ISTRUZIONI PER LA CONDUZIONE E LA MANUTENZIONE DELLE CABINE ELETTRICHE PREMESSA ........................................................................................................3 ILLUMINAZIONE AMBIENTE.............................................................................3 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE PORTATILI................................................3 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA FISSI................................4 SCOMPARTI DI M.T. .........................................................................................4 INTERBLOCCHI NELLE CABINE PREFABBRICATE .......................................9 INTERBLOCCHI NELLE CABINE A GIORNO ...................................................9 SEQUENZA DI MANOVRE IN UNO SCOMPARTO TIPICO DI QUADRO PROTETTO.......................................................................................................10 VERIFICHE PERIODICHE ................................................................................11 PRECAUZIONI IN PRESENZA DI SOSTANZE TOSSICHE .............................11 CONTROLLI PERIODICI DELLE CABINE ELETTRICHE ................................13 2 PREMESSA I locali adibiti a cabina elettrica devono presentare un insieme di caratteristiche finalizzate alla riduzione drastica dei rischi, che gli operatori devono affrontare nel corso degli interventi di conduzione e manutenzione. ILLUMINAZIONE AMBIENTE Il locale della cabina deve essere sufficientemente illuminato, sia dalla luce del sole che da quella ottenuta mediante apparecchi di illuminazione. La carenza d’illuminazione rende, infatti, molto difficoltosi ed insicuri gli interventi da parte degli operatori. Gli apparecchi di illuminazione possono essere di due tipi: • apparecchi portatili • apparecchi di sicurezza fissi APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE PORTATILI L’involucro di tali apparecchi deve essere totalmente in materiale isolante e lo stato di piena efficienza degli stessi deve essere garantito attraverso i seguenti controlli periodici: • integrità dell’involucro esterno • efficienza delle lampade • stato delle pile o degli accumulatori l’illuminazione, in particolari casi di necessità, può essere prodotta da appositi faretti, montati sul casco degli operatori. 3 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA FISSI Tali apparecchi sono destinati a garantire l’illuminazione del locale, in caso di mancanza della rete di alimentazione della normale fonte di illuminazione, e devono essere collocati in modo opportuno onde garantire: • l’evacuazione delle persone in sicurezza • il proseguimento delle manovre di manutenzione e di esercizio il sistema di illuminazione deve, pertanto, fornire un’autonomia di almeno tre ore. Il controllo dell’ impianto deve essere eseguito almeno ogni tre mesi. SCOMPARTI DI M.T. L’interno di ogni scomparto MT deve essere ispezionabile, attraverso oblò (figura a), predisposti sul fronte del quadro e realizzati in materiale trasparente e infrangibile; un idoneo sistema d’illuminazione interna, inoltre, favorisce la visibilità diretta del sezionamento (D.P.R. 547/55). L’eventuale sostituzione della lampada si effettua senza accedere al vano MT. Gli strumenti di misura (voltmetri, amperometri, wattmetri, contatori ecc.) sono disposti sul fronte del quadro, in posizione tale da consentire un’agevole lettura. In cabina devono essere disponibili tutte le istruzioni per la corretta manovra degli organi di comando, anche se particolarmente complessi. La sequenza delle manovre consentite dagli interblocchi meccanici ed elettrici deve essere riportata in cabina, per mezzo di tabelle facilmente consultabili. Le barre devono essere identificate mediante codice alfanumerico, oppure distinte per colore in modo da individuare agevolmente le fasi (l1 – l2 – l3) del sistema elettrico. Tutti i dispositivi di comando e tutte le apparecchiature sono individuate opportunamente da codici identificativi, riportati anche sugli schemi elettrici e sulle istruzioni di manovra. Le manovre degli apparecchi MT devono essere sempre effettuate indossando guanti isolanti, adatti alla tensione nominale dell’impianto. 4 Figura a ( box trafo: oblò d’ispezione ) I dispositivi di comando devono essere manovrati dall’operatore, senza eccessivo sforzo. Il dispositivo deve inoltre segnalare con sicurezza la posizione in cui si trovano i contatti dell’apparecchio. Quando il comando viene trasmesso tramite una sorgente esterna di energia elettrica, deve essere sempre previsto un comando a mano di emergenza. L’operatore che esegue manovre che richiedono l’utilizzo del fioretto, deve sempre indossare gli appositi guanti e stazionare su pedane/tappeti isolanti. 5 Tipologie di blocchi ed interblocchi La norma CEI 17-6 prescrive che i quadri MT devono essere provvisti di blocchi ed interblocchi che hanno lo scopo di impedire l’esecuzione di manovre errate. Sono oggi più o meno diffuse varie soluzione tecniche, che consentono di classificare i blocchi come segue: • blocchi meccanici (a impedimento e di forza) • blocchi elettrici • blocchi elettromeccanici • blocchi pneumatici e idraulici • blocchi software I dispositivi più comunemente impiegati sono di tipo meccanico ed elettrico; agli interblocchi meccanici (leverismi / blocchi a chiave, che realizzano consensi concatenati e incrociati tra due o più organi per il comando di apparecchiature) è attribuito un livello di sicurezza superiore. Blocchi meccanici a impedimento Si tratta di soluzioni con le quali si rende impossibile ogni tentativo di effettuare manovre errate, mediante dispositivi che impediscono l’introduzione della leva di manovra nella sua sede. Blocchi a impedimento si possono considerare anche i blocchi a lucchetto e i blocchi a chiave. Nei moderni quadri MT i lucchetti non sono molto utilizzati, mentre i blocchi a chiave sono frequentemente impiegati sia a livello di apparecchio, scomparto, o quadro, sia per realizzare blocchi e interblocchi tra i componenti di un impianto. I blocchi a chiave (figura b) sono organi che impegnano o disimpegnano dispositivi meccanici di comando, consentendone o meno le operazioni. Il tutto avviene ruotando una chiave, che provoca l’espulsione o il rientro di un nottolino che interferisce o no con il dispositivo che si vuole manovrare. 6 Figura b (blocchi di manovra a chiavi – esempi-) Quando si devono effettuare operazioni in sequenza su scomparti dello stesso quadro o su quadri diversi di uno stesso impianto, vengono invece usati blocchi per la distribuzione di chiavi (figura c). Sono complessi di serrature, senza alcun nottolino, nelle quali si introducono una o più chiavi che, ruotate, consentono il blocco delle medesime o la liberazione di un certo numero di chiavi, che servono per proseguire la sequenza delle operazioni. Figura c (blocchi per la distribuzione di chiavi esempi-) 7 Blocchi meccanici di forza I dispositivi meccanici che devono impedire la manovra sono dimensionati in modo tale da resistere, alla forza esercitata, eventualmente, dall’operatore che volesse compiere la monovra in modo errato. Blocchi elettrici Sono essenzialmente costituiti da contatti ausiliari, che interrompono i circuiti di alimentazione dei vari dispositivi, impedendo l’esecuzione di manovre inesatte. I blocchi elettrici sono facilmente realizzabili e consentono le più svariate soluzioni applicative, anche se presentano una intrinseca inaffidabilità. Blocchi elettromeccanici Sono dispositivi alimentati elettricamente, che compiono un’azione meccanica. Il blocco elettromeccanico è costituito da un eletromagnete, che quando viene eccitato, muove un perno che consente o impedisce il movimento dell’apparecchio che si vuole controllare. Se l’elettromagnete deve rimanere eccitato durante la sua funzione, viene dotato di resistenza limitatrice per ridurre il riscaldamento e il consumo di energia. Blocchi pneumatici e idraulici Poco usati nei quadri, sono costituiti da attuatori mossi da aria o olio; in pratica, sono pistoncini che bloccano o sbloccano il movimento di un dispositivo elettrico. Blocchi software I quadri Mt sono stati oggetto di ricerca e sviluppo negli ultimi anni, l’evoluzione tecnica ha permesso l’introduzione negli scomparti di unità a microprocessore per il controllo e la protezione. Le unità a microprocessore, disposte sul fronte del quadro e di dimensioni ridotte, sono programmabili e consentono di concentrare tutte le attività di manovra, misura, diagnostica, comunicazione e creazione di interblocchi tra organi di manovra. 8 INTERBLOCCHI NELLE CABINE PREFABBRICATE Tutti gli organi di comando delle apparecchiature devono essere dotati di blocchi a chiave: • sezionatore di linea • interruttore • sezionatore di terra esiste poi un interblocco meccanico a leverismi, fra il sezionatore di linea e quello di terra, che impedisce la chiusura del sezionatore di terra fino a che non sia aperto quello di linea. La porta di accesso dell’unità deve essere apribile solo, per consenso meccanico interno, dopo aver chiuso il rispettivo sezionatore di terra. I due sezionatori di linea e di terra vanno sempre equipaggiati con organi di comando, bloccabili in posizione di aperto che di chiuso. Nel caso di sistemi ad anello o, comunque, caratterizzati dalla possibilita’ di un ritorno di tensione, la manovra del sezionatore di terra deve essere sempre condizionata dal sicuro sezionamento della linea all’altra estremita’ per mezzo di una chiave. INTERBLOCCHI NELLE CABINE A GIORNO Nelle cabine a giorno occorre evitare che le persone possano accedere oltre le protezioni in rete, se prima non si e’ provveduto alla apertura di tutti gli interruttori e sezionatori ed alla eventuale messa a terra delle linee. Questi interblocchi devono essere realizzati mediante l’uso di leverismi o di chiavi, che permettono l’apertura dei pannelli di protezione solo quando tutti gli apparecchi siano in posizione di aperto e le eventuali lame di terra chiuse. I pannelli di protezione sono preferibili incernierati e la loro apertura deve richiedere l’uso di un attrezzo speciale. 9 SEQUENZA DI MANOVRE IN UNO SCOMPARTO TIPICO DI QUADRO PROTETTO La sequenza viene illustrata per uno scomparto di quadro protetto con isolamento in aria, equipaggiato con sezionatore di linea rotativo, interruttore automatico in gas (esafloruro di) zolfo e sezionatore di terra (figura c). Nello stesso scomparto sono utilizzati blocchi a chiave e blocchi meccanici; si tratta di uno scomparto molto usato nelle cabine di trasformazione degli utenti alimentati in media tensione dall’Ente Distributore. ABB ABB Procedura di messa fuori servizio 1. Apertura dell’interruttore (recupero dell chiave, inanellata con quella del blocco del sezionatore di linea) 2. Sblocco del sezionatore di linea e relativa apertura 3. Chiusura del sezionatore di messa a terra 4. Sblocco e apertura della porta della cella linea Procedura di messa in servizio 1. Chiusura della porta della cella linea 2. Apertura del sezionatore di messa a terra 3. Chiusura del sezionatore di linea (recupero della chiave, inanellata con quella del blocco dell’interruttore) 4. Sblocco e chiusura dell’interruttore Figura c (tipico scomparto di protezione) 10 VERIFICHE PERIODICHE La conduzione di una cabina elettrica ha come scopo quello di assicurare una elevata affidabilità e pertanto vanno effettuate le seguenti verifiche periodiche: • verifica della messa a terra • controllo e pulizia degli isolatori • controllo del livello dell’olio contenuto nei trasformatori e negli interruttori VOR • controllo dei circuiti di comando e segnalazione • controllo dell’impianto di illuminazione • controllo e verifica degli estintori • controllo delle strutture edili ( muri, porte, finestre ) • annotazioni eventuali sovraccarichi a tale proposito si allega un opportuno modulo sul quale vanno riportate tutte le annotazioni e le eventuali anomalie riscontrate; il modulo va compilato in ogni sua parte. PRECAUZIONI IN PRESENZA DI SOSTANZE TOSSICHE Nelle cabine, le sostanze tossiche con cui si può venire in contatto sono: il pcb (policlorobifenile - contenuto eventualmente nell’olio isolante dei trasformatori) e l’sf6 (contenuto negli interruttori MT). Durante la manipolazione di olii isolanti o di apparecchi contenenti il pcb, il personale deve indossare i seguenti dispositivi di protezione: • guanti monouso • elmetto • visiera , oppure occhiali • tuta monouso • sovrascarpe 11 al termine dei lavori gli indumenti, eventualmente inquinati, vanno smaltiti in appositi contenitori, l’elmetto e la visiera vanno bonificati con stracci imbevuti di solvente apposito. Gli operatori sono comunque obbligati a lavarsi le mani con acqua e sapone. Il gas sf6 e’ piu’ pesante dell’aria e tende, pertanto, a concentrarsi al livello della pavimentazione. In presenza di prodotti di decomposizione solidi dell’sf6 gli operatori debbono adottare le stesse precauzioni di cui sopra. 12 CONTROLLI PERIODICI Data ________________________ DELLE CABINE ELETTRICHE Operatore ____________________ Cabina Anomalie Mt Anomalie Bt Mancanza sicurezza Altri ririlievi N.R. Note: 13