a.a. 2012/13 Laurea triennale in Scienze della Natura Matematica ed Elementi di Statistica Calcolo infinitesimale Avvertenza Questi sono appunti “informali” delle lezioni, che vengono resi disponibili per comodità degli studenti. Parte del materiale presentato è tratto dai libri di testo consigliati, la cui consultazione è vivamente incoraggiata. L’idea generale di limite Sia f una funzione e sia x0 ∈ R ∪ {−∞, +∞} =: R. Determinare il limite di f per x che tende a x0 vuole dire analizzare il comportamento di f “in prossimità” di x0 . Affinché questo abbia senso è necessario che il dominio di f contenga punti arbitrariamente vicini a x0 , cioè che x0 sia un punto di accumulazione per il dominio di f . Esempi . . . Per qualsiasi x0 e ` in R, daremo un significato rigoroso alla scrittura lim f (x) = `. x→x0 Si legge: “il limite per x che tende a x0 di f (x) è uguale a `”. Scrittura equivalente: f (x) → ` per x → x0 Si legge: “f (x) tende a ` per x che tende a x0 ”. Limiti finiti al finito Limite finito bilaterale Sia f : D → R. Sia x0 ∈ R punto di accumulazione bilaterale per D . Sia ` ∈ R. lim f (x) = ` x→x0 def ⇐⇒ ∀ ε > 0 ∃ δ > 0 t.c. ∀ x ∈ D : 0 < |x − x0 | < δ =⇒ |f (x) − `| < ε (∗) Interpretazione grafica . . . Osservazione Nella definizione il valore di f in x0 non viene considerato; potrebbe anche non essere definito, visto che non si assume x0 ∈ D . Esempi . . . Limite finito destro e sinistro Notiamo che la condizione 0 < |x − x0 | < δ equivale a x ∈ (x0 − δ, x0 ) ∪ (x0 , x0 + δ). Se x0 ∈ R è punto di accumulazione destro per D e la disuguaglianza (∗) vale per ogni x ∈ (x0 , x0 + δ) ∩ D , scriviamo lim + f (x) = `. x→x0 Se x0 ∈ R è punto di accumulazione sinistro per D e la disuguaglianza (∗) vale per ogni x ∈ (x0 − δ, x0 ) ∩ D , scriviamo lim f (x) = `. x→x0 − Osservazione Il limite per x che tende a x0 di f (x) esiste ed è uguale a ` se e solo se i limiti destro e sinistro esistono e sono entrambi uguali a `. Esempi . . . Funzioni continue in un punto e in un insieme Sia f : D → R e sia x0 ∈ D punto di accumulazione per D . Diciamo che f è • continua in x0 se lim f (x) = f (x0 ); x→x0 • continua a destra in x0 se lim f (x) = f (x0 ); + x→x0 • continua a sinistra in x0 se lim f (x) = f (x0 ). x→x0− Una funzione si dice continua in un insieme se è continua in tutti i punti dell’insieme. Significato “pratico” della continuità. . . Osservazioni Calcolare i limiti nei punti in cui una funzione è continua è equivalente a valutare la funzione nei punti. f è continua in x0 se e solo se è continua a destra e a sinistra in x0 . Esempi La funzione parte intera è continua a destra ma non a sinistra in x0 = 3. Lo stesso vale per qualsiasi x0 ∈ Z. Nei punti di Z il grafico presenta un salto di ampiezza 1. Idem per la funzione mantissa. −1 se x < 0 0 se x = 0 La funzione definita ponendo f (x) = 1 se x > 0 non è continua in x0 = 0, né a destra né a sinistra; il grafico presenta un salto di ampiezza 2. I punti del dominio di f in cui f non è continua si chiamano punti di discontinuità. Proposizione Tranne che per le funzioni parte intera e mantissa, tutte le funzioni “modello” sono continue nei rispettivi domini. Come ottenere funzioni continue a partire da funzioni continue? • La somma, la differenza, il prodotto, la combinazione lineare, il reciproco, il rapporto di funzioni continue sono funzioni continue nei rispettivi domini. • La funzione composta di funzioni, ciascuna continua nel proprio dominio, è a sua volta continua nel proprio dominio. • La funzione inversa di una funzione continua e strettamente monotona in un intervallo è una funzione continua nel proprio dominio. Limiti infiniti al finito Sia f : D → R. Sia x0 ∈ R punto di accumulazione bilaterale per D . lim f (x) = +∞ x→x0 def ⇐⇒ ∀ M > 0 ∃ δ > 0 t.c. ∀ x ∈ D : 0 < |x − x0 | < δ =⇒ f (x) > M lim f (x) = −∞ x→x0 def ⇐⇒ ∀ M > 0 ∃ δ > 0 t.c. ∀ x ∈ D : 0 < |x − x0 | < δ =⇒ f (x) < −M Interpretazione grafica . . . Anche in questo caso si possono definire i limiti destro e sinistro; il limite bilaterale esiste ed è uguale a +∞ [−∞] se e solo se i limiti destro e sinistro esistono e sono entrambi uguali a +∞ [−∞]. Se almeno uno dei due limiti unilaterali è infinito, diciamo che la retta di equazione x = x0 è un asintoto verticale per (il grafico di) f . Esempi . . . Limiti all’infinito Sia f : D → R, con D insieme illimitato superiormente. lim f (x) = ` ∈ R x→+∞ def ⇐⇒ ∀ ε > 0 ∃ x̄ ∈ R t.c. ∀ x ∈ D : x > x̄ =⇒ |f (x) − `| < ε lim f (x) = +∞ x→+∞ def ⇐⇒ ∀ M > 0 ∃ x̄ ∈ R t.c. ∀ x ∈ D : x > x̄ =⇒ f (x) > M lim f (x) = −∞ x→+∞ def ⇐⇒ ∀ M > 0 ∃ x̄ ∈ R t.c. ∀ x ∈ D : x > x̄ =⇒ f (x) < −M Interpretazione grafica . . . Se lim f (x) = ` ∈ R, diciamo che la retta di equazione y = ` x→+∞ è un asintoto orizzontale a destra per (il grafico di) f . Esempi . . . Sia f : D → R, con D insieme illimitato inferiormente. lim f (x) = ` ∈ R x→−∞ def ⇐⇒ ∀ ε > 0 ∃ x̄ ∈ R t.c. ∀ x ∈ D : x < x̄ =⇒ |f (x) − `| < ε lim f (x) = +∞ x→−∞ def ⇐⇒ ∀ M > 0 ∃ x̄ ∈ R t.c. ∀ x ∈ D : x < x̄ =⇒ f (x) > M lim f (x) = −∞ x→−∞ def ⇐⇒ ∀ M > 0 ∃ x̄ ∈ R t.c. ∀ x ∈ D : x < x̄ =⇒ f (x) < −M Interpretazione grafica . . . Se lim f (x) = ` ∈ R, diciamo che la retta di equazione y = ` x→−∞ è un asintoto orizzontale a sinistra per (il grafico di) f . Esempi . . . Terminologia • Diciamo che f converge se tende a un limite finito; • diciamo che f è infinitesima se converge a 0; • diciamo che f diverge (positivamente oppure negativamente) se tende a +∞ oppure a −∞; • una funzione divergente è anche detta infinita. Limiti e operazioni algebriche Sia x0 ∈ R. Supponiamo che le funzioni f e g ammettano limite per x che tende a x0 (possibilmente solo da destra o da sinistra). Conoscendo i limiti di f e g , è possibile determinare i limiti delle funzioni ottenute combinando algebricamente f e g ? Regola della somma f g f +g converge converge converge e il limite è uguale alla somma dei limiti di f e g diverge converge diverge come f diverge diverge come f diverge come f e g diverge diverge con segno opposto rispetto a f ??? Regola della differenza? Regola del multiplo c ∈ R∗ f c ·f converge a ` converge a c · ` diverge diverge con segno determinato con la regola dei segni Regola del prodotto f g f ·g converge converge converge e il limite è uguale al prodotto dei limiti di f e g diverge diverge diverge con segno determinato con la regola dei segni diverge converge a ` 6= 0 diverge con segno determinato con la regola dei segni diverge è infinitesima ??? Regola del rapporto f g f g converge converge a ` 6= 0 converge e il limite è uguale al rapporto dei limiti di f e g converge diverge è infinitesima diverge converge a ` 6= 0 diverge (con segno. . . ) diverge è infinitesima diverge se g ha segno costante; non ha limite se g cambia segno converge a ` 6= 0 è infinitesima diverge se g ha segno costante; non ha limite se g cambia segno è infinitesima è infinitesima ??? diverge diverge ??? Ricapitoliamo le forme di indecisione: • somma di funzioni che divergono con segni opposti / differenza di funzioni che divergono con lo stesso segno (forma +∞ − ∞); • prodotto di funzione infinitesima per funzione infinita (forma 0 · ∞); • rapporto di funzioni infinite (forma ∞/∞); • rapporto di funzioni infinitesime (forma 0/0). Possibili strategie risolutive: • manipolare algebricamente le espressioni in modo da ricondursi a casi in cui sia possibile applicare le regole algebriche, • applicare la regola di de l’Hôpital. La vedremo in seguito Esempi: x 2 − 3x + 2 , x→1 x2 − 1 lim x 2 − 3x + 2 x→+∞ x2 − 1 lim Funzioni asintoticamente equivalenti Siano f e g due funzioni definite vicino a x0 ∈ R. Diciamo che f e g sono asintoticamente equivalenti per x che tende a x0 , e scriviamo f (x) ∼ g (x) per x → x0 , se lim x→x0 f (x) = 1, g (x) o, equivalentemente, f (x) = g (x) h(x), dove h è una funzione che tende a 1 per x → x0 . Osservazione Due funzioni asintoticamente equivalenti per x → x0 hanno lo stesso limite. Osservazione (da ricordare) Per x → +∞ e per x → −∞, una funzione polinomiale è asintoticamente equivalente al monomio con esponente maggiore. Infatti: an x n + an−1 x n−1 + . . . + a1 x + a0 = a1 an−1 a0 an x n 1 + + ... + + an x a x n−1 an x n {z n } | tende a 1 Esempi lim (3x 4 + 2x 3 − 5), x→−∞ lim (2x − x 2 − 3x 3 ) x→+∞ Proprietà delle equivalenze asintotiche Per x → x0 : f1 (x) ∼ f2 (x) g1 (x) ∼ g2 (x) f1 (x) g1 (x) ∼ f2 (x) g2 (x) ! =⇒ f1 (x) f2 (x) ∼ g1 (x) g2 (x) Osservazione (da ricordare) Una funzione razionale è asintoticamente equivalente al rapporto dei monomi con esponente maggiore che compaiono a numeratore e a denominatore. Esempi 3x 4 + 2x 3 − 5 lim , x→+∞ 2x − x 4 − 3x 3 3x 4 + 2x 3 − 5 , x→−∞ 2x − x 2 − 3x 3 lim 3x 2 + 2x 3 − 5 x→+∞ 2x − x 4 − 3x 3 lim Limiti e composizione funzionale Proposizione Siano f e g due funzioni. Sia x0 ∈ R punto di accumulazione per il dominio della funzione composta f ◦g . Supponiamo che lim g (x) = y0 ∈ R. x→x0 L’uguaglianza lim f (g (x)) = lim f (y ) x→x0 y →y0 vale se • y0 ∈ {−∞, +∞}, oppure • y0 ∈ R e f è continua in y0 ; in questo caso, il limite è f (y0 ). Esempi 1 3 lim 4 + 2 , x→0 x 1 3 lim + 2 , lim x→−∞ x 4 x→1 s 3 x +2 , (x − 1)2 s lim x→+∞ x 3 + 2x + 3 8x 3 + 5x 2 + 2 L’idea generale di variazione Spesso più che ai valori di una certa grandezza siamo interessati al modo in cui questi valori cambiano in risposta alla variazione di una certa altra grandezza. Esempi . . . Possiamo parlare di • variazione assoluta • variazione media • variazione istantanea Traduciamo matematicamente questi concetti. Rapporto incrementale Da ora in poi supponiamo che l’insieme D sia un intervallo. Sia f : D → R e sia x0 ∈ D . Sia x ∈ D \ {x0 }. La differenza f (x) − f (x0 ) è la variazione assoluta della grandezza espressa da f . Il rapporto f (x) − f (x0 ) x − x0 è la variazione media della grandezza espressa da f ; si chiama rapporto incrementale di f in x0 , valutato in x . Interpretazione cinematica? Interpretazione geometrica? Posto h := x − x0 , possiamo riscrivere il rapporto incrementale in x0 f (x0 + h) − f (x0 ) come , con h 6= 0. h Derivata e derivabilità Sia f : D → R e sia x0 un punto interno all’intervallo D . Se esiste, il limite f (x) − f (x0 ) lim x→x0 x − x0 f (x0 + h) − f (x0 ) = lim h→0 h si chiama derivata di f in x0 e si denota con f 0 (x0 ) oppure df (x0 ). dx Diciamo che f è derivabile in x0 se la derivata di f in x0 è finita; in simboli: f 0 (x0 ) ∈ R. Osservazione La derivata corrisponde alla variazione istantanea della grandezza espressa da f . Interpretazione cinematica? Esempi Per ciascuna delle seguenti funzioni, calcolare (se esiste) la derivata di f nel punto x0 assegnato e stabilire se f è derivabile in x0 . f (x) = x 2 f (x) = √ 3 x0 = 1 x ( f (x) = f (x) = |x| x0 = 0 x sin(1/x) se x 6= 0 0 se x = 0 x0 = 0 x0 = 0 Derivata e derivabilità a destra e a sinistra Se esiste, il limite f (x) − f (x0 ) lim+ x − x0 x→x0 " f (x) − f (x0 ) lim − x − x0 x→x0 # si chiama derivata destra [derivata sinistra] di f in x0 e si denota con f+0 (x0 ) [f−0 (x0 )]. Diciamo che f è derivabile a destra [a sinistra] in x0 se la derivata destra [sinistra] di f in x0 è finita. Esempio: per f (x) = |x| si ha f+0 (0) = 1 e f−0 (0) = −1. Osservazioni La derivata destra [sinistra] può essere definita anche nel primo [secondo] estremo del dominio di f (ammesso che vi siano inclusi). In un punto interno, f è derivabile se e solo se è derivabile a destra e a sinistra con derivata destra e sinistra uguali. Continuità e derivabilità Proposizione Se f è derivabile (a destra, a sinistra) in x0 , allora è continua (a destra, a sinistra) in x0 . Verifica . . . Corollario Se f non è continua in x0 , allora non è derivabile in x0 . Esempio Le funzioni parte intera e mantissa non sono derivabili in x0 ∈ Z. Osservazione La continuità in un punto è condizione necessaria ma non sufficiente per la derivabilità. √ √ Per esempio, le funzioni x 7→ |x|, x 7→ 3 x , x 7→ x sono continue in 0 ma non derivabili in 0. Retta tangente Sia f : D → R derivabile in x0 punto interno a D . Chiamiamo retta tangente al grafico di f in x0 la retta di equazione y = f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ). Motivazione . . . Questa definizione fornisce l’interpretazione geometrica della derivata: f 0 (x0 ) è il coefficiente angolare della retta tangente al grafico di f nel punto di coordinate (x0 , f (x0 )). Esempio Scrivere l’equazione della retta tangente al grafico di f (x) = x 2 nel punto x0 = 1. Interpretazione di f+0 (x0 ) e f−0 (x0 )? Classificazione dei punti di non derivabilità Sia f continua in x0 e non derivabile in x0 . Se x0 è un estremo del dominio di f e la derivata (unilaterale) di f in x0 è infinita, diciamo che x0 è un punto a tangente verticale. Se x0 è un punto interno al dominio di f e la derivata di f in x0 è infinita, diciamo che x0 è un flesso a tangente verticale. Se x0 è un punto interno al dominio di f e le derivate destra e sinistra di f in x0 esistono e sono diverse tra loro, diciamo che x0 è • un punto angoloso se almeno una delle derivate è finita, • un punto cuspidale se entrambe le derivate sono infinite. Esempi . . . Funzione derivata e derivate successive Associando a ogni punto x in cui f è derivabile il numero f 0 (x) otteniamo la funzione derivata (prima) di f , che denotiamo con f 0 . Osservazione Il dominio della funzione f 0 è sempre incluso nel dominio di f ; alle volte l’inclusione è stretta. Esempio? Se la funzione f 0 è derivabile in un punto x0 , diciamo che f è derivabile due volte in x0 e chiamiamo derivata seconda di f in x0 il numero f 00 (x0 ) := (f 0 )0 (x0 ). Associando a ogni punto x in cui f è derivabile due volte il numero f 00 (x) otteniamo la funzione derivata seconda di f , che denotiamo con f 00 . Iterando, possiamo introdurre la nozione di funzione derivabile tre volte, quattro volte, e cosı̀ via, e definire la funzione derivata terza, quarta, e cosı̀ via; la derivata n -esima di f si denota con f (n) . Derivata di alcune funzioni elementari f (x) f 0 (x) c 0 ax +b a x n (n ≥ 2) n x n−1 1 x |x| − punti “singolari” 1 x2 sign(x) x =0 Derivate e operazioni algebriche Se f e g sono derivabili in x e c ∈ R, anche le funzioni f + g , f − g , f · g , c f sono derivabili in x e si ha (f + g )0 (x) = f 0 (x) + g 0 (x) regola della somma (f − g )0 (x) = f 0 (x) − g 0 (x) regola della differenza (c f )0 (x) = c f 0 (x) regola del multiplo (f · g )0 (x) = f 0 (x) · g (x) + f (x) · g 0 (x) regola del prodotto Se g (x) 6= 0, anche le funzioni 1 0 g f 0 g (x) = − (x) = 1 f e sono derivabili in x e si ha g g g 0 (x) (g (x))2 f 0 (x) · g (x) − f (x) · g 0 (x) (g (x))2 regola del reciproco regola del rapporto Corollario La somma, la differenza, il prodotto, la combinazione lineare, il reciproco, il rapporto di funzioni derivabili sono funzioni derivabili nei rispettivi domini. Osservazione (da ricordare!) Sono derivabili nei rispettivi domini • le funzioni polinomiali (combinazioni lineari di funzioni derivabili), • le funzioni razionali (rapporti di funzioni derivabili). Esempi Calcolare le derivate delle seguenti funzioni: f (x) = 6 x 5 − 2x f (x) = 1 3 5x + 2x − 1 f (x) = Calcolare la derivata terza della funzione f (x) = 3 x 4 + 3x 2 − 2x + 1 x3 − x 5 . x Derivate e composizione funzionale Siano f e g due funzioni tali che la funzione composta f ◦g sia definita in un intervallo contenente x . Se g è derivabile in x e f è derivabile in g (x), allora la funzione composta è derivabile in x e si ha (f ◦g )0 (x) = f 0 (g (x)) · g 0 (x). Questa regola si generalizza alla composizione di tre o più funzioni. Per esempio: (f ◦g ◦h)0 (x) = f 0 (g (h(x))) · g 0 (h(x)) · h0 (x). Corollario La funzione composta di due o più funzioni derivabili nei rispettivi domini è una funzione derivabile nel proprio dominio. Esempio Calcolare la derivata di f (x) = (3x 2 − 4x + 1)5 . Derivata di f n ? Derivate e inversione funzionale Sia f la funzione inversa di una funzione g , strettamente monotona e continua in un intervallo. Sia x un punto del dominio di f . Se g è derivabile in f (x) e g 0 (f (x)) 6= 0, allora f è derivabile in x e f 0 (x) = 1 g 0 (f (x)) . Interpretazione geometrica? Esempio Sia f la funzione inversa della funzione g (x) = x 3 + 5x . Calcolare f 0 (6). Esempio Per x 6= 0, la funzione f (x) = √ n 1 . x è derivabile e f 0 (x) = √ n n x n−1 Nota: in x = 0 la regola di derivazione non è applicabile; sappiamo già che f non è derivabile in x = 0 perché la derivata è infinita. Osservazione Abbiamo già calcolato le seguenti derivate: f (x) = x n (n ≥ 2) f (x) = f (x) = 1 x √ n f 0 (x) = n x n−1 f 0 (x) = − x 1 x2 1 f 0 (x) = √ n n x n−1 (x 6= 0) Notiamo che si tratta di tre casi particolari della seguente derivata: f (x) = x p f 0 (x) = p x p−1 . Questa formula è valida per qualsiasi esponente p (con le opportune restrizioni per x ). Derivata di ulteriori funzioni elementari f (x) f 0 (x) f (x) f 0 (x) ex ex ln(x) 1 x px ln(p) p x logp (x) 1 ln(p) x sin(x) cos(x) arcsin(x) √ cos(x) − sin(x) arccos(x) −√ tan(x) 1 (cos(x))2 arctan(x) 1 1 + x2 1 1 − x2 (x 6= ±1) 1 (x 6= ±1) 1 − x2 = 1 + (tan(x))2 Prendiamo per buone le derivate in rosso, e ricaviamo tutte le altre attraverso le regole di derivazione. Esempi Calcolare le derivate delle seguenti funzioni applicando le regole di derivazione; individuare i possibili punti di non derivabilità. f (x) = 2 − sin(x) x5 f (x) = arcsin(4x 2 ) f (x) = e 1/x f (x) = (x 2 + 2e 3x − tan(x))4 f (x) = |x| e x √ f (x) = (x − 1) 3 x 2 − 3x + 2 f (x) = cos(x 4 − 3e x ) ex Applicazione: ricerca di estremi globali e locali Sia D ⊂ R un intervallo; sia f : D → R; sia x0 ∈ D . Diciamo che x0 è un punto di massimo minimo f (x) ≤ f (x0 ) globale per f se ∀ x ∈ D; f (x) ≥ f (x0 ) in tal caso diciamo che f (x0 ) è il max f denotiamo con D min f D Interpretazione grafica? . massimo minimo globale di f e lo Diciamo che x0 è un punto di massimo locale per f se minimo esiste un intervallo aperto D 0 , con x0 ∈ D 0 , tale che f (x) ≤ f (x0 ) f (x) ≥ f (x0 ) in tal caso diciamo che f (x0 ) è un ∀ x ∈ D ∩ D0 ; massimo locale di f . minimo Osservazione Un punto di massimo globale è anche di massimo locale; in generale il viceversa non vale. Interpretazione grafica? Il massimo e il minimo globale di f si chiamano estremi globali di f ; i punti di massimo e minimo globale di f si chiamano punti di estremo globale di f . I massimi e minimi locali di f si chiamano estremi locali di f ; i punti di massimo e minimo locale di f si chiamano punti di estremo locale di f . Estremi = ordinate; punti di estremo = ascisse Osservazione • Se esistono, gli estremi globali sono unici, mentre i punti di estremo globale possono essere molteplici. • Sia gli estremi locali che i punti di estremo locale, se esistono, possono essere molteplici. Esempi . . . Osservazioni Non è detto che una funzione abbia estremi globali/locali. Esempi? Se f è continua in un intervallo chiuso e limitato, allora ha estremi globali (teorema di Weierstrass). Come facciamo a determinarli? Se f è monotona: • f crescente in [a, b] =⇒ min f = f (a), max f = f (b); [a,b] • f decrescente in [a, b] [a,b] =⇒ min f = f (b), max f = f (a); [a,b] [a,b] • f strettamente monotona =⇒ non vi sono punti interni di estremo locale. Come facciamo a stabilire se f è monotona? E come facciamo in generale a trovare gli estremi globali/locali? Ci aiutano le derivate . . . Criterio per la ricerca di punti di estremo locale Sia D un intervallo e sia f : D → R. Sia x0 ∈ D un punto di estremo locale. Allora: • x0 è uno degli estremi dell’intervallo D , oppure • x0 è un punto interno a D in cui f non è derivabile (punto singolare), oppure • x0 è un punto interno a D in cui f è derivabile e f 0 (x0 ) = 0 (punto stazionario). Interpretazione geometrica In un punto di estremo locale interno a D la tangente al grafico di f , se esiste, è orizzontale. Esempio: individuare i possibili punti di estremo locale per le funzioni x 7→ x 2 (1 − x 2 ) , x 7→ x 3 (1 − x 2 ) , x 7→ |x|(1 − x 2 ) , x 7→ arcsin(4x 2 ) Osservazione Sia f : D → R una funzione continua e sia x0 interno a D candidato punto di estremo locale. Se f ha lo stesso tipo di monotonia a sinistra e a destra di x0 , allora x0 non è un punto di estremo locale. Esempi? Se in x0 vi è un cambiamento di monotonia, allora x0 è un punto di estremo locale. Precisamente: monotonia di f vicino a x0 , a sinistra monotonia di f vicino a x0 , a destra classificazione di x0 crescente decrescente punto di massimo locale decrescente crescente punto di minimo locale Perciò: per classificare un candidato punto di estremo locale è utile stabilire condizioni sufficienti per la monotonia di una funzione in un intervallo. Applicazione: studio della monotonia Premessa: legame tra variazione media e variazione istantanea Teorema del valor medio (o di Lagrange) Sia D un intervallo. Sia f : D → R continua in D e derivabile nei punti interni a D . Allora: per ogni x1 , x2 ∈ D esiste x̄ compreso tra x1 e x2 tale che f (x2 ) − f (x1 ) x2 − x1 coefficiente angolare della retta secante variazione media Interpretazione cinematica? = f 0 (x̄). coefficiente angolare della retta tangente variazione istantanea Corollario Sia D un intervallo. Sia f : D → R continua in D e derivabile nei punti interni a D . (1) f 0 (x) > 0 per ogni x interno a D =⇒ f strettamente crescente in D . (2) f 0 (x) < 0 per ogni x interno a D =⇒ f strettamente decrescente in D . (3) f 0 (x) = 0 per ogni x interno a D =⇒ f costante in D . Motivazione . . . (1)-(2): criterio di monotonia (3): caratterizzazione delle funzioni a derivata nulla (in un intervallo) Test della derivata prima Sia f : D → R una funzione continua e sia x0 interno a D candidato punto di estremo locale. Supponiamo f derivabile vicino a x0 . Se, per x vicino a x0 , f 0 (x) ha lo stesso segno a sinistra e a destra di x0 , allora x0 non è un punto di estremo locale; è un punto di flesso a tangente orizzontale. Se, per x vicino a x0 , f 0 (x) ha segni discordi a sinistra e a destra di x0 , allora x0 è un punto di estremo locale. Precisamente: segno di f 0 (x) vicino a x0 , a sinistra segno di f 0 (x) vicino a x0 , a destra classificazione di x0 positivo negativo punto di massimo locale negativo positivo punto di minimo locale Esempio: classificare i candidati punti di estremo locale per le funzioni x 7→ x 2 (1 − x 2 ) , x 7→ x 3 (1 − x 2 ) , x 7→ |x|(1 − x 2 ) , x 7→ arcsin(4x 2 ) Applicazione: studio della convessità Sia D un intervallo e sia f : D → R una funzione derivabile. Diciamo che f è • (strettamente) convessa se per ogni x0 ∈ D si ha f (x) > f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) ∀ x ∈ D \ {x0 } il grafico di f è al di sopra della retta tangente in x0 • (strettamente) concava se per ogni x0 ∈ D si ha f (x) < f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) ∀ x ∈ D \ {x0 } il grafico di f è al di sotto della retta tangente in x0 Se f è convessa a sinistra di x0 e concava a destra di x0 , o viceversa, diciamo che x0 è un punto di flesso. Osservazione In un punto di flesso la tangente al grafico di f attraversa il grafico. Flessi a tangente verticale / orizzontale . . . Criterio di convessità Sia D un intervallo e sia f : D → R una funzione derivabile due volte. • f 00 (x) > 0 ∀ x ∈ D =⇒ f strettamente convessa in D . • f 00 (x) < 0 ∀ x ∈ D =⇒ f strettamente concava in D . Cosa si può dire se f 00 (x) = 0 ∀ x ∈ D ? Interpretazione geometrica della derivata seconda . . . Osservazioni In un punto di flesso la derivata seconda, se esiste, si annulla. Non vale il viceversa. Esempio? I punti di flesso sono punti di estremo locale per la derivata prima. Interpretazione “pratica”? Esercizio Verificare le proprietà di monotonia e convessità delle funzioni “modello” attraverso lo studio del segno delle rispettive derivate prime e seconde. Esempio (da ricordare) Studiare le proprietà asintotiche, di monotonia e di convessità delle seguenti funzioni, definite a partire dalla funzione esponenziale: • funzione Gaussiana • funzioni iperboliche Esempio 1 Studiare le proprietà della funzione f (x) = e tracciarne ln(4 − x 2 ) un grafico approssimativo. Esempio Determinare graficamente il numero di soluzioni delle equazioni x + 1 x 3 − 3x + 1 = 0 ln +x +4=0 x Applicazione: risoluzione di forme di indecisione Regola di de l’Hôpital Siano f e g due funzioni e sia x0 ∈ R un punto di accumulazione per f il dominio della funzione rapporto . g Supponiamo che: (a) f e g siano entrambe infinitesime oppure entrambe infinite per x che tende a x0 ; (b) f e g siano derivabili vicino a x0 ; (c) esista il limite lim x→x0 f 0 (x) = ` ∈ R. g 0 (x) Allora: f (x) anche il rapporto ammette limite in x0 e si ha g (x) f (x) lim = `. x→x0 g (x) Esempi Calcolare lim x→1 ln(x) , 1 − x2 lim x→0 sin(x) − x . x5 Ruolo delle ipotesi f Se (a) non è soddisfatta, non è detto che il limite di sia uguale g 0 f x al limite di 0 . Esempio: lim+ g x→1 ln(x) f Se (c) non è soddisfatta, nulla può dirsi sul limite di , che può g x − sin(x) esistere o non esistere. Esempio: lim x→+∞ x + sin(x) Nota: lim x→+∞ sin(x) = 0 per “convergenza obbligata” x Confronto tra infiniti e infinitesimi Siano f e g funzioni entrambe infinite oppure entrambe infinitesime f (x) per x → x0 , tali che esista il limite lim =: ` ∈ R. x→x0 g (x) infiniti dello stesso ordine. infinitesimi Se ` ∈ R∗ , f e g si dicono Se ` = 0, f si dice infinito di ordine inferiore rispetto a g ; infinitesimo di ordine superiore Se ` = ±∞, f si dice infinito di ordine superiore rispetto a g . infinitesimo di ordine inferiore Osservazione La nozione di “ordine” generalizza la nozione di “grado”, che si applica esclusivamente alle funzioni polinomiali. Gerarchia degli infiniti Per x → +∞, le funzioni x 7→ p x (p > 1), x 7→ x α (α > 0), x 7→ logq (x) (q > 1) sono tutte e tre infinite. px • lim α = +∞ x→+∞ x xα • lim = +∞ x→+∞ logq (x) per x che tende a +∞ la funzione esponenziale di base maggiore di 1 è infinito di ordine superiore rispetto alla funzione potenza con esponente positivo per x che tende a +∞ la funzione potenza con esponente positivo è infinito di ordine superiore rispetto alla funzione logaritmo Nota: la gerarchia è la stessa per il logaritmo con base 0 < q < 1; in questo caso, sia il logaritmo che il rapporto qui sopra divergono negativamente. Esercizio Calcolare i seguenti limiti: lim x→+∞ √ x − ln(x), 3x − x 2 x→+∞ 2x + x 3 lim Esercizio Studiare le proprietà asintotiche, la monotonia e la convessità della funzione f (x) = |x + 1|e −x , tracciarne un grafico approssimativo e utilizzarlo per determinare il numero delle soluzioni dell’equazione f (x) = λ, al variare di λ ∈ R. Esercizio Studiare le proprietà asintotiche, la monotonia e la convessità della funzione f (x) = x ln(x), tracciarne un grafico approssimativo e utilizzarlo per determinare il numero delle soluzioni dell’equazione f (x) = λ, al variare di λ ∈ R. Completare lo studio del grafico della funzione f (x) = 1 ... ln(4 − x 2 ) Integrale indefinito Sia f : D → R. Si dice che la funzione g è una primitiva (o anti-derivata) di f in D se g è derivabile in D e g 0 (x) = f (x) per ogni x ∈ D . Esempi “pratici” di primitive? L’insieme di tutte le primitive di una funzione f si chiama integrale R indefinito di f e si denota con il simbolo f (x) dx . Osservazione Se l’insieme D è un intervallo, tutte le primitive di f differiscono per una costante additiva. Perché? Pertanto, se g è una qualsiasi primitiva di f , si ha Z f (x) dx = g (x) + c, c ∈ R. In altre parole: per determinare tutte le primitive di una funzione è sufficiente determinarne una. Integrali indefiniti immediati Z Z 1 dx = x + c x p+1 +c x dx = ↑ p+1 p Z 1 dx = ln |x| + c x p6=−1 Z Z e x dx = e x + c p x dx = Z px +c ln(p) Z sin(x) dx = − cos(x) + c Z 1 dx = (cos(x))2 Z Z 1 √ dx = arcsin(x) + c 1 − x2 cos(x) dx = sin(x) + c (1 + (tan(x))2 ) dx = tan(x) + c Z 1 dx = arctan(x) + c 1 + x2 Regole di integrazione (corrispondono a regole di derivazione) 1 Integrazione per scomposizione Z f (x) + g (x) dx = Z c f (x) dx = (regola della somma e del multiplo) Z f (x) dx + Z c f (x) dx Z g (x) dx 2 Integrazione per sostituzione (regola della funzione composta) Z Z 0 f (g (x)) g (x) dx = f (t) dt |t=g (x) 3 Integrazione per parti (regola del prodotto) Z Z f (x)g 0 (x) dx = f (x)g (x) − f 0 (x)g (x) dx. Esempi Calcolare l’integrale indefinito delle seguenti funzioni: x 3 − 4x 2 + 3 e sin(x) cos(x) x sin(2x) 3e x − 2x 4 (arcsin(x))2 √ 1 − x2 x e −x 4 2 + − 3 cos(x) 3 x x 1 p 3 x ln(x) + 2 (x 2 + x) cos(3x) x2 1 + x2 ex e 2x + 1 e 2x sin(x) g 0 (x) g (x) ln(x), arctan(x), arcsin(x) e ax ; cos(ax); sin(ax) 1 x ; 3x − 1 1 + x 2 (x 2 + 3x) ln(x) 1 2 x + a2 x + 3 x 2 + 3x + 2 ; x 2 + 9 x 2 + 5x + 10 √ 5 + e −3x 1 − x2 Osservazione Si può dimostrare che ogni funzione continua in un intervallo è dotata di primitiva. Tuttavia: • per alcune funzioni la determinazione esplicita di una primitiva può essere notevolmente complicata; −→ software • esistono funzioni continue per le quali non esiste una primitiva esprimibile attraverso funzioni elementari, come ad esempio le sin(x) 2 funzioni x 7→ e −x , x 7→ . −→ sviluppi in serie, x approssimazioni Integrale definito Siano a, b ∈ R con a < b ; sia n ∈ N∗ . Poniamo b−a xk := a + k per k = 0, 1, 2, . . . , n . n L’insieme Pn := {x0 , x1 , . . . , xn } si chiama partizione uniforme n -esima dell’intervallo [a, b]. I punti di Pn suddividono l’intervallo [a, b] in n sottointervalli b−a di ampiezza ∆x := . Esempio . . . n Sia ora f una funzione reale definita in [a, b]. Segliamo un punto x̄k ∈ [xk−1 , xk ] per ogni k = 1, . . . , n e definiamo la somma di Cauchy: Sn (f ) := n X k=1 f (x̄k ) (xk − xk−1 ) Significato geometrico per funzioni non negative? Al variare di n , i numeri Sn (f ) costituiscono una successione, cioè una funzione avente dominio N. Dato che N è illimitato superiormente, ha senso considerare il limite di Sn (f ) per n → +∞. Domande: 1 esiste il limite di Sn (f )? 2 se esiste, il limite di Sn (f ) dipende dalla scelta dei punti x̄k ? Due esempi “agli antipodi”: • funzione costante f (x) ≡ c , x ∈ [a, b]: Sn (f ) = c (b − a) per qualsiasi scelta di x̄k , quindi . . . 1 se x ∈ [a, b] ∩ Q • funzione di Dirichlet f (x) = 0 se x ∈ [a, b] \ Q ( b − a se x̄k ∈ Q per ogni k Sn (f ) = quindi . . . 0 se x̄k 6∈ Q per ogni k Teorema Se f è continua, il limite per n → +∞ di Sn (f ) esiste, è finito, e non dipende dalla scelta dei punti x̄k . Questo limite si chiama integrale definito di f in [a, b] e si denota Rb con a f (x)dx . In simboli: Z b n X f (x̄k ) (xk − xk−1 ) . f (x) dx := lim Sn (f ) = lim n→+∞ n→+∞ a | {z } k=1 := ∆x Se f : [a, b] → R è non negativa, l’interpretazione geometrica della somma Sn (f ) fornisce l’interpretazione geometrica dell’integrale definito: Z b a f (x) dx = area della regione piana compresa tra il grafico di f e l’asse delle ascisse (rettangoloide sotteso al grafico di f ). Esempio: funzione costante Alcune proprietà degli integrali definiti Proprietà di additività Sia f una funzione continua nell’intervallo D e siano a, b, c ∈ D , con a < c < b . Allora: Z b Z c Z b (integrale per funzioni f (x) dx = f (x) dx + f (x) dx continue a tratti . . . ) a a c Osservazione Nella definizione di somma di Cauchy, e quindi di integrale, abbiamo supposto a < b . Possiamo eliminare questa restrizione, ponendo se a = b Z b 0 Z a f (x) dx := f (x) dx se a > b a − b Con questa generalizzazione, la proprietà di additività vale per a, b, c ∈ D qualsiasi. Media integrale Sia f una funzione continua in [a, b]. Il numero Z b 1 Media(f ) := f (x) dx b−a a si chiama media integrale di f in [a, b]. Motivazione . . . Proprietà della media integrale • min f ≤ Media(f ) ≤ max f . [a,b] [a,b] • Esiste x0 ∈ [a, b] tale che f (x0 ) = Media(f ). Interpretazione geometrica? Come si calcola l’integrale di una funzione (non costante)? Formula fondamentale del calcolo integrale Teorema Sia f una funzione continua nell’intervallo D . Sia g una qualsiasi primitiva di f in D . Allora: per ogni a, b ∈ D si ha Z b b f (x) dx = g (b) − g (a) =: g (x) a . a Dimostrazione . . . Esempio Calcolare l’integrale definito tra 0 e π della funzione sin(x). Osservazione La formula fondamentale del calcolo integrale fornisce il legame tra i due concetti di integrale che abbiamo introdotto, cioè l’integrale definito e l’integrale indefinito. Esempi Calcolare l’area del rettangoloide sotteso al grafico della funzione f (x) = x 2 , x ∈ [1, 3]. Calcolare la media integrale della funzione f (x) = x 2 nell’intervallo [1, 3] e verificare che soddisfa le proprietà della media. Calcolare l’area del rettangoloide sotteso al grafico della funzione 2 f (x) = e −x , x ∈ [1, 3]. ?!? Calcolare l’area della regione piana compresa tra il grafico di f (x) = x cos(x), l’asse delle ascisse, le rette x = 0, x = 3π/2. ? Calcolare l’area della regione piana compresa tra i grafici di f (x) = x , g (x) = x 2 e le rette x = 0, x = 4. ? Nota Per f di segno qualsiasi in [a, b], l’area della regione piana compresa Rb tra il grafico di f e l’asse delle ascisse è uguale a a |f (x)| dx . Per f , g : [a, b] → R, l’area della regione piana compresa tra il grafico Rb di f e il grafico di g è uguale a a |f (x) − g (x)| dx . Integrali impropri (su intervalli illimitati) Sia f : [a, +∞) → R una funzione continua. Se esiste, il limite Z t Z +∞ lim f (x) dx =: f (x) dx t→+∞ a a si chiama integrale improprio di f su [a, +∞). Interpretazione geometrica? Nota: il limite esiste sicuramente se f ha segno costante. Perché? Se il limite è finito, diciamo che l’integrale improprio converge e che la funzione f è integrabile in senso improprio su [a, +∞). Se il limite è infinito, diciamo che l’integrale improprio diverge. Esempio Z +∞ 1 1 p−1 dx = xp 1 +∞ se p > 1 se p ≤ 1 Verifichiamo . . . Analogamente si definisce l’integrale improprio per f : (−∞, a] → R: Z a Z a f (x) dx := lim f (x) dx. −∞ t→−∞ t Se f : R → R è integrabile in senso improprio sia su (−∞, a] che su [a, +∞), per qualche a ∈ R, diciamo che f è integrabile in senso improprio su R e poniamo Z +∞ Z a Z +∞ f (x) dx := f (x) dx + f (x) dx. −∞ −∞ a Esempi Z +∞ −∞ Z +∞ −∞ 1 dx = π 1 + x2 Verifichiamo . . . 1 2 φ(x) dx = 1, con φ(x) := √ e −x /2 funzione Gaussiana 2π Polinomio di Taylor (solo qualche cenno) Sia n un intero. Sia f una funzione derivabile n volte in un intervallo D e sia x0 un punto interno a D . La funzione polinomiale Pn (x) := n X f (k) (x0 ) k=0 k! (x − x0 )k si chiama polinomio di Taylor di f di ordine n e centro x0 . Più esplicitamente: Pn (x) := f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) + · · · + f (n) (x0 ) (x − x0 )n . n! Notiamo che il grado di Pn è minore o uguale a n . Casi particolari • Il polinomio di Taylor di ordine 0 è P0 (x) = f (x0 ); il suo grafico è la retta orizzontale passante per il punto (x0 , f (x0 )). • Il polinomio di Taylor di ordine 1 è P1 (x) = f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ); il suo grafico è la retta tangente al grafico di f nel punto (x0 , f (x0 )). • Il polinomio di Taylor di ordine 2 è f 00 (x0 ) (x − x0 )2 ; 2 se f 00 (x0 ) 6= 0, il suo grafico è una parabola (parabola osculatrice), tangente al grafico di f nel punto (x0 , f (x0 )). P2 (x) = f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) + Polinomio di Taylor di alcune funzioni elementari Funzione esponenziale: f (x) = e x , Pn (x) = 1 + x + x0 = 0 x2 x3 x4 xn + + + ... + 2 3! 4! n! Funzione coseno: f (x) = cos(x), P2n (x) = P2n+1 (x) = 1 − x0 = 0 x2 x4 x6 x 2n + − + . . . + (−1)n 2 4! 6! (2n)! Funzione seno: f (x) = sin(x), P2n+1 (x) = P2n+2 (x) = x − x0 = 0 x3 x5 x7 x 2n+1 + − + . . . + (−1)n 3! 5! 7! (2n + 1)! Funzione logaritmo: f (x) = ln(x), x0 = 1 Pn (x) = (x − 1) − (x − 1)2 (x − 1)3 (x − 1)4 (x − 1)n + − + . . . + (−1)n−1 2 3 4 n Guardiamo qualche grafico . . . vai Introduciamo la funzione differenza Tn (x) := f (x) − Pn (x) (x ∈ D ) che si chiama resto di Taylor di ordine n e centro x0 . I grafici che abbiamo visto suggeriscono le seguenti proprietà: 1 per ogni n fissato: Tn (x) è uguale a zero in x0 , “piccola” vicino a x0 , “grande” lontano da x0 . 2 per x fissato (in R per exp, cos, sin; in (0, 2) per ln): al crescere di n , Tn (x) decresce e tende a zero. Conseguenza: possiamo approssimare f (x) con il polinomio Pn (x), cioè scrivere f (x) = Pn (x) + Tn (x) ' Pn (x), commettendo un errore che possiamo rendere arbitrariamente piccolo prendendo x sufficientemente vicino a x0 , oppure n sufficientemente grande. Esempi . . . Alcune applicazioni dei polinomi di Taylor • Risoluzione di alcune forme di indecisione Esempio: calcolare lim x→0 sin(x) − x x5 Confrontare con l’applicazione della regola di de l’Hôpital • Interpretazione geometrica della derivata seconda Usando il polinomio di ordine 2: f 00 (x0 ) (x − x0 )2 + T2 (x) 2 f 00 (x0 ) (x − x0 )2 , ' f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) + 2 f (x) = f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) + h i f 00 (x ) 0 da cui f (x) − f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) ' (x − x0 )2 2 • Integrazione approssimata Se possiamo approssimare f con il polinomio Pn , allora possiamo approssimare l’integrale (definito o improprio) Z b Z b f (x) dx con l’integrale Pn (x) dx . a a (Nota: se controlliamo l’errore commesso nell’approssimazione f (x) ' Pn (x) , possiamo controllare anche l’errore commesso nell’approssimare l’integrale.) Vantaggio: per calcolare l’integrale di una funzione polinomiale possiamo sempre avvalerci della F.F.C.I.! Esempio “inutile”, serve solo a sperimentare il metodo . . . Utilizzare il polinomio di Taylor dellaR funzione esponenziale per 1 calcolare un valore approssimato di 0 e x dx . Esempio (importante!) Consideriamo la funzione Φ : R → R definita ponendo Z z Z z 1 2 Φ(z) := φ(x) dx = √ e −x /2 dx 2π −∞ −∞ per ogni z ∈ R. Interpretazione geometrica? Sappiamo che questo integrale improprio non può essere calcolato esplicitamente. Alcuni valori di Φ sono stati calcolati numericamente vai alla tabella in maniera approssimata e tabulati. Descriviamo come si possono ottenere i valori della tabella utilizzando il polinomio di Taylor della funzione esponenziale . . . Osservazione A partire dalla tabella possiamo calcolare l’integrale di φ su qualsiasi intervallo. GRAFICI POLINOMI DI DI ALCUNI TAYLOR Funzione esponenziale: f (x) = e x , 1 P0 (x) = 1 x0 = 0 Funzione esponenziale: f (x) = e x , 1 P1 (x) = 1 + x x0 = 0 Funzione esponenziale: f (x) = e x , x0 = 0 1 P2 (x) = 1 + x + x2 2 Funzione esponenziale: f (x) = e x , x0 = 0 1 P3 (x) = 1 + x + x2 x3 + 2 6 Funzione seno: f (x) = sin(x), P1 (x) = x x0 = 0 Funzione seno: f (x) = sin(x), P3 (x) = x − x3 6 x0 = 0 Funzione seno: f (x) = sin(x), P7 (x) = x − x0 = 0 x3 x5 x7 + − 3! 5! 7! Funzione seno: f (x) = sin(x), P17 (x) = x − x0 = 0 x3 x5 x7 x 17 + − + ··· + 3! 5! 7! 17! Funzione seno: f (x) = sin(x), P21 (x) = x − x0 = 0 x3 x5 x7 x 21 + − + ··· + 3! 5! 7! 21! Funzione seno: f (x) = sin(x), P35 (x) = x − x0 = 0 x3 x5 x7 x 35 + − + ··· − 3! 5! 7! 35! Funzione logaritmo: f (x) = ln(1 + x), x0 = 0 –1 P1 (x) = x 1 Funzione logaritmo: f (x) = ln(1 + x), x0 = 0 –1 P2 (x) = x − 1 x2 2 Funzione logaritmo: f (x) = ln(1 + x), x0 = 0 –1 P3 (x) = x − 1 x2 x3 + 2 3 Funzione logaritmo: f (x) = ln(1 + x), x0 = 0 –1 P4 (x) = x − 1 x2 x3 x4 + − 2 3 4 Funzione logaritmo: f (x) = ln(1 + x), x0 = 0 –1 P7 (x) = x − 1 x2 x7 + ... + 2 7 Funzione logaritmo: f (x) = ln(1 + x), x0 = 0 –1 P8 (x) = x − 1 x2 x8 + ... − 2 8 Funzione logaritmo: f (x) = ln(1 + x), x0 = 0 –1 P11 (x) = x − 1 x2 x 11 + ... + 2 11 Funzione logaritmo: f (x) = ln(1 + x), x0 = 0 –1 P12 (x) = x − torna indietro 1 x2 x 12 + ... − 2 12 Valori (approssimati) di Φ(z) z 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 1.8 1.9 . . . 3.2 3.3 3.4 0.00 0.5000 0.5398 0.5793 0.6179 0.6554 0.6915 0.7257 0.7580 0.7881 0.8159 0.8413 0.8643 0.8849 0.9032 0.9192 0.9332 0.9452 0.9554 0.9641 0.9713 0.01 0.5040 0.5438 0.5832 0.6217 0.6591 0.6950 0.7291 0.7611 0.7910 0.8186 0.8438 0.8665 0.8869 0.9049 0.9207 0.9345 0.9463 0.9564 0.9649 0.9719 0.02 0.5080 0.5478 0.5871 0.6255 0.6628 0.6985 0.7324 0.7642 0.7939 0.8212 0.8461 0.8686 0.8888 0.9066 0.9222 0.9357 0.9474 0.9573 0.9656 0.9726 0.03 0.5120 0.5517 0.5910 0.6293 0.6664 0.7019 0.7357 0.7673 0.7967 0.8238 0.8485 0.8708 0.8907 0.9082 0.9236 0.9370 0.9484 0.9582 0.9664 0.9732 0.04 0.5160 0.5557 0.5948 0.6331 0.6700 0.7054 0.7389 0.7704 0.7995 0.8264 0.8508 0.8729 0.8925 0.9099 0.9251 0.9382 0.9495 0.9591 0.9671 0.9738 0.05 0.5199 0.5596 0.5987 0.6368 0.6736 0.7088 0.7422 0.7734 0.8023 0.8289 0.8531 0.8749 0.8944 0.9115 0.9265 0.9394 0.9505 0.9599 0.9678 0.9744 0.06 0.5239 0.5636 0.6026 0.6406 0.6772 0.7123 0.7454 0.7764 0.8051 0.8315 0.8554 0.8770 0.8962 0.9131 0.9279 0.9406 0.9515 0.9608 0.9686 0.9750 0.07 0.5279 0.5675 0.6064 0.6443 0.6808 0.7157 0.7486 0.7794 0.8078 0.8340 0.8577 0.8790 0.8980 0.9147 0.9292 0.9418 0.9525 0.9616 0.9693 0.9756 0.08 0.5319 0.5714 0.6103 0.6480 0.6844 0.7190 0.7517 0.7823 0.8106 0.8365 0.8599 0.8810 0.8997 0.9162 0.9306 0.9429 0.9535 0.9625 0.9699 0.9761 0.09 0.5359 0.5753 0.6141 0.6517 0.6879 0.7224 0.7549 0.7852 0.8133 0.8389 0.8621 0.8830 0.9015 0.9177 0.9319 0.9441 0.9545 0.9633 0.9706 0.9767 0.9993 0.9995 0.9997 0.9993 0.9995 0.9997 0.9994 0.9995 0.9997 0.9994 0.9996 0.9997 0.9994 0.9996 0.9997 0.9994 0.9996 0.9997 0.9994 0.9996 0.9997 0.9995 0.9996 0.9997 0.9995 0.9996 0.9997 0.9995 0.9997 0.9998 torna indietro