5 settembre, 2015
Cronaca - Si è svolto il 2 settembre il convegno storico-scientifico
Innovazione e agricoltura, l’Unitus a Expo 2015
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Anna Maria Fausto, Luigi Nicolais, Emilia Chiancone, Michele Pisante
Gian Tommaso Scarascia Mugnozza e Roberto Schmid nel maggio 2007 al lavoro per la candidatura della città di Milano per Expo 2015
Viterbo - Si è tenuto il 2 settembre a Milano, nel Padiglione Italia di Expo 2015, un
Convegno storico-scientifico su “Esperienze italiane per l’innovazione in agricoltura: il
contributo di Gian Tommaso Scarascia Mugnozza”.
Il convegno è stato organizzato dall’accademia nazionale delle scienze detta dei XL,
dall’Università della Tuscia e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) per descrivere il
contributo scientifico e di innovazione della produzione agricola offerto nella seconda
metà del ‘900 da parte di GianTommaso Scarascia Mugnozza, fondatore e primo rettore
magnifico dell’Università della Tuscia di Viterbo.
All’introduzione del seminario sono intervenuti, con i propri indirizzi di saluto, il
presidente del Cnr, Luigi Nicolais, laprorettrice dell’Università della Tuscia, Anna Maria
Fausto in rappresentanza del rettore Alessandro Ruggieri, il vice commissario del
Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economica Agraria (Crea), professor
Michele Pisante, e la presidente dell’Accademia Nazionale delle Scienze, professoressa
Emilia Chiancone che ha poi coordinato l’intera giornata di studio.
L’accademia nazionale delle Scienze detta dei XL ha voluto fortemente promuovere
questo convegno, sottolinea la Presidente Emilia Chiancone, poiché: “- Nutrire il Pianeta,
Energia per la Vita – rappresenta la sfida che l’umanità deve affrontare e vincere a livello
globale. In un mondo nel quale i modelli produttivi, economici, sociali e culturali sono
messi in discussione e nel quale nuovi servizi, attività e stili di vita si diffondono sempre
più rapidamente, si impone una riflessione di notevole complessità, alla ricerca di
soluzioni e di nuovi equilibri che ‘ridisegnino’ il mondo, garantendo ad ogni essere
umano una vita degna in ogni angolo del Pianeta”.
“Con questa idea”, aggiunge la professoressa Chiancone, “ha sempre operato G.T.
Scarascia Mugnozza, scienziato noto e apprezzato a livello internazionale, padre della
genetica agraria in Italia, ex presidente dell’Accademia dei XL e fondatore dell’Università
della Tuscia. G.T. Scarascia Mugnozza ha lavorato con passione e dedizione alla
elaborazione della candidatura della città di Milano per Expo2015, quale vicepresidente
della Commissione scientifica, guidata dal professor Roberto Schmid, già rettore
dell’Università di Pavia. Raccontare l’attività scientifica e di organizzazione della ricerca a
livello nazionale ed internazionale svolta da G.T. Scarascia Mugnozza significa raccontare
la storia e lo sviluppo della ricerca italiana in genetica agraria nella seconda metà del
secolo scorso. Ma significa anche constatare come le sue idee e le sue realizzazioni
concrete siano ancora oggi attuali e innovative, anche nel contesto della cooperazione
allo sviluppo ed ai rapporti con i Paesi Emergenti, come testimoniato dal messaggio video
inviato per il convegno dal professor M.S. Swaminathan, presidente della M.S.
Swaminathan Research Foundation e Padre dell’agricoltura indiana”.
“Con questo convegno si è voluto esporre ad una vasta platea internazionale il notevole
contributo della ricerca italiana per l’aumento della produttività agricola, della sicurezza e
qualità agro-alimentare e per lo sviluppo della cooperazione scientifica internazionale in
agricoltura, a cavallo tra il XX e XXI secolo, nell’epoca della Green Revolution e nelle
prospettiva della rivoluzione biotecnologica”, ha detto il professor Giuseppe Scarascia
Mugnozza, Direttore del Dipartimento per la Innovazione nei sistemi Biologici,
Agroalimentari e Forestali (Dibaf) e coordinatore del convegno.
Il contributo per la ricerca in agricoltura dei ricercatori italiani, di cui l’attività di G.T.
Scarascia Mugnozza è un esempio emblematico, rappresenta un caso di successo,
importante e consistente per gli ultimi 50-60 anni; ci deve quindi servire anche da
insegnamento, guida e stimolo per gli anni futuri che vedranno grandi sfide per
l’agricoltura e la sostenibilità ambientale del nostro Paese, dell’Europa e del mondo
intero.
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