Comune di PRIVERNO Capofila
Comune di BASSIANO
Comune di MAENZA
Comune di PROSSEDI
Comune di ROCCAGORGA
Comune di ROCCASECCA DEI VOLSCI
Comune di SEZZE
Comune di SONNINO
Distretto 3Monti Lepini
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PIANO DI ZONA DISTRETTO MONTI LEPINI 2011
PREMESSA
Il Comitato dei Sindaci del Distretto Monti Lepini e la ASL/ Latina nella realizzazione del
presente piano annuale ha deciso di confermare prevalentemente le progettualità già previste in
quelli precedenti, aggiornandole secondo quanto indicato dalla delibera regionale n.202/20011
approvazione del Piano di utilizzazione annuale 2011 degli stanziamenti per il sistema integrato
regionale di interventi e servizi socio-assistenziali e sono state approvate le “Linee Guida ai Comuni
per l’utilizzazione delle risorse per il sistema integrato regionale di interventi e servizi sociali –
Anno 2011.
Le progettualità inserite nel piano di Zona 2011 sono in continuità con gli interventi già previsti
negli anni precedenti cercando di rafforzare quei progetti rivolti alle aree della disabilità, del
contrasto alla povertà e degli anziani che nel nostro distretto rappresentano problematiche sociali di
grande rilevanza, per le quali la maggior parte dei comuni non riescono ad attivare interventi e
servizi adeguati.
Inoltre la programmazione e la gestione integrata dei servizi prevista nei piani di zona ha
consentito al distretto Monti Lepini di realizzare alcuni dei liveas quali i progetti di segretariato
sociale e di servizio sociale professionale, di assistenza domiciliare integrata ed educativa, che
stanno mutando profondamente le politiche socio sanitarie di tutti i comuni del distretto.
L’unica progettualità nuova inserita, è quella relativa alla non autosufficienza, difatti a seguito
della revoca del fondo per la non autosufficienza il comitato dei sindaci ha ritenuto opportuno
prevedere che all’interno del piano di zona 2011 fosse inserito anche un progetto che potesse dare
risposta e continuità agli interventi rivolti ad utenti non autosufficienti in situazioni più gravi e di
maggiore impatto sociale.
Inoltre facendo proprio quanto stabilito dalla DGR 315 del 2011, avente per oggetto il PUA
sociosanitario integrato regionale – linee di indirizzo, il comitato dei Sindaci ha ritenuto opportuno
approvare lo schema di protocollo d’intesa tra l’azienda USL di Latina, la Provincia di Latina e i
comuni nei relativi ambiti di zona per la attivazione e la gestione nei distretti del punto unico di
accesso, allegato al presente piano, che sarà esecutivo non appena sottoscritto e a seguito
dell’approvazione da parte dei sindaci del distretto di un apposito regolamento attuativo.
A tal proposito, il Comitato dei Sindaci del Distretto Monti Lepini in accordo con la ASL/Latina,
hanno deciso di prevedere che le funzioni da espletare tramite il PUA vengano realizzate
operativamente e in stretta sinergia nella progettualità di liveas segretariato sociale professionale.
Infine, sono stati elaborati dei protocolli operativi tra la ASL e i comuni del distretto per
individuare prassi integrate su aree d’intervento quali: responsabilità familiari, disabilità, anziani
minori, contrasto alla povertà e dipendenze, con l’ottica di mettere insieme le risorse, profili
comuni, dando risposte unitarie ed integrate.
Durante il percorso di pianificazione del piano è stata garantita, sia pur con dei limiti temporali,
la partecipazione attiva delle istituzioni pubbliche e del terzo settore, nonché la concertazione con le
organizzazioni sindacali.
2
UFFICIO DI PIANO
L’ufficio di piano è una struttura tecnico amministrativa che elaborazione e gestione la
pianificazione distrettuale, la cui sede è collocata presso il comune di Priverno capofila del distretto.
Il Coordinatore dell’Ufficio di Piano è il responsabile dell’ufficio dei servizi sociali dott.ssa
Carla Carletti, con sede operativa presso Assessorato dei servizi sociali del Comune di Priverno sito
in
via
della
Stazione,1
Tel.0773.912407,
fax
0773.912409,
e-mail:
[email protected].
3
1. DESCRIZIONE DEL TERRITORIO (GEOGRAFICA, URBANISTICA, PRODUTTIVA)
1.a Descrizione geografica
Il Distretto socio-sanitario dei Monti Lepini comprende 8 Comuni: Priverno Comune capofila,
Sezze, Bassiano, Roccagorga, Maenza, Prossedi, Roccasecca dei Volsci e Sonnino i cui territori,
con caratteristiche simili, si estendono su una zona morfologicamente collinare e sono costituiti in
Comunità Montana, la XIII^, facente capo al Comune di Priverno.
Tale territorio è attraversato da una linea ferroviaria che collega Roma – Napoli, con le stazioni
di Sezze e Priverno Fossanova che fungono da raccordo anche per gli altri Comuni dei Monti
Lepini.
Da un punto di vista viario il territorio è attraversato dalla statale Appia e dalla S.S. 156 dei
Monti Lepini, che collegano in modo sufficiente questi Comuni a quelli di pianura.
Tutti i paesi sono dotati di un servizio di trasporto pubblico extraurbano che converge nel
Comune capofila, Priverno, che funge da snodo anche per altre località provinciali ed
extraprovinciali. Inoltre tutti i centri sono dotati anche di un servizio urbano e laddove questo non è
presente, sussiste un servizio di trasporto scolastico.
1.b Descrizione urbanistica
Per quanto riguarda l’aspetto urbanistico nel corso dei decenni si è realizzata un’edificazione
generalizzata delle campagne, si tratta per lo più di abitazioni, ciò ha creato notevoli problemi, oltre
che d’impatto ambientale, d’infrastrutture e di dotazione di servizi.
I cittadini si sono spostati nell’ambito del proprio comune dai centri storici alla campagna dove
hanno costruito nuove abitazioni.
Piccoli e isolati insediamenti sono diventati dei veri e propri quartieri dove occorre realizzare
opere pubbliche di urbanizzazione.
Ciò determina per i Comuni notevoli difficoltà nell’offerta e nell’erogazione di servizi
soprattutto per le fasce più deboli anziani e minori per i quali si assiste a dei veri e propri fenomeni
di isolamento sociale.
In particolare da un punto di vista urbanistico i comuni del distretto presentano le seguenti
caratteristiche peculiari:
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COMUNE DI BASSIANO
Il centro abitato è posto su di una collinetta, alle pendici del monte Semprevisa, è immerso in
un verdeggiante scenario che alterna boschi di castagno e declini erbosi e lecceti arditi ad aride
pietraie.
Comune collinare di probabili origini antiche; la sua economia si basa ancora in larga misura
sulle attività legate al settore primario.
La maggior della comunità vive concentrata nel capoluogo comunale, in fase di costante
espansione edilizia; il resto della comunità risiede in minuscoli aggregati urbani (Casanatola, Il
Castagno, Il Ferraccio e Madonna degli Angeli) e in case sparse.
Il centro storico cittadino si sviluppa a chiocciola intorno a Piazza della Torre dalla quale si
diramano stradine tortuose, collegate tra loro attraverso vicoli trasversali e brevi scalinate.
Il tutto è delimitato dalla cinta muraria medievale, interrotta da nove torri e tre porte risalenti al
XII - XIII secolo.
Il grigio nucleo antico di pietra calcarea, caratterizzato da una pianta parzialmente a spirale, si
staglia al di sopra delle antiche mura e si raccoglie, quasi a chiedere protezione, attorno alla vecchia
parrocchiale.
L’abitato è situato su uno sperone roccioso e si distende al centro di una verde e fresca
insellatura valliva ricoperta di querce, faggi, castagni e olivi.
L'economia locale si basa sull'agricoltura, sulla produzione di un pregiato prosciutto (risultato di
una centenaria tradizione agro-pastorale che da alcuni anni è diventata anche una risorsa economica
notevole per i suoi abitanti, grazie a due essiccatoi realizzati da privati) e, soprattutto durante il
periodo estivo, sul turismo.
Difatti, il turismo riveste attualmente per il paese una posizione di grande importanza: la
bilancia turistica è positiva specialmente nella stagione estiva.
I maggiori flussi turistici provengono attualmente dai comuni vicini, i quali rimangono
affascinati dal paesaggio verdeggiante e dall'aria fresca che si respira.
5
COMUNE DI MAENZA
Le origini di Maenza risalgono probabilmente alla presenza di antichissime popolazioni di
civiltà pastorali, stanziatesi nella zona tra il XIV e l’XI sec. a.c. e note come civiltà appenninica.
Maenza era uno dei tanti villaggi di collina dove le abitazioni non erano altro che capanne di paglia
difese da palizzate.
Centro di colina di origine alto-medievale ospita un bellissimo borgo medievale dominato da
uno dei castelli più importanti del Lazio, risalente al XIII secolo.
Mantiene ancora oggi la sua originaria struttura con suggestive stradine, piazzette, vicoli, archi,
belle chiese e l’armoniosa ed elegante loggia-mercato.
L'abitato è raccolto attorno alla tetragona e protettiva mole del castello, che dalla sommità di un
verde colle domina la sottostante valle percorsa dal fiume Amaseno.
La comunità vive concentrata per lo più nel capoluogo comunale, in fase di sensibile
espansione edilizia; nel territorio comunale si trova anche un gran numero di case sparse.
I crinali dolci e arrotondati delle antiche montagne circostanti disegnano i confini del territorio
comunale, ricoperto di boschi che racchiudono tutte le sfumature immaginabili del verde; i lecceti,
che dominano le zone più alte, lasciano il posto, con il diminuire dell'altitudine, a formazioni cedue
di castagno, querceti e sughereti, intervallati da argentei olivi e profumati ciliegi.
In una posizione di crocevia, Maenza ha le spalle protette dai monti Calvello e Sentinella.
Domina dalla sua collinetta che, avvolta da grande tranquillità, gode di una magnifica vista sulle
isole pontine: nelle giornate serene in cui il cielo è limpido si possono ammirare senza difficoltà le
isole di Ponza, Zannone e Palmarola.
Il paesaggio offre, da una parte colline ricche di olivi, alternate a monti coperti di faggi,
castagni, lecci e querce e, dall’altra, la pianura pontina ed il mare.
E' un paese dall'economia a forte vocazione agricola, si produce un ottimo olio grazie alla
presenza degli antichi frantoi che fanno parte della civiltà contadina di Maenza.
Inoltre, il comune è famoso per la produzione di pregiate e gustose ciliege.
Nel comprensorio, sono insediati gli allevamenti di ovini, bovini da latte, e, nella zona più
prossima al comune di Priverno, bufalini.
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COMUNE DI PRIVERNO
Domina la spaziosa valle dell'Amaseno cui fanno ala la catena dei Monti Lepini, al nord, e le
ultime propaggini degli stessi monti che, nel sud, scendono verso il mare, detti comunemente Colli
Seiani.
Sopra una collina di quest'ultimo gruppo è situata la città. Il territorio si è visto ridurre i confini
in seguito alla bonifica delle paludi pontine e alla costituzione del comune di Pontinia.
Il confine, da questa parte, è tracciato dalla ferrovia Roma - Napoli, che passa ai piedi dei colli
Seiani. Nel versante orientale, l'Amaseno, separa il territorio di Priverno da quello di Sonnino e
quello di Roccasecca dei Volsci, mentre il limite nord, fra Prossedi, Maenza e Roccagorga, scavalca
le prime alture dei Lepini sulle quali si trovano questi tre comuni.
Infine, il fosso di Ceriara ad occidente, divide, fin dai tempi remoti, il territorio di Priverno da
quello di Sezze.Situata su un colle dominante la Valle dell'Amaseno fra i Lepini e gli Ausoni, a 151
mt. sul livello del mare, Priverno gode di un clima tipicamente mediterraneo, ideale per trascorrere
momenti di svago e di relax.
La sua storia è legata all'insediamento dei Volsci che la fondarono sul finire del VI sec. a.C. in
un sito ancora imprecisato.
Dopo la sua distruzione da parte dei Romani, la popolazione si trasferì nella pianura di
Mezzagosto dove, ancor oggi, sono visibili i resti della Privernum romana.
In seguito, all'abbandono della città romana (IX-X sec.), sulla cui causa sono state fatte diverse
ipotesi (invasioni saracene, straripamento del Fiume Amaseno) venne fondato l'odierno centro
abitato, la città medioevale.
Priverno divenne Comune tra l'XI e XII sec d.C. ed assunse l'attuale aspetto urbanistico,
disponendosi a corona intorno al centro del colle, articolandosi intorno alla suggestiva Piazza del
Comune.
La collocazione geografica di priverno nella valle dell’amaseno ne hanno caratterizzato il
ruolo centrale in passato e può ancora svolgere per l’area pontina. Infatti essa infatti rappresenta:
• Il naturale centro socio economico di un’area che comprende anche i comuni di
Roccagorga, Maenza, Prossedi, Roccasecca dei Volsci e Sonnino;
• Il territorio maggiormente vocato quale elemento di collegamento tra l’area ciociara e
l’area pontina.
Infatti l’area di Priverno è sempre stata nel passato il centro delle attività della valle
dell’Amaseno sia rispetto ai comuni della fascia collinare, che rispetto al collegamento Piana
pontina – Ciociara; questo è avvenuto fin dall’epoca romana e medievale ed ha assunto un carattere
fondamentale con la fondazione dell’Abbazia di Fossanova e con tutto ciò che essa ha rappresentato
per il basso Lazio.
L'economia di Priverno un tempo agricola, si affida oggi all'industria della trasformazione ed ai
commerci. Occupano un posto di rilievo la trasformazione dei carciofini, i prodotti sotto aceto e la
mozzarella lavorata con latte vaccino o con quello di bufala, che costituiscono un antico ed
importante patrimonio pontino.
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COMUNE DI PROSSEDI
Il territorio prossedano comprende la valle formata dal fiume Amaseno che si apre tra le catene
montuose dei Lepini, ove sorge il centro abitato di Prossedi e quella degli Ausoni ove si trova la
piccola frazione di Pisterzo.
La pianura attraversata dal fiume è occupata da una florida agricoltura costituita da cereali e
foraggi utilizzati per l'allevamento della bufala dal cui latte si ricava la prelibata mozzarella di
bufala.
Comune di collina risalente al Medioevo è stato fondato da un gruppo di abitanti dell’antica
Privernum che si rifugiarono nel VII Sec. d.C. dove sorge ora il paese.
La metà circa dei cittadini risiede nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce
nella località di Pisterzo, in due piccoli aggregati urbani (Porera e Via Marittima) e in alcune case
sparse.
L’abitato, circondato da mura, sorge sulla sommità di un colle di origine calcarea, in
panoramica posizione sulla verde valle del fiume Amaseno.
Il territorio comunale è occupato da una serie di dolci rilievi, ricoperti di olivi e più in alto da
estesi pascoli; questi, nel corso degli anni, hanno sottratto spazio ai boschi che, tuttavia, sono ancora
ricchi di essenze tipicamente mediterranee, come la roverella, l’acero campestre, il ligustro e
l’olmo, alle quali si affiancano cerri, castagni, noccioli e faggi.
Sulle colline è l'ulivo a farla da padrone; impiantato sulle macere (i caratteristici muri a secco in
pietra), da un olio di ottima qualità.
La montagna sovrastante il paese è uno splendido altipiano con boschi di carpino, leccio, e
grandi castagni secolari, con un’economia basata sulle fiorenti attività agricole, zootecniche e
silvicole.
Qui si può godere una pace unica con un ampio panorama che spazia dai Monti Ernici fino al
Mar Tirreno con le Isole Pontine.
8
COMUNE DI ROCCAGORGA
Il Comune di Roccagorga è situata sullo sperone del Monte Nero, collina dei Lepini meridionali,
ha un’altitudine di 289 m. sul livello del mare dista 100 Km da Roma, 160 Km da Napoli, 30 Km da
Latina 30 Km da Frosinone.
Il nome deriva dalla matrona Gorga che nell' VIII secolo secondo la tradizione si insediò
insieme ai fuggiaschi Privernati sul monte Nero, creando il primo nucleo di Roccagorga.
Questa, per la sua posizione strategica, fu possedimento della grande famiglia dei Conti di
Ceccano, che aveva feudi in tutta la zona.
Nel punto più alto fu costruita una robusta torre quadrangolare, che poteva comunicare mediante
segnalazioni con le torri di Maenza, di Asprano e di monte Acuto.
Nel 1431 Roccagorga passò ai Caetani di Maenza, che subito provvidero a far costruire una
nuova cinta muraria per rafforzare le difese del paese.
Nel 1521 fu messa a ferro e fuoco dalle truppe di Giovanni dalle Bande Nere, inviate da Papa
Leone X su richiesta di Camillo Caetani di Sermoneta; furono uccise molte persone e distrutte le
abitazioni di chi cercava di ribellarsi.
Nel 1617 Prospero Caetani vendette il feudo agli Aldobrandini che si presero cura di modificare
il secolare abitato applicando anche per Roccagorga i canoni urbanistici dell'arte barocca e
realizzando uno dei più felici modelli esistenti nel Lazio.
Nel 1773 fu portata a termine la costruzione della grande e centrale chiesa dedicata ai Santi
Leonardo ed Erasmo.
La comunità vive prevalentemente concentrati nel capoluogo comunale, in fase di forte
espansione edilizia, oppure in case sparse e in alcuni piccoli aggregati urbani (Fornoli, La Cona e
Via della Pace).
L’abitato, disposto attorno a una bella piazza rettangolare, sorge in posizione panoramica su uno
sperone roccioso, che sovrasta il fondovalle del fosso Le Mole, ed è immerso in un paesaggio
dominato dal verde cupo delle querce e dei faggi, dal giallo acceso delle ginestre e dal blu delicato
dei fiori di rosmarino; ordinati filari di vite, olivi e alberi da frutto si fondono armoniosamente con
la vegetazione spontanea, dando vita nella stagione delle fioriture a un panorama suggestivo.
Centro di collinare che trae sostentamento dalle attività agricole e dalla zootecnia.
9
COMUNE DI ROCCASECCA DEI VOLSCI
Il comune è arroccato su un fianco del Monte Curio a 376 m.s.l.m, questo piccolo centro della
provincia di Latina, per la sua particolare posizione geografica gode di un ampia visuale, che Fa di
Roccasecca dei Volsci il paese dei belvedere.
Da qui è possibile osservare i monti Ausoni, Aurunci ed i Lepini, che vanno dal versante della
Semprevisa a quello Ciociaro.
La visione dell’ agro pontino, della valle dell’Amaseno, del promontorio del Circeo, delle isole
Pontine, dell’area archeologica dell’antica Privernum e i paesi di Maenza, Roccagorga, Prossedi,
Sonnino e Priverno, suscita un’infinità di forti sensazioni.
Il verde degli ulivi della valle si unisce al verde dei boschi di castagno, olmi, carpini, lecci del
monte Arto di Pisterzo (810) e del monte delle Fate (711) che circondano il paese.
Roccasecca, negli ultimi anni, ha vissuto un chiaro esempio di valorizzazione delle risorse
ambientali. La sua parte più alta è frequentata da numerosi amanti del deltaplano.
Le origini di questo piccolo centro sono avvolte nella leggenda e qui la mitologia è diventata
storia. Basti pensare che insieme ai Volsci, i Latini, i Romani, hanno segnato molte vicende di
queste terre diventate poi possedimento dello Stato Pontificio. E proprio qui molti Papi sono
transitati.
Comune di collina risalente al Medioevo; le attività rurali (agricoltura, zootecnia e silvicoltura)
rappresentano le sue più importanti fonti di reddito.
La maggior parte dei cittadini risiede nel capoluogo comunale, che ha attraversato una fase di
forte espansione edilizia di carattere residenziale; il resto della comunità si distribuisce in alcuni
piccoli aggregati urbani (Fornace, Lucerna e Serroni) e in case sparse.
L’abitato è disposto su uno sperone di roccia calcarea, che sovrasta la valle del fiume Amaseno
e dal quale lo sguardo spazia liberamente verso gli ordinati riquadri coltivati della pianura pontina;
conserva la struttura urbanistica tipica degli insediamenti medievali, caratterizzata da stradine
tortuose e irregolari, su cui si affacciano case di pietra grigia, addossate le une alle altre.
Il paesaggio è dominato dal colore argenteo degli olivi e dal verde dei lecci e degli ornielli, tra i
quali affiora il bianco delle rocce calcaree ravvivato, in primavera, dalle macchie gialle e azzurre
degli elicrisi e dei rosmarini.
L’olio, il formaggio, le carni locali, sono la vera risorsa di questa comunità, e da sempre hanno
caratterizzato l’enogastronomia locale. Tra i piatti tradizionali c’è la minestra di fagioli con le
cotiche, la tipica polenta con carne di maiale e broccoletti; i cecapreti, fatti con acqua e farina; la
“minestra marinata” ottima zuppa di verdure; gli“stracci”, una sfoglia con ragù e formaggio
pecorino; il “canescione”, tipica pasta di pane farcita di ricotta.
Particolare attenzione meritano gli allevamenti ovini e caprini, che godono di un ottimo
ambiente che garantisce una eccellente qualità delle carni.
Gli elementi fondamentali dello sviluppo economico di Roccasecca dei Volsci vengono previsti
nel turismo, nell’agriturismo, nelle attività legate alla valorizzazione delle attività e delle produzioni
montane, nonché alla realizzazione di impianti lavorazione, commercializzazione e trasformazione
delle produzioni agricole e zootecniche.
10
COMUNE DI SEZZE
Il comune di Sezze è situato su di una collina che si erge ai piedi del monte Semprevisa e per la
sua posizione geografica gode di un clima mite d'inverno e fresco d'estate.
Le origini di Sezze si perdono nella leggenda, la quale narra che mitico fondatore della città fu
Ercole giunto a Sezze dopo aver vinto i Lestrigoni, una popolazione del basso Lazio.
Ancor oggi lo stemma della città raffigura il leone Nemeo, delle cui setole Ercole si gloriava,
che regge una cornucopia ricolma di frutti con intorno la scritta "SETIA PLENA BONIS GERIT
ALBI SIGNA LEONIS" (Sezze piena di beni porta l'insegna del bianco leone).
Sezze, con l'antico nome di Setia, aveva per Roma una grande importanza strategica, infatti nel
382 a.c. vi fu dedotta una colonia romana, che ebbe un importante ruolo in quanto centro latino nel
territorio dei Volsci.
La città si vede saccheggiata da Silla per aver parteggiato nella guerra sociale per Mario.
Il suo sviluppo andò tra alti e bassi, splendore nell’età imperiale, decadenza dovuta alle
invasioni barbariche e ascesa tra il X e XI secolo. In seguito, i conti di Muscolo e dei Frangipane,
presero il possesso della cittadina fino a quando diventò possedimento della Santa sede
La maggior parte dei setini risiede nel capoluogo comunale, in forte espansione edilizia, e nella
località di Sezze Scalo.
L’abitato, di chiara impronta medievale, è arroccato in cima a un colle da cui domina la
sottostante pianura pontina.
Il territorio comunale è caratterizzato nella sua parte più bassa dalla pianura pontina
caratterizzato da geometrici riquadri di orti e appezzamenti coltivati, mentre i pendii più in quota
sono ricoperti di castagni, querce, lecci, pioppi e faggi.
L'economia setina è fondamentalmente ancora basata sull'agricoltura. In particolare su prodotti
stagionali quali:il carciofo romanesco, i broccoletti, i pomodori.
Un altro prodotto tipico setino è il pane, lavorato ancora in maniera artigianale e talmente
rinomato da essere distribuito anche nei comuni limitrofi.
Infine negli ultimi anni si è sviluppata la produzione di latte di bufala e la relativa lavorazione
in mozzarelle di bufala,
Sezze ha fatto parte della Cassa del Mezzogiorno, che ha favorito il nascere, sul suo territorio, di
stabilimenti industriali di grandi aziende che negli ultimi anni si sono di molto ridotte.
11
COMUNE DI SONNINO
Appartiene alla provincia di Latina e dista 40 chilometri da Latina, capoluogo della omonima
provincia. Ha una superficie di 63,8 chilometri quadrati per una densità abitativa di 110,39 abitanti
per chilometro quadrato. Sorge a 430 metri sopra il livello del mare.
Costruita sulla sommità del colle S. Angelo, Sonnino, in latino Sumninum, fu fondata,
probabilmente, verso la fine del IX secolo da privernesi scampati alla distruzione della loro città.
Il tessuto urbano, pressoché intatto, conserva ancora resti dell'antica cinta medievale con un
intrigo di case e vicoli che si raccordano intorno alle cinque porte e alle torri circolari sulle quali, si
impone, quella principale detta degli Antonelli.
Notevole l'importanza politica di Sonnino nel periodo feudale. Unico fra i paesi della provincia,
Sonnino ebbe il primo Statuto, tutt'ora conservato nell'Archivio di Stato di Roma e vide passare
come feudatari, oltre ai De Sonnino, i Caetani, i Colonna, i Borgia e i Carafa.
Verso la fine del XVIII secolo, Sonnino si ebbe una controversa fama a causa del contrabbando
e del brigantaggio e dei briganti. Tra questi Antonio Gasbarrone, reso celebre dalla biografia di
Pietro Masi.
A Sonnino nacque il Cardinale Giacomo Antonelli che, per circa trent'anni, dal 1848 al 1876
dominò la scena italiana ed europea come amministratore finanziere, diplomatico e segretario di
Stato di Pio IX.
Centro di collina di origine medievale, che fonda la propria economia sulle fiorenti attività
agricole e zootecniche e su alcuni comparti industriali ad esse collegati; una parte della manodopera
è tuttavia costretta a cercare lavoro altrove.
La metà circa dei sonninesi risiede nel capoluogo comunale, in fase di costante espansione
edilizia; la parte restante della comunità si distribuisce nelle località di Capocroce, Scalo e Stazione
di Frasso e in un gran numero di aggregati urbani minori e case sparse.
Il nucleo antico dell’abitato, circondato da mura e caratterizzato dalla presenza di stretti vicoli,
ripide scalinate e case addossate le une alle altre, è raggruppato sulla sommità di un colle calcareo
dalla forma conica; la parte più recente si scagliona sui fianchi di un colle vicino, a dominare la
sottostante valle del fiume Amaseno.
Filari di vite e olivi occupano una buona fetta del territorio comunale, ricco di olmi, roverelle,
carpini e cerri.
Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è
raffigurata un’aquila nera cinta di corona; all’animale è sovrapposta una colonna d’argento posta
“in banda”.
Sonnino costruita sulla sommità del colle S. Angelo, Sonnino, in latino Sumninum, fu fondata,
probabilmente, verso la fine del IX secolo da privernesi scampati alla distruzione della loro città.
Il tessuto urbano, pressoché intatto, conserva ancora resti dell'antica cinta medievale con un
intrigo di case e vicoli che si raccordano intorno alle cinque porte e alle torri circolari sulle quali, si
impone, quella principale detta degli Antonelli.
12
1.c Descrizione produttiva
Per ciò che concerne l’economia gran parte della popolazione è dedita all’agricoltura,
all’allevamento, all’edilizia e al terziario.
Sono presenti sul territorio insediamenti artigianali e industriali che in passato hanno creato
importanti opportunità occupazionali, che negli anni si sono ridotte considerevolmente mentre
attualmente, soprattutto i secondi, non riescono a sopperire alla richiesta d’ingresso dei giovani nel
mondo del lavoro e alcune di esse stanno cessando la produzione.
Da un’analisi effettuata sul nostro Distretto emerge che il numero di iscritti ai 2 centri per
l’impiego, a cui afferisce la popolazione residente, ammonta a 23.224, cioè il 40 % dei residenti, il
comune con il maggior numero di iscritti risulta essere Roccagorga, con il 42,04 % di iscrizioni
rispetto alla popolazione residente.
Si registrano numerose situazioni di lavoro non in regola e spesso precario che interessa
particolarmente i giovani.
Rimangono pertanto irrisolti tanti problemi legati ad un nuovo concetto d’avviamento al lavoro
per lo più orientato verso forme di occupazione a tempo determinato con contratti atipici ed
interinali.
Un ulteriore dato che si ritiene opportuno sottolineare , è la percentuale dei disoccupati iscritti ai
centri per l’impiego, che risulta essere il 13,14% della popolazione residente, un tasso decisamente
superiore rispetto al dato nazionale che ammonta all’8,4 % della popolazione (dati ISTAT terzo
trimestre 2010) .
13
TABELLA “A” - iscritti ai centri per l’impiego della Provincia di Latina - situazione al 31.12.2010 - dati per distretto socio
sanitario (fonte: Centro Impiego di Sezze e Latina)
14
1
17
3
29
54
119
3
0
13
41
1
6
59
212
15
51
624
1,07
3
7
15
12
82
76
5
1
31
47
4
6
200
225
9
14
737
1,26
2
0
7
3
19
8
1
1
31
5
1
0
134
40
14
4
270
0,46
Occupati e
Occupati a
termine
0
1
0
0
2
4
0
1
0
3
0
0
1
6
0
2
20
0,17
Occupati
Senza
contratto
3
0
9
4
57
23
4
5
25
7
4
2
103
43
10
10
309
0,53
Inoccupati
2
5
16
11
32
41
5
0
14
12
1
5
66
77
22
34
343
0,59
CITTADINANAZA NON ITALIANA
Disoccupat
i
105
148
180
318
820
1615
81
104
315
498
65
100
1101
2184
356
696
8686
14,96
Occupati
Senza
contratto
Occupati e
Occupati a
termine
24
8
7
3
35
26
2
2
15
12
10
2
32
31
10
11
230
0,39
Inoccupati
Disoccupat
i
Inoccupati
Disoccupat
i
F
103
60
M 101
24
Maenza
3.173
F
274
119
M 175
66
Priverno
14.317 F
1061
626
M 798
267
Prossedi
1.256
F
92
36
M 73
31
Roccagorga 4.763
F
308
249
M 247
87
Roccasecca 1.173
F
75
60
dei Volsci
M 56
21
Sezze
24.436 F
1698
1207
M 1468
476
Sonnino *
7.258
F
611
209
M 490
136
Totale
58.038 tot 7630
3674
% 13,14
6,33
Fonte:Centri Per l’Iimpiego di Sezze e Latina
PERSONE CON DISABILITÀ
Occupati e
Occupati a
termine
1.662
TOTALE ISCRITTI E OCCUPATI
Occupati
Senza
contratto
Bassiano
Genere
ISCRITTI AL CENTRO PER L’IMPIEGO DI SEZZE(LATINA)
Residenti
COMUNI
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
1
3
0,005
4
7
7
15
29
110
3
3
11
32
2
3
93
334
14
31
698
1,2
Tot
303
319
637
636
2.817
2.087
232
221
1.012
991
223
201
4.695
5.096
1.270
1.480
23.224
%
18,23
19,19
20,07
20,04
19,67
14,57
18,47
17,59
21.24
20,8
19,01
17,13
19,21
20,85
17,49
20,39
40,01
1.d Agenzie formative
Nel distretto Monti Lepini le istituzioni scolastiche primarie e secondarie di primo grado sono
presenti in tutti i Comuni, mentre gli istituti scolastici superiori sono presente nei due comuni più
grandi di Priverno e Sezze.
Pertanto nella scuola superiore si assiste a un rilevante pendolarismo degli alunni sia interno
che esterno al distretto.
Inoltre nel Comune di Priverno è presente l’Istituto d’Arte, al quale si iscrivono studenti
provenienti da altri distretti, in quanto è l’unico con tale indirizzo presente sul territorio provinciale.
Di seguito si riportano la rappresentazione dell’offerta formativa presente in ogni comune del
distretto secondo i dati forniti dagli assessorati alla pubblica istruzione relativo all’anno scolastico
2011.
COMUNE DI PROSSEDI (anno scolastico 2010)
PROSSEDI
Tot. Iscritti Tot. disabili % Tot. Immigrati %
0,32
0,32
Comune di Prossedi Scuola d'infanzia
32
1
1
0,86
0,43
Comune di Prossedi Scuola Primaria
43
2
1
0,32
0,96
Comune di Prossedi Media Inferiore
32
1
3
Fonte: servizi sociali comunali
Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti : una scuola
dell’ infanzia, una scuola primaria ed una scuola media inferiore tutte raccolte in un unico plesso
scolastico ad esclusione dell’ asilo nido e delle scuole medie superiori.
E’ da notare il basso dato della presenza sia degli immigrati che dei disabili nei predetti istituti.
I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.1 sotto riportato:
Grafico n. 1
Tot.Iscritti
43
45
Tot.Disabili
40
35
32
Tot.Immigrati
32
30
25
20
15
10
5
1
1
2
3
1
1
0
INFANZIA
PRIMARIA
MEDIA INF.
15
COMUNE DI ROCCAGORGA (anno scolastico 2010)
ROCCAGORGA
Tot.
Tot.
Iscritti
disabili
Comprensivo Roccagorga Scuola d'infanzia
117
8
Comprensivo Roccagorga Scuola Primaria
225
7
Comprensivo Roccagorga Media Inferiore
135
18
%
6,83
3,11
13,33
Tot.
Immigrati
14
22
13
%
11,96
9,77
9,62
Fonte: servizi sociali comunali
Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti: una scuola
dell’ infanzia, una scuola primaria ed una scuola media inferiore ad esclusione delle scuole medie
superiori.
Oltre alle scuole elencate è presente sul territorio anche un asilo nido privato convenzionato con
il comune che può ospitare un totale di 28.
Rispetto al numero totale degli iscritti sull’ intero plesso scolastico si evidenzia una percentuale
più alta degli alunni con disabilità certificata nelle scuole medie inferiori.
La percentuale degli stranieri presenti nelle scuole di ogni ordine è abbastanza omogenea anche
se il valore numerico più alto è rappresentato nella scuola primaria (22 unità ).
I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.2 sotto riportato:
Grafico n.2
250
Tot iscritti
Tot. Disabili
Tot Immigrati
225
200
135
150
117
100
50
8
14
7
22
18
13
0
INFANZIA
PRIMARIA
MEDIA INF.
16
COMUNE DI ROCCASECCA DEI VOLSCI (anno scolastico 2010)
ROCCASECCA DEI VOLSCI
Tot. Iscritti Tot. disabili % Tot. Immigrati %
0,00
0,00
Comune di Roccasecca Scuola d'infanzia
31
0
0
3,50
8,77
Comune di Roccasecca Scuola Primaria
57
2
5
3,57
3,57
Comune di Roccasecca Media Inferiore
28
1
1
Fonte: servizi sociali comunali
Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti: una scuola
dell’ infanzia, una scuola primaria ed una scuola media inferiore tutte raccolte in un unico plesso
scolastico ad esclusione dell’ asilo nido e delle scuole medie superiori.
I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.3 sotto riportato:
Grafico n.3
Tot iscritti
60
57
Tot. Disabili
Tot Immigrati
50
40
31
28
30
20
10
0
0
2
5
1
1
0
INFANZIA
PRIMARIA
MEDIA INF.
17
COMUNE DI SONNINO (anno scolastico 2010)
SONNINO
Tot. Iscritti Tot. disabili % Tot. Immigrati %
1,66
5,05
Comune di Sonnino Scuola d'infanzia
178
3
9
5,09
4,45
Comune di Sonnino Scuola Primaria
314
16
14
7,00
5,73
Comune di Sonnino Media Inferiore
157
11
9
Fonte: servizi sociali comunali
Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti: una scuola
dell’infanzia, una scuola primaria ed una scuola media inferiore ad esclusione dell’ asilo nido e
delle scuole medie superiori.
E’ da sottolineare che il pendolarismo degli studenti inizia già dalle scuole medie inferiori:
infatti il Comune di Sonnino comprende sia la parte montana del Centro Storico, sia la parte
periferica collinare e di pianura. La parte pianeggiante insiste molto sulle strutture scolastiche di
Terracina, visto che le scuole medie inferiori sono presenti solo nel Centro Storico.
Rispetto al numero totale degli iscritti sull’ intero plesso scolastico si evidenzia una percentuale
più alta degli alunni con disabilità certificata sia nella scuola media inferiore con una percentuale
pari al 5,9% e nella scuola primaria con il 7%
Da evidenziare anche la presenza degli immigrati nella scuola primaria e nella scuola media
inferiore.
I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.4 sotto riportato:
Grafico n.4
350
Tot. Iscritti
Tot. Disabili
Tot. Immigrati
316
300
250
200
178
157
150
100
50
0
3 9
INFANZIA
16 14
11 9
PRIMARIA MEDIA INF.
18
COMUNE DI MAENZA (anno scolastico 2010)
MAENZA
Tot. Iscritti Tot. disabili % Tot. Immigrati %
0,00
10,25
Comprensivo Maenza Scuola d'infanzia
78
0
8
3,70
5,92
Comprensivo Maenza Scuola Primaria
135
5
8
3,94
3,94
Comprensivo Maenza Media Inferiore
76
3
3
Fonte: servizi sociali comunali
Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti: una scuola
dell’ infanzia, una scuola primarie ed una scuola media inferiore ad esclusione dell’ asilo nido e
delle scuole medie superiori.
Rispetto al numero totale degli iscritti sull’ intero plesso scolastico si evidenzia una percentuale
abbastanza alta degli alunni immigrati nelle scuole dell’infanzia rispetto al totale degli iscritti con
una percentuale del 10.25%.
La presenza degli alunni disabili certificati è quasi inesistente con una percentuale che varia dallo
0% allo 3,94%.
I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.5 sotto riportato:
Grafico n.5
Tot iscritti
Tot. Disabili
135
140
Tot Immigrati
120
100
78
76
80
60
40
20
8
0
5
8
3
3
0
INFANZIA
PRIMARIA
19
MEDIA INF.
COMUNE DI BASSIANO (anno scolastico 2010)
Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti : una scuola
dell’infanzia, una scuola primarie ed una scuola media inferiore tutte raccolte in un unico plesso
scolastico “Valerio Flacco” ad esclusione dell asilo nido e delle scuole medie superiori.
Rispetto al numero totale degli iscritti sull’ intero plesso scolastico si evidenzia per quest’anno
scolastico la mancanza sia degli alunni disabili che degli alunni immigrati.
I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.6 sotto riportato:
Grafico n.6
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
50
Tot iscritti
Tot. Disabili
Tot Immigrati
31
30
0
0
INFANZIA
0
0
0
PRIMARIA
0
MEDIA INF.
20
COMUNE DI PRIVERNO (anno scolastico 2010)
Comunale “Il Sogno”
Comp.vo "San T. D'Aquino"
Comp.vo "Don A. Santoro"
Comp.vo "San T. D'Aquino"
Comp.vo "Don A. Santoro"
Comp.vo "San T. D'Aquino"
Istituto "T. Rossi"
Asilo Nido
Tot. Nido
Scuola d'infanzia
Scuola d'infanzia
Tot. Infanzia
Scuola Primaria
Scuola Primaria
Tot. Primaria
Media Inferiore
Media Superiore
Tot. Iscritti
30
30
199
270
469
230
452
682
415
Tot. disabili
0
0
3
6
9
19
18
37
20
615
21
% Tot. Immigrati
%
0
0
0
0
0
0
0,01
5
9,90
2,22
37
13,70
1,91
42
8,95
4,40
7
16,10
3,98
43
9,51
5,42
50
7,33
8,30
31
12,80
3,41
2,76
17
Fonte: Servizio Sociale Comunale; Comp.vo "San T. D'Aquino; Istituto "T. Rossi; Comp.vo "Don A. Santoro".
Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti tutte le
scuole di ogni ordine, dall’asilo nido comunale alle scuole medie superiori.
L’asilo nido comunale accoglie ogni anno n. 30 totali di minori con una lista di attesa,nell’ a.s.
2010 di n. 20 unità. Inoltre è presente un asilo nido privato con una disponibilità di 15 posti, ed un
altro comunale è in procinto di essere aperto.
Sono infatti presenti un Istituto agrario, un Istituto d’ Arte, un Liceo Scientifico ed un Istituto
Tecnico. La presenza di numerose scuole medie superiori fa sì che il pendolarismo decresca molto
rispetto ai paesi limitrofi sprovvisti di tali Istituti Superiori.
I minori disabili inseriti nelle scuole indicate in tabella sono di numero contenuto, nella scuola
dell’ infanzia e nella scuola primaria. E’ da sottolineare che l’ incidenza maggiore degli studenti
disabili (8,30%)si riflette sulle scuole medie inferiori rispetto al numero totale degli iscritti.
E’ rilevante il numero dei minori immigrati nelle scuole di ogni ordine: il 8,95% nella scuola
dell’ infanzia, il 7,33% nella scuola primaria ed il 12,80% nelle scuole medie inferiori.
I dati inseriti in tabella sono esemplificati nel grafico n.7 sotto riportato:
Grafico n.7
Tot iscritti
682
700
Tot. Disabili
615
600
500
Tot Immigrati
469
415
400
300
200
100
9 42
37 50
20 31
21 17
0
INFANZIA
PRIMARIA
MEDIA INF.
21
MEDIA SUP.
COMUNE DI SEZZE (anno scolastico 2010)
Piagge Marine 8
Scuola d'infanzia
Piagge Marine 12
Scuola d'infanzia
Comp.vo Sezze/Bassiano
Scuola d'infanzia
Circ. Did. Sezze Crocevecchia Scuola d'infanzia
Scuola d'infanzia
Circ. Did.Crocemoschitto
Circ. Did.Foresta
Scuola d'infanzia
Circ. Did.Colli
Scuola d'infanzia
Comp.vo "Flacco" Ceriara
Scuola d'infanzia
Comp.vo "Flacco" Sezze scalo Scuola d'infanzia
Scuola d'infanzia
Bambin Gesù
Tot. Infanzia
Piagge Marine 8
Scuola Primaria
Comp.vo Sezze/Bassiano
Scuola Primaria
Circ. Did. Melogrosso
Scuola Primaria
Circ. Did. Crocevecchia
Scuola Primaria
Comp.vo "Flacco" Ceriara
Scuola Primaria
Comp.vo "Flacco" Sezze scalo Scuola Primaria
Scuola Primaria
Bambin Gesù
Tot. Primaria
"Caio Titinio De Magistris"
Media inferiore
Comp.vo "Flacco" Sezze scalo Media inferiore
Tot. Media Inf.
ITC
Media Superiore
Liceo Scienze Sociali
Media Superiore
Liceo Classico
Media Superiore
Media Superiore
Liceo Scientifico
Tot. Media Sup.
Tot. Iscritti Tot. disabili
77
5
103
29
54
70
4
52
44
66
0
131
0
60
0
686
9
279
31
60
270
20
141
95
0
183
0
139
0
1167
51
521
33
212
5
733
38
155
7
156
9
60
3
194
0
565
19
% Tot. Immigrati
%
2,5
69
35
1,8
20
8,85
0
0
0
1,3
0
0
0
89
0
0
0
13
7,5
19
4,57
5,9
122
37
0
0
0
4,4
6,5
12
5,2
4,5
5,8
5
0
3,4
0
0
0
141
80
7
87
21
10
3
3
37
0
0
0
12,1
15,8
19
11,9
13,5
6,41
5
0
6,54
Come da tabella riportata si può notare che nel comune di riferimento sono presenti tutte le
scuole di ogni ordine.
Sono operanti n. 2 nidi privati, di cui una nella zona di Sezze Scalo, con la possibilità di
inserire n. 20 minori ed una nella frazione Zoccolanti, con la possibilità di inserimento di n. 16
minori.
Gli studenti delle scuole medie superiori possono usufruire di varie tipologie di indirizzi. Sono
infatti presenti un ITC, un Liceo per le Scienze Sociali, un Liceo Classico ed uno Scientifico.
22
La presenza di numerose scuole medie superiori fa sì che il pendolarismo decresca molto rispetto
ai paesi limitrofi sprovvisti di tali Istituti Superiori.
E’ rilevante il numero dei minori immigrati soprattutto nelle scuole dell’infanzia con il 13% di
presenza.
Grafico 8
Tot iscritti
3000
Tot. Disabili
2623
2500
Tot Immigrati
2000
1576
1513
1500
1180
1000
500
30
163
120 92
92 147
48 54
0
INFANZIA
PRIMARIA
MEDIA INF.
23
MEDIA SUP.
DISTRETTO MONTI LEPINI
Scuola dell’Infanzia
Scuola Primaria
Scuola Media inferiore
Scuola Media superiore
Totale iscritti
1513
2623
1576
1180
Totale disabili
30
120
92
48
Totale immigrati
163
92
147
54
Dall’ analisi completa dei grafici emerge che le uniche realtà in cui sono presenti tutte le scuole
di ogni ordine sono Sezze e Priverno. Tutti gli altri paesi sono sprovvisti di scuole medie superiori
per cui il fenomeno del pendolarismo è molto presente.
Inoltre, la situazione di Sonnino è particolare tanto è vero che molti studenti della zona
periferica si spostano verso la città di Terracina la quale geograficamente è sita nelle vicinanze.
Per tale motivazione già nella scuola media inferiore gli studenti utilizzano il mezzo pubblico
per recarsi nelle strutture scolastiche di Terracina.
Il dato della disabilità e dell’ immigrazione è diversificato a seconda del Comune e dell’ordine
scolastico preso in considerazione.
Grafico 9a
Tot iscritti
2500
2213
Tot. Disabili
2000
1500
Tot ImmigratI
1392
1328
1180
1000
500
163
30
241
120
92147
40 54
0
INFANZIA
PRIMARIA
MEDIA INF.
24
MEDIA SUP.
2 . DESCRIZIONE DEL TERRITORIO DAL PUNTO DI VISTA DEMOGRAFICO
Dal punto di vista demografico i Comuni della fascia collinare sono di piccole dimensioni, i più
grandi sono quelli di Sezze e Priverno, seguiti da Sonnino, Roccagorga e così via.
Negli ultimi cinque anni vi è stata una crescita della popolazione residente che ha interessato in
modo particolare i comuni più grandi, Sezze e Priverno, è da evidenziare, per quanto riguarda gli
altri comuni, un decremento della popolazione dei comun i di Maenza, Bassiano, Prossedi e
Roccasecca dei Volsci, come si può notare dai grafici sottostanti (dati ISTAT).
Anno
Residenti Bassiano
Variazione
2006
1.639
-1,3%
2007
1.625
-0,9%
2008
1.654
1,8%
2009
1.662
0,5%
2010
1.651
-0,7%
Anno
Residenti Maenza
Variazione
2006
3.044
-0,1%
2007
3.089
1,5%
2008
3.130
1,3%
2009
3.173
1,4%
2010
3.169
-0,1%
Anno
Residenti Priverno
Variazione
2006
13.817
0,4%
2007
14.093
2,0%
2008
14.260
1,2%
2009
14.317
0,4%
2010
14.369
0,4%
Anno
Residenti Prossedi
Variazione
2006
1.241
-1,3%
2007
1.258
1,4%
2008
1.274
1,3%
2009
1.256
-1,4%
2010
1.238
-1,4%
25
Anno
Residenti Roccagorga
Variazione
2006
4.447
-0,6%
2007
4.683
5,3%
2008
4.689
0,1%
2009
4.763
1,6%
2010
4.766
0,1%
Anno
Residenti Roccasecca dei Volsci
Variazione
2006
1.177
-0,8%
2007
1.171
-0,5%
2008
1.181
0,9%
2009
1.173
-0,7%
2010
1.144
-2,5%
Anno
Residenti Sezze
Variazione
2006
22.971
0,2%
2007
23.852
3,8%
2008
24.279
1,8%
2009
24.546
1,1%
2010
24.790
1,0%
Anno
Residenti Sonnino
2006
7.122
0,8%
2007
7.143
0,3%
2008
7.221
1,1%
2009
7.258
0,5%
2010
7.267
0,1%
26
Variazione
Nella tabella riportata di seguito è chiaramente visibile la presenza significativa di
popolazione minorile nei comuni con maggior numero di abitanti, mentre in quelli più
piccoli si evidenzia una presenza maggiore di anziani.
DISTRETTO
Lepini
Bassiano
Maenza
Priverno
Prossedi
Roccagorga
Roccasecca
dei Volsci
Sezze
Sonnino
Totale
(Fonte ISTAT)
Popolazione
>65 anni
TOT
M
F
M+
F
Monti
160
213
373
229
315
544
1.189 1.492 2.681
128 178 306
427 502 929
129
141
270
Popolazione
0-14
TOT
M
F
M+
F
Indice di
Vecchiaia
TOT %
M
F
TOT
M+F
108 92
200
248 347 595
1.012 985 1.997
76
71
147
337 317 654
186,5
138,1
134,3
208,2
142
177,6
552
1.103
4.756
421
1.599
537
1.044
4.883
382
1.581
1.089
2.147
9.639
803
3.180
366
385
751
120,4
8.520 8.240 16.760
74
78
152
1.922 2.331 4.253 1.817 1.716 3.533
695
824 1.519 491
48790 5996
9468
Popolazione
15-64
468
959
158,4
2.438 2.342 4.780
4163 4074
8237
2741,76
19755 19394 39149
L’indice di vecchiaia è il rapporto di composizione tra la popolazione anziana (65 anni
e oltre) e popolazione più giovane (0-14 anni).
Esso, rappresenta un indicatore dinamico che stima il grado di invecchiamento di una
popolazione; valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani
rispetto ai giovanissimi; viene considerato un indicatore di invecchiamento “grossolano”
poiché nell’invecchiamento di una popolazione si ha generalmente un aumento del numero
di anziani e contemporaneamente una diminuzione del numero dei soggetti più giovani
cosicché il numeratore e il denominatore variano in senso opposto, esaltandone l’effetto.
250
Indice di vecchiaia
208,2
200
186,5
177,6
138,1
150
134,3
158,4
142
120,4
100
50
0
Ba
i
ss
o
an
n
ae
M
za
a
o
ci
di
rg
rn
ls
se
o
e
o
s
V
iv
o
ag
Pr
d.
Pr
cc
a
o
c
R
c
se
a
cc
Ro
z
Se
ze
o
in
n
n
So
Dal grafico si evince che l’indice di vecchiaia più alto appartiene al Comune di Prossedi
con una percentuale del 208,2 mentre si nota che il Comune di Sezze ha un indice di
vecchiaia inferiore rispetto alla media di tutti gli altri comuni.
27
3. QUADRO TERRITORIALE DEI BISOGNI (specificare i disagi più acuti e gli
squilibri nelle varie zone del distretto e, successivamente, articolare i bisogni per
macroaree. per ogni tipologia di disagio indicare l’utenza potenziale e l’utenza effettiva).
Nel territorio del distretto si registra in tutti i Comuni la necessità di rafforzare il sistema
di protezione sociale delle fasce più deboli della popolazione quali famiglie
multiproblematiche con minori, anziani e soggetti con problematiche di tipo sanitario in
particolar modo quelle psichiatriche e gravemente invalidanti.
Si registra inoltre in generale una recente qualità della vita non elevata in termini di
occasioni e opportunità di tipo sociale, culturale e ricreative , sia per i gli adolescenti e i
giovani che per i più piccoli che risiedono in campagna o nelle zone periferiche come i
quartieri di case popolari, caratterizzati dalla carenza o mancanza di luoghi di incontro e di
servizi.
Lo spopolamento dei centri storici, e il conseguente trasferimento delle famiglie in
nuove zone residenziali sorte per lo più in campagna, ha determinato dei cambiamenti in
termini di relazione nella comunità con conseguente impoverimento della rete tradizionale di
solidarietà.
Le famiglie sono diventate economicamente più povere soprattutto quelle monoreddito
dove il capo famiglia svolge lavori precari o poveri e spesso senza alcuna tutela dei diritti
dei lavoratori (contributi previdenziali, malattia ecc); inoltre anche le famiglie con reddito
sicuro a causa del caro vita e di dover dare delle priorità di spesa hanno più difficoltà nella
gestione quotidiana dei propri figli in termini di opportunità ricreative o di custodia e
assistenza degli anziani o disabili.
Sempre più evidente è il divario economico tra le famiglie in termini di possibilità e
opportunità di vita.
A tale proposito è utile riportare alcuni dati emersi a seguito di una breve indagine tra i
servizi sociali dei Comuni del Distretto, prendendo a parametro alcuni indicatori di disagio
familiare di tipo economico
INDICATORI DISAGIO FAMILIARE al 2010
Numero beneficiari contributi
contributo contributo
mensa scol. nuclei numerosi
libri di
Borse di
Gratuita
testo
studio
Bassiano
21
21
10
5
Maenza
58
109
28
18
Priverno
206
251
5
59
Prossedi
19
24
0
2
Roccagorga
56
31
24
13
Roccasecca
21
26
13
4
Sezze
254
171
0
80
Sonnino
256
196
5
28
TOTALE
891
829
85
209
( fonte: servizi sociali comuni distretto monti lepini)
28
maternità
totale
9
35
51
2
23
3
82
17
222
66
248
572
47
147
67
587
502
2236
Nella tabella riportata emerge un numero significativo di famiglie che accedono a
prestazioni previste dalle normative nazionali, regionali o da regolamenti comunali, per
sostenere le spese, inerenti il mantenimento dei figli a scuola.
A tale dato va poi sommato quello relativo a interventi di natura prettamente
assistenziale con erogazione di assistenza economica nelle varie forme (contributi
economici, buoni spesa, buoni mensa) fatta direttamente dai Comuni e a volte affiancate
anche da interventi di associazioni di volontariato.
I cittadini che richiedono aiuto economico presentano in genere condizioni di difficoltà
multifattoriali, spesso concausa una dell’altra: mancanza di lavoro stabile, malattia cronica,
pregiudicati con difficoltà di reinserimento, crisi e disgregazione del nucleo famigliare,
anziani con pensione insufficiente, carenza di alloggio, tossicodipendenze, disturbi psichici,
emarginazione sociale.
Le caratteristiche peculiari rilevate sono una scarsa o inesistente scolarità, formazione
professionale non specializzata, familiarità con percorsi assistenziali, minori a carico.
Le politiche comunali di contrasto alla povertà, in genere, nell’ambito del distretto, sono
carenti e sicuramente insufficienti e non mirate ad assicurare un reddito minimo
d’inserimento o percorsi di recupero e di reinserimento sociale, formativo e lavorativo.
Risultano, inoltre, ancora disomogenei sia i criteri di valutazione della povertà sia gli
interventi assistenziali, creando, in tal modo, una diversificazione notevole tra i comuni, e
quindi degli stessi diritti dei cittadini che, secondo la propria residenza, vedono riconoscersi,
o meno, determinati benefici.
I bisogni sono espressi sia dai cittadini italiani che dagli extra comunitari che negli
ultimi anni, a causa di un minor costo delle abitazioni si sono spostati dalle zone di pianura
nei Comuni del distretto, in particolar modo in quelli più grandi, creando delle nuove
emergenze sociali.
Nel caso dei cittadini extracomunitarie va specificato che le richieste avanzate sono
soprattutto legate al sostegno economico rivolto al nucleo familiare, in quanto il reddito
percepito risulta inadeguato alle necessità che emergono nell’inserimento dei figli nelle varie
agenzie socio-educative.
Sono presenti inoltre, tra questi cittadini, problematiche determinate da condotte devianti
(alcolismo, tossicodipendenza, piccola criminalità) e difficoltà di vita e di relazioni a causa
di una rete di rapporti parentali interrotta o precaria.
Per ciò che concerne la criminalità nel nostro distretto va posta l’attenzione sulla
problematica dello spaccio di sostanze stupefacenti che riguarda soprattutto i Comuni di
Sezze e Priverno che si pongono in tal senso “a servizio” del territorio provinciale.
Inoltre vanno segnalati altri fenomeni di microcriminalità furti e reati minori. La
particolare collocazione geografica della Provincia di Latina, compressa a nord
dall’immensa periferia romana, ed a sud dalla Campania, favorisce raid mirati della
delinquenza romana e napoletana con il diffondersi di dinamiche criminali specifiche di
queste realtà. Allarmante appare anche il fenomeno dell’usura e dello strozzinaggio.
Nei comuni dove vi è stata una crescita della popolazione, non si è riusciti a realizzare
un sufficiente rafforzamento delle strutture sociali e dei servizi alla persona; nei centri con
29
minore popolazione, anche se si riscontra un debole sistema di protezione sociale, grazie
all’avvio delle progettualità del Piano di zona si è strutturato un servizio sociale
professionale.
A ciò va aggiunto che i servizi sanitari territoriali sono in corso di riorganizzazione per
cui non sempre le risposte fornite sono adeguate a soddisfare completamente i bisogni della
popolazione. Va evidenziato come elemento di problematicità per alcuni dei servizi sanitari
la limitatezza delle risorse umane e strumentali che determina ripercussioni a livello
organizzativo e di erogazione degli stessi.
La maggior parte dei servizi sanitari sono presenti nei due comuni più grandi e ad essi
fanno riferimento le popolazioni degli altri Centri. Per una maggiore efficienza ed efficacia
degli stessi occorre, quindi, sostenere la fruizione da parte dei cittadini anche attraverso una
sempre più adeguata rete di trasporti.
Altri bisogni rilevati nel territorio, che confermano in parte la rilevazione effettuata nei
precedenti piani di zona dal terzo settore, sono:
scarsa presenza di strutture di residenza per anziani non autosufficenti con lunghe liste
d’attesa e disagi per gli utenti ed i loro familiari nell’impegno di cura ed assistenza , in
particolar modo si evidenzia l’assoluta assenza di R.S.A
mancato abbattimento delle barriere architettoniche e difficoltà di trasporto per i soggetti
svantaggiati ( disabili ed anziani),
insufficiente offerta di servizi di assistenza e di supporto alle famiglie con patologie
psichiatriche;
difficoltà e lunghi tempi d’attesa per alcuni accertamenti diagnostici;
carenza di alcune figure professionali nei servizi di preparazione e di sostegno alla
genitorialità;
mancanza di programmi di intervento idonei per i disabili, del tipo “Dopo di noi”, che si
occupino degli stessi, nei casi di incapacità temporanea o permanente e/o di morte dei
genitori o dei parenti che li assistono;
insufficienza delle politiche sociali e d’intervento che favoriscano e promuovano
l’aggregazione giovanile;
inadeguatezza di specifiche politiche sociali per gli immigrati extracomunitari
Bisogni più specifici sono stati rappresentati infine in merito alla realtà dei pazienti
oncologici terminali e ai malati HIV
esigenza di adeguati e funzionali modalità di trasporto per i pazienti non deambulanti;
mancanza in Provincia di spazi di ricovero per i malati terminali (Hospice)
In particolare per i malati di Alzaimer si riscontrano problematiche in merito:
centro diurno distrettuale
assistenza domiciliare integrata
30
3.a. Area Minori e famiglia
Nel territorio del Distretto si sono attivati grazie ai progetti del piano di zona degli
interventi di tutela e sostegno ai minori e alla famiglia.
Per ciò che concerne il disagio minorile si è proceduto ad una rilevazione di dati
quantitativi presso tutti i servizi sociali comunali su alcuni indicatori di disagio
precedentemente condivisi.
Dall’analisi dei dati pervenuti emerge che 122 minori sono in carico ai servizi sociali per
disagi conclamati in quanto in condizioni ambientali e/o familiari che hanno determinato la
necessità di indagini per il Tribunale dei minorenni, l’affidamento di tutela ai servizi,
l’allontanamento dal contesto familiare, l’evasione scolastica etc.
INDICATORI DI DISAGIO MINORILE AL 31/12/2010
numero beneficiari
Bassiano
Maenza
Priverno
Prossedi
Roccagorga
Roccasecca
Sezze
Sonnino
TOTALE
Indagini
tribunali
Indagini
penali
Evasioni
scolastiche
1
0
12
0
0
2
21
5
41
0
0
2
0
0
0
1
0
3
2
0
4
0
2
0
5
3
16
Istituz.ni Abbandono
Minori
0
0
4
0
0
0
4
6
14
0
0
1
0
0
0
0
1
2
Affidamenti
familiari
0
0
5
0
0
3
6
0
14
Tutele TOTALE
2
0
0
0
0
1
3
1
7
(fonte: servizi sociali comuni distretto Monti Lepini)
Si registra una crescita delle situazioni che si caratterizzano per una marcata incapacità
genitoriale, sia nello svolgimento di compiti primari, che di quelli educativi, accompagnata
in alcune situazioni anche da episodi di maltrattamento sia fisico che psicologico.
Tra le maggiori cause del disagio adolescenziale va segnalata la tendenza
all’abbassamento dell’età di inizio dell’uso di sostanze stupefacenti (nuove droghe), nonché
all’abuso di alcolici quale modalità relazionale.
In tutti i comuni del distretto è in aumento il fenomeno del bullismo e del vandalismo
che impegnano grandemente gli operatori sociali e della scuola.
Per quello che concerne i reati commessi dai minori il nostro distretto ha per fortuna una
casistica limitata e presente nei comuni più grandi.
Su tutto il territorio sono in aumento le famiglie fragili, con scarse reti parentali che
necessitano di interventi e di azioni di sostegno nella gestione dell’espletamento quotidiano
dell’attività genitoriali.
In particolare i nuclei monogenitoriali si trovano a dover affrontare in evidente stato di
disagio e fragilità, un notevole carico di problemi inerenti l’educazione dei figli, la gestione
e l’organizzazione famigliare.
31
5
0
28
0
2
6
40
16
97
Di contro i servizi Socio educativi di sostegno alle famiglie, pur sono in numero ridotto e
non sempre presenti su tutti i territori comunali, con particolare riferimento ai servizi per la
prima infanzia, tempo prolungato o tempo pieno nella scuola primaria ecc.
Nei comuni più grandi del distretto Sezze e Priverno negli ultimi anni si è assistito ad un
cospicui flusso di immigrazione interna che ragione del costo ridotto degli alloggi e dalla
presenza dell’arteria ferroviaria, determinando un l’aumento demografico in alcune zone
periferiche a cui non né corrisposta un’adeguata rete di servizi a sostegno dei bisogni della
famiglia.
Sempre più spesso le istituzioni scolastiche lamentano l’aumento di minori con difficoltà
comportamentali, che appartengono a “famiglie normali” ma che esprimono un forte disagio
nello svolgimento nel ruolo genitoriale, soprattutto in presenza di figli adolescenti.
La condizione di disagio familiare si caratterizza nella maggior parte dei casi in una
discontinuità nella frequenza scolastica nella scuola primaria e secondaria di I grado, mentre
l’abbandono si manifesta nel biennio della scuola media superiore.
Tra le progettualità attivate per sostenere le famiglie fragili vi è servizio di Assistenza
Domiciliare Educativa, previsto dal Piano di Zona del distretto monti Lepini e attivo dal
giugno 2007.
Il servizio è inteso quale risposta/strumento da utilizzare per sostenere le famiglie
multiproblematiche nel loro ruolo educativo, al fine di evitare l’allontanamento dei minori e
garantire il loro diritto di crescere nel proprio nucleo familiare. Di seguito vengono riportati
i dati relativi a tale progettualità su tutto il Distretto dei Monti Lepini.
Tabella riassuntiva Assistenza Domiciliare Educativa per minori
del Distretto Monti Lepini
DISTRETTO
MONTI LEPINI
Bassiano
Maenza
Priverno
Prossedi
Roccagorga
Roccasecca dei Volsci
Sezze
Sonnino
Servizio
ADE
Ore annue
Servizio
ADE
Utenti
276
322
690
276
368
276
966
306
3
4
5
3
2
2
8
3
Altra emergenza è quella legata agli interventi residenziali rivolti ai minori; molto è stato
fatto sul versante della risposta a questo bisogno, si rilevano, però, ancora difficoltà per
quanto attiene l’attuazione di modalità diverse (es. affido familiare, ecc.) e le risorse
economiche da destinare.
32
3.b. Area Anziani
Nel distretto Monti Lepini il numero della popolazione anziana risulta essere rilevante in
riferimento alla popolazione totale, ponendo conseguentemente l’esigenza di prevedere un
adeguato sistema di protezione sociale.
DISTRETTO
MONTI LEPINI
Bassiano
Maenza
Priverno
Prossedi
Roccagorga
Roccasecca dei Volsci
Sezze
sonnino
Popolazione ultra65nne
su popolazione totale %
Popolazione ultra 80nne
su popolazione ultra65nne %
Popolazione ultra 80nne
su popolazione totale %
23,6
17,6
7,1
23,6
33,3
21,9
9,2
19,5
28,3
50,3
56,7
65,9
20,4
26,6
36,4
32,6
5,2
5,2
4
9,3
5,6
4,6
0,4
4,8
(fonte: uffici anagrafe dei comuni al 31.12.2010)
I bisogni degli anziani che risiedono nel Distretto riguardano principalmente l’area
dell’assistenza, della socializzazione.
Nel corso degli anni si è provveduto in quasi tutti i Comuni ad istituire servizi di
assistenza domiciliare, centri anziani e soggiorni estivi.
Nuovi bisogni si stanno comunque affermando come ad es. il servizio mensa – pasto a
domicilio, inserimenti in case di riposo e in R.S.A a causa dell’impoverimento della rete di
solidarietà parentale.
Inoltre l’allungamento della vita e la possibilità di vivere in presenza di patologie
estremamente invalidanti ha fatto emergere bisogni di interventi socio-sanitari integrati.
Dal punto di vista economico aumentano le richieste di aiuto in tal senso, è da
considerare che ci si trova in un’area dove la maggioranza degli anziani percepiscono
pensioni integrate al minimo.
Quindi, la profonda modificazione intervenuta nella struttura della popolazione e
l’aumento dell’incidenza degli anziani sulla popolazione complessiva impongono una
periodica riflessione sulle politiche sociali e sugli interventi in atto, per aprire un confronto e
un dibattito sull’individuazione e progettazione di modelli assistenziali soddisfacenti e
funzionali ai nuovi bisogni rilevati o da rilevarsi.
E’ ormai consolidato e largamente diffuso il principio della “strategia di rete” atta a
favorire la circolarità di comunicazione e di utilizzo di strutture e servizi rispondenti alle
necessità dell’utenza anziana, ma nel nostro Distretto non è ancora stata realizzata
compiutamente la “rete di servizi”, difatti alcuni nodi risultano ancora mancanti o
insufficienti.
Condividiamo la tendenza in atto a privilegiare la definizione di percorsi assistenziali
alternativi al ricovero in ospedale o in istituto, volti a mantenere l’anziano nell’ambito
33
abitativo e sociale di riferimento, ma è altrettanto vero che nel nostro Distretto vi è una
carenza di strutture di lungo degenza e di riabilitazione per anziani non autosufficienti.
Si colgono, invece, elementi di criticità nelle forme di assistenza domiciliare sia
ordinaria sia integrata: queste richiedono un’attenta revisione per quanto riguarda
l’organizzazione dei servizi, la rispondenza dell’offerta alla domanda, la qualità delle
prestazioni.
3.c. Area Disabili
L’impegno propositivo e il costante stimolo delle Associazioni di settore nei confronti
delle istituzioni hanno sviluppato nel corso degli anni una rinnovata consapevolezza di
compartecipazione a scelte e a progetti che riguardano il presente e il futuro dei soggetti
disabili, alquanto differenziati per tipologia e livello di disabilità.
Occorre potenziare forme d’assistenza domiciliare a favore di disabili non
autosufficienti, attivare forme di sostegno alla famiglia con interventi integrati, proprio per
evitare il ricorso all’istituzionalizzazione.
Inoltre, si evidenzia ancora la necessità di dover soddisfare bisogni di tipo assistenziale,
ricreativo e formativo, nonché di inserimento lavorativo.
Emerge una notevole richiesta da parte delle istituzioni scolastico di un ampliamento
dell’assistenza scolastica di base di fronte ad una costante diminuzione delle ore di sostegno.
Si è rilevata inoltre emerge una richiesta di maggiori interventi socio-sanitari integrati
nei confronti dei disabili (psichici, fisici, sensoriali, etc.) in età adulta.
Negli ultimi anni, anche nel nostro distretto le associazione dei familiari dei disabili
stanno sollecitando la realizzazione di interventi sul dopo di noi.
I servizi presenti risultano ancora non del tutto rispondenti ai bisogni espressi dalla parte
di popolazione disabile.
Gli stessi, infatti, risultano essere realizzati prevalentemente nei comuni più grandi, a
Priverno è stato vi è un centro diurno per disabili dall’anno 2003, mentre nei comuni di
Sezze e Sonnino sono stati istituiti nel 2009.
Le risorse per la realizzazione, la gestione e l’organizzazione dei centri sono a carico dei
comuni che li ospitano, con una minima quota residuale prevista dal Piano di Zona.
Attualmente, a seguito dei numerosi tagli a cui sono soggetti gli enti locali, si hanno
numerose difficoltà nell’organizzazione di tali strutture.
Inoltre la collocazione geografica dei comuni pone enormi problemi rispetto
all’abbattimento delle barriere architettoniche creando bisogni di fruibilità dei centri.
E’ da rilevare che poco viene ancora fatto rispetto al sostegno per il raggiungimento da
parte dell’utente della propria autonomia di vita in vista della perdita delle figure parentali di
riferimento pensando anche a servizi o a programmi mirati.
34
3.d. Area disagio ed esclusione sociale
Nel territorio del Distretto Monte Lepini il disagio e la conseguente esclusione sociale si
caratterizzano per la multifattorialità delle cause che lo determinano.
La promozione delle politiche attive del lavoro rientra tra le aree prioritarie individuate
per la redazione dei Piani di Zona.
Sul nostro territorio, questo significa progettare e realizzare politiche di rete in grado di
fornire risposte più efficaci in termine di orientamento, formazione ed accompagnamento al
lavoro, finalizzate sia all'inserimento/reinserimento socio-lavorativo delle fasce deboli che
all'inserimento/reinserimento nel sistema produttivo di inoccupati e disoccupati di lungo
periodo
.
Il rapporto con il lavoro è problematico, innanzitutto, per l'area dello svantaggio
conclamato, (handicap fisico e psichico, ex carcerati, ex tossicodipendenti ecc.): in questo
campo, è più che mai
necessaria l'integrazione tra servizi per l'impiego, servizi provinciali e regionali per le
politiche attive del lavoro, servizi sociali comunali e distrettuali, servizi sanitari territoriali,
privato sociale, volontariato e terzo settore, enti e agenzie di formazione a partire, per quanto
riguarda la disabilità, dalle nuove opportunità offerte dalla L. 68.
Accanto a quest'area, però, si evidenzia sempre più un'area di emarginazione sociale
formata da uno zoccolo duro di inoccupati /sottoccupati, non caratterizzati da specifiche
problematiche di svantaggio riconosciute, spesso provenienti da percorsi complessi di
abbandono scolastico e di precariato, che non riescono ad entrare stabilmente in un circuito
lavorativo e produttivo.
Per i giovani si evidenzia un aumento esponenziale dell'area del lavoro atipico, che
coinvolge soprattutto le funzioni impiegatizie e le professioni del terziario, anche avanzato,
mentre esistono ampie possibilità di collocazione lavorativa più stabile in aree di artigianato
e di piccola impresa, che non vengono però adeguatamente sfruttate, per scarsa
predisposizione dei giovani a rispondere ad offerte di lavoro manuale, affrontando nel
contempo gli opportuni percorsi formativi.
A queste problematiche, si aggiunge e si sovrappone un'area ai confini del disagio,
rappresentata da soggetti adulti strutturalmente deboli, che, spesso a causa di eventi
traumatici collocati nella propria storia personale, a volte accompagnati da forme depressive
e/o da lievi forme di disturbo mentale, hanno smarrito il filo della loro vita professionale e
della loro identità sociale, necessitando quindi di percorsi individualizzati di reinserimento.
Infine, sta prepotentemente emergendo la problematica di una migliore integrazione
anche lavorativa degli immigrati, che vanno a ricoprire ruoli e mansioni non più appetiti
dagli italiani, alimentando però, nella maggior parte dei casi, un mercato del lavoro parallelo
e sommerso, privo di garanzie e di tutela e non di rado fuori dalla legalità, non solo dal
punto di vista fiscale e tributario.
Situazioni di tossicodipendenza associata a piccola delinquenza legata allo spaccio o al
reperimento di quanto necessita per procurarsi la dose, situazioni di patologia psichiatrica,
che spesso determinano condizioni di emarginazione, la precarietà del lavoro, determinano
forme di disagio e di esclusione sociale.
35
Vengono rilevati con maggiore frequenza i bisogni riguardanti la riabilitazione e il
reinserimento sociale e lavorativo da parte di ex tossicodipendenti, malati psichiatrici ex
detenuti.
Un dato numerico significativo di questa fascia di disagio è quello riguardante coloro
che fanno uso di sostanze stupefacenti.
Dai dati in possesso del Sert. di Priverno risultano essere in carico numero 324 utenti
distribuiti sui vari comuni così come da tabella riportata:
Servizio SERT di Priverno
Attualmente sono in carico per la tossicodipendenza, 466 utenti distribuiti sui vari
comuni del distretto.
DISTRETTO MONTI LEPINI
Utenti Assistiti
Bassiano
Maenza
Priverno
Prossedi
Roccagorga
Roccasecca dei Volsci
Sezze
Sonnino
3
15
134
3
21
28
228
34
466
Per la dipendenza di alcol il Ser.T di Priverno segue 127 utenti suddivisi per comune
DISTRETTO MONTI LEPINI
Utenti Assistiti
Bassiano
Maenza
Priverno
Prossedi
Roccagorga
Roccasecca dei Volsci
Sezze
Sonnino
0
9
46
5
10
1
37
19
127
36
L'affluenza giornaliera per trattamenti terapeutici è di 190 utenti, suddivisi per tipologia di
intervento
DISTRETTO MONTI LEPINI
Utenti Assistiti
Trattamenti a metadone
Trattamenti con Subutex
Dosaggi di controllo
Comunità Terapeutica
Alcolisti
Tot.
58
69
25
13
25
190
M
54
67
22
12
20
F
4
2
3
1
5
175 15
Attualmente vengono trattati settimanalmente 46 utenti per interventi di sostegno
individuale e di gruppo
DISTRETTO MONTI LEPINI
Utenti seguiti con trattamenti individuali o di coppia familiari
Utenti che partecipano al gruppo di auto-aiuto con le famiglie
Utenti che partecipano al gruppo di doppia diagnosi
Utenti gruppo donne fragili
Utenti
Assistiti
24
0
13
9
dati al 31.12.2010
In riferimento alle persone dipendenti da sostanze psicotrope si è assistito negli ultimi
anni ad una diminuzione di soggetti dipendenti da eroina e di contro un aumento
esponenziale di casi di utilizzo di cocaina e di altre sostanze eccitanti.
Inoltre gli assuntori di eroina tendono a cronocizzarsi fruendo di trattamenti
farmacologici sostitutivi (metadone e subutex) per lungo periodo.
Il servizio Ser.t fornisce oltre che trattamento farmacologico, un sostegno psicologico,
trattamenti socio-riabilitativi e, in collaborazione con i Comuni, inserimenti lavorativi
protetti.
Nell’area del disagio dell’esclusione sociale si colloca la problematica della psichiatria,
che nel distretto Monti Lepini si può dividere in due grandi aree di intervento:
•
quella relativa a disturbi legati a stati ansiosi, disturbi fobici, ovvero disturbi non
invalidanti e di durata limitata, tali da consentire all’individuo una regolare vita
quotidiana.
• Quella di psichiatria maggiore che riguarda patologie gravemente invalidanti quali
schizofrenia, psicosi, disturbi di personalità, per i quali sono necessari interventi
prolungati costanti e coordinati con altri organismi sociali e sanitari del territorio.
Da una analisi condotta nel distretto sulla patologia psichiatrica si può evincere come
l’utenza ha subito una evoluzione caratterizzata da:
• Abbassamento dell’età di insorgenza ed aumento del livello culturale
• Compresenza di altre problematiche quali etilismo e tossicodipendenza
• Prolungamento della vita del paziente psichiatrico
• Maggiore presenza di utenti sposati con figli, talora minori
37
3.e. Area Immigrati
L’immigrazione è un fenomeno oramai consolidato nel Distretto Monti Lepini, pertanto
si deve tener conto dei “nuovi bisogni”, conseguenza dei processi di trasformazione sociale
non trascurabili che l’immigrazione comporta.
Città come Sezze e Priverno registrano una presenza di immigrati notevole, ma tale
fenomeno riguarda anche gli altri comuni.
L’aumento degli immigrati che risiedono nei comuni del distretto è motivata
principalmente dal minore costo degli alloggi rispetto alle zone di pianura.
I movimenti anagrafici mostrano il distretto sempre in saldo attivo, infatti, appare
significativo il confluire di flussi migratori. Si registra una forte presenza di immigrati
extracomunitari residenti nel distretto Monti Lepini, con una prevalenza di Rumeni,
Albanesi ed Ucraini.
Tab IMMIGRATI
Comune
Bassiano
Maenza
Priverno
Prossedi
Roccagorga
Roccasecca
Sezze
Sonnino
Totale
Popolazione Totale
Popolazione <18 anni
M
F
Totale
M
F
Totale
30
95
439
29
312
11
291
93
27
98
431
26
271
8
258
95
57
193
870
55
583
19
549
188
21
25
85
6
38
2
51
39
25
18
110
3
46
2
36
43
1300
1214
1394
267
283
46
43
195
9
84
4
87
82
173
Questo aumento della popolazione immigrata che ha determinato in alcuni comuni come
Sezze una situazione di emergenza sociale. Da questo quadro sintetico emerge l’esigenza di
conoscere il fenomeno “immigrazione” in modo più ravvicinato e analitico.
Le maggiori richieste che vengono inoltrate ai Servizi Sociali comunali sono
relative a:
sostegno economico, sostegno nella ricerca di abitazioni, sostegno ed orientamento per la
ricerca di un lavoro, soprattutto donne, interventi sostitutivi della famiglia nei periodi di
chiusura delle scuole e nel pomeriggio, interventi per facilitare l’apprendimento scolastico
dei propri figli.
Tali richieste denotano bisogni legati a situazioni economiche difficili, connotate da
precarietà lavorativa e spesso da sfruttamento da parte dei datori di lavoro e della
conseguente impossibilità di conciliare i tempi di lavoro con la cura richiesta dagli impegni
famigliari.
Elevato è quindi il bisogno di interventi di sostegno economico e familiare, di politiche
che facilitino l’integrazione sociale, scolastica e culturale tra i membri delle comunità
38
Utile strumento potrebbe essere l’istituzione in ogni comune del Distretto uno “sportello
integrato per gli immigrati”, in grado di rispondere ai bisogni più diversi, mettendo in rete le
risorse già in campo, infatti sul territorio sono operanti diversi sportelli (Ufficio del Lavoro,
Centri per l’impiego, Sindacati, ASL, Associazioni del Terzo Settore, Caritas), ma ognuno
operante nei campi e nei limiti delle proprie competenze.
Lo “sportello integrato” potrebbe prevedere il distacco orario a rotazione di operatori
impegnati nelle diverse realtà sopra citate al fine di offrire informazioni e di promuovere
risposte il più possibile complete e integrate.
Detto sportello potrebbe essere ulteriormente qualificato dalla presenza di facilitatori
linguistici e/o mediatori culturali, da un’attività di consulenza in campo giuridico, con
particolare riferimento ai “permessi di soggiorno” e al “ricongiungimento alla famiglia”.
Attualmente solo i comuni di Sezze e Priverno hanno attivato lo sportello informa
immigrati, come prima forma di intervento specifico per dare risposte ad una parte della
popolazione che pone in alcuni casi bisogni particolari.
E’ necessario dotare gli altri comuni del distretto di tale servizio in quanto ritenuto primo
intervento per poter dare risposte adeguate ai bisogni che vengono posti dagli immigrati.
Nel quadro così delicato e complesso dell’immigrazione particolare attenzione va rivolta
alle fasce più deboli, ossia le donne.
Si vuole rilevare un fenomeno sempre più diffuso nel nostro Distretto, rappresentativo di
un incrocio di bisogni di soggetti “deboli”: nell’attività di accudimento ad anziani sono
impegnate donne extracomunitarie.
Riteniamo che il fenomeno sia degno di approfondimento e proponiamo l’attivazione di
un’indagine sul territorio distrettuale finalizzata a far emergere una realtà confinata
nell’ombra, per sottrarla al “sommerso” e per dare risposte nuove ai bisogni delle donne
immigrate e delle famiglie che ricorrono al loro aiuto.
Questo problema potrebbe essere considerato anche in correlazione alle forme di
“sostegno alla famiglia per il mantenimento a domicilio di soggetti non autosufficienti,
anziani, disabili o minori”, giacché questa iniziativa di welfare leggero, previsto dall’art. 17
della legge 328/2000, non solo ha il compito di sostenere e rivolgere risorse finanziarie della
famiglia verso consumi sociali, ma di far emergere nuova mano d’opera dal lavoro “nero”
per darle dignità lavorativa e professionale attraverso percorsi formativi specifici.
39
4. OFFERTA GENERALE DEI SERVIZI
INTEGRAZIONE TRA COMUNI E ASL
SOCIO-ASSISTENZIALI
E
L’offerta generale dei servizi socio assistenziali avviene ancora nel territorio del distretto
in modo disomogeneo.
I due Comuni più grandi sono dotati di un servizio sociale strutturato che da anni opera
nei propri territori, mentre in quelli più piccoli, grazie all’attivazione delle progettualità dei
Piani di Zona precedenti, si registra una presenza seppur minimale di operatori sociali che
cominciano a svolgere interventi di politica sociale.
Purtroppo le due strutture sanitarie pubbliche presenti sul territorio distrettuale i due
piccoli ospedali di Sezze e Priverno sono stati chiusi a causa dei tagli operati dalla Regione
Lazio lasciando sguarnita la popolazione distrettuale che per qualsiasi emergenza deve
recarsi presso l’ospedale di Latina o di Terracina con evidenti disagi legati alla distanza e ai
lunghi tempi di attesa.
Nei centri di Sezze ( sede del distretto sanitario) e di Priverno troviamo la maggior parte
delle Strutture Ambulatoriali Specialistiche ed alcune Attività Distrettuali quali: il
Dipartimento di salute mentale, il Ser.T, TSMREE, NPI, CPIA, CAD, ecc). Solo alcune
prestazioni sono svolte direttamente sui altri comuni del distretto.
In tutti i comuni si realizzano interventi di sostegno economico alle famiglie attraverso
l’erogazione di contributi e servizi.
Per ciò che concerne gli anziani vengono assicurati da quasi tutti i comuni interventi di
tipo assistenziale, ricreativo e di sostegno economico, mentre l’ASL eroga attraverso il Cad
le prestazioni di tipo sanitario alle quali vanno aggiunti tutti gli interventi ambulatoriali di
tipo specialistico.
Per quanto riguarda l’area disabili si registra la presenza di servizi minimali in alcuni
comuni più piccoli che riguardano l’assistenza alla persona, mentre solo nei due più grandi
si è realizzata una rete di interventi che risponde alla maggioranza dei bisogni espressi da
questa utenza.
L’ASL eroga su tutti i territori attraverso i propri servizi interventi di prevenzione, cura e
sostegno a quanti sono interessati da tali problematiche.
Relativamente all’area del disagio ed esclusione sociale vanno citati gli interventi di
reinserimento sociale e lavorativo di alcune fasce della popolazione: ex tossicodipendenti,
ex alcolisti e disagiati mentali per i quali attraverso protocolli operativi tra Comuni e ASL
sono stati realizzati inserimenti lavorativi per l’inclusione sociale.
Nell’area immigrati solo nei due Comuni più grandi è presente uno sportello
informaimmigrati e vengono realizzati interventi per l’integrazione scolastica e sociale.
L’ASL effettua le prestazioni primarie attraverso i propri servizi è in corso di attivazione
una specifica struttura per fornire risposte più adeguate a questa fascia di utenti.
Per quanto riguarda l’integrazione tra i servizi erogati dai Comuni e quelli della Asl nel
corso degli anni si sono affermate forme di integrazione che non sempre sono state il
40
risultato di protocolli operativi ma, bensì, modalità di lavoro realizzate dagli stessi operatori
sulle situazioni che richiedevano azioni multidisciplinari.
In ultimo va evidenziato che l’offerta dei servizi sul territorio, in particolar modo dei
LIVEAS, e l’integrazione tra Comuni e ASL nel corso degli anni ha avuto un trend positivo
di tipo quali - quantitativo attraverso l’attivazione di tutti i servizi previsti dal piano di zona
e l’applicazione dei protocolli operativi per integrazione socio sanitaria.
Sezze
Sonnino
Roccasecca dei
Volsci
Roccagorga
Prossedi
Priverno
Maenza
AREE D’INTERVENTO
E SERVIZI/PRESTAZIONI
ATTIVATI
Bassiano
Mappa delle risorse esistenti
SCHEDA DI RILEVAZIONE SERVIZI COMUNALI ATTIVATI-
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
RESPONSABILITA’ FAMILIARI
Assistenza nuclei orfani
Assistenza madri nubili
Una tantum sostegno famiglie numerose
Assegno economico di maternità e secondo/terzo figlio
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
MINORI
Assistenza domiciliare distrettuale (ADE)
X
Centro diurno minori
Servizio sociale professionale -attività istituzionali a tutela X
dei minoriSoggiorni diurni estivi
X
Promozione partecipazione minori. Consiglio Comunale X
Ragazzi
Ludoteca
X
Interventi nell’area scolastica
X
Accompagnamento minori servizi ASL
X
Trasporto scolastico
X
Mense scolastiche
X
41
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Progetto a favore dell’integrazione scolastica minori immigrati
Asilo nido comunale
Asilo nido privato
X
X
X
X
Sonnino
Sezze
Roccasecca
dei Volsci
Roccagorga
Prossedi
Priverno
Maenza
Bassiano
AREE D’INTERVENTO
E SERVIZI/PRESTAZIONI ATTIVATI
X
X
X
CONTRASTO ALLA POVERTA'
Sportelli informativi e orientamento per immigrati
Assistenza economica cittadini bisognosi
Inserimenti lavorativi e/o assegni civici soggetti svantaggiati
(disagiati mentali, tossicodipendenti, disoccupati, ecc.)
Interventi in favore di detenuti ed ex detenuti
Mensa/ buoni spesa
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
ANZIANI
Centro sociale
Assistenza domiciliare
Soggiorni estivi
Telesoccorso
Inserimenti lavorativi in lavori di pubblica utilità
Servizio mensa
Pasti a domicilio
Assistenza economica
Inserimento in case di riposo
Inserimento in R.S.A.
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
DISABILI
Centro diurno (disabili medio gravi)
Assistenza domiciliare comunale
Assistenza scolastica
Colonie estive
Trasporto scolastico
Inserimenti lavorativi soggetti svantaggiati
Trasporto presso strutture ASL
Progetti di intervento handicap grave
(fonte: servizi sociali comuni distretto Monti Lepini)
X
X
X
X
X
X
- 41 -
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Risorse umane
RESP.LE SERVIZIO
AMMINISTRATIVI
PSICOLOGI
ASSISTENTI SCOLASTICI
EDUCATORI
ASSISTENTI DOMICILIARI
ASSISTENTI SOCIALI
ANIMATORI
1A
1PSF
1A
1R
1PSF + 1P
1P
3P + 1ADE
2P + 1ADI
1PSF
-
1R
2R
1PSF + 1P
4P
2ADE
4P
1R +2PSF
4P
-1 A
1R
1PSF
1P
1PSF
1P
Nella tabella vengono riportate le figure professionali in forza ai Comuni fino al dicembre 2011
R- ruolo C- convenzione P- progetti (appalti) A nei piccoli comuni tale funzione è svolta dai politici e o
segretario comunale
Profilo professionale del responsabile del servizio
PSS progetto segretariato sociale
PSF progetto servizio sociale professionale
ADI Assistenza domiciliare integrata
ADE assistenza domiciliare educativa
- 42 -
1R
1r1PSF
3
1PSF
-
1A
1R
1PSF
5P
1PSF
-
Sonnino
Sezze
Roccasecca d. Volsci
Roccagorga
Prossedi
Priverno
FIGURE PROFESSIONALI
Maenza
Bassiano
TABELLA OPERATORI SERVIZI SOCIALI COMUNALI DISTRETTO MONTI LEPINI AL 31/12/2010
1R
3R
1PSF
8P
3P
18
1R + 2PSF
9P
1R
1R
1PSF
1
7P
1PSF
-
Dall’analisi dei dati relativi alla tabella sopra riportata emerge come i Comuni che
realizzano le attività sociali con un servizio sociale professionale di ruolo (Assistente Sociale)
è solo uno (Priverno Comune Capofila), negli altri comuni tali operatori lavorano con un
rapporto a convenzione o con operatori in forza ai progetti di Servizio Sociale Professionale –
Segretariato sociale ( progetto attivato con i piani di zona del Distretto Monti Lepini).
Figure amministrative in organico nell’ambito dei servizi sociali sono presenti in tutti i
Comuni.
Le altre figure professionali del sociale, impegnate nei vari servizi alla persona attivati dai
comuni (psicologo, assistenti domiciliari, educatore, ecc.), hanno tutte un rapporto a
convenzione o sono dipendenti delle cooperative aggiudicatarie dei progetti di Servizio
Sociale Professionale - segretariato sociale, assistenza domiciliare ADI ADE, elaborati nel
piano di zona del distretto Monti Lepini.
Minori e responsabilità familiari
Nei Comuni del Distretto si registra un aumento della presenza di servizi in favore dei
minori e delle famiglie che comunque non si ritiene sufficientemente adeguata e risulta
presente soprattutto nei comuni più grandi.
Oltre a quelli attivati direttamente dai Comuni con fondi di bilancio propri ed a quelli
garantiti direttamente dall’Azienda AUSL, con le risorse derivanti dalla attuazione dei progetti
inseriti nei piani di zona, negli ultimi anni sono stati realizzati nuovi servizi e potenziati quelli
già presenti.
Un miglioramento generalizzato dal punto di vista quali - quantitativo si registra,
altresì,nell’ambito dei servizi socio ricreativi ormai presenti in tutti i Comuni del Distretto con
una diffusione omogenea nei confronti dell’utenza.
Ottimale è il livello di integrazione tra i Servizi Socio Sanitari nell’affrontare situazioni di
disagio e di forte problematicità riguardante minori inseriti in famiglie multiproblematiche.
Rispetto all’affido va sottolineato il ruolo di supporto svolto dall’Amministrazione
Provinciale che in tale ambito ha attivato una specifica progettualità a sostegno delle azioni
dei singoli servizi.
Servizi sociali per minori e famiglie
43
STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI
CASE FAMIGLIA
Denominazione struttura/servizio
Casa Famiglia “Eleonora Baratta”
(pubblica)
Campanelle
Via/piazza
Piazza s. Chiara,1
cap
04015
via Pascina valletta
24
Via Cotarda
priverno
Nuova stagione
comune
Priverno
telefono
0773.904019
Sezze
GRUPPO APPARTAMENTO
Denominazione struttura/servizio
Via/piazza
Casa fantasie (privato)
Via melogrosso
cap
04018
comune
Sezze
telefono
0773.800099
Servizi sociali per minori e famiglie
SERVIZI EDUCATIVI PER MINORI
ASILO NIDO
Denominazione struttura/servizio
Il Sogno (pubblico-bacino utenza
comunale)
La Gatta Matta
Il Girotondo ( privato convenzione
pubblica)
I Monelli ( privato convenzione
pubblica)
Il Trenino dei Piccoli( privato
convenzione pubblica)
VIA/PIAZZA
B.go S.Antonio
CAP
04015
Comune
Priverno
Telefono
0773.903558
Via casa Tonda
Via La Croce, 1
04015
04010
Priverno
Roccagorga
0773.958980
Via Roccagorga, 27
04018
Sezze
0773.889599
Via Bologna (Sezze Scalo)
04018
Sezze
Via/piazza
Via della Stazione,snc
cap
04015
comune
Priverno
telefono
0773.912406
Via B.go Cicerone
04010
Sonnino
0773.908848
L.go Buozzi
04018
Sezze
0773.803797
Via C.so della
Repubblica,122
04010
Roccagorga
0773.960928
LUDOTECHE
Denominazione struttura/servizio
Ludoteca (pubblica-bacino utenza:
Comunale)
Piccolo Iqbal (pubblico-bacino utenza
Comunale)
Ludoteca Comunale (pubblico-bacino
utenza Comunale)
Ludoteca “Arcobaleno” (pubblico-bacino
utenza Comunale)
44
Servizi socio-sanitari per minori e famiglie
Tutela Salute Mentale E Riabilitazione Età Evolutiva
Il servizio è presente sia a Priverno che a Sezze. Nel servizio di Priverno sono presenti parttime due figure professionali psicologo ed assistente sociale.
Nel servizio di Sezze è presente una sola figura professionale: logopedista.
Quindi nel servizio di Priverno vengono svolti: colloquio psicologico clinico, psicoterapia
individuale, colloqui sociali, colloquio psicologico, GLHO, GLHI, consulenze altri enti, consulenze
tribunale.
Mentre nel servizio di Sezze vengono svolti: GLHO, training per dislessia individuale,
valutazioni funzionali delle funzioni corticali superiori, valutazione monofunzionale, esercizi
respiratori individuali.
Il servizio di Tutela Salute Mentale Riabilitativa dell’età Evolutiva del Distretto Monti Lepini
ha contribuito alla lettura dei bisogni nell’ambito del disagio minorile attraverso una valutazione dei
dati raccolti sia nel lavoro istituzionale che del GLHO in collaborazione con le scuole e i servizi
sociali territoriali.
L’analisi dei dati ha evidenziato che nelle scuole dell’obbligo su un campione di popolazione
scolastica di alunni, suddivisi tra scuola elementari, materne, medie e superiori, è portatore di una
situazione di disagio classificabile, in ordine di priorità, come da tabella riportata:
Disagi rilevati
Materna
Sfera emozionale
Elementare
Disturbi di Apprendimento
Disturbi specifici dello
sviluppo
Ritardi cognitivi
Disturbi pervasivi dello
sviluppo
Disturbi da deficit di attenzione ed
iperattività
Disturbi della sfera emozionale
Disturbi della condotta
Media
Disturbi cognitivi e di
apprendimento
Disturbi della condotta
Disturbi nella sfera emozionale
Disturbi psico-somatici
Dall’esperienza maturata nel rapporto con gli insegnati è emerso che gli stessi ritengono
necessario realizzare azioni per intervenire e gestire al meglio le problematiche sopra evidenziate,
quasi sempre multifattoriali :
supporto di consulenti esperti a scuola con i quali predisporre progetti individualizzati
aiuto alle famiglie
attività extra scolastiche aggreganti
lavoro in piccoli gruppi
progetti di rete con le altre istituzioni coinvolte (Comuni, ASL, Terzo Settore)
I docenti inoltre sempre più avanzano richieste di formazione per acquisire degli strumenti
idonei inerenti le tematiche del disagio con le quali quotidianamente si confrontano.
45
In particolare vanno sottolineate le difficoltà legate all’età adolescenziale ed alla cosiddetta
normalità. Sono sempre più diffuse aree di disagio relazionale e comportamentale, legate anche al
problema di dipendenza da nuove sostanze assunte dagli adolescenti.
A ciò va aggiunto che, rispetto al passato, tendono a diminuire i luoghi d’aggregazione e
socializzazione “tradizionali”.
Vanno identificate risposte nuove a questi bisogni, ma serve soprattutto operare per creare
“luoghi” dove i giovani possano entrare in relazione tra loro e con gli adulti, o per aiutare a
mantenere vive realtà di aggregazione che per anni hanno avuto un ruolo significativo nel nostro
territorio.
E’ necessario creare occasioni di riflessione insieme alle varie agenzie educative del territorio,
in particolare la scuola, per comprendere meglio la realtà degli adolescenti di oggi e proporre
insieme nuovi percorsi e nuova progettualità.
CONSULTORI DI PRIVERNO E DI SEZZE
Medicina Preventiva Età Evolutiva
Rispetto a questo servizio vengono svolte visite pre vaccinali, screening clinici anamnesi e
valutazioni, di due servizi principali sono collocati a Sezze e Priverno.
Nel servizio di Sezze fanno riferimento anche il comune di Bassiano e di Roccagorga e sono
state svolte n. 1407 prestazioni.
Nel servizio di Priverno, a cui fanno riferimento i comuni di Maenza Prossedi, Roccasecca d.
Volsci, Sonnino, sono state effettuate n. 1683 prestazioni.
Consultorio Materno-Infantile
Questo servizio comprende l’area ostetricia e ginecologia, area psicologica, area sociale.
Rispetto all’area ostetricia e ginecologia vengono svolti vari interventi: visite ginecologiche,
visite generali, biopsia, colposcopia, cardiotografia, ecografia ostetrica, ecografia ginecologica, pap
test, prelievo microbiologico, training prenatale.
Tali prestazioni vengono svolte da entrambi i consultori di Sezze e Priverno a cui affluiscono
l’intera utenza del distretto.
L’area psicologica è presente (part-time) solo nel consultorio di Priverno e vengono svolti
interventi di valutazione breve, somministrazioni di test proiettivi e di personalità, psicoterapia
individuale, psicoterapia familiare, psicoterapia di gruppo.
L’area sociale comprende colloqui per l’interruzione volontaria di gravidanza, colloqui per
contraccezione, somministrazione e/o elaborati di questionari, colloqui informativi d’accoglienza,
CIC e counseling scolastico, incontri post partum, visite domiciliari, consulenza con i servizi
sociali, consulenza con l’autorità giudiziaria, educazione sanitaria. si fa presente che la figura
dell’assistente sociale è presente part-time solo nel consultorio di Priverno.
46
(Dalla tabella sotto riportata si possono notare tutte le prestazioni effettuate dal Consultorio di
Priverno).
Consultorio - Azienda Unità Sanitaria Locale
AMBITI DI ATTIVITÀ
AREA OSTETRICIA E
GINECOLOGIA
AREA PSICO-SOCIALE
PRESTAZIONI DISTRETTO MONTI LEPINI
Visita generale
Visita ginecologica
Anamnesi e valutazione definite brevi
Treining prenatale
Pap test
Colposcopia
Cardiortografia
Ecografia Ginecologica
Pap Test
Prelievo Microbiologico
Colloquio Psicologico Clinico
Psicoterapia Individuale
Psicoterapia Familiare
Psicoterapia di Gruppo
Colloqui per Interruzione Volontari di Gravidanza
Colloqui per Contraccezione
Somministrazione e/o Elaborazione di Questionari
Incontri Post Partum e/o Visita Domiciliare Utenti
1.083
1.240
1.028
124
60
4
470
837
60
47
243
222
22
0
41
2
124
7
Contrasto alla povertà
Gli interventi che vengono posti in essere relativamente a questa problematica sono l’assistenza
economica altre forme di sostegno quali prestazioni sociali agevolate.
Inoltre in tutti i Comuni, attraverso i fondi derivanti dal piano di zona si stanno realizzando
interventi di contrasto alla povertà attraverso l’erogazione di contributi economici o borse lavoro
legate alla partecipazione dell’utente a progetti individualizzati che permettano esperienze
finalizzate all’acquisizione o mantenimento di competenze successivamente spendibili anche nei
diversi contesti del mondo del lavoro.
Tali interventi hanno riguardato nell’ambito dell’integrazione socio sanitaria, anche utenti con
patologie psichiatriche, nonché ex alcolisti ed ex tossicodipendenti.
Immigrati
Il fenomeno dell’immigrazione investe con modalità diverse tutti i comuni del distretto, anche
se solo i due comuni più grandi hanno attivato da anni politiche specifiche per la popolazione
immigrata.
Sono attivi degli sportelli informativi rivolti alla popolazione immigrata dove con l’aiuto di
associazioni di volontariato attraverso dei mediatori culturali si forniscono informazioni, consulenze
supporto legale.
Inoltre vengono realizzati degli interventi di integrazione culturale e sociale attraverso la
proposizione di cosi di lingua italiana e attività di mediazione culturale attraverso appositi
programmi concordati con le istituzioni scolastiche.
47
STRUTTURE RESIDENZIALI PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO
Denominazione struttura/servizio
Via/piazza
CAP
Comune
Telefono
Casa Inema
B.go S.Antonio, snc
04010
Roccagorga
0773.960926
Centro Karibù
Via Umberto I, 106
04018
Sezze
0773.889654
Disabili
I Comuni del distretto, sulla scorta dei dati a loro disposizione e delle richieste specifiche
dell’utenza, hanno attivato negli anni dei servizi specificamente destinati alla disabilità sia
assistenziali che socio-ricreativi.
Per quanto concerne le strutture semiresidenziali nei comuni di Sezze e Priverno è attivo un
centro diurno per disabili,e presso il comune di Sonnino si sta per attivare un centro di sollievo che
ospitano utenti non più scolarizzati
STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI
Denominazione struttura/servizio
Centro Disabili (pubblico-comunale)
Centro socio educativo Disabili
(pubblico-comunale)
Centro sollievo Disabili
(pubblico-comunale)
Via/Piazza
CAP
Comune
Via Valle del Canneto
(San Martino)
Via Colli
04015 Priverno
Via Colli
04018 Sonnino
04018 Sezze
( fonte: settore politiche sociali Amministrazione provinciale Latina)
In ambito assistenziale in alcuni Comuni del distretto dispongono di servizi di assistenza
domiciliare e di servizi di integrazione scolastica, mentre tutti i comuni da anni hanno attivato
interventi rivolti ad utenti con handicap grave – Legge 162/98.
Vanno evidenziati i bisogni di natura assistenziale posti dai disabili con handicap grave che, pur
contenuti in parte dagli interventi progettati nei Piani di Zona, non sono completamente soddisfatti a
causa della carenza delle risorse economiche assegnate.
Tabella Interventi a favore di handicaps grave lex 162/98
Tabella Interventi a favore di disabili gravi adulti lex 162/98
DISTRETTO
Utenti Assistiti Utenti in lista di attesa
MONTI LEPINI
Bassiano
2
0
Maenza
1
1
Priverno
3
2
Prossedi
2
0
Roccagorga
1
1
Roccasecca dei Volsci
1
0
Sezze
4
4
Sonnino
3
1
48
Anziani
I servizi rivolti agli anziani maggiormente presenti nei Comuni del distretto sono quelli relativi a
assistenza domiciliare, centri sociali e soggiorni estivi, in quanto più richiesti dall’utente e ritenuti
dagli Enti prioritari rispetto ai bisogni della popolazione anziana.
Interventi più mirati rispetto a particolari e specifici bisogni dell’anziano, come ad es. il servizio
mensa – pasto a domicilio, inserimenti in case di riposo e in R.S.A ecc., vengono richiesti e
soddisfatti nei Comuni più grandi con maggiori risorse economiche.
Si è rilevato in tutti i Comuni del Distretto un aumento della presenza di anziani con patologie
invalidanti e limitative dell’autonomia, che ha determinato un aumento delle richieste di attivazione
del servizio di assistenza domiciliare, che grazie alle risorse provenienti dal piano di zona, sono
state nella gran parte soddisfatte, anche se nei due grandi comuni permangono liste di attesa.
Per quanto concerne le strutture di assistenza semiresidenziali ad integrazione socio -sanitaria,
purtroppo il nostro distretto non dispone di alcuna struttura quali un centro diurno per malati di
Alzahimer, visto l’aumento significativo che questa patologia ha registrato nel nostro territorio.
Comunque sul territorio distrettuale comincia ad essere rilevante la presenza di strutture
residenziali private per anziani.
STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI
COMUNITA’ ALLOGGIO
Denominazione struttura/servizio
Casa del Sole
Casa del Sole 2
Comunità alloggio per anziani
Comunità alloggio per anziani
Casa famiglia “Villa Lucia”
Villa del Sorriso (privata)
Casa famiglia “Bella Italia”
Comunità alloggio “Villa Lucia”
Villa Marina (privata)
Villa Della Serenità
Villa Evelyne (privata)
Villa Rosa s.r.l. (privata)
Villa Rosa 2 s.r.l. (privata)
Villa Lucia (privata)
Via/piazza
Via della Pace
Via della Pace
Via Bertonia 13
Via Colli II° tratto
Via sedia del Papa 4
Via Melogrosso, 74
Via Bertonia
Via Melogrosso 86
Via Colle grotte, snc
Via Monti Pilorci snc
Via Roccagorga, 111
Via Melogrosso, 110
Via Melogrosso, 110
Via Vado Rotto , 15
CAP
04010
04010
04018
04018
04018
04018
04018
04018
04018
04018
04018
04018
04018
04010
Comune
Roccagorga
Roccagorga
Sezze
Sezze
Sezze
Sezze
Sezze
Sezze
Sezze
Sezze
Sezze
Sezze
Sezze
Sonnino
Telefono
0773.958046
0773.958046
0773.887958
346.0951173
328.048486
0773.886022
329.0027746
0773.888794
0773.888433
0773.803291
0773.804596
0773.885733
0773.885733
0773.947388
CASE DI RIPOSO
Denominazione
Via/piazza
CAP
Comune
Telefono
struttura/servizio
Casa del Sorriso di Sisto Cipolla (privata) Via Casaine, snc 04010 Roccagorga 0773.960033
Villa Giulia (privata)
Via Sorana
04018 Sezze
0773.886351
Villa Amelia (privata)
Via Delibera , 15 04015 Priverno
0773.903676
49
CENTRI SOCIALI
Denominazione
struttura/servizio
Centro Sociale Anziani
(pubblico- comunale)
Centro Sociale Anziani
(pubblico- comunale)
Centro Sociale Anziani
(pubblico- comunale)
Centro Sociale Anziani
(pubblico- comunale)
Centro Sociale Anziani
(pubblico- comunale)
Centro Sociale Anziani
(pubblico- comunale)
Centro Sociale Anziani
(pubblico- comunale)
Centro Sociale Anziani
(pubblico- comunale)
Centro Sociale Anziani
(pubblico- comunale)
VIA/PIAZZA
CAP
COMUNE
Telefono
Via A.Manuzzio, 115
04010
Bassiano
0773.355226
Via Circonvallazione
04010
Maenza
0773.951310
Piazzale Metabo, snc
04015
Priverno
0773.903336
Piazza A. Gabrielli, 72
04010
Prossedi
0773.957016
Corso della Rupubblica,
16
Via G. Marconi, snc
04010
Roccagorga
0773.960047
04018
Sezze
0773.88107
Via Puglia, snc
04018
Sezze
0773.876370
Via Arringo, snc
04010
Sonnino
0773.907843
Via Caserotte,snc
04010
Roccasecca d.
Volsci
0773.920326
int.205
Tabella assistenza domiciliare anziani e disabili – comunale –
DISTRETTO
MONTI LEPINI
Assistenza Domiciliari
Comunale Utenti
Utenti
Non
autosufficienti
Utenti
in lista di
attesa
480
1440
960
576
1200
12
42
10
20
20
10
42
10
2
11
1
30
0
0
0
9048
2500
43
35
8
10
0
0
Assistenza Domiciliari
Comunale Utenti
Ore annue
Bassiano
Maenza
Priverno
Prossedi
Roccagorga
Roccasecca
Volsci
Sezze
Sonnino
dei
Le risorse derivanti dai piani di zona hanno permesso un potenziamento dei servizi attivi in
particolar modo attraverso l’assistenza domiciliare integrata (ADI).
Tabella Assistenza Domiciliare Integrata anziani Piani di Zona distretto Monti lepini
Tabella Assistenza Domiciliare Integrata anziani Piani di Zona distretto Monti lepini
DISTRETTO
Servizio ADI Servizio ADI
Utenti
Utenti
MONTI LEPINI
Ore annue
Utenti
non autosufficienti in lista di attesa
50
Bassiano
Maenza
Priverno
Prossedi
Roccagorga
Roccasecca dei Volsci
Sezze
Sonnino
468
576
1144
468
728
468
1456
884
3
4
6
5
4
4
8
3
3
4
6
5
2
3
8
3
0
0
0
0
0
0
0
0
Sostegno alla genitorialità coppie a rischio socio-sanitario
(consultorio)
Corsi di sostegno alla genitorialità in adolescenza (centro
per l'adolescente)
Incontri post parto (consultorio)
Percorso nascita (consultorio)
Centro psichiatrico dell’Infanzia e della Adolescenza
Assistenza domiciliare in collaborazione con il CAD
Corsi di educazione sanitaria, nutrizionale e sessuale, in
collaborazione con le scuole
(centro per l’adolescente e consultorio)
Consulenza e supporto sul disagio adolescenziale ai CIC
scolastici delle scuole superiori del territorio (centro per
l'adolescente)
Progetto di informazione sui percorsi vaccinali preventivi
per minori immigrati (medicina preventiva pediatrica)
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Sonnino
Sezze
Roccasecca d. Volsci
Roccagorga
Prossedi
Maenza
Bassiano
AREA D’INTERVENTO MINORI E FAMIGLIA
Priverno
RILEVAZIONE SERVIZI E PRESTAZIONI ATTIVATI A RILEVANZA SOCIO –
SANITARIA
Inserimenti lavorativi tirocini protetti per
tossicodipendenti ( SERT attivati)
X
51
X
Sonnino
Sezze
Roccasecca dei
Volsci
Roccagorga
Prossedi
Priverno
Bassiano
Area D’intervento Disagio Ed
Esclusione Sociale
Maenza
I servizi indicati in tabella sono presenti solo sui Comuni di Priverno e Sezze, ma vi afferisce la
popolazione di tutto il Distretto
Assegni straordinari per le emergenze dei pazienti
psichiatrici (Dipartimento salute mentale)
Assegni terapeutici di reinserimento sociale: tirocini di
lavoro per pazienti psichiatrici
(Dipartimento salute mentale)
SERVIZIO SOVRADISTRETTUALE
Unità organizzativa gestione emergenza Latina e tutela
sanitaria immigrati in collaborazione con il volontariato.
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Area D’intervento Disagio Ed
Esclusione Sociale
Prestazioni di consulenza ai GLH e collaborazione nel
servizio di Assistenza scolastica gestito dai comuni, e dai
due TSMREE del Distretto
Centro diurno per disagiati mentali (Dipartimento salute
mentale)
Assistenza infermieristica e riabilitativa domiciliare x
non autosufficienti ( gestita dal CAD di Sezze)
Assistenza protesica per favorire l’autonomia (modulo
riabilitazione ed handicap)
Assegni di reinserimento sociale: spese alloggiative
(dipartimento di salute mentale)
X
X
X
X
X
Area D’intervento anziani
Assistenza infermieristica e riabilitativa domiciliare
(gestita dal CAD di Sezze )
Progetto “Incontro” per favorire l’incontro
intergenerazionale in collaborazione con le associazioni
(day ospital geriatrico Sezze)
X
X
X
X
X
X
I servizi indicati in tabella sono presenti solo sui Comuni di Priverno e Sezze, ma vi
afferisce la popolazione di tutto il DistrettoScheda rilevazione risorse umane Servizi a
rilevanza socio-sanitaria – (ASL Distretto onti Lepini)
52
X
X
X
1
Centro^ psich. Inf. e 1
Adol.
Modulo riabil. E
Handicap
3
1
1
1
1 24 h
sett.
1
Centro
Diurno
Psichiatrico
1ptime
2
1 ptime 1 as.soc ptime
2
1 I.P. ptime
1Ass. San.
Coll
1 I.P. ptime
1 Ass.Soc. ptime
1 ass.soc. ptime
1Ass. Soc ptime
3
1
1 I.P.
4
53
3
3
2 Ostet.
1 sociol. Ptime
1 Puer. 1
I.P. + 1 I.P.
p-time
1 Ass.Soc
3 I.P.
*
Le prestazioni di assistenza infermieristica e di terapia fisica vengono svolte da personale messo a
disposizione da una cooperativa a convenzione.
^
Alcune attività sono svolte da una cooperativa a convenzione.
Terzo Settore
Ausiliari Soc. Sanitari
1
Amministrativi
TSMREE
Caposala E I.P. Pueric.
Logopedisti
Terapisti
1 24 h
sett.
1
Medicina
Preventiva Età
Evolutiva
2 Caposala
4 I.P.
1 24h
sett.
1 ptime
1
Ed. Professionali
3+
3 Ass.Soc
1 ptime
SERT
Consultorio
Familiare
Sociologo e Ass. Sociali
1
24h
sett.
Psicologi
CAD*
1
Medico dei Servizi
Salute 1
Special. SUMAI
Centro
Mentale
Dirig. Medico 1° livello
Dirig. Medico 2° livello
SERVIZI
ATTIVATI
1
Nel territorio Distrettuale vi è una presenza che si fa ogni anno più numerosa delle
organizzazioni del terzo settore.
Le maggiori presenze si registrano nei comuni più grandi, anche se nei comuni più piccoli sono
presenti organizzazioni meno strutturate ma molto attive sul territorio.
Alcune di queste associazioni si impegnano attivamente nelle politiche sociali e pertanto stanno
divenendo soggetti attivi nella realizzazione delle rete integrata dei servizi sia nel campo sociale
che sanitario.
Negli incontri di partecipazione promossi per l’elaborazione del piano di zona gli organismi del
terzo settore hanno avanzato richieste di formazione sulla pianificazione dei servizi socio-sanitari.
Inoltre è necessario strutturare un modello di partecipazione al processo di pianificazione in
ambito comunale e distrettuale da parte delle organizzazioni del terzo settore.
A tale proposito l’Amministrazione provinciale ha approvato un protocollo d’intesa con i Centri
di Servizio per il Volontariato per al fine di sostenerli nell’intento di voler realizzare delle attività di
informazione-formazione in favole degli organismi del terzo settore al fine di promuoverne una
piena, consapevole ed efficace partecipazione di pianificazione.
Specificare per ciascuna delle Macroaree/Liveas il livello di offerta
SEGRETARIATO SOCIALE
54
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Sì
Il servizio è stato attivato da giugno 2008, nell’ambito dei finanziamenti del piano di zona del
distretto Monti Lepini
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se
il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se
comunale C)
Il servizio è presente in tutti gli 8 Comuni del Distretto.
Il Servizio prevede una banca dati centralizzata D e figure professionali a livello comunale per
l’accoglienza, la decodifica del
bisogno e l’invio
Prestazioni offerte:
Informazione sulle opportunità offerte dalla rete dei servizi e dalla comunità
SI
No
Consulenza sui problemi familiari e sociali
SI
No
Accoglienza della domanda individuale, collettiva, lettura del bisogno, accompagnamento nella
attivazione nei successivi percorsi di assistenza
SI
No
Raccolta sistematica dei dati e delle informazioni
SI
No
Promozione di reti solidali, anche ai fini della prevenzione dei rischi del disagio sociale
SI
No
Aiuto alla soluzione di problemi che non necessitano di presa in carico da parte di servizi specifici
SI
No
55
Mediazione interculturale
SI
No
Destinatari:
Famiglie
SI
No
Anziani
SI
No
Minori
SI
No
Persone con problematiche psico – socìali ( si)
SI
No
Disabili
SI
No
Immigrati
SI
No
Altro (specificare ____________________________________________________________)
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
56
Il servizio è stato attivato da giugno 2008, nell’ambito dei finanziamenti dei piani di zona del
distretto Monti lepini.
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C).
Il Servizio Sociale Professionale, a bacino di utenza C, è presente nei Comuni di Sezze (un
operatore con lavoro interinale) e di Priverno (un operatore di ruolo e uno a convenzione).
In tutti i comuni del Distretto inoltre sono presenti figure - assistenti sociali e psicologi – per i due
grandi comuni a supporto dell’operatività di quelle sopraindicate, mentre per gli altri rappresentano
la solo risorsa, che provengono dalla realizzazione dei progetti “Sevizio Sociale Professionale”
previsti nei precedenti Piani di Zona
SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE ED AI GRUPPI SOCIALI
SI
No
Destinatari
Famiglie
SI
No
Anziani
SI
No
Minori
SI
No
AFFIANCAMENTO E AFFIDO FAMILIARE
SI
No
Destinatari
Famiglie
SI
57
No
Minori
SI
No
INSERIMENTO LAVORATIVO
SI
No
Destinatari
Disabili
SI
No
Persone con problematiche psico – sociali (BORD LINE ex detenuti )
SI
No
Giovani a rischio di devianza
SI
No
Immigrati
SI
No
Altro (specificare___________________________________________________________)
DEFINIZIONE DEL PROGETTO INDIVIDUALE DI ASSISTENZA
SI
No
Destinatari
Disabili
SI
58
No
Anziani
SI
No
Persone con problematiche psico - sociali (specificare_)
SI
No
Minori
SI
No
Immigrati
SI
No
Altro (specificare
__________________________________________________________________)
SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE PER LE SITUAZIONI DI EMERGENZA
PERSONALE E FAMILIARE
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
Il progetto non è presente nei Piani di Zona del distretto Monti Lepini.
59
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C).
Destinatari
Famiglie
SI
No
Anziani
SI
No
Minori
SI
No
Disabili adulti
SI
No
Persone con problematiche psico - sociali (specificare ______________________________)
SI
No
Immigrati
SI
No
Donne in difficoltà, gestanti o madri
SI
No
Altro (specificare_________________________________________________________________)
60
SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
E’ stato attivato ad giugno 2007 nell’ambito dei finanziamenti dei Piani di Zona del Distretto Monti
Lepini
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome dei comune il codice D; se
61
subdistrettuale S; se comunale C).
Tutti i comuni hanno un servizio di assistenza domiciliare comunale
con un bacino di utenza C
inoltre tutti i comuni del distretto hanno attivato il servizio di assistenza domiciliare integrata ADI,
grazie alla progettualità prevista nei pini di zona il cui bacino d’utenza èD..
SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE
SI
No
Destinatari
Famiglie
SI
No
Minori
SI
No
Anziani
SI
No
Disabili
SI
No
Persone con problematiche psico - sociali (specificare malati psichiatrici, famiglie
multiproblematiche ecc )
SI
No
Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosufficienza temporanea o protratta
SI
No
Altro (specificare____________________________________________________________)
Persone con problematiche psico – sociali (specificare______________________________)
SI
No
62
Disabili
SI
No
Immigrati
SI
No
Altro (specificare
___________________________________________________________________)
ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA
SI
No
Destinatari
Famiglie
SI
No
Minori
SI
No
Anziani
SI
No
Disabili
SI
No
Persone con problematiche psico - sociali ( malati psichiatrici)
SI
No
Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosuffìcienza, temporanea o protratta
SI
63
No
Altro (specificare ____________________________________________________________)
STRUTTURE A CICLO RESIDENZIALE
STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C,).
PRIVERNO e SEZZE il cui bacino di utenza e sovradistrettuale
di cui:
64
Casa Famiglia
Destinatari
SI
No
minori 3 – 18 anni
Gruppo appartamento
Destinatari
SI
_________________________________________
No
Altro (specificare __________________________________________________________)
STRUTTURE RESIDENZIALI PER DISABILI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
Indicare in quali. Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza(se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale Cj
di cui:
Casa Famiglia
Destinatari
SI
No
Comunità alloggio
Destinatari
SI
No
Altro (specificare ___________________________________________________________)
STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
65
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C).
SEZZE
ROCCAGORGA
MAENZA
SONNINO
-D-D-D-D-
di cui:
Casa Famiglia
Destinatari
SI
No
Comunità alloggio
SI
No
Destinatari
10
anziani autosufficienti o parzialmente
Case di riposo
SI
No
Destinatari
2
anziani autosufficienti o parzialmente
Casa albergo
Destinatari
SI
No
Altro (specificare ____________________________________________________________)
STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C).
di cui:
Casa Famiglia
Destinatari
66
SI
No
Comunità alloggio
Destinatari
SI
No
Comunità di pronta accoglienza
SI
No
Destinatari
Altro (specificare ____________________________________________________________)
STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI
STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER ANZIANI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C)
di cui:
Centri diurni
Destinatari
SI
No
67
Centri diurni integrati Alzheimer
Destinatari
SI
No
Altro (specificare ____________________________________________________________)
STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI Dl RIABILITAZIONE SOCIALE PER PERSONE CON
PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C)
Priverno
–D-
di cui:
Strutture semi - residenziali socio - riabilitative
Destinatari
SI
malati psichiatrici
No
Altro (specificare __________________________________________________________)
STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER IL DISABILE
ADULTO
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C)
SEZZE
–DPRIVRNO
–Ddi cui:
Centri diurni socio - riabilitativi
Destinatari
SI
No
Portatori di handicap
Centri diurni di terapia occupazionale
Destinatari
SI
68
No
Altro (specificare ____________________________________________________________)
STRUTTURE SEMI - RESIDENZIALI EDUCATIVE PER MINORI (0-18 anni)
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C)
PRIVERNO
ROCCAGORGA
SEZZE
–D–
–D–
–D–
di cui:
Asili nido
Destinatari
SI
No
minori da 3 mesi a 3 anni
Micronidi nei luoghi di lavoro
Destinatari
SI
No
Altro (specificare ___________________________________________________________)
CENTRI DI ACCOGLIENZA RESIDENZIALI O DIURNI A CARATTERE COMUNITARIO
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C)
PRIVERNO – C -
di cui:
Centri di pronta accoglienza notturna per adulti
SI
No
69
Destinatari
Servizio di mensa sociale
SI
No
Destinatari
anziani e persone con problematiche psicosociali.
Altro (specificare ____________________________________________________________)
ALTRI SERVIZI
CENTRO SOCIALE PER ANZIANI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C).
Il servizio è presente in tutti i comuni con un bacino di utenza
LUDOTECHE
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
70
-C -
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale Cj
SEZZE PRIVERNO- ROCCAGORGA –MAENZA- SONNINO
-C-
CENTRI DI AGGREGAZIONE PER BAMBINI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
SI
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale Cj
PRIVERNO – C –
Altro (specificare ____________________________________________________________)
5. SPECIFICARE GLI OBIETTIVI STRATEGICI DEL PIANO
SUCCESSIVAMENTE, ARTICOLARLI PER MACROAREE.
DI
ZONA
E,
In relazione alle indicazioni regionali ed alle valutazioni condotte dagli operatori componenti
l’Ufficio di piano, le specifiche aree progettuali a cui assicurare priorità d’intervento, riguardano in
particolar modo il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni di assistenza sociale come
definiti dalle linee regionali, su tutto il territorio del Distretto.
La costituzione del distretto dei Monti Lepini, composto da due grandi centri comunali, Sezze e
Priverno e da sei piccoli Comuni, pone la necessità di garantire per tutti i livelli essenziali di
prestazioni sociali e nel contempo di adeguare ogni azione ai bisogni sociali dell’intero territorio.
L’esiguità del budget economico individuato per questo distretto ha imposto una
razionalizzazione delle risorse economiche attraverso la fusione di alcuni dei progetti che nel primo
Piano di Zona dell’ex distretto Latina Nord erano stati presentati singolarmente.
Si è scelto di accorpare in due grandi progetti, il Servizio Sociale Professionale con il
Segretariato Sociale e l’Assistenza Domiciliare Integrata con l’Educativa, per garantire la
continuità degli interventi e servizi in tutti i Comuni.
Questo per agevolare tutti i cittadini nell’utilizzo dei servizi nei momenti di criticità della loro
vita, per monitorare la realtà sociale nelle componenti più fragili e per conseguire un miglioramento
delle politiche sociali attraverso una conoscenza sistematica dei bisogni.
71
Si è ritenuto indispensabile integrare la progettualità della legge 162/98 sull’handicap grave con
quella sugli interventi per la non autosufficienza in modo da ottimizzare le risorse economiche,
soprattutto in conseguenza della soppressione del fondo della non autosufficienza che ci ha imposto
una rimodulazione di tutti i progetti per poter dare continuità ad alcuni degli interventi ad alto
bisogno assistenziale.
L’impegno degli operatori di tutti i Comuni sarà il perseguimento di detti obiettivi strategici che
sarà accompagnato da iniziative di cambiamento e di sviluppo organizzativo, finalizzato al
miglioramento della qualità dei servizi e delle relazioni, interne e con l’utenza esterna.
L’obiettivo specifico che si vuole raggiungere è che le politiche sociali siano orientate ad
accompagnare gli individui e le famiglie lungo l’intero percorso della vita, per rispondere ai bisogni
che insorgono nei diversi momenti dell’esistenza, promovendo le capacità individuali, le
responsabilità familiari, le reti primarie e secondarie, le relazioni virtuose di reciprocità e cura.
Tutto ciò sarà realizzato con la partecipazione dei diversi attori del sistema sociale e cioè:
i diversi soggetti istituzionali ( Comuni, e Asl);
le comunità locali, le famiglie, i singoli cittadini;
i soggetti del terzo settore (ONLUS, cooperative sociali, volontariato, associazioni, ecc.);
il mondo delle attività produttive;
le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza;
le organizzazioni sindacali;
gli enti delle Chiese e delle Confessioni religiose.
5.a Area Minori e Famiglia
Per quanto attiene ai minori ed al sostegno alle responsabilità familiari va detto che nell’arco
degli ultimi anni sono stati compiuti notevoli passi avanti.
In particolare la legge 285 è stata uno stimolo ed una occasione importante sotto diversi profili:
in primo luogo ha permesso di cominciare ad intravedere una logica complessiva riguardo alle
politiche relative ai minori ed alle loro famiglie, in secondo luogo ha spinto e, in qualche caso,
costretto a lavorare insieme soggetti diversi (Comuni, ASL, Scuola, Terzo Settore, ecc.), infine ha
dato l’avvio, anche sul nostro territorio, ad esperienze innovative.
Riteniamo che sia fondamentale continuare a perseguire con sempre maggiore coerenza una
politica di interventi sui minori che segua il principio della strategia di rete, richiedendo la
collaborazione di ognuno dei soggetti secondo le proprie responsabilità.
Inoltre occorre consolidare nella pratica la novità di alcuni di questi interventi che considerano
finalmente il minore non una monade a sé stante, ma una persona con una famiglia alla quale fare
riferimento sia per le situazioni di difficoltà che per la creazione di nuove possibilità di servizio.
Pertanto, l’elaborazione dei progetti relativi agli interventi in favore dell’infanzia e
dell’adolescenza , il progetto dell’ADE, permettono di realizzare politiche efficaci in favore di tutta
l’utenza minorile del territorio del Distretto Monti Lepini.
La continuità degli interventi già messi in essere con le precedenti progettualità della legge n.
285/97 si pone come un primo obiettivo strategico per l’area minori.
Tale progetto pur effettuando un ridimensionamento di alcuni interventi, a causa delle minori
risorse economiche disponibili, permette di sostenere le priorità essenziali dell’area interessata,
quale consulenze psicopedagogiche, interventi di mediazione familiare, inserimento minori in
72
famiglia, supporto ad azioni di prevenzione primaria del disagio e rischio minorile, prevenzione,
riduzione della dispersione scolastica, nonché la realizzazione di centri di aggregazione.
5.b Area Anziani
In un’area territoriale come quella del distretto dove vi è presente un considerevole numero di
anziani e alcuni servizi sanitari vengono svolti nei centri più grandi ci è sembrato importante
garantire servizi come l’Assistenza Domiciliare Integrata.
In particolare vi è da sottolineare che quest’anno non potendo pìù disporre del fondo integrativo
della non autosufficienza che tanto aveva giovato in termini di risposte qualificate del settore
dell’assistenza agli anziani, il comitato dei sindaci e l’ufficio di piano hanno ritenuto di contenere il
grave disagio arrecato dall’azzeramento di questa importante risorsa di finanziamento, il comitato
dei sindaci e l’ufficio di piano hanno ritenuto di contenere il grave disagio arrecato
dall’azzeramento di questa importante risorsa di finanziamento, attraverso la predisposizione di una
progettualità per gli interveti in favore dei soggetti non autosufficienti,
operando una
rimodulazione delle progettualità del piano di zona, per tentare di dare una continuità ad alcuni
interventi rivolti a situazioni ad alto impatto assistenziale e sociale.
La definizione dei protocolli operativi con la Asl ha permesso lo sviluppo uniforme di procedure
e modalità di integrazione nell’assistenza domiciliare. Anche in questo settore gli obiettivi che si
sono posti sono i seguenti:
migliorare la qualità della vita dell’anziano;
avviare il sistema di qualità e carte di servizi territoriali e residenziali;
compilare l’anagrafe della non autosufficienza;
valorizzazione dei Centri Sociali per anziani;
attivazione dei moduli Alzheimer;
curare un’informazione capillare sulle attività proposte(servizi di segretariato);
promuovere iniziative del volontariato tese a sviluppare il sostegno
l’accompagnamento dell’anziano con progetti di tutoraggio, ecc.
e
Inoltre si propongono altre ipotesi di lavoro che potranno essere realizzate dai comuni singoli
con proprie risorse economiche, attraverso la regia del distretto attraverso la pianificazione
dell’ufficio di piano.
La prima riguarda la possibile attivazione di una sorta di “telefono amico” rivolto a persone
anziane che risponda a esigenze di comunicazione, di compagnia, di richiesta di informazioni o di
aiuto.
Un progetto di “tele-assistenza” può coinvolgere nelle fasi progettuale ed operativa risorse
umane facenti capo ad associazioni specifiche o a nuovi gruppi di cittadini volontari da preparare
adeguatamente. L’ultima ipotesi, difficile da costruire, riguarda un’iniziativa fondata sul principio
della reciprocità che, a nostro giudizio, esprime il più alto livello di sviluppo della solidarietà
sociale.
Pensiamo a una sorta di “banca del tempo” fondata sul principio del “dono” inteso non come
atto unilaterale, qual è tradizionalmente quello del volontario, ma come atto che, una volta
accettato, richiede una restituzione sulla base di un obbligo di natura etico-sociale che si instaura tra
i contraenti.
73
Questa proposta va ad inserirsi nella costruzione progressiva di un welfare di comunità entro cui
diventa essenziale lo sviluppo di relazioni solide e durature, in grado di rompere gradualmente
situazioni di solitudine, di emarginazione, di indifferenza, quando non di intolleranza, che la
modernità porta con sé e che determinano la “crisi della cittadinanza”.
5.c Area Disabili
Nei territori dei Comuni del Distretto non sono presenti in misura omogenea i servizi essenziali
per i disabili.
La carenza di alcuni servizi per questa utenza particolare è da attribuirsi alla esiguità di risorse
economiche di alcuni piccoli Comuni che in questi ultimi anni, nonostante gli sforzi degli operatori,
si è notevolmente accentuata.
I precedenti Piani di Zona hanno ben messo in evidenza detta situazione e cercato, nell’ambito
delle risorse disponibili di dedicare una parte di esse all’implementazione di questi servizi .
Nel territorio sono presenti n. 2 Centri Diurni, uno a Sezze e uno a Priverno.
Quest’ultimo centro supporta le necessità dell’utenza dei comuni di Roccagorga e Prossedi.
Il centro diurno di Sezze si è reso disponibile ad accogliere l’utenza del comune di Bassiano.
Entrambi i centri garantiscono interventi di assistenza, riabilitazione, inserimento e integrazione
sociale.
E’ quindi necessario implementare detti centri destinando ulteriori risorse in modo da
integrare le attività che già vengono svolte e migliorare nel contempo le strutture esistenti.
A questo scopo per il Comune di Sonnino che presenta un numero elevato di adulti disabili, si è
deciso di destinare una parte delle risorse per la gestione di un Centro di sollievo, che pur non
possedendo le caratteristiche peculiari di un centro diurno, garantisce ai disabili uno spazio nel
quale poter realizzare terapie occupazionali e di integrazione sociale.
Si è, inoltre, proceduto alla realizzazione di interventi rivolti all’handicap grave prevedendo
risorse economiche superiori a quelle minime indicate dalle linee guida.
Anche per questa tipologia di utenza si è cercato di garantire la prosecuzioni degli interventi per
la non autosufficienza previsti dalla legge regionale 20/2009 attraverso la previsione di una
apposita progettualità all’interno di questo piano, operando una rimodulazione finanziaria dei
diversi progetti, per tentare di dare una continuità ad alcuni interventi rivolti alle situazioni più
gravi ed più alto impatto sociale.
Inoltre nella predisposizione del Piano di zona si è proceduto ad integrale le progettualità della
legge n. 162/98 – handicap grave e con gli interventi destinati alla non autosufficienza con l’intento
di ottimizzare scarse risorse economiche, garantendo comunque la realizzazione di una graduatoria
distrettuale, allo scopo di non disattendere quanto indicato nelle normative vigenti.
In detto piano verrà data continuità, come già descritto, al servizio di Assistenza Domiciliare
Integrata, che verrà erogato anche a questa tipologia di utenza.
Gli obiettivi strategici per detta area sono:
74
favorire il sostegno e la qualità della vita del disabile e del suo nucleo familiare;
realizzare una rete di supporto da parte delle forze attive della società alle famiglie con
disabili;
favorire l’auto e il mutuo aiuto fra famiglie;
valorizzare e completare la rete di informazioni e consulenza sulla disabilità;
fornire accompagnamento alle trasformazioni delle risposte alla disabilità;
creare tavoli di coordinamento interassessorili e interistituzionali per la condivisione delle
politiche in favore dei disabili.
Inoltre, la situazione di incertezza, se non di angoscia, che attanaglia molte famiglie quando
pensano al futuro del proprio figlio, richiede di riaprire la discussione su “cosa fare”, sulle misure
da adottare, nel “Dopo di noi”.
Un altro obiettivo strategico è l’ampliamento delle esperienze e dei percorsi di formazione e di
integrazione lavorativa di soggetti disabili, commisurati alle capacità, competenze, conoscenze di
ogni singolo caso.
Particolare attenzione dovrà essere rivolta alle opportunità formative e lavorative dei disabili
psichici (pazienti psichiatrici), la cui storia è spesso contrassegnata da un elevato tasso di
discontinuità, aspetto da considerare preminente nella costruzione di percorsi flessibili mirati
all’inserimento lavorativo.
Inoltre, occorre individuare soluzioni abitative adeguate a ogni tipo di disabilità sia fisica, anche
grave, sia psichica, per garantire a ogni soggetto il grado più elevato di mobilità e di autonomia.
Pertanto è necessario dare un’informazione corretta per affrontare progettazioni tecniche e
architettoniche, per elaborare politiche e interventi in grado di includere tutti i possibili fruitori e di
rispondere alle esigenze speciali all’interno delle attività ordinarie, per sconfiggere forme di
esclusione e di emarginazione sociale.
5.d Area disagio ed esclusione sociale
Nell’ambito delle risorse di cui ai fondi regionali è stata messa una posta per gli inserimenti
lavorativi di soggetti appartenenti alle fasce deboli.
Già da diverso tempo alcuni comuni del distretto avevano avviato in forma sperimentale alcuni
interventi lavorativi di cittadini in stato di bisogno.
Il distretto ha recepito in pieno la proposta di destinare una parte dei fondi per detti interventi
prevedendo di avviare sperimentazioni di “contratti di inserimento”.
L’intesa con la Asl, per alcune tipologie di utenza: ex tossicodipendenti, ex alcolisti ecc, per la
realizzazione di detti interventi garantisce la proficuità e la positività.
L’intento è anche quello di avviare sia una serie di servizi di accompagnamento sociale e di
azioni integrate nei confronti di situazioni territoriali più vulnerabili, e sia interventi di
monitoraggio sul fenomeno della povertà, sostegno ai servizi di orientamento sociale e verso il
lavoro , tutoraggio per la ricerca di soluzioni e di opportunità di vita.
La finalità è quella di pervenire alla costruzione di una rete di soggetti pubblici e privati, ognuno
in grado di fornire una o più risorse specifiche.
75
Gli obiettivi strategici sono i seguenti:
promozione sociale dei soggetti;
costruzione di una rete di accoglienza;
forme di sostegno al reddito.
5.e Area Immigrati
Da diversi anni si registra, soprattutto nei due Comuni più grandi, una massiccia presenza di
cittadini immigrati, per fenomeni legati all’inserimento lavorativo, alla facilità di trovare
un’abitazione e per la presenza di n. 2 stazioni ferroviarie per i collegamenti con i centri di Roma,
Napoli, ecc.
Nei Comuni di Sezze e Priverno sono già presenti servizi per gli immigrati, dove gli stessi
possono trovare risposte legate alla loro presenza e alle loro necessità.
Detti servizi sono integrati con quelli della Asl per cui la permanenza di questi cittadini stranieri
viene favorita e garantita anche dalla disponibilità di accoglienza delle comunità locali.
Nel Comune di Sezze è presente da alcuni anni un centro di accoglienza per rifugiati politici e
richiedenti asilo.
Compito dei servizi sarà quello di avviare una serie di politiche tese al miglioramento della vita
di questi cittadini.
L’esperienza dei due comuni più grandi potrà in qualche modo essere di sostegno per i centri
più piccoli che vorranno avviare un minimo di servizi per questi cittadini.
Gli obiettivi strategici per questa area sono:
facilitare la fruizione dei servizi;
assicurare la continuità alle attività di accoglienza;
intervenire sul tema delle abitazioni;
consolidamento di iniziative di consulenza legale per gli immigrati;
inserimento nella rete nazionale delle accoglienze dei richiedenti asilo e dei rifugiati politici.
6. QUALI SONO LE MISURE ADOTTATE PER REALIZZARE L’INTEGRAZIONE
SOCIO - SANITARIA DEI SERVIZI?
Coinvolgimento del Terzo Settore:
consultazione
partecipazione alla stesura del Piano
monitoraggio del Piano
altro (specificare ________________________________________)
Organizzazioni di consulte
76
Predisposizione di uffici o coordinamenti di piano per l’integrazione
Promozione di percorsi di formazione e aggiornamento tra operatori sociali e sanitari
Specifici protocolli concordati con le Asl
Altro (specificare ___________________________________________________)
7. QUALI SONO LE MODALITÀ ADOTTATE PER REALIZZARE IL COORDINAMENTO
CON GLI ALTRI ORGANI DELLO STATO (AD ESEMPIO L’AMMINISTRAZIONE
PENITENZIARIA E DELLA GIUSTIZIA E LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE) E CON LA
PLURALITÀ DEI SOGGETTI LOCALI?
Nel territorio del distretto non sono presenti case di detenzione.
Per quanto riguarda il coordinamento con le istituzioni scolastiche si cercherà di strutturare dei
tavoli di concertazione per la pianificazione degli interventi che riguardano il mondo minorile,
attraverso anche delle giornate congiunte di studio e di formazione sulle tematiche inerenti l’attività
educativa, il disagio e la devianza.
Oltremodo verranno coinvolte anche le varie agenzie educative locali, le associazioni, le
parrocchie.
8. ESPLICITARE GLI STRUMENTI DI VALUTAZIONE DEI RISULTATI RAGGIUNTI
(SISTEMA DI CONTROLLO, MONITORAGGIO E VERIFICA DEI RISULTATI)
In ciascuna delle progettualità del piano di zona sono previste delle modalità di controllo, di
monitoraggio e di verifica dei risultati raggiunti e la corrispondenza degli interventi attivati con gli
obiettivi previsti, coerenti con le modalità definite dal SISS attivato dalla Provincia di Latina.
L’ufficio di Piano, viene individuato come il Gruppo Responsabile del monitoraggio e della
valutazione in itinere delle iniziative/interventi previsti.
È oggetto specifico del monitoraggio il processo di lavoro (l’organizzazione e sua eventuale
flessibilità,il sistema di produzione della documentazione, l’uso delle risorse, i processi decisionali,
la partecipazione alla formazione, strumenti di autovalutazione) attraverso:
a) l’analisi dei dati prodotti nell’attuazione del progetto per le singole fasi;
b) riunioni di gruppo, dei rappresentanti di tutti gli attori coinvolti, focalizzate su specifiche
questioni da approfondire.
A tal fine sono previsti almeno tre incontri l’anno: inizio, in itinere, dopo dodici mesi .
La rispondenza delle azioni agli obiettivi previsti, ovvero la valutazione e la verifica dello stato
di attuazione del progetto, attraverso:
a) l’analisi di relazioni mensili prodotte dall’ équipe operativa sulla base di alcuni indicatori di
valutazione, quali-quantitativa, dati e appresso indicati;
b) riunioni di gruppo, focalizzate su specifiche questioni da approfondire (incontri trimestrali ).
77
Indicatori di valutazione, di processo e di esito:
Numero di utenti che accedono al servizio
Numero di invii effettuati
Numero di utenti che riportano al servizio l’esito in ordine alla rispondenza o meno della
risorsa attivata per il suo problema
Numero di servizi territoriali attivati e numero delle persone prese in carico
Numero di organizzazioni del terzo settore coinvolti
Livello di soddisfazione degli utenti sui servizi offerti di informazione –accoglienzaconsulenza -accompagnamento
Livello di soddisfazione degli operatori delle équipe e dei servizi coinvolti.
9. INDICARE LE INNOVAZIONI ORGANIZZATIVE, OPERATIVE, GESTIONALI E DI
SISTEMA DEL DISTRETTO
.Si cercherà di dare continuità al sistema operativo e gestionale già delineato nel precedente
piano di zona, dove appositamente era stato previsto un momento formativo per tutti gli operatori al
fine di pervenire a delle modalità gestionali comuni e per innescare un sistema che possa qualificare
gli interventi previsti nel piano.
78
DISTRETTO
MONTI
LEPINI
PARTE II^
I PROGETTI
OPERATIVI
79
Progetto
Servizio Sociale professionale
Segretariato sociale
Punto unico di accesso
80
PROGETTO N. 1
1. Titolo del progetto
Servizio Sociale professionale - Segretariato sociale
Punto unico di accesso
2. Nuovo progetto
SI
No
X
3. Progetto già avviato
SI x
No
Il progetto di segretariato sociale e servizio sociale professionale previsto nei piani di zona del
distretto monti lepini è stato attivato nel giugno 2008. La gestione del punto unico di accesso è un
servizio da attivare.
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto realizza, amplia e potenzia i Servizi Sociali dei Comuni nello svolgimento degli
interventi di Segretariato Sociale e di Servizio Sociale Professionale.
Il servizio dà continuità agli interventi previsti nei singoli progetti avviati con i precedenti Piani
di Zona.
L’ambito territoriale di riferimento è quello dei singoli Comuni, l’utenza di riferimento è la
generalità dei cittadini
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,
comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Il progetto prevede la realizzazione ed il potenziamento dei Servizi Sociali dei Comuni,
attraverso l’impiego di personale specializzato e/o incremento dello stesso al fine di determinare
una risposta sempre più efficace ed efficiente ai bisogni dei cittadini.
Segretariato sociale
Gli interventi previsti per l’attività di sono i seguenti:
1) Istituzione di sportelli unici per l’accesso ai servizi con il compito di
-
informare i cittadini sulle opportunità offerte dalla rete dei servizi territoriali e dalla comunità
81
-
offrire consulenza sui problemi famigliari e sociali: lettura del bisogno,definizione del
problema,orientamento e accompagnamento nei successivi percorsi d’assistenza
2) Censimento dei servizi e degli interventi socio-sanitari ( pubblici e non) presenti sul territorio
distrettuale, rilevarne l’andamento e il funzionamento e la loro rispondenza alle esigenze
espresse dal cittadino
3) Costituzione di una Banca Dati distrettuale collegata via internet tra tutti gli sportelli da attivare
negli 8 Comuni, e le due sedi dei consultori l’Azienda Sanitaria Locale –Distretto Monti
Lepini, utilizzando anche le risorse informatizzate già esistenti nei predetti Enti, integrandole o
attivandole là dove inesistenti.
4) Raccolta sistematica delle informazioni e i dei dati.
Servizio di Segretariato Distrettuale – supporto alle attività dell’ Ufficio di Piano
- Produrre dati relativi all’offerta dei servizi e di prestazioni del sistema erogatore e dati relativi alla
domanda dei servizi.
- Produrre informazioni utili alla programmazione e al cambiamento organizzativo dei servizi,
- Produrre informazioni sul rapporto del cittadino con la rete sociosanitaria,
- Integrare le predette tipologie di informazione,
- Produrre report a carattere anche divulgativo.
Servizio sociale professionale
Gli interventi previsti per le attività sono i seguenti:
- Supportare i servizi sociali esistenti ma carenti nelle loro funzioni istituzionali;
Supportare i servizi sociali dei Comuni sprovvisti di figure professionali specifiche, per
assicurare alla potenziale utenza degli stessi, prestazioni di servizio sociale in tutte le macroaree d’intervento, in particolar modo per tutta l’attività inerente la collaborazione con l’autorità
giudiziaria, gli interventi di tutela e protezione dei minori a alto rischio per situazioni di
trascuratezza, abbandono, maltrattamento ed abuso sessuale;
Promuovere ed attivare risorse presenti nei territori comunali (gruppi di mutuo aiuto,
volontariato, parrocchie, ecc…);
Promuovere azioni per la promozione della salute e per la prevenzione dei comportamenti a
rischio nella scuola e nel territorio, attraverso anche una consulenza psicopedagogia individuale
e di gruppo rivolta a preadolescenti, adolescenti e giovani.
Sostegno della genitorialità;
Informazioni sulla maternità e paternità responsabile;
Consulenze socio-psicologiche rivolte alla coppia;
Supporto e consulenza alle famiglie dopo la nascita del bambino per prevenire difficoltà
familiari;
Mediazione familiare in caso di crisi coniugale, di separazione e di divorzio;
82
Interventi di consulenza per le famiglie con minori in situazioni di disagio, disadattamento,
comportamenti a rischio;
Il PUA
si caratterizza quale “modalità organizzativa che, nell’ottica di fornire risposte integrate, complete
e appropriate a bisogni semplici e avviare i percorsi per i bisogni complessi, è funzionale anche
alla razionalizzazione dei processi e delle risorse”.
Come tale, il PUA garantisce l’apertura a tutte le persone che vi si rivolgono, ponendo comunque
una particolare attenzione a:
- persone cronicamente affette da patologie multiple, dipendenze e/o con disabilità, stato di
salute instabile, i cui effetti possono essere aggravati da problematiche socio-economiche;
- persone di età avanzata molto avanzata e con problematiche socio-economiche;
- persone straniere, anche temporaneamente presenti, che abbiano problematiche sanitarie e/o
sociali complicate da difficoltà di relazione con i servizi per motivi linguistico-culturali;
- persone di minore età con situazioni di disagio e/o condizioni di salute, che ne ritardino od
ostacolino lo sviluppo psico-fisico e sociale.
6. Liveas
Servizio sociale professionale segretariato sociale
7. Macroarea
Trasversale su tutte le macroaree.
8. Costo del progetto (finanziamento regionale)
€. 220.000,00
9. Servizi/prestazioni erogati
Segretariato Sociale:
- accoglienza e ascolto della domanda,
- lettura del bisogno e ridefinizione del problema e accompagnamento nell’attivazione di eventuali
altri percorsi di assistenza,
- orientamento ed eventuale filtro,
- aiuto alla soluzione dei problemi che non necessitano della presa in carico di servizi specifici,
- raccolta sistematica dei dati e delle informazioni ( bisogni e risorse )
Segretariato distrettuale Supporto alle attività dell’Ufficio di piano
83
- Produrre dati relativi all’offerta dei servizi e di prestazioni del sistema erogatore e dati relativi alla
domanda dei servizi.
- Produrre informazioni utili alla programmazione e al cambiamento organizzativo dei servizi,
- Produrre informazioni sul rapporto del cittadino con la rete sociosanitaria,
-
Integrare le predette tipologie di informazione
-
Produrre report a carattere anche divulgativo.
Servizio Sociale Professionale:
- presa in carico della persona, famiglia o gruppo,
- elaborazione e definizione del piano di intervento con l’utente,
- individuazione delle risorse sia individuali che di sistema
- accompagnamento, sostegno e valutazione dell’intervento
Punto unico di accesso
Il PUA è inteso anche come luogo fisico, ma, soprattutto, come una modalità di approccio ai
problemi dell’utenza e di interfaccia con la rete dei servizi; cioè una modalità di lavoro, propria
degli operatori sanitari e sociali, non una specializzazione di alcuni addetti, che si articola a due
livelli: il front office e il back office.
La funzione di front office, a contatto diretto del cittadino, si declina nelle attività di:
1.
accoglienza e ascolto e prevalutazione degli elementi di bisogno della persona mediante
l’apertura di un progetto-fascicolo personale e l’adozione di una scheda socio-sanitaria, entrambi
preferibilmente telematici, capaci di individuare il bisogno sociale, sanitario e socio-sanitario e il
relativo livello di complessità;
2.
ricezione delle schede di segnalazione di soggetti fragili da parte di singoli cittadini e/o di
agenzie diffuse, formali e informali, della comunità, volte a segnalare eventuali bisogni inespressi e
a creare la collaborazione collettiva alla presa in carico della fragilità, della cronicità e della
complessità informazioni relative ai servizi, ai diritti e alle rispettive modalità di accesso;
3.
primo orientamento e accompagnamento ai servizi sanitari e sociali coerenti con la domanda
espressa o con il bisogno rilevato.
La funzione di back office, come confronto multidisciplinare e lavoro d’équipe tra gli operatori, si
declina nelle attività di:
1.
valutazione dei casi accolti o segnalati, mediante la raccolta di informazioni socioambientali, sanitarie e del livello di autosufficienza con core-items desunti dalla scheda ValGraf in
uso nell’ASL realizzazione di interventi per la risoluzione diretta di casi semplici;
2.
attivazione della rete dei servizi per i casi a valenza istituzionale multipla, nonché delle reti
informali presenti nel territorio;
3.
attivazione della valutazione multidimensionale, in presenza di bisogni socio-sanitari di
livello medio e alto, per la conseguente presa in carico;
84
10. Bacino di utenza
Distrettuale
Sub distrettuale(specificare i Comuni)
Comunale(specificare il Comune)
11. Tipologia di utenza
la generalità delle famiglie o delle singole persone;
le famiglie con minori, persone anziane e disabili;
I minori
Le persone anziane
Le persone in situazione di povertà
Le persone con disabilità
Persone difficoltà sociale
12. Obiettivi del progetto
Il progetto è finalizzato ai seguenti obiettivi:
Servizio sociale professionale
Necessità di sostenere la famiglia nei momenti di criticità al fine di prevenire situazioni più
gravi ( istituzionalizzazioni improprie, ecc..);
Garantire un progetto individualizzato per ogni persona o famiglia che raccordi le singole
professionalità;
Garantire su tutto il territorio distrettuale le prestazioni di servizio sociale professionale, con
priorità, nei comuni sprovvisti di servizio sociale professionale, relativamente alle macroaree di
intervento: responsabilità familiari, diritti e tutela dei minori
Segretariato sociale
Rispondere all’esigenza primaria dei cittadini di avere informazioni complete in ordine ai
diritti,alle prestazioni, alle modalità di accesso ai servizi del territorio d’appartenenza e di
conoscere le risorse disponibili nel territorio in cui vivono che possono risultare utili per
affrontare esigenze personali e famigliari nelle diverse fasi della vita.
85
Istituire un sistema informativo dei Servizi Sociali per assicurare una compiuta conoscenza dei
bisogni sociali, del sistema integrato degli interventi e servizi socio assistenziali e socio sanitari,
utile anche ai fini della valutazione e programmazione delle politiche territoriali, affinché siano
sempre più rispondenti ai bisogni ed alle aspettative dei cittadini.
Segretariato Distrettuale- supporto alle attività dell’ufficio di Piano:
- supportare l’operatività delle funzioni dell’Ufficio di Piano,
- sostenere le attività di l monitoraggio dei progetti
- fornire elementi che consentano l’ottimale utilizzo delle risorse umane.
Punto unico di accesso
Il PUA mira a:
- garantire ai cittadini il diritto all'accesso unitario ai vari servizi, superando l’accesso alle
diverse prestazioni erogate da sistemi differenti;
- garantire l’accesso universalistico alle prestazioni sociosanitarie, in particolare nell’area
della fragilità, della cronicità e della disabilità;
- proporsi come LEA processuale definito, nei suoi requisiti fondamentali, dal DPCM del 2
febbraio 2001 sull’integrazione sociosanitaria);
- proporsi come condizione perché siano poste in essere azioni e modalità idonee per una
corretta tutela sanitaria e socio-assistenziale.
13.Tempi di attuazione
In continuità con i servizi attivati nei precedenti Piani di zona.
Il pua da attivare
14. Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali (specificare ____________________________________)
Altro (specificare ____________________________________________________)
Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti)
86
|_|_|_|
__________________________________________________________________________________
15. Numero utenti nel 2010
Servizio Sociale Professionale 1118
Segretariato sociale 1388
|2_|5_|0_|6
16.
Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro (specificare società partecipate )
17. Utenza annuale prevista
3000
18. Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi
|_|_|_|
Assistenti sociali
|_|_|_X|*
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|___X_|*
Pedagogisti
|_|_|_|
Educatori professionali
|_|_|_|
Operatori socio – sanitari
|_|_|_|
Volontari
|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure (specificare n. 1 psicoterapeuta supervisore _________________)
Altre figure (mediatore familiare e _________________)
|_|_|X_|*
|_|_|X_|*
* il numero di operatori sarà definito in sede di attivazione del servizio in base al rapporto: costo
orario/ budget assegnato.
19. Sede della struttura e/o dell’attività
87
Servizio sociale professionale segretariato
Sarà prevista una sede centrale dell’organismo gestore del progetto, mentre le attività saranno svolte
in tutti i comuni del distretto.
Articolazione del PUA
Il PUA si identifica strutturalmente, come spazio fisico dedicato con personale e attrezzature
visibili, e funzionalmente, come modalità diffusa di lavoro degli operatori sociali e sanitari, volta a
realizzare percorsi assistenziali e informativi/ici, tali da integrare le informazioni e le valutazioni
degli operatori, pur se non contigui, e di redigere un progetto comune, con l’adozione di
metodologie e di regole condivise e l’uso di strumenti modulari - sequenziali.
Esso si colloca territorialmente nel Distretto sanitario e nel relativo Ambito di Zona e si articola in
sedi di riferimento Distrettuali PUA(D), presso i Comuni che ospitano un numero apprezzabile di
servizi sanitari e sociali, e in punti di contatto periferici Comunali PUA(C), presso i restanti Comuni
del Distretto: le prime svolgono la funzione di front e back office, i secondi prevalentemente
funzione di front office.
Ribadita è l’esigenza di acclarare l’integrazione dei Distretti dei servizi sociali e sanitari, i comuni
del Piano di zona del Distretto Monti Lepini si impegnano ad adottare un regolamento attuativo che
disciplini la struttura ed il funzionamento del P.U.A., adoperandosi affinché il P.U.A. sia un
puntuale articolazione del funzionamento dei servizi sociali comunali.
20. Liste di attesa
Si (specificare i motivi)
No
21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì (specificare quali)
L’ufficio di Piano viene individuato come il Gruppo Responsabile del monitoraggio e della
valutazione in itinere delle iniziative/interventi previsti.
E’ oggetto specifico del monitoraggio:
il processo di lavoro ( l’organizzazione e sua eventuale flessibilità,il sistema di produzione della
documentazione, l’uso delle risorse, i processi decisionali, la partecipazione alla formazione,
strumenti di autovalutazione ) attraverso:
a) l’analisi dei dati prodotti nell’attuazione del progetto per le singole fasi ;
b) riunioni di gruppo, dei rappresentanti di tutti gli attori coinvolti, focalizzate su specifiche
questioni da approfondire.
A tal fine sono previsti almeno tre incontri l’anno: inizio, in itinere , dopo dodici mesi .
88
la rispondenza delle azioni agli obiettivi previsti , ovvero la valutazione e la verifica dello stato di
attuazione del progetto, attraverso:
a. l’analisi di relazioni mensili prodotte dall’ équipe operativa sulla base di alcuni indicatori di
valutazione, quali-quantitativa, ,dati e appresso indicati ;
b.
riunioni di gruppo, focalizzate su specifiche questioni da approfondire
c. ( incontri trimestrali ).
Indicatori di valutazione, di processo e di esito:
-
Numero di utenti che accedono al servizio
-
Numero di invii effettuati
-
Numero di utenti che riportano al servizio l’esito in ordine alla rispondenza o meno della risorsa
attivata per il suo problema
-
Numero di servizi territoriali attivati e numero delle persone prese in carico
-
Numero di organizzazioni del terzo settore coinvolti
-
Livello di soddisfazione degli utenti
consulenza-accompagnamento
-
Livello di soddisfazione degli operatori delle équipe e dei servizi coinvolti.
22.
sui servizi offerti di
informazione –accoglienza-
No
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Si, parzialmente
No
23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Quelle previste nell’accordo di programma e nei protocolli operativi già esistenti e da elaborare,
nonché nello schema di protocollo d’intesa tra l’azienda USL Latina la Provincia di Latina e i
comuni nei relativi ambiti di zona per la attivazione e la gestione nei distretti del punto unico di
accesso, allegato al presente piano, che sarà esecutivo non appena sottoscritto e a seguito
dell’approvazione da parte dei sindaci del distretto di un apposito regolamento attuativo.
24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Cofinanziamento
Finanziamento
Provincia Comune
Asl
Altro
regionale
Costo risorse
umane
€ 200.000,00
Totale
finanziamento
€ 200.000,00
89
Costo di
funzionamento e
gestione
€ 20.000,00
€ 20.000,00
€ 220.00,00
€ 220.000,00
Costo di struttura e
mantenimento
Totale
Progetto
90
PROGETTO N. 2
1. Titolo del progetto
Assistenza Domiciliare Integrata - Assistenza Domiciliare Educativa
2. Nuovo Progetto
SI
No
3. Progetto già avviato
SI
x
No
Il progetto ADI –ADE previsto nel piano di Zona del distretto monti lepini è stato attivato nel
giugno 2007.
91
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto riguarda l’ ambito delineato e individuato nel Distretto Monti Lepini.
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,
comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Assistenza domiciliare integrata – Assistenza domiciliare educativa
In seguito alla costituzione del distretto Monti Lepini, costituito da n. 8 Comuni, tutti montani,
caratterizzati da una limitata presenza di servizi socio sanitari e con una popolazione inferiore, si è
ritenuto indispensabile accorpare in un unico progetto il servizio di assistenza domiciliare integrata
in favore di anziani e disabili con il servizio di assistenza domiciliare educativa in favore di minori
appartenenti a nuclei familiari multiproblematici, al fine di operare una razionalizzazione delle
risorse economiche.
La scelta di integrare i due servizi in un progetto unico,dettata da ragioni di contenimento della
spesa, non ha creato problemi nell’operatività dei servizi, in quanto sono state salvaguardate le
specificità di ciascun servizio, alla luce delle esperienze maturate e condivise dagli operatori dei
servizi socio sanitari.
.
Assistenza domiciliare integrata
Il servizio di assistenza domiciliare integrata è inteso come un sistema di interventi
personalizzati e flessibili di natura socio assistenziale integrati con quelli sanitari, in favore di
persone anziane e disabili che si trovino in temporanea o permanente limitazione della propria
autonomia personale.
Inoltre il servizio vuole essere uno strumento per garantire alle persone anziane e disabili la
permanenza nel proprio ambiente familiare e sociale, contrastando il ricorso alla
istituzionalizzazione e con un indubbio vantaggio sulla qualità della vita.
In ogni caso verranno garantiti servizi personalizzati e flessibili, con una valutazione
interdisciplinare della situazione socio assistenziale, sanitaria e riabilitativa della persona anziana e
disabile, che ne verifichi i bisogni e predisponga un progetto individualizzato d’intervento.
Il servizio sarà svolto in coordinamento ed integrazione con la A.S.L/ Latina Distretto socio sanitario di Monti Lepini che è competente per la parte sanitaria, secondo quanto previsto dal
protocollo operativo allegato al piano di Zona.
Si dichiara che il 20% del budget del progetto è riservato all’utenza anziana disabile.
Servizio di assistenza domiciliare educativa
92
Il servizio (ADE), è inteso quale risorsa/strumento da utilizzare per sostenere le famiglie
multiproblematiche nel loro ruolo educativo, al fine di evitare l’allontanamento dei minori
garantendo così loro il diritto di crescere nel proprio nucleo.
Inoltre tale servizio vuole essere anche risorsa/strumento per il minore al fine di evitare o
contenere situazioni di forte disagio e/o di condotte devianti.
6. Liveas
Assistenza domiciliare
7 Macroarea
Terza età, disabilità e minori
8. Costo del progetto (finanziamento regionale)
€. 170.986,00
9. Servizi/prestazioni erogati
Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata ADI
Il servizio realizzerà i seguenti interventi:
-
-
-
cura ed igiene della persona;
prestazioni igienico - sanitarie di semplice attuazione inserite nel piano d’intervento da attivare
in collaborazione con il servizio sanitario (rilevamenti della temperatura e del polso, frizioni,
massaggi antidecubito);
aiuto per il governo dell'alloggio e le attività domestiche (cura delle condizioni igieniche del
bagno, riordino del letto e della stanza, cambio della biancheria);
Preparazione e somministrazione dei pasti e realizzazione di acquisti in favore dell'utente non
autosufficiente;
accompagnamento dell’utente per visite mediche, pratiche varie ed altre necessità, previa tutela
assicurativa, o il servizio di assistenza nei periodi di degenza ospedaliera nei tempi previsti
dall’assistenza ordinaria.
realizzazione di incontri di sensibilizzazione e di sostegno con le famiglie
predisporre inoltre altre attività tese a superare l’isolamento delle persone, a promuovere
l’accesso ai diversi servizi presenti nel territorio e alla loro messa in rete;
Agli utenti dei servizi, sarà garantito personale qualificato, in grado di fornire atteggiamenti di
attenzione e il necessario sostegno umano utile all'accettazione delle difficoltà determinate dallo
stato di bisogno.
93
I servizi sociali comunali di concerto con quelli sanitari elaboreranno un piano individualizzato
d’ intervento” con l’indicazione dei tempi, delle modalità di realizzazione degli interventi e che
preveda le azioni di collegamento tra la persona in assistenza e la rete dei servizi territoriali sanitari
e/o sociali.
In tale piano saranno previste azioni di monitoraggio e verifica delle prestazioni stabilite, che
consentano di predisporre le eventuali variazioni degli interventi.
Servizio di assistenza domiciliare educativa ADE
L’attività dell’ADE consiste in un intervento socio educativo che si attua sul territorio, negli
spazi di vita del bambini/ adolescente (domicilio, gruppi informali e formali scuola ecc).
Le azioni previste sono:
-
-
-presa in carico previa individuazione su proposta del servizio sociale professionale, di minori
che presentino situazioni di disagio familiare e sociale;
predisposizione ed attuazione di progetti individualizzati socio educativi integrati con la rete di
servizi presenti sul territorio;
costruzione di una relazione privilegiata educatore minore attraverso la quale assicurare allo
stesso il supporto allo stesso necessario a far fronte alle difficoltà e ai conflitti familiari, il
sostegno per il suo sviluppo fisico ed intellettivo,gli stimoli e la protezione per affrontare con
successo i processi d’integrazione scolastica e sociale
realizzazione di azioni per favorire la fruizione delle risorse sociali ed educative presenti sul
territorio;
attivazione di interventi che favoriscano l’integrazione delle famiglie nel tessuto sociale;
realizzazione di interventi che riattivino le capacità genitoriale residue;
I progetti individualizzati sanno soggetti a attività di monitoraggi e verifica in integrazione con i
servizi socio sanitari secondo modelli operativi che si stanno predisponendo di concerto con gli
appalti nel precedente piano di Zona.
10. Bacino di utenza
Distrettuale
Sub distrettuale(specificare i Comuni)
Comunale(specificare il Comune)
11. Tipologia di utenza
Servizio di assistenza domiciliare integrata
I destinatari del servizio sono le persone anziane e disabili, compresi quelli con disagio mentale,
in condizione di parziale, temporanea o totale non autosufficienza, residenti nel territorio del
distretto socio-sanitario Monti Lepini.
Servizio di assistenza domiciliare educativa
Il servizio è rivolto sia alle famiglie multiproblematiche che abbiano difficoltà a svolgere
adeguatamente il ruolo genitoriale nei confronti dei figli e che necessitano pertanto di essere
supportate in tale senso; sia ai minori in età evolutiva che si trovano in situazione di grave disagio e
94
rischio di emarginazione o che abbiano o stiano per attivare condotte devianti, residenti nei Comuni
del Distretto Monti Lepini.
12. Obiettivi del progetto
Il Servizio di Assistenza domiciliare ADI
si pone i seguenti obiettivi:
-
-favorire la permanenza delle persone nella propria abitazione e nel proprio ambiente familiare
e sociale;
- -migliorare la qualità di vita degli interessati e dei loro familiari.
- Evitare ricoveri in istituti o ospedalizzazioni qualora non siano strettamente indispensabili.
- Potenziare le capacità residue dell’individuo, puntando ad un intervento che stimoli
progressivamente la persona al recupero ed allo sviluppo delle proprie potenzialità.
- Fornire integrazione e collegamento tra i servizi sociosanitari in grado di concorrere
all’autonomia della persona.
- stimolare le reti sociali informali (familiari, amicali, di vicinato, etc.) al sostegno della persona
utente del servizio e favorire il mantenimento della persona anziana e disabile nel proprio
nucleo familiare o comunque nel contesto sociale di appartenenza, assicurando interventi socio
assistenziali diretti a prevenire o rimuovere situazioni di bisogno, di emarginazione e di disagio,
mediante un complesso di servizi sociali coordinati ed integrati sul territorio anche con i servizi
sanitari di base.
Servizio di assistenza domiciliare educativa ADE
Il Servizio ha come finalità quella di permettere la permanenza dei minori, appartenenti a
famiglie multiproblematiche, nel proprio nucleo familiare attraverso un’attività educativa e di
sostegno allo stesso nello svolgimento del ruolo genitoriale, nonché quella di migliorare la qualità
della vita dei soggetti in età evolutiva che si trovano in condizione di grave disagio o a rischio di
devianza giovanile.
Il servizio persegue i seguenti obiettivi specifici
-
sostenere con interventi individualizzati i nuclei in difficoltà;
favorire la fruizione delle risorse sociali ed educative presenti sul territorio;
prevenire l’istituzionalizzazione dei bambini/adolescenti;
favorire l’integrazione delle famiglie nel tessuto sociale;
valorizzare le capacità genitoriale residue;
salvaguardare la qualità del rapporto tra genitori e figli
rafforzare il legame tra le figure parentali
favorire un equilibrato sviluppo sociale e psicologico del minore attraverso una relazione
ignificativa con l’educatore;
favorire i processi di responsabilizzazione all’interno della famiglia;
13. Tempi di attuazione
In continuità con la realizzazione dei progetti previsti nei precedenti piani di zona.
95
14. Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali (specificare ____________________________________)
Altro (specificare ____________________________________________________)
Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti)
|_|_|_|
__________________________________________________________________________________
15. Numero utenti nel 2010 (ADI n. 38 ADE n. 30)
|_68|_|
__________________________________________________________________________________
16. Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro (specificare società partecipate)
17. Utenza annuale prevista
|_68_|
18. Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi
|_|_|_|
Assistenti sociali
|_X__|*
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|_|_|_|
Pedagogisti
|_|_|_|
96
Educatori di base
|_X__|*
Operatori socio – sanitari
|_X_|*
Volontari
|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure (specificare __________________________________________)
|_|_|_|
* Il numero di operatori sarà definito in sede di affidamento del servizio in base al rapporto
costo orario/budget assegnato.
19. Sede della struttura e/o dell’attività
Le attività saranno svolte in tutti i comuni del distretto con le modalità previste nel progetto.
20. Liste di attesa
Si (specificare i motivi)
Si presuppone che si possa determinare una lista d’attesa, tenuto conto del rapporto esistente tra gli
utenti previsti e le limitate risorse economiche assegnate al progetto.
No
21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì (specificare quali)
No
L’ufficio di Piano viene individuato come il Gruppo Responsabile del monitoraggio e della
valutazione in itinere delle iniziative/interventi previsti.
E’ oggetto specifico del monitoraggio:
il processo di lavoro ( l’organizzazione e sua eventuale flessibilità,il sistema di produzione della
documentazione, l’uso delle risorse, i processi decisionali, la partecipazione alla formazione,
strumenti di autovalutazione ) attraverso:
a) l’analisi dei dati prodotti nell’attuazione del progetto per le singole fasi ;
b) riunioni di gruppo, dei rappresentanti di tutti gli attori coinvolti, focalizzate su specifiche
questioni da approfondire.
A tal fine sono previsti almeno tre incontri l’anno: inizio, in itinere , dopo dodici mesi .
la rispondenza delle azioni agli obiettivi previsti , ovvero la valutazione e la verifica dello stato di
attuazione del progetto, attraverso:
a) l’analisi di relazioni mensili prodotte dall’ équipe operativa sulla base di alcuni indicatori di
valutazione, quali-quantitativa, ,dati e appresso indicati ;
97
b) riunioni di gruppo, focalizzate su specifiche questioni da approfondire
c) ( incontri trimestrali ).
Indicatori di valutazione, di processo e di esito:
-
Numero di utenti che accedono al servizio
Numero di invii effettuati
Numero di utenti che riportano al servizio l’esito in ordine alla rispondenza o meno della risorsa
attivata per il suo problema
Numero di servizi territoriali attivati e numero delle persone prese in carico
Numero di organizzazioni del terzo settore coinvolti
Livello di soddisfazione degli utenti sui servizi offerti di informazione –accoglienzaconsulenza-accompagnamento
Livello di soddisfazione degli operatori delle équipe e dei servizi coinvolti.
22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Si, parzialmente
No
23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Quelle previste nell’accordo di programma e nei protocolli operativi già esistenti e da elaborare.
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
Provincia
Costo risorse
umane
Costo di
funzionamento e
gestione
Cofinanziamento
Comune
Asl
Altro
Totale
finanziamento
€. 162.986,00
€. 162.986,00
€. 8.000
€. 8.000
€. 170.986,00
€. 170.986,00
Costo di
struttura e
mantenimento
Totale
98
Progetto
Interventi ludici-ricreativi,
di integrazione sociale
in favore dei minori
99
PROGETTO N. 3
1. Titolo del progetto
:Interventi ludici-ricreativi, di integrazione sociale in favore dei minori
2.Nuovo progetto
SI
No
3. Progetto già avviato
SI
No
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto relativo agli interventi di cui alla legge n.285/97 si riferisce all’ambito delineato nel
Distretto Monti Lepini.
Il progetto darà continuità solamente al servizio “centri di aggregazione minorile” già avviato
nel piano di zona del distretto monti lepini anno 2003.
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,
comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
In seguito alla costituzione del distretto Monti Lepini, costituito da n. 8 Comuni, tutti montani,
caratterizzati da una carenza di servizi socio sanitari e da una minore incidenza demografica, si è
ritenuto necessario procedere ad una ridefinizione degli interventi relativi alla legge n.285/97, già
avviati con i precedenti paini di Zona.
Sulla scorta della valutazione ex post dei progetti dei precedenti paini di zona, e delle priorità
indicate nella rilevazione del fabbisogno, si è deciso di assicurare la continuità del servizio inserito
nella precedente progettazione, che riguardavano i servizi educativi per il tempo libero:“ interventi
ludici-ricreativi, di integrazione sociale in favore dei minori
Interventi ludici-ricreativi, di integrazione sociale in favore dei minori
Il servizio “interventi ludici-ricreativi, di integrazione sociale per minori” si configura come un
servizio ricreativo ed educativo per il tempo libero.
Il servizio verrà realizzato in tutti i comuni del distretto che dovranno mettere a disposizione
una struttura adeguatamente attrezzata dove i minori potranno essere accolti.
100
Gli interventi si articoleranno in laboratori dove si effettueranno attività strutturate di tipo
didattico, espressivo e ludico-ricreativo.
6. Liveas
Strutture semi residenziali educative per minori adolescenti
7 Macroarea
Diritti dei minori, disabili e responsabilità famigliari
8. Costo del progetto (finanziamento regionale)
€ 80.682,54
9. Servizi/prestazioni erogati
In ogni comune verranno realizzati dei centri di aggregazione minorile nei quali verranno
realizzate delle attività di laboratorio di tipo didattico, espressivo e ludico-ricreativo:
Laboratorio di metodologia e tecniche dell’apprendimento;
Laboratori di attività manipolativa;
Laboratori di animazione;
Laboratori di lettura;
Laboratori di giochi di società;
Laboratori di attività grafico pittoriche;
Laboratori della bottega dei mestieri;
10. Bacino di utenza
Distrettuale
Sub distrettuale(specificare i Comuni)
Comunale(specificare il Comune)
11. Tipologia di utenza
Minori, famiglie e personale scolastico
12. Obiettivi del progetto
Il progetto è finalizzato ai seguenti obiettivi:
101
- avviare una riduzione e/o rimozione del disagio e le prevenzioni di rischi psicopatologici e/o di
devianze sociali sulla fascia minorile, nonché promuovere azioni di prevenzione e sostegno.
•
•
•
•
sostenere i bambini e ragazzi con difficoltà di apprendimento didattico;
sostenere i bambini e ragazzi con difficoltà di disagio a livello comportamentale
orientare scolasticamente e professionalmente i ragazzi, durante il corso dei propri studi e nei
momenti di passaggio da un ciclo all’altro;
sostenere le attività di aggregazione ed animazione esplicitamente rivolte a soggetti a “rischio di
devianza”.
13.Tempi di attuazione
In continuità con i servizi già attivati nei precedenti piani di Zona nell’ambito di applicazione
della legge n. 285/97
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali (specificare centri di aggregazione ____________)
Altro (specificare ____________________________________________________)
Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti)
15.Numero utenti nel 2010
16.
|_|_|_|_|
|_1300_|
Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
102
Altro (specificare ___________________________________________)
17. Utenza annuale prevista
18.
|_900|
Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi
|_|_|_|
Assistenti sociali
|_|_|_|
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|_|_|_|
Pedagogisti
|_
|X|_| *
Educatori professionali
|_|_|_|
Operatori socio – sanitari
|_|_|_|
Volontari
|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure (specificare animatori socio educativi)
|X_|*
* Il numero di operatori sarà definito in sede di affidamento del servizio in base al rapporto costo
orario/budget assegnato.
19.Sede della struttura e/o dell’attività
Sarà prevista una sede centrale dell’organismo gestore del progetto, mentre le attività saranno
svolte in tutti i comuni del distretto.
20.
Liste di attesa
SI (specificare i motivi)
21.
NO
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì (specificare quali)
L’Ufficio di Piano sarà responsabile del monitoraggio e della valutazione in itinere delle
iniziative/interventi previsti.
E’ oggetto specifico del monitoraggio:
il processo di lavoro (l’organizzazione e sua eventuale flessibilità,il sistema di produzione della
documentazione, l’uso delle risorse, i processi decisionali, la partecipazione alla formazione,
strumenti di autovalutazione).
Indicatori di valutazione, di processo e di esito:
Numero di utenti che accedono al servizio
Numero di utenti che riportano al servizio l’esito in ordine alla rispondenza o meno della risorsa
attivata per il suo problema
103
Numero di organizzazioni del terzo settore coinvolti
Livello di soddisfazione degli utenti sui servizi offerti di informazione – accoglienza consulenza - orientamento
Livello di soddisfazione degli operatori delle équipe e dei servizi coinvolti.
No
22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Si, parzialmente
No
23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Le prestazioni previste nel progetto saranno svolte in stretta integrazione ed in rapporto con i
Servizi Sociali Comunali, della ASL e i servizi attivati con il presente piano di zona.
24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Cofinanziamento
Comune
Asl
Finanziamento
regionale
Provincia
Costo risorse
umane
€ 75.000,00
Risorse umane
Costo di
funzionamento e
gestione
€ 5.682,54
Costo strutture
e strumenti
Risorse
umane
Totale
Altro finanziamento
€ 75.000,00
€ 5.682,54
Costo di struttura e
mantenimento
Totale
€ 80.682,54
€ 80.682,54
104
Progetto
Interventi in favore
dell'integrazione scolastica,
sociale e culturale
degli immigrati
105
PROGETTO N. 4
1.
Titolo del progetto
Interventi in favore dell'integrazione scolastica, sociale e culturale degli immigrati
2.
Nuovo progetto
SI
No
3.
Progetto già avviato
SI
No
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto riguarda l’ambito del Distretto Monti Lepini e si integra strettamente con gli interventi
previsti nel piano in ambito distrettuale per azioni di informazione ed integrazione sociale,
culturale ed educativa in favore dei cittadini stranieri immigrati presentato da questo distretto ai
sensi della l.r. n. 10/2008 - Dgr n. 513 del 11.11.2010 e si rivolge prevalentemente agli alunni
immigrati.
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,
comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Negli ultimi anni il Distretto ha fatto registrare un afflusso notevole di popolazione straniera, che
necessita di canali preferenziali per potersi inserire nel nuovo contesto sociale.
In particolare è indispensabile l’attivazione di una risposta strutturata agli emergenti bisogni di
accoglienza, inserimento e scolarizzazione degli alunni stranieri, in particolare neo-arrivati.
In passato si sono attivati nei comuni più grandi degli interventi sperimentali volti a favorire
l’integrazione sociale e linguistica degli alunni, che hanno consentito di affrontare l’emergenza
evidenziata dal fenomeno migratorio e nel contempo di elaborare in collaborazione con le scuole
strategie di intervento volte a favorire l’integrazione sociale e linguistica degli alunni.
Attualmente la consistenza numerica raggiunta dalle famiglie straniere residenti e dei minori
regolarmente inseriti nelle scuole dell’obbligo, nonché, il carattere di stanzialità che sempre più
contraddistingue la presenza straniera nel distretto, rende necessario strutturare degli interventi di
integrazione scolastica e sociale da attivare in tutti i comuni del distretto.
6. Liveas
Segretariato Sociale – integrazione sociale
106
7. Macroarea
Immigrati - minori e famiglie
8. Costo del progetto (finanziamento regionale)
€ 14.688,88
1.
Servizi/prestazioni erogati
Il progetto si articolerà nelle seguenti azioni:
Azione 1
Attivazione di laboratori di supporto all’apprendimento dell’italiano strutturati in gruppi di
livello.
I laboratori, differenziati per l’acquisizione della lingua strumentale e per l’acquisizione della
lingua dello studio, potranno svolgersi, sulla base delle necessità organizzative delle singole
istituzioni scolastiche secondo due principali modalità integrate, legate al livello di conoscenza
della lingua da parte degli alunni stranieri, dell’età e dell’inserimento all’interno del sistema
scolastico italiano:laboratori in orario curricolare, laboratori in orario extracurricolare
pomeridiano, per il rinforzo linguistico e il sostegno allo studio, in particolare per la scuola
secondaria di primo grado e per gli alunni inseriti da più di due anni all’interno del sistema
scolastico italiano.
Azione 2.
Attivazione di attività di facilitazione nei rapporti tra scuola e famiglie straniere.
Tale azione prevede il ricorso a mediatori linguistico -culturali come ponte fra la scuola e le
famiglie straniere che hanno difficoltà ad avvicinarsi all’istituzione scolastica per motivi legati
ad incomprensione linguistica e/o culturale; compito dei mediatori sarà altresì quello di
sollecitare la partecipazione dei genitori ai percorsi di apprendimento della lingua italiana
organizzati dalle agenzie presenti sul territorio e dalle scuole.
10. Bacino di utenza
Distrettuale
Sub distrettuale(specificare i Comuni)
Comunale(specificare il Comune)
11. Tipologia di utenza
Immigrati
12. Obiettivi del progetto
1- favorire l’integrazione scolastica e sociale dei minori e adolescenti di origine immigrata,
attraverso iniziative specifiche svolte sia nel tempo scolastico sia in quello extrascolastico es
azioni di sostegno corsi di lingua,
107
2 - Facilitare l'integrazione favorendo la possibilità di confronto e di valorizzazione delle
differenze etniche e promuovendo la comunicazione e l'informazione alla cittadinanza (non
solo extracomunitaria).
3 Promuovere opportunità di tipo culturale che favoriscano l'inserimento fattivo della
popolazione straniera nel nuovo territorio di appartenenza.
4 Svolgere azioni di sensibilizzazione per migliorare i rapporti interculturali tra i nuovi arrivati
e la popolazione residente, attivare processi di crescita culturale.
13. Tempi di attuazione
Un anno
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali (specificare ____________________________________)
Altro (specificare ____________________________________________________)
Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti)
|_|_|_|_|
15. Numero utenti nel 2010
|_|_|_|_|
16.
Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro (specificare ___________________________________________)
17. Utenza annuale prevista
|___|
108
18.
Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi
|_|_|_|
Assistenti sociali
|___|
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|__|
Pedagogisti
|_|_|_|
Educatori professionali
|_|_|
Operatori socio – sanitari
|_|_|_|
Volontari
|_|_|1.
Mediatori culturali
|_|_|_2|
Altre figure (specificare insegnanti per corsi di alfabetizzazione ___
|_|_|2_|
* Il numero di operatori sarà definito in sede di
affidamento del servizio in base al rapporto
costo orario/budget assegnato.
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Le attività saranno scolte nelle istituzioni scolastiche del distretto e negli sportelli informativi.
20.
Liste di attesa
Si (specificare i motivi)
No
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì (specificare quali)
Il Comitato Tecnico dell’Ufficio di Piano viene individuato come il Gruppo Responsabile del
monitoraggio e della valutazione in itinere delle iniziative/interventi previsti.
È oggetto specifico del monitoraggio :
- il processo di lavoro (l’organizzazione e sua eventuale flessibilità,il sistema di produzione della
documentazione, l’uso delle risorse, i processi decisionali, la partecipazione alla formazione,
strumenti di autovalutazione ) attraverso:
a) l’analisi dei dati prodotti nell’attuazione del progetto per le singole fasi ;
b) riunioni di gruppo, dei rappresentanti di tutti gli attori coinvolti, focalizzate su specifiche
questioni da approfondire . A tal fine sono previsti almeno tre incontri l’anno (inizio, in itinere ,
dopo dodici mesi).
109
-
la rispondenza delle azioni agli obiettivi previsti , ovvero la valutazione e la verifica dello stato
di attuazione del progetto, attraverso:
a) l’analisi di relazioni mensili prodotte dall’ équipe operativa sulla base di alcuni indicatori di
valutazione, quali-quantitativa, ,dati e appresso indicati ;
b) riunioni di gruppo, focalizzate su specifiche questioni da approfondire (incontri trimestrali)
Indicatori di valutazione, di processo e di esito:
- Numero di utenti presi in carico
- Numero di invii effettuati
- Numero di servizi territoriali attivati e numero delle persone prese in carico
- Numero di organizzazioni del terzo settore coinvolti
No
22.
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Si, parzialmente
No
23.
24.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Quelle previste nell’accordo di programma e nei protocolli operativi da elaborare
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Costo risorse
umane
Costo di funzionamento e
gestione
Costo di struttura e
mantenimento
Totale
Finanziamento
Cofinanziamento
Totale
Provincia
Comune
Asl
Altro
regionale
finanziamento
€ 14.688,88
Risorse
€ 14.688,88
umane
€ 14.688,88
€ 14.688,88
110
Progetto
“Implementazione centri
diurni per disabili”
111
PROGETTO N. 5
1. Titolo del progetto
“Implementazione centri diurni per disabili
2. Nuovo progetto
SI
No
X
3. Progetto già avviato
SI
No
X
Il progetto è stato attivato dal Comune di Priverno dal Piano di zona del 2003, mentre per i
Comuni di Sezze e Sonnino la progettualità è stata avviata nel 2009.
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il servizio tende ad implementare le prestazioni già offerte nei comuni di Priverno e Sezze,
nonché prevedere che i disabili dei comuni limitrofi possano usufruire di queste strutture.
Per il Comune di Sonnino è prevista l’attivazione di un centro di sollievo per i ragazzi disabili
residenti nel proprio territorio.
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,
comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Nel Distretto Monti Lepini sono presenti n. 2 Centri Diurni, nei comuni di Priverno e di Sezze,
adibiti all’accoglienza diurna di persone disabili tutte conformi ad uno standard omogeneo di
erogazione di servizi ed di interventi.
Una parte del budget previsto per questo progetto, specificato in € 15.000,00, sarà messa a
disposizione del Comune di Sonnino il quale grazie ai finanziamenti previsti nei precedenti Piani di
Zona sta definendo la realizzazione di un centro di sollievo per disabili.
Tale quota sarà messa a disposizione del Comune di Sonnino solo in caso di effettivo
funzionamento della predetta struttura.
Mentre la restante quota del budget progettuale sarà assegnata in parte eguale per i Comuni di
Priverno e Sezze e messa a disposizione dei comuni solo in caso di effettivo funzionamento dei
servizi.
6. Liveas
Strutture semi residenziali rivolte in favore dei disabili
112
7. Macroarea
Disabilità.
8. Costo del progetto (finanziamento regionale)
€. 115.000,00
€. 49.000,00 Priverno
€. 49.000,00 Sezze
€. 17.000,00 Sonnino
9. Servizi/prestazioni erogati
L’accesso al Servizio avviene sulla base di uno specifica richiesta inoltrata ai Servizi Sociali
dei comuni, in collaborazione con gli operatori socio-sanitari della ASL.
La prestazione riguarda disabili maggiorenni (18 – 60) ai quali oltre a proporre attività ludico
ricreative finalizzate al mantenimento di alcune abilità nonché capacità residue.
I Servizi si caratterizzano per la realizzazione di attività finalizzate al raggiungimento della
massima autonomia possibile degli utenti in relazione alla loro disabilità ( gravi , medio- gravi ,
medio - lievi).
Le attività che si realizzano sono strutturate in laboratori ( grafico, ceramica, musicale di
falegnameria ecc) adeguati alla capacità degli utenti, grafco-pittorici, inoltre vengono proposti agli
utenti percorsi di autonomia sia personale che sociale.
Sono inoltre previste uscite sul territorio, gite, soggiorni brevi e settimanali, partecipazioni ad
iniziative ricreative, culturali ecc, ed ogni altra attività ritenuta necessaria per il raggiungimento
degli obiettivi individuati nella programmazione che ogni struttura elabora ogni anno.
10. Bacino di utenza
Distrettuale
(Comuni di Sezze e Priverno)
Sub distrettuale
Comunale
(Comune di Sonnino)
11. Tipologia di utenza
Le persone con disabilità
12. Obiettivi del progetto
Il progetto è finalizzato ai seguenti obiettivi:
Necessità di sostenere le famiglie dei soggetti portatori di disabilità
113
sostenere un progetto individualizzato per ogni persona disabile, rinforzando e conservando le
abilità possedute;
Promuovere in tutto il territorio distrettuale una diversa cultura legata alla disabilità.
13.Tempi di attuazione
In continuità con i servizi attivati nei precedenti Piani di zona.
14. Tipologia di strutture
Numero strutture
|_3 __|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali ( 2 Centri Diurni)
Altro ( 1 Centro di sollievo)
Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti)
|_67|_|
15. Numero utenti nel 2010
Comune di Priverno
16.
|_27|_|
Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro (Azienda comunale )
17. Utenza annuale prevista
Comune di Priverno
Comune di Sezze
Comune di Sonnino
|_27|_|
|_25|_|
|_15|_|
114
18. Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi
|_|_X_|*
Assistenti sociali
|_|_|_X|**
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|___X_|*
Pedagogisti
|_|_|_|
Educatori di base
|_|_X_|*
Operatori socio – sanitari
|_|_X|_|*
Volontari
|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure (esperti in laboratori)
|_X_|*
*Gli Assistenti Sociali si riferiscono ai relativi referenti
di Area dei Comuni del Distretto
** Il numero potrà variare in base alle modalità di
affidamento del Servizio.
19. Sede della struttura e/o dell’attività
I comuni di Priverno, Sezze e Sonnino.
20. Liste di attesa
Si (specificare i motivi)
No
21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì (specificare quali)
L’ufficio di piano verificherà l’adeguamento dei centri agli standard qualitativi e quantitativi
prefissati e valuterà la qualità degli interventi.
La distribuzione delle somme a cura del comune Capofila avverrà su indicazione dell’ufficio di
Piano secondo due criteri prioritari:
a)Adeguamento dei centri agli standards quali-quantitativi prefissati.
b)Apertura dei centri a utenza di altri comuni sprovvisti del servizio
115
Il mancato rispetto di uno solo dei criteri sopra riportati comporterà l’ esclusione dal
finanziamento.
22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Si, parzialmente
No
23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Quelle previste nell’accordo di programma e nei protocolli operativi.
24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Cofinanziamento
Finanziamento
Provincia Comune
Asl
Altro
regionale
Costo risorse
umane
Totale
finanziamento
€ 115.000,00
€ 115.000,00
€ 115.000,00
€ 115.000,00
Costo di
funzionamento e
gestione
Costo di struttura e
mantenimento
Totale
116
Progetto
“Orientamento ed inserimento
al lavoro per soggetti in
condizioni di fragilità sociale”
117
PROGETTO N. 6
1. Titolo del progetto
“Orientamento ed di inserimento al lavoro per soggetti in condizioni di fragilità sociale”
2. Nuovo progetto
SI
No
X
3. Progetto già avviato
SI
No
X
Il progetto è stato attivato da tutti i comuni del Distretto Monti Lepini.
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il servizio tende a dare continuità alle prestazioni già offerte in tutti i comuni del Distretto Monti
Lepini e già finanziate con i precedenti piani di zona.
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,
comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Il progetto si propone :
- di realizzare il benessere personale e sociale e contrastare la povertà associata a fenomeni
multifattoriali;
- di creare opportunità positive di integrazione per soggetti portatori di disagio valorizzandone
capacità ed abilità personali;
- di potenziare e valorizzare le capacità di alcuni soggetti per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Il progetto a livello distrettuale comprende le aree delle tossicodipendenze, ex detenuti e
indigenza, sarà a discrezione di ogni comune individuare le fasce a cui destinare l’intervento e le
risorse.
A tal fine verranno coinvolte le realtà associative presenti nei diversi comuni per sostenere sia
l’iniziativa che gli stessi soggetti che ne potranno usufruire.
6. Liveas
Contrasto alla povertà
7. Macroarea
Tossicodipendenze,ex detenuti, cittadini indigenti.
8. Costo del progetto (finanziamento regionale)
€.48.325,12
118
9. Servizi/prestazioni erogati
L’accesso al Servizio avviene sulla base di uno specifica richiesta inoltrata ai Servizi Sociali
dei comuni da parte degli operatori socio-sanitari della ASL.
Il progetto si prospetta di creare una rete tra le diverse realtà istituzionali presenti nel territorio
in modo che le stesse possano essere un momento positivo per gli inserimenti lavorativi.
10. Bacino di utenza
Distrettuale
Sub distrettuale
Comunale
11. Tipologia di utenza
Le persone tossicodipendenti, ex detenuti e indigenti
12. Obiettivi del progetto
Il progetto è finalizzato ai seguenti obiettivi:
- di realizzare il benessere personale e sociale e contrastare la povertà associata a fenomeni
multifattoriali;
- di creare opportunità positive di integrazione per soggetti portatori di disagio valorizzandone
capacità ed abilità personali;
- di potenziare e valorizzare le capacità di alcuni soggetti per l’inserimento nel mondo del lavoro.
13.Tempi di attuazione
In continuità con i servizi attivati nei precedenti Piani di zona.
14. Tipologia di strutture
Numero strutture
|____|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali
Altro
Capacità di accoglienza della/e strutturale
|_|_|_|
119
15. Numero utenti nel 2010
Comune del Distretto Monti Lepini
16.
|_11_|
Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro
17. Utenza annuale prevista
Comune del distretto Monti Lepini
|____|
18. Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi
|_|_|_|
Assistenti sociali
|_|_X|_|*
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|_|_|_|
Pedagogisti
|_|_|_|
Educatori professionali
|_|_|_|
Operatori socio – sanitari
|_|_|_|
Volontari
|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure (operatori dei servizi della ASL)
|_|_|X|
*Gli Assistenti Sociali si riferiscono ai relativi referenti di Area dei Comuni del Distretto
19. Sede della struttura e/o dell’attività
I comuni del distretto Monti Lepini
20. Liste di attesa
Si (specificare i motivi)
No
120
21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì (specificare quali)
L’ufficio di piano verificherà l’andamento di ogni singola progettualità e valuterà insieme al
servizio sanitario della ASL la qualità degli interventi.
22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Si, parzialmente
No
23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Quelle previste nell’accordo di programma e nei protocolli operativi già esenti.
24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Cofinanziamento
Finanziamento
Totale
Provincia Comune Asl Altro finanziamento
regionale
Costo risorse umane
Costo di funzionamento e gestione
Costo di struttura e mantenimento
Totale
€.48.325,12
121
Progetto
d’intervento d’aiuto personale a
favore di disabili in situazioni
di particolare gravità
122
PROGETTON. 7
1.Titolo del progetto
Progetto d’intervento d’aiuto personale a favore di disabili in situazioni di particolare gravità.
Legge 21.05.98 n.162.
2. Nuovo progetto
SI
NO
X
3. Progetto già avviato
SI
NO
X
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto da continuità agli interventi già attivati nel precedente piano di Zona confermando
l’assistenza di disabili affetti da grave disabilità. Tale progettualità sarà strettamente integrato con
gli interventi sulla non autosufficienza.
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,
comunità alloggio, servizio d’assistenza domiciliare, ADI)
Il progetto prevede l’attivazione d’interventi d’assistenza domiciliare e d’aiuto personale ai
soggetti con disabilità permanente e con grave limitazione dell’autonomia personale nello
svolgimento di una o più funzioni della vita. La condizione di disabilità grave è definita dall’art.3,
comma 3°, della 104/92 e accertata e certificata dalle commissioni mediche di cui all’art. 4 della L.
104/92.
Gli interventi previsti, sono erogati durante la settimana e sono in molti casi ad integrazione di
quelli svolti tramite il servizio d’assistenza domiciliare attivato direttamente dal comune di
residenza degli utenti.
Le prestazioni sono svolte da assistenti domiciliari e riguardano le attività di cura, igiene e
accudimento della persona in collaborazione con i familiari e con altri operatori impegnati nella
gestione della quotidianità del soggetto.
Nonché attività che possano favorire o facilitare l’integrazione sociale degli utenti sostenendo
anche la famiglia nel programmare e gestire il tempo libero del soggetto.
Per ogni soggetto è stato elaborato, dagli operatori dei servizi sociali comunale e da quelli
dell’ASL competenti in materia, un piano individualizzato e personalizzato d’intervento. I piani
individualizzati, la relazione riguardante le condizioni socio-familiari, la certificazione relativa al
riconoscimento della gravità della disabilità ai sensi della L.104/92, la dichiarazione relativa alla
condizione economica, sono depositati ai fini del diritto di privacy degli utenti presso il Comune
capofila e sono a disposizione del competente assessorato regionale.
Attivazione di programmi di aiuto gestititi in forma indiretta rivolti a soggetti disabili non
autosufficienti, derivanti dalla predisposizione di piani personalizzati concordati tra i servizi sociali
123
di residenza dell’utente e richiedenti con conseguente verifica dell’efficacia della prestazione. Il
paziente è libero di sceglier i propri assistenti personali direttamente o indirettamente per mezzo di
organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a regolarizzare i rapporto lavorativo con i propri
assistenti mediante un regolare contratto di lavoro. Il comune verifica che gli operatori da
impiegare siano in possesso di specifica abilitazione e/o formazione in relazione alle prestazioni da
effettuare. È a carico dell’utente ogni onere assicurativo e previdenziale relativo all’assunzione dei
propri assistenti.
Si è stabilito di realizzare progetti di aiuto personale presentati dai comuni del distretto secondo
la graduatoria elaborata con le modalità indicate nell’allegato 1 della delibera G.R n. 977/03, gli atti
relativi a detta graduatoria e tutte le relative istanze sono depositati presso il Comune capofila e
sono a disposizione del competente assessorato regionale:
6.Liveas
Assistenza domiciliare
7. Macroarea
Disabilità
8. Costo del progetto (finanziamento regionale)
€. 45.416,00
9. Servizi/prestazioni erogati
Le prestazioni erogate riguardano interventi d’assistenza domiciliare e d’aiuto alla persona e alla
famiglia del disabile, esplicate durante l’arco della settimana per un monte ore individuale e con le
modalità previste nei singoli piani individualizzati.
Attivazione di programmi di aiuto gestititi in forma indiretta rivolti a soggetti disabili non
autosufficienti, derivanti dalla predisposizione di piani personalizzati concordati tra i servizi sociali
di residenza dell’utente e richiedenti con conseguente verifica dell’efficacia della prestazione.
Il paziente è libero di sceglier i propri assistenti personali direttamente o indirettamente per
mezzo di organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a regolarizzare i rapporto lavorativo
con i propri assistenti mediante un regolare contratto di lavoro. Il comune verifica che gli operatori
da impiegare siano in possesso di specifica abilitazione e/o formazione in relazione alle prestazioni
da effettuare.
È a carico dell’utente ogni onere assicurativo e previdenziale relativo all’assunzione dei propri
assistenti.
10. Bacino d’utenza
Distrettuale
Sub distrettuale
(specificare i Comuni)
Comunale
(specificare il Comune)
11. Tipologia d’utenza
Persone con disabilità in situazione di gravità definita ai sensi dell’art. 3, comma 3°, della
104/92, accertata e certificata dalle commissioni mediche di cui all’art. 4 della L. 104/92.
124
12. Obiettivi del progetto
Gli obiettivi del progetto sono:
•
•
•
Garantire il diritto ad una vita indipendente delle persone con disabilità e con grave
limitazione dell’autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali
della vita, non superabili mediante ausili tecnici;
Garantire il mantenimento del soggetto nell’ambiente familiare attraverso forme di aiuto e di
sostegno alla famiglia nella gestione quotidiana
Facilitare l’integrazione sociale del soggetto.
13. Tempi d’attuazione
In continuità con i la conclusione dei progetti previsti nei precedenti piani di zoana.
14. Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali (specificare ____________________________________)
Altro (specificare ____________________________________________________)
Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti)
|_|_|_|
__________________________________________________________________________________
15. Numero utenti nel 2010
|_15_|
Tale dato è riferito agli interventi attivati direttamente dei singoli comuni.
16. Soggetto che gestisce
Ad ogni comune verrà assegnato il budget per realizzare gli interventi relativi agli utenti in esso
residenti, utilmente inseriti nella graduatoria distrettuale che è disponibile agli atti del comune
capofila di distretto.
125
Il paziente può anche scegliere i propri assistenti personali direttamente o indirettamente per
mezzo di organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a regolarizzare i rapporto lavorativo
con i propri assistenti mediante un regolare contratto di lavoro.
I comuni potranno gestire gli interventi del progetto attraverso convenzioni con:
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro ( assistenza indiretta con gestione del budget da parte dei beneficiari )
17. Utenza annuale prevista
18.
|_|_|_17|_|
Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi
|_|_|_|
Assistenti sociali
|_|_|_X*|
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|_|_|_|
Pedagogisti
|_|_|_|
Educatori professionali
|_|_|_|
Operatori socio – sanitari
|_|_|X_|**
Volontari
|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure (specificare assistenti domiciliare)
|_|_|_|
* Gli Assistenti Sociali si riferiscono ai relativi referenti di Area dei Comuni del Distretto
** Il numero potrà variare in base alle modalità di affidamento del Servizio.
19. Sede della struttura e/o dell’attività
I singoli comuni nei quali risiedono gli utenti ammessi agli interventi
20. Liste d’attesa
In quanto questa progettualità sarà strettamente integrata con quella della non autosufficienza.
No
21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì (specificare quali)
I singoli comuni s’impegnano a trasmettere al comune capofila una relazione finale circa
l’andamento e l’efficacia degli interventi, gli obiettivi conseguiti, per una valutazione degli
126
interventi attivati sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, nonché una dettagliata
rendicontazione della spesa.
Il comune capofila a rielaborare tali relazioni a livello distrettuale e trasmetterla unitamente alla
rendicontazione al competente assessorato regionale.
No
22.
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Si, parzialmente
No
23. Quali sono le modalità d’integrazione con l’Asl?
Al fine di meglio raggiungere gli obiettivi previsti nel presente progetto, gli interventi sono stati
elaborati, per ogni singolo utente, congiuntamente dagli operatori dei servizi sociali comunali e
dell’Asl compenti in materia.
Inoltre sempre congiuntamente saranno svolti compiti di monitoraggio e valutazione degli
interventi attivati ai singoli utenti.
24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
Regionale
Provincia
Costo risorse
umane
Costo di
funzionamento
e gestione
Cofinanziamento
Totale
Comune
Asl Altro finanziamento
Tecnici e
Tecnici
amministrativi
€. 45.416,00
Costo di struttura e
mantenimento
Totale
€. 45.416,00
€. 45.416,00
127
Progetto
Di aiuto personale in favore di
soggetti anziani e disabili non
autosufficienti
128
PROGETTON. 8
1.Titolo del progetto
Progetto d’aiuto personale in favore di soggetti anziani e disabili non autosufficienti ai sensi
della L. R. 23.11.2007 n.20 e secondo i criteri stabiliti con la D.G.R. n.601/2007
2. Nuovo progetto
SI
NO
X
3. Progetto già avviato
SI
NO
X
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto da continuità agli interventi già attivati negli anni scorsi con il fondo della non
autosufficienza ( non più previsto), per cercare di dare una continuità ai progetti di assistenza
domiciliare e di assistenza indiretta in favore degli anziani e disabili non autosufficienti. Tale
progettualità sarà strettamente integrato con gli interventi sull’handicap grave.
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,
comunità alloggio, servizio d’assistenza domiciliare, ADI)
Il progetto prevede l’attivazione dei seguenti interventi:
-
Interventi di assistenza domiciliare integrata, sanitaria e sociale, alle famiglie che assistono in
casa anziani, disabili e minori non autosufficienti
-
Erogazione di prestazioni di assistenza domiciliare integrata al fine di affiancare la famiglia
nella gestione quotidiana della persona non autosufficiente, ovvero sostituirli nel corso
dell’orario di lavoro o per altra temporanea impossibilità di accudire il non autosufficiente.
-
Interventi di assistenza domiciliare integrata, sanitaria e sociale, in patologie cronico –
degenerative
-
Erogazione di prestazioni di assistenza domiciliare e di aiuto personale a soggetti non
autosufficienti anche della durata di 24 ore
-
Erogazione di prestazioni di assistenza domiciliare nei giorni festivi e prefestivi al fine di
affiancare la famiglia nella gestione del non autosufficiente.
129
-
Attivazione di programmi di aiuto gestititi in forma indiretta rivolti a soggetti disabili non
autosufficienti, derivanti dalla predisposizione di piani personalizzati concordati tra i servizi
sociali di residenza dell’utente e richiedenti con conseguente verifica dell’efficacia della
prestazione. Il paziente è libero di sceglier i propri assistenti personali direttamente o
indirettamente per mezzo di organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a
regolarizzare i rapporto lavorativo con i propri assistenti mediante un regolare contratto di
lavoro. Il comune verifica che gli operatori da impiegare siano in possesso di specifica
abilitazione e/o formazione in relazione alle prestazioni da effettuare. È a carico dell’utente
ogni onere assicurativo e previdenziale relativo all’assunzione dei propri assistenti.
Inoltre l’utente allo scopo di sollevare i comuni di residenza da ogni responsabilità, dovranno
stipulare un’apposita polizza R.C.T per i propri assistenti.
Il comune competente corrisponde all’utente un contributo sulla base di un piano
personalizzato.
L’utente è tenuto a presentare il rendiconto delle spese sostenute.
-
6.
Erogazione di contributi economici straordinari per concorrere
deistituzionalizzazione di soggetti anziani e disabili non autosufficienti.
ai
costi
di
Liveas
Assistenza domiciliare
8. Macroarea
Anziani, disabili
8. Costo del progetto (finanziamento regionale)
€. 42.000,00
9. Servizi/prestazioni erogati
Le prestazioni erogate riguardano interventi d’assistenza domiciliare e d’aiuto alla persona e alla
famiglia del disabile, esplicate durante l’arco della settimana per un monte ore individuale e con le
modalità previste nei singoli piani individualizzati.
Attivazione di programmi di aiuto gestititi in forma indiretta rivolti a soggetti disabili non
autosufficienti, derivanti dalla predisposizione di piani personalizzati concordati tra i servizi sociali
di residenza dell’utente e richiedenti con conseguente verifica dell’efficacia della prestazione.
Il paziente è libero di sceglier i propri assistenti personali direttamente o indirettamente per
mezzo di organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a regolarizzare i rapporto lavorativo
con i propri assistenti mediante un regolare contratto di lavoro. Il comune verifica che gli operatori
da impiegare siano in possesso di specifica abilitazione e/o formazione in relazione alle prestazioni
da effettuare.
È a carico dell’utente ogni onere assicurativo e previdenziale relativo all’assunzione dei propri
assistenti.
130
10. Bacino d’utenza
Distrettuale
Sub distrettuale
Comunale
(specificare i Comuni)
(specificare il Comune)
11. Tipologia d’utenza
•
Nello specifico:
Anziani con temporanea, parziale o totale limitazione della autosufficienza con particolare
riguardo ai pazienti affetti da malattie cronico degenerative
Disabili, ivi compreso il disagio mentale, adulti colpiti da disabilità di natura fisica, psichica e
sensoriali e/o affetti da malattie croniche in di condizioni di non autosufficienza
Minori parzialmente o totalmente non autosufficienti, ovvero minori temporaneamente non
autosufficienti a causa di particolari condizioni patologiche. I quali devono risiedere nei
Comuni del distretto
Sono inclusi nel processo di produzione ed erogazione integrata di prestazioni e servizi sociali
e sanitari per la non autosufficienza i soggetti con problemi gravi di autonomia o di
autosufficienza.
Sono candidate alla “presa in carico” le persone per le quali si riscontri una limitazione grave
dello stato funzionale, dello stato di relazione, delle condizioni cognitive o delle attività
necessarie allo svolgimento della vita quotidiana, valutate secondo scale appropriate di
misura. Gli obiettivi della “presa in carico” di tali pazienti attengono:
• al miglioramento della qualità della vita;
• al recupero di funzionalità perdute e al reinserimento nel contesto sociale, perseguiti con
l’erogazione di prestazioni prevalentemente sanitarie e sociali;
• al “sollievo” della famiglia e/o dei caregiver.
In ordine alla presa in carico, necessita una valutazione globale multidimensionale
finalizzata a comporre un PAI - Piano Assistenziale Individuale ed integrato
12. Obiettivi del progetto
Tra gli obiettivi sociosanitari prioritari vengono elencati :
1) La riduzione dei ricoveri in strutture residenziali;
2) L’incremento delle dimissioni ospedaliere protette;
3) La riduzione di ricoveri ospedalieri impropri.
Per agevolare la realizzazione di tali obiettivi devono essere attivati :
1) specifici interventi di Assistenza Domiciliare integrata;
2) servizi di sollievo alla famiglia;
3) aiuto personale anche di 24 h con gestione diretta o indiretta;
4) interventi economici straordinari.
131
Per consentire la permanenza della persona non autosufficiente nel proprio ambiente
abituale di vita preservando le relazioni affettive e sociali
13. Tempi d’attuazione
In continuità con la conclusione dei progetti per la non autosufficienza previsti negli anni
precedenti.
14. Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali (specificare ____________________________________)
Altro (specificare ____________________________________________________)
Capacità di accoglienza della/e strutturale (n° posti)
|_|_|_|
__________________________________________________________________________________
15. Numero utenti nel 2010
|_40_|
Tale dato è riferito agli interventi attivati direttamente dei singoli comuni.
16. Soggetto che gestisce
Ad ogni comune verrà assegnato il budget per realizzare gli interventi relativi agli utenti in esso
residenti, utilmente inseriti nella graduatoria distrettuale che è disponibile agli atti del comune
capofila di distretto.
Il paziente può anche scegliere i propri assistenti personali direttamente o indirettamente per
mezzo di organizzazioni di sua fiducia, in ogni caso è tenuto a regolarizzare i rapporto lavorativo
con i propri assistenti mediante un regolare contratto di lavoro.
I comuni potranno gestire gli interventi del progetto attraverso convenzioni con:
Comune
Convenzione con cooperative
132
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro ( assistenza indiretta con gestione del budget da parte dei beneficiari )
17. Utenza annuale prevista
18.
|_|_|_10|_|
Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi
|_|_|_|
Assistenti sociali
|_|_|_X*|
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|_|_|_|
Pedagogisti
|_|_|_|
Educatori professionali
|_|_|_|
Operatori socio – sanitari
|_|_|X_|**
Volontari
|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure (
_|_|
assistenti familiari)
|_| X_|**
* Gli Assistenti Sociali si riferiscono ai relativi referenti
di Area dei Comuni del Distretto
** Il numero potrà variare in base alle modalità di
affidamento dei interventi.
19. Sede della struttura e/o dell’attività
I singoli comuni nei quali risiedono gli utenti ammessi agli interventi
20. Liste d’attesa
No (specificare i motivi)
In quanto questa progettualità sarà strettamente integrata con quella della non autosufficienza.
No
21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì (specificare quali)
I singoli comuni s’impegnano a trasmettere al comune capofila una relazione finale circa
l’andamento e l’efficacia degli interventi, gli obiettivi conseguiti, per una valutazione degli
interventi attivati sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, nonché una dettagliata
rendicontazione della spesa.
133
Il comune capofila a rielaborare tali relazioni a livello distrettuale e trasmetterla unitamente alla
rendicontazione al competente assessorato regionale.
22.
No
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Si, parzialmente
No
23. Quali sono le modalità d’integrazione con l’Asl?
Al fine di meglio raggiungere gli obiettivi previsti nel presente progetto, gli interventi sono stati
elaborati, per ogni singolo utente, congiuntamente dagli operatori dei servizi sociali comunali e
dell’Asl compenti in materia.
Inoltre sempre congiuntamente saranno svolti compiti di monitoraggio e valutazione degli
interventi attivati ai singoli utenti.
24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
Regionale
Provincia
Costo risorse umane
Costo di
funzionamento
e gestione
Cofinanziamento
Comune
Asl
Tecnici e
amministrativi
Totale
Altro finanziamento
Tecnici
€. 42.000,00
Costo di struttura e
mantenimento
Totale
€. 42.000,00
€. 42.000,00
134
TABELLA
RIASSUNTIVA
DEI PROGETTI
135
PIANO DI ZONA 2011 – RIEPILOGO PROGETTI; QUADRO FINANZIARIO RIASSUNTIVO
Nome progetto
Costo
complessivo
Quota budget
regionale (D.G.R.
307/2011)
interventi in favore degli anziani non
autosufficienti (min. 15% budget D.G.R.
307/2011)
interventi in favore dell’infanzia e
dell’adolescenza ex L. 285/1997 (min. 9%
budget D.G.R. 307/2011)
interventi in favore dei soggetti con
handicap grave, ex art. 3, c. 3 L 104/1992
(min. 5% budget D.G.R. 307/2011)
Assistenza domiciliare integrata ed educativa, di
cui per interventi anziani non autosuff.
€.100.576,33
€.170.986,00
Interventi ludici-ricreativi, di integrazione
Sociale in favore dei minori
€. 80.682,54
Interventi handicap grave (Assistenza
domiciliare)
€. 45.416,00
interventi in favore dell'integrazione scolastica,
sociale e culturale degli immigrati
€ 14.688,88
Servizio sociale professionale segretariato sociale
€. 220.000,00
Implementazione centri diurni disabili anziani
€. 115.000,00
Orientamento ed inserimento al lavoro per
soggetti in condizioni di fragilità sociale
Progetto interventi in favore della non
autosufficienza per anziani e disabilità di cui
per interventi anziani non autosuff. €.22.000,00
TOTALE
€.48.325,12
42.000,00
737.098,54
137
Cofinanziamento
(specificare se Com.le,
Prov.le, ASL, etc.)
Collaborazione e
consulenza
ASL e Comunale
Collaborazione e
consulenza ASL e
Comunale
Collaborazione e
consulenza ASL e
Comunale
Collaborazione e
consulenza ASL e
Comunale
Collaborazione e
consulenza ASL e
Comunale
Collaborazione e
consulenza ASL e
Comunale
Collaborazione e
consulenza ASL e
Comunale
Collaborazione e
consulenza ASL e
Comunale
In data 13.10.2010 i sottoscritti Sindaci del Distretto Monti Lepini d’intesa con il Direttore Generale
ASL/Latina e il Direttore Sanitario del Distretto, approvano il presente Piano di Zona anno 2011
del Distretto Monti Lepini che allegato allo stesso ne forma parte integrante e sostanziale.
Letto, approvato e sottoscritto:
Sindaco di Priverno - Comune Capofila
___________________
Sindaco di Sezze
___________________
Sindaco di Sonnino
___________________
Sindaco di Roccagorga
___________________
Sindaco di Maenza
___________________
Sindaco di Prossedi
___________________
Sindaco di Roccasecca del Volsci
___________________
Sindaco di Bassiano
___________________
Il Direttore Generale ASL/Latina
___________________
Il Direttore Sanitario ASL Distretto Monti Lepini
___________________
138
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del Piano