food&tec Le monografie Anno I1I, n. 7, ISSN 2282-2798 dicembre 2014 Foodandtec è una testata registrata al Tribunale di Milano n. 92 del 27/02/2012 Studi e laboratorio di shelf life: predizione, prolungamento, evoluzione del prodotto e implementazione della logistica Studio monografico tratto dal corso di aggiornamento “In-Formare. La qualità del cibo a Convegno” Milano, 24 settembre 2014 In-Formare L a quaLità deL cibo a convegno Sanificazione delle macchine e degli ambienti di produzione: requisiti e controlli. Focus: i patogeni alimentari e il rischio di ricontaminazione del prodotto Residence San Vittore 49 La Cordata - Milano 25 febbraio 2015 - 9.30 - 16.30 Responsabile scientifica: Francesca De Vecchi Il corso intende approfondire i diversi aspetti relativi alla sanificazione efficace delle macchine e degli ambienti di produzione con un taglio pratico e operativo. Una gestione corretta delle operazioni di pulizia e di sanificazione deve mirare a prevenire la proliferazione microbica sulle superfici e a controllare tutti i fattori che possono costituire un rischio per la salubrità del prodotto alimentare a garanzia della salvaguardia delle sue caratteristiche nutrizionali, sensoriali e, soprattutto, di tutela della salute del consumatore, come richiesto dalle normative vigenti. Validazione delle procedure di sanificazione degli ambienti di produzione Maurizio Podico - Scienze Biologiche - Università degli Studi di Parma Manutenzione delle superfici di macchine e strutture. Case study e soluzioni pratiche Elsa Emanuela Cugola - Consulente di tecnologie alimentari – ELLA Salmonella spp e Listeria monocytogenes: problemi igienici, diffusione e campionamenti Laura Franzetti - DeFENS, Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente - Università degli Studi di Milano Controlli igienico-sanitari delle produzioni alimentari e possibili contestazioni: comportamenti dell’operatore e interpretazione giurisprudenziale Avvocato Samantha Nesi - Studio Legale avv. Gaetano Forte - Ferrara i Trattamenti superficiali su matrici ambientali e alimentari con raggi UV Luca Guercio - Tecnologo Alimentare - Ellegi Comitato scientifico Luigi Bonizzi - Ambrogina Pagani Università degli Studi di Milano Amina Ciampella - Tecnologa alimentare - Presidente dell’Ordine dei Tecnologi alimentari Lombardia e Liguria Giorgio Giraffa - Centro Ricerca per le Produzioni Foraggere e Lattiero-Casearie patrocinio n o i z mo enti o r p im Per ofond ui pr p re q a a e c clic Ideazione e organizzazione Erasmo Neviani - Nicoletta Pellegrini Università degli Studi di Parma Antonio Trifirò - Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari di Parma OM - via Euripide 7 - 20145 Milano [email protected] www.foodandtec.com tel. 0291534731 - fax 178 2264489 INTRODUZIONE a cura di Francesca De Vecchi food&tec Food&Tec è una testata giornalistica on line dedicata al settore agroalimentare Direttore Responsabile Bruna Moroni Editore: OM snc via Euripide 7 20145 Milano tel. 0291534731 fax 1782264489 Registrazione Tribunale di Milano n. 92 del 27/02/2012 food&tec Durante la vita commerciale un alimento evolve sotto tutti gli aspetti: microbiologici, compositivi, sensoriali, organolettici. Questa monografia affronta il tema della shelf life proprio con l’obiettivo di approfondire le metodologie che consentono di valutare la vita di un prodotto, conoscere e prevedere i mutamenti microbiologici, sensoriali e nutrizionali degli alimenti, e focalizzarsi sul ruolo della logistica nel favorire la shelf life. Una parte importante nel prolungamento della vita sullo scaffale è giocata dalla microbiologia predittiva che permette di quantificare la popolazione batterica in un alimento, così come dalla catena logistica. L’applicazione di soluzioni tecnologiche e buone pratiche igieniche sono in grado, non da ultimo, di ridurre gli sprechi alimentari. dicembre 2014 3 Stabilità dei composti fenolici durante la shelf life dei prodotti alimentari Sintesi del seminario “Studi e laboratorio di shelf life: predizione, prolungamento, evoluzione del prodotto e implementazione della logistica migliore” Paolo Simonetti - DeFENS, Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente - Università degli Studi di Milano I fitocomposti sono un insieme disomo- l’attività geneo di sostanze prevalentemente di proliferativa origine vegetale; sono sostanze organi- proapoptotica che generalmente a basso peso moleco- e la regolazione lare, non sintetizzate dall’uomo e non in- della dispensabili, che spesso hanno mostrato ne un’azione protettiva sulla salute umana, Il consumo di se assunte in quantità adeguate, e hanno frutta e verdura, meccanismi di azione complementari e alimenti sovrapponibili (figura 1). di fitocomposti, L’assunzione regolare nell’ambito di una infatti è associa- dieta equilibrata, potrebbe spiegare non to a una dimi- solo l’effetto protettivo nei confronti nuzione del ri- dello stress ossidativo, ma anche altre schio di malattie specifiche attività, quali, ad esempio, cardiovascolari, l’attività antinfiammatoria, la modula- tumori, zione degli enzimi di detossificazione, la te, Alzheimer e stimolazione del sistema immunitario, degenerazione la modulazione del metabolismo ormo- maculare. nale, l’attività antibatterica e antivirale, Alla luce di que- 4 dicembre 2014 antie pressiosanguigna. ricchi diabe- food&tec ste evidenze la valutazione della shelf life I polifenoli degli alimenti, specie per i prodotti di La frazione polifenolica di questo grup- origine vegetale che contengono questa po di biocomposti comprende una serie tipologia di composti bioattivi, dovrebbe di sostanze chimiche di derivazione ve- sicuramente considerare anche la loro getale. stabilità, soprattutto se la presenza viene In relazione alla loro struttura chimica, i dichiarata in etichetta. polifenoli sono suddivisi in diverse clas- Figura 1 - Classificazione di alcuni fitocomposti food&tec dicembre 2014 5 Acidi Idrossi-Benzoici Acidi Idrossi-Cinnamici eterociclico. Nei vegetali, i polifenoli hanno un ruolo di difesa R1=R2=OH, R3=H : Acido Protocatecuico R1=R2=R3=OH : Acido Gallico R1=H, R2=OH : Acido p-Cumarico nei confronti di R1=R2=OH : Acido Caffeico microrganismi, R1=OCH3, R2=OH : Acido Ferulico luce e insetti; hanno un ruolo Flavonoidi nella pigmen- tazione e anche nelle caratteri- stiche sensoriaAcido Clorogenico li dei prodotti. Per l’uomo sono Lignani Stilbeni composti nutrizionalmente importanti perché concorrono a de- Resveratrolo Secoisolanciresinolo finire una dieta ottimale, che oltre a dovere es- Figura 2 - Struttura dei polifenoli sere equilibrata in energia e nu- si (figura 2). La loro struttura permette trienti, deve essere mirata all’assunzio- diverse sostituzioni, come glicosilazio- ne anche di quei composti minori che ni e metilazioni, che ne influenzano le hanno possibili effetti salutistici. L’azio- proprietà, come la polarità e l‘attività ne dei diversi polifenoli è spesso sinergi- biologica. La variabilità è data anche ca ed è pertanto meglio avere una dieta dal diverso grado d’idrossilazione (nu- diversificata, scegliendo sempre frutta mero di gruppi -OH-) e dall’esistenza o e verdure di stagione. È necessario ri- meno di un doppio legame nell’anello cordare anche che la loro concentrazio- 6 dicembre 2014 food&tec ne e la biodisponibilità negli alimenti 2011) ha restituito dati di intake a livello dipendono fortemente dalle tecniche di europeo più verosimili, con un apporto produzione, trasformazione, conserva- complessivo di flavonoidi di circa 400 zione e cottura adottate. Questa gran- mg/die. I processi di trasformazione e de variabilità spiega il motivo per cui i di conservazione possono modificare la dati che si leggono in letteratura, rela- concentrazione dei composti bioattivi: tivi ai contenuti in polifenoli di diversi pastorizzazione e sterilizzazione (HTST vegetali sono valori medi, compresi in e di condizionamento in asettico, altis- un range molto ampio: il loro contenu- sime pressioni, riscaldamento ohmico), to infatti, può variare in maniera con- disidratazione, evaporazione, così come siderevole anche nello stesso vegetale. le tecnologie applicate per migliorare I primi dati epidemiologici sull’intake la shelf life (microfiltrazione o atmosfe- dietico giornaliero risalgono agli anni re modificate) inducono perdite anche ’70, ma anche consistenti. per le diffi- cui la corretta coltà analiti- valutazione del- che riscontra- le caratteristiche te, a causa di nutrizionali degli tecniche non alimenti riguar- abbastanza do il contenuto sofisticate, di questi compo- riportavano sti bioattivi, du- dati sovrasti- rante il periodo mati. Più re- di shelf life, può centemente, essere lo studio Epic solo con una ri- (European gorosa prospective dizzazione delle investigation metodiche anali- into cancer tiche impiegate. and nutrition, Inoltre anche il food&tec Per ottenuta standar- dicembre 2014 7 riferimento a banche dati che ripor- del metodo di determinazione è fonda- tano il contenuto di micronutrienti di mentale per seguire la stabilità nel tem- questo tipo negli alimenti, non garan- po. Le difficoltà relative alle tecniche di tiscono informazioni precise, lasciando determinazione devono tener presente come miglior approccio all’operatore diverse variabili: una preventiva analisi dell’alimento • la definizione e caratterizzazione dei allo studio per definire con esattezza i vegetali e degli estratti utilizzati negli quantitativi di partenza. Anche la scelta studi clinici e preclinici per un corretto raffronto dei dati; •i potenziali effetti della matrice attribuibili alla complessità alimentare; •un diverso comportamento in conservazione: all’interno di uno stesso gruppo di composti può accadere che alcuni, più instabili di altri, si riducano drasticamente. Prima di decidere la tecnica analitica da adottare è necessaria una caratterizzazione ben precisa del campione per evitare risultati dubbi e contenere anche i costi di esercizio, non tralasciando di valutare i potenziali effetti del processo Figura 3 - Effetto della temperatura di conservazione sulla stabilità di succhi di frutti di bosco (Stability of anthocyanins in berry juices at different temperatures. Journal of food composition and analysis. 2013 31 (1): 12) 8 dicembre 2014 di produzione e di stoccaggio cui l’alimento è stato food&tec sottoposto. Tecniche colorimetriche o comportamento degli antociani in suc- tecniche per la determinazione del po- chi di frutta che in conservazione a di- tere antiossidante totale (TEAC/ORAC/ verse temperature, mostrano una sensi- TRAP/DPPH) sono metodiche non spe- bilità a diversi fattori (tipo di antociani, cifiche che danno un’informazione ge- origine del succo) e in modo particolare nerica (non svelano il contenuto di mo- alla temperatura di conservazione: in lecole specifiche), e possono restituire uno studio, volto a valutare la stabilità risultati non confrontabili fra loro. Pos- di succhi di frutti di bosco diversi, a dif- sono inoltre dare risultati falsati lad- ferenti temperature di stoccaggio, tut- dove sovrastimano il contenuto totale ti i succhi hanno mostrato un marcato di polifenoli perché a questi sommano decadimento a temperatura ambiente anche la presenza di composti riducenti (figura 3). diversi (per es. carotenoidi, aminoacidi, La stabilità dei polifenoli in differenti zuccheri e vitamina C). Tecniche anali- condizioni di conservazione è un aspet- tiche specifiche come HPLC/UPLC abbi- to rilevante da prendere in conside- nate alla spettrofotometria di massa e/o razione per assicurare che i composti a un detector uv/Vis permettono invece polifenolici abbiano le proprietà desi- di ottenere dati più corretti per identi- derate e mantengano la loro attività e ficare i composti in esame e seguirne la struttura durante le differenti fasi di stabilità durante la shelf life. processo che coinvolgono le alte tem- Tempi e temperature di conservazione perature, ma anche la luce, l’ossigeno, possono avere un effetto sulla degra- la presenza di enzimi, ioni metallici o la dazione dei polifenoli, presenza di altri costituenti la matrice portamenti molto anche con com- alimentare. differenti fra i diversi composti. Un esempio è dato dal food&tec dicembre 2014 9 Una buona occasione: se e come un prodotto prossimo alla scadenza può essere distribuito Sintesi del seminario “Studi e laboratorio di shelf life: predizione, prolungamento, evoluzione del prodotto e implementazione della logistica migliore” Giuseppe Zeppa - DiSAFA - Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari - Università degli Studi di Torino Secondo le stime eccedenze di acquisti più recenti, il com- da parte del consuma- parto alimentare tore e degli errori nel- spreca milioni di la conservazione degli tonnellate di cibo: alimenti” (FAO, 2011). il 43% dei prodotti Una delle fasi che crea coltivati non viene il maggior volume di consumato. In Ita- rifiuti è la distribuzio- lia, solo nel 2011, ne che, secondo uno si sono persi 20 studio Amiat/Auchan milioni di tonnel- crea circa 140 tonnel- late di alimenti dal late l’anno di spreco campo alla vendi- (per un supermercato ta. Durante tutto il ciclo di vita del pro- di 10.000 m2). Le merci non sono acqui- dotto, dalla trasformazione industriale state per difetti di confezionamento o al consumo finale, c’è uno spreco di ri- elementi danneggiati nella confezione, sorse (food waste) che “dipende dai limiti ma soprattutto perché il prodotto in tecnici e strutturali della trasformazio- prossimità della scadenza viene lasciato ne/produzione e dei sistemi distributivi sugli scaffali dagli acquirenti e quindi fino ad arrivare agli aspetti legati alle destinato allo scarto. Il consumatore, 10 dicembre 2014 food&tec negli ultimi anni, ha posto un’atten- sia preferibile non consumarlo. A tutto zione crescente alle informazioni sugli ciò si aggiunge sia la precauzione del alimenti non solo rispetto ai parametri produttore ad anticipare le date di sca- nutrizionali ma anche verso le scaden- denza rispetto al momento effettivo in ze, nei confronti delle quali, tuttavia, cui il prodotto inizia a deteriorarsi, sia rimane una certa confusione e incom- la tendenza della distribuzione a ritira- prensione. Il superamento della data di re dalla vendita a scaffale le confezioni scadenza o di consumo indicata è spesso con scadenza ravvicinata. Ne deriva che considerato un momento oltre il quale il grandi quantità di prodotti, integri da prodotto non può più essere consuma- un punto di vista nutrizionale, vengo- to. Già nei giorni precedenti vi sareb- no scartati con grande spreco di risorse be la convinzione che l’alimento possa e un impatto negativo sull’ambiente. Il aver perso parte delle qualità nutrizio- Dipartimento di Scienze Agrarie, Fore- nali e sensoriali originarie e che quindi stali e Alimentari dell’Università di To- food&tec dicembre 2014 11 rino ha condotto, con altri partner, uno finale le previste caratteristiche e bene- studio con lo scopo di valutare, median- fici (AMST E2454, 2005)”. Le finalità del te un approccio chimico, microbiologi- progetto, oltre a valutazioni della varia- co, strutturale e sensoriale se e come zione delle caratteristiche del prodotto un prodotto alimentare possa mante- indotte dalla conservazione, compren- nere inalterate le sue caratteristiche, devano anche la predisposizione di una benché prossimo alla sua scadenza, e serie di informazioni da divulgare ai possa quindi essere ancora acquista- cittadini riguardanti la lettura dell’eti- to e consumato. Durante la shelf life si chetta e il significato delle informazioni possono manifestare nel prodotto dei riportate (www.unabuonaoccasione.it). cambiamenti di composizione che determinano modifiche a livello sensoria- Le analisi le. La durabilità può quindi coincidere Presso un supermercato del torinese è con la shelf life sensoriale, definita come stata acquistata una serie di prodotti il “tempo durante il quale il prodotto di largo consumo selezionati fra quan- mantiene le caratteristiche sensoriali ti sono solitamente soggetti a scarti; previste dal produttore. Durante que- ogni campione è stato scelto fra quelli sto periodo, il prodotto è consumabile con shelf life più lunga, e conservato alla o utilizzabile e fornisce all’utilizzatore sua temperatura tipica. Definire una Tabella 1 - “Una buona occasione”: campioni e analisi svolte Latte UHTLatte Prosciutto cottoPasta sfogliaPasta fresca pastorizzato cubettato ripiena Yogurt fragola Colore * * * * pH * * * * * * * aw Analisi struttura * Valutazione odore con naso elettronico * * * * * Carica batterica totale * * * * * Coliformi * * * * * Lieviti Batteri lattici 12 dicembre 2014 * * food&tec shelf life significa innanzi tutto stabilire dei criteri che la caratterizzano; quindi scegliere un disegno sperimentale e un numero corretto di campioni rappresentativi da analizzare con una metodologia appropriata per valutare il prodotto nel tempo. Nello studio, sono state effettuate sui campioni diverse analisi chimico-fisiche e struttura (con i quali valutare in modo microbiologiche per caratterizzare la oggettivo i cambiamenti strutturali variazione di composizione nel tem- all’interno del prodotto durante la con- po (tabella 1); accanto a queste è stata servazione) e naso elettronico (in grado eseguita la valutazione della variazio- di rilevare l’entità di un cambiamento ne delle caratteristiche sensoriali che il all’interno di un prodotto in base alla ti- consumatore stesso può percepire, in- pologia di sensore applicato, per esem- dipendentemente dalle eventuali modi- pio mediante l’analisi dell’atmosfera fiche chimiche avvenute nel prodotto. intorno al prodotto chiuso nel proprio I campioni sono stati sottoposti a test imballo). di accettabilità con un panel di consumatori minimamente formato a inter- I risultati pretare i parametri valutati (aspetto, I risultati hanno evidenziano che qua- gusto, flavour, texture, gradimento com- si tutti i prodotti esaminati, durante il plessivo e una domanda di disponibilità periodo di shelf life stabilito dal produt- al riacquisto), misurati con una scala bi- tore, mantengono inalterate nel tempo lanciata da 1 a 9. le loro caratteristiche compositive, di I campioni sono stati sottoposti anche gradimento e di potenziale attrazio- a misurazioni oggettive tramite test di ne per l’acquirente, nonostante si sia food&tec dicembre 2014 13 evidenziata nei campioni un’evoluzione più o meno spiccata dei parametri chimico-fisici, microbiologici e quindi sensoriali. Riportiamo gli esiti di alcuni dei prodotti analizzati (il tempo iniziale equivale al tempo di acquisto, il tempo finale alla scaden- Figura 1 - Naso elettronico yogurt za come prevista dai proTabella 2 - Evoluzione dei parametri chimico-fisici e microbiologici yogurt duttori). 0 gg 13 gg 24 gg pH 3.76 3.78 3.78 L 75.53 75.50 74.69 a* 4.40 4.41 3.97 esame non ci sono signi- b* 6.38 6.30 6.56 ficative modificazioni dei Delta E * 0.09 0.96 parametri microbiologici; Batteri lattici (ufc/g) 3.2E+08 4.5E+08 4.4E+07 Lieviti (ufc/g) <10 <10 <10 ci sono piccole variazioni Yogurt Nel campione preso in di colore e anche il naso elettronico rileva una mo- Tabella 3 - Test di accettabilità per yogurt Azienda 1 desta variazione di alcuni parametri legati a sensori specifici. Tempo (gg) 0 24 Il consumatore tuttavia Aspetto 8 8 non sembra aver percepi- Gusto 8.4 8.2 Flavour 8.6 8.4 to queste differenze, con- Texture 8.8 8.4 Gradimento 8.6 8.6 dimento anche al termine Acquisto 7 7 della shelf life (figura 1, ta- fermando i valori di gra- belle 2 e 3). 14 dicembre 2014 food&tec Figura 2 - Naso elettronico prosciutto cotto cubettato Tabella 4 - Evoluzione dei parametri chimico-fisici e microbiologici prosciutto cotto cubettato I due campioni di prosciutto hanno Azienda 1 0 gg 7 gg 24 gg pH 6.39 6.39 5.86 aw 0.979 0.983 0.983 Batteri lattici (ufc/ml) 5.65E+02 1.06E+05 1.21E+08 Coliformi (ufc/ml) <10 <10 <10 Prosciutto cotto cubettato mostrato variazioni marcate di alcuni parametri, che i consumatori hanno percepito. Anche il naso elettronico evidenzia queste variazioni. Azienda 2 0 gg 7 gg 24 gg Il consumatore al termine della pH 6.51 6.52 5.79 aw 0.981 0.978 0.983 shelf life ha dato un parere sfavore- Batteri lattici (ufc/ml) 2.00E+01 1.04E+06 2.44E+08 Coliformi (ufc/ml) <10 <10 <10 vole al riacquisto (figura 2, tabelle 4 e 5). Tabella 5 - Test di accettabilità per prosciutto cotto cubettato Azienda 1 Azienda 2 Tempo (gg) 0 24 0 24 Aspetto 7.4 6.5 7.6 6.1 Gusto 7.6 4.4 7.8 3.4 Flavour 7.4 3.2 7.4 3.1 Texture 7.4 7.3 7 6.8 Gradimento 7.4 5.2 7 4.4 Acquisto 5.8 2.5 5.2 2.5 food&tec dicembre 2014 15 Latte pastorizzato il naso elettronico rivela una certa co- Non si evidenziano cambiamenti signi- stanza delle caratteristiche e i consu- ficativi fatto salvo un leggero aumen- matori hanno risposto valutando nel to della carica aerobica totale; anche complesso positivamente il prodotto alla scadenza e l’intenzione di ri- Tabella 6 - Evoluzione dei parametri chimico-fisici e microbiologici latte pastorizzato acquisto (figura 3, tabelle 6 e 7). Azienda 1 0 gg 3 gg 6 gg pH 6.82 6.78 6.70 Lo studio, pur basandosi su un nu- L 49.81 48.11 48.72 mero di campioni limitato e una a* 0.014 0.01 -0.022 b* 0.142 0.306 0.300 tipologia ristretta, ha dimostrato Delta E * 1.71 1.10 Carica aerobica totale (ufc/l) 90 260 350 lisi sensoriale associata a test di Coliformi (ufc/ml) <1 <1 <1 struttura e al naso elettronico, per CONCLUSIONI una grande potenzialità dell’ana- la determinazione della shelf life Azienda 2 0 gg 3 gg 6 gg dei prodotti alimentari. È impor- pH 6.83 6.74 6.71 L 50.78 48.93 49.26 tante sottolineare come i cambia- a* 0.002 0.028 -0.026 b* 0.112 0.25 0.28 dotti siano strettamente correlati Delta E * 1.85 1.53 all’azienda di produzione e quindi Carica aerobica totale (ufc/l) 1200 1010 5500 Coliformi (ufc/ml) <1 <1 <1 ai diversi aspetti legati alle tecno- menti della composizione dei pro- logie di produzione; inoltre risulta Figura 3 - Naso elettronico latte pastorizato 16 dicembre 2014 food&tec Tabella 7 - Test di accettabilità per latte pastorizzato Azienda 1 Azienda 2 Tempo (gg) 0 6 0 6 Aspetto 8 8 8 8 Gusto 8 8 8 8 Flavour 7.4 7.6 7.5 7.4 Texture 7.6 7.6 7.7 7.6 Gradimento 8 8 7.8 8 Acquisto 7 7 7 7 fondamentale anche la tipologia di pro- zione alla elevata acidità e così via). dotto e quindi le sue maggiori o minori Lo studio ha messo in evidenza l’impor- caratteristiche di resistenza intrinseca tanza di una corretta conservazione dei alla conservazione (un latte UHT è più prodotti a garanzia della conservazio- resistente di uno pastorizzato in rela- ne dei parametri caratteristici, anche zione al diverso trattamento termico, sensoriali, fino al termine della shelf life uno yogurt è molto resistente in rela- prevista, ma soprattutto la necessità di un’azione mirata di informazione del consumatore che il prodotto mantiene le sue peculiarità anche in prossimità della scadenza stessa. food&tec dicembre 2014 17 L’evoluzione del profilo microbico dei prodotti freschi nel corso della shelf life Sintesi del seminario “Studi e laboratorio di shelf life: predizione, prolungamento, evoluzione del prodotto e implementazione della logistica migliore” Laura Franzetti - DeFENS, Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente - Università degli Studi di Milano Studiare la shelf life di un alimento, ov- informazioni per migliorare l’igiene dei vero il periodo di tempo che corrispon- processi di produzione, favorisce il rap- de, in determinate condizioni, a una porto di fidelizzazione del cliente, che tollerabile diminuzione della qualità può così disporre di un prodotto che ri- di un prodotto alimentare (norma UNI sponde sempre meglio alle sue aspetta- 10534 /1995), permette di definirne con tive. Quando si parla di shelf life, infatti, esattezza la durabilità commerciale, non si può prescindere dall’aspetto mi- consente l’acquisizione di importanti crobiologico che concorre, insieme alle 18 dicembre 2014 food&tec caratteristiche chimico-fisiche ed en- al contempo un sistema complesso e dizimatiche, a definire l’idoneità al con- namico. sumo dell’alimento. In un prodotto, il Il profilo microbiologico di un alimenmicrobiota caratteristico è definito da to è caratterizzato da due tipologie di microrganismi tipici per lo più saprofiti microrganismi (tralasciando qui i batpresenti in partenza (contaminazione teri patogeni, dannosi per la salute del primaria), e da microrganismi prove- consumatore e dunque con riferimennienti dall’ambiente (contaminazione ti normativi ben precisi): gli indicatori secondaria): la crescita e lo sviluppo nel di tipicità (o protecnologici) che sono tempo di questi microrganismi dipende quei microrganismi che definiscono le tanto da fattori intrinseci, come la di- caratteristiche di un prodotto (si pensponibilità di acqua, il potenziale redox, si al vino, allo yogurt o a certi prodotti il pH, quanto da cause esterne, come da forno), e i cosiddetti Specific Spoilage trattamenti termici, l’uso di radiazioni, Organism (SSO), cioè quei microrganil’addizione di sostanze antimicrobiche e smi che sono responsabili dei deteriomodalità di confezionamento. Le carat- ramenti sensoriali tipici e specifici di teristiche finali di un alimento sono de- un alimento. La carica batterica totale è finite non solo dalla tipologia di materie generalmente la prima caratterizzazioprime usate e dai processi tecnologici di ne microbiologica cui viene sottoposto trasformazione, ma anche da un insie- un alimento all’inizio della sua vita. Si me di situazioni che provocano un evolve con un andamento ti- continuo picamente sigmoidale: una cambiamento nel prodotto, rendendolo quindi fase iniziale di latenza più o meno lunga, in funzione dei fattori ambientali, seguita da una fase esponenziale di crescita che si assesta al cosiddetto “valore limite superiore”, a li- food&tec dicembre 2014 19 vello del quale rimarrà stabile nel tempo. Per limitare o prevenire lo sviluppo mi- Gli SSO si evolvono in maniera diversa: crobico e quindi prolungare la shelf life, spesso presenti in basse concentrazioni è necessario mettere a punto procedure iniziali, si sviluppano molto velocemen- e adottare tecnologie ad hoc conoscendo te, diventando, alla fine, dominanti. Du- le caratteristiche del singolo prodotto, rante questa crescita gli SSO svolgono del processo adottato (fino al confezio- un’attività metabolica con produzione di namento), le condizioni di conservazio- sostanze che possono modificare alcune ne (ipotizzando anche eventuali pos- caratteristiche sensoriali dell’alimen- sibili errori), la popolazione microbica to: l’intervallo di tempo che intercorre presente e le relazioni che intercorrono fra l’inizio della crescita di un insieme fra gli stessi organismi presenti. di SSO e il momento in cui il consumatore riesce a percepire la modificazione SSO e alimenti indotta dai metaboliti prodotti è quello Conoscere le caratteristiche di un pro- che definisce la shelf life da un punto di dotto e metterle in relazione con l’am- vista strettamente microbiologico. biente in cui si trova, aiuta a definire Figura 1 - Microrganismi indicatori della qualità isolati da vegetali minimamente trattati diversamente confezionati (Caldera L., Franzetti L. et al., 10° CISETA, Milano 9-10 maggio 2011) 20 dicembre 2014 food&tec con maggior precisione i mutamenti cui microrganismi indicatori di qualità di- andrà incontro e quindi la durabilità pende fortemente anche dalle condizio- commerciale. ni di conservazione. Nei vegetali il microbiota tipico è com- Il vegetale in sacchetto o vaschetta, in posto da organismi saprofiti residenti presenza di sola aria svilupperà per lo (provenienti dall’acqua e dal terreno) più una popolazione microbica compo- in grado di attaccare le strutture del ve- sta da specie del genere aerobio Pseu- getale stesso. domonas (es. Ps. fluorescens, nei diversi I vegetali di IV gamma, a foglia (inte- biotipi), mentre i batteri lattici e spe- ri o tagliati), radici, tuberi e germogli cie della famiglia delle Enterobacteri- vengono confezionati in aria oppure at- aceae (anaerobi, anaerobi facoltativi) mosfera protettiva, in sacchetti di poli- costituiscono la popolazione predomi- propilene stampati o in vaschette rigide nante in un vegetale confezionato in at- ricoperte da film plastico trasparente e mosfera protettiva, anche in grado di li- conservati a temperatura di 4°C. Seb- mitare la crescita di Pseudomonas (figura bene tutte le fasi della lavorazione (dal 1). Nelle carote tagliate e confezionate ricevimento, al lavaggio, fino alla di- in aria invece, accanto agli Pseudomo- stribuzione), siano in grado di favorire nas spp. crescono in modo consistente i le condizioni che portano alla degrada- batteri lattici (per lo più Leuconostoc me- zione del prodotto per contaminazioni senteroides) che sfruttano la ricca com- crociate, ambientali o per traumi subiti posizione in zuccheri semplici della ca- dai tessuti vegetali, quelle più critiche rota, portando alla formazione di muco sono il taglio e il confezionamento: nel filante, una delle alterazioni tipiche di primo caso per il rilascio di succhi nu- questo vegetale conservato. tritivi ed enzimi responsabili dell’acce- Nei vegetali di IV gamma, il controllo lerazione dello sviluppo microbico, nel della temperatura si è rivelato l’inter- secondo caso per l’accumulo di meta- vento più efficace per allungare la fase boliti dovuto alla presenza di materiale di latenza, in particolare per alcune va- vivo all’interno del sacchetto, in grado rietà. di promuovere modificazioni del pro- Nella lattuga intera la fase di latenza a dotto. In questi alimenti la presenza di 5°C è minore (4 giorni) di quella del ci- food&tec dicembre 2014 21 Figura 2 - Temperatura ed evoluzione microbica in vegetali (L’evoluzione del profilo microbico dei prodotti freschi nel corso della shelf life. L. Franzetti, Milano 24/9/2014) corino tagliato (6 giorni); il fenomeno è elevata, ricca composizione) sono un da ascrivere all’abbondante quantità di altro substrato di crescita microbica acqua presente nella lattuga intera, che ideale. In una carne fresca conser- la rende comunque “più deperibile” del vata (in vaschetta, cicorino tagliato (figura 2). La carota a 5°C ha invece una fase di latenza molto ridotta, a causa della sua struttura ricca di zuccheri, substrato per i batteri lattici che, producendo una sostanza filante favoriscono l’adesione dei batteri ai tessuti, rendendo l’allontanamento più complesso. Le carni fresche (pH neutro, aw 22 dicembre 2014 food&tec Figura 3 - Specie di Pseudomonas ritrovate in diversi alimenti (Caldera L. Identification and characterization of Specific Spoilage Microorganisms (SSOs) in different Food Matrices. Graduate School in Molecular Sciences and Plant, Food and Environmental biotechnology 2012-2013. Franzetti L., Scarpellini M. 2007. Characterization of Pseudomonas spp. isolated from foods. Ann. Microbiol . 57 (1) 39-47) chiusa da film plastico, a 4°C, in aria), mitano lo sviluppo delle forme alteranti se la conservazione è avvenuta in modo (Pseudomonas spp.) grazie alla loro atti- corretto, la carica batterica totale rima- vità metabolica (acido lattico). Il gene- ne pressoché costante nelle prime 24 re Pseudomonas comprende bastoncini ore, ma raggiunge nell’arco di 4 giorni gram negativi (aerobio stretto, catalasi valori superiori a 108 ufc/g, generalmen- e ossidasi positivi), ubiquitari e psicro- te ritenuti troppo elevati per una carne trofi. Poco esigenti nutrizionalmente, di qualità. Volendo individuare micror- possiedono un’elevata attività enzima- ganismi specifici, basandosi sulle carat- tica (quella proteolitica è termostabile, teristiche proprie del prodotto, saranno quindi gli enzimi permangono e agisco- da ricercare gli Pseudomonas, solitamente no anche dopo un trattamento al calore presenti in misura non inferiore al del prodotto come ad esempio la pasto- 50% (per lo più P. fragi, specie tipica rizzazione). dei prodotti carnei). Si può dire che il genere Pseudomonas è La loro crescita procede dap- tra i più comuni responsabili delle alte- prima lenta per poi accelera- razioni organolettiche tipiche di diversi re, sino a diventare la forma alimenti, in particolare Ps. fluorescens è microbica dominante. I batteri fra le specie più ritrovate nei vegetali di lattici, al contrario, svolgono IV gamma, nelle carni e nei prodotti ca- un ruolo positivo in quanto li- seari (figura 3). food&tec dicembre 2014 23 Qualità dell’aria e trattamento in continuo: l’importanza del bio-aerosol nel controllo della shelf life Sintesi del seminario “Studi e laboratorio di shelf life: predizione, prolungamento, evoluzione del prodotto e implementazione della logistica migliore” Massimo Manfron - R&D Application Engineer Food & Beverage - Ecolab Il controllo dell’aria degli ambienti di crorganismi provenienti da fonti diver- produzione alimentare è un fattore de- se (prodotti alimentari, corpi estranei terminante che può avere un impatto all’area di produzione, ambiente ester- diretto sulla salubrità e sulla shelf life no o operatori) può facilmente essere dei prodotti: l’aria confinata dei locali, veicolo di cross contaminazione sia sul- con il suo carico di goccioline d’acqua, le materie prime sia sul prodotto finito, polveri e pulviscolo, ma anche di mi- diminuendo i principali requisiti di qua- 24 dicembre 2014 food&tec lità e sicurezza. Monitorare il volume, i Bacillus spp, Corynebaterium spp, Asper- flussi e il tasso di scambio dell’aria negli gillus e lieviti, per dirne alcuni, che si ambienti di produzione, ovvero i prin- diffondono e possono ricadere sui pro- cipali fattori che rendono complesso il dotti non solo per forza gravitazionale, controllo dei suoi inquinanti, permette ma anche per correnti d’aria, gradienti quindi di verificare efficacemente il li- di temperatura, umidità e moti brow- vello di contaminazione e minimizzare niani. L’applicazione costante di una l’impatto sul prodotto finito, evitando corretta procedura di sanificazione può il conseguente aumento del ridurre il numero di numero di reclami, non ul- microrganismi timo il ritiro del prodotto bientali e garantire con ingenti danni all’imma- una maggiore sicu- gine aziendale o al brand. rezza L’approccio operativo tra- eliminando gli spre- dizionale prevede una sa- chi e aumentando la nificazione degli redditività delle pro- impianti di processo e una duzioni. Fumigazio- rigorosa igiene del persona- ne, le; ciò nonostante, ricerche filtrazione HEPA, UV effettuate su bio-aerosol e ionizzazione sono dei locali aziendali depu- i metodi tradiziona- tati allo stoccaggio, alla li produzione e al confe- utilizzati. zionamento l’applicazione mirata mostrano am- alimentare, ozonizzazione, principalmente Tuttavia di l’esistenza di alcuni cep- queste tecnologie, pi resistenti che possono soprattutto in am- sopravvivere anche per bito alimentare e molti anni e quindi rappresentare un ri- nell’industria delle bevande è critica, a schio costante per la sicurezza del pro- causa dei rischi per la salute e la sicu- dotto. I ceppi delle specie microbiche rezza degli operatori in relazione alla isolate comprendono Staphylococus spp, frequenza di utilizzo; o a causa degli food&tec dicembre 2014 25 effetti secondari su apparecchiature e tato Airspexx una soluzione sanitizzan- materiali. Per il controllo microbiologi- te dell’aria, a base di acqua ossigenata, co dell’aria confinata, Ecolab ha brevet- acido peracetico ed etanolo, efficace nel controllo della carica microbica nelle aree di produzione, confezionamento e nelle celle di stoccaggio. Test specifici hanno dimostrato che l’erogazione in continuo di Airspexx riesce a controllare e a inibire la proliferazione di batteri, lieviti e muffe responsabili delle alterazioni sul prodotto durante la shelf life, senza compromet- tere la sicurezza degli operatori e degli alimenti stessi. Airspexx, infatti, è una miscela non classificata come pericolosa; è sicura dal punto di vista tossiFigura 1 - Sperimentazione su filler di panna: riduzione di carica batterica totale, muffe e lieviti (UFC/m3) in seguito ad applicazione di Airspexx 26 dicembre 2014 cologico per gli operatori perché non food&tec Tabella 1 - Sperimentazione in celle di stagionatura di pancetta: riduzione di muffe sulla superficie del prodotto in seguito ad applicazione di Airspexx Data AIRSPEXX (ml/ h) Altezza (m) CentroR-AR-BL-CL-DMedia Abbattimento microbiologico (%) 25.02.2013 0 1.70 96 100 116 124 102 108 0 04.03.2013 40 1.70 76 24 36 12 20 3 -68 06.03.2013 80 1.70 16 18 10 6 14 13 -88 contiene sostanze classificate come cancerogene, mutagene, reprotossiche. Organismi indipendenti (FoBiG, Forschungs-und Beratungsinstitut Gefahrstoffe GmbH e TÜV SÜD) hanno certificato la conformità di Airspexx per gli usi previsti: le sostanze attive infatti non eccedono i limiti e le concentrazioni massime richieste negli ambienti di lavoro; anche dai test effettuati sugli alimenti non è stata riscontrata alcuna presenza di residui delle sostanze attive. La diffusione in continuo di Airspexx può essere considerata una misura che minimizza il rischio di proliferazione microbica. Test specifici sono stati eseguiti in condizione di produzione su filler di panna montata e in celle di stagionatura di pancetta. Su filler di panna montata è stata osservata una riduzione significativa di carica batterica, lieviti e muffe nell’area food&tec dicembre 2014 27 di riempimento (figura 1), con l’instal- Rispetto ai metodi di sanificazione lazione di due moduli AF con ugelli dell’aria tradizionali, Airspexx (di- direttamente nell’area di riempimen- sponibile sia come unità mobili sia to (dosaggio ca. 45-50 ml Airspexx per come unità fisse con un dimensio- modulo/h). namento personalizzato in funzio- In celle di stagionatura di pancette, in- ne delle caratteristiche del locale da vece, l’installazione di una stazione mo- trattare) si è rivelato più efficiente bile DS 1 ha portato: di alcuni metodi tradizionali, perché • una riduzione di muffe nell’aria pari permette un trattamento in conti- all’88% (tabella 1) nuo nei locali di produzione, anche • una carica microbica visibile sulla su- in presenza di prodotto alimentare e perficie della pancetta inferiore rispetto operatori, e un investimento iniziale a quella delle pancette non trattate. concorrenziale rispetto a sistemi di • nessun cambiamento del gusto delle efficacia provata, ma economicamen- pancette né incrementi dei livelli di eta- te più onerosi (figura 3). nolo (misurato con metodo Hygenicum). Figura 3 - Confronto fra Airspexx e tradizionali metodi di trattamento di sanificazione dell’aria nei locali di produzione 28 dicembre 2014 food&tec Microbiologia predittiva, aspetti teorici e software disponibili in rete Sintesi del seminario “Studi e laboratorio di shelf life: predizione, prolungamento, evoluzione del prodotto e implementazione della logistica migliore” Elena Cosciani Cunico - Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna La microbiologia predittiva permette di quantificare la popolazione batterica in un alimento a seguito delle diverse operazioni di processo, distribuzione e conservazione subite. È una scienza quantitativa e fa riferimento da un lato a grandi banche dati organizzate e strutturate sistematicamente, dall’altro a modelli matematici che descrivono la crescita dei microrganismi; i due aspetti sono fra loro strettamente correlati. In ambito alimentare, la microbiologia aiutare l’analisi quantitativa del rischio, predittiva, consentita anche dalla legi- ma fra un ambiente “controllato” e gli slazione (Reg. 2073/2005 all. 1), è uno alimenti c’è un’elevata difformità che, strumento importante sia per lo studio tuttavia, può essere calcolata. Per fare della shelf life dei prodotti sia per la va- ciò esistono in rete dati e modelli ac- lidazione dei processi produttivi o per cessibili e software di semplice utilizzo, le analisi dei rischi, di cui l’OSA è rite- per meglio gestire tutte le procedure a nuto direttamente responsabile. I mo- garanzia della qualità e della sicurezza delli matematici disponibili possono delle produzioni alimentari. food&tec dicembre 2014 29 Parametri di crescita batterica > In cell concentration n(xmax) μmax: maximum specific groth rate In(x0) h0=lag*μ L: log time > Phys state= 10∧ (-lag x max.rate) Figura 1 - Rappresentazione del modello Baranyi, modello complesso semi meccanicistico e dinamico (Baranyi and Roberts, 1994) Modelli matematici in rete per elaborare i dati di crescita I modelli matematici sono uno dei due o di morte microbica si basano sul mo- pilastri della microbiologia predittiva: dello matematico elaborato da József la loro semplicità è un parametro fon- Baranyi, modello primario più utilizza- damentale; devono essere semplici da to nell’ambito scientifico. Questo esem- utilizzare e con un numero di variabili pio di modello primario stabilisce come contenute. I modelli più robusti metto- varia la concentrazione microbica, no in relazione fino a quattro variabili: espressa in logaritmo, nel tempo e defi- temperatura, pH, attività dell’acqua e nisce un’equazione con due flessi: il pri- un quarto fattore che può essere l’ani- mo fissa il passaggio dalla fase lag alla dride carbonica, l’acido lattico o ancora fase esponenziale e il secondo descrive i nitriti, in funzione del microrganismo il passaggio dalla fase esponenziale alla di interesse. Molti software disponibili fase stazionaria (figura 1). L’ambiente 30 dicembre 2014 food&tec in cui si trovano i microrganismi in que- pendenza massima della retta nella fase sto modello è costante: la curva è quin- esponenziale, quando nel medesimo in- di quella caratteristica di un microrga- tervallo di tempo si ha il massimo incre- nismo in un substrato dove le variabili mento della concentrazione batterica intrinseche ed estrinseche non cambia- espressa in logaritmo. Il modello prima- no nel tempo. Il modello di Baranyi in- rio descrive il variare della concentra- troduce anche una seconda importante zione batterica nel tempo, ma i tassi di variabile: il cosiddetto Physiological state morte e di crescita di un microrganismo (h0), lo stato fisiologico dei microrgani- sono diversi in funzione delle variabili smi che determina la durata della fase intrinseche ed estrinseche del substrato lag. La popolazione batterica è disponi- in cui si trovano. Sarà quindi necessario bile alla duplicazione solo in funzione ricorrere a un modello secondario per dello stato fisiologico in cui si trova. Il descrivere la relazione tra il tasso massi- valore h0 descrive questa “disponibili- mo di crescita o di morte e, ad esempio, tà” ed è compreso fra 0 e 1, dove 1 equi- la temperatura; esso quindi indica, at- vale al 100% delle cellule immediata- traverso equazioni matematiche, come mente pronte alla moltiplicazione, e 0 varia il tasso massimo di crescita o di corrisponde a quando nessuna cellula morte di una popolazione microbica (ov- è pronta; un valore all’interno di que- vero i parametri del modello primario) sto intervallo è un valore sperimentale, in funzione delle variabili ambientali del che definisce la per- substrato, ad esempio centuale di popo- la temperatura (figu- lazione che inizia a ra 2); è possibile così moltiplicarsi in un calcolare substrato. Il tasso massimo di crescita a di crescita invece una data temperatura (rate), corrisponde fissa e utilizzare que- al coefficiente ango- sto modello per avere lare della retta nella il dato riferito a una fase esponenziale, il maximum rate è la food&tec Fig. 2 Modello secondario. La radice quadrata della velocità di crescita è proporzionale alla temperatura (Ratkowsky) un tasso temperatura diversa. Va tuttavia tenuto dicembre 2014 31 Figura 3 - Applicazioni di ComBase Figura 4 - Modelli primari: DMfit 32 dicembre 2014 food&tec presente che esistono degli indici di www.combase.cc), banca dati gratuita correzione: mentre il modello fa riferi- che contiene più di 40.000 curve di cre- mento a un ambiente controllato, cioè scita e di sopravvivenza, collezionate un brodo sterile dove i microrganismi sperimentalmente e secondo i dati di possono crescere in condizioni ottima- letteratura, sia in situazioni statiche li, un alimento è un sistema dinamico e (shelf life) sia dinamiche (condizioni di differente, dove altre variabili possono processo) (figura 3). ComBase contiene interferire con l’evoluzione dei micror- i software elaborati per generare predi- ganismi stessi. L’errore fra i due sistemi zioni di crescita e morte microbica. Uno può raggiungere un valore pari a circa di questi è ComBase Predictor, una raccol- il 50%, fattore di cui bisogna tener con- ta di modelli matematici che permette to in uno studio per valutare la shelf life l’elaborazione di dati sperimentali per di un alimento: se per esempio una shelf il calcolo di parametri come il tasso di life di un prodotto definita con un bro- crescita massimo dei microrganismi in do colturale risulta pari a quattro gior- ambienti costanti (figura 4 DMfit). In ni, traslando il dato sull’alimento que- ComBase Predictor sono disponibili anche sto termine temporale diventerà pari a modelli di crescita e di morte a diverse otto. temperature, e modelli di sopravviven- banche dati e software di previsione Banche dati per ottenere informazioni sul comportamento dei microrganismi sono disponibili in rete; esse comprendono anche software sviluppati in base ai modelli matematici e alle variabili descritti in precedenza e sono direttamente utilizzabili semplicemente inserendo i dati relativi allo specifico caso di studio. Un esempio di database è ComBase (Combined Database of Microbial Responses to Food Environments food&tec za in condizioni di pH e attività dell’acqua non favorevoli per i microrganismi (figura 5). Altri siti d’interesse dove trovare modelli di microbiologia predittiva da applicare agli alimenti sono: • ArsAlimentaria (www.ars-alimentaria. it): è un database, finanziato dal Ministero della Salute, sviluppato in Italia dall’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, sede di Brescia. È uno strumento di supporto e di documentazione delle caratteristiche dicembre 2014 33 di identità, di qualità e di sicurezza dei Arsalimentaria può dunque fornire in- prodotti italiani. Il sito raccoglie dati e formazioni in merito al monitoraggio informazioni provenienti da tutto il ter- e alla sorveglianza dei processi di tra- ritorio nazionale, avendo creato un net- sformazione; a challenge test per valu- work che collega anche gli altri Istituti tare il potenziale e il tasso massimo di Zooprofilattici Sperimentali italiani. Alla crescita di Listeria monocytogenes secon- raccolta dati contribuiscono anche le do le linee guida Afssa (Agence française aziende di trasformazione, gli operatori de sécurité sanitaire des aliments); a chal- economici e gli organismi di vigilanza. lenge test per valutare il comportamen- Le informazioni raccolte permettono di to di patogeni negli alimenti secondo approfondire la conoscenza della sicu- le linee guida Nacmcf (National Advisory rezza alimentare mettendo in correla- Committee on Microbiological Criteria for zione l’evoluzione della concentrazione Foods). microbica in funzione di un processo • Pathogen Predictive Model, del Centro produttivo specifico attraverso anche i di Ricerche Agrarie americano (pmp. modelli matematici predittivi. arserrc.gov); Figura 5 - Modelli predittivi secondari e parametri: comparazione fra dati osservati e andamento predetto 34 dicembre 2014 food&tec • Sea Food Safety and Spoilage Predictor, Y., Baranyi J. (2005): Concetti di microbio- del Centro di Ricerche Marine danesi logia predittiva: sopravvivenza di Salmonel- dove è possibile predire la shelf life di al- la spp. nel salame, Industrie Alimentari cuni prodotti ittici, considerandone sia (44), 443 pag. 1-10 gli aspetti di sicurezza alimentare sia di • Cosciani Cunico E., Le Marc Y., Dami- deterioramento (sssp.dtuaqua.dk). nelli P., Boni P., Baranyi J. (2006): Deve- • Microbial Responses Viewer, sito giap- lopment and Validation of a Model for the ponese che ha usato i dati di ComBase Survival of Salmonella spp in Italian Salami, per avere informazioni particolarmen- The 20th International ICFMH Sympo- te rapide e fruibili (mrviewer.info) con sium food safety and food biotechnolo- un forte supporto iconografico. gy: diversity and global impact 29 Aug - 02 Sept, Alma Mater Studiorum, BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO Bologna, Italy • Baranyi J., Roberts T.A. (1994): A dyna- • Le Marc Y., Baranyi J., Ross T. (2005): mic approach to predicting bacterial growth Modelling stress responses and resistan- in food, Int J.Food Microbiol 23: 277-294 ce Understanding Pathogen Behaviour, • Baranyi J., Pin C., Ross T. (1999): Valida- (Chapter 2) 53-77 ting and comparing predictive models, Int J • Metris A., Le Marc Y., Elfwing A., Bal- Food Microbiol 48 159-166 lagi A. & Baranyi J. (2005a): Modelling the • McMeekin, T.A. (2003): An Essay on the variability of Lag times and the first genera- Unrealized Potential of Predictive Microbio- tion times of single cells of E-coli, Interna- logy, In: McKellar, R.C. and Lu X. (eds): tional Journal of Food Microbiology 100 Modelling Microbial responses in Fo- (1-3) 13-19 ods. CRC, Boca Raton, Fla • Metris A. (2005): The ComBase database, • Ross T., McMeekin T.A., Baranyi J. a platform for predictions CFA day, Februa- (2000) Predictive microbiology and food sa- ry 15th 2005 (b), IFR fety, Encyclopedia of food Microbiology, Ed. • http://wok.mimas.ac.uk/ Robinson R.K., Batt C.A., Patel P.D. Aca- • www.combase.cc demic Press • www.food.gov.uk • Cosciani Cunico E., Monastero P., Finazzi G., Daminelli P., Boni P., Le Marc food&tec dicembre 2014 35 La shelf life come parametro per la gestione e la progettazione della catena logistica dei prodotti agroalimentari Sintesi del seminario “Studi e laboratorio di shelf life: predizione, prolungamento, evoluzione del prodotto e implementazione della logistica migliore” Relatore: Riccardo Guidetti - DiSAA, Dipartimento di Scienze Ambientali Università degli Studi di Milano Il sistema distributivo dei prodotti ali- tenuti sotto controllo nella progetta- mentari rappresenta un punto critico di zione di una catena logistica sono la tutta la filiera perché potenzialmente temperatura e il tempo. In alcuni casi, può compromettere la qualità del prodotto, sia in termini di sicurezza sia in termini di caratteristiche sensoriali. Per questo motivo la gestione dei magazzini, i mezzi di trasporto, i tempi di movimentazione dipendono fortemente dalla tipologia del prodotto e dalla sua shelf life. Facendo riferimento alla definizione di shelf life come “il tempo limite entro il quale il progredire dei singoli eventi reattivi determina modificazioni impercettibili sul piano sensoriale o comunque ancora accettabili sul piano della sicurezza d’uso, in determinate condizioni di tempo” (M. Riva, 2000), emerge chiaramente come i principali parametri tecnici che dovranno essere 36 dicembre 2014 food&tec Figura 1 - Che cos’è la logistica La logistica è l’insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell’azienda i flussi di materiali e delle relative informazioni dalle origini presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e al servizio post vendita (Associazione Italiana di Logistica) sarà poi importante valutare l’umidi- come la scienza di trasportare i prodotti tà come ulteriore grandezza fisica e il da un luogo all’altro nei tempi previsti, grado di “attaccabilità” del prodotto in in modo efficiente e al minor costo pos- modo da predisporre una manipolazio- sibile; essa comprende anche la gestio- ne adeguata. Si può definire la logistica ne dei processi di scambio dei relativi dati e informazioni (figura 1). I parametri identificati per definire le caratteristiche tecniche del processo logistico in ambito alimentare dovranno quindi essere adattati alla singola tipologia di prodotto alimentare (alla sua shelf life), e l’analisi del rischio dovrà necessariamente costituire il punto focale di tutta la progettazione della catena logistica, inclusa una marcata attenzione agli aspetti economici. Tempo In logistica il concetto di tempo (t0) identifica il momento in cui il prodotto inizia il suo lento decadimento (il tempo al confezionamento). food&tec dicembre 2014 37 Da questo deriva lo studio dei tempi di può influenzare il parametro di shelf life distribuzione, in cui il prodotto viene del prodotto dapprima stoccato e poi trasportato a • il sistema di trasporto: vanno valutati i una destinazione, e dei tempi di perma- mezzi impiegati, focalizzando le distan- nenza nel punto vendita. Per ottimizzare ze da percorrere e il mezzo più idoneo la gestione e la distribuzione del prodot- alle caratteristiche del prodotto; identi- to sono necessarie scelte tecniche che ficate le sue prestazioni (celle refrigera- non aumentino i tempi a svantaggio del- te, sistemi di registrazione a bordo) e i la shelf life del prodotto: quantitativi di prodotto da trasportare • gli aspetti fisici del magazzino (dimen- per ottimizzare, anche in un’ottica di co- sioni, lay out, posizionamento e mezzi sti, la suddivisione nei mezzi in funzione usati per la movimentazione); gli aspet- delle destinazioni e i volumi in funzione ti operativi (procedure di ricevimento, della modalità di spedizione (europallet, l’uso di imballaggi secondari e modalità prodotti sfusi, vassoi ecc.) di carico); e infine gli aspetti di gestione • i tempi di viaggio: devono rientrare (definizione dei livelli di scorta, degli in- nella valutazione il tragitto e i tempi di ventari e la verifica della produttività). percorrenza, specialmente se si è in am- Queste variabili concorrono a definire bito cittadino e anche i tempi di carico degli indici di prestazione di un magaz- e scarico, spesso punti critici della filie- zino che indicano la misura in cui esso ra logistica, in quanto avvengono in una ) Tabella 1 - Condizioni climatiche raccomandate per alcuni gruppi di alimenti 38 dicembre 2014 food&tec modalità non controllata vello comunitario di tutti i fluidi derivati • i sistemi di carico e scarico: nella cate- dal metano ed esano, contenenti fluoro, na logistica spesso il momento di carico cloro o bromo, più noti con il nome com- o di scarico, possono avvenire in con- merciale di freon). dizioni ambientali al di fuori di quelle Oggi i progettisti, per la stima delle pre- prescritte per il prodotto (temperatura stazioni frigorifere delle celle, usano sche- e umidità). Un’attenta valutazione deve mi che in funzione di alcuni coefficienti riguardare la modalità di gestione (pe- e parametri noti (temperatura esterna, dane refrigerate, sistemi automatici di spessore della cella), restituiscono diretta- carico e scarico, esigenze di controllo) e mente la potenzialità frigorifera neces- i tempi di attesa. saria a gestire un prodotto di cui è nota la tem- Temperatura La gestione della temperatura dipende essenzialmente dal corretto dimensionamento dell’impiantistica utilizzata. Le celle frigorifere, i mezzi di trasporto e le vetrine di distribuzione (banchi peratura di frigo) devono essere dimensionati in stoccaggio. modo tale da garantire le caratteristi- Nei casi in cui sia necessario controlla- che igrometriche necessarie (tabella 1). re anche il parametro umidità, esiste una Alla base del calcolo ci sono i concetti pari metodologia per dimensionare cor- del ciclo frigorifero (cioè il sottrarre rettamente l’impianto di condizionamen- calore e cederlo alle alte temperature), to delle celle. riferimento per stimare nella pratica la capacità frigorifera degli impianti. La I mezzi di trasporto scelta del fluido frigorigeno è un pas- I sistemi di trasporto a temperatura con- saggio fondamentale, sia per gli aspetti trollata sono costituiti da celle di diversa termodinamici sia per gli aspetti di tu- forma e dimensione opportunamente sup- tela ambientale (da quest’anno, 2014, è portati da sistemi meccanici, ad eutettico definitivamente bandito l’utilizzo a li- o con soluzioni criogeniche. Ottimizzano food&tec dicembre 2014 39 le operazioni di carico e scarico che pos- progettazione, che dovrà occuparsi di sono essere così direttamente eseguite controllare il livello di inquinanti degli nei banchi refrigerati dei punti vendita, ambienti e organizzare opportune solu- senza interrompere la catena del freddo. zioni ove necessario (camere bianche, Questi sistemi sono regolamentati se- camere grigie, separazione di processi condo la normativa Atp (Accord Tran- con rischi di inquinamento diversi ecc.). sport Perissable), specifica per i traspor- Gli aspetti gestionali, infine, devono oc- ti frigoriferi refrigerati a temperatura cuparsi di favorire lo smaltimento dei controllata di alimenti deperibili, desti- prodotti più vecchi in una logica di “First nati all’alimentazione umana. La nor- In First Out” e, quindi, monitorare i livel- mativa, del 1977, scaturisce da un ac- li delle scorte e prevedere che gli opera- cordo europeo del 1970 fra alcuni Stati, tori adottino i criteri di manipolazione compresa l’Italia, e impone sia le regole più adatti alla tipologia di alimento. nella costruzione degli allestimenti isotermici per i trasporti frigoriferi refrigerati destinati al trasporto di alimenti deperibili a temperatura controllata sia definite prescrizioni per gli utilizzatori. Inoltre, la stessa normativa indica gli alimenti deperibili da trasportare in regime di temperatura controllata e le temperature alle quali devono essere effettuati i trasporti frigoriferi e refrigerati, limiti in sintonia con quelli fissati dal Ministero della Sanità (D.P.R. n. 327/1980 e D.M. 12.10.81). La manipolazione Le possibili fonti di inquinamento delle derrate e quindi gli aspetti microbiologici sono un punto importante della 40 dicembre 2014 food&tec La tracciabilità tification), una tecnologia che si basa In logistica il flusso fisico dei prodotti sull’identificazione a radio frequenza, deve essere associato al flusso delle in- dalle grandi potenzialità, in grado di formazioni a loro riferite per garantire registrare su appositi supporti (tag) e quella tracciabilità (e rintracciabilità) gestire in modi diversi una maggior che deve accompagnare il prodotto dal mole di dati, non ancora ampiamente campo alla tavola, come previsto dalla diffusa perché economicamente più legge. impegnativa. Accanto a sistemi tradizionali (docu- Nonostante numerosi requisiti legi- mentazione cartacea, bolle e registri), slativi dedicati a questo settore, le si può far ricorso a soluzioni più inno- fasi di trasporto e stoccaggio rappre- vative che comprendono codici a barre sentano un anello debole nella filiera, o sensori Rfid (Radio-Frequency IDen- soprattutto relativamente alla catena del freddo. Anche alla catena logistica, come parte del ciclo di vita di un prodotto, sono stati dedicati standard di certificazione riconosciuti a livello internazionale. Lo standard IFS Logistic ha l’obiettivo principale di monitorare tutte le attività logistiche, come il trasporto, lo stoccaggio, la distribuzione, il carico/ scarico ecc. ed è applicabile a prodotti food e non food. Il BRC Global Standard - Storage and Distribution (GSSD) definisce i requisiti per lo stoccaggio, la distribuzione e la commercializzazione all’ingrosso di prodotti alimentari preconfezionati e sfusi, di materiali da confezionamento e di prodotti non food (consumer). food&tec dicembre 2014 41 m è o In-Formare L a quaLità deL cibo a convegno food&tec Attività di consulenza OM - via Euripide 7 - 20145 Milano tel. 02 91534731 - fax 178 2264489 ww.foodandtec.it Corsi di aggiornamento professionale che approfondiscono i temi più attuali riguardanti le tecnologie per garantire la sicurezza alimentare, i profili legislativi, gli studi scientifici, le nuove tecnologie, la gestione della sicurezza alimentare e la responsabilità sociale d’impresa. [email protected] Portale giornalistico che dà l’accesso al mondo degli alimenti, delle tecnologie e dei processi produttivi attraverso notizie, dossier, quaderni, calendari, riviste digitali e molto altro da scoprire navigando. 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