i rapporti interculturali tra i nuovi arrivati e la popolazione residente, attivare processi di crescita culturale. 13. Tempi di attuazione Un anno 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura Gruppo appartamento Casa famiglia Comunità alloggio Comunità di pronta accoglienza Casa di riposo Casa albergo Strutture semiresidenziali (specificare ____________________________________) Altro (specificare ____________________________________________________) Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti) |_|_|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 |_|_|_|_| 16. Soggetto che gestisce Comune Convenzione con cooperative Convenzione con Associazioni di volontariato Altro (specificare ___________________________________________) 17. Utenza annuale prevista |___| 108 18. Personale coinvolto nel progetto Amministrativi |_|_|_| Assistenti sociali |___| Sociologi |_|_|_| Psicologi |__| Pedagogisti |_|_|_| Educatori professionali |_|_| Operatori socio – sanitari |_|_|_| Volontari |_|_|1. Mediatori culturali |_|_|_2| Altre figure (specificare insegnanti per corsi di alfabetizzazione ___ |_|_|2_| * Il numero di operatori sarà definito in sede di affidamento del servizio in base al rapporto costo orario/budget assegnato. 19. Sede della struttura e/o dell’attività Le attività saranno scolte nelle istituzioni scolastiche del distretto e negli sportelli informativi. 20. Liste di attesa Si (specificare i motivi) No 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? Sì (specificare quali) Il Comitato Tecnico dell’Ufficio di Piano viene individuato come il Gruppo Responsabile del monitoraggio e della valutazione in itinere delle iniziative/interventi previsti. È oggetto specifico del monitoraggio : - il processo di lavoro (l’organizzazione e sua eventuale flessibilità,il sistema di produzione della documentazione, l’uso delle risorse, i processi decisionali, la partecipazione alla formazione, strumenti di autovalutazione ) attraverso: a) l’analisi dei dati prodotti nell’attuazione del progetto per le singole fasi ; b) riunioni di gruppo, dei rappresentanti di tutti gli attori coinvolti, focalizzate su specifiche questioni da approfondire . A tal fine sono previsti almeno tre incontri l’anno (inizio, in itinere , dopo dodici mesi). 109 - la rispondenza delle azioni agli obiettivi previsti , ovvero la valutazione e la verifica dello stato di attuazione del progetto, attraverso: a) l’analisi di relazioni mensili prodotte dall’ équipe operativa sulla base di alcuni indicatori di valutazione, quali-quantitativa, ,dati e appresso indicati ; b) riunioni di gruppo, focalizzate su specifiche questioni da approfondire (incontri trimestrali) Indicatori di valutazione, di processo e di esito: - Numero di utenti presi in carico - Numero di invii effettuati - Numero di servizi territoriali attivati e numero delle persone prese in carico - Numero di organizzazioni del terzo settore coinvolti No 22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti? Sì, totalmente Si, parzialmente No 23. 24. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Quelle previste nell’accordo di programma e nei protocolli operativi da elaborare Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Costo risorse umane Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e mantenimento Totale Finanziamento Cofinanziamento Totale Provincia Comune Asl Altro regionale finanziamento € 14.688,88 Risorse € 14.688,88 umane € 14.688,88 € 14.688,88 110 Progetto “Implementazione centri diurni per disabili” 111 PROGETTO N. 5 1. Titolo del progetto “Implementazione centri diurni per disabili 2. Nuovo progetto SI No X 3. Progetto già avviato SI No X Il progetto è stato attivato dal Comune di Priverno dal Piano di zona del 2003, mentre per i Comuni di Sezze e Sonnino la progettualità è stata avviata nel 2009. 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il servizio tende ad implementare le prestazioni già offerte nei comuni di Priverno e Sezze, nonché prevedere che i disabili dei comuni limitrofi possano usufruire di queste strutture. Per il Comune di Sonnino è prevista l’attivazione di un centro di sollievo per i ragazzi disabili residenti nel proprio territorio. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Nel Distretto Monti Lepini sono presenti n. 2 Centri Diurni, nei comuni di Priverno e di Sezze, adibiti all’accoglienza diurna di persone disabili tutte conformi ad uno standard omogeneo di erogazione di servizi ed di interventi. Una parte del budget previsto per questo progetto, specificato in € 15.000,00, sarà messa a disposizione del Comune di Sonnino il quale grazie ai finanziamenti previsti nei precedenti Piani di Zona sta definendo la realizzazione di un centro di sollievo per disabili. Tale quota sarà messa a disposizione del Comune di Sonnino solo in caso di effettivo funzionamento della predetta struttura. Mentre la restante quota del budget progettuale sarà assegnata in parte eguale per i Comuni di Priverno e Sezze e messa a disposizione dei comuni solo in caso di effettivo funzionamento dei servizi. 6. Liveas Strutture semi residenziali rivolte in favore dei disabili 112 7. Macroarea Disabilità. 8. Costo del progetto (finanziamento regionale) €. 115.000,00 €. 49.000,00 Priverno €. 49.000,00 Sezze €. 17.000,00 Sonnino 9. Servizi/prestazioni erogati L’accesso al Servizio avviene sulla base di uno specifica richiesta inoltrata ai Servizi Sociali dei comuni, in collaborazione con gli operatori socio-sanitari della ASL. La prestazione riguarda disabili maggiorenni (18 – 60) ai quali oltre a proporre attività ludico ricreative finalizzate al mantenimento di alcune abilità nonché capacità residue. I Servizi si caratterizzano per la realizzazione di attività finalizzate al raggiungimento della massima autonomia possibile degli utenti in relazione alla loro disabilità ( gravi , medio- gravi , medio - lievi). Le attività che si realizzano sono strutturate in laboratori ( grafico, ceramica, musicale di falegnameria ecc) adeguati alla capacità degli utenti, grafco-pittorici, inoltre vengono proposti agli utenti percorsi di autonomia sia personale che sociale. Sono inoltre previste uscite sul territorio, gite, soggiorni brevi e settimanali, partecipazioni ad iniziative ricreative, culturali ecc, ed ogni altra attività ritenuta necessaria per il raggiungimento degli obiettivi individuati nella programmazione che ogni struttura elabora ogni anno. 10. Bacino di utenza Distrettuale (Comuni di Sezze e Priverno) Sub distrettuale Comunale (Comune di Sonnino) 11. Tipologia di utenza Le persone con disabilità 12. Obiettivi del progetto Il progetto è finalizzato ai seguenti obiettivi: Necessità di sostenere le famiglie dei soggetti portatori di disabilità 113 sostenere un progetto individualizzato per ogni persona disabile, rinforzando e conservando le abilità possedute; Promuovere in tutto il territorio distrettuale una diversa cultura legata alla disabilità. 13.Tempi di attuazione In continuità con i servizi attivati nei precedenti Piani di zona. 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_3 __| Tipologia struttura Gruppo appartamento Casa famiglia Comunità alloggio Comunità di pronta accoglienza Casa di riposo Casa albergo Strutture semiresidenziali ( 2 Centri Diurni) Altro ( 1 Centro di sollievo) Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti) |_67|_| 15. Numero utenti nel 2010 Comune di Priverno 16. |_27|_| Soggetto che gestisce Comune Convenzione con cooperative Convenzione con Associazioni di volontariato Altro (Azienda comunale ) 17. Utenza annuale prevista Comune di Priverno Comune di Sezze Comune di Sonnino |_27|_| |_25|_| |_15|_| 114 18. Personale coinvolto nel progetto Amministrativi |_|_X_|* Assistenti sociali |_|_|_X|** Sociologi |_|_|_| Psicologi |___X_|* Pedagogisti |_|_|_| Educatori di base |_|_X_|* Operatori socio – sanitari |_|_X|_|* Volontari |_|_|_| Mediatori culturali |_|_|_| Altre figure (esperti in laboratori) |_X_|* *Gli Assistenti Sociali si riferiscono ai relativi referenti di Area dei Comuni del Distretto ** Il numero potrà variare in base alle modalità di affidamento del Servizio. 19. Sede della struttura e/o dell’attività I comuni di Priverno, Sezze e Sonnino. 20. Liste di attesa Si (specificare i motivi) No 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? Sì (specificare quali) L’ufficio di piano verificherà l’adeguamento dei centri agli standard qualitativi e quantitativi prefissati e valuterà la qualità degli interventi. La distribuzione delle somme a cura del comune Capofila avverrà su indicazione dell’ufficio di Piano secondo due criteri prioritari: a)Adeguamento dei centri agli standards quali-quantitativi prefissati. b)Apertura dei centri a utenza di altri comuni sprovvisti del servizio 115 Il mancato rispetto di uno solo dei criteri sopra riportati comporterà l’ esclusione dal finanziamento. 22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti? Sì, totalmente Si, parzialmente No 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Quelle previste nell’accordo di programma e nei protocolli operativi. 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Cofinanziamento Finanziamento Provincia Comune Asl Altro regionale Costo risorse umane Totale finanziamento € 115.000,00 € 115.000,00 € 115.000,00 € 115.000,00 Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e mantenimento Totale 116 Progetto “Orientamento ed inserimento al lavoro per soggetti in condizioni di fragilità sociale” 117 PROGETTO N. 6 1. Titolo del progetto “Orientamento ed di inserimento al lavoro per soggetti in condizioni di fragilità sociale” 2. Nuovo progetto SI No X 3. Progetto già avviato SI No X Il progetto è stato attivato da tutti i comuni del Distretto Monti Lepini. 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il servizio tende a dare continuità alle prestazioni già offerte in tutti i comuni del Distretto Monti Lepini e già finanziate con i precedenti piani di zona. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Il progetto si propone : - di realizzare il benessere personale e sociale e contrastare la povertà associata a fenomeni multifattoriali; - di creare opportunità positive di integrazione per soggetti portatori di disagio valorizzandone capacità ed abilità personali; - di potenziare e valorizzare le capacità di alcuni soggetti per l’inserimento nel mondo del lavoro. Il progetto a livello distrettuale comprende le aree delle tossicodipendenze, ex detenuti e indigenza, sarà a discrezione di ogni comune individuare le fasce a cui destinare l’intervento e le risorse. A tal fine verranno coinvolte le realtà associative presenti nei diversi comuni per sostenere sia l’iniziativa che gli stessi soggetti che ne potranno usufruire. 6. Liveas Contrasto alla povertà 7. Macroarea Tossicodipendenze,ex detenuti, cittadini indigenti. 8. Costo del progetto (finanziamento regionale) €.48.325,12 118 9. Servizi/prestazioni erogati L’accesso al Servizio avviene sulla base di uno specifica richiesta inoltrata ai Servizi Sociali dei comuni da parte degli operatori socio-sanitari della ASL. Il progetto si prospetta di creare una rete tra le diverse realtà istituzionali presenti nel territorio in modo che le stesse possano essere un momento positivo per gli inserimenti lavorativi. 10. Bacino di utenza Distrettuale Sub distrettuale Comunale 11. Tipologia di utenza Le persone tossicodipendenti, ex detenuti e indigenti 12. Obiettivi del progetto Il progetto è finalizzato ai seguenti obiettivi: - di realizzare il benessere personale e sociale e contrastare la povertà associata a fenomeni multifattoriali; - di creare opportunità positive di integrazione per soggetti portatori di disagio valorizzandone capacità ed abilità personali; - di potenziare e valorizzare le capacità di alcuni soggetti per l’inserimento nel mondo del lavoro. 13.Tempi di attuazione In continuità con i servizi attivati nei precedenti Piani di zona. 14. Tipologia di strutture Numero strutture |____| Tipologia struttura Gruppo appartamento Casa famiglia Comunità alloggio Comunità di pronta accoglienza Casa di riposo Casa albergo Strutture semiresidenziali Altro Capacità di accoglienza della/e strutturale |_|_|_| 119 15. Numero utenti nel 2010 Comune del Distretto Monti Lepini 16. |_11_| Soggetto che gestisce Comune Convenzione con cooperative Convenzione con Associazioni di volontariato Altro 17. Utenza annuale prevista Comune del distretto Monti Lepini |____| 18. Personale coinvolto nel progetto Amministrativi |_|_|_| Assistenti sociali |_|_X|_|* Sociologi |_|_|_| Psicologi |_|_|_| Pedagogisti |_|_|_| Educatori professionali |_|_|_| Operatori socio – sanitari |_|_|_| Volontari |_|_|_| Mediatori culturali |_|_|_| Altre figure (operatori dei servizi della ASL) |_|_|X| *Gli Assistenti Sociali si riferiscono ai relativi referenti di Area dei Comuni del Distretto 19. Sede della struttura e/o dell’attività I comuni del distretto Monti Lepini 20. Liste di attesa Si (specificare i motivi) No 120 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? Sì (specificare quali) L’ufficio di piano verificherà l’andamento di ogni singola progettualità e valuterà insieme al servizio sanitario della ASL la qualità degli interventi. 22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti? Sì, totalmente Si, parzialmente No 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Quelle previste nell’accordo di programma e nei protocolli operativi già esenti. 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Cofinanziamento Finanziamento Totale Provincia Comune Asl Altro finanziamento regionale Costo risorse umane Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e mantenimento Totale €.48.325,12 121 Progetto d’intervento d’aiuto personale a favore di disabili in situazioni di particolare gravità 122 PROGETTON. 7 1.Titolo del progetto Progetto d’intervento d’aiuto personale a favore di disabili in situazioni di particolare gravità. Legge 21.05.98 n.162. 2. Nuovo progetto SI NO X 3. Progetto già avviato SI NO X 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto da continuità agli interventi già attivati nel precedente piano di Zona confermando l’assistenza di disabili affetti da grave disabilità. Tale progettualità sarà strettamente integrato con gli interventi sulla non autosufficienza. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia, comunità alloggio, servizio d’assistenza domiciliare, ADI) Il progetto prevede l’attivazione d’interventi d’assistenza domiciliare e d’aiuto personale ai soggetti con disabilità permanente e con grave limitazione dell’autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni della vita. La condizione di disabilità grave è definita dall’art.3, comma 3°, della 104/92 e accertata e certificata dalle commissioni mediche di cui all’art. 4 della L. 104/92. Gli interventi previsti, sono erogati durante la settimana e sono in molti casi ad integrazione di quelli svolti tramite il servizio d’assistenza domiciliare attivato direttamente dal comune di residenza degli utenti. Le prestazioni sono svolte da assistenti domiciliari e riguardano le attività di cura, igiene e accudimento della persona in collaborazione con i familiari e con altri operatori impegnati nella gestione della quotidianità del soggetto. Nonché attività che possano favorire o facilitare l’integrazione sociale degli utenti sostenendo anche la famiglia nel programmare e gestire il tempo libero del soggetto. Per ogni soggetto è stato elaborato, dagli operatori dei servizi sociali comunale e da quelli dell’ASL competenti in materia, un piano individualizzato e personalizzato d’intervento. I piani individualizzati, la relazione riguardante le condizioni socio-familiari, la certificazione relativa al riconoscimento della gravità della disabilità ai sensi della L.104/92, la dichiarazione relativa alla condizione economica, sono depositati ai fini del diritto di privacy degli utenti presso il Comune capofila e sono a disposizione del competente assessorato regionale. Attivazione di programmi di aiuto gestititi in forma indiretta rivolti a soggetti disabili non autosufficienti, derivanti dalla predisposizione di piani personalizzati concordati tra i servizi sociali 123 di residenza dell’utente e richiedenti con conseguente verifica dell’efficacia della prestazione. Il paziente è libero di sceglier i propri assistenti personali direttamente o indirettamente per mezzo di organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a regolarizzare i rapporto lavorativo con i propri assistenti mediante un regolare contratto di lavoro. Il comune verifica che gli operatori da impiegare siano in possesso di specifica abilitazione e/o formazione in relazione alle prestazioni da effettuare. È a carico dell’utente ogni onere assicurativo e previdenziale relativo all’assunzione dei propri assistenti. Si è stabilito di realizzare progetti di aiuto personale presentati dai comuni del distretto secondo la graduatoria elaborata con le modalità indicate nell’allegato 1 della delibera G.R n. 977/03, gli atti relativi a detta graduatoria e tutte le relative istanze sono depositati presso il Comune capofila e sono a disposizione del competente assessorato regionale: 6.Liveas Assistenza domiciliare 7. Macroarea Disabilità 8. Costo del progetto (finanziamento regionale) €. 45.416,00 9. Servizi/prestazioni erogati Le prestazioni erogate riguardano interventi d’assistenza domiciliare e d’aiuto alla persona e alla famiglia del disabile, esplicate durante l’arco della settimana per un monte ore individuale e con le modalità previste nei singoli piani individualizzati. Attivazione di programmi di aiuto gestititi in forma indiretta rivolti a soggetti disabili non autosufficienti, derivanti dalla predisposizione di piani personalizzati concordati tra i servizi sociali di residenza dell’utente e richiedenti con conseguente verifica dell’efficacia della prestazione. Il paziente è libero di sceglier i propri assistenti personali direttamente o indirettamente per mezzo di organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a regolarizzare i rapporto lavorativo con i propri assistenti mediante un regolare contratto di lavoro. Il comune verifica che gli operatori da impiegare siano in possesso di specifica abilitazione e/o formazione in relazione alle prestazioni da effettuare. È a carico dell’utente ogni onere assicurativo e previdenziale relativo all’assunzione dei propri assistenti. 10. Bacino d’utenza Distrettuale Sub distrettuale (specificare i Comuni) Comunale (specificare il Comune) 11. Tipologia d’utenza Persone con disabilità in situazione di gravità definita ai sensi dell’art. 3, comma 3°, della 104/92, accertata e certificata dalle commissioni mediche di cui all’art. 4 della L. 104/92. 124 12. Obiettivi del progetto Gli obiettivi del progetto sono: • • • Garantire il diritto ad una vita indipendente delle persone con disabilità e con grave limitazione dell’autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita, non superabili mediante ausili tecnici; Garantire il mantenimento del soggetto nell’ambiente familiare attraverso forme di aiuto e di sostegno alla famiglia nella gestione quotidiana Facilitare l’integrazione sociale del soggetto. 13. Tempi d’attuazione In continuità con i la conclusione dei progetti previsti nei precedenti piani di zoana. 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura Gruppo appartamento Casa famiglia Comunità alloggio Comunità di pronta accoglienza Casa di riposo Casa albergo Strutture semiresidenziali (specificare ____________________________________) Altro (specificare ____________________________________________________) Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti) |_|_|_| __________________________________________________________________________________ 15. Numero utenti nel 2010 |_15_| Tale dato è riferito agli interventi attivati direttamente dei singoli comuni. 16. Soggetto che gestisce Ad ogni comune verrà assegnato il budget per realizzare gli interventi relativi agli utenti in esso residenti, utilmente inseriti nella graduatoria distrettuale che è disponibile agli atti del comune capofila di distretto. 125 Il paziente può anche scegliere i propri assistenti personali direttamente o indirettamente per mezzo di organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a regolarizzare i rapporto lavorativo con i propri assistenti mediante un regolare contratto di lavoro. I comuni potranno gestire gli interventi del progetto attraverso convenzioni con: Comune Convenzione con cooperative Convenzione con Associazioni di volontariato Altro ( assistenza indiretta con gestione del budget da parte dei beneficiari ) 17. Utenza annuale prevista 18. |_|_|_17|_| Personale coinvolto nel progetto Amministrativi |_|_|_| Assistenti sociali |_|_|_X*| Sociologi |_|_|_| Psicologi |_|_|_| Pedagogisti |_|_|_| Educatori professionali |_|_|_| Operatori socio – sanitari |_|_|X_|** Volontari |_|_|_| Mediatori culturali |_|_|_| Altre figure (specificare assistenti domiciliare) |_|_|_| * Gli Assistenti Sociali si riferiscono ai relativi referenti di Area dei Comuni del Distretto ** Il numero potrà variare in base alle modalità di affidamento del Servizio. 19. Sede della struttura e/o dell’attività I singoli comuni nei quali risiedono gli utenti ammessi agli interventi 20. Liste d’attesa In quanto questa progettualità sarà strettamente integrata con quella della non autosufficienza. No 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? Sì (specificare quali) I singoli comuni s’impegnano a trasmettere al comune capofila una relazione finale circa l’andamento e l’efficacia degli interventi, gli obiettivi conseguiti, per una valutazione degli 126 interventi attivati sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, nonché una dettagliata rendicontazione della spesa. Il comune capofila a rielaborare tali relazioni a livello distrettuale e trasmetterla unitamente alla rendicontazione al competente assessorato regionale. No 22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti? Sì, totalmente Si, parzialmente No 23. Quali sono le modalità d’integrazione con l’Asl? Al fine di meglio raggiungere gli obiettivi previsti nel presente progetto, gli interventi sono stati elaborati, per ogni singolo utente, congiuntamente dagli operatori dei servizi sociali comunali e dell’Asl compenti in materia. Inoltre sempre congiuntamente saranno svolti compiti di monitoraggio e valutazione degli interventi attivati ai singoli utenti. 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento Regionale Provincia Costo risorse umane Costo di funzionamento e gestione Cofinanziamento Totale Comune Asl Altro finanziamento Tecnici e Tecnici amministrativi €. 45.416,00 Costo di struttura e mantenimento Totale €. 45.416,00 €. 45.416,00 127 Progetto Di aiuto personale in favore di soggetti anziani e disabili non autosufficienti 128 PROGETTON. 8 1.Titolo del progetto Progetto d’aiuto personale in favore di soggetti anziani e disabili non autosufficienti ai sensi della L. R. 23.11.2007 n.20 e secondo i criteri stabiliti con la D.G.R. n.601/2007 2. Nuovo progetto SI NO X 3. Progetto già avviato SI NO X 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto da continuità agli interventi già attivati negli anni scorsi con il fondo della non autosufficienza ( non più previsto), per cercare di dare una continuità ai progetti di assistenza domiciliare e di assistenza indiretta in favore degli anziani e disabili non autosufficienti. Tale progettualità sarà strettamente integrato con gli interventi sull’handicap grave. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia, comunità alloggio, servizio d’assistenza domiciliare, ADI) Il progetto prevede l’attivazione dei seguenti interventi: - Interventi di assistenza domiciliare integrata, sanitaria e sociale, alle famiglie che assistono in casa anziani, disabili e minori non autosufficienti - Erogazione di prestazioni di assistenza domiciliare integrata al fine di affiancare la famiglia nella gestione quotidiana della persona non autosufficiente, ovvero sostituirli nel corso dell’orario di lavoro o per altra temporanea impossibilità di accudire il non autosufficiente. - Interventi di assistenza domiciliare integrata, sanitaria e sociale, in patologie cronico – degenerative - Erogazione di prestazioni di assistenza domiciliare e di aiuto personale a soggetti non autosufficienti anche della durata di 24 ore - Erogazione di prestazioni di assistenza domiciliare nei giorni festivi e prefestivi al fine di affiancare la famiglia nella gestione del non autosufficiente. 129 - Attivazione di programmi di aiuto gestititi in forma indiretta rivolti a soggetti disabili non autosufficienti, derivanti dalla predisposizione di piani personalizzati concordati tra i servizi sociali di residenza dell’utente e richiedenti con conseguente verifica dell’efficacia della prestazione. Il paziente è libero di sceglier i propri assistenti personali direttamente o indirettamente per mezzo di organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a regolarizzare i rapporto lavorativo con i propri assistenti mediante un regolare contratto di lavoro. Il comune verifica che gli operatori da impiegare siano in possesso di specifica abilitazione e/o formazione in relazione alle prestazioni da effettuare. È a carico dell’utente ogni onere assicurativo e previdenziale relativo all’assunzione dei propri assistenti. Inoltre l’utente allo scopo di sollevare i comuni di residenza da ogni responsabilità, dovranno stipulare un’apposita polizza R.C.T per i propri assistenti. Il comune competente corrisponde all’utente un contributo sulla base di un piano personalizzato. L’utente è tenuto a presentare il rendiconto delle spese sostenute. - 6. Erogazione di contributi economici straordinari per concorrere deistituzionalizzazione di soggetti anziani e disabili non autosufficienti. ai costi di Liveas Assistenza domiciliare 8. Macroarea Anziani, disabili 8. Costo del progetto (finanziamento regionale) €. 42.000,00 9. Servizi/prestazioni erogati Le prestazioni erogate riguardano interventi d’assistenza domiciliare e d’aiuto alla persona e alla famiglia del disabile, esplicate durante l’arco della settimana per un monte ore individuale e con le modalità previste nei singoli piani individualizzati. Attivazione di programmi di aiuto gestititi in forma indiretta rivolti a soggetti disabili non autosufficienti, derivanti dalla predisposizione di piani personalizzati concordati tra i servizi sociali di residenza dell’utente e richiedenti con conseguente verifica dell’efficacia della prestazione. Il paziente è libero di sceglier i propri assistenti personali direttamente o indirettamente per mezzo di organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a regolarizzare i rapporto lavorativo con i propri assistenti mediante un regolare contratto di lavoro. Il comune verifica che gli operatori da impiegare siano in possesso di specifica abilitazione e/o formazione in relazione alle prestazioni da effettuare. È a carico dell’utente ogni onere assicurativo e previdenziale relativo all’assunzione dei propri assistenti. 130 10. Bacino d’utenza Distrettuale Sub distrettuale Comunale (specificare i Comuni) (specificare il Comune) 11. Tipologia d’utenza • Nello specifico: Anziani con temporanea, parziale o totale limitazione della autosufficienza con particolare riguardo ai pazienti affetti da malattie cronico degenerative Disabili, ivi compreso il disagio mentale, adulti colpiti da disabilità di natura fisica, psichica e sensoriali e/o affetti da malattie croniche in di condizioni di non autosufficienza Minori parzialmente o totalmente non autosufficienti, ovvero minori temporaneamente non autosufficienti a causa di particolari condizioni patologiche. I quali devono risiedere nei Comuni del distretto Sono inclusi nel processo di produzione ed erogazione integrata di prestazioni e servizi sociali e sanitari per la non autosufficienza i soggetti con problemi gravi di autonomia o di autosufficienza. Sono candidate alla “presa in carico” le persone per le quali si riscontri una limitazione grave dello stato funzionale, dello stato di relazione, delle condizioni cognitive o delle attività necessarie allo svolgimento della vita quotidiana, valutate secondo scale appropriate di misura. Gli obiettivi della “presa in carico” di tali pazienti attengono: • al miglioramento della qualità della vita; • al recupero di funzionalità perdute e al reinserimento nel contesto sociale, perseguiti con l’erogazione di prestazioni prevalentemente sanitarie e sociali; • al “sollievo” della famiglia e/o dei caregiver. In ordine alla presa in carico, necessita una valutazione globale multidimensionale finalizzata a comporre un PAI - Piano Assistenziale Individuale ed integrato 12. Obiettivi del progetto Tra gli obiettivi sociosanitari prioritari vengono elencati : 1) La riduzione dei ricoveri in strutture residenziali; 2) L’incremento delle dimissioni ospedaliere protette; 3) La riduzione di ricoveri ospedalieri impropri. Per agevolare la realizzazione di tali obiettivi devono essere attivati : 1) specifici interventi di Assistenza Domiciliare integrata; 2) servizi di sollievo alla famiglia; 3) aiuto personale anche di 24 h con gestione diretta o indiretta; 4) interventi economici straordinari. 131 Per consentire la permanenza della persona non autosufficiente nel proprio ambiente abituale di vita preservando le relazioni affettive e sociali 13. Tempi d’attuazione In continuità con la conclusione dei progetti per la non autosufficienza previsti negli anni precedenti. 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura Gruppo appartamento Casa famiglia Comunità alloggio Comunità di pronta accoglienza Casa di riposo Casa albergo Strutture semiresidenziali (specificare ____________________________________) Altro (specificare ____________________________________________________) Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti) |_|_|_| __________________________________________________________________________________ 15. Numero utenti nel 2010 |_40_| Tale dato è riferito agli interventi attivati direttamente dei singoli comuni. 16. Soggetto che gestisce Ad ogni comune verrà assegnato il budget per realizzare gli interventi relativi agli utenti in esso residenti, utilmente inseriti nella graduatoria distrettuale che è disponibile agli atti del comune capofila di distretto. Il paziente può anche scegliere i propri assistenti personali direttamente o indirettamente per mezzo di organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a regolarizzare i rapporto lavorativo con i propri assistenti mediante un regolare contratto di lavoro. I comuni potranno gestire gli interventi del progetto attraverso convenzioni con: Comune Convenzione con cooperative 132 Convenzione con Associazioni di volontariato Altro ( assistenza indiretta con gestione del budget da parte dei beneficiari ) 17. Utenza annuale prevista 18. |_|_|_10|_| Personale coinvolto nel progetto Amministrativi |_|_|_| Assistenti sociali |_|_|_X*| Sociologi |_|_|_| Psicologi |_|_|_| Pedagogisti |_|_|_| Educatori professionali |_|_|_| Operatori socio – sanitari |_|_|X_|** Volontari |_|_|_| Mediatori culturali |_|_|_| Altre figure ( _|_| assistenti familiari) |_| X_|** * Gli Assistenti Sociali si riferiscono ai relativi referenti di Area dei Comuni del Distretto ** Il numero potrà variare in base alle modalità di affidamento dei interventi. 19. Sede della struttura e/o dell’attività I singoli comuni nei quali risiedono gli utenti ammessi agli interventi 20. Liste d’attesa No (specificare i motivi) In quanto questa progettualità sarà strettamente integrata con quella della non autosufficienza. No 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? Sì (specificare quali) I singoli comuni s’impegnano a trasmettere al comune capofila una relazione finale circa l’andamento e l’efficacia degli interventi, gli obiettivi conseguiti, per una valutazione degli interventi attivati sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, nonché una dettagliata rendicontazione della spesa. 133 Il comune capofila a rielaborare tali relazioni a livello distrettuale e trasmetterla unitamente alla rendicontazione al competente assessorato regionale. 22. No Esiste compartecipazione da parte degli utenti? Sì, totalmente Si, parzialmente No 23. Quali sono le modalità d’integrazione con l’Asl? Al fine di meglio raggiungere gli obiettivi previsti nel presente progetto, gli interventi sono stati elaborati, per ogni singolo utente, congiuntamente dagli operatori dei servizi sociali comunali e dell’Asl compenti in materia. Inoltre sempre congiuntamente saranno svolti compiti di monitoraggio e valutazione degli interventi attivati ai singoli utenti. 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento Regionale Provincia Costo risorse umane Costo di funzionamento e gestione Cofinanziamento Comune Asl Tecnici e amministrativi Totale Altro finanziamento Tecnici €. 42.000,00 Costo di struttura e mantenimento Totale €. 42.000,00 €. 42.000,00 134 TABELLA RIASSUNTIVA DEI PROGETTI 135 PIANO DI ZONA 2011 – RIEPILOGO PROGETTI; QUADRO FINANZIARIO RIASSUNTIVO Nome progetto Costo complessivo Quota budget regionale (D.G.R. 307/2011) interventi in favore degli anziani non autosufficienti (min. 15% budget D.G.R. 307/2011) interventi in favore dell’infanzia e dell’adolescenza ex L. 285/1997 (min. 9% budget D.G.R. 307/2011) interventi in favore dei soggetti con handicap grave, ex art. 3, c. 3 L 104/1992 (min. 5% budget D.G.R. 307/2011) Assistenza domiciliare integrata ed educativa, di cui per interventi anziani non autosuff. €.100.576,33 €.170.986,00 Interventi ludici-ricreativi, di integrazione Sociale in favore dei minori €. 80.682,54 Interventi handicap grave (Assistenza domiciliare) €. 45.416,00 interventi in favore dell'integrazione scolastica, sociale e culturale degli immigrati € 14.688,88 Servizio sociale professionale segretariato sociale €. 220.000,00 Implementazione centri diurni disabili anziani €. 115.000,00 Orientamento ed inserimento al lavoro per soggetti in condizioni di fragilità sociale Progetto interventi in favore della non autosufficienza per anziani e disabilità di cui per interventi anziani non autosuff. €.22.000,00 TOTALE €.48.325,12 42.000,00 737.098,54 137 Cofinanziamento (specificare se Com.le, Prov.le, ASL, etc.) Collaborazione e consulenza ASL e Comunale Collaborazione e consulenza ASL e Comunale Collaborazione e consulenza ASL e Comunale Collaborazione e consulenza ASL e Comunale Collaborazione e consulenza ASL e Comunale Collaborazione e consulenza ASL e Comunale Collaborazione e consulenza ASL e Comunale Collaborazione e consulenza ASL e Comunale In data 13.10.2010 i sottoscritti Sindaci del Distretto Monti Lepini d’intesa con il Direttore Generale ASL/Latina e il Direttore Sanitario del Distretto, approvano il presente Piano di Zona anno 2011 del Distretto Monti Lepini che allegato allo stesso ne forma parte integrante e sostanziale. Letto, approvato e sottoscritto: Sindaco di Priverno - Comune Capofila ___________________ Sindaco di Sezze ___________________ Sindaco di Sonnino ___________________ Sindaco di Roccagorga ___________________ Sindaco di Maenza ___________________ Sindaco di Prossedi ___________________ Sindaco di Roccasecca del Volsci ___________________ Sindaco di Bassiano ___________________ Il Direttore Generale ASL/Latina ___________________ Il Direttore Sanitario ASL Distretto Monti Lepini ___________________ 138