Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo Ufficiale Associazione Dismamusica - Anno VIII n. XXIX - Direttore Resp. Gianni Cameroni Ricordando Roberto Le chitarre di Donato Begotti Tutti gli espositori SHG 85X275 29-05-2006 16:07 Pagina 1 SHG 28 S ommario 6 EDITORIALE Alberto Biraghi - Gianni Cameroni 8 RICORDANDO ROBERTO Alberto Biraghi QUATTRO CHIACCHIERE CON DONATO BEGOTTI Cristiano Cameroni 12 ALLA CHITARRA CON METODO Cristiano Cameroni TEMPO DI ANNIVERSARI Silvana Antonioli 19 16 IN VISITA A SOAVE Gianni Cameroni APPUNTI DA SARZANA Alessio Ambrosi 21 10 FB800 - Chitarra semiacustica a cassa cava Top: acero figurato (”Quilted”) Fondo e Fasce: acero “Birdseye” maculato Top Binding: Abalone Back Binding: Acero Manico: Acero Tastiera: Palissandro Inserti: Abalone Stile: Veneziano Meccaniche: Grover Imperial Vintage Gold Pick up: 2 Humbucking “Cool Blue” (Alnico) 2 Volumi e 1 Tono Ponte: Tremolo “Tune-o-Matic” Gold 22 tasti scala 25,5” Vintage Sunburst 20 A SHG E OLTRE... A cura della Redazione Speciale Catalogo SHG 28 Supplemento editoriale a Dismamusica Magazine Anno VIII - numero 29 (Giugno 2006) Redazione: S&G Partners srl Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo - MI tel 0362 583672 - fax 0362 544356 - e-mail [email protected] Direttore Responsabile: Gianni Cameroni Progetto grafico e impaginazione: S&G Partners Stampa: Centro Arti Grafiche - Fino Mornasco (CO) FB400 - Chitarra semiacustica a cassa cava Top: Acero fiammato (”Flamed”) Fondo e Fasce: Acero fiammato Top Binding: Abalone Back Binding: Avorio Manico: Acero Tastiera: Palissandro Inserti: Abalone Stile: Fiorentino Meccaniche: Grover Imperial Vintage Gold Pick up: singolo “Humbucking” (Ceramico) 1 Volume e 1 Tono Ponte: “Tune-o-Matic” Gold 22 tasti scala 25,5” Vintage Sunburst FB- 700 Chitarra semiacustica a cassa cava Top: acero fiammato (”Flamed”) Fondo e Fasce: acero fiammato Top Binding: Abalone Back Binding: Acero Manico: Acero con binding Tastiera: Palissandro Inserti: Abalone Stile: Veneziano “f” Meccaniche: Grover Imperial Vintage Gold Pick up: 2 Humbucking “Cool Blue” (Alnico 2) 2 Volumi e 1 Tono Ponte: Stop tail “Tune-o-Matic” Gold 22 tasti scala 25,5” Honey Burst Blue Flame Vintage Vintage Sunburst Second Hand Guitars 28 E ditoriale GIUGNO 2006 Q uando Alberto mi ha detto della scomparsa di Roberto Pistolesi, ho balbettato qualcosa di banale. Non si trovano mai le espressioni più appropriate quando servono: ma forse era più appropriato balbettare il proprio sgomento e lasciar perdere le formalità di una bella frase. Poi, Alberto mi ha fatto sapere che comunque tutto sarebbe continuato, all’insegna del ricordo di un amico, nella comune passione per la musica e la chitarra. E quindi eccoci qui con quello che si sta trasformando in una piccola tradizione: il Catalogo SHG, distribuito a chi entra all’Alcatraz e a tutti i lettori di Dismamusica Magazine. Anche questa volta vi proponiamo una serie di interventi che nascono intorno alla chitarra, con un ricordo di Roberto Pistolesi a firma di Alberto Biraghi, due interviste (una a Donato Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una piccola (ma doverosa) celebrazione dei sessant’anni di Fender corredati da un piccolo box dove si celebrano anche i cinquant’anni di Aria. Curioso l’esito di questi due anniversari sulla produzione di chitarre celebrative: Fender ha immesso sul mercato una serie di prodotti che hanno un piccolo brillante incastonato nella paletta (a sottolineare le nozze di diamante con il mercato, cioè i 60 anni di vita), mentre Aria ha presentato due modelli “not for sale” (ma costosissimi...) interamente ricoperti da una sottile lamina d’oro (a ricordare, appunto, le nozze d’oro con il mercato, vale a dire 50 anni di vita). Il richiamo di questa edizione va però al di là degli anniversari. La grande area dedicata alle “creature” di Pistolesi sarà certamente uno dei punti di maggiore richiamo di questa giornata, ma non bisogna dimenticare che, intorno, c’è tutto SHG, un appuntamento al quale partecipano operatori appassionati e specializzati, che fanno convogliare sull’Alcatraz l’Universo Mondo della chitarra, con strumenti, amplificatori, accessori, pedali, componenti, parti costruttive, e via discorrendo, per il pieno appagamento anche dei collezionisti e degli appassionati più esigenti. Poi, alla sera, ci daremo appuntamento ad altre manifestazioni: ancora SHG a Novembre, come tradizione, e il Salone della Musica a primavera. A proposito: lo sapevate che il Salone si sposta a Milano? Si chiamerà MEET (Music, Events and Entertainment Technologies) e si svolgerà nella nuovissima Fiera di Rho-Pero dal 5 all’8 maggio 2007... Gianni Cameroni Second Hand Guitars 28 U na premessa importante: questa edizione di SHG stava per essere annullata. Abbiamo riflettuto a lungo, dopo la notizia dell’improvvisa morte di Roberto Pistolesi, sul da farsi. Per qualche ora abbiamo pensato che non ce l’avremmo fatta a continuare come nulla fosse con le telefonate, l’organizzazione degli eventi, i bilanci e la burocrazia, tanta era la tristezza che ci portavamo dentro. Poi abbiamo stretto i denti e abbiamo pensato una cosa forse banale, ma vera (“a Roberto farebbe più piacere sapere che noi siamo comunque qui in mezzo alle chitarre”) e abbiamo deciso di andare avanti, sia pure con fatica, di continuare. Ma potevamo farcela solo ribaltando la normale programmazione e trasformando questo appuntamento estivo (che eccezionalmente si svolge a Milano per l’indisponibilità della Mole di Ancona per restauri) in un omaggio vivente a Roberto Pistolesi e a quanto di grandioso il nostro amico scomparso ha significato per il mondo della chitarra. Così abbiamo rinunciato a vendere un grande spazio espositivo al centro della sala, per allestire una zona dedicata a lui, all’interno della quale la comunità degli Accordiani si possa dare appuntamento per rendere omaggio a Pistolesi ricordandolo, parlando della sua vita, dei suoi strumenti, dei suoi insegnamenti, del suo impegno per la musica e per SHG. Ci saranno alcuni dei suoi pezzi più antichi, il secondo The Mojo Amp costruito (che è anche il primo dotato di riverbero), i suoi Mojo Drive e varie Spacecaster. Al momento di andare in stampa la comunità è impegnata a recuperare chitarre, amplificatori ed effetti costruiti da Roberto, con l’idea di allestire una mostra che possa dare un’immagine chiara della sua straordinaria abilità di liutaio e al contempo della sua grande umanità. Per il resto, tutto come da copione. L’edizione estiva di SHG è un po’ più... intima di quella invernale, ma non manca di offrire grandi spunti di interesse. In questo senso, crediamo che la mostra di strumenti d’epoca accostati ad altrettante rarissime biciclette da collezione costituisca un’attrattiva per un pubblico che di anno in anno si fa più grande e affezionato. Dunque un SHG un po’ meno “caciarone” del solito, ma ricco di valore e contenuti, per trascorrere assieme un’ultima domenica di chitarra prima delle sospirate vacanze. Alberto Biraghi R oberto Pistolesi Roberto Pistolesi era un genio, ma era anche molto di più. Per noi che abbiamo avuto il privilegio di averlo come amico è una affermazione quasi normale, “sai che novità”, ma per il resto del mondo può sembrare un’affermazione sconcertante. I nvece era proprio così, a rendere ancora più terribile la sua prematura scomparsa. Chi scrive ha conosciuto Leo Fender e può affermare che l’approccio allo strumento di questi due personaggi era esattamente lo stesso. Pragmatico, consapevole, rigoroso, come dicono gli anglosassoni “no frills”. L’approccio delle persone che sanno usare la loro intelligenza emotiva per fare grandi cose. riusciva neanche ad avvicinarsi ai suoni dei suoi adorati Shadows. Era bastato poco per scoprirne i limiti di progettazione e le magagne costruttive, ma – a differenza di molti che se non sono soddisfatti di L’INIZIO DEL CAMMINO Tutto nacque a fine anni ’70, quando l’allora trentenne Roberto decise che con la sua luccicante The Strat (chi se la ricorda? È la chitarra con cui Fender avviò il lento cammino di ritorno alla qualità) non Second Hand Guitars 28 una chitarra la vendono e ne comprano un’altra – Roberto decise di costruirsela, partendo dall’idea che il nipote di un falegname coi fiocchi com’era suo nonno, avrebbe avuto vita abbastanza facile. ALLA RICERCA DEL SUONO GIUSTO Per 15 anni Roberto ricercò “quel” suono, quello della Fender Stratocaster rossa che riteneva aver estratto i suoni degli Shadows dalle abili mani di Hank Marvin. Studiò e studiò e sperimentò. Spulciò i dettagli delle poche foto d’epoca della Fender Factory di Fullerton per scoprire qualche dettaglio costruttivo, mandò a memoria il libro di Forrest White, parlò con chiunque potesse dargli informazioni sulle sue amatissime “Fende” (rigorosamente senza la “r” finale, in toscano doc, così come per lui le chitarre elettriche montavano dei “picuppe”). E finalmente arrivò a costruire alcune delle più belle (addirittura miglio- ri degli originali secondo molti, incluso chi scrive che di chitarre ne ha viste un bel po’) repliche delle Stratocaster degli anni ‘50 e ‘60 a cui assegnò un nome ormai diventato storia: “Spacecaster”. LA SPACECASTER La vedi da lontano e sembra una Stratocaster come le altre, con quella paletta piccola che strizza l’occhio a un passato glorioso e i colori di sogno dell’epoca surf. Poi la prendi in mano e scopri un mondo. Anche perché la Spacecaster è un pezzo di te, che - come un figlio - hai visto nascere e crescere a partire da un blocco di legno. Faceva così Pistolesi: dopo averti ammesso al privilegio di poterne custodire una, ti invitava a Santa Croce sull’Arno, proprio accanto a Fucecchio, e cominciava a sciorinarti di fronte dei blocchi di legno bellissimi, frassino e ontano con venature da poesia, che metteva in evidenza ba- gnando appena la superficie. Quello sarebbe diventato il corpo. Poi passava a straordinari parallelepipedi lunghi e stretti di acero fiammato o occhio di pernice per il manico, al palissandro per le tastiere. Tutto veniva soppesato, osservato, accarezzato e picchiettato con un martelletto per sentirne il suono, in un rito voo-doo che durava fino al momento in cui capivi che “quella” era la tua chitarra. Poi si sceglievano colori, pickup, hardware e tutto ciò che occorreva, assieme a tantissima pazienza, per arrivare al giorno in cui tornavi a Santa Croce per ritirare la tua Spacecaster. Credete, quello era un momento magico. Chi scrive chiese a Roberto una copia esatta della sua Stratocaster classe 1956, arrivata Ho conosciuto personalmente Roberto Pistolesi ad Ancona durante un incontro-convegno patrocinato da Accordo che si tenne il giorno prima dello svolgimento di SHG 25 (30 maggio 2004). Eravamo in uno dei locali della Mole, con le volte a botte e la finitura a mattoni a vista. Parlammo in molti: di mercato, di futuro, di chitarre e di ruoli, mettendo in discussione filosofie distributive e scelte di campo, e molto altro ancora. Moderavano Stefano Tavernese (Chitarre) e Piero Chianura (allora SM, oggi InSound) ed erano presenti liutai, importatori e distributori, rivenditori e il sottoscritto, come portavoce dell’Associazione Dismamusica. Poi prese la parola Roberto Pistole- a valutazioni troppo illogiche per poter essere portata in giro, ma ritenuta ineguagliabile per suoni e suonabilità. Erano conti fatti senza l’oste. L’aspettativa era per una replica, Pistolesi trasformò l’originale del 1956 in replica della sua chitarra, che tanto è bella e suona bene da poter essere definita opera d’arte. L’EREDITÀ DI ROBERTO Quello che Roberto Pistolesi lascia, oltre a pochi strumenti di valore inestimabile, è l’esempio del suo metodo di approccio alle cose, un’attitudine a guardare la realtà sempre da un punto di vista diverso e più alto, per scorgerne i dettagli che agli altri sfuggono. Quante volte è comparsa quella sua smorfia furba, quando il grande esperto di turno gli mostrava una chitarra “assolutamente originale” che lui smascherava in un istante, da uno dei mille segnali che solo lui conosceva e che purtroppo perdiamo, assieme al suo sorriso. • si, che per tutto il tempo aveva ascoltato con una certa irrequietudine nelle mani, sempre in movimento, e negli occhi, mobilissimi e decisamente espressivi. E disse una cosa che non c’entrava nulla con tutto quello che si era messo sul tavolo: ma era semplicemente la cosa più importante. Disse pressapoco: “Insomma! Si è parlato di tutto e di nulla in questo pomeriggio. E si è detto del mercato e di tante altre cose. Ma solo due di voi hanno citato la cosa che ci ha chiamati qui oggi a chiacchierare del nostro passato e del nostro futuro: la Musica. Dobbiamo ricordarci sempre che se siamo qui è alla Musica che dobbiamo fare riferimento...”. Grazie, Roberto, per quel richiamo. “...Eri la bussola della mia passione piu’ grande. Come te ne ho conosciuti davvero pochi. Grazie di tutto.” “...Grazie infinite, spero di incontrarti in qualche modo, magari in una tua creatura.” “...Resterà per me indelebile il ricordo di lui al suo workshop dell’ultimo SHG... Bravura e dignità incredibili assumono oggi, alla luce della malattia di cui ne apprendo ora, un valore ancora più straordinario...” “Sono commosso. Non solo perché ricordo un uomo buono, gentile e sorridente, non solo perché so che non lo incontrerò più su questa Terra, ma perché i commenti che leggo raccontano di un uomo che si è fatto amare anche da chi non lo conosceva di persona. E questo mi sembra una grande cosa, che mi dà la certezza che tutti noi siamo fatti per cose grandi. Buon viaggio, Roberto!” E per quel tono speciale con cui pronunciavi la parola “Musica”, con la “h” al posto della “c”, e con un grande, immenso sorriso interiore ammantato di profondo rispetto. Gianni Cameroni Second Hand Guitars 28 I l personaggio I ncontrare Donato Begotti non è stato facilissimo. L’agenda del biondo chitarrista è infatti fittissima; e fra lezioni, clinics, concerti e sessions in studio che lo portano da una parte all’altra d’Italia, trovare una mezz’ora per chiacchierare del più e del meno può diventare un compito arduo. Ma, come si dice, chi la dura la vince... e alla fine, fra un concerto e una demo in quel di Caserta, siamo riusciti a incontrarci per parlare di SHG. UNA GRANDE EMOZIONE “Ogni volta che attraverso i cancelli di Second Hand Guitars” esordisce Donato “provo un’emozione grande. È qualcosa che ti fa battere forte il cuore, è un appuntamento al quale ci si presenta come ad un incontro fra vecchi amici. Questo, per quanto mi riguarda, accade in modo particolare per le edizioni di Milano, perché la maggior parte dei miei amici è proprio di qui e tutte le volte ci ritroviamo, io a suonare e loro ad ascoltare –o viceversa.“ CC: “Sono performance del tutto particolari...” DB: “Decisamente. Però devo dire che, al di là di quella che è la mia esperienza, Second Hand Guitars è un appuntamento che è comunque in grado di comunicare emozioni fortissime a qualsiasi 10 Second Hand Guitars 28 persona innamorata della chitarra. Voglio dire... non esiste niente di simile in Italia, e anche all’estero non mi è praticamente mai capitato di imbattermi in manifestazioni come questa. E credo che di questo debba essere dato atto ad Alberto Biraghi e ai suoi più stretti collaboratori. Loro sono stati capaci di inventarsi una cosa del tutto nuova, senza copiare da altri.” CC: “Fra l’altro, SHG è un evento che funziona benissimo...” DB: “Altroché! Ormai è una vera e propria istituzione per il popolo dei chitarristi; ed è una istituzione per la quale siamo tutti riconoscenti a chi, insieme ad Alberto, l’ha inventata.” CC: “Tornando alla tua esperienza, c’è qualche aneddoto in particolare che ricordi con particolare... emozione?” DB: “Assolutamente sì. E non è neanche troppo lontano, perché risale alla penultima edizione milanese. Ricordo che tenevo una piccola clinic su alcuni fraseggi di Eddie Van Halen –e si vede che l’argomento era decisamente “centrato”, perché ricordo con precisione che, non appena io sono salito sul palco, l’intero pubblico dell’Alcatraz si è riversato di fronte a me! Credimi, è stata davvero un’emozione fortissima...” PARLANDO DI DIDATTICA CC: “Mi ricordo di quel tuo intervento. Io ero proprio in mezzo a quel pubblico, e sono rimasto molto impressionato dal tuo modo di raccontare, con passione e freschezza, anche i dettagli più... accademici di un fraseggio musicale. Se non mi sbaglio, parlavi dell’assolo di Beat it, e ti divertivi a suonarlo cominciando da un tempo lentissimo e accelerando progressivamente... e il pubblico, soprattutto i ragazzi più giovani, ne era letteralmente affascinato. ” DB: “Sì, è vero. Del resto, secondo me il ruolo di chi insegna è proprio questo. Un buon insegnante deve essere capace di schockare l’allievo in senso positivo. Per insegnare bisogna prima di tutto trasmettere l’amore viscerale per la musica e per lo strumento. Se questo non accade, bastano tre o quattro lezioni perché qualsiasi studente perda interesse e motivazione. Sono convinto di questo al punto che, nei miei corsi del Master di Chitarra Rock (corso che inizierà il prossimo ottobre 2006 presso L’Accademia del Suono –nuova ed unica sede del mio MCR®), ho adottato una politica del tutto nuova. In due parole: gli allievi frequentano per quattro settimane e, a quel punto, se sono soddisfatti proseguono negli studi. Viceversa, smettono di seguire le lezioni e noi restituiamo loro quello che hanno speso.” CC: “Notevole... anche se ho l’impressione che, se le lezioni sono tutte come quella clinic su Van Halen, saranno decisamente in pochi a non essere soddisfatti.” DB: “Ti ringrazio del complimento. Fra l’altro, quello che dici fa crescere in me la convinzione che l’appuntamento di Second Hand Guitars dovrebbe essere preso in considerazione molto più seriamente proprio da parte delle scuole.” CC: “In che senso?” DB: “È presto detto. Penso che sarebbe davvero molto interessante se le scuole più importanti prendessero a SHG un tavolo a testa. I visitatori della fiera, e in modo particolare i ragazzi, potrebbero così prendere visione dei programmi, dei costi, dell’elenco degli insegnanti... e magari, se la cosa fosse organizzata per bene, potrebbero anche ascoltarli suonare dal vivo, a rotazione, su di un palco speciale.” CC: “Una bella idea... una specie di Try before you buy della didattica. Anche questo viene dall’impostazione dei corsi di cui sei coordinatore?” DB: “Sì e no... Voglio dire, normalmente chi viene a studiare con me sa già in partenza che cosa lo aspetta –ma l’idea di poter ascoltare in anteprima l’insegnante viene soprattutto dalle riflessioni sulle esperienze di segno opposto che ho avuto modo di vivere nei miei primi anni da studente!” CC: “Vuoi dire che c’è qualcuno che è riuscito a farti annoiare con la chitarra?” DB: “Non esattamente, in realtà mi riferivo ad una serie di lezioni private di armonia durante le quali l’insegnante non faceva altro che sbadigliare... Fra l’altro, i miei primi passi nella musica non sono stati alla chitarra, ma con le tastiere.” CC: “E come sei passato alle sei corde?” DB: “È un episodio che si ricollega ad un grande progetto a cui sto lavorando in questo periodo della mia vita, perciò ci tengo a raccontartelo come si deve... Dunque, come ti ho detto, io mi ero avvicinato alle tastiere, che allora erano soprattutto i grossi modelli Farfisa. Mio cugino, all’epoca, era un chi- tarrista rockabilly che andava davvero forte, forte, forte... e questo, nel nostro gergo, voleva dire che era davvero molto bravo. Un giorno, nel 1978, lui mi ha venduto la sua Eko Kadett per la cifra di 60.000 lire. Ricordo che era una giornata di pioggia e che andai a prenderla in motorino.” LA PRIMA CHITARRA... E L’ULTIMA “Fu davvero l’inizio di un grande amore. Con quella chitarra ho cominciato a studiare, e da allora non ho mai smesso.” CC: “Immagino che quello strumento sia un pezzo fondamentale della tua collezione...” DB: “Sbagliato! Vedi, Donato ama fare esperimenti; e così quella Kadett è stata più volte verniciata e riverniciata. Poi ci ho messo addirittura un perno, per farla ruotare –con il risultato che una volta mi sono anche beccato una palettata in faccia! Insomma, per farla breve, alla fine la chitarra non ce l’ha fatta più, e non so neanche che fine abbia fatto.” CC: “Ti sarai pentito per questo...” DB: “Nella maniera più assoluta. Anche perché la chitarra non è uno strumento qualsiasi. È uno strumento da abbracciare, da tenere sul corpo... insomma, se qualcuno la ritrovasse, sarei disposto a sborsare cifre folli per riaverla!” CC: “Questo ha qualche cosa a vedere con il progetto a cui accennavi poco fa?” DB: “Al cento per cento. Ed è una cosa che mi riempie di emozione, perché va molto al di là di qualsiasi normale lavoro o di qualsiasi logica di business. Pensa: qualche mese fa, a quasi trent’anni da quella giornata piovosa, la Eko ha chiesto a Donato Begotti di realizzare un modello Signature!” CC: “Ne sarai orgogliosissimo...” DB: “Orgogliosissimo è dir poco! Per me è come una missione, è una questione di fede... e un doverosissimo tributo alla mia prima chitarra. Che poi, a conti fatti, era un vero, meraviglioso strumento... Second Hand!” • Si chiama Master di Chitarra Rock© (o, più in breve, MCR) il nuovo grande progetto didattico a cui Donato Begotti ha dedicato la maggior parte delle proprie energie nell’ultimo periodo. Il corso, alla cui struttura Donato ha lavorato ininterrottamente dal 1993 ad oggi, è diviso in tre annualità ed è riservato a chi vuole fare della chitarra la propria strada professionale. Accanto al Master di Chitarra Rock, Donato segue personalmente gli allievi del corso RLS - Rhythm, Lead and Sound©. Si tratta di un percorso didattico riservato a chi non può dedicarsi a tempo pieno allo studio ma desidera comunque accedere ad un programma di formazione avanzata. Il corso RLS, che è attivo in Veneto presso Boschello Strumenti Musicali (www.boschello.com) e in lombardia a Cremona presso la Scuola di Musica Pontesound (www.pontesound.it), prevede 8 incontri mensili della durata di due ore e mezzo l’uno. Il costante impegno nelle attività didattiche ha portato Donato a pubblicare anche diversi metodi che sono stati accolti con grande entusiasmo dal pubblico italiano. Il metodo Private Lesson - Rhythm & Lead pubblicato da BMG, in particolare, è stato esaurito nel giro di pochi giorni, ed è andato incontro a diverse ristampe. Si tratta di un testo particolarmente stimolante anche solo nell’organizzazione dei contenuti. Questi sono infatti strutturati in quindici capitoli in rigorosa progressione ascendente e contengono esempi musicali in stili e tonalità sempre diversi. Per ulteriori informazioni sulle attività didattiche di Donato Begotti: www.donatobegotti.com Second Hand Guitars 28 11 A nniversari di Silvana Antonioli I l 2006 è un anno importante per il mondo della chitarra, perché vede diverse aziende leader mondiali impegnate nel festeggiamento di significativi anniversari. Fender e Aria, in particolare, hanno dedicato al rispettivo sessantesimo e cinquantesimo anniversario una serie di strumenti in edizione speciale che, naturalmente, sono destinati a passare alla storia... 60 ANNI DI FENDER La grande avventura Fender comincia nel 1946, pochi mesi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il mondo sta per 12 Second Hand Guitars 28 cambiare radicalmente: viene innalzata la “cortina di ferro”, che codifica la contrapposizione tra Occidente e stati socialisti dell’Europa dell’Est. In Italia il referendum abolisce la monarchia; e per la prima volta votano anche le donne. Anche per il mondo della musica il 1946 è un anno di svolta. Nella California del Sud il trentasettenne Clarence Leonidas (“Leo” per gli amici) Fender fonda la Fender Electric Instrument Company e inizia a costruire una serie di chitarre che cambieranno la storia della musica. CLARENCE LEONIDAS FENDER Leo Fender non era un musicista. Aveva preso forse qualche lezione di pianoforte e di sax negli anni della scuola, ma nulla di più. Non era nemmeno un liutaio, né tanto meno un ingegnere. Aveva semplicemente una profonda passione per l’elettronica. Benché si fosse laureato in Economia e avesse iniziato a lavorare come contabile per il California Highway Department, aveva poi lasciato quell’attività per seguire la sua passione naturale e aveva iniziato a occuparsi di riparazione di apparecchi radio. Dopo avere costruito il primo amplificatore per strumenti musicali, era entrato in contatto con diversi musicisti e così era gradualmente approdato all’idea di produrre chitarre in prima persona. Con la Fender Electric Instrument Company, nel 1946, abbandona infatti definitivamente la radio e la piccola elettronica per dedicarsi esclusivamente Anniversar i In queste pagine: una immagine pubblicitaria relativa alle primissime Strato; il primo stabilimento Fender; una foto di gruppo con Leo Fender (al centro con gli occhiali) attorniato da collaboratori e musicisti; l’inconfondibile Bob Dylan con una altrettanto inconfondibile Strato; la Strato del sessantesimo con brillante incastonato nella paletta. A pagina 14: la Telecaster del sessantesimo agli strumenti musicali con pochi fidati collaboratori, con i quali affina la sua esperienza e la sua tecnica. Le sue creazioni Nel 1951 Fender mette in commercio la Broadcaster, il prototipo della chitarra a corpo pieno che sarà poi rinominata Telecaster: la prima chitarra elettrica solid-body di tipo spagnolo prodotta di serie. In effetti Fender intuisce prima di altri nel settore l’importanza della produzione in serie degli strumenti musicali per un emergente mercato di massa. Non a caso, grazie alle sue innovazioni in ambito produttivo, viene considerato un po’ l’Henry Ford degli strumenti musicali. Sempre nel 1951, l’imprenditore introduce sul mercato il rivoluzionario Precision Bass, che per la prima volta consente anche ai bassisti di amplificarsi mentre suonano. L’importanza di questi due strumenti è da vedersi nel fatto che, insieme, get- tano le basi di quello che oggi definiamo rock combo. In sostanza, nell’epoca in cui a fare musica erano esclusivamente le grandi orchestre, quelle alla Glenn Miller per intenderci, gli strumenti Fender iniziano a permettere anche alle piccole formazioni di esibirsi. E questo determina naturalmente anche un importante cambiamento del gusto musicale. Arriviamo così al 1954, un anno fondamentale nella storia di Fender. Il 1954 è l’anno in cui Bill Haley pubblica la sua famosissima canzone Rock around the clock e Elvis Priesley il suo primo singolo That’s all right. È l’inizio del mito del rock. Trascinata dal folgorante esempio delle stelle emergenti del rock, la nuova generazione entra da protagonista nel mondo della musica. E proprio il 1954 è l’anno di produzione della Stratocaster, che incorpora molte innovazioni studiate sulla base dei suggerimenti dei musicisti, con i quali Fender ha sempre un rapporto molto aperto e collaborativo, e dello stesso staff dell’azienda. Prendono così corpo le inconfondibili carat- teristiche di uno strumento che praticamente è rimasto immutato fino ai nostri giorni: l’adozione di un terzo pickup single coil per ottenere effetti sonori aggiuntivi, il body sagomato e smussato perché la chitarra possa essere meglio “tenuta” dal chitarrista mentre suona, l’eliminazione della doppia spalla che consente di raggiungere meglio i tasti delle note più acute, il manico avvitato al corpo (con un notevole risparmio dei costi di produzione rispetto alle chitarre nelle quali il manico era corpo unico con lo strumento) e la tastiera ricavata direttamente su di esso, e infine la nuovissima leva del vibrato, il ponte “tremolo”, in origine pensata essenzialmente per consentire di curvare le corde e ottenere un suono simile a quello della chitarra hawaiana, un suono molto popolare all’epoca, soprattutto tra i chitarristi di musica country. L’USCITA DI SCENA DEL FONDATORE Negli anni ’60 e ’70 nascono le “Strato” ancora oggi più apprezzate dai collezionisti: sono quelle progettate e costruite sotto la direzione tecnica dello stesso Leo Fender, che però, nel 1965, forse per ragioni di salute, forse per permettere alla sua azienda di sviluppare il proprio impianto industriale e di entrare sul mercato mondiale, vende la società alla Columbia Broadcasting System, una multinazionale apparentemente interessata a espandersi anche nel settore degli strumenti musicali. Tra il 1965 e il 1971 Leo Fender continua comunque a lavorare come consulente del settore Ricerca & Sviluppo della nuova Fender. Quando però l’ultimo dei suoi vecchi collaboratori lascia l’azienda per fondare la Music Man e produrre amplificatori, anche Leo Fender lo segue. Morirà nel 1991. Second Hand Guitars 28 13 A nniversari LA NUOVA FENDER MUSICAL INSTRUMENTS CORPORATION In realtà si ha presto la sensazione che la CBS non intenda valorizzare più di tanto il marchio, per il quale inizia un periodo poco felice, che dura fino a quando, nel 1985, un gruppo di dipendenti e di investitori guidati da Bill Schultz non acquista l’azienda da CBS. E così Fender torna nelle mani di un piccolo gruppo di appassionati della musica intenzionati a ridare gloria al marchio. Il team della nuova Fender Musical Instruments Corporation riparte da zero –non ha rilevato né stabilimenti né macchinari. Possiede solo i nomi, i brevetti e le parti rimaste a magazzino. Sostenuto da un gruppo di fedeli dipendenti, rivenditori e fornitori – alcuni dei quali lavoravano per l’azienda da quando Leo Fender aveva iniziato a costruire le sue chitarre e i suoi amplificatori – Bill Schultz e i suoi si mettono all’opera per ricostruire un’icona americana. E ce la fanno. Nello stesso anno della fondazione aprono uno stabilimento a Corona, in California. Poi, nel 1987, ne aprono un altro a Ensenada, in Messico. E nello stesso anno, sempre a Corona, aprono il Custom Shop, il regno delle chitarre personalizzate. Nel 1991, la Fender Musical Instruments sposta la sede centrale da Corona (dove rimane lo stabilimento produttivo) a Scottsdale, in Arizona, dove i responsabili amministrativi, del marketing, della pubblicità, delle vendite e dell’export seguono e coordinano le attività di una rete di produzione e di distribuzione sempre più globale. Il catalogo si allarga a molti nuovi modelli, includendo anche chitarre acustiche, classiche e jazz. E l’azienda infatti si sviluppa sempre più come struttura di vendita e dimensioni. Nel 2005 Bill Schultz si ritira e il suo posto viene preso da Bill Mendello, attuale C.E.O. dell’azienda. Fender oggi Fender oggi produce e distribuisce praticamente tutto quello di cui un musicista ha bisogno per suonare: dalla chitarra alle corde, agli accessori, ai prodotti pro audio, inclusi amplificatori e mixer. È un’azienda leader a livello mondiale, un’azienda i cui prodotti hanno plasmato la forma stessa del suono, definendo un nuovo standard nella percezione sonora. 14 Second Hand Guitars 28 Oggi Fender, che dedica peraltro grande attenzione anche alla formazione musicale dei giovani attraverso programmi di educazione mirati che tiene presso il suo modernissimo Fender Center a Corona, produce fondamentalmente due linee principali, la “Serie American” e la “Serie Standard”: la prima è una serie professionale di qualità più esigente e di costo più elevato, la seconda è più accessibile ad un pubblico più allargato. E se gli strumenti della prima serie escono dagli stabilimenti statunitensi di Corona, quelli della seconda arrivano per lo più dal Messico, ma anche dalla Cina, dal Giappone, dalla Corea, dove l’ormai multinazionale Fender ha stabilito i suoi insediamenti produttivi. Il prodotto più rappresentativo della casa rimane comunque sempre la Stratocaster, forse in assoluto la chitarra elettrica più popolare nella storia della musica: un mito che ha attraversato oltre mezzo secolo di storia e di eventi rimanendo sostanzialmente sempre uguale a se stessa grazie alle sorprendenti qualità che Leo Fender seppe conferirle. Musicisti dediti ai generi più disparati hanno scelto e continuano a scegliere questo strumento – anche bello da guardare - per il suo suono, per la facilità con cui si suona, per la sua versatilità. Un elenco degli artisti che hanno suonato o suonano la “Strato” non può essere che incompleto, ma è comunque rappresentativo: Jimy Hendrix, Eric Clapton, Bob Dylan, i Beach Boys, i Beatles, Stevie Ray Vaughan, Mark Knopfler, Frank Zappa, Gorge Harrison, Bruce Springsteen, gli U2, Sting, i Pooh… Tanti grandi artisti, tanti musicisti professionisti e tanti semplici appassionati di musica hanno dunque contribuito a fare grande il nome di Fender in questi ultimi sessant’anni. Perché Fender ha saputo fare grande la loro musica. Per festeggiare l’anniversario l’azienda ha messo in distribuzione quest’anno nuovi modelli particolari delle sue leggendarie chitarre e dei suoi bassi e anche numerosi divertenti e simpatici gadget. Per segnare una nuova, importante tappa di una storia che forse è ancora solo agli inizi. Ad multos annos, Fender! • Aria di festa per Aria Il marchio giapponese Aria festeggia cinquant’anni di presenza sul mercato. Forse non tutti sanno che questo marchio è l’anagramma del fondatore e Presidente della gloriosa azienda giapponese (la Arai & Company Inc.): Shiro Arai. Con un anagramma che corrispondeva al termine italiano aria, inteso come composizione melodica, Shiro Arai ha decretato il successo della sua gamma, che include oggi chitarre elettriche solid body e hollow body, bassi elettrici, chitarre acustiche, chitarre classiche, banjo, mandolini e ukulele, ma anche elettroniche e accessori. Anche l’elenco degli artisti che hanno suonato e suonano con strumenti Aria è lunghissimo e comprende nomi famosissimi: citiamo a titolo di esempio solo Don Wilson, Bob Bogle e Gerry McGee dei Ventures; Gary Nuttal, Fil Eisler, Planet Claire e Alex Dickson della Robbie Williams Band; o ancora Jeff Blando, degli Slaugter, o Steve Bailey. Per festeggiare le sue nozze d’oro con la musica, il costruttore giapponese ha prodotto la chitarra elettrica solid body PE-50th e il basso neck-through a quattro corde SB-50th: due modelli (non in vendita) che corrispondono a due delle serie Aria più prestigiose, per l’appunto la serie PE e la serie SB. PE-50th e SB-50th hanno un particolarissimo e preziosissimo top in acero dorato a foglia d’oro che riproduce raffinati motivi tradizionali giapponesi. Tutti gli ESPOSITORI www.accordo.it Accordo Amici di Roberto Pistolesi Via Moricone, 9 - 00199 Roma - Tel 06 86219922 - www.chitarre.com via Cascina Bragosa, 6 - 20060 Pessano con Bornago (MI) - Tel 348 8848873 - www.chitarremancine.com Via Salvador Allende, 5/7 - 06024 Gubbio (PG) - Tel 075 92.20.746 - www.cordovabymichelutti.com www.crazyparts.de Chitarre Chitarre Mancine Cordova Guitars Crazy Parts Via Valdossola 26/G - 40134 Bologna - Tel. 051 434172 - www.creazionisonore.it Creazioni Sonore Via Bovisasca, 97 - 20157 Milano - Tel 02 3760757 - www.crismusic.it Cris Music s.a.s. Via Michelangelo da Caravaggio, 174/A - 80125 Napoli - Tel 081 2401434 - www.dalessandroguitars.com D’Alessandro Guitars [email protected] Dino’s Guitars Corso Venezia, 49 - 20121 Milano - Tel. 02 7750254.5 - www.dismamusica.it DISMAMUSICA [email protected] Riccardo Fornasero Gemmexpert Enrico Gosmar C.so Concordia, 6 - 20129 Milano - Tel 02 87388664 - www.insound.it Insound Via Emilia Est, 885 - 41100 Modena - Tel 059 364114 - www.lenzotti.com Lenzotti Via Matteotti, 91 - 10073 Ciriè (TO) - Tel. 011 9210227 - [email protected] [email protected] V.le Cassala, 7/2 - 20143 Milano - Tel 02 58103239 - www.luckymusic.com/ita/ Via Cesare Battisti, 107 - 01010 Farnese (VT) - Tel. 0761 4580876 - www.masottiamp.it Liuteria Alverman Liuteria Canova Lucky Music Masotti Guitar Devices Memo Mormina [email protected] Via Vincenzo Monti, 52 - 20017 Rho (MI) - Tel 02 93909372 - www.musicgallery.it Mr. T (Alberto Dani) Music Gallery Giovanni Occhipinti Corso di P.ta Ticinese, 3 - 20123 Milano - Tel 02 89429080 - www.prina.it Prina Salcuni [email protected] Gottfried Schmid Giampietro Secco Via Venezia Giulia, 7 - 20090 Segrate - Mobile 335 442337 - www.venturiniguitars.com C.so Vittorio Emanuele II, 123 - 10128 Torino - Tel 339 762 68 91 - www.vinteck.com www.zizzetope.it Alberto Venturini Vinteck Zizzetope Second Hand Guitars 28 15 76 Alex rie RG da erit age H 150CM -R r e H )- M o nc Fra us ri e ls sid l a d a (PFM) - Ran ie A ji D va s (P se r ck Patri rtist M TS d s Blues Ban e G ar iaz zo (T reve ita ge d Ki H5 -H an na rig ll s e Paolo Pat ni er g e FM) - Gallien-Kru la musica c Master Music S.r.l. - Via Papa Giovanni XXIII, 23 - 20090 Rodano (MI) Telefono 02.95 rt i st ag eB Com bo l Danie Ga ie r e s llien -Krueger A n i- C us to m gi Gi ifa rel l eritage H C all an d ate Patrick Abb serie TS M i-H 575 40 P r o t ar Qu ur nX Andrea che c’è in te ar on sh b - W as -R hb e urn N4 Vintag e- a W Randall MTS 5.32.81.02 - Fax 02.95.32.86.07 - E-mail: [email protected] - www.master-music.it N ote di carta Parlare di un autore di metodi per chitarra sulle pagine del catalogo di una fiera che è fatta soprattutto di strumenti può sembrare fuori luogo. Ma le riflessioni che Antonio Ongarello ci propone vanno ben al di là di una semplice presentazione delle ultime novità editoriali. E ci ricordano che, per ottenere grandi soddisfazioni dallo strumento, occorre applicare con costanza un metodo rigoroso... È una tranquilla mattina di fine maggio quando raggiungo al telefono Antonio Ongarello. La voce pacata e il tono disteso con cui il Maestro accetta di rispondere alle mie domande sono il presupposto ideale per una conversazione che ben presto si fa decisamente cordiale. Così, quando gli chiedo quale sia l’originalità del suo approccio alla stesura dei metodi per chitarra, Antonio Ongarello risponde con entusiasmo, ripercorrendo i più importanti crocevia del suo lungo percorso di ricerca attra- verso il mondo della didattica della chitarra jazz. Cronaca di una passione “Penso che lo studio di uno strumento musicale” esordisce Ongarello “sia di fatto una disciplina interiore molto rigorosa. Una attività di ricerca continua che permette prima di tutto di conoscere a fondo se stessi. Perciò, se devo indicare quali sono gli elementi che distinguono i miei testi dalla grande quantità di metodi che vengono proposti nelle librerie musicali di tutto il mondo, mi viene in mente una sola risposta: la mia storia.” CC: “La storia?” AO: “Sì. E, per la precisione, quell’insieme di esperienze attraverso le quali mi sono formato nel corso degli anni. A cominciare dai primi passi nella musica jazz e rock, che sono avvenuti al di fuori della realtà accademica.” CC: “Vuol dire che lei ha cominciato a studiare come autodidatta?” 18 Second Hand Guitars 28 AO: “Precisamente. In realtà ho studiato per un anno chitarra classica, prendendo lezioni su base regolare e confrontandomi con tutto il repertorio degli studi tradizionali. Scale, arpeggi, gli studi di Sor, Giuliani, e via dicendo... Ma per quanto riguarda la musica jazz, la mia prima formazione è avvenuta in modo del tutto autonomo. Ed è partita da molto lontano, perché, a dire la verità, la mia prima ‘militanza’ come chitarrista si è situata, per diversi anni, all’interno di complessi di musica beat.” L’IMPORTANZA DEL RITMO CC: “Suona strano, detto da un musicista che è riconosciuto come una delle autorità indiscusse della didattica per chitarra jazz.” AO: “È vero. Anche se sono intimamente convinto che questa esperienza, che di fatto è una delle chiavi di volta della mia vita, sia uno dei motivi principali per cui ho avuto successo come musicista e come insegnante.” CC: “In che senso?” AO: “Vede, io ho avuto la fortuna di vivere da musicista gli anni Sessanta. Era un’epoca incredibile, nella quale la musica era più semplice. Erano anni in cui intorno alla musica c’era un entusiasmo collettivo che era qualcosa di fortissimo, di contagioso. Tanto per avere un’idea delle dimensioni del fenomeno, mi ricordo che solo nella mia classe, negli anni delle scuole superiori, si contavano addirittura quattro complessi!” CC: “Una realtà lontana anni luce dalla situazione di oggi... ma in che modo questo ha fatto la differenza?” AO: “È presto detto. Chi, come me, ha avuto la possibilità di salire su di un palco solo per fare yeah yeah con l’obiettivo dichiarato di conquistare qualche ragazza, si è poi portato dietro per tutta la vita l’entusiasmo di quegli anni e la forza dirompente di quei ritmi. Chi è venuto dopo, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente jazz, si è formato all’interno di strutture e percorsi più accademici. I quali, se da un lato hanno garantito a tutti una solida preparazione teorica, dall’altro non sono stati in grado di offrire la stessa immersione nella semplicità e nella spontaneità. Due valori che, a livello di musica suonata ma soprattutto a livello di didattica della musica, io considero fondamentali.” Note di cart a DAGLI APPUNTI AI METODI CC: “Molte delle esperienze di quegli anni, che nascevano in nome della spontaneità, si svolgevano però in modo un po’... naif, nel senso che non sfociavano sempre in percorsi strutturati.” AO: “Sì, per molti è stato così. Ma io ho avuto la fortuna di sommare alle esperienze musicali i miei studi di statistica.” CC: “Di... statistica?” AO: “Naturalmente. La statistica è una materia che richiede solide conoscenze matematiche, e che abitua a fare un grande uso della logica in tutte le proprie attività. Applicare questo metodo alla musica è stato quindi per me perfettamente naturale. Con il risultato che ho cominciato da subito a raccogliere osservazioni, appunti, piccole annotazioni. Veri e propri quaderni di studio che sono nati a mio esclusivo uso e consumo, e che, un bel giorno, hanno avuto la ventura di venire pubblicati.” CC: “Con sorprendenti risultati di vendita...” AO: “Anche qui, forse, c’è un piccolo segreto. In realtà ho sempre pensato che, quando si scrive un libro che deve essere utilizzato da una persona raccolta, per così dire, nell’intimità dello studio, bisogna fare in modo che ciò che si scrive risolva i dubbi senza crearne di nuovi. In particolare, io mi preoccupo da sempre che i miei lettori, non importa di quale livello tecnico, riescano soprattutto a completare con successo la lettura dei miei testi. Se una persona riesce ad arrivare in fondo ad un libro, mi sono sempre detto, è soddisfatta. E se è soddisfatta sarà invogliata a continuare il cammino acquistando un nuovo volume.” CC: “Una prospettiva che farà felici gli editori...” AO: “Dal punto di vista commerciale senz’altro. Anche perché se fosse altrimenti non mi chiederebbero più di scrivere nuovi testi. Ma questa strategia è propria in realtà di tutto il mio metodo didattico. Del resto non è diversa dal meccanismo con il quale si scrivono i romanzi, o dal sistema dell’organizzazione degli studi in lezioni ed esami. Superato l’esame, l’allievo si sente realizzato ed è invogliato a continuare.” CC: “Anche nel caso in cui abbia incontrato grosse difficoltà?” AO: “Dipende. In ogni caso, proprio per evitare di scoraggiare i miei allievi e i miei lettori, io ho sempre impostato tutti i miei interventi in modo da garantire un cammino estremamente progressivo. In altre parole, ho sempre dato alle mie lezioni e ai miei libri una curva di apprendimento dalla pendenza molto lieve. Questo naturalmente non significa che io non richieda progressi; ma cerco di suscitare nell’allievo il desiderio di riuscire grazie al fatto che, in ogni occasione, gli indico un obiettivo alla sua portata.” CC: “È un meccanismo che funziona a tutti i livelli?” AO: “Direi proprio di sì. L’importante, come sostengo da sempre, è che sia il maestro a dare il ritmo, e non l’allievo. Voglio dire... le scuole, oggi, sono piene di musicisti che, per il semplice fatto che non riescono ad esibirsi dal vivo, si mettono ad insegnare. Io capisco la sacrosanta necessità di procurarsi uno stipendio, ma se ci si mette ad insegnare senza un metodo e – quel che più conta– senza una precisa vocazione, si fanno solo danni. Dirò solo questo: mi capita spesso di imbattermi in insegnanti che, quando l’allievo si presenta senza avere studiato, gli dicono semplicemente: pazienza! vorrà dire che stu- dieremo insieme anziché andare avanti” CC: “E invece cosa dovrebbero dirgli?” AO: “Beh, se io verifico che dopo tre o quattro settimane l’allievo non ha fatto registrare progressi, gli impongo un periodo di stop. E magari gli suggerisco di starsene a casa a guardare la televisione, perché evidentemente non ha abbastanza passione per continuare a studiare seriamente.” CC: “Una misura forte...” AO: “Che però è necessaria per preservare l’autorità dell’insegnante –la quale è funzionale al suo ruolo. Insomma, un buon medico non cambia la medicina al suo paziente se questi gli dice che è amara. Così un insegnante non può seguire un programma scelto dall’allievo, né l’allievo può studiare senza impegnarsi. Anche perché la musica, come dico sempre ai miei studenti, restituisce nelle emozioni quello che le si è dato in termini di studio...” • Fra le pubblicazioni più recenti firmate da Antonio Ongarello c’è una serie di volumi dedicati agli standard delle diverse tradizioni musicali che fanno capo al repertorio jazz. I volumi, che sono pubblicati e distribuiti in Italia e nel mondo da Carisch, si affiancano allo storico Chitarra Jazz Tecnica Armonica del 1978 e al più recente Metodo per chitarra jazz in tre volumi (BMG, 1998). Antonio Ongarello tiene anche su base regolare concerti e lezioni di perfezionamento. Per informazioni: 049/87.60.377 Second Hand Guitars 28 19 E chi da Soave L’ingresso alla mostra Lo stand Musical Box G li eventi chitarristici si moltiplicano, ed è sempre più complesso riuscire ad arrivare dappertutto. Ma ci si prova, macinando chilometri e spostandosi in continuazione, tra una Fiera e l’altra, tra un incontro e l’altro, trovando ovunque lo stesso entusiasmo, lo stesso immutato interesse e la stessa altrettanto immutata passione. Lo scorso 30 aprile, dopo l’ubriacatura del Disma Music Show di Rimini e della MusikMesse di Francoforte, mi sono messo in macchina e ho raggiunto Soave, dove si stava svolgendo la 15esima edizione del Soave Guitar Festival. Sono riuscito a vedere Pierpaolo Adda, anima, patròn e promotore di questo evento, solo nel pomeriggio inoltrato, quando avevo già potuto gustarmi sia la mostra, sia un po’ di musicisti piuttosto capaci... E solo infilandomi in una lunga fila di persone che volevano parlargli. Era davvero difficile da raggiungere, 20 e paradossalmente proprio perché è disponibile con tutti e non nega la sua attenzione a nessuno. Decisamente di grande spessore il calendario dei concerti (ai quali, ahimè, non ho potuto assistere –ma mi rifarò quando uscirà il DVD 2006, spero bello quanto il doppio DVD del 2005) che anche quest’anno hanno rappresentato il “fiore all’occhiello” della manifestazione: alla sera (e per tre sere di fila) si sono alternati nomi straordinari: tra gli italiani possiamo citare Pietro Nobile, Massimo Varini e Franco Morone, tra gli ospiti stranieri Valerie Duchateau, Pete Huttlinger, Laurence Juber, Steve White, Vichy Genfan e, al termine di ogni serata, Tommy Emmanuel con Lizzie Watkins... È così che vanno organizzati gli eventi di più giorni: momento espositivo e concerti in continuazione. Arrivederci al 2007, Pierpaolo! G.C. Willy Davoli Daniela Terragni (Music Gallery) E c’era anche la Telecaster Tex Willer Tribute... Girando tra gli stand di Soave, mi sono imbattuto in questa “chicca”, che ha attirato la mia attenzione proprio perché sono un appassionato lettore del Ranger bonelliano (credo di avere la collezione completa dello scibile texiano, o quasi). E vedendo tra le chitarre emergere un piccolo omaggio tutto made in Italy, mi sono fermato. Si tratta di una chitarra con body in ontano e disegno Telecaster, con manico di tipo Stratocaster in acero con tastiera in palissandro. Il colore Honey Blonde originale del body è stato mantenuto solo nella parte posteriore, mentre il top è stato verniciato di bianco. Su di essi i raffinati disegni (iperrealistici, quasi) dei personaggi della saga di Tex realizzati con roller e pennelli sottilissimi, e protetti (compresa la greca e le impronte, aerografate) da vernice poliuretanica trasparente e lucidissima. Che dire? Bravo Renzo! L’autore è infatti un appassionato aerografista-decoratore, il suo nome è Renzo Pagliani e, per la cronaca, il suo sito internet (nel quale si trovano le foto di molti altri modelli) è www.hotguitars.it Second Hand Guitars 28 Da Sarzan a di Alessio Ambrosi A nche la nona edizione dell’Acoustic Guitar International Meeting di Sarzana è ormai alle spalle. Dopo cinque giorni di concerti, corsi di formazione, mostre e all’indomani dell’imponente esposizione di strumenti di liuteria e di strumenti import, le mura della Fortezza Firmafede si concedono un po’ di silenzio. Gli organizzatori, intanto, raccolgono i commenti del pubblico, tutti concordi nell’affermare che “è veramente molto difficile trovare un festival con un cast artistico così importante, con un’esposizione così grande ed articolata, organizzato in modo efficiente e curato, eppure ancora capace di generare un clima pieno di passione e di familiarità!”. LA SODDISFAZIONE DEGLI ORGANIZZATORI Questo rilievo riempie di grande soddisfazione l’intero comitato organizzatore, perché rappresenta il nostro intento fin dal primo anno della nascita del Meeting. I musicisti intervenuti negli anni ce ne avevano dato atto in molti modi, decretando, con i commenti riportati in giro per il mondo, la costante espansione della nostra fama positiva; oggi, però, siamo davvero sicuri che tutto il pubblico intervenuto nel corso degli anni percepisce queste stesse sensazioni e le condivide. I NUMERI DI SARZANA I numeri della nona edizione danno l’idea delle importanti dimensioni ormai raggiunte dal Festival: più di 50 artisti presentati sul palco, 70 espositori italiani e stranieri tra liutai ed aziende importatrici e costruttrici di chitarre acustiche ed accessori, più di 10.000 presenze di pubblico tra concerti, visite alla fiera, partecipazione a seminari e corsi di formazione. Numeri, questi, che sono finalmente riusciti a richiamare l’attenzione dei grossi media, come dimostrano i servizi del TG1 e delle altre testate giornalistiche e televisive accreditate. GLI APPUNTAMENTI LIVE I concerti, da sempre momento centrale della manifestazione, hanno visto il successo degli artisti presenti, con una nota particolare per Bob Brozman e l’Ensemble di René La- caille dalle Isole de La Réunion, Gabin Dabiré dal Burkina Faso e poi Steve Howe degli YES, Clive Carroll, Toni Balocco, i Red Wine con Paolo Bonfanti. A testimonianza dell’alto livello del pubblico, anche la giuria del concorso New Sounds of Acoustic Music - Premio Wilder-Davoli ha faticato prima di nominare il vincitore. APPUNTAMENTO AL 2007 Gli espositori al completo si sono uniti al coro dei consensi, lieti di constatare che finalmente esiste nel nostro Paese un appuntamento importante per incontrare il pubblico degli appassionati. E si sono dati appuntamento al maggio 2007, per il prossimo Acoustic Guitar International Meeting. La prossima edizione, che nasce nel segno del decennale, riserverà sicuramente grandi sorprese... • Second Hand Guitars 28 21 Musica per la pac e Ancora 1. per la Pace P chitarre er il secondo anno consecuti- venuta sulla grande piazza antistante vo il CPM di Milano ha dato vita il Duomo di Milano, hanno reso pieno a una manifestazione di grande merito dell’iniziativa, che vedeva anche spessore, riunendo sabato 3 giugno, l’esibizione di alcuni gruppi emergenin Piazza del Duomo a Milano, ti della grande famiglia musicaquasi 1.000 chitarristi, ciascule del CPM e di alcuni “big” in no con il proprio strumento, forma smagliante: Alberto una vera e piena orchestra Fortis, Dolcenera e Kimberdi “6 corde” che ha eseguito ley, coordinati e presentati la “Sinfonia popolare delda Maria Teresa Ruta. la Pace” composta da FranI quasi mille chitarristi hanno co Mussida su sollecitazione ribadito, con la loro presenza e di don Antonio Mazzi. con la loro festosa e attenta perLapubb giornata fattasi31-05-2006 splendida, dopo formance, che la musica è simbolo per shg 14:54 Pagina 1 un avvio incerto, e la grande folla con- di pace, di tolleranza e di amicizia tra le persone: i valori fondamentali per una serena e costruttiva convivenza civile. Per assistere all’esecuzione della Sinfonia è giunto in Piazza Duomo anche il Presidente della Provincia di Milano Filippo Penati (nel tondo, con Franco Mussida), che ha espresso grande apprezzamento per l’iniziativa, “che dovrebbe diventare”, ha affermato tra l’altro, “un appuntamento fisso con la musica e la chitarra, una sollecitazione ai giovani a considerare i valori della pace, attraverso la musica, in un periodo che precede di poco la chiusura dell’anno scolastico”. Arrivederci al prossimo anno! • il musichiere via moricone 9 00199 roma tel 06 86219922 fax 06 86219788 [email protected] Second Hand Guitars 28 23 A SHG e oltre Se volete suonare... Da Modena con... chitarre A Cornaredo, il Comune e alcuni volontari hanno reso possibile un servizio davvero importante: una Sala Prove che offre la possibilità di noleggio a partire da 3,25 Euro all’ora (sì, avete letto bene –ma con il minimo di due ore e solo al pomeriggio per minorenni) per arrivare (alla sera e per maggiorenni) a 7,5 Euro all’ora, sempre con il vincolo del minimo di due ore. Per informazioni su questa straordinaria opportunità, e per conoscere le dotazioni tecniche della struttura, si può contattare il Centro Giovani di Cornaredo (in Via Imbriani) o telefonare al numero 02 93263324 (il lunedì dalle 17 alle 19 e dal martedì al giovedì dalle 15 alle 19), o ancora collegarsi al sito ufficiale dell’organizzatore; www. centrogiovanicornaredo.net. Lenzotti è ormai un veterano di SHG: sempre presente, sempre attento e sempre dotato di una gamma di prodotti davvero impressionante. Questo è forse dovuto al fatto che nel suo punto vendita di Modena, Lenzotti dispone di un attrezzatissimo laboratorio di liuteria, dove gli strumenti possono essere assistiti, riparati, restaurati e mantenuti al meglio delle loro condizioni, e dove, soprattutto, abili mani di artigiani capaci sanno riconsegnare allo strumento tutto lo splendore dei suoi tempi migliori. O forse è dovuto alla consolidata passione che serpeggia da sempre in casa Lenzotti quando si parla di chitarre. Nessuna sorpresa quindi se anche a questa “tornata” di SHG Lenzotti si presenta con molti prodotti interessanti, tra i quali, però spiccano tre “chicche” che possono rappresentare il tocco speciale di questa edizione per lo stand dell’operatore modenese. Prima fra tutte una Stratocaster Monaco Yellow del 1979, originale in tutto, con il suo straordinario e inimitabile colore, caldo e aggressivo allo stesso tempo. A seguire, una Rickenbaker quasi gemella del modello reso famoso da John Lennon (nella foto) e per finire l’agognatissimo modello Gibson Les Paul SG Junior degli anni ‘60 completo di pickup P 100. Ma cercando nella foresta di palette e manici che Lenzotti a ogni edizione riesce a erigere, forse si trovano altre, preziose sorprese... Centro Giovani www.centrogiovanicornaredo.net Cornaredo 02 93.26.33.24 Vibracell: tra design e nuovi materiali Il nome di queste chitarre, Stealth, fa pensare più ad un caccia che ad uno strumento musicale. Ma la lontananza è soltanto apparente, perché questi strumenti dal design e dalle caratteristiche innovative vengono realizzati con un procedimento che ha ben poco da invidiare alle complesse fasi di progettazione di un aeroplano militare. Alla base del progetto Stealth c’è infatti la creazione di un nuovo materiale il cui nome, Vibracell, è già tutto un programma. Si tratta infatti di una materia sintetica molto simile al legno che è stata sviluppata con l’obiettivo di fornire all’industria dello strumento musicale un materiale che unisse alle migliori qualità di risonanza anche una grande uniformità anche su grossi quantitativi. Il legno, infatti, pur essendo la materia prima d’elezione degli strumenti musicali, è tutto tranne che uniforme: le venature, la stagionatura, la porosità e la “storia” individuale fanno sì che ogni pezzo di legno sia di fatto un pezzo unico e irriproducibile... come lo strumento di cui è parte. Le chitarre costruite con Vibracell, invece, sono tutte perfettamente uguali, non risentono quasi per nulla degli sbalzi di temperatura e di umidità e hanno valori di risonanza paragonabili a quelli ottenuti sui migliori strumenti in legno del pianeta. E scusate se è poco... CARISCH www.carisch.com 24 Second Hand Guitars 28 San Giuliano Milanese 02 98221212 LENZOTTI www.lenzotti.com Modena 059 364114 A SGH e oltr e SHG 28 e Lucky Music Network A Bresso si può... Al centro dell’attenzione di SHG28, come è tradizione, ci sono i pezzi più rari e le chitarre più ricercate, oltre naturalmente a pezzi importanti di elettroniche essenziali, come gli amplificatori, gli effetti e via discorrendo. E ancora una volta Lucky Music si presenta con una serie di pezzi che ha attentamente cercato sul mercato, che ha altrettanto attentamente rimesso in condizioni perfette e che propone oggi al pubblico “affamatissimo” di questo appuntamento. “Siamo come sempre riusciti a portare molti oggetti particolari e interessanti”, ci ha detto Mauro De Nadai, titolare del punto vendita milanese, “ma mi piace sottolieare soprattutto tre prodotti: una Travis Bean del 1979 in condizioni eccezionali, uno spettacolare amplificatore Speedster in noce, davvero ‘come nuovo’ e una superba Gibson ES 350T Limited Edition del 1992. Tre prodotti di riferimento nella lunga storia della chitarra, che, soprattutto nel caso della Travis, hanno qualcosa di speciale da raccontare”. Con questo accenno Mauro De Nadai ingolosisce ancora di più gli appassionati. Ed in Anche Bresso può contare su una sala prove che è anche studio di registrazione. Si tratta della struttura ONE STUDIOS di Via Brioschi, 9, che si trova nientemeno che al piano semiinterrato di un condominio. E come è possibile, direte voi? Ebbene, i due soci fondatori hanno pensato che due sale gemelle, pienamente dotate di struttura tecnica anche per la registrazione (naturalmente sono gemelli anche i mixer e i registratori) possono funzionare a pieno regime se... si suona in cuffia, con sound pesato e con strumenti elettronici. Batteria e tastiere sono già presenti (ma si possono portare le proprie) e ci sono attacchi e microfoni per altri strumenti elettrici, elettronici e acustici. Il costo? Circa 15 euro all’ora, con il CD da portare via... Per informazioni: il telefono è 02 61420273, il sito web www.onestudios.it. LUCKY MUSIC www.luckymusic.com effetti il modello di Travis Dean che presenta ha una particolarità collezionistica importante: è a soli 40 numeri dall’identico modello acquistato nel 1979 niente meno che da Keith Richards. La chitarra di Richards riporta infatti il numero di serie 1732, quella di Lucky presente a SHG il 1772. Meditate, gente. Meditate! Milano 02 58103239 Second Hand Guitars 28 25 A SHG e oltre Giuseppe Mazzini: patriota e chitarrista... La passione del grande patriota genovese Giuseppe Mazzini per la musica, il canto e il teatro d’opera è un fatto assodato e storicamente provato. Uno scritto dell’amico Aurelio Saffi ricorda: “Egli era amantissimo delle ispirazioni dell’arte: amava, sapendosi solo e non ascoltato, talora fra il giorno, più spesso a tarda notte, cantare sottovoce accompagnandosi con la chitarra; aveva tal voce che, modulata dal canto, scendeva al cuore”. Un amore – quello mazziniano – che non si limitava quindi all’ascolto della musica, ma affrontava la musica nella sua interezza, una musica fatta di spartiti da leggere e strumenti da suonare, e che spesso era vissuta come speranza e conforto (come durante la prigionia nella fortezza di Savona o l’esilio in Francia, in Svizzera e a Londra). Un amore e un interesse che spinsero Mazzini a identificare nell’arte musicale “l’immagine del bello e dell’eterna armonia”, “il profumo dell’universo” in grado di far progredire l’umanità e rigenerare le menti, rinnovare la società anche attraverso l’eleganza. E infon- 26 Second Hand Guitars 28 dere in qualche modo negli individui la passione civile, il bene morale, un senso dell’etica oltre che dell’estetica. E queste parole di Mazzini sono ribadite da un fatto curioso, che si svolge, guarda caso, proprio in piena contemporaneità con questa edizione di SHG. Quando l’11 giugno si aprono i battenti di SHG 28, a Villa Gargantini di Paderno Dugnano (vicino a Milano) ha inizio un concerto molto particolare: il musicista Marco Battaglia suonerà la chitarra di Mazzini, perfettamente restaurata dal giovane liutaio padernese Federico Gabrielli, riproponendo i brani cari al grande patriota: Paganini, Verdi, Giuliani, Regondi e Legnani. Nomi noti e meno noti di una musicalità chitarristica che precede (e di molto) il suono attuale della sei corde. Ma che condivide con l’oggi una probabilmente identica passione e un impegno altrettanto paragonabile a chi dedica alle sei magiche corde dello strumento gran parte del proprio tempo libero. • A SGH e oltr e Cris propone Ernie Ball In occasione di SHG 28, Cris Music di Milano è presente con un’offerta composta soprattutto da accessori per il mondo della chitarra, una gamma molto ampia che cerca di dare una risposta a ogni esigenza sia dell’appassionato che del professionista. In effetti l’attenzione di Cris Music per il mondo della sei corde di rango si è esteso in questi anni a scelte di marchio molto attente e curate, con l’ampliamento all’accessoristica vista proprio come servizio importante da offrire a chi suona questo strumento. Ne è testimonianza anche la scelta di mercato altrettanto coraggiosa che tende a dare spazio alle esperienze di liuteria italiana di valore, come sottolinea lo stesso Max Pontrelli, volto notissimo ai frequentatori di Alla scoperta dei suoni della chitarra, con Massimo Varini SHG, che non manca di citare i due liutai che attualmente Cris Music sta proponendo con convinzione: Movguitars e Liuteria Acustica Colombo. Per la sola giornata di SHG 28 Cris propone anche una speciale offerta sulle corde per chitarra elettrica e per basso Ernie Ball: ai visitatori di SHG viene infatti garantita la possibilità di acquistare una muta di corde per chitarra elettica a soli 4 Euro e una muta di corde per basso a soli 20 Euro. Naturalmente il tutto è valido solo per la giornata dell’11 giugno... Approfittatene! CRIS MUSIC www.crismusic.it Milano 02 39323911 Chitarre... Stradivari Le chitarre classiche di alta liuteria saranno al centro delle attenzioni di visitatori ed espositori di Mondomusica, il Salone internazionale degli strumenti musicali d’artigianato in programma a Cremona dal 6 all’8 ottobre prossimo. La manifestazione, che si svolgerà come sempre all’interno del quartiere fieristico di Cremona, sarà dedicata quest’anno proprio al mondo della chitarra, e vedrà susseguirsi uno dopo l’altro momenti di musica dal vivo, conferenze, masterclass e incontri con i maggiori esperti mondiali del settore. Fra le iniziative in programma ricordiamo la mostra L’Ottocento in forma di chitarra –curata dal liutaio modenese Lorenzo Frignani– che vedrà esposte le creazioni di grandi nomi della liuteria a pizzico dall’inizio del 1800 fino alla metà del secolo scorso; e l’esposizione, a cura dell’inglese Stephen Barber, di numerose riproduzioni delle chitarre costruite alla fine del ‘600 da Antonio Stradivari. Proprio al celeberrimo liutaio cremonese e alle sue leggendarie chitarre (una delle quali è riprodotta nella litografia ottocentesca in alto a destra) è dedicato l’incontro Le chitarre di Antonio Stradivari che avrà per protagonista lo stesso Stephen Barber. Per informazioni e contatti è possibile rivolgersi alla segreteria di Mondomusica, all’indirizzo [email protected] MONDOMUSICA www.cremonamondomusica.com Cremona 0372 598222 Come si fa ad ottenere il suono migliore dalla propria chitarra? Bastano un buon amplificatore e un paio di effetti o bisogna ricorrere a setup più complessi? E qual è il ruolo dei cavi, dei microfoni, dei processori di segnale? A questa e a molte altre domande risponde Massimo Varini nella serie di quattro DVD intitolata “I suoni della chitarra” e pubblicata da Carisch. In ciascuno di essi sono contenute oltre due ore di filmati “rubati” durante l’attività di Massimo in studio e sul palco. Ma non si tratta di un semplice filmato di backstage, perché ogni spezzone è stato catturato con il preciso scopo di farne un tassello specifico del grande progetto didattico –con il risultato che l’intero percorso, peraltro suddiviso a capitoli come se si trattasse di un libro, risulta perfettamente coerente e decisamente profondo. I primi due volumi sono dedicati all’effettistica, il terzo prende in esame le differenze fra i diversi tipi di chitarre e offre una vasta panoramica sulle casse, sui microfoni e sulle caratteristiche dei diversi preamplificatori che si possono utilizzare per riprendere nel modo migliore il suono dello strumento. I primi due volumi sono dedicati all’effettistica, il terzo prende in esame le differenze fra i diversi tipi di chitarre e offre una vasta panoramica sulle casse, sui microfoni e sulle caratteristiche dei diversi preamplificatori che si possono utilizzare per riprendere nel modo migliore il suono dello strumento. Il quarto ed ultimo DVD della collana si intitola semplicemente Recording!!! ed è interamente dedicato alla registrazione audio, ovvero al “punto di arrivo” dell’intero processo di ripresa del suono. Questo dettaglio giustifica la presenza di un numero davvero imponente di contributi video (oltre 3 ore e mezza). Dalla scelta di uno specifico strumento alla regolazione dei parametri di ripresa del suono, dall’impostazione degli effetti alla cattura vera e propria dei diversi “take”... Nel lungo percorso che porta dall’esecuzione strumentale al mixaggio finale si affrontano ad uno ad uno tutti i piccoli grandi problemi con cui i chitarristi devono sapersi misurare. Al termine del percorso, l’unico rammarico è quello di non avere a disposizione la grande collezione di strumenti, amplificatori ed effetti fra i quali Varini si destreggia con grande abilità. Ma, a parte questo, resta il grande vantaggio di disporre, ad un prezzo decisamente contenuto, dei consigli e degli insegnamenti di un grande della chitarra in un formato che, oltre ad essere estremamente “immediato”, è anche riascoltabile... all’infinito. CARISCH www.carisch.com San Giuliano Milanese 02 98221212 Second Hand Guitars 28 27 A SHG e oltre Masotti Guitar Devices arriva a Second Hand Guitars. Con molte novità... Sono molte, e decisamente interessanti, le novità con le quali Masotti Guitar Devices si presenta all’appuntamento di SHG28. La serie dei nuovi modelli si apre con la nuova testata Monocanale, che di fatto rappresenta un omaggio all’essenzialità e che è stata disegnata con l’obiettivo di realizzare l’amplificatore di riferimento per i chitarristi bisognosi di un set-up semplice e immediato. La nuova testata mantiene la cura costruttiva senza compromessi tipica di casa Masotti ed è disponibile in numerose varianti liberamente customizzabili: 50 o 100 Watt, con finali E34L, KT66 o 6L6. La dinamica e il feel sono quelli tipici degli ampli tra- 28 Second Hand Guitars 28 dizionali; e a queste caratteristiche si aggiunge un ottimo interfacciamento con i pedali. Il TB6 (nella foto in basso a destra) è un looper a pavimento completamente true bypass che permette la gestione di sei effetti in modo diretto e via MIDI. La nuova unità vanta un rumore di commutazione minimo grazie all’adozione della tecnologia “clickless” a microprocessore adottata in tutti i prodotti MGD. Attraverso i 6 stomp di cui il TB6 è dotato è possibile inserire o escludere direttamente gli effetti nel percorso del segnale. Tramite la porta MIDI, invece, è possibile richiamare una qualsiasi combinazione dei sei loop mediante il semplice invio di un Program Change; e la combinazione richiamata può essere immediatamente modificata agendo su un qualsiasi pulsante. Il Loop Rail, infine, true bypass looper a rack, è ora utilizzabile anche con i comandi Control Change, per un maggiore controllo dei suoi 8 loop. Novità anche sul fronte dell’en- dorsement: a fine giugno avrà inizio il tour italiano di Brett Garsed, che girerà lo Stivale in compagnia di William Stravato e della sua band (tra gli altri, Pippo Matino). Al loro seguito ci saranno anche 2 testate X100M. Tra i professionisti che hanno deciso in tempi recenti di utilizzare i prodotti della Masotti Guitar Devices ricordiamo, fra gli altri, Andrea Rigonat, chitarrista di Elisa (che ha scelto un X100M Modern KT66 e uno Switching System) e Riccardo Onori, chitarrista di Jovanotti (con un X100M Modern 6L6, MXM, un Loop Rail e uno Switching System). SHG 85X275 29-05-2006 16:07 A Pagina SGH2 e oltr e Vivacità e offerta allo stand Prina La presenza di Luca Vaghi a SHG è già di per sé una notizia che esalta. La sua scelta di suonare dal vivo gli strumenti proposti da Prina (una gamma che è da collocare tra le più vaste e articolate del mercato, tra strumenti Vintage, Custom Shop e Limited Edition) è un ulteriore motivo di richiamo, perché consente agli appassionati di ritrovare il sound reale degli strumenti di riferimento, e di effettuare confronti importanti all’interno di una kermesse (come SHG) che si è da tempo affermata come il punto di riferimento più importante per gli appassionati. Come di consueto, lo stand Prina consente anche quest’anno di passare in rassegna e di toccare con mano il meglio della attuale disponibilità in fatto di strumenti (vintage, custom shop e limited edition) anche di difficile reperibilità. “Sono tutti strumenti in perfette condizioni”, sottolinea però Ivano, “che abbiamo selezionato per SHG con grande attenzione. È peraltro noto che noi di Prina siamo in condizioni di reperire sul mercato anche strumenti vintage su ordinazione: ci siamo specializzati in queste ricerche che, di solito, danno frutti al di là delle aspettative”. Presso Prina prosegue anche il successo della liuteria USA, arricchita da una gamma più ampia (oltre a Don Grosh e Gerard Melancon sono ora anche disponibili Tone Smith e Michael Spalt), una “scuola” decisamente di altissimo livello che può contare sulla disponibilità di talenti artigianali di rango uniti alla straordinaria varietà di legni musicali che il continente americano riesce a produrre. Analogo successo lo si può accreditare agli amplificatori di produzione artigianale Carr, Speedster, Toni Bruno e Komet, già noti agli appassionati, ai quali si affiancano ora anche i due nuovi marchi Chicago Blues Box e Sligo. Ma non è tutto: in perfetta simbiosi con questi amplificatori Prina offre anche una raffinatissima gamma di effettistica professionale: e anche in questo caso accanto ai già noti Robert Keeley, Menatone, Rmc, Landgraff, Klon prendono ora posto anche Catalinbread, Xotic , T-Rex, Emma, Red Witch, Bmf e Option 5. Per i professionisti, rimanendo in questo ambito, va sottolineato poi che lo staff di Prina si è ulteriormente specializzato nel montaggio di pedaliere professionali con hardware specifico e prestazioni che definire... superbe sarebbe quasi riduttivo. PRINA www.prina.it Basato sui classici toni caldi “vintage” delle registrazioni degli anni ‘60, il Proto J ‘60 è caratterizzato dal corpo in Ontano, manico in Acero con la tastiera in Palissandro, battipenna a 3 strati in tartaruga e hardware cromato. Questo basso performa un vasta gamma di suoni ma è perfetto per rock, r&b e jazz. KSD v60j-5 versione 5 corde Ispirato ai ai leggendari leggendari suoni suoni Ispirato degli anni anni ‘70, ‘70, ilil Proto Proto JJ ‘70 ‘70 degli caratterizzato dal dal èè caratterizzato corpo in in Frassino, Frassino, manico manico in in Acero Acero corpo con la la tastiera tastiera in in Acero Acero laccato laccato con con inserti inserti segnatasti segnatasti ee binding binding ,, con battipenna nero nero aa 3 3 strati strati battipenna hardware cromato. cromato. ee hardware Questo basso basso performa performa Questo una vasta vasta gamma gamma di di suoni suoni una ma èè perfetto perfetto per per funk, funk, r&b r&b ee soul. soul. ma versione 4 4 corde corde KSD v70j-4 v70j-4 versione KSD KSD vLFj4 Se il “sound” del basso “fretless” vi ha sempre attratto, il Proto J LFj potrebbe essere perfetto per voi. Questo strumento è caratterizzato dal corpo in Ontano, dal manico in Acero con tastiera in Ebanite e tasti disegnati. La versione 5 corde viene prodotta in finitura nera con il battipenna nero a tre strati e l’hardware nero. La versione 4 corde viene prodotta in finitura Tobacco Sunburst con il battipenna tartarugato a tre strati e “hardware” cromato Milano 02 89.42.90.80 Second Hand Guitars 28 29 A SHG e oltre Chitarristi (e altri) alla sbarra Lo scorso 28 maggio, a Meda, si è svolto il saggio finale degli oltre 100 allievi della scuola di musica gestita da MUSIC CENTER, un punto vendita di riferimento per l’area nord-Milano, che sa anche proporsi come tutor di un crescente numero di musicisti e come attento organizzatore di eventi. Donato Pradolini, che vediamo nella foto impegnato al mixer, ha costruito tutto questo attorno alla propria realtà di rivenditore, intesa però soprattutto come punto di servizio a chi organizza e di servizio a chi suona. “Abbiamo una struttura di service piuttosto efficiente, ed abbiamo potuto costruire da soli sia la struttura, sia il sistema di amplificazione e di luci. Questo poi ha consentito di offrire ai nostri allievi la possibilità di agire all’interno di un palco professionale, coadiuvati da tecnici efficienti e preparati e con dotazioni di palco di sicura eccellenza”. Gli allievi hanno peraltro risposto con grande disponibilità, con grande entusiasmo e con grinta, a partire dai giovanissimi 30 Second Hand Guitars 28 (che al primo anno di chitarra hanno eseguito pezzi come Fratello Sole e Sorella Luna) per arrivare agli allievi già più preparati che hanno sfidato i ritmi, le sonorità e gli effetti più complessi, con repertorio di Pink Floyd, Gun’s and Roses, Sting e molti altri ancora. Encomiabili i dodici insegnanti della scuola di Meda, che hanno saputo condurre i rispettivi allievi a comporre gruppi convincenti, a partire da chitarre, bassi, tastiere e percussioni, per arrivare ai fiati (che si sono esibiti ad esempio in una struggente versione di Garota de Ipanema al sax) e alla voce, con cantanti altrettanto interessanti e coraggiosi, capaci anche di cimentarsi con il repertorio vocale, ad esempio, di Mia Martini. • Intel-Fender Web Guitar Dalla collaborazione tra Intel e Fender è nata la prima “chitarra-web” del mondo: uno strumento che incorpora la tecnologia per la connessione a Internet, dotato di un grande display computerizzato posto sul retro del body. Il sistema non solo permette al musicista di suonare, ma gli dà anche la possibilità di inviare e-mail o navigare su internet senza filo, via Wi-Fi. Per non parlare del sistema per la registrazione e la riproduzione dei pezzi... Per ora è solo un prototipo: funziona, ma costa tantissimo! • Arrivederci al prossimo Second Hand Guitars www.secondhandguitars.com