DOJO CULTURA E INFORMAZIONE SUL KARATE‐DO Seishinkan Karate‐Do M°Mauro Mancini A cura di Alessandro Parodi Karate no shugyo wa issho de aru ‐ Il karate si pratica tutta la vita n°12 - Marzo 2008 Il Bubishi “Anko Itosu. Il mio rispettato maestro, aveva potuto copiare un’opera cinese chiamata Bubishi, riguardante l’arte del combattimento. L’ho potuta prendere in prestito e l’ho copiata. L’ho utilizzata per la mia ricerca e l’ho conservata segretamente come un tesoro fino ad oggi.” Così scrisse il maestro Kenwa Mabuni riguardo all’antico trattato dell’arte marziale: il Bubishi. Questo libro è considerato dagli adepti d’Okinawa, come uno dei documenti più importanti sulla loro arte. Ne esistono copie fatte da maestri di karate come S.Matsumura, A.Itosu, G. Funakoshi, C. Miyagi. Il contenuto del testo varia leggermente secondo il copista. La provenienza di questo libro è oscura, ma si pensa che sia stato portato da una delle trentasei famiglie cinesi, che vennero a risiedere a Okinawa nel secolo XIV e che sia stato conservato in un tempio di Naha, nella zona in cui si trovava una volta il quartiere cinese. E’ un testo organizzato in modo molto sistematico, ma contiene degli elementi che sono stati un punto d’appoggio importante per la formazione del karate d’Okinawa. Esso concerne fondamentalmente la trasmissione dell’Hakutsuru‐ken (bai he quan in cinese), l’arte del combattimento della gru bianca. Quest’arte del combattimento è praticata ancor oggi, soprattutto a Taiwan (Formosa) dove conta numerosi adepti. Analizzando bene il testo vediamo che molteplici aspetti sono stati ripresi e seguiti dai maestri d’Okinawa, e trasportati fino ai nostri giorni. Un concetto molto importante è quello del Ki e della corretta respirazione. Secondo il testo bisogna sentire la forza attraverso le spalle, e controllando la respirazione, far arrivare le forze interne ed esterne nelle quattro direzioni del corpo: ai due lati, davanti e dietro. Si espira allungando un arto, s’inspira cambiando il movimento di questo. Si capta il ki attraverso la respirazione: si espira e s’inspira a metà delle proprie capacità. Quando si espira il corpo galleggia e quando s’inspira il corpo affonda. L’inspirazione è simile ad un salice scosso da un vento violento, e l’espirazione ad una freccia tirata da un arco teso con forza. La parte dorsale e le anche devono essere disposte in modo da dare una sensazione di continuità, e su delle linee parallele; le spalle devono essere abbassate, le ascelle strette. Conviene immettere la forza a partire dal gomito verso il centro della mano per i colpi di pugno e di palmo, ed è importante ritrarre la mano subito dopo che la si è proiettata in avanti. Per le tecniche di mano, bisogna utilizzare la forza che esce dal centro della mano e fissare quindi le quattro dita con il pollice. Quando si colpisce quindi, bisogna trasmettere la forza che esce dal centro della mano, fino alla punta d’ogni dito. E’ necessario modulare questa forza. Se impariamo questo principio, sarà più facile concentrare la forza e non si avrà più alcun avversario, poiché i colpi raggiungeranno una potenza straordinaria. I movimenti dei piedi sono effettuati dalle gambe e dalle anche, che vi permettono di garantire la vostra stabilità anche se qualcuno vi tira o vi spinge all’improvviso. Questo spostamento dei piedi non è altro che quello ordinario. Prima avanzate leggermente un piede, poi fatelo aderire solidamente a terra. Avanzate poi l’altro piede e posatelo a terra a partire dall’alluce, con calma, senza far rumore. Quando avete portato avanti il piede con una traiettoria semi‐circolare, mettete la forza nelle ginocchia. Mantenete però le gambe senza contrarle e avanzate con la sensazione di sospenderle leggermente. E’ importante anche mantenere rilassati i muscoli delle cosce, con la sensazione di sollevarle leggermente per potarvi spostare in ogni momento. Se camminate regolando ogni passo con la respirazione, potete rimanere immobili anche se qualcuno vi spinge. Il rapporto tra i piedi e la camminata è lo stesso di quando prendete posto in un veicolo. Se questo rapporto non è fissato in modo stabile, sarà come se aveste le mani per eseguiire le tecniche, ma non aveste i piedi per muovervi. E’ un veicolo senza ruote, è impossibile allora fare i movimenti per il combattimento. Bisogna allenarsi ad irrobustire l’interno del corpo per renderlo duro come l’acciaio, ma l’esterno deve essere cedevole come il cotone. La durezza e la cedevolezza devono talora entrare in armonia, talora opporsi, allo scopo di agire distintamente per avanzare o per indietreggiare; é così che potrete afferrare il principio che permette di vincere immediatamente l’avversario. Quando l’avversario si fa avanti con durezza, ricevetelo con cedevolezza. Dovete vincere l’avversario associando il ki e la forza del corpo nei movimenti. Il corpo deve essere calmo per essere disponibile ad ogni genere di cambiamento: le articolazioni sono flessibili come se facessero dei movimenti circolari. Lo spirito deve essere calmo e tranquillo, come una grande roccia. Al momento del combattimento bisogna mantenere lo spirito calmo, tenere le pupille bene aperte per allargare il campo visivo, tranquillizzare i propri nervi e avere un’espressione dolce sul viso. Dovete riempirvi di ki, rimanere tranquillo e attendere la reazione dell’avversario. Quando attaccate, dovete concentrare tutta la forza del corpo, e il movimento deve essere quello di una tigre feroce che ghermisce un cinghiale, avanzando rapidamente e andandosene immediatamente. La durezza distrugge la cedevolezza e il ki è superiore alla forza. Quando combattete con il ki, l’avversario vi sembrerà leggero, come una piuma, e quando sentite il ki entrare nella vostra mano, il vostro colpo avrà un peso estremo e farà cadere immediatamente l’avversario. Se avviene il contrario, i vostri occhi saranno sbarrati e i vostri piedi immobilizzati. Si deve imparare osservando le tecniche degli altri e allenarsi seguendo le indicazioni del maestro. E’ solo attraverso l‘allenamento e uno studio a lungo termine che potrete accumulare la potenza. Occorre quindi allenarsi continuamente e non barare con se stessi. Si deve mantenere un atteggiamento corretto. Per chi volesse approfondire l’argomento si consiglia la lettura del testo: Bubishi – La bibbia del karate. Ed. Mediterranee – 176 pag. – 14 euro Le otto frasi fondamentali per l’arte del combattimento a mano nuda Lo spirito dell’uomo è simile all’universo. Il sangue circola come si muovono la luna e il sole (nota: La circolazione del sangue è una metafora della corretta trasmissione dell’arte). Essenziali sono l’inspirazione e l’espirazione con forza (go) e con cedevolezza (ju). Il corpo segue il tempo e si adatta ai cambiamenti. Non appena gli arti incontrano il vuoto, si dispongono secondo una tecnica giusta. Il centro di gravità avanza, indietreggia, e gli avversari si allontanano, si rincontrano. Gli occhi devono vedere ai quattro lati. Le orecchie devono sentire nelle otto direzioni. Son Bushi (Sun Tzu) parla cosi: Se conosci te stesso e conosci il tuo avversario, vincerai i combattimenti cento volte su cento. Se conosci te stesso, ma non conosci il tuo avversario, una volta vincerai e una volta perderai. Se non conosci né te stesso, né il tuo avversario, perderai i combattimenti cento volte su cento Bisogna riflettervi bene Si deve captare lo stato delle cose in modo diretto, e poi bisogna adattarsi al cambiamento. Dominare il proprio avversario senza combattere è uno stato ultimo della strategia che si avvicina al bene. E’ indispensabile avere in mente queste idee e strategie dell’arte del combattimento. Stretching e Flessibilità 1 ‐ Fisiologia dello stretching Prima di cominciare l’allenamento è importantissimo fare il riscaldamento e soprattutto lo stretching. Lo scopo di questa sezione è di introdurre alcuni dei concetti fondamentali della fisiologia, che entrano in gioco quando si allunga un muscolo. I concetti verranno introdotti dapprima generalmente e in seguito, trattati più in dettaglio. Nei prossimi numeri di Dojo si cercherà di esporre in modo sintetico gli argomenti successivi. Il sistema muscolo‐scheletrico I muscoli e le ossa comprendono ciò che è chiamato sistema muscolo‐scheletrico del corpo. Le ossa forniscono la postura e il supporto strutturale al corpo mentre i muscoli forniscono la capacità di movimento (contraendo, e quindi generando tensione). Tale sistema fornisce anche protezione per gli organi interni del corpo. Le ossa, per riuscire a svolgere la loro funzione devono essere unite da qualcosa. Il punto nel quale le ossa si collegano tra loro si chiama articolazione, e questo collegamento è fatto principalmente da legamenti (insieme allʹaiuto di muscoli). I muscoli sono attaccati allʹosso tramite i tendini. Ossa, tendini, e legamenti non hanno la capacità (che i muscoli hanno) di far muovere il corpo. I muscoli sono davvero unici da questo punto di vista. Composizione del muscolo I muscoli hanno varia forma e misura, ed hanno diversi scopi. La maggior parte dei muscoli grandi, come i tendini del poplite e i quadricipiti, controlla il movimento. Altri muscoli, come il cuore, e quelli situati allʹinterno dellʹorecchio, svolgono altre funzioni. A livello microscopico in ogni caso, tutti i muscoli condividono la stessa struttura di base. Al livello più alto, il muscolo (completo) è composto da molte striscie di tessuto chiamate fasci. Ci sono striscie di muscolo che vediamo quando tagliamo carni rosse o pollame. Ogni fascio è composto da fasci che sono fasci di fibre muscolari. Le fibre muscolari sono, a loro volta, composte da decine di migliaia di miofibrille a filamento, che possono contrarsi, rilassarsi, ed allungarsi. Le miofibrille sono anch’esse composte da milioni di striscie stese da unʹestremità allʹaltra dette sarcomeri. Ogni sarcomero è composto dalla sovrapposizione di filamenti spessi e sottili (miofilamenti), composti da proteine contrattili, principalmente actina e miosina. Come si contraggono i muscoli Il modo in cui tutti questi vari livelli del muscolo operano è il seguente: I nervi collegano la colonna spinale al muscolo. Il luogo in cui s’incontrano nervo e muscolo è detto congiunzione neuromuscolare. Quando il segnale elettrico attraversa la congiunzione neuromuscolare, viene trasmesso in profondità delle fibre muscolari. Dentro le fibre muscolari, il segnale stimola il flusso di calcio che fa sì che i miofilamenti spessi e sottili scivolino attraverso lʹuno sullʹaltro. Quando ciò accade, fa sì che il sarcomero si accorci, e questo genera forza. Quando miliardi di sarcomeri nel muscolo si accorciano tutti in una volta ciò causa una contrazione dellʹintera fibra del muscolo. Quando una fibra di muscolo si contrae, si contrae completamente. Non esiste una fibra di muscolo contratta solo in parte. Le fibre muscolari non sono capaci di variare lʹintensità della loro contrazione in relazione al peso verso il quale stanno agendo. Se è così, allore come può la forza della contrazione del muscolo varia da forte a debole? Succede che più fibre muscolari vengono reclutate, secondo i bisogni, per svolgere il compito a portata di mano. Più numerose sono le fibre muscolari reclutate dal sistema nervoso centrale, maggiore è la forza generata dalla contrazione muscolare. Fibre muscolari rapide e lente Lʹenergia che produce il flusso di calcio le fibre muscolari viene daimitocondri, la parte della cellula del muscolo che converte il glucosio (zucchero del sangue) in energia. Diversi tipi di fibre muscolari hanno diverse quantità di mitocondri. Più mitocondri vi sono in una fibra di muscolo, più energia può produrre. Le fibre muscolari sono categorizzate in fibre a contrazione lenta e fibre a contrazione rapida. Le fibre a contrazione lenta (dette anche fibre muscolari di tipo 1) si contraggono lentamente, ma si affaticano anche più lentamente. Le fibre a contrazione rapida si contraggono molto velocemente e sono di due tipi: fibre muscolari tipo 2A che hanno un livello medio di affaticamento, e fibre muscolari tipo 2B che si affaticano molto velocemente. La ragione principale per cui le fibre a contrazione lenta si affaticano lentamente è che contengono più mitocondri rispetto alle fibre a contrazione rapida e dunque possono produrre più energia. Le fibre a contrazione lenta, sono più piccole di diametro rispetto alle fibre a contrazione rapida ed hanno un maggiore flusso di sangue capillare attorno a loro. Poiché hanno un diametro minore ed un maggiore flusso di sangue, le fibre a contrazione lenta possono dare più ossigeno ed eliminare più scorie dalle fibre muscolari (che diminuisce la loro ʺstancabilitàʺ). Questi tre tipi di fibre muscolari (tipi 1, 2A, e 2B) sono presenti in tutti i muscoli in quantità diverse. I muscoli che devono essere contratti per molto tempo (come il cuore) hanno un numero maggiore di fibre di tipo 1 (slow). Quando un muscolo per primo inizia a contrarsi, è principalmente di fibre di tipo 1 che vengono attivate allʹinizio, poi vengono attivate le fibre di tipo 2A e tipo 2B (se necessario) in quellʹordine. Il fatto che le fibre muscolari vengano reclutate in questa sequenza, è ciò che rende possibile eseguire gli ordini del cervello con tali risposte dei muscoli così ben regolate. Inoltre rende difficile alle fibre di tipo 2B allenarsi perché non vengono attivate finché la maggior parte delle fibre di tipo 1 e tipo 2A sono state reclutate. Il modo migliore per ricordare la differenza tra i muscoli con predominanza di fibre a contrazione lenta e muscoli con predominanza di fibre a contrazione rapida è di pensare alla ʺcarne biancaʺ e ʺcarne scuraʺ. La carne scura è scura proprio perché ha un maggior numero di fibre muscolari a contrazione lenta e quindi un maggior numero di mitocondri, che sono scuri. La carne bianca consiste in gran parte di fibre muscolari che sono a riposo la maggior parte del tempo ma vengono chiamate di frequente ad impegnarsi in brevi periodi di attività intensa. Questo tessuto muscolare, può contrarsi velocemente ma si affatica velocemente e si riprende più lentamente. La carne bianca è più leggera anche di colore rispetto a quella scura perché contiene meno mitocondri. Tessuto connettivo I muscoli possono essere inseriti a cavallo di una o più articolazioni Situati tuttʹattorno ‐ muscoli monoarticolari: le inserzioni tendinee estreme uniscono due segmenti ossei articolati tra di loro. Il al muscolo e alle sue fibre movimento può avvenire solo su unʹarticolazione. sono i tessuti connettivi. ‐ muscoli biarticolari: le inserzioni tendinee estreme uniscono tre segmenti ossei articolati in sequenza tra Il tessuto connettivo è di loro. Il movimento può avvenire utilizzando due articolazioni; composto da una sostanza di - muscoli pluriarticolari: le inserzioni tendinee uniscono e muovono più segmenti ossei. base e due tipi di fibre a base SARTORIO ILEOCOSTALE GRANDE ADDUTTORE di proteine. I due tipi di fibra (Pluriarticolare) (Biarticolare) (Monoarticolare) sono il tessuto connettivo collageno e il tessuto connettivo elastico. Il tessuto connettivo collageno consiste per la maggior parte in collagene (da cui il nome) e dà resistenza alla trazione. Il tessuto connettivo elastico consiste per la maggior parte di elastina e (come si può dedurre dal nome) fornisce elasticità. La sostanza di base si chiama mucopolisaccaride e funge sia da lubrificante (che permette alle fibre di scivolare più facilmente lʹuna sullʹaltra), e da collante (tenendo insieme le fibre del tessuto in fasci. Più tessuto connettivo elastico cʹè attorno ad unʹarticolazione, maggiore è la gamma di movimento in quellʹarticolazione. I tessuti connettivi sono composti da tendini, legamenti, e le guaine fasciali che avvolgono, o tengono insieme, i muscoli in gruppi separati. Queste guaine fasciali, o fascie, vengono chiamate così, secondo dove sono situate nei muscoli: Endomisio La guaina fasciale profonda che avvolge fibre muscolari individuali. Perimisio La guaina fasciale che tiene insieme gruppi di fibre muscolari in fasci individuali (vedi sezione Composizione del muscolo). Epimisio La guaina fasciale superficiale che tiene insieme interi fasci (vedi sezione Composizione del muscolo). Questi tessuti connettivi aiutano a dare agilità e tono ai muscoli. D. A che età hai cominciato a praticare il karate o le arti marziali in generale? R. All’età di 7 anni. D. Ricordi qualche aneddoto in particolare legato a quel giorno? R. No, ero troppo piccolo. D. Perché hai cominciato a praticare le arti marziali? C’è una motivazione in particolare? R. Per l’auto controllo e perchè la famiglia di mia madre è giapponese. Intervista a... VELINI ALEXANDER Età 12 ANNI Cintura MARRONE Professione STUDENTE Hobby LEGGERE D. Cosa ti affascina maggiormente della pratica o del karate in generale? R. Mi affascina la difesa, soprattutto le tecniche di rovesciamento. D. Credi che praticare ti abbia in qualche modo aiutato nella tua vita? In cosa? R. Si, per imparare a difendermi da solo. D. Quale esperienza della tua pratica ricordi con maggiore piacere? R. La gara a Ferrara D. Come vivi il rapporto con il maestro e i tuoi compagni di palestra? R. Molto bene. D. Hai dei suggerimenti da dare o ci sono delle cose che vorresti cambiare? R. No. D. Migliorare il carattere, via di sincerità, autocontrollo, costanza dello spirito, rispetto universale. Quale di questi aspetti del Dojo Kun è più vicino a te e perché? R. L’aspetto più vicino a me è “Costanza dello spirito” perché non conta solo chi è più forte o chi è più debole, ma chi ha più spirito. D. Se dovessi consigliare ad un amico di praticare il Karate, con quali argomenti cercheresti di attirarlo verso questa disciplina? R. Se due loschi ti vorrebbero picchiare, la difesa del karate sarebbe molto efficace. D. Cosa ne pensano i tuoi amici/genitori/parenti di questa passione? R. Bene, quindi di continuarlo. D. Un tuo commento libero a proposito del karate R. Penso che il karate sia utile nella vita soprattutto per difendersi. Se vuoi scriverci puoi contattare i seguenti indirizzi di posta elettronica: [email protected] [email protected] Grazie per la collaborazione Alessandro