IMBALLAGGIO FOOD Meno rifiuti, meno sprechi Il packaging di fronte alle sfide del riciclo e della shelf life prolungata in chiave di sostenibilità dei consumi alimentari di Chiara Porzio Approfondimenti: http://tinyurl.com/ImballaggioAlimentare a sostenibilità ambientale si consegue tramite efficienza e ottimizzazione dell’uso delle risorse naturali minimizzando la produzione dei rifiuti. Il packaging per l’industria agroalimentare italiana ha un’incidenza economica di 2,7 milioni di tonnellate di materiali (dati 2010 Istituto Italiano Imballaggio) ed è in fase evolutiva quanto a prodotti e regole legislative. La direttiva europea sugli imballaggi del luglio 2014 impone obiettivi stringenti di recupero e riciclaggio: il 60% al 2020 e il 70% al 2025. Da allora, inoltre, nessun imballaggio riciclabile potrà finire in discarica. Il convegno a Cremona nell’ambito della Food Waste Management ha inteso far luce sulle nuove frontiere del packaging alimentare. Marco Sachet, direttore dell’Istituto Italiano Imballaggio, ha sottolineato il basso impatto ambientale dell’imballaggio rispetto al prodotto che contiene: «Tra contenuto e contenitore – ha detto – si crea una simbiosi che dà vita al prodotto imballato che si qualifica nella distribuzione, nel consumo e nel post consumo. Il packaging deve svolgere al meglio funzioni come contenere e proteggere il prodotto, conservare e preservare le sue caratteristiche, presentare l’articolo e sé stesso». Gli sviluppi tecnologici permettono di utilizzare imballaggi attivi in grado di incrementare la vita dei prodotti e di evitare le perdite: packaging intelligenti e interattivi che comunicano quali alimenti consumare per primi aiutando il consumatore a gestire i magazzini domestici. Simona Fontana, responsabile Centro Studi dell’area prevenzione di Conai, ha evidenziato L che «Degli 11 milioni di imballaggi immessi al consumo nel 2014, il 67,7% è stato avviato al riciclo. Nell’ottica di un’economia circolare, la prevenzione è fondamentale assieme alla corretta progettazione dell’imballaggio che determina l’80% degli impatti ambientali». Alessandro Fulvi, direttore marketing, innovation and sustainability di Ds Smith Italia ha sottolineato il grande spreco di packaging e prodotti e ha aggiunto: «Lo spreco in Italia oggi vale l’1% del PIL, ben 15 miliardi di euro e 4 milioni di tonnellate di CO2». Packaging intelligenti aiutano il consumatore a gestire il magazzino domestico “ ” «Il 42% della raccolta differenziata in Italia è rifiuto organico e compostabile – ha continuato Massimo Centemero, direttore generale del CIC (Centro italiano compostaggio) – e i manufatti biodegradabili hanno come naturale fine vita questo tipo di riciclo. Per questo ci siamo dotati di una certificazione europea per la gestione ottimale di questi rifiuti». Sanpellegrino lavora per alleggerire gli imballaggi e utilizzare PET riciclato. «La nostra bottiglia di acqua Vera da LARGO CONSUMO n. 9/2015 mezzo litro è la più leggera del mercato e pesa solo 10 grammi – ha affermato Fabio Chimetto, application group packaging manager Sanpellegrino – Nestlé Waters – e produciamo bottiglie contenenti il 25% di rPET». Una tonnellata di rPET evita di immettere nell’ambiente 2,3 tonnellate equivalenti di CO2 assimilabili a 8 barili di petrolio. «L’alluminio si configura tra i materiali più sostenibili essendo riciclabile al 100% infinite volte e possiede alte capacità di conservazione del prodotto» – ha concluso Stefano Stellini, responsabile comunicazione di CIAL (Consorzio imballaggi alluminio) che ha poi presentato il progetto Ecolaboration nato per recuperare le capsule di caffè favorendo la raccolta e il riciclo di alluminio e caffè. Un approccio olistico alla sostenibilità arriva da ILPA, divisione ILIP, aderente al progetto Save Food per proporre soluzioni concrete allo spreco alimentare e ai suoi impatti etici e ambientali. «Il settore principale in cui operiamo è l’ortofrutticolo – spiega Roberto Zanichelli, direttore commerciale e marketing di ILPA divisione ILIP – e la richiesta si mantiene costante per le referenze tradizionali come vassoi filmabili, cestelle e alveoli. Il campo si caratterizza per un livello di competizione elevato e le risposte dell’azienda si muovono verso soluzioni personalizzate ed esclusive». Utilizzo di materiali da riciclo, riduzione del peso dell’imballaggio e lotta allo spreco sono le linee guida di ILIP che ha collaborato con l’Università di Bologna per capire quali imballaggi fossero più adatti per la conservazione degli ortofrutticoli. «Il confezionamento in termosaldatura è risultato il più sostenibile – aggiunge Zanichelli – in quanto elimina l’utilizzo del coperchio e riduce l’uso di film di confezionamento contribuendo all’aumento della shelf life del prodotto». Goglio produce sistemi completi per il confezionamento: «La soluzione flessibile – precisa Alessandra Isella, corporate communication manager – permette il trasporto di una maggiore quantità di prodotto a fronte di un ingombro inferiore del contenitore rispetto a forme tradizionali di confezionamento e garantisce risparmi in termini di costi di stoccaggio, trasporto e smaltimento». Imballaggio attivo, 107 IMBALLAGGIO Il ruolo dei gas tecnici alimentari I gas tecnici alimentari sono impiegati nel confezionamento di alimenti e bevande e si qualificano come ingredienti. Regolati da normative specifiche, migliorano la qualità del prodotto, aumentano la shelf life, ottimizzano i costi di produzione e garantiscono la sicurezza alimentare. «Moltissime categorie di alimenti utilizzano gas alimentari – afferma Antonio Vercellesi, responsabile food & farma di Air Liquide Italia -. Allo stato liquido sfruttano le proprietà criogeniche per il raffreddamento e la surgelazione; allo stato gassoso sono indispensabili per il confezionamento in MAP, mentre la CO2 è usata principalmente per la gassatura di acque e bevande. Un esempio è la pressurizzazione delle bottiglie d’acqua in PET fatta con N2 che permette la riduzione dello spessore della plastica riducendone il consumo e favorendo così l’economia circolare». «Il confezionamento in atmosfera protettiva effettuato usando gas e miscele alimentari aumenta la vita del prodotto – continua Fabio Rolla, tecnologo alimentare di Linde Gas Italia – dal doppio fino a 3-5 volte. Un esempio sono i cibi pronti che, confezionati sotto ATM, si conservano fino a 20 giorni. L’allungamento del tempo di conservazione riduce gli sprechi, mantiene i prodotti freschi più a lungo, riduce i resi di materiali deteriorati, l’impiego di additivi e non altera i sapori». Alfredo Malomo, project manager food & beverage Siad, precisa: «Azoto, ossigeno e CO2, miscelati, prolungano la vita di tanti alimenti. È così possibile migliorare l’efficienza di distribuzione nutrendo più persone a distanze maggiori. Valido esempio, il ghiaccio secco, utilizzato per trasporti refrigerati, che oltre a un minore impatto ambientale rispetto ad altri sistemi permette di ridurre gli sprechi». «Rivoira - conclude Francesco Camerlingo, food & beverage marketing & applications specialist dell’azienda - ha studiato una nuova linea di gas e miscele attenta al mantenimento delle caratteristiche distintive dei prodotti di qualità: FOODSENSE®. È una gamma di sostanze per le applicazioni MAP nata per preservare a lungo gli attributi sensoriali tipici del prodotto fresco per tutta la durata della shelf life e rilevare con facilità eventuali micro perdite del packaging». vincitore dell’Oscar dell’Imballaggio 2015 per la lungimiranza dell’innovazione tecnica e tecnologica, è GTea, adesivo green all’estratto di tè verde che migliora la shelf life ed enfatizza le caratteristiche organolettiche dei prodotti. «Con questo progetto – continua Isella – Goglio si pone come portatore di un’innovazione rispettosa dell’ambiente. L’estrema reperibilità del tè verde e il suo basso costo rendono l’adesivo accessibile da tutte le economie, democratico e capace di contribuire alla lotta agli sprechi». Presente nel mercato del fresco alimentare con la produzione di macchine e film per il confezionamento è il Gruppo Fabbri Vignola che lavora per assicurare che i suoi sistemi, materiali e progressi si indirizzino al mantenimento della qualità originale del prodotto. «L’evoluzione del packaging è orientata alle esigenze del consumatore finale e i driver principali sono convenienza, qualità e sostenibilità – afferma Hendrik Jan Bartels, director global sales and marketing del Gruppo Fabbri Vignola –. Su quest’ultimo fronte, in particolare, facciamo confronti, analizziamo nel dettaglio i 108 componenti principali dei nostri materiali e ci impegniamo con ogni nuovo sviluppo». Aspetto controllato assiduamente dall’azienda è il processo di riciclaggio produttivo interno. Nell’evoluzione, i driver principali sono convenienza, qualità e sostenibilità “ ” «In maniera efficiente convertiamo il 99% delle nostre materie prime, le resine vergini – puntualizza Bartels – in prodotto finito». Obiettivo principale del Gruppo è fornire ai clienti sistemi di confezionamento efficienti al 100% nel produrre le migliori confeIL CONAI IN CIFRE: 2013 • Tonnellate di rifiuti di imballaggi a riciclo: 7,6 milioni (67,6%) • Tonnellate di imballaggi immesse al consumo: 11,3 milioni (–0,4%) • Tonnellate di rifiuti da imballaggi da RD gestite: 3,4 milioni (+3,3%) • Tonnellate di rifiuti di imballaggi recuperate: 8,7 milioni (77,5%) Fonte: Conai Largo Consumo LARGO CONSUMO n. 9/2015 zioni possibili senza scarti. Il tema dello spreco alimentare è un imperativo per Sealed Air (Cryovac) che sostiene che la scelta corretta del packaging aiuti nel minimizzare le perdite alimentari lungo la supply chain. «Ben 1/3 delle porzioni alimentari prodotte per il consumo umano non vengono mangiate – sottolinea Laura Passerini, sustainability LCA specialist di Sealed Air (Cryovac) – e l’azienda è impegnata in progetti nati per contrastare queste perdite». Una case study fatta sui prosciutti confezionati con sacchi termoretraibili sottovuoto ha dimostrato che un’aggiunta del 25% di imballaggio riduce i danni causati al prodotto durante la sua esposizione nei retail del 73% e che diminuisce dell’82% la carbon footprint. «I sacchetti ALU Bag Cryovac®300 offrono, per esempio, una protezione equivalente a quella delle confezioni in alluminio – conclude Passerini – apportando il 59% di riduzione del peso dell’imballaggio, il 65% di diminuzione della carbon footprint e il 61% di calo complessivo dell’impatto ambientale». «Nel nostro settore particolare interesse destano le applicazioni in atmosfera modificata (MAP), una tecnologia che consente di mantenere più a lungo tutti i valori del prodotto fresco, aspetto compreso – commenta Matteo Brazzoli, product manager packaging systems di Sirap Gema, specializzata nella produzione di packaging in materiali plastici termoformanti –. I prodotti della nostra gamma derivano da polimeri diversi e l’XPS (polistirolo espanso estruso) rappresenta la miglior combinazione tra leggerezza e prestazioni, con un limitato impatto ambientale. ACTIVOPACK è il nostro primo esempio di imballaggio attivo. Si tratta di una schiuma auto assorbente capace di assorbire l’essudato rilasciato dall’alimento, impedendone il contatto e limitandone la proliferazione microbica. La nostra gamma di contenitori BIACTIVE viene realizzata con uno speciale grado di PET che garantisce alte prestazioni di barriera ai gas senza l’impiego di film multistrato, risulta più semplice ed è completamente riciclabile, riducendo del 35% il carbon footprint rispetto alla versione multistrato». Per Coopbox Group, azienda specializzata nel confezionamento della carne, le tendenze principali vanno verso il confezionamento skin, sottovuoto o in vaschetta. «Il confezionamento skin allunga la vita del prodotto e da IMBALLAGGIO l’impressione di utilizzare una minore quantità di imballaggio – precisa Antonio Terzoni, direttore vendite Europa di Coopbox Group –, anche se si rivela più costoso in termini di processo e rallenta le macchine». La sostenibilità ambientale è un leit motif dell’azienda. «In questa direzione abbiamo sviluppato un software dedicato per la life cycle analysis degli imballaggi – continua Terzoni -. Per quanto concerne la parte tecnologica il 70% della nostra produzione riguarda materiali espansi che garantiscono un alleggerimento importante e un utilizzo esiguo di risorse non rinnovabili e che possono anche essere compostabili». L’importanza del PET riciclabile è indicata anche da Coopbox Group, che lavora in questo senso avvalendosi di un impianto per vaschette rigide che permette di realizzare una decontaminazione completa delle scaglie dei materiali, consentendo all’azienda di utilizzare un prodotto riciclato con tecnologie di pulizia post consumo. «La scatola in metallo è l’emblema della lotta allo spreco – afferma Claudio Saviotti, Commercial director Italy di Crown Food Europe, fornitore di primo piano di imballaggi in metallo – poiché è un materiale permanente e riciclabile all’infinito». Oggi il 73% degli imballaggi in metallo viene riciclato ed entro il 2020 l’azienda si propone di arrivare all’80%. Dal 2000 a oggi l’industria del metallo ha ridotto del 35% le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Il metallo si configura come robusto, inviolabile, ermetico. «L’innovazione fa parte del DNA dei produttori di scatole in metallo, da sempre attenti all’ottimizzazione del UN IMBALLAGGIO SI DICE SOSTENIBILE QUANDO RACCHIUDE LA MIGLIORE SINTESI TRA: Funzioni primarie: - Integrità del prodotto lungo tutta la filiera (contenitore intelligente e lungimirante) - Rispetto norme - Prolungamento shelf life del prodotto Impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita del prodotto: - Ottimizzazione del sistema di imballaggio (primario + secondario + terziario) e sua razionalizzazione - Utilizzo di materiali riciclati (ove possibile) e riciclabili/recuperabili - Riduzione dell’impatto ambientale dell’imballaggio essenzialità Fonte: Simona Fontana, Conai Largo Consumo prodotto e allo sviluppo tecnologico in termini di forma, praticità, sostenibilità, tecniche di stampa e qualità – conclude Saviotti-, che per il nostro tipo di packaging si traduce nell’introduzione di aperture facilitate “Easy Open” e dei coperchi pelabili “Peel Seam” in alluminio. L’esigenza di differenziarsi ha portato, nell’ultimo periodo, ad un incremento delle scatole litografate per migliorarne grafica e cromaticità trasformandole in un fenomenale strumento di marketing». Diminuzione dei costi e maggiore sostenibilità sono le parole d’ordine di Cavanna Packaging Group, gruppo specializzato in sistemi di confezionamento flowpack. «Le nostre aree di investimento – dice Riccardo Cavanna, amministratore delegato di Cavanna – si dirigono verso il confezionamento dei prodotti freschi e surgelati, con una progettazione basata sugli standard internazionali del sanitary design e la compatibilità di materiali a base di polimeri prodotti a partire da risorse rinnovabili. Tra gli ultimi progetti realizzati dalla nostra azienda c’è quello dell’accoppiamento tra cellulosa e PLA che consente di eliminare il packaging più pesante e di ricorrere a un materiale compostabile». Tra i dispositivi intelligenti e attivi promossi da Cavanna, spicca il Gas Flushing, presente sulle confezionatrici orizzontali dell’azienda e capace di assorbire l’anidride carbonica in sacchetti, offrendo ai clienti una valida alternativa. «Per quanto riguarda la riduzione degli spessori degli imballaggi – precisa Claudio Binda, presidente di Masterpack, specializzata nella commercializzazione di film plastico coestruso e multistrato – c’è un limite oltre il quale è impossibile scendere e parlando di futuro noi lo intendiamo, in termini di sostenibilità, come legato alla possibilità di richiudere le confezioni in modo che il consumatore non debba utilizzare le forbici, ottenendo l’allungamento della shelf life del prodotto e riducendo lo spreco alimentare». Masterpack è, infatti, specializzata in sistemi di chiusura master-label, master-zip e master-oven capaci di favorire la convenience e l’ambiente. «Dobbiamo utilizzare il packaging come un elemento attivo non solo per la conservazione – osserva Binda – ma anche per la cottura dei prodotti». L’azienda è stata infatti la prima a operare nei film per microonde, settore che in termini ambientali si traduce in consumi ridotti di gas, di elettricità, di acqua. ■ LARGO CONSUMO n. 9/2015 109