Democrazia, impegno ed educazione
La metodologia del service-learning
Dott.ssa Laura Selmo
Pedagogia generale a.a. 2014-2015
Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Democrazia ed educazione (1916)
Dewey sviluppa l’idea della funzione democratica della scuola.
La scuola deve promuovere nella società un incremento
progressivo di democrazia, cioè la capacità di partecipare da
protagonista alla vita sociale da parte degli individui.
Alla scuola è affidato il ruolo di trasformare anche politicamente il
volto della società.
Democrazia ed educazione (1916)
«[…]un governo che dipende dal suffragio popolare non può prosperare se
coloro che eleggono e seguono i governanti non sono educati. Ma […] una
democrazia è qualcosa di più di una forma di governo […] equivale
all’abbattimento di barriere di classe di razza e di territorio nazionale. È
evidente che una società alla quale sarebbe fatale la stratificazione in classi,
deve provvedere a che le opportunità intellettuali siano accessibili a tutti e a
condizioni eque e facili. Una società mobile […] deve provvedere a che i suoi
membri siano educati all’iniziativa personale e all’adattabilità.»(pp. 110111)
Una democrazia partecipata
∗ Una democrazia partecipata non solo esplicata attraverso
il voto, ma anche attraverso il servizio alla Nazione.
∗ Il servizio come impegno per realizzare i valori
fondamentali della Nazione e di ogni singolo cittadino.
UN SENSO DI
COMUNITA’ DOVE
OGNUNO PARTECIPA
E OFFRE QUELLO
CHE HA
DA CUI DERIVANO LA
RESPONSABILITA’ E
L’ IMPEGNO
Apprendimento esperienziale
Dewey, che per primo ha studiato l’ apprendimento
esperienziale, non pone l’esperienza sul piano della
conoscenza, ma la colloca su quello dell’azione pratica.
(Dewey, 1938 p. 16)
«Educare significa offrire esperienze significative e la teoria
dell’educazione ha il compito di individuare tali esperienze»
(Dewey, 1916, p. 13).
Apprendimento esperienziale
∗ L’educazione come esercizio attivo di funzioni
cognitive, come esperienza vissuta ricca di valenze
affettive, come rapporto con l’ambiente e non più
facoltà contemplativa di tipo spirituale.
∗ Il pensiero filosofico e pedagogico di Dewey si basa su
una concezione dell'esperienza come rapporto tra
uomo e ambiente, dove l'uomo non è uno spettatore
involontario, ma interagisce con ciò che lo circonda. Il
pensiero dell'individuo nasce dall'esperienza, intesa
come esperienza sociale.
Learning by doing = apprendere attraverso il fare
∗ Nasce l’idea di porre l’allievo al centro del processo
educativo e fare esperienza vuol dire quindi mettere l’allievo
in grado di esprimersi attivamente, partecipando ad un fatto
nel quale si sente coinvolto e non relegato in una posizione
subalterna.
∗ Così, valorizzando il ruolo attivo dell’allievo, si ricerca una
metodologia cognitiva nuova, che ha per Dewey soprattutto
una valenza “politica” di apertura dell’educazione e della
scuola a nuove classi sociali.
Paulo Freire
∗ Paulo Freire è un pedagogista brasiliano che scrisse «La
pedagogia degli oppressi» (1967).
∗ Il suo pensiero si fonda su alcuni fondamenti pedagogici:
1. L’obiettivo dell’educazione è l’emancipazione dell’uomo.
2. La parola
come potenza liberatrice che fa uscire
dall’oppressione del potere.
3. La presa di coscienza dell’uomo sulla sua realtà personale e
sociale come punto di partenza per agire e cambiare.
Martha Nussbaum
∗ Nussbaum, riprendendo il pensiero di Socrate e di
Aristotele, pone la sua attenzione sul legame tra
democrazia e giustizia sociale in chiave moderna.
∗ Una delle domande principali che la guida nei suoi studi è
quella di come si possano formare i cittadini a una
democrazia che sia realmente tale. Nussbaum suggerisce
alcuni possibili interventi che si legano in modo intrinseco
con l’educazione dell’uomo.
Martha Nussbaum
∗ Secondo Nussbaum, occorre sviluppare in ognuno la
capacità di vedere il mondo da un altro punto di vista
rispetto a quello che la società contemporanea offre,
confrontandosi sulle differenze e similitudini delle «fragilità
umane».
∗ Inoltre occorre incoraggiare il senso di responsabilità e
promuovere lo sviluppo del pensiero critico, soprattutto
attraverso interventi pedagogici adeguati.
Martha Nussbaum
∗ “C’è bisogno di coltivare lo sguardo interiore degli studenti e ciò
implica un’istruzione particolarmente attenta alle lettere e alle arti
[…] che metta gli allievi in contatto con le problematiche di genere,
razza, etnia e li conduca all’esperienza e alla comprensione
interculturale”. (Nussbaum, 2010 p. 122)
∗ Occorre, quindi, sviluppare un’attenzione al sociale e alle sue
necessità attraverso la conoscenza e messa in campo di nuove
strategie educative volte a far riflettere e rendere gli studenti
consapevoli dell’importanza del dialogo, della condivisione e
della collaborazione nella risoluzione dei problemi.
L’approccio delle capacità
∗ Nussbaum individua tre capacità per coltivare
l’umanità nel mondo attuale:
1. la capacità di pensare criticamente,
2. la capacità di sentirsi parte dell’umanità,
3. la capacità di immaginazione narrativa.
1. La capacità di pensare criticamente
∗ La prima capacità significa che gli individui devono
sviluppare un pensiero critico che li guidi nelle
proprie scelte e azioni.
∗ Occorre dare spazio alla riflessione individuale sui
problemi e sulla realtà.
2. La capacità di sentirsi parte dell’umanità
∗ La seconda capacità riguarda l’idea di umanità in senso
ampio, cioè il riconoscersi tutti esseri umani con interessi e
bisogni comuni.
∗ Questo consente di poter collaborare e cooperare insieme.
3. La capacità di immaginazione narrativa
∗ La terza rimanda al guardare il mondo attraverso la lente
dell’empatia, cioè quella capacità di immaginarsi nelle
«storie degli altri».
∗ Questo consente un avvicinamento all’altro e un
riconoscersi nell’altro.
Jack Mezirow e l’apprendimento
trasformativo
∗ Per Mezirow, come per Dewey, la riflessione
fondamentale nel processo d’apprendimento.
è
∗ Secondo la teoria trasformativa l’individuo già in età infantile
attraverso la socializzazione impara a negoziare i valori
sociali con l’aiuto della riflessione critica.
∗ L’apprendimento è la capacità di utilizzare un significato che
abbiamo già costruito, per orientare il nostro modo di
pensare e agire, dando un senso alle nostre esperienze.
Jack Mezirow e il pensiero riflessivo
∗ Il soggetto, attraverso forme di pensiero criticoriflessivo, mette in moto processi di trasformazione
delle prospettive di significato e soprattutto dei
presupposti su cui costruisce la realtà.
∗ «La riflessione è il processo con cui si valutano
criticamente il contenuto, il processo o le premesse dei
nostri sforzi finalizzati a interpretare un’esperienza e a
darvi significato». (Mezirow 2003)
Jack Mezirow e il pensiero riflessivo
∗ La riflessione è molto importanti affinché l’apprendimento
avvenga e sia trasformativo: «trovare un significato è
fondamentale per l’essenza stessa dell’apprendimento».
(Mezirow 2003, p.18)
∗ La teoria trasformativa parte dal presupposto che il significato
è interpretazione.
∗ «L’apprendimento è un processo dialettico di interpretazione
e «l’interpretazione è l’elaborazione critica dell’esperienza»
(Mezirow 2003, p. 41)
Service-learning
∗ Service-learning è un metodo d’insegnamentoapprendimento che unisce istruzione formale con il
servizio presso la comunità.
∗ Attraverso il service-learning si cerca di trasmettere
l’importanza della responsabilità e dell'impegno
per la comunità e per il bene comune.
∗ Inoltre l'apprendimento di principi e pratiche
insegnate a scuola si rafforza attraverso
l’esperienza diretta in appositi contesti sociali e
attraverso la riflessione sull’esperienza.
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Service-learning
Il service-learning è strutturato attraverso:
- un collegamento stretto e diretto con le materie
disciplinari;
- una fase di servizio presso la comunità;
- una fase di riflessione sull’esperienza volta a favorire
l’apprendimento e lo sviluppo.
(Selmo, 2014)
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Gli elementi essenziali del service-learning
∗ Gli elementi essenziali del service-learning sono:
- la reciprocità, in quanto il service-learning apporta
benefici sia agli studenti che alla comunità;
- l’impegno, il servizio stimola il pensiero critico degli
studenti, promuovendo il senso di responsabilità e la
partecipazione attiva;
- la riflessione, che è ciò che trasforma le esperienze in
apprendimento.
(Selmo, 2014)
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La fase della preparazione
∗ Qualsiasi progetto di service-learning inizia con una
preparazione in cui si cerca prima di tutto di identificare e
analizzare un bisogno e poi pianificare l’intervento per
risolverlo.
∗ Gli studenti mettono in campo abilità, saperi e competenze
per cercare di arrivare a studiare una possibile soluzione.
∗ Bisogna sottolineare che il punto di partenza rimane la
materia disciplinare o un corso, anche interdisciplinare, che
supporta l’intero periodo dell’attività presso la comunità.
(Selmo, 2014)
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La fase del servizio
∗ L’azione/il servizio rappresenta il momento centrale del
processo, in cui si realizza in concreto l’esperienza e dove gli
studenti entrano in contatto con la comunità, mettendosi al
suo servizio.
∗ Durante l’attività gli studenti sviluppano abilità e
competenze, interagiscono con gli altri, si mettono alla
prova e comprendono le proprie risorse e i propri limiti.
(Selmo, 2014)
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La fase della riflessione
Ed è proprio la riflessione critica sull’intero processo che fa della metodologia
del service-learning un efficace strumento di apprendimento non solo
disciplinare, ma anche esperienziale ed educativo.
La riflessione infatti permette di mettere in connessione la teoria con la
pratica, i contenuti formali con l’esperienza sul campo, affrontare problemi e
questioni legate sia alle relazioni sia alle azioni messe in atto durante l’attività
di servizio.
La riflessione diventa momento in cui condividere dubbi e perplessità,
valutare il contributo sia individuale che di gruppo, riconoscere l’impatto che
l’esperienza ha avuto a livello personale e registrare l’opinione e il
gradimento da parte dei destinatari del servizio.
(Selmo, 2014)
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Quali effetti produce il service-learning?
∗ Molte ricerche hanno dimostrato che le esperienze di
service-learning hanno ripercussioni positive sia sulla sfera
dell’apprendimento che dello sviluppo sociale e personale
dei giovani coinvolti. In particolare esso favorisce:
∗ - l’apprendimento della materia disciplinare;
∗ - le relazioni fra pari e con gli altri;
∗ - l’interessamento verso il sociale e il senso di responsabilità;
∗ - la motivazione.
(Selmo, 2014)
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La solidarietà e sussidiarietà
Art. 2 della Costituzione:
“la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia
come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e
richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale”.
Art. 118 ultimo comma del Titolo V della Costituzione italiana emendata
nel 2001 che sancisce che lo:
“Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono
l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di
attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.”
Il riconoscimento dei valori e dell’azione volontaria si saldano così con un
riconoscimento della cittadinanza attiva come momento di una
concezione piena ed avanzata della democrazia.
In Italia il progetto
«Scuola e Volontariato»
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∗ La partecipazione ad attività di volontariato può offrire un’occasione di
crescita personale in cui acquisire maggiore senso di responsabilità,
sviluppare capacità organizzative, relazionali e soprattutto conoscere la
realtà sociale in cui si è inseriti. In particolare le diverse iniziative messe
in atto con questo Progetto hanno l’intento di svolgere molteplici
funzioni. In particolare:
∗ sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori verso le tematiche legate
alla solidarietà;
∗ promuovere buone pratiche;
∗ creare reti di scuole e di collaborazioni tra Uffici Scolastici regionali e
associazioni di volontariato;
∗ unire l’apprendimento formale con quello informale per accrescere le
competenze della persona.
(Selmo, 2014)
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