XIX
LE NOSTRE INIZIATIVE
MARTEDÌ 26 MARZO 2013
Dal pronto
soccorso al
reparto il
passo è breve,
ma a volte
spaventa.
••
Poi quando
arrivi nella tua
stanza finisci
che ti senti
come
a casa.
Non c’è niente di più
buffo dei dottori con il
naso rosso, ma è anche
divertente farci truccare
come delle farfalle.
LA REDAZIONE: Progetto Scuola in Pediatria dell’Ospedale San Carlo
Borromeo, Scuola primaria I.C. Luciano Manara di Milano:
Thomas Nicola, Serena Cieri, Matteo Valli, Angela Iuzzolino, Roberta
Morici, Veronica Giannoni, Valentina Funes, Rosanna Paolo, Sara Rigamonti,
Deborah Razzoli, Nicole Bettini, Laura Berlingieri, Stefano Cincotta,
Giovanna Del Carmen, Stefano Minnì, Ludovica Alberga, Francesco Bottelli,
Mattia Scurria, Giacomo Vecchio, Cecilia Ausenda, Alessio Cannone.
HANNO COORDINATO IL PROGETTO: insegnante Alessandra Guanzani
e dott.Giovanni Ruggeri
Dai Vigili in corsia al
Laboratorio
supermagico di cose da
fare ce ne sono
davvero tante.
I ragazzi del reparto pediatria del
San Carlo hanno voluto raccontare
la vita in Ospedale, gli aspetti
umani e il clima di aiuto reciproco
che li fa sentire non tanto pazienti,
ma “attori” partecipi. Laboratori,
gioco, trucchi e una serra: le cure
sono date anche dalle tante attività
che coinvolgono i ragazzi del
reparto. E i giovani cronisti hanno
già ricevuto un premio dall’Ordine
dei giornalisti.
LA PEDIATRIA dell’Ospedale San
Carlo Borromeo di Milano si trova al
secondo piano, blocco D, di una enorme struttura di 10 piani.
La porta d’ingresso si apre su un lungo corridoio, sul quale si affacciano
14 camere. Sono stanze semplici, rese
allegre e colorate con disegni realizzati dai bambini.
È un reparto molto speciale sia perché i medici e le infermiere hanno
un’attenzione particolare verso noi
pazienti, sia perché ad affiancarli ci
sono tanti “strani” personaggi.
Gli uni e gli altri, però, vivono questa
professione come una missione.
E a noi che siamo ricoverati, oltre ad
essere curati in modo straordinario,
fa piacere avere intorno persone che
sorridono, ascoltano e cercano di
coinvolgerti in varie attività.
AL SAN CARLO c’è anche il pronto
soccorso pediatrico, in cui operano
medici e infermieri specializzati.
È commovente la passione con cui lavorano questi specialisti e la capacità
che hanno di tranquillizzare sia noi
che i nostri genitori.
Abbiamo però deciso di raccontare
l’Ospedale attraverso i tanti volontari
che si incontrano durante il ricovero.
A cominciare dai buffi “medici” di
Dottor Sorriso, con nomi improbabili quali Ciupa, Dottor Donc e Dottoressa Puà, che ogni mercoledì arrivano a rallegrare il reparto “visitando” i
pazienti e anche i … genitori.
DIETRO ognuno di questi personaggi con il naso rosso, il camice colorato
e il viso truccato c’è una persona con
una grande preparazione capace di affrontare ogni situazione, anche difficile, e con una eccezionale capacità
d’improvvisazione.
Non è un caso che quando si è tristi,
loro riescono a strapparti un sorriso
che ti fa dimenticare le sofferenze di
quel momento.
“Truccare e truccarsi è un modo per
distrarsi“, ci ha detto Barbara Fuma-
Ospedale San Carlo
In corsia col sorriso
GRAZIE alla “Scuola in Pediatria”
non solo possiamo studiare e fare i
compiti, ma si organizzano una marea di attività: dallo scambio di libri o
fumetti, al giornalino “Il San Carlo
dei Piccoli”, realizzato con i nostri
racconti, poesie, testi di canzoni e disegni, per il quale abbiamo ricevuto
un premio speciale dall’Ordine dei
Giornalisti.
galli, insegnante di trucco e mamma
di Andrea, ex paziente del San Carlo.
Lei ci aiuta donandoci un po’ di colore.
coinvolge tutti, grandi e piccini. Questa è la dimostrazione che a volte si
possono superare le proprie difficoltà
aiutando gli altri a superare le loro.
SE SI ORGANIZZA una festa nella
sala giochi del reparto, Barbara arriva
e mette a disposizione i suoi trucchi
colorati e con i suoi pennelli e colori
anallergici trasforma ogni viso in un
quadro: farfalle, fiori, maschere come
quella di Spider-Man o di una principessa.
Il trucco serve per coprire ciò che abbiamo dentro.
Anche la mamma di Ryan, Elena Buscone, si è messa a disposizione della
pediatria. Lei fa la personal trainer e
ha organizzato incontri di postura e
di movimento in musica per noi e i
nostri genitori.
QUI VENGONO anche i Vigili per
sensibilizzarci sui problemi della
“strada”.
Con allegria fanno comprendere le regole del codice stradale.
Ai pazienti più piccoli propongono
giochi attinenti al loro ruolo di vigili;
ai pazienti più grandi sottopongono
test. Attività come questa sono pensate per rendere l’attesa agli interventi
un momento di svago.
VENIAMO coinvolti anche nell’organizzazione di concerti, emozionante quello tenuto dai ragazzi diversamente abili di AllegroModerato, e
nei corsi di musica in reparto.
Senza dimenticarci della piccola serra, dove impariamo i segreti della terra e vediamo sbocciare le piantine
che poi vengono ripiantate nell’orto
dell’Ospedale.
Così in reparto ci si sente a casa
IL MERCOLEDÌ mattina c’è anche
“il laboratorio super magico” di Marco Gallucci, che propone attività divertenti: creazione di addobbi, bigliettini augurali, segnalibri a tema e
decoupage.
Marco è un giovane disabile che, con
la sua simpatia e la sua sensibilità,
PERÒ, in reparto, sono presenti soprattutto i volontari di ABIO, un’associazione che dal 1978 sta a fianco
dei bambini in ospedale.
Sono autentici “angeli” che allietano
tutti i giorni la convalescenza di noi
ragazzi, insegnandoci giochi nuovi,
organizzando feste, come quelle per
Natale e Carnevale, ma soprattutto rimanendo sempre a disposizione nostra e dei nostri genitori.
“Angeli”, appunto!
INFINE, due parole per gli studenti
degli istituti Tenca e Rebora, che
nell’ambito dei loro stage formativi
vengono a rallegrarci entrando per
un paio di settimane a far parte della
nostra bellissima comunità.
Rileggendo quanto abbiamo scritto,
non sembra nemmeno la descrizione
di un Ospedale.
INVECE, questa è la Pediatria del
San Carlo Borromeo.
Ecco perché nessuno di noi si è stupito quando la maestra ci ha letto il messaggio della nostra compagna Ilaria,
da poco dimessa: “Mi manca l’ospedale, mi ci sono affezionata e mi sono
trovata bene”.
È proprio quello che pensiamo anche
noi.
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